20filosophie

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2006 Istituto di Filosofia Arturo Massolo Università di Urbino Isonomia Aristotele e l’economia Italo Cubeddu Università degli studi di Urbino “Carlo Bo” Professore emerito [email protected] Abstract A page of the Nicomachean Ethics explains in what manner an architect (A) can give a house (C) in exchange for a given number of shoes (nD) from a cobbler B (E.N. 1133 a 7 ff.). The exchange takes place along the diagonals of a square which join the extreme points A-nD and B-C, and can be read as a geometrical proportion: (A+C):(B+D)=A:B and C:D. It is to this formula, which provides an instance of distributive justice, that the idea which Aristotle has of the political good leads back, a good identified with the justness that emerges from «a certain proportion» (Pol. 1282 b 16-17, E.N. 1131 a 29). The reciprocal exchange of goods «produces equality and preserves friendschip» between citizens of a state (E.N. 1163 b 32-35), and yet remains possible if money is used only to facilitate its execution and if the fact is recognized that the ratio of giving and having exists within things. Exchange, Aristotle concludes, «is prior to money» (E.N. 1133 b 27-28).

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  • 2006 Istituto di Filosofia Arturo Massolo

    Universit di Urbino

    Isonomia

    Aristotele e leconomia

    Italo CubedduUniversit degli studi di Urbino Carlo Bo

    Professore emerito

    [email protected]

    AbstractA page of the Nicomachean Ethics explains in what manner an architect (A) can give a house

    (C) in exchange for a given number of shoes (nD) from a cobbler B (E.N. 1133 a 7 ff.). The

    exchange takes place along the diagonals of a square which join the extreme points A-nD and

    B-C, and can be read as a geometrical proportion: (A+C):(B+D)=A:B and C:D. It is to this

    formula, which provides an instance of distributive justice, that the idea which Aristotle has of

    the political good leads back, a good identified with the justness that emerges from a certain

    proportion (Pol. 1282 b 16-17, E.N. 1131 a 29). The reciprocal exchange of goods produces

    equality and preserves friendschip between citizens of a state (E.N. 1163 b 32-35), and yet

    remains possible if money is used only to facilitate its execution and if the fact is recognized

    that the ratio of giving and having exists within things. Exchange, Aristotle concludes, is prior

    to money (E.N. 1133 b 27-28).

  • 2 Italo Cubeddu

    Isonomia 2006

    [...] il bene della politica il giusto

    e[sti de; politiko;n ajgaqo;n to;

    divkaion.

    Politica, G 12, 1282 b 16-17

    [...] il giusto perci una certa

    proporzione, e[stin a[ra to;

    divkaion ajnavlogovn ti.

    Etica a Nicomaco, E 3, 1131 a 29

    Il giusto politico, spiega Aristotele nel settimo capitolo del quinto libro dellEtica

    nicomachea, pu essere naturale oppure per convenzione o legge: il primo valedappertutto e non perch lo accettiamo o non lo accettiamo, mentre il secondo, prima di

    esserci, pu essere in un modo o anche in un altro, non per quando sia stato stabilito.C chi ha pensato che le leggi della citt siano tutte mutevoli dal momento che quelle

    naturali sono immutabili, il fuoco infatti brucia nello stesso modo in Grecia e in Persia;

    questo per non vero in assoluto, ma solo in parte, per gli di non vale assolutamente esi pu dire che anche da noi c un giusto naturale, sebbene tutto, qui, possa cambiare.

    Si sa, per esempio, che la mano destra per natura quella pi forte, ma qualcuno riesce

    a diventare ambidestro (lo stesso esempio si trova in Platone, Leg. VII, 794 D-795 D);ora questa distinzione vale per tutte le cose, sebbene non sia facile vedere quali di quelle

    mutevoli siano per natura e quali per legge o convenzione1..In un libro precedente, il terzo, Aristotele aveva trattato della deliberazione, che si

    rende necessaria per le cose fatte dalluomo ma non per quelle eterne: non si delibera

    infatti sulla incommensurabilit della diagonale. Quando consideriamo i fatti umani,quello che cerchiamo sono i mezzi e non i fini: il medico non si domanda se deve

    occuparsi della salute, il commerciante non si chiede se debba procurarsi un guadagno.Si deve notare per che anche per questo genere di cose le ricerche si fanno servendosi

    del metodo dellanalisi, come quando si vuole costruire una figura geometrica. Se non

    tutte le ricerche sono deliberazioni (non lo sono quelle del matematico), il medico o chiintende acquistare beni debbono cercare, tra i mezzi possibili, quelli che consentono di

  • Aristotele e leconomia 3

    Isonomia 2006

    raggiungere il fine ovvero lultimo termine dellanalisi, che poi il primo della

    costruzione2.

    I vocabolari ci dicono che laggettivo divkaio~, giusto, oltre che per ovvi riferimenti a

    comportamenti umani, pu essere usato per dire che un corpo ben proporzionato

    (divkaion sw`ma), che come deve essere, uguale nelle parti che lo costituiscono,

    simmetrico (Galeno), oppure che lacquisto di una cosa conveniente perch ha il

    prezzo dovuto. Questo non succede soltanto nel greco antico, noi riprendiamo per lalettura del capitolo dellEtica nicomachea dal quale ho ricavato il secondo motto

    completandola per la parte che ci interessa. Scrive ancora Aristotele:

    Infatti la proporzione non propria soltanto dellunit numerica, ma del numero in

    generale, ed una uguaglianza di quattro termini. La proporzione discreta ne ha quattro, e

    ne ha quattro anche quella continua. Questa ne usa uno due volte e lo dice anche, per

    esempio che A sta a B come B sta a G. Cos il giusto comprende almeno quattro termini e il

    loro rapporto il medesimo, sono infatti divisi in modo simile quei segmenti [che

    rappresentano persone] e quelli che rappresentano la parte ricevuta da ciascuno [nel corso

    della lettura Aristotele rinviava evidentemente a una figura]. Dunque come il primo termine

    sta al secondo il terzo star al quarto e, permutando, il primo al terzo e il secondo al quarto

    [...]. Il principio della giustizia distributiva la congiunzione del primo termine con il terzo

    e del secondo con il quarto [...]. I matematici chiamano questa proporzione geometrica,

    infatti quella in cui le somme [degli antecedenti con i conseguenti] stanno tra loro come

    un termine di ogni coppia sta allaltro (1131 a 30; b 15).

    Da queste pagine ricaviamo due indicazioni che potranno accompagnare la nostra

    lettura dei capitoli della Politica (lottavo, il nono e il decimo del primo libro) edellEtica nicomachea (il quinto del quinto) che vengono citati per far dire a Aristotele

    quello che ha pensato delleconomia. Prima indicazione: la distinzione di legge naturalee legge per convenzione non assoluta, lesempio, che abbiamo visto, dellambidestro

    ci dice che non impossibile introdurre un ordine naturale nei rapporti tra i cittadini di

    una povli~, che si pu almeno tentare di farlo: se vero che le azioni umane non hanno

    una necessit assoluta, se non sono sempre come la incommensurabilit della

    diagonale, possono presentarsi come un per lo pi (un wJ~ ejpi; to; poluv) per cui

    riusciamo a ricondurle a un modello, a una causa formale che anche una causa finale.

    Per Aristotele il compito del legislatore quello di abituare i cittadini al bene (Etica

    nicomachea, B 1, 1103 b 3-4), a un sistema di rapporti che diciamo naturali quando ci

  • 4 Italo Cubeddu

    Isonomia 2006

    sembrano giustamente proporzionati. Laltra indicazione quella che si ricava dalla

    definizione di ajnavlogon modellata sulla teoria delle proporzioni costruita da Eudosso,

    il matematico scienziato filosofo che reggeva lAccademia lanno in cui era arrivato

    nella scuola il giovane Aristotele che allora, nel 367, aveva diciassette anni (Platone era

    in Sicilia). La pagina che abbiamo letto dal quinto libro dellEtica a Nicomaco ripetequello che si deve sapere della proporzione, compresa la possibilit di permutare e di

    sommare i termini che la costituiscono3. Nei Topici si pu leggere unaltra definizione,

    riguarda la divisione condotta sul piano di un parallelogramma da una retta parallela auno dei suoi lati, con questa operazione il lato e larea della figura risultano simili per la

    sottrazione che hanno subto di uno stesso numero di parti (Q 3, 158 b 29-35). Piinteressante pu diventare per noi un capitolo degli Analitici secondi, il quinto del primo

    libro, che richiama la conversione o alternanza dei termini di una proporzione (A:B =

    G:D, A:G = B:D) discutendo gli errori che si possono commettere nelle dimostrazioni diattributi universali. Aristotele dice a un certo punto che la proporzionalit ottenuta in

    questo modo vale non solo per i numeri in quanto tali, ma anche per le linee, per i solidie per le differenze di tempo, sempre in quanto tali (74 a 17-19). Da qui, per il

    riferimento alle determinazioni di tempo che entrano in una relazione incrociata,

    potremmo passare alla lettura del capitolo dellEtica nicomachea, sar bene per vedereprima quelli ricavati dalla Politica, per ritrovare qualcuna delle cose dette fin qui4.

