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Giornalino di Luglio 2013

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AGAPE

GIORNALINO A CURA DEI GIOVANI DELL’ORATORIO

ASSOCIAZIONE “DON BOSCO”

ANNO 3 N°4 (LUGLIO 2013)

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torneo di calcetto. Il progetto è stato ideato ad ottobre 2012 ed è partito a novembre, quando c’è stata la prima par-tita. Il torneo si è concluso a Giugno con la finale. Al torneo di calcetto la nostra associa-zione ha partecipato con sei squadre.

A conclusione del torneo di calcetto le premiazioni sono avvenute presso i locali della Parrocchia della “Sacra Fami-glia” e il parroco Don Michele NASUTI ha premiato perso-nalmente i ragazzi che hanno partecipato al torneo. Prima della premiazione Don Miche-le ricordava a tutti che il gioco realizza ciò che Dio vuole perché crea comunione e amore fraterno.

La nostra gioia in tutto questo è stata il vedere gioca-re in tutto il torneo ragazzi che non sempre hanno questa possibilità, e di vedere ragazzi che tramite il torneo sono ri-masti legati alla nostra Associazione.

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GESU’ CONFIDO IN TE

Il giorno del Corpus Domini, nella nostra città si è svolta una processione cittadina per portare il Corpo di Cristo in mezzo alle nostre strade, af-finché ogni credente potesse adorare Gesù Eucarestia. Il sensosenso è che Gesù esce dal ta-bernacolo per andare incontro a ciascuno di noi ed infiamma-re il nostro cuore attraverso il suo grande ed immenso amore.

Il quel medesimo giorno, dopo la celebrazione della Santa Messa, celebrata da mons. Michele Castoro (il nostro vescovo), noi ragazzi dell’oratorio abbiamo accom-pagnato in processione gli amiciamici dell’U.A.L.. Guardando il corpo eucaristico di Gesù e poi il volto dei nostri fratelli ammalati si notava una forte somiglianza, perché in ogni singolo ammalato c’è Cristo due volte.Gesù, prigioniero d’amore nel tabernacolo è lì che ci aspetta ogni giorno per passa-re un po’ di tempo in ogni sua compagnia e per alleviarci dalle sofferenze di questo mondo.

Nel giorno del Corpus Domini viene portato in pro-cessione per attirare a sè ogni cristiano, non perché Lui ha bi-sogno di noi, ma perché noi abbiamo bisogno del suo amore e della sua misericordia.“O Gesù Misericordiosissi-mo, la tua bontà è infinita e le ricchezze delle tue grazie sono inesauribili.Confido totalmente nella tua misericordia che supera ogni

tua opera. A te dono tutto me stesso senza riserve per poter in tal modo vivere e tendere alla perfezione cristiana.DesideroDesidero adorare ed esalta-re la tua misericordia com-piendo opere di misericordia sia verso il corpo sia verso lo spirito, cercando soprattutto di ottenere la conversione dei peccati e portando consolazione a chi ne ha bisogno, dunque agli ammalati e agli af-flitti. Custodiscimi o Gesù, poiché appartengo solo a te e alla tua gloria. La paura che mi assale quando prendo co-scienza della mia debolezza è vinta dalla mia immensa fidu-cia nella misericordia.Possano tutti gli uomini co-noscere in tempo l’infinita pro-fondità della tua misericordia, abbiamo fiducia in essa e la lodino in eterno. Amen”A devozione del Sac. Pa-squale LEVA

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La scelta! NoiNoi cristiani siamo stati molto abili nell’escogitare delle “scappatoie” da Gesù, cioè abbiamo elaborato delle strade per continuare a dirci cristiani senza scomodarci troppo per esser-lo realmente.In occasione della festività del “Sacro Cuore di Gesù” abbiamo invi-tato presso la nostra Associazione Padre Maurizio PLACENTINO, frate cappuccino del convento di San Marco La Catola (a servizio dei gio-vani e di coloro che compiono un cammino vocazionale) il quale con diversi videoclip musicali, ci ha aiu-tato a capire l’importanza di fare delle scelte nella vita. A volte pos-siamo rimandarle ma arriva sempre il momento di decidere. Però non bi-sogna mai giudicare le scelte che fanno gli altri perché ognuno ha i suoi obiettivi, ciò che per me può essere un errore per l’altro invece è la felicità.

La responsabilità delle scelte di vita che si fanno quando si è adole-scenti e/o giovani possono avere ri-svolti positivi e/o negativi, questo

sarà poi il tempo a stabilirlo. NelNel quotidiano, poi, possiamo notare come l’uomo si trovi d’avanti ad un dover scegliere sempre, anche nelle cose più futili e come ogni scelta ne condiziona un’altra.

NelNel cuore dei giovani però alberga una grande confusione perché pur facendo delle scelte hanno la sen-sazione di non fare mai quella giusta. Ma se ogni scelta ha questa importanza e questo potere, cioè di far derivare altre scelte e quindi tutto ilil susseguirsi della vita stessa, sa-rebbe bene cogliere qual è la scelta fondamentale o principale, la quale ci assicurerà una vita di successo, una "buona condotta di vita"?In questo ci aiuta un grande uomo che non si lasciò distrarre dal mondo, non si lasciò condizionare dal potere del denaro, non si lasciò persuadere dalle condotte malvagie e perverse del tempo. Un uomo che dal suo nascere fino al suo morire la suasua scelta fu unica e per essa morì e per essa decise di spogliarsi della sua vera natura, quella divina, le sue ricchezze, diventando del tutto simile a noi. Per questo al suo fianco l’ultimo diventava il primo, il povero si sentiva ricco, il malato amava la suasua malattia e guariva amandola. I piccoli diventavano grandi nell’ amore e il duro di cuore ardente nella carità e tante e innumerevoli furono le sue opere. Ma una fu la sua scelta dalla quale derivavano, quella di ascoltare e vivere la Parola didi Dio Padre, quest’uomo si chiama Gesù il Cristo e con Lui l’uomo capi-sce la sua vera natura, quella di essere figlio di Dio, amato. Tanti uomini rimasero feriti dall’amore di Cristo e così si svilupparono i cri-stiani, coloro che decisero fino al dono della vita di imitare Cristo, per essere un altro Lui. Da queste testi-monianze, noi oggi comprendiamo quanto, quella di Gesù, sia stata una vera scelta e gli eventi dei tempi futuri, confermeranno l’ approvazio-ne di Dio Padre.Quindi possiamo affermare che Dio ci dice che la vera scelta da

VUOI VIVERE? SCEGLI!Gesù ti ama

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compiere nella vita è quella pronun-ciata da Lui nella Trasfigurazione di Gesù sul Monte Tabor: "...ascoltate-lo!" che possiamo interpretare con "Imitatelo, sceglietelo,...". E noi fi-nalmente sappiamo cosa scegliere innanzitutto: Gesù Cristo e in lui vivere da figli del Padre.Noi abbiamo preso il nome di Cri-stiani perché amiamo scegliere in ogni attimo, in ogni circostanza della vita la Parola di Gesù. Ma a noi gio-vani capita spesso di pensare a tante scelte da fare e non siamo pre-occupati se abbiamo scelto o meno di essere cristiani. Ci viene più facile lasciarci trasportare dalle varie di-strazioni di questo mondo, sempre uguali, come al tempo degli apostoli, facendoci vivere emozioni passeg-gere che in se conservano il loro unico fine, quello di allontanare da Dio.Sarebbe utile porci questa do-manda: Come facciamo a portare i giovani nel presente e nel futuro delle loro responsabilità da prende-re, se non sempre siamo capaci di educarli a scoprire ciò che sono d'a-vanti a Dio? I nostri giovani cadono in confusione d’avanti al tema della scelta vocazionale, ma il problema è, che non si può parlare di vita con-sacrata o di vita matrimoniale se prima non si decide di essere cristia-ni davvero.Per un giovane è importante sapere che ha tutta una vita davanti, una vita ricca di scelte, di avventure da vivere, di occasioni dove osare ma che sarà sicuramente una vita influenzata dalle scelte che pian piano andrà a fare. E comunque, bellobello è non dividere la vita in varie scelte ma è bello offrirla per una scelta che diventerà la madre delle nostre tanta scelte. L'incontro con Padre Maurizio si è concluso con la testimonianza di un giovane dell'Oratorio, il quale ha an-nunciato il suo profondo desiderio di affidarsi ai Frati Cappuccini per un tempo di verifica vocazionale. Ancora oggi ci sono giovani che de-siderano scegliere ciò che Dio vuole per loro, perché li è la vera gioia.

VUOI VIVERE? SCEGLI!Gesù ti ama

RINGRAZIAMENTO A DIO

NNella società di oggi ci ritro-viamo sempre a chiedere a DIO di assecondare i nostri bisogni, come se fosse una macchina dei desideri. Non consideriamo invece che è nostro Padre e come un padre che ci vuole bene cici dà tutto quello di cui abbiamo bisogno, senza chiedere nulla in cambio e noi non lo ringraziamo mai.Con questo mio articolo vorrei fare io un regalo a DIO ringra-ziandolo del tanto bene che mi ha dato: • grazie Padre per avermi ac-cettato cosi come sono, un grande peccatore pieno di tanti difetti; • grazie Padre perché mi fai stare sempre bene e nei momenti di difficoltà non mi abbandoni mai; •• grazie Padre perché mi fai co-noscere delle persone che mi vo-gliono bene e che non mi abban-doneranno mai, anzi molte volte sono io che penso male di loro; • grazie Padre di averci dato un educatore che ci vuole bene come un pastore vuole bene alle sue pecore, e non abbandona mai il suo gregge;• grazie Padre per avermi dato una famiglia che mi vuole bene;•• grazie Padre per avermi donato la vita;• grazie Padre per avermi per-donato tutte le volte che ti ho tra-dito facendo il male a un mio fra-tello.

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GIORNATA DI RITIRO

SPIRITUALEIl giorno 9 giugno, alle ore 08,00, dopo la recita delle “Lodi mattutine” ci siamo recati a San Giovanni Rotondo, presso il Monastero della Re-surrezione delle Clarisse Cap-puccini per una pausa di preghiera e di riflessione perso-nale in un ambiente di serenità e silenzio. Il ritiro spirituale è isolarsi dalle occupazioni quotidiane per fare spazio al silenzio e nel silenzio incontrare Dio attra-verso l’ascolto della Parola, le meditazioni guidate e l’esame della propria vita e delle pro-prie relazioni con Dio.Il programma è stato curato, con molto entusiasmo, da alcuni ragazzi dell’oratorio, i quali hanno stilato un pro-gramma e pianificato l’incontro con Don Walter, un Sacerdote di Bergamo, Missionario nel Sud-America,Sud-America, sul tema “ESSERE MISSIONARI OGGI”.Dopo l’accoglienza ci siamo recati in Chiesa per la celebra-zione della Santa Messa. L’omelia di Don Walter è stata molto profonda, ha parlato della “Compassione di Dio”. Il sacerdote ha spiegato che la compassionecompassione di Dio non è

quella degli uomini perché Egli, Dio, facendosi uomo, entra nella sofferenza dell’umanità, la fa propria, la assume su di se, se ne fa carico. DuranteDurante la Santa Messa le suore intonavano i canti e no-nostante erano tante sembra-va cantasse una sola, talmen-te erano armoniche le loro voci.Dopo la Santa Messa, un momento di convivialità in cui le suore ci hanno offerto la co-lazione e subito dopo l’incontro con Don Walter sul tema “ESSERE MISSIONARI OGGI”. Finito il bellissimo incontro con Padre Walter, salutiamo la Madre Badessa Veronica, che ci ha accolti nel monastero con tanto calore.LaLa particolarità delle Clarisse dell’ordine Monastico Clau-strale, è che durante la giorna-ta si dedicano principalmente alla preghiera contemplativa.Nel pomeriggio ci siamo recati al santuario di Padre Pio per fare deserto d’avanti al Ta-bernacolo e successivamente una preghiera davanti alla sua tomba.Un santo che ha passato la sua vita in contemplazione, preghiera, silenzio e obbe-dienza.Un santo che si è abbassato al DIO della vita, nella fatica quotidiana di una fede che si interroga, cerca, si affida, sarà donata l’esperienza profonda e piena della pace di DIO.

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La vita in oratorio è un gioco di squadra dove tutti gli animatori operano in armonia con le finalità dell’oratorio, sicuri che gli obiettivi che si vogliono raggiungere dipen-dono dal loro impegno.Questo significa lavorare in-sieme, in un rapporto armoni-co, equilibrato e di vera amici-zia. Nel gioco di squadra assume particolare importan-za il ruolo della guida che da continue disposizioni. Parlare spesso ai membri della squa-dra (animatori e a tutti i ragaz-zi dell’oratorio) diventa la linfa vitale del gruppo. Sapere che si può contare al 100% su chi guida la squadra è alla base di ogni grande ri-sultato. Contare su chi guida la squadra, significa ascoltare attentamente ciò che egli dice. Ascoltare attentamente significa capire le convinzioni e i valori che trasmette ed è molto importante osservare cheche il suo linguaggio non sia solo verbale.(esempio di vita).La caratteristica che con-traddistingue ogni componen-te della squadra è la disponi-bilità e l’impegno che assume nei confronti degli altri. Ed è proprio questa disponibilità e impegno che dimostra fattivamente che le altre persone sono importanti. Il gruppo cresce anche grazie alla capacità di ogni singolo componente di offrire il proprio contributo morale, sociale e spirituale. Chi svi-luppa un livello di pensiero più alto, ha il compito di trasmet-

terlo all’altro e così contribu-isce alla sua crescita, al fine di farlo diventare un buon cri-stiano che come dice San Giovanni Bosco: “ogni buon cristiano è innanzitutto un buon cittadino”.Le caratteristiche che una buona guida (educatore) deve avere sono:riuscireriuscire a vedere sempre i lati positivi dei ragazzi e tirarli fuori, essere costante e pa-ziente, essere ottimista, cre-dere che ragazzi irrecuperabi-li non esistono. Inoltre, che vita sarebbe in oratorio se non ci fosse spazio per il divertimento, il canto, il sorriso, l’energia po-sitiva? L’allegria, le feste, le uscite di gruppo fanno da cor-nice alla vita di oratorio.

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