altroconsumo n° 291 aprile 2015

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www.altroconsumo.it VERDI DI PIACERE più frutta e verdura, meno carne e proteine animali. ecco come stanno cambiando i gusti degli italiani a tavola APP INSIDIOSE Promettono di far durare di più la batteria, in realtà raccolgono dati personali degli utenti e li inviano a terzi 291 Aprile 2015 Altroconsumo - mensile - 11 € Altroconsumo + supplemento Soldi&Diritti - 22 € Altroconsumo + supplemento Test Salute - 24€ Altroconsumo + supplemento Soldi&Diritti e Test Salute - 35 € MANI SUL VOLANTE È il cellulare a causare il maggior numero di incidenti, prima di eccesso di velocità e alcol SICUREZZA STRADALE Anno XLI - Altroconsumo: via Valassina 22, 20159 Milano - Poste Italiane s.p.a.Spedizione in a.p.- D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI In caso di mancato recapito, restituire al Cmp di Milano Roserio per la restituzione al Mittente previo pagamento resi 22/23/24 MAGGIO A

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Page 1: Altroconsumo n° 291 aprile 2015

www.altroconsumo.it

VERDI DI PIACEREpiù frutta e verdura, meno carne e proteine animali. ecco come stanno cambiando i gusti degli italiani a tavola

APP INSIDIOSE Promettono di far durare di più la batteria, in realtà raccolgono dati personali degli utenti e li inviano a terzi

291 • Aprile 2015Altroconsumo - mensile - 11 €Altroconsumo + supplemento Soldi&Diritti - 22 €Altroconsumo + supplemento Test Salute - 24€Altroconsumo + supplemento Soldi&Diritti e Test Salute - 35 €

MANI SUL VOLANTEÈ il cellulare a causare il maggior numero di incidenti, prima di eccesso di velocità e alcol

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A

Page 2: Altroconsumo n° 291 aprile 2015

Aprile 2015

2 Altroconsumo 291 • Aprile 2015 www.altroconsumo.it www.altroconsumo.it Aprile 2015 • 291 Altroconsumo 3

Sommario

AL TELEFONOTutti i numeri sono a pag. 62

ATTRAVERSO IL SITOwww.altroconsumo.it/contattaci

Contatti

ADESSO LO SAI

Rosanna MassarentiDirettore

EFFICACIIl nostro metodo di lavoro si basa su criteri di rigore scientifico, ef-ficienza e competenza. A test e inchieste lavorano tecnici quali-ficati e specialisti di settore che mettono la loro professionalità al servizio dell’informazione, del-la consulenza, della risoluzione concreta dei problemi.

INDIPENDENTICi finanziamo con le quote asso-ciative e l’abbonamento alle no-stre riviste, che non contengono pubblicità, né informazioni paga-te da produttori o da gruppi di interesse politico e finanziario. L’indipendenza è totale, a garan-zia della obiettività dei giudizi e dei consigli.

DALLA TUA PARTELa nostra missione è esclusiva-mente orientata a soddisfare le necessità dei consumatori e a tutelare i loro diritti. Per questo offriamo servizi di consulenza individuale ai nostri soci e por-tiamo la voce e le istanze dei consumatori presso gli interlo-cutori istituzionali e sociali.

I nostri obiettivi sono l’informazione, la difesa e la rappresentanza dei consumatori. Non ab-biamo pubblicità. Per i test acquistiamo tutti i prodotti e ci affidiamo solo a laboratori com-petenti e indipendenti da qualsiasi interesse.

Gli hotel milanesi hanno più stelle che servizi: le nostre ispezioni

206 Ti aspettiamo al nostro

Festival, 22-24 maggio

29Sicurezza stradale a rischio se chi guida è distratto e spavaldo

34Il test rivela che l’insalata in busta non è proprio pulitissima

62Difficile averla vinta contro Alitalia

Risparmi136€

60 Rispondiamo direttamente alle vostre domande: smartphone.

VIVA VOCE

62 CONDIVIDI UN’ESPERIENZA Cambiare biglietto - Un clic ti

intrappola in Funny Tv - Uvetta con

olio di cotone? - Acqua dura in casa

- Anticipo dato lavoro non fatto -

La truffa corre sul filo del telefono

- Se la fognatura non c’è -

Altroconsumo vale la spesa

65 IL DUBBIO Bilance e massa grassa

Essere protagonisti

Bisogna volerlo, nella certezza che è tutt’altro che impossibile. Forse fino a qualche anno fa attivarsi era un po’ più complicato. Ma oggi non più: i mezzi offerti dalla tecnologia hanno accorciato tempi e distanze. Ci consentono di restare in contatto, di scambiare informazioni, di fare fronte comune, di condividere denunce e battaglie. E di battaglie da fare ce ne sono tante. La direzione presa negli ultimi anni da società e mercato dimostra come entrambi siano poco attenti ai diritti e ai bisogni crescenti dei cittadini, spesso in difficoltà economiche e sempre più preoccupati per il futuro. La fiducia nelle istituzioni, che dovrebbero occuparsi di far rispettare le regole e di tutelare il nostro benessere a dir poco vacilla. E allora basta, rimbocchiamoci le maniche e capiamo che cosa possiamo fare noi, in prima persona, perché le cose comincino ad andare meglio. Perché noi un potere l’abbiamo, e anche grande, ma spesso neppure lo sappiamo. È il potere di scegliere, di premiare o punire gli operatori del mercato, a seconda che sappiano o no offrirci buoni prodotti e servizi e che trattino noi e il mondo con il rispetto che meritiamo. Le aziende lo hanno capito da tempo e temono i nostri giudizi, oggi facilmente veicolati dai nuovi mezzi di comunicazione, per la loro reputazione. Siamo noi a determinare il loro successo, così come siamo noi a dover determinare la domanda - cioè quello che vogliamo - alla quale devono saper rispondere. I consumatori sono attori protagonisti del mercato, non comparse. Fare scelte pensate e giuste, se a farle sono milioni di persone, può cambiare equilibri all’apparenza inamovibili. Noi vogliamo essere i facilitatori di questo corso, offrirvi supporti e strumenti: informazione indipendente, servizi che vi semplifichino la vita, occasioni di risparmio, possibilità di aggregazione e condivisione. La palla poi è nelle vostre mani. Di questo vogliamo parlare a Ferrara, condividendo un week end che si può definire di ludica partecipazione, che punta a formare una nuova generazione di consumatori per il futuro, consapevoli, informati e molto attivi. Insomma, sarà un’occasione di aggregazione calata nella vita reale: per sapere e capire, per protestare e rivendicare sacrosanti diritti, per aumentare la nostra forza contrattuale. E sarà anche molto divertente. Parola di Altroconsumo.

6 Notizie, analisi, commenti, consigli

dal mondo del consumo e

aggiornamenti sulle nostre attività.

10 Le nostre impressioni e i nostri

giudizi sui prodotti appena usciti

sul mercato.

12 Cinque prodotti particolarmente

interessanti tra l’ampia selezione

di test che trovate sul nostro sito.

DALLA TUA PARTE

A PRIMA VISTA

TOP 5

TEST INCHIESTE

47 TEST GOMME ESTIVE Sul bagnato le gomme esti-

ve perdono aderenza.

50 TEST ANTIVIRUS Alla prova i prodotti contro i

virus informatici.

54 APP DI PULIZIAInutili le app che ottimizzano

lo spazio dello smartphone.

57 FORMICHE ADDIOGli insetticidi più indicati

per allontanare le formiche.

14 FARMACI MADE IN USA Quali rischi per la nostra sa-

lute con l’accordo Usa-Ue?

16 CARA BENZINA Inefficienze e accise pesano

tantissimo sul prezzo.

20 HOTEL PER EXPO Ispezionati 180 hotel: troppe

stelle rispetto alla qualità.

24 COSA MANGIAMO? Più frutta e verdura, meno

carne. La nostra inchiesta.

29 STRADE POCO SICURE I rischi maggiori? Sono i gui-

datori distratti dal telefono.

34 L’INSALATA È IN BUSTA Molte andrebbero rilavate e

addio comodità, dice il test.

38 IL LAVORO CHE NON C’È Viaggio tra chi cerca un’oc-

cupazione in tempo di crisi.

42 BATTERIE DEI DEVICEDurano due anni ma sono

garantite solo sei mesi.

Page 3: Altroconsumo n° 291 aprile 2015

Ti fi di della tua memoria? Ti piacerebbe migliorarla? Hai paura che diminuisca con l’età?

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NOVITÀDEL MESE

Page 4: Altroconsumo n° 291 aprile 2015

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www.altroconsumo.it www.altroconsumo.it Aprile 2015 • 291 Altroconsumo 76 Altroconsumo 291 • Aprile 2015

Ma che ci vengo a fare? -

potreste pensare - tanto vi

seguo sempre sulle riviste e

sulla rete. Eh no, non è la stessa

cosa. Intanto è primavera avanzata:

che c'è di meglio che passare un

week end di fine maggio in una

delle più belle città d'arte italiane? E

fare la prima colazione degustando

i migliori caffè con i nostri esperti?

O, nel corso della giornata, vini,

birre e prodotti tipici? O, ancora,

visitare la mostra di Boldini al

Castello insieme a noi, parlando di

pittura e anche di come scegliere

Intelligenza collettivaUN WEEKEND INSIEME Incontrarci e unire le forze per nuove forme di consumo critico e consapevole: questo vogliamo fare a Ferrara. Ma in allegria, con ospiti speciali e arte e bellezza intorno.

Multe e ricorsiDIRITTI Il Comune di Milano fa cassa spedendo notifiche a raffica fuori tempo massimo. Puoi fare ricorso.

Chiunque commetta

un'infrazione stradale deve

pagare la multa. Un principio

cui non vogliamo derogare, ma che

deve essere garantito nei termini di

legge. Così non è stato per le

centinaia di migliaia di multe per

eccesso di velocità, verificate

tramite autovelox, che il Comune di

Milano ha recapitato oltre il termine

legale dei 90 giorni. Un'operazione

che sembra più volta a fare cassa che

a tutelare la sicurezza stradale dei

cittadini. Chiunque riceva una

notifica oltre 90 giorni

dall'infrazione può fare ricorso al

Prefetto: la legge parla chiaro. E noi

lo aiutiamo con una lettera tipo che

abbiamo predisposto allo scopo e

che si trova sul nostro sito. ¬

OSSERVATORIO PREZZI

C'è poco da sorridereETICHETTA Dichiara di essere il "primo e unico". Davvero troppo, lo dice anche lo Iap.

Non c'è davvero limite all'esagerazione. Soprattutto quando si

vuole lanciare un nuovo prodotto nell'affollato mondo dei dentifrici. La guerra è spietata e si gioca sulla nostra credulità e sul nostro portafoglio a colpi di clamorose "innovazioni". Come questa di Colgate Maximum Protection, che sarebbe il "primo e unico" a contenere un ingrediente in grado di "neutralizzare gli acidi dello zucchero" con un effetto strabiliante di riduzione della carie di ben il 50%. Davvero

troppo, anche per gli stessi produttori. L'Istituto di autodisciplina pubblicitaria (Iap), infatti, ha definito ingannevole la comunicazione commerciale di questo prodotto. A ben guardare, infatti, questo dentifricio contiene sì ingredienti in grado di agire sul pH della bocca, ma alla pari di tantissimi altri dentifrici che non vantano queste caratteristiche in etichetta. Lo dice anche la legge europea, del resto: un prodotto non può vantare nella pubblicità caratteristiche di unicità, se questo non è vero.

competenti, ma anche calati nel

quotidiano, nelle azioni che tutti noi

possiamo fare. Anzi, dobbiamo, se

vogliamo che qualcosa cambi, in un

mondo che va degradandosi nei

valori, che minaccia i diritti e non

ha cura dell'ambiente. Non

mancheranno dunque i laboratori

su come scegliere e usare i prodotti

e la possibilità di avere consulenze

individuali, che hanno riscosso

grande successo nelle prime due

edizioni. Di più: ne aggiungeremo di

nuove, come quella sulla cura dei

denti, in collaborazione con

l'Accademia italiana di odontoiatria

protesica. E tutti gli eventi sono

totalmente gratuiti. La vostra

presenza, come quella di tutti i

cittadini che hanno a cuore una

società e un'economia dove le

diverse parti in gioco, compresi i

consumatori, possano svolgere al

meglio il proprio ruolo, è un atto di

partecipazione importante.

Partecipare, condividere, fare

massa critica: così si diventa più

forti, sia come interlocutori delle

istituzioni, sia nelle scelte di

consumo, creando molte possibilità

di risparmio. È con questo spirito

che proponiamo i nostri gruppi di

acquisto per poter contrattare le

condizioni migliori del mercato.

Online troverete gli aggiornamenti

sul programma e le indicazioni

pratiche per arrivare, muovervi e

soggiornare a Ferrara. ¬

www.altroconsumo.it/ferrara

Potenza della concorrenza: Milano-Roma con l'Alta Velocità (Frecciarossa e Italo) costa sempre meno. Tra tariffe economy e promozionali, fare la spola tra le due città è diventato più conveniente rispetto a tre anni fa (i dati in tabella si riferiscono alla variazione rispetto alla nostra ultima rilevazione del 2012). Niente concorrenza - e si vede - per chi il pendolare lo fa all'interno della Regione Lombardia: il biglietto ferroviario regionale è aumentato di quasi il 4% in tutte le tratte regionali della Lombardia, da un minimo del +2,6% rispetto all’anno scorso per la tratta Milano-Pavia a un massimo del +5,2% per la tratta Milano Garibaldi-Varese.

Salgono i prezzi dei Regionali, giù l'AV

A MISURA DI BAMBINO Piccolissimi o grandicelli, preparatevi a partire con i bambini. Si divertiranno: c'è uno spazio ludico per loro e anche utile ai genitori.

IO SO E HO LE PROVE Il sistema del raggiro delle banche a danno dei clienti raccontato da Vincenzo Imperatore, ex manager bancario senza scrupoli.

FAI LA SPESA CON NOI Al supermercato con Altroconsumo per scegliere il meglio e resistere alle sottili lusinghe delle strategie di vendita.

abiti e tessuti? L'intrattenimento

divertente e intelligente non

mancherà e saranno da non perdere

tutti gli incontri nella piazza del

Municipio sui temi più caldi del

momento: i nostri diritti e la nostra

sicurezza in rete, le nuove forme di

economia condivisa, i patti

commerciali fatti a nostra insaputa,

che possono peggiorare l'offerta dei

prodotti alimentari, i costi di

farmaci e sanità, che rischiano di

impedire a molti l'accesso alle cure

mediche. Temi alti, che saranno

discussi con gli esperti più

22, 23 e 24 Maggio

INSIEME SI VINCENoi come punto di riferimento affidabile e indipendente. Voi con le scelte consapevoli di ogni giorno. Incontriamoci, e contiamoci, a Ferrara.

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AL KM 2015

VARIAZIONE MEDIA AL KM

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ITALO € 0,14 - 3,8

FRECCIAROSSA € 0,15 - 4,8

RISPARMIO

76 €Restano in tasca in un anno

a una famiglia media che sceglie lampadine

a led al posto di quelle tradizionali.

Page 5: Altroconsumo n° 291 aprile 2015

R NOTIZIE R INFORMAZIONI R CONSIGLI R PREZZI R SICUREZZA R AMBIENTE R SALUTE R DAL MONDO R PRODOTTI R ALIMENTAZIONE R INIZIATIVE R TECNOLOGIA R CAMPAGNE R RISPARMIO RDalla tua parte

www.altroconsumo.it www.altroconsumo.it Aprile 2015 • 291 Altroconsumo 98 Altroconsumo 291 • Aprile 2015

R NOTIZIE R INFORMAZIONI R CONSIGLI R PREZZI R SICUREZZA R AMBIENTE R SALUTE R DAL MONDO R PRODOTTI R ALIMENTAZIONE R INIZIATIVE R TECNOLOGIA R CAMPAGNE R RISPARMIO R

La perdita della memoria si può prevenire e ridurre con un opportuno allenamento. Non solo: la memoria può anche migliorare. Grazie a questa guida puoi scoprire esercizi e trucchi utili a tenere la memoria in forma ottimale. Per te in regalo, con un contributo di 1,95 euro.

Esercizi di memoria

www.altroconsumo.it/guidepratiche

TUTTA PUBBLICITÀ

POLEMICHE Mc Donald's, Coca Cola, Ferrero, S.Pellegrino... sponsor di Expo 2015, l'evento mondiale sull'alimentazione sostenibile. Siamo sicuri?

Cosa ci fanno due grandi

multinazionali del cibo non

proprio salutare e sostenibile,

il marchio italiano di cioccolato e

merendine piene di olio di palma e

l'acqua più blasonata e cara del

mondo, tra gli sponsor ufficiali di

Expo 2015? Una domanda forse un

po' ingenua, ma sacrosanta, dato

che ci hanno venduto la prossima

esposizione universale, che si terrà

a Milano da maggio a ottobre, come

il più grande evento mai realizzato

sull'alimentazione sana e

sostenibile. Sulla presenza di Mc

Donald's e Coca Cola si sono già

scagliati in molti, per motivi

piuttosto ovvi. Ma anche i grandi

marchi italiani che sono stati scelti

per rappresentarci sono ben poco

coerenti con il tema di Expo.

Nata per parlare di cibo come

risorsa da non sprecare e delle

diseguaglianze che abitano il nostro

pianeta, l'esposizione si sta

trasformando nella classica

rassegna di marchi famosi, chef e

archistar. Loro si danno una bella

ripulita all'immagine, il che non

guasta. Mentre a noi resta l'amara

constatazione che a comandare è

sempre il denaro. ¬

Se sponsor deve essere, almeno che sia coerente

L'incoerenza di Expo

Addio allo stabilimento ETICHETTE Sparisce dall'etichetta l'indicazione dello stabilimento. Che si imponga l'origine degli ingredienti.

L'Europa ha deciso di togliere

l'obbligo di indicare il nome e

l'indirizzo dello stabilimento di

produzione dalle etichette dei

prodotti alimentari. Che ora

perdono un'informazione in più per

permettere ai consumatori di fare

scelte consapevoli. Anche

l'indicazione del lotto di produzione

in realtà manca nel regolamento, ma

questa seconda informazione

fortunatamente verrà reintrodotta

nelle nostre etichette con un decreto

della Presidenza del consiglio dei

ministri. L'informazione sul lotto, e

dunque la sicurezza alimentare,

sono in salvo. Alcuni produttori

hanno già dichiarato che

manterranno su base volontaria il

nome dello stabilimento ed è già

Ritirato un frullatore elettricoSul Rapex, il sistema rapido europeo di segnalazione dei prodotti pericolosi, è apparsa una segnalazione relativa a un mixer elettrico di marca Johnson Birillà (mod. AD 833 cod. a barre 8008523004866), che a causa di un componente difettoso può portare al surriscaldamento del motore e rischio incendio.La segnalazione Italiana sul Rapex prevede il divieto di commercializzazione e infatti il prodotto non risulta più venduto, ma attenzione comunque, potrebbe ancora trovarsi in vendita su qualche sito.Il sito del produttore non fa alcun riferimento al ritiro del prodotto. Non compratelo e se lo avete in casa non usatelo: il produttore dovrebbe rimborsarlo.

SICUREZZA

ADOTTA UN CONTADINOMc Donald's sfrutta alla grande l'occasione di ripulirsi l'immagine con un'iniziativa patrocinata addirittura dal ministero dell'Agricoltura. Una furba operazione di marketing, servita su un piatto d'argento.

IL PADIGLIONE DELL'ARCHISTARCoca Cola sarà presente con un enorme padiglione.

ACQUA POCO SOSTENIBILEL'acqua è un bene primario. Deve essere pubblica, sicura, gratuita e locale. Eppure a sponsorizzare Expo ci pensano due marchi che la vendono a caro prezzo in tutto il mondo.

partita in rete la raccolta di firme per

chiedere che questa informazione

non sparisca dalle nostre etichette.

Anche perché è importante per

tutelare la nostra sovranità

alimentare (molti marchi italiani in

realtà sono prodotti all'estero perché

appartengono a multinazionali). Di

fatto, però, è bene ripristinare

l'ordine delle priorità e battersi per

ottenere l'obbligo di indicare

l'origine delle materie prime, la vera

cartina di tornasole per stabilire da

dove viene un alimento. ¬

SCELTE Prendiamo parte a un'iniziativa europea per aiutare i cittadini a utilizzare gli apparecchi per la produzione alternativa di energia.

Un progetto Clear

Partirà a breve un progetto, Clear -

enabling Consumers to Learn about,

Engage with and Adopt Renewable

energy technologies (clear.project.eu) -

sostenuto dall'Unione europea, per aiutare i

cittadini a servirsi in misura sempre maggiore

degli apparecchi che servono a produrre

energia in maniera più efficiente: dai pannelli

solari - sia per l'energia elettrica sia per

l'acqua calda - alle stufe a pellet,

riscaldamento e scaldabagno a pompa

termica. Scopo del progetto è dare

informazioni precise, concrete e indipendenti,

togliendo a chi deve acquistare dubbi e

incertezze: sulla qualità dei prodotti, che

sottoporremo ai nostri test, ma anche su

come installarli, sulla normativa, sulle

agevolazioni fiscali... in questo, i nostri test e i

nostri articoli saranno come sempre in prima

linea. Ma non finisce qui: vogliamo anche

intervenire attivamente, per far sì che le

apparecchiature siano acquistate ai prezzi

migliori, sfruttando la nostra consolidata

esperienza nell'organizzare gruppi di

acquisto; mettendo insieme tante persone si

possono ottenere dai produttori prezzi

migliori, lo abbiamo sperimentato tante volte

e lo applicheremo anche al campo della

produzione di energia rinnovabile.

Lavoreremo per voi, ma soprattutto

vogliamo lavorare insieme a voi: l'esperienza

di tanti, messa in comune, è preziosa. Per

questo, per rendere possibile la condivisione

di dubbi, domande, ma anche esperienze,

stiamo organizzando un sito che consenta a

tutti di partecipare alla discussione.

Seguiteci sul nostro sito e sulle nostre pagine

social di Facebook e Twitter: entrate nella

community e potrete dire la vostra e chiedere

agli esperti. Perché insieme si è più forti.

40 kcalÈ l'apporto calorico di 250 g di melanzane, la cui stagione è agli inizi. Hanno un buon quantitativo di fibre, come pectina e cellulosa.

MELANZANE

Page 6: Altroconsumo n° 291 aprile 2015

A prima vista

10 Altroconsumo 291 • Aprile 2015 www.altroconsumo.it www.altroconsumo.it Aprile 2015 • 291 Altroconsumo 11

Promette di abbattere i consumi in casa, azzerando i costi fissi. Senza necessità di installazione,

garantito per 10 anni, Solaris Pop è un mini generatore fotovoltaico domestico. Ma ha diversi aspetti che non ci convincono, per questo ci sentiamo di sconsigliarne l'acquisto. Sia la brochure del prodotto che tutte le informazioni reperibili non fanno nessun riferimento a certificazioni di sicurezza dichiarate. Viene inoltre comunicato che per l'installazione non è necessaria alcuna autorizzazione. Al contrario, invece, la connessione di un qualsiasi impianto fotovoltaico domestico, di qualsiasi potenza, richiede da parte del produttore certificazioni e garanzie di sicurezza. La potenza dichiarata (160 Wp) viene presentata come sufficiente a coprire i consumi di un'abitazione di medie dimensioni. Ma non è così: un pannello come questo, nelle condizioni ottimali, potrebbe

produrre nella migliore delle ipotesi 256 kWh all'anno, cioè al massimo il 10% del fabbisogno energetico, molto meno di quanto riportato sul sito. Il risparmio prodotto, a conti fatti, sarebbe di circa 45 euro all'anno che, considerato il costo elevato del dispositivo, permetterebbe di recuperare la spesa solo dopo 10 anni. Abbiamo segnalato il prodotto all'Atitrust per la comunicazione a nostro parere ingannevole.

Pensi a Solaris Pop? IL NOSTRO PARERE Non consigliabile: troppi aspetti non convincono

Il nostro esperto

Energia e

riscaldamentoSTEFANO

CASIRAGHI

Apple WatchPrezzo non ancora determinato per l'Italia

In aprile arriva in molti Paesi europei, ma non ancora in Italia.

È l'Apple Watch, il "superorologio" della casa di Cupertino,

da collegare all'iPhone. È sicuramente un prodotto con un

bellissimo design, lanciato in tre versioni (una in oro). Offre

molte funzioni, non è però possibile inserire una simcard,

per l'uso senza smartphone, cosa che invece si può fare con

un paio di modelli concorrenti. Mostra l'ora in molti modi, ha

sveglia, timer etc. e mostra le notifiche in arrivo dall'iPhone.

Consente di inviare brevi messaggi ed emoticon e telefonare

(solo con l'iPhone nei pressi). Ha funzioni salutistiche, tipo

contapassi, misuratore di frequenza cardiaca... e altre (e ne

arriveranno). Come principale strumento di interazione ha

un pulsante meccanico, la "corona digitale", per ingrandire gli

elementi, farli scorrere, tornare alla schermata principale.

IL NOSTRO PARERE

Lo testeremo appena possibile: intanto, calma

Hai animali in casa?2,69 € (750 ml)

Si presenta come adatto per chi

ha animali domestici, e "biologico",

ma Rio Bum Bum Pavimenti Amici

domestici non convince. Non

c'è bisogno di eliminare germi e

batteri, neanche se in casa ci sono

animali: disinfettare gli ambienti

è inutile e dannoso. Si definisce

"biologico" senza certificazioni di

alcun ente. E anche "anallergico" è

un'affermazione poco fondata.

IL NOSTRO PARERE

Un prodotto inutile

Crema "Goji perfect" 35,90 € (50 ml)

Guardando alla lista degli ingredienti,

le bacche di goji non sono ai primi

posti: il che significa che del celebrato

frutto nella crema (di Bottega verde)

non ce ne è una gran quantità. Ma

anche se ce ne fosse, a ben poco

servirebbe: le strombazzate proprietà

salutistiche delle bacche di goji sono

state bocciate dall'Efsa per quanto

riguarda i prodotti alimentari, a

maggior ragione è dubbio che abbiano

effetti in un cosmetico, che per

definizione agisce in superficie.

IL NOSTRO PARERE

Dai goji nessun vantaggio

Samsung Gear VR199 € solo visore 249 € con Gamepad

È arrivata la realtà virtuale: questo

visore (cui deve essere abbinato un

costoso Samsung Galaxy Note 4,

se no non si può usare) permette

di immergersi in un videogioco

o in un film (apposito) come mai

prima. La visione spazia in tutte le

direzioni, non solo davanti, ma anche

a destra, sinistra, sopra, sotto e

dietro. Una sensazione affascinante

e inquietante: può piacere (e a noi è

piaciuto) o non piacere, ma non lascia

indifferenti. Però l'insieme è caro.

IL NOSTRO PARERE

Innovativo, ma l'insieme costa

Al vaglio i prodotti usciti da poco sul mercato. Su www.altroconsumo.it altre novità e più dettagli.

«Un impianto fotovoltaico necessita delle adeguate verifiche sul proprio impianto elettrico; fondamentale, poi, è installare uno specifico contatore bidirezionale»

439 €

Un mini generatore che non ha bisogno di installazione. Ma dà

informazioni poco chiare e convincenti. Leggi di più sul nostro sito.

Samsung Galaxy S6Prezzo non ancora determinato

Samsung ha presentato i suoi

nuovi telefoni top di gamma, Galaxy

S6 e S6 Edge. Via la plastica dei

modelli precedenti, in favore di una

struttura in metallo. Più sobrio il

software precaricato, con meno

funzioni di utilità dubbia. Lo schermo

è di 5.1 pollici, quindi grande come

il precedente S5: a crescere è la

risoluzione, che adesso arriva

addirittura a 2.560x1.140.