    ***

    Politica, primo libro, capitolo ottavo

    Che cosa si identifichi o sia parte di che cosa, se leconomia si identifichi con lacquisto

    di beni (con la crematistica; crhmatistikhv, da crh`ma, ci di cui si ha bisogno, che

    viene usato; al plurale: gli averi, le ricchezze) oppure se questa sia una parte della prima

    o costituisca una specie a s, per es. se abbia una propria natura diversa da quella

    dellamministrazione domestica, e se della crematistica, che si occupa delle propriet edellacquisto di beni, sia parte lagricoltura, sono queste le domande che Aristotele si

    pone allinizio del capitolo ottavo del primo libro della Politica. Il modo di interrogarsi quello di chi fa uso del metodo delle divisioni cercando di raccogliere con linduzione

    i dati che gli consentono di arrivare a una risposta. Aristotele parla di uomini e di

  • Aristotele e leconomia 5

    Isonomia 2006

    animali che si procurano il cibo da s, della natura che non fa nulla di inutile e senza

    motivo (1256 b 21) e che assegna a tutti i viventi il loro ruolo fissando una rete di

    rapporti che non richiedono lo scambio e il commercio al minuto (1256 a 40-b 20). Callora una forma di acquisto che naturale, che parte della amministrazione familiare

    e che deve procurare i beni necessari, quanto basta per raggiungere lautosufficienza; a

    questa idea se ne lega unaltra che incontreremo di nuovo, quella del ben vivere (to; eu\

    zh`n). Solone aveva torto quando diceva che la ricchezza non ha limiti per luomo,

    quella necessaria per la famiglia e per la citt ne ha uno, e chi sta a capo della famiglia e

    dello stato deve apprendere come fatta questa crematistica naturale (1256 b 35-39).

    1256 a 4. Oijkonomiva, economia. Ha preso il nome dalla casa (oi\ko~) abitata dalla

    famiglia, dal primo tipo di aggregazione (nel secondo capitolo dello stesso libroAristotele cita Esiodo: nella casa vengono prima la donna e il bue che ara) che si

    moltiplica nei villaggi e che nella citt acquista lultima forma, quella di una comunit

    perfetta: la natura di ogni cosa il fine che porta a compimento la sua generazione,come avviene per luomo, per il cavallo e per la casa (A 2, 1252 b 32-34). In un altro

    capitolo dello stesso libro, il terzo, spiega poi che gli elementi dellamministrazionedomestica sono quelli stessi della citt e che della famiglia parte la propriet (1253

    b 23). Nel dodicesimo dichiara ancora che tre sono le parti della amministrazione

    familiare, il padrone (e lo schiavo) che poi il padre-re dei figli, e che come maritoesercita un potere politico sulla moglie (1259 b 1). Questa divisione diventer

    importante nella discussione delle varie forme di costituzione, lEtica nicomachea

    indica le analogie (o paradeivgmata) che la famiglia mostra di avere con diverse forme

    di costituzione: il rapporto del padre con i figli fa pensare al regno (per questo Zeus

    stato chiamato padre da Omero), quello che ha, come padrone, con lo schiavo tirannico, infine quello che gli viene riconosciuto nei confronti della moglie

    aristocratico, la sua infatti unautorit fondata sul merito (kat ajxivan); se volesse

    comandare su tutto diventerebbe un oligarca, Q 10, 1160 b 22-36.

    1256 a 1. Uno dei tanti riferimenti alle opere di Platone che si trovano nella Politica

    riguarda la comunanza delle donne, dei figli e della propriet (Repubblica V); per

    questultima Aristotele dichiara nel quarto capitolo del secondo libro che lidea che le

  • 6 Italo Cubeddu

    Isonomia 2006

    propriet siano private e divengano comuni nelluso evidentemente quella migliore,

    1263 a 37-40.

    1256 a 16-b 30. La capacit che gli uomini hanno di procurarsi il cibo da se non con

    gli scambi o con il commercio al minuto (kaphlikhv, fin qui sinonimo di ajllaghv,

    scambio in generale, baratto: 1256 a 40-1256 b) un possesso che la natura ha

    concesso a tutti gli animali; chiaro poi, sostiene Aristotele, che ogni cosa che si

    collega con questo potere stata fatta per luomo. Pi avanti (vedi il successivo capitolonono, 1257 a 15-20) Aristotele dir del commercio al minuto che allinizio era unaltra

    cosa, diversa dalla crematistica, il fatto se lo spiega immaginando un tempo in cui gliscambi sarebbero avvenuti fino al punto che poteva bastare, ossia per soddisfare

    bisogni elementari; nel seguito Aristotele riavviciner i due modi di acquisto con una

    critica che li colpisce entrambi, quando avr visto per quali motivi e in che modopossono diventare innaturali. Per i riferimenti allagricoltura, oltre allindicazione data

    nelle righe 39-40 della pagina 1256 a (la maggior parte degli uomini vive della terra edelle piante coltivate), vanno ricordate altre pagine dellopera, sempre dal primo libro

    nel capitolo undicesimo (1258 b 12-22), poi nel quarto capitolo del quarto (1290 b 40

    sgg.). Nel primo brano si legge un rapido elenco delle cose che deve saper farelagricoltore; piuttosto sommario ma le attivit indicate sono quelle che costituiscono

    la crematistica in senso proprio. Parla dei vantaggi che ottiene quando espertonellacquisto di cavalli o di buoi o di pecore, quando conosce il modo in cui si debbono

    coltivare i campi e curare i boschi e quello di allevare api o altri animali, pesci o uccelli,

    dai quali potrebbe ricavare risorse. Segue, nelle righe 20 sgg., la divisione dellattivitmercantile in tre parti, la prima costituita dal commercio marittimo, la seconda dal

    prestito a interesse (tokismov~), lultima dal lavoro salariato (una forma intermedia

    sarebbe costituita dallarte mineraria e dal taglio dei boschi). Allinizio della pagina

    1259 fa anche i nomi di due autori di scritti sullagricoltura, Caretide di Paro e

    Apollonio di Lemno, dei quali per non conosciamo nulla. Nel capitolo del quarto libroAristotele introduce un elenco delle parti che costituiscono la citt: per primi vengono

    gli agricoltori, che procurano il cibo, poi gli operai, il terzo posto occupato dal

    mercato (ajgorai`on), dove si fanno gli acquisti e le vendite, allingrosso (ejmporiva~) e

    al minuto (kaphleiva~). Ricorda inoltre (1291 a 11 sgg.) che nella Repubblica (II, 369

  • Aristotele e leconomia 7

    Isonomia 2006

    B sgg.) Socrate ha proposto una classificazione simile ma insufficiente, qui dobbiamo

    registrare unosservazione che precede lelenco e che rinvia a questioni di metodo: la

    divisione delle parti della citt deve essere fatta usando il procedimento induttivo (vedi

    sopra), che consente la divisione (diaivresi~) di un genere nelle sue specie e la

    distinzione di tipi animali in una tavola classificatoria costruita tenendo conto delladiversa organizzazione, in ciascuno, degli organi che sono per tutti comuni5.

    1256 b 25-39. La propriet, labbiamo gi visto, deve essere contenuta nei limiti di

    quanto basta per garantire lautosufficienza (aujtavrkeia; vedi anche sopra, 1256 b 4)

    della famiglia e della citt e per consentire una vita buona. Nel terzo libro dellaPolitica Aristotele ha scritto che il vivere bene il fine della citt, di una comunit

    di genti e di villaggi che conducono una vita perfetta e autosufficiente ossia, come

    diciamo, una vita bella e felice (to; zh`n eujdaimovnw~ kai; kalw`~), 9, 1280 b 39-1281

    a 2. Ancora sulla sua lettura del detto di Solone: c, per Aristotele, un limite della

    ricchezza perch non c nulla che sia illimitato, nel mondo che nostro e per la scienzache ne abbiamo; quanto alletica, dopo aver ripetuto che la virt sta nel seguire la via di

    mezzo (mesovth~) tra due estremi, Aristotele ha aggiunto, trovandosi daccordo con i

    pitagorici, che il male dellinfinito e il bene di ci che limitato (Eth. Nic. B 6, 1106 b

    28-30).

    ***

    Politica, primo libro, capitolo nove

    il capitolo delle difficolt. Alla fine Aristotele dice di aver mostrato il perch di due

    specie di crematistica, una necessaria, legata alla economia domestica, e una nonnecessaria, della quale ha indicato le cause. Le difficolt incontrate per arrivare a questa

    conclusione vengono affrontate usando la tecnica delle divisioni e cercando ledifferenze tra le cose e tra i loro significati per negarne (o affermarne) le somiglianze.

    Vedi anche nei Topici il tredicesimo capitolo del primo libro.

    1256 b 40-1257 a 20. La maggiore difficolt: se non sono identiche, le due maniere di

    procurare beni sono vicine o non troppo lontane. Ma una naturale, laltra unarte,

  • 8 Italo Cubeddu

    Isonomia 2006

    e tutte le arti, dir pi avanti, tendono senza fine a raggiungere il loro scopo, in questo

    caso allaccumulo incessante di beni (1257 b 25-30). Riconosciuta la vicinanza delle

    due forme di acquisto, Aristotele introduce (dalla pagina 1257 a 5) la distinzione travalore duso e valore di scambio, che riguarda tutto ci che si possiede; sono due usi

    che ineriscono per s (kaq auJtovv) alla cosa, ma non per s nello stesso modo, uno dei

    due pu dirsi proprio, laltro no. Il passo ci rimanda a un capitolo degli Analitici secondi

    dove vengono distinti gli attributi per s che si dicono tali in quanto entrano nel discorso

