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5/26/2018 Abraxas0-slidepdf.com http://slidepdf.com/reader/full/abraxas-0 1/42  1  Stele Gnosi e Gnosticismo Sul Tipo di Conoscenza Gnostica Sul Tipo Gnostico Le Oscillazioni del Tempo Abraxas Il Peccato Originale Abraxas il Simbolo Il Caino Gnostico La Nostalgia Gnostica La Camera Nuziale Celeste Il Ritorno al Pleroma ABRAXAS .:. Rivista di diffusione del pensiero gnostico .:. 26 Ottobre 2006 – Numero 0 Rivista digitale gratuita, in supplemento trimestrale a Lex Aurea, registrazione presso il tribunale di Prato 2\2006. Ogni diritto riservato, ogni riproduzione totale o parziale dei contenuti della rivista necessità di debita autorizzazione. Contatti: [email protected] www.fuocosacro.com

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    Stele

    Gnosi e Gnosticismo

    Sul Tipo di Conoscenza

    Gnostica

    Sul Tipo Gnostico

    Le Oscillazioni del Tempo

    Abraxas

    Il Peccato Originale

    Abraxas il Simbolo

    Il Caino Gnostico

    La Nostalgia Gnostica

    La Camera Nuziale Celeste

    Il Ritorno al Pleroma

    ABRAXAS.:. Rivista di diffusione del pensiero gnostico .:.

    26 Ottobre 2006 Numero 0

    Rivista digitale gratuita, in supplemento trimestrale a Lex Aurea, registrazionepresso il tribunale di Prato 2\2006. Ogni diritto riservato, ogni riproduzionetotale o parziale dei contenuti della rivista necessit di debita autorizzazione.

    Contatti:[email protected]

    www.fuocosacro.com

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    STELE

    26 Ottobre 2006,

    Questa nuova iniziativa trova fondamentonella necessit assoluta di rendere giustizia,attraverso la divulgazione, di ci che era ed lessenza del pensiero gnostico, e dellasua fondamentale irriducibilit, edirriconducibilit, ad ogni sfera religiosa,esoterica, filosofica, che lo ha preceduto, oseguito. Stagliandosi cos solitario,

    immutato ed immutabile, lo gnosticismo al contempo refrattario ed impermeabileallazione profanatrice del tempo edelluomo stesso.

    Il bollettino Abraxas avr cadenzatrimestrale, e i contenuti ( i temi) sarannoesclusivamente orientati verso lognosticismo storico. Anche qualora vifossero inserimenti neognostici, o volti adapprofondimento di altre correnti delpensiero esoterico, ci avverr permostrare la sola apparenza dei primi, e il

    debito delle seconde; rispetto al cuorepulsante ed occulto: lo Gnosticismo.

    Le moderne espressioni esoteriche cheincludono elementi di gnosticismo, senzacomprenderne lintima radice, altro nonrappresentano che dei puzzle simbolici edocetici, dove per moda, capriccio edignoranza si tentato di coniugare ci chenon era coniugabile, sovvertendo il flussotradizionale e spirituale. Risulta forsedifficile alluomo moderno, anche sestudioso di scienze occulte, comprendereche non tutto pu essere apparentato,ridotto ad una mera conferma di ci chepresupponiamo essere la sfera ontologicadellEssere. Cos lo gnosticismo cherappresenta in verit una via autonoma ediversa, riservata a pochi, fra uomo, mente,anima e spirito, con propri rapporti fracreatore, creazione e creatura, oggi permolti una cava simbolica, da dove attingerefrasi, parole, concetti per impreziosirescuole e docetiche altrimenti povere.

    E nostra volont presentare lo gnosticismoper ci che in realt rappresenta: unmomento di rottura e di estraneit con latradizione ermetica e il teismo agreste, il

    reale depositario della tradizione cristiana,che nei fatti altro non che una speciedello stesso.

    Rispetto alla tradizione ermetica lognosticismo si differenzia soprattutto per

    quanto riguarda l'idea di Creazione eCreatore, ritenendo la creazione e il male inessa radicato, come espressione di unadivinit inferiore, cieca ed ignorante,rompendo quindi tutto il sistema analogicoche regge i presupposti ermetici, e chetanto condizionano lesoterismo moderno, oal pi relegandoli alla mera sferafenomenica, e non relazionabili a quellaspirituale, che rappresenta l' AssolutamenteAltro.

    Lo gnosticismo che qui si propone

    costituisce una tradizione occulta cristiana,quella pi genuina e quindi non legata ocontaminata dal patrimonio spiritualegiudaico, cos intriso da una carnalitemozionale possessiva e nevrotica fra Dioed Uomo al punto tale da forgiare unadivinit totemica alimentata nel corso deimillenni dalla riproposizione del sacrificio diIsacco.

    Ges Cristo, lo Gnostico Perfetto abiuralethos ebraico, talmudico e ortodosso,ponendosi quindi fuori dallinfluenza

    magica-spirituale-carnale delleggregoriorappresentato da tale religione terrena.

    Questo numero zero, a cui segueimmediatamente il numero uno, formatoda una raccolta significativa di miei scritti (riveduti ) attorno allessere gnostico, nellasperanza che siano in grado di fornire unavisione profonda e non lineare del modo disentire dello gnostico, e del panoramaconcettuale ed immaginifico in cui simuoveva e si muove: per colui che ha occhiper vedere.

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    Gnosi e GnosticismoTentativo di Delimitazione

    Viviamo in un tempo caratterizzato dallaperdita di significante della parola, didegenerescenza della stessa. Dove al segnonon corrisponde contenuto. Le parole sonooggi come spettri evanescenti cheassiepano la mente e il cuore delle persone.Tale evanescenza non destino riservatoalle parole di uso comune, ma anchecondanna e strazio patito da i termini chetratteggiano la tradizione, e che dovrebberosollecitare la sfera intellettiva dell'umanaazione e reazione. Queste parole sono

    soggette a drammatiche forzature chegettano confusione e sinistri baglioriaccecanti verso colui che animato dasincero anelito di ricerca.

    Gnosi e Gnosticismo, a causa dell'abuso dimolti ambienti esoterici e culturali, sonoormai divenute parole similari, con cui darelustro ed interesse ad iniziative a dir pocopittoresche: la storia della molteplicit delleChiese Gnostiche moderne, e delle varieinclusioni di elementi gnostici, in realt che

    gnostiche non sono pu essere ditragicomico esempio .Proprio per ovviare, e in parte rimediare aquesta dissennatezza moderna, bene dareun valore restrittivo a questi due termini,spesso usati luno in sostituzione dellaltro.

    Per gnosticismo da intendersi un sistemadi pensiero, che ha avuto il suo massimosplendore nei primi due secoli seguenti lamorte di Ges Cristo, ritenuto da molti loGnostico Perfetto. Quindi quando parliamo

    di gnosticismo, ometter il termine storico,si devono intendere le scuole che sisvilupparono frail 40-50 e il 200 d.c. E utilesottolineare che impresa sicuramenteardua ed arbitraria separare il cristianesimodelle origini, dallo gnosticismo, e ciavviene solamente ponendo dei punti diriferimento rispetto allortodossiasviluppatasi in seno alle comunit cristianeelleniche e romane. Da quel momento (secondo e terzo secolo dopo cristo ),assurge, nelle diatribe teologiche checontrapponevano le Chiese ortodosse alresto della cristianit il termine eresia.Eresia () una parola greca chesignifica scelta, quindi molteplicit di

    prospettiva rispetto al mistero divino.Ortodossia () significa retto, quindi inultima analisi abbiamo la contrapposizionefra chi pretende di incarnare lunicaespressione e viatico verso il divino, e latotalit dei sistemi ( seppur espressione diidentica radice ) che ad essa oppongono opropongono una verit alternativa. In taleambito di fervente sensibilit spirituale, diincontro fra pensiero ellenico, misteri egizi,tradizioni pregiudaiche, trova espressionequesto Dio bifronte, chiamato cristianesimoda alcuni e gnosticismo da altri, maespressione di una radice comune. Seproprio desideriamo tracciare, alcunielementi caratterizzanti i sistemi gnostici,essi possono essere cos indicati:

    1. Dualismo marcato fra un mondo perfettosuperiore, e un mondo imperfetto inferiore.Quindi un dualismo orizzontale, una lineache separa la luce della conoscenza, dalletenebre dell'ignoranza.

    2. L'esistenza di un Pleroma, mondoperfetto, rappresentato dagli Eoni Superiori,germinazioni del pensiero della FonteEterna ed In conoscibile. Eoni superiori chea causa di un dramma, hanno dato luogo almondo inferiore.

    3. L'esistenza di un Demiurgo: eoneinferiore che ha creato il mondo deifenomeni sensibili e astrali, in cui luomo precipitato. Il Demiurgo gnostico sidifferenzia dal Demiurgo platonico a causadella sua ignoranza, e della separazione conla fonte primaria di vita spirituale.

    4. L'uomo, Adamo terreste, come fruttocreativo del Demiurgo, ma riflessodell'Adamo di Luce: immagine conoscibile

    del Pleroma.

    5. Lo Spirito donato all'uomo.Successivamente alla sua creazione, da uneone superiore, dopo che il Pleroma si mosso a piet per la condizione della suaimmagine terreste.

    6. La lotta da parte del Demiurgo, e deisuoi servitori, affinch l'Adamo terreste (uomo ) rimanga avvolto dalle tenebre dellanon conoscenza. In quanto l'ascesa

    dell'uomo, e il ricongiungimento con ilPadre segner la fine del tempo del regnodel Demiurgo.

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    A questo schema generale, e quindinecessariamente riassuntivo e parziale,devono essere apportate le peculiaridifferenze che caratterizzano la molteplicitdelle espressioni gnostiche. Anche se unarigida separazione, ad esempio fra lo

    gnosticismo alessandrino e quello iranico, comunque unapprossimazione a scopodidattico.

    Lo gnosticismo, fu insieme di dottrine e dicredenze, che si svilupparono nel bacino delmediterraneo, formato dall'incontro dialcuni scuole esoteriche, con la filosofiaellenica, impianti dottrinali egiziani e iranici,e il nascente cristianesimo. Fu diamanteunico e fecondo, per la luce che irradiava, eil messaggio di conoscenza salvifica, dove

    tutto veniva riposto nella mani dell'uomo,reso libero da illusioni attorno allaCreazione e al Creatore stesso.

    Lo gnosticismo si esprimeva in pratiche cheprocedevano dallascetismo, alla teurgia,alloperativit sessuale, ma sempreindirizzate alla ricerca di un momento dirottura dellordinario fluire del pensiero, inmodo tale che irrompesse il momento diconoscenza.

    Prima di dare rapido esame del termine diGnosi, bene subito fugare ogni riservamentale ricordando che ogni scuola omovimento a carattere esoterico propugnauna propria gnosi, intesa come processo di

    risveglio della latente divinit oespressione superiore dei propri membri.

    La Gnosis era componente non unica dellognosticismo, in quanto essa si inseriva inuna complessa cosmogonia, in una raffinatateologia e teurgia, e se solo una di queste

    parti aveva a mancare, certo non si puparlare di gnosticismo.

    Gnosi () un termine di originegreca, e indica la conoscenza mistica esalvifica. Una conoscenza quindi nondialettica, non logica, non esterna rispettoalloggetto di conoscenza, ma intima,comprensiva non solo dello stesso, maanche della funzione di conoscenza(relazione) stessa. Soggetto ( chi conosce ),oggetto (di conoscenza) e processo di

    conoscenza (funzione), rese uniche edunitarie, senza possibilit di separazionealcuna.

