regione siciliana comune di ragusa
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IL CONCESSIONARIO: REDATTO DA:
Porto turistico Marina di Ragusa S.P.A.
PALERMO, 20.01.2020
Lavori di dragaggio per il ripristino dei fondalidell'imboccatura portuale
Progetto recante modalità e criteri tecnici per l'autorizzazione all'immersionein mare dei materiali di escavo dei fondali marini
REGIONE SICILIANA
COMUNE DI RAGUSALOCALITA': MARINA DI RAGUSA
SIGMA INGEGNERIA s.r.l.Via della Libertà 201/A - 90143 PalermoTel. 091-6254742 Fax. 091-307909
All. 1 -Relazione tecnica
1
Indice 1.Premesse ........................................................................................................................................... 2
1.1 Informazioni generali sull’ubicazione dell’area di escavo ....................................................... 8
1.1.1 Indicazioni del “tipo” di area ................................................................................................... 8
1.1.2 Breve descrizione delle caratteristiche generali dell’ambiente circostante l’area di escavo
e periodo di riferimento delle informazioni ..................................................................................... 9
1.2 Analisi delle principali pressioni che insistono sull’area ........................................................ 13
1.3 Analisi e mappatura (scala 1:5000) dei principali elementi di pregio naturalistico, delle aree
di tutela e degli obiettivi sensibili presenti nell’area di escavo e in aree limitrofe (entro un raggio
di 5 MN) ............................................................................................................................................ 16
1.4 Informazioni sulle caratteristiche idrodinamiche e chimico- fisiche della colonna d’acqua
............................................................................................................................................................ 19
1.5 Informazioni sulle attività di escavo pregresse........................................................................ 40
1.6 Informazioni sulle caratteristiche morfo-batimetriche e sulle caratteristiche dei fondali. . 41
1.7 Informazioni sulle caratteristiche chimiche dei sedimenti dell’area di escavo .................... 42
1.8 Informazioni sugli organismi animali e vegetali dell’area di escavo ..................................... 43
1.10 Informazioni sulle precedenti attività di monitoraggio ambientale .................................... 43
1.11 Programmazione delle attività di escavo e gestione dei materiali ....................................... 44
2. Conclusioni ................................................................................................................................... 45
Elenco allegati .................................................................................................................................... 47
OPZIONI DI GESTIONE
RIPASCIMENTO della spiaggia emersa con pelite < 10% o altro valore stabilito su base regionale; RIPASCIMENTO della spiaggia sommersa con frazione sabbiosa prevalente; IMMERSIONE DELIBERATA IN AREE MARINE NON COSTIERE (oltre le 3 mn); IMMERSIONE IN AMBIENTE CONTERMINATO MARINO-COSTIERO
Per ogni opzione deve essere prevista una graduale attività di monitoraggio ambientale
IMMERSIONE DELIBERATA IN AREE MARINE NON COSTIERE (oltre le 3 mn) con monitoraggio ambientale; IMMERSIONE IN AMBIENTE CONTERMINATO in ambito portuale, incluso capping, con monitoraggio ambientale
IMMERSIONE IN AMBIENTE CONTERMINATO in ambito portuale in grado di trattenere tutte le frazioni granulometriche del sedimento, incluso capping all’interno di aree portuali, con idonee misure di monitoraggio ambientale
IMMERSIONE IN AMBIENTE CONTERMINATO IMPERMEABILIZZATO, con idonee misure di monitoraggio ambientale
E EVENTUALE RIMOZIONE IN SICUREZZA DALL’AMBIENTE MARINO DOPO VALUTAZIONE DI RISCHIO, secondo quanto previsto dalla normativa vigente
3
➢ RIPASCIMENTO della spiaggia sommersa con frazione sabbiosa prevalente.
Sulla base della tipologia dell’area di indagine, deve essere seguito uno dei due percorsi di indagine
seguenti:
• Percorso I che prevede una caratterizzazione COMPLETA
• Percorso II dove può essere eseguita una caratterizzazione SEMPLIFICATA
Rientrano nel Percorso I:
• le aree interne ai porti anche parzialmente industriali, commerciali, di servizio
passeggeri, pescherecci;
• le aree poste all’esterno dell’imboccatura dei porti e/o le aree soggette a ostruzione
ricorrente o accidentale del passo marittimo di accesso per volumi annui
complessivi di materiale uguali o superiori a 40.000 m3.
Rientrano nel Percorso II:
• le aree costiere non portuali;
• le aree di foce fluviale non portuale;
• le aree interne ai porti esclusivamente turistici;
• le aree poste all’esterno dell’imboccatura dei porti e/o le aree soggette a ostruzione
ricorrente o accidentale del passo marittimo di accesso per volumi annui
complessivi di materiale inferiori a 40.000 m3.
Il sito oggetto di indagine ricade nel percorso II (caratterizzazione semplificata validità 3-5 anni) in
funzione della casistica:
- aree interne ai porti esclusivamente turistici
- aree poste all’esterno dell’imboccatura dei porti e/o le aree soggette a ostruzione ricorrente o
accidentale del passo marittimo di accesso per volumi annui complessivi di materiale inferiori a
40.000 m3.
4
In particolare, il D. Lgs. 152/06 disciplina l’immersione deliberata in mare dei materiali di scavo dei
fondali marini o salmastri o di terreni litoranei emersi, quale attività da autorizzare preventivamente
solo nel caso in cui sia dimostrata, nell’ambito della relativa istruttoria, l’impossibilità tecnica ed
economica del loro riutilizzo ai fini di ripascimento o di recupero o di smaltimento alternativo, in
conformità alle modalità stabilite con decreto del Ministero dell’Ambiente.
Lo stesso piano regionale prevede nella sezione specifica ad essi dedicati:
Per i fanghi provenienti da lavori di dragaggio dei fondali marini di zone portuali, invece, sono
possibili le seguenti forme di recupero.
• Ripascimenti di arenili
Alla luce della situazione attuale delle coste siciliane tale utilizzo è da ritenersi prioritario rispetto
ad altre possibilità di recupero, in quanto i sedimenti in questione possono costituire una risorsa
primaria nel quadro del bilancio sedimentario costiero. Con specifici decreti – che regolamentano
le opere di dragaggio e di ripascimento degli arenili nell'ambito del demanio marittimo regionale –
l’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente ha previsto infatti il reimpiego dei sedimenti in
questione in progetti di ripascimento di arenili in erosione, con specifiche modalità autorizzative e
previo esito positivo delle analisi sulle caratteristiche fisico-chimico-batteriologiche e
granulometrico sedimentologiche del materiale di dragaggio.
• Esecuzione di riempimenti e colmate in area portuale
I sedimenti possono costituire una risorsa da utilizzare anche per eseguire riempimenti e colmate,
contemporaneamente ai dragaggi, nell’ambito delle stesse aree portuali. Nella progettazione relativa
agli interventi nei porti i vari soggetti appaltanti (Comuni, Regione, Autorità Portuali) dovranno
pertanto privilegiare interventi che prevedano il recupero di questi materiali, al posto dei normali
inerti da cava, per eseguire riempimenti, spianate o piazzali di servizio in area portuale, e la verifica
nelle zone adiacenti di possibili forme di erosione da contrastare con l’utilizzo dei sedimenti per
idonei ripascimenti.
5
• Vendita come materia prima in processi produttivi
Nel caso in cui non sia possibile l'utilizzo di cui al punto precedente, per mancanza di progetti di
ripascimento, dovrà valutarsi l'opportunità di vendita del materiale in questione – come materia
prima – ad aziende che usualmente acquistano sabbia marina per utilizzarla nei propri processi
produttivi (tal quale o previa eventuale desalinizzazione) ed a condizione che le analisi sulle
caratteristiche fisico-chimico-batteriologiche e granulometrico-sedimentologiche dei sedimenti
diano esito positivo.
• Utilizzo come copertura di rifiuti in discarica per rifiuti urbani
Soltanto nel caso in cui non siano possibili le forme di recupero di cui ai punti precedenti potrà
prevedersi l'uso del sedimento in questione in sostituzione dell'idoneo materiale di copertura
infrastrato dei rifiuti solidi urbani, così come già contemplato dall'art. 4 della legge regionale 21
aprile 1995, n. 40 (“Per lo smaltimento dei rifiuti speciali inerti, i comuni, fatta salva la loro
eventuale utilizzazione come (rifiuti recuperabili), e detratta la quota utilizzabile come materiale di
copertura dei rifiuti solidi urbani, provvedono attraverso la realizzazione di idonee discariche di
seconda categoria tipo A”.