    definitorio di una cosa (la pluralit, per esempio, che fa parte della nozione di numero)da quelli, anchessi per s ma derivati, che si possono dire solo precisando qual la cosa

    gi definita della quale sono un attributo (come dispari, che si dice del numero ma nondi tutti i numeri), A 22, 84 a 11-18. Il fatto che si possa vendere o comprare non

    appartiene al che cos, all ei\do~ di una cosa. Va aggiunto poi ( un altro elemento che

    confermerebbe la vicinanza) che degli uomini alcuni hanno pi, altri meno di quanto

    pu bastare. Sulle cause di questo pi e di questo meno il testo non si sofferma,

    laccenno serve soltanto per poter dire che in origine lo scambio si limitava allasoddifazione di bisogni elementari (passo gi citato nei riferimenti al capitolo

    precedente).

    1256 a 19-31) Nelle righe precedenti Aristotele aveva detto che nella famiglia lo

    scambio non era necessario; ha pensato evidentemente che allinterno di un grupporistretto ognuno poteva attingere dai beni raccolti per luso comune. Ma la

    moltiplicazione di famiglie in luoghi diversi e sempre pi distanti ha reso differenti la

    quantit e la qualit dei beni posseduti: da qui la necessit di scambiarli, dapprima con ilbaratto, che non innaturale e che sembra mantenere ancora liniziale vicinanza; il

    baratto non sembra essere una crematistica, questa per derivata (kata; lovgon,

    logicamente, precisa Aristotele) da quello.

    1256 a 32-1257 b 31. Nel passo (ma non il solo) si indovinano le riflessioni che

    lautore ha fatto su cose accadute6 e che conosceva molto bene. Si riferisce alle

    importazioni e alle esportazioni, allintroduzione della moneta, che avrebbe determinatola nascita del commercio mercantile e indotto gli uomini a pensare che la ricchezza si

    identifica con il denaro. A questo punto introduce un altro argomento osservando che la

  • Aristotele e leconomia 9

    Isonomia 2006

    moneta ha un valore solo legale; ripete poi un racconto fatto sul re Mida e conclude

    (righe 17-19) dicendo che dal momento che leconomia domestica e la crematistica

    legata al denaro appaiono ormai decisamente separate come lo sono il limite elillimitato si cercato giustamente un altro tipo di ricchezza. Lultima parte del

    capitolo (1257 b 32-1258 a 18) contiene alcune osservazioni sulle motivazionipsicologiche di chi cerca di aumentare a dismisura il possesso del denaro7, rinunciando

    al ben vivere (vedi nelle pagine precedenti); segue la conclusione generale che stata

    riportata allinizio.

    ***Politica, libro primo, decimo capitolo

    C una crematistica della natura che nutre quanti ha generato; a questa debbono

    riferirsi il politico e chi dirige la casa servendosi di unarte subordinata (uJphretikhv,

    1258 a 34) di cui Aristotele qui non dice altro (ma dobbiamo ancora vedere le paginetrascritte dallEtica nicomachea). Dice per di aver sciolto cos il dubbio avanzato nelle

    prime righe del capitolo ottavo; a conclusione di questo, che assai breve (1258 a 19-b

    8) si legge la condanna dei traffici che gli uomini fanno tra loro scambiandosi denaro enon cose; lusura la forma di acquisto che pi di ogni altra pu dirsi contro natura.

    Concludendo la lettura di questa parte della Politica si possono rivedere tre righe delnono capitolo: chi vende le scarpe a uno che ne ha bisogno e lo fa per ricavarne denaro

    o cibo non ne fa certo un uso proprio, perch la scarpa non stata fatta per lo scambio

    (1257 a 10-13), continua tuttavia a usare la moneta come un medio perch se ne serve ose ne servir per acquistare cose. Lo stesso si deve dire di un passo dellEtica

    nicomachea che dobbiamo ancora vedere (1133 b 10-12), parla della possibilit di usareil denaro per bisogni futuri, anche qui il ricorso alla moneta pu rendere pi facile o

    sicura la soddisfazione di bisogni differiti, uno scambio di cose o un baratto che si far.