    E solo attraverso la Gnosi che l'uomoperviene al divino, celato all'uomo stesso,in quanto in esso nascosto. La Gnosipresuppone quindi una ricerca, unaricerca un fine al contempo, un tenderecontinuo, un'approssimarsi fecondo verso

    l'ultima illuminazione che doner laconsapevolezza continua e perenne, cheannuller ogni dualismo, ogni momentoinerziale, ogni interstizio di vuoto. Una lucevivificante, che romper il velo delletenebre, assumendo quindi il carattere diuna rivelazione, che diviene salvazione,attraverso la trasmutazione dellamaterialit delluomo gnostico, in puraessenza spirituale.

    La vita dello gnostico quindi una continua

    ricerca, la vita come lavoro intimo, unaconoscenza che non mentale, che non logica, che non discorsiva, ma intuitiva eirrazionale, come la via del Matto, in quantocolui che si addentr in tale luce, sardiverso dagli altri non solo per natura emanifestazione intellettiva e volitiva, maanche per essenza stessa, fino a portarlo adessere diverso, alieno e teso ormai ad altromondo. Chi cerca la gnosi ha radici piantatein questo regno, e rami protesi con violenzaverso l'infinito.

    Gnosi e fede, si sono sempre contrapposte,spesso in modo feroce. Elitaria la prima,universale la seconda, in quanto la prima ricerca attiva e personale della salvezza, laseconda aspettativa passiva di unsalvezza esterna all'uomo stesso. La primanon mediata da uomo, la secondaamministrata da uomini.

    Dov' Dio e dov' l'uomo ( rispetto a Dio ) ?In base alla risposta a questa domanda sitraccia il cerchio che qualifica il cercatore

    gnostico, rispetto a colui che vive dellafede.

    Da quanto enunciato discende una sempliceconstatazione: ogni movimento esotericopone il raggiungimento della gnosi comeragion d'essere della propria esistenza: ogniMaestro, o presunto tale, dispensa ai suoiadepti la "propria via" per il conseguimentodella Gnosi, e di conseguenza dellasalvezza. Quindi di per se erratoaggettivare come gnostico, un sistema chepone la Gnosi come superiore alla Fede, inquanto tutti i sistemi esoterici, e sottolineotutti, hanno ragione di essere proprio invirt della ricerca dell'illuminazione. La

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    gnosi condizione prima ed indispensabileaffinch un sistema esoterico, sia tale.Ogni movimento ha la propria ricetta per ilraggiungimento della Gnosi, ma questo nonsignifica che essa sar necessariamenteraggiunta, o che basti ci per dichiararsi in

    presenza di un sistema gnosticostoricamente inteso.

    Comprendiamo bene adesso la differenzafra Gnosi e Gnosticismo storico. Mentre ilsecondo un sistema etico, cosmogonico,mitologico, filosofico, che comprende anchela Gnosi, la prima nella sua mera accezioneindica solamente che la salvezza dell'uomopassa da un ricerca individuale dellaconoscenza mistica dell'immanifesto.

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    SUL TIPO DI CONOSCENZAGNOSTICA

    Tu sei l'albero della gnosi,quello che nel paradiso,quello dal quale ha mangiato il primo uomo.Esso apr la sua intelligenza,esso amo la sua co-immagine,condann le altre immagini estranee,e ne ebbe ripugnanza.( La gnosi e il mondo, edizioni Tea )

    Gnosi e gnosticismo sono termini spessooggi usati come sinonimo, niente di pisbagliato. Sicuramente possiamo affermare

    che ogni comunit spirituale, o scientifica,propugna una propria gnosi, ma non tuttala gnosi oggetto di interesse dellognosticismo.Cercando quindi di dare un senso a cosaera lo gnosticismo, e di riflesso al tipo dignosi che pregante per esso, possiamoaffermare:Lo gnosticismo un movimento,apparentemente eterogeneo, che trova lapropria ragion d'essere nella conoscenza(gnosi), apparso (termine non casuale, ma

    causale ) in seno all'Impero Romano neiprimi tre secoli della nuova era. La gnosignostica, la conoscenza dell'uomo, dellesue radici, e della salvezza da questomondo, che ritenuto ontologicamentealtro e ostile. Questa gnosi la conoscenzadiretta della propria radice divina, senzamediatori, attraverso quella parte dellefacolt intellettuali, chiamate Logos.Il Logos permette di accedere alla Sophia,che impersona la sapienza divina(1),occultata attivamente e passivamente, dalle

    cose di questo mondo. Nei sistemibarbelotiani, e alessandrini in genere, laSophia rappresentata come un Eone (spirito puro ) precipitato dal Pleroma ( ilmondo divino ), mettendo in moto lacreazione, e formando con le suesuccessive ipostasi questo piano dellamanifestazione. Nell'immaginario simbolicognostico la Sophia e il Logos se purpresentano una radice ontologica cheattiene la mondo divino, essi si manifestanosia come entit che si insinuano in questomondo per guidare lo gnostico, sia comeelementi qualitativi dello stesso gnostico.Ritiene lo gnostico di essere portatore delPneuma, dello spirito del soffio divino, che

    sepolto nell'intimo sottraendosi cos alpotere delle forze di questo mondo(Arconti), e conducendo l'anima dellognostico al Pleroma.La salvezza perfetta la conoscenza stessadell'Ineffabile grandezza: perch essendo

    venuti attraverso l'Ignoranza, Il Difetto, e laPassione, tutto il sistema generatodall'Ignoranza dissolto dalla conoscenza.Perci la conoscenza la salvezzadell'uomo interiore; e non corporea ,perch il corpo corruttibile; non psichica, perch anche l'anima unprodotto del difetto ed come un abitacoloper lo spiritito: spirituale deve essere percianche la forma della salvezza. Per mezzodella conoscenza l'uomo interiore, sprituale, salvato; perci a noi sufficiente la

    conoscenza dell'essere universale: questa la vera salvezzaIn base a quanto sopra riportato possiamoproporre due riflessioni.La prima che lo gnostico ricerca una propriavia individuale, non trasmissibile e nonuniversale, al perch della propriacondizione, attraverso il rifiuto delleconvenzioni psicologiche, religiose, e socialiin quanto corrotte e corruttrici.La seconda che il tipo di conoscenzagnostica (Gnosi) non tanto un apporto,

    una conquista, una propriet o unpossesso, da conseguire o conseguito, mauna vera e propria forza, che dissolvel'uomo duale, frutto della materia e dellamente, che come fango ricopre e opprimel'uomo interiore promanazione diretta dellaradice ontologica di ogni manifestazione.Nel Vangelo di Maria:(7)...la materia sar distrutta, oppure no? IlSalvatore disse: Tutte le nature, tutte leformazioni, tutte le creazioni sussistonoluna nellaltra e luna con laltra, e saranno

    nuovamente dissolte nelle proprie radici.Poich la natura della materia si dissolvesoltanto nelle (radici) della sua natura. Chiha orecchie da intendere, intenda .Si apre adesso un quesito dovuto allacoincidenza fra lo gnosticismo e ilcristianesimo, attorno all'utilizzo di identicisimboli, e simili miti, che assumono pervalenza diversa.Apparentemente quale differenza puascriversi al credere delluomo di religione,in simboli, liturgia, riti, e gerarchia, dalcredere delluomo gnostico in unimmaginario che spesso si traveste degliidentici segni religiosi ?

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    Vi coincidenza, siamo in presenza in unasofisticazione intellettuale o dialettica,oppure innanzi ad uno schermo che rivela,e quindi vela due volte, qualcosa di Altro ?Anche se la forma del simbolo pu esseresimile, sono diversi sia il contenuto, che

    l'approccio al medesimo da parte dellognostico, rispetto al fedele. Va ricordato cheil cristianesimo delle origini ancora non erastato infranto, nella sua spiritualit, dallasgorbia dell'ortodossia, una variet diriflessioni ed inflessione cristianeconvivevano, o si tolleravano a vicenda,nella ragione in cui il messaggio portatodagli apostoli e dai discepoli, si eraimplementato con la cultura locale.Assumendo tratti peculiari, a guisa delluogo dove trovava il giusto humus per

    svilupparsi.Se quanto sopra risulta essere una logica estorica spiegazione, che considera la varietcristiana come condizione primitiva dellaforma spirituale, poi crudelmente repressadalla forma religiosa, non possiamoesimerci da un ulteriore approfondimentosul credere gnostico.Il credere ( avente per oggetto il fenomenodivino ) pu essere doveroso presupposto,al conoscere ( avente per oggetto la radicedivina ), e il conoscere ( avente per oggetto

    l'indagine del fenomeno divino ), necessaria condizione al credere ( in unente divino ).La differenza fra questo tipo ( nel senso dicategoria ) di credere e il fiedismo, siestrinseca nel non essere riconducibile eriducibile al dogmatismo, e quindi alla nondissoluzione della fede n nell intelletto, nnellesperienziale e neppure nell'intuibile.

    La gnosi, propria dello gnostico cristiano,riduce l'essere cristiano a mero punto di

    inizio, o strumento, per una comunione conun divino si extramondano, ma nonextraumano, si altro rispetto alla Natura,ma non altro rispetto alla natura dellognostico.

    E' attraverso la gnosi, questa qualitsuperiore del pensiero, che lo gnosticoattraverso il fenomeno e le fenomenologiedel divino, si ricongiunge all'ente divinostesso. (3)Con la conoscenza che si trova quindi adessere grande strumento, per ilcompimento della comunione Dio-UomoGnostico - Uomo Dio. Una conoscenza cheinfluenza e determina non solo l'attore della

    stessa, ma anche l'oggetto della stessa, inquanto coincidenti e coesistente seppur sudue piani ontologici diversi. Risulta quindiche l'attuale condizione umana, transitoriae caduca, altro non che l'effetto di unaprivazione di conoscenza, e quindi di

    coscienza- consapevolezza, e soloattraverso la reintegrazione della medesimasi potr nuovamente assurgere allo statooriginario perduto, determinando alcontempo un collassamento di questomanifestazione, che si reggesull'occultamento della gnosi. (2)(1) Ma anche la sostanza divina, puroLogos, intelletto superiore senza necessitdi forma.(2) Hans Jonas LO GNOSTICISMO: "l'evento umano individuale della

    conoscenza pneumatica l'in-versoequivalente dell'evento precosmicouniversale dell'ignoranza di-vina, e nel suoeffetto redentivo dello stesso ordineontologico. L'attualizzazione dellaconoscenza nella persona nello stessotempo un atto che si ripercuote nelfondamento generale dell'essere."(3) E attraverso il Logos, che il fenomenodivino viene percepito e reso parteintegrante dello gnostico, e la gnosi quindi sia la comprensione ed

    implementazione del fenomeno divino, sialinflessione con cui lo gnostico si avvicina alfenomeno stesso.

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    SUL TIPO GNOSTICO

    Come visto in precedenza la creazione

    delluomo, allinterno del mito gnostico,avviene attraverso una molteplicit disoggetti, animati da diverse volont efinalit. Linvolucro materiale, e lanimastessa, sono frutto delle potenzearcontiche, che plasmano con abilit glielementi cosmici, per dare vita allimmagineterreste dellADAM celeste, ed imprigionarein questo vaso lo spirito stessoespressione del mondo superiore. Sar poiun eone del mondo del Pleroma ( Zoe inalcuni sistemi ) a risvegliare nelluomo la

    rimembranza di ci che era.La questione che viene ad aprirsi si incarnasu di una domanda: lo gnostico un uomocome gli altri, oppure di un tipo diverso ?Le capacit, le qualit, le abilit, lesserenella sua interezza dello gnostico sono dellostesso genere e tipo rispetto a quelledelluomo comune ?

    Sappiamo che per gli gnostici il loro viverein comunit, il loro chiamarsi fratelli o inmodi similari, non aveva solamentesignificato di qualificarsi in un conoscere,ma proprio in virt della Gnosi essi siritenevano intimamente diversi,trasformati, posti su di un diverso fluiredellumana percezione e cognizione. Lagnosi cambia radicalmente luomo,rendendolo diverso dagli altri uomini. Taleconcetto ben evidenziato in quella chepossiamo definire lantropologia della scuolavalentiniana (gnosticismo alessandrino).

    Nella visione della scuola valentiniana,l'umanit intera era suddivisa in tre classinettamente distinte e distinguibili nella lorofenomenologia e nelle loro pi intimequalit.

    Materiali: gli uomini privi della possibilit diaccedere alla conoscenza salvifica,espressione totale delle forze arconticheche hanno plasmato la materia bruta.Uomini che in loro non alberga nessunascintilla superiore, condannati al ciclo

    naturale dellesistenza.

    Psichici: termine solitamente riservato aglialtri cristiani, alle persone che hanno in se

    la scintilla superiore, ma non hanno lapossibilit o gli strumenti per accedervi, equindi sono ridotto alla sfera della fede odialettica.

    Pneumatici: Gli gnostici nella loro pi

    completa espressione, che non solopossiedono la scintilla superiore, ma che nesono consapevoli, e quindi ormai posti oltreal perpetuarsi dellillusione.

    La suddivisione sopra esposta, seppur inmodo e in termini diversi, comune a tuttoil movimento gnostico, ed dettata dallapossibilit o meno degli uomini di entrare incomunione con la propria natura superiore,ecco come la gnosi assume un valore sia disalvezza che forma di salvezza, in quanto

    portatrice di intrinseco mutamentonell'uomo.Lo gnosticismo storico presupponendo unaseparazione ontologica fra la Creazione,espressione di una potenza inferiore, e ilmondo del Pleroma, pone la questione setutti gli uomini sono nei fatti fratelli oespressione di identica radice. Uscendo dalcampo della correttezza formale, nonpossiamo esimerci come ogni uomo siamosso in prevalenza da pulsioni diverse. Visar sempre colui teso al soddisfacimento di

    bisogni materiali, teso a considerare lapropria vita come forma irripetibile disoddisfacimento sensoriale e fisico, comedel resto vi sar chi mosso da idealisuperiori, ma pur sempre ancorati al mondoideale, dialettico, e quindi racchiuso in unaprospettiva umana, e generazionale. Altriinvece saranno portati ad indagare attornoal mistero delluomo, e a considerare ilmondo dei sensi e delle idee, come parzialerispetto ad una verit da comprendere.Se quanto espresso pu soddisfare una

    determinata lettura simbolica delle tretipologie umane valentiniane, mi permettodi spingermi oltre sostenendo chedeterminate operativit tendono non solo amutare in modo radicale la sfera mentaleed animica, ma anche a plasmare la fisicit.

    LAlchimia genera mostri

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    Le Oscillazioni del Tempo,fra cristianesimo

    gnosticismo e ellenismo

    1. INTRODUZIONE

    L'uomo moderno tributa un'enormeimportanza al tempo, anche se raramenteriesce a cogliere l'essenza di tale concetto,e come ogni rapporto su di esso trovimisura.. Senza timore di smentita possiamoaffermare che la nostra societ immersanel tempo, e la vita dell'uomo cadenzatada questo invisibile burattinaio. I minuti sitrasformano in ore, i giorni in settimane, equeste in mesi, gli anni si ricorronoimplacabile, e ogni tappa, successo, edinsuccesso della nostra vita trovaespressione nel meccanico tempo. Esso come il selciato su cui noiinconsapevolmente camminiamo.Astraendoci dal flusso delle cose, degliimpegni, possiamo osservarci come unpunto posato su di una retta, un passato eun presente si aprono alle spalle o innanzialla nostra sosta, e i ricordi o le aspettativetrovano esatta collocazione su questoimpalpabile metro. Indubbiamenteordiniamo la nostra vita in virt di ci che stato conseguito, e misurato, e ci che sarconseguito e misurato: la data di nascita, ilprimo giorno di scuola, la maturit, lalaurea, l'ingresso nel mondo del lavoro, lenozze, il primo figlio, le rate del mutuo,ecc.ecc.. Ad ogni accadimento una data, adogni data un accadimento, passato,presente e futuro sono scadenzati, in una

    tranquillizzante processione di giorni, mesi,anni.Nella visione moderna il tempo unafreccia scagliata nello spazio, che disegnauna linea retta, attraverso il cui transitonello spazio ordina e preordina le movenzedella vita umana. Oramai siamo cosassuefatti da questa idea del tempo e dellavita, che su esso si plasma, che neppure ciinterroghiamo sull'esatto meccanismo cheregola tutto ci, e se sempre stato cos.La perdita di valori tradizionali, di

    riflessione, di vicinanza all'idea divina,hanno per condotto l'uomo, il singolo aperdere la prospettiva del tempo, dellamissione del tempo, e a porre l'uomo, o

    meglio l'io contingenze al centrodell'universo, dando esclusiva importanza aci che , e ci che dovrebbe essere, senzaminimamente cogliere la natura illusoria diquesta collocazione. L'io contingente ha uninizio e una fine, ma tale verit viene

    rimossa, occulta da una canzone psicologicadi eterna vita, di eterno mondo dipromesse, e di risultati da conseguire.Possiamo definire questa novella filosofiadel tempo, come persistenza dell'illusionedell'io, e disconoscimento della morte. Inun bizzarro quanto interessante dualismofra l'inesorabilit del tempo, e negazionedella morte, quale fine del tempo; il qualesi dilata in un'eterna e infinita attesa, nellaquale l'uomo moderno perde se stesso.La domanda che ci poniamo se tale

    visione sempre stata identica a se stessa,e se vi sono state e vi sono ancora oggialtre prospettive, che non siano legate alladecadenza della modernit ? Avendo comepunto di riferimento il bacino delmediterraneo, daremo, senza volont diessere esaustivi ma invitando a successiviapprofondimenti, indicazione di come gliantichi hanno sviluppato il concetto deltempo.

    2. IL TEMPO NEL CRISTIANESIMO

    Nel cristianesimo il tempo ha inizio conl'abbandono forzato di Adamo ed Eva delParadiso Terreste, in virt del loro peccatocontro il volere di Dio. L'uscita dall'Edencoincide da un lato con l'allontanamento daDio (caduta), e dall'altro dall'inserimentodell'uomo a pieno titolo nel regno naturale,e nel suo completo assoggettamento alleleggi che governano.E' detto:Genesi 3:16 Alla donna disse:

    Moltiplicher i tuoi dolori e le tuegravidanze, con dolore partorirai figli. Versotuo marito sar il tuo istinto, ma egli tidominer.Genesi 3:17 All'uomo disse: Poich haiascoltato la voce di tua moglie e haimangiato dell'albero, di cui ti avevocomandato: Non ne devi mangiare,maledetto sia il suolo per causa tua! Condolore ne trarrai il cibo per tutti i giornidella tua vita.>>Ecco quindi il ciclo della vita, tramite ladonna, e il ciclo delle stagioni legate allavoro, tramite l'uomo, che si fondono nelladimensione terrestre della Creazione. Nonpi immortalit ignava, non pi beato

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    accoglimento dei doni della terra, l'etdell'oro terminata, e l'uomo perduta lacondizione di essere divino, di dominatorespirituale della natura, viene relegato inuna dimensione di elemento dell'insiemedella creazione, peso e misura, a sua volta,

    governato egli stesso da pesi e da misure.Ha cos inizio il tempo dell'uomo, frapassioni, guerre, carestie, drammi e gioie,lontano da Dio che si manifesta soloeccezionalmente attraverso la voce, spessoinascoltata, dei profeti. Assistiamo cos allarepentina discesa dalle sommit spirituali,ed ad un lento cammino in una pianuraoscura, raramente rischiarata dal verbodivino, da altri udito. Il peccato originale haallontanato in modo definitivo l'uomo daDio, e come prezzo di tale colpa egli

    costretto all'esilio perpetuo in una naturaostile, in un universo di dolore, dove eglistesso ha introdotto il male.Vi un accadimento irripetibile cheinterrompe questo stato di cose, unavvenimento che dona un nuovo corso altempo, e una prospettiva di salvezza agliuomini. Questo evento la venuta di GesCristo, l'unico mediatore, il Dio fattosiuomo, testimone del Verbo di Dio, inquanto Verbo reso carne, e portatore dellanuova legge. Tale avvento libera il mondo

    dall'immane fardello del peccato originale,egli l'olocausto necessario a ristabilirel'alleanza perduta. Ecco le parole diGiovanni Battista, cos come riportate dalVangelo di Giovanni:Giovanni 1:29 Il giorno dopo, Giovannivedendo Ges venire verso di lui disse:Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglieil peccato del mondo!Liberato l'uomo dal peccato originale, dallacolpa della trasgressione della divinavolont, che ancora turba come una nevrosi

    l'ebreo che cerca di esorcizzarlaautoproclamandosi appartenente al popoloeletto, niente pi vano. L'uomo liberodalla catena pu disporre del proprio liberoarbitrio, ponendolo al servizio di unavolont di riscatto attraverso le opere,oppure di nuova dannazione, non generataper da colpe ancestrali, ma da atti e fatti alui solo riconducibili. Dal tempo delladisperazione o della Natura, vissuta comeseparazione ed esilio perpetuo, passiamo altempo degli uomini e della loro fattivaattesa, tramite le opere, della secondavenuta.E' detto dal Vangelo secondo Matteo:

    Matteo 13:43Allora i giusti splenderannocome il sole nel regno del Padre loro. Chi haorecchi, intenda!La Venuta del Cristo ordina quindi il tempoin un prima e un dopo, e offre unaprospettiva di salvezza per gli uomini, e una

    promessa: Il Tempo avr una fine, e conessa questa Creazione. La vita, la passione,e la morte del Cristo un evento unico edirripetibile, un mito che coincide con unavita e una missione, un esempio, unsimbolo che deve essere vissuto, seppur inscala ridotta, da ogni cristiano se non nellaconcreta sofferenza, nella fede di unarisurrezione e di una salvezza dopo lamorte. Da tale accidente storico, nediscende che niente si ripete eguale, inquanto tutto posto prima o dopo di esso,

    e da esso illuminato in modo difforme, edad esso congruo o incongruo, giusto oerrato. Egli la pietra di paragone e discandalo. Egli porta la Legge. Egli tornerad amministrare la Legge, e rispetto a tuttoci possibile solamente sedere fra i giustio gli empi, ognuno portando atestimonianza la propria esperienza di vita.

    3. IL TEMPO NELL'ELLENISMO

    Attorno alla prospettiva del mondo ellenico

    verso il Tempo, merita riportare il pensierodi Aristotele.Egli ebbe a dire che al punto di rotazionedel circolo in cui ci troviamo possiamo dirciposteriori alla guerra di Troia; ma basta cheil circolo continui a girare e riporternuovamente dopo di noi quella stessaguerra di Toria; in tal senso, possiamoaltrettanto giustamente dire di essereanteriori a un simile evento.Per il greco questo mondo necessaria efedele immagine del divino, il Demiurgo,

    l'artigiano che con perizia ha dato vita allamanifestazione, ha in essa trasfuso leverit, e le idee superiori, cesellando a loroimmagine e somiglianza ogni aspetto dellavita umana e della Natura. Ecco che quindicome al greco venga richiesto di incarnare asua volta il concetto di divinit, nei suoimolteplici aspetti ( l'arte guerriera, labellezza, la sapienza ) in modo da eccellereed essere riscattato da una misera etenebrosa non vita dopo la morte, ma disedere come eroe alla tavola divina.L'Universo greco eterno ed immutabile,dato, senza possibilit alcune dimodificazione da parte dell'uomo, che puper renderlo palcoscenico delle proprie

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    imprese, nobilitandosi da semplicecomparsa della storia, al ruolo diprotagonista della propria e dell'altrui vita,facendo cos riecheggiare le proprie gestanell'eternit. L'eterna scelta di Achille sipropone continuamente: Una vita amato,

    immerso nei piaceri della famiglia e dellavoro, e morire dimenticato, oppure unavita intensa, eroica, che sia ricordata dagliuomini e dagli dei ?La via eroica e la via filosofica sono dueprospettive, per sfuggire all'atemporalitdel Cosmo. Siamo innanzi all'esemplarismo( rapporto fra azione e modello ideale)ellenico, dominato da un'Idea Superioreincorruttibile, immutabile ed immune alciclico ripetersi del tempo, grado emeccanismo inferiore.

    Platone ebbe a definire il tempo, comedeterminato e misurato dalla rivoluzionedelle sfere celesti, l'immagine mobile dellaimmobile eternit, che esso imitasvolgendosi circolarmente.Ecco quindi il mondo divino o delle Ideaincorruttibili posto al centro, e la creazione,e le sue movenze, scorrere lungo un anellofattosi come specchio, riflettendo talerealt. Mantenendone l'unit, seppurframmentandola in cicli, dove niente unico ma tutto si ripete, in una

    compenetrazione del fenomeno da parte delmito.Lucrezio sentenzi:< eadem sunt omniasemper nec magis id nunc est neque eritmox quam fuit ante. >Pitagorici, Platonici e Stoici sostenevano lapresenza di pi cicli che poi siricomponevano ognuno nell'altro nell'unitimmutabile. Ogni accadimento non maiunico e irripetibile, ma una tragediadall'eterna riproposizione, in un'eternaripetizione, in un eterno ritorno.

    4. LA VISIONE GNOSTICA DEL TEMPO

    Innanzi al tempo, quale la posizione dellognostico ? Similare al movimento rettilineocristiano, oppure identico alla ciclicit degliantichi greci ? Inizio del tempo, e fine deltempo racchiusi nella prima e secondavenuta del Cristo, oppure spirale infinita dacui niente si libera, e tutto si confonde ?La Cosmogonia gnostica indica che il tempoe lo spazio gnostico hanno vita nello stessoistante in cui la Sophia, in virt del proprioerrore, precipita dal Pleroma, o ne vieneallontanata, in altre versioni del Mito,dall'eone Limite. Questo errore, in virt del

    rimpianto, del dolore, della Sophia stessa,si cristallizza in Jaldabaoth, nel Demiurgo, ilquale a sua volta ordina lo spaziosottostante all'azione della Sophia ( ipostasi), in ricordo, permutato dalla madre, dellegerarchie spirituali disposte attorno alla

    fonte di Luce e di Vita. Essendoun'approssimazione, frutto di un ricordo, ilmondo cos creato imperfetto, frutto diun errore e delle tragiche conseguenze diquesto errore.Jaldabaoth e le potenze a cui ha dato vita(Arconti), e poste a governare la Creazione,imprigionano lo Spirito caduto costruendoanfore di materia ( i corpi ), e inebriandoloattraverso le passioni, gli istinti, leemozioni, e la razionalit. Il Destino, lavolont degli Arconti, il poderoso

    meccanismo eretto a mantenere lo Spiritoprigioniero, indebito e irretito. Lo gnostico,colui che "ricorda" intuisce in virt delladivina rivelazione, cercata e amata, che vi il Mondo oltre al mondo, che tutto irreale,caduco, e al contempo una catena a cui imprigionato. Si aggira come straniero interra straniera, anelando il ritorno allaDimora paterna ( Il Pleroma ),reintegrandosi con la fonte originaria, eristabilendo l'antico ordine interrottodall'errore della Sophia.

    Traspare quindi un'inflessione oscillante frala differenza e il rifiuto da parte dellognostico, colui che ricerca la salvezzaattraverso la "conoscenza dello Spirito",dello spazio e del tempo, in cuiaccidentalmente e per malvagia volont dipotenze si trova a vagare, e di cui osserval'inutile ripetizione. Il ciclo delle nascite,delle morti, delle passioni che trafiggonocome sette lame il cuore non circonciso, igiorni, e il moto degli astri, altro non sonoche specchietti, che giochi di prestigio per

    distrarlo, e defraudarlo della volont alritorno al Pleroma. Una forza contro cui lognostico "lotta" attraverso il distaccodonato dalla propria comprensionedell'inganno ordito.L'iniziale presa di coscienza dell'illusionedella manifestazione, porta a riecheggiarein questo mondo, a rivivere in dimensioneumana, il mito della caduta e della nuovaascesa della Sophia, attraverso lacomprensione dell'errore, il pentimentodell'errore commesso, la riparazione dellostesso, e il ricevimento della Graziareintegratrice. Abbiamo quindi lacompenetrazione della dimensionetrascendentale sul piano della

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    manifestazione, la internalizzazione delmito da parte dello gnostico, che ad esso davita attraverso ogni aspetto del proprioessere, in una chiave escatologica. Ilcompimento del Mito Gnostico, equivale allafine del tempo e dello spazio con

    conseguente ritorno alla Dimora di Luce e diVita.Appare quindi evidente come nella visionegnostica abbiamo una sorta di duplicazionedel Tempo. L'indifferenziato e ciclicoscorrere delle cadenze della manifestazionetutta, e il ciclo della conoscenza(constatazione-comprensione-reintegrazione-coscienza-consapevolezza)esperita a livello umano. Ne consegue comelo scorrere del Tempo interrotto,frammentato, dalla rivelazione divina,

    extramondana, che irrompe nello gnostico edallo gnostico, traslando ogni accadimentomaterico e psicologico, in sostanza psichica.Ecco quindi, in chiave intima, ladisorganicit del tempo per lo gnostico.

    5. CONCLUSIONI

    Nel cristianesimo la venuta extramondanadel Cristo nella manifestazione, interrompea livello universale il ciclico ripercorrersi deltempo, donando ad esso una prospettiva di

    fine, di un secondo avvento che porrtermine al tempo degli uomini, come questoha posto termine al tempo della natura, ecoincider con il tempo di Dio. Se nelmondo greco questa ripetizione ruotavaattorno ad un fulcro di perfezione, nelmondo cristiano, prima della venuta delSalvatore, esso ruotava attorno al peccato,e in seguito attorno al Cristo e allapossibilit di scelta. Alla perenneimmutabilit del mondo ellenico, si poneadesso la certezza che tutto irripetibile e

    che tutto avr un termine.La visione gnostica offre una propriaoriginale speculazione che si distingue daentrambe, mostrando quindi un'originalitche non pu essere tacciata di sintesi, macasomai mostra la parzialit delleprecedenti.Il tempo ciclico per l'umanit non gnostica( illica o psichica ), che vittimadell'inganno, ma mentre nella visioneellenica tale ciclo conforme all'immaginedella fonte, al volere divino, qui unacaricatura, una fotocopia sbiadita, chenecessit di un'attenta interpretazione chenon pu prescindere dall'unione con ildivino. Nel rapporto fra uomo e divinit,

    risiede la differenza di prospettiva fragnosticismo e cristianesimo. Se nell'ultimo ilSalvatore ha valore universale, per ogniuomo, tale da donare una prospettivaunica, un movimento rettilineo, per lognostico l'unione verso il Cristo Intimo,

    metafisico e metapsichico. E' solo con lagnosi che si spezza il ciclo del tempo, vistoe vissuto come una corona di ferro, chegiunge il cuore. Donando allo gnostico unaposizione diversa rispetta all'atemporalitdel mito dell'ellenico, e alla temporalit delMessia dei cristiani.L'uomo gnostico non attende passivamentela seconda venuta del Cristo, maattivamente si prodiga affinch in esso visia l'incontro fra il Cristo e l'uomo, vivendoin chiave estremamente individuale questa

    tragedia cosmica. Quando il tempo avrfine ? Quando avr fine la materia, inquanto deprivata della propria componentepneumatica, o secondo altre scuolespiritualizzata dalla forza della Gnosi, chetutto cambia nell'uomo che la riceve.E' interessante notare come in ultimaanalisi il peculiare rapporto che lo gnosticoha con il tempo e lo spazio, lo porta adoperare una scissione in se stesso. A creareun meccanismo evolitvo-sensoriale, che sicontraddistingue in una impermeabilit al

    mondo esterno, che viene attentamentestudiato ed analizzato, ed una continuaalimentazione intellettuale e spiritual, che siconcretizza in una trascendenza di quantoraccolto nel mondo e nel tempo esterno. Lognostico quindi ha il proprio spazio, e ilproprio tempo intimi. Ecco quindi da un latoil doppio mondo in cui immerso, e da cuicerca di liberarsi distaccandosi dalla sferagrossolana, dalla creazione demiurgica, edall'altra come la storia, il creato, lacoscienza sia continuamente squarciata,

    come un velo, dalla potenza della visionegnostica redentrice.

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    ABRAXAS

    "l'uccello combatte per uscire dall'uovo.L'uovo il mondo. Chi vuole nascere devedistruggere il mondo. L'uccello vola a dio. Ilnome del dio Abraxas "-Herman Hesse, Demian

    Introduzione

    Come un fiume carsico che emerge pivolte durante il suo corso verso il mare,affiorando agli occhi di ignari, occasionali, oignoranti osservatori, cos Abraxas da quasi

    duemila anni emerge continuamente nellospazio esoterico, da un lato irridendo coloroche hanno cercato di sopprimerlo attraversoil rogo e l'ostracismo, e dall'altro lasciandostupiti o istupiditi coloro che sono avvezzi aconsiderare i simboli esoterici come pezziintercambiabili di un unico puzzle.Troviamo l'incisione della parola Abraxas edella fantastica figura che lo rappresenta supietre, gemme, manoscritti e sigilli.Gnostici, Vescovi, Priori Templari,cabbalisti, massoni e occultisti si sonofregiati di tale sigillo, o strumento: chi per ilriconoscimento, chi per l'operativit, e chiper entrambe.Giova sempre ricordare come in alcunemesse che traggono libera ispirazione dallognosticismo alessandrino, spesso Abraxasviene invocato affinch offra conoscenza egrazia ai fedeli.Ancora alcuni vogliono che la parola magicaABRACADRABA, altro non sia che unaparticolare trascrizione di Abraxas. Larinveniamo per la prima volta nel Libermedicinalis ( secondo terzo secolo ), adopera di Sereno Damonico, medico gnosticodiscepolo di Basilide. Suggerendo quindiuna etimologia non ebraica della parolamagica in oggetto, vista l'ostilit verso ilpatrimonio spirituale e religioso ebraico,considerati espressione demiurgica, diBasilide.

