arcireport del 17 luglio 2012

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17 luglio 2012 anno X - n. 26 [email protected] www.arci.it arci report settimanale a cura dell’Arci H Il dramma della Siria e l'impotenza dell'Onu Sembra non avere mai fine il dramma del popolo siriano. Mentre in tutto il paese si susseguono scontri e decine di vittime, è di questi giorni la notizia del massacro di Tremseh con oltre 200 morti. Gli osservatori dell'Onu testimoniano di rastrel- lamenti, scuole e abitazioni bombardate dall'e- sercito siriano. La Croce Rossa internazionale parla ormai di guerra civile totale, i mezzi blin- dati hanno fatto il loro ingresso nelle vie di Damasco. Sono migliaia le persone uccise da quando un anno e mezzo fa esplose la rivolta contro il regime di Assad. Spesso sono civili indifesi, donne e bambini. Cos'altro deve accadere per- ché la comunità internazionale assuma le sue responsabilità di fronte a questa tragedia? Quanto scempio di vite umane deve ancora avvenire perché l'Onu intervenga con un'a- zione incisiva per imporre il cessate il fuoco, il rispetto dei diritti umani e l'avvio di un proces- so democratico? Non c'è alternativa al far tacere le armi, tutte le armi. Bisogna fermare la macchina repressiva del regime di Assad e imporre al governo si- riano di cessare l’impiego dell’artiglieria contro la popolazione civile; bisogna far cessare ogni violenza per evitare altri morti innocenti e fer- mare la spirale di una guerra civile di cui sono i cittadini a pagare il prezzo più alto. Non serve un intervento militare, l'esperienza della Libia dimostra che non è quella la soluzione. La comunità internazionale ha tutti gli strumenti politici e diplomatici per fermare Assad, consentire gli aiuti umanitari, assicurare il rispetto dei diritti umani e creare le condizioni per l'apertura di un processo democratico che consenta al popolo siriano di decidere del pro- prio futuro in un paese sovrano e indipendente. Eppure la diplomazia appare impotente a risol- vere il problema. È una passività colpevole quella dell'Onu, che rischia di diventare alibi per nuovi spargimenti di sangue. Il popolo si- riano non può restare ostaggio dei veti incro- ciati fra le potenze del Consiglio di sicurezza e dei giochi di potere sui futuri equilibri medio- rientali. La politica deve uscire dall’inerzia e sostenere l'opera di mediazione affidata a Kofi Annan. Ma deve anche svegliarsi l'opinione pubblica democratica. Non basta esprimere sdegno e solidarietà di fronte ai massacri. Deve levarsi alta la voce dell'Europa pacifica, solidale e dei diritti umani. È una responsabilità di tutti non voltare le spalle di fronte alla domanda di pace, giustizia e democrazia del popolo siriano. U n anno dopo il 17° MIA di Cecina, quando fu lanciato il progetto, si con- clude la prima azione in mare di Boats4People. La goletta Oloferne è partita dal porto di Rosignano da dove ha raggiunto Palermo, poi Pantelleria e i porti di Monastir e Ksibet el Mediouni in Tunisia per approdare infine a Lampedusa. Nel corso del viaggio abbiamo incrociato attivisti, giornalisti, avvo- cati e simpatizzanti. Questi incontri rappre- sentano altrettanti passi avanti verso il rag- giungimento degli obiettivi del progetto: sen- sibilizzazione, creazione di una rete di ‘gente di mare’, analisi giuridica, monitoraggio e ricerca sul campo. A Cecina quest’anno abbiamo discusso delle strategie giuridiche di difesa dei migranti e di coloro che li soc- corrono in mare. A Palermo, oltre che diversi seminari, abbiamo realizzato una visita al CIE di Trapani Milo e una veleggiata di com- memorazione. La sosta a Pantelleria ci ha permesso di raccogliere informazioni su come vengono effettuati i controlli in una rotta migratoria poco conosciuta. A Monastir, nel- l’ambito delle riunioni preparatorie del Forum Sociale Mondiale Tunisia 2013, diverse centi- naia di persone hanno partecipato a un semi- nario che ha rappresentato un’occasione reale per avviare collaborazioni strette a livel- lo mediterraneo. L’arrivo di Oloferne accom- pagnata dai pescatori della baia di Ksibet el Mediouni nel porticciolo del villaggio omoni- mo, prima azione di tale portata sulla tema- tiche dei morti e dei dispersi alle frontiere in Tunisia, è stato forse il momento più signi- ficativo della nostra campagna. Infine, la tappa di Lampedusa segna la chiusura della traversata di Boats4People che passa sim- bolicamente il testimone al Lampedusa InFestival. Seppure a caldo, possiamo affermare che questa prima azione in mare di Boats4People è stata un successo e annuncia un seguito promettente. La goletta Oloferne raggiunge Lampedusa - Foto di Grazia Bucca Alle porte della Fortezza Europa L’Arci nazionale, d’intesa con l’Arci dell’Emilia Romagna e della Lombardia, invita i circoli, le associazioni aderenti e tutti i cittadini ad attivarsi per la raccolta di fondi da destinare, in accordo con le diverse amministrazioni comunali, alle popolazioni colpite dal terremoto. È stato aperto un conto corrente intestato ad Associazione Arci presso Banca Etica con la causale ‘Emergenza terremoto in nord Italia’. IBAN: IT 39 V 05018 03200 000000145350

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Il dramma della Siria e l'impotenza dell'Onu Boats4People Migranti

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Page 1: Arcireport del 17 luglio 2012

17 luglio 2012anno X - n. 26

[email protected]

arcireports e t t i m a n a l e a c u r a d e l l ’ A r c i

H

Il dramma della Siria e l'impotenza dell'Onu

Sembra non avere mai fine il dramma delpopolo siriano. Mentre in tutto il paese sisusseguono scontri e decine di vittime, è diquesti giorni la notizia del massacro diTremseh con oltre 200 morti. Gli osservatori dell'Onu testimoniano di rastrel-lamenti, scuole e abitazioni bombardate dall'e-sercito siriano. La Croce Rossa internazionaleparla ormai di guerra civile totale, i mezzi blin-dati hanno fatto il loro ingresso nelle vie diDamasco.Sono migliaia le persone uccise da quando unanno e mezzo fa esplose la rivolta contro ilregime di Assad. Spesso sono civili indifesi,donne e bambini. Cos'altro deve accadere per-ché la comunità internazionale assuma le sueresponsabilità di fronte a questa tragedia?Quanto scempio di vite umane deve ancoraavvenire perché l'Onu intervenga con un'a -zione incisiva per imporre il cessate il fuoco, ilrispetto dei diritti umani e l'avvio di un proces-so democratico? Non c'è alternativa al far tacere le armi, tutte learmi. Bisogna fermare la macchina repressivadel regime di Assad e imporre al governo si -riano di cessare l’impiego dell’artiglieria controla popolazione civile; bisogna far cessare ogniviolenza per evitare altri morti innocenti e fer-mare la spirale di una guerra civile di cui sonoi cittadini a pagare il prezzo più alto.Non serve un intervento militare, l'esperienzadella Libia dimostra che non è quella lasoluzione. La comunità internazionale ha tuttigli strumenti politici e diplomatici per fermareAssad, consentire gli aiuti umanitari, assicurareil rispetto dei diritti umani e creare le condizioniper l'apertura di un processo democratico checonsenta al popolo siriano di decidere del pro-prio futuro in un paese sovrano e indipendente. Eppure la diplomazia appare impotente a risol-vere il problema. È una passività colpevolequella dell'Onu, che rischia di diventare alibiper nuovi spargimenti di sangue. Il popolo si -riano non può restare ostaggio dei veti incro-ciati fra le potenze del Consiglio di sicurezza edei giochi di potere sui futuri equilibri medio -rien tali. La politica deve uscire dall’inerzia e sostenerel'opera di mediazione affidata a Kofi Annan. Madeve anche svegliarsi l'opinione pubblicademocratica. Non basta esprimere sdegno esolidarietà di fronte ai massacri. Deve levarsialta la voce dell'Europa pacifica, solidale e deidiritti umani. È una responsabilità di tutti nonvoltare le spalle di fronte alla domanda di pace,giustizia e democrazia del popolo siriano.

Un anno dopo il 17° MIA di Cecina,quando fu lanciato il progetto, si con-clude la prima azione in mare di

Boats4People. La goletta Oloferne è partitadal porto di Rosignano da dove ha raggiuntoPalermo, poi Pantelleria e i porti di Monastire Ksibet el Mediouni in Tunisia per approdareinfine a Lampedusa. Nel corso del viaggioabbiamo incrociato attivisti, giornalisti, avvo-cati e simpatizzanti. Questi incontri rappre-sentano altrettanti passi avanti verso il rag-giungimento degli obiettivi del progetto: sen-sibilizzazione, creazione di una rete di ‘gentedi mare’, analisi giuridica, monitoraggio ericerca sul campo. A Cecina quest’annoabbia mo discusso delle strategie giuridichedi difesa dei migranti e di coloro che li soc-corrono in mare. A Palermo, oltre che diversiseminari, abbiamo realizzato una visita alCIE di Trapani Milo e una veleggiata di com-memorazione. La sosta a Pantelleria ci hapermesso di raccogliere informazioni su

come vengono effettuati i controlli in una rottamigratoria poco conosciuta. A Monastir, nel-l’ambito delle riunioni preparatorie del ForumSociale Mondiale Tunisia 2013, diverse centi-naia di persone hanno partecipato a un semi -nario che ha rappresentato un’occasionereale per avviare collaborazioni strette a livel-lo mediterraneo. L’arrivo di Oloferne accom-pagnata dai pescatori della baia di Ksibet elMediouni nel porticciolo del villaggio omoni-mo, prima azione di tale portata sulla tema -tiche dei morti e dei dispersi alle frontiere inTunisia, è stato forse il momento più signi-ficativo della nostra campagna. Infine, latappa di Lampedusa segna la chiusura dellatraversata di Boats4People che passa sim-bolicamente il testimone al LampedusaInFestival.Seppure a caldo, possiamo affermare chequesta prima azione in mare di Boats4Peopleè stata un successo e annuncia un seguitopromettente.

La goletta Oloferne raggiunge Lampedusa - Foto di Grazia Bucca

Alle porte della Fortezza Europa

L’Arci nazionale, d’intesa con l’Arci dell’Emilia Romagna e della Lombardia, invita i circoli, le associazioni aderenti e tutti i cittadini ad attivarsi per la raccolta

di fondi da destinare, in accordo con le diverse amministrazioni comunali, alle popolazioni colpite dal terremoto. È stato aperto un conto corrente

intestato ad Associazione Arci presso Banca Etica con la causale ‘Emergenza terremoto in nord Italia’.

