alla caccia del risparmio - altroconsumo/media/altroconsumo... · 2012. 7. 30. · inchiesta 20...
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Inchiesta
20 Altroconsumo 252 • Ottobre 2011 www.altroconsumo.it20 Altroconsumo 252 • Ottobre 2011
Piccolo, centrale ed essenziale:è il futuro del supermarket?
Spesaalla caccia del risparmioBattere la crisi al supermercato si può. Senza rinunciare alla qualità. Si possono risparmiare in media 700 euro all’anno.
LA NOSTRA INCHIESTAPer scoprire dove poter risparmiare, anche quest’anno abbiamo ipotizzato alcuni scenari di spesa di una famiglia media.
LA GEOGRAFIA DEL RISPARMIOL’indagine è stata condotta in 949 punti vendita di 61 città italiane nel maggio 2011. Complessivamente abbiamo visitato 670 supermercati, 146 ipermercati e 133 hard discount, rilevando qualcosa come 887mila prezzi per un totale di 108 categorie merceologiche. A pagina 28 trovate i giudizi completi per ciascuna città.
DUE STILI, DUE CARRELLIVi presentiamo due modelli alternativi di spesa. Il primo è quello più diffuso, che include i prodotti di 507 marche relative a 724 confezionamenti riconducibili a 102 categorie merceologiche (Carrello 1); il secondo è di stampo low cost, cioè contiene i prodotti più economici (Carrello 2).Le relative classifiche per catene le potete leggere a pagina 23.
UNA SCELTA CONSAPEVOLEIl costo del carrello è stato tradotto in un indice ponderato, il che permette di confrontare il livello dei prezzi tra le diverse catene nonché da città a città (trovate le tabelle da pagina 28).
www.altroconsumo.it Ottobre 2011 • 252 Altroconsumo 21
la rivincita dei piccoli contro i giganti. Nella gara che senza sosta le principali insegne di super e ipermercati presenti sul
territorio nazionale giocano a colpi di prezzi ribassati e di offerte speciali, quest’anno a spuntarla, soprattutto grazie a una strategia commerciale che ha investito sulla competizione di prezzo sui prodotti di marca, sono spesso stati i supermercati di piccole e medie dimensioni.
Davide contro GoliaLa classifica nazionale delle insegne più convenienti, negli ultimi anni dominata dai gruppi nazionali come Esselunga, Iper e Ipercoop, quest’anno mostra alcune interessanti new entry. A cominciare dalla prima in classifica, Galassia, presente in Italia con sei punti
È vendita e operante in piazze molto competitive come Verona. Novità anche per il secondo gradino del podio, U2, insegna che fa riferimento alla catena Unes (da non confondere con U!) e che nell’ultimo anno ha nettamente migliorato la posizione. Terza in classifica Panorama, legata alla catena Pam e, al quarto posto, l’insegna che ha ottenuto la palma della convenienza lo scorso anno, vale a dire Ipermercati Iper. Quinta posizione per Esselunga, seguita a stretto giro da Iper Simply, Ipercoop, Leclerc Conad e Auchan. A deludere, invece, alcuni nomi noti e distribuiti capillarmente sul territorio, come Carrefour.
Piccoli, spartani, ma convenientiA cosa si devono queste novità? Prendiamo ad esempio i casi di U2 e di Simply. La loro strategia è quella di puntare sulla piccola dimensione e sul risparmio in aspetti
dell’offerta commerciale, come l’organizzazione più spartana dei negozi. Il risultato è una proposta estremamente concorrenziale sul prodotto di marca, ma in una formula più vicina a quella del punto vendita di vicinato: supermercati facilmente accessibili, poiché interni ai centri urbani. Una ricetta innovativa, in grado di soddisfare esigenze di mobilità sostenibile penalizzate invece dai grandi centri commerciali, spesso in periferia.
