1. storia filosofia antica

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  • 7/29/2019 1. Storia Filosofia Antica

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    1UNIVERSIT PONTIFICIA

    SALESIANAANNO ACCADEMICO 2009-2010

    Storia dellaFilosofia anticaProf. Maurizio MARIN

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    Introduzione metodologica

    Anno Accademico 2009-2010 FA0710. Storia della filosofia antica I(8 ECTS 5 crediti nel I semestre): Prof. MAURIZIO MARIN

    FA0711. Modulo di base: attivit formativa di base (5 ECTS)Argomenti:

    1. La duplice paideia filosofica nellAtene del IV sec. a.C. 2. La concezione aristotelica della filosofia e le intuizioni

    contenute nella triplice sapienza mitologica. 3. I Presocratici in generale e Parmenide in particolare. 4. La svolta

    antropologica dei Sofisti e la scoperta di Socrate. 5. Platone e la filosofia del bene. 6. Aristotele e la filosofia dellessere.

    7. Le scuole ellenistiche alla ricerca della serenit: Epicuro e il piacere, Zenone e la virt, Pirrone e il silenzio. 8. Lariscoperta della seconda navigazione in Filone dAlessandria e nei Medioplatonici. 9. Dalla ragione allintelletto e

    allestasi nellUno di Plotino. 10. I Neoplatonici e la filosofia dellUno come ascesa al divino.

    Testi:REALE G. ANTISERI D.,Il pensiero occidentale dalle origini a oggi, vol. 1 (Brescia, La Scuola Editrice); REALE G.,La storiadella filosofia greca e romana, 10 volumi, specialmente il vol. 1 sui Presocratici, il 3 su Platone e il 4 su Aristotele (Milano,Bompiani 2004); MARIN M.,Lestasi di Plotino. La filosofia dellIndicibile eppure Esprimibile (Roma, LAS 2007).

    FA0712. Modulo avanzato: attivit formativa caratterizzante (3 ECTS)Argomenti:

    Introduzione e guida alla lettura della Urmetaphysik di Aristotele, confronto con alcune interpretazioni e avvio alcommento testuale.

    Ricerca seminariale: Breve analisi di un dialogo platonico secondo il tema e le indicazioni metodologiche fornite dal

    docente.

    Testi:ARISTOTELE, Metafisica, a cura di Giovanni REALE (Milano, Bompiani 2000); MARIN M., Il fascino del divino. Dal MotoreImmobile di Aristotele e dintorni (Roma, LAS 2000); DONINI P.L:, La Metafisica di Aristotele. Introduzione alla lettura(Roma, Carocci 2007); BERTI E., Struttura e significato della Metafisica di Aristotele (Roma, EDUSC 2006);ALESSANDRODIAFRODISIA, Commentario alla Metafisica di Aristotele, a cura di Giancarlo MOVIA (Milano, Bompiani 2007); MAZZOTTA G.,Teologia aristotelica e metafisica dellessere. Ermeneutica tomistica di Metafisica Lambda (Roma, Urbaniana University

    Press 2000).

    I. Prospettiva di analisi: Si parte dal giovane Aristotele allAccademia di Platone per rivedere linterafilosofia greca dalla sua prospettiva. Il partire da Aristotele affina le categorie ed eleva le

    interpretazioni. Si privilegia non lordine cronologico (anche se viene ricuperato), non la sceltatematica (anche se vengono accentuati alcuni argomenti), ma linculturazione, limmersione diretta nel

    mondo greco, ossia la lettura degli Antichi nel loro contesto e con le loro categorie.

    II. Suggerimenti per lo studio:a) prima della Lezione: sfogliare un buon manuale sullargomento indicato dalle Tracce (in modo

    da avere gi unidea generale e alcuni punti da chiarire per un ascolto motivato)

    b) durante: tenere davanti la Minisintesi e la Traccia, prendere appunti per approfondire (con laMinisintesi si assimila un quadro generale, con la Traccia gli argomenti in modo schematico per

    cui gli appunti saranno pi efficaci per la comprensione)

    c) dopo: fare uno schema personale, individuare la definizione di un concetto (lapersonalizzazione favorisce il confronto e lesercitarsi a definire rafforza il rigore logico)

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    Rappresentazione simbolica della SFA

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    Cella della divinit

    MITI = Via alla FilosofiaPRESOCRATICI = Area/Principi

    CLASSICI = Edificio/Sistema

    ELLENISTI = Condotta/EticaNEOPLATONICI = Visione divina

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    Storia della filosofia antica [mini-sintesi a cerchi concentrici]( = La presentazione delle fonti antiche nelle quali emerge lelaborazione di concetti che abbracciano tutta la realt dal

    punto di vista razionale relativo al contesto sociale)

    La filosofia greca si distingue da altri tipi di conoscenza per tre caratteristiche: 1) loggetto, che latotalit 2) il metodo, che la razionalit 3) lo scopo, che la verit in se stessa.

    La storia della filosofia antica, che dura dal settimo secolo avanti Cristo al settimo secolo dopoCristo, suddivisa in quattro grandi periodi: I) fisico o naturalistico (dal sesto al quinto secolo a.C.), in

    cui prevale linteresse per il cosmo II) classico o umanistico (dal quinto al quarto sec. a.C.), in cuiprevale linteresse per luomo III) ellenistico/delle Scuole ellenistiche o etico (dal terzo al primo sec.

    a.C.), in cui prevale linteresse per letica IV) romano/delle Scuole imperiali o mistico (dal primo sec.

    avanti C. al sesto sec. dopo Cristo), in cui prevale linteresse religioso.

    Nel primo periodo o naturalistico si hanno 4 gruppi di filosofi: I) i filosofi ionici (che individuano inun principio lorigine di tutta la realt) II) i filosofi pitagorici (che individuano nei numeri lordine ditutta la realt) III) i filosofi eleatici o Eleati (che individuano nellessere la comprensione di tutta larealt) IV) i fisici pluralisti (che individuano nei rapporti fra pi principi lorigine, lordine e lacomprensione di tutta la realt).

    Nel secondo periodo o classico si hanno 4 pensatori eminenti: I) Protagora con i sofisti (luomo misura di tutte le cose) II) Socrate con vari discepoli/socratici (conosci te stesso cio la tua anima perdiventare virtuoso) III) Platone con lAccademia e la scoperta delle realt intelligibili/spirituali o

    seconda navigazione (lidea del Bene il fondamento della conoscenza nelluomo, della giustizia

    nella polis, dellamore nella virt, della bellezza nel cosmo) IV) Aristotele con il Liceo (la sostanza il

    vertice dellessere, come Dio per il cosmo, intelletto per luomo, bene per letica, giustizia per lapolitica, verit per la conoscenza, fine per il divenire, essenza per gli accidenti).

    Nel terzo periodo o etico si hanno tre grandi Scuole e la ricaduta nel materialismo o perdita dellaseconda navigazione: I) gli Epicurei (il bene sta nel piacere) II) gli Stoici (il bene sta nella virt cherealizza il logos quale ragione nelluomo e provvidenza nel cosmo) III) gli Scettici (il bene sta

    nellepoch, ossia nella sospensione del giudizio perch non possibile la scienza ma solo opinioni).

    Nel quarto periodo o romano si hanno altre grandi Scuole: I) i Neostoici (la virt si realizza nellacoscienza dei propri doveri sociali) II) i Medioplatonici (ricupero dellintelligibile/spirituale oseconda navigazione e accordo fra Platone e Aristotele: le idee platoniche sono i pensieri del dio

    aristotelico) III) i Neoplatonici (lUno la prima ipostasi e al vertice di tutta la realt, la secondaipostasi lIntelletto/Nous, la terza ipostasi lAnima/Psich, al di sotto sta il mondo sensibile che

    deriva dal mondo intelligibile e si protende ad esso) --- Neoplatonici cristiani: Gregorio di Nissa

    (quarto secolo dopo Cristo) realizza la terza navigazione, ossia alla distinzione platonica fra realt

    sensibile e realt intelligibile aggiunge nella realt intelligibile la distinzione fra Creatore e creature.

    I.I. TALETE, ANASSIMANDRO, ANASSIMENE di Mileto, ERACLITO di Efeso.

    I.II. PITAGORA di Samo, ALCMEONE di Crotone, FILOLAO di Crotone.

    I.III. SENOFANE di Colofone, PARMENIDE di Elea, ZENONE di Elea, MELISSO di Samo.

    I.IV. EMPEDOCLE di Agrigento, ANASSAGORA di Clazomene, ATOMISTI (Leucippo di Mileto e Democrito di Abdera).

    II.I. PROTAGORA di Abdera, GORGIA di Leontini, PRODICO di Ceo, IPPIA di Elide, ANTIFONTE di Atene.

    II.II. SOCRATE di Atene, ANTISTENE di Atene, ARISTIPPO di Cirene, EUCLIDE di Megara, FEDONE di Elide.

    II.III. PLATONE di Atene, SPEUSIPPO di Atene, SENOCRATE di Calcedonia, POLEMONE di Atene.

    II.IV. ARISTOTELE di Stagira, TEOFRASTO di Ereso, STRATONE di LampsacoANDRONICO di Rodi (I sec. a.C.)...ALESSANDRO di Afrodisia (II d.C.).

    III.I. EPICURO di Samo (IV-III sec. a.C.), F ILODEMO di Gadara e LUCREZIO (I sec. a.C.) DIOGENE di Enoanda (II sec. d.C.).

    III.II. ZENONE di Cizio, CLEANTE di Asso, CRISIPPO di Soli Mediostoici: PANEZIO di Rodi (II sec. a.C.), POSIDONIO di Apamea (II-I sec. a.C.).

    III.III. PIRRONE di Elide ARCESILAO di Pitane ENESIDEMO di Cnosso (I sec. a.C.) AGRIPPA (I sec. d.C.) SESTO EMPIRICO (II sec. d.C.).

    IV.I. SENECA Lucio Anneo di Cordova, MUSONIO Rufo di Volsinii, EPITTETO di Ierapoli, MARCO AURELIO imperatore.

    IV.II. EUDORO di Alessandria (I sec. a.C.), FILONE di Alessandria (I sec. d.C.), ALCINOO, PLUTARCO di Cheronea (I-II sec. d.C.), APULEIO (II sec.).

    IV.III. AMMONIO SACCA di Alessandria (III sec. d.C.), PLOTINO di Licopoli, PORFIRIO di Tiro, GIAMBLICO di Calcide (IV sec.), PROCLO di Costantinopoli (V sec.

    d.C.), SIMPLICIO di Cilicia (VI sec. d.C.), FILOPONO Giovanni di Alessandria, STEFANO di Alessandria(VI-VII sec.).

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    Traccia 1 La paideia dIsocrate

    Aristotele: vita - A. nacque nel 384 a Stagira, nella penisola Calcidica, da Nicomaco, medico di Aminta III re diMacedonia. Fu allevato da Prosseno di Atarneo, citt greca sulla costa egea sotto il dominio persiano. Nel 367 sirec ad Atene ed entr nell'Accademia di Platone e vi rimase per vent'anni. Dal 367 al 365 Platone si trovava a

    Siracusa e l'Accademia era diretta da Eudosso di Cnido, famoso come matematico e astronomo

    Progetto educativo d'Isocrate: Quando A. si reca ad Atene sono in piena attivit due grandi scuole, quellad'Isocrate al Pompeion e quella di Platone all'Accademia. Dalla scuola d'Isocrate derivato l'umanesimo retorico(poi tanto caro alla cultura romana e di indubbio valore nello sviluppo degli argomenti "persuasivi" al bene) e dallascuola di Platone l'umanesimo scientifico che caratterizzer la maggior parte della filosofia greca (stimolato dalbuon livello delle conoscenze tecniche, in particolare dai procedimenti rigorosi della matematica e della medicina).- scuola di retorica: Isocrate era stato allievo di Protagora, Gorgia e Socrate, nel 392 aveva aperto una scuola diretorica che diresse fino alla morte nel 338. Furono suoi allievi molti uomini illustri del IV sec., oratori, storici,tragediografi e politici, tra i quali Nicocle re di Salamina nell'isola di Cipro. L'insegnamento durava tre o quattroanni e consisteva in una cultura generale e nello studio della retorica basata sui discorsi scritti da Isocrate stesso,

    quali modelli. Era una preparazione insieme retorica e politica. Per "filosofia" Isocrate intendeva la culturagenerale per realizzare l'ideale dell'uomo "ben educato"I) ambito pedagogico: Nel Panatenaico (348-37) Isocrate precisa le caratteristiche del suo ideale educativo luomo ben educato sa affrontare i problemi quotidiani, amabile in compagnia, ha autodominio sulle passioni, saggio Tale ideale sostenuto da una cultura generale (ginnastica, musica, grammatica, studio dei poeti e deifilosofi, matematiche) che ha un proprio criterio pratico, precisato nel discorsoA Nicocle(370): "Bisogna, lasciandoda parte i punti controversi, mettere gli uomini alla prova su ci che generalmente ammesso".II) ambito politico: Nel Panegirico(380) esorta tutti i Greci a fare proprio lo scopo pi elevato della politicagreca:"la guerra contro i barbari e la concordia fra di noi"; e precisa il merito indiscutibile di Atene: "La nostracitt ha lasciato cos indietro gli altri uomini nelle opere del pensiero e della parola, che i nostri discepoli sonodiventati maestri degli altri. Essa ha fatto s che il nome di Elleni non sembra essere nome della stirpe, ma della

    cultura, e son chiamati Elleni pi coloro che partecipano alla nostra formazione culturale, che non quelli che hannole nostre stesse origini". Nell'orazioneA Filippo(346) lo ripropone al forte re macedone perch "sia il benefattoredei greci, regni sui Macedoni e domini sul maggior numero possibile di barbari".III) opinioni filosofiche: Nel discorso Contro i Sofisti(385) Isocrate precisa la sua tesi sul rapporto fraeducazione e virt: "Nessuno creda che io dica che la rettitudine possa essere insegnata; in generale infatti,penso che non vi sia alcun'arte tale, che possa suscitare saggezza e rettitudine in chi non abbia sortito una naturaproclive alla virt; ma penso che lo studio dell'eloquenza pubblica possa essere soprattutto un incoraggiamentoalla virt". Nello Scambio degli averi(353) Isocrate precisa la "sua" filosofia: l'arte del paidotriba per il corpo e lafilosofia per l'anima "rendono le anime pi sagge e i corpi pi validi []. Quelli che si occupano di filosofiaespongono minutamente ai loro discepoli tutte le forme del dire che il discorso utilizza"; invece le opinioni diEmpedocle, Parmenide, Melisso e Gorgia sugli elementi della natura sono fantasticherie perch "non in potere

    della mente umana acquisire la scienza, possedendo la quale potremo conoscere ci che si deve fare odire". A oltre 90 anni, nel Panatenaico ricorda i propri meriti: per molti anni dare "consigli su ci che pu giovarealla citt e agli altri Greci", l'esortazione alla concordia fra loro e alla guerra contro i barbari, nonostante lepresuntuose calunnie di quattro vili sofisti seduti nel Liceo che recitano loro poemi e sconvolgono ogni sistema dieducazione.Isocrate stato lodato da Cicerone come il padre dellumanesimo perch dalla sua scuola, come dallepico cavallodi Troia, uscita una folta schiera di pedagoghi, retori, storici e politici. Anche se non condivide tale entusiasmo, lostorico moderno Marrou considera Isocrate, pi che Platone, leducatore principale della Grecia nel quarto secoloavanti Cristo.

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    Traccia 2 La paideia di PlatoneL'Accademia era originalmente un giardino pubblico nei sobborghi di Atene, approssimativamente a sei stadidalla citt. Il nome le deriva dall'eroe Academos. Il luogo fu occupato continuamente dal periodo preistorico fino alVI sec. d.C. Durante il VI secolo a.C., una delle tre Palestre famose di Atene (Accademia, Liceo, Cinosarge) fufondata qui. Inoltre, si registra che Ippia, il figlio del tiranno Pisistrato, costru un muro di cinta, e Cimone lo

    adorn con statue, templi, e sepolcri di uomini illustri; piant olivi e platani, che innaffi con lacqua del Cefiso. Gliolivi, secondo antichi miti ateniesi, erano derivati dall'olivo sacro piantato dalla dea Atena sullacropoli, dove poi fucostruito lEretteo. Da quellolivo si ricava lolio dato come un premio ai vincitori alla festa delle Panatenee.L'Accademia soffr molto durante l'assedio di Atene da Silla nell86 a.C. All'interno di questo luogo recintato daIppia e abbellito da Cimone, Platone possedette, come parte del suo patrimonio, un piccolo giardino dove nel 387a.C. apr una scuola per il ricevimento di quelli che desideravano frequentare le sue conversazioni. Da l deriv lascuola Accademica, e da l il termine Accademia arrivato fino a noi (PAUSANIA).Il progetto educativo di Platone: Il giovane Aristotele non sceglie la prestigiosa scuola di Isocrate ma quella diPlatone, probabilmente perch all'Accademia si d maggior valore alle scienze. Quando Ar. entra allAccademia(367 a.C.), Pl. aveva gi pubblicato numerosi dialoghi, in cui emerge un vasto programma educativo. Nei dialoghigiovanili (composti tra il 399 e il 390, ossia dai 28 ai 37 anni), Platone esalta il valore di Socrate come il Maestro

    che insegna dialogando con tutti. Nelleducazione tradizionale simpara a leggere, scrivere, suonare la cetra e ilflauto, lottare, in quella socratica saggiunge attraverso il metodo dialogico la ricerca sul che cos la giustizia,qual lutile per la polis. Socrate distingue tra il credere di sapere (che porta alla presunzione causa di molti mali)e il sapere di non sapere, per cui occorre prendersi cura di s per realizzare il conosci te stesso di Delfi, chiconosce se stesso diventa giusto e temperante, in tal modo anche capace di governare la polis(Alcibiade M). Ilprogetto educativo di P. ampiamente descritto e motivato in Repubblica VII. L'esigenza di accentuare larigorosit invece della cultura generale come Isocrate, ben manifestata nel Menone (che pu essere letto comemanifesto programmatico nell'apertura della scuola platonica)- il fondamento della conoscenza: Nella seconda parte del dialogo (Menone 80d-86c) Socrate, dopo averconfutato le tre definizioni di virt tentate da Menone secondo le opinioni correnti tra i Sofisti, cio i sapienti delproprio tempo, indica il fondamento della conoscenza nella anamnesi (ricordo/riscoperta di quanto gi presente

    nellanima) utilizzando due procedimenti: 1) l'appello ad autorevoli fonti religiose e letterarie radicate in credenzeorfiche nella metempsicosi 2) la dimostrazione attraverso l'esperimento maieutico applicato a un problema digeometria, ossia la "riscoperta" del teorema di Pitagora per raddoppiare larea di un quadrato. L'esperimentomaieutico si articola in tre momenti: I) Socrate presenta allo schiavo di Menone i termini del problema e loincoraggia a tentarne una soluzione II) aiuta lo schiavo a prendere coscienza del proprio errore III) poich loschiavo dimostra disponibilit al vero sapere, sposta la sua attenzione sugli elementi che gli permettono di trovarela soluzione corretta; quindi chi sa (il maestro) sostiene chi non sa (l'allievo) ma la conoscenza non si travasa,deve scaturire in chi non sa.- educazione e polis: Senso di ogni educazione lo stabilire un rapporto tra leffettiva disuguaglianza degliuomini come individui, e la necessaria disuguaglianza dei compiti che con lo Stato si pongono, s da poterraggiungere in tal modo la vera uguaglianza(p.69). Lunit dello stato platonico fondata su Dio e sullidea del

    Bene(p.74). Nelleducazione al sapere lidea del Bene deve diventare nellindividuo somma mathema, fonte ecausa prima della sua libera autodeterminazione(p.86, STENZEL, Platone educatore)- "filosofia": Dal confronto tra Isocrate e Platone ricaviamo due concezioni profondamente diverse della filosofianel IV sec. a.C. ad Atene: A) ( Isocrate) la filosofia come "cultura generale" che ammira i poeti e adotta iprocedimenti della retorica B) (Platone) la filosofia come "scienza suprema" dell'uomo che ammira i risultatiraggiunti dalle varie arti/tecniche, ad es. la matematica e la medicina, e ne adotta i procedimenti pi rigorosi. Loscopo ultimo di entrambe le concezioni la virt, ossia una condotta e un'esistenza degna della nobiltdell'intelligenza umana; per i procedimenti sono radicalmente diversi: uno sceglie come mezzo principale l'artedella persuasione propria della retorica, l'altro la meticolosit del ragionamento rigoroso proprio della dialettica.

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    Traccia 3 Aristotele - Lo sviluppo dellanalitica

    Vita/Scritti - la vita di A. comprende tre grandi periodi: I) il ventennio trascorso all'Accademia di Platone, dal 367al 347 ossia fino alla morte del maestro II) il decennio dei viaggi dal 346 al 366, che include le attivit svolte adAsso poi nell'isola di Lesbo e infine in Macedonia come educatore di Alessandro III) gli anni intensi della propria

    scuola ad Atene ossia del Liceo o Peripato dal 335 al 323, prima di recarsi in esilio a Calcide e morirvi nel 322.- periodo accademico: A. pubblica vari scritti (detti dialoghi giovanili) come il Grillo dove critica la retoricasofistica, l'Eudemo sull'anima distinta dal corpo, il Protreptico ossia un'esortazione alla filosofia. Dopo questi scritticon spunti critici verso la scuola d'Isocrate, ne pubblica altri, come Sulle idee, Sul bene, Sulla filosofia, critici versole stesse teorie platoniche in base alla rigorosit favorita dall'ambiente accademico. Dagli scritti di questo periodoemergono i nuclei dei futuri trattati di retorica, dialettica e analitica (logica).- periodo dei viaggi: prima ad Atarneo dove anche si sposa, poi a Mitilene nell'isola di Lesbo con l'amicoTeofrasto, infine in Macedonia come precettore di Alessandro, A. compie e promuove ricerche sugli animali, suivincitori dei giochi pitici, sulle costituzioni delle poleis, sui poeti. Si colloca in questo periodo lo scritto Trattato sulcosmo per Alessandro che costituisce la migliore sintesi a livello divulgativo del pensiero aristotelico (ad es. Nelcap. 1 del Protreptico, nel cap. 2 del Cielo, nel cap. 3 dei Meteorologici, nel cap. 4 di Sulla generazione e

    corruzione, nel cap. 5 della Fisica, nel cap. 6 della Metafisica, nel cap. 7 di Sulla filosofia).- periodo del Liceo: Ritornato ad Atene sui cinquant'anni, A. apre una scuola nel giardino di Apollo Licio, dettaperci Liceo o anche Peripatetica per il "peripato", luogo per passeggiare. Come nell'Accademia, anche nel Liceosi tengono diversi corsi, probabilmente i principali svolti da A. e i secondari da suoi collaboratori, corsi distinti inconferenze ristrette a specialisti e conferenze aperte a tutti. I risultati sono i trattati di logica, fisica, filosofia prima,etica, politica, retorica e poetica, poi definitivamente sistemati e ordinati da Andronico di Rodi nel I sec. a.C.* Scritti di logica o Organon: Categorie, Sullinterpretazione, Analitici Primi, Analitici Secondi, Topici, Confutazionisofistiche* Scritti di fisica o sulla natura: Fisica, Sul cielo, Sulla generazione e corruzione, Meteorologici, Sullanima, Parvanaturalia (Sul senso e sui sensibili, Sulla memoria e sulla reminiscenza, Sul sonno e sulla veglia, Sui sogni, sulladivinazione nel sonno, Sulla longevit e brevit della vita, Sulla giovinezza e sulla vecchiaia,..), Ricerche sugli

    animali, Parti degli animali, Riproduzione degli animali* Scritti di filosofia prima: Metafisica (14 libri)* Scritti di etica: Etica a Nicomaco, Grande etica, Etica Eudemia ; altri scritti di filosofia pratica: Politica, Trattato dieconomia* Scritti di filosofia poietica, ossia tecniche: Retorica, PoeticaLa dottrina delle 4 Cause: (da Fisica II,3 e II,7; applicata ai filosofi precedenti in Metafisica A)

    La scienza conoscenza delle cause o perch, la sapienza conoscenza delle cause prime o principi: lamateria, la forma, il motore e il fine.1) La materia o causa materiale esprime il ci di cui tutti gli esseri o sostanze sensibili sono composti, il sostratoindeterminato, come ad es. il bronzo per la statua.2) La forma o causa formale esprime il che cos, lessenza nella definizione di un ente, ad es. animalerazionale per luomo.3) Il motore o causa efficiente o agente esprime il principio del cambiamento, ci che muove, ad es. il padre

    causa del figlio.4) Il fine o causa finale o scopo o bene esprime ci in vista di cui si agisce, ad es. lo scopo del passeggiare lasalute.Rilettura di Metafisica I,3-5: I filosofi ionici (Talete, Anassimandro e Anassimene di Mileto, Eraclito di Efeso) sierano occupati essenzialmente della causa materiale. La causa formale, che determina il sostrato, stataindividuata da Platone con la teoria delle Idee. La causa efficiente, il significato comune di causa oggi, stataindividuata da Empedocle nelle forze di Amore e Odio. La causa finale stata individuata da Anassagora con lateoria del Nous che ordina il mondo.

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    Traccia 4Distinzione tra Filosofia e Sapienza MitologicaCaratteristiche della filosofia greca: "Per primo Pitagora us il termine filosofia e per primo si chiamfilosofo: nessuno infatti saggio, eccetto la divinit"(DIOGENE LAERZIO, Vite dei filosofi, I,12; VIII,8; CICERONE, Tusc.Disp.V,3). Da ARISTOTELE, Metafisica A 2-3, ricaviamo 3 caratteristiche che distinguono la filosofia da altri tipi diconoscenze come le scienze particolari, l'arte e la religione.

    1) totalit: l'oggetto o contenuto della filosofia l'intero, il tutto, la totalit delle cose, tutta quanta la realt, l'interodella realt e dell'essere - per cui si ha la ricerca del primo principio o primo perch delle cose, di tutte le cose;l'oggetto distingue la filosofia dalle scienze particolari.2) razionalit: il metodo di ricerca il logos, la spiegazione puramente razionale, la scientificit, la motivazionelogica - per cui si ha la ricerca delle cause; il metodo distingue la filosofia dall'arte (fantasia) e dalla religione (fede) nascita delle scienze: medicina, matematica, astronomia (Talete, Anassimandro, Eraclito, Parmenide,Empedocle, Anassagora, Atomisti, Filolao, Platone, Eudosso, Aristotele, Aristarco di Samo, Ipparco, Tolomeo)3) verit/felicit: lo scopo della ricerca filosofica la verit, conoscere e contemplare la verit. Questo scopomuta la visione della vita e conduce alla felicit (AR., Etica Nicomachea X,7), inoltre conferisce alla ricerca uncarattere puramente teoretico, ossia mira a conoscere la verit per se stessa, prescindendo dalle sue utilizzazionipratiche; "disinteressato amore del vero".

    SAPIENZA MITOLOGICALa cultura greca generale ricca di poesia intessuta di miti suggestivi e nellepica eccelle Omero, tanto che glieroi dei canti omerici diventano tipi esemplari di condotta, ad es. il coraggio e il desiderio di gloria di Achille.- uomini e di in Omero: per gli eroi omerici la fonte prima del loro dinamismo superiore a tutti gli altri mortaliconsiste nella parentela "carnale" con qualche divinit. Oltre al fattore "ereditario", nel dinamismo degli eroil'elemento divino presente in forma diretta anche nelle singole azioni. Gli di non si accontentano di suscitarenegli uomini i sentimenti che li spingono a realizzare i loro voleri, ma diverse volte intervengono direttamente,talvolta per salvare e talvolta per distruggere. Il dio supremo, Zeus, stimola e frena, a seconda dei casi, le attivitdegli altri di, ma a sua volta si regola sull'assolutezza del Fato espresso, come in Egitto, dal peso della bilancia.Non sembra che sia costretto da qualche forza impersonale ad obbedire a quanto indicato dal destino, ma quandoZeus si commuove per Ettore o per i troppi morti nella lunga guerra di Troia, gli altri di non negano che potrebbe

    cambiare lo stesso destino, ma solo che verrebbe meno la loro lode, il che lascia sottintendere la disobbedienzasistematica con tutte le conseguenze che essa comporta.- Achille e la gloria, Odisseo e la rinuncia all'immortalit: Achille figlio del mortale Peleo, sebbene sua madresia una dea immortale, non dimostra alcun desiderio d'immortalit, ma di gloria. Achille sa che morir sotto lemura di Troia ed Ettore sa che molto probabilmente verr ucciso dai nemici, e perci entrambi cercano di nonperdere la gloria del loro eroismo mentre si rassegnano al destino. Odisseo persino rifiuta limmortalit anche segli viene offerta gratuitamente dalla divina Calipso perch la sua isola un mondo incantato senza gloria e senzastoria.- il volere di Zeus e l'attivismo di Efesto: La forza di Zeus superiore a qualunque altro essere, di compresi;basta un cenno del suo capo perch si realizzi il suo volere. All'opposto della tranquilla superiorit di Zeus, purenell'ambito divino, troviamo il continuo affaticarsi di Efesto, sempre in movimento. Sulla terra predominal'inquietudine, ma si trovano anche eccezioni di quiete come l'isola di Eolo, la reggia di Circe o l'isola di Calipso,ma si rischia di perdere il legame con la patria ed estraniarsi da tutto come i mangiatori di loto.- lo scudo di Achille e la danza della vita: La descrizione pi bella di una visione globale della realt secondoOmero, sta probabilmente sullo scudo di Achille. Il poeta lo descrive costituito di 5 zone in cui traspare, ad unalettura filosofica, l'insieme di unit e pluralit, dinamismo e immobilit, intelligenza e conciliazione degli opposti.L'ultima zona presenta l'Oceano che fa il giro completo dello scudo come quello reale della terra, la cuiespressione pi bella la danza della quarta zona, ossia di ragazzi e ragazze che ballano tenendosi per manonello splendore dello loro giovinezza e bellezza, mentre al centro di quella danza roteano due acrobati per iniziarela festa della vita, quasi un simbolo plastico delle acrobazie di di ed eroi intorno al mondo.

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    Culture prefilosofiche: La filosofia greca preceduta da due millenni di civilt e testi scritti in Mesopotamia ed inEgitto. Sono nate molte scienze particolari e profonde riflessioni su tutti gli aspetti della realt. Si tratta di intuizionidella totalit espresse nel linguaggio simbolico dei miti. Non si tratta di "filosofia", ma di "sapienza", ossia visioneuniversale che la precede e stimola alla ricerca; si tratta di intuizioni globalizzanti che possono essere tradotte inconcetti filosofici solo come "consapevoli riduzioni" a categorie elaborate successivamente.

    Gilgamesh: L'eroe sumerico, re di Uruk, protagonista in miti elaborati dal IV al I millennio a.C. tra popoli diversi(Sumeri, Babilonesi, Assiri, Elamiti, Ittiti, Cananei). un eroe civilizzatore che poi diventa giudice dei mortinell'aldil. I diversi miti, collegati in un'epopea da Babilonesi e dagli Assiri in 12 tavolette (l'elaborazione migliorederiva dalla biblioteca di Assurbanipal nel VII sec. a.C.), esaltano l'eroismo e manifestano l'amarezza perl'incapacit umana di accedere all'immortalit. I miti intorno all'eroe G. sono nati dal contrasto fra la tendenza allarassegnazione di non poter sfuggire alla morte e la tendenza a proclamare il desiderio irrinunciabile a una vitaeterna. Nellanalisi del poema di G, che anticipa nellinsieme le tematiche dell iliade e dellOdissea, sono state ricostruite4 redazioni:1) Canti epici sumerici (2500-2000 a.C.) raccolti sotto la III dinastia di Ur (2100-2000 a.C);2) la loro rielaborazione in saghe paleo-babilonesi ai tempi del re Hammurabi (1800-1600 a.C.) che ha originatolEpopea paleo-babilonese;3) le saghe medio-babilonesi (XIV-XII sec. A.C.) e la loro rielaborazione unitaria in 11 Canti da SINLEQIUNNINI,sacerdote-esorcista babilonese alla corte del re assiro Tukultininurta (1243-1207 a.C.), detta Epopea Classica;4) la redazione neoassira in Accadico (Biblioteca di Assurbanipal) ad opera di NABUZUQUPKENA, il quale aggiunge ilCanto XII sugli Inferi (tradotto dal sumerico).

    Ricostruzione di SANDARS 1972: Prologo su G. re di Uruk (tav. I), 1) la venuta di Enkidu (tav. II), 2) il viaggionella foresta e lotta contro Khubaba (tav. III-V), 3) Ishtar, G. e la morte di Enkidu (Tav. VI-VIII), 4) alla ricercadellimmortalit (tav. IX-X), 5) il racconto del diluvio, 6) il ritorno (tav. XI), 7) la morte di G. (solo in sumerico)- uomini e di: La capacit di regnare, la regalit, il dono degli di che fonda la civilt umana ed eleva unaggregato umano alla realt superiore della citt. L'uomo, che sia stato creato direttamente dalla terra per operadel dio Enlil come diceva la teologia di Nippur o d'argilla impastata dal dio Enki per quella di Eridu oppure dalsangue degli di uccisi come sostenevano gli Accadi, ha lo scopo di subentrare agli di nel lavoro della terra.L'uomo al servizio degli di; questo compito pu essere inteso in tanti modi. Il re assiro l'alto sacerdote del dioAssur con potere assoluto, il re babilonese, invece, l'umile servo del dio Marduk. Quando entra nella cella delsuo tempio a Babilonia, all'inizio dell'anno, deve deporre le insegne regali e umiliarsi di fronte al suo sacerdote.- ricerca dell'immortalit: Tra i miti di G. uno riguarda la ricerca tenace dell'immortalit e il misero fallimento ditale impresa. Per un eroe come G. non un'impresa assolutamente impossibile, ma comunque cos difficile cheanche lui fallisce e proprio quando credeva d'averla ottenuta. Per non lasciarsi cadere nella disperazione l'anticoeroe mesopotamico s'accontenta di un palliativo utilizzato fino ad oggi, con altri mezzi, da tanti intellettuali:"Quando ritorn, su una pietra l'intera storia incise".- l'ostilit di Inanna e la tristezza degli Inferi: Il rapporto con gli di non sempre di collaborazione e dibenevolenza, in particolare quello dell'eroe G. con la potente e molto onorata dea dell'amore e della guerra, labellissima e terribile Inanna dei Sumeri o Ishtar dei Babilonesi o Astarte dei Cananei. La dea si vendicadell'arroganza di G. con la morte dell'amico Enkidu, il quale prossimo alla morte racconta come in sogno ha vistol'orrore della "casa della polvere", piena di tenebre e squallore. A che serve la gloria, la potenza, la ricchezza e lostesso sapere se tutto destinato a finire nella polvere, ad essere annientato dalla morte? In preda all'amarezzaEnkidu maledice tutti coloro che l'hanno tratto fuori dalla sua vita selvaggia, gli hanno fatto conoscere la bellezzadella vita civile, ma anche lo hanno reso consapevole di essere destinato a morire. Shamash, il dio del sole chevede tutta l'umanit, gli ricorda il valore impagabile dell'amicizia con G.. E., allora,, ritira tutte le maledizioni e lemuta in benedizioni nonostante l'amarezza del momento.Confronto con Achille: Nell'eroe di Omero non si ha la ricerca dell'immortalit ma la rinuncia consapevole adessa in cambio della gloria, della fama imperitura fra gli uomini (A. inizia dalla conclusione di G)

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    Osiride: un eroe civilizzatore, re d'Egitto nel periodo predinastico, poi diventato giudice dei morti e dio salvatoreche consente l'accesso all'immortalit fra gli altri di (invocato dal popolo nel III millennio, anche dai faraoni inquelli successivi: le invocazioni sono diventate formule pi o meno lunghe sorte nel corso di tre millenni e checostituiscono il Libro dei Morti).- la giustificazione: In ogni formula l'anima del defunto si trova di fronte al dio Osiride per essere giudicata,

    ammessa alla vita divina oppure esclusa con terribili conseguenze. Il criterio generale di giustificazione consistenell'affidare la propria anima al dio Osiride in modo cos completo da potersi identificare con lui, soprattutto con lasua volont di bene e di salvezza.- l'anima: Come il Nilo scorre verso il mare, cos l'anima di ogni uomo in viaggio verso il cielo. Rivolto a Ra, ildivino barcaiolo del cielo o sole splendente sopra il corso del tempo, l'Egizio riscopre in s l'aspetto pi luminosodella propria anima, l'Akh o principio divino presente in ogni uomo.- l'Uno: Nella formula 7, se facciamo astrazione dalla banale pratica superstiziosa di esorcizzare il malebruciandone un'immagine di cera, si ha un'intuizione molto suggestiva del vero essere al di sopra di tutta la realtesistente: "Io sono l'Uno che presiede l'Abisso primordiale e i miei poteri sono i poteri di tutti gli di. Io sonol'Essere dai nomi misteriosi che prepara le sedi per milioni di anni". Ancora pi al limite della concettualizzazione la formula 43: "Egli l'Uno che procede dall'Uno. Egli il Fanciullo che passa sulla strada di Ieri. Egli l'Oggi pergenerazioni e generazioni. Egli colui che d stabilit per milioni di anni. Egli vi ha modellato con le su mani edegli non muore una seconda volta. Un istante di lui in voi, ma le sue forze sono esclusivamente in lui e non sipu conoscere". Il vertice di queste riflessioni si ha nell'inno di Akhenaton al sole: "Tu dio unico, al di fuori delquale nessuno esiste. Tu hai creato la terra a tuo desiderio. Tu hai collocato ogni uomo al suo posto. Tu fai milionidi forme da te. La terra nella tua mano. Tu sei la durata stessa della vita".- l'immortalit: Rispetto alla Mesopotamia, nel pi stabile Egitto si conservata meglio la credenza neoliticanell'immortalit con qualche speranza di risurrezione. Non si tratta dell'immortalit platonica e nemmeno dellarisurrezione ebraica, ma di forti intuizioni mistiche che hanno accresciuto la sensibilit morale e la fiducia nellabenevolenza divina. Nel corso della storia egizia si hanno le seguenti accentuazioni religiose: nel Regno Antico sisottolinea che gli di presiedono alla vita e all'ordine del cosmo, nel Medio che da essi dipende ed garantitol'ordine morale, nel Nuovo si ricerca una realt unitaria che li colleghi tutti come i vari nomoio province al faraone,nella Tarda Antichit tale funzione unificatrