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Post on 29-May-2020
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Una ricerca con molteplici fonti
Le incertezze critiche del capitale economico
Integrazione e Globalismo vs Protezionismo e Sovranismo
3
La crescita del Paese è sostenuta dall’export
4
Nello scenario di incertezza globale una certezza è che il percorso di crescita post-crisi è stato trainato in maniera preponderante dalle esportazioni. Tra i fattori che contribuiscono alla crescita del PIL, le esportazioni sono state l’unica voce a crescere nel periodo che va dal 2010 al 2017. Tuttavia, l’acuirsi delle tensioni a livello internazionale e l’innalzamento di nuove barriere protezioniste da parte delle principali economie del pianeta rappresentano un grosso fattore di incertezza per il futuro.
Fonte: SACE, Rapporto Export 2018.
Contributi alla crescita del PIL, 2010-2017 (indice 2010=100, var. %)
Le barriere tariffarie minacciano infatti l’equilibrio attuale, ma gli effetti sul breve periodo possono essere positivi per l’Italia
-0,6%
-0,2%
Calo del commercio globale da qui
al 2021 generato dai dazi as is
Impatto sul PIL globale al 2021. A
pagare il prezzo più alto saranno
Cina (-0,6%) e USA (-0,4%)
Fonti: OCSE, Economic Outlook, Volume 2018 Issue 2, November 2018
80%Percentuale degli scambi tra USA
e Cina interessati dalle tariffe che
sarà ridiretto verso altri Stati
Conferenza delle Nazioni Uniti sul commercio e lo sviluppo, 2019
Variazioni nell’export in seguito all’imposizioni dei dazi fra USA e CINA
+ $ 71 Mld
+ $ 14 Mld+ $ 24 Mld + $ 11 Mld + $ 8 Mld
- $ 94 Mld - $ 205 Mld
Giappone e Vietnam hanno recentemente stretto accordi commerciali con l’UE
5
La Nuova via della Seta può conferire una nuova centralità al Mediterraneo e dunque all’Italia
Rotterdam
Venezia
Mosca
Istanbul
Atene
Nairobi
Colombo
Calcutta
Teheran
Bishkek
Xi’an
Fuzhou
Kuala Lumpur
Giacarta
Fonte: ISPI
Mar Mediterraneo:
$ 3.500 miliardi di
commercio l’anno
Mar Cinese Meridionale:
$ 3.370 miliardi di
commercio l’anno;
15 milioni di barili di
petrolio al giorno.
Silk Road Economic Belt
Maritime Silk Road Initiative
Lisbona
Kiev
Lisbon-Kiev corridor
Palermo
Scandinavian-Mediterranean corridor
Helsinki
6
Il livello di export è però influenzato dal gap infrastrutturale e logistico
Fonte: Elaborazione PwC su dati Eurostat 2017
I principali esportatori europeiValori in miliardi di euro e in percentuale sul totale export EU28, 2018
Fonte: Elaborazione PwC su dati Ministero dello Sviluppo Economico
Produzione industriale per PaeseValori in miliardi di euro e in percentuale sul totale della produzione EU28, 2018
1.321 24%
611 11%
492 9%
463 9%
409 8%
392 7%
1.158 28%
693 16%
510 12%
360 9%
332 8%
195 5%
Logistic Performance Index – World Bank
Fonte: Elaborazione PwC su Logistic Performance Index - World Bank 2018
3,5
3,6
3,7
3,8
3,9
4
4,1
4,2
4,3
Germania Belgio Paesi Bassi Francia Italia
1°
3°6°
16°
19°
7
8
Fonte: Elaborazione PwC su dati Osservatorio Economico MISE, Istat – 2018
0%
20%
40%
60%
80%
100%
ItaliaFonte: Elaborazione PwC su dati OCSE. Indicatore «Export by business size» (2018)
Contributo all’export delle imprese italiane, per classe dimensionale
Rapporto fra valore dell’export e PIL
per regione
Fonte: Elaborazione PwC su dati Istat - 2017
Esportazioni dell‘Italia suddivise
per regione di provenienza
> 25%10%-25%0%-10%
Oltre 250
addetti
50-249
addetti
10-49 addetti
0-9 addetti> 25%10%-25%0%-10%
ITALIA
26,4%ITALIA
€463 MILIARDI
L’export è rilevante in numerosi regioni, ma è guidato dalle grandi impreseAziende esportatrici, per classe dimensionale
(quota su imprese attive)
50,9%
43,8%
21,6%
1,8%
Oltre 250 addetti
50-29 addetti
10-49 addetti
0-9 addetti
Fonte: Elaborazione PwC su dati ICE, Rapporto ICE 2018-2019