  • 10 Italo Cubeddu

    Isonomia 2006

    ***

    Etica a Nicomaco, libro quinto, quinto capitolo

    1132 b 21-32. Allopinione dei pitagorici e di Radamanto, sostenitori della legge del

    taglione, Aristotele oppone la distinzione di due tipi di giustizia discussi nei capitoliprecedenti, quella distributiva di onori e ricchezze (capitolo 3), che si ottiene con una

    proporzione geometrica (A : B = G : D;) e quella correttiva dei danni che un privato pu

    arrecare a un altro (capitolo 4); la correzione affidata a un giudice dal quale ci siaspettano sentenze modellate secondo una proporzione o progressione aritmetica8. Da

    queste righe iniziali si pu risalire alle prime pagine del libro che contengono una lungadiscussione su che cos lingiusto e che cosa il giusto, sulla relazione della giustizia

    con la virt, e la citazione di un detto comune: nella giustizia (dikaiosuvnh)

    compresa ogni virt, il detto riconosce che la virt perfetta quella che si pratica nonsolo verso se stessi ma anche verso gli altri. Il passaggio ai capitoli successivi lo

    assicurano, nel secondo, le righe 6-8 della pagina 1130 b ( evidente che ci sono moltespecie di giustizia, e una che diversa dalla giustizia totale) e il passo che va dalla riga

    30 della stessa pagina alla fine (1131 a 11), dove viene annunciata la discussione della

    giustizia distributiva e di quella correttiva (o, si potrebbe anche dire, giudiziaria). Inmezzo Aristotele fa una dichiarazione di cui dobbiamo tener conto se vogliamo capire

    in che modo va letto il rapporto che stabilisce tra letica e la politica (e perch ildiscepolo non era del tutto daccordo con il maestro Platone): non [...] la stessa cosa

    essere in tutto un uomo buono e un buon cittadino9, 1130 a 29-30.

    1133 a 1-7. Lo scambio come dono (metavdosi~) tiene unita la citt, per questo gli

    uomini hanno eretto un tempio alle Grazie (Cavrite~), perch si ricordi lobbligo di

    restituire i benefici ricevuti (si dice o si diceva una volta che un prestito senza interessi

    un prestito grazioso). Dalla riga 7 un diagramma doveva illustrare lesempio di unoscambio di cose in diagonale:

  • Aristotele e leconomia 11

    Isonomia 2006

    a b

    g nd

    Quello che segue immediatamente, fino alla riga 33, si pu riassumere in breve: a indicaun architetto e b un calzolaio, i due che devono scambiarsi quello che producono, la

    casa (g) e le scarpe (d). Lo scambio reciproco si fa anche se il prodotto delluno vale pi

    di quello dellaltro, necessario soltanto che vengano resi uguali. Per questo serve lamoneta che misura ogni cosa, pu dirci infatti quante paia di scarpe occorrono perch

    possano essere scambiate con una casa. La moneta ununit di misura nata perconvenzione, pu non avere sempre lo stesso valore (anche se tende a rimanere stabile)

    e pu essere messa fuori corso. Una misura naturale invece il bisogno, senza del quale

    lo scambio non ci sarebbe; il bisogno fa incontrare tutte le cose e le persone con le cose.

    Le ultime righe ripetono che ci sar la proporzione reciproca [il contraccambio, to;

    ajntipeponqov~] quando i prodotti saranno stati pareggiati, e il calzolaio e il contadino

    [che ha preso il posto dellarchitetto] staranno nello stesso rapporto in cui stanno il

    prodotto delluno con il prodotto dellaltro. Pi avanti, nel libro sullamicizia, si leggeil commento migliore, forse, di questo passo: Nelle amicizie tra disuguali la

    proporzione produce uguaglianza e salva lamicizia; cos, in quella tra concittadini il

    calzolaio riceve per le sue scarpe e il tessitore e gli altri artigiani per i loro prodottiun pagamento pari al loro valore (I 1, 1163 b 32-35). A ciascuno secondo quello che fa

    e secondo il merito (kat ajxivan) che gli va riconosciuto per quello che fa. La

    proporzione garantisce che le gerarchie sociali non vengano alterate dai processi

    economici (Schefold, p. 42)? Posso dire, per ora, che lo scambio proporzionale un

    esempio di giustizia distributiva10.

    Il brano successivo che chiude nel capitolo la parte che abbiamo letto contiene diversecose. Dice che la proporzione non deve essere cercata dopo che lo scambio avvenuto,

  • 12 Italo Cubeddu

    Isonomia 2006

    altrimenti uno degli estremi [a o b, nel diagramma] potrebbe avere un doppio

    vantaggio, 1133 b 1-2. Salto alcune righe per arrivare a quelle (14 sg.) dove si dice che

    ogni cosa deve essere valutata in moneta (tetimh`sqai), deve avere un prezzo. Le righe

    precedenti parlavano di una contrattazione privata? Per quello che abbiamo ricavato dal

    capitolo penso piuttosto che i prezzi dovessero subire il controllo di un magistrato odella comunit. Torno sulle righe precedenti, dove si ritrova laffermazione che

    lincontro dei bisogni che rende necessario lo scambio, poi quella che il denaro rende

    possibili gli scambi nel futuro. Alla fine troviamo una variante della proporzione indiagonale che abbiamo immaginato disegnata nella prima colonna della stessa pagina