IBAN: IT 39 V 05018 03200 000000145350

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arcireport

n.26 17 luglio 2012

arci

Domenica 15 luglio, a mezzanotte, lagoletta Oloferne ha lasciato laTunisia per Lampedusa con un

nuovo equipaggio a bordo. La traversata èstata occasione di autoformazione e di di -scussione sugli aspetti tecnico-giuridici delsalvataggio in mare e della repressione dellemigrazioni nel Canale di Sicilia. A confermadelle testimonianze di molti migranti raccolteda Boats4People, siamo stati sorvolati dadiversi aerei di pattuglia all’arrivo in prossi-mità delle coste italiane, una prima volta alle9.41 in posizione 35°44’028N - 11°38’204Ee successivamente alle 11.17 in posizione35°37'824N - 12°01'546E, ogni volta a un’al-titudine situata tra 100 e 200 metri. Abbiamo anche notato la presenza di navi digrandi dimensioni, prive di AIS - Sistema

Automatico di Identificazione obbligatorioper la localizzazione istantanea di navi(come specificato su www.marinetraffic.org). Ciò suggerisce che si tratterebbe di navimilitari, senza però possibilità di conferma.Una barca veloce della Guardia Costiera ita-liana è infine passata accanto all’Olo fernecirca due ora prima dell’arrivo a Lampe du sain posizione 35°32'277N - 12°21'291E.Questo dispositivo di controllo è importanteperché dimostra la veridicità delle testimo-nianze dei migranti, molti dei quali racconta-no di essere stati sorvolati da aerei da rico-gnizione in prossimità dell’Italia. Ciò confer-ma ancora una volta che le autorità italianeed europee possiedono i mezzi necessariper avvistare e localizzare i naufragi dimigranti e mandare soccorsi. Fra le grida di benvenuto degli attivisti del-l’organizzazione Askavusa e di militantiinternazionali Oloferne è arrivata sana esalva alla sua tappa finale. Gruppi di giornalisti, avvocati e attivisti par-tono ora per raccogliere informazioni indiversi luoghi sull’isola. Il 19 luglio, dalle 12alle 13, si svolgeranno le proiezioni di duecortometraggi e la presentazione del proget-to Boats4People all’ex ufficio dell’Anagrafe

vicino a Piazza Castello, in via Roma. Lostesso giorno, alle ore 16, si terrà una con-ferenza stampa a bordo dell’Oloferne, nelporto di Lampedusa, accanto agli ufficidella Guardia Costiera, con interventi diCarmen Cordaro (avvocato e dirigente Arci),Albert Chaïbou (giornalista indipendente esocio di Alternative Espaces Citoyens -Niger), Lorenzo Pezzani (co-fondatore dellapiattaforma WatchtheMed nell’ambito delprogetto Boats4People) e di esponenti del-l’associazione Askavusa. Alla conferenza stampa seguirà un’iniziativadi commemorazione dei morti e dispersi inmare alle porte dell’Europa.Interverranno il sindaco e i rappresentanti dialcune associazioni. In tale occasione, alcuni lavori sul tema dellemigrazioni, opera del collettivo di artisti tuni-sini Ahle El Kahf, saranno consegnate all’or-ganizzazione Askavusa come simbolo dellasolidarietà con i boat-people di entrambe lesponde del Mediterraneo. Terminerà così la traversata di Boats4People,ma il progetto continuerà nelle iniziative delleorganizzazioni locali, a cominciare dall’avviodel Lampedusa Infestival.Info: www.boats4people.org

Monastir - Lampedusa. Ecco checosa vedono le donne e gli uominiche attraversano il Mediterraneo:

acqua da ogni lato, certo, ma poi anche ilpunto bianco dei pescherecci all'orizzonte,yacht che tagliano le onde veloci, imbarca-zioni militari fuori dai tracciati del Gps, aereiscuri che sorvolano bassi e, alla fine, lo sco-glio di Lampione e una coppia di delfini: l'ap-prodo a Lampedusa. Terra. Dalla Tunisiaalla Sicilia non può essere un viaggio solita-rio. Il mare è piccolo, stretto, affollato. Quipiù che altrove. Com'è possibile restaregiorni alla deriva senza incontrare nessuno?Un'alleanza di 17 organizzazioni euro-afri-cane - Boats4People - ha voluto fare laprova: l'ultima tappa del percorso dellaGoletta Oloferne ha seguito la rotta deimigranti: da Monastir a Lampedusa. Per capire come creare una rete di soccor-so e trasformare i controlli, le apparecchia-ture radar, la visuale dagli aerei, da stru-menti per respingere a boe per aiutare. «Questa coalizione è stata creata per impe-dire altre morti alle frontiere marittime»,spiega il coordinatore, Nicanor Haon: 1.500

vittime accertate dall'Unhcr nel 2011 e tantitestimoni che descrivono barche vicinissimee indifferenti, «non è possibile che non ci siamai un responsabile». La partenza è dinotte, come avviene spesso dai porti quiaccanto, tra Kelibia e Sfax, o poco più in là,oltre il confine libico. Il capitano, MarcoTibiletti, ha scelto le condizioni climatichemigliori possibili. «Ma i trafficanti buttano lagente in mare come fanno con la droga, viacon la corrente e se arriva arriva... ». Il tra-gitto è di 90 miglia, barra a Est, la velocitàmedia è di 6 nodi, un'imbarcazione normaleimpiega 15 ore. Una bagnarola anche ildoppio del tempo. A bordo, tra gli altri, ungiornalista del Niger, una fotografa tunisina,due videomaker francesi, la responsabileFrontiere e Cie dell'Arci Carmen Cordaro eil ricercatore Lorenzo Pezzani, che usa leimmagini satellitari per ricostruire la scenadei naufragi. Di pescherecci se ne incontra-no soprattutto sotto costa, si riconosconodagli argani per le reti, e con il binocolo sivedono anche gli uomini al lavoro a bordo.Quando si avanza in mare aperto, il pae-saggio diventa più monotono. L'Oloferne

custodisce a prua dieci bidoni di acqua ecibo per 90 persone, come primo aiuto, manon saranno necessari. La nave scura checompare all'alba probabilmente è militare,spiegano, perché non è segnalata dal Gpscartografico. Al mattino presto, uno stormodi gabbiani che beccano in acqua attira l'at-tenzione. L'immagine che viene in mente è macabra.«A Pantelleria i marinai ci hanno confessatoche ormai non recuperano i resti umani ches'impigliano alle reti - racconta il capitano - lirigettano in mare». Troppi problemi, comequando si presta soccorso ai naufraghi:imbarcazione sequestrata, rischio di guaigiudiziari. È uno dei punti di Boats4People:riaffermare il diritto del mare, chi è in perico-lo va aiutato. La barca vira per vederemeglio. Non c'è più nulla. Si avanza inacque italiane. Aerei militari ci sorvolano.Compare qualche yacht, un paio di barche avela, ritornano i pescherecci, ci si avvicinaalla terra. Leggera virata a Sud: Lam pe -dusa. La guardia costiera ci viene incontro.Tutto sotto controllo: non si è soli nelMediterraneo.

La goletta Oloferne arriva a Lampedusa, ultimatappa di un viaggio che continua

Il 19 luglio alle 18.30 Boats4Peoplecommemora simbolicamente

i migranti morti in mare

con il lancio di fiori in ricordo

delle vittime delle migrazioni

LAMPEDUSA

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Lungo la rotta dell’indifferenzadella giornalista Alessandra Coppola, sulla goletta da Monastir a Lampedusa

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3migranti

arcireport

Secondo le leggi che regolano il diritto diasilo, due coniugi provenienti dalla Siriacon tre bambini, arrivati in Germania dopoaver attraversato il nostro Paese, avrebbe-ro dovuto essere rispediti in Italia. Ma a causa delle «sistematiche manchevo-lezze» del nostro sistema di accoglienza edel modo in cui viene applicato il diritto d’a-silo, i cinque erano a rischio di «trattamen-to inumano o mortificante». Perciò, nienterinvio: sarà la Repubblica federale a valuta-re la richiesta d’asilo della famiglia.Non è la prima volta che tribunali ammini-strativi tedeschi fanno questa valutazione,ha detto la portavoce della corte diStoccarda. Sentenze simili sono stateemesse in altri sei casi dai tribunali di altret-tante località tedesche. A convincere i giu-dici è stato il racconto dei cinque profughi:l’Italia li aveva messi in un centro di acco-glienza, chiusi in una stanza assieme aun’altra famiglia, senza letti né coperte, conun pasto al giorno e nient’altro. Dopo unasommaria raccolta di informazioni, le auto-rità italiane gli avrebbero chiesto di lasciareil paese. Secondo i giudici, la grande mag-gioranza dei richiedenti asilo in Italia non

trova protezione o riparo, né accesso sicu-ro ad acqua, cibo ed elettricità, per non par-lare delle condizioni sanitarie. Insomma, intema di richiedenti asilo l’Italia non è ingrado di adempiere agli impegni: secondola sentenza, «le strutture di accoglienza peri profughi sono totalmente sovraccariche dilavoro». Questa condizione non miglioreràin breve tempo, sostiene il tribunale diStoccarda, e dopo la ‘primavera araba’ sipuò pensare piuttosto a un peggioramento.In Italia la famiglia palestinese sarebbecostretta a condurre «una vita sotto il livel-lo minimo di sussistenza » e «col rischio direstare senza un tetto».È evidente che si tratti di valutazioni pesan-tissime. L’ufficio federale per le Migrazioniha cercato di alleviarle un po’, per evitareincidenti diplomatici, ma i commenti sde-gnati non si contano. Laura Boldrini, porta-voce dell’Unhcr in Italia, commenta: «Lasentenza di Stoccarda non è la prima inquesto senso. Anche se l’Alto commissa-riato non chiede agli stati di evitare dirimandare in Italia chi chiede asilo, ma divalutare caso per caso, nell’interesse deirifugiati».

Èstato presentato nei giorni scorsi ilprimo rapporto Istat sui ‘migrantivisti dai cittadini’, un’indagine che

secondo il presidente dell’Istituto di ricerca,Enrico Giovannini, dimostra significativa-mente come le nuove generazioni sianopiù pronte all’integrazione. Per il direttore dell’Unar, MassimilianoMonnanni, che l’indagine ha commissiona-to, i risultati confermano le valutazionidell’Ufficio sui casi di discriminazione:«emerge da un lato un giudizio positivo sulvalore aggiunto costituito dagli stranieri,dall’altro si conferma la tendenziale diffi-denza degli italiani verso gli immigrati,indotta da una rappresentazione mediaticadell’immigrazione e dei rom come emer-genza». Uno degli aspetti più interessanti dell’inda-gine è come venga valutata diversamentela presenza di stranieri a seconda dell’etàe del tipo di rapporto. A cominciare dallaconoscenza diretta: il 38,4% del campionefra i 18 e i 74 anni conosce immigrati per-ché sono colleghi di lavoro, il 32,1 ha unamico immigrato; per l’11,6% c’è un mem-bro della famiglia di origine straniera e perquasi il 10% c’è un compagno/a di scuola

o di università. Un grado di compenetra-zione nei luoghi di lavoro e di studio cheprobabilmente spiega la percentuale moltoalta di favorevoli al riconoscimento dellacittadinanza a chi è nato in Italia da genito-ri di origine straniera. C’è invece una mag-gioranza contraria al diritto di voto ammini-strativo, decisamente più bassa tra i giova-ni tra i 18 e i 34 anni, che sono d’altra partei più convinti sostenitori del diritto di cittadi-nanza (91,4%). La vicinanza sul posto di lavoro e di studioinfluisce sulla percezione di atteggiamentidiscriminatori verso gli immigrati. L’80%ritiene infatti che per gli stranieri la vita èpiù difficile a causa di questi comporta-menti e quasi il 90% ritiene «ingiustificabi-le» prendere in giro uno studente, trattaremeno bene un lavoratore perché straniero,per il 72 per cento non è giusto «assume-re un dipendente senza riconoscere lequalifiche richieste » e per il 63% non ègiustificabile non dare in affitto la casa«perché immigrato ». La maggioranza degli italiani ritiene peròche in tempi economicamente difficili sidebba dare lavoro prima agli italiani e chelo stesso valga per la casa popolare,

anche a parità di requisiti. Il presidentedell’Istat invita a completare il quadro conle altre ricerche sul tema: «quando vedia-mo che il reddito medio degli immigrati è lametà di quello degli italiani e che il 40% deifigli degli immigrati lascia in anticipo lascuola, ci rendiamo conto che stiamo dis-seminando mine sociali che prima o poirischiano di scoppiare». La minoranza chesuscita maggiore diffidenza negli italiani èquella rom/sinti. I matrimoni misti sono benvisti, ma il discorso cambia quando si trat-ta della propria figlia: l’85% degli intervista-ti «avrebbe molti o qualche problema » sela ragazza sposasse un rom, se il promes-so sposo fosse un romeno sarebbe per-plesso il 69%. Se si allarga la prospettiva,però, il 60% considera positiva la presenzadegli immigrati perché «permette il con-fronto fra culture». Percentuale che fra igiovani cresce al 66%. Elevate le percen-tuali di coloro che temono un incrementodel terrorismo, dei reati, il degrado deiquartieri per la presenza di immigrati, men-tre la diversità religiosa apparentementenon rappresenta un problema, anche se il41% non vorrebbe una moschea vicino acasa.

I migranti visti dagli italiani

La Corte di Stoccarda: niente rinvio, Italia disumana con i profughi

No ai tagli all’UnarC’è grande preoccupazione per le sortidell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni(UNAR), che potrebbe essere fortementeridimensionato a seguito delle misure previ-ste dallo ‘spending review’. Negli ultimi 3 anni, sotto la direzione diMassimiliano Monnanni, l’UNAR ha svoltoun ruolo importante nella costruzione di stru-menti e reti territoriali volte a combattereogni forma di discriminazione. Uguaglianzae diritti non sembrano rientrare tra gli inte-ressi di questo governo, che troppo spessodimostra un’inquietante continuità politicacon il precedente governo. Le dichiarazionidi antirazzismo non bastano se poi si can-cellano gli strumenti che servono per com-battere le discriminazioni. Facciamo appelloal Governo affinché riveda le sue decisioni econsenta, stanziando le risorse necessarie,che il lavoro dell’UNAR possa continuare econsolidarsi. Chiediamo alle forze politichedemocratiche di intervenire per bloccareuna scelta ingiustificata che avrebbe conse-guenze gravi, riducendo la lotta alle discri-minazioni a vuote dichiarazioni di intenti,lasciando più soli e più vulnerabili chi le dis-criminazioni le subisce tutti i giorni.

