clade cromoalveolati excavata unikonti

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Clade Cromoalveolati

Alveolata

Ciliophora (Ciliati)

Dinozoa (Dinoflagellati)

Apicomplexa (Apicomplessi)

Rhizaria

Foraminiferi

Radiolaria

Cercozoi

Clade Excavata

Euglenozoa

Euglenidi

Kinetoplastidia

Clade Unikonti

Amoebozoa

Opisthokonta

Choanoflagellati

Cromisti

Stramenopili o Heterocontophyta

Diplomonadei

Diplomonadidi

Due generi, noti come EMOFLAGELLATI,

Leishmania e Trypanosoma, sono patogeni per l’uomo.

Sono parassiti di grande importanza per la salute

umana e animale

PROTOZOI

Hanno cicli dixeni che si svolgono tra Vertebrati e

specifici insetti che fungono da vettori.

Sono stati dimostrati fenomeni sessuati primitivi, con

fenomeni di ricombinazione che sembrano avvenire

nell’intestino degli insetti che

quindi andrebbero

considerati ospiti definitivi

mentre il vertebrato ospite

intermedio

PROTOZOI Tripanosomatidei,

PROTOZOI Tripanosomatidei,

Quando il vettore compie un

pasto di sangue su un

mammifero suscettibile, il

parassita invade il sangue e i

tessuti del nuovo ospite,

dove si moltiplica

provocando la patologia.

Il ciclo vitale si completa

quando un secondo insetto,

con un nuovo pasto di

sangue, ingerisce il sangue

infetto del mammifero.

Durante i passaggi tra i vari ospiti, insetti e vertebrati, si osservano diversi

morfotipi legati alla fase endo- o eso-cellulare e al diverso metabolismo

respiratorio utilizzato nelle diverse localizzazionidei due ospiti

endocellulare

esocellulare

1,5 - 5 µm

15-30 µm

PROTOZOI Tripanosomatidei,

Due generi:

-Leishmania è dotato solo delle forme amastigote e

promastigote (extra- e intra- cellulare);

-Trypanosoma:

La specie Trypanosoma brucei solo dell’epimastigote e del

tripomastigote (extracellulare);

La specie Trypanosoma cruzi dell’amastigote, dell’epimastigote

e del tripomastigote (extra- e intra- cellulare);

PROTOZOI Tripanosomatidei

Parassiti intracellulari obbligati dei mammiferi.

L’uomo può essere infettato da diversi ceppi, indistinguibili tra loro a livello

morfologico.

Genere Leishmania

amastigote promastigote

vettore

Flebotomo o pappatacio

responsabile della

trasmissione della

Leishmaniosi

La specifica associazione

PARASSITA-RESERVOIR-VETTORE

e la relativa

PATOLOGIA NELL’UOMO

presente in un dato

TERRITORIO

contribuiscono alla definizione di

ENTITA’ NOSOGEOGRAFICHE DELLE

LEISHMANIOSI

Genere Leishmania – patologia ed epidemiologia

Leishmania tropica e L.major e la forma dermotropica di

L. infantum nel Vecchio Mondo e L. mexicana nel Nuovo

Mondo sono causa di lesioni cutanee localizzate e ulcere,

meglio conosciute come “bottone d’oriente” e “ulcera del

chiclero”, rispettivamente.

L. braziliensis causa la leishmaniosi cutaneo-mucosa

americana nota come “espundia”

L. donovani in India è l’agente eziologico della

leishmaniosi viscerale o “kala azar”. L. infantum è diffusa

sia nel Nuovo che nel Vecchio Mondo incluso il bacino del

Mediterraneo e l’Italia dove è endemica

Leishmaniosi cutanea

del Vecchio Mondo

Bottone d’oriente

Distribuzione della leishmaniosi cutanea del Vecchio Mondo

•Antroponotica

(L.tropica)

• Zoonotica

(L.major)

•Sporadica

(L.infantum)

Genere Leishmania – patologia ed epidemiologia

Leishmania tropica

diffusa nelle aree urbane dalla Turchia all’India compreso

tutto il Medio Oriente.

Antropoparassitosi con

possibili serbatoi animali

nelle zone rurali

Danni limitati alla cute nel

sito di puntura dove formano

tipiche ulcere a forma di

cratere che espongono il

derma sottostante.