    (rr. 7-11). Pu essere trascritta per intero: Sia a una casa, b dieci mine e g un letto; sela casa vale la met di b, ossia cinque mine, e il letto vale la decima parte della stessa

    quantit di denaro, sar chiaro quanti letti sono uguali a una casa: cinque. Ma cos sar

    anche chiaro che lo scambio era prima [ prima] della moneta [hJ ajllagh; h\n pri;n to;

    novmisma]; perch non fa nessuna differenza dare per una casa cinque letti oppure il loro

    valore in denaro (1133 b 23-28).Ho seguito alcuni editori che aggiungono nel diagramma davanti alla scarpa del

    calzolaio la lettera n in corsivo (nd). Lo suggerisce anche Heath (p. 274): le lettere a e bindicano un architetto e un calzolaio, che fabbricano case e fanno scarpe, il loro lavoro

    viene reso proporzionale assumendo ununit di tempo (unora, oppure una settimana)

    che pu misurare e rendere uguali le cose prodotte da entrambi.

  • Aristotele e leconomia 13

    Isonomia 2006

    Bibliografia

    Edizioni e traduzioni di riferimento

    - Aristotele, Politica:

    1957, Aristotelis Politica, recognovit W. D. Ross, Oxford (Scriptorum ClassicorumBibliotheca Oxoniensis)

    1973, Politica, Trattato sulleconomia, traduzioni di Renato Laurenti, in Aristotele,Opere, volume nono, Editori Laterza, Roma-Bari

    2002, Politica, introduzione, traduzione (con testo greco a fronte) e note di CarloAugusto Viano, BUR, Milano

    - Aristotele, Etica Nicomachea:

    1973, Etica Nicomachea, traduzione di Armando Plebe, in Aristotele, Opere, volume

    settimo, Editori Laterza, Roma-Bari

    1996, Etica Nicomachea, a cura di Claudio Mazzarelli, testo greco a fronte, Rusconi,

    Milano (terza edizione)

    2003, The Nicomachean Ethics, with an English Translation by H. Rackham, Harvard

    University Press, Cambridge (Mass.)-London (The Loeb Classical Library)

    - Senofonte:

    2000, Economico, con un saggio di Diego Lanza, introduzione, traduzione (con testo

    greco a fronte) e note di Fabio Roscalla, BUR, Milano (seconda edizione)

    Letteratura

    Polyani, K., 1944, The Great Transformation, Rinehart & Company, Inc

    , 1980, Economie primitive, arcaiche e moderne, a cura di George Dalton, traduzionedi Nanni Negro, Einaudi, Torino

  • 14 Italo Cubeddu

    Isonomia 2006

    Heath, Sir T., 1949, Mathematics in Aristotle, Thoemmes Press, Bristol

    Schefold, B., 2004, Xenophons Oikonomikos: Der Anfang welcherWirtschaftslehre? in Scheffold, B., Beitrge zur konomischen Dogmengeschichte,

    hrsg. von V. Caspari, Wissenschaftliche Buchgesellschaft, Darmstadt (con licenza dellacasa editrice Wirtschaft und Finanzen, Hamburg), pp. 1-20

    , Aristoteles : Der Klassiker des antiken Wirtschaftsdenkens, in Schefold, B.,Beitrge zur konomischen Dogmengeschichte, hrsg. von V. Caspari, WissenschaftlicheBuchgesellschaft, Darmstadt (con licenza della casa editrice Wirtschaft und Finanzen,