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n.26 17 luglio 2012

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Due sentenze che non restituiscono verità e giustizia.Intervista a Walter Massa, presidente Arci Liguria

La sentenza della Cassazione hanella sostanza confermato le pesan-ti condanne per «devastazione e

saccheggio» a carico di dieci manifestantidel G8 genovese, salvo l’annullamentodella condanna di detenzione di molotovper tre imputati (Cugnaschi, Puglisi eVecchi, la cui riduzione di pena dovrebbeessere tra i 9 e i 12 mesi), e il rinvio aimagistrati genovesi per rivedere la manca-ta concessione di attenuanti per «averagito in suggestione della folla in tumulto»per Carlo Arculeo (8 anni), AntoninoValguarnera (8 anni), Luca Finotti (10 annie 9 mesi), Carlo Cuccomarino (8 anni) eDario Ursino (7 anni) - che restano così inlibertà in attesa del nuovo procedimento.Si sono aperte invece le porte del carcereper quattro imputati: Alberto Funaro (10anni), Vincenzo Vecchi (13 anni), MarinaCugnaschi (12 anni e 3 mesi) e FrancescoPuglisi (15 anni); la condanna a 6 anni e 6mesi per Ines Morasca è stata sospesa inquanto ha una figlia piccola da accudire.Fin qui i dati di cronaca che è opportunoconoscere e ricordare.

Chiediamo al presidente di Arci Liguria,Walter Massa, una valutazione sulla sen-tenza.Senz'altro è importante avere chiara laportata delle condanne comminate, nonsolo perché vogliamo continuare a contri-buire ad aprire ambiti di discussioni, masoprattutto perché abbiamo ancora l'ambi-zione di chiedere (e volere) verità e giusti-zia per Genova. Alla luce delle ultime sen-tenze ritengo inaccettabile che da unaparte non si sia potuto sanzionare adegua-tamente i comportamenti delle forze del-l'ordine perché l'Italia non ha mai introdot-to il reato di tortura, dall'altra siano staticondannati a pene pesantissime diecimanifestanti, rispolverando un reato eredi-tato dal codice Rocco che nell'appello dellacampagna 10X100, che abbiamo sostenu-to, viene giustamente definito «Un reatoconcepito nel chiaro intento, tutto politico,di perseguire chi si opponeva al regimefascista» e che oggi viene utilizzato ipotiz-zando una «compartecipazione psichica»,anche in assenza di associazione vera epropria tra gli imputati, lasciando così allacompleta discrezionalità politica degliinquirenti e dei giudici il compito di decide-re se applicarlo o meno.

Pensi sia possibile fare un bilancio politico-giudiziario dell'intera vicenda genoveseora che l'iter processuale si è sostanzial-mente concluso?

Un bilancio complessivo e approfondito èancora molto difficile, anche perché ritengosiano ancora molte le cose che non sap-piamo e che forse non sapremo mai, macerto alcune riflessioni si possono e sidevono fare.

Una delle cose che probabilmente nonsapremo mai è il ruolo dell'Arma deiCarabinieri in tutta la vicenda, e in partico-lare riguardo a Piazza Alimonda ed allavisita a Forte San Giuliano dell'allora vice-presidente del Consiglio Fini e di altri diri-genti e parlamentari di AN.Come è stato confermato dalla sentenza disecondo grado contro i manifestanti, gliscontri sono avvenuti perché i carabinieri,che pure avrebbero dovuto sottostare alcomando di piazza che spettava alla poli-zia, hanno caricato arbitrariamente il cor-teo in via Tolemaide. Da quell'aggressione- a riconoscerlo è la sentenza d'appello -sono scaturiti gli scontri che hanno portatoalle vicende di Piazza Alimonda e all'ucci-sione di Carlo Giuliani per un colpo dipistola sparato da qualcuno a bordo del'defender' dei carabinieri. Questo, ovvia-mente, non per negare la presenza dimanifestanti organizzati - black bloc maanche provocatori ritratti in rapporti 'ami-chevoli' con le forze dell'ordine - scesi inpiazza con l'obiettivo di dare battaglia.Ebbene, è lecito domandarsi come mai leresponsabilità dell'Arma dei carabinieri nonsiano mai state indagate, tanto da arrivarea negare il processo per l'uccisione diCarlo Giuliani.

C'è qualche altro aspetto rilevante che atuo avviso non è stato ancora chiarito?Credo che la domanda di fondo, a cuiancora oggi non si è trovata una rispostasoddisfacente, è come sia stato possibilequanto è accaduto e, soprattutto, perché èaccaduto. Certo, i drammatici avvenimentidel 20 e 21 luglio hanno di fatto causato lacancellazione nell'opinione pubblica dellaricchezza del dibattito sui temi della globa-lizzazione avvenuto durante i lavori delForum Sociale, e questo potrebbe esseregià un buon motivo, tanto più che da qual-che tempo da più parti si è riconosciutoche i fatti ci hanno dato, purtroppo, ragio-ne. Ma non credo basti a spiegare quantoè accaduto.

Si può a tuo avviso formulare qualche ipo-tesi, pur senza cadere nel complottismo onella dietrologia?Difficile. Non credo di esserne all'altezzaper di più. Posso solo dire che i tanti fatti diquesti anni mettono in luce moltissimi lati

oscuri mai toccati dalla magistratura, né (equesto e' inspiegabile) dall'opinione pubbli-ca. La vicenda dei Carabinieri da questopunto di vista e' emblematica. Dall'altra leimmagini di una Polizia di Stato cosi goffa,impreparata, protagonista di una serie digaffe degne di forze dell'ordine da statodelle banane lasciano forti perplessità sullaveridicità dei gesti. Penso alla vicendadelle molotov, ai dietrofront di questori, alleintercettazioni telefoniche dei vertici dellaPolizia di Stato... insomma un po' l'idea checi abbiamo venduto sia le domande che lerisposte per non farci scoprire altro ognitanto viene a galla.

A proposito della sentenza Diaz? A proposito della Diaz e dell'inutile dibattitoscaturito all'indomani della sentenza sulfatto di essere contenti o meno, voglio dirlaprendendo in prestito le parole di un amicodi facebook che spero non me ne voglia:«nessuno si strappa i capelli, ma non capi-re cosa ha confermato la Cassazione, inun contesto come quello italiano, politica-mente, giuridicamente e storicamente inte-so, è un po' la solita cavolata ‘ipercritici-sta’» da duro-purismo astratto.

Intendi dire, immagino, che in Italia la con-danna dei vertici della polizia non era perniente scontata. Certo. Da una parte c'è l'assoluzione di DeGennaro, che ovviamente non ho apprez-zato, ma dall'altra c'è la condanna, dopotutti i gradi di giudizio, di importantissimidirigenti delle forze dell'ordine. È la primavolta che accade nel nostro Paese e pro-babilmente non si poteva pretendere dipiù. Sicuramente non ha senso lamentarsisenza cogliere il punto importante segnatoda questa sentenza della suprema corte.

Venerdì prossimo è il 20 luglio, undicesimoanniversario dell'uccisione di Carlo Giu -liani, il primo dopo la conclusione dell'itergiudiziario. Con che spirito sarai in piazzaAlimonda? Con l'impegno a continuare a chiedereverità e giustizia per Genova, in primoluogo quella sulle responsabilità politicheche l'omertà della casta ha impedito.Ovviamente in quella giornata il ricordo tor-nerà a Carlo al quale è stato negato anchequel poco di giustizia che per le altre vicen-de è stata ottenuta grazie alla determina-zione e perseveranza di alcuni magistrati,ottimi legali e al coraggio di testimoni e vit-time che hanno accettato di rivivere in unaula di tribunale quegli orrori.

Intervista a cura di Alfredo Simone [email protected]

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5crisi

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Ela chiamano spending review.L’inglese può fare effetto, ma in real-tà di nient’altro si tratta se non di

una nuova manovra finanziaria.Esattamente quello che fin qui il governo incarica aveva smentito di voler fare. Le cifreinfatti saranno anche noiose, ma parlanochiaro: la manovra correttiva varata sottola falsa specie della spending review valeben 4,5 mld di euro per il 2012; 10,5 mld dieuro per il 2013; 11mld di euro per il 2014.Come si vede l’attuale governo progettatagli ben al di là della sua durata e di quel-la della legislatura. Nello stesso tempol’aumento delle aliquote Iva - quindi l’incre-mento dei prezzi al consumo per tutti, cheera la foglia di fico per giustificare la nuovamanovra - è tutt’altro che scongiurato, masolo rinviato di un semestre. Intanto le previsioni dei centri di ricercanazionali (particolarmente severo quellodella Confindustria) e internazionali(Eurostat e Ocse) prevedono per l’Italia unulteriore calo del Pil sia per l’anno in corso- si parla di un meno 2,7% - che per il 2013,da cui in molti si attendevano ben altre per-

formance. La manovra del governo noncorregge affatto questa situazione, anzi ladeprime ulteriormente diminuendo l’occu-pazione, la capacità di spesa, la qualità deiservizi sociali essenziali. Come ha peraltroriconosciuto lo stesso ministro Giarda, ildecreto attualmente al Senato riproducepedissequamente la logica dei tagli linearitanto cara a Tremonti. Prendiamo adesempio il caso della sanità. Su di essa eragià intervenuto il decreto legge 98 del2011. Infatti la spesa era già stata ridottarispetto al 2010, con un disavanzo in con-tinua diminuzione. Non avveniva dal 1993,quando iniziò la contrazione del finanzia-mento statale, con l’ovvia creazione di di -savanzi sommersi a livello regionale cheallora però furono ripianati dallo Stato,cosa ora non più possibile a causa dellepesanti norme restrittive del patto di stabi-lità interno e della costituzionalizzazionedel pareggio di bilancio. Il nuovo decretonon fa altro che incrementare o anticipare itagli già previsti dal precedente, fino amisure particolarmente odiose come lariduzione dei posti letto ospedalieri a 3,7

per 1000 abitanti. La logica della con-trazione dei tetti di spesa taglia inmodo iniquamente uguale ciò cheserve – e che magari costa meno – eciò che alimenta gli sprechi – e checosta di più. Quando non si intervie-ne sulla qualità della spesa ma solosulla sua quantità, riducendo ulterior-mente la spesa sanitaria sul Pil, nonsi fa altro che caricarla sulle taschedei cittadini, i quali comunque devo-no curarsi. La stessa logica attuatacon la sanità viene ripetuta negli altrisettori. È così che si giunge a deci-sioni clamorose come il taglio allaricerca scientifica mentre i nostriscienziati scoprono il bosone diHiggs. Oppure alla riduzione dellaspesa per l’istruzione pubblica, men-tre si alimenta il finanziamento aquella privata. L’obiettivo è sempre ecomunque quello, fare dimagrire lospazio pubblico per aprire nuovi var-chi a quello privato. In questo quadroil pubblico impiego non poteva sfug-gire alla mannaia. Si prevedono taglinei prossimi tre anni per i dirigenti(meno il 20%) e per il personale nondirigenziale (meno 10%). C’è chi fa iconti e scopre che comunque non cisaranno risparmi perché l’eliminazio-ne di stipendi pubblici verrà compen-sata dagli oneri aggiuntivi per laspesa pensionistica (a parte le liqui-

dazioni). Ma il segnale politico conta di più.Infatti la lettera della Bce inviata il 5 agostodell’anno scorso all’allora in carica governoBerlusconi, conteneva al punto 2 il seguen-te pressante invito: «Inoltre, il Governodovrebbe valutare una riduzione significati-va dei costi del pubblico impiego, raffor-zando le regole per il turnover e, se neces-sario, riducendo gli stipendi». Basta legge-re il decreto sulla presunta spendingreview di Monti, per capire che siamo difronte all’implementazione di quanto detta-to dalla Bce a Berlusconi e che quest’ulti-mo non fu in grado di attuare.

