25384014 la barriera magnetica g b ferlini

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    BDlZIONI MBDITERRANEB - RONAVia Flamini., 158

    Copyright 19R6 by Edizioni Mediterranee - Via Flaminia, 158 ..~ Printed in Italy 0 S. T. A. R. - Via Luigi Arati, 12 - 00151 Rom!

    G.B. PERLINl

    La Barrtera MagneticaLa soglia dell'altra dimensione

    cEDIZIONI MED ITER RANEE - R OMA

    Indice

    PrefazionePremessa1. Un discorso diffici le2. II tema della ricerca3. II problema egiziano4. II perche dell'ossidazione5. Come nascono i raggi cosrnici6 , La barr iers rnagnetica7. La scoperta degli efletti8. Cio che non sappiamo e non sapremo mal9. Conclusioni e considerazioniBibliografia

    pag.7

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    8 / La Barriera Magneticainclinaaionc aveva 10 scop, ., di consentire la visibil ita della Stel-la Polare dalla camera sotterranea.Il Prof. Walker sostiene che poiche l'asse di rotazione ter-res tre non rimane fermo, rna oscil la len tamente, all'epoce del lacost ruzione del la Grande Pi ramide i l corridoio, secondo isuoicalcoli, non era puntato verso la Stella Polare b::nsi. su unastel la della costel lazione del Dragone. Inol tre per g lustl fi ca .re lacostruzione del corridoio can l'inclinazione di 26,5 gradi for -mula l 'ipo tesi che 10 stesso sia servito per far scivolare le pie-t re da cos truzione verso l 'interno della Pi ramide, infatt i, secon-do i suoi calcoli, per far scivolare la pietra calcarea verso ilfondo di granite e appunto necessa ria nn'inclinazione di 26gradi.Dupo quanta e stato scritto in questa libra, non sarebbeneppure il case di obietta re a quanta afI erma il Prof. Walker,rna per amore dena prccisione, ritengo oppartuna fare alcuneosservazioni.In questa Iavoro io non cito neppure il corridoio suddettoperclie in effetti esse non serviva per l'allin~amento con 1.aStella Polare rna sol tanto per 1 0 studio del cielo ed aveva 11medesimo scope di un lunge cennocchiale. Con un sistema dilastre metalliche ben lucide a modo di specchio sistemate al-l'esterno ed aU' in terno del corridoio, i raggi dell 'ast ro che sivoleva studiare venivano rifle ssi sul metallo e convoglia ti nel-la camera sott er ranea. Spesso veniva usato questo sistema an-che per convogliare nel l' in temo della camera sotte:ranea ir~g-gi de l sole ed avere cos1 una sorgente di luee 0 di calore. Er.aun sistema inrelligente che sovente veniva usato anche per n-portare nell 'interno del la camera sotterranea I'ossigenc, per .l avita di chi vi operava, dal momenta che - come viene spre-gato in questa libra - nell'interno delle Piramidi I'ossigenostesso veniva eliminate per principia costruttivo.Quindi chi ha sostenuto che era i1 corridoio che eveve 10scopo di e ffettuare l'a llineamento con Ia Stella ~olare. ha evi-den t emen te fa tto un e rrore, pe rche come ho precrsatc In gues tosaggio. l 'a ll ineamento era s tabil ito can uno spigolo ~e~l~ Pita-mide e non con altrt punti 0 parti p iu 0 meno dcfinibil i dellaPiramide stcssa.Inolt re , per quanta r iguarda 10 spostamento d~ll'~sse tc:-re-st re , l a ques tione c fortemente discutibile. Iniatti. SI. conside-rano stelle fisse quelle che rispetto al nostro punto di osserva-

    Prefazione

    La stampa ci ha recentemente informati che . l'as tronomoDick Walker , dell 'Osservatorio della Marina Mi lit are degli Sta-ti Uniti, sostiene che sia errata Ia teoria secondo la quale lagrande Pi ramide di Cheope sarebbe s tata proget tata e cos trui tain allineamento con la Stella Polarc (teot-ia peraltro sostenutada oltre due secoli ), perche in essa non si tiene conto del Iattoche ln Terra e soggetta allo spostamento dell'asse e li rotazionee quindi tale spostamento non e stato considerate per idiversirni ll enni trascorsi dal la cos truzione della P iramide ad oggi.

    II Prof. Walker dice di aver calcolato la posizione dellestelle nel cielo apparente e di aver accertato che non solo 13Stella Palate rna neppure altre stelle di qualche importanzapotevano essere visibili 4.800 anni fa dall' ape rtura del cord-do in inclinato posto all'ineerno della Piramide e sul qualc sifonda la nota teoria. In efIetti si tratta di un corridoio chepartendo dall'esterno della Piramide va verso il centro dellasressa con un'inclinazione di 26,5 gradi fino ad una camerasotterranea. Secondo [a vecchia tesi quel corridoio con quella

    P r ei aa io ne / 9zione r imangono costantemente al rnedesimo pos to , rna questanon vuol dire che l'intero Universo in realta sia fisso 0 mo-b.He: visto c~e ~on esiste nello spezio un punta fisso aI qualeC1 51. possa r ifer ire. Anche questa argomento e stato gia espo-sto 10 questo lavoro ed e stato chiarito come da qualunqueparte Ia si gua rdi uno spigolo della Pira rnide e sempre rivoltoverso la Stella Polare, e questa anche se come afferma ilProf. Walke r c'e stato uno spostarnento a causa della rotez io-ne terrestre.

    Infine . c' e ancora da dire qualcosa a proposito dell'inclina-alone del corridoio... Per pot::r costruire una piramide. il sistema unicamente pos.sl~t1e c valido per tutte le epoche e quello di reallzzare dap-prima Ie fondamenta poi il piano di base e quindi Ia sistema-zione dei massi l'uno sopra l'a ltro Iasciando gli spazi vuoti peripassaggi, icorridai, le camere, ecc., e questa si stemazione vie-ne fatta logicamenre del basso verso I'alto.

    Se si considers che ne] caso delle Pirarnidi in questionetrattavasi. di blocchi di caIcare e di granite da 2,5 a ~5 ton-nellate crascuno (c'e qualcuno che dice addirittura da 2 a 70ronnel1a te, e forse non sbaglia perche i massi non erano tut-ti eguali), in ogni caso avcnti [a rnisura media di c irca metri5,20 X 10,40 X 5,80, e assurdo pensare che quei bravi cost ru t-tori. port.assero i massi a circa 148 rnetri Jj altezza per poifarh scivolare . nell' interno della Piramide, senza contare cheper pote r inse rir e imass i interni alt retran to logicarnente eranece_ssario sistemare prima i massi esterni e periferici.

    E vero invece che una volta stabilita Ia base J rnassi po-terono essere accat astati dappr ima sistemando quell! interni epoi quelli esrerni e la tecnica adottata e stata quella di averfatro scorrere i massi su binari di legno preventivamcnte Iu-brificati con grasso.

    Ci rca poi il si stema adottato per portarc imass i a livellode l piano di scorrimento e stato quello del sollevamento hi-lanciato un po' come si [a oggi per sollevare i containers .

    Nell'interno di quattro solide torri in legno che nel casodella Piramide di Cbcope devono essere state alre almeno 150metri e distanti I'una dall'altra almeno 20 metri con base qua-drangolarc di alrrertanti 20 0 30 metri di lata, veniva postoII masso da sollevare avvolro de enormi funi collegate ad a]-trettanto enormi paranchi. Da notare che i paranchi era no co-

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    10 / La B a r ri e ra M aR ,n e ti c (1

    struiti da phi tronchi di legno circolari, posti ad eguale e l i -stanza l'uno dall'altro con possibilita di girare sui proprio as-se e for temente ingrassati , e qui le funi potevano scorrere cannotevole facilita. Si celcola che per il tiro delle funi sianostati utilizzati almena 5.000 uomini e che per la costruzionedelle 4 torri furono necessari du e milioni di metri cubi di le-gname. Per il trasporto del legname lungo il Nilo vennero uti-lizzati altrettanti uomini e donne. di tutte le eta ..Una volta che il masso sollevato era errivato al livello delpiano di scorrimento per permettergli di raggiungere il po-sto assegnatogIi, al c l i sotto della stesso veniva inserita un'ul-teriore torre, sospin ta dsl l'esterno delle 4 torr i, e sistematatra di esse. II masso a questo punto veniva liberato delle funie appoggiata sulla testa della torre mobile, e guindi a meZ20di leve fatto scarreresul binario di scorrimento e sistematonel luogo definit ive.Naturalrnente la torr e mobile dopa ogni operazione venivariportata all'esterno delle torri fisse e sulla testa della torremobile veniva aggiunta una nuova testata a livello del nuovopiano di scorrimento.Come si vede, pur con tutto il r ispe tto possibile per glistudi del Prof. Wall}er, dobbiamo ammettere che le cose do-vettero andare un po' diversamente da quanta da lui sostenu-to, e che alla costruzione concorsero anche . altri fattori, molddel quali ancora inesplicabili .

    G.B. FERLINI

    12 / L a B ar ri er a M ag ne ti ca

    lato in passato, rna la cosa era finita nel nulla perche nes-suno 0 pochissimi avevano avuto il coraggio di ammetterla ela stessa scienza ufficiale ha sernpre finite con il considerarlatra i unident i f ied collettiue ph enomena .Effettivamente e un non identif icato Ienorneno chc interes-sa tutta la collettivita perche tutti siamo condizionati dalla suaazione, potremmo addirittura afIe rrna re (he non v'e atto e pen-siero che non sia subordinato all'azione magnetica che ci cir-conda. E questa affermazione non ha nulla di grave ne pucspaventare nessuno, vista che da sempre e stato COS1 solo chenon 1 0 sapevamo 0 f ingevamo di non saper lo ed io aggiungereiche eravamo e siamo nella condizione di non poterlo sapere.

    E come sempre , aggiungo, alle esperienze che qui si espon-gono, si e arrivati per caso, lungi dal rice rcare 0 soffermarsisul1a questione, rna solo curiosando tra Ie righe di qualchevecchio trattato a toccando inavverti tamente ifili di uno deitanti mister i che ci circondano.A quanti di voi sara capitato , frugando tra vecchie cartein soff itta, tra polverosi mobili d'altri tempi, di ritrova re qual-cosa che sapevate esistente rna che inutilmente avevate cerca-to, cosi e per questa lavoro: sapevo carne voi tutti sapeteche c'e qua1cosa di indefinite interne a nci che ci fa muovere,che condiziona ogni azione, qualcosa che credere di capire, disentire, rna che non capite, non sentite ne vedete, eppure c'e,1 0 dite e 1 0 r id ite continuamente, inuti lrnente: ebbene, ques tae la barriers magnctica di cui qui si parla e della quale neabbiamo sempre parlato.E I'argomento di turti i tempi dalla creazione del mondo,se v'e stata una creazione, dico se v'e statu una crcazione ,perche in cffetti la barriera magnetica ci induce a dubitareanche di questa, e tutto il discorso dovrebbe essere r iia ttodaccapo corne per ibuchi neti perche tu tto s i r icondizianae tutte le leggi fisiche e Ie teorie fincra discusse S 1 dovreb-bero rivedere.Se la lettura di questo libro vi condurra a capire che inpratica potreste non esistcre, come pure potreste essere sem-pre esistiti e sempre esistere nello spazio e nel tempo, allorapotrernrno dire che avrete fatto un pas so avanti nella cono-scenza.

    Premessa

    .. L'.r~o,?ento di questo Iibro e stato gia oggetto di altrirmet SCrI~tl e non puo .certo dirsi che si tratti di argomentcnuovo'hvlsto c,~e. fin dai tempi biblici c'e sempre stato qual-cuno c e se n c rnreressato.

    SQ~tanzialmente, Ia questiane era ed e rimasta s 1amedesima: cos'e e dov'e il polo magnetico crnprcprattutto cos'e il magnetismo terrestre? t errestre, rna 50-. A ~u~sta. dom.a~da -. sono date rnolre risposte, migliaiadi .StudiOSI di tutu 1 temp] e di tutti i Paesi si sana interes-sat! ~el problema. rna rnai nessuno e state in grade di darvi~~a rdlspos ta esaurI:nte , soprattu tto una r ispos ta sempl ice eva-l a a essere facilmente capita.Tutravia, anche. questa lavoro non an-iva a tanto ed il

    hro~lema .c~me. tutti i problcrni della natura rimane, ~la essoa d~ novrta di pres~nt~~e al~une esperienzc che tutto sornrna -t? icono qu_a1cosa di piu c C1 danno una defiuiaione del la bar-nera .mag~et~ca che ,: -"ondiziona il nostro si stema di vita .

    Cir ca l eststcnza di una ba rrie rs magne tica, se n' era gi a par-

    1 . Un d iscorso d ifficile

    .Se os~ervia~o il cielo a t tramonto nei suoi pili svanatr co-l~n, vediarno 1 1 sale, rosso inf iammato, che ci a I'irnpressione? l avete un al1ment~ di calore e e li volume. In pratica non~ ch~ un effetto. ott1C? per~~e il sale anche al tramonto nonace la medesima mtensrta di calore e 1 0 stesso diametroche ha s~lla ~ostra testa in pieno mezzogiarno. Quindi un ef-lf~t~o otttco di notevole irnportanza per gli studi degli specia-usn della materia.

    Ma noi abbiamo voluto soffermarciesso ci porta ad imposta-e iI discorsoziale esisrenre tra [ane rispetto al sale.

    Questo rapporto diflerenziale e g ia una questione da di-scutere.fi Secondo qu~nto finora sappiamo, il sole non e una s tellas~a b~el1o. s pa.2m e. c'e da chiedersi se non abhia anch'essou_nor Ita. In. smcrornsmo con tutto il resto, per la qualcosanmane dif ii cil e confermare I 'affermazione del rnovimento e non

    sull'argomento perchesuI rapporto d. fferen-maSSJ tetresrre e Ia sua effettiva posizio-

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    14 / L a B a" ie ra M ag ne tic a

    credere invece all 'impossib ili ta d i un cont ro llo vis ivo vis to chedi punti fissi non ve ne sana. .Pensando ana posaibilita di come pater controllare se, in -dipendentemente al movimenro di rotazione e traslazione, la di-stanza tra la terra ed il sole subisce delle alter aaioni oltr equelle g ia note, si finisce con l'ammettere che db e possibileanche se matematicamente impossibi le a determinare.

    E qui incomincia un discorso difficile.Dico subito che questc non e un libro di cosmologia, n edi astronornia, rna dobbiamo sofiermerci su questi concetti ini-ziali per arrivare a capire 10 1 sostanza di quanto viene qui diseguito esposto.Perche il segrero dell'Univer so, che tanto appassiona mi-gliaia d i uomini rontinuamente impegnat i nel le r icerche pil i im-pensate per scopri re i piu elernentar i mister i del la natura (vi-sto che in fondo ben poco sappiamo e quindi siarno ancoraa110 stato di elementari ,), sta proprio nel tramonto di quelsole che condiziona tutta Ia vita del nostro Universe.Nonostante il fatto che in queste ricerche vengano spcsecifre enorrni, dobbiamo ammette re che non e s tato f inora pes-sihile ottenere dei risultati tali da dirci l'eflettiva verita sullanascita sulla vita e sulla morte di questa sale.Videa di arrivare a deterrninare i l rapporto differenzialetra la massa terrestre ed il sole, ci venne facendo alcuni studisul perche le piramidi egiziene sono state costruite tutte sim-metr icamente all ineate . La nos tra era una curiosi ta s torica, per-ch e non risulta che ci sia stato qualcuno che sla riuscito ne ltempo a dare una valida giustificazione a questo particolare.Inoltre. avevamo constatato che tune han n o un rappcrto co-strunivo secondo il concerto della rosa dei venti e questovuol dire che uno spigolo c sempre r ivol to verso il polo rna-gnetico.Queste ed altre ragioni in uomini abituati a trasformare inculto i fatti ai quali non sono capaci di dare una soluzionevalida e concreta, determinavano la necessita di arrivare adeflenuare esperienze Sll esperienze ed il constatare se v'e 0no un rapporto di fIerenziale tra la massa t errestre ed il sole,era appunto una di queste esperienze,Mi rendo conro che questo e , come s'c dctto, un discorsodifJici le , rna era importante , ben consci, come si era, che gli uo-mini dell'antica C ivi lta Egiziana a vcva no in propos ito una cul -

    16 / L a B or ri er a M a gn eti ca

    sciuto di questa scelta. tale scoperta avrebbe a sua volta Po-tuto rivelarci cose di grande valore.La ragionc doveva csvcrc certamente collegata all'uso se.polcrale delle piramidi. che, come sappiamo, erano tombe diRe, rna che sfruttava qualcosa che noi non riuscivamo a ca-pir c: e I'enigma divenne assoluro il giorno in cui scoorimmoche tutte avevano uno spigolo rivolto verso il polo magnerico.

    A qucsro punto ci chiedemmo: c poi etlettivamente iI polomagnetico? E vero che 10 51 poreva determinate con una nor-malissima bussola, rna in eficrti e ra poi proprio cost?L'impressione che stava formandosi in noi era chc tuttofosse pa radossalrnente assurdo, ed assurdo al punto di non esi-stereoAl LXIII Congresso Nazionale della Societa Italiana di Fi-sica tenutosi a Como dal 26 setternbre al 10 ottobre del 1978,e successivamente neI mio a rticolo Radiazione Cosmica: con-cetti ed effetti) apparso nel mensile d'informazione della So-dedi ItaHana per il Progressu delIe Scienze n. 103/104 de lmarzoaprile 1979, io ho descritto gli studi, Ie r icerche ed irisultati ottenuti su questa argomento nel giro di circa qua-rant'annt, rna ritengo non del tutto inutile ritornare su di esso,specie per 1a parte che si riferisce aIla prosecllzione de11e in-dagini circa l 'efJenlva consistenza d'una bllrriera magnctica.In tali lavori il concetto di barriera magnetica era statoespresso in maniera elernentare al fine di renderlo di facilecomprensione rna sosranzialrnente s'cr a de tto ben poco suI fe-nomeno 0 megl io su il non identificato fenomeno.Nella sostanza esiste una condizione fisica ana yuale noiaccediamo scnza rcndercene conto e che condiziona tutte Ienostre azioni comunque ,lr,solte e manifeste. Un limite invisi~bile che e parte integrante della nostra esistenza perche e innOL stessi, da vita ai nostri movimenti, ai nostri pensieri, ainostri atti e dal quale ciascuno di noi riceve irnpulsi at fareo non fare, al dire a non dire, e cio in ogni momento, sen~za inte rruz ioni, ovunque noi siamo e qualunque cosa facciamo.

    E per questa incognita. ci sono Paesi che spendono dfreincalcolabili per sapere quello che non sapranno mai. Potran-no migliorare, r ivedere, r ir :redersi , r id iscutere , r isent irsi , maga-ri escoghare nuovi mezz i di distruzione, annuli arc cio che haescogitato l'altro, a.rrivare persino a rifare come lddio vollefare, magari meglio di Lui, piu di Lui, rna il mistero di come

    Un Jiscorso dif }ici le / 15

    tura scienti f ica ben pili avanzar a della nostra. Se quindi essiavevano potuto scoprire che in efIetti tra la terra ed il solev'e un rapporto variabile oltre quanto gia si conosce circa irnovimenti di rotazione e trasluaione, voleve dire che potevaesscrci un ncsso giustiticativo con quellc strano allineamento.

    La cuestione era sottile, e forse tutt'altro che scient i nca ,rna quanti studi e quante r icerche oggi avvengono senza mol-ta logica e molta scienza?

    La nos tra ri ce rca, pero. non approdo a nulla e li solido, edopo aver fatto diversi rilievi in giornate diverse e semprea] tramonto, quando doe era possibile per noi, con i nostrimezzi, vedere if sole con i nostri occhi e direttamente con inostr i apparecchi di misuraaione. alt ro non avemmo che la con-ferma di quanta gia si sapeva. Quindi la ragione per l a qualegli antichi costruttori egiaiani avevano costruiro le piramidi se-condo una tecnica ed un.i geo-netria del tutto particolare ri-maneva un enigma.

    Ma i'uomo che si dedica a certe ricerche deve avere unospirito particolare, e deve essen' dotato di pazienza e < if osti-nazione, perche solo cosf d puo capire chi, nonostante le scon-fitte, insistc nel perdere tempo e denaro nel voler ricercare lecose pil i impensare. Probabilmenre il nos tro gruppo apparte-neva proprio a questa categoria d'individui, e noi corninciam-rno quindi a discutere sui fatto che un qualche motivo ci do-veva pur essere, se s' era fatto un simile allineamento: un qua l-cosa che ci sfuggiva, rna che c'era. tanto piu che, come ho giadetto, eravarno tutti convinti che 13 tecnica costruttiva di queipopoli dovcva csscrc assai pin progredita di quanto s! pensi.

    Sern brera u n assurdo, rna ci sana prove storiche che la tee-nologia di certi popoli in epoche assai Iontane, e qui siamonell'ordine di cinquemila anni , era avanzata al punto che sipresume conoscessero ed urilizaassero gi a l'energia nucleate. Di -remo pili avanti qualcos'oltro su questa argomcnto rna e un[atto che do e considerate possibile anche dai pili attendspecialisti.

    Quando l'uomo si trova di fronte ad un'incognita e prescda un particolare istinto, e vuole sapere: come seguendo unalegge fisica, vuol andare avanti, scoprire la sostanza del proble-ma. Per noi qucll'allineamento fatto ad arte e can artc, vole-va dire molte cose: e se avessimo scoperto ilmotivo scono-

    Un discorso difJicile !17Egli fece timane a condizionare la nostra esistenza . Perche,comunque la mettiamo, il rnistero di come si creo l'immanemasse gas sosa rimane insoluto.

    Quando al matrino apriamo gli occhi e guardiarno tutto1111~mto ci circonda, il micro ed i] macrocosrno sana If, di fron-te a noi, nel lora impenetrabile rnistero e per quanti studieel esperienze si possano fare il risulrato e sempre il medesi-mo: un' Incognim!

    Un'incogni ta senza soluzioni . Ma se noi r ichiudiamo gli oc-chi e pensiamo a cio che ovevamo vista abbiamo un'incompren-sibile idea di i rnmcnsi ta , un vuoto che va oltre i confini delnostro r agionarnento e quando ci soffe rmia -no a pcnsarc a que-ste cose ci appare chiaro chc v'c un limite at nostro pens a reoltre il quale esiste evidenternente una barriera dove nessunoporra rna i arrivare.L'uomo e arrivato sulla luna, patra, forse, andare oitre,esp lorare alt ti mondi, and:1te in lungo e in largo quanta vuo-Ie, rn a non potra r na i andue f ino aHa fine di tutto poiche: nonv 'e una fine di tutto!

    Coloro che nei secoli si sono ba ttuti per dimostfare l'esi-srenza di un cosmo finito hanno solo detto delle sciocchezze,perche basta un poco di logica per capire che non esiste uncusmo linito. ne puo esistere entro i limiti de1 nostro ragiona-mento, e la questione sta tutta qui' noi non possiamo ragio-nare pensando ad un cosmo nnito perche basta guardare in al-to sopra di noi per capire che non puo esserci una nne, per~che, oltre quella fine ci sarebbe poi ancora una fine da scoprireed una fine aocora, COS! a ll'in fin ito , Jo ve la nostra ragione sidisperde.

    E si disperde in un Vlloto senza barriere, poiche non v'emai una barriera: tutto d o che noi vediamo, sentiamo e toc~chiamo non e che una successione di fenorneni paradossalmen-te inesistenti. La realta che in tutti i t empi scienziati e f iloso-fi si sono tormentati a ricercare e dimostrare, non e che un'il-lusione dei sensi, una sernplice e costante illusione sensitiva.