    Hamburg), pp. 21-44

  • Aristotele e leconomia 15

    Isonomia 2006

    Note

    1 (1134 b 18-35). A diversi editori non sembrato chiaro, in questa pagina, il modo in cui si seguono gliargomenti (vedi la successione che ne propone Rackham, p. 294 in nota). Non si possono comunque averedubbi sul risultato che Aristotele voleva raggiungere se si tiene conto (lo dico pi avanti) dellesempiodellambidestro e di una riga che si legge nel primo capitolo del libro B dellEtica nicomachea.2 (3, 112 b 11-24). Il passo si pu confrontare con una pagina di Metafisica Q 9, 1051 a 21-28, dice che ledimostrazioni geometriche si fanno dividendo le figure. Laccostamento viene proposto da Heath, p. 270sg.; lautore ricorda il tovpo~ ajnaluovmeno~ del matematico Pappo di Alessandria.3 La pagina di Aristotele si legge anche in Euclide: Si dice che quattro grandezze sono nello stessorapporto, una prima rispetto a una seconda e una terza rispetto a una quarta, quando risulti cheequimultipli della prima e della terza [presi] secondo un multiplo qualsiasi e equimultipli della seconda edella quarta [presi pure] secondo un multiplo qualsiasi sono gli uni degli altri, cio ciascuno dei due primidel suo corrispondente tra i secondi, o tutti e due maggiori o tutti e due uguali o tutti e due minori seconsiderati appunto nellordine rispettivo (Elementi, a cura di A. Frajese e L. Maccioni, libro V, def. 5;UTET, Torino 1970, rist. 1988).4 Sul capitolo degli Analitici posso dire che conferma lattenzione di Aristotele per le possibilit offertedal metodo delle divisioni da lui riformato in seguito a una critica radicale delluso che ne facevano iplatonici. Le divisioni dei generi con la organizzazione di quelli subordinati avevano come obiettivo ilfatto che la loro estensione dovesse annullarsi nel discorso definitorio ferma restando per la possibilit diimpiegarli, in quanto predicati comuni intermedi di una o pi colonne divisorie, per riferirli a realt anchediverse per la specie o per il genere. Una somiglianza di funzioni doveva permettere di dire che la spinasta al pesce come losso sta alluomo, la figura triangolare che la somma degli angoli uguale a 180appartiene a triangoli specificamente diversi, e la coagulazione della linfa (una stessa causa) dovevaspiegare la caduta delle foglie nella vite e nel fico (Analitici secondi, secondo libro, capitolo 17).Tornando sulla proporzione incrociata citata nel testo: le limitazioni indicate con lin quanto talepotevano scomparire senza che scomparisse la possibilit di trovare analogie o proporzioni, per esempio,per grandezze commensurabili o incommensurabili. Su questo vedi di nuovo Heath, pp. 43-44.5 Considerando le cose che Aristotele ha scritto sulla famiglia e sulla agricoltura (e quello che ancora dir,come vedremo, sul valore duso e di scambio) diventa possibile un confronto con lEconomico diSenofonte che tenga conto della lunga dissertazione di Iscomaco (, con Critobulo, il personaggio che neldialogo discute con Socrate), che spiega a Socrate come si debba praticare larte dellagricoltore (XVI 1sgg.) e come da questa si possano ricavare guadagni (crhmavtisin ajpo; gewrgiva~, XXII 22 sgg.), poidellaffermazione, fatta da Socrate e accolta da Critobulo, che c uno stretto legame tra la propriet e ilsuo uso (se uno acquista un cavallo e non sa cavalcare [...] il cavallo per lui non un bene, I 8;lesempio anche in Platone, Eryx., 403 A-C), infine di un lungo discorso sulleducazione della donna:Iscomaco racconta come la moglie diventata capace di governare la casa da s, VIII 3 sgg.6 Sono i fatti che hanno determinato la crescita delleconomia di Atene nel quinto secolo, dopo laconclusione delle guerre persiane e la costituzione della lega delio-attica nel 477, con i contributi ricevutio con i tributi imposti agli alleati. Questi fatti li racconta la Storia dei greci di Gaetano De Sanctis(Firenze, ristampa del 1981, libro terzo, settimo capitolo, pp. 145-200), con molti dati sulla crescita dellapopolazione e sulla moltiplicazione dei centri urbani, sulle difficolt dovute al numero eccessivo dipiccoli proprietari terrieri, sullo sviluppo del commercio marittimo e dello scambio delle importazioni edelle importazioni, sullincremento della produzione delle merci e della circolazione monetaria, poi sullevariazioni subite dal livello dei prezzi, sulla nascita delle banche, di un mercato di prestiti e di cambi,infine sulla creazione di un ordinamento finanziario non pi rudimentale e disordinato.7 Tra le motivazioni che non sono proprio psicologiche Aristotele ha visto anche la creazione dimonopoli, monopwlivan .... kataskeuavzein, raccontando che Talete avrebbe versato caparre ai frantoidi Mileto in previsione di una abbondante raccolta di olive e che un siciliano avrebbe acquistato tutto ilferro uscito dalle officine del paese per imporre un suo prezzo ai commercianti che sarebbero venuti achiederlo, Politica A 11, 1259 a 18 sgg.8 Se AA, BB e GG sono uguali e GG sottrae a AA un segmento GD equivanente a AE aggiungendolo aGG, allora GD superer EA di due segmenti, GD pi GZ (equivalente a AE), e BB del segmento GD:

    A______ E _________________AB_________________________B

  • 16 Italo Cubeddu

    Isonomia 2006

    G______ Z _________________G_____ D

    9 ouj [...] ga;r i{sw~ taujto;n ajndriv tajgaqw`/ ei\nai kai; polivth/ pantiv.10 Il principio della giustizia distributiva viene riproposto nel diagramma dello scambio proporzionale conuna nuova figura della proporzione geometrica in cui le somme [degli antecedenti con i conseguenti]stanno tra loro come un termine di ogni coppia sta allaltro, (a + g) : (b + d) = a : b, g : d. Vedi di nuovola conclusione del passo di Eth. Nic. E 3, 1131 a 30 - b 15, citato allinizio.