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Scarti a 40 anni. Scarti dopo aver perso unlavoro e non riuscire a trovarne un altro.Quella degli over 40 espulsi dal mercato dellavoro rischia di diventare presto una nuovaemergenza sociale. Perché non ci sono solo igiovani precari del lavoro. Secondo alcunestime sarebbero quasi un milione e mezzo idisoccupati e gli scoraggiati cosiddetti ÂmaturiÊ(età media 45 anni), troppo giovani per la pen-sione, troppo vecchi per una nuova occupazio-ne stabile. Con una differenza: i giovani posso-no tornare (e in molti casi lo fanno) alla famigliadÊorigine, i ÂvecchiÊ hanno moglie e figli da man-tenere e un mutuo da pagare. Il 65% dei disoccupati over 40 è capofamiglia,lÊ80% è uomo. ˚ una vita che finisce quando siviene licenziati a 40 anni e passa. Ne cominciaunÊaltra dominata dallÊincertezza. Meno del 5%ritrova un lavoro stabile. Non si torna più indie-tro. ˚ uno sconquasso, anche emotivo. Gli eso-dati, nuova categoria sociale prodotta dallÊulti-ma durissima riforma delle pensioni, ci hannomostrato un pezzo del fenomeno in carne edossa che altrimenti sarebbe rimasto sullo sfon-do. ˚ almeno dalla fine degli anni Ê90 che le filadegli ultraquarantenni senza lavoro si vannoingrossando: disoccupati, mobbizzati, scorag-giati, precari, discriminati, sommersi, invisibili,poveri e, infine, abbandonati. Gli ultimi figli del baby boom, vittime della glo-balizzazione che ha dettato anche i tagli al wel-fare nazionale. Aggrediti nella propria identità.Perché ÿil lavoro - come ha scritto il sociologoLuciano Gallino - non è soltanto un mezzo disussistenza. Il lavoro rimane ed è destinato arimanere per generazioni un fattore primario diintegrazione socialeŸ.

Il dramma di perdereil lavoro a 40 anni

Sale la disoccupazione Record tra i giovaniA maggio 2012 sono circa 48 milioni i disoccupati nel-l'area dell'Ocse: quasi 15 milioni in più rispetto all'iniziodella crisi finanziaria. I dati emergono dall'Employment Outlook nel quale sievidenzia che la creazione di posti di lavoro ÿcontinue-rà a restare debole in molti Paesi dell'OcseŸ e il tassodi disoccupazione ÿpotrebbe restare alto anche nel2013Ÿ. La situazione occupazionale dei giovani e delle perso-ne scarsamente qualificate ÿrimane particolarmentepreoccupanteŸ. In Italia è precario un giovane su due e dallÊinizio dellacrisi l'occupazione delle persone poco qualificate èdiminuita di quasi 5 punti mentre quella giovanile haregistrato una flessione di quasi 7 punti. Non solo.Aumenta anche la disoccupazione di lungo termine e ilnumero dei disoccupati scoraggiati che escono dalmercato del lavoro. La disoccupazione in Italia dovrebbe salire al 9,9% nel2013, mentre lÊanno scorso il 51,9% dei disoccupati loera da più di 12 mesi. Tra il 2010 e il 2011 è cresciutal'occupazione a tempo parziale, che per il 76,6%riguarda le donne. ˚ cresciuto anche il tasso di disoccupazione giovanileche a maggio ha raggiunto la percentuale record del36,2%.

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Spending Review: la politica dei taglidi Alfonso Gianni, direttore della Fondazione ‘Cercare Ancora’

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6ambiente

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Ascanio Celestini, ad Albissola ospitedella Ubik, si è pronunciato sulla cen-trale a carbone di Vado Ligure, di

fronte a 450 persone: «Anche a Tarantomoriva tanta gente, e quindi si incominciavaa capire che era un bel danno la presenza diquell’azienda; però l’azienda faceva i campida calcio, c'erano i circoli, chi metteva aposto le strade, qualcosa in cambio si davaalla popolazione. Oggi l’azienda non fa piùneanche questo. Tu mi stai dando dei soldi perché stai com-prando la mia vita, in pratica mi stai dandoqualcosa in cambio della mia morte. Ogginon si fa neanche più questo, perché c'è unasorta di cappa sulla nostra esistenza, lanostra e quella dell'ambiente in cui viviamo.Non è ammessa un'altra visione del mondo,le cose stanno così. Questa azienda devechiudere! Poi ti dicono: «Ma tutti i lavorato-ri?». Non me ne importa niente, perché quel-la è gente condannata a morte. Questaazienda deve chiudere, è l'azienda che devemorire. Questo sistema è un tumore e iltumore vive quando muore l'organismo attor-

no al tumore, e io devo combattere il tumore,non posso far abituare l'organismo.Ma che vuol dire, che il nostro sistema capi-talistico si è mangiato l'umanità e l'umanitànon può fare niente contro il capitalismo? È ilcapitalismo che funziona così, non è un pro-blema di lavoro, quell'azienda deve chiudere.La centrale a carbone deve chiudere. Poi ti dicono «Ma poi non c'è più elettrici-tà…». Non importa, quando calerà il soleandrò a casa, andrò a letto, quando sarà l'al-ba mi risveglierò, d'inverno dormirò un po' dipiù, utilizzerò qualche candela…Il carbone non si deve più bruciare, non midevi dire ‘l'ampliamento della centrale’. No,mi devi dire quando la chiudi. E su questebattaglie si sta facendo politica seriamente inItalia…Ti dicono: «Devi morire» e basta, oppure«devi morire, però se vuoi ti faccio il campet-to da calcio». L’alternativa è questa? Io devomorire comunque?…allora no, lì c'è un terri-torio che si ferma e dice che questa cosa nondeve esistere più, intimando all’azienda«Mettila tu la scadenza, un anno, due anni,

tre anni, però questa cosa non la vogliamopiù». In più, come ha detto anche Saviano,comunque queste cose in Italia non le pos-siamo fare, anche perché sappiamo perfetta-mente che non abbiamo nessuna possibilitàdi frenare la criminalità organizzata, soprat-tutto nelle grandi opere, perché poi chi vincel'appalto ha tutti i parametri in regola per vin-cerlo, però poi spesso alle spalle ha ugual-mente la ‘ndrangheta; anche se l’impresarientra perfettamente nelle normative antima-fia ed è un'azienda pulitissima, però poi neisubappalti spesso si mette ‘dentro’ di tutto…Poi è chiaro che, quando fai i processi, chigiudica il nesso di causalità? Se tu hai untumore, come puoi dimostrare che il tumorenon ti poteva venire pure perché mangi trop-pa roba in scatola, perché fumi? Soltantoadesso ci sono i primi che hanno vinto i pro-cessi sull'amianto, ma il fatto che l'amiantoera cancerogeno si sapeva già da un secolo. Ero ragazzino e ancora si facevano i buchicol trapano nei cassoni dell'acqua da eternit,c'è scritto eternit, evidentemente era eterno,ma questa cosa è criminale…

Le multinazionali energetiche a comin-ciare da Enel ed Eni alzano la voce,preoccupate per i loro lauti profitti. Il

ministro allo sviluppo economico Passerarisponde prontamente secondo i loro desi-derata. A marzo scorso, il presidentedell’Enel lancia un grido d’allarme «Lo svi-luppo delle rinnovabili, unito alla stagnazionedella domanda, sta rendendo difficile lacopertura dei costi di produzione degliimpianti convenzionali, mettendone a rischiola possibilità di rimanere in esercizio». Unaprova evidente del fatto che all’Italia non ser-vono altri grandi insediamenti energetici,nucleari o fossili che siano, per soddisfare ladomanda. E così, invece d’iniziare a sman-tellare le centrali più vecchie e inquinanti,succede che si penalizza l’eccezionale svi-luppo della produzione diffusa di energia rin-novabile (vedi il decreto sul quinto contoenergia) e si rilanciano carbone e trivellazio-ni in mare alla ricerca di idrocarburi.Il carbone sul mercato internazionale costameno del gas, anche grazie alle condizioni disfruttamento dei minatori, ma comporta unaumento dei costi in termini d’inquinamento,di danno alla salute, di cambiamenti climati-

ci. Un affare per pochi e costi e danni per lacollettività. L’accelerata degli ultimi mesi stadeterminando una politica energetica sba-gliata e antistorica. Il 15 marzo il ministro Passera firma il decre-to che autorizza l’ampliamento della centra-le Tirreno Power di Vado Ligure (Sv) con unnuovo gruppo da 460 MW. I vecchi gruppicontinueranno a funzionare senza le autoriz-zazioni previste dalle leggi italiane ed euro-pee. Già oggi i dati sulla salute della popola-zione sono allarmanti. Il 15 giugno con un Decreto dellaPresidenza del Consiglio si concede allamultinazionale S.E.I. S.p.A l’autorizzazioneambientale per la costruzione di una nuovacentrale a carbone da 1300 MW a SalineJoniche (Rc), nonostante in premessa ven-gano elencate numerose e gravi inadem-pienze. A rischio anche l’economia locale delbergamotto. Il 20 giugno, grazie a una modifica di leggeregionale ad aziendam (Enel), la sentenzadel Consiglio di Stato autorizza il prosieguodell’iter autorizzativo per la riconversione acarbone della centrale di Porto Tolle, nelparco del Delta del Po, per 1980 MW.

Un’operazione che riverserà nella già inqui-nata pianura padana, emissioni annue diossidi di zolfo pari a 2,3 volte quelle dell'inte-ro settore trasporti in Italia ed emissioniannue di CO2 pari a oltre 4 volte quelle diMilano. Ma non c’è solo il carbone. Neldecreto sviluppo si fanno salvi tutti i procedi-menti di concessione in materia di idrocar-buri off-shore bloccati nel 2010 a seguito deldisastro nel Golfo del Messico. Dai mari ita-liani sarebbero recuperabili 11 milioni di ton-nellate di petrolio, che tradotte in consumisarebbero sufficienti solo a garantire circa 50giorni di autonomia. Scelte che oltre a faremale alla salute, al clima, all’ambiente sonoanche irrazionali da un punto di vista econo-mico. Chiaramente per l’economia di tutti enon per quella di pochi.

Il carbone e il petrolio piacciono al Ministro Passera

Ascanio Celestini «La lotta contro l'uso del carbone è fondamentale. Il carbone non si deve più bruciare»

L’Arci Gardenia è fotovoltaico: sul tettodel circolo è stato posto il nuovo

impianto da 8,575 KWp di potenza connesso alla rete elettrica. L’impianto

consentirà la mancata immissione di 5 tonnellate di anidride carbonica

REGGIO EMILIA

notizieflash

arci

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di Maria Maranò, dirigente di Legambiente

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Un cinema ambulante che girava l’Italia. Questa era La vela incantata del film che neiprimi anni Ottanta realizzò GianfrancoMingozzi, regista emiliano di Molinella, doveil padre gestiva una sala cinematografica. Equale miglior ispirazione per riportare il cine-ma ambulante in Emilia, alle popolazioni col-pite dal sisma?La vela incantata si chiama anche l’iniziativarealizzata da Regione Emilia-Romagna,Cineteca di Bologna, Fondazione Unipolis,Arci Emilia-Romagna e Cinemovel Foun da -tion per dare vita in queste settimane estivealle arene ‘cineambulanti’ nei paesi dove ilterremoto ha costretto le persone nelle ten-dopoli, fuori dalle loro abitazioni.La vela incantata è un modo per costruiresenso nei non-luoghi delle tendopoli: sensodi comunità, senso di solidarietà, senso dinormalità. Il cinema può tutto questo: è visio-ne collettiva, è condivisione d’idee ed emo-zioni, è una delle abitudini a cui si rinunciaquando un evento sconvolgente come il ter-remoto trasforma la quotidianità abituale inuna quotidiana lotta per la sopravvivenza.Un vero e proprio work in progress, La velaincantata. Nata con la spontaneità delle

tante iniziative che hanno mostrato in questesettimane lo spirito solidale della nostraregione, ha un inizio, martedì 17 luglio, hadodici Comuni e Frazioni coinvolte (RenoCentese - Corporeno - XII Morelli -Casumaro - Renazzo - Reggiolo -Bevilacqua - Bonacompra - Alberone -Mirandola - Novi di Modena - Medolla), matanti altri piccoli e grandi tasselli potrannoaggiungersi a un mosaico che da qui allafine dell’estate può aiutare, la sera, a scac-ciare per un po’ l’oppressione dei propri pen-sieri. Un primo programma (al momento finoal 5 agosto) di dodici proiezioni itineranti,costruito in stretta relazione con le ammini-strazioni dei tanti Comuni coinvolti. In unodei Comuni più colpiti, quello di Medolla, si èvoluto di riportare in vita l’Arena Vallechiara,che dal 17 luglio al 16 agosto programmeràben dieci film. Un cartellone che attraverse-rà alcuni tra i titoli più belli delle recenti sta-gioni, da The Artist di Michel Hazanavicius aL’uomo che verrà di Giorgio Diritti, daPersepolis di Marjane Satrapi a HugoCabret di Martin Scorsese, con l’incursionedi uno splendido classico come Luci dellacittà di Charles Chaplin.