    Inquadramento gnostico

    Come anticipato l'ambito gnostico da cui emerso Abraxas riconducibile a Basilide,

    maestro alessandrino del primo secolo dopocristo ( ancora una volta da notare lacoincidenza temporale assoluta fracristianesimo religioso e cristianesimo

    gnostico, suggerendo quanto meno lacompresenza di almeno due o tre radicicristiane ), la cui scuola, a carattereiniziatico, ebbe un'ampia diffusione in tuttoil bacino del mediterraneo.Alcuni brevi cenni alla gnosi basilidiana,

    rimando ad altre trattazioni pi specifiche inmateria, sono il dualismo fra spirito emateria, la creazione di questo mondo daparte di un Demiurgo coincidente con il Dioebraico, la presenza di 365 cieli chesovrastano questo nostro mondo, e chedevono essere risaliti, attraverso adeguateparole di passo, per poter giungere allaliberazione.Sul Trono del cielo pi alto siede Abraxas,associando ad ogni lettera ( in greco ), unnumero ( A=1, B=2,

    R=100,A=1,X=60,A=1,S=200 ) otteniamo365. Ovviamente ci riferiamo quindi aigiorni dell'anno solare, in un ciclo di vita-crescita-morte-rinascita nel qualel'influenza divina si dispiega, e dal qualel'uomo gnostico si deve sottrarre. Abraxas quindi colui che regge l'ultimo dei cieli,quello pi alto, dove lo spirito oramailiberato dall'influenza della materia, e siconnatura come Divinit Solare ( ilsimbolo del Sole che contraddistinguel'ultimo cielo), al pari di Mitrha ed Horus, in

    un ciclo di compimento che vede l'uomounico protagonista, e la meccanica naturacome antagonista. Si vuole che le lettereche compongono il nome di Abraxas sianola radice del nome dei sette angeli chehanno creato il mondo, oppure che il nomedi questa divinit gnostica altro non sia chequello divino dispiegato. Sono invecesicuramente fantasiosi, o frutto di pochezzaculturale, i tentativi cabbalistici di associareAbraxas ad Abramo (Abraham ), purtroppo,per loro, la natura fortemente antiebraica

    della gnosiBasilidiana, laconnaturazione solaree spirituale diAbraxas, mal siconciliano con l'ibridospirituale Abramo,legato alla terra, aldesidero e alla dualitconflittuale ( Isacco

    ed Ismael ), ma come ben sappiamo diforzatura in forzatura tutto pu esserepiegato a piacimento.Sempre in ambito cabbalistico, e ancora civa preso con estremo beneficio diinventario in quanto non si accorda alla

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    radice gnostica basilidiana, si vuole che leprime tre iniziali di ABRAXAS, indicassero letre parole ebraiche Ab (Padre), Ben (Figlio)Ruach (Spirito), raccogliendo quindi in taledivinit l'origine della trina manifestazionedivina. Per i lettori che non si lasciano

    trascinare dalle infatuazioni sincretistiche,apparir macchinosa come per giungere atale convergenza, sia necessariotraslitterare le lettere ebraiche in greco,addentrandosi in un gioco intellettuale dacui possibile trarre ogni risultanza.Quello che sicuramente possiamoaffermare, come il supremo sette (unodegli attributi di Abraxas, in relazione aisette angeli/eoni emanati, il quali hannoformato il mondo e i cieli ), pu essereconsiderato la suprema Mente, da cui

    scaturita ogni creazione. La mente dove perimmota casualit, o per mota causalit, hapreso forma un'idea, trovando in essagerme di sostanza ogni duale attributo, inquanto separata dall'oceano quintessenzialein cui si trovava indistintamente immersa.

    Il profilo simbolico di Abraxas

    Abraxas appare come unafigura fantastica dalla testa digallo, il tronco di uomo, e due

    serpenti come gambe. Inalcuni sigilli lo ritroviamoarmato di frusta, in altri diarco, e quasi sempre

    provvisto di scudo. Un essere quindifantastico, frutto di un'ardita composizionesimbolica, che ricorda altri esseri legati alsacro e al mondo mitologico ( Melusina,Ippogrifo, Chimera, ecc... )Tali rappresentazione altro non sono che latraslazione su di un piano immaginifico diun vettore, o veicolo, che unisce il mondo

    dei fenomeni umano al mondo spirituale, inaltri termini una raffigurazione dinamica diun concetto non afferrabile nella suainterezza, attraverso il pensiero dialetticorazionale. Vi un termine psicopombo cheforse pu aiutarci a comprendere ilsignificato di questo Immaginario, untermine che indica degli animali in grado ditraghettare l'uomo conscio, verso leprofondit dell'uomo inconscio, a talegenere di rappresentazione afferisceAbraxas ? Oppure egli stesso linconsciomanifesto ?

    La testa di Abraxas quella di un gallo,simbolicamente questo animale legato al

    mattino, e al Sole. Esso rappresenta lavigilanza, l'attenzione, e nel cristianesimoesoterico la resurrezione. Il gallo quindicolui che saluta il Primo Sole, che emergedalle tenebre, ad indicare quindi la volontprotesa verso lo Spirito occultato, ma

    possiamo anche leggervi l'annuncio dellavenuta del Cristo, e del cambiamento frauna fase di ignoranza (notte), ad una fasedi conoscenza (giorno). Al canto del gallonon sta bene farsi trovare ancora immersinel sonno della ragione, per non rischiarecome San Pietro, che il torpore el'inebriamento delle emozioni ci conducanoa testimoniare il falso, su ci che in realtsiamo, o dovremmo essere.

    Le gambe rappresentano l'elevazione e la

    possanza: il fondamento su cui si reggetutta l'opera umana. Esse sono, per ovviaconstatazione, il basamento o piedistallonecessario, per elevarsi e tendere al cielo,se salde a terra permettono all'uomo diprotendersi verso l'alto, attraverso di esseche traiamo forza dall'elemento terra, mache subiamo anche la forza dell'elementoaria.In Abraxas le game sono sostituite da duecorpi di serpente. Un simbolo questo cheritroviamo in innumerevoli culture

    iniziatiche, rappresentante sia l'energianella sua forma pura, senzacondizionamenti ne indirizzo, nellabivalenza di cura e di morte, ma anche unaconoscenza arcana, profonda ed abissale. E'utile ricordare come nell'immaginariognostico il serpente rappresenti oltre allaprimitiva e superiore conoscenza sul bene esul male, capace di liberare l'uomo dallad'orata prigionia demiurgica nel ParadisoTerreste, anche la potenza sessuale al suostato primordiale. E infatti attraverso il

    bionomio sesso-conoscenza, che lo gnosticocomprende la genesi, e fonda la propriaopera.

    La frusta antico simbolo egizio di potere,di dominazione, di punizione, legato adivinit del tempo, nell'Antica Roma lafrusta era appesa ai carri di trionfo, mentreil Grecia era simbolo dei Dioscuri. La frustariassume in se lo scettro ( potere ) e ilcappio ( punizione ). L'associazione scudofrusta, indica la completezza di Abraxas ingrado di dispiegare il proprio supremopotere, ed immune ad ogni altro potere.

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    Il sette, come le lettere che ne compongonoil nome, il numero fondamentale cheregola la manifestazione ( sette i colori,sette le note, sette i giorni della settimana,sette i vizi, sette le doti, le direzioni, ecc...). Il sette l'incontro fra il 4 ( gli elementi

    ), e il 3 ( numero delle tre forze: positiva,negativa, e neutra, ma anche del divino ),la geometria esoterica ci suggerisce che lacomunione fra il quadrato e il triangolo,frutta il pentagono ( l'uomo realizzato ).

    Possiamo vedere anche i tre elementizoologici che compongono Abraxas (serpenti, tronco umano, e testa di gallo ),come la necessaria cooperazione fral'elemento inconscio-atavico ( la forzasessuale del serpente nella sua duplice

    natura di elevazione ed abbattimento ),l'elemento conscio-razionale ( il corpoumano e l'ordine con cui sostiene glistrumenti di dominio e difesa ), e l'istanzadivina solare che armonizza, trasmuta edeleva gli elementi inferiori, ma necessari.

    Abraxas e C.G. Jung

    Uno degli aspetti menoconosciuto del

    pensatore C.G.Jung lasua passione innata peril simbolismo el'immaginifico, chespesso si estrinsecavaattraverso ilperseguimento dipratiche sicuramente poco ortodosse per ilmondo scientifico ed accademico di allora,come di oggi.

    Pratiche che potremmo definire oscillanti fra

    la medianicit, il sogno lucido, el'evocazione, e che nel 1916 diedero fruttonel libro i Septem Sermones ad Mortuos,stampato e diffuso privatamente da Jung,alla cerchia ristretta di conoscenti. Lo

    stesso studioso narra come tale opera nata di getto, attraverso la scritturaautomatica, in uno stato di trance doveJung si identifica con Basilide. Questo statodi possessione preceduto da fenomeniparanormali che investano la casa e i figli

    dell'analista: presenze spiritiche, trilli dicampanello, sogni inquietanti, che hannoesatto termine, nel momento in cuiBasilide-Jung inizia a scrivere. Facileintravedere in questi fenomeniun'incursione ( evocazione ) nella nostradimensione, di istanze ataviche o di vere epropri fenomeni psichici, o forse pisemplicemente, ma non meno inquietanteper l'uomo razionale, dell'affioramentodell'inconscio, o porzioni inconscie, sulpiano manifesto.

    Senza volere commentare i sette sermoni,che gi varrebbe un lungo lavoro, propongoi passi dove si parla di Abraxas, in modo dameglio chiarire la collocazione di questachimera nel pensiero di Jung-Basilide.

    L'effettivit li unisce. Quindi l'effettivit aldi sopra di loro ed un Dio sopra Dio,

    poich nel suo effetto unisce pienezza evuotezza.Questo un Dio che voi non avete

    conosciuto, perch gli uomini lo hannodimenticato. Noi lo chiamiamo col nome suo

    ABRAXAS. Esso pi indistinto ancora diDio e del demonio.Per distinguere Dio da lui, chiamiamo DioHelios o sole.

    Abraxas effetto. Niente gli sta opposto senon l'ineffettivo; perci la sua naturaeffettiva sidispiega liberamente. L'inefettivo non , enon resiste. Abraxas sta al di sopra del solee al d sopra del demonio. E' probabilit

    improbabile, realt irreale. Se il pleromaavesse un essere, Abraxas sarebbe la suamanifestazione.

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    Il sole ha un effetto definito, e cos pure II

    demonio. E quindi ci appaiono molto pieffettividi Abraxas che indefinito. E' forza, durata,mutamento

    "Ma Abraxas pronuncia la parola santificatae maledetta che vita e morte insieme.

    Abraxas genera verit e menzogna, bene emale, luce e tenebra, nella stessa parola enello stesso atto. Perci Abraxas terribile.E' splendido come il leone nell'attimo in cuiabbatte la preda. E' bello come un giorno di

    primavera. Si, il grande Pan in persona eanche il piccolo. E' Priapo.E' il mostro del mondo sotterraneo, un

    polipo dalle mille braccia, nodo intricato di

    serpenti alati, frenesia. E' l'ermafrodito delprimissimo inizio. E' il signore dei rospi edelle rane che vivono nell'acqua ecalpestano la terra, che cantano in coro amezzogiorno e a mezzanotte. E' la pienezzache si unisce col vuoto. E' il santoaccoppiamento, E' l'amore e il suoassassinio, E' il santo e il suo traditore, E' laluce pi splendente del giorno e la notte pioscura della follia, Vederlo significa cecit,Conoscerlo malattia, Adorarlo morte,Temerlo saggezza, ..." ( C.G. Jung )

    Abraxas il Dio duro a conoscere. Il suopotere il pi grande perch luomo non lovede. Del sole egli vede il summum bonum,

    del demonio linfimum malum; ma diAbraxas la VITA, indefinita sotto tutti gliaspetti, che la madre del bene e delmale.Duplice il potere di Abraxas. Mavoi non lo vedete, perch ai vostri occhi gliopposti in conflitto di questo potere si

    annullanoOgni cosa che chiedetesupplicando al Dio sole genera un atto deldemonio. Ogni cosa che create col Dio soled al demonio il potere di agire. Questo ilterribile Abraxas." .Jung propone quindi un Abraxas come lacausa prima di ogni manifestazione, e alcontempo come materia informe, prima diogni ordine e forma, almeno nel sensopercepito e percepibile dall'umana ragione.Un elemento ( nel senso di elementare edinscindibile ) dove pensiero, volont, e

    oggetto di essi, trovano coesistenza in unacompleta comunione, non spiegabileattraverso altro che simboli.Abraxas, in Jung-Basilide, posto ben oltreil mondo tridimensionale dei fenomeni, esso la radice del tutto, e di ogni dualit, inquanto il tutto altro non che un aspettoscisso o percepito del suo dinamismo.

    Curiosit Templare

    Non sono molti i sigilli templari che sono

    giunti a noi, attraversando le pieghe deltempo. Molti sono stati distrutti, osemplicemente perduti, successivamentealla sospensione dell Ordine da parte delPapa Clemente V.Uno dei sigilli superstiti porta inciso lasagoma di Abraxas, prendendone quindi ilnome, o in alternativa quello di Gemma

    Gnostica.Storicamente

    viene fattorisalire al

    Precettore diFrancia Andrede Coloors,1215 circa,riportante il

    motto:"SECRETUM

    TEMPLI".Il "diognostico" diBasilide lo

    ritroviamo anche sui sigilli appartenuti aLuigi VII, da Margherita di Fiandra, con lafrase incisa Sigillum Secreti, dall daiVescovi di Canterbury e di Chichester, e daaltri prelati. Tutti questi sigilli hanno una

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    collocazione temporale che non pare superii primo due decenni del 1200.Possiamo avanzare due lecite ipotesi,attorno al perch Abraxas apparisse in sigilliufficiali di Vescovi, Arcivescovi, Priori di unordine monastico, e nobili.

    La prima come una certa conoscenzasimbolica gnostica, fosse diffusa in un modomaggiore di quanto solitamente si pensa, ecome anche strati della Chiesa Cattolica,antagonista millenaria dello gnosticismo,fossero permiabili ad essa. Ci non significanecessariamente che vi fosse un corpounico di conoscenza o una elitaria comunitcristiana esoterica, ma solamente cheelementi gnostici decontestualizzati eranoutilizzati da persone che provenivano dauna tradizione ad essi avversa.

    La seconda ipotesi che dobbiamo prenderein considerazione, come una fratellanzagnostica basilidiana fosse presente in taleperiodo, e raccogliesse al suo interno ancheelementi rilevanti della Chiesa Cattolica,indicando come lo gnosticismo siasopravvissuto nei secoli propriooccultandosi nella viva carne del suopersecutore.Oppure che la gnosi lultimo ed estremosegreto, che alcuni occultano attraversolortodossia e i dogmi.

    La pratica con Abraxas, riflessionivolutamente incompiute

    Come colui che si trova all'ombra profondadi una stanza, immerso nella folla, eintravede dai contorni di una porta il filtraredi una luce. Decide di elevarsi e camminaresulla teste urlanti, piuttosto che impegnarsiin spinte, e pressioni.Giunto alla porta, aperta e varcatone ilpasso, si trova in un altro spazio anch'esso

    buio, ma di una luce nera diversa, e vuoto.Fino al giungere estremo di una voce, chelo accompagna la dove dei fenomeni vi laradice, per poi all'improvviso precipitarenuovamente nella prima delle stanze.Interrogandosi se ci che accaduto, siafrutto di pazzia, ma volonteroso l'indomaninotte nell'ora di mezzo, a volgere ancorauna volta il proprio cammino la dove lacoda si confonde con la testa.

    Unonda fredda e scura, che circolarmentespinge ogni cosa verso lesterno, lasciandoaffiorare, dopo una lunga attesa sul bordodel pozzo, delle immagini perse nella fissit.In quanto forse impossibile abbracciare la

    vastit che ci racchiude, senza doverrinunciare completamente ad essere.

    Conclusioni

    Non semplice offrire delle conclusioni

    attorno ad un argomento cos complesso edalle sottili vibrazioni come il simbolismo el'operativit connessa ad Abraxas, e checoncernano ad una realt misterica diquasi duemila anni fa, certamente nonvotata a quella sincretistica universalit chetanto affligge l'esoterismo moderno.

    Per quanto emerso sotto il profilosimbolico, non possiamo soffermarci sucome Abraxas rappresenti un concettoarchetipale, talmente sofisticato e astratto,

    che sembra sfuggire a qualsiasi possibilitdi comunicazione dialettica. Esso raccogliein se la terra e il cielo, il sacro e il profano,l'uomo e il divino, il positivo e il negativo, ilmaschile e il femminile, la materia e loSpirito, levoluzione e l'involuzione. Talicoppie non vivono, e neppure convivono,nella loro separativit, e neppure formanoun equilibrio grottesco, ma bens sonopresenti ad uno stato potenziale, su di unpiano superiore, non legato a fattori comepercezione e cognizione, soggetto ed

    oggetto, ma di totale fusione.

    Ecco quindi Abraxas afferire alla totalit ealla complementarit, di questo mondosuperiore di cause prime, ma anche esserel'artefice delle cause che sul nostro pianoprodurranno effetti. Del resto labestialit/lunarit - umanit -bestialit/solarit ci suggeriscono checogliamo l'una o l'altra solamente per undifetto percettivo-cognitivo, e che talescissione decade nel momento in cui

    abbracciamo la complessa unicit delsimbolo e delluomo.

    Abraxas si colloca quindi prima di ognieffetto, e prima di ogni causa essendo essostesso causa ed oggetto in potenza. Lachiave Abraxas, ci porta a dichiarare cometutto il nostro mondo del fare e del pensare da un lato parziale, e dall'altro latosecondario. Parziale in quanto scissionestatica di un insieme maggiore, particolaseparata da noi stessi di un continuo, chealtro non che uno sviluppo aperto diqualsiasi forma chiusa, e dall'altrosecondario perch frutto di agenti e agiti

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    che si pongono su di un altro pianodell'idea-formazione.

    Volendo identificare Abraxas con questoAltro piano dell'idea-formazione, esso ilnucleo occulto, avvolto dal mondo interiore

    e dal mondo esteriore. Dove in un locusatemporale e multidimensionale, coesistonole infinte volont dell'uomo-dio. Locus danoi solamente percepito nella suaesteriorit, in quanto posto oltre l'abisso e ilsilenzio che separa la nostra comprensione-compressione legata alle quattro dimensionie all'emersione delle idee.Nei fatti ognuno di noi l'espressioneultima di Abraxas, e ogni nostro atto lacreazione o la distruzione di un mondo, chein se non che una delle dimensione finite,

    che compongono le multidimensioni infinite.Non forse ogni nostra azione sul pianomateriale, il frutto di una scelta o nonscelta, di una volont-riflesso su di un pianoemotivo istintuale e\o intellettuale ? Noncomporta essa la creazione di una serie dieventi, e la non creazione su questo pianodi altre serie di eventi ? Che persussistono, coesistono ed insistono nellocus atemporale ove la volont-riflesso stata partorita ?Da Jung-Basilide:

    "In questo mondo l'uomo Abraxas, chegenera o ingoia il suo mondo."

    Esiste un mondo che non si genera e non sidistrugge? Esso Abraxas in quanto ognimondo in esso in potenza, e non innumero. Un Abraxas superiore, svincolatocompletamente da ogni azione e formagrossolana, di cui noi siamo il caducoriflesso, ma non in cielo e neppureallinferno va ricercato, bens in noi stessi.

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    Il Peccato Originale

    " Il serpente era la pi astuta di tutte

    le bestie selvatiche fatte dal SignoreDio. Egli disse alla donna: "E' vero cheDio ha detto: Non dovete mangiare dinessun albero del giardino?". Risposela donna al serpente: "Dei frutti deglialberi del giardino noi possiamomangiare, ma del frutto dell'albero chesta in mezzo al giardino Dio ha detto:Non ne dovete mangiare e non lodovete toccare, altrimenti morirete".Ma il serpente disse alla donna: "Nonmorirete affatto! Anzi ... diventereste

    come Dio, conoscendo il bene e ilmale". Allora la donna ... prese del suofrutto e ne mangi, poi ne diede ancheal marito..."(Genesi 3,1-6)...Il SignoreDio lo scacci dal giardino diEden...Scacci l'uomo e pose ad orientedel giardino di Eden i cherubini e lafiamma della spada folgorante, percustodire la via all'albero della vita.(Genesi 3,23-24)1. IntroduzioneQuesti sono alcuni passi del Libro dellaGenesi, a perenne memoria della causadella caduta dell'uomo, e della sua,conseguente, perdita dello stato divino.Tale rapporto di causa ed effetto, mirabilmente consegnato alla memoria dinoi tutti attraverso gli affreschi della voltadella Cappella Sistina, ad opera diMichelangelo, il quale rappresentacongiuntamente il Peccato originale e lacacciata di Adamo ed Eva dall'Eden,simbolo di divinit preternaturale. Mentrenel racconto della Genesi, questi episodisono divisi, Michelangelo ci offre immediatosimbolo visivo del perch dell'attualeumana condizione. Due momenti, in cuil'albero del bene e del male impassibiletestimone, e il serpente agente dinamico.Un'Eva che raccoglie l'invito del serpente, lapi astuta delle creature, a cibarsi e a farcibare il suo compagno, con il fruttodell'albero proibito, e i nostri progenitori, infuga dall'Eden ricurvi e timorosi dellaminaccia rappresentata dalla spadadell'Arcangelo.La riflessione che porta al dogma del

    peccato originale, nasce dalla constatazionedel male che ha dimora nel mondo, e chenella sua massima e conclusivamanifestazione assume le sembianze della

    morte. "Si deus est, unde malum?" (se c'un Dio, da dove viene il male?), con questeparole Sant'Agostino si interrogava inmerito al male.2. Dottrina Cattolica del Peccato Originale.La Dottrina della Chiesa Cattolica afferma

    che nell'uomo vi la presenza di un peccatooriginale innato, e che esso indipendentedalla volont dell'uomo. Ci significa che ilpeccato originale una qualit di ogniuomo, e rappresenta una frattura, in seinsanabile, fra lo stesso uomo e lacomunione con Dio. Solo attraverso ilbattessimo, in virt di un intervento divino,il Cristo, tale divisione viene sanata, manon per moto esclusivo dell'uomo.Il documento teologico della ChiesaCattolica che riveste maggiore importanza

    attorno alla separazione fra uomo e Dio, il"Decreto sul peccato originale", emanatodal Concilio di Trento (1546). Tale attostabilisce che Adamo ed Eva, a causa delladisubbidienza verso la volont divina,hanno perduto la loro condizione originariadi divinit, e sono stati per questo espulsidall'Eden, e condannati ad una vita cheavr come conclusione la morte. Il peccatooriginale innato, e lo in tutti gli uomini,anche se nati da genitori cristiani,solamente attraverso il battesimo, la

    frattura viene sanata e il peccato orginalerimesso. Ovviamente il Concilio di Trento sipremunisce di classificare come misterodella fede, o eccezione, l'immacolatezza atale marchio da parte della Vergine Maria.Perch esiste il male ? Pu Dio essere lacausa stessa del male ? la dottrina dellaChiesa Cattolica risponde negativametne aquesta domanda, attribuendo all'uomoadamo, il primo uomo, e alla suadisubbidienza verso Dio, la cagione delmale. Male che risulta essere quindi, nelle

    sue varie manifestazioni, frutto del peccatooriginale, che come un seme statodall'uomo piantato nel grembo del mondo.Ancora il peccato originale stato la causadell'allontanamento dell'uomo dalla famigliadivina, e come effetto ha comportato laperdita dei doni preternaturali.Sant'agostino ha sostenuto che l'uomonasce irrimediabilmente corrotto, e chesolamente grazie al sacrifico di Ges l'uomosi redime attraverso l'immersione nell'acquabattesimale, con tale asserzionesant'agostino ha introddo la questione dellapresestinazione, cio il disegno divino,imprescutabile, che permette ad alcuni

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    uomini di rientrare nella figliolanza divina, ene esclude altri.3. Il Peccato Originale e il CalvinismoSe la visione del teologo Sant'Agostino pusembrare marchiata da un profondopessimismo di natura ontologica, Calvino

    riesce nell'improba impresa di condannareancora a pi densa disperazione l'uomo.L'uomo, a causa del peccato originale, inconfutabilmente uno strumento del male,ed incapace di fare il bene, solamente permezzo del dono della Grazia divina, taleinnato stato di cose pu essere cambiato.Quindi ne consegue l'assoluta necessitdell'uomo di abbandonarsi completamentealla fede in un Dio sovrano di tutta l'agiredella vita umana.La base monolitica dellafede del cristiano assicurata dalla

    predestinazione, in virt della quale siraggiunge la certezza della salvezza poichla Grazia, assicurata dall'elezione, si scelti gi prima di nascere, la quale non puessere inficiata da nessun elemento. Segnidella grazia sono una vita, dell'eletto, giustae fortunata, e la volont di partecipazionealla cena, unico sacramento che Calvinoindica oltre al battesimo. La chiesastruttura, sotto la guida di un corpo diministri vista come una necessitfinalizzata alla preservazione

    dell'insegnamento della scrittura.4. Il Peccato Originale nello GnosticismoE' utile premessa dichiarare che il mito delpeccato originale, nella visione gnostica nonassume l'importanza riconosciuta all'internodella speculazione cattolica. Una rilevanzatale, quella cattolica, da giustificare conesso la venuta di Ges Cristo, il Salvatore.Anzi utile osservare come la dottrina delpeccato originale, cos come sopraespressa, di fatto riconduce il cristianesimocattolico nell'alveo del giudaismo. Esssendo,

    tale dottrina, il vero fulcro chenecessariamente giustifica il cristianesimocome continuazione e superamento delgiudaismo, e il giudaismo come radice delcristianesimo: Il Cristo giunto fra noi perricondurci nella figliolanza divina.Le scuole di pensiero gnostico, non avendonessun pedaggio culturale, politico, ereligioso da pagare verso il giudaismo,hanno pi arditamente spostato l'attenzionesulla caduta adamitica nel suo complesso, enon centralizzando, in tale drammaticoaffresco, il peccato in quanto tale:riconducendolo, ad una sfera di concausa, odi effetto traslato di altro drammaprecosmico.

    Alla domanda del perch del peccato inquesto mondo. Gli gnostici, radicalizzando ilproblema, sostengono che tutto il mondo malvagio, ed essendo il creato frutto di unpotere creativo, anche esso deve esserecomunque corrotto, e lo pu essere

    solamente perch l'agente che plasma ilcosmo ignorante. Ecco quindi il mito delDemiurgo, di un dio minore, cieco, malato efolle, che da vita alle cose tutte, e all'uomostesso. Un Demiurgo che assume il nome diJaldabaoth, dai lineamenti stravolti, fruttodel mal riposto amore verso il Padre daparte dell'eone Sophia ( riconducendo cos ilproblema all'interno del Pleroma ).Adamo, come la creazione, il figlio delricordo di Jaldabaoth, di un mondosuperiore in cui dimorava, quando ancora

    era "in parte Sophia". E' infatti benesottolineare il carattere pneumatico degliattori superiori di questo dramma, e comeJaldabaoth, rappresenti una promanazionepneumatica di Sophia, come la stessa lo del Padre del Silenzio e dell'Abisso.Promanazioni, che nel susseguirsi, che nelmanifestarsi le une dalle altre,invariabilmente si corrompono, perdendol'attinenza con l'Origine non manifesta.Ma come ricondurre tale visione al mitodell'Eden ? L'Eden la riproposizione

    parziale, del Pleroma, dove l'uomo ilcorrispettivo dell'eone superiore, come ilDemiurgo lo del Padre del Silenzio edell'Abisso. Il tutto assume quindi lesembianze di una recita teatrale, dove ipersonaggi sono parodie ed epigoni, diesseri dotati di una integrat pneumaticasuperiore. Fino a giungere alla liberazioneda parte del serpente, che infrange il sognocrepuscolare, in cui l'uomo illuso dagliArconti ( le potenze dominatrici di questopiano della manifestazione ). Un completo

    rovesciamento dei ruoli, attraversol'individuazione nel Dio dell'AnticoTestamento, di Satana stesso, e nelserpente il principio di riflessione. Menzionemerita anche il ruolo giocato dalla figura delCristo nella visione gnostica. Cherappresenta un'entit perfettamentepneumatica non confondibile con Ges dicui l'essere intimo ( o meglio lacristificazione di Ges ). Risulta quindiestraneo al marchio dal peccato originale,ponendolo automaticamente nellafigliolanza divina, e non frutto del corrotto emalato mondo umano, e soggetto al poteredella natura, dell'ignoranza, della materia:del Signore di questo mondo. Possiamo

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    vedere in tale rappresentazione del Cristol'incarnazione, nel mondo degli uomini,dell'Idea Pura platonica, che il modello, ilponte teso fra questo mondo, Edencompreso, dove l'uomo prigioniero, e ilmondo divino.

    5. ConclusioniAbbiamo visto come nella teologia dellaChiesa Cattolica il peccato originale,esprime linnato stato di tutti gli esseriumani dalla Caduta in poi, ed quindiqualit intrinseca dell'essere uomo. Talerottura fra il Dio Creatore e gli uomini, stata, potenzialmente sanata, attraverso ilsacrificio di Ges Cristo, in virt della suamorte in Croce. Ges nato da donna, , nelsimbolismo cattolico, rinnovato viatico checonduce i figli degli uomini al Padre Celeste.

    Non mi dilungher nella discussione sucome il dogma del peccato originale, cosforumulato dalla Chiesa Cattolica, di fattocrea l'esclusivit dell'essere cristiano"battezzato" ( iniziazione fisica ) perl'ammessione alla reintegrazione nelParadiso. E neppure sul valore "magico" difatto riconosciuto all'acqua battesimale; chein virt delle consacrazione subisce latransunstazione, come l'ostia e il vino,capace di mutare qualitativamente, ilbattezzato a posteriori. Ma non questa la

    sede per tali interessanti approfondimenti,mentre vorrei concentrarmi sul raccontobiblico.Da esso emerge chiaramente che il peccatooriginale fu una disubbidienza di Adamo e diEva, ad un precetto divino, ma chel'istigatore era gi presente nell'Eden:questo il serpente, la pi astuta dellecreature, e quindi anche dell'uomo stesso,che gi dimorava in quel creato diperfezione. Quindi alla domanda diSant'Agostino "Si deus est, unde malum?",

    non possiamo rispondere come Milton che ilbene e il male sono stati portati dall'uomonella creazione. In quanto essi, in seme,erano gi espressi all'interno dell'Eden,l'Eden stesso una creazione di unapotenza superiore, alla stessa stregua diAdamo, Eva, e il serpente.Quindi la cagione prima del PeccatoOriginale, la causa prima di ogni cosa: Diostesso. Poco importa l'atto finale dell'uomo,poco importa l'istigazione del serpente ( che agente funzionale ad unarappresentazione gi scritta in precedenza), poco importa anche la presenza o menodi un Demiurgo. Il dramma stesso hacollocazione precedente all'Eden, in quanto

    necessario discriminare fra causa edeffetto. Come il peccato originale causa dicaduta, esso effetto della disubbidienzadell'uomo ad un preciso volere, che a suavolta effetto di due concause l'istigazionedel serpente, e la curiosit di Adamo ed Eva

    ( o forse sarebbe meglio dire la loroinsoddisfazione ? ). Se tutto ci veroallora la causa prima va ricercata altrove, esenza mascherarci dietro il libero arbitriodell'uomo, che in quanto tale statodimostrato solamente nell'atto di mangiareil frutto proibito, e che anzi cos sostenendo si caratterizzo come la scelta didisubbidire alle regole divine.Per assurdo possiamo sostenere che per unuomo che si interroga sul divino, il peccato la causa necessaria del massimo bene: la

    Conoscenza. In quanto attraverso ilpeccare, e la riflessione che ad essonecessariamente deve seguire, chepossiamo riconoscere Dio. Il peccato rompeuna struttura statica, cristallizzata,determinando un caos che prevalentementeporta i molti a perdersi in una spiralediscendente, ma anche alcuni, in grado diriflettere, di comprendere, di analizzare, arisalire verso una condizione spiritualmentepi elevata della precedente. Se il peccare il contravvenire alle regole cosmiche o

    divine, ogni gnostico un GrandePeccatore. Pecchiamo quindi contro natura,disubbidento agli agiti psicologici e biologiciche ci determinano. Un peccare il nostroche quindi deve essere non sul non fare, osul fare, ma su come e il perch fare o nonfare.Ne discende quindi che ll vero peccare lavolont umana di testimoniare l'uomostesso, in coformit alle regole/agiti dellamanifestazione che a sua volta effetto diun ordine superiore, gi in se corrotto, da

    cui immancabilmente ci allontaniamo perogni atto, che non sia preceduto daconsapevolezza intima. L'uomo percepiscela capacit creativa del divino, e la traducenel fare. Ma il corrispondere del fareumano, al pensare umano, e all'esseremanifesto divino inficiato dall'immagineerronea che l'uomo stesso ha in realzione atutti gli altri termini dell'insieme in oggetto,a cuasa della mancanza di una qualitomnicomprensiva della cognizione umana.Da cui discende l'errare, il peccare, ladifformit volontaria o meno al fulcroFondante della manifestazione: cacciandoAdamo ed Eva dal paradiso terrestre Diodisse ad Eva "E tu genererai tra i tormenti".

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    E solo superati i tormenti, l'uomo potr costendere al divino perduto, ma per ottenereci necessario peccare contro l'IdealeFondante dell'attuale manifestazione, fruttocommisto di un incerto ordine divino edell'umano agire, discendendo fino nel

    cuore nero di quel luogo chiamato Inferno,comprendendo cos quanto caduco eillusorio questo nostro mondo, oppureperdendosi per sempre."7)...la materia sar distrutta, oppure no? IlSalvatore disse: Tutte le nature, tutte leformazioni, tutte le creazioni sussistonoluna nellaltra e luna con laltra, e sarannonuovamente dissolte nelle proprie radici.Poich la natura della materia si dissolvesoltanto nelle (radici) della sua natura. Chiha orecchie da intendere, intenda . (

    vangelo di Maria )BibliografiaIl Peccato Originale ( Antropologia Cristiana)Decreto sul peccato originale (Concilio diTrento 1546)GenesiIside Svelata ( edizioni Astrolabio )La Gnosi e il Mondo ( edizioni Tea )Gli Gnostici (edizioni Paoline )Lo Gnosticismo ( edizioni Sei )Il Vangelo di Maria

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    ABRAXAS IL SIMBOLO

    Premessa

    In un lavoro precedente(Abraxas apparso nelnumero 15 di Lex Aurea),ho affrontato lorigine delmito di Abraxas, la suanascita in ambito

    esclusivamentealessandrino, e comequesta divinit gnostica,

    la cui conoscenza era ristretta ad un piccologruppo iniziatico, riuscita a preservarsi

    nel corso dei secoli, affiorando a pi ripresenella tumultuosa storia dell'esoterismooccidentale. Non quindi intenzione diquesto lavoro ripercorrere le linee guida chesono alla base della storia di Abraxas, bensquello di approfondirne lo studio simbolico.

    La domanda

    Il presente lavoro nasce in realt da unadomanda, o meglio una constatazione, diun mio corrispondente. Osservando unaraffigurazione di Abraxas ebbe a dire:" Iserpenti al posto delle gambe, noninfondono un senso di stabilit alla figura" .Il tono di voce rivelava un misto diammirazione e di sconcerto, innanzi aquesta figura cos contraddittoria, edavvolta dai veli del mistero e del tempo.Posso ben comprendere lo sgomento dicolui che poco avvezzo allo gnosticismo si

    trova davantiAbraxas,

    un'immagineapparentemente

    composita, chesfida e rompe larazionalit e lalogica di cui siamo

    forgiati.Apparentemente

    composita, dicevo,in quanto in realtAbraxas sviluppa

    uninquietantearmonia, dove i

    singoli elementi, secolti nell'insieme,non presentano

    nessun punto di frattura, se non nella

    mente di chi osserva.... Ed sicuramentequesto l'effetto simbolico ricercato:silenziare tramite l'orrore e l'assurdo lasfera logica-dialettica, in modo che altrotipo di funzione e processo percettivo-cognitivo possa emergere.