    E noi possiamo altresi affermare semplicemente questo per~che valendo saperne di piu ci siamo resi conto del fatto chesubivamo inconsciamente tlltta una serie di fenomeni che i no-stri sensi intuiscono pur restandone al di fuori. E facciamo cioquasi voIutamente, d' is tinto , come fatto normale, ment re invecee de l tutto assurdo ed anormale.

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    l8 I L a B a rr ie r a M a gn e li caDal desiderio di sapere deriva il ragionarneuto e da! ragio-

    namento la base sulla quale e possibile costruire i sentimenti,i ricordi, Ie iniziative e da qui scaturi scono le idee (he ci con-sentono 10 sviluppo rnentale della nastra intelligenza. Noi pas-s ia rno cap ir e per intelligenza un problema; rna se non abbia-rno prima imparato a svilupparlo, noi non ci troveremo mainella condiz ione di arrivare ad una soluziane valida. E un ri-Besso logieo: se non avremmo conquistata il significato di cioche imparammo nel sillabario, rigo per rigo, lettera per lette-ra, non saremmo mai riusciti a leggere anehe la parola pilisemplice ed avrernrno potnto ripeterla solo se intesa da altri.Vedete quindi che esiste una ragione reale per ogni ragioned'essere, e con questa abbiamo inteso dire che per ogni cosafatta 0 da Ia rsi esiste una ragione che tuttavia e sempre astrat-ta, paradossalmente astratta.Vi accorgerete pi i i avanti, inolt randovi nel la let tura di que-sto libro, che io tratto can diverse esperienze un solo ar-gomento oppure, diciamo meglio, io espongo a lcuni episodi de lmondo fisico reale eereando di penetrate in essi con il finedi scoprire da eosa essi sana generati, doe penetrare nel mon-do fisico irreale ehe Ii ha preceduti, amrnesso che prima diuna realta visiva esista una realta invisibile. E finisco con ilritenere che tutti ebbero la rnedesima origine, che peraltro ri-mane ignota. E cosi tutto non e che una continua ricerca diqualcosa, che l'uomo non sapra mai, E con questo intendodimostrare come tutto quanto diciamo e facciamo nella no-stra esistenza e solo una verita apparente rna inesis tente, doecrediamo ad una contraddizione; in altri termini, potrei direche si tratta di una e felativita apparente teor ica, che cercodi urnanizzare per capirla e dimostrarla, rna in efletti e ine-sistente.

    Anche nell' esprimere i sentimenti pili elernentari come, adesempio, l'afIetto per un bambino, I'amore per una personadi sesso diverso , il piaeere di parlare delle eose che ci riguar-dano e cosf via, sentiamo qualcosa in noi, per il quale agia-rna, parliamo, operiamo, che in effetti e astratto, inesistente,perche in pratica nessuno ruscira mai a dirnostrare come ac-cia a e sentire e da dove tale sentimenro provenga. Laspiegazione ehe noi diarno e sovente assai semplice, rna inrealta e soltanto una spiegazione autornat ica perche in praticasostanzialrnente non v'e nulla.

    20 I La Barriere Magneticai diver si settori del popolo. rna io non ne e ta t roppo convintc,perche, ben conoscendo la mia genre, sapevo ehe Ia lotta po-l it ica presto avrebbe finite con l'avviluppare tutti, con la pos-sibil ita d i farci perdere il senso della logica e condurei versochissa quali peggiori jat ture.La verite e che di parole se ne facevano molte ed i fattierano sempre in minoranza: mold ricostruivano facendo solopiani e programmi.

    E venne spontaneo in me un orientamento diverso, quel-1 0 doe di credere che per un mondo nuovo si dovessero ri -eereare idee nuove. fare studi ed esperienze verso orizzontidiversi, perche ero e sono sempre rimasto del parere che unnuovo tenore di vita puc doversi ricercare ed otten ere de una[crza di potere nuovo, pio legato alla consistenza delle cose,alia loro effet tiva natura, che non allo sfru ttamento dell 'incapa-cita altrui. Chiunque si aopoggi sulla credulita dei suoi sirnilie dia loro a bere che si possono risolvere i problemi socialisventolando bandiere 0 faeendo suonare fanfare non e, per me,un uomo degno.

    Ed in quei tempi 10 sventolio di bandiere era pil l ttos to abi-tuale perche eoloro che erano rimasti per a lmeno vent'anni fuo-ri della politica ora s'azzuflavano per fa rsi avanti alIa conqui-s ta del le pi li sostanziose poltrone. E niente di pili facile, peressi, che mettersi all'ombra di bandiere popolari per ottenereincarichi e prebende.

    Ufiicialmente, io ero impegnato in una serie di Iavori diricosrruzione {erroviaria ; e mentre nelle strade del Paese cisi azzufIava tra fascist i che scomparivano e comunisti che erner-gevano, io cercavo invece di metterli assieme per farli lavo-rare. Non che ne avessero molta voglia, rna poiche la lattapolitica non dava loro da mangiare , per sopravvivere dove-vane pur Iavorare, e in questa seompar iva ogni eolorazione po-litics.

    Tra i lavori da realizzare v'era un ponte in cementa ar-mata e muratura, di vitale importanza per il t rans ito del le tra-dotte mili tar i che si ditigevano verso il nord die tro Ie TruppeTedesche in rit irata.

    Sovraintendeva questi Javori una Compagnia Militare Allea-ta specializzata in opere [crroviaric, alla testa della qualc, perquanto tiguardava il mio settore, v'era un giovane Uffieiale in-glese ehe nelle vita civile faceva I'a rchitetto. Questa Ufficiale

    Un d isco rso d ijJic ile I 19

    Dico spiegazione automatica perclie noi s iamo abi tuat iad esprimerla, rna in effetti non e COS1. Noi siamo portati adue preci se forme di azione: una sensitiva passiva che sentia-rno e sviluppiamo con I'aeione dei nostri movimenti. Nel pri-mo caso vi si trovano inseriti i sentimenti e le impressioniinespresse, mal eomprese, le intuizioni, i tirnori, Ie ansie, Iepaure , e tutto quanta noi sentiamo come parte di noi stessio che presupponiamo di avere intorno a noi, mentre nel se-condo caso vi si trovano tutte le nostre azioni eflettive, doequanto facciamo con le nostre mani, cio che effe ttivamente ve-diamo e sentiarno, do ehe riusciamo a costruire ed a realizza-re con la nostra capacita intellettuale e manuale.E una contraddiz ione continua, come in bilanc io tra il da-re e l'avere: perche sia esatto deve pareggiare, ovvero la no-stra azione sara attiva se sara maggiore l'avere e sara pass ivase sara maggiore il dare, e in tutto quanto facciamo, vedia-rna e sentiamo, esiste esattarnente una barriera che divide indue I 'azione sensitive attiva da quella sensitiva passiva .Ilgiorno in cui fossimo capaci di supera re questa barrieraci accorgeremmo dell'esistenza di un altro mondo cos! vicinoed intimo al nos tra, da sorprenderci di non averlo capito prima.

    In tutti i tempi vi sono stati Autori che hanno ammessoquesta possibile esistenza ed in molti v'e sempre stata la con-vinzione che la mister iosa soglia Ia si varca nel momento del-la motte, rna questa e err ato per le ragioni che vengono de-scrit te nel prosieguo di questo libro.

    Infa tti, contrariamente a quanta si pensa , noi viviamo esat-tamente in mondi diversi solo che non li abbiamo capiti 0almeno non abbiarno I'abitudine a capirli ed in alcuni easi ciost iniamo a non capirli ed e il dramma umano di tutti igior-ni, direi meglio di tutti imomenti, perche per quanta noisi dica e si faccia, tutto c paradossalmente inesistente.

    Tutto ebbe inizio nel luglio de! 1945. Nella zona in cuieravarno, la guerra era finita da un anno, e tutti si davanoda fare nei lavori di ricostruzione ehe, malgrado le ristretrcz-ze dei mater iali , procedevano abbas tanza alacremente. C'era an-che una ricostruzione morale da attuare, e mold dicevano checi sarebbe r iuscita uri 'intell igente pol iti ca democratica con unaccorto equilibria tra le diverse ideologic che serpeggiavano tra

    u discorso dijJicite / 21s'intratteneva volentieri a parlare con noi ed u n giorno men-t re sovrain tendeva allo scarico di un vagone di cemento, rnifeee osservare che quel cemento veniva dall'Egitto e ci tennea chiarire ehe veniva esattarnente dalle zone dove i Faraoniavevano prelevato i massi per la costruzione delle Piramidi.Aggiunst: che erano luoghi che rneritavano d'essere visti e stu-diad, considerata la spettacolare impressione che {anne queimonumenti rnaestosi e misteriosi ad un tempo, che al solovederli quasi manca l'aria d'intorno e si r imane senza f ia-to, perplessi .Avrei ricordato spes so questa frase, nel corso degli anniche seguironc, perche questa perple ssita) doveva riaf lioraresovente in me durante le mie successive rieerche.Da quel momento prese a forrnarsi in me un interrogativeche forse avevo gia da tempo, rna ehe in que! momenta pre-se consistenza: pe rche gli Egiziani avevano costruito le tombede i lora Re can monumenti a forma di Piramide quadrangola-re e di cost enorrne grandezza?Doveva pur esserci una ragione; e, come sc Ioss i porta toa questa pensiero da qualcosa di incomprensibile, allorche l'Uf-ficiale mi accenno ai rnassi delle Piramidi, mi parve di vederela Valle dei Re proprio come se vi fossi presente. Fu un at-timo, rna sufficiente a risvegliare in me un'attenzione non co-mune verso qualcosa che volevo sapere e che distinguevoappena.

    Una volta terminati quei lavori, gia nel 1947 mi vidi co-strctto a rivedere i miei programmi; e Ie idee che da temposi erano maturate in me, pur senza alcuna pretesa scientifica,davano una diversa interpretazione a ll'attuale mondo f isico: inpratica, io avvertivo una notevole differenza tra quello eheera sta to i} mondo scientifico di diverse Civilta passa te conl'attuale considerazione marerialistica.

    A1cune Civilta, e in parti co lare quella Egiziana del perio-do Faraonico, sapevano sapientemente sfruttare ai fini praticifenomeni che noi abbiamo oggi completamente dirnenticati, semai li abbiamo pensati ed attuati, ed applicavano tecniche eproeedimenti che noi forse non conosc iamo ancora 0 che ab-biamo trascurati, sottovalutandone l 'importanza.

    Queste considcrazioni personal] mi indussero a rifletrere suicome potevano aver ragionato icostruttori di Piramidi di 5.000anni prima, e ne dedussi che, senza aleun dubbio, nel loro

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    22 / La Barriere Magnetica

    modo di ragionare dovevano esistere valori moreli e spiritualidiversi dai nostri, e mi venne spontaneo di penetrate in talepensiero. Ed apparve chiara Ia ditlerenza: a quei tempi. inogni uomo v'era ben inculcate it senso dell 'autodiscipl ina er ispetto verso I 'Autorit a, cosa che oggi andava quasi scornparen-do. Questo era giusto, pe rche sono sempre stato dell'avviso chel'uomo, a qualunque classe appartenga non deve mai essereo sentirsi obbligato al volere e tanto peggio aUa prepotenzadi chicchessia. La liberia ~ un tesoro che appartiene a ciascu-no di noi in parti eguali e ciascuno deve essere geloso dellapropria ricchezza

    Cornunque, tra noi e la Civilta Egiziana v'erano norevolid ifferenze anche sui p iano tecnico.L'idea che si stava maturando in me mi portava a fare ve-lutazioni diverse su diversi argomenti e quello tecnico era Ion-damentale.

    Era chiaro che la tecnologia d'altri tempi aveva una certaarretratezza rispetto alla nostra evoluzione, ma a me parvesubito evidente che, viceversa, del puntu di vista scientificoera stata seguita una strada difierentc, dal che nc derivava, amio giudizio, che eravamo noi ad essere rimasti indietro conil progresso scientifico.Preciso subito che era uri'interpretazione del tutto perso-nale suffragata da una serie di circostanze che non potevonegare.

    Alcuni episodi rimanevano insoluti, per quanta chiari, rnanon giustificati e, come vedremo pili avanti, e ssi si distingue-vanu totalmente non solo nei sistemi, rna anche nelle teoriepiu e1cmcntari. Cio che non era chiaro, ad esempio, era comepotessero gli Egiziani essere a conoscenza di certi fondamcntiscient if ic! che sol ranro dopo molt i secol i divennero patr imoniodi altri popoli, come ad csempio il Teorema di Pitagora, cheper noi e un punta cardinale della geometria. che gli Egizianiconoscevano ben tremila a-mi prima di Pitagora.Questo e solo un esempio rna di tali esempi ve ne sonoa rnigliaia, ed in tutti i campi della scienza dalla fisica al1achimica, dalla maternatica all 'astronomia, aIle scienze morali esoclali, a l concerto d 'urganizzazione del lavoro , all'ar re in tuttele sue espressioni, a l concctto di guerra e di difesa ed anchenelle cose pi li elementari.

    Ad esempio: il costru ttore di piramidi per prendere Ie sue

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    mend, apprendiamo case strabilianti, spesso suffragate da di-segni se non addirittura da fotografie, e rimaniamo sbalorditidall'apprendere ad esempio, che in pieno deserto sono stat i ri-trovati cimeli di aerei 0 di qualcosa che dapprima si avevaI'impressione che [ossero uccelli rna poi s'e scoperto tranarsidi veri e propri modellini di velivoli.E potremmo riportarne qui un nurnero enorme di questcnot izie con II r isul ta to che farcmmo un 'elencazione monumen-tale di episodi, di referti e di leggende senza ehe da essi,tuttavia, noi si possa avere una conferma precisa della loroeffettiva esistenza.

    Se andiamo indietro con gli anni ci accorgererno che certecredenze non erano poi del tutto irreali se per rnolte di essesono poi intervenute afferrnazioni scientifiche a confermarle sen-za peraltro che nessuno si sia preoccupato di mettere in evi-denza cio che gia si sapeva e che perlomeno qualcosa era sta-to gia in tui to dai nos tr i predecessor i,La questione sta tutta nel fatto che l'uorno crede che laterra e con essa I'Universo abbiano un'eta di circa trenta mi-liarcli di anni. Non esiste, tuttavia, una spiegaz ione scientifi-ca che 10 dimostri; e invece pil i logico pensare che la terrae l'Univcrso cosmico tutto siano sempre esistiti perche nessu-no di noi potra mai riuscire a trovare una soluzione a cosac'era prima dei trenta miliardi di anni .

    Ed e l'evidenza, perche non csisre. per la nostra ragione,un limite finiro sia per il tempo che per 10 spazio. E sufii.ciente alzare gli occhi al cielo per rendersi canto dell'irnpos-s ib il it a di defini re un l imi te spaaio- temporale. F . un enigmadesrinato a rimanere tale.

    Queste considerazioni ce le siamo fatte tutti prima 0 poirna nessuno e riuscito e potra riuscire a dare una soluzionearnmissibile per la nostra ragione.

    Dire trenta miliardi di anni come dime quaranta 0 diecie la medesima cosa, perche e un tempo che nessuno e in gra-do di misurare, come vedremo pill avanti: per ora acconrentia-mod di sapere che tra 1' o rigine e noi c'e un vuoto che nes-suna mente umana e in grado di capire e colmare e che po~trebbe anche essere inesistente. II tempo non e , sostanzialmentc, misurabilc.

    Un dis t'orso dilJici le / 23

    misure usava il cubito mentre noi usiamo il metro; ebbeneil cubito risulta avere un valore pari a circa 127 em., una mi-sura rnolro pill precise della nostra. perche stabiIita sella lun-ghezza dell'asse polare.11 metro stabilito sulla lunghezza del meridiano terrestre,e soggetto ~ carnbiare a seconda delle diverse co.nformazioniterrestri. Sembra una piccola cosa, rna ha la sua rmportanza:noi misuriamo con il metro sia a Singapore che a Sroccolma,dove certamente la lunghezza del meridiano rerrestre eben di-versa, gli Egiziani avrebbero misurato con il cubito ed avrebbe-1'0 avuto una misura pill. preci se petche la lunghezza del l'assepolare e certamente eguale sia a Singapore che a ?taccol~a,E ben veto che noi abbiamo conduso un accordo mtemazrc-nale per l'uso del sistema rnetrico decimale in quasi tutti iPaesi , pero e un fat to che siarno sos tanzialmente imprecis i nel-Ie nostre misurazioni.

    L'esernpio vuol dimostrare che i1 modo di ragionare diquei popoli era gia, anche in quesre piccole cose, be;t diver~so dal nostro, e l'interpretazione che essi davano agli aspettlpratici della vita erano sostanzialmente pill concreti e pili po-sitivi.Una particolare tecnica egiziana adot tata per la conservazio-ne della materia e stata da noi inventata dopo ol tre cinque-mila anni. Conoscevano iraggi cosmici cos i bene che potevanoutilizzarl: a loro piacimento: noi riusciamo a malapena ad in-dividuarli. Potremmo continuare all 'infinito, sugli Assiro-Babi-lonesi, sui Maya e sulle pill impensate e lontane C!vilta ~d i~risultaro e scmpre it medesimo: c'e stata gente .pnma di notche la sapeva ben piu lunga di noi, ed io sono del parcrc chenoi appartenia rno ad una Civilra delle rneno progredite.Tutti sappiamo come sia notevole il numero di studinsiche con i lora libri ed ar-tico]i apparsi in tutti i tempi sulleriviste specializzate di tutto il mondo, hanno trattato l'argo-mento di queste Civihs, rna a me sembra che in linea di mas-sima tutti S 1 siano attenuti alIa constatazione piu omena ro-manzata di fatti praticirisultati da ricerche archeologiche adalle pili disparate supposizioni, che dallo studio e ricerca deifenomeni naturali e loro sfruttamento, dei quali durante talicivilta ipopoH si servivano.La questione e piu complessa di quanta si creda. Se noiapriamo uno qualsiasi dei volumi che trattano di questi argo-

    2, II tema della ncerca

    Le leggi, iposrulati, i teoremi, ecc. che reggono Ie scicnzefisiche e chimiche risultanti dall'esperienza, dagli studi e dalpcnsiero di uomini di tuttc lc epoche fin dalle pili lontane eprimi tive, forse non ci siarno mai dornandati se, rispetto al mi-stero della vita di tutte le case, rispondano eflettivamenre allareaie consi stenza di questa i rnpenettabi le natura.o forse questa domanda ce la siamo fatta trappe volte, enon siamo mai stati in grado di trovare una degna risposta,o abbiamo paura di presentarei di fronte alia realta di doverprima 0 poi far cadere tutto it cas tello delle nos tre teor ie 0forse abbiamo l'incoscienza di crederci finiti: io non so, neson a qui per giudicare; non ne avrei it diritto, ne la possibi-I ita , ne la capaci ta .Che gli uomini abbiano 0 meno individuato quali leggi fi-siche Ii sorreggono nella diuturna esi stenza e un argomentoal di sopra del mia compito, ed ia non sostengo alcuna delleloro tesi, ne a1cuna delle loro idee: questo non e un trattatodi fisica a di chimica m~ Ji altra scienza, rna solo l'espos izio-

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    ne di alruni fatti, frutto di svariate osservazioni di Ienomenisemplici rilevati dalla vita d'ogni giorno degli uomini e de llecase.Si did chc in generc ogni legge fisica e sorretta da un'espe-rienza e da una conferma teorica e pratiea sigillata dal tempoe dai f atti e che ben diff idlmente certi concetti possono esseretravolti da idee differenti e da nuove esposiz ioni, rna anche am-mettendo queste tranquil lizzanti parole, non possiamo non am-metter e che mohe volte princ ipi ritenuti immutabili sana sta tiviceversa trasformati integralmente rivoluzionando non solo leg-gi e teoremi , rna addirittura sistemi di vita e costanti f isichesostenute per secoli.Non desidero certamente trasformare concett i 0 leggi disorta, rna solamente illustrare alcune impressioni frutto del-la mia csperienza e del mio ragionamento, per il qual com-pito credo di averne dititto, e con la sola speranza che qual-che eltro posse prima 0 poi raccogliere qualcuna di questeidee e ricavarne qualche interessante spunto per meglio ve-dere nel mistero che ci circonda.Pr ima di addentrar ci nell'argornenro principale di questolavoro, dobbiamo esaminare alcuni punt i bas ilari c irca 1 'inter-pretazione che personalmente diamo al fenomeni.La definizione del fenomeno di per se stesso e cosa vagacd incerta, rna I'interpretazione sensoriale non 1 0 e altrettan-to, se ad ogni possibile occasione il nostro ist into e portatoa reagire ed e reazione anche [a sola osservazione.

    E se pensiamo che ogni atto della vita che ci circonda edanche i nostri stessi atti, sono una successione di fenomenispesso velocissimi, appena percettibili, dobbiamo ammettere chela natura e l'esistenza di tut te le case che formano il nostrouniverso altro non sono che Ia sommatoria unita a catena difenomeni Stl fenomeni fino all 'infinito possibiJe e immaginahile.

    La luce, le aeque, Ie cose, le azioni, ecc., sono tutte SOMstenute da fenomeni, uno 0 pili di uno, semplici 0 unit i, chesi r iperono costantemente all'infinito, molti dei quali sono no-ti, molti sconosciuti e che rimarranno eternamente sconosciu-t i, come il fenomeno deIla vi ta , del la morte, della luce, del en-lore, de l tempo, della spazio, del suono, eccetera.Voi riuscirete probabilmente a dare una definizione, rna maiuna dimostrazione, d irete che il suono e prodot to dal la v ibra-zione di una corda rna non saprete dire il perche dalla vibra-

    28 / La Barriera MdK.I1~'lica

    dementi che vi partccipano per nurncro, qualita e capacita, rnaun rapporto propriamente detta esis te solamente nell'intcrprcra-aione sensorinle di ciascun elemento at tivo partecipante al fe-noruenc s re sso e quindi tale variante e in r el az ione sol amerue

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    }O / La Barriera Magnt:fica

    ti in quanto nessuno sara mai uguale all' altro, ed innumerevo-li in quanto non saprerno mai quante immagini possono es-sersi assommate nel tempo in cui e avvenuta l'azione e nellospaaic della traiettoria.

    Questo spazio potra essere misurato e potremmo anche sa-pere quante immagini si sono formate in esso se conosciamo[a velociru del movimento , rna non sapremo mai 1 0 spessoredi t al i immagini v is to che I'una e conseguenza dell'eltra edhanno per dimensione l'oggetto-soggetto del movimento sresso.

    Quindi una traic ttor ia intuitu, non visibile, n e palpabile,soltanto presumibile 0 inesistente. Noi ammettiamola per pre -sumibile ed esaminiamola sotto questo profile .

    Qualche anno fa apparve sulla stampa quotidiana la no-tizia che uno studioso avrebbe inventato una speciale macchinaforografica avente il pregro di fotografa re avvenimenti acca-duti negli anni passati. Ad esempio un banchetto, una cerl-monia qualsiasi, un Eatto di cronaca avvenuto dieci, cento an-ni prima, potevano essere fotografati s perche, secondo I'in-ventore, Ia cerimonia e r imasta impressa nell' ete re e Ia sen-sibilita deUo specia le obiettivo della nuova macchina aveva lapossibilita di vedere s laddove la nostra vista non arriva.

    A parte ogni commento, anche perche della macchina e delfotografo non se n'e pili parlato, il punta che ci interessa eche egli r iteneva di poter fotografare l 'immagine di un av-venimento avvenuto nel tempo e del quale ne e r imasta unatraccia nell'etere. Quindi -n pratica egli diceva [a nostra me-desima cosa. Ogni nostro atto 0 movimento comunque e do-vungue avvenga crea una serie di immagini continue e conse-guenti, delle quali rimane, di eiascuna di esse, impressa nel-l 'etere, diciamo, il

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    34 / L a B ar ri er a M ag ne li ctJb) che Ie percezioni del mondo sensorlale non possono es

    sere descritte concretamente;c) che l'immagine del mondo Iisico enche se marematica-

    mente completa puc essere non rispondente alIa forma rna-teriale.finiremo can I'arnrnettere (he nel suo insieme it rnondo checi circonda e uguale a zero.Sono tre concetti ind ipenden ti Puna dall'altro, che tuttav ianon possono essere in con rraddu ione, anzi e proprio l 'unioneche da una concezione si art-iva ad un 'altra che ci consenteI 'origine dell e idee, it pratico sv iluppo dei [avori , la fo rmula-zione dei piani, la realizzazione dei teorerni, la soluaionc delproblemi anche se ci si indirizza can it pensiero e la ricercain contraddizione can altre leggi e teotie. Perche va da seche ogni forma ha una propria eben definite linea di opera-tori ed e dai loro studi e dalla loro anivita che si avra 10sviluppa dei concerti predetti con il pericolo perc che quan-to abbiarno conosciuto venga deformato e la lora strutturaridotta ad un'immagine arida e inutile e ritornare at puntozero che giil s'e detto.

    Poiche imerafisici, i poshivist i, gli assromatrci non sanainlallib ili e quando con la lora immaginazione 1a fo rma realee trasfo rmara in formule. misure e grandezze maternatiche do-ve la penet.razione al significate divcnta oscura e quindi eminore I'imerpretazione, < ;i av ra I'au to rnatica rinuncia anche acapire 10 sviluppo dei termini noti, e quindi alla creazione difattori 05CUri anchc per do che e comprensibile, ed anche senon v'e un'ef fe rti va intenz ione di renderl i oscuri.Potremmo con tinuare su questi concerti all'infinito percheper il lora sviluppo si lavore da pili parti e chi 10 fa curadi unire fra di lora Ie !rggi ed i process. de l mondo sen -sibile a quello reale e spesso s'e avuto in questo sviluppo itpre val ere di un indirizzo sull'altrc 0 viceverss: rna, poiche eevidenre che a tutti interesse il sosranziale, chi si dedice aqueste cose ha finite con Il far prevalere un maggiore orien-tamento verso fenomeni del mondo sensihile che sono certa-mente pili val idi.

    S ta agli s rori ci del la scienza 10 st abili re qua le immagine fi-sica del mondo abhia dominate e quale progressione conso-l ida la conoscenza di csso, per permetrerci un sempre mag-g io re p redorn in io delle cose, a sfru ttarnento del1e rtscrse na-

    II lema del la r ic erca I 35tural i, e indubbiamente i risultari raggiunti ce ne danno 13migliore dimostrazione.

    N~n i.ntendo cer ta rnente affermare che in quest i ult imi anninon cr ~lano st~ti notevoli progress: c che ogni generazione~on .abh,a e ife: tlV~lI lente rnigliora ro fa posi zione precedente eche 1~ sapere 51 sra portaro a vette invidiabili, rna se voglis-rno nmanere neI nostro disco rso in iaiale dovremmo ammette-rc che comunque siano andare Ie cose siamo rimasti solo nelmondo delle apparenze perche siamo sernp re di p ili lontani dalmondo del la semi~ivit il , . '~vendo t rasfar rnato l' irnrnagine Hsicadel mondo ed ebblamo dimenticata l'in tu izione che doveva es-Sere alla base del nostro ragionamento.

    3. II problem a egrziano

    . ~'i~ea de l perche gIi Egiziani avessero costruito le pira-midi 51 stava sempre di pili consolidando in me. Ci dovevapur ~ssere una p recisa ragione che nel tempo era praticamenre~fugglt~ 0 era stata male interpretn ta- non ritenevo, in fatti, che~I motrvo Iosse stato soltanto qucllo di creare una tomba perI loro Re, oppure, se COS1 era, il fatto di dare loro una for.ma quadrango lar e doveva aver avuto un chiaro motivo.

    La questione venne lungamente discussa nel clan dei midcoll aborator] e ~iascuna G n t can l'avere un'idea propria, con.(lisa, vaga, Iungt, secondo me, dalla verite.Presi a consu ltare molti testi rna nessuno di essi soddisf

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    }8 j L a B ar ri er a M ag ne tic a

    Secondo l'ignoto Au tore, Ia possibilitii che tra gli an~ichipopoli del bacino del Mediterraneo si fossero potute sv'l~p-pare opere tecnologicamente e scientificamente ~assa1progre~lteera tutt'altro che da scarrare non solo perche erano stan acontatto can -c altri popoli piu evoluti rna anche perche lelora conoscenze tecniche e scient if iche erano assai avanzat~ gra-zie alIa collaborazione lora data de DiD tramite i SUOl -s fi -gli orrnai sisternatisi tra loro. .L'Autore continuava poi can il prccisare ehe tut tavta mol -t i problern i erano rimast i insclu ti perche. com'era da preveder-si tra gli e uorrnni > ed i (l figli di Dio s'eraoo create enor-r r : i rivalita per il potere e trappo spcsso, pllrtroppo, v'era sta-to spargimento di sangue. .'La questione del e porere > era soprattut to i rnpermata suI :la dimostrabilita dell'esistenza di Dio visto che anche per 1figli di Dio questa era un'incognita. E ciascuna parte siadoperava nei modi piu i rnpensati per d imost ra~e concr~t~men-te can opere e can fatti la potenza delle propne capactta rea-lizzative per arrivare a questa Dio che li aveva voluti sulla loro terra.Ma chiaramente i1 problema 0 i problemi non potevanoche rimanere insoluti mentre sfrenate devono essere state leconseguenze d'un tale modo di r agionare.Ma chi erana questl figli di Dio s e questi e uomini ?Evidentemente due razze diverse. Dobbiemo riportarci ul lu Bib-bia per sapere che sulla terra viveva una razza di ~~giganti .Esisre tut ta una [etteratura sull'argomenro. Nella Genesi 6 alparagrato 4 leggiamo che in quel tempo e'~rano. s~Ua . t er:ai giganti, e ci furono anche di poi, quando 1 figlioli di DlOsi accostarono alle figliole degli uomini e queste fecero lor~de' figlioli. Se esaminiamo atentamente que~to paragrafo c~accorgeremc che in effett i esi stevano ~ue .specle d. l uoml~l :. I / ig liol i d i Dio , evidentemente i glganu , e gli uormnt che avevano delle figliole can le quali iprirni si aceostarono:ed allora e chiaro che i...~igli di Dio non erano che essenprovenienti da Dio. E poiche secor-do tutt.e Ie ~eli.gio?i ?ioera ed e in cielo dovremmo conclude re che 1 f ighoh di DlOnon erano alrro che esseri provenienti da altti mondi.La questione e sot tile rna ha fondamenta solide anche seancora a distanza di secoli noi non abbiamo risolto quello cheera il lora principale problema: come Dio aveva potuto dare

    40 / L a B ar ri er a M ag ne ti ca

    essi sana gli uomini potenti ehe, fin da.i tempi ~ntichi, son~srati Iamosi . E qui nasce ancora un mrerroganvo. Se eSS1erano antichi}) ai tempi in cui s'e scritta la Bibbia, ~uoldire che queati figli di Dio s vive;an? :u~la terra da prrma,molro tempo prima doe dei popoli bIbhc1.. . .Di remo ancora pi li avanti corne alt re test trnontanze ~t ?or-tano ad affermare 13 possibi li ra che esser i extraterrest rt ~ l ~ n ?venuti suJla terra in altre epoche e che can 1 a lora clvtl tahanno influito suI progrectire dei terrestri, ~a poich~ la gue~stionc non e fondamentale per noi, 0 megh~ .per tl fine dlquesta ricerea, ei l imitererno g quanto pre~~m1btln:ente av,:,e~-ne nel bacino del Mediterraneo, tanto pm che In effetu 11mistero era e rimane il medesimo, come, cioe, Dio .ha p~-tuto influire su tutta la vieenda dana ereazione .in.p01.Mistero che ha permesso ]a promozione e. l:affe~ma~sl d~ r~-ligioni rna che ai Iini di una concreta venta selenuhca e fl-masto un problema insoluto. . .Ricerche archeologiche hanna dimostrato che tall glga?-ti a almena tracee di essi, si sana ritrovati pili 0 me.no Intut~a la terra e non solranto nelle terre di cui alla vlcend~biblica, e che Ie molte ieggende cin.:Qlate in passato . su dlessi non erano poi del tutto leggende rna qualcosa dl verodeve essere effettivamente avvenuto. .. . .Aggiungasi ehe s tando poi alla s tessa B,bb,a ' -lues.1 t6gltdi Dio si accoppiarono can Ie donne de~gh. UOffilm .) e n~nacquero dei figli e poi altri figli e COS1VIa fino 31 nostflgiorni can il risultato che non e d~ escludere che ~ualcunodi noi terrestri sia l'ultimo anello dt questa catena dl aceap-piamenti. h IComunque siano andate Ie case e un fatto certo c e ne-l'antico Egitto questi giganti) ebbero, ~na pa~te preponde-rante e non e escluso, come vedremo pm avantl, c~e 1a. c ostruzione dene piramidi {osse proprio una .loro reahz~azlone.Non v'e dllhbia ehe gli Egiziani del perlodo faraonteo erano molto evoluti ed il grado del lora sapere era certamentequeUo di una Civilta molto avanzata: . . ,Che questo fosse opera dei figh ~l DIO e da .ac:ee,rtarema ehe loro abbiano inA..ito sullo "',luppo della Clv,lta faraonica 0 su quanta da questa ne derivo e cosa cena. Se,secondo quanta s'e detta, i gli di Dio) avevano ~o~oscen-;.:e tecniche c scientifiehe tali da sfruttare a loro p1aclmento

    II p ro bl em a e gi zi an o I 39lnlzio alla vita delJ'Universo e aveva Ia possibilira di dargliuna fine.

    Noi eertamente non ci azzuffiamo per saperlo rna per loroen ques t ione di vita perche il saperlo voleva significare po-tenza e quindi il porere su tutti e su tutto.

    Ma se cerchiamo di cap ire come poteva ragionare un uo-mo di cinque 0 scimila anni fa ci accorgeremo che se pernoi I'Idee di un Universo finite entro due valori remporali ,inizio e fine, non puc che essere assurda c I'assurdita ci ap-pare evidente se consideriemo le nost re conoscenze scienti fichc,per essi c'erano due scluzioni: quella di un creatore dalpotere illimirato e quella di non ar tivare a capire come que-sto potesse esistere. In pratica e Ia medesima cosa che si etramandata nei secoli e che rimane eternamente insoluta.Quindi i giganti erano esser i provenient i da paesi ext ra-terrestri e non v'e dubbio che non sia cost perche diversa-mente dovremmo smentire tutto quanto s'e fino ad ora dettosulluomo di Neandertal vissuto circa 35.000 anni prima deigiganti biblici e le cui caratteristiche f isiche non e ranq certa-mente guelle di un gigante.

    Infatti anche se nel tempo si sana verificate diverse tra-sformaaioni sufla statur a media degH Individui, la dif ferenzatra l'uorno di Neandertal e noi Eo piut ros to relativa, mol tolontana eomunque ai tre, ed anche in qualche caso, ai quattrometri dei e giganti x di cui si parla.

    Anche se non tutti gli Autori sono del medesimo parerequest! figli di Dio pesavano un minima di 200 chili, e e lavevano una forza peragonabile ad almena tre volte quella ditin nostro Iottatore olirnpionico. Ma come erano venuti sullaterra? Se dobbiamo ritornare a considerare quanta ci dice laBibbia in proposito dovremmo affermare che 10 feeero trami-te astronavi spaziali 0 anche a mezzo di ali .batrenti, rna none esattamente tu tto qui: quest i mis teriosi abitatori di altr i mon-di possedevano degli enormi calzari ai lati dei quali v'eranosisternari dei razzi propulsori. E difficilc stabilire quale fossela sostanza di propulsione rna se dobbiamo aneora riferirci aI-le testimonianze bibl iche pot remrno arr ivare addi rit tura ad am-mettere che essi sfruttavano l'energia nucleare e l'uso di essaera tale che potevano permettersi di utilizzarla a loro piaci-mcnto.

    E semprc dal medesimo capirolo della Genesi rileviamo che

    It p ro ble ma e gizia no / 41~ necessita l'energia nuclenre parrebbe cosa da niente realia-znre le piramidi con uri ben preciso progetto tecnico. E fuproprio cercando di arrivare a capire fino a quale grado dopotcva essere avvenuto che emerse u n particolare di notevo-It' vnlore- gli Egiziani, per conservare i lora morti , toglievano['uria dalle tombe. E qucsto criteria tecnologicamente venivaxfmttaro non solo dagli Egiziani rna anche dai Romani, dagHAssiri, dai Sumeri, dai Babilonesi, dai Cinesi e da aItri unfl{\' in tut to il mondo, tecnologia tra l'altro utilizzata ancheI'{'r In conservazione della materia. in particolare per i cibi,h.cnica ehe, al momento in cui io facevo questa riJievo, edrrcvamo ne1 1946, da noi era aneora total mente sconosciutavista che, ad esempiu, per la conservazione delle vivande siIIS;lVail ghiaccio.

    Quindi UI) dato era emerso: gli Egiziani per eonservareIe, :'i

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    nendo una bussola sull'asse Nord-Sud l'ago indicava il Nordsenza a1cuna variazione .i n pili 0 in meno della gradazione?La cosa fu considerata sul momenta del tutto casuale an-che perche osservando l'orientamento delle tombe del p~riodoprecedente a quello faraonico s':ra notate che ben, d lvers. aera la lora posizione anche se, In un senso 0 nell aItro, 11corpo de l defunto f in iva sempre con il t rovarsi sul lasse Nord-Sud. Ma evidentemente erano altre le ragioni che avevano do-minato nel periodo pre-dinastico. Infatti solo tra la prima ediciassettesima Dinastia Ia mia osservazione della posizioneNord-Sud con la testa a Nord risulterebbe esatta mentre sue-cessivamente nella Valle dei Re le sepolture risultarono sisre-mate sull'asse Ovest-Est. A mio avviso questa variante, perl'le ragiani che vedrerno phi avanti , era dovuta al fatt? che er~mutata la mentalita popolare sulla conservazicne del defunri.

    In ogni caso non sta a noi stabilire in questo l ibra qualifurono le ragioni che indussero gli Egiziani del periodo delleDinastie a var-iate le diverse forme sepolcrali ed in esse laposizione dei loro augusti regnant': a me interessava sa.pt:re ilperche per un cerro periodo di tempo la tendenza di certepopolazioni era quella d i seppell ire iloro defunti can Ie tOI11-be e con fa testa de l defunto diretta al Nord, su un esseperfettamente allineato Nord-Sud con l'ago magnetico di unaqualsiasi bussola. . .D'altra parte, ai nostri tempi e aneora usanza m n;olt~Paesi mettere iletti con la testiera rivolta a Nord, perchc, srdice, con la testa rivolta verso il Nord S 1 donne pili tran-quilli, non si fanno bruni sogni e cos! via. In qualche c~soho inteso dire che dorrnire con la testa rivolta a Nord cvrtal'emicrania 0 altre forme e li dalori e anche se personalmentenon credo a queste dicerie, le racconto con il solo scopo difar capite che in fondo alla leggenda, come sempre, v'e ,qual-cosa di vero rnagari ampliato e vaneggiato quanta 1 0 51 vo-glial rna qualcosa pur c'e, ed io volevo capire pcrche gli Egi-ziani di quel periodo s'erano cornport an a quc1. modo. Ma-gad era una sempl ice questiane. relig~osa, c~e sol1 t~ment~ ~~-minava in quel periodo la vita di que: popoli. rna vera di pru.

    La grande piramide di Giza, come: d'altra parte tutte l~alt re numerose piramidi d 'Egino , continuano a contendere glistudiosi i quali non r iescono a spiegarsi Ic ragioni ed i me-tadi di costruzione dell'enormc complesso. Si sa che 10 scopo

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    Noi qui non entreremo nella polemics se I 'all ineamento fupiu esattamente riferito a] polo geografico anziche a quellomagnetico anche perche Ia differenza t ra i due poli e taleche non avrebbe nessun sensa discuterla in questa lavoro edanche perchc siamo convinti che per i cost rut tor i delle p ira-midi era pili logieo e facile attenersi al polo magnetico.

    Ho ragione di ritenere, tuttavia, che il punto di allinea-mento della piramide non pore che essere la stella polare dalche ne deriva che la testa del Re era posta esattamente sutale allineamento.

    Noi ci s iamo soffermati sin qui suUe caratterist iche dellaPimmide di Cheope perche e l 'un ica che ci ha dato maggioripossibilita di esame, rna in linea di JYI.assirnanon dissimiii so-no Ie aItre come quella di Chephren, Micerino, ece., con lacanseguenza ehe abbiamo una precisa conferma dell 'intenzionebase dei costfuttori: avere un preciso al1ineamento tra 1a te-sta del defunto, I'angolo nord 0 un lato della piramide ed ilnord magnetico terrestrc, che per i cos truttor i doveva essereta s tell a polare.

    Ma prima di entrare' in ques ti part icolari oeeorre esaminare per un momento la (-;i stemazione della pietra che compo-ne la pirarnide, Essa e tagliata alIa perfezione nonos' tante chesi tratti di blocchi da 2,5 a 15 tonnellate ciascuno. Co ad-dirittura chi dice trattarsi di blocchi da 2 a 70 tonnellate rnaquesta e per noi insignificante: e importante invece sapere cheessi sono accatastati I'uno all'altro da non laseiare tra 10rouno spazio superiore a 5 mm.

    La tomba de l R e e lma camera castruita con blocehi digranito, avente Ie misure di metri 5,20 per 10,40 per 5,80e dobbiamo ritcnere che una volta postovi il sareofago delSovrano essa venissc chi usa con blocchi di eguale grandezza,e sembra sia rimasto uno de i misteri de]]e piramidi i1 saperecome yuesto (o::;:>t stato possibile a sepoltura avvenuta.

    A parte ogni considerJzione di carattere poli ti co e rel ig io-so c'c da ritenere che ,1 0 scopo principale di dare ai loroRe e Regine una sepoltura can S 1 grande maestosidi di mezzie di tccniche) per quanta incornprensibili per noi rna eviden-temcnte esistite, era quel1a di dare un'eternita al cor1'o de lloro Re che veniva asslcu_;ata anzitutta dalla preparazione delcarpo e dalle earatteristiche del sareofago, rna anehe da lin

    II p rob lema egiz iano / 43

    principaie era quello di raccogl iere i rest; morrali dei lora Rec:. Regine e si sa anehe che in generale era no costruite conpietra ,calcare salvo qualche diverso casa. La pietra calcare euna pietra porosa eminentemente cristallina c1assificata tra icalca r] teneri, e di facile lavorabilita. Questo mareriale era evi-dcnrernente facile a trasportarsi e compos to in massi di diversewandezza, iclonei ad accumularsi nella vo lur a f orma p ir amidal e.La maggiore di queste Piramidi e quella di Cheope Di.scar~i ~ono ipareri circa fa sua altezza, rna per no; per ~uan-t_? C( rl,gua.rda Cl atterremo ad una rnisura media di 148 metri.~usf dl~asl per la misura del lato di base che stabiliremoIn rnern 232 a fronte de; diversi 211 0 231. E chiaro chequeste di~erenze sono dovute alla corrosione de i seeoli, per-tanto quali fossero in realta all' origine [e esatte misure rimar.ra un ,mistero, COlTIe rnolt i sono i misteri che circondano lacostruzione e la vita di queste piramidi.

    L'inclinazione delle facee e di 51 19' 14" e sicuramentc iquartro angoli dovevano essere stati perfettamente retti inquanta Ie loro misure so no tutrora esatte

    Tralasciando daI parlare delle caratterist i~he costrut~ive in-terne della piramide dire che di soliro la tornba del Re sitrov~~a a.d un terzo dell'alrezza e qui e in ogni coso difficiIestabilire 11 punto esarto, perche in molte costruzioni I'alteazaincomincia, dal di sotto della base come nelle rnsstabe. tomberettangolari con la superficie superiore piana che , ove Fossestata prolungata, sarebbero divenute una piramide a base ret-tangolar~ anziche quadra. Infatti in questi casi la parte con-t~nen~e II sareofago e al di sotto de l piano terra in una spe-cie di pozzo di diversa caratter-isticn Quindi anche nella Pi ..ramide di Cheope la tomba dei Re diciamo che trovavasi adun terzo del1 'a lt ezza con i1 sarcofago posto in maniera che [atesta del defunto veniva a rrovarsi costantemenre rivolta ver-so il polo rnagnetico. Mold Autori richiamati anche nella bibliografia di questalihro sostengono che I'allineamenro con il nord doveva esserealme.no nel l'i nt enz ion- de i costruttori, orientate su] nord eS3t~In, 10 quanto non avevano un metoda per ali iuears i su unpunto deviate risperto al nord, e questa anche perche, perquanro ne sappiamo , gli Egiziani non dovcvano conoscere lepropri eta dell ' ago magnetico di una bussola.

    Ii problema egirianc / 45

    tcrzo elemento sino ad ora sfuggito agli studiosi ed annove-rnro tra i misted delle Pirarnidi.

    E la mia attenzione si sofiermo, appunro , sul par ricolared cll'a llin ea mc nto d el sarcofago con il polo magnetico terrestree valendone sapere di piu finii con il deeidere di cos truireuna piramide in scala uno: cento.

    Era un'idea assurda rna realizzahile. Se ne discusse a lun-go e concludemrno che se c'era riuscito a costruirla il Farao-ne (on imezz i tecnici di cui dispcneva , perche non avremmopotu to fare altrettanto noi con Ie nostre mod e rne tecnologie?Senza contare che l'avremmo costruita cento volte pili piccolarn a era chiaro che non era la grandezza il nocciolo del pro-blema bcnsi il ({egreto dell 'anima mister iosa del monun~C'!1-to. In pratica realizzare '...Inapiramide qualunque ne fosse sta-ta la granJezza era sulo questione di denara e di materialima come saremma riusciti a capire ed a realizzare 1 0 spi-rito che si celaya neI monumento stesso?

    Ero convinto che c'era qualcosa d'insolito che sfuggiva,di imponderabite che and:wa oltre noi stessi e per iI qualesapevo gia di non poter fare niente. Sara stata solo un'im-pressione rna in nai. c'era un senso di depressione che si ma-nifestava con uno scoramenta generale e ci dava la convil17:io-ne che stavamo facendo cose assurde, senza logica, da insen-sati. Si capiva 0 almeno credevamo di capire che tutto eioche si faceva era del tutto inurile tanto non saremmo riuscitimai a sapere tuttO.

    D'altra parte, i Faraoni non potevano tanto essere sotta-valutati se per reaIizzare Ie lora opere s'e rano avvHlsi e li rec~niche ben diverse, si, rna non di mol to infer ior i aIle nos tre.R::lst;.1Valeggere quanto dicevano i volumi dt cui S 1 dispone-va per render sene canto e d 'altra parte qualunque arche~logoaI nostro posta avrebbe potu to ampiarnente co.nfermare il nonindi fferente grado della Civil ta Egiziana.

    Nella sostanza f in immo con j] concludere ehe avremmo rea-lizzaw una piramide in Iegno in scala uno: cento dena pre-sl1111ibilemisura media della PirarniJe Ji Cht:opt: , 4uindi conun Iato di base di metr; 2,32 e I'altezza di metr; 1,48. Fac-ciamo i dovuri calcoli ed un discgno di massima con Ie C

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    va renders! anzitut to ragione del le carat terist iche costrut tive del-le tombe, dei lora materiali e possibilita di porosita, dellebasi d i p rogettazione, deUe variazioni d i temperatura esternaed interna e di altri itnumerevoli fattori tecnici e scientificiche sornmati I 'uno all' a ltro avrebbero sollevato una notevo lemole di studi e ricerche.