cultura

arcireport

In occasione della Carovana Antimafie diquest’anno, grazie ad un’idea dell’ArciCalabria, è stata realizzata una bellissima

mostra curata da Mauro Bubbico, uno deipiù importanti grafici italiani che si occupa didesign e grafica sociale da molti anni.Le immagini che compongono la mostra 15poster come carte di agrumi sono dedicate a13 vittime di mafia e sono nate dall’ispirazio-ne di due libri: From Palermo to America.L’ico no grafia commerciale dei limoni diSicilia della casa editrice Sellerio e Cantataper la festa dei bambini morti di mafia diLuciano Violante. Nel corso della Carovanala mostra ha ottenuto enorme consenso inogni luogo in cui è stata allestita, anche gra-zie al suo grande impatto visivo, e può esse-

re facilmente utilizzata per iniziative a tema,laboratori nelle scuole, attività legate adesign e sociale. Può costituire l’occasioneper incontri di sensibilizzazione sul temadella memoria e della lotta alle mafie, perriflettere sul sacrificio di giornalisti, sindacali-sti, magistrati, cittadini comuni che hannopagato con la propria vita la scelta di parteci-pazione e responsabilità; esempi, insomma,da radicare nei percorsi di cittadinanza attivae responsabile. Come spiega MauroBubbico, «il primo libro ha ispirato lo stilegrafico, la forma e gli elementi decorativi cheaccompagnano le fisionomie dei personagginello scorrere dei mesi. Ricordo il fascinoche, fin dall’infanzia, hanno esercitato su dime le veline a colori sgargianti, con sceneispirate alla pubblicità delle grandi marche oalle rèclame da circo, riprodotte in flessogra-fia con imperfezioni di stampa, ma imprezio-site dal colore oro e dalla delicatezza dellacarta, con le quali si avvolgevano le arancequa e là nella cassetta come fossero ciocco-latini torinesi. Questo lavoro vuole essereanche un omaggio alla bella Sicilia e allemolteplici forme dell’Arte popolare. Il secon-do libro, invece, ha ispirato il tema, mi ha

suggerito i personaggi. Da Portella dellaGinestra, primo maggio 1947, la prima stra-ge mafiosa, fino all’omicidio del piccoloGiuseppe Di Matteo (1996) tredici e più sto-rie si susseguono e coprono un arco ditempo di circa cinquanta anni rappresentan-do idealmente tutti i morti di mafia. Per esse-re ricordati essi vengono proposti comeicone eroiche accompagnate da elementitestuali: il nome, una data, una citazione, unframmento di discorso, il testo di un manife-sto, presentati con colori sgargianti, allegri efestosi a suggerire sentimenti di amore eamicizia, di coraggio e indignazione, di soli-darietà e giustizia. Essi sembrano voglianoinvitarci a prendere posizione, a re-agire. Lemie carte di agrumi simbolicamente costrui-scono la scena teatrale del racconto, evoca-no i luoghi, la Sicilia e gli aranceti, propostiqui come fossero una sorta di paradiso ter-restre, un aldilà immaginifico dove i perso-naggi si ritrovano per raccontarci la loro tra-gedia e invitarci a non abbassare la guar-dia». La mostra è stata realizzata dall’Arcicon il patrocinio di Libera, Avviso pubblico eAIAP (Associazione Italiana del Design edella Comunicazione Visiva).

‘15 poster come carte di agrumi’, la mostra di Mauro Bubbico dedicata a 13 vittime di mafia

La vela incantata. Cinearene ambulantiper le popolazioni colpite dal sisma

ArtLab 12, dialoghiintorno alla culturaTorna a Lecce, dal 22 al 29 settembre, macon una nuova formula, ArtLab 12, con unprogramma ancora più ricco, nuove oppor-tunità di approfondimento, scambio e for-mazione. ArtLab è dal 2006 uno spazioneutro di confronto sulle politiche, l'econo-mia e il management della cultura, una offi-cina per condividere strategie e trasforma-re le idee in progetti. Il programma si divide in 5 sezioni: oltre alconvegno, il ‘cuore’ di ArtLab per fare ilpunto sulla cultura in Italia, si potrà sce-gliere tra incontri tematici, corsi di forma-zione e momenti dedicati al networking perfavorire scambi di idee e proposte e perconoscere potenziali partner.Agli incontri si affiancheranno, inoltre, ilpiacere di una buona lettura, di un bicchie-re di vino e di incursioni musicali dal vivonella città vecchia di Lecce nella sezioneOff che si accompagnerà agli altri appunta-menti di ArtLab12. Ci sarà l’imbarazzodella scelta tra le numerose proposte idea-te quest’anno insieme ad una ampia rete dipartners, tra cui l’Arci, che continua a cre-scere di giorno in giorno.Info: artlab.fitzcarraldo.it

Per ricevere i 15 pannelli

(70x100) che compongono la mostra

è richiesto un contributo di 50 euro

per le spese di produzione, più

le spese di spedizione via corriere.

Info: [email protected] / [email protected]

LA MOSTRA

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8cultura

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L'Istituto Centrale per i beni sonori e audiovi-sivi (ICBSA) è stato soppresso con il decretolegge 95 del 6 luglio 2012. Pubblichiamo diseguito un appello promosso da operatoridella cultura e dello spettacolo e dai lavorato-ri dell'Istituto. «Perché nel testo di un disposi-tivo legi slativo finalizzato a reali risparmi alivello na zio nale viene espressamente nomi-nato un Istituto storico, unico nel nostropaese, che non ha auto blu, non effettua alcu-no spreco di denaro pubblico, con un budgetridotto a livelli di sussistenza? Perché con-temporaneamente si ritiene di istituire unnuovo organismo di Istituto CentraleSperimentale di cinematografia i cui costi pre-vedibili saranno incomparabilmente maggioriper le pubbliche finanze e che nulla hanno ache vedere con la tutela e la valorizzazionedella nostra memoria sonora ed audiovisiva?Perché il Ministero per i Beni e le attività cul-turali negli ultimi 10 anni ha promesso unosviluppo dell'ICBSA (già Discoteca di Stato-Museo dell'Audio vi si vo) spendendo milioni dieuro per la nuova sede dell'Istituto a Palazzodella Civiltà Italiana all'Eur e ne cancella oggile attività in modo immotivato?Perché non si considerano le funzioni, le

competenze e le iniziative svolte dall'IstitutoCentrale, tutte verificabili e riconosciute, edalcune delle quali essenziali come il DepositoLegale dei beni sonori ed audiovisivi (l. 106del 2004)? Perché si annullano decine di col-laborazioni con università, enti ed istituzioniculturali, anche a livello internazionale, a cuil'ICBSA ha sempre dato una disponibilità isti-tuzionale, culturale e civile non comuni?Perché dimenticare uno straordinario patri-monio di quasi 500mila supporti che maicome oggi riveste una specificità e un inte-resse, peraltro segnalato, a suo tempo,anche dall’Unesco nel progetto Memoria delmondo? Chi e come assolverà ai compiti ditutela e valorizzazione del patrimonio sonoroed audiovisivo vista la soppressionedell'Istituto e la legittima vocazione cinemato-grafica del nuovo Istituto Centrale? Sonoalcune domande per le quali si attende unarisposta. La convinzione è che la soppressio-ne dell'ICBSA sia un nuovo, grave colpo allaconservazione della memoria e alla diffusionedella cultura nel nostro Paese. Sottoscriverequesto documento sarà un aiuto per richie-dere la revisione del decreto di soppressione.Info: [email protected]

Un taglio alla nostra memoria storica di immagini e suoni

Un appello per non sopprimere l’IstitutoCentrale per i beni sonori e audiovisivi

A rischio il futurodel cinema italianoCon un decreto del 6 luglio scorso, ilGoverno ha deciso la soppressione dellaFondazione Centro Sperimentale di Cine ma - tografia e la creazione di un istituto na zio naleCentro Sperimentale di Cinemato grafiaseparato dalla Cineteca nazionale, che ver-rebbe incorporata in una Società a respon-sabilità limitata attualmente sotto il controllodel Mibac: l’Istituto Luce Cine cit tà. Sindacatie lavoratori del Centro Speri men tale hannoespresso la loro opposizione a un provvedi-mento emanato senza nessuna forma diconsultazione con le categorie interessate.Una decisione che mette a rischio posti dilavoro e professionalità fondamentali per ilfuturo del cinema italiano. Tutto questo sipuò ancora evitare perché il Parlamento nonha ancora esaminato e convertito in legge ildecreto. I lavoratori chiedono che lo Stato siassuma la piena responsabilità di tutelare lamemoria e di costruire il futuro del nostrocinema, chiedono che sia garantita la pienaoccupazione anche in caso di trasformazio-ni. Chiedono alla maggioranza che sostieneil Governo di non convertire in legge il decre-to, evitando così lo smembramento delCentro e lo scorporo della Cineteca.

arci

n.26 17 luglio 2012

Un pomeriggio di pochi giorni fa eronella sala dell'Istituto Centrale per iBeni Sonori e Audiovisivi. Stavamo

continuando una lunga intervista con MarioFiorentini, matematico di fama mondiale eprotagonista della Resistenza romana. Il rac-conto si dipanava, digressivo e articolatocome quelli di chi ha tanto da raccontare esente di avere poco tempo per farlo. C'eranoi ricercatori e i tecnici dell'Istituto, i microfoniper registrare, un paio di amici venuti a senti-re. La registrazione era destinata ad ag giun -gersi all'incredibile patrimonio di voci e ai circa500mila documenti che l'Istituto ha accumula-to e reso disponibili dal tempo della sua fon-dazione negli anni '20 come Discoteca diStato. Tutto questo però è come se non fossemai avvenuto. Infatti quella stessa mattina,nell'ambito della cosiddetta spending review(vuol dire, banalmente, ‘esame della spesa’ma in inglese fa tutt'altro effetto) era stataannunciata la soppressione dell'Istituto,senza che nessuno ne fosse stato informatoo consultato, senza nessuna verifica della suautilità e funzionamento, e senza darne nessu-

na motivazione. In un comunicato dei lavora-tori dell'Istituto ci si chiede come mai si scelgadi sopprimere «un Istituto storico, unico nelnostro paese, che non ha auto blu, non effet-tua alcuno spreco di denaro pubblico, con unbudget ridotto a livelli di sussistenza», e cheper di più è titolare del diritto di deposito lega-le di tutte le pubblicazioni sonore e audiovisi-ve (come dire, l'equivalente in questo campodella Biblioteca Nazionale). La politica del‘governo tecnico’ nei confronti della cultura -scuola, università, istituti di ricerca (comel'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) - mi haconvinto di una cosa: un tecnico non è neces-sariamente una persona colta. Un tecnico è ingrado di eseguire una serie di operazioni spe-cifiche in un settore ben definito, ma non ètenuto a capire niente di quello che si muoveal di fuori del suo territorio e tanto meno adavere immaginazione e visione. E siccome l'unico settore che conta e l'unicoin cui dichiarino di avere competenza è quel-lo dell'economia di mercato e finanziaria,ecco che si avvera il motto attribuito aTremonti: con la cultura non si mangia. Che

volete che ne importi a Moody's o ai mitici‘mercati’ del nostro più grande patrimoniosonoro e audiovisivo, della nostra memoriastorica in immagini e suoni? Il modo frettolosoe irrituale in cui è stata presa e annunciata ladecisione di sopprimere una realtà crucialeper la nostra identità storica e culturale dà l'i-dea di una straordinaria superficialità.Ma d'altra parte, il disprezzo per la cultura eper la ricerca, la convinzione della loro irrile-vanza, si armonizzano bene con una pro-spettiva di declassamento del nostro paeseben più pesante di quello di Moody's: unpaese di seconda categoria, senza passato esenza futuro. Ma con licenziamenti facili enovanta cacciabombadieri nuovi fiammanti inpiù.

Il 21 luglio alle 19 nei locali del ForteFanfulla sarà inaugurata ImmaginariEmiliani, mostra collettiva di satira,fumetto, fotografia e illustrazione a

sostegno della ricostruzione delle zone colpite dal sisma

ROMA

notizieflash

di Alessandro Portelli, storico, critico musicale, anglista

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Non ci sono montagne, non c’è ilGran Sasso a fare da sfondo, laparlata è diversa, diversa la

cadenza così come diverse sono le tradi-zioni, le usanze e i piatti tipici. Non ci sonoarrosticini e ricotta ma piadine e parmigia-no. Lo scenario però, purtroppo, è lo stes-so! Tanti piccoli laghi di tende blu, pieni dipersone costrette alla convivenza forzata,costrette alle file a mensa e a vivere den-tro una tenda. Una tenda da chiamare‘casa’, senza sapere fino a quando.L’Emilia come l’Abruzzo, Modena comeL’Aquila, Mirando la, Finale, Cavezzo comeOnna, San Gregorio e Santa Rufina. Certole tragedie hanno entità diverse, gravitàdiverse, ma passeranno entrambe alla sto-ria come tali e per questo non devonoessere dimenticate ma devono servire adimparare per ricostruire e andare avanti. Èper questo che l’associazione Bibliobusdell’Aquila e il comitato territoriale ArciL’Aquila si sono sentiti in dovere di dare illoro contributo ed il loro sostegno alle

popolazione emiliane.Il 14 luglio siamo partiti con il Bibliobus allavolta di Mirandola per far sì che la nostrapiccola biblioteca itinerante potesse porta-re libri, spensieratezza e sorrisi, ma ancheconfronto e condivisione, ai cittadini dellaprovincia di Modena. Siamo stati accoltidal calore e dall’affetto di Greta e di Laura.È stata la tenacia di quest’ultima adaccompagnarci, nonostante le mille diffi-coltà quotidiane, a conoscere la realtà chesi è venuta a creare in seguito alle due tre-mende scosse che hanno messo in ginoc-chio una delle provincie più ricche e pro-duttive d’Italia. Mense e campi autogestiti,centri estivi, campi delle Protezione Civile,piazze e centri anziani, queste le tappeche in questi giorni ha effettuato ilBibliobus per cercare di diversificare il piùpossibile il proprio intervento e le personecon cui venire a contatto. Le paure e leemozioni che abbiamo incontrato in questigiorni sono le stesse che abbiamo vissutoper mesi e giorni nella nostra esperienza e

che speriamo anche l’intervento delBibliobus possa aiutare ad alleviare ed asuperare. Certo è strano ritrovarsi di nuovoa vivere, seppure per una settimana, inuna tendopoli. Come dice Nicoletta, viverein una tendopoli come volontario per noi èdiversamente bizzarro rispetto a quandoeravamo (ma forse lo siamo ancora… e losaremo sempre) terremotati.Anche se tra le piaghe che accompagnanoquesta drammatica esperienza a L’Aquilaavevamo le cavallette, mentre in Emilia cisono mosche e zanzare, le due tragedieaccomuneranno per sempre le due popo-lazioni nella speranza che il trascorso (el’attualità) aquilana possa insegnare a nonripetere più gli stessi errori.Chiunque volesse supportare il Bibliobus esoprattutto la popolazione emiliana puòinviare libri (in buono/ottimo stato) aCircolo Autogestito dell’Età Libera, ViaMazzone 2, 41037 Mirandola, con l’indica-zione Biblio bus. Info: www.arcimodena.org

terremoto

arcireport

«Uno torna sempre al suo vec-chio posto dove amò la vita eallora comprende come stan

da assente le cose che ha amato».Durante il suo set che ha chiuso la duegiorni di musica solidale Ancora in piedi,Vinicio Capossela ha ringraziato i circoliArci in cui è cresciuto musicalmente dedi-cando Canciòn de las simples cosas dal-l'ultimo album Rebetiko Gymnastas. I cir-coli Arci sono come una ‘seconda casa’, hadetto prima di iniziare a cantare tra gliapplausi delle oltre mille persone chehanno partecipato alla serata del 16 luglioa Bosco Albergati in provincia di Modena. Con le ultime note dal pianoforte di Ca -possela si è chiusa la due giorni di musicadedicata alla raccolta fondi per la ricostru-zione dopo il sisma che ha colpito la pia-nura emiliana e quella lombarda lo scorsomaggio. Ancora in piedi - organizzato da

Arci, Audiocoop e Maninalto Booking - èiniziato il 15 luglio con una serata dedicataai grandi dj degli anni'90 all'interno del ten-done da circo di Bosco Albergati, nel verdedella pianura a pochi chilometri dai comuniterremotati. Il 16 luglio già dalle 18 lo spiaz-zo di verde e alberi ha iniziato ad animarsicon i primi arrivi pronti per le sei ore dimusica con grandi artisti italiani riuniti perraccogliere fondi per la ricostruzione dicittà, biblioteche, spazi culturali e i 36 cir-coli Arci resi inagibili dal terremoto. Due palchi, uno sotto il tendone da circo, euno nella radura verde a pochi metri didistanza per favorire il cambio di set dei 10artisti che si sono avvicendati durante laserata. Il compito di presentare e ‘dirigere’il pubblico da un luogo all'altro è stato svol-to egregiamente dal conduttore modeneseAndrea Barbi, originario di Carpi e amico dilunga data di Arci Modena. Ad aprire, alle19.30, i due cantautori modenesi Ed eSetti, quest'ultimo anche volontario del ser-vizio civile Arci del comitato di Modena e siè definito il «vero cantautore comunista»che prima monta il palco e poi ci sale sopraa suonare. A seguire il sound travolgentedelle Braghe Corte che da bravi emilianihanno scaldato il pubblico. Applausi per ladolce e ironica Erica Mou, rivelazione diSanremo 2012 in cui ha ricevuto sia il

Premio della Critica Mia Martini sia ilPremio della Sala Stampa Radio e Tvsezione Giovani. L'esibizione di Cisco hariservato molte sorprese tra cui il duettocon il Piotta e la reunion con i Modena CityRamblers. I Punkreas hanno presentatouna carrellata dei loro pezzi più noti e poi sisono mischiati al pubblico in fila per il pani-no e la birra. Il Piotta e Frankie Hi-Nrg MChanno letteralmente fatto tremare il tendo-ne da circo. I Rio si sono esibiti nella nuovaformazione orfana di Marco Ligabue por-tando anche loro sul palco i più noti suc-cessi. A seguire i Modena City Ramblers inun vero tripudio di cori e balli che è ulte-riormente esploso con la loro famosa ver-sione di Bella Ciao. Vinicio Capossela hachiuso idealmente la serata il cui leit motiv,oltre alla volontà di ricostruire e ripartire, èstato anche rendere omaggio ai circoli Arcicome luoghi in cui la musica nasce e cre-sce. Un circolo virtuoso che ha dimostratodi creare legami importanti e duraturi chenon abbandonano nessuno nel momentodel bisogno. L’iniziativa è stata promossada Arci Modena, Arci Reggio, Arci Bologna,Maninalto etichetta discografica indipen-dente, Audiocoop coordinamento etichettediscografiche indipendenti italiane, CircuitoPassepartout Arci e Yelp!. Info: [email protected]

‘Ancora in piedi’, un successo di musica e solidarietà

Il Bibliobus dell’Aquila in Emilia

All’indirizzo

www.arcimodena.org/emergenza-terre-moto è possibile compilare la scheda

di iscrizione per gruppi di volontari

provenienti da circoli e comitati Arci

VOLONTARI

not

izie

flas

h

n.26 17 luglio 2012

arci

Page 10: Arcireport del 17 luglio 2012

10pace&disarmo

arcireport

Il 12 luglio scorso l’Arci Puglia ha accol-to i bambini e gli educatori delRemedial Education Center di Jabalia

(Striscia di Gaza) con il Summer Camp sul-l’educazione al dialogo e la pacifica convi-venza. I piccoli campisti erano attesi per l’8luglio e nonostante le autorizzazioni sonostati bloccati al Valico di Rafah per 4 gior-ni. Quando è giunta la telefonata con cui cicomunicavano del passaggio in Egitto, leansie si sono trasformate in gioia. Nei mesiscorsi, su queste pagine, raccontavamo diGiochi di Pace e di comunità euromediter-ranee solidali. Poi però è stato il tempo deidialoghi istituzionali, dell’impegno deinostri circoli per il fundraising e della diffi-coltà di comunicare al REC che il progettonon sarebbe stato più finanziato. Fuori dalbilancio e fuori dall’agenda politica. Ma conHussam, direttore del REC, decidiamo diripartire dal basso autofinanziandolo, pernon deludere le aspettative dei bambini,perché tornare da questa esperienza signi-fica poterla espandere in un acquarello disperanza, forza e visione. I bimbi tornatidal primo Summer camp del 2004 raccon-tavano ai loro coetanei ciò che esistevaoltre Gaza, smettevano di disegnare tankisraeliani, iniziavano ad avere atteggia-

menti di relazione costruttivi, sia a scuolache a casa. Sperimentavano la prospetti-va. Così da giovedì scorso i 9 bambini diJabalia sono con quelli di Grottaglie, evivendo gli stessi spazi sociali si mischianocategorie di pensiero. Questi bambinidovevano aspettarsi qualcosa di molto vici-no alla felicità, perché li vedi costruire pontida sé, che hanno solo bisogno di piccolipassaggi di mediazione per rafforzarsi. Locapisci per esempio quando al mare siguardano con attenzione e curiosità, chie-dendoti gli uni perché gli altri siano più omeno vestiti in acqua. E allora racconti dimondi e culture, e domanda dopo rispostati ritrovi a spiegare questa brutta storia delconflitto e dell’assedio della Striscia diGaza a bambini di 8 o 10 anni. E ti stannogià chiedendo di tradurre il prossimo pen-siero da dire: si stanno accogliendo. Lareciprocità di questo scambio tra Palestinae Puglia è il cuore di quell’educazione che,come dice bene Carlos RodriguesBrandao, «lavora perché le persone sianosoggetti della trasformazione del mondo.L’educazione come spazio della creazionee del pensiero critico». La visione del REC,la nostra, vanno in questa direzione, per-ché l’obiettivo è far germinare la pace nelle

relazioni tra comunità partendo dalla suaarchitettura culturale. Questo esercizio diprospettiva e vicinanza che è il SummerCamp, è un monito straordinario a tenerelo sguardo fisso all’orizzonte, e per dirlacon le parole di Henri Lefebvre: «Solo colo-ro che tengono gli occhi fissi su ciò chenon si vede, che guardano oltre l'orizzonte,sono realisti. Loro hanno una possibilità dicambiare il mondo. L'utopia è ciò che sitrova oltre l'orizzonte. La nostra ragioneanalitica sa con precisione che cosa nonvogliamo, che cosa bisogna assolutamen-te cambiare. Ma ciò che deve accadere,ciò che vogliamo, il mondo totalmentealtro, nuovo, solo il nostro sguardo interio-re, solo l'utopia in noi, ce lo mostrano».Info: [email protected]

A Grottaglie il Summer Camp con i bambini di Jabalia

Il 1 agosto alle 21 presso ilConservatorio di Santa Cecilia si esibirà

l'Orchestra Giovanile Palestinese delConservatorio di musica ‘Edward Said’,

che riunisce giovani musicisti palestinesi di tutto il mondo

ROMA

notizieflash

arci

n.26 17 luglio 2012

Gli italiani non vogliono fare sacrificiper i cacciabombardieri F35,soprat tutto in tempi di spending

review. A sostenerlo sono le organizzazionipromotrici della campagna Taglia le ali allearmi, promossa da Rete italiana per il disar-mo, Sbilanciamoci! e Tavola della pace, cheha raccolto oltre 75mila firme e ha ottenutoil sostegno di 650 associazioni e oltre 60enti locali tra Regioni, Province e Comuni.Le firme sono state consegnate solo simbo-licamente, durante una manifestazionetenutasi a Piazza Montecitorio. «Consegnasimbolica - spiega il coordinatore della Retedisarmo Francesco Vignarca - perché ilgoverno non ci ha voluto ricevere e non hamai risposto ai nostri inviti a un confronto».Il programma per l’acquisto degli F-35 resta«una scelta costosa ed inutile che blocche-rà diversi miliardi di euro in più anni mentreai cittadini si chiedono sacrifici». Per laCampagna, inoltre, i dati presentati dalgoverno al Parlamento sono «palesementefuorvianti, soprattutto sulle cifre di costo chenon sono compatibili con quelle fornite sia

dalle aziende produttrici sia dalle stesseforze armate statunitensi». «Non è possibi-le credere che compreremo i caccia a 80milioni di euro quando gli Stati Uniti diconoche costano almeno 130 milioni». Intantocresce il numero dei paesi che si tiranoindietro dall’investimento. «La scorsa setti-mana il Parlamento Olandese ha votato unarisoluzione per uscire dal programma, men-tre l’Australia ha deciso di spostare di altridue anni la decisione di acquisto. Polemiche in corso anche in Canada e inNorvegia perché le scelte di partecipazioneal progetto sono derivate da dati fasulli eincompleti forniti da militari favorevoli al cac-cia F-35». Il ministro della DifesaGiampaolo Di Paola, intanto, «continuare anegare l’evidenza dei problemi tecnici e aribadire i miraggi di ritorni occupazionali,industriali e tecnologici (messi implicitamen-te in dubbio dalla stessa Finmeccanica)»,una posizione che secondo le organizzazio-ni della Campa gna costituisce solo unapresa in giro verso gli italiani. Tra i temiaffrontati dalla Campagna, anche la revisio-

ne dello strumento militare (il cosiddetto DdlDi Paola) in discussione in Parlamento e laspending review varata dal governo. «Conla spesa complessiva prevista per gli F-35si sarebbero potute evitare le scelte più rovi-nose - sostiene Giulio Marcon, coordinatoredi Sbilanciamoci! - il taglio agli enti locali, lariduzione dei posti letto negli ospedali, larevisione delle tasse universitarie. Solo conil risparmio della mancata acquisizione di 10F-35 avremmo potuto salvaguardare i18mila posti letto che verranno tagliati negliospedali nei prossimi mesi». E sul Ddl Di Paola, secondo Flavio Lotti,«se venisse approvato così com’è entrato aPalazzo Madama ci ritroveremmo con unsuperministro della Difesa, dotato di poteri eautonomia senza pari, capace persino divendere armi nel mondo. E con uno stru-mento militare ipertrofico, costosissimo,modellato sui livelli di ambizione di qualchegenerale e di un complesso industriale chesembra dettare le linee politiche ai politici.Uno strumento vicino più ai campi di batta-glia che alla Costituzione».

75mila firme per tagliare le ali alle armi

Page 11: Arcireport del 17 luglio 2012

Continua, regalando serate di purodivertimento alla città, l'Arcifesta2012. Un'edizione dedicata alla

musica, dalla taranta al rock, dalla musicaindie all'acustica, passando per il folk, i testidi denuncia popolare e l'energia dellebande. Terzo anno, formula consolidata:dal 12 al 30 luglio l'Arcifesta trova casanello spazio adiacente all'Arci BocciofilaMantovana, in Piazzale Te. Dal giovedì allunedì, per tre settimane consecutivebuona cucina e concerti di qualità organiz-zati con passione e impegno dall'Arci pro-vinciale di Mantova, offrendo un cartellonevariegato. Musica, prima di tutto di grandequalità, di portata nazionale, aggregante,divertente, pensata per tutti. Anche que-st'anno in cartellone tanti gruppi perArcifesta tra artisti nazionali e grandi nomigià noti. Ritorni e nuove sorprese, con iSine Frontera, i Voodoo Soundclub, la piz-zica di Officina Zoè e i suoni irlandesi diPaddy and the Rats protagonisti dellaprima settimana appena conclusa. Si conti-nua con i testi di denuncia de Lo StatoSociale (giovedì 19), i suoni argentini de LaZurda (venerdì 20, con il patrocinio

dell'Ambasciata Argen ti na), VincenzoFasano e Brunori Sas (sabato 21) e duesere di solidarietà pro-comuni terremotatigrazie al progetto di Bandopoli (domenica22) e la cena pro circoli (lunedì 23).Progetto speciale per Arcifesta, Bandopolisi preannuncia come una serata coinvol-gente e imperdibile. Oltre 100 elementi siuniscono per suonare insieme, e lasciareche la musica parli il linguaggio della spe-ranza e della solidarietà. Sono le 8 bandeprovenienti dai paesi colpiti dal terremoto:Moglia, Gonzaga, Novi di Modena, Con -cordia, Reggiolo, Quistello, Poggio Rusco,Rolo. In particolare, Bandopoli è un'ideanata dall'esperienza e dalla sensibilità dellaBanda di Moglia, che ha messo a di -sposizione delle diverse bande in questesettimane la propria scuola di musica,unica rimasta agibile nei territori scossi dalsisma. L'intero incasso della serata andrà afavore dei comuni terremotati. Stesso spiri-to solidale per quanto riguarda la cena del23, dedicata ai circoli Arci resi inagibili dalsisma. In vendita presso l'Arcifesta al costodi 10 euro anche la maglietta ‘Ancora inpiedi’, titolo che preannuncia anche il con-

certo benefico del prossimo 16 settembreorganizzato da Arci, sempre a Piazzale Te.Il programma prosegue giovedì 26 lugliocon il rock cantautorale di Paolo Benvegnùe Dino Fuma ret to, venerdì 27 arrivano iBad Love Experience, sabato 28 BudSpencer Blues Explosion e domenica 29una grande Festa balcanica insieme allaNema Problema Orkestar. Gran finale lune-dì 30 con la cena dei popoli e l'estrazionedei 10 premi in palio della lotteria diArcifesta, i cui biglietti sono in vendita a 2euro cadauno. Un ricco stand gastronomi-co, ogni sera aperto dalle 19,30, proporrà ipiatti della migliore tradizione mantovana,nel rispetto della più genuina filosofia Arci:risotto alla mantovana, con la psina, griglia-te, panini con salamella o cotechino, pican-ha, anguria, prosciutto e melone, dolci fattiin casa e bar sempre aperto. I concerti, gra-tuiti e aperti a tutti, inizieranno alle ore 22.Tutto questo è stato e sarà possibile grazieai volontari e ai circoli Arci, oltre cento intutto, impegnati nell'Arcifesta, giovani emeno giovani, quattro generazioni insiemeper la città.Info: www.live-arcimantova.it

11incircolo

arcireport

Dedicata alla musica l’edizione 2012 di Arcifesta,a Mantova dal 12 al 30 luglio in piazzale Te

arci

n.26 17 luglio 2012

Cinema al VesuvioTORRE DEL GRECO - Torna aTorre del Greco Cinema intorno alVesuvio, la rassegna estiva dellÊArci

Movie. Lo scenario è quello degli ExMolini Meridionali Marzioli in ViaCalastro. La serata inaugurale si ètenuta venerdì 13 luglio, fino al 9 set-tembre verranno proiettati film di suc-cesso, film dÊautore e il grande cinemaitaliano. Mercoledì 25 luglio, con inizioalle 21.15, appuntamento con ToRome with love di Woody Allen.Info: www.arcimovie.it

Arcifesta a CremonaCREMONA - A Cascinetto tanti con-certi, laboratori, dibattiti, musica emomenti di condivisione e convivialitàcon Arci festa, pace, cultura e solidare-tà, in programma dal 12 al 21 luglio.LÊevento sarà anche un modo concretoper aiutare le zone che hanno subito ilsisma in Emilia Romagna, infatti leofferte libere raccolte allÊentrata saran-no destinate alla ricostruzione del cir-colo giovanile Arci Fermata 23 diCamposanto (Modena). Il 19 luglio inricordo di Falcone e Borsellino ci saràalle 21 la proiezione di Uomini soli di

Paolo Santolini e alle 22 il concerto deIl Pan del diavolo. Info: www.arcicremona.org

Radio SianiERCOLANO - Nella mattinata di lunedì9 luglio si è tenuta presso il tribunale diNapoli lÊudienza preliminare del pro-cesso per le minacce subite dai volon-tari di Radio Siani lo scorso 20 aprile daparte di Franco Sannino. Radio Siani -emittente radiofonica radio del circoloArci Zona Rossa - si è costituita partecivile nel processo a carico di Sannino;la difesa è affidata allÊavvocatoGiovanni Zara. Lo stesso percorso èstato intrapreso anche dalla Fai e dalComune di Ercolano.Info: www.radiosiani.com

Saperi&SaporiVALENZANO (BA) - Nel centro storicoil 20 e 21 luglio Saperi&Sapori: nonuna semplice sagra, ma un punto d'in-contro e condivisione di conoscenze edesperienze veicolate dai saperi, intesecome forme d'arte, e dai sapori. Temacentrale di questa edizione, gli ÂEchisostenibiliÊ: obiettivo della manifestazio-ne è offrire spunti di riflessione per ini-

ziare a rendere sostenibili le nostre vitea partire dalla nostra quotidianità.www.saperiesapori.arcivalenzano.it

Le vie del tabaccoGINOSA (TA) - Si realizza anche que-stÊanno Le vie del tabacco, collettiva dipittura e scultura che si tiene nel MuseoCivico del Territorio ÂSanta ParasceveÊdi Ginosa, collegata alle tante iniziativeche il circolo Arci Il ponte di Ginosa pro-muove allÊinterno dellÊevento Terre deUÊ Munachic chie, in cui ci saranno spet-tacoli, giochi, gastronomia, artigianatoartistico. Curatrice dellÊevento è lÊartistaMaria Grazia Tarulli. La collettiva trattadel periodo di grandi migrazioni avve-nute nei primi del Â900 dal territorio lec-cese verso le varie province dellaPuglia, Basilicata e non solo, in cuifamiglie intere venivano reclutate daintermediari per effettuare la coltivazio-ne del tabacco. La mostra, inaugurata il15 luglio, resterà attiva sino al 20 ago-sto.Info: www.puglialive.net

Cena di solidarietàTORINO - Cena di solidarietà per gliemiliani colpiti dal sisma al Caffè

Basaglia giovedì 19 luglio alle 20.30.Durante la serata saranno proiettativideo che documentano la realtà delluogo, a seguire unÊasta di solidarietàdel parmigiano reggiano acquistato neicaseifici colpiti dal terremoto. La seratasi conclude con un live acustico deiSimbiotika. Info: www.caffebasaglia.org

La musica è infinitaBARI - Una rete di 13 festival distribuitinelle sei province, per un totale di 24(per ora) serate e quasi 300 musicistisul palco, tante realtà diverse riunitesotto il simbolo dellÊArci. Una iniziativadi animazione culturale importante cheapre i palchi a musicisti giovanissimi,porta la musica e lÊarte non solo neicentri storici, ma anche in piccoli paesi,diffonde e promuove i valori di pace esolidarietà che sono alla base dellÊazio-ne politica e sociale dellÊArci. Tutto que-sto sarà la Rete dei Festival ReAL diArci Puglia, il cui cartellone completoviene presentato martedì 17 luglio alle11 a Bari presso la sede del comitatodi Arci Puglia in una conferenza stam-pa dal titolo La musica è infinita.Info: [email protected]

