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25settembre 2008 anno I - n. 13 a r c i 5 0 @ l i b e r o . i t w w w . a r c i . i t / r e p o rt pausa Fa la cosa giusta.... Clean up the world a r c i r e p o rt sicilia a cura dell’Arci Sicilia hanno collaborato: Anna Bucca, Teresa Campagna, Marta Fiore, Ida La Porta, Salvo Lipari, Filippo Messina, Giovanna Pirrotta, Salvatore Ruggieri foto: Grazia Bucca redazione via Carlo Rao, 16 Palermo numero 13 Allegato al n.32 del 23 settembre 2008 di Arcireport [email protected] E’ possibile in Sicilia costruire una rete che abbia a cuore la promozione di stili di vita sostenibili e che voglia diffondere esperienze locali e nazionali per favorire comportamenti virtuosi nelle nostre pratiche quotidiane? E’ possibile sviluppare nel territorio, nelle scuo- le, una campagna di sensibilizzazione sui temi delle produzioni sostenibili e del consumo responsabile? Siamo in grado di convincere sempre più persone che i percorsi trasfor- mazione della società verso orizzonti solidaristici e cooperativistici debbano partire dalla messa in discussione di se stessi e dei propri comportamenti, e che pertanto l’elabora- zione e la costruzione di politiche credibili debba andare di pari passo con la coerenza dei comportamenti quotidiani? Un gesto individuale può provare a contaminare altri e diven- tare pratica collettiva, fattore di trasformazione della realtà, comportamento e movimento sociale? E dunque, è possibile, seguendo il virtuoso esempio di Milano e altre città italia- ne (ad oggi nessuna del sud), “fare la cosa giusta “ anche in Sicilia? Adesso sembra pro- prio di sì: dopo mesi di discussioni, confronti, scambi di punti di vista, il 29 di settembre, a Palermo presso la sede di Banca Etica verrà costituito il comitato promotore di “Fa la cosa giusta – Sicilia”: l’Arci e la Cooperativa “Lavoro e non solo” saranno tra i primi fir- matari. Per l’associazione è anche un modo per dare continuità al percorso avviato con Intrecci Solidali, che aveva portato già nel novembre 2004 organizzazioni e associazioni a incontrarsi e a pensare insieme a una rete di economia solidale in Sicilia. Infatti, come ribadiamo nel manifesto di invito a “Fa la cosa giusta” siamo convinti che sia possibile “produrre politica anche solo facendo la spesa, incoraggiando una certa produzione cul- turale, scegliendo eticamente i propri fornitori, sostenendo la produzione locale basata su principi di legalità e sostenibilità. Dalle piccole decisioni di acquisto dei prodotti può deri- vare la capacità di resistere ai meccanismi della globalizzazione dei mercati”. Da anni “Fa la cosa giusta”-la cui prima edizione si è svolta a Milano- è una fiera annuale del consu- mo critico e degli stili di vita sostenibile che costituisce, al contempo, uno strumento di dif- fusione e di attuazione di concetti ed esperienze culturali ed economiche sostenibili sul piano etico ed ambientale. La fiera è un obiettivo un pò ambizioso che si siamo dati, ma che va preparato con cura e a piccoli passi. I primi passi fatti sono stati le relazioni costrui- te tra di noi in questi mesi, lo scambio di saperi, l’allargamento dei nostri orizzonti e delle nostre conoscenze che ci ha portato a incontrare realtà con cui non eravamo in contatto, come per esempio la rete siciliana dei gruppi di acquisto solidali, che ha fra i suoi più infa- ticabili animatori l’associazione “Siqillyah” e che si incontrerà a Villarosa (EN) domenica 28 settembre. Un altro passo vogliamo farlo attraverso la pubblicazione, entro i primi mesi del 2009 di un manuale, una guida che presenti le realtà di produzione e consumo critico quotidiano presenti in Sicilia, per la realizzazione del quale possiamo contare anche sulla collaborazione di Giovanni Petrini, uno degli ideatori di “Fa la cosa giusta “ a Milano. E allora, in questi tempi di opacità, confusione e errori, sarebbe un bel segnale vedere che “una cosa giusta”, anche se piccola, siamo davvero in grado di farla. [email protected] “CONTRO TUTTE LE TEOLOGIE STRAMPALATE, PREFERISCO FARE APPELLO ALLE CORRENTI DI PENSIERO ALTERNA- TIVE ALLA STORIOGRAFIA FILOSOFICA DOMINANTE: BURLONI, MATERIALISTI, RADICALI, CINICI, EDONISTI, ATEI, SEN- SISTI, GAUDENTI.ESSI SANNO CHE ESISTE UN SOLO MONDO E CHE OGNI OFFETA DI UN OLTREMONDO CI FA PERDE- RE LUSO E IL BENEFICIO DEL SOLO MONDO ESISTENTE. É QUESTO È IL VERO PECCATO MORTALE(MICHEL ONFRAY “TRATTATO DI ATEOLOGIA”) foto Grazia Bucca

