il nome della rosa analisi

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analiza,romanului Numele trandafirului

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Verso la maturità

Centro Culturale Candiani

29 aprile 2009

Roberta A.Rosada

roberta.rosada@istruzione.it

http://ilnomedellarosa.wikispaces.com/

FUORI L'AUTOREChi è Umberto Eco?-E' nato ad Alessandria nel'32.-Docente universitario-Inizia la sua carriera come medievista occupandosi di S.Tommaso e dell'estetica medievale-Successivamente passa ad occuparsi del rapporto tra letteratura e media (Apocalittici e integrati)-di semiotica (trattato di s.)-di narratologia (lector in fabula)

www.umbertoeco.it

per la bibliografia (sterminata!)

Che tipo di romanzo è?

Una traccia, ma dobbiamo essere sempre pronti al depistage dell'autore è rintracciabile nelle Postille al Nome della rosa (1983) scritte dello stesso Eco 3 anni dopo la pubblicazione del romanzo.

Il nome della rosa è un romanzo post moderno.

Che cosa vuol dire“romanzo postmoderno”?

Il termine “postmoderno” si diffonde negli Stati Uniti nel corso degli anni settanta e arriva in Italia all’inizio del decennio successivo. Con questa parola si intende, sia nel campo delle arti e della letteratura sia in quello della filosofia, una tendenza contrassegnata da almeno due caratteristiche:1. l’abolizione della distinzione, tipica per tutto il Novecento, tra, cultura elevata e cultura di massa;2. il rifiuto, o comunque la profonda diffidenza nei confronti di tutte le teorie che vogliono spiegare la realtà. La critica più recente ha messo in luce come il postmoderno non sia un semplice movimento artistico o culturale, ma sia piuttosto una condizione dell’arte e della cultura corrispondente a una data fase dello sviluppo storico della società occidentale, segnatamente quella denominata tardo capitalismo. Naturalmente il postmoderno, specialmente, ma non solo, nel campo delle arti visive, dove è nato in esplicita polemica con l’impegno e il razionalismo delle avanguardie moderne, ha suscitato critiche, discussioni e prese di posizione di vario genere, benchè oggi il dibattito verta piuttosto sul suo significato storico ovvero se il postmoderno sia una fase radicalmente nuova della cultura o se sia invece un episodio della modernità.

Dalla parte del lettore

Un narratore non deve fornire interpreta-zioni della propria opera, altrimenti non avrebbe scritto un romanzo, che è una macchina per generare interpretazioni......L'autore dovrebbe morire dopo aver scritto. Per non disturbare il cammino del testo......L'autore non deve interpretare.

Perchè “Il nome della rosa?”

L'idea del nome della rosa mi venne quasi per caso e mi piacque perchè la rosaè una figura simbolica così densa di significati da non averne più quasi nessuno.... il lettore ne risultava giustamente depistato, non poteva scegliere un'interpretazione; e anche se avesse colto le possibili letture nominaliste del verso finale ci arrivava appunto alla fine, quando aveva già fatto chissà quali scelte. Un titolo deve confondere le idee, non irregimentarle.

STAT ROSA PRISTINA NOMINE,NOMINA NUDA TENEMUS

Un romanzo a strati

La trama

Avvengono strani e inquietanti fatti di sangue in un monastero dell'Italia settentrionale dove, alla fine del novembre del 1327, si deve svolgere un importante incontro tra i rappresentanti della curia papale, ormai spostata ad Avignone, ed una delegazione di francescani filoimperiali per discutere della questione teologica della povertà di Cristo, che aveva evidentemente forti risvolti politici.

Viene incaricato dall'abate del monastero di indagare su questi fatti per evitare che l'importante convegno possa fallire, il francescano Guglielmo da Baskerville. Tra digressioni storiche e filosofiche e colpi di scena Guglielmo scoprirà che tutti i delitti ruotano attorno ad un libro che andrà perduto definitivamente nel rogo finale della biblioteca monastica: il secondo libro della Poetica di Aristotele. Quello sul riso e sulla commedia.

come romanzo storico

“componimento misto di storia ed invenzione”L'incipit utilizza il topos del manoscritto ritrovato, ma introducendo l'innovazione delle “scatole cinesi”.