Per tale utilizzo occorre tenere conto di taluni fattori limitanti: qualora i sedimenti siano costituiti
essenzialmente da sabbia, questa potrebbe presentare caratteristiche geotecniche (angolo di attrito,
permeabilità) tali da renderla inidonea come ricoprimento infrastrato;
Va ricordato infine che se i fanghi di dragaggio dei fondali marini di zone portuali non vengono
recuperati possono essere scaricati nelle acque di mare: la normativa vigente consente tuttavia tale
modalità di scarico, dietro autorizzazione dell’autorità competente, solo quando ne sia dimostrata
l'impossibilità di deposizione o utilizzo a terra con minori rischi ambientali.
In alternativa i fanghi potranno essere avviati al trattamento e/ allo smaltimento in apposita discarica
per rifiuti speciali: in questo caso preliminarmente dovranno essere effettuati opportuni
campionamenti ed analisi chimico-batteriologiche per stabilire se sia possibile lo smaltimento in
discarica per rifiuti inerti di seconda categoria tipo A, ovvero in discarica per rifiuti speciali di
seconda categoria tipo B o C.
6
Tutto ciò premesso prima di passare all’illustrazione degli studi ambientali relativi al sito si riporta una
sintesi delle conclusioni del rapporto scaturito dalle analisi chimico fisiche ed ecotossicologiche eseguite
sia sul materiale da scavare che sul materiale presente nella zona da ripascere.
Figura 1: Planimetria con ubicazione dei punti di sondaggio effettuati
“La finalità del presente studio è quella di ottenere una corretta classificazione di natura chimica ed
ecotossicologica dei sedimenti dei fondali marini dell’area interessata dalle future attività di
dragaggio del porto turistico di Marina di Ragusa.”
In relazione a quanto previsto dalle possibili opzioni di gestione dei sedimenti, su un totale di 12
campioni prelevati, 11 sono stati classificati con “classe di qualità del materiale C”, e uno è stato
classificato con “classe di qualità del materiale D”.
7
In siffatto contesto, così come già operato in studi precedenti (vedi nota A.R.T.A. Sicilia dipartimento
regionale territorio ed ambiente servizio 2 - V.A.S.-V.I.A. prot. n.22312 del 18/03/2008) sui
sedimenti prelevati dallo stesso sito e caratterizzati, è stato svolto un approfondimento della
caratterizzazione chimica con il metodo dell’estrazione sequenziale che permette di distinguere le
frazioni più mobili di metallo da quelle insolubili, in modo da poter definire se il superamento
dell’arsenico e del cadmio rispetto ai valori di riferimento, riscontrato nella quasi totalità dei campioni
analizzati in precedenza, è attribuibile a condizioni naturali.
I risultati ottenuti in questa fase di caratterizzazione sono sovrapponibili a quanto riportato nella citata
nota dalla quale si evince che:
A. “la porzione residua di metallo, cioè quella fortemente legata alla matrice minerale del suolo, è
nella quasi totalità superiore al 90%, indice dell’origine prevalentemente geologica sia dell’arsenico
che del cadmio;
B. “i contenuti di arsenico e cadmio rilasciati nelle prime frazioni della procedura di estrazione
sequenziale, sono sempre inferiori al 5 %, indicando una bassa disponibilità al rilascio e quindi un
remoto rischio ambientale;
C. “i risultati analitici ottenuti sui campioni prelevati nell’area di dragaggio sono pressoché omogenei,
in termini di concentrazione e mobilità, con quelli ottenuti sui campioni prelevati nell’arenile da
ripascere sia sommerso che emerso.
Pertanto, preso atto del contesto ambientale sito-specifico che caratterizza i sedimenti portuali del
porto turistico di Marina di Ragusa e delle aree limitrofe e in analogia a quanto già autorizzato con
nota A.R.T.A. Sicilia dipartimento regionale territorio ed ambiente servizio 2 - V.A.S.-V.I.A. prot.
n.22312 del 18/03/2008, risulta possibile ritenere ammissibile una nuova operazione di ripascimento.
Operazione di gestione dei sedimenti marini, comunque da sottoporre a specifica preventiva
autorizzazione da parte dell’autorità competente.
Mutuando per il caso di specie, in siffatto contesto autorizzativo, quanto puntualmente indicato al
paragrafo 3.1.2 “Area di spiaggia da sottoporre a ripascimento”
- caso1: “Piccoli interventi” dell’allegato tecnico al DM Ambiente 15 luglio 2016, n. 173, che
prevede ai fini della compatibilità ambientale di seguire un criterio “non peggiorativo” rispetto alla
qualità dell’ambiente recettore.
8
D’altra parte riguardo le problematiche relative alla presenza di arsenico anche l’ARPA Sicilia in un
suo studio del Dicembre 2018 sulla qualità delle acque costiere in zona ("CONVENZIONE PER
L'AGGIORNAMENTO DEL QUADRO CONOSCITIVO SULLO STATO DI QUALITÀ DELLE
ACQUE SOTTERRANEE, SUPERFICIALI INTERNE, SUPERFICIALI MARINO-COSTIERE AI
FINI DELLA REVISIONE DEL PIANO DI GESTIONE DEL DISTRETTO IDROGRAFICO
DELLA REGIONE SICILIA" - RELAZIONE FINALE - ACQUE MARINO COSTIERE) afferma:
“Sostanze dell’elenco di priorità ed altre sostanze non appartenenti all’elenco di priorità nei
sedimenti (tab. 2/A e tab. 3/B D.Lgs. 172/2015 - DM 260/2010)”
Nel C.I. 23 non sono state osservate concentrazioni superiori agli standard di riferimento indicati nella
tab. 2/A del D.Lgs. 172/2015 e pertanto lo stesso è classificato come BUONO.
Per le sostanze non appartenenti all'elenco di priorità (tab. 3/B D.Lgs. 172/2015) si riscontra un
superamento del valore delle concentrazioni del parametro Arsenico (pari a 13.9 mg/kg) dello
standard di qualità ambientale SQA-MA (pari a 12 mg/kg). Ai sensi della nota 2 alla tabella 3B del
paragrafo A.2.7.1 del DM 260/2010 "In considerazione della complessità della matrice sedimento è
ammesso, ai fini della classificazione del buono stato ecologico uno scostamento pari al 20% del
valore riportato in tabella", il corpo idrico 18 è classificato come BUONO.”
Riguardo le percentuali di peliti che si ritrovano nei campioni di sabbie prelevate all’interno del porto
si osserva che la loro presenza è dovuta al naturale trasporto marino, che nelle condizioni di quiete
esistenti all’interno del porto, ha causato il loro deposito, pertanto rimesse in circolo spostandole
all’esterno di questo proseguiranno nel loro percorso naturale depositandosi ove naturalmente le
condizioni lo consentano.
1.1 Informazioni generali sull’ubicazione dell’area di escavo
1.1.1 Indicazioni del “tipo” di area
Facendo riferimento al D.M. n.173 del 15.07.2016 “Autorizzazione all’immersione in mare di
materiali di escavo dei fondali marini. Attuativo dell’articolo 109, Dlgs 152/2006”, il sito in oggetto
ricade nel percorso II (Aree costiere non portuali).
9
1.1.2 Breve descrizione delle caratteristiche generali dell’ambiente
circostante l’area di escavo e periodo di riferimento delle informazioni
Marina di Ragusa, è un comune con vocazione marittima situato sulle sponde della Sicilia Sud-
Orientale che si affaccia sul Mar Mediterraneo, sul versante africano del Tavolato Ibleo, lungo la
fascia costiera in prevalenza sabbiosa, e solo per brevi tratti rocciosa, dove sono ancora presenti
residui del sistema dunale e di vegetazione mediterranea.
Figura 2-Foto aerea Porto di Marina di Ragusa.
L’area è caratterizzata da una lunga spiaggia bassa e sabbiosa che si interrompe ad Est prima della
Riserva del fiume Irminio e ad Ovest del porto turistico. Le morfologie tipiche del litorale ragusano
si riconducono principalmente ad una serie di fenomeni quali il sollevamento tettonico e dislocazione
crostale, la dinamica erosiva e deposizionale costiera, i processi di deposito di ambiente “fluvio-
palustre” ed il trasposto eolico. La zona costiera ragusana, in generale, è caratterizzata
dall’immissione di corsi d’acqua tutti con direzione Nord-Est/Sud-Ovest, in particolare il fiume
Irminio, che nasce a Monte Lauro e si sviluppa per 56.64 km, prima di sfociare nel tratto costiero
delimitato tra l’abitato di Marina di Ragusa e l’abitato di Donnalucata. Pertanto i sedimenti presenti
derivano dal trasporto di materiale di deposito sia dalle correnti marine del Mediterraneo che dai corsi
d’acqua, seppur di brevi dimensioni, presenti nelle zone limitrofe. Da un punto di vista di rischio
10
idrogeologico, il litorale presenta una forte fragilità causata sia dai fenomeni di erosione costiera e
ingressione marina che da pressioni di origine antropica.