Distribution of Leishmania tropica in the Mediterranean and Middle East

La trasmissione uomo-uomo avviene attraverso la puntura della specie antropofila Phlebotomus sergenti

Genere Leishmania – patologia ed epidemiologia

Leishmania major

diffusa nelle zone aride del Vecchio Mondo (Africa, Iran,

India, Asia Centrale)

Trasmessa da Phlebotomus papatasi

Zoonosi - il ciclo avviene normalmente tra l’insetto e roditori

selvatici, l’uomo è ospite accidentale ma frequente

Distribuzione di Leishmania major nel Mediterraneo e Medio Oriente

Il Gerbillo è reservoir di Leishmania major, agente della leishmaniosi cutanea zoonotica

Meriones shawi

Tipico biotopo dei gerbilli e di Phlebotomus papatasi in nord Africa and Medio Oriente, e insediamenti umani

Genere Leishmania – patologia ed epidemiologia

Leishmania infantum ceppi dermotropi

Spesso causata da genotipi diversi da quelli che causano

la forma viscerale – stesso areale di distribuzione

(Mediterraneo occidentale e America Centrale)

Stessi serbatoi e vettori

Tendenza a visceralizzare

Nei soggetti immunodepressi

e nei bambini sotto 1 anno

di età

Distribution of dermotropic Leishmania infantum in western Mediterranean

Leishmaniosi cutanea

e mucocutanea del

Nuovo Mondo

Leishmaniosi zoonotica cutanea e mucocutanea del Nuovo Mondo

•L.mexicana •L.braziliensis

Vettore: Lutzomyia spp. Agenti eziologici:

cutanea “ulcera del chiclero”

Mucocutanea “espundia”

Infezione naturale nei roditori

che abitano le grandi foreste

tropicali dell’America Latina.

I flebotomi trasmettono

l’infezione agli uomini impegnati

in attività militari, costruzione di

strade, nuovi insediamenti nella

giungla, etc.

Una lesione primaria, simile a quella del bottone

d’Oriente, compare da 1 a 4 settimane dopo la

puntura dell’insetto, e può risolvere

spontaneamente. Tuttavia, nella maggior parte dei

casi, l’ulcera si allarga causando una lesione attiva.

Nel 2-50% dei pazienti, dopo

poche settimane o addirittura

anni, compaiono dolorose

lesioni metastatiche della

mucosa in grado di distruggere i

tessuti della bocca e del naso.

La distruzione del setto nasale

determina il caratteristico

aspetto del naso a tapiro, quella

del palato e laringe può rendere

il paziente afono.

Leishmaniosi

viscerale

?

Distribuzione della leishmaniosi viscerale

•Antroponotica (Leishmania donovani)

•Zoonotica (Leishmania infantum)

250,000 100,000 Estimated yearly

incidence

L. donovani

leishmaniosi viscerale antroponotica

periodiche epidemie associate a guerre, carestie,

migrazione …

South Sudan Bihar, India

in India “Kala-Azar” (Morbo Nero, perché nella forma cronica della malattia

la pelle diventa iperpigmentata

L. donovani

E’ trasmessa da

Phlebotomus argentipes

non ha serbatoi animali

Nelle infezioni da L.

donovani, trasportati

dal flusso ematico, i

parassiti sono in grado

di raggiungere gli

organi interni

Epidemiologia della leishmaniosi zoonotica viscerale (Leishmania infantum)

nel Mediterraneo e Medio Oriente

Leishmania infantum forma viscerale

E’ una zoonosi, gli ospiti vertebrati naturali sono i cani.

Il vettore è generalmente Phlebotomus perniciosus

Leishmania infantum forma viscerale

In Italia è endemica dalla Liguria alla Sicilia, con

un’incidenza di circa 300 casi conclamati l’anno

I protozoi spariscono rapidamente dal sito di infezione e si

localizzano e si moltiplicano nei macrofagi di milza, fegato,

linfonodi, midollo osseo, mucosa intestinale e in generale

dovunque siano presenti componenti del sistema reticolo-

endoteliale.

Leishmania infantum forma

viscerale

Malattia opportunista

Da 1 a 4 mesi dopo l’infezione

appare febbre con tremiti e sudori;

fegato e milza ipertrofici

La malattia non trattata ha spesso

esito fatale

Tipico focus rurale

Maddaloni, Italia

Nice district, France

Nord dell’ Iran

Human Visceral Leishmaniasis cases recorded in Italy

The reservoir of zoonotic visceral leishmaniasis: any role for wild Rodentia and Carnivora?

Species Examined Infected Country

Mus musculus 84 0 Italy

27 0 Spain

24 0 France

Apodemus sp. 107 0 Italy

612 0 France

Mice

Species Examined Infected Country

Rattus rattus 340 4 (1%) Italy

100 1 (1%) Spain

280

30

0

0

Malta

France

Rattus norvegicus 107 0 Italy

612 0 Spain

Rats

Species Examined Infected Country

Vulpes vulpes 407 1 (0.2%) Italy

71 4 (5.6%) Portugal

99 2 (2%) France

Martes foina 21 0 Italy

47 0 France

Carnivora*

*Other wild canids found infected: Canis aureus (jackal) Canis lupus but no prevalence data available

leishmaniosi canina

2-45% sieroprevalenza in foci stabili di leishmaniosi zoonotica viscerale (in Italia 15%)

Malattia clinica in meno del 50% dei cani sieropositivi

Genere Trypanosoma

Trypanosoma africano

Trypanosoma americano

Trypanosoma africano

(Malattia del sonno)

I tripanosomi associati a queste malattie sono identici a livello

morfologico e sierologico e sono considerati appartenenti a

una singola specie, Trypanosoma brucei.

Le tre sottospecie, conosciute come T.brucei gambiense,

T.brucei rhodesiense e T.brucei brucei, possono essere

distinte sulla base delle loro caratteristiche biologiche, dei

diversi zimodemi, della morfologia del mitocondrio e delle

diverse modalità di ibridazione del DNA.

In particolare la sottospecie T. b. brucei non è infettante per

l’uomo ma ha grande importanza in campo veterinario.

Indistinguibili tra loro a livello morfologico.

Trypanosoma

africano

Genere Trypanosoma

Tripomastigote

Vettore

Epimastigote

Trypanosoma africano

La tripanosomiasi africana è una meningoencefalite altamente

letale e trasmessa all’uomo dalle mosche ematofaghe

appartenenti al genere Glossina.

Da un punto di vista clinico ed epidemiologico si distinguono

due forme: la malattia del sonno dell’Africa occidentale o del

Gambia e quella dell’Africa orientale o della Rhodesia.

La nagana, malattia del bestiame causata da T. brucei brucei,

rende inutilizzabili per l’allevamento più di 10 milioni di

chilometri quadrati dell’Africa centrale.

Genere Trypanosoma

T.b.rhodesiense T.b.gambiense

Angola, Dem. Rep. Congo, Uganda, Sudan

Cameroon, Congo, Ivory Co., Central African Rep., Guinea, Mozambique, Tanzania, Chad

Benin, Burkina Faso, Gabon, Ghana, Equatorial Guinea, Kenya, Mali, Nigeria, Togo, Zambia

Endemico in 36 paesi dell’area sub-Sahariana 60 millioni di persone vivono in ~ 250 foci

T.b.rhodesiense T.b.gambiense

Ecologia di T.b.gambiense e T.b.rhodesiense

G. palpalis group G. morsitans group

Ecologia di T.b.gambiense e T.b.rhodesiense

Il Sudan è l’unico Stato in cui sono rinvenute entrambe le forme della malattie del sonno

Ecologia di T.b.gambiense

G. palpalis group

Le mosche tse-tse

che vivono tra la

vegetazione che si

sviluppa lungo i corsi

d’acqua dell’Africa

centrale e

occidentale, fungono

da vettori per la

malattia del sonno

del Gambia.

Queste mosche non sono esclusivamente

antropofile ma gli uomini rappresentano il maggiore

reservoir del parassita.

Il tasso di infezione nell’uomo è influenzato dalla

vicinanza all’acqua e in condizioni non epidemiche

raramente supera il 2-3%. Il carattere cronico della

malattia nell’uomo ne assicura tuttavia la

trasmissione continua.

T.b.gambiense

Glossina palpalis group

T.b.rhodesiense

Ecologia di T.b.rhodesiense

G. morsitans group

La malattia del

sonno della

Rhodesia, invece,

è trasmessa dalle

mosche delle

grandi savane

dell’Africa

orientale, che si

nutrono del sangue

delle antilopi che

abitano queste

aree.

L’antilope rappresenta il maggiore serbatoio del

parassita, ma è stata dimostrata la trasmissione

uomo-uomo e animale-uomo. L’uomo si infetta

principalmente quando si sposta nella savana per la

caccia o per il pascolo degli animali.

T.b.rhodesiense

G. morsitans group

Nel mammifero ospite il

parassita acquisisce una

glicoproteina di membrana

altamente variabile (VSG –

Variable Surface

Glycoprotein).

Alcuni ceppi di T. brucei

possono variare l’assetto

antigenico della glicoproteina

di membrana

. Un singolo ceppo è in grado

di produrre dozzine di varianti

antigeniche.

VSG –Variable Surface Glycoprotein).

Gli anticorpi

(principalmente IgM)

attivati dagli antigeni di

superficie caratteristici

della particolare ondata

parassitemica, si legano al

parassita e ne determinano

la distruzione.

I tripomastigoti scompaiono

dal flusso sanguigno,

riapparendo 3-8 giorni

dopo con un nuovo assetto

antigenico. Gradualmente

queste ricomparse

diventano meno regolari e

frequenti, ma possono

persistere per settimane o

anni prima di scomparire

definitivamente.

Stadio Emolinfatico

Febbre, splenomegalia, linfoadenopatia

Stadio Meningoencefalico

Severe emicranie, apatia, Disordini del sonno/veglia, Cachessia, coma e morte

Trypanosoma americano

(Chagas disease)

I tripomastigoti di Trypanosoma cruzi sono molto simili a quelli

di Trypanosoma brucei e, allo stesso modo, si diffondono dal

sito di inoculazione al sangue periferico dei mammiferi ospiti.

Il loro ciclo vitale, tuttavia, differisce per molti aspetti; quello

più importante è che in T. cruzi non si hanno moltiplicazioni

extracellulari.

Comprende diversi ceppi, ognuno caratterizzato da una

particolare distribuzione geografica, preferenza tissutale e

virulenza.

tripomastigote epimastigote

amastigote

Vettore: cimice

Ordine Heteroptera

Fam. Redivudae

Sottofam. Triatominae

Parassita

Trypanosoma

americano

(Chagas disease)

La tripanosomiasi americana è

trasmessa dalle cimici della

famiglia Reduviidae.

L’infezione si manifesta nei

bambini con febbre alta e negli

adulti in forma cronica cardiaca

o gastro intestinale.

Diverse specie dei Generi Triatoma, Panstrongylus e Rhodnius

sono ospiti riconosciuti e vettori di Trypanosoma cruzi

Endemico in America Latina, (presente nel Texas e in California)

100 milioni di persone a rischio di infezione

Human disease

Animal infection

~120 species of triatomine bugs (very few peri- or domestic ones, e.g. Triatoma infestans)

~150 species of wild mammals found infected (only a few domestic ones, e.g. dogs, cats, guinea pigs)

Forma Acuta

Chagoma, febbre, splenomegalia, limfoadenopatia

Forma Cronica

Malattie cardiache (miocarditi, aritmia, blocco cardiaco)

Mega-esofago, mega-colon

Diagnosi di Laboratorio

Nelle FORME CRONICHE, sierologia (IFAT, ELISA)

Nelle FORME ACUTE, esame microscopico del sangue dopo concentrazione

Per tutte le FORME, PCR

Per tutte le FORME, xenodiagnosi

Diagnosi di Laboratorio

Gabbia di triatomine (emitteri) poste sulla cute per xenodiagnosi

XENODIAGNOSI

Metodo diagnostico

particolarmente utile nella

fase cronica dell’infezione

da T.cruzi, quando cioè

nel sangue circolano

pochissimi tripomastigoti.

La tecnica consiste nel far

pungere il paziente da

popolazioni di laboratorio

(sane) per verificare se è

in grado di infettarle.

XENODIAGNOSI

Dopo circa due settimana si

procede alla dissezione degli

emitteri e alla ricerca nel loro

intestino degli epimastigoti e

tripomastigoti originatisi per

scissione binaria a partire dai

pochissimi flagellati

eventualmente presenti nel

sangue del soggetto ma sfuggiti

all’esame microscopico con

tecniche dirette o di

concentrazione

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