    Poi c'era la solita questione del pe-che le tombe Ie ave-vano costruite so t to forma di p irarn ide quad rango lare!Nessuno seppe dare una sp iegazione, n e la davano i po-derosi voIumi storici di cui si disponeva, eppure secondo medoveva esserci un p reciso motivo. Una sp iegazione qualsiasi,non importava quale, e come tale, logica, elementare: rna nonv'era! E decisi di mettermi al lavoro per riccrcarla.

    Ma le mie ricerche in. que1 momenta non ebbero alcunrisultato. Provai ad esaminare la questione da un pun to divista rnarematico, rna anche in quesro sensa non ne ebbi nes-suna logica soluzione.

    Se fossero state, ad esempio, cosrruite a forma di cono,non potevano avere uno spigclo e rivolro al polo geogra-fi co. Se fossero st ate ci li ndrlche 0 ret tangolari non avrebberoavuro un venice , il quale evidentemente aveva anch'essoun preciso motive d 'essere. Se fossero state sferiche e chiaroche tune Ie presumibili ragioni esistenti can la pirarnide sa-rebbero toralmente cadute.

    Quindi occorreva restare nell'incognita e solo, forse, unmodellino - come s'era detto - avrebbe patuto dare qual-die risposta.

    A mio g iudizio I'avremmo dovuro costruire can pietra cal.care, con un tipo di pietra, cioe, moho simile a quclla adoperata dai costrut to ri egiziani, rna non fu fac ile trovar la . P inim-rna can il decidere per una costruzione in legno ed ebbi l'ideache non dovevano esserci chiodi perche ero convinro che iIferro in ncssun moJo doveva far parte del progetto e voll:chc anche ne fossero esclusi i collanri di gualsiasi natura, equindi Ia piramide fini, come s't detro, con l 'essere realizzaracon massi di legno squadrati rna accatastati l'uno sull'altro.

    Esattamente come nella Pit-amide di Cheope il modellinoaVC;V; l i debi ti corridoi, le camcre, i pozz.i, e quanto altro csi-ste 0 prcsumibilmcnte po teva esisrere nell'interno del rnonu-rnento , volendosi in tal modo creare l'esatta possibilir.a di rem-perutura, circolazionc d'ar ia, umidi ta, eccetera.

    48 I L a B ar ri er a M a gn eti ca

    giunse aiie nostre orecchie Se fosse stato buio avrcmmo do-vuto vedere delle scintille. Dunque era vero, la piramide era< viva , rna percbe? Spostando l'asta lunge i lati non accadevanulla, solo al ver t ice la vibrazione si rivelava continua e per-slstenr c. Non riusci varno 1farci una precisa idea del fencmc-no ne ci dissero nulla j volumi centenari salvo una vag a ideasui come avremmo dovuto procedere per arrivare a provareil fenomeno del la conservaz ione del la mater ia . Preci so anz itur-to ehe per conservazione della materia non lntendevamo rife-rircl al processo di mummibcazione, che fino a quel momentanoi 1 0 credevamo dovuto al sistema di imbalsamazione, rnaalIa conservazione indefinita dei tessuti organici delle mum-mie, come in quei Hbri veniva ampiamentt " Je tt o d 'essere , : ; . t a -to riscontrato.

    Notai che nel fare queste operazioni si verificava in noi unsensa d i to rpo re e di st::mchezza e mi convinsi che il fattonon poteva non trovare una 10gica nena presenza uella pira-midc, rna non riuscivo a farmene una ragione. Ev identemen te1a piramide con la Slla particolare geometria e con i1 SllO po-sizionamento magnetico doveva dare v ita a misterio se energieche noi non riuscivamo a capire e che influivano in qua1chemodo sui cervello umano. II sensa che se ne aveva era qlleI-1 0 che d i soli ta si h < l aHorquando ci si trova in ambient i prividi ossigeno e che manehi aria 0 che almeno non ce ne siaa sufficienza. Faeemmo diverse prove con spostamenti entroun presumib ik ragg io di died metri cd eltettivamente si ve-rifieavano scnsazioni diverse anehe da persona a persona.

    Per aVC're una prova se effettivamente si trattava di os-sigeno decidemmo di porre nella tomba un vasetto di vetrocon dcn tro un pesciolino vivo . Veramen te Pesperiem:a non eradel tutto esatta poiche iI pescioIino sarebbe morto una voltache si fosse esautito tuttn l'ossigeno esisten te neH 'acqua dellavasehetta, e fu dopo molte riflessioni che si decise per un pe-sciolino marta: dovevamo provare corne e quanto si sarebbecon~ervato fresco.

    Aecanto a 1 luoga dell'esperimento scorreva un to rren te :onun a chiusa metaHica per i: l raccolta delle acque nei periodi disecca cd intorno a questa ehiusa di so lito v'erano molti re -sc io lin i. C on lma re te di queHe che di solita s 'usano per lacaccia allc farfalle, ne pescammo uno di circa 8 em. e 1 0ponemmo nella tomha dei Re, doe in que! piccolo vano del-

    11problema egiziano / 47Ci volle un mese per portare a termine l'opera che 00-

    nemmo sopra un te rrazzo in pcrferto all ineamento con it po-lo magne tico ter res tre che na tura lmenrc stabi limmo con I'aiurodi una vecchia bussola naval e.

    A questa punto io feci osservarc chc macch ine, rno tori edaltre apparecchiatur e elettriche comunquc esisten ti nelle imme-diate vicinanze dovevano essere eliminate 0 comunque isolatee lungo fu il da farsi per riuscire nell'intcnto, po i posizionaifa piramide. aflinche S 1 fosse ti che: e rll del tut to cOn1mcst ihil c

    T !o~servammo meglio, era perfetto. quasi h < l ! - ' , n < J t o Cl)I1lCquando era stato introdotto nelhl tomb;;}~>. Ci chicdC:1llmoperplcssi cosa dovevamo fare c pellS

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    spessa e sanguinolenta , quindi chiudemmo il tappo can curae stabilimmo di riaprire la tomba dopo tredici giorni .

    Stabilimmo poi che nessuno doveva avvicinarsi alIa pira-mide perche avremmo dovuro controllare anche iI pavimentode l t errazzo circos tante. Avevo nota to in fa tti che intorno allapiramide pel' almena un metro dalla base, le piastrelle delpavimento erano lcggermente pill scure delle altre. Non tuttis 'era dello stesso parere runavia tutt i furnmo d'accordo nel-I'assicurare che avrernmo avuto una maggiore accortezza. Suimiei collaboratori e su quanti in qualche modo vivevano lavicenda non si poteva fare molto affidamento perche in tuttisussi.steva un senso di curiosita mista a paura che li portavacontrnuamente a roccare, voler sapere, veclere e quindi a faresupposizioni, spesso danni e quindi in nessun modo si potevaessere certi che non avrebbero aperta la tomba a mia in-sapura.

    Tuttavia il terrazzo era molto grande e non fu difficilcisolare la piramicle con cwalletti e ravole varle. Giusticavamo le nostre ricerche dicendo che' stavumo spe-rirnentando un nuevo sistema di retrigeraz ione: in futuro, di.cevamo, non avremrno piu bisogno di f rigorifer i, sara suff i-ciente creare appositi ambienti e porli in determinate posi-zioni e condizioni in modo che i cibi 5 1 potranno conservareindefinitamenre. Non sapevamo che stavamo dicendo qualcosache non mclti anni dope la rccnologia ha cffet tivamenre rea-lizzato.

    Mi venue di guardare [a piramide: quale potente energiasi nascondeva in essa? E come avremmo potuto noi

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    no anche tante malattie, specie quelle della pelle. Diciamo chesi tratta di fenomeni da intemperie, da radiazioni sclari, dascottature 0 da alrre fonti sconosciute, che colpiscono dappri-rna leggermente rna poi col tempo nella parte colpita rnaturaqualcosa che ne allarga i contorni e si arriva alla laeerazione.Purttoppo siamo molto indietro aneora per conoscere e defi-nire questi fenomeni, perc' era strano che Ie piastrelle scolo-rite si t rovassero soltanto in torno aUa piramide.Posi il pesciolino sotto l'obiettivo del microscopio. Super-f i.c ialmente le squame non presentavano alcunche di parti colare.

    Avevo notato che ora era divenuto piuttosto rigido, in-durito, e leggermente essiccato. Era sempre di pili evidente 10sviluppo di un normale processo di mummificazionc naturale .Ccrcai di tagliare un minuscclo pezzo di tessuto rna era piut-tosto resistente, quando in6ne vi riuscii con I'aiuto di unalametta, al microscopio apparve del tutto privo di qualsiasivita di rnicrorganismi e senza alcun cenno di putrefazione. II tes-suto si presentava piuttosto compatto, legnoso, asciutro, ed ilpeso del pescio lino era notevolrnente diminuito. Analogo esamevenne fatto su uri mi-mscolo riraglic della bistecca , an-ch'essa piuttosto inscurita e indurita, rna enchc in questa nonS f trove segno di vita ce llulare e di putrefazione. Decisi di coo-rinuare a man tenere nella tomba i due soggetti e di ag~giungere altri esernplari: una earota, una patata, una mela.Dopo 90 giorni dall' introduzione erano cornpletarnente essie-cati, doe avevano perduta Is quasi totalita della lora percen-tuale d'acqua, non v'era anc he in essi aleun segno di putre-fazione: la sostanza organica. piuttosto compatta e legnosa,flessibile e resistente alIa rottura, priva di qualsiasi rnuffa, ave-va assunto un colore tendente al bruno scuro, quasi nero. Inalcuni punti della superficie v'erano delle leggere eruzioni pro-babilmente dovute all'espulsione di sostanze gassose e questain particolare nella patata. Al bordo di tali eruzioni v i s! tro-vava una fioritura biancastra che in un primo momento scam-biammo per muffe, ma poi scoprhumo trarrarsi di sostanzaorganica inerte del tutto simile a] res to della patata . Facern-mo altre esperienze con minerali, come il ferro, 10 ainco, ilcarbone, rna non notammo alcunche e li particolare ad ecceaio-ne per il ferro che non ossidava e questa fu per me unanuova conferma a quanto avevo pensato e non detto. Pro-vammo a mettere nella

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    servaz ione dell a f rutt a, ess i 1 0 facevano a lora volta can mez-zi ben diversi e tutt'altro che costosi, fin da allora.

    E nota infa tti la nostra moderna tecnologia di conservarela frutta: in celie frigorifere dove viene tolto I'ossigeno dal-I'arie in sola prcsenza di azote, It: cellule non respirano e nonsi alterano.

    Ed in pratica gli Egiziani devono aver fatto il medesimoragionamenta. Da1 greco azoto vual dire eenza vita e sequind i dall'aria togliamo l'o ssigeno, can il so lo azo to ev rebbe-ro elimiuato qualsiasi agente in grado di min are la vitaeterna delle spoglie regali. E un ragionamento semplice rnaenorme se si considera che noi per arrivarci abbiamo irnpie-gate almeno 5.000 anni . Ed e sorprendente incltre la tecnicache a mio avviso venne da lora usata per scindere i dueelementi.

    La temperatura giornaliera media a11e Piramidi puo dirsidi 40" C e notturna di 2 0 4"C . All'in terno della tombaermeticamente chiusa, la temperatu ra med ia e di 812" C siadi giorno che di notte salvo quakhe minima differenza in dif-ferenti periodi stag ionali, d ifferenza che comporta un sensib i-Ie aumento dell'umidita. Se noi consideriamo 10 spessorc del-la piramide .1 livello della tomba troviamo che la difle-rcnza di temperatura non risponde a ness un a delle legg i su l-la trasmissione del calore a noi note.

    D'a lt ra par te imateriali che compongono le piramidi ab-biamo gia detto che sono potosi ed i mud sono pieni ese si considera che all'esterno la temperatura e uguale pertu tte Ie quattro pareti avremo anche eguale pressione sul-l' atmosfera inte rna del la tomba che quindi funziona a tem-peratu ra e p ressione costante.