Un risparmio da mille euroMalgrado gli annunci ottimistici che si sono sprecati durante la prima parte dell’anno, la crisi economica che ha attanagliato le famiglie italiane negli ultimi due anni non è stata ancora archiviata.Anzi, i colpi di coda che si sono registrati durante i mesi estivi non sembrano prospettare nulla di buono.
Inchiesta
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Cobolli Gigli (Federdistribuzione): “Il futuro sono punti vendita più piccoli, più vicini a casa, ma con prezzi convenienti”.
INTERVISTA
“Il ritorno ai negozi di prossimità è una tendenza che si sta manifestando da qualche anno, sia in Italia che nei Paesi europei”. I risultati dell’inchiesta di Altroconsumo di questo mese vengono confermati anche da Giovanni Cobolli Gigli, presidente di Federdistribuzione.
Presidente, quali sono le ragioni di questo ritorno al piccolo? “Negli ultimi anni alcune imprese distributive hanno diversificato i propri formati. In questo senso il panorama della convenienza analizzato da Altroconsumo può essere mutato, segnalando nuovi nomi ed evidenziando per altri una diversa collocazione in classifica. Il ritorno alla prossimità è una tendenza non solo italiana ma anche europea, poiché il consumatore segnala di gradire punti vendita di più facile frequentazione, più vicini a casa, raggiungibili anche senz’auto, nei quali tuttavia è possibile trovare un assortimento sufficientemente ampio e buona convenienza”.
Da qualche anno ci siamo accorti della grande differenza di prezzi fra Nord e Sud. Spesso, infatti, i prezzi praticati al Sud sono sensibilmente più alti di quelli praticati al Nord. Quali ostacoli impediscono una maggior convenienza al Sud?“Questo fenomeno si manifesta esclusivamente nei prodotti confezionati a causa della struttura della distribuzione moderna presente sul territorio: nel Mezzogiorno la grande distribuzione organizzata (Gdo) è generalmente meno presente e la concorrenza tra le insegne meno forte rispetto a quanto accade al Nord, e sappiamo che la concorrenza è un potente stimolo al contenimento dei prezzi. Se invece si prendono in considerazione i prodotti freschi, quindi con una forte incidenza dei prodotti locali, il Mezzogiorno presenta ancora prezzi significativamente inferiori rispetto alle regioni del Nord. Va quindi precisato che la spesa complessiva di una famiglia risulta ancora più conveniente al Sud, come evidenziano gli indicatori di reddito del Paese”.
Nel corso di una nostra indagine sull’aumento del costo della vita in questi primi dieci anni di euro, abbiamo evidenziato importanti aumenti in alcune categorie alimentari. Da che cosa nascono aumenti di questo tipo?“All’epoca della transizione all’euro la Gdo è
stato l’unico settore che ha garantito ai consumatori la pura trasformazione del prezzo da una moneta all’altra, senza alcun incremento. Da allora la tutela del potere d’acquisto delle famiglie è stato un imperativo per le aziende distributive: dal 2002 al 2010 se i prezzi delle tariffe e dei servizi sono complessivamente aumentati del 29,2%, i prezzi dei prodotti confezionati nella Gdo sono incrementati solo del 5,5%. Variazioni significative di singoli mercati sono quindi dovute a fenomeni particolari e circoscritti, legati alle variazioni delle materie prime”.
La crisi economica non è finita. E le incertezze sul piano finanziario rischiano di sortire pesanti ripercussioni sull’economia reale e sulle decisioni di consumo dei cittadini. Quali strategie mette in campo la Gdo per venire incontro alle famiglie?Siamo preoccupati per il futuro dei consumi. Veniamo da anni di consumi deboli e non vediamo segnali significativi di inversione di tendenza. Le ultime vicende economiche, inoltre, comporteranno una nuova caduta del potere d’acquisto e aumenteranno le preoccupazioni per il futuro da parte delle famiglie, contribuendo ulteriormente a frenarne la spesa. In questo quadro la scelta delle imprese distributive è stata quella di fare tutto il possibile per salvaguardare la capacità di acquisto dei consumatori, assicurando la più ampia scelta possibile, la massima convenienza e il miglior servizio. Tutto questo si traduce in fatti concreti: in ogni punto vendita e per ogni categoria merceologica si può trovare dal prodotto meno caro a quello di nicchia e di alta qualità; quasi il 30% della spesa alimentare è fatta con prodotti promozionati che garantiscono sconti medi vicini al 30%; lo sviluppo della marca del distributore propone un prodotto con la qualità dei leader ma un prezzo inferiore fino al 40%.
Al di là dei prezzi, su cosa state investendo per fidelizzare la clientela?L’obiettivo è proporsi ai clienti con punti vendita sempre più amichevoli e stimolanti, capaci di garantire un’offerta ampia e sempre aggiornata in un ambiente piacevole e che attribuisca all’acquisto, soprattutto del non food, una valenza anche emozionale. Per questo molte imprese hanno avviato importanti progetti di rinnovamento della propria formula, aumentando i servizi al cliente.
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IN DIECI ANNI FAMIGLIE PIÙ POVERE
Il prossimo gennaio la moneta unica compirà i suoi primi dieci anni. Come abbiamo scritto il mese scorso (AC 251, settembre 2011), nel corso di questo decennio gli italiani si sono sicuramente impoveriti. Se infatti il loro reddito procapite è cresciuto dal 2001 a oggi del 14%, i prezzi in media sono saliti del 21%, tanto che il nostro potere d’acquisto si è ridotto del 7 per cento. Un impoverimento che è dipeso anche dall’aumento dei prezzi relativi ai prodotti alimentari, lievitati, nel complesso, del 27 per cento. Tra le voci di spesa che sono maggiormente aumentate secondo
l’Istat: gli oli alimentari non di oliva (+50%), la farina (+50%), il pane (+36%), la pasta (+36%) e la frutta fresca (+35%). Anche il pesce ha subìto impennate di prezzo evidenti. Basti pensare che il tonno in scatola è aumentato del 34%, come la birra. Nessun articolo ha registrato diminuzioni. Tra i minori rincari spiccano le carni suine (+6,7%), i gelati (+9,3%), lo zucchero (+10,5%) e le acque minerali (+11,3%).In basso, gli aumenti di singoli prodotti tra 2001 e 2011, documentato dalle nostre rilevazioni per l’inchiesta supermercati pubblicata ogni anno.
Ecco perché, in un contesto del genere, per le famiglie, la possibilità di risparmiare qualche centinaia di euro all’anno sulla spesa può rappresentare un aspetto ancora più interessante.E, a giudicare dalla nostra inchiesta, le possibilità di risparmio, anche quest’anno, ci sono.Scegliendo il punto vendita più conveniente, infatti, si possono risparmiare in media 700 euro all’anno.
Una cifra importante, dato che, secondo l’Istat, ogni famiglia spende mediamente 6.272 euro all’anno per fare la spesa.
Città che vai, risparmio che troviL’Italia è il paese dei mille campanili. Ma pure dei mille prezzi. Da Nord a Sud, infatti, anche le stesse insegne praticano prezzi diversi. Le possibilità di risparmio, quindi, variano di molto, da città a città. Il motivo?
Innanzitutto la leva della concorrenza. In altre parole, più punti vendita si concentrano in un’unica città, più le insegne sono portate ad abbassare i prezzi per essere competitive e attirare sempre nuovi clienti. Il risultato si nota anche nella differenza di risparmio possibile. Si va infatti dal risparmio massimo di Alessandria, 1.310 euro, a quello di Aosta, solo 164 euro. Ma andiamo per gradi.
-7%La perdita di potere
d’acquisto delle famiglie italiane.
+ 35,2%+ 34,3%+ 41,6%
+ 25,1%
+ 21,8%
+ 35%
+ 40,9%
+ 10,8%
+ 21,6%+47,5%+ 19,4% + 19,2%
Inchiesta
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Al supermercato si possono acquistare diversi tipi di marca, anche dello stesso prodotto. Ci si può avvantaggiare delle promozioni sui prodotti di marca, oppure è possibile acquistare prodotti a marchio commerciale, a marchio primo prezzo o di hard discount.Scelte d’acquisto che possono portare a risparmi anche molto consistenti. I dati a fianco sono tratti da questa inchiesta.
CLASSIFICA CARRELLO 2
Catena Tipo Indice
EUROSPIN D 100
LIDL D 101
DICO D 102
IN’S D 102
PENNY MARKET D 103
D PIU’ D 104
LD MARKET D 105
MD D 108
CARREFOUR I 110
AUCHAN I 110
IPER I 111
ESSELUNGA S 113
IPERCOOP I 114
PAM S 119
PANORAMA I 120
COOP S 121
CARREFOUR MARKET S 123
SIMPLY S 128
EUROSPAR S 128
BILLA S 130
FAMILA S 135
ALI’ S 137
LECLERC CONAD I 140
SMA S 141
DESPAR S 141
DOK SUPERMERCATI S 142
SUPER A&O S 144
PUNTO SMA S 145
CONAD S 150
CONAD SUPERSTORE S 155
MAXISIDIS S 158
SISA S 160
CLASSIFICA CARRELLO 1
Catena Tipo Indice
IPERSIDIS S 106
COOP S 106
CARREFOUR I 106
MAXISIDIS S 106
INTERSPAR S 106
DOK SUPERMERCATI S 106
SISA S 107
POLI S 107
SUPER A&O S 108
EUROSPAR S 108
CONAD S 108
CARREFOUR MARKET S 108
TIGRE MAXITIGRE S 109
SUPERBASKO S 109
U! COME TU MI VUOI S 109
SUPERMERCATI GULLIVER S 110
DESPAR S 111
DIMEGLIO S 111
BILLA S 112
CLASSIFICA CARRELLO 1
Catena Tipo Indice
GALASSIA I 100
U2 SUPERMERCATO S 101
PANORAMA I 101
IPER I 101
ESSELUNGA S 102
IPER SIMPLY S 103
IPERCOOP I 103
LECLERC CONAD I 103
AUCHAN I 103
PAM S 103
IPERFAMILA I 103
BENNET I 104
ALI’ S 104
SMA S 105
IPERSPAR I 105
IL GIGANTE I 105
EMISFERO I 105
CONAD SUPERSTORE S 105
FAMILA S 105
SIMPLY S 106
DET
OLTRE LA MARCA
prezzo del prodotto di marca in promozione
-23%
prezzo del prodotto di marchio commerciale
-38%
prezzo del prodotto primo prezzo
-42%
prezzo del prodotto discount
-53%
TABELLA COME LEGGERLA
Carrelli Sono due i modelli di spesa messi in pratica. Uno è quello più diffuso, che include i prodotti di marca più venduti (che chiamiamo Carello 1), e uno di stampo low cost (indicato come Carrello 2), a caccia dei prodot-ti più economici.
Tipo Con “I” indichiamo gli iper-mercati. “S” si riferisce ai super-mercati. “D” agli hard discount.
Indice Per entrambi i carrelli, abbiamo attribuito 100 alla ca-tena che si è rivelata la più con-veniente dell’inchiesta. Gli altri
indici sono invece assegnati proporzionalmente. Ciò quindi significa che un indice 110 prati-ca mediamente prezzi più cari del 10% in una stessa città rispet-to all’insegna più economica. Le due tabelle presentano indici non confrontabili.
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Un’indagine capillareQuest’anno i nostri esperti hanno passato al vaglio ben 886.826 prezzi, relativi a 108 categorie merceologiche. Per farlo, ci siamo recati in 949 punti vendita distribuiti in 61 province italiane.Un mare di dati e di numeri, insomma, da cui siamo partiti per valutare la convenienza di certe catene rispetto ad altre. Per farlo abbiamo diviso la vostra spesa-tipo in due carrelli. In quello che abbiamo chiamato Carrello 1 abbiamo messo una selezione dei più comuni e conosciuti articoli di marca. In base ai prezzi di questi prodotti abbiamo così costruito una classifica di convenienza delle catene.Abbiamo poi riempito un secondo
carrello, appunto il Carrello 2, scegliendo le stesse categorie di prodotto che compongono il Carrello 1, ma scegliendo questa volta gli articoli più economici. Una sorta di top list dei prodotti low cost, che ha generato una seconda classifica.
Dove abita la convenienzaCome abbiamo visto, ormai nessuna catena pratica gli stessi prezzi su tutto il territorio nazionale. La pressione concorrenziale fra insegne induce infatti le azienda a praticare politiche commerciali differenti, anche in maniera sensibile, fra città e città. Se guardiamo ai prezzi del punto vendita meno caro della città, analogamente allo scorso anno, la città più conveniente della
penisola si conferma Verona, dove è possibile trovare il punto vendita in cui la spesa costa meno (indice 100 in tabella). Qui la spesa media a famiglia, prendendo come riferimento il consumo medio della famiglia tipo italiana, è di 5.785 euro; il risparmio massimo possibile, scegliendo bene il supermercato, è di 844 euro.Oltre a Verona, nei punti alti di classifica troviamo Pisa, quarta l’anno scorso, Firenze, seconda nel 2010, e Modena, nona nella rilevazione precedente.Ottime possibilità di risparmio si trovano poi anche a Padova, Arezzo, Treviso, La Spezia e Alessandria.Interessante quest’anno il risultato di Napoli, 13ª posizione con Pesaro e soprattutto prima città del Sud e prima
LA FIERADEGLI SPRECHI
Solo in Italia, secondo Coldiretti, ogni anno restano invenduti nei retrobottega dei punti vendita qualcosa come 240mila tonnellate di alimenti per un valore di un miliardo di euro. Derrate che potrebbero sfamare 600mila cittadini con tre pasti al giorno per un anno. Ma non sono solo i supermercati i responsabili degli sprechi. Si spreca anche dopo l’acquisto. Secondo uno studio commissionato dalla Fao (Food and Agriculture Organization delle Nazioni Unite) in Europa e in Nord America lo spreco pro capite del consumatore medio oscilla tra 95 e 115 kg all’anno.Tra i prodotti più sprecati in Italia troviamo il pane nonché la frutta e la verdura. Tra i motivi c’è sicuramente l’eccesso di acquisto generico, ecco perché a nostro avviso i consumatori devono imparare a essere più consapevoli delle proprie scelte alimentari.
Costruisci una lista della spesa ragionata quando sei a casa, annotando solo quello che serve, e poi cerca di seguirla.
Preferisci l’acqua del rubinetto a quella in bottiglia: ti ringrazierà anche l’ambiente.
Valuta con senso critico le offerte promozionali. Non comprare d’impulso. Ti servono davvero? E in quella quantità?
Conserva sempre il cibo al meglio, per evitare che si deteriori prima del tempo. Frutta e verdura stanno in basso nel frigo.
Verifica sempre la scadenza dei prodotti e valuta se riuscirai a consumarli in tempo, soprattutto se freschi.
Attenzione ai prodotti prelavati: l’insalata in busta appassisce prima, le carote tritate si ossidano più in fretta.
Mangia meno carne: ne godrà non solo la tua salute, ma anche l’ambiente e il tuo portafoglio.
Cerca di riutilizzare tutti gli avanzi (anche il pane secco), per polpettoni, sughi, ripieni, pangrattato o surgelandoli.
Inchiesta
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delle grandi città italiane. Fra le altre metropoli troviamo Torino in 19ª posizione, mentre Milano è in 24ª, scesa a metà classifica dopo aver ottenuto lo scorso anno la dodicesima posizione. la capitale, Roma, è 25ª, e infine Palermo e Genova, rispettivamente, occupano il 26° e il 28° posto.Altro aspetto da sottolineare, sempre mettendoci nei panni di un consumatore che cerchi il punto vendita meno caro, è il complessivo cattivo posizionamento dei centri meridionali, concentrati dalla 48ª posizione in avanti: ancora una volta un pessimo segnale per le famiglie del Sud.Chiudono la classifica Foggia, Messina e Aosta, quest’ultima con una spesa media al di sopra dei 6.550 euro.
Marca che scegli risparmio che troviFra le corsie di un supermercato si possono fare acquisti scegliendo varie tipologie di marca: dalle promozioni sui prodotti di marca, agli articoli a marchio commerciale, fino ai primi prezzi o hard discount. Rispetto ai prezzi pieni, in media le promozioni consentono di risparmiare qualcosa come il 23%, percentuale che sale al 38 se si scelgono i prodotti di marchio commerciale e che tocca il 42 con quelli a primo prezzo. All’hard discount, il risparmio può infine superare il 50 per cento. Un’attività promozionale molto intensa l’abbiamo registrata presso Ipersimply, Panorama e Galassia, mentre prodotti a marchio commerciale particolarmente convenienti si possono trovare da Carrefour, Auchan, Billa, Esselunga e Simply. Le insegne che praticano le proposte più accattivanti sui primi prezzi, oltre agli hard discount (vedi Carrello 2) sono infine Carrefour, Auchan, Iper, Esselunga e Ipercoop.
La sfida delle insegne Offerte speciali e conseguenti oscillazioni dei prezzi a parte, basandoci sui risultati del cosiddetto Carrello 1 (cioè quello dei prodotti di marca), l’insegna che quest’anno ottiene il risultato migliore, come già anticipato all’inizio dell’articolo, è Galassia. Secondo posto per U2 a pari merito con Panorama e Iper.A seguire Esselunga, Iper Simply, Ipercoop, Leclerc Conad, Auchan, Pam e Iperfamila. Sorpresa inaspettata, quella di Pam, dato che negli scorsi anni eravamo abituati a trovarla più in basso in classifica.Scende invece Bennet, come del resto Carrefour, mentre guadagna qualche posizione Sma.
... e del massimo risparmioSe cerchiamo il massimo risparmio, quello in altre parole raggiungibile scegliendo i prodotti del Carrello 2, ancora una volta a non avere rivali sono gli hard discount, che occupano le prime otto posizioni della classifica.Tra questi Eurospin, come lo scorso anno, si conferma essere la catena più economica dell’indagine, seguita a stretto giro da Lidl, Dico e In’s. Sfilate tutte le insegne dei discount presenti in Italia, ecco che al nono posto
CARI I DUE ESTREMIA partire da pagina 28 vi presentiamo i risultati della nostra inchiesta, analizzando il livello dei prezzi città per città, riferiti al carrello 1 (prodotti di marca più venduti). Ne emerge che i prezzi medi più bassi si concentrano nelle regioni centroorientali. Colpisce il livello alto dei prezzi in Lombardia, che al Nord si distingue dalle regioni confinanti. Diverse regioni meridionali si evidenziano per un livello di prezzi particolarmente alto.
Meno cara della mediaNella mediaPiù cara della media
appare la prima catena di ipermercati, Carrefour che, seppur non uscita benissimo dall’analisi relativa ai prodotti di marca del Carrello 1, si dimostra invece molto conveniente sul versante dei primi prezzi. Seguono poi Auchan e Iper. Per quanto riguarda infine i supermercati, per quanto riguarda il carrello 2 troviamo al primo posto Esselunga, seguita a brevissima distanza da Ipercoop. Fanalini di coda dell’inchiesta, quest’anno, sono risultati infine Conad, Maxisidis e Sisa. ¬
Lombardia
Aosta
Liguria
Piemonte
Toscana
UmbriaSardegna
Lazio
Campania
Basilicata
Calabria
Sicilia
Trentino Alto Adige
Friuli Venezia Giulia
Veneto
Marche
Emilia Romagna
Abruzzo
Molise
Puglia
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CLASSIFICA PER CITTÀ
Città
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VERONA 100 116 5.785 844
PISA 101 118 5.826 897
FIRENZE 102 124 5.804 1.179
MODENA 102 123 5.915 1.093
PADOVA 103 119 5.999 883
AREZZO 104 123 6.001 1.040
TREVISO 104 115 5.899 606
ALESSANDRIA 105 129 6.038 1.310
LA SPEZIA 105 124 5.953 1.063
PERUGIA 105 116 5.975 600
BOLOGNA 106 124 6.135 926
PESARO 107 128 6.155 1.124
NAPOLI 107 123 6.316 833
VENEZIA 108 124 6.137 864
PIACENZA 108 123 6.241 829
UDINE 108 120 6.081 685
VICENZA 108 117 6.047 463
PORDENONE 108 116 6.002 418
TORINO 109 128 6.367 984
RIMINI 109 126 6.128 931
PARMA 109 126 6.223 912
BRESCIA 109 125 6.267 869
BERGAMO 109 123 6.399 769
MILANO 110 129 6.319 1.026
ROMA 110 127 6.523 913
PALERMO 110 125 6.504 827
CLASSIFICA PER CITTÀ
Città
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Indi
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oLIVORNO 110 124 6.173 781
GENOVA 110 124 6.357 754
SALERNO 110 122 6.322 658
SAVONA 110 121 6.251 591
CATANZARO 110 120 6.268 517
REGGIO CALABRIA 111 127 6.427 883
COMO 111 124 6.347 688
VARESE 111 124 6.420 675
VITERBO 111 122 6.368 609
NOVARA 111 122 6.379 600
CUNEO 112 128 6.256 869
PESCARA 112 128 6.429 850
LATINA 112 126 6.337 774
ASCOLI PICENO 112 126 6.338 749
COSENZA 112 124 6.391 679
BOLZANO 112 122 6.271 531
TRENTO 113 128 6.381 816
ANCONA 113 126 6.521 701
TRIESTE 113 125 6.313 657
AVELLINO 113 121 6.317 385
BARI 113 120 6.332 379
FROSINONE 113 119 6.279 286
LECCE 114 126 6.382 617
TERAMO 114 121 6.313 349
SASSARI 115 129 6.579 792
POTENZA 115 120 6.319 303
TABELLA COME LEGGERLA
Indice Per ogni città abbiamo riportato gli in-dici del negozio meno caro e di quello con i prezzi più salati. Il valore 100 identifica il punto vendita più conveniente in assoluto riferito al carrello 1 (prodotti di marca). Se un negozio, per esempio, presenta un indice di 110, signifi-ca che ha prezzi mediamente più cari del 10% rispetto al negozio più conveniente.
Spesa media in città Dato lo stesso carrello di prodotti, si tratta della stima del costo medio annuo della spesa per le famiglie nelle diffe-renti città. In pratica è la spesa media di una famiglia italiana sulla base dei dati Istat relati-vi ai consumi delle famiglie.
Risparmio massimo in città Intendiamo il ri-sparmio in euro facendo la spesa nel punto vendita più economico rispetto al più caro.
CLASSIFICA PER CITTÀ
Città
Indi
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Indi
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o
TARANTO 115 120 6.286 259
CAMPOBASSO 115 119 6.334 216
CASERTA 115 116 6.239 102
CAGLIARI 116 130 6.507 762
CATANIA 116 129 6.529 711
SIRACUSA 116 127 6.596 580
FOGGIA 116 119 6.352 169
MESSINA 117 125 6.489 425
AOSTA 120 123 6.571 164
La città meno cara dell’inchiesta
quest’anno è Verona