    Approfondimento simbolico

    L'impatto visivo di Abraxas assurdo. Dueserpenti in movimento reggono un tronco diuomo avvolto in una corazza, le bracciaagitano uno scudo e una frusta, mentre unatesta di gallo sembra sfidare il mondointero.La storia del simbolo ha definito taliimmagini chimere, composizioni fantasiosee perverse che creano uno stato di disagio

    in chi le osserva, quasi una sorta disovvertimento dell'ordine del reale. Ed infatti dall'irreale, dalla terra che sta oltre leforme che affiorano Abraxas, la Chimera,la Melusiana, l'Ippogrifo, il Pegaso, e glialtri "capricci" della storia metafisicaumana. Dobbiamo per immediatamenteprecisare la definizione di irreale, in questocontesto, ha solamente il valore di nontangibilit, o in altre parole di non sensibileo sensoriale effetto, visto che comunque lanostra mente, il nostro cuore, e anche le

    nostre viscere ne sono inesorabilmentecolpite. E' su questo "colpo effettivo" chetutto il lavoro sui simboli trova fulcro eragione. Il simbolo, qui non mi dilungher, energia concentrata nel minor segno,come la parola di potere (mantra) lamaggior energia concentrata nel minorsuono.In Abraxas abbiamo simbolo e parola dipotere, coese e indissolubili.

    Abraxas ci

    appare comefluttuante,mentre si

    erge,minaccioso,

    su dueserpenti.

    Come possibiletrovare

    slancio, forzae possanza

    ergendosisenza l'ausilio

    di gambe o zampe ? Sono infatti le gambeil perno attraverso il quale l'uomo si eleva

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    dalla polvere, ed sempre attraverso legambe che l'uomo trova movimento eretto( il potere di vincere la forza della terra, lacapacit di elevarsi verso il cielo ).Il serpente simbolo iniziatico universale.Lo ricordiamo nella tradizione orientale ad

    indicare i cicli della manifestazione, el'energia vitale dell'uomo, come in quellaegiziana emblema della regalit e delpotere, in numerosi culti comemanifestazione dell'energia sessuale.Annotiamo anche come nell'antichit erasimbolo sia della Saggezza che proviene daldivino, sia come il sottile male che pucogliere improvvisamente. In Abraxassembra accogliere, nella sua volutaindeterminatezza, tutti questi significatiaggiungendovi quello della conoscenza, che

    in ambito gnostico deriva dal serpente"liberatore" dell'uomo dalla schiavit delEden.

    Indubbiamente in ambito gnostico,l'immaginario del serpente si legaprincipalmente a questi passi della genesi:

    Genesi 3:1Il serpente era la pi astuta ditutte le bestie selvatiche fatte dal SignoreDio. Egli disse alla donna: vero che Dioha detto: Non dovete mangiare di nessun

    albero del giardino?.Genesi 3:2 Rispose la donna al serpente:Dei frutti degli alberi del giardino noipossiamo mangiare,Genesi 3:4Ma il serpente disse alla donna:Non morirete affatto!Genesi 3:13 Il Signore Dio disse alladonna: Che hai fatto?. Rispose la donna:Il serpente mi ha ingannata e io homangiato.Genesi 3:14 Allora il Signore Dio disse alserpente:

    Poich tu hai fatto questo, sii tu maledettopi di tutto il bestiame e pi di tutte lebestie selvatiche; sul tuo ventrecamminerai e polvere mangerai per tutti igiorni della tua vita.

    In numerose scuole gnostiche, ed Abraxasnon finiremo mai di ricordarlo afferisce atale patrimonio iniziatico, abbiamo unrovesciamento della gerarchia dei "valoricosmogonici, morali e sociali".Rovesciamento determinato dallaconvenzione che la manifestazione tutta,sia null'altro che un errore ad opera di unapotenza intermedia ( Il demiurgo

    identificato nel Dio dell'Antico Testamento), ed quindi dal serpente, che si ponearrotolato all'Albero della Vita fra Adamo edEva, che trova inizio e fine la liberacondizione umana nella speculazionegnostica.

    Quindi se nella nascente teologica cristiana-romana e cristiana-ellenica, legata adogmatismi e alla sfera della legge, ilserpente viene legato indissolubilmente almaligno tentatore dell'ordine edenico, trovacollocazione nell'immaginario gnostico comesalvatore dell'uomo dalla prigioniademiurgica.Non forse il serpente la pi infida dellecreature, in virt del suo strano muoversi,del suo essere privo di zampe, dei suoimovimenti repentini, del freddo del suo

    corpo, e del pericolo mortale del veleno ? Ilserpente da sempre un animale legatoalla notte e alla terra, un animale cheincute maggior timore di qualsiasi altro, inquanto incarna la diversit dall'uomo e dalregno animale. Sulla terra striscia e sinasconde, ed durante la notte, mentredormiamo, che maggiormente temiamo lasua aggressione. In ambito magico la formaserpente rappresenta un'ente che provieneda un altro piano manifestativo, portatoredi una velenosa conoscenza, che "uccide"

    l'indegno, l'impuro, ed elargisce dono-potere al meritevole.Nella cosmogonia egizia il serpente coluiche striscia fuori da Nu ( l'Abisso egizio ),cristallizzandosi nella Monade Solare, da cuitutto ebbe inizio. Il serpente quindiun'intelligenza che proviene da "altro", daun non luogo, in quanto non posto suquesto piano fenometico. Un'intelligenzaistintiva, non mediata da nessuna ragione oremora, volta a creare o distruggere senzacompromesso: rappresentando al contempo

    sia la Bestia, sia la la conoscenza dellaBestia.

    Il tronco umano avvolto in unacorazza, posto fra iserpenti e il gallosembra comesperduto. Essa unsimbolo di guerra e di

    protezione. Essaavvolge il corpo delsoldato, donando

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    sicurezza, e permettendo che ogni fibra delsuo essere sia protesa a colpirel'avversario. Indubbiamente la corazza,unita allo scudo e all'arco o alla frusta ( chespesso accompagnano Abraxas, comesimboli di potere effettivo e personale ),

    richiama ad una lotta in corso o avvenire. E'Abraxas un simbolo di movimento dicambiamento, di effetto non mediato dacausa precedente, ed quindi effetto ecausa, e come senza ipocrisia sappiamoogni cambiamento un atto di volont, cherompe una quiete precedente. Questo cisuggerisce Abraxas, questo e non solo.Sorge adesso la lecita domanda di qualevolont stiamo parlando, e la risposta varicercata nel cuore, in questo muscoloinvolontario da sempre indicato come fulcro

    della vita fisica e spirituale dell'uomo, sededell'anima: del vettore attraverso il qualemuoverci fra i piani grossolani e sottile. Iserpenti, duplici, al plesso solare, il troncoumano e larmatura al plesso cardiaco,mentre la testa di gallo nella zonaintracigliare. Come ad indicare chiaramenteche la le armi ( scudo e flagello ) devonoessere sorrette dalla forza atavica delserpente, dal pensiero superiore del gallo edalla volont pura del cuore: dalla purezzache in esso alberga e da esso si manifesta.

    I due serpenti contrapposti, che tirano lafigura in due direzioni opposte, sono sisimbolo di movimento, ma potenziale, ed quindi solamente dalle braccia e dagliutensili che sollevano le uniche possibilit disicura azione. E' nel cuore ci che in alto (intelletto ) e ci che in basso ( atavismo), che avviene la sintesi suprema. Unapparato che deve essere protetto da ogniintromissione, da ogni intrusione esterna edestrema. L'armatura isola il guerriero dalmondo esterno, preservando gli organi dai

    colpi, quindi il simbolo dell'armatura indicala capacit di isolamento e preservazionespirituale dalla caducit delle cose. Alcontempo il sostituire alla carne ( in se eper se caduca ), lo scintillante metallo, indicativo di una , in una fulgente edimmodificabile spiritualizzazione dellastessa. Quindi questo tronco, avvolto in unacorazza, non il tronco dell'uomo avvoltonelle luci e nelle tenebre del creato, madell'uomo antico, imperituro e inattaccabile.Non siamo quindi posti, noi, sulla vetta diun'evoluzione, ma nella fase discendente diun'involuzione spirituale, o nella miglioredelle ipotesi alcuni stanno lentamenterialzando lo sguardo verso il cielo.

    Come testa un gallo, ad indicare quindil'origine e la valenza solare della sede delpensiero e dell'intelletto. Il Gallo all'alba delchiaror di luce, canta annunziando allementi, ai cuori e alle anime ancora avvolte

    nel sudario della notte dell'ignoranza, ilsorgere del Sole ad Oriente. Ed innanzi atale astro luminoso che nessuna ombrapotr dilatare, confondere, sfumare ci chesi , o ci che potevamo essere. Il Gallo un testimone che avverte delsopraggiungere dell'inevitabile, offrendo unultimo momento ( ma quanto pu durareun momento ? ) per il catarchico

    cambiamento.E' il gallo un incompiuto, unuccello che ha perso l'attitudine

    al volo, sospeso fra la terra chelo trattiene a se, e il cielo che lorichiama a se. Testimone di ci

    che era, di ci che passa, e di ci chegiunge al levarsi del Sole: di una rinascitaspirituale attraverso l'azione e l'eserciziodell'attenzione.Ricordiamo Platone nel Timeo:" La Testaumana l'immagine del mondo". Ci a mioavviso, in quanto nella testa, nel locuspsichico, che possibile racchiuderel'universo interno, e le varie oscillazioni

    dello stesso. Nei fatti la testa magica, laluce astrale, non si deve disperderenell'infinito, ma raccogliere ( per quantoimpossibile sotto il profilo logico ), l'infinitoin essa.Lo gnosticismo alessandrino, colto ecomplesso rispetto a quello di matriceiranica ( poetico ), si propone spesso conprecise e ardite costruzioni cosmogoniche,dando l'illusione al lettore, al profano, dipoter quasi con la logica, e la meraenumerazione, di poter cogliere il mistero

    divino (che poi specchio del misterodell'uomo), illudendolo di essere giunto allasoglia del Temp(i)o . Appena per il profano giunto quasi a sfiorare i lembi della vestedivina, viene frustrato e abbattuto,attraverso il monito che l'Ineffabile avvolto dal Silenzio e dall'Abisso ( il Silenziodella Mente, l'Abisso che separa il consciodall'inconscio). Quasi a suggerire nei fattiche quindi necessario un balzo, unmostruoso perdersi della nostra dimensioneumana, legata a pesi e misure ( tantoindicativi della degenerescenza spirituale,se rinvenuti in ambito esoterico ).Ecco quindi la testa di gallo, comemostruosa abdicazione finale della ragione,

  • 5/26/2018 Abraxas 0

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    a favore del potere dell'immaginazione, nonquindi una testa di Mostro, ma una Testacentro di emanazione, del fulcro dellacapacit di essere Altro.

    Conclusioni

    Ecco quindi Abraxas che appare comecomposizione, non mediata, non diluita,manifesta in tutta la sua potenza dellaTriade che compone l'Ente Superiore, a cuil'uomo gnostico proteso. I serpenti (due,in quanto il serpente vita e morte, ineterno divenire nel suo ipnotico movimento) al plesso solare, ad indicare la potenzatellurica degli atavismi. La corazza, lo scudoe le armi, al plesso cardiaco, indicando la

    protezione e la volont, insite nel cuore,come espressione dell'azione creativa. Ilgallo nella z