Precedenti: Cervantes, Don ChisciotteU.Foscolo, Notizie intorno a Didimo Chierico, W.Scott, Ivanohe; A.Manzoni, Promessi Sposi.

come romanzo poliziesco

DETECTION

SOLUZIONEENIGMA

Edgar Allan PoeConan DoyleAgatha ChristieRex Stout

Il poliziesco classico

Variazioni sul tema del giallo

DETECTION

SOLUZIONEENIGMA

Guardie e ladri:Starsky e HutchMiami Vice

Variazioni sul tema del giallo

DETECTION

ENIGMA

Gadda, Quer pasticciacciobrutto de via Merulana

SOLUZIONE

racconto ideologico a chiave

Un romanzo a chiave (in lingua francese roman à clef o roman à clé) è un romanzo che descrive la vita reale, dietro una facciata di finzione. La 'chiave' di solito è un personaggio famoso o, in alcuni casi, l'autore del romanzo.

Per fare un esempio, scrivevo Il nome della rosa, dove il mio unico interesse era mettere in scena una complessa trama poliziesca all’interno di un’abbazia, che poi ho deciso di situare nel Trecento perché mi erano capitati alcuni documenti estremamente affascinanti sulle lotte pauperistiche dell’epoca. Nel corso della narrazione mi accorsi che emergevano – attraverso questi fenomeni medievali di rivolta non organizzata – aspetti affini a quel terrorismo che stavamo vivendo proprio nel periodo in cui scrivevo, più o meno verso la fine degli anni Settanta. Certamente, anche se non avevo un’intenzione precisa, tutto ciò mi ha portato a sottolineare queste somiglianze, tanto che quando ho scoperto che la moglie di Fra’ Dolcino si chiamava Margherita, come la Margherita Cagol moglie di Curcio, morta più o meno in condizioni analoghe, l’ho espressamente citata nel racconto. Forse se si fosse chiamata diversamente non mi sarebbe venuto in mente di menzionarne il nome, ma non ho potuto resistere a questa sorta di strizzata d’occhio con il lettore. (Faggioli, intervisa a U.Eco, Lettera internazionale 2003)

lector in fabula

Questo romanzo può essere letto in tre modi.La prima categoria di lettori sarà avvinta dalla trama e dai colpi di scena, e accetterà anche le lunghe discussioni libresche e i dialoghi filosofici perchè avvertirà che proprio in quelle pagine svagate si annidano i segni, le tracce i sintomi rivelatori.

lector in fabula

La seconda si appassionerà al dibattito di idee, e tenterà connessioni (che l'autore si rifiuta di autorizzare) con la nostra attualità.

lector in fabula

La terza si renderà conto che questo testo è tessuto di altri testi, un “giallo” di citazioni, un libro fatto di libri.

A ciascuna delle tre categorie l'autore comunque rifiuta di rivelare che cosa il libro voglia dire

la lingua e le lingue del romanzo

Nell'introduzione anche Eco (come Manzoni) si pone il problema della lingua da usare nel romanzo.

versione italiana di una versione neogotica francese di un'edizione latina secentesca di un'opera scritta in latino da un monaco tedesco sul finire del trecento.... in tutto questo ci può cascare un piatto impossibile come “carne di pecora in salsa cruda di peperoni” (quarto giorno compieta)

penitenziagite!Vide quando draco venturus est a rodegarla l'anima toa! La mortz est super nos! Prega che vene lo papa santo a liberar nos a malo de todas le peccata! Ah ah ah ve piase ista negromanzia de Domini Nostri Iesu Christi! Et anco jois m'es dols et plazer m'es dolors... Cave el diablo! Semper m'aguaita in qualche canto per adentarme le carcagna! Ma salvatore non est insipiens! Bonum monasterium, e qui se magna e se priega dominum nostrum. Et el resto valet un fico seco. Et amen. No?