Il Porto di Marina di Ragusa, a circa 25 km dalla città di Ragusa, occupa una superficie complessiva
di 238.000 m2, e possiede uno specchio acqueo interno di 155.000 m2, protetto da una diga di
sopraflutto con andamento curvilineo dello sviluppo complessivo di 800 m, e una diga di sottoflutto
della lunghezza di 400 m.
Tali lavori prevedevano la realizzazione di un escavo del bacino fino al raggiungimento di una
profondità minima di –5,00 m, ad eccezione dello specchio acqueo retrostante il pontile della
banchina di riva, per cui si prevedeva il mantenimento della conformazione batimetrica naturale,
necessaria a garantire la stabilità della scogliera e l’equilibrio della spiaggia dello Scalo Trapanese.
Figura 3- Planimetria della batimetria ante operam del porto turistico di Marina di Ragusa
Tale progetto prevedeva un’infrastruttura con una superficie di 238.000 mq, con un’imboccatura del
porto che ai tempi della realizzazione dell’opera portuale, aveva dei fondali che andavano da -5 a -
6.5 m di profondità circa (fig.3), suddivisa in due aree a diversa destinazione d'uso: una a levante, con
i servizi per i viaggiatori, e una a ponente per l'erogazione dei servizi destinati ai natanti, collegate tra
11
loro attraverso una struttura mobile galleggiante che non interessa la fascia costiera. Il porto è stato
dotato di pontili galleggianti, per un totale di 717 posti barca fino a 60 metri.
Per quello che riguarda le opere marittime previste dal progetto sono state realizzate una diga di
sopraflutto, caratterizzata da un andamento curvilineo a piccola curvatura, per uno sviluppo di circa
250 m, un piazzale foraneo, una Diga sottoflutto con un andamento bilato realizzata fino alla
progressiva 257 m circa, ristrutturando l’opera esistente, in fregio alla diga è stato posto un muro di
sponda in massi cellulari antiriflessione. Invece, per ciò che concerne le tipologie delle opere
marittime per l’ormeggio tutte le tipologie di galleggianti utilizzati sono stati scelti in modo da avere
un minore impatto ambientale. Infine l’edilizia portuale, eccetto il piccolo edificio adibito a Ristoro,
è stata realizzata nei piazzali di riva e foraneo.
Figura 4-Planimetria della batimetria post operam del porto turistico di Marina di Ragusa
In fase progettuale nel 2002, inoltre, ai fini di ottenere un parere ambientale per la definizione delle
caratterizzazioni dei fondali sui quali era prevista l’elevazione dell’opera portuale di Marina di
Ragusa, sono state eseguite indagini geognostiche in situ dalla ditta “Underwater & Marine Services
12
s.n.c. - Lavori marittimi e subacquei-Charter” di Maurizio Oteri e Massimo Bobbio ed analisi in
laboratorio sui campioni indisturbati dalla Geolab S.r.l. di Palermo. Ricordando che nel tratto
interessato dall’opera portuale il litorale è rappresentato da coste basse e rocciose, dai risultati ottenuti
da tali indagini, si evince sostanziale uniformità dei fondali con andamento dolcemente acclive verso
il largo, privi di vegetazione con rara presenza di crostacei. La successione dei terreni riscontrata nei
sei sondaggi che furono effettuati in fase di progetto, risultato essere costituita da sabbie più o meno
addensate poggianti sull’Alternanza calcareo-marnosa della formazione Ragusa.
Figura 5- sondaggi effettuati in fase progettuale
13
1.2 Analisi delle principali pressioni che insistono sull’area
La valutazione delle pressioni antropiche segue le direttive dettate dal D.M. del Mistero
dell’Ambiente del 15 Luglio 2016, n.173 “Regolamento recante modalità e criteri tecnici per
l’autorizzazione all’immersione in mare dei materiali di escavo di fondali marini” e viene
rappresentata nella seguente tabella.
Tabella 1- Tipologia e livelli delle pressioni
Inoltre, è possibile dare una valutazione funzionale con quanto dettato dalla Direttiva 2000/60/CE
(Direttiva Quadro sulle Acque) in termini di rischio dei corpi idrici superficiali per prevenirne il
deterioramento qualitativo e quantitativo e assicurarne un riutilizzo sostenibile.
A seguito di tale valutazione, i corpi idrici vengono assegnati ad una delle seguenti categorie:
- a rischio - non a rischio - probabilmente a rischio
14
Figura 6-Area linea di costa e limite corpi Idrici Sicilia Sud-Orientale.
Nella categoria “probabilmente a rischio” ricadono quei corpi idrici per i quali dall’analisi delle
pressioni e/o dello stato sono stati ottenuti dei risultati che non consentono l’assegnazione certa alla
categoria “a rischio” o “non a rischio” e per i quali pertanto sono necessarie ulteriori informazioni e/o
indagini. L’analisi delle pressioni è stata condotta considerando per ogni corpo idrico il tipo e
l’ampiezza delle pressioni insistenti, al fine di individuare le pressioni prevalenti che maggiormente
possono influire sulla possibilità di raggiungimento degli obiettivi di qualità.
Nell’ambito dell’Attività di monitoraggio delle acque marino-costiere della Regione Siciliana, sono
stati individuati 17 corpi idrici (fig.6) compresi nel tratto di Mare Mediterraneo interessato. Questi
vanno dal corpo idrico n. 47 al n.63, e sono ubicati fra Capo Passero e Capo Granitola, ognuno dei
quali viene identificato con una specifica numerazione.
Le pressioni vengono classificate in base alla tipologia di attività all’interno dell’area o nel contesto
ambientale in cui l’area di trova, alla natura e all’ubicazione di tali pressioni e dagli eventuali eventi
accidentali caratteristici documentati. In tale area le pressioni antropiche che rendono necessaria
l’analisi del rischio sono quelle legate a:
- l’uso agricolo intensivo: la percentuale di aree agricole intensive, sono per lo più colture in
serra, sul totale dell’area di circa 2 km della linea di costa.
15
- l’uso agricolo non intensivo: la percentuale di aree agricole non intensive, escluse le colture
in serra valutate sempre sul totale dell’area di circa 2km della linea di costa sottesa al corpo
idrico.
- l’uso urbano o l’uso industriale: percentuale che comprende le aree urbane e produttive sul
totale dell’area di circa 2 km della linea di costa sottesa al corpo idrico.
- scarichi depurati
- porti turistici.
- siti a rischio contaminazione sostanze pericolose
- artificializzazione della costa, intesa come presenza di banchine portuali, moli, barriere
flangiflutto e soffolte.
Definito il popolamento degli indicatori di pressione si possono stabilire, per ciascuno degli
indicatori, i valori soglia. Attribuendo a ciascun indicatore di pressione, valutato nell’ambito di uno
specifico corpo idrico, una delle tre categorie di rischio. I valori soglia proposti sono stati definiti su
base bibliografica, procedendo con criteri analoghi e/o sulla base di informazioni riportate in studi
effettuati da altre ARPA.
16
1.3 Analisi e mappatura (scala 1:5000) dei principali elementi di pregio
naturalistico, delle aree di tutela e degli obiettivi sensibili presenti
nell’area di escavo e in aree limitrofe (entro un raggio di 5 MN)
Nel seguente paragrafo sono stati analizzati i vincoli presenti nell’area di escavo e in aree limitrofe.
L’area entro i 300 m dalla linea di battigia costiera del mare è vincolata ai sensi del D. Lgs 42/2004
(fig.7).