I prezzi non sono ancora ufficiali, ma si

parla di circa 700 euro per la versione

da 32 GB dell’ S6 fino ai 1.050 euro

della versione da 128 GB dell’S6 Edge.

Il nostro consiglio, per ora, è: attendi i

nostri test in laboratorio per decidere

se vale la pena spendere queste cifre.

IL NOSTRO PARERE

Meglio non avere fretta

Page 7: Altroconsumo n° 291 aprile 2015

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Una videocamera uscita bene dalle prove, in grado di girare filmati di qualità apprezzabile. Lo stabilizzatore funziona bene e l’autofocus è molto rapido e preciso. Scatta foto di buona qualità con risoluzione massima di 10 Mpixel. Le lenti consentono uno zoom massimo pari a 50X. Presente la connessione wifi.

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Page 8: Altroconsumo n° 291 aprile 2015

F

Medicinali più cariIn Europa il prezzo di un farmaco

rimborsabile dallo Stato viene fissato dopo

una negoziazione tra i vari governi e le

compagnie farmaceutiche, proprio per

evitare che queste ultime decidano solo in

base a logiche di mercato: il timore è che,

con l’occasione del Ttip, le imprese

cerchino di aumentare la loro influenza

sui prezzi, per ottenerne di più alti.

Tra le richieste di Efpia-PhrMA si legge

chiaramente l’interesse rispetto

all’argomento: “È fondamentale che le

politiche di prezzo e rimborsabilità dei

farmaci dei governi riconoscano in modo

appropriato e ricompensino il valore dei

medicinali (...)”. Riconoscere “in modo

appropriato” non può voler dire farmaci

più cari per i pazienti.

Un ostacolo per i genericiSi legge ancora nel documento delle due

lobby: “Qualsiasi accordo tra Usa e Ue

dovrebbe far avanzare meccanismi di

rafforzamento di brevetti efficaci”.

Cosa significa? Tutti i nuovi farmaci sono

coperti da un brevetto. Finché è valido,

solo la casa farmaceutica che ha inventato

il nuovo prodotto può produrlo e venderlo.

Quando scade, il principio attivo può

essere usato per produrre un generico con

efficacia equivalente che però, non avendo

più bisogno di recuperare le spese di

ricerca, ha un prezzo più basso. Non

sarebbe ammissibile che con il Ttip si

ritardasse la produzione di generici - e

quindi l’accesso a medicine più

economiche - tramite il “rafforzamento di

brevetti efficaci”, così come chiedono con

insistenza le imprese.

Più informazioni segreteAltra preoccupazione è quella relativa alla

pubblicazione delle informazioni sui test

clinici fatti sui farmaci. Grazie a una nuova

regolamentazione dell’Ema (l’Agenzia

Europea del Farmaco), l’Europa sta

facendo passi avanti in tema di

trasparenza: da maggio 2016, tramite un

nuovo database, tutti - medici, ricercatori

e cittadini - potranno accedere a queste

informazioni, migliorare così le loro

decisioni terapeutiche, i loro studi e

soprattutto saperne di più sulla sicurezza

e l’efficacia delle medicine.

Ma questo non sembra piacere alle case

farmaceutiche americane, evidentemente

spaventate dal fatto di dover rivelare

troppe informazioni. Si legge in una

lettera di PhrMA del 2013 ai negoziatori

americani, quando la nuova politica

europea era ancora una proposta:

“Incoraggiamo il governo degli Stati Uniti

ad impegnarsi con l’UE in ogni sede per

garantire una condivisione dei dati

responsabile (...), proteggendo

adeguatamente le informazioni

commerciali confidenziali da una

divulgazione inappropriata. Le attuali

politiche proposte dall’Ema

compromettono questi principi”.

Evidentemente, la pensiamo

diversamente: i risultati delle

sperimentazioni cliniche non sono

“informazioni commerciali confidenziali”

ma dati utili e necessari per la comunità.

L’interesse pubblico deve prevalere sulle

considerazioni di mercato di Big Pharma.

Privatizzazione selvaggia La questione di includere i servizi sanitari

nel Ttip ha suscitato polemiche in

particolare nel Regno Unito, dove il partito

laburista ha minacciato di ritirare il

sostegno all’accordo a meno che il Servizio

Sanitario Nazionale (NHS) non venga

escluso. La Ue rassicura: i governi

resteranno liberi di gestire i servizi

pubblici come vogliono.

Ma bisogna tener presente che per le

compagnie americane - abituate a trattare

la salute come un prodotto e non come un

diritto - i servizi sanitari europei, in cui il

pubblico ha ancora un grande peso,

rappresentano vasti mercati, in attesa solo

di essere sfruttati.

Per ottenere su altri fronti, i negoziatori

europei cederanno sulla nostra sanità? Il

rischio di una privatizzazione selvaggia è

grande: servizi di maggiore qualità e

costosi per i ricchi e servizi sempre più

scadenti per i poveri.

Ci sono anche opportunitàCerto il Ttip potrebbe anche portare a

miglioramenti importanti, come ad

esempio una cooperazione più stretta tra

le nostre autorità competenti, Ema e Fda

(Food and Drug Administration), che

potrebbero condividere più procedure e

informazioni, soprattutto sulla sicurezza,

permettendo così di migliorare la salute

dei cittadini.

Anche il settore dei dispositivi medici

(protesi, peacemakers ecc.) potrebbe

trarne benefici da questo accordo:

l’Europa ha bisogno di migliorare i suoi

standard e potrebbe guadagnarne dai

criteri di approvazione più stringenti degli

Stati Uniti.

Bisognerebbe però mettere la salute dei

cittadini al centro di questi negoziati e il

trattato potrebbe essere utile per tutti.

Con questo obiettivo vigiliamo sulle

trattative attraverso il Beuc,

l’organizzazione dei consumatori europei,

di cui siamo parte.

Ma le preoccupazioni non diminuiscono,

anzi: un nuovo capitolo del trattato -

intitolato “Cooperazione regolatoria” -

mina la possibilità di un buon accordo.

Secondo la proposta Ue, Europa e Usa

dovrebbero condividere almeno un anno

prima una lista dei regolamenti che si

vogliono adottare consultando i vari

portatori di interesse tra cui, dunque,

anche le imprese: una potenziale e

temibile strada in più, per loro, per

influire sulle leggi. Soprattutto su quelle

importanti per la nostra salute, ma

pericolose per i loro guadagni. ¬

In Ue siamo più tutelati sulla pubblicità: è vietata per i farmaci con ricetta, perché porterebbe a una richiesta maggiore e ingiustificata. Negli Usa no. Qui a fianco, la pubblicità di un prodotto per la depressione su una rivista americana. Promuoverlo è in pratica come dire: “Sei triste? Prendi un antidepressivo”. Ma è un marketing giusto?

Prezzi dei medicinali più alti, una stretta ai generici e meno dati pubblici: le pressioni delle case farmaceutiche minacciano i nostri diritti.

sotto attaccoSalute

armaci, dispositivi medici,

servizi sanitari: la salute di

cittadini europei e americani

è sul tavolo dei negoziatori

del Ttip (Transatlantic Trade

Investment Partnership), il trattato

commerciale su cui discutono da quasi

due anni Ue e Usa. Obiettivo: esportare più

merci e servizi di quasi ogni categoria

eliminando le tariffe ma, soprattutto,

allineando le differenti regolamentazioni,

che ora non permettono a tanti beni e

investimenti di passare da una sponda

all’altra dell’Oceano (ne abbiamo parlato

su AC 288, gennaio 2015 e su TS 115, aprile

2015). Il movimento Stop Ttip ha raccolto

oltre 1,5 milioni di firme ed è pronto a una

giornata di protesta globale il 18 aprile, ma

mentre cresce l’opposizione dell’opinione

pubblica i negoziatori vanno avanti con i

loro incontri, anzi accelerano, con

l’obiettivo di chiudere l’accordo nel 2015.

L’ombra di Big Pharma Ma come potrebbe incidere il Ttip sulla

salute dei consumatori? La Commissione

europea cerca di tranquillizzare,

sostenendo che le nostre tutele non

verranno messe in discussione. Ma c’è un

grosso timore che porta a prendere con le

pinze le rassicurazioni istituzionali ed è il

potere delle case farmaceutiche: circolano

in rete i documenti e le lettere con cui le

due grandi lobby - per l’Europa Efpia

(European Federation of Pharmaceutical

Industries and Associations) e per gli Stati

Uniti PhrMA (Pharmaceutical Research and

Manufacturers of America) - fanno

pressioni sui negoziatori, già dal 2013,

quando ancora di Ttip non si sentiva

neanche parlare. I due gruppi di pressione

si sono uniti in vista di questa opportunità

unica per il loro mercato, chiedendo

“attenzioni” su più fronti, spesso in

contrasto con gli interessi dei cittadini.

Ne parleremo il 22, 23 e 24 Maggio Trattativa USA-UE

14 Altroconsumo 291 • Aprile 2015 www.altroconsumo.it Aprile 2015 • 291 Altroconsumo 15www.altroconsumo.it

Page 9: Altroconsumo n° 291 aprile 2015

Inchiesta

16 Altroconsumo 291 • Aprile 2015 www.altroconsumo.it Aprile 2015 • 291 Altroconsumo 17www.altroconsumo.it

ll’inizio del 2015 i prezzi di

benzina e diesel erano scesi

di molto, incredibilmente.

Dopo solo due mesi, a fine

febbraio, sono di nuovo

saliti. E di molto. Il costo dei carburanti è

così variabile che non si fa in tempo a

godere dei cali, che subito arrivano i

rincari a toglierci il sorriso. E così abbiamo

iniziato l’anno con la benzina intorno a

1,45 euro al litro per arrivare alle porte

della primavera con costi che sfiorano 1,70

euro. Schizofrenia del mercato a parte, c’è

una cosa - però - che resta sempre

immutabile: e cioè che in Italia i prezzi

sono sempre più alti che in quasi tutta

Europa. Un paradosso tutto tricolore, che

da sempre pesa sulle spalle dei guidatori.

Tra i più cari d’EuropaCome si vede dai dati nella pagina a

fianco, riferiti al 2 febbraio 2015 (quando i

prezzi erano relativamente scesi), abbiamo

Siamo i primi esportatori di carburanti, eppure abbiamo prezzi tra i più alti d’Europa. Sono le inefficienze italiane a pesare sulle spalle dei guidatori.

ma perché costa tanto?

Asempre e comunque il costo più alto

d’Europa, fatta eccezione per l’Olanda,

che ci supera di poco.

Siamo più cari di circa 15 centesimi

rispetto alla media europea, oltre 30

rispetto alle economiche Spagna e Austria,

dove la benzina costa solo 1,11 euro al litro.

La situazione, a ogni rilevazione, è più o

meno sempre la stessa ed è la stessa anche

per il diesel, anche se i numeri cambiano

leggermente.

Tra i fattori che incidono sul prezzo, certo,

c’è da considerare il costo della materia

prima, il petrolio, che varia in base a

domanda e offerta, ma anche a causa di

molti altri elementi, come le crisi politiche

che spesso coinvolgono le aree in cui viene

estratto (come è accaduto con i conflitti in

Libia a metà febbraio di quest’anno). Ma il

costo del greggio non è l’unico fattore: non

si spiegherebbe, altrimenti, perché al

tracollo del prezzo dell’oro nero del 2014

non sia corrisposto un calo proporzionale

anche dei nostri carburanti, scesi di un

po’, ma rimasti sempre tra i più costosi

rispetto a quelli degli altri paesi.

Eppure siamo i primi esportatoriIl paradosso assume dell’inverosimile se si

pensa che siamo proprio noi i leader in

Europa (e noni nel mondo) nella

produzione di benzina e diesel, per cui

- oltretutto - c’è una richiesta globale

crescente: importiamo il greggio, ma poi

lo lavoriamo per estrarne derivati da

esportare. Negli anni abbiamo perso delle

posizioni, è vero, ma abbiamo ancora

imprese che hanno una capacità di

raffinazione superiore a quella di tutti gli

altri cugini europei, distanziando

significativamente anche nazioni come

Regno Unito e Francia. Normalità

vorrebbe che un paese che produce un

certo bene e lo vende agli altri abbia poi

quel prodotto a costi accettabili dentro i

suoi confini: quello che succede con tante

altre cose, come i prodotti alimentari

made in Italy, che noi generalmente

paghiamo meno rispetto a quanto fanno

all’estero. E, invece, no. Questa logica non

funziona nel caso dei carburanti. Perché?

Troppe cose non funzionano

nell’ingranaggio dietro i nostri prezzi.

Tassati anche per le guerre del ‘35Innanzitutto, tasse: sono proprio i soldi

che per ogni litro di benzina versiamo allo

Stato a pesare più di ogni altra voce.

Quanto? Quasi il 70% nei dati riferiti al 2

febbraio, il che vuol dire quasi un euro del

costo totale. Si chiama “accisa”, in

particolare, il nostro problema (l’altra

componente è l’Iva) ed è quella che

aumenta di volta in volta in base a

interventi legislativi che si accumulano nel

tempo e fanno lievitare sempre di più il

prezzo, senza mai essere eliminati una

volta che l’esigenza di fare cassa per un

determinato motivo scompare.

Basta vedere cosa compone l’accisa per

capire meglio (e farsi anche due amare

risate): dunque, paghiamo ancora tasse

sulla benzina per - nell’ordine - la guerra

di Etiopia del 1935-1936, la crisi di Suez del

1956, il disastro del Vajont del 1963,

l’alluvione di Firenze del 1966 e così via

fino ad arrivare al rinnovo del contratto

degli autoferrotranvieri nel 2004 o il

finanziamento alla cultura nel 2011.

Certo, ci sono anche provvedimenti per

emergenze gravi più recenti, come il

terremoto dell’Aquila del 2009 e quelli

dell’Emilia del 2012. Ma, urgenze a parte,

in generale paghiamo l’inefficienza di uno

Stato che non riesce ad andare avanti con

le tasse - tante - che già versiamo e che fa

finta di niente, caricandoci ancora delle

Benzina

Portogallo

Spagna

Regno Unito

Francia

Olanda Austria

Italia

Media dei 28 paesi dell’Unione Europea

1,323 €

1,136 €

1,409 €

1,277 €

1,463 € 1,116 €

1,446 €

1,297 €

Belgio1,239 €

Danimarca1,394€

Germania1,298 €

Un litro di benzina

1,446€

Il prezzo? Tutto tasseIl costo del carburante dipende da diversi elementi. Ecco l’esempio per un litro di benzina (prezzi al 2 febbraio 2015).

Facile notare che gran parte del costo è dato dalle tasse (accise in particolare): su 1,446 euro al litro, 98 centesimi (il 68%), vanno all’erario. Poi c’è il costo industriale (al netto dei balzelli): una bella fetta alle compagnie petrolifere e le briciole per i distributori.

Tasse che guadagna lo Stato, pari a 0,98 euro

Guadagno per l’industria petrolifera, pari a 0,43 euro

Guadagno del distributore, pari a 0,03 euro

Penalizzati automobilisti e distributori

Dati Oil Bulletin, Commissione EuropeaPrezzi al litro al 2 febbraio 2015

68%

30%

2%

Page 10: Altroconsumo n° 291 aprile 2015

Inchiesta

18 Altroconsumo 291 • Aprile 2015 www.altroconsumo.it Aprile 2015 • 291 Altroconsumo 19www.altroconsumo.it

componenti che risalgono a esigenze di 80

anni fa. Se si dà un’occhiata alle tasse degli

altri Paesi, si nota - anche in questo caso -

il nostro triste record: in media, tra metà

novembre 2014 e inizio febbraio 2015,

abbiamo pagato 1,01 euro di tasse per ogni

litro, contro i 69 centesimi pagati in

Austria, i 67 della Spagna e gli 87 di media

in tutta l’Ue. Il paradosso si ingigantisce

ancora, poi, se si pensa che lo Stato - che

già attinge dai carburanti tramite l’erario

- ha anche il controllo della società leader

di mercato Eni, uno dei più grossi gruppi

petroliferi a livello mondiale. Insomma,

paghiamo la presenza di uno Stato

affamato che, sui carburanti, ci mangia

due volte.

Anche i prezzi netti sono altiAnche al netto delle tasse, il costo dei

carburanti resta comunque elevato.

Si tratta del cosiddetto prezzo industriale,

che in gran parte va alle compagnie

petrolifere, mentre le briciole vanno ai

distributori (come si può notare dal box a

pagina 17): su 46 centesimi totali, solo 3

centesimi finiscono nelle tasche dei gestori

delle pompe, sempre più strozzati dalla

condizione di debolezza in cui si ritrovano

per i contratti di esclusiva con i colossi del

petrolio. Anche questo prezzo industriale

continua a essere tra i più alti in Europa e

a oscillare meno che negli altri Paesi,

sempre nonostante il fatto che siamo tra i

massimi fornitori globali di carburante.

Vuol dire, in pratica, che le nostre

compagnie petrolifere si fanno pagare di

più in Italia che negli altri Paesi. Perché?

Misteri della fede.

La distribuzione è inefficienteUna delle ragioni per cui i prezzi

industriali sono così elevati è anche la rete

di distribuzione italiana, assolutamente

inefficiente. Abbiamo una quantità di

benzinai esorbitante, come ci dicono i dati

dell’Unione Petrolifera: ben 21.800, contro

gli 8mila del Regno Unito, gli 11mila della

Francia, i 10mila della Spagna e i 14mila

della Germania. E il nostro piccolo Stivale

non è certo delle dimensioni di questi

Paesi. Se si vanno a vedere i dati sulla

quantità di benzina che ognuno di questi

eroga all’anno, subito si nota che i nostri

distributori ne smerciano molto meno: in

media 490 metri cubi, in Francia 800 (il

doppio), in Germania 1.600 (più del triplo).

E così è anche per gran parte delle altre

nazioni. Cosa vuol dire? Che ognuno delle

migliaia di nostri benzinai vende molto

poco: si fanno investimenti pesanti per

tante piccole infrastrutture, che poi

rendono pochissimo. E questo è il segnale

più sintomatico del livello di inefficienza

del sistema, ben diverso da quello di

Germania o Francia, ad esempio, dove

invece ci sono grandi catene molto più

redditizie che riescono, quindi, a fare

anche prezzi più bassi e ad avere più

potere contrattuale con le compagnie

petrolifere. Una cosa poco diffusa da noi

- e che farebbe abbassare i prezzi - sarebbe

poi che i distributori diversificassero,

vendendo benzina e non solo: gli

ipermercati, infatti, possono fare prezzi

migliori, proprio perché possono

distribuire guadagni e perdite su una

varietà maggiore di prodotti. Certo, al

nostro sistema, va riconosciuto che i

benzinai sono presenti capillarmente su

tutto il territorio. E questo per via di una

serie di accordi che lo Stato e gli enti locali

hanno fatto con le aziende petrolifere, in

modo da garantire la loro presenza anche

in aree dove non hanno guadagno. Da un

lato può essere positivo, ma in ogni caso

non giustifica le differenze spaventose tra

la dimensione della rete italiana rispetto a

quella delle altre nazioni.

Produttori che vendono ancheMa le nostre pene non sono finite qui: non

bastano le tasse e uno Stato che ci

guadagna doppiamente su quello che

paghiamo, non bastano i costi industriali

alti e la rete distributiva inefficiente.

A condire il tutto ci si mettono anche le

compagnie petrolifere “tutto-fare”, che

pretendono di gestire dall’estrazione del

petrolio alla vendita di carburante al

consumatore (come fa Eni con la sua Agip)

e finiscono per far male, se non altro la

distribuzione, con il risultato che la rete

italiana diventa ancora più inefficiente.

Eppure, se il sistema fosse virtuoso, la

mancanza di passaggi in più tra chi

produce e chi vende, dovrebbe portare a

prezzi più bassi. E, invece, di nuovo no:

per benzina e diesel non funziona così e i

prezzi sono alti lo stesso. Insomma è un

mercato un po’ “stravagante”, per usare

un eufemismo, in cui le compagnie

petrolifere fanno un po’ quello che

vogliono. Lo dimostra anche il fatto che le

pompe bianche, quelle senza marca e

purtroppo ancora poco diffuse, possono

fare prezzi più bassi. Perché, se la

raffineria da cui arriva il carburante è

sempre la stessa? Perché Eni rifornisce il

suo distributore Agip a un costo superiore

rispetto a quello che fa al distributore no

logo? Altro paradosso, che rende evidente

quanto sia necessario separare la

produzione dalla vendita, per far avere a

tutti condizioni simili.

Qualcosa si può fareGli automobilisti, insomma, pagano da una

vita le inefficienze di una classe dirigente

senza regole, che non dirige e di uno Stato

avvoltoio. C’è davvero poco, per ora, con

cui ci si può difendere (ad esempio seguire

alcune buone pratiche quotidiane, come

quelle che consigliamo nella pagina a

fianco). Ma teneteci d’occhio perché

stiamo lavorando a un nuovo gruppo

d’acquisto, “Abbassa la benzina”, con cui

finalmente si potrà risparmiare anche sui

carburanti: ne parleremo al nostro Festival

a Ferrara, il 22, 23 e 24 maggio. ¬

CARBURANTI, ECCO LE CAUSE DEL SALASSO ITALIANO

Migliaia di piccoli poveri distributori Gli altri paesi europei hanno meno distributori, più grandi ed efficienti. Noi ne abbiamo molti, ben 21.800: piccoli, costosi e poco redditizi.

Il costo industriale altoÈ la quota del prezzo, al netto delle tasse, che va soprattutto alle compagnie petrolifere: si fanno pagare caro, anche dai loro stessi distributori.

Le tasse alle stelleÈ quello che incide di più sul prezzo finale della benzina e del diesel. Le nostre sono tra le più alte d’Europa.

Compagnie petrolifere “tutto-fare”Le stesse società che producono carburante lo distribuiscono, facendo un po’ quello che vogliono con i prezzi, mentre la rete di distribuzione diventa sempre più inefficiente.

CINQUE CONSIGLI PER RISPARMIARE

I guidatori non hanno molti strumenti con cui contrastare il caro-benzina, se non delle piccole buone pratiche quotidiane per evitare quantomeno il salasso. Eccole.

1. Non scegliere a caso. Non fare benzina dove capita: scegliendo con attenzione si può risparmiare quasi fino al 10% sul pieno.

2. Preferisci le pompe bianche. Si tratta dei distributori senza marca (ce ne sono circa 3mila in Italia). La qualità del carburante è del tutto simile a quella di marca, ma il risparmio può essere molto interessante: fino a 10 centesimi al litro. 3. Cerca i centri commerciali. È nelle loro prossimità o al loro interno che spesso si trovano i distributori più convenienti.

4. Guida piano e in modo intelligente. Avvia il motore senza accelerare e spegnilo in caso di sosta prolungata (ingorghi o passaggi a livello). L’andatura regolare può portare a una riduzione dei consumi fino al 10%. Limita la velocità: andare a 110 km/h anziché 130 km/h può far risparmiare fino al 18-20% di carburante. Non tirare le marce.

5. Fai una manutenzione periodica. Mantenere efficiente il motore vuol dire minimizzare i consumi. Tieni d’occhio le gomme: se sono sgonfie consumi di più.

Ne parleremo il 22, 23 e 24 Maggio

Page 11: Altroconsumo n° 291 aprile 2015

Sos Expo

20 Altroconsumo 291 • Aprile 2015 www.altroconsumo.it Aprile 2015 • 291 Altroconsumo 21www.altroconsumo.it

rotte di visitatori da tutto il

mondo stanno per

approdare a Milano e in

Lombardia in occasione

dell’importante

appuntamento europeo dell’anno:

l’Esposizione universale, per tutti Expo

2015. Tantissimi gli appuntamenti in

programma, speriamo poche le brutte

sorprese. Già si parla di prezzi pronti a

schizzare alle stelle. Solita dietrologia e

complottismo in stile italiano? Staremo a

vedere, ma è meglio tenere gli occhi

sempre aperti.

Altroconsumo ha preparato per

l’occasione una guida di orientamento per

vivere al meglio il semestre in arrivo, con

le risposte ai tanti dubbi e domande: come

scegliere un albergo? Come difendersi se il

conto è più alto delle aspettative?, per

dirne alcune. Ne abbiamo visitati 183,

ovvero il 66% delle strutture presenti nel

territorio di Milano.

Mancano i requisiti obbligatoriLa qualità del servizio offerto da un

albergo è un elemento difficile da

valutare. I fattori che la determinano sono

Solo sei strutture su dieci offrono un servizio all’altezza delle stelle. I meno in

regola sono gli hotel di categoria inferiore. La nostra guida per orientarsi.

Alberghi F

OSTELLI ALBERGHI A TRE STELLE

Frequentati dai più giovani, gli ostelli offrono un servizio di qualità base a un prezzo competitivo, ma esistono comunque diversi requisiti da rispettare. E non sono rispettati.

La normativa per gli alberghi a tre stelle è più esigente e il numero minimo di servizi da offrire alla clientela è maggiore. Circa la metà delle strutture rispetta tutti o quasi tutti i criteri.

Nessun ostello rispetta tutti gli standard qualitativi richiesti per legge. Per esempio spesso non viene offerta l’informazione turistica sulla città attraverso una bacheca apposita (la espone solo un ostello su due), così come non è garantito un servizio di fax e di fotocopie, né l’aria condizionata nelle aree comuni. Invece c’è sempre un collegamento internet, gratuito o a pagamento.

Tre strutture su quattro non dispongono di un bagno nelle parti comuni distinto per sessi (in realtà per legge questo servizio è richiesto solo per le strutture nuove o ristrutturate, non per gli alberghi più vecchi). In molti casi non è offerto il servizio in camera, anche se l’hotel è dotato di un bar e mancano alcune dotazioni previste per il bagno in camera, come i sacchetti igienici.

infatti in parte materiali e in parte

immateriali. Ci sono poi molte variabili più

sfumate, come la cortesia e la capacità di

accogliere il cliente.

Ecco perché in questa inchiesta abbiamo

analizzato solo parametri oggettivi, come

le dotazioni e i servizi forniti al cliente, in

pratica la presenza o meno di tutti i

requisiti che determinano l’appartenenza

a una categoria di albergo e quindi il

numero di stelle. La fotografia che

abbiamo fatto dei principali alberghi di

Milano in occasione di Expo 2015 fornisce

un quadro dell’offerta disponibile in città,

ma soprattutto vogliamo pungolare gli

albergatori, perché alla luce delle nostre

critiche correggano il tiro se necessario.

Strutture da modernizzare In genere la pulizia dell’hotel è buona, la

connessione internet è disponibile e gli

orari di apertura della reception sono

adeguati. Ci sono però diverse carenze

nella maggior parte degli hotel visitati (per

i dettagli vedi le schede per categoria

presentate in queste pagine).

Confrontare i vincoli della normativa con

la situazione reale ha fatto emergere le

LA NOSTRA INCHIESTA

Gli alberghi di Milano rispecchiano la categoria che espongono all’ingresso, le stelle per cui li scegliamo?

PIÙ DI 180 ALBERGHI ESAMINATITutte le strutture, 183 in tutto tra alberghi da 3 a 5 stelle più gli ostelli, sono state valutate rispetto agli standard previsti per legge secondo criteri oggettivi (come la presenza di dotazioni, l’offerta di servizi...).