Correlazione tra sostituibilità dei posti di lavoro e titolo di studio
-75
133
Lavori Persi Lavori Creati
Previsione posti di lavoro sostituiti dalle
nuove tecnologie - mondo
Valori in milioni, dati 2018-2022
+
Fonte: Elaborazione PwC su dati World Economic Forum, The future of jobs – report 2018
Fonte: PwC, Will robots steal our jobs?, 2018
4%
23%
39%
1%
19%
45%
7%
29%
43%
3%
16% 16%
2020/2025 2025/2030 2030/2035
Totale Licenza media Diploma Laurea
Percentuale di lavoratori potenzialmente sostituibili dall’automazione
3%
19%
30%
1%
19%
44%
3%
23%
36%
3%
10% 11%
2020/2025 2025/2030 2030/2035
Nel mondo
In Italia
+58
10
Senza adeguati investimenti in formazione e digitalizzazione, l’Italia rischia di spostarsi verso il basso nelle catene globali del valore
Fonte: Elaborazione PwC su dati Istat, La formazione nelle imprese in
Italia, 2017
40%
Gli italiani, in età da lavoro, impegnati in un percorso di
«apprendimento permanente»
Le aziende sopra i 10 addetti che non offrono nessun programma
di formazione professionale
Fonte: Elaborazioni PwC su dati OCSE, Employment Outlook, 2019
5,1
5
3,8
5,5
7,6
-1
-5,3
-5,9
-6,2
-6,2
-4,3
-4
0,1
0,9
2,4
0,8
-3,3
5,1
Lavori a basse competenze Lavori a medie competenze
Lavori ad alte competenze
Variazione (in punti percentuali) della ripartizione di posti di lavoro
in base alle competenze, sul totale (2006-2016)
8,1%
11
12
Oltre alle infrastrutture, l’Italia ha un grosso problema di digitalizzazione e innovazione
Fonte: Elaborazione PwC su dati Istat 2018
Percentuale di famiglie con connessione a banda larga
ITALIA
53,8%
Fonte: Commissione europea – Digital Economy and Society Index 2018
Il Digital Economy and Society Index (DESI)
• Grandi città – 61,3 %
• Comuni > 50k ab. – 53,1%
• Comuni 10k - 50k ab. – 51,8%
• Comuni 2k - 10k ab. – 51%
• Comuni <2k ab. – 44%
Connettività Capitale umano «digitale»
Utilizzo di servizi internet Integrazione di tecnologie digitali
Servizi pubblici digitali
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Le PMI sono in ritardo sui temi dell’innovazione e faticano a
colmare il gap di investimenti con le grandi imprese
Imprese per livello di digitalizzazione e classe di addetti
(Indicatore di digitalizzazione DII, 2018).
12% 11%
23% 24%
34% 33%
47%51%
Aziende che hanno investito in tecnologie 4.0(%)
Aziende che hanno in programma investimentiin tecnologie 4.0 (%)
10-49 addetti 50-99 addetti 100-249 addetti Oltre 250 addetti
Imprese che hanno effettuato investimenti in tecnologie 4.0 nel biennio
2016-2017 e imprese che programmato investimenti in tecnologie 4.0 per
il biennio 2018-2019
Fonte: elaborazione PwC su dati Istat – Report 2018 cittadini, imprese e ICTFonte: elaborazione PwC su dati Istat – Report 2018 cittadini, imprese
e ICT
57,0%43,3%
32,7%20,5%
30,8%
35,7%
38,3%
35,5%
11,2%18,1%
24,3%
34,8%
1,0% 2,9% 4,7% 9,2%
0%
20%
40%
60%
80%
100%
10-49 50-99 100-249 250 e più
Livello di digitalizzazione molto alto Livello di digitalizzazione alto
Livello di digitalizzazione basso Livello di digitalizzazione molto basso
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Fonte: Elaborazione PwC su dati Istat, La formazione nelle imprese in Italia, 2017
8,1%
Gli italiani, in età da lavoro, impegnati in
un percorso di «apprendimento
permanente»
40%
53,5%
65,4%
82,0%
91,0%
95,4%98,2%
60,2%
11,9%
18,9%
37,1%
62,6%
73,6%
86,8%
17,2%
10-49 20-49 50-249 250-499 500-999 1.000 e oltre Totale
Imprese che hanno realizzato attività formative (%) Imprese con specifico budget per la formazione (%)
Percentuale di imprese italiane che hanno realizzato attività formative e dedicato specifico budget
alla formazione (% per classe dimensionale)
Le aziende più piccole faticano ad investire in attività di formazione
39,8%