Figura 7: Vincoli D. Lgs 42/2004- Aree di rispetto coste e corpi idrici
17
Figura 8: SIC Rete Natura 2000- Fondali foce del fiume Irminio
Figura 9: Aree protette EUAP- Riserva naturale macchia foresta del fiume Irminio
18
Figura 10: Presenza di posidonia oceanica localizzata
Figura 11: Mappatura delle biocenosi bentoniche presenti nell'area del porto di Marina di Ragusa
19
La distanza dell’area di escavo, la breve durata temporale e la modesta entità dell’operazione di
escavo fanno ritenere che nessun sensibile effetto si avrà sotto il profilo dell’incidenza ambientale
sulle aree protette di cui alle superiori figure;
SIC Fondali del Fiume Irminio (ITA 080010)
Riserva naturale Regionale foresta del fiume Irminio (ITA 080001)
Nè si pensa possa in qualche modo soffrire la macchia di Posidonia Oceanica posta a N.O del porto
anche in relazione al regime correntometrico generale che va da Ovest ad Est (fig. 12).
Figura 12: estratto da google earth anno 2006 in cui si nota il regime correntometrico (Ovest – Est)
1.4 Informazioni sulle caratteristiche idrodinamiche e chimico- fisiche
della colonna d’acqua
Al fine di descrivere lo stato ambientale della zona, per evidenziare la possibilità di eventuali effetti
dovuti alle operazioni che si intendono effettuare, si riporta di seguito qualche stralcio della relazione
sulla qualità delle acque marino costiere, redatta da ARPA Sicilia, relativamente al corpo idrico
23, area all’interno del quale ricade il Porto di Marina di Ragusa.
20
Inquadramento dell’area
Il corpo idrico 23 si estende tra le provincie di Caltanissetta e Ragusa. Comprende i comuni di Gela,
Acate, Vittoria, Ragusa, Santa Croce Camerina, Scicli e Modica. Il tratto di costa ricade nella
tipologia geomorfologica delle pianure di dune. In esso insistono i bacini idrologici del Fiume Gela,
Fiume Acate Dirillo, Fiume Ippari, Torrente Grassuolo, Fiume Irminio e Torrente Passo Gatta. Sul
tratto costiero in oggetto il centro urbano principale è Gela, cittadina provvista di un porto di piccole
dimensioni.
Fitoplancton (gennaio - dicembre 2017)
La comunità fitoplanctonica risulta essere dominata da microalghe ascritte al gruppo "Altro
fitoplancton". L'abbondanza annua (per le sei campagne effettuate) della comunità è stata di
2.092.809 cell/L per "Altro Fitoplancton", 131.760 cell/L per Bacillariophyceae e 14.120 cell/L per
le Dinophyceae. Non sono stati rilevati eventi di fioritura ma è stata rilevata la presenza di specie non
indigene nei bimestri mar/apr e lug/ago, in particolare di Ostreopsis ovata, in entrambi i casi in
concentrazioni assolutamente irrilevanti (al di sotto del limite di detenzione di 120 cell/L). Per quanto
riguarda i taxa potenzialmente tossici la loro presenza non raggiunge mai concentrazioni preoccupanti
(Pseudo-nitzschia sp.p. del Nitzschia delicatissima complex e Chaetoceros curvisetus) mentre è
assolutamente sporadica la presenza di Pseudo-nitzschia sp.p. del Nitzschia seriata complex,
Figura 13-CORPO IDRICO 23 PUNTA BRACCETTO - RAGUSA
C.I.23 gen/feb mar/apr mag/giu lug/ago set/ott nov/dic
Bacillariophyceae 67960 45200 960 3920 7840 5880 Dinophyceae 1200 2240 6800 1480 1520 880 Altro Fitoplancton 207751 469289 136317 298334 255874 725243 Totale 276911 516729 144077 303734 265234 732003
22
Macroalghe (metodologia CARLIT)
Questo corpo idrico è caratterizzato da una discreta uniformità geomorfologica nella prima parte
soprattutto tra modica e Ragusa. Infatti per gran parte, la costa è ricoperta da C. amentacea e C.
compressa con cinture continue che vanno ad interrompersi in prossimità dell’inizio delle spiagge
dove si presentano popolamenti a Ulvales. Sono anche presenti talvolta (sito 4 di Ragusa) dei Recife
di P.oceanica che si riscontrano però ad una certa distanza dalla costa e per questo non sono stati
valutati. In corrispondenza ti tali strutture come prevedibile si riscontrano popolamenti continui di C.
compressa, data la diminuzione dell’incidenza del moto ondoso. La seconda parte del corpo idrico è
invece caratterizzato da un’ampia tipologia di costa che va dai blocchi metrici alla falesia alta
passando dalla falesia bassa sub-verticale. Si alternano popolamenti a Cystoseira, che dove presenti
formano cinture continue, a popolamenti anche estesi di Ulvales in prossimità di piccoli porti, foci di
torrenti o calette molto riparate. Da evidenziare che in alcuni tratti, soprattutto a Santa Croce di
Camerina, sono presenti installazioni agricole, nella fattispecie serre, che giungono a ridosso della
linea di costa. Particolare è il popolamento a Mitili presente nei siti di Scicli. Probabilmente la
diversità di popolamenti di questo sito è dovuto alla caratteristica morfologica della costa che è molto
bassa e sub orizzontale.
CI Area N. siti rilevati Estensione costa rilevata (m) EQR medio Stato
23
Modica 1 1000 0.722891566 Buono
Scicli 12 9850 0.939466148 Elevato
Ragusa 8 5150 0.738304822 Buono
Santa Croce Camerina 7 4100 0.735708079 Buono
Vittoria 4 2150 0.608656509 Buono
Totali e Medie Corpo Idrico 22250 0.813375868 Elevato
Figura 14-Tabella macroalghe presenti nel corpo idrico
23
Figura 15- Corpo idrico 23-Ragusa - Sito 1 (ARPA)
Figura 16-Corpo idrico 23-Ragusa - Sito 2 (ARPA)
24
Figura 17-Corpo idrico 23-Ragusa - Sito 3,4 (ARPA).
Figura 18-Corpo idrico 23-Ragusa - Sito 5 (ARPA)
25
Figura 19-Corpo idrico 23-Ragusa - Sito 6 (ARPA)
Figura 20-Corpo idrico 23-Ragusa - Sito 7,8 (ARPA)
26
CI
Area
Sito
Settore
Morfologia
EQVrif
Comunità
SLi
EQR
Stato
Note
23
Ragusa
1 1 Roccia franata 12.2 P. capillacea, Ulva sp., Schizymenia sp. 6 0.49 Sufficiente Prossimità foce Ippari
1 2 Roccia franata 12.2 P. capillacea, Ulva sp., Schizymenia sp. 6 0.49 Sufficiente Prossimità foce Ippari
1 3 Roccia franata 12.2 P. capillacea, Ulva sp., Schizymenia sp. 6 0.49 Sufficiente Prossimità foce Ippari
1 4 Roccia franata 12.2 P. capillacea, Ulva sp., Schizymenia sp. 6 0.49 Sufficiente Prossimità foce Ippari
1 5 Roccia franata 12.2 P. capillacea, Ulva sp., Schizymenia sp. 6 0.49 Sufficiente Prossimità foce Ippari
1 6 Roccia franata 12.2 P. capillacea, Ulva sp., Schizymenia sp. 6 0.49 Sufficiente Prossimità foce Ippari
1 7 Roccia franata 12.2 P. capillacea, Ulva sp., Schizymenia sp. 6 0.49 Sufficiente Prossimità foce Ippari
1 8 Roccia franata 12.2 P. capillacea, Ulva sp., Schizymenia sp. 6 0.49 Sufficiente Prossimità foce Ippari
1 9 Roccia franata 12.2 P. capillacea, Ulva sp., Schizymenia sp. 6 0.49 Sufficiente Prossimità foce Ippari
1 10 Roccia franata 12.2 P. capillacea, Ulva sp., Schizymenia sp. 6 0.49 Sufficiente Prossimità foce Ippari
1 11 Roccia franata 12.2 P. capillacea, Ulva sp., Schizymenia sp. 6 0.49 Sufficiente Prossimità foce Ippari
1 12 Roccia franata 12.2 P. capillacea, Ulva sp., Schizymenia sp. 6 0.49 Sufficiente Prossimità foce Ippari
1 13 Roccia franata 12.2 P. capillacea, Ulva sp., Schizymenia sp. 6 0.49 Sufficiente Prossimità foce Ippari
1 14 Roccia franata 12.2 P. capillacea, Ulva sp., Schizymenia sp. 6 0.49 Sufficiente Prossimità foce Ippari
2 1 FA 15.3 Cystoseira compressa 12 0.78 Elevato Presenza Ulva sp.
2 2 FA 15.3 Cystoseira compressa 12 0.78 Elevato
2 3 FA 15.3 Cystoseira compressa 12 0.78 Elevato
2 4 FB 16.6 Cystoseira compressa 12 0.72 Buono
2 5 FB 16.6 Cystoseira compressa 12 0.72 Buono
2 6 FB 16.6 Cystoseira compressa 12 0.72 Buono
2 7 FB 16.6 Cystoseira compressa 12 0.72 Buono
2 8 FB 16.6 Cystoseira compressa 12 0.72 Buono
2 9 FB 16.6 Cystoseira compressa 12 0.72 Buono
2 10 FB 16.6 Cystoseira compressa 12 0.72 Buono
3 1 FB 16.6 Ulva sp., Cladophora sp. 3 0.18 Cattivo Presenza C. Disticophylla
3 2 FB 16.6 Cystoseira amentacea 2 12 0.72 Buono Presenza C. Disticophylla
3 3 FB 16.6 Cystoseira amentacea 2 12 0.72 Buono Presenza C. Disticophylla
3 4 FB 16.6 Cystoseira amentacea 2 12 0.72 Buono Presenza C. Disticophylla
3 5 FB 16.6 Corallina elongata 8 0.48 Sufficiente Presenza C. Disticophylla
3 6 FB 16.6 Cystoseira amentacea 2 12 0.72 Buono Presenza C. Disticophylla
3 7 FB 16.6 Cystoseira amentacea 2 12 0.72 Buono Presenza C. Disticophylla
3 8 FB 16.6 Corallina elongata 8 0.48 Sufficiente Presenza C. Disticophylla
3 9 FB 16.6 Cystoseira amentacea 2 12 0.72 Buono Presenza C. Disticophylla
3 10 FB 16.6 Cystoseira amentacea 2 12 0.72 Buono Presenza C. Disticophylla
3 11 FB 16.6 Corallina elongata 8 0.48 Sufficiente Presenza C. Disticophylla
3 12 FB 16.6 Cystoseira amentacea 2 12 0.72 Buono Presenza C. Disticophylla
3 13 FB 16.6 Cystoseira amentacea 2 12 0.72 Buono Presenza C. Disticophylla
3 14 FB 16.6 Cystoseira amentacea 2 12 0.72 Buono Presenza C. Disticophylla
3 15 FB 16.6 Cystoseira amentacea 2 12 0.72 Buono Presenza C. Disticophylla
3 16 FB 16.6 Corallina elongata 8 0.48 Sufficiente Presenza C. Disticophylla
3 17 FB 16.6 Cystoseira amentacea 2 12 0.72 Buono Presenza C. Disticophylla
3 18 FB 16.6 Cystoseira amentacea 2 12 0.72 Buono Presenza C. Disticophylla
3 19 FB 16.6 Cystoseira amentacea 2 12 0.72 Buono Presenza C. Disticophylla
3 20 FB 16.6 Cystoseira amentacea 2 12 0.72 Buono Presenza C. Disticophylla
4 1 FB 16.6 Cystoseira amentacea 2 12 0.72 Buono Presenza C. Disticophylla
4 2 FB 16.6 Cystoseira amentacea 2 12 0.72 Buono Presenza C. Disticophylla
4 3 FB 16.6 Cystoseira compressa 12 0.72 Buono Presenza C. Disticophylla
4 4 FB 16.6 Cystoseira compressa 12 0.72 Buono récif Posidonia oceanica
4 5 FB 16.6 Cystoseira compressa 12 0.72 Buono récif Posidonia oceanica
4 6 FB 16.6 Cystoseira compressa 12 0.72 Buono récif Posidonia oceanica
4 7 FB 16.6 Cystoseira compressa 12 0.72 Buono récif Posidonia oceanica
4 8 FB 16.6 Cystoseira compressa 12 0.72 Buono récif Posidonia oceanica
4 9 FB 16.6 Cystoseira compressa 12 0.72 Buono récif Posidonia oceanica
4 10 FB 16.6 Cystoseira compressa 12 0.72 Buono récif Posidonia oceanica
4 11 FB 16.6 Cystoseira compressa 12 0.72 Buono récif Posidonia oceanica
4 12 FB 16.6 Cystoseira compressa 12 0.72 Buono récif Posidonia oceanica
4 13 FB 16.6 Cystoseira amentacea 4 19 1.14 Elevato récif Posidonia oceanica
4 14 FA 15.3 Cystoseira compressa 12 0.78 Elevato récif Posidonia oceanica
4 15 FA 15.3 Cystoseira compressa 12 0.78 Elevato récif Posidonia oceanica
4 16 FA 15.3 Cystoseira compressa 12 0.78 Elevato récif Posidonia oceanica
4 17 FA 15.3 Cystoseira compressa 12 0.78 Elevato récif Posidonia oceanica
27
4 18 FA 15.3 Cystoseira compressa 12 0.78 Elevato récif Posidonia oceanica
5 1 BM 12.2 Ulva sp. 3 0.25 Cattivo
5 2 BM 12.2 Cystoseira compressa 12 0.98 Elevato
5 3 BM 12.2 Cystoseira compressa 12 0.98 Elevato
5 4 BM 12.2 Cystoseira compressa 12 0.98 Elevato
5 5 BM 12.2 Cystoseira compressa 12 0.98 Elevato
5 6 BM 12.2 Cystoseira compressa 12 0.98 Elevato
5 7 BM 12.2 Ulva sp. 3 0.25 Cattivo
5 8 BM 12.2 Cystoseira compressa 12 0.98 Elevato
23
Ragusa
5 9 BM 12.2 Cystoseira compressa 12 0.98 Elevato
5 10 BM 12.2 Cystoseira compressa 12 0.98 Elevato
5 11 BM 12.2 Cystoseira compressa 12 0.98 Elevato
5 12 FB/SV 16.6 Cystoseira compressa 12 0.72 Buono
5 13 FB/SV 16.6 Cystoseira compressa 12 0.72 Buono
5 14 FB/SV 16.6 Cystoseira compressa 12 0.72 Buono
5 15 FB/SV 16.6 Cystoseira compressa 12 0.72 Buono
5 16 FB/SV 16.6 Cystoseira compressa 12 0.72 Buono
5 17 FB/SV 16.6 Cystoseira compressa 12 0.72 Buono
5 18 FB/SV 16.6 Cystoseira amentacea 5 20 1.20 Elevato
5 19 FB/SV 16.6 Cystoseira amentacea 5 20 1.20 Elevato
5 20 FB/SV 16.6 Cystoseira amentacea 5 20 1.20 Elevato
6 1 FB/SV 16.6 Corallina elongata 6 0.36 Scarso
6 2 FB/SV 16.6 Cystoseira compressa 12 0.72 Buono
6 3 FB/SV 16.6 Cystoseira amentacea 5 20 1.20 Elevato
6 4 FB/SV 16.6 Cystoseira amentacea 4 19 1.14 Elevato
6 5 FB/SV 16.6 Cystoseira amentacea 4 19 1.14 Elevato
6 6 FB/SV 16.6 Cystoseira amentacea 4 19 1.14 Elevato
6 7 FB/SV 16.6 Cystoseira amentacea 3 15 0.90 Elevato
6 8 FB/SV 16.6 Cystoseira compressa 12 0.72 Buono
6 9 FB/SV 16.6 Cystoseira compressa 12 0.72 Buono
6 10 FB/SV 16.6 Cystoseira compressa 12 0.72 Buono
6 11 FB/SV 16.6 Dictyotales 10 0.60 Buono
7 1 BM 12.2 Cystoseira compressa 12 0.98 Elevato Presenza Caulerpa cylindracea
7 2 BM 12.2 Cystoseira compressa 12 0.98 Elevato Presenza Caulerpa cylindracea
7 3 BM 12.2 Cystoseira compressa 12 0.98 Elevato récif Posidonia oceanica
7 4 BM 12.2 Cystoseira compressa 12 0.98 Elevato récif Posidonia oceanica
7 5 BM 12.2 Cystoseira compressa 12 0.98 Elevato récif Posidonia oceanica
7 6 BM 12.2 Cystoseira compressa 12 0.98 Elevato Presenza Ulva sp.
8 1 BM 12.2 Ulva sp., Cladophora sp. 3 0.25 Cattivo
8 2 BM 12.2 Cystoseira compressa 12 0.98 Elevato
8 3 BM 12.2 Cystoseira compressa 12 0.98 Elevato
8 4 BM 12.2 Ulva sp., Cladophora sp. 3 0.25 Cattivo
28
Macroinvertebrati bentonici (2017)
Per l'EQB Macroinvertebrati nel CI 23 sono stati effettuati i campionamenti in due stazioni di SFBC
(23A e 23B) in quanto le VTC si trovavano a distanza superiore ad 1 MN.
Stazione 23A: Nel campione prelevato a febbraio 2017 sono stati identificati nelle 3 repliche un totale
di 46 taxa e 4.600 ind/m2 mentre in quello di ottobre 2017 un totale di 30 taxa e 3.533 ind/m2. Il
popolamento del campione di febbraio è dominato dalla presenza di Sabellidae n.d. (24%). Nel
campione di ottobre prevale il malacostraco Ampelisca sp. (29%). L’indice M-AMBI mostra una
qualità elevata nella prima campagna e buona nella seconda.
29
Stazione 23B: Nel campione prelevato a febbraio 2017 sono stati identificati nelle 3 repliche un totale
di 49 taxa e 4.733 ind/m2 mentre in quello di ottobre 2017 un totale di 32 taxa e 3.033 ind/m2. La
specie dominante nel campione di febbraio è il polichete Lumbrineris latreilli (17%). Nel campione
di ottobre prevale il malacostraco Ampelisca sp. (16%). L’indice M-AMBI mostra una qualità elevata
nella prima campagna e buona nella seconda.
30
Complessivamente, considerando la media dei valori dell’indice M-AMBI nelle due stazioni e nei
due periodi, la qualità ecologica del corpo idrico è BUONA (RQE=0,87).
31
Posidonia oceanica (2018)
Donnalucata
In corrispondenza della stazione a -15m di profondità la prateria di Posidonia oceanica si presenta
continua, con ricoprimento pari al 50%. Non si registra la presenza di altre fanerogame né di alghe
alloctone. La tipologia di substrato è costituita da roccia e sabbia. La densità rilevata è di 291.67±2.40
(media±SE) rizomi/m2 e consente di classificare la prateria come in "equilibrio con densità normale",
secondo Pergent et al., 1995 (e modificato da Buia et al., 2003). Il limite inferiore della prateria,
localizzato a 23 metri diprofondità su substrato misto, costituito da roccia e sabbia, risulta essere di
tipo erosivo.
In corrispondenza del limite inferiore la prateria si presenta discontinua e pura, con un ricoprimento
pari al 60%, non si rileva la presenza di alghe alloctone. La densità rilevata (370.00±4.50 rizomi/m2,
media±SE) fa ricadere la prateria tra quelle in "equilibrio con densità eccezionale" secondo la
classificazione di Pergent et al., 1995 (modificato da Buia et al., 2003).
Il tasso di allungamento medio dei rizomi ortotropi/anno ricostruito tramite l'analisi
lepidocronologica è riportato nel grafico seguente. Per la stazione a -15 metri è stato possibile
retrodatare tutte e 9 le repliche prelevate fino al 2011, mentre per la stazione posta sul limite inferiore
32
è stato possibile retrodatare tutte e 6 le repliche fino al 2009. Per le restanti annualità sono stati mediati
i valori delle repliche disponibili.
Nella tabella seguente si riportano i valori delle variabili che concorrono alla determinazione del PREI
nonché il valore ottenuto del rapporto di qualità ecologica (RQE) e lo stato ecologico corrispondente.
PREI Donnalucata
Densità (n. fasci/ m2) 291.670
Superficie fogliare fascio (cm2/fascio) 276.240
Biomassa epifiti (mg p.s./fascio) 168.890
Biomassa fogliare (mg p.s./fascio) 1452.560
Profondità Limite inferiore (m) 23
Tipologia Limite Erosivo
RQE 0.713
Classe BUONO
mm
ann
o -1
C23 Donnalucata - tasso di allungamento dei rizomi
33
Foce del Fiume Irminio
In corrispondenza della stazione a -15m di profondità la prateria di Posidonia oceanica si presenta
discontinua, con ricoprimento pari al 60%. Non si registra la presenza di altre fanerogame né di alghe
alloctone. La tipologia di substrato è costituita da roccia e sabbia. La densità rilevata è di 293.75±8.67
(media±SE) rizomi/m2 e consente di classificare la prateria come in "equilibrio con densità normale",
secondo Pergent et al., 1995 (e modificato da Buia et al., 2003). Il limite inferiore della prateria,
localizzato a 21 metri di profondità su substrato misto, costituito da roccia e sabbia, risulta essere di
tipo erosivo. In corrispondenza del limite inferiore la prateria si presenta discontinua e pura, con un
ricoprimento pari al 60%, non si rileva la presenza di alghe alloctone. La densità rilevata
(334.40±6.90 rizomi/m2, media±SE) fa ricadere la prateria tra quelle in "equilibrio con densità
normale" secondo la classificazione di Pergent et al., 1995 (modificato da Buia et al., 2003).
Il tasso di allungamento medio dei rizomi ortotropi/anno ricostruito tramite l'analisi
lepidocronologica è riportato nel grafico seguente. Per la stazione a -15 metri è stato possibile
retrodatare tutte e 9 le repliche prelevate fino al 2010, mentre per la stazione posta sul limite inferiore
è stato possibile retrodatare tutte e 6 le repliche prelevate fino al 2011. Per le restanti annualità sono
stati mediati i valori delle repliche disponibili.
34
Nella tabella seguente si riportano i valori delle variabili che concorrono alla determinazione del PREI
nonché il valore ottenuto del rapporto di qualità ecologica (RQE) e lo stato ecologico corrispondente.
PREI Foce Fiume Irminio
Densità (n. fasci/ m2) 293.750
Superficie fogliare fascio (cm2/fascio) 295.640
Biomassa epifiti (mg p.s./fascio) 176.670
Biomassa fogliare (mg p.s./fascio) 1621.780
Profondità Limite inferiore (m) 21
Tipologia Limite Erosivo
RQE 0.711
Classe BUONO
limite
C23 Foce del Fiume Irminio - tasso di allungamento dei rizomi
mm
ann
o -1
35
pH Salinità O2%
Chl Temperatura Ossigeno mg/l
3
2.5
2
1.5
1
0.5 100 90 80 70 60 40 50 30 20 10 0
pH Salinità O2%
Chl Temperatura Ossigeno mg/l
2.5
1.5
0.5 80 70 60 50 40 30 10 20
Prof
ondi
tà
Prof
ondi
tà
Prof
ondi
tà
Prof
ondi
tà
Elementi fisico chimici – sonda multiparametrica (gennaio-dicembre 2017)
All’interno del corpo idrico 23 i parametri chimico fisici sono stati misurati nella stazione A
(profondità 3 m) e nella stazione B (profondità 20 m). I profili sonda delle sei campagne sono riportati
nelle immagini che seguono.
0
10
20 30
40
50
pH Salinità O2%
60
70
80
90
100
110
0
10
20
Chl Temperatura Ossigeno mg/l
30
40
50
60
70
80
90
100 0.5 0.5
1
1
1.5
1.5
2
2
2.5
2.5
3
Chl
3
pH
Ossigeno mg/l O2%
Fig.1 Prima campagna Staz. A – Febbraio 2017 Fig.2 Seconda campagna Staz. A – Aprile 2017
0
10
20 30
40 50
60
70
80
90
100
110
0
10
20 30
40 50
60
70
80
90
100
110
0.5 0.5
1
1
1.5
1.5
2
2
2.5
2.5
3
3
Ossigeno mg/l O2% Ossigeno mg/l O2%
Fig.3 Terza campagna Staz. A – Giugno 2017 Fig.4 Quarta campagna Staz. A – Agosto 2017
Prof
ondi
tà
Prof
ondi
tà
Fig.1 Prima campagna Staz. B – Febbraio 2017 Fig.2 Seconda campagna Staz. B – Aprile 2017 Fig.3 Terza campagna Staz. B – Giugno 2017 Fig.4 Quarta campagna Staz. B – Agosto 2017 Fig.5 Quinta campagna Staz. B – Ottobre 2017 Fig.6 Sesta campagna Staz. B – Dicembre 2017
37
TRIX (Indice trofico) (DM 260/2010)
Durante le sei campagne di indagine previste nell'anno di monitoraggio per il C.I. 23 di tipologia "a
bassa stabilità" della colonna d'acqua, il valore medio ottenuto per l'indice TRIX, relativo al livello
di produttività nelle acque marino-costiere, è pari a 3.25 che corrisponde ad uno stato trofico
BUONO.