Notizie Brevi

Page 12: Arcireport del 17 luglio 2012

Si è conclusa domenica scorsa, nelquartiere genovese della Maddalena,la prima parte di La Ville Ouverte, pro-

getto coordinato da Arci nazionale, ArciLiguria e Cantieri d’arte in collaborazione conla Biennale dei giovani artisti d'Europa e delMediterraneo (www.bjcem.org). La secondaparte della manifestazione, alla sua secondaedizione, si svolgerà a Viterbo nel prossimomese di ottobre. L'iniziativa, curata da MarcoTrulli e Claudio Zecchi, ha visto la partecipa-zione di tre giovani artisti – il Fokus Grupa diZagabria (Croazia), costituito da Iva Kovac eElvis Krstulovic, e il genovese ChristianTripodina, che si divide tra la città natale eBerlino. Assente, per impedimenti soprag-giunti, l'artista marocchino Mohamed Arejdal.Attraverso la collaborazione dei circuiti ‘WorldEvent Young Artists’ (WEYA), Biennale deigiovani artisti d'Europa e del Mediterraneo edell’Arci si è giunti alla selezione di questi gio-vani artisti che sono stati ospitati in una mini-residenza nella zona del 'ghetto', uno dei luo-ghi storici e socialmente complesso del cen-tro storico di Genova. I tre artisti hanno lavo-rato, da mercoledì 11 a domenica 15 luglio,

sotto la supervisione di Antonella Bruzzese eMaddalena De Ferrari, del Gruppo A12, col-lettivo di architetti/artisti genovesi trasferitisiper motivi di lavoro a Milano, da cui la sceltadella sigla dell'autostrada che collega le duecittà come nome del gruppo. Il frutto del lorolavoro è stato presentato con successodomenica sera nello spazio di piazzaCernaia, nel cuore della Maddalena. Il per-corso genovese si inserisce all’interno delprogetto MÆD – Maddale naMEdi ter ra nea(www.arciliguria/maed.it) : un progetto atto atrasformare e riqualificare un’area urbanadella città di Genova attraverso l’uso deglistrumenti che l’arte e le pratiche contempora-nee mettono a disposizione. L’arte diventa,così, strumento di dialogo col territorio e conchi lo popola dando una nuova connotazionealla funzione, di cui si era persa memoria, diedifici dismessi. La Ville Ouverte è un proget-to multidisciplinare che si prefigge di rileggerelo spazio pubblico e le dinamiche ad essoconnesse attraverso declinazioni inconsuetee punti di vista fuori dal comune – quelli pro-dotti dall’arte – capaci di attivare reazioni eriflessioni in grado di ribaltare l’idea comune

prodotta della fruizione quotidiana. Un campodi ricerca e di confronto, cioè, il cui scopo èprodurre domande in un campo d’azionecomune, con una propria metodologia e conuna formulazione lavorativa che coniuga teo-ria e prassi mettendole sullo stesso piano. Insostanza, la teoria derivante dal confronto e laprassi spiazzante dell’arte contemporanea. Il risultato del workshop - dove i protagonistinon sono stati solamente gli artisti che vengo-no da fuori chiamati a partecipare, ma anchei cittadini che vivono quotidianamente lo spa-zio pubblico - verrà presentato dal 7 al 16 set-tembre in occasione del ‘World Event YoungArtists’ (www.worldeventyoungartist.com) aNottingham (Gran Bretagna). Info: [email protected]

12incircolo

arcireport

La Ville Ouverte, un progetto per rileggere lo spazio pubblico

Per la rassegna Cinema nel parco, in Piazza Tre Martiri giovedì 19 luglio dalle ore 21.30, ci sarà la proiezione

del film Piccole bugie tra amicidi Guillaume Canet. Programmazione

completa su www.arcipc.it

PONTENURE (PC)

notizieflash

Festa della Musica a Maruggio Arci Paisà e AboutMusic danno il via allasesta edizione della Festa della Musica.Appuntamento per venerdì 20 luglio, a par-tire dalle ore 21:00, al parco comunale dellascuola elementare ‘C. Collodi’ a Maruggio(TA). Gli ospiti che suoneranno durante laserata sono il sassofonista RaffaeleCasarano, Terron Fabio il vocalist e dj deiSud Sound System e Combass, il bassistadegli Après La Classe.Durante tutta la serata, ci saranno spetta-coli ed esibizioni di ogni tipo: performancedi body-painting a cura di Becos Club,esposizioni d'arte, estemporanee di graffiti,sticker e street art a cura di giovani artistipugliesi.La serata sarà seguita in diretta dalla nuovaradio web di nascita recente, W.RA.P. -Web Radio Paisà.La festa andrà avanti per tutta la nottata,senza dimenticare i valori ed i principi cheanimano la Festa della Musica che, adistanza di trent'anni dalla sua nascita tra lestrade di Parigi, continua ad essere unabandiera per lottare contro tutte le discrimi-nazioni e le intolleranze.Info: www.arcimaruggio.net

L’Arci a Lecce con Otranto LegalityExperience dal 16 al 29 luglioIn occasione di Otranto legality experience,che si svolge a Lecce dal 16 al 29 luglio,Flare, Arci e Libera, in collaborazione conRadioKreattiva, Terra del Fuoco, Mediter ra -nea e altre realtà associative, si fanno pro-motori di OLE Off: seminari, presentazionidi libri e dibattiti, rivolti alle associazioni e atutti coloro che siano interessati ai temi del-l’antimafia sociale. L'obiet tivo è quello disviluppare e impostare un punto di riferi-mento in Europa per il ruolo della societàcivile nella lotta alla criminalità organizzatatransnazionale. Il programma dell'edizione2012 di OLE è diviso in tre parti: Summer

School , Summer Camp, Public Forum. Leiniziative si terranno in svariati luoghi dellacittà di Lecce, a rappresentare la contami-nazione delle esperienze e il coinvolgimen-to di realtà diverse ma unite nella voglia dirafforzare relazioni e reti sociali. Il primoincontro si è tenuto il 16 luglio alle ore19.30 presso la sede Acli in viale Gallipoli,tema Il riutilizzo sociale dei beni confiscati.Il 25 luglio vi sarà la giornata dedicataall’Arci nazionale con la partecipazione diPaolo Beni alla formazione dei partecipantialla Summer school.Info: www.ole2012.org

arci

n.26 17 luglio 2012

Prende il via lunedì 16 luglio, alle 21 in piaz-za Fanti di Città di Castello Dream in pro-gress – Idee per cambiare, la tre giorni diiniziative promossa dal circolo Arci Outinsieme alla sezione dell’Anpi di Città diCastello e al Presidio dell’Alto Tevere diLibera. La tre giorni di iniziative, organizza-te con il patrocinio del Comune di Città diCastello e inserite nel programma dell’esta-te in città, è un primo momento di presenta-

zione delle idee e dei valori che guiderannola costruzione di un sogno: quello dell’aper-tura di un nuovo spazio di partecipazioneattiva, di produzione culturale, di creativitàartistica, di auto organizzazione solidale.Mercoledì 19 luglio alle 21 al Cortile diSanta Cecilia si terrà l’iniziativa conclusivadedicata al tema del lavoro dal titolo Nohome, no job, no peace, no rest.Info: [email protected]

Dream in progress: lavoro e lotta alla mafia

Page 13: Arcireport del 17 luglio 2012

Nel gennaio del 2011 è partito il pro-getto europeo eScouts -Intergeneration Learning Circle for

Community Service. Il progetto, coordinatoper la parte italiana dalla direzione nazio-nale dell’Arci e dalla L’Apis, è stato costrui-to e implementato da otto partner Europei,provenienti da 6 paesi (Italia, Spagna,Polonia, Bulgaria, Regno Unito eGermania). eScouts rientra perfettamentenelle direttive di Riga (ICT for an inclusivesociety - 11 giugno 2006) e negli obiettiviprincipali del programma LLP (Lifelonglearning programme), con particolareattenzione all’identificazione e allo svilup-po di pratiche innovative per l’utilizzo delleICT (Information and CommunicationTechnologies), con un interesse specificoverso gruppi a rischio di esclusione. L’obiettivo generale è stato quello di ren-dere autosufficienti questi gruppi, fornendoloro la possibilità di incrementare la cono-scenza base dei sistemi ICT, riducendocosì il Digital Divide. Lo scopo del progetto è stato anche quellodi costruire e mettere in atto metodologieeducative innovative, implementando la

promozione di un’educazione a lungo ter-mine e strategie pedagogiche, basate suun processo educativo attivo e capace diessere adattato e trasferito. Il partenariatosi è proposto di sviluppare uno scambio traanziani e giovani volontari, utilizzando ICTcome veicolo di promozione e di scambio.In Italia, eScouts è stato realizzato inToscana, coinvolgendo il circolo diPontedera a Pisa ed il Bottegone a Pistoia,mentre la direzione nazionale si è occupa-ta della disseminazione e della promozio-ne del progetto stesso. Attraverso la som-ministrazione di test e questionari, sonostati selezionati circa settanta senior over55 e venticinque giovani tra i 16 ed i 25anni. Il progetto si è sviluppato in tre azio-ni principali: formare gruppi di giovani perdiventare insegnanti di ICT per diminuirel’esclusione dalle nuove tecnologie deimeno giovani; formare gli anziani perdiventare mentori dei giovani, fornendoloro supporto attraverso esperienze di vitae valori, con particolare attenzione alle dif-ficoltà del mondo del lavoro; formare pro-motori dell’insegnamento intergenerazio-nale, quali attori chiave e facilitatori dei due

gruppi. I facilitatori incarnano l’anima del progetto,ossia la promozione dell’interazione tra igiovani e gli anziani attraverso l’utilizzodelle nuove tecnologie. Grazie al grandelavoro di rete del partenariato, con il coor-dinamento della direzione nazionaledell’Arci, è stata garantita la massima diffu-sione ed il trasferimento dei risultati delprogetto in molti paesi Europei. eScouts siconcluderà il 14 dicembre 2012 a Sofia, inBulgaria, con una conferenza finale allaquale prenderanno parte tutti gli stakehol-ders raggiunti nei due anni, autorità pubbli-che locali e rappresentati dell’EACEA, l’a-genzia esecutiva della CommissioneEuropea in materia di istruzione e cultura. Info: [email protected]

13società

arcireport

eScouts: un progetto europeo per ridurre il Digital Divide

Hanno collaborato a questo numeroValeria Dalcore, Alfonso Gianni, Nicanor Haon,Michela Iorio, Maria Maranò, Grazia Moschetti,Alessia Rogai, Andrea Salomone, Alfredo Simone,Francesco Verdolino, Andrej Vescovi

In redazioneAndreina Albano, Maria Ortensia Ferrara, Carlo Testini

Direttore responsabileEmanuele Patti

Direttore editorialePaolo Beni

Impaginazione e graficaClaudia Ranzani

Progetto graficoSectio - RomaCristina Addonizio

EditoreAssociazione Arci

RedazioneRoma, via dei Monti di Pietralata n.16

Registrazione Tribunale di Roman. 13/2005 del 24 gennaio 2005

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n.26 17 luglio 2012

Networking MemoriesLo scorso 30 giugno è andato in scena aBelgrado, presso il DAH Theatre, la primadello spettacolo teatrale preparato nellÊam-bito del progetto Networking Memories. Ilprogetto ha lÊobiettivo di rafforzare in Serbia,Bosnia Erzegovina e Kosovo il ruolo dellasocietà civile attraverso il consolidamentodella democrazia partecipativa, la creazionedi ÂpontiÊ tra le organizzazioni della societàcivile di questi Paesi e tra queste e le orga-nizzazioni della società civile dellÊUnioneeuropea. Per due anni lo spettacolo insiemeal Museo della Memoria saranno in scena aPrishtina, Peja, Sarajevo, Prijedor, Mostar,Belgrado e Novi Sad, dove artisti di talentolavoreranno a stretto contatto con le comu-nità locali nel processo di produzione.Info: www.netmem.org

Presentato progetto per CubaPresso la sala 20 de mayo della AsociacionHermanos Saiz in La Habana, si è svoltauna conferenza stampa dedicata al progettofinanziato dall'Unione europea Santa Fé:Reforzamiento de los servicios sociocultura-les para el desarrollo comunitario. La confe-renza è stata indetta per illustrare il progetto

e dare la giusta visibilità alle attività chesono in via di implementazione. Il progetto, ilcui obiettivo è la promozione di processi par-tecipativi e di integrazione degli attori localie della società civile, prevede la creazione diworkshop di capacitazione e di creazioneartistica, uniti alla manutenzione straordina-ria e l'equipaggiamento degli edifici simboloculturale di Santa Fé: Cinema Oasis e CasaCultura.Info: www.arciculturaesviluppo.it

Sostienici con i punti COOPAnche questÊanno La Lega COOP Adriaticadà il via allÊiniziativa di raccolta punti per ipropri soci, con la possibilità di convertirli indenaro a favore di uno o più progetti di soli-darietà sia nazionali che internazionali. PerArcs, lÊiniziativa di raccolta fondi prevede lapossibilità di sostenere il progetto Reintegra -zione delle donne vittime di violenza e degliorfani-capofamiglia in Rwanda. Arcs conlÊassociazione rwandese di donne SEVOTAopera per la reintegrazione sociale e lavora-tiva delle donne e dei ragazzi orfani divenuticapofamiglia. La scheda con le info del pro-getto è sul catalogo soci Coop. Info: www.arciculturaesviluppo.it

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