Le aziende sopra i 10 addetti hanno
realizzato nessun programma di
formazione professionale
L’Italia fatica anche sul terreno di competenze linguistiche e informatiche
Percentuale di adulti (16-65 anni) con competenze linguistiche e/o
matematiche insufficienti (pari o inferiore al livello 1) nei test PIAAC
dati 2015
26,3%
22,6%
31,5%
35,7%
39,0%
Fonte: Elaborazione PwC su dati OCSE
Percentuale di adulti (16-65 anni) che hanno dichiarato di non avere
precedente esperienza informatica, in occasione dei test PIAAC
dati 2015
10,0%
7,9%
10,5%
17,0%
24,4%
15
Sono necessari maggiori investimenti in formazione e innovazione soprattutto al Sud
Adulti che partecipano all’apprendimento permanente (% sul totale; 2018)
ITALIA
8,1%
Fonte: Elaborazione PwC su dati Istat
> 10%7%-10%0%-7%
Tasso di innovazione del sistema produttivo*(2016)
ITALIA
35,7%
* Imprese con almeno 10 addetti che hanno introdotto innovazioni tecnologiche
(di prodotto e processo), nel triennio precedente, in percentuale sul totale delle
imprese con almeno 10 addetti
Fonte: Elaborazione PwC su dati Istat
> 40%30%-40%0%-30%
- 39%
Il divario tra Nord e Mezzogiorno
nella percentuale di adulti che
partecipano all’apprendimento
permanente
- 34 %
Il divario tra Nord e Mezzogiorno
nella percentuale di aziende che
introducono innovazioni
tecnologiche
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Proposta di legge: Capitale umano 4.0
L’obiettivo di questa proposta di legge è quello di incentivare le imprese a formare i dipendenti con qualifiche di
alto livello attraverso master e percorsi di specializzazione e perfezionamento sia in Italia che all’estero, con lo
scopo di valorizzare il fattore umano nelle imprese rendendo il nostro Paese sempre più competitivo.
• Maggiorazione del 100% del costo fiscale di acquisizione delle spese in attività di formazione professionale
• Relativo a formazione per conoscenza delle tecnologie previste dal Piano nazionale Industria 4.0
• È esclusa la formazione ordinaria o periodica già resa obbligatoria dalla normativa italiana
• Possibili beneficiari sono tutti i soggetti titolari di reddito di imprese (comprese le imprese individuali con sede
fiscale in Italia e incluse le stabili organizzazioni di imprese residenti all’estero)
• Accesso ai benefici in maniera automatica in fase di redazione di bilancio e tramite autocertificazione
• Importo massimo di 30.000 € per ciascun beneficiario
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Proposta di legge: contrasto alla povertà educativa e alla dispersione scolastica
La legge ha l’obiettivo di avviare una sperimentazione triennale volta a consentire, alle scuole medie di tutto
il territorio del sistema nazionale di istruzione, l’introduzione delle non-cognitive skills, su base
sperimentale e volontaria, all'interno della didattica della scuola secondaria di primo grado e di secondo
grado.
• Piano triennale per introduzione di non-cognitive skills all'interno della didattica della scuola secondaria di primo
grado e di secondo grado.
• Esempio di non-cognitive skills sono: amicalità, coscienziosità, stabilità emotiva e apertura mentale
• L’introduzione delle non-cognitive skills avverrà in maniera intedisciplinare, rispettando l’autonomia decisionali di
istituti scolastici e docenti
• Obiettivo è sviluppare negli studenti abilità e competenze quali flessibilità, creatività, attitudine al problem-solving,
capacità di giudizio, capacità di argomentazione e di interazione
• È prevista una valutazione finale della sperimentazione, con un costante monitoraggio in itinere e misurazione dei
risultati degli studenti al termine della scuola secondaria di secondo grado e al termine del primo anno di università
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