Elementi chimici a sostegno nelle acque (tab. 1/B D.LGS. 172/2015 - DM 260/2010)
C.I. 23 - Monitoraggio di operativo (12 Campagne)
L’analisi dei dati ha evidenziato che non si sono verificati superamenti delle SQA-MA
(concentrazione media annua) per le sostanze analizzate non appartenenti all’elenco di priorità. Di
conseguenza, per come prescritto nel paragrafo A.4.5 del DM 260/2010, si è potuto definire BUONO
lo stato degli elementi chimici a sostegno per il C.I. 23, ossia la media delle concentrazioni non supera
lo standard di qualità ambientale stabilito dalla tab. 1/B D.LGS. 172/2015.
Sostanze dell’elenco di priorità nelle acque (tab. 1/A D.Lgs. 172/2015 - DM 260/2010)
C.I. 23 - Monitoraggio di operativo (12 Campagne)
In base ai risultati delle campagne di monitoraggio, per le sostanze dell'elenco di priorità analizzate
non si è riscontrato alcun superamento dei limiti degli standard di qualità ambientale riportati nella
tab. 1/A D.Lgs. 172/2015. Ma nella nona campagna il parametro Cadmio supera SQA-CMA
(concentrazione massima ammissibile 0.2 μg/l) con valori di 0.668 μg/l. Pertanto, secondo le
indicazioni del punto A.2.6 e A.4.6.3 del DM 260/10, il C.I. 23 è classificato come "corpo idrico cui
non è riconosciuto il buono stato chimico".
Sostanze dell’elenco di priorità ed altre sostanze non appartenenti all’elenco di priorità nei
sedimenti (tab. 2/A e tab. 3/B D.Lgs. 172/2015 - DM 260/2010 )
Nel C.I. 23 non sono state osservate concentrazioni superiori agli standard di riferimento indicati
nella tab. 2/A del D.Lgs. 172/2015 e pertanto lo stesso è classificato come BUONO.
Per le sostanze non appartenenti all'elenco di priorità (tab. 3/B D.Lgs. 172/2015) si riscontra un
superamento del valore delle concentrazioni del parametro Arsenico (pari a 13.9 mg/kg) dello
standard di qualità ambientale SQA-MA (pari a 12 mg/kg). Ai sensi della nota 2 alla tabella 3B del
paragrafo A.2.7.1 del DM 260/2010 "In considerazione della complessità della matrice sedimento
38
è ammesso, ai fini della classificazione del buono stato ecologico uno scostamento pari al 20% del
valore riportato in tabella", il corpo idrico 18 è classificato come BUONO.
Tossicità nei sedimenti (2017)
Per il corpo idrico 23, nell’anno di monitoraggio, in tutti i saggi effettuati non è stata riscontrata
alcuna tossicità. Pertanto, la tossicità è ASSENTE.
V. fischeri P.tricornutum B.plicatilis
CI
Comune
S.T.I.
EC20 72h
EC20 48h
Tossicità
23 Ragusa 0.01 >100% >100% Assente
Nella tabella seguente vengono riepilogati i giudizi di qualità per ogni EQB, lo Stato Ecologico e
Chimico del Corpo Idrico 23:
Livello di confidenza della Classificazione dello Stato Ambientale e Chimico
La valutazione della robustezza e della stabilità dei risultati viene riportata nelle tabelle seguenti.
Relativamente alla robustezza, gli indicatori che risultano non adeguati sono rappresentati dai LOQ
non adeguati (25% sul totale degli inquinanti analizzati) rispetto allo SQA delle sostanze prioritarie
e dai LOQ non adeguati (12% sul totale degli inquinanti analizzati) rispetto allo SQA delle sostanze
non prioritarie. La Robustezza del dato è da considerarsi alta, visto che l'80% degli indicatori specifici
utilizzati risulta essere in livello alto.
Tutti gli indicatori specifici utilizzati per la valutazione della Stabilità risultano essere di livello alto.
Elementi di Qualità Indicatori Livello di Confidenza - Robustezza
Alto Basso Fitoplancton
6
x
Angiosperme (Posidonia oceanica)
1
x
39
Macroalghe
1
x
Macroinvertebrati bentonici
2
x
EQB indagati/previsti
4 su 4
x
Elementi fisico-chimici a supporto degli EQB
6
x
Inquinanti specifici non appartenenti all'elenco di priorità - Monitoraggio Operativo
12
x
Inquinanti specifici appartenenti all'elenco di priorità - Monitoraggio di Operativo
12
x
LOQ rispetto a SQA (sost. Priporitarie) nei casi in cui lo stato risulta buono
LOQ non adeguati (25%)
x
LOQ rispetto a SQA (sost. NON Priporitarie) nei casi in cui lo stato risulta buono
LOQ non adeguati (12%)
x
Metriche di classificazione
Indicatori Livello di Confidenza - Stabilità
Alto Basso Clorofilla "a "
non borderline
x
PREI
non borderline
x
CARLIT
non borderline
x
M-AMBI
non borderline
x
TRIX
non borderline
x
SQA Sostanze Non Prioritarie che determinano la classe
-
SQA Sostanze Prioritarie che determinano la classe
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Complessivamente, quindi, il livello di confidenza, sia per lo stato ecologico che chimico, è da
considerarsi alto.
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1.5 Informazioni sulle attività di escavo pregresse
Il porto turistico di Marina di Ragusa è diventato operativo dal 10 Luglio 2009, data di inaugurazione
dell’opera, dopo essere stato completato nel 2006 secondo quanto era stato previsto dal progetto di
tale porto, autorizzato il 15 Maggio 2002 dopo aver ottenuto l’autorizzazione dal dirigente
responsabile del servizio 7 dell’Assessorato Territorio e Ambiente - Dipartimento Regionale
Territorio e Ambiente, grazie ad un finanziamento parziale di fondi POR dell’Unione Europea.
Tale porto fa parte del piano regionale della portualità ed è già stato dragato nel 2014 a seguito di
ordinanza della Capitaneria di Porto di Pozzallo n. 40/2013 “Movimentazione sabbia all’imboccatura
del porto turistico di Marina di Ragusa”.
Figura 21: Planimetria area dragata nel 2014
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TIPO DI
DRAGAGGIO
DESCRIZIONE
INTERVENTO
DATA
INTERVENTO
QUANTITATIVO
DRAGATO
(m3 x 1000)
MANUTENTIVO
2.1 MANTENIMENTO
Movimentazione sabbia
all’imboccatura del porto
turistico di Marina di
Ragusa
2014
Circa 4000 m3
1.6 Informazioni sulle caratteristiche morfo-batimetriche e sulle
caratteristiche dei fondali.
Figura 22: Planimetria rilievo batimetrico - scala 1: 1000
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Figura 23: Planimetria dettaglio imboccatura - scala 1:500
I sedimenti di fondo sono costituiti quasi esclusivamente da sabbie uniformi e ben classate, rientrando
nel campo delle sabbie medie con grado di addensamento e compattazione crescente verso il basso,
indicativo di caratteristiche di portanza da buone a ottime.
Le caratteristiche dei fondali presenti nell’area si riportano in figura 11.
1.7 Informazioni sulle caratteristiche chimiche dei sedimenti dell’area
di escavo
Le informazioni riguardanti le caratteristiche chimiche dei sedimenti dell’area di escavo sono
presentate nei rapporti di prova sviluppati dal laboratorio “Ambiente & Sicurezza” (Allegato 4.2) e
da CADA snc su n.12 campioni di sedimento prelevati dai fondali marini all’interno e all’esterno
dell’area portuale (Allegato 4.1). In figura 24 sono indicati i punti di sondaggio.
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Figura 24: Punti di sondaggio
1.8 Informazioni sugli organismi animali e vegetali dell’area di escavo
L’area in cui è previsto di effettuare l’escavo, una zona creata dall’esistenza del porto ed è
assolutamente artificiale, sottoposta a continue evoluzioni, causa il continuo trasporto dei sedimenti,
dovuto alle long shore current, che causa l’insabbiamento, ed il loro continuo spostamento causato
dalle eliche dei mezzi che entrano ed escono dal porto.
Non sono state rilevate e non possono esistere comunità bentoniche organizzate di particolare rilievo.
1.10 Informazioni sulle precedenti attività di monitoraggio ambientale
Nessuna attività di monitoraggio ambientale eccetto le indagini condotte dall’ARPA (vedi paragrafo
1.4) che può ritenersi, sia per gli approfondimenti che per la scala, sufficiente a poter affermare che i
precedenti interventi di escavo dei fondali del porto non hanno causato evidenti peggioramenti della
situazione ambientale (vedi relazione ARPA Sicilia successiva alla data dell’escavo).
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1.11 Programmazione delle attività di escavo e gestione dei materiali
La planimetria del sito da sottoporre a movimentazione è fornita in Allegato 6. In essa viene indicata
sia l’area di escavo che l’area di deposito del materiale (Pennello rifornitore sommerso).
TIPOLOGIA DI
DRAGAGGIO
AREE
INTERESSATE
DALL’INTERVE
NTO
SPESSORI
INDICATIVI
DA
ASPORTARE
(min-max)
VOLUMI
PREVISTI
(m3 x1000)
GRANULOMETRIA
PREVALENTE DEL
MATERIALE DA
DRAGARE
CLASSE DEI
MATERIALI
(Capitolo 2)
OPZIONI
GESTIONALI
PREVISTE
MANUTENZIONE
SALTUARIA
(FONDALI
DRAGATI CON
FREQUENZA NON
PROGRAMMATA
E > 3 anni)
Vedi figura 1
(0,1 m – 2,5 m)
39532,08
Sabbie media
(1/2 – 1/4 mm)
C - D
Pennello
rifornitore
sommerso
1.12 Riduzione delle fonti di inquinamento
Non esistono fonti di inquinamento all’interno del porto di Marina di Ragusa eccetto quello procurato
dalle imbarcazioni molto vecchie che scaricano in mare i loro liquami e quello derivante da eventuali
perdite di olio e carburante. Tali fonti sono assolutamente trascurabili, poiché le percentuali immesse
nello specchio acqueo non superano i limiti consentiti dalla legge.
Da parte dei gestori del porto è comunque sempre attiva una vigilanza visiva sulla qualità delle acque
del porto, volta ad evidenziare e ad intervenire su eventuali incidenti o operazioni che possano causare
perdite di idrocarburi.
Sono disponibili in porto adeguati contenitori per lo smaltimento di rifiuti di ogni tipo da parte dei
natanti.
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2. Conclusioni
Lo studio, molto approfondito dell’ARPA Sicilia, datato 2017 evidenzia un buono stato di qualità
delle acque nella zona, se ne può dedurre quindi che, sia l’esistenza stessa del porto con gli escavi
connessi alla sua costruzione, che i successivi dragaggi dello stesso non abbiano influito
sensibilmente sullo stato delle acque e del benthos nell’area.
La finalità della presente relazione è stata quindi quella di valutare la metodologia più adatta per
provvedere alla necessaria attività di dragaggio dei sedimenti dei fondali marini dell’area del porto
turistico di Marina di Ragusa ed a un loro successivo riutilizzo, individuando, tra le tante soluzioni
prospettate dalle norme, il ripascimento quale soluzione più ecologica, restituendo al loro percorso
naturale le sabbie intrappolate dal porto, a tal proposito si evidenzia che il regime correntometrico
generale della zona va da Ovest verso Est, quindi la scelta di rifornire le spiagge ad est con il materiale
dragato è la più naturale.
Le peliti presenti, evidenziate nei campioni prelevati all’interno del porto, proseguiranno nel loro iter
e si prevede che non vadano a depositarsi nella spiaggia immediatamente ad est del porto, ma oltre,
ove sarebbero giunte comunque se non fossero state intrappolate all’interno della struttura portuale.
Facendo riferimento al D.M. 15/07/2016 n.173 “Autorizzazione all’immersione in mare dei materiali
di escavo dei fondali marini Attuativo dell’articolo 109, Dlgs 152/2006 “, il sito in oggetto ricade nel
percorso 2 (Area costiera non portuale).
Viste le conclusioni cui giungono CADA snc ed il laboratorio “Ambiente & Sicurezza srl” sulla base
degli esiti dei rapporti di prova sviluppati su n.12 campioni prelevati all’interno ed all’esterno della
zona portuale, i sedimenti sono stati classificati in 11 con “classe di qualità del materiale C” ed uno
è stato classificato con “classe di qualità del materiale D” risultando in termini di concentrazione e
mobilità omogenei con l’arenile dell’area sommersa da ripascere. Pertanto, preso atto del contesto
ambientale sito specifico che caratterizza i sedimenti del porto turistico di Marina di Ragusa, in
termini di autorizzazione da parte dell’autorità competente si può mutuare il caso al paragrafo 3.1.2
“Area di spiaggia da sottoporre a ripascimento- Caso 1: Piccoli interventi” dell’allegato tecnico del
DM Ambiente 15 luglio 2016 n. 173, che prevede ai fini della compatibilità ambientale di seguire un
criterio “non peggiorativo” rispetto alla qualità dell’ambiente ricettore.
Le operazioni di dragaggio saranno di tipo meccanico. In particolare, sarà utilizzata una benna
ecologica sia in fase di prelievo che di deposito ed il materiale sarà sversato, dopo il carico ed il
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trasporto tramite due bette, in punti predefiniti di deposito, nell’area a levante del Porto di Marina di
Ragusa a partire dalla batimetrica – 1,5 m, ai fini della realizzazione di un “pennello rifornitore”.
Tale pennello consentirà di creare una difesa naturale in grado di dissipare parte dell’energia ondosa
e permetterà una distribuzione naturale del materiale di ripascimento ad opera delle long shore
current.
Ai fini del dragaggio dell’arenile per un volume complessivo di 39532,08 m3, sono state create delle
maglie quadrate 50x50m all’interno del porto e 200x200 m all’esterno dello stesso, oltre che
all’imboccatura, come indicato nel decreto sovracitato.
Riguardo le analisi all’interno del porto svolte da CADA snc (All .4.1) si osserva che l’unico
parametro non compatibile con un utilizzo diretto della sabbia quale materiale di ripascimento della
spiaggia ad Est del porto è la % di pelite, mentre per il resto la qualità è tale da permetterne l’utilizzo.
Il volume relativo all’area interna del porto è pari a 2637 m3 e rappresenta circa il 7 % del volume
totale. Si raccomanda che, data la natura ricca in peliti, tale frazione venga depositata nella parte sud
del pennello rifornitore, in modo tale da favorire il trasporto di tale frazione.
Bisogna evidenziare che, le operazioni di dragaggio e di realizzazione del pennello rifornitore
creeranno un materiale sicuramente di composizione diversa da quella dei singoli campioni analizzati,
che si ipotizza sia la media ponderale del materiale dragato.
Tutto ciò premesso, analizzato e valutato, si ritiene che le operazioni di dragaggio così come
previste non possano causare sensibili effetti sulla naturalità dell’area.
Inoltre, considerata la natura del porto, le correnti esistenti, la presenza di sedimenti nel fondo ed il
precedente dragaggio del 2014, si ritiene che per mantenere agibile il porto, le operazioni di dragaggio
non possano avvenire a distanza superiore a due anni, previa caratterizzazione delle sabbie e rilievo
batimetrico dell’area di scarico.
Copia del progetto sarà trasmessa alla Capitaneria di Porto che curerà di diramare gli avvisi ai
naviganti sia durante la fase di cantiere che successivamente al deposito dei materiali dragati, essendo
mutate temporaneamente le condizioni batimetriche in prossimità del pennello rifornitore.
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Elenco allegati
All.1 – Relazione tecnica
All.2.1 – Planimetria rilievo batimetrico – Scala 1: 1.000
All. 2.2 – Planimetria rilievo batimetrico su fotomosaico – Scala 1: 1.000
All. 2.3 – Planimetria rilievo batimetrico su fotomosaico colorato – Scala 1: 1.000
All- 2.4- Planimetria dettaglio imboccatura – Scala 1:500
All. 2.5- Planimetria dettaglio imboccatura su fotomosaico di dettaglio con batimetrie – Scala 1: 500
All. 2.6 – Evoluzione linee di riva dal 2005 al 2019 – Scala 1: 5.000
All. 3 – Piano di caratterizzazione ambientale – Scala 1:2.000
All. 4.1 Caratterizzazione ambientale dei sedimenti – C.A.D.A. snc
All. 4.2 – Caratterizzazione ambientale dei sedimenti - Ambiente & Sicurezza S.r.l.
All. 5.1- Carta delle biocenosi – Scala 1: 5.000
All. 5.2 – Praterie di posidonia oceanica - Scala 1: 5.000
All. 5.3 – Riserva naturale Macchia Foresta del Fiume Irminio – Scala 1: 5.000
All. 5.4 – SIC Foce del Fiume Irminio – Scala 1: 5.000
All. 6 – Planimetria dei lavori di dragaggio per il ripristino dei fondali dell’imboccatura portuale –
Scala 1: 2.000
All. 7 -Interferenza opere in progetto con la Riserva naturale Macchia Foresta del Fiume Irminio e il
SIC Foce del Fiume Irminio
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