LO SPAZIO

l'abazia

La vicenda si svolge all'interno di una non precisata abazia del Nord Italia. Essa si trovava sopra un monte ed era circondata da una cinta di mura, l'unico varco era un portale da cui partiva un viale, alla sua sinistra si estendeva una vasta zona di orti e il giardino botanico, intorno ai balnea, all'ospedale e all'erboristeria. Sul fondo si ergeva l'Edificio, di forma quadrangolare con quattro torrioni eptagonali. Al centro si trovava la Chiesa alla cui destra si estendevano alcune costruzioni che le stavano a ridosso: la casa dell'abate, il dormitorio e la casa dei pellegrini. Sul lato destro, al di là di una vasta spianata c'erano una serie di quartieri colonici, stalle, mulini, frantoi, granai e cantine. L'intero complesso era orientato secondo precisi dettami architettonici.

lo scriptorium

Un ambiente interno descritto con precisione è lo scriptorium: questo occupava l'intero secondo piano dell'Edificio. Le volte, sostenute da robusti pilastri, racchiudevano uno spazio soffuso di bellissima luce che entrava da tre enormi finestre per ogni lato maggiore, venticinque minori e otto alte e strette che si aprivano sul pozzo interno. L'abbondanza di finestre faceva sì che ci fosse una luce continua e diffusa che attraverso vetrate non colorate manteneva la sua purezza. I posti più luminosi erano riservati agli antiquari, ai rubricatori e ai copisti. In tutto c'erano quaranta tavoli, ognuno con tutto l'occorrente per miniare e copiare: corni da inchiostro, penne fini, pietra pomice, regoli per tracciare linee e un leggio.

il tempo

I fatti si svolgono nell'arco di una settimana a fine novembre del 1327.Ciascuna giornata è suddivisa in periodi corrispondenti alle ore liturgiche.Mattutino (2-3 di notte)Laudi (prima dell'alba verso le 5-6)Prima (7.30 prima dell'aurora)Terza (verso le 9)Sesta (mezzogiorno)Nona (2-3 del pomeriggio)Vespro (4.30- tramonto)Compieta (verso le 6 di sera. alle 7 vanno a letto)

L'EROE E LA SPALLA

Guglielmo da Baskerville

Fra' Guglielmo, oltre ad un medievale Sherlock Holmes, nel nome rievoca palesemente il filosofo francescano inglese Guglielmo di Occam, maestro del metodo deduttivo. Vhe in origine dovevea essere il vero protagonista del romanzo. (cfr postille); inoltre, nelle citazioni Eco inventa una fittizia discendenza discepolare di fra' Guglielmo da Ruggero Bacone, anch'egli filosofo d'Oltremanica tardo-medievale. Infine, il paese di provenienza di Guglielmo si richiama a Il mastino dei Baskerville di Conan Doyle, autore dello stesso Sherlock Holmes.

Adso da Melk●Adso da Melk, di origini tedesche, è la voce narrante della storia. Durante gli avvenimenti è ancora un giovane ma li racconta quando ha ormai raggiunto un'età avanzata. Egli è un novizio benedettino ed è stato affidato a Guglielmo per avere un maestro che lo istruisca. È molto giovane e per questo ancora ingenuo e inesperto, ma allo stesso tempo voglioso di apprendere dal suo maestro che ammira profondamente e di cui si fida, tanto da farne il suo confessore. Nei sette giorni della vicenda egli matura molto e cresce sia dal punto di vista spirituale che intellettuale, chiarendosi le idee su molti dei fenomeni del tempo, fra cui le eresie e la corruzione della Chiesa. Ma la sua ingenuità lo porta a un momento di debolezza in cui cade nel peccato carnale con una ragazza, questo episodio lo tormenta a lungo e anche da anziano lo ricorda molto bene continuando a esserne sconvolto. Adso rappresenta l'inesperienza e attraverso le sue domande dà indicazioni ai lettori meno colti. (postille)

Jorge da Burgos

Alcuni epiteti di Jorge da Burgos sono direttamente tratti dagli strali lanciati dal "Doctor Mellifluus" cioè Bernardo di Chiaravalle contro l'origine diabolica del riso. Il personaggio, peraltro, appare una riuscita caricatura di Jorge Luis Borges: ciò non soltanto per la comune cecità e per l'evidente assonanza dei nomi, ma anche per la diretta discendenza borgesiana dell'immagine della biblioteca come specchio del mondo e persino della planimetria poligonale con cui la biblioteca dell'abbazia è disegnata (cfr. La biblioteca di Babele).

Altri personaggi

Abbone l'abate Bernardo Gui * Umbertino da Casale * Salvatore Remigio da Varagine

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