    Questa faccenda della temperatura e della pressione mitormentava gHI. d a tempo. Avevo capito che avevano una no-tevole importanza nel problema che stavamo cercando di riosolvere rna non sapevo dove rnettere le mani. Se ne parlo alunge tra di noi ed i pili so stenevano che era una questionedi secondaria importanza. Non io pero e poiche neIle rnieidee sono solitam ente os tina t o dovevo trovare una soluzionescientificamente ragionevole.

    60 I La Barr ie ra Magnet ica

    E non e tutto: il giuoco delle temperature e delle pres-sioni, come tutti sappiamo, risponde alle Ieggi di Boyle 0 diMariette, dove a temperatura costante i volumi sana inversa-mente proporzionali alle pressioni, e per la legge di Gay-Lus-soc a press ione cos tant c i volumi sono proporziona1i alle tem-perature assolute: sappiamo inoltre che a volume costante lepressioni sono proporzionali alle temperature. e poiche que-ste leggi fanno par te Jel bagaglio scienrifico del l'ul timo se-colo, va da se che nel periodo della civilta egiziana dei Fa-raoni esse non dovevano essere state conosciute. Dobbiamodire, invece, se dobbiamo dare credito ai nostri esperimenci,che gli Egiziani le conoscevano gia, pcrchc ncllo stato di ra-refazione dei componenri dell'aria che ven iva a verificarsi nel-l 'in te tno del la tomba eranc, appunto. in giuoco continuoqueste e Iegg i ed ho ragione di ritenere che il giuoco nonfosse del tutto oecasionale, rna volute, can l'intervento di unaforza estema che mi sfuggiva rna che, forse , potevo rilevarecon apposite strumentazioni.

    Nel modeIla di piramide Ie condiaioni ambientali eranostate rigorosamcnte riprodotte. ed anche il giuoco delle tern-perature e dell e press ioni per fe trarnente s incronizza to aIle {eg-gi predette; cppu re. qualcosa ancora mi sfuggiva.

    Fu il caso a venirmi in aiuto. II modello di piramide inpietra era stato costruito su un terreno isolato, contrariamen-te al precedente in legno che, come giii detto, era state po-sto sopra un terrazzo.

    In seguito ad un temporale, nel terreno sul quale poggi a -va la piramide s'erano creati dei rigagnol, e di conseguenzala pirarnide aveva finito con l'inclinarsi leggermente. Lo spo-st amento era s ta te COSt in sign ifican te che non mi parve il casodi rifare tutto daccapo: in pratica c'era stato uno spostamen-to di un solo grado della bussola rispetto alIa stella polare,e 1:1 c osa non mi parve Tmportante.

    Ma sbagliavo: tutti i fenomeni citat i, il giuoco dell e te rnperature e delle pressioni e i misteri finara succedutisi, ces-sarone come d'incanto, e la piramide divenne un normale cumula di pietre senza aleun significato .

    Era chiaro, pertanto, che iI posizionamento serviva a fardeviate dal sarcofago una ptecisa azione fisica esterna cbe, an-ziche provocnre Ie norm9.li trasformazioni della materia, necurava la conservazione, sia pure con differen ti aspetti.

    4, II perche dell'ossidazione

    II materiale d'informazione a nostra disposizionc per do-eumentarei era ben poca cosa, ed anche nella Biblioteea dellapili vicina Universita non trovammo niente di utile. D'altraparte c'erano molti punti che non quadravano, ai quali dove-varno dare una soluzione valida.Nella sosranza, io ritenevo che nella p iramide intervenisse-ro forze esterne che alimentavano gli strani fenomeni da meriscontrati, e non c'era duhbio che qualcosa vi fosse realrnen-te, vista I'eliminezione dell'ossigeno, il giuoco delle tempera-ture e delle pressioni e ranti alrri elementi alcuni dei quaIipotevano anco ra rimanere sconosciuti doe non essersi rivelati.

    C'era poi la questione dell' elenricita statica a lIa vett aed II mistero dell'allineamenro con iI polo magnetieo terrestre.Erano tutte cose che un fisico ed un chi mica in qualche mo-do potrebbero finire con il capire; ma quello che anche adessi rirnarrebbe incomprensibile e il perche questi fenome-ni, se COS! possiamo definirli, possano avvenire solamen te inuna piramide.

    If percbe dcil'osstdeuon I 61

    Abbiamo detto frastorroazione v e conservazione}) del-Ia mater ia , due te rmini sc ienti fic i piut tosto impegn~tivi .e corn-plessi, che tutravia vedremo di esaminare nell'ambito di quan-to ci interessa.Sappiamo che l'unione di atorni e molecole ?orta alla for-rnazione di aggregati macroscopici dcfinid con 11 nome g~ne,-rico di materia. Elementi di questa materia hanna prop~letaI is iche (el ett riche, otti che e te rmiche). ~r~ndezze ~eccanl~he, 'come 18 dimensione, it peso e la densita, nonche pro.pr~etachimiche quando sana sottoposte ad un tr~ttamento chl.mlca.Inoltre, esiste in tre stati detti di aggregazlon~ e .sono il ~o.lido, il liquido ed il gasscso: queste ed altre infinite propne-! ; i t e possibilita hanno finito con il farei affermare c~e la ma-reria urganica 0 inorganica, mincralc, vegetale 0 ammale co-munque Ia si voglia e la si combini, puo. ~assare ~a unostare d i aggregazione all'altro, e trasfcrrnarsi In energla : rnarnai scomparire, perche non puc ne crearsi ne disrruggersi .

    Questa e in sostanza quanto noi sappiamo, quanto ci m-segnano le nostre ricerche ed il grade c l i . conosc~nza cbe abobiamo del mondo che ci circonda; rna m realra come ~os~si arno afIermare con sicurezza che la materia non si crea ne Sldistrugge?10 credo che gli Egiziani non \a pensassero aIlo s~esso m~-do se con il proposito di conservare 1 a materia cosntuente ~lcorpo dei loro Re Ie davano la possib.ilira di. n?n ess~re di-strutta, e ricorrevana a iorze esterne imrnareriali per 11 rag-gillngimento dei loro fini. .Debbo quindi credere chc il lora grado e li conoscenzescienrifica Iosse di molto superjore al nostro e che la loracivilta fosse di ben lunga pili sviluppata della nostra.

    Infatti ad esempio, come ora vedremo, 1a forza estern a, 1 1 1 a quale' essi rico rrevano erano i raggi cosmici, for:a. che,nella nostra civilta, non mi consta sia stata aneora utllizza:a,ne pensa si sappia ancora come utiliz~arla. Si ~. so1ta.n~o flU-sciti a constatarnc la presenza, ed a mlSurarne 1 tntenslta. Sap-piamo che si uatta di pa.fticelle cariche di tipo elementare :composto che vagano nello spazio con mota .a~ce1erato darcampi eIettrici e magnetici a ve1ocit~ molt? vI:me a quelIedella luce. Sappiamo che tra i raggl cosmICI VI son~ .ancheneutrini e fotoni, e sappiamo ancora che 1a lora ongme ]asi fa risalire a quei tipi di stelle denominate supernovae, Ie

  • 5/13/2018 25384014 La Barriera Magnetica G B Ferlini

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    62 I La Barriera Magneticaquali, secondo Ie nostre conoscenze, dovrebbero essere ricchedi nuclei pesanti .

    In pratica, i raggi cosrnici definiti primari non sana cheprotoni e nuclei pesanti, questi ultimi limitati dalla scienza ainuclei di ferro. Nel lora vagabondare nella spazio finisconocan 1'urtare con t ro Ie molecole dell' atmosfera terrestre crean-do nuove particelle come gli eleuroni, pcsitroni, muoni, pionied alrre particelle indefinite, assumendo la definizione di se-condari.. M~ ~ raggi cosrnici forniscono anche reazioni di particelledi altissima energia che, guarda caso, gli Egiziani sapevanosfruttare, appunto, allorquando intendevano trasformare 0 con-servare 1a materia.

    Prima, perc, di addentrarci in questa intricata faccenda.dobbiamo soffermarci su un'altra questione.. Avevo notate che qualunqne Iosse la posizione de1 solenspetto alIa rotazione terrestre, la zona d'ambra intorno allapiramide aveva sempre un raggio pari ai rimanenti due terzidelI'altezza della piramide stessa. In pratica, iI sole allo ze-nith era sempre perpendicoiare al vertice della piramide e l'om-bra. che si. creav~ era u~ disco avente il centro nel sarcofagoed 11 raggro pan alla distanza tra il sarcafaga ed il verticedella piramide: in elfetti, i due terzi deIl'altezza.. In alt.ri termini se pensiarno ad un triangolo rettangolo,II .lato mma:e era rappresentato dal raggio, il lato maggioredai due terzt dell'altezza e I'ipotenusa dalla distanza apparen-te tra II bordo del cerchio d'ombra ed iI vertice della pira-midc. Porendosi prolungare I'ipotenusa, saremmo arrivati alsole, e prolungando il Iato maggiore, alIa stella polare.

    ~bbiamo doe u~'angolaziane costante tra il polo megneri-co, 11 sarcofago ed 1 1 sale alio zenith: tre punti base della ri-cerca. E 10 scopo di tale perfezione di posizionamento non sipoteva che ricercare nella necessita di avere all'esterno denatomba un riscaldamcnto costante del f lusso atmosfer ico qualun-que fosse la distanza del sale dalla crosta terrestre. '.. E tutto questa doveva essere stata fatto con minuziosa pre-ctsrone senza di che veniva meno iI rapporto differenziaIe trallestern~ e l.'interno della pirarnide, con la canseguente pre-senza di oss tgeno.

    Non c'e dubbio che Ie informazioni astronomiche e fisichedegli Egiziani dovevano essere state assai evolute anche se,

    64 I La Bar ri ere Magneti ca

    fra che si ottiene per 25.826,6 sommando le diagonali incro-ciate della base pi ramidale .

    Le misure della tomba dei Re clanno le dimension! esat-te dei due triangoli fondamentali di Pitagora: 12 X 5 X 13e 3 X 4 X 5 nonostante che sia stata castruita rnigliaia di an-ni prima di Pitagora,

    Con i pochi dati qui elcncati e rilevati in alcune opererichiamate nellc Note Bihliografiche, ho intesa dare un'ideadi quelle che erano le inforrnazio-ii di base conosciute dagliEgiziani all'epoca della costruzionc della Grande Piramide. eapparc evidente che esse erano la risu1tante di uno sviluppo .culturale notevole.

    Numerose sono state Ie ipnresi sin qui formulate in tuttii tempi dai diversi studiosi alIa luce anche dei ritrovarnentiarchealogici, rna nulla d i creci so e stato f inora appurato , salvoquanta si espone in questa libra e che in effetti rapp-esentaun modesto apparta alla conoscenza di tale cultura e civilra,anche perche I 'indi rizzo del la r icerca non e tanto rival to a que-sto fine rna da esso prende spunto per un diverse obiertivo:la radiazione cosmica.

    Prima perc di penetrare in quesro argomento per il qualctra I'alrro ho gia date alcune definizioni, si debbono fare al-cune considerazioni.

    Secondo quanto ne sappiamo, gli Egiziani non conosceva-no la bussola, perche la prima busscla, cosf corn'e a noi nota,viene daIla Cina; rna non possiamo considerare questa datoin via del tutto definitiva se si considera che il polo magnet i-co e possibile determinarlo solo con 13 busso1a, e se ammet-tiama che non la possede'lano, dovremmo ammettere l'e sisten-za d'altra sistema 'd'informazione e quello pili Iogico e 1a stel-la polare, il che vual dir e che l'allineamenta sincronizzato sul-la longitudinale Centro Tamba dei Re, vertice estella pola-re era fatta proprio perche ad esso veniva data un preciso va-lore. Ma se gli Egiziani gia disponevano della bussob, alto-ra vual dire che I'allineamento con il polo magnetico era al-trettanto una ragione scientifica di fondamentale importanza.Ed era cosi.

    Infatti abbiamo gia data, can approssimaziane, una defini-zione dei raggi cosmici e da essa abbiamo appreso ehe iraggicosmici priman sono protani e nuclei pesanti, questi Llltimilimitati ai nuclei del ferro. Urtando contro Ie mol