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25settembre 2008anno I - n. 13

a r c i 5 0 @ l i b e r o . i tw w w . a r c i . i t / r e p o rt

pausa

Fa la cosa giusta....Clean up the world

a r c ir e p o rtsicilia a c u r a d e l l ’ A r c i S i c i l i a

hanno collaborato:

Anna Bucca, Teresa Campagna, MartaFiore, Ida La Porta, Salvo Lipari, FilippoMessina, Giovanna Pirrotta, SalvatoreRuggierifoto: Grazia Buccaredazione via Carlo Rao, 16 Palermo

numero 13Allegato al n.32 del 23 settembre 2008 [email protected]

E’ possibile in Sicilia costruire una rete che abbia a cuore la promozione di stili di vitasostenibili e che voglia diffondere esperienze locali e nazionali per favorire comportamentivirtuosi nelle nostre pratiche quotidiane? E’ possibile sviluppare nel territorio, nelle scuo-le, una campagna di sensibilizzazione sui temi delle produzioni sostenibili e del consumoresponsabile? Siamo in grado di convincere sempre più persone che i percorsi trasfor-mazione della società verso orizzonti solidaristici e cooperativistici debbano partire dallamessa in discussione di se stessi e dei propri comportamenti, e che pertanto l’elabora-zione e la costruzione di politiche credibili debba andare di pari passo con la coerenza deicomportamenti quotidiani? Un gesto individuale può provare a contaminare altri e diven-tare pratica collettiva, fattore di trasformazione della realtà, comportamento e movimentosociale? E dunque, è possibile, seguendo il virtuoso esempio di Milano e altre città italia-ne (ad oggi nessuna del sud), “fare la cosa giusta “ anche in Sicilia? Adesso sembra pro-prio di sì: dopo mesi di discussioni, confronti, scambi di punti di vista, il 29 di settembre,a Palermo presso la sede di Banca Etica verrà costituito il comitato promotore di “Fa lacosa giusta – Sicilia”: l’Arci e la Cooperativa “Lavoro e non solo” saranno tra i primi fir-matari. Per l’associazione è anche un modo per dare continuità al percorso avviato conIntrecci Solidali, che aveva portato già nel novembre 2004 organizzazioni e associazionia incontrarsi e a pensare insieme a una rete di economia solidale in Sicilia. Infatti, comeribadiamo nel manifesto di invito a “Fa la cosa giusta” siamo convinti che sia possibile“produrre politica anche solo facendo la spesa, incoraggiando una certa produzione cul-turale, scegliendo eticamente i propri fornitori, sostenendo la produzione locale basata suprincipi di legalità e sostenibilità. Dalle piccole decisioni di acquisto dei prodotti può deri-vare la capacità di resistere ai meccanismi della globalizzazione dei mercati”. Da anni “Fala cosa giusta”-la cui prima edizione si è svolta a Milano- è una fiera annuale del consu-mo critico e degli stili di vita sostenibile che costituisce, al contempo, uno strumento di dif-fusione e di attuazione di concetti ed esperienze culturali ed economiche sostenibili sulpiano etico ed ambientale. La fiera è un obiettivo un pò ambizioso che si siamo dati, mache va preparato con cura e a piccoli passi. I primi passi fatti sono stati le relazioni costrui-te tra di noi in questi mesi, lo scambio di saperi, l’allargamento dei nostri orizzonti e dellenostre conoscenze che ci ha portato a incontrare realtà con cui non eravamo in contatto,come per esempio la rete siciliana dei gruppi di acquisto solidali, che ha fra i suoi più infa-ticabili animatori l’associazione “Siqillyah” e che si incontrerà a Villarosa (EN) domenica28 settembre. Un altro passo vogliamo farlo attraverso la pubblicazione, entro i primi mesidel 2009 di un manuale, una guida che presenti le realtà di produzione e consumo criticoquotidiano presenti in Sicilia, per la realizzazione del quale possiamo contare anche sullacollaborazione di Giovanni Petrini, uno degli ideatori di “Fa la cosa giusta “ a Milano. Eallora, in questi tempi di opacità, confusione e errori, sarebbe un bel segnale vedere che“una cosa giusta”, anche se piccola, siamo davvero in grado di [email protected]

“CONTRO TUTTE LE TEOLOGIE STRAMPALATE, PREFERISCO FARE APPELLO ALLE CORRENTI DI PENSIERO ALTERNA-TIVE ALLA STORIOGRAFIA FILOSOFICA DOMINANTE: BURLONI, MATERIALISTI, RADICALI, CINICI, EDONISTI, ATEI, SEN-SISTI, GAUDENTI. ESSI SANNO CHE ESISTE UN SOLO MONDO E CHE OGNI OFFETA DI UN OLTREMONDO CI FA PERDE-RE L’USO E IL BENEFICIO DEL SOLO MONDO ESISTENTE. É QUESTO È IL VERO PECCATO MORTALE”

(MICHEL ONFRAY “TRATTATO DI ATEOLOGIA”)

foto Grazia Bucca

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Ci sono molte cose in giro per il mondo e in circolo neimeandri della nostra confusa intelligenza che avrebberobisogno di essere individuate, studiate, capite ed affronta-

te con umile fervore di conoscenza. Dice D’Alema parlando in unforum organizzato dal “Corriere della sera” il 10 maggio 2007(Corriere della sera del 11 maggio 2007):”se il liberalismo hasconfitto il comunismo, è perché aveva un nocciolo di verità. Illiberalismo ha saputo farsi carico della difesa dei suoi(sic!) citta-dini, dell’inclusione sociale”. Ma questo, a parte il fatto che, comela storia insegna abbondantemente, non è detto che chi vinceabbia ragione, che cosa significa? In base a questa rivelazionela sinistra e D’Alema stesso di che cosa dovrebbero farsi caricouna volta che della difesa dei cittadini e dell’inclusione sociale(che è il compito costitutivo della politica) si sta già facendo cari-co il liberalismo? E’ un piccolo rebus (se ne potrebbero citare altri)collocato dentro una serie infinita di rebus che si affollano e chesottraggono la storia contemporanea ad ogni possibilità di com-prensione e di partecipazione intelligente. Penso che un’associa-zione come l’Arci debba misurarsi su questo terreno: costruireelementi di chiarezza, ristabilire la conoscenza delle coordinateche distinguono interessi e schieramenti diversi e, dunque, finali-tà contrapposte; contribuire a restituire verità all’evidenza dei fatti,per esempio l’esistenza piena di un gigantesco conflitto tra ric-chezza e povertà che rischia di far saltare per aria il pianeta (mache i media esorcizzano propugnando la fine del conflitto e adom-brando l’inutilità della sinistra nella società odierna. Opinione , delresto, suffragata da D’Alema con l’affermazione di cui sopra).Riducendo gli effetti dei meccanismi di tale conflitto a dimensione

nazionale non è forse su questo che si è rotto il grande giocatto-lo di bandiera che si chiama “Alitalia”? La cordata dei miliardari inviaggio verso una rinnovata occasione di spartizione di immanirisorse finanziarie e il loro ricatto sui salariati come naturale sboc-co di un sistema che si regge sulla forza lavoro (e questo è vero,a dispetto di tutte le bestemmie sulla fondamentalità dell’econo-mia virtuale, la così detta finanziarizzazione dell’economia) eppu-re opera per fare del lavoro l’anello debole, inoffensivo, maneg-gevole, secondario nell’organigramma della composizione socia-le e sempre comunque sacrificabile ai superiori “interessi genera-li”, ad esempio quelli delle cordate. L’Arci, per sua natura, per isuoi compiti statutari, ha sempre operato dentro il conflitto, e loconosce, nelle sue pieghe remote e dimenticate dall’epopea del-l’audience; lo conosce proprio come meccanismo che costituiscele cadenze elementari, la colonna sonora della vita, da sempre,ed anche oggi, quando l’altezzoso sussiego del dio PIL, vorrebbefar credere che siamo in viaggio verso la felicità del migliore deimondi possibile. E l’Arci ha quindi gli elementi diretti per tentaredi svegliare l’opinione pubblica con il pugno nello stomaco di qual-che verità, anche con il coraggio di atti eclatanti, di proposte forti.La settimana di lutto internazionale di lavoro e di studio da orga-nizzare in Sicilia dedicata ai 22000 (dicasi ventiduemila) migrantimorti nelle acque del nostro mare è una proposta che si può con-siderare, studiando come articolarla, a chi proporla, chi coinvol-gere. Ma qualsiasi altro argomento forte da lanciare nell’arenasilente di un’interiorità collettiva su cui è calata come una cortinafumogena una pesantissima cultura dell’[email protected]

arcireportsicilia

La spazzatura che invade le strade diCatania è forse il segno più evidente etangibile del dissesto finanziario della

città. Così come lo è l’immagine di centinaiadi dipendenti di Palazzo degli Elefanti scesia manifestare per paura di non prendere piùlo stipendio. Un dissesto che certamente èascrivibile a cause diverse ma che è anchel ’ e ffetto di una gestione dissennata dellerisorse pubbliche portata avanti dalla giuntaScapagnini. Il caso Catania è forse quellopiù emblematico e colpisce perché stiamoparlando della nona città d’Italia ma potreb-be essere il primo di una lunga serie. Glisperperi effettuati in tutti questi anni dalleamministrazioni di centrodestra, Catania ePalermo in testa, producono effetti deva-stanti soprattutto in un momento in cui i tra-sferimenti agli enti locali diminuiscono sem-pre di più. E a farne le spese, ancora unavolta, sono i cittadini e le fasce più deboli. Icittadini che sono costretti a pagare cifresempre più alte per servizi sempre menoe fficienti. Basti pensare proprio ad acqua erifiuti. Nel primo caso la scelta sciagurata diandare verso la privatizzazione avrà eff e t t ipesanti per le tasche degli utenti. Nelsecondo l’idea, fallimentare, di affidare tuttoagli Ato, gli ambiti territoriali, ha prodottodisastri impensabili solo qualche anno fa.Veri e propri carrozzoni gestiti solo per

assumere personale in modo clientelaresenza alcuna razionalizzazione dei servizi.Ma ciò che più preoccupa sono le ricaduteche la politica vissuta come comunicazione,come spot, come annunci che a volte sonodi pura fantasia, stanno avendo sui piùdeboli. Un caso per tutti è quello delle casefamiglie di Palermo. Realtà che ospitano eassistono minori che in quei luoghi hannotrovato la casa e la famiglia che non hannoe che rischiano di tornare in mezzo ad unastrada insieme con gli operatori che liseguono. Il Comune non paga le associa-zioni e le cooperative e non ha neanche isoldi per pagare i buoni libro nelle scuolemedie. Con l’effetto che il diritto allo studio ead un’istruzione minima è assolutamentenegato e intere famiglie di indigenti vengo-no escluse, di fatto, dai processi formativi.Per non parlare dei senza casa e dell’asso-luta incapacità di gestire la politica dell’edili-zia popolare. Non solo: ma l’ipotesi incampo di federalismo, fiscale e non, fa pre-vedere ulteriori disastri. Perché è vero chedelegare responsabilizza chi è semprestato abituato all’assistenzialismo, ma èanche vero che per gestire processi comequello che si preannuncia c’è bisogno diuna classe dirigente che in Sicilia è quasidel tutto inesistente. Il risultato, bene che vada, è lo smantella-

mento dello stato sociale. Come se con unagigantesca gomma si cancellassero decen-ni di battaglie, di conquiste che hanno por-tato il nostro Paese ad essere un modelloper il welfare. E tutto questo non riguardasoltanto i più deboli ma anche noi, la nostraassociazione e tutti i soggetti che hannolavorato per il miglioramento del modello distato sociale. Uno scenario che non può enon deve lasciarci indifferenti ma deve spin-gerci a fare la nostra parte sul terreno del-l’impegno civile e a farla costruendo unarete sempre più ampia. Per difendere unpatrimonio e perché al centro dell’agire poli-tico tornino ad esserci le persone con i lorodiritti e i loro bisogni.l i p a r i @ a r c i . i t

S t i l e e l e f a n t i a c o

D e s t r a e S i n i s t r a

n. 13 25 settembr e 2 0 0 8

"SCORDIA LEGGE...uno spazio per i lettori"Per chi legge, per chi non legge, per chi leg-gerà.... Domenica28 settembre 2008, ore19.00 Palazzo De Cristofaro, Scordia (CT)con il patrocinio di Comune di Scordia,Associazione Presidi del Libro, Presidi delLibro Sicilia, Ministero ai BB.CC. con la col-laborazione di Officina Culturale South Media

Festa dei Lettori

Proporzionalità diretta fra le imposteriscosse in una determinata areaterritoriale del Paese (Comuni,

Province, Città metropolitane e Regioni) ele imposte effettivamente utilizzate dall’a-rea stessa. In parole poverissime, è questoil federalismo fiscale di cui tanto si parla (estraparla) da anni, e soprattutto negli ultimimesi, in Italia.Nel nostro Paese, il federalismo fiscale èprevisto dall’art. 119 della Costituzione,che fissa i principi, ma non è mai entratoin funzione per la mancata approvazionedella necessaria legge ordinaria d’attuazio-ne. Le attuali proposte di federalismo fisca-le prevedono che le regioni debbano averea disposizione l’80 per cento del gettitofiscale del proprio territorio. La riscossionedelle imposte spetterebbe alle Regioni enon più alla tesoreria unica. Ma qualesiano queste imposte è ancora materia daaccertare. Solo ipotesi. Tra le novità dei 22articoli del disegno di legge del ministroCalderoni, spiccano una tassa sulle auto euna sui carburanti a favore delle Province,una tassa di scopo destinata a opere pub-bliche, turismo e trasporti urbani, la defini-zione di sette città metropolitane (Bologna,Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma eTorino). Per sanità, assistenza ed istruzio-ne, il finanziamento integrale delle presta-zioni essenziali, sulla base dei costi stan-dard, dovrebbe avvenire con il gettito Irap,destinato a essere sostituito con tributi pro-

pri e con la compartecipazione regionaleall’Irpef e all’Iva e con aliquote del fondoperequativo previsto dalla riforma. Il gover-no assicura che l’Ici non tornerà, ma que-sto è tutto da vedere, considerato che il ddlriconosce “una adeguata autonomia impo-sitiva” in materia ai Comuni e alle Cittàmetropolitane. Previsto anche il via liberaad “un tributo proprio comunale che attri-buisca all’Ente la facoltà della sua istituzio-ne per particolari scopi, quali la realizza-zione di opere pubbliche o oneri derivantida eventi particolari quali flussi turistici emobilità urbana”. Ad individuare i tributipropri di Comuni e Province dovrebbeessere lo Stato con la definizione dei pre-supposti, soggetti passivi e basi imponibilied aliquote di riferimento valide per tutto ilterritorio nazionale. Naturalmente nonmancano le polemiche, anche fra alleati,l’Mpa ed il Pdl. Il movimento di RaffaeleLombardo spinge affinché le accise suiprodotti petroliferi (almeno il 50 per cento)resti nell’isola. Scettico il centrosinistra,convinto che questo federalismo affosseràla Sicilia, e che le regioni del Mezzogiornodevono essere unite contro questo proget-to. Per cercare di far si che le propostesiano “limpide”, l’Ars ha approvato un ordi-ne del giorno (firmato Pd ed Udc) che fissadei paletti rispetto alla riforma federalista. Ildocumento impegna il presidente dellaRegione “a tutelare le prerogative delloStatuto e a tal fine a porre in essere, in

sede di Conferenza Stato-Regione, ogniiniziativa utile, a definire il parere dellaRegione sulla ipotesi di riforma federalista,solo dopo la sua definizione in sede dicommissione paritetica Stato-Regione, sal-vaguardando in tal modo le prerogativepattizie dello Statuto siciliano”. Ossia nien-te accordi “interni” fra Lombardo eCalderoni. Vedremo…[email protected]

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arcireportsicilia

Vu o t o a r e n d e r e

Decreti, trasformati in legge in tempo record, dichiarazioni einterpretazioni delle stesse, smentite e nuove precisazionida parte della ministra Maria Stella Gelmini. Mai come in que-

sti ultimi mesi, la stampa ha pubblicato articoli sulla scuola: dall’igno-ranza degli insegnanti del Sud, al maestro unico alle elementari, dalvoto in condotta ai tagli sul personale docente e amministrativo!Ebbene, la confusione e l’incertezza che, in prima lettura si percepi-scono, ci indicano, purtroppo, un disegno e un progetto di societàben definito, di cui la scuola è il cardine. Il ddl n. 112 dello scorso giu-gno per il mondo del lavoro, ci mostra comunità frantumate dallacompetitività individuale per la produzione del massimo profitto. E’questo, in realtà, il quadro di riferimento della Gelmini per il suo pro-getto di scuola italiana o per le future scuole regionali in chiave fede-ralistica. Il taglio delle cattedre, del personale ATA e dei tecnici dilaboratorio, lo scandalo della riduzione degli insegnanti di sostegno,non fanno parte di una revisione pedagogica. Eppure, si ripete a granvoce, come siano ignoranti, oggi, le nuove generazioni, come si siaperduto il senso del sapere, come il ruolo dell’insegnante sia insigni-ficante, per non parlare del fenomeno del bullismo, della violenzadentro e fuori la scuola. La verità è dunque ben altra. La cultura didestra ormai diffusa nel nostro Paese, così come nel resto del mondooccidentale, impone un sistema scolastico funzionale ad una societàche ha scelto di privilegiare il mercato e le sue leggi, dove la cono-scenza non è più un bene comune, di diritto per tutti e tutte, ma pri-

vilegio solo per chi ha la possibilità economica di accedere alle scuo-le e università di eccellenza, per tutti gli altri, resta una scuola dove ilbinomio competenze/conoscenze viene, passo dopo passo, derubri-cato alla voce abilità, dove bisogna consumare in fretta ciò che mec-canicamente si impara. Trasformare le scuole e le Università in fon-dazioni, spingere verso un’offerta formativa che deve fare di ogni sin-gola istituzione scolastica una azienda competitiva pronta per il mer-cato, sono gli obiettivi chiari e logici di questo governo, oltre a rispar-miare denaro per le casse dello Stato. Ed ancora, decidere di man-tenere il precariato, vuol dire avere a che fare con lavoratori/trici fles-sibili, pronti al contratto individuale, ricattabili in nome della competi-tività; decidere il ritorno al maestro unico vuol dire, tra l’altro, cancel-lare il modello italiano della scuola elementare, fiore all’occhiello inEuropa, e legittimare ancora una volta, il principio di autorità attra-verso la mistificazione “della necessità di punti unici di riferimento peri nostri bambini”, cancellando l’idea di una scuola dove si pratichi l’e-ducazione al pensiero critico, ai saperi che sviluppino curiosità ediano strumenti di lettura della realtà per affrontare la vita, e dove larelazione docente-discente, sia fondante per il processo di apprendi-mento. Ben vengano, dunque, tutti gli appuntamenti che adesso chia-mano alla mobilitazione democratica per la difesa della scuola pub-blica, di stato e laica.

Ida La Porta

La scuola del ministro Gelmini: confusione solo appar e n te

n. 13 25 settembr e 2 0 0 8

“Costruiamo la rete siciliana dell’economia solidale”Az. San Giovannello- Villarosa ( EN )

domenica 28 settembre 2008

i n i z i a t i v e

•Ore 9,30-10Accoglienza e registrazione partecipanti•Ore 10-13SI PUO’ FARE. Economia solidale in Sicilia.Introduzione, esperienze e discussione•Ore 13-14,30PRANZO CONDIVISO. Ognuno dei partecipantiportaqualcosa da bere/mangiare da condividere con gli altrie possibilmente le proprie posate/stoviglie•Ore 14,30-16,30 ORGANIZZIAMOCI. Strumenti e organizzazione per lacostruzione di una banca dati e di una rete siciliana dell’economiasolidale.•Ore 16,30-18,30 GASIAMOCI. Perché e come organizzare dei gruppi diacquisto solidale in Sicilia•Ore 18,30NON PERDIAMOCI DI VISTA: proposte per il futuroprossimoPromuovono l’incontro: Associazione Siqillyah, consor-zio siciliano legallinefelici,gruppo d’acquisto solidale Tapallara, (AIAB Sicilia)

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n. 13 25 settembr e 2 0 0 8

IV Encuentro de Juventudes

Tu confisca che io … lavoro … e non solo …Il disagio psichico diventa risorsa

Metti 15 giovani tra i 18 e i 25 anniprovenienti da Bolivia, Ecuador,Nicaragua, Colombia, Perù.

Aggiungine altrettanti dalla Lituania, Belgio,Italia, Spagna e Portogallo. Travasa il tuttoal Casale Spoliti di Zafferana Etnea (Ct), edinfine agita con forza, non prima d’averallungato con 4 competenti facilitatori, ed ilgioco è fatto. IV Encuentro de JuventudesCreadoras: il cocktail esplosivo è servito! Edè proprio così, che, escluse piccole variantinegli ingredienti, dal 2000 ogni 2 annil’Encuentro viene preparato. In questa che èla IV edizione, l’organizzazione è toccataall’Italia. Un meeting di “autoformazione”,finanziato dalla Commissione Europeaattraverso il Programma Gioventù in azioneconsiderato ormai, dalle realtà associativepartecipanti, come un grandissimo evento.L’Arci Comitato Territoriale di Catania el’Arciragazzi di Vicenza hanno avuto l’onoree l’onere di preparare l’incontro, per la qualeda mesi lavorano senza sosta. Hanno datocosì, la possibilità a 30 ragazzi, di confron-tarsi, dal 18 al 28 Agosto 2008, sul temadella partecipazione giovanile. Partendodalle esperienze vissute nelle proprie realtà,

i partecipanti, oltre a realizzare approfonditeanalisi del fenomeno, hanno cercato di tro-vare strumenti per arginare l’apatia socialegiovanile. Per fornire chiavi di lettura, per ilraggiungimento di questo obiettivo, i forma-tori hanno ideato l’esperienza delle“Pasantias”: la visita in Associazioni sicilianein cui i ragazzi, volontari per un giorno,hanno avuto modo di conoscere pratiched’azione concrete nel campo del terzo set-tore, e nello specifico delle migrazioni, del-l’antimafia e dei minori. Arci Palermo, ilCircolo Arci Città Futura Barcellona, il centrogiovanile Circuito Attivo Acireale, laCooperativa Lavoro e non solo di Corleonee Arci Ciccia Nera di Caltanissetta, hannodato così la possibilità ai partecipantidell’Encuentro di accrescere il bagaglio for-mativo. Ma le “Pasantias” non sono state gliunici momenti dedicati alla conoscenza delterritorio siciliano. La cosiddetta “Av v e n t u r avulcanica” e la “Camminata Urbana” hannopermesso ai ragazzi di incrementare leconoscenze sui luoghi che li ospitano.Proprio la “Camminata”, un incontro con lacittà catanese, s’è rivelata un’attività inte-ressantissima per il modo in cui la stessa

metropoli è riuscita a mettersi in relazionecon i giovani. Questa, infatti, strutturatacome una passeggiata senza intermediari(le figure definite guide turistiche) per i quar-tieri di Catania, è stata sfruttata al massimodai catanesi che non si sono fatti scapparel’opportunità di raccontarsi e raccontare lacittà in tutti i suoi aspetti.Dall’aspetto più goliardico, la serata del 27ha dato modo ai giovani di mostrare le abili-tà e capacità acquisite nei workshop cheessi stessi avevano allestito e presentatodurante la settimana.Una festa variopinta a suon di musica hainvece segnato la chiusura dell’Encuentro,che tuttavia, proseguirà con attività locali neiPaesi dei partecipanti. Progetti pilota inmateria di partecipazione giovanile sonostati avviati nei 10 stati di provenienza deiragazzi, i cui risultati verranno valutati in unapposito seminario finale che avrà luogo aCatania nel Gennaio 2009. Arrivederci aGennaio allora, Encuentro.

[email protected] w w w. j u v e n t u d e s c r e a d o r a s 2 0 0 8 . n e t /

La Cooperativa sociale “Lavoro e non solo”, che a Corleone pro-duce prodotti a marchio biologico di qualità, realizza l’integra-zione tra il sistema cooperazione per l’utilizzo a fini sociali dei

beni confiscati e gli interventi riabilitativi nel disagio psichico, colla-borando da alcuni anni con diverse agenzie (Arci, enti locali, A u s l ) .La composizione del gruppo di lavoro è eterogenea: vi sono infattisia soggetti con disturbi psichici dichiarati sia soggetti formalmente“normali” e comunque portatori di un disagio sociale derivante dalcontesto territoriale di appartenenza; Corleone, infatti, presenta oltread un’alta densità mafiosa, un pesante degrado culturale e sociale,con carenza di strutture di aggregazione e di prevenzione. LaCooperativa opera a diversi livelli: incontri periodici individuali, con-tatti con i servizi pubblici, con le associazioni di volontariato, con ilno profit e con le cooperative sociali. Il rapporto con il DSM - nelpieno rispetto delle reciproche autonomie e responsabilità - si svi-luppa attraverso specifici incontri a diversi livelli operativi e strategi-ci per la verifica del percorso di presa in carico e di inserimento degliutenti psichiatrici, percorso basato sulla partecipazione ad attività disocializzazione e di produzione agricola. La composizione del grup-po di lavoro della Cooperativa – anche se ha richiesto un impegnomaggiore per costruire una reale, fattiva e costruttiva sinergia tratutte le risorse umane messe in atto – si è rivelata una ricchezza,poiché ha innescato un processo di maturazione e crescita socio-culturale volto al superamento del “disagio mentale” e del suo stig-ma e alla promozione di dinamiche di integrazione graduale. Di fattoquesta modalità d’intervento ha trovato la sua forza e la sua credibi-lità nella precisa scelta di inserire i soggetti portatori di disagio nelterritorio, rendendoli partecipi e protagonisti del loro percorso di rein-

tegrazione nel tessuto sociale di appartenenza. Partendo dal ricono-scimento senza ambiguità dei diritti di cittadinanza (l’abitare e il lavo-rare) come pilastri portanti dell’autonomia del soggetto e quindicome fondamenti dell’intervento riabilitativo ed integrativo, laCooperativa ha attivato relazioni di collaborazione improntate allasolidarietà ed allo scambio di reciproche esperienze con quanti sulterritorio mettono a disposizione delle risorse. Il lavoro è percepitodagli appartenenti al gruppo come momento di impegno comune e“creazione” collettiva, dalla programmazione, alla ricerca dei mate-riali per lavorare la terra, all’effettiva realizzazione e commercializ-zazione del prodotto finito. Il passaggio dal percepire il gruppo comeparte del lavoro ad un sentirlo come momento comportamentale pri-vilegiato è stato graduale: è stato possibile sperimentare relazioni divicinanza in un ambito più esteso di quello familiare e si sono potu-te creare le premesse per un cambiamento, inteso come acquisizio-ne di nuove capacità sia per risolvere un problema specifico sia pera ffrontare la vita intesa nella sua globalità. E questo approccio hafavorito l’acquisizione da parte del singolo del sentirsi elemento di uninsieme significativo. Nell’esperienza della Cooperativa ciascunsocio lavoratore non solo non ha vissuto situazioni di isolamento, maanzi è stato attivamente protagonista di una relazione che nascevadal condividere un’esperienza lavorativa per poi divenire più intensae significativa sul piano affettivo; e ciascuna esperienza acquisita,anche quelle a dimensione ludica e socializzante e quelle in ambien-ti allargati non protetti, ha funzionato da messa alla prova dellecapacità relazionali e di adattabilità acquisite e da stimolo ad unamaggiore coesione.i n f o @ l a v o r o e n o n s o l o . c o m