VISITE IN INCOGNITOLe visite dei nostri esperti, che hanno soggiornato una notte in ogni hotel, sono state fatte in modo anonimo tra il 3 ottobre e il 30 novembre scorso. La camera è una matrimoniale standard uso singola con bagno. Il progetto è finanziato dalla Regione Lombardia, con il patrocinio del Comune di Milano, ed è stato realizzato da Altroconsumo insieme ad altre associazioni: Adoc, Casa del consumatore, Codici e Codacons. Al progetto ha collaborato per metodo e contenuti anche l’UNI, l’ente italiano di normazione.

56% 75%44% 47%

44% 45%33% 43%

manca la bacheca turistica

il bagno in zona comune non è diviso per sessi

non c’è il servizio fax non è offerto il servizio bar in camera

senza dispositivo di chiamata d’emergenza in bagno privato

non ci sono i sacchetti igienici nel bagno in camera

non c’è il servizio fotocopie

il personale non è riconoscibile tramite divisa

guerre stellari

GLI HOTEL E LE STELLE

Percentuale di strutture che rispettano tutti o quasi tutti gli standard della propria categoria.

33

%

49

%

64

%

84

%

58

%

Os

telli

Alb

erg

hi 3

ste

lle

Alb

erg

hi 4

ste

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Alb

erg

hi 5

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lle

Tu

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re

Page 12: Altroconsumo n° 291 aprile 2015

Sos Expo

22 Altroconsumo 291 • Aprile 2015 www.altroconsumo.it

carenze delle strutture ricettive, di solito

coerenti con la categoria di appartenenza:

più si sale di stelle, più gli standard di

qualità sono vicini a quanto richiesto per

legge: 33% per gli ostelli, 49% per i 3 stelle,

64% per i 4 stelle e 84% per i 5 stelle.

Altroconsumo e le altre associazioni

propongono una serie di migliorie alla

classificazione per stelle in vigore, che

migliorerebbero il comfort degli ospiti. In

particolare: maggiori dotazioni in camera

e in bagno, maggiore insonorizzazione

delle camere, miglior comfort di letti e

cuscini, ampliamento e modernizzazione

delle parti comuni.

Abbiamo verificato anche alcuni aspetti

non previsti per legge, che secondo noi

dovrebbero essere considerati dalla

direzione degli hotel. Per esempio gli

alberghi sono poco attenti all’ambiente.

Anche su questo fronte emergono notevoli

differenze tra le varie categorie: gli ostelli

peccano molto di più rispetto agli alberghi

di qualità superiore. Non viene fatta una

comunicazione su come fare o su come

viene fatta la raccolta differenziata (non

abbiamo trovato indicazioni nel 91% dei

casi), mentre sarebbe utile, soprattutto per

Per prepararsi all’Esposizione abbiamo realizzato la guida digitale SOS Expo sui diritti del turista. I tanti cittadini del mondo che arriveranno a Milano potranno usarla per far valere i propri diritti durante il soggiorno in città e risolvere i principali problemi riguardanti trasporti, acquisti, pernottamento. La guida è disponibile sul nostro sito, nelle isole digitali Expo e sul portale del turismo del Comune di Milano.

Guida all’Expo

www.altroconsumo.it/expo

ALBERGHI A QUATTRO STELLE ALBERGHI A CINQUE STELLE

Molti hotel rispettano la quasi totalità degli standard richiesti per la categoria. Ma c’è una fetta di strutture priva di alcuni servizi che ci si aspetta in un albergo a quattro stelle.

Tantissimi i servizi e i comfort previsti, rispettati dalla grande maggioranza degli alberghi. Ancora una volta, però, sono alcune dotazioni previste per i bagni a mancare, anche se di rado.

Te lo aspetteresti? Un cinque stelle che non mette a disposizione del cliente un accappatoio e altre dotazioni base del bagno, come il tappetino? Non cadrà il mondo, certo, ma da questa categoria di hotel ci saremmo aspettati un rispetto totale degli standard richiesti per la categoria.

i turisti. Manca nella metà dei casi

l’attenzione al risparmio energetico, per

esempio tramite un interruttore

automatico che spenga la luce quando si

esce dalla stanza. Gli hotel visitati non

rivelano una grande sensibilità neppure

verso le persone con problemi motori: solo

la metà delle strutture offre l’ingresso

principale e il bagno nelle parti comuni

accessibili ai disabili. Ancora peggio per

chi ha problemi visivi: solo quattro volte

su dieci i numeri delle camere e dei piani

degli ascensori sono scritti in braille, e ci

sono segnali acustici di apertura e

chiusura delle porte.

Stelle da migliorarePer scegliere dove alloggiare, spesso si

sceglie un albergo in base al numero di

stelle, che in linea di massima individua la

categoria e quindi la qualità della

struttura. Nella realtà, bisogna mettere in

conto un margine di incognita sul servizio

ricevuto in base alle stelle, perché di fatto

non esiste ancora una classificazione

unitaria internazionale né nazionale. La

divisione per stelle definisce degli

standard minimi per una unificazione dei

criteri di valutazione, ma il decreto non

sempre è stato messo in pratica dalle

Regioni. Quindi può capitare che

l’assegnazione delle stelle sia diversa da

una regione all’altra ed è perciò buona

norma controllare sui siti degli hotel i

servizi effettivamente offerti. In caso di

dubbi consulta la nostra guida a Expo

(vedi il riquadro in alto). ¬

83% 33%18% 25%

17% 25%16% 17%

manca l’accappatoio non ci sono i sacchetti igienici nel bagno in camera

non ci sono i sacchetti igienici nel bagno in camera

Locale tv in comune

il bagno in zona comune non è diviso per sessi

manca l’accappatoionon c’è il tappetino nel bagno in camera

il bagno in zona comune non è diviso per sessi

Il servizio internet è sempre disponibile e la reception è aperta per almeno sedici ore, ma in moltissimi casi manca uno dei comfort previsti per il bagno, ovvero l’accappatoio. Insufficienti anche alcuni servizi in camera, come la colazione a letto, il condizionatore regolabile, il lavaggio e la stiratura degli abiti con consegna in 24 ore.

Page 13: Altroconsumo n° 291 aprile 2015

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Page 14: Altroconsumo n° 291 aprile 2015

Inchiesta

24 Altroconsumo 291 • Aprile 2015 www.altroconsumo.it Aprile 2015 • 291 Altroconsumo 25www.altroconsumo.it

empre più italiani

rinunciano alle tentazioni

della carne. Non solo ne

comprano meno, ma hanno

deciso di metterla

deliberatamente al bando dalla propria

tavola per uno o più giorni alla settimana.

E da bistecche e salsicce l’avversione si sta

pian piano estendendo alle proteine

animali in generale, a vantaggio di frutta e

verdura, che invece aprono ampie brecce

nei nostri gusti alimentari. È uno dei

messaggi emersi con più forza da questa

inchiesta, che ha chiamato più di settemila

persone ad esprimersi sulle proprie

abitudini di spesa in fatto di cibi e bevande

(vedi riquadro “La nostra inchiesta” nella

pagina a fianco).

Alle donne piace verdeLa scelta di mangiare green è risultata per

lo più prerogativa delle donne. Ed è

soprattutto tra i flexitariani, cioè i

vegetariani flessibili (quelli che si

concedono a volte il pesce e solo

sporadicamente la carne), che si notano le

differenze maggiori: la percentuale di

donne flexitariane (14%) è doppia rispetto

a quella degli uomini (7%). Non solo il

LA NOSTRA INCHIESTA

Cosa ci spinge ad acquistare certi cibi e non altri? Da quali aspetti ci facciamo influenzare di più? Com’è cambiata la nostra dieta se la osserviamo attraverso lo specchio dei nostri acquisti? Per rispondere abbiamo intervistato con un questionario più di settemila persone, di età compresa tra i 25 e i 74 anni, in cinque Paesi: Italia, Belgio, Portogallo, Spagna e Brasile. I più numerosi sono stati gli italiani (più di 2.300). L’inchiesta è stata svolta tra settembre e novembre 2014.

S L’INTERVISTA

Marino Niola è antropologo, insegna all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, presso la quale dirige MedEatResearch, Centro di ricerche sociali sulla dieta mediterranea. Il suo ultimo libro è Homo dieteticus (Il Mulino, 2015).

Professor Niola, i dati dicono che quella vegetariana è una scelta più femminile che maschile. Le donne sono più sensibili oppure più attente alla linea?«L’alimentazione è sempre di più una questione di genere. Sono le donne a porsi maggiormente il problema dell’altro e dell’impatto che le proprie scelte possono avere sulle creature e sull’ambiente, probabilmente perché le donne sono madri e hanno sperimentato la discriminazione sulla loro pelle. L’opzione vegetariana poche volte è riconducibile a ragioni fisiologiche, è più che altro un’obiezione di coscienza alimentare, in nome dei diritti del vivente. La stragrande maggioranza lo fa per amore degli animali, il resto per ragioni di salute. Chi invece vuole dimagrire sceglie di solito una dieta».

E sul mercato c’è solo l’imbarazzo della scelta. Le diete si moltiplicano e spesso vengono abbracciate come se fossero vere e proprie forme di fede. «Questo perché il culto ossessivo della magrezza si è trasformato in una religione e il cibo è diventato il pensiero dominante del nostro tempo, in positivo e in negativo. Il sovrappeso è una colpa da espiare. L’etica si è tramutata in dietetica, e come ogni altra religione è piena di precetti da osservare, di veti e di divieti. È una devozione fatta di penitenze e rinunce: senza burro, senza latte, senza uova, senza zucchero, senza sale. La nostra sta diventando una cucina per sottrazione e non per addizione, come era invece per i nostri genitori. Non siamo più quello che mangiamo, ma quello che non mangiamo. Peccato che a furia di togliere si riduce la dieta a pochi nutrienti, con gravi rischi per la salute».

Chi non ha a sufficienza cerca di mangiare, chi ha troppo cerca di non mangiare.

«In verità ci si è spinti oltre: il cibo non è più una misura del benessere, ma una condizione dell’essere. I regimi alimentari sono diventati i nuovi classificatori dell’umanità: crudisti, vegani, no gluten, fruttariani, lattofobi... I cittadini globali si dividono in tribù alimentari, ciascuna con i propri totem e tabù, fanatismi e intolleranze: crudo contro cotto, soia contro uova, tofu contro carne...».

Perché gli alimenti che si presentano come salutistici hanno tanto successo?«Perché mangiare sano è diventato ormai un mantra e siamo tutti alla ricerca dell’alimento ideale, che ci garantirà salute e lunga vita. Gli alimenti presentati come panacea - dal tè verde alla curcuma, dal tofu alla quinoa, dal ginseng al farro - hanno successo perché circondati da un’aura preindustriale, che richiama la natura e la purezza incontaminata. Siamo tanto scettici quanto creduloni: da un lato non ci fidiamo più di nessuno e mettiamo in dubbio ciò che le istituzioni e la scienza affermano, dall’altro siamo pronti a dare credito alle bufale virali e ai guru in Rete, che invitano a diffidare della versione ufficiale dei fatti, per esempio in materia di sicurezza alimentare, vaccini, ogm».

Insomma mangiar sano è una cosa buona e giusta, ma attenti alle esagerazioni.«Soprattutto attenti a non farne una malattia, nel vero senso della parola. L’ortoressia, cioè la fissazione insana del mangiare sano, è una psicopatologia.Chi ne è colpito si autocondanna a pesanti rinunce e si isola da chi non condivide il proprio credo. Questa sindrome non risparmia neppure i bambini, costretti dai genitori a una prigione immunitaria, da cui il gusto è bandito e la golosità punita».

Meno carne e proteine animali. Più frutta e verdura. Gusto e salubrità dei cibi più importanti del prezzo. Ecco come cambia la spesa, soprattutto quella delle donne.

vegetariani?Diventeremo tutti

sesso, anche l’età e l’istruzione hanno un

peso: i vegetariani e i flexitariani tendono

a concentrarsi nella fascia di età più

giovane dei partecipanti alla nostra

indagine, quella che va dai 25 ai 39 anni;

lo stesso succede tra quelli che hanno un

livello di istruzione più alto. Al contrario

sembrano non influire le condizioni

economiche.

Volenti o nolenti, la via è segnataDiventeremo tutti vegetariani? La

domanda a questo punto nasce spontanea.

Per ora la scelta di privilegiare gli alimenti

di origine vegetale rispetto a quelli di

origine animale è una tendenza destinata

a crescere, quanto velocemente non è dato

sapere. Di sicuro sarà difficile tornare

indietro. Uno studio dello Stockholm

International Water Institute si spinge

oltre, fino a dare addirittura per certa una

conversione globale al vegetarianesimo, se

non per volontà almeno per necessità. Il

motivo principale di questa conversione

forzata starebbe nella scarsità di risorse

idriche, a fronte di una crescita

demografica che è inarrestabile: entro il

2050 si prevede che la popolazione

mondiale toccherà quota nove miliardi.

Niola: “Siamo tutti alla ricerca dell’alimento ideale”

Page 15: Altroconsumo n° 291 aprile 2015

Inchiesta

26 Altroconsumo 291 • Aprile 2015 www.altroconsumo.it Aprile 2015 • 291 Altroconsumo 27www.altroconsumo.it

Dai supercibi agli insettiL’industria alimentare non se ne sta però

con le mani in mano. Sta lavorando da

tempo ai cosiddetti “supercibi”, alimenti

innovativi sia sotto il profilo dell’impatto

ambientale sia sotto quello nutrizionale, in

particolare sui cibi “nutraceutici”, prodotti

a metà tra alimenti e farmaci. Due esempi

hanno fatto molto discutere. La pallina

edibile WikiPearl (negli Usa è già sul

mercato), inventata da un biologo che

insegna ad Harvard: dentro c’è un alimento

a scelta tra gelato, yogurt, formaggio, frutta

e verdura – questi i gusti attualmente

disponibili – mentre l’imballaggio è il suo

stesso guscio, che si scioglie in bocca ed è

completamente commestibile. Coca Cola è

invece in procinto di lanciare un superlatte

dal nome ancora top secret, che, rispetto al

latte vaccino, contiene il 50% in più di

proteine e il 30% in meno di zuccheri,

molto più calcio e zero lattosio. Tutt’altra la

direzione suggerita della Fao, l’Agenzia Onu

per l’alimentazione e l’agricoltura, che in

un suo studio invita a guardare a ciò che è

già presente in natura, e pure in

abbondanza: gli insetti. L’idea non è certo

delle più appetitose, ma nel mondo sono

già due miliardi le persone che se ne

cibano. I più consumati sono coleotteri,

bruchi, api, vespe e formiche, cavallette e

grilli. I nutrizionisti li promuovono perché

sono ricchi di proteine, sali minerali (tra

cui ferro e zinco) e praticamente privi di

colesterolo, oltre che essere altamente

digeribili. Per ora sono entrati nel menu di

chef stellati e di qualche indirizzo

alternativo in cerca di titoli di giornale e

pubblicità gratis.

Questa non la bevo piùDi sicuro nessuna di queste rappresenta

(almeno per il momento) un’opzione per

gli italiani, che, si sa, sono piuttosto

tradizionalisti in fatto di gusti a tavola,

anche se si è acuita la comune sensibilità

nei confronti di una dieta più sana. Non è

un caso che le prime tre categorie di

alimenti che negli ultimi due anni ci si è

impegnati a mettere nel carrello meno

spesso che in precedenza sono nell’ordine:

le bevande zuccherate (acquistate meno

dal 64% degli intervistati), i prodotti da

forno dolci e i dessert (58%) e la carne

(46%). Al contrario quelli acquistati di più

rispetto al passato sono le verdure (per il

41% del campione), frutta (37%) e pesce

(28%). Sono tutti segni che si sta

finalmente comprendendo quanto un

regime alimentare sano – povero di

grassi animali e zuccheri semplici e più

ricco di vegetali e di fibre – sia importante

per rimanere in forma e prevenire molte

malattie, in particolare quelle

degenerative e i tumori; naturalmente

associandolo a un’adeguata attività fisica e

@

IDENTITÀ A TAVOLA

In Italia gli onnivori sono l’86%, i flexitariani l’11%, i vegetariani il 3%.

33

1

1

2

2

3

3

40

55

15 13

85 87

5545 45

58 94

4

3

64

70

57

50

73

63

61

59

59

332416

60

27

17

56

4

58

38 27

17

56

41

7

52

37

8

55

2825

47

5

46 49

1810

42

57

19

31

13

29

233 30 23 21 4

60

67

Negli ultimi 12 mesi hai mangiato meno proteine animali?

Hai stabilito di non mangiare carne in uno o più giorni della settimana o del mese?

Compro abitualmente prodotti alimentari con i marchi... Nutro molta fidiucia nei marchi... (%)

Bio Denominazioni d’origine

Ecologici Equo-solidali

Quali informazioni guardi di più sulle etichette? (%)

Quali altre informazioni in più vorresti trovare sulle etichette? (%)

Quali fattori consideri maggiormente quando scegli il punto vendita in cui fare la spesa alimentare? (%)

(dati in %)

Vegetariani flessibili (flexitariani)

Gli acquisti in calo

Gli acquisti in crescita

Uomini

Supermercato Discount Ipermercato Negozio Mercato

Bevande zuccherate

Bevande zuccherate

Ne ho comprato di più

Acquisti

Fiducia

Ne ho comprato di meno

Nessun cambiamento

Dolci e merendine

Dolci e merendine

Bio

Marchi low

cost

Cereali

Verdure

Verdure

Frutta

Frutta

Pesce

Pesce

Carne

Carne

Supermercato bioAcquisti online

Donne

Mai

Raramente

Frequentemente

Donne

Uomini

Costo

Varietà dell’offerta

Data di scadenza

Origine

Lista degli ingredienti

Dove, quando e come sono lavorati i prodotti

Info più specifiche sugli ingredienti

Termini più facili da capire

Vicinanza

Freschezza dei prodotti

Gusto

Salubrità

Prezzo

Origine

No

No

No

No

Vegetariani

Quali aspetti consideri di più quando scegli cibo e bevande? (dati in %)

Negli ultimi due anni hai cambiato le tue abitudini di acquisto riguardanti i seguenti alimenti e bevande? (dati in %)

DOVE COMPRANO GLI ITALIANI CIBO E BEVANDE? (dati in %)

MOTIVI DI SCELTA ABITUDINI DI SPESA

CHI DICE “SÌ” AI MARCHI DI QUALITÀ LE ETICHETTE

98

71

47

44

77

74

Page 16: Altroconsumo n° 291 aprile 2015

Inchiesta

28 Altroconsumo 291 • Aprile 2015 www.altroconsumo.it

a uno stile di vita sano. Del resto lo diceva

già Ippocrate: «Il cibo sia la tua medicina

e la tua medicina il cibo».

Oltre il risparmio c’è di piùLa massima del padre della medicina non

è altro che un invito, quando si mangia, a

contemperare gusto e salute. Ed è curioso

che rispondendo alla domanda su «quali

aspetti influiscono di più quando scegli

cibi e bevande?», la maggior parte degli

intervistati metta al primo posto il “gusto”

(73%) e al secondo “l’utilità per la salute”

(63%), dimostrando che oltre al risparmio

c’è di più. Il prezzo, con i tempi che

corrono, conserva comunque la sua

centralità: lo ritroviamo in terza posizione

con il 61% di preferenze. Insomma, il

messaggio è molto chiaro: spendere meno

è obbligatorio, ma prima è necessario fare

attenzione a cosa si porta in tavola sotto il

profilo della bontà e della sicurezza.

Collegata a questi due aspetti,

nell’opinione comune, è la provenienza

degli alimenti: per sei persone su dieci

diventa una discriminante per mettere nel

carrello o meno un alimento. Questo

perché l’indicazione d’origine è un

elemento che, più che alla sfera della

trasparenza nell’etichettatura

(fondamentale per sapere cosa si compra),

viene associato a quella della qualità. Un

mito da sfatare, perché un alimento

prodotto in Italia non può essere per

definizione considerato migliore di uno

che arriva, per esempio, dalla Polonia.

Sembrano invece giocare un ruolo

marginale le preoccupazioni per

l’ambiente, visto che nella scelta di cibi e

bevande da acquistare l’aspetto della

sostenibilità è preso in considerazione da

meno di un intervistato su cinque. Il che

dimostra che l’ansia di salutismo spesso

rimane circoscritta alla circonferenza del

nostro piatto e non si estende a quella del

Pianeta.

Confidare in bio?Cresce, senza particolari picchi, l’interesse

per il biologico. Gli intervistati che

dichiarano di aver comprato negli ultimi

due anni più alimenti bio sono il 27%, a

fronte di un 17% che ne ha invece ridotto

l’acquisto. Una divergenza di orientamento

che si può giustificare con più di un

argomento. Il primo è che la maggioranza

degli italiani non confida nel bio. La

fiducia nel logo con la foglia verde e le

dodici stelle bianche è molto bassa,

probabilmente a causa dell’eco mediatica

che hanno avuto scandali e truffe di

produttori che hanno spacciato per

biologici prodotti che in realtà non lo

erano. La somma delle percentuali di chi è

sicuro e di chi crede molto che i prodotti

contrassegnati dall’eurofoglia provengano

effettivamente da agricoltura biologica fa

un misero 18%: un risultato molto basso,

se confrontato a quello che raggiungono i

marchi con le denominazioni d’origine

(57%), i marchi ecologici (31%) e l’equo-

solidale (29%).

La salute tienila da parteVa anche ricordato che si moltiplicano le

ricerche scientifiche che provano come il

consumo di alimenti coltivati con criteri

biologici, rispetto ai prodotti tradizionali,

non garantisce un valore aggiunto dal

punto di vista nutritivo, né sul piano della

salute, contrariamente a quanto vuole la

vulgata. Ciò che invece è indubbio è che

chi consuma alimenti bio compie ogni

volta un’opera buona nei confronti

dell’ambiente, e non è poco. La

bioagricoltura è infatti più in sintonia con

la natura perché meno intensiva, riduce al

minimo l’uso di sostanze chimiche, dai

concimi ai pesticidi, passando per i

farmaci. Questo però non vuol dire che i

prodotti convenzionali siano meno sicuri:

la legge pone limiti molto severi alla

presenza di sostanze pericolose per la

salute in tutti gli alimenti in commercio,

biologici o convenzionali che siano.

Anche i prezzi salati del bio sono

difficilmente digeribili. È vero che

settantacinque intervistati su cento sono

disposti a spendere di più per acquistare

alimenti bio-certificati, ma il problema

resta la differenza di prezzo con i prodotti

tradizionali. Se questa differenza rimane

sotto il 10% la cosa è in qualche modo

accettabile, ma oltre questo limite no:

quelli che si dicono pronti a sborsare più

del 10% crollano a dodici su cento. ¬

Sul nostro sito trovi molte informazioni che ti possonoaiutare a mangiare in modo sano, facendoti risparmiare.

Puoi consultare il calendario della frutta e della verduraper verificare cosa offre la natura mese dopo mese e verificare le tue conoscenze su vitamine e minerali grazie a un ricco dossier. Non serve

spendere in prodotti speciali: un’alimentazione varia offre tutto ciò che serve.

E se hai bisogno di dimagrire consulta il servizio che mette a confronto le diete, valutandole sia in termini di convenienza economica sia sotto l’aspetto dei rischi per la salute. Ma per iniziare, calcola il tuo indice di massa corporea (IMC).

Il benessere a tavola è servito

www.altroconsumo.it /alimentazione

Per i miei centrifugati compro frutta e verdura nei mercatini. Mangio meno carne, ma non so rinunciare ai formaggi.Cristiana Mottura, Torino

Prima di acquistare un alimento, leggo sempre la lista degli ingredienti. Non mi fido degli slogan usati sulle confezioni. Angelo Lo Massaro, Milano

Page 17: Altroconsumo n° 291 aprile 2015

Aprile 2015 • 291 Altroconsumo 29www.altroconsumo.it

Inchiesta

All’origine degli incidenti, non solo alta velocità, ma anche troppa imprudenza. Rieduca la tua guida con la community Maldistrada.

Guidatoriuniti si è più sicuri

LA NOSTRA INCHIESTA

Tangenziali e raccordi autostradali sono sicuri? Perché il traffico aumenta in certi tratti e non in altri? Quanto influisce lo stile di guida sul numero di incidenti?

SPECIALISTI ALLA GUIDAAbbiamo percorso le tangenziali e i raccordi autostradali vicini a Milano, Bologna, Firenze, Roma e Napoli. In tutto abbiamo ispezionato 232 km di strade a bordo di automobili guidate da esperti di sicurezza stradale.

STRUMENTI SOFISTICATIOgni auto era dotata di telecamera per monitorare l’intero tragitto. Grazie agli strumenti portati a bordo, abbiamo potuto misurare con venti rilievi al secondo i dettagli di accelerazione e velocità, che hanno permesso di studiare la traiettoria del veicolo e i rallentamenti dovuti alle variazioni dei flussi di traffico.

percorsi 110 metri

percorsi 55 metri

Gli esempi sono calcolati su una velocità di 90 km/h

leggere un messaggio sul cellulare

4,4 secondi

rispondere a una telefonata2,2 secondi

3

4

2222222 0000000

1111111111111

6

percorsi 450 metri

impostare il navigatore18 secondi

percorsi 185 metri

percorsi 40 metri

comporre un numero7,4 secondi

sintonizzare la radio1,6 secondi

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Aprile 2015 • 291 Altroconsumo 3130 Altroconsumo 291 • Aprile 2015 www.altroconsumo.it www.altroconsumo.it

Inchiesta

MALDISTRADA, AVANTI TUTTA

Partecipa alla community di Altroconsumo rivolta agli utenti della strada: tutti insieme si viaggia meglio, si arriva prima e si è più al sicuro.

TUTTI INSIEME CONVENIENTEMENTEUnisci le tue forze a quelle degli altri automobilisti per condividere informazioni sul traffico e sulle condizioni stradali. Risparmierai tempo e avrai meno imprevisti. L’obiettivo di Maldistrada è di mettere in contatto tanti automobilisti, motociclisti, pedoni e ciclisti che collaborano per ottenere un beneficio comune: raggiungere il posto di lavoro, fare commissioni o viaggiare, percorrendo l’itinerario migliore, evitando le zone più a rischio e risparmiando (e facendo risparmiare agli altri) del tempo, grazie a indicazioni utili e puntuali.

SICUREZZA ALLARGATAIl traffico spesso dipende dal comportamento degli utenti. I guidatori che si credono furbi sono spesso i primi a fare danno, a rallentare i flussi di traffico o a creare code. La responsabilizzazione e il coinvolgimento di chi guida è fondamentale per migliorare la sicurezza stradale, da qui l’idea di un progetto collaborativo, che coinvolga in modo allargato tutti gli utenti della strada.

SEGNALARE PROBLEMI O ANOMALIE Il funzionamento del sito è semplice: basta registrarsi e autenticarsi, poi si può iniziare a inserire le segnalazioni. Possono essere di vario tipo: buche, segnaletica mancante, lavori in corso, situazioni pericolose... tutte indicazioni che serviranno da avviso per gli altri utenti, e come sollecitazione verso le autorità e le società di gestione delle autostrade. Si possono inserire anche foto. Il sito è navigabile su qualsiasi dispositivo, anche mobile e tablet.

Agli automobilisti serve più formazione

l numero di incidenti stradali è in diminuzione, ma l’obiettivo è di abbassarlo ancora. Almeno questo è quanto prevede il

programma Europeo di azione per la sicurezza stradale 2011-2020 che, oltre ad avere l’obiettivo di dimezzare il numero dei morti sulle strade entro il 2020, punta sulla maggiore educazione degli automobilisti. Spesso è la velocità elevata a provocare incidenti, soprattutto quelli più gravi. Ma andare piano non basta: ci sono altri comportamenti che mettono a rischio, anche a velocità contenuta. Il nostro modo di guidare, la capacità di mantenere l’attenzione e lo sguardo sulla strada, la pazienza di sopportare condizioni di traffico snervanti senza cadere in eccessi pericolosi sono tutti fattori importanti tanto quanto la pericolosità della carreggiata, la scarsa manutenzione del manto stradale, l’illuminazione insufficiente o uno svincolo progettato male. Ci vuole maggiore educazione alla sicurezza stradale, maggiore consapevolezza del proprio ruolo di automobilisti. E anche collaborare tra automobilisti, condividere informazioni, segnalare problemi o dare dritte aiuta a fare un viaggio più sicuro e più sereno. Questo è l’obiettivo di Maldistrada.it, la piattaforma che abbiamo messo a disposizione degli automobilisti, un’esperienza collaborativa di sicurezza stradale (vedi il riquadro a sinistra).

In tangenziale rischi potenziatiSecondo la stima preliminare Istat sugli incidenti stradali avvenuti nel 2013, il numero di morti è diminuito del 52% rispetto al 2001. Resta il fatto che la sicurezza stradale è ancora un grave problema sociale per il Paese: solo nel 2013 sono decedute 3.385 persone, la maggior parte di queste nella fascia di età compresa tra i 20 e i 44 anni. Un tipo di strada particolarmente insidioso è la tangenziale, che funge da raccordo per i diversi accessi alle città e che per la sua caratteristica di snodo del traffico urbano ed extraurbano risente molto delle dinamiche del traffico nelle ore di punta o o di particolari picchi di traffico. In questa inchiesta abbiamo percorso in totale 232 km: l’aspetto più evidente è che, dato il traffico intenso, in tangenziale le auto spesso viaggiano molto vicine al limite di velocità, riducendo la distanza a pochi metri. Questo è il caso tipico in cui fare un tamponamento è facile, basta una minima distrazione a provocare un incidente, perché la distanza tra i veicoli è minima e

Isi deve prestare grande attenzione a ogni manovra. Anche se la strada è in ottime condizioni, dunque, se il traffico è intenso e al limite della saturazione ci sono rischi per la sicurezza che dipendono fortemente dal comportamento degli automobilisti, soprattutto i più frettolosi, che pur di non ridurre la velocità continuano a cambiare corsia, con l’idea di ridurre i propri tempi di percorrenza, ma in realtà senza un vero vantaggio. Questo stile di guida spesso spinge a ignorare ogni regola di prudenza, in primo luogo l’adeguamento della velocità alle circostanze e il rispetto delle distanze di sicurezza. E nervosismo e imprudenza spesso scattano proprio quando il traffico è più intenso. Un esempio? Viaggiare sempre sulla corsia di sorpasso, che spesso è la più intasata, invece di tenere la corsia

libera più a destra, come impone il Codice della strada. Chi è alla guida oppone tutte le attenuanti del caso: a destra ci sono troppi camion, oppure automobilisti troppo lenti, insomma quella è la corsia dei pigri. Il risultato, però, è che su diverse corsie disponibili ce ne sono alcune del tutto sottoutilizzate, mentre quella di sorpasso si trasforma in un circuito da rally. Come si può vedere dalle schede che trovate in queste pagine, che presentano una sintesi della realtà delle tangenziali e dei raccordi autostradali che abbiamo ispezionato, rischi e problemi sono diffusi un po’ ovunque. A volte dipendono proprio dal nostro comportamento alla guida, a volte è lo stesso sistema stradale a non riuscire a sopportare l’elevato flusso di traffico.

Gli eccessi dello smartphonePurtroppo non tutti sono consapevoli di poter rappresentare un pericolo per sé e per gli altri. In gioco ci sono il temperamento del guidatore, l’eccessiva disinvoltura di una guida matura e forse la dimenticanza negli anni delle buone regole di prudenza insegnate dalla scuola guida. Ma c’è di più.Secondo i dati Aci-Istat, nel 2013 la distrazione al volante è diventata la prima causa di incidenti stradali con feriti, seguita dal mancato rispetto delle regole di precedenza e dalla velocità eccessiva. Mandare sms e telefonare è diventata una pericolosa abitudine, ma farlo allunga i tempi di reazione e quindi la possibilità di evitare uno scontro. Gli automobilisti leggono mail, scattano foto (anche selfie!), controllano i social network, scorrono la

MILANO BOLOGNA

Si tratta di un’unica struttura circolare con 50 uscite, che collegano la città al suo hinterland.

Lo snodo più cruciale dell’intera rete autostradale italiana è un punto molto critico, ma è anche dotato di sistemi sofisticati.

LIMITE DI VELOCITÀ VIOLATOLa tangenziale ovest (A50) è piuttosoto trafficata, ma non presenta particolari problemi di sicurezza. Situazione analoga per la tangenziale est (A51), ma con un flusso maggiore di veicoli pesanti. Sulla A4 sono emersi problemi nel tratto compreso tra Pero e Cormano, per la presenza di un grande cantiere abbinato all’elevato traffico soprattutto di mezzi pesanti che crea code e blocchi. Da segnalare la presenza di automobilisti che viaggiano ben oltre il limite di velocità. Il tratto della A4 a Nord è affollato da mezzi pesanti e particolarmente trafficato, in particolare nelle ore di punta. Servirebbe un percorso differenziato di velocità per i mezzi pesanti (vedi l’esempio a fianco di Bologna).

UNA CENTRALE AGISCE DA REMOTOLa tangenziale e il passante di Bologna sopportano volumi di traffico molto elevati, aggravati dalla presenza di mezzi pesanti. Proprio l’alto numero di camion contribuisce a creare code, intasamenti e rischi per la sicurezza. Questo tratto della A14 è dotato di segnaletica variabile sulle corsie, per cui per esempio ai mezzi pesanti è vietata la circolazione sulla corsia di sorpasso. In pratica grazie al controllo dinamico della velocità da parte di una centrale operativa, il limite di velocità è differenziato sulle diverse corsie in modo da diluire il flusso di traffico. Sarebbe necessario anche introdurre un sistema automatico per rilevare le code, che segnali eventuali incidenti o ingorghi in tempo utile.

Tangenziale ovest, est e passante A4 nord (78 km percorsi) Passante di Bologna A14 (45 km percorsi)

Ecco un esempio di segnaletica differenziata per corsie, con l’indicazione di code a tratti lungo la tangenziale.

Auto imprigionate in una cortina di mezzi pesanti: uno scenario frequente lungo le tangenziali, non solo del milanese.

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Inchiesta

DISTANZA DI SICUREZZAStare troppo vicino alle altre auto è tra le prime cause di incidente. C’è una formula per calcolare la giusta distanza di sicurezza: la velocità si divide per 10, il risultato si moltiplica al quadrato (ad esempio: a 80 km/h la giusta distanza è di 64 m).

CAMBIO DI CORSIAViaggiare sulla corsia di sorpasso invece di mettersi, come dice il Codice della strada, sulla corsia libera più a destra. Questo è uno dei principali motivi di rallentamento del traffico: gli automobilisti pensano di fare prima, ma in realtà creano ingorgo.

MEZZI PESANTILa presenza di mezzi pesanti nella corsia più lenta spinge spesso a fare improvvisi cambi di corsia, ma soprattutto in condizioni di traffico questo è poco sicuro, crea rallentamenti e una guida nervosa a scatti (continue frenate e accelerazioni).

VELOCITÀ TROPPO ELEVATACorrere è tra i vizi più comuni fra gli automobilisti, anche quando il traffico intenso non lo consente. La velocità eccessiva, però, è all’origine non solo di una maggiore frequenza di incidenti, ma anche di quelli con esito più grave.

Da come guidi ti dirò chi seiQuando il traffico si intensifica ogni passo falso aumenta il rischio di incidente. Ecco i tipici comportamenti scorretti.

FIRENZE ROMA NAPOLI

rubrica e telefonano senza auricolare. Quindi non sono più solo velocità ed ebbrezza a preoccupare, ma anche i nuovi comportamenti “digitali”. In altre parole, serve un corso di buone maniere anche al volante. La responsabilizzazione e il coinvolgimento degli automobilisti deve essere la nuova frontiera della sicurezza stradale, ed è proprio in questa ottica che abbiamo ideato la community Maldistrada, un progetto di condivisione delle esperienze alla guida, un sorta di campagna sulla sicurezza della strada autogestita dai protagonisti.

Il traffico può dipendere da te Il traffico risente molto della condotta degli automobilisti, soprattutto di quelli che hanno fretta.

Ogni conducente sceglie una corsia in funzione della velocità desiderata. Se però c’è traffico, e la corsia scelta è occupata da molti veicoli, per mantenere la velocità desiderata ci si sposta su quella che si giudica più veloce. Pertanto al traffico rettilineo si aggiungono gli spostamenti a zigzag, fatti di sorpassi e rientri. Questi frequenti cambi di corsia disturbano gli altri veicoli, che a loro volta inizieranno a zigzagare peggiorando la circolazione fino a rallentarla o a bloccarla del tutto.E il traffico diventa irregolare: in gergo tecnico lo stop-and-go, frenate e accelerazioni frequenti, indica che il flusso di veicoli ha raggiunto il massimo della capacità della strada. La capacità di una corsia in media è pari a 2.200 - 2.400 veicoli all’ora, che si muovono a una velocità compresa tra 80 e 90 km/h. In

queste condizioni critiche, anche solo piccole variazioni delle dinamiche del traffico possono causare ingorghi e rallentamenti, nei casi peggiori incidenti. La coda sulle tangenziali in genere si forma proprio a partire da un rallentamento della corsia più a sinistra (quella di sorpasso) per poi propagarsi alle altre fino, al blocco dell’intero flusso di traffico. Perché succede? Nella corsia di sorpasso si trovano le auto che viaggiano a velocità più elevata, e che vorrebbero andare più veloci di quanto le condizioni di traffico lo permettano; queste tendono a ridurre la distanza di sicurezza, facendo aumentare la densità del traffico nell’illusione di superare la capacità della corsia. Di fronte a questi rallentamenti in genere si tende a credere che ci sia un incidente

poche centinaia di metri più avanti, invece il blocco è spesso generato semplicemente dal comportamento schizofrenico dei guidatori. Se il flusso di guida fosse ordinato e a velocità costante, non ci sarebbero code. Gli automobilisti se lo ricordino: è meglio andare a velocità costante leggermente più bassa piuttosto che accelerare e frenare, continuando a cambiare corsia.E se c’è un problema che vuoi segnalare e di cui sei testimone, mettiti in contatto con gli altri automobilisti: tramite Maldistrada.it puoi condividere e aiutare. All’interno della nostra community trovi anche una serie di video, che abbiamo girato nel corso dell’inchiesta, e che documentano i più comuni comportamenti scorretti degli automobilisti (ne anticipiamo alcuni nel riquadro a fianco). ¬

La guida a zigzag crea traffico ed è pericolosa

Gli automobilisti preferiscono incolonnarsi lungo la corsia di sorpasso piuttosto che distribuirsi anche su quella di destra.

In condizioni di traffico sulla tangenziale la distanza di sicurezza tra i veicoli si riduce in modo pericoloso.

Un cantiere in galleria può essere insidioso anche se è segnalato correttamente.

Snodo cruciale che collega numerosi centri della Toscana alla A1, è oggetto di importanti lavori di riqualificazione e ampliamento.

Il Grande Raccordo Anulare (GRA) è la tangenziale, senza pedaggio, che circonda Roma con un percorso circolare.

La tangenziale di Napoli oggi è sede di incidenti meno gravi nonostante sia la strada urbana a pagamento più trafficata.

IL CANTIERE PEGGIORA LE COSESegnaliamo problemi di sicurezza dovuti alla presenza di cantieri ancora aperti, che riducono la carreggiata a due corsie senza banchina di sicurezza. Il tratto inoltre è percorso da molti mezzi pesanti. La parte di tangenziale riqualificata offre, invece, buone condizioni di sicurezza. Sarebbe opportuno un monitoraggio ulteriore della velocità. Nell’inchiesta è emerso che gli automobilisti, una volta superato il cantiere, tendono ad accelerare bruscamente nel tratto nuovo a più corsie e a superare il limite di velocità, anche compiendo improvvisi cambi di rotta (sorpassi a destra e a sinistra) e creando così gravi condizioni di rischio.

LE USCITE INTASATE CREANO LE CODEIl flusso medio giornaliero stimato è di 160mila veicoli, primato italiano per volume di traffico e con un costo sociale molto elevato a causa del numero di incidenti. Costruito 65 anni fa, negli anni ha subito notevoli lavori di ampliamento e ammodernamento. Ci sono diversi punti critici, che andrebbero risolti con importanti interventi strutturali. Innanzitutto va migliorata la segnaletica stradale e inserito un sistema Tutor, soprattutto per limitare la velocità dei mezzi pesanti, che occupano la corsia di sorpasso e perfino di emergenza. Gli ingorghi dipendono in primis dall’intasamento degli svincoli di uscita, che non riescono a sfogare nella viabilità locale.

GRAZIE AL TUTOR MENO INCIDENTISpesso congestionata, costringe a velocità basse, ma soprattutto grazie all’utilizzo di Tutor e Autovelox riesce a sopportare una media di circa 280mila transiti al giorno.Grazie al Tutor, che ha consentito un controllo del limite di velocità a 80 km/h, si è ridotta sensibilmente la gravità degli incidenti.Il tratto più critico è quello più trafficato, compreso tra l’uscita Vomero e la Barriera di Corso Malta. La tangenziale dal punto di vista della sicurezza è notevolmente migliorata, anche se ci sono ancora tratti con scarsa viabilità, in particolare agli imbocchi della gallerie.

A1 Milano-Roma-Napoli (22 km percorsi) Grande raccordo anulare (68 km percorsi) Tangenziali est e ovest (23 km percorsi)

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Test

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Molte di quelle “pronte al consumo” andrebbero risciacquate. Nessun pericolo per la salute, solo una questione di igiene. Ma allora perché le fanno pagare di più?

ono comode, comodissime. Fanno ri-sparmiare un sacco di tempo: le insalate in busta sono già mondate, tagliate, la-vate e asciugate. A conti fatti, circa mezz’ora di lavoro al lavello. Ma, come

sempre, la comodità si paga, a volte cara (anche il 300% in più). Per dare un’idea, un chilo di insalata (mista tra radicchio rosso, indivia scarola e indivia riccia) costa in media circa 2,40 euro: per lo stesso quantitativo in busta (quindi pronto al consumo) non si spende meno di 7,44 euro al chilo. In più, si può essere sospettosi: l’insalata sarà realmente pulita? Ci saranno pesticidi? Resta croccante nonostante la busta? Lo abbiamo con-trollato con il nostro test.

La comodità a caro prezzo Nessuna preoccupazione rilevante per la presenza di pesticidi e nessun problema nella prova dell’assaggio: se c’è un dubbio su queste insalate riguarda il livello di igiene. Le abbiamo analizzate il giorno della sca-

S

Salata l’insalata...

IL NOSTRO

TEST

Sono 14 le insalate in busta analizzate nel test: si tratta di insalate di IV gamma, quasi sempre composte da radicchio rosso, indivia scarola e indivia riccia.

QUANTA VARIETÀOltre alle prove per verificare la presenza di nitriti e nitrati e la ricerca di microrganismi che possono guastare le nostre insalate, in laboratorio gli esperti hanno verificato la composizione dei mix di insalate e stabilito in che percentuale sono presenti le varietà dichiarate (in alcuni casi c’è l’aggiunta anche di pan di zucchero). L’equilibrio nel mix è importante sia per il gusto , sia per il portafoglio: non sarebbe corretto per esempio se il radicchio rosso (la varietà di maggior pregio) fosse presente in percentuale minima.

denza indicato sulla busta e in alcuni prodotti abbia-mo trovato muffe, lieviti e batteri in eccesso. Certo, la presenza di questi ospiti sgraditi è indice di qualche intoppo nelle pratiche igieniche seguite durante la lavorazione o la conservazione del prodotto, ma non abbiamo trovato microrganismi non pericolosi per la nostra salute. Quel che è importante è che non siano presenti microrganismi come l’Escherichia coli (che indica una contaminazione fecale) oppure lo Staphi-lococcus aureus (si trova sulla cute e nelle mucose dell’uomo) o - anche peggio - microrganismi perico-losi come la Salmonella e Listeria, responsabili di mol-te infezioni alimentari. In poche parole, le insalate si possono mangiare sen-za problemi, magari rispettando solo qualche piccolo accorgimento (li abbiamo elencati nel riquadro a pag. 37), tra cui risciacquarle prima di servirle a tavola. A questo punto però sorge un dubbio: se devo comun-que rilavare una cosa venduta per “pronta al consu-mo”, allora il costo che sostengo in più è ingiustifica-

IL PESO (CALORICO) DEL CONDIMENTOSale, aceto e olio in Italia non si discutono. Al massimo ci possono essere linee di pensiero diverse su cosa precede cosa. Ma la sostanza non cambia e neanche l’apporto calorico: se si considera come del tutto trascurabile l’apporto di calorie dato dall’aceto, le calorie apportate da un cucchiaino e mezzo di olio extravergine di oliva sono 63 (7 g di grassi, di cui saturi 1 g). E le altre salse, tanto usate all’estero?Al supermercato ce ne sono tante: con Yogurt, in stile “French”, o con tzatziki. La lista degli ingredienti è diversa a seconda dei prodotti: ma in generale si tratta di acqua, un olio vegetale (colza o girasole e/o olio extravergine di oliva), sale, aceto,

un addensante (la gomma xantano, un additivo che si può dire accettabile)e altri ingredienti a seconda del gusto della salsa. Dal punto di vista calorico e del profilo dei grassi (considerando una porzione da 30 g) non c’è molta differenza: quel che cambia

è il sale, più abbondante del “pizzico” che si dovrebbe mettere a mano. E i semi, oggi tanto di moda? 20 g di semi sono piuttosto calorici: apportano circa 120 kcal, a causa soprattutto dei grassi. Ma - va detto - si tratta di grassi buoni per la salute.

NON TUTTE DA DIETALe pochissime calorie rendono l’insalata uno degli alimenti più presenti nelle diete (circa 15 kcal per porzione). Occhio però alle insalatone da bar: spesso sono molto condite e ricche di alimenti grassi.

DA DOVE VIENE?In Italia, la produzione annua di insalate si attesta attorno alle 700.000 tonnellate, ottenute per quasi il 70% in Puglia, Campania, Sicilia, Lazio, Abruzzo. Ma sull’etichetta la provenienza non c’è.

MARKETING DEL FRESCOSulle confezioni spesso compaioni scritte come “freschissima” o “selezionata”: più che di informazioni utili, si tratta di tentativi di esaltare la naturalezza del prodotto.

COS’È LA IV GAMMA?Sono i prodotti crudi pronti all’uso, mondati, lavati e confezionati: i vegetali di IV gamma hanno fatto la loro prima comparsa sul mercato italiano alla fine degli anni ‘80.

LA PORZIONE GIUSTAPer quante persone basta una busta di insalata? Sono poche le confezioni che danno questa indicazione. Secondo le indicazioni ufficiali la porzione di riferimento è di 80 g a persona.

LA NOVITÀ SULLA DATASempre da giugno sarà obbligatorio per i produttori inserire sulla confezione questa dicitura.

UNA VOLTA APERTA

CONSUMARE ENTRO DUE GIORNI

E NON OLTRE LA DATA DI

SCADENZA.

NON POTRÀ MANCAREDa giugno saranno obbligatorie queste due indicazioni: “Prodotto lavato e pronto per il consumo” e “conservare in frigorifero a temperature inferiori agli 8°C”.

LE INFORMAZIONI SULLA BUSTA

Ne parleremo il 22, 23 e 24 Maggio

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Test

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COME LEGGERE LA TABELLA

Etichetta Consideriamo sia le informazioni obbligatorie sia le facoltative. La data di produzione è solo su sette buste; le informazioni nu-trizionali su dieci; il numero di porzioni su tre. Le moda-lità di consumo saranno obbligatorie solo a giugno, ma i prodotti che le forni-scono già sono stati valu-tati positivamente.

Nitrati e nitriti Pur non es-sendoci dei limiti di legge per i nitriti, abbiamo consi-derato il limite massimo tollerato pari a 7mg per kg.

Microbiologia Le insalate in busta sono prodotti deperi-bili: le caratteristiche di fre-schezza dipendono dalle modalità di produzione, dal-le condizioni di conservazio-ne nella fase di commercia-lizzazione e distribuzione.

Pesticidi Abbiamo cercato

più di 350 fitofarmaci. In cinque campioni abbiamo registrato un principio at-tivo, ma solo in tracce.

Corpi estranei In due cam-pioni sono stati trovati gambi e terriccio.

Assaggio Un gruppo di esperti ha valutato odore, gusto (croccantezza e sa-pore) e aspetto (colore, taglio, foglie appassite).

Migliore del Test: ottiene i migliori risultati nelle nostre prove

Miglior Acquisto: buona qualità e il miglior rapporto con il prezzo

Scelta Conveniente: qualità accettabile, prezzo molto vantaggioso

Ottimo

Buono

Accettabile

Mediocre

Pessimo

Qualità buona

INSALATE IN BUSTA PREZZO CARATTERISTICHE RISULTATI

QU

ALI

TÀ G

LOB

ALE

(su

100)

MARCA e denominazione

A c

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zion

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Asp

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ivo

Odo

re

Ass

aggi

o

BONDUELLE Mista 1,43 - 1,95 8,85 200 C C A C A A B A B 67

CARNINI Fresco dall’Orto Paesanella 0,99 9,9 100 C B B C C A B C A 67

ALMAVERDE BIO Insalata mista bio 1,49 - 1,79 10,69 150 C C A E A A A C B 63

CARREFOUR Insalata mista 3 gusti 1,48 - 1,68 6,35 250 B C A E C A B B B 61

ESSELUNGA NATURAMA Insalata mista 1,42 5,68 250 C C E E A A B A B 61

CONAD Classica 1,20 - 1,85 6,46 250 C C A E A A B A B 60

FOGLIA VERDE (EUROSPIN) Insalata mista 0,79 - 1,13 4,88 200 C D A E C A A C B 60

COOP VIVERDE Serena insalata mista biologica

1,48 - 2,01 8,93 200 B B A E A E C A B 58

AUCHAN Insalata mista 1,29 - 1,77 7,28 200 B C A E C A B C B 56

SAB Insalata mista 0,98 4,9 200 C C A E A C B B C 56

COOP Serena insalata mista 1,24 - 1,89 6,39 250 B D A E C A C A C 55

VALLERICCA Insalata mista 0,89 - 0,99 4,55 200 B C A E A A C C C 53

DIMMIDISÌ I love Italia Insalata mista 1,42 12,76 150 C C B E A A C C C 52

BUONGIORNO FRESCHEZZA Mista 0,99 6,6 150 C D A E A A C C C 48

to. Non è questione di pochi centesimi di euro: l’insalata è un contorno che si mangia tutto l’anno. A conti fatti, una famiglia di quattro persone che sce-glie di acquistare l’insalata di stagione e di lavarla, può risparmiare anche 155 euro in un anno (il calco-lo è fatto considerando due porzioni da 80 g, due vol-te la settimana).

Foglie inquinate? Ci sono poi alcuni problemi che non sono solo esclu-sivi della busta. La presenza di nitrati nelle insalate riguarda anche i prodotti di I gamma, ovvero gli or-taggi che non hanno subìto alcun trattamento. Il mo-tivo è semplice: i nitrati sono sostanze chimiche lar-gamente diffuse nell’ambiente, che possono accumularsi nella verdura a causa dell’uso eccessivo di fertilizzanti azotati. In seguito al trattamento dei prodotti freschi (per esempio quando le foglie di in-salata vengono tagliate) i nitrati possono trasformar-si in nitriti, contaminanti pericolosi per la salute. Per limitare questa forma di inquinamento, la legge fissa dei limiti per la presenza di nitrati in alcuni ortaggi: nessuno dei campioni analizzati è fuorilegge. Non si può fare lo stesso discorso, invece per i nitriti, per i quali non esistono limiti di legge: li abbiamo cercati e in un campione (Esselunga) il quantitativo è decisamente elevato. Un risultato che non ci piace, ma non significa che si debba ridurre il consumo di insalata, tantomeno di verdura in generale. Piuttosto è opportuno variare il

tipo di verdura (consumando gli ortaggi a foglia verde solo un paio di volte alla settimana) e ridurre al minimo il consumo di carne in scatola e salumi, per limitare l’apporto di nitrati provenienti anche da altre fonti.

Ne parliamo a FerraraLo sai che la mancanza d’aria favorisce la trasforma-zione dei nitrati in nitriti? Meglio non conservare, dunque, le verdure a foglia verde in sacchetti di pla-stica chiusi. Per prevenire la formazione di nitrosa-mine si può poi aggiungere il limone, ricco di vitami-na C, al condimento.Se vuoi saperne di più su frutta e verdura, sui metodi di conservazione o di congelamento oppure sulla sta-gionalità degli alimenti o sul loro contenuto nutrizio-nale vieni a trovarci a Ferrara: dal 22 al 24 maggio la città estense ospiterà la terza edizione del Ferrara Altroconsumo Festival, con uno spazio tutto dedicato all’alimentazione. Così potrai scoprire che è meglio mangiare lattuga e spinaci in estate (quando il livello di nitrati presente in queste piante scende), ma anche che se vuoi mangiare le albicocche d’inverno si pos-sono congelare, immergendole in uno sciroppo a base di zucchero. Oppure che se sulla busta di insalata pronta al consumo trovi la scritta “lotta integrata” significa solo che proviene da un tipo di agricoltura che tenta di ridurre l’impiego di fitofarmaci: una via di mezzo tra quella tradizione e la biologica, ma che non è affatto regolamentata. Vieni a scoprirlo a Ferrara. L’invito è rivolto a tutti. ¬

La nostra scelta Insalate

BONDUELLE Mista 200g1,43 - 1,95 euroEsce a testa alta dalle prove di laboratorio. Migliore del test e Miglior Acquisto.

CARNINI Fresco dall’Orto Paesanella 100g0,99 euroQuesto Migliore del Test ha la valerianella al posto della scarola. Vince all’assaggio.

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PER STARE TRANQUILLI

Le insalate in busta, e in generale tutte le verdure di IV gamma, cioè prelevate e pronte al consumo sono decisamente comode, ma devono essere conservate bene, prima lungo la filiera e poi a casa. Ecco alcuni consigli per consumarle in tutta sicurezza.

Per i prodotti di IV gamma il rispetto della catena del freddo è fondamentale.

Le verdure devono essere rigorosamente refrigerate. Al momento dell’acquisto verifica sempre che le confezioni siano conservate in frigorifero ed evita di scegliere quelle che si trovano in superficie e che più facilmente sono soggette all’ influenza della temperatura ambiente.

Evita le confezioni con la busta forata oppure eccessivamente gonfia: potrebbe essere già

iniziato un processo di fermentazione.

Una volta acquistati conserva sempre questi prodotti in frigorifero. Dopo l’apertura della

confezione, la data di scadenza non può essere più presa come riferimento: consuma l’insalata nell’arco di due giorni al massimo.

Meglio consumare questi prodotti appena confezionati: verifica l’età effettiva di ciò che

hai acquistato controllando la data di preparazione eventualmente riportata in etichetta. Se non è possibile, considera che la durata delle verdure di IV gamma è mediamente di 5-6 giorni.

Con il trascorrere del tempo le condizioni igieniche del prodotto tendono a peggiorare.

Nonostante i produttori si affannino a dichiarare che il loro prodotto è già lavato, rilava le insalate prima di consumarle: questa semplice operazione è utile per eliminare eventuali microbi.

Va bene la comodità, ma non abbandonare del tutto la verdura fresca: pulirla costa un po’ di

fatica, ma la saluta ci guadagna. Ricorda soprattutto di variare spesso nella scelta: questo ti consentirà di evitare una eccessiva introduzione di nitrati (presenti anche in alcune verdure fresche) e di nitriti, che nei prodotti confezionati trovano l’ambiente ideale per svilupparsi.

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Inchiesta

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Viaggio tra chi cerca un’occupazione in tempo di crisi. In attesa di conoscere l’impatto che avrà il Jobs act.

numeri sono di quelli che

fanno impallidire: secondo

l’Istat, il mercato del lavoro

italiano nel 2014 si è chiuso

con un bilancio di oltre 3,2

milioni di persone alla ricerca di

un’occupazione, con un tasso di

disoccupazione che tocca il 12,7% e che

addirittura sfiora il 43% per chi ha meno

di 25 anni (studenti esclusi).

Se si amplia il campo all’orizzonte

europeo, ci si rende ancora più conto della

gravità della nostra situazione: scorrendo

la classifica stilata da Eurostat, che

raffronta le percentuali degli occupati dei

Paesi comunitari, prima di trovare l’Italia

bisogna scendere di parecchie posizioni.

Peggio di noi, per quanto riguarda la

disoccupazione, si distinguono in negativo

la disastrata Grecia e la Spagna. In

Germania e in Austria, invece, i senza

lavoro rappresentano solamente il 5%

della popolazione potenzialmente attiva.

Promesse e riformeIl problema del lavoro è rimasto un nodo

centrale (e insoluto) all’interno delle

politiche dei governi che si sono succeduti

negli ultimi decenni.

Chi non si ricorda la vecchia promessa

elettorale del “milione di posti di lavoro” o

le aspettative create con la cosiddetta

riforma Fornero?

Ora si cambia ancora: il Jobs act del

Il lavoroche non c’è

governo Renzi, varato non senza

malumori anche all’interno dello stesso

partito del premier, è diventato l’ennesimo

strumento che, ci viene di nuovo

promesso, dovrebbe portare al traguardo

di un’assunzione stabile parte di quelle

persone che oggi sono senza lavoro o che

sono costrette a tirare avanti con contratti

da precari.

Il nocciolo della questione è rappresentato

dall’introduzione del cosiddetto contratto

“a tempo indeterminato a tutele

crescenti”. Tutti i nuovi assunti (sia chi

accede per la prima volta al posto di lavoro

sia chi lo cambia) potranno essere

inquadrati con questo nuovo contratto.

Quest’ultimo, sostanzialmente, garantisce

al lavoratore gli stessi diritti dei vecchi

contratti a tempo indeterminato (malattia,

ferie, permessi...), ma permette

licenziamenti più semplici nelle aziende

con più di quindici dipendenti,

restringendo ulteriormente la portata

difensiva del tanto discusso articolo 18

dello Statuto dei lavoratori. In pratica, con

le nuove regole, in caso di licenziamento,

il lavoratore assunto con un contratto a

tutele crescenti ha diritto al reintegro del

proprio posto di lavoro solamente nel caso

in cui il giudice ritenga che il

licenziamento sia stato discriminatorio

oppure, per licenziamento disciplinare,

che il motivo sostenuto dall’azienda non

sia vero. Praticamente in tutti gli altri casi,

LA NOSTRA INCHIESTA

Come si muove chi è alla ricerca di un lavoro? Quali occasioni gli vengono concretamente offerte?

DISOCCUPATI E OCCUPATILa nostra inchiesta statistica fotografa il mercato del lavoro prima dell’introduzione delle nuove regole conseguenti al cosiddetto jobs act.Abbiamo raccolto sia l’esperienza delle persone che stanno cercando un lavoro sia di coloro che un lavoro ce l’hanno già, per capire le difficoltà incontrate da chi cerca un’occupazione, ma anche se, e come, è cambiata la situazione dei lavoratori in tempi di crisi.L’inchiesta ha coinvolto un campione di 4.293 persone (di età compresa tra 18 e 64 anni) distribuite su tutto il territorio nazionale ed è stata realizzata a settembre-ottobre 2014.

Iil dipendente che perde il lavoro ha diritto

solamente a un indennizzo economico.

Secondo il governo, questa maggior

flessibilità in uscita, unita al fatto che per

il 2015 ciascun nuovo assunto con il

contratto a tutele crescenti garantirà

all’azienda uno sconto sul costo del lavoro

fino a circa 8.000 euro all’anno per tre

anni, dovrebbe portare a una massiccia

adozione di questi nuovi contratti rispetto

alle alternative più precarie

(apprendistato, contratti a termine...).

Chi ci prova e ci riprovaQuella che mostriamo in queste pagine è

la fotografia del mercato del lavoro

italiano scattata appena prima delle nuove

regole introdotte dal Jobs act e dal

contratto a tutele crescenti.

L’immagine che ne esce, concentrata

soprattutto su coloro che sono alla ricerca

di un posto di lavoro, evidenzia molte più

ombre che luci.

Innanzitutto, fa impressione il rischio

elevato che la disoccupazione finisca per

diventare un fenomeno cronico: tra coloro

che abbiamo interpellato, il 28% dei

disoccupati è alla ricerca di lavoro da

almeno tre anni, senza fortuna.

Per avere un aiuto nella ricerca

dell’occupazione, quasi tutti fanno anche

affidamento sulle strutture pubbliche:

infatti, praticamente nove disoccupati su

dieci sono iscritti al Centro per l’impiego

Page 23: Altroconsumo n° 291 aprile 2015

Inchiesta

40 Altroconsumo 291 • Aprile 2015 www.altroconsumo.it Aprile 2015 • 291 Altroconsumo 41www.altroconsumo.it

La nostra guida ti fornisce tutti gli strumenti pratici per ogni fase della ricerca del lavoro. Puoi averla con solo un piccolo contributo spese di 1,95 euro.

www.altroconsumo.it /guidepratiche

(quello che un tempo era l’Ufficio di

collocamento). In realtà, quest’ultimo

sembra però non fornire grandi

opportunità, dato che ben l’85% degli

iscritti si dice insoddisfatto dei posti di

lavoro prospettati. Eppure non si può

certo dire che i disoccupati che abbiamo

interpellato abbiano la puzza sotto il naso

(siano “choosy”, cioè “schizzinosi”, per

usare le parole dell’ex ministro Elsa

Fornero): l’85%, infatti, cerca un impiego

anche in settori professionali diversi da

quelli della propria specializzazione, pur

di afferrare una qualsiasi possibilità di

lavoro. Mano a mano che il percorso per la

ricerca di un’occupazione prosegue, le

maglie si restringono e la selezione diventa

più severa: solo il 13% delle domande di

lavoro si sono tradotte nell’ottenimento di

almeno un colloquio. E solo in un caso su

dieci è stata offerta la possibilità di

ottenere un contratto di lavoro a tempo

indeterminato. Per quanto riguarda il

salario, per un’occupazione a tempo pieno

nella maggior parte dei casi viene offerta

una cifra che va da 600 a 1.100 euro netti

al mese: decisamente poco.

Quale aiuto per chi non ha lavoro?E chi rimane a spasso, su quali entrate può

contare? Tra i nostri interpellati, solo il 9%

stava ancora beneficiando dell’indennità

di disoccupazione. A questo proposito,

vale la pena di aprire una parentesi sulle

novità introdotte dal Jobs act: dal primo

maggio prossimo va in pensione l’Aspi,

l’indennità di disoccupazione introdotta

dalla legge Fornero del 2012, per essere

sostituita dalla cosiddetta Naspi, la Nuova

assicurazione sociale per l’impiego che,

secondo le stime del governo, dovrebbe

assicurare un sostegno economico a 1,5

milioni di disoccupati nel 2015.

La nuova indennità spetta a chi è stato

licenziato ed ha almeno tredici mesi di

contributi negli ultimi quattro anni.

L’ammontare del sussidio dipende dalla

retribuzione che aveva il lavoratore e, in

ogni caso, può arrivare fino a un massimo

di 1.300 euro al mese. Dopo i primi

quattro mesi, l’assegno si riduce del 3% al

mese.

La durata massima dell’indennità è di

ventiquattro mesi (che diventeranno

diciotto a partire dal 2017). Il disoccupato

può usufruire della Naspi a condizione che

dimostri la partecipazione a corsi di

formazione e riqualificazione

professionale.

Peggiorano le condizioniOltre a coloro che il lavoro lo cercano,

abbiamo voluto anche tastare il polso di

chi un’occupazione ce l’ha già, in

particolare per verificare se, e in che

modo, sono cambiate le condizioni dei

dipendenti in questi tempi di crisi

economica.

Anche in questo caso, il quadro che ne

esce mostra tinte piuttosto fosche: più

della metà degli interpellati, alla fine della

settimana lavorativa, dichiara di aver

lavorato di più rispetto a quanto previsto

dal contratto (in media, sette ore in più). E

in buona parte dei casi senza ricevere

alcun tipo di compensazione (in denaro

oppure oraria) per questo tipo di

prestazioni straordinarie.

Considerando come orizzonte temporale

gli ultimi cinque anni, più di un lavoratore

su dieci ha denunciato ritardi nella

consegna dello stipendio. Anche se in

misura minore, altri problemi sollevati dai

nostri interpellati sono stati la

diminuzione dell’orario lavorativo, con

conseguente riduzione dello stipendio, e la

perdita dei benefit (buoni pasto, contributi

per i trasporti...). ¬

ASSUMIMI

28%I disoccupati alla ricerca di un lavoro da almeno 3 anni

Disoccupati

Colloqui

Situazione sul posto di lavoro

13%Le domande di lavoro inviate da cui è scaturito un colloquio

53%Gli occupati a tempo pieno che alla fine della settimana hanno lavorato più di quanto previsto dal contratto

NEGLI ULTIMI 5 ANNI

8% Lavora di meno con diminuizione della retribuzione

6% Lavora di più senza aumento della retribuzione

6% Non riceve più benefit dall’azienda

11%Ha subìto ritardi nei pagamenti

3% Non è stato pagato tutti i mesi

45%Gli occupati che lavorano più di quanto previsto dal loro contratto senza ricevere alcuna compensazione

85%Gli iscritti al Centro per l’impiego insoddisfatti dei posti di lavoro offerti

10%Colloqui di lavoro in cui è stato offerto un contratto a tempo indeterminato

9%Quanti ricevevano un’indennità di disoccupazione al momento della nostra inchiesta

600/1.100 €Stipendio mensile netto offerto nella maggior parte dei casi per un lavoro a tempo pieno

69%I laureati che cercano lavoro in un settore diverso dalla propria area

59%Quanti valutano molto negativamente il salario offerto nell’ultimo colloquio

29%Quanti hanno rifiutato il lavoro per lo stipendio o per le condizioni offerte

I GIOVANI I PIÙ COLPITI DALLA DISOCCUPAZIONE

Il grafico riporta l’andamento del tasso di disoccupazione in Italia durante l’ultimo decennio. Come si vede, il livello di disoccupazione giovanile è cresciuto in maniera inarrestabile dal 2007, superando negli ultimi anni addirittura la soglia del 40%.

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014

10%

20%

30%

40%

50%Disoccupazione giovanile (15-24 anni)

Disoccupazione totale

8%6,1%

12,7%

23,5%20,4%

42,7%

Page 24: Altroconsumo n° 291 aprile 2015

42 Altroconsumo 291 • Aprile 2015 www.altroconsumo.it Aprile 2015 • 291 Altroconsumo 43www.altroconsumo.it

Inchiesta

424242 AltAltA rocrocrooocccccccccccccccccccccccccccccccocccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccooooononoonnnnnnnnsoonnnnnnnnnnnnnnnnnnoonnnnnnnonnnnnnnonnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnoo umoumommo 292 291 1 1 • AprApAprAprilele 20 20 20151515 wwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwww .alltroconsumo.it

QUANTA CARICA CONSERVANO?

Mettendo a confronto 7 tablet e 9 smartphone abbiamo verificato come cambiano le prestazioni delle batterie con un uso simulato di due anni. La temuta perdita di carica non si è verificata: i modelli non si allontanano molto dalle proprie prestazioni di partenza.

Buona notizia: le batterie di smartphone e tablet durano almeno i due anni di garanzia degli apparecchi. Ma allora, perché i produttori le garantiscono solo per sei mesi?

uanto dura la vita di uno

smartphone? E quella di un

tablet?

Molto dipende dalle

prestazioni della batteria. Ed

è proprio questo uno dei principali difetti

che hanno riscontrato i nostri soci quando

li abbiamo interpellati in merito al loro

livello di soddisfazione rispetto ai propri

apparecchi elettronici. Le batterie sono il

problema numero uno per i proprietari di

smartphone intervistati, arrivano invece

al terzo posto, dopo i problemi con il

touchscreen e con i caricatori, per gli

utenti di tablet.

InseparabiliAbbiamo allora voluto approfondire la

faccenda e verificare con specifici test in

laboratorio se le lamentele sono

giustificate. Il problema del

funzionamento della batteria è di estrema

importanza, dal momento che ormai i

produttori non danno più la possibilità di

cambiarla quando non dovesse più

funzionare a dovere. Sui 16 modelli da noi

considerati, solo uno ha la batteria

sostituibile (Samsung Galaxy S5); notiamo

Batteriechi la dura la vince

Qpurtroppo che con il modello successivo,

S6, anche Samsung ha integrato la

batteria, come avviene per tutti gli altri: le

batterie sono fisse nell’apparecchio.

Esistono, è vero dei tutorial su YouTube

che spiegano come cambiare comunque

la batteria e dei kit in vendita online che

consentono di farlo, ma se qualcosa

andasse storto, c’è il rischio di ritrovarsi

con un problema ancora più grosso.

Quanto le usi?Dai dati nella nostra inchiesta di

soddisfazione non è in realtà possibile

risalire con esattezza al problema preciso

legato alla batteria.

Non sappiamo se la lamentela si riferisca

alla breve durata di partenza o alla

degradazione nel corso del tempo.

Insomma: durano troppo poco fin da

subito oppure perdono parte della loro

durata con l’uso, quindi tendono a

scaricarsi sempre più velocemente?

Spesso, in realtà, non ci rendiamo

neanche conto di fare di smartphone e

tablet un uso neanche lontanamente

paragonabile a quello che facevamo dei

vecchi cellulari. Telefonare, mandare sms

Nel nostro scenario d’uso, molto energivoro, la maggior parte dei modelli all’inizio delle prove, cioè da nuovi, avevano batterie con una durata intorno alle 5-6 ore. La batteria con una carica più lunga era quella di Samsung Galaxy S5 che superava le 9 ore e mezza, quella meno performante era invece la batteria di Wiko Highway, che arrivava a poco più di 3 ore. Il confronto da fare non è quindi quello tra le prestazioni delle varie batterie, che possono differire anche di parecchio tra loro, bensì tra la perdita di carica registrata da ciascuna nel corso del tempo. Nel complesso le batterie si comportano tutte bene e un paio di modelli (LG e Sony) dopo due anni sono praticamente come nuovi.

e al massimo scattare qualche fotografia,

come facevamo un tempo, non è lo stesso

che navigare anche a lungo su internet,

giocare ai videogiochi, leggere la posta

elettronica, videochattare e simili.

Potendo fare molte più cose rispetto a un

tempo, utilizziamo questi dispositivi molto

più a lungo. Non deve quindi stupire che la

carica della batteria a volte basti a stento

per la durata di una giornata.

Misurare la longevitàTelefoni e tablet sono coperti da una

garanzia di 24 mesi.

Non sempre questo vale anche per le loro

batterie che, nel caso dei 16 modelli più

popolari da noi considerati per il test,

hanno una garanzia di durata variabile tra

i 6, i 12 e i 24 mesi, che ci è stata

comunicata su nostra richiesta dai

produttori.

Ma le batterie di questi prodotti quanto

invecchiano in due anni di uso intenso,

quello simulato in laboratorio?

Ovvero quanta carica perdono per sempre

nell’arco di questo periodo di tempo?

Molto poca, in realtà: questo è quello che

dicono le nostre misurazioni.

garanzia 24 mesi

garanzia 12 mesi

garanzia 6 mesi

LA NOSTRA INCHIESTA

Quanto durano le batterie dei nostri apparecchi?Abbiamo selezionato 16 dispositivi, 7 tablet e 9 smartphone, e li abbiamo sottoposti a prove che simulavano il loro uso per due anni. Si è trattato di 6 mesi circa di cicli di ricarica. Ogni ciclo prevedeva videostreaming da YouTube a partire dalla piena carica fino al 20%, poi ricarica fino al 100% e mezz’ora di riposo prima di cominciare il ciclo successivo. Abbiamo utilizzato il caricatore

originale fornito dal produttore. Le temperature dei dispositivi e dei caricatori sono state costantemente monitorate e dopo ogni simulazione di 6 mesi d’uso abbiamo verificato eventuali modifiche alla durata delle batterie. Nonostante si tratti di una simulazione affidabile, il nostro test ha comunque un limite: l’invecchiamento reale delle batterie risente anche del tempo fisico che passa, e nelle nostre prove i due anni non sono passati davvero.

Apple Ipad

LG G Flex

BQ Edison 2

Sony Xperia G2

Samsung Galaxy Tab 4

LG G 2

Acer Iconia A3

Motorola Moto G

Asus Memo Pad

Nokia Lumia 1020

LG G Pad 8.3

Wiko Highway

Microsoft Surface 2

Samsung Galaxy S5

Apple Iphone 5S

Huawei Ascend P7

95%

99%

97%

94%

87%

86%

95%

93%

92%

92%

88%

88%

100%

97%

94%

93%

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44 Altroconsumo 291 • Aprile 2015 www.altroconsumo.it Aprile 2015 • 291 Altroconsumo 45www.altroconsumo.it

Inchiesta

caricatore originale fornito dal produttore

e solo nel caso di Motorola Moto G,

venduto senza caricabatterie, ne abbiamo

utilizzato uno di un altro produttore che

rispettava i requisiti del telefono.

Alla fine delle nostre prove la perdita di

carica massima delle batterie è risultata

per tutti i modelli piuttosto contenuta. Si

va dalla perdita nulla registrata con LG G

Flex a un massimo del 14% verificatosi con

Huawei Ascend P7. Nonostante l’uso,

quindi le batterie si dimostrano longeve e

affidabili. Ci sono altri fattori esterni,

primo tra tutti la temperatura, che

possono avere un impatto sulle prestazioni

delle batterie. L’esposizione a temperature

elevate, per esempio, ne riduce le

prestazioni, le basse temperature ne

riducono la degradazione: alcuni consigli su

come farle durare sono alla pagina a lato.

Coperta troppo cortaAlcuni produttori limitano la durata della

garanzia sulla batteria a 12 o addirittura a

6 mesi, in base al principio che si tratta di

un bene che si consuma con l’utilizzo.

Questo significa che se nell’arco di quel

tempo la batteria presenta un difetto o

smette di funzionare, il produttore è

tenuto a intervenire. Trascorso quel tempo

si ritiene che la batteria abbia esaurito la

sua aspettativa di vita e quindi il

consumatore non ha diritto a nulla. Questo

implica l’esistenza di un periodo di illogico

limbo, nel quale il telefono è ancora in

garanzia, ma la batteria, che peraltro con

il telefono forma un tutt’uno, non lo è più.

In realtà i nostri test dimostrano che le

batterie non sono beni consumabili, se

dopo due anni di utilizzo le batterie di

tutti i 16 modelli messi alla prova si

dimostrano longeve e non perdono più del

14% della loro carica massima iniziale.

Indipendentemente dalla loro qualità

intrinseca e dalla durata che assicurano

quando i dispositivi sono nuovi, insomma,

il passare del tempo e l’uso intenso non le

“consumano”. Ecco perché abbiamo

deciso, insieme ai colleghi di altre

associazioni di consumatori europee che

hanno collaborato con noi allo

svolgimento del test, di chiedere,

nell’ambito della campagna Beuc sui beni

durevoli, che anche le batterie abbiano

una garanzia di due anni e che debbano

quindi considerarsi a tutti gli effetti come

una componente del prodotto. ¬

Evoluzione della specieDimenticate tutto quello che sapevate

sulle batterie di vecchia generazione: con

quelle al litio, più sottili perché dotate di

maggiore densità energetica rispetto a

quelle al nickel, molti dei problemi più

comuni sono stati risolti.

Il fenomeno dell’autoscaricamento, per il

quale la batteria si scarica anche quando il

telefono non viene usato, è più che

dimezzato rispetto alle batterie al nickel.

Certo, schermi più grandi e luminosi sono

più energivori dei vecchi display, il che

spiega perché, soprattutto passando da un

cellulare di vecchia generazione a uno

smartphone, abbiamo la sensazione che la

batteria “duri poco”.

Quanto all’invecchiamento, che fa perdere

fisiologicamente un po’ di carica nel corso

del tempo, è un fenomeno inevitabile

anche per le batterie di ultima

generazione. Quello che accade in pratica

è che diminuisce lentamente la capacità di

carica: reazioni chimiche interne alla

batteria fanno diminuire la quantità di

energia che può contenere. La resistenza

interna, anche nota come impedenza,

aumenta col tempo il che riduce la

conduttività. Infine il processo di

dissipazione di energia anche quando la

batteria non è in uso, pur essendo più

contenuto nelle batterie a litio è pur

sempre presente e contribuisce ad

accorciarne la vita. In compenso possiamo

dire davvero addio all’effetto memoria,

che riduceva col tempo la capacità delle

batterie come conseguenza dei cicli di

ricarica effettuati senza prima farle

scaricare del tutto. Con le batterie dei

nuovi dispositivi digitali è semmai vero il

contrario, di norma meglio non aspettare

che si scarichino del tutto prima di

attaccarle alla corrente, proprio per

questo in genere i dispositivi avvisano

l’utente ben prima di arrivare alla soglia di

esaurimento.

Non perdono la caricaAbbiamo scelto modelli di alta gamma, tra

i più cari presenti sul mercato al momento

in cui abbiamo fatto la selezione, partendo

dal presupposto che per un modello caro

una batteria integrata di qualità scadente è

un inconveniente ben più grave rispetto

allo stesso problema su un modello

economico: cambiare il telefono costa

molto di più. Siccome le batterie al litio

sono delicate, facilmente danneggiabili da

un metodo sbagliato di ricarica, i

produttori le proteggono con un controller

integrato e usano spesso sofisticati

algoritmi per massimizzarne sia la

capienza sia la durata di vita. Per questo

motivo abbiamo sempre utilizzato il

COSÌ DURANO DI PIÙ

Le batterie del test dimostrano di saper invecchiare bene, ma esistono piccoli accorgimenti che possiamo prendere ogni giorno per allungare loro la vita.

AL FRESCOQuanto telefono e tablet non vi servono, e restano spenti per un po’, lasciateli in un posto fresco (non freddo). Le basse temperature hanno infatti il potere di rallentare il processo di invecchiamento delle batterie, allungandone la durata.

LA CARICAMettete in carica la batteria quando è al 15-20% e solo una volta al mese fatela scaricare del tutto prima di collegare il caricatore. Se dovete metter via il dispositivo per un po’, meglio non lasciarlo a piena carica: ideale una carica intermedia.

IN AUTOIl calore è il nemico numero uno delle batterie. Vi sconsigliamo di lasciare tablet e smartphone in macchina nelle giornate calde. Non appoggiateli sul cruscotto e non lasciateli sul supporto da parabrezza per evitare che la batteria si surriscaldi.

USO INTENSOEvitate di utilizzare in modo intenso i vostri dispositivi quando vi trovate in ambienti a temperatura elevata, per esempio giocare a lungo in spiaggia, sotto il sole. Si rischia il surriscaldamento, che nuoce alla batteria.

LA DATAIl passare del tempo conta. Quando possibile, cercate di controllare la data di produzione prima di comprare un dispositivo o una batteria. Non acquistate vecchi stock, evitate telefoni e tablet che sono stati in magazzino per più di un anno.

DA SPENTOUno dei dubbi più frequenti è se ricaricare lo smarpthone da acceso danneggi la batteria. Fortunatamente no, ma se volete ottenere il massimo della carica nel minor tempo possibile, meglio ricaricarlo da spento. Lo stesso vale per i tablet.

IL CARICATOREMeglio usare il caricabatterie fornito insieme al dispositivo, compatibile con i valori di corrente richiesti dalla batteria. Valori di corrente inferiori richiederanno tempi più lunghi per la ricarica, valori superiori non rappresentano un problema.

CARICABATTERIA PORTATILEPuò essere utile acquistare una batteria esterna portatile (un caricabatteria portatile, in pratica), da tenere con voi se prevedete che la carica di quella integrata possa non bastarvi. Li abbiamo testati su High Test 42 marzo 2014.

Apple, che fai? Il racconto di un socioCosa succede quando portiamo un telefono in garanzia a riparare? Che il pezzo rotto o difettato viene sostituito con uno nuovo. Questo in teoria. In pratica un caso recente accaduto a un nostro socio squarcia il velo su una pratica poco corretta.

Nonostante la sanzione inflitta due anni fa ad Apple dall’Antitrust per il mancato rispetto delle regole in tema di garanzia, abbiamo riscontrato un nuovo comportamento discutibile e probabilmente scorretto da parte dell’azienda. Un nostro socio ha portato il proprio iPhone a riparare. La riparazione rientrava in garanzia e il pezzo che non andava, la batteria, gli è stato sostituito. Giorni dopo, però, il consumatore si è reso conto che una sorta di liberatoria, che aveva firmato senza porvi troppa attenzione, prevedeva una clausola poco chiara per non dire vessatoria. In pratica firmando aveva accettato che “i prodotti in riparazione potrebbero essere sostituiti con prodotti ricondizionati di tipo equivalente e che le riparazioni possono essere effettuate con componenti ricondizionati”. Nel telefono del nostro socio è stata probabilmente messa una batteria usata invece di una

nuova. Ora, utilizzare batterie o altri pezzi o il prodotto intero “rigenerato” per sostituire quelli che non funzionano in garanzia può essere una prassi positiva sotto il profilo della sostenibilità ambientale. Però il consumatore in tal modo non deve essere penalizzato nei diritti che gli sono riconosciuti dal Codice del consumo nonché da una direttiva europea (99/44/CE). Delle due l’una: o la batteria rigenerata è del tutto equivalente a una batteria nuova – come afferma Apple - e allora non si comprende il motivo per il quale al consumatore venga chiesto di firmare questa liberatoria sibillina, oppure no, e in tal caso non la si può usare in sostituzione. Infatti, in base all’articolo 134 del Codice del consumo, sui prodotti usati, la garanzia può essere ridotta ad un anno. Questo è il rischio nel quale può incorrere chi firmi una clausola simile a quella proposta da Apple.

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Page 26: Altroconsumo n° 291 aprile 2015

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e i servizi che proponiamo sono stati sottoposti alle nostre analisi e ai nostri test comparativi.

SCELTE SICURE

p Informarsi, capire, imparare a difendersi: si può fare in leggerezza,

divertendosi, in una cornice dove la cultura

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insieme a noi.

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Vieni a prendere un caffè con la redazione,

per chiacchierare con i giornalisti

di Altroconsumo, incontrare gli ospiti

degli eventi del Festival, suggerire temi

da approfondire.

Page 27: Altroconsumo n° 291 aprile 2015

www.altroconsumo.it Aprile 2015 • 291 Altroconsumo 47

Test

Sul bagnato ancora diverse gomme estive fanno fatica a garantire una buona tenuta di strada. Il nostro test.

On the road

nche la macchina più sicura può diven-

tare pericolosa se non ha le gomme a

posto. Non sottovalutiamo l’importanza

di scegliere i pneumatici più affidabili

(in queste pagine c’è il test) e di alter-

nare gomme estive e invernali. Come ogni anno alle

soglie della bella stagione il nostro test consiglia i

pneumatici estivi capaci di tenere bene la strada anche

quando c’è il solleone e l’asfalto è bollente e allo stes-

so tempo di far fronte anche al più violento dei tem-

porali estivi. Per viaggiare in sicurezza, è importante

scegliere con noi la gomma giusta e rispettate la sta-

gionalità, senza dimenticare di tenere i pneumatici

sempre ben gonfi (si risparmia anche sul carburante).

Una pressione troppo bassa si traduce in un maggio-

re rischio di incidenti, perché la guida dell’auto può

diventare difficile se le gomme non rispondono al

meglio. Per esempio, se è un solo pneumatico a esse-

re sgonfio, l’auto tenderà a non andare dritta, “tiran-

do” dalla parte della gomma sgonfia. Anche lo scoppio

delle gomme, causa spesso di gravi incidenti, può

dipendere dalla pressione. Neanche un pneumatico

ipergonfiato va bene: riduce l’aderenza e lo sterzo

A

IL NOSTRO

TEST

Alla prova 16 modelli di pneumatici estivi di tipo 185/60 R14 H (taglia per auto piccole) e 19 di tipo 205/55 R16 V (per auto medie). Tra le prove: tenuta di strada, frenata, aquaplanning e maneggevolezza con l’aiuto di piloti esperti.

SU STRADA ASCIUTTADue piloti esperti hanno valutato come le gomme tengono la strada quando è asciutta. Ad alta velocità (max 150 km all’ora) hanno valutato la stabilità delle gomme sul rettilineo e la risposta del volante. Sull’asfalto la tenuta in caso di frenata.

diventa più impreciso. Ma come fare a capire quando

è necessario dare una bella “gonfiata” o “sgonfiata”?

La tecnologia e la legge ci vengono in aiuto.

Dal primo novembre 2014 tutte le auto nuove imma-

tricolate in Europa devono essere dotate per legge del

sistema di monitoraggio della pressione dei pneuma-

tici Tpms (Tyre pressure monitoring system). Questo

sistema rileva le perdite di pressione e le segnala

all’automobilista. Due anni fa i sensori sono diventa-

ti obbligatori su tutti i modelli di nuova omologazione

(i modelli più recenti li hanno ormai già di serie),

mentre ora i costruttori devono adeguare tutta la gam-

ma sul mercato. L’obbligo non riguarda i veicoli ac-

quistati prima del primo novembre 2014 né il resto

del parco circolante. Insomma, non è necessario mon-

tare il Tpms sui veicoli che non ne siano già dotati di

serie. Come funzionano i sensori di pressione? Esisto-

no due sistemi: diretto e indiretto.

Il primo ha un sensore di pressione legato alla tem-

peratura applicato sul cerchione, all’interno del pneu-

matico. La pressione è radiotrasmessa a un ricevitore

all’interno del veicolo. Questo sistema riconosce su-

bito la perdita di pressione e avvisa chi è alla guida

Qualità buona

Qualità media

Qualità sufficiente

Qualità scarsa

LA QUALITÀ IN 10 ANNI DI TEST

CONTINENTAL

MICHELIN

DUNLOP

BRIDGESTONE

PIRELLI

NOKIAN

UNIROYAL

GOODYEAR

VREDESTEIN

HANKOOK

SEMPERIT

FIRESTONE

BARUM

YOKOHAMA

FULDA

MALOYA

KUMHO

FALKEN

SAVA

KLEBER

RISPARMI

136€

Page 28: Altroconsumo n° 291 aprile 2015

Test

48 Altroconsumo 291 • Aprile 2015 www.altroconsumo.it www.altroconsumo.it Aprile 2015 • 291 Altroconsumo 49

se è troppo bassa; è più accurato e permette di visua-

lizzare sul cruscotto la pressione dei singoli pneuma-

tici (compresa la ruota di scorta). Lo svantaggio è che

chi ha il doppio treno di gomme e cerchi dovrà accer-

tarsi di dotare tutti e otto i cerchioni di sensori, se

vuole che il Tpms funzioni. Il sistema indiretto, inve-

ce, usa i dati sulla rotazione delle ruote raccolti da

sistemi come Abs e Esp per rilevare le anomalie do-

vute alla pressione scorretta. È più economico di quel-

COME LEGGERE LA TABELLA

Tenuta su strada asciut-ta La prova ha verificato la tenuta delle gomme in curva, durante l’accele-razione e con il cambia-mento di pavimentazione.Inoltre è stata valutata la frenata.

Tenuta su strada bagna-ta Le stesse prove sono state fatte su strada ba-gnata. In questo caso abbiamo simulato situa-zioni di aquaplanning, cioè se il pneumatico perde aderenza in caso di piog-ge abbondanti. In questi casi è importante che le gomme tengano bene la traiettoria senza far sci-volare via l’auto. Due mo-delli hanno fallito in questa prova: Matador e Nan-kang.

Durata Abbiamo sotto-posto i pneumatici a mi-gliaia di km di strada, misurando man mano lo spessore del battistrada. La vita di un pneumatico dipende anche dal tipo di guida e dalle condizioni delle strade.

Rumore Abbiamo misu-rato il rumore del veicolo legato ai pneumatici, fuo-ri e dentro l’abitacolo.

Migliore del Test: ottiene i migliori risultati nelle nostre prove

Miglior Acquisto: buona qualità e il miglior rapporto con il prezzo

Scelta Conveniente: qualità accettabile, prezzo molto vantaggioso

Ottimo

Buono

Accettabile

Mediocre

Pessimo

Non comprare

Qualità buona

lo diretto, ma indica solo l’anomalia del comporta-

mento di una ruota rispetto alle altre e non stima la

pressione. Entrambi sono importanti per la sicurezza.

Sarà il costruttore dell’auto a montare il sistema più

conveniente in base al valore del veicolo e al costo

che vuole accollarsi. Se l’auto non ha il Tpms, comun-

que, basta controllare periodicamente la pressione

delle gomme, soprattutto prima di intraprendere un

viaggio lungo.

Le grandi marche in testa alla classificaLa classifica delle marche per i pneumatici a pag. 27

è basata sui risultati ottenuti in 10 anni nei nostri test,

in ordine di qualità. Ai primi posti in classifica, per i

buoni risultati che negli anni hanno conquistato nel-

le prove a cui li abbiamo sottoposti, troviamo i colos-

si del settore, Continental e Michelin, sono i più affi-

dabili. In fondo, troviamo ancora Sava e Kebler come

l’anno scorso. ¬

La nostra scelta Pneumatici estiviTaglia 185/60 R14 H Taglia 205/55 R16 V

67CONTINENTAL Conti PremiumContact 557 - 62 euroIl migliore sulle strade bagnate. Buone performance anche sull’asciutto. Convincente in tutte le prove. È il Migliore del Test.

72MICHELIN Primacy 380 - 102 euroNella sua categoria è tra i migliori sull’asciutto ed è durevole. Ottimo per chi fa tanti chilometri all’anno. Migliore del Test.

66

65

NOKIAN Line53 - 56 euroBuona performance soprattutto sul bagnato. Garantisce un’ottima durata. Miglior Acquisto.

VREDESTEINSportrac 551 - 53 euroMiglior Acquisto: con poco più di 50 euro si acquista un prodotto durevole e sicuro e che garantisce un basso consumo di carburante.

68

67

GOODYEAR Efficient Grip Performance74 - 78 euroIl Miglior Acquisto è molto apprezzato su strada bagnata e non delude anche sull’asciutto.

PIRELLI Cinturato P7 blue72 - 74 euroTra i migliori sul bagnato, durevole e affidabile sull’asciutto, questo modello Pirelli conquista il titolo di Miglior Acquisto per il prezzo: 136 euro meno del più caro (per le 4 ruote).

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PNEUMATICI ESTIVI PREZZI RISULTATI

QU

ALI

TÀ G

LOB

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u 10

0)

MARCA e modello

In e

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Cons

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ore

185 60 R14 HCONTINENTAL Conti PremiumContact 5 57 - 62 B B B B C 67

GOODYEAR Efficient Grip Performance 54 - 59 B B B B D 66

NOKIAN Line 53 - 56 B B A B D 66

DUNLOP Sport BluResponse 53 - 59 B B B B D 65

VREDESTEIN Sportrac 5 51 - 53 B B B B D 65

HANKOOK Kinergy Eco K425 48 - 52 B B B B D 63

MICHELIN Energy Saver+ 63 - 64 C C A B D 60

FIRESTONE Firehawk TZ300alpha 51 - 57 B C B B D 59

SAVA Intensa HP 46 - 54 C C A C D 58

PIRELLI Cinturato P1 Verde 57 - 60 B B A C D 56

INFINITY Ecosis 48 C C C B C 51

YOKOHAMA BluEarth AE-01 57 - 62 B C B B D 49

GT RADIAL Champiro Eco 44 - 53 C C B B C 43

SEMPERIT Comfort-Life 2 49 - 54 C C A B D 43

KUMHO KH27 Ecowing ES01 49 - 59 B D A A C 33

MATADOR MP 16 44 - 52 C E B B C 15

205 55 R16 VMICHELIN Primacy 3 80 - 102 A B A B C 72

GOODYEAR Efficient Grip Performance 74 - 78 B B B B C 68

PIRELLI Cinturato P7 Blue 72 - 74 B B B B D 67

CONTINENTAL ContiPremiumContact 5 79 - 95 A B B B C 67

DUNLOP Sport BluResponse 75 - 89 B B B B C 66

BRIDGESTONE Turanza T001 80 - 86 B B B B C 66

FULDA EcoControl HP 66 - 70 B C B B C 57

HANKOOK Ventus Prime2 K115 62 - 68 B C B B C 57

SEMPERIT Speed-Life 67 - 75 C C B B C 56

VREDESTEIN Sporttrac 5 65 - 71 B C B B C 56

NOKIAN Line 70 - 72 B B C B C 54

FALKEN ZIEX ZE914 65 - 66 B C C B C 54

BRIDGESTONE Ecopia EP001S 96 - 106 B C C B B 51

MICHELIN Energy Saver+ 81 - 85 B C A B C 47

CONTINENTAL ContiEcoContact 5 81 - 91 B C B B B 47

HANKOOK Kinergy Eco K425 63 - 69 C C C B B 45

KUMHO Solus H S51 64 - 67 B B C B C 44

KLEBER Dynaxer HP 3 63 - 70 B C A B C 42

NANKANG Nankang Econex Eco-2 Green Sport 74 C E B B C 2

Page 29: Altroconsumo n° 291 aprile 2015

Test

50 Altroconsumo 291 • Aprile 2015 www.altroconsumo.it www.altroconsumo.it Aprile 2015 • 291 Altroconsumo 51

Alla prova i pacchetti di sicurezza contro i virus informatici, e anche prodotti gratuiti: il test ha selezionato software per tutte le esigenze e tutte le tasche.

LNavigare protetti

Anche i malware non sono esenti da mode. Gli attacchi più in voga oggi sono i cosiddetti “ransomware”: software che crittografano intere porzioni del disco, concentrandosi sui dati creati dall’utente, e chiedendo un riscatto per decrittarli.

Non c’è alcuna garanzia che il pagamento del riscatto comporti la “liberazione” dei file crittati. Molto meglio farsi trovare preparati nel caso questo o altri malware dovessero colpire, facendo un regolare backup dei propri dati.

eggere i bollettini dei principali produt-

tori di software contro i virus (detti an-

che antimalware) è come leggere la tra-

ma di un film di spionaggio, di quelli in

cui gli sceneggiatori hanno esagerato:

attacchi alle reti bancarie, ai sistemi di pagamento vir-

tuali, persino ai sistemi di emissione dei biglietti del

servizio di trasporto pubblico cileno. Purtroppo si trat-

ta della dura realtà: internet ha portato innumerevoli

vantaggi alla nostra società, ma tra gli aspetti negativi

troviamo i costanti attacchi alle nostre reti e ai nostri

singoli pc. È un tema importante, cui riserviamo co-

stante attenzione con test e articoli, su queste pagine,

sul sito e su Hi_Test, la nostra rivista dedicata alle nuo-

ve tecnologie. Uno dei pilastri di questa strategia è il

test annuale sui pacchetti di sicurezza, le suite-anti-

malware: perché prevenire è molto meglio che curare

(una volta che il pc è infetto la faccenda si complica).

Ne avete bisognoMolti utenti sono sensibili al problema, ma ritengono

di essere al sicuro perché usano i sistemi di sicurezza

compresi nella dotazione di Windows, o perché sanno

che anche le versioni più recenti dei browser integrano

alcune funzioni di protezione. Abbiamo verificato: me-

glio di niente, ma queste protezioni non garantiscono

lo stesso livello di protezione di un pacchetto di sicu-

rezza dedicato. Per esempio, testando i sistemi di sicu-

rezza preinstallati in Windows 8.1 con gli stessi criteri

usati per il nostro test, si arriva a un giudizio comples-

sivo di appena 37 su 100, inferiore al peggiore tra i

pacchetti di sicurezza analizzati. Abbiamo effettuato

anche un parziale test di sicurezza con i tre browser

più diffusi e i risultati sono chiari: Chrome e Internet

Explorer proteggono poco, e Firefox ancora meno.

Antimalware gratuiti: accettabiliQuest’anno abbiamo voluto analizzare gli antimalwa-

re gratuiti fianco a fianco con i pacchetti di sicurezza

a pagamento. Per quanto riguarda le prestazioni

dell’antimalware in sé, i prodotti gratuiti, pur non ar-

rivando ai livelli dei migliori sistemi a pagamento, of-

frono comunque prestazioni buone. La differenza più

marcata è relativa al firewall, cioè il software che bloc-

ca l’accesso non autorizzato al computer, difendendo-

lo sia da intrusioni dall’esterno che dall’invio malevo-

lo di dati dall’interno. I software gratuiti non ne sono

dotati, il che vuol dire che chi ne installa uno dovrà

fare affidamento sul firewall compreso nella dotazione

standard di Windows: meglio di niente, ma i firewall

dei pacchetti a pagamento, pur non essendo nemmeno

loro un granché, sono in media migliori.

Il responso finale dipende da voi e dal vostro budget:

se non volete spendere, un antimalware gratuito offre

comunque un livello di protezione accettabile e consi-

gliamo senz’altro di installarne uno invece di lasciare

il pc privo di protezioni. Se invece volete il miglior li-

vello di protezione possibile, meglio affidarsi ai pac-

chetti a pagamento, seguendo questo test.

Non esiste la sicurezza assolutaDetto che un buon antimalware è consigliato, è sempre

bene sottolineare che non esiste un programma che

tenga un computer sicuramente al riparo dal 100% dei

pericoli informatici. Bisogna sempre abbinare all’uso

di un buon antimalware un comportamento accorto.

Questo vale sia per un personal computer con Win-

dows, sia per chi utilizza sistemi operativi diversi, come

Mac OSX o Linux.

C’è la tendenza, da parte di alcuni utenti di questi ul-

timi sistemi, a sentirsi al sicuro, perché sono sistemi

concettualmente più sicuri rispetto a Windows e meno

nel mirino dei vari malintenzionati del web. Non è esat-

tamente così: in effetti alcuni dei pericoli cui sono sot-

toposti gli utenti di Windows sono esclusivi di quella

piattaforma, ma una mail di phishing (la tecnica che

Nel nostro test non ci limitiamo alla valutazione delle prestazioni, ma giudichiamo i programmi su molti altri aspetti, tra cui la facilità d’uso, perché un’ottima prestazione può essere invalidata da un cattivo utilizzo del prodotto.

DIAMO I NUMERI16.353 malware utilizzati per le prova di scansione (più 100 file puliti per identificare falsi positivi); 75 URL di malware per il test di “vita vissuta sul web”; 30 malware eseguibili per la prova da chiavetta Usb; 573 siti di phishing e 429 siti di malware per la valutazione della protezione da siti pericolosi; 10 malware “sconosciuti”, ricercati e testati durante un periodo di osservazione di 35 giorni.

IL NOSTRO

TEST

Page 30: Altroconsumo n° 291 aprile 2015

Test

52 Altroconsumo 291 • Aprile 2015 www.altroconsumo.it www.altroconsumo.it Aprile 2015 • 291 Altroconsumo 53

La nostra scelta Suite e antimalware

69

67

ESET Smart Security 866 euroUno dei due prodotti Migliori del Test, non delude in nulla.

G DATA Internet Security 201545 euroBuon prodotto e prezzo attraente: Miglior Acquisto.

69NORTON BY SIMANTEC Norton Security 201560 euroTra i due Migliori del Test, ha risultati molto buoni.

SUITE E ANTIMALWARE PREZZI CARATTERISTICHE RISULTATI

QU

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LOB

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100)

MARCA e denominazione

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ESET Smart Security 8 66 8.0.301.0 1 sì V V B B B A C B C B A A C B C B 69

NORTON BY SYMANTEC Norton Security 2015

60 22.0.2.17 5 sì V V B C C C D B A B B B C B A D 69

BULLGUARD Internet Security

60 14.1.287.1 3 no V B C D C B C A B B A D B B C 67

G DATA Internet Security 2015

45 25.0.2.3 2 am V V B C C D A B A A A A D B C A 67

KASPERSKY Internet Security 2015

50 15.0.0.463(b) 1 am V V B C C C C B A B A A B A E A 65

BITDEFENDER Internet Security 2015

50 18.17.0.1227 1 am V V B C D D E C A B B A B A D B 65

ZONEALARM 2015 Internet Security Suite

60 13.3.209.000 3 no V B C D B B C D B B A D B C C 62

MCAFEE Internet Security 2015

7513.6 build 13.6.1248

1 sì V C B D B D B B B B D B B C D 62

AVIRA Internet Security Suite 2015

45 14.0.7.306 1 am V B B C C A B A B B A D B E C 62

AVG Internet Security 2015

46 2015.0.5315 1 am V B C B C B B A B B B E B D C 59

F-SECURE SAFE Internet Security

40 14.115 build 100 1 no V V B C C C B B B B B A D B E A 58

AVIRA Free Antivirus 2015 + Firewall di Windows 8.1

gratis 14.0.7.306 1 am V C B C C A C A B B A E B E C 58

AVG AntiVirus FREE 2015 + Firewall di Windows 8.1

gratis 2015.0.5315 1 am V B D C C B C A B B B E B E C 53

AVAST! Free Antivirus 2015 Firewall di Windows 8.1

gratis 2015.10.0.2206 1 sì C D D C D B D C B A D B D D 53

AVAST! Internet Security 2015

50 2015.10.0.2206 1 am C C D B D C D C B A D B D C 53

TREND MICRO Internet Security 2015

50 8.0.1133 1 sì V V B C D C B C B C B D C C E B 51

PANDA SECURITY Internet Security 2015

42 0.625 1 sì V V B D D C B B C B D D D C E C 42

COME LEGGERE LA TABELLA

Antimalware e suite Quest’an-no abbiamo affiancato gli anti-malware gratuiti ai pacchetti (o suite) a pagamento. Rispetto a quelli gratuiti, le suite offrono un pacchetto che integra altre funzioni, in primis il firewall. Per confrontare compiutamente le due tipologie di prodotto, ab-biamo testato gli antimalware gratuiti come se fossero parte di un pacchetto che include anche il firewall preinstallato in

Windows 8.1 (con altre versio-ni il giudizio potrebbe essere differente).

Numero di pc proteggibili Trat-tandosi di software (sia che acquisti il pacchetto sia che lo scarichi) in pratica si paga una licenza d’uso di un anno per un numero variabile di pc.

Versione per Mac Storicamen-te i programmi antimalware

sono pensati per Windows, ma un numero crescente di pro-duttori inizia a fornire anche una versione per Mac OSX. Dove scriviamo “am” significa che è presente solo un antimalware.

Disco di ripristino Consente di creare una sorta di “salvavita” per il pc, utile per riavviarlo in caso di virus. Se non è scarica-bile, in genere nel programma c’è un’opzione per crearlo.

Prestazioni firewall È la somma dei giudizi su funzionalità del firewall, bontà delle imposta-zioni standard, efficacia della protezione dal traffico in ingres-so e da quello in uscita.

Dati personali Qui valutiamo la quantità di dati che i pacchet-ti di sicurezza inviano all’ester-no, dati che possono compren-dere l’elenco dei siti visitati o il proprio indirizzo email.

Migliore del Test: ottiene i migliori risultati nelle nostre prove

Miglior Acquisto: buona qualità e il miglior rapporto con il prezzo

Scelta Conveniente: qualità accettabile, prezzo molto vantaggioso

Ottimo

Buono

Accettabile

Mediocre

Pessimo

Qualità buona

porta le persone con l’inganno a cliccare su siti internet

fraudolenti e a fornire ad essi le proprie credenziali di

accesso, per esempio alla banca) può arrivare in ogni

caso e chiunque può cadere in trappola. Tenere gli

occhi aperti, quindi, è un consiglio che vale per tutti

gli utenti della rete, indipendentemente dalla loro do-

tazione informatica.

A proposito di dotazioni informatiche moderne, una

domanda che riceviamo spesso riguarda smartphone

e tablet: chi li utilizza si chiede se anche per questi

apparecchi siano necessarie protezioni antimalware.

Esistono versioni mobili dei software antimalware,

ma al momento non sembrano offrire alcun vantaggio

particolare. Fra qualche mese comunque li testeremo

per andare a verificare con mano la loro utilità.

L’architettura dei sistemi di informatica mobile in ogni

caso è diversa da quella dei computer, più chiusa e

controllata. Resta valido però quanto dicevamo prima

e cioè che alcuni tipi di attacco non colpiscono il di-

spositivo, ma la persona che lo utilizza, quindi anche

chi ha uno smartphone o un tablet deve fare atten-

zione, per esempio, a email che puntano a raggirarlo

e trappole del genere.

Isolare l’anello deboleTutto quanto sopra è più facile a dirsi che a farsi, specie

se in casa vostra c’è qualcuno che ha scarsa propen-

sione alla protezione informatica, per esempio una

persona con conoscenze informatiche limitate o un

adolescente che clicca su qualunque link gli mandino

gli amici. Se in casa avete una mini-rete informatica,

con file condivisi, un utente del genere costituisce il

principale fattore di rischio ed eventuali malware che

lo colpissero (come il CryptoLocker di pagina 51) pos-

sono propagarsi sugli altri computer della rete. Poiché

come detto l’efficacia anche del migliore degli anti-

malware non è mai totale, è meglio adottare alcuni

accorgimenti per mitigare tale rischio. Alcuni router

consentono di creare più di una rete wifi, per esempio

una principale e una per gli ospiti.

In questo caso si può creare una rete ad hoc per il com-

puter del figlio, che non permetta l’accesso agli altri pc.

È meglio anche intervenire sui permessi degli utenti,

limitandoli a ciò di cui hanno bisogno davvero: la fun-

zione di condivisione dei file di Windows 7 o 8 va tenu-

ta su “solo lettura” e ogni membro della famiglia do-

vrebbe avere un proprio account personale, impostato

in modo che non abbia i privilegi di amministratore. ¬

Sul nostro sito sono a disposizione dei nostri soci registrati (ci si registra in un attimo e gratuitamente) molte informazioni più approfondite, in particolare sui prezzi e sule ultime novità: il sito è aggiornato molto frequentemente, e offre anche maggiori dettagli sui risultati ottenuti dai prodotti nei test.

Online è più aggiornato

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58AVIRA Free Antivirus 2015GratisQualità accettabile e il vantaggio di non costare neanche un euro.

Page 31: Altroconsumo n° 291 aprile 2015

Test

54 Altroconsumo 291 • Aprile 2015 www.altroconsumo.it www.altroconsumo.it Aprile 2015 • 291 Altroconsumo 55www.altroconsumo.it

eglio dirlo subito. Le app che promet-

tono di migliorare le performance dello

smartphone, di aumentare lo spazio di

archiviazione e di incrementare la du-

rata della batteria sono circondate da

un consenso innegabile. Gli utenti sembrano esserne

(quasi unanimemente) contenti e riempiono con un

profluvio di commenti positivi gli app store, sia di

Android sia di Apple. Il nostro sembrava quindi un

test dall’esito prevedibile, ma tutto è stato fuorché

scontato: anzi, i risultati sono assolutamente sorpren-

denti e mostrano che la cosa che sanno fare meglio

questi prodotti — che si presentano con gli allusivi

nomi di Battery Doctor, Battery Life Saver o Clean

Master — non è mantenere ciò che promettono, ma

convincere gli utenti di farlo. La loro è tutta scena.

Addirittura, per far vedere che stanno intervenendo

in qualche modo per migliorare le prestazioni dello

smartphone, usano grafiche illustrative (vedi l’esem-

M

È tutta APParenza

IL NOSTRO

TEST

Abbiamo testato 13 app che promettono di migliorare le performance degli smartphone e di far durare di più la batteria. Le app da testare sono state scelte tra le più popolari: nove sono per Android, quattro per iOS.

LE MISURAZIONILe app sono state testate su iPhone 5C per iOS e Motorola Moto G (seconda generazione) per Android. Non si tratta di modelli top di gamma ma di fascia media, proprio perché volevamo che risultassero più evidenti gli eventuali miglioramenti ottenuti con le app. Per misurare gli incrementi di prestazioni e di durata della batteria, sono stati usati specifici software. Abbiamo anche verificato che le app non violassero la privacy, inviando a terzi dati privati degli utenti.

pio di schermata a pagina 56), che sono in realtà di

pura fantasia. Poiché puntano tutto sulla persuasio-

ne, neanche tanto occulta, riescono evidentemente

a convincere chi le ha scaricate che funzionano dav-

vero. Infatti, senza essere tanto maliziosi da pensare

che siano gli stessi produttori a influenzare le valu-

tazioni sui vari siti di acquisto e non, e farle risultare

così positive, forse è più facile credere che il favore

degli utenti sia piuttosto dovuto a queste manipola-

zioni visive. Ciò che è certo è che le misurazioni ef-

fettuate dal nostro laboratorio escludono — almeno

per i due modelli di smartphone utilizzati per il test

(Motorola Moto G per Android e iPhone 5C per iOS),

e per l’uso intermedio che ne è stato simulato duran-

te le prove —, che queste app siano in grado di miglio-

rare alcunché. Nessuna ha saputo aumentare la du-

rata della batteria né ha migliorato in maniera

apprezzabile le performance del dispositivo, anzi

alcune hanno addirittura peggiorato la situazione.

La batteria non si allargaAbbiamo testato 13 app di ottimizzazione per

smartphone tra le più scaricate: 9 per Android e 4 per

iOS. Non tutte si spingono a promettere di migliorare

la velocità e le performance dello smartphone, anzi

la maggior parte punta tutto sulla capacità di inter-

venire sulla durata della batteria, vero cruccio di chi

possiede uno smartphone. Come dimostra il test, que-

sta è una cosa impossibile da ottenere: ogni batteria,

indipendentemente dalle sue dimensioni o da come

è stata progettata, è in grado di contenere una quan-

tità massima di carica elettrica. Ovviamente nessun

software può incrementare questa quantità, che è

una caratteristica hardware ed è legata alla capacità

della batteria stessa. Ciò che queste applicazioni pos-

sono fare è proporre alcuni accorgimenti (in alcuni

casi anche automatici), come la chiusura di alcune

app o processi, una migliore gestione della luminosi-

tà oppure la riduzione del tempo dopo il quale il te-

Le applicazioni che promettono di fare pulizia nello smartphone e far durare di più la batteria non funzionano. Per di più occupano spazio

e trasmettono dati privati a terzi. Non scaricatele.

APP PER OTTIMIZZARE LO SMARTPHONE PREZZI CARATTERISTICHE RISULTATI

QU

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Gratis Android 10,04 E E D A E 39

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DU APPS STUDIO DU Speed booster Gratis Android 15,68 E E E A C 37

AVG MOBILE AVG Cleaner Gratis Android 11,8 D E D A D 36

DU APPS STUDIO DU Battery Saver Pro 2,20 Android 11,29 n.d. n.d. E A D 34

DU APPS STUDIO DU Battery Saver Gratis Android 13,85 n.d. n.d. E A D 32

CHEETAH MOBILE Clean Master Gratis Android 30,25 D D E A C 31

LIQUIDUM LIMITED Gratis Android 8,35 D E E A C 31BEIJING KINGSOFT INTERNET SECURITY SOFTWARE Battery Doctor

Gratis iOS 23,7 C D E C E 30

KS MOBILE INC. Battery Doctor Gratis iOS 24,7 C E E C E 28

JUDE MADOX Battery Life Saver Gratis iOS 12 D E C D E 28

MYNEWAPPS.COM Battery Magic Gratis iOS 7,4 n.d. n.d. E A B 26

COME LEGGERE LA TABELLA

Miglioramento della ve-locità dello smartphone Il giudizio è il risultato di numerose misure di labo-ratorio relative alla velo-cità dello smartphone nel compiere le più svariate operazioni: per esempio caricare app, accendersi e spegnersi e, effettuate sia prima sia dopo l’instal-lazione e l’attivazione di ogni singola app, compre-sa la fluidità di utilizzo.n.d.: sta per “non dispo-nibile” e indica che questo non è tra i vantaggi van-tati dalla app.

Aumento dello spazio di archiviazione n.d.: non disponibile (vedi sopra).

Miglioramento della du-rata della batteria È stata misurata l’effettiva dura-ta della batteria sia prima sia dopo aver attivato le ottimizzazioni automati-che proposte dalla app a questo scopo. n.d.: sta per “non disponibile” e indica che la app non fa promes-se al riguardo.

Facilità d’uso Si conside-rano diversi aspetti, come la grafica dell’app, la pra-ticità della struttura dei menù e la facilità nell’at-tivare le ottimizzazioni.

Dati personali (privacy)Abbiamo creato in labo-ratorio uno specifico net-work che ci ha consentito di monitorare e registra-re se la app raccogliesse informazioni personali. In caso affermativo, abbia-mo controllato se queste informazioni venissero inviate a terzi e, in caso affermativo, se fossero inviate criptate o meno.

Migliore del Test: ottiene i migliori risultati nelle nostre prove

Miglior Acquisto: buona qualità e il miglior rapporto con il prezzo

Scelta Conveniente: qualità accettabile, prezzo molto vantaggioso

Ottimo

Buono

Accettabile

Mediocre

Pessimo Non comprare

Le recensioni di queste app sono positiveEppure...

I dati personali non sono al sicuro, nemmeno quelli più personali

Non c’è un miglioramento nelle prestazioni dello smartphone

Informazioni private sono trasmesse a terzi, per fini pubblicitari

Ne parleremo il 22, 23 e 24 Maggio

Page 32: Altroconsumo n° 291 aprile 2015

56 Altroconsumo 291 • Aprile 2015 www.altroconsumo.it

CINQUE TRUCCHI PER CONSUMARE DI MENO

Se le app di ottimizzazione non servono, come si fa allora a far durare di più la batteria dello smartphone? Ecco cinque semplici accorgimenti (di sicura efficacia) che puoi mettere in pratica.

Riduci la luminosità dello schermo e attiva la luminosità

automatica, opzione che, quando disponibile, regola automaticamente la luminosità dello schermo a seconda della qualità della luce presente nell’ambiente circostante.

Regola la funzione standby in modo da ridurre i tempi di

spegnimento automatico dello schermo oppure ricordati di metterlo subito in standby dopo l’uso.

Disabilita le “notifiche push” delle email. È vero che questi

avvisi hanno il vantaggio di farci sapere in tempo reale quando una nuova email è arrivata, ma è anche vero che costringono lo smartphone ad accedere di continuo all’account di posta, cosa che fa consumare la

batteria. Meglio impostare lo smartphone in modo che controlli se ci sono nuovi messaggi di posta, per esempio, ogni ora.

Limita l’uso delle app che richiedono un utilizzo

continuativo del gps, per esempio quelle per la navigazione satellitare. Di sicuro si tratta di applicazioni molto utili, ma mettono a dura prova la resistenza della batteria del tuo smartphone.

Quando non hai bisogno dinavigare su internet con una

certa velocità, ricordati di disabilitarela connessione 3G del tuosmartphone. Utilizza la connessione wifi tutte le volte che questa è disponibile, visto che consuma meno batteria rispetto al collegamento 3G.

1

2

5

4

lefono va automaticamente in standby. Piccole solu-

zioni per le quali, ovviamente, non c’è bisogno di

scaricare un’app, che tra l’altro ha un suo peso.

Occupano spazio e non sono efficaciNon si registrano effetti positivi neppure sotto il pro-

filo del miglioramento generale delle performance

dello smartphone, obiettivo che dovrebbe essere rag-

giunto eliminando file temporanei inutili, svuotando

la memoria cache e velocizzando la memoria Ram.

Le misurazioni del laboratorio certificano che si trat-

ta di effetti non chiaramente percepibili né costanti

e che le prestazioni dello smartphone rimangono so-

stanzialmente le stesse.

Alcuni prodotti (CCleaner, DU Speed Booster, AVG

Cleaner, Clean Master e The Cleaner) mettono a di-

sposizione una sorta di “app manager”, che consente

di eliminare con rapidità app che non si utilizzano

più. Anche questa è una funzione tutt’altro che indi-

spensabile, dal momento che si possono eliminare le

app manualmente dal sistema operativo dello

smartphone. Una certa utilità questa funzione può

averla per chi è solito sperimentare tante app e vuole

poi poter eliminare rapidamente, e più di una per

volta, quelle che non ritiene soddisfacenti.

Oltre che essere deludenti nelle prestazioni, bisogna

anche considerare che le app di ottimizzazione, come

qualsiasi software, occupano spazio: la più leggera è

Piriform Ccleaner (che pesa 3,82 megabyte) mentre la

più pesante è Clean Master Speed Booster (30,25 me-

gabyte). Il paradosso è che lo spazio di archiviazione

che queste app sono in grado di liberare è risultato in

tutti i casi inferiore allo spazio che le app stesse occu-

pano. Del resto, a una più un’attenta riflessione, quel-

la che sembra essere una delusione non è altro che la

conclusione più logica. Google, Apple & Co. hanno

investito e continuano a investire molte risorse per

migliorare i loro sistemi operativi, non hanno certo

bisogno degli inventori di magiche applicazioni per

migliorare il funzionamento degli smartphone.

La privacy, la vera nota dolenteAbbiamo anche verificato se le app raccogliessero e

inviassero a terzi informazioni personali dell’utente.

Purtroppo lo fanno tutte, tranne “Ccleaner”, che non

ha raccolto alcun dato personale, tranne informazioni

generiche, come il modello dello smartphone e il siste-

ma operativo installato, probabilmente per poter fun-

zionare al meglio. Le peggiori sotto il profilo della pri-

vacy, da noi punite con un pessimo in tabella, hanno

raccolto dati che riteniamo molto personali e non ri-

conducibili all’ottimizzazione del dispositivo, per esem-

pio la posizione geografica dell’utente o il codice iden-

tificativo dello smartphone (codice IMEI). Quel che è

più grave è che poi li inviano, per giunta decriptati, a

terze parti. Insomma, molte di queste app, oltre a ser-

vire a poco o niente, possono violare la privacy (si spe-

ra solo per fini publicitari). I messaggi pubblicitari

compaiono infatti in tutte le app, del resto sono tutte

gratuite (tranne DU battery saver PRO widgets). Spes-

so è possibile rimuovere la pubblicità passando alla

versione a pagamento dell’app, cosa che ovviamente

sconsigliamo, tenuto conto di quanto poco servono e

di quanto male si comportano sulla privacy. ¬

3

Fare o far finta di fare? Per queste app vale di più la seconda. Ecco un esempio di come in fase di ottimizzazione della batteria possa essere mostrata una grafica animata che dà l’idea si stia eseguendo una sorta di riparazione pezzo per pezzo del dispositivo, operazione che ovviamente su una batteria non può avvenire. Si tratta di una grafica di pura fantasia, creata ad arte per far credere agli utenti che l’app sta intervenendo, e pure in maniera efficace. Peccato che si tratti di puro e semplice marketing visivo. Così gli utenti si convincono che l’app funziona davvero.

Test

Page 33: Altroconsumo n° 291 aprile 2015

www.altroconsumo.it Aprile 2015 • 291 Altroconsumo 57

Test

Questi insetti sono molto utili in natura, ma non in casa. Una buona igiene li tiene normalmente alla larga, ma se non dovesse bastare serve l’insetticida.

Formiche kaput

n natura le formiche sono insetti utilissi-mi: trasportano i semi delle piante, mi-gliorano la qualità del suolo e contribui-scono al riciclo dei composti organici. Ma quando si dispongono in fila come bravi

soldantini per saccheggiare le briciole cadute sul nostro pavimento di casa... orrore! Armati di scopettone prima e di potenti insetticidi poi, siamo pronti a debellarle in men che non si dica. Chi vorrebbe aprire la dispensa e trovarle arrampicate sul barattolo della marmellata?

Primo: curare l’igieneIn commercio ci sono tantissimi prodotti insetticidi per eliminare le formiche, con diverse formulazioni (spray, polveri, esche...). Ne abbiamo analizzati 23, che trovate classificati in base ai risultati di efficacia, tossicità e faci-lità d’uso nella tabella nella pagina che segue. Ma prima di usare “un’arma letale” come l’insetticida si può pro-vare a tenerle lontane dalle nostre cucine con alcuni semplici accorgimenti. Le formiche hanno un olfatto molto potente: per questo, nella stagione in cui vanno a caccia, bisogna mantenere un’igiene impeccabile dei

IAbbiamo analizzato 23 prodotti insetticidi contro le formiche, acquistati sia nella grande distribuzione sia nei negozi specializzati come i vivai e i centri di giardinaggio.

NESSUN TEST SUGLI ANIMALILe analisi non sono state condotte “in vivo” cioè non abbiamo sperimentato questi insetticidi direttamente sulle formiche vive per motivi etici. Per dare i

nostri giudizi ci siamo affidati alla ricca bibliografia sull’efficacia e la tossicità dei diversi principi attivi, concentrazioni e formati (spray, polvere, esca...) dei prodotti. L’IMBALLAGGIOAbbiamo anche controllato le chiusure di sicurezza, la conformità dell’etichetta ai requisiti di legge e la presenza di informazioni utili.

IL NOSTRO TEST

Page 34: Altroconsumo n° 291 aprile 2015

Test

58 Altroconsumo 291 • Aprile 2015 www.altroconsumo.it www.altroconsumo.it Aprile 2015 • 291 Altroconsumo 59

La nostra scelta Insetticidi contro le formiche

75BAYER Garden Baythion Esca formiche 14,49 euroInsetticida Migliore del Test. Da usare imperativamente fuori casa per debellare interi formicai. In polvere.

71VAPE Formiche stop 3,79 euroMiglior Acquisto. Quattro esche per confezione, indicato anche in presenza di animali domestici o bambini.

65BAYER Garden Insetticida K-othrine AL scarafaggi e formiche11,99 euro, un litroMIglior Acquisto. Tra la categoria degli spruzzini è il più economico (dato il suo grande formato). Da usare localmente.

pavimenti, raccogliendo tutte le briciole dopo ogni pasto, tenendo chiuso il contenitore dei rifiuti umidi e tenendo ben chiusi e puliti tutti gli alimenti dolci (zucchero, mie-le, marmellata). Importante anche controllare le vie d’ac-cesso alla nostra casa, i davanzali delle finestre e gli sti-piti delle porte, sigillando eventualmente con stucco, silicone o nastro isolante le piccole fessure nelle quali le formiche possono nidificare.

Insetticidi ultima spiaggiaSe la pulizia non basta, si può cominciare a usare un insetticida, magari collocato soltanto lungo il sentiero usato dalle formiche per raggiungere il cibo. Se, invece, hanno fatto il nido in casa o molto vicino ad essa bisogna andare alla ricerca del nido o usare le esche che possono distruggere l’intera colonia.Vediamo nel dettaglio i pro e i contro dei diversi tipi di insetticidi.Esche: devono essere posizionate lungo il percorso abi-tuale delle formiche. Hanno il vantaggio di durare a lun-go ed essere sicure per eventuali animali domestici, ma hanno bisogno di tempo per funzionare e sono ineffica-ci se vengono lasciate nel posto sbagliato.Polvere: si può usare in molti modi, per fare da barriera lungo il perimetro della casa, direttamente nel formica-io o lungo il sentiero usato dalle formiche. Si tratta di una formulazione a rapido effetto ed efficace, ma è pericolo-sa per chi ha bambini o animali in casa. Da usare soprat-tutto in esterno.Bomboletta: può essere in spray o in schiuma e si può usare nei luoghi infestati o direttamente sulle formiche. Sono prodotti efficaci, veloci e facili da usare, ma posso-

COME LEGGERE LA TABELLA

Formato B: bomboletta spray; BS: bomboletta schiuma; E: esca; G: gel; P: polvere; S: spruzzino.

Imballaggio Abbiamo valuta-to la sicurezza di questi pro-dotti dal punto di vista dell’im-ballaggio, premiando quelli che hanno chiusure o tappi a pro-va di bambino e che usano il

Bitrex nella loro formulazione, una sostanza amara che evi-ta il rischio di ingestione acci-dentale. Bocciamo i prodotti che non hanno alcun sistema di chiusura di sicurezza.

Efficacia del formato conta quanto quella del principio attivo. Dipende dalla precisio-ne dell’applicazione, dall’ef-

fetto sulle colonie e dall’ac-cessibilità alle formiche del principio attivo. I prodotti più efficaci sono le bombolette spray (non la schiuma).

Efficacia del principio attivo Tutte le formulazioni sono efficaci. La differenza è tra chi è più drastico, cioè uccide una percentuale maggiore di for-

miche, funziona rapidamente e dura più a lungo e chi ha un’azione più blanda. I prodot-ti più efficaci sono a base di imidacloprid e fipronil.

Tossicità Tutti questi biocidi sono pericolosi per l’ambien-te acquatico. La permetrina è letale per i gatti. L’estratto di piretro può causare allergie.

Migliore del Test: ottiene i migliori risultati nelle nostre prove

Miglior Acquisto: buona qualità e il miglior rapporto con il prezzo

Scelta Conveniente: qualità accettabile, prezzo molto vantaggioso

Ottimo

Buono

Accettabile

Mediocre

Pessimo

Qualità buona

Le etichette dei prodotti insetticidi contengono tantissime informazioni, ma molte volte sono scritte talmente in piccolo da non essere leggibili (soprattutto le avvertenze importanti) o possono essere fuorvianti. Come quelle presenti su Orphea che danno un’idea di completamente naturale anche se si tratta di un normale insetticida chimico. Gli insetticidi devono tutti essere registrati presso il ministero della Salute, riportare la dicitura di “presidio medico chirurgico” e la composizione.

INSETTICIDI CONTRO LE FORMICHE PREZZI CARATTERISTICHE RISULTATI

QU

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LOB

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0) MARCA e denominazione

Prez

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Toss

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Faci

lità

d’us

o

BAYER Garden Baythion Esca formiche 14,49 600 g P imidacloprid (0.05%) B B C B A B 75

BAYER Garden Solfac Gel formiche 8,50 4 g G imidacloprid (0.03%) B C C B A B 74

VAPE Formiche stop 3,79 4 esche E fipronil (0.10%) B B D B A A 71

ORPHEA Insetticida shake ad ampio spettro di azione

10,50 500 ml Sdeltametrina (0.027%),

piretrina (0.12%)B C C B A B 68

BAYER Garden Insetticida K-othrine AL scarafaggi e formiche

11,99 1 l S deltametrina (0.015%) C C C C A B 65

BAYGON Schiuma attiva 2 in 1 scarafaggi e formiche 7,59 400 ml BS ciflutrina (0.04%) B D C B A B 64

BAYGON Scarafaggi e formiche spray 6,59 400 ml Bimiprotrina (0.10%),

cipermetrina (0.10%)B D B B A B 64

RAID Schiuma scarafaggi e formiche 6,49 400 ml BS ciflutrina (0.04%) C D C B A B 63

RAID Max Scarafaggi e formiche 3 in 1 4,79 300 ml Bimiprotrina (0.10%),

cipermetrina (0.10%)C D B B A B 63

BAYGON Scarafaggi e formiche 2 in 1 polvere 4,99 250 g P deltametrina (0.05%) B D C C A C 62

FLORTIS Insetticida in schiuma formiche e scarafaggi 6,80 400 ml BSdeltametrina (0.023%),

pralletrina (0.30%), estratto di piretro (0.025%)

B D C C A B 62

ZIGZAG Habitat Insetticida domestico multinsetto 6,98 500 ml S permetrina (0.14%) C C C C A B 59

BAYGON Esca formiche 2 in 1 4,39 1 esca E spinosad (0.015%) B B D C A A 59

RAID Esca formiche 3,89 1 esca E spinosad (0.019%) B B D C A A 59

CARREFOUR Polvere per scarafaggi e formiche 3,15 250 g P permetrina (0.5%) C D C C A C 58

VAPE Super KO2 scarafaggi e formiche 5,89 400 ml Bimiprotrina (0.10%), cifenotrina (0.30%)

C D B C A B 58

AUCHAN Aerosol insetti striscianti 2,50 300 ml Bdeltametrina (0.20%),

piperonil butossido (0.80%)B D B C B B 56

SANDOKAN Insetticida microgranulare formiche e scarafaggi

6,90 200 g Pestratto di piretro (0.6%), piperonil butossido (1,5%)

B D C C C B 56

ORPHEA Formiche e scarafaggi 5,75 400 ml B

permetrina (0.20%), tetrametrina (0.20%),

estratto di eucalipto (0.20%), piperonil butossido (0.60%)

B D B C C B 55

ZIGZAG Blatticida super scarafaggi e formiche 4,89 400 ml B

tetrametrina (0.15%), permetrina (0.15%), d-fenotrina (0.10%),

piperonil butossido (0.70%)

B D B C C B 55

VAPE Formiche stop 5,98 300 ml Bestratto di piretro (0.313%), piperonil butossido (1.043%)

C D B C C B 51

ZIGZAG Esca antiformiche 2,70 1 esca E acetamiprid (0.10%) C B D D A A 50

BAYER GARDEN Solfac spray scarafaggi e formiche 7,60 400 ml Btetrametrina (0.20%), permetrina (0.40%),

piperonil butossido (0.80%)B D B C C B 45

eeee

Garden InsetticidaG d I tti idGarden InsetticidaGGarrddeen Innseetticidda

no essere infiammabili e pericolosi perché non hanno chiusure di sicurezza. Devono essere riposti in luoghi al riparo dai bambini piccoli.Spruzzino: questo tipo di insetticida non è infiammabi-le e ha una chiusura di sicurezza che può essere utile (on/off). Spesso non è chiaro il dosaggio e la durata di efficacia ed è più alto il rischio di inalazione. Gel: si applicano alcune gocce negli angoli infestati o nei formicai. Ha una lunga durata. Consigliamo di usarlo in posti difficili da raggiungere. ¬

Page 35: Altroconsumo n° 291 aprile 2015

60 Altroconsumo 291 • Aprile 2015 www.altroconsumo.it www.altroconsumo.it Aprile 2015 • 291 Altroconsumo 61www.altroconsumo.it www.altroconsumo.it

Consigli concreti basati sulle vostre richiesteConsigli concreti basati sulle vostre richieste

Dubbi sui rischi online

Banche e creditoANNA VIZZARI

uò essere l’annuncio improbabile di una vincita,

ma più spesso è una mail, da te non sollecitata,

che cerca di farti preoccupare: il tuo conto in banca

sarà chiuso se non clicchi qui... c’è stato un tentativo

di intrusione nel tuo account in Posta, per arginarlo

clicca qui... La prima regola è semplice: mai cliccare su

questi link, mai inserire password né credenziali, mai

rispondere. Le banche o le Poste non inviano mai mail

con indicazioni di questo tipo. Diverso è il caso se si tratta

di una mail da te sollecitata: per esempio se ti sei iscritto a

un social o a un servizio online e ti arriva una mail, di cui

normalmente sei stato preavvisato, in cui devi cliccare per

confermare la password d’accesso. Ma, ripetiamolo: non

cliccare mai dentro link inseriti in mail che ti sono arrivate

senza che tu abbia chiesto niente.

Non tenere comportamenti imprudenti è importante,

anche perché in caso di frode online (per esempio

spese a carico della tua carta di credito a tua insaputa)

l’orientamento è ritenere responsabile non la vittima,

ma la banca, che deve quindi farsi carico del danno

(in pratica, i soldi sottratti non vengono addebitati al

correntista). Se però l’utente ha un comportamento

imprudente, quale potrebbe essere cliccare in una mail

sospetta, il diritto a non subìre danni può essere messo in

discussione. A maggior ragione, quindi, occhi aperti.

P IL NOSTRO

ESPERTO

« In caso di frode online normalmente l’utente non ci rimette i soldi sottratti: la responsabilità è della banca. »

Ancora una volta i nostri

esperti hanno risposto

online in tempo reale su

Facebook alle vostre domande.

E a quelle che ci avete mandato dopo

attraverso il sito. Questa volta a chia-

rire i vostri dubbi è stato uno dei

nostri esperti di tecnologia, che ha

cercato di proiettare un fascio di luce

sul talvolta oscuro mondo dei perico-

li legati a virus e in generale dei rischi

legati all’uso di pc e smartphone.

Quali antivirus?

D. So che può apparire abbastanza generica come domanda, ma c’è un programma che protegga da virus, spyware e malware all-in-one davvero affidabile? Trovi il nostro ultimo test proprio su

questo numero, a pag. 50. Sfoglia po-

che pagine e hai la risposta. Inoltre

sul nostro sito trovi i risultati più det-

tagliati e sempre aggiornati.

D. Mi sono arrivati più messaggi via Facebook da un amico che senza saperlo, spammava virus agli amici, me compreso, con un link raffigurante una ragazza nuda, titolata cosi: “Il mio cognome - Facebook”. “Sul momento non ho capito che

fosse un virus, e ho creduto mi man-

dasse un video scherzoso”, contiua la

mail. “Ho cliccato, dal pc, e ora non

so se ho infettato anche il mio pc. Nel

caso, che effetti dà? Non so come fare

a capire quale virus sia, perché cer-

to non voglio ripostarlo: come posso

farlo identificare?”

In casi come questo, consigliamo di

dare una controllata al pc con il pro-

gramma antimalware, per verificare

di non essere stato infettato. Se non

si ha un antimalware, si può instal-

larne uno gratis, per esempio questo:

www.avira.com/it/avira-free-antivi-rus. Purtroppo però, a seconda del

tipo di virus, installare un antivirus

dopo che si è stati colpiti può risul-

tare più complicato. In questi casi, si

ringrazia di essere stati previdenti e

di averci pensato prima, perché trat-

tare un pc infetto è più impegnativo.

Lotta allo spam

D. Ultimamente sto notando che mi arrivano su Facebook alcuni messaggi chat, che comprendono 30 o più destinatari, tra l’altro persone che tra loro non si conoscono.Secondo il nostro interlocutore “è

improbabile che qualcuno abbia vo-

lontariamente aperto una discussione

a più utenti che non si conoscono tra

loro. Finora ho solo chiuso la discus-

sione disattivando le notifiche, ma

non so se c’è altro da fare e come pre-

venire.”

Una ipotesi è che si tratti in tutti i casi

di persone che, ad esempio, sono

iscritte a una stessa pagina di Facebo-

ok. Oppure potrebbe essere che sia

uno (o più) amici che aggiungono a

una chat di gruppo iniziale altri desti-

natari, tra cui tu. Comunque, per pre-

venire, puoi cambiare le impostazioni

di privacy di Facebook. Clicca sul luc-

chetto in alto a destra, poi su “chi può

contattarmi” e scegli “filtri più restrit-

tivi” (vedi immagine a destra).

D. Cosa è meglio fare in caso di mail spam tipo catena di sant’Antonio inviate a 50 e più destinatari? Cestinare, identificare come spam...?Circolano in rete molti messaggi fa-

stidiosi, come “se non mandi questo

messaggio a 10 utenti WhatsApp di-

venterà a pagamento” o simili. Se il

programma che si usa la possiede, è

sicuramente opportuno utilizzare la

funzione “segnala come spam”: in

questo modo si aiuta il programma a

migliorare.

D. A me invece arrivano su WhatsApp. Che cosa posso fare?La prima cosa da fare è spezzare la

catena. Non contribuire a diffon-

derla ulteriormente. Poi bisogna

vedere da chi ti arrivano: se giun-

gono da tuoi conoscenti con i quali

hai un rapporto normale e anche

altri tipi di scambi non ti resta che

rassegnarti (o magari, con le buone

maniere, chiedere loro di smetterla).

Se invece arrivano da contatti che

non fanno altro che mandare catene

di sant’Antonio e similari il consiglio

è di bloccare quel mittente: non ti

perdi nulla e vivi tranquillo.

IL NOSTRO

ESPERTO

Hi tech

LEONARDO

POGGI

<<Anche un messaggio di spam su Facebook può essere il primo passo di un attacco: attenzione su tutte le piattaforme. »

Vuoi partecipare? Vieni su FacebookSe vuoi collaborare a questa rubrica, seguici sulla nostra pagina Facebook. Pubblicheremo sempre nuovi argomenti su cui puoi chiederci consigli. I nostri esperti risponderanno in diretta e qui pubblicheremo le domande e risposte più interessanti.

VIA I DUBBI

Antivirus anche sullo smartphone?Consigliate di installare un

antivirus/firewall (e se sì quale)

sullo smartphone, come esistono

le suite per il pc?

sistono versioni mobili dei software antimalware, ma

al momento non sembrano offrire vantaggi particolari. Fra qualche mese, comunque, li testeremo per verificare concretamente la loro utilità. Se si rimane all’interno del perimetro creato dai produttori (cioè si usa il telefono senza “sbloccarlo” e si installano app solo passando dagli app store ufficiali); per il momento la situazione sugli smartphone non rende indispensabili protezioni aggiuntive.

Più o meno spamHo notato che negli ultimi mesi

le spam che arrivano nella mia

casella di posta AliceMail sono

aumentate in modo esagerato. Lo

stesso non accade per l’altra mia

casella di posta, Gmail (che pure

utilizzo di più), dove ne arrivano

poche. Ci sono motivi di questa

differenza?

e abitudini di navigazione sono importanti: se, per

esempio, quando si tratta di registrarsi a un sito internet si usa molto più frequentemente l’indirizzo A rispetto all’indirizzo B, è probabile che a lungo andare A riceva più spam di B. Detto questo, ci sono differenze anche tra i vari gestori di posta elettronica, anche a parità di comportamento, semplicemente perché i filtri antispam dei provider non hanno tutti la stessa efficacia.

E

L

Occhio al phishingMAI CLICCARE DENTRO UNA MAIL SOSPETTA

Sono frequenti le mail allarmistiche, che ti invitano a cliccare su un link allegato, per esempio per evitare la chiusura del conto in banca. Non cascarci.

Page 36: Altroconsumo n° 291 aprile 2015

Condividi le tue esperienze. Le tue domande, i nostri consigli

Viva voce

62 Altroconsumo 291 • Aprile 2015 www.altroconsumo.it www.altroconsumo.it Aprile 2015 • 291 Altroconsumo 63

urante una telefonata per acqui-

stare dei biglietti aerei con Ali-

talia, il nostro lettore Donato

Didonna si è sentito fare una propo-

sta.

Lasciamolo raccontare a lui.

«Il 22 ottobre scorso ho dovuto acqui-

stare con urgenza e per telefono, uni-

ca modalità prevista, un biglietto per

un familiare che doveva viaggiare con

animale al seguito. I posti sono noto-

riamente limitati e mentre ero in at-

tesa di sapere se ci fosse disponibilità,

l’operatrice Alitalia mi ha fatto un’of-

ferta commerciale di acquisto di un

carnet di dieci biglietti. Nella conci-

BACHECAfacebook.com/altroconsumo

Luigi Corona

Grazie, per quello che avete fatto per me. Grazie al Vostro qualificato intervento, che ha indotto Sky Italia a rivedere le loro ingiuste richieste nei miei confronti, tutto si è risolto per il meglio.

Daniela D’Angelo

Grazie al team, ho risolto un problema di cambio oggetto difettoso... consiglierei di non acquistare prodotti (giochi) elettronici Immaginarium... sì ai giochi classici.

Natalino Berti

Voglio ringraziare Altroconsumo perché, grazie ai suoi consigli, ho risparmiato 280 euro su una bolletta Enel caduta in prescrizione.

Dino De Scisciolo

Buongiorno, desidero ringraziare pubblicamente Altroconsumo per l’intervento risolutivo nei confronti del mio istituto di credito e la mia società assicuratrice, che mi avevano ingiustamente addebitato, in un mese, altre due mensilità della polizza vita. Grazie ancora!

Cambiare biglietto DIRITTI Per acquisti fuori da un locale commerciale, per esempio online o al telefono, si può cambiare idea. Con qualche eccezione, purtroppo.

tazione del momento e tratto in in-

ganno dalla convenienza di quel bi-

glietto acquistato per lo stesso giorno,

ho dato il consenso all’acquisto, ren-

dendomi conto subito dopo, però, che

la convenienza non c’era affatto, in

base al costo storico dei miei viaggi.

Ho provveduto quindi nella stessa

giornata a chiederne il rimborso e, in

mancanza di riscontri, ho fatto inter-

venire un legale specializzato in dife-

sa dei consumatori il quale mi aveva

subito avvertito che, in materia di

trasporti, non vige il diritto di ripen-

samento previsto per le vendite al di

fuori dei locali commerciali. Ma l’Ali-

talia ha rifiutato persino un ragione-

vole scambio con altri biglietti: non

pretendevo infatti i soldi indietro, ma

solo di fare un acquisto vantaggioso

per entrambe le parti, così come vor-

rebbe l’etica degli affari. Ma la nuova

Alitalia Etihad sembra contenta di

avere strappato un contratto».

In effetti una legge relativamente re-

cente sta dalla parte di Alitalia. Da

giugno dello scorso anno, infatti, è

entrata in vigore la norma che non

prevede il diritto di recesso per i ser-

vizi di trasporto passeggeri, neanche

se la data del viaggio non è precisata,

come in questo caso (articolo 47, let-

tera M, del Codice del consumo).

Questo non toglie che Alitalia potreb-

be comunque venire incontro al no-

stro lettore che ha acquistato un car-

net con dieci viaggi senza data:

infatti la data dei viaggi si sarebbe

dovuta definire volta per volta, e non

certo al momento dell’acquisto del

pacchetto. Proprio il fatto che non vi

sia una data già stabilita rende più fa-

cile ad Alitalia ascoltare le esigenze

del nostro lettore. In conclusione: Ali-

talia non è obbligata, ma dovrebbe

comunque rimborsare un cliente o

perlomeno consentirgli di sostituire

i biglietti con altri a sua scelta, solu-

zione che al lettore andrebbe benis-

simo. Legge o non legge, qualsiasi

azienda dovrebbe andare incontro al

cliente, se è possibile. ¬

Alitalia non mostra grande attenzione

Donato Didonna di Palermo

UVETTA CON OLIO DI COTONE?

Leggendo l’etichetta con gli ingredienti, ho

notato che nell’uvetta c’è “olio di semi di cotone”.

Perché?

Lettera firmata.

Per evitare che i chicchi d’uva disidratati si attacchino tra di loro e affinché mantengano il giusto grado di umidità, è necessario usare un agente di rivestimento. È frequente l’uso per questo scopo dell’olio di semi di cotone. Nessuno aveva notato questo ingrediente perché fino all’anno scorso si poteva indicare genericamente “olio vegetale”. Ma con l’entrata in vigore del nuovo

regolamento sull’etichettatura è diventato obbligatorio specificare la specie vegetale da cui l’olio è stato estratto. In particolare, occorre usare un olio dal gusto neutro. Data la minima quantità presente, considerazioni di carattere nutrizionale sono superflue. Ad ogni modo possiamo dire che quanto a grassi saturi ne ha meno rispetto all’olio di cocco e di palma.

a

Anche tu hai un problema simile? Contatta il nostro servizio di consulenza giuridica.

02 69 61 550 lunedì - venerdì h. 9-13 14-18

tava scorrendo i post su Facebo-

ok, la nostra socia Arianna Grot-

to, quando si è imbattuta in un video

chiamato “Funny Tv”. Appena aperto

il video, sono comparsi due pulsanti:

uno, verde, diceva “clicca per vedere

il filmato”, l’altro, grigio, diceva “an-

nulla”. La nostra socia ha cliccato sul

pulsante verde, ma questo, strada fa-

cendo, si è trasformato in “abbònati”:

pur tornata subito indietro, la socia

ha sentito arrivare un sms.

Era già tardi.

Il messaggio l’avvertiva che ora risul-

tava abbonata al servizio “Kidding

Room”, e che le avevano già subito

spillato 4,99 euro. Però la nostra socia

è una tipa tosta e la faccenda non le è

andata giù. Dopo avere disdetto, ha

iniziato una vera e propria battaglia

per farsi risarcire anche quanto già

speso, sostenendo - a ragione - che quel

sistema di abbonamento rappresenta-

va una pratica commerciale scorretta,

in quanto una serie di omissioni

nell’informazione, inducevano il con-

sumatore a fare una cosa che, se aves-

se ben compreso, non avrebbe fatto.

Dopo essersi rivolta al servizio clienti

della società responsabile, Mobando,

che non voleva sentire ragione, la no-

stra socia ci ha chiesto di intervenire

a suo sostegno. Abbiamo scritto a Mo-

S

D

bando e infine, le acque si sono smos-

se: pur continuando a sostenere che

la nostra socia si era abbonata regolar-

mente al servizio, Mobando ha accet-

tato di risarcire la somma. ¬

ABBONAMENTI NON VOLUTI

Un clic ti intrappola in Funny Tv

ABBONAMENTI

SEDE ASSOCIAZIONE

Telefono 02 69 61 520

dal lunedì al venerdì

h. 9/13 -14/17

Altroconsumo

via Valassina 22

20159 Milano

www.altroconsumo.it/contattaci è il canale attraverso il quale chiedere informazioni e consulenze online. Se preferite chiamarci, ecco quali numeri utilizzare.

Consulenze

Giuridica 02 69 61 550

dal lunedì al venerdì

h. 9/13 -14/18

Fiscale 02 69 61 570

dal lunedì al venerdì

h. 14/17

Economica 02 69 61 580

Da aprile nuovo orario, più lungo: dal lunedì al venerdìh.9/13

Farmaci 02 69 61 555

dal lunedì al venerdì

h. 9/13 -14/18

“Miglior Acquisto” 02 69 61 560

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h. 9/13 -14/18

Tariffe Rc auto e moto 02 69 61 566

dal lunedì al venerdì

h. 9/13 - 14/18

Tariffe telefoniche 02 69 61 590

dal lunedì al venerdì

h. 9/13 -14/18

Page 37: Altroconsumo n° 291 aprile 2015

64 Altroconsumo 291 • Aprile 2015 www.altroconsumo.it www.altroconsumo.it Aprile 2015 • 291 Altroconsumo 65

Viva voce

IL DUBBIO

FILO DIRETTO

Acqua dura in casaAbito a Lissone e dai rubinetti di casa esce un’acqua molto calcarea, tanto che una volta al mese devo sostituire i filtri. Ho posto la questione su Facebook a persone che abitano a Lissone e il malcontento sulla qualità dell’acqua è molto diffuso. Cosa dobbiamo fare? Ci fa male berla? Lorena Silvestrini L’acqua dura, ovvero ricca di calcio, non crea problemi alla salute. E non provoca i calcoli. Anzi, diversi studi hanno dimostrato che una dieta ricca di calcio può addirittura prevenire alcuni tipi di calcoli. C’è solo un problema di gusto: l’acqua troppo dura (oltre 50°C) ha un cattivo sapore e odore ed è quindi sgradevole da bere. I problemi riguardano invece le tubature degli elettrodomestici dove il calcare si accumula facilmente. Prima di intervenire con gli addolcitori, è bene verificare il livello di durezza dell’acqua. Altroconsumo offre ai suoi soci la possibilità di fare il test dell’acqua di casa: tutte le informazioni per richiederlo si trovano all’indirizzo http://altroconsumo/alimentazione/acqua.

Come fanno le bilance a calcolare la massa grassa?

n osso duro, il nostro socio San-

to Galbardi. Capace di farsi rila-

sciare addirittura la mappa delle con-

dotte fognarie del suo comune

(Villanuova sul Clisi), per fare rispet-

tare i suoi diritti.

Da anni infatti la società A2A e il co-

mune applicavano la quota fognatura

e depurazione alle fatture che il socio

riceveva per il servizio idrico, nono-

stante nella sua via i due servizi non

fossero presenti.

Così il signor Galbardi si è recato all’uf-

ficio tecnico per avere conferma di

quanto già sapeva, ovvero che in via

del Fante non fosse mai stata allaccia-

ta la condotta fognaria.

Accertato ciò, il socio ha chiesto al co-

mune e alla società A2A la restituzione

U

na nostra socia ha ricevuto una telefona-

ta da una donna che si è presentata come

Cancelliere del Tribunale di Roma e che le ha

chiesto una somma di denaro. Il motivo lascia

la nostra lettrice a bocca aperta: si tratta di un

presunto abbonamento a una rivista delle forze

dell’ordine che avrebbe sottoscritto, ma poi non

pagato. Non solo, per spaventare la socia, la pre-

sunta cancelliera le comunica che sarebbe già

stata fissata un’udienza in Tribunale a seguito

di una citazione. La socia non ha mai ricevuto

alcun atto e alla richiesta di una copia della ci-

tazione si sente rispondere che la legge non lo

prevede. La finta funzionaria pubblica fa molta

pressione perché la socia disponga in fretta un

bonifico a suo favore. Insomma: un tentativo di

truffa bello e buono.

Stessa vicenda con un attore diverso è capitata

a un altro socio, che dopo aver sottoscritto mol-

ti anni fa un abbonamento a una rivista delle

forze dell’ordine, e ricevendo pochi numeri,

decide di non pagare più. Anche a lui suona il

telefono, e la persona, all’altro capo del filo, non

si identifica nemmeno. Anche qui il canovaccio

si ripete: richiesta di pagamento di una somma

di denaro, minacce di azioni legali. E di storie

come queste ce ne raccontano tante, i nostri

soci. L’importante è non cascarci: ma se arriva

una richiesta scritta, rivolgetevi ai nostri avvo-

cati per maggiori informazioni. ¬

U

NON PAGARE

La truffa c.orre sul filoAGGIORNAMENTO

Nel numero di Altroconsumo 288, gennaio 2015, nella rubrica “TOP 5” abbiamo pubblicato tra gli altri prodotti che avevano avuto il Titolo di Miglior Acquisto il docciaschiuma Cien (Lidl) Shower Cream Ginko Frangipani. Lidl ci informa che il prezzo è 0,99 centesimi, e non più 1,49 come avevamo pubblicato nel test relativo.

IL CONCORSO

PER I SOCI

Con il nostro concorso, premiamo la tua fedeltà: a tutti i soci sono stati assegnati tre numeri personali con i quali, purché si sia in regola con l’adesione, si partecipa alle estrazioni mensili. Vai sul sito altroconsumo.it, effettua il login e vai alla pagina dedicata al concorso: puoi visualizzare i tuoi numeri e ogni mese verificare se hai vinto. In palio ci sono videocamere, bici elettriche, smartphone… Per aumentare le tue possibilità di vincita puoi ottenere nuovi numeri aderendo alle nostre iniziative che lo prevedono. Premio finale, una New Mini Cooper. Dettagli e regolamento su:

www.altroconsumo.it/imieinumeri

Concorso valido dal 4/9/2014 al 6/5/2015. Montepremi 45.099,66 euro (IVA compresa).

SERVIZIO IDRICO

Se la fognatura non c’è

Chi la dura,la vince

di quanto pagato ingiustamente negli

ultimi anni.

Il comune provvede in tempi brevi a

rimborsare il signor Galbardi per il

periodo di sua competenza. Di tutt’al-

tro avviso A2A, che dopo molte insi-

stenze elimina l’addebito in fattura, ma

non vuole proprio saperne di dare se-

guito alla richiesta di rimborso dei

corrispettivi addebitati in passato.

A questo punto il nostro socio ci coin-

volge nella vicenda e iniziamo a sol-

lecitare la società fornitrice.

Nel giro di un paio di mesi la faccenda

si risolve: A2A ammette che il socio

ha diritto al rimborso richiesto. Il si-

gnor Galbardi riesce ad avere indietro

quasi 600 euro. Tutto è bene quel che

finisce bene. Come da proverbio. ¬

ATTENTI A DARE LA CAPARRA

Anticipo dato, lavoro non fatto l paesino di Collepietro, in pro-

vincia dell’Aquila, è un borgo

medievale di qualche centinaio di abi-

tanti, da cui si può ammirare il

suggestivo paesaggio dell’altopiano

dei Navelli.

Il borgo fa da sfondo alla vicenda di

uno dei suoi abitanti e nostro socio

(non ci ha autorizzato a pubblicare il

suo nome), che agli inizi di luglio per-

corre circa una trentina di chilometri

per raggiungere il paese vicino, San

Gregorio, dove lavora un artigiano,

che ha una piccola attività di lavora-

zione dell’alluminio e del ferro.

Il nostro socio vuole rifare le persiane

di casa e si rivolge proprio a lui; il qua-

le promette di fare il lavoro al ritorno

dalle vacanze estive. Agli inizi di lu-

glio viene concordato e versato un

anticipo di 200 euro (il 10% del costo

totale). Arriva il 10 ottobre e le persia-

ne sono ancora quelle vecchie. L’arti-

giano si giustifica dando la colpa ai

fornitori del materiale che gli serviva

per le finestre, mai ricevuto. A quel

punto, esasperato dai continui ritardi,

il nostro lettore decide di sciogliere

l’impegno e chiede la restituzione dei

200 euro di anticipo, ma non riesce

a ottenerli. Il socio si rivolge ai nostri

avvocati, perché, ci scrive, “Il mio

fornitore fa orecchie da mercante”.

Dopo ben due solleciti da parte no-

stra, finalmente all’inizio del 2015

l’artigiano cede e accetta di restituire

l’intero acconto. ¬

I

«Mi sono sempre chiesto: ma come funzionano le bilance pesapersona con calcolo della composizione corporea? ».

Simone Peletto (Torino)

La misurazione del grasso corporeo

si basa sul principio della

“bioimpedenza”, cioè sul fatto che

muscoli e ossa contengono più acqua

rispetto al tessuto grasso e dunque

conducono meglio l’elettricità.

Facendo passare, grazie a due

elettrodi posizionati sulla pedana,

una corrente piccolissima all’interno

del corpo è possibile misurare la

resistenza da esso offerta al

passaggio della corrente e calcolare

la quantità di grasso rispetto alla

massa magra. Si tratta comunque di

un metodo non privo di difetti:

l’idratazione del corpo ha un impatto

notevole sulla correttezza della

misura e sicuramente misurare un

corpo deidratato (per esempio dopo

un allenamento intenso) o quello di

una donna incinta fornirà delle

misure errate.

ssa????ssa??ssa?sssaaa??

Page 38: Altroconsumo n° 291 aprile 2015

Viva voce

66 Altroconsumo 291 • Aprile 2015 www.altroconsumo.it

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d aprile 2007 l’abbonamento ad

Altroconsumo costava 18,50 euro;

a dicembre 2007 costava 19 euro; a set-

tembre 2008 costava 19,25 euro; nel

2010 costava 19,50 euro; nel 2011 costa-

va 20 euro; nel 2012 costava 21 euro;

nel 2013 costava 22 euro; nel 2014 co-

stava 22,75 euro; nel 2015 costa 24 euro.

Un aumento del 30 % in 8 anni; un au-

mento solo nell’ultimo anno del 5,5%.

Alla faccia dell’inflazione, alla faccia

della correttezza, alla faccia del buon

senso. Aumenti simili fatti da chiunque

altro sarebbero una vergogna, fatti da

Altroconsumo sono una presa in giro.

Ma quale difesa del consumatore! Con

che faccia osate giudicare le altre azien-

de quando voi, in fatto di correttezza,

siete il peggio del peggio? Vi sfido a

pubblicare sulla rivista questa mail, se

siete degli uomini, se veramente avete

a cuore i consumatori. Cordiali saluti.

Icono Tropeano (email)

Non abbiamo problemi a pubblicare la

email, lavoriamo per fare informazione

indipendente e creare sempre nuovi

servizi e vantaggi per i consumatori.

Altroconsumo reinveste qualsiasi en-

trata nell’attività che svolge. Tra cui

creare nuovi servizi, che servono a far-

vi risparmiare. I soci che lo capiscono

e li sfruttano a fondo, ci scrivono che

hanno non solo recuperato tutto il prez-

zo dell’abbonamento, ma sono andati

anche molto oltre. Creando sempre più

servizi, differenziati per andare incon-

A

ABBONAMENTO

Altroconsumo vale sempre la spesa

tro a esigenze diverse, consentiamo a

sempre più persone, idealmente a tut-

ti i soci di farlo. Se dobbiamo ritoccare

il prezzo, non è per l’inflazione: è per-

ché dal 2007 a oggi abbiamo soprattut-

to assunto molte nuove persone, per

creare una serie di servizi e vantaggi

che prima non esistevano e che richie-

dono nuove professionalità e organiz-

zazioni complesse.

Per esempio, tra le ultime iniziative: i

gruppi d’acquisto, che abbiamo intro-

dotto recentemente; abbiamo calcolato

un risparmio medio su luce e gas di 220

euro all’anno per Abbassa la bolletta

2013 e 205 euro per Abbassa la bolletta

2014. E che dire dell’auto? Certo, non

tutti si compreranno un’auto ecologica:

ma con Ecostameno abbiamo ottenuto

uno sconto di 4.300 euro sul prezzo di

listino. Molti soci hanno sfruttato l’ac-

cordo con Pneusonline per comprare i

pneumatici: che si possono ottenere

con uno sconto del 3%. Ancora: abbia-

mo lanciato la possibilità di comprare

a prezzo speciale i migliori vini dei no-

stri test. E la possibilità di far analizza-

re l’acqua di casa a un prezzo speciale.

Un conto corrente bancario a condizio-

ni vantaggiose. E ancora: le diverse

class action, per difendere i nostri di-

ritti.

Altroconsumo non è soltanto l’abbo-

namento a una rivista (che comunque

dal 2015 ha 12 pagine in più). È un in-

sieme di servizi e di azioni, fatti per

renderci reciprocamente più forti. ¬

2.839ANALISI DI LABORATORIO

3.500PRODOTTI TESTATI

530.393CONSULENZE AI SOCI OLTRE

Page 39: Altroconsumo n° 291 aprile 2015

www.altroconsumo.it Aprile 2015 • 291 Altroconsumo 67

INDICETest e inchieste degli ultimi mesi

ARCHIVIO ONLINETrovi l’archivio completo di tutti gli articoli di Altroconsumo degli anni passati, oltre a quelli delle riviste Test Salute, Soldi&Diritti e HiTest, su

www.altroconsumo.it

ARGOMENTO NUM. ANNOA Abitudini alimentari 291 4/2015Acqua, tariffe 288 1/2015Affittare una stanza in casa 287 12/2014Alberghi ed Expo 291 4/2015App gestione smartphone 291 4/2015Automobili, test “piccole” 288 1/2015

BBatterie 291 4/2015Benzina, prezzi 291 4/2015

CCar sharing 290 3/2015Carte fedeltà 286 11/2014Casse altoparlanti per tv 287 12/2014Cioccolato 287 12/2014Cloud, servizi di 288 1/2015Coltelli 287 12/2014Computer portatili 290 3/2015

DDentisti, consulenza per i soci 290 3/2015Detersivi piatti 288 1/2015Diete 290 3/2015

EEcoball 286 11/2014Elettrodomestici, affidabilità 290 3/2015E-reading 290 3/2015Etichette alimentari 287 12/2014

FFornitori elettricità 288 1/2015Frigoriferi 288 1/2015Frullatori a immersione 290 3/2015

GGaranzia 289 2/2015Giocattoli, sicurezza 287 12/2014Gioco d’azzardo 290 3/2015

IImpermeabilizzanti 286 11/2014Inquinamento casa 289 2/2015Insalate in busta 291 4/2015Insetticidi contro le formiche 291 4/2015Internet antivirus 291 4/2015 diritto all’oblio 290 3/2015

KKebab 289 2/2015

LLampadine 286 11/2014Lavastoviglie 286 11/2014Lavatrici 289 2/2015Lavoro e disoccupazione 291 4/2015

MMacchine per caffè 287 12/2014Macchine per il pane 289 2/2015

PPneumatici estivi 291 4/2015 invernali 286 11/2014

RRadiatori portatili 286 11/2014Robot da cucina 287 12/2014

SSgrassatori smacchiatori 289 2/2015Sicurezza stradale 291 4/2015Smalto per unghie 288 1/2015Smartphone 288 1/2015Sughi pronti, ragù 288 1/2015

TTariffe, telefonia fissa 290 3/2015Tarme, come difendersi 290 3/2015Tablet guida all’acquisto 287 12/2014 responsabilità sociale 287 12/2014Televisori 286 11/2014Trapani 289 2/2015Trasporti, mobilità 288 1/2015TTIP farmaci 291 4/2015 trattato Usa-Ue 288 1/2015Treni, pendolari 286 11/2014

UUova 290 3/2015

VVino, grandi rossi 286 11/2014

WWifi pubblico 288 1/2015

ASSOCIAZIONEAltroconsumo è un’associazione senza fini di lucro fondata a Milano nel 1973. In piena autonomia e indipendenza, ha come scopo l’informazione, la difesa e la rappresentanza dei consumatori. È membro della CI (Consumers’ International), di ICRT (International Consumers’ Research and Testing) e del BEUC (Ufficio europeo delle associazioni di consumatori). Altroconsumo si finanzia esclusivamente attraverso le quote associative.

Segretario Generale: Luisa CrisigiovanniVicesegretario: Marino MelissanoDirettore: Luisa CrisigiovanniTesoriere: Enzo PassaroConsiglio: Valentina Apruzzi, Franca Braga, Giulia Candiani, Raffaele Cauzzi, Liliana Cantone, Silvia Castronovi, Luisa Crisigiovanni, Graziella De Faveri, Andrea Doneda, Letizia Ghizzi Panizza, Paolo Martinello, Rosanna Massarenti, Francesco Mattana, Marino Melissano, Natalia Milazzo, Giovanni Pessina, Marco Pierani, Daniela Nocchieri, Valeria Riccardi, Vincenzo Somma, Lorena Valdicelli.

ALTROCONSUMO EDIZIONI S.R.L.Il mensile Altroconsumo, i bimestrali Soldi & Diritti, Test Salute e HiTest, le Guide Pratiche hanno come unico obiettivo l’informazione e la difesa dei consumatori. Le riviste non contengono pubblicità, né informazioni pagate o ispirate da produttori e venditori o da gruppi di interesse politico e finanziario, a garanzia di trasparenza e obiettività dei giudizi.I test comparativi su beni di consumo e servizi finanziari e assicurativi sono l’elemento che contraddistingue le riviste. I laboratori e gli esperti incaricati di svolgere le prove sono indipendenti da qualsiasi tipo di interesse commerciale. Tutti i campioni utilizzati per i test vengono acquistati anonimamente e inviati direttamente ai laboratori per l’esame. I campioni gratuiti vengono rifiutati.I risultati delle prove condotte da

Altroconsumo riguardano solo i prodotti presi in esame, anche se è possibile trarne valutazioni di carattere generale.

Direttore editoriale: Andrea DonedaDirettore responsabile: Rosanna MassarentiRedazione: Natalia Milazzo, Marzio Tosi (capiredattori), Manuela Cervilli, Matteo Metta, Beba Minna, Simona Ovadia, Adelia Piva (vicecapiservizio), Sonia Sartori, Stefania Villa. Redazione online: Alessandro Sessa (caporedattore), Luca Cartapatti (vicecaposervizio), Michela Di Mario, Roberto Usai.

Sede nazionale via Valassina 22 - 20159 Milano. Tel 02/66.89.01 - Fax 02/66.89.02.88

ABBONAMENTO E QUOTA ASSOCIATIVA Altroconsumo, Soldi & Diritti e Test Salute sono diffusi solo in abbonamento.L’importo dell’abbonamento comprende anche la quota di associazione. Sono soci solo le persone fisiche. Le persone giuridiche possono abbonarsi e accedere ai servizi individuali forniti dall’associazione. Per abbonarsi inviare una lettera a Altroconsumo Edizioni srl - Casella postale 10376 - 20110 Milano oppure collegarsi al sito altroconsumo.it cliccando alla sezione “contattaci”.Pagamento a mezzo domiciliazione bancaria o carta di credito: questa forma di pagamento è indispensabile quando si sceglie la rata trimestrale. In ogni caso, la durata dell’abbonamento è a tempo indeterminato e le future variazioni di costo verranno comunicate anticipatamente sulla rivista.Garanzia di soddisfazione: se entro 15 giorni dal ricevimento del primo numero della rivista si cambia idea e non si vuole più essere abbonati alle riviste né soci di Altroconsumo, si ha diritto di recedere e nulla sarà dovuto. Per esercitare il diritto di recesso basta scrivere una lettera a: Altroconsumo - Ufficio Abbonamenti - Via Valassina, 22 - 20159 Milano o collegarsi al sito altroconsumo.it (cliccando sulla voce “contattaci”). In qualsiasi momento si può recedere dall’abbonamento e dall’associazione con una lettera all’ufficio Abbonamenti: sarà restituito quanto già pagato per il periodo successivo al recesso.Guide Pratiche gratuite: le Guide Pratiche sono comprese nell’adesione ad Altroconsumo. Per riceverle in regalo è necessario essere in regola con la quota di adesione. L’importo di 1,95 euro relativo alle spese amministrative verrà regolato con le stesse modalità con cui si paga l’adesione ad Altroconsumo. Le Guide possono essere vendute al prezzo indicato in quarta di copertina e/o inviate in omaggio ai Soci Altroconsumo.Per ricevere i numeri arretrati telefonare o scrivere all’Ufficio Abbonamenti. Il costo è pari al doppio del prezzo di copertina. Non è possibile richiedere più di due esemplari dello stesso numero. I dati personali saranno utilizzati da Altroconsumo e/o da terzi da esso incaricati per la gestione dell’abbonamento e per gli scopi associativi. Verranno trattati con mezzi informatici e potranno essere, a termini di legge, consultati, modificati, integrati o cancellati.

QUANTO COSTA Annuale TrimestraleAltroconsumo 96 € 24 €Altroconsumo + Soldi&Diritti 141 € 35,25 €Altroconsumo + Test Salute 142,80 € 35,70 €Altroconsumo + Soldi&Diritti + Test Salute 187,80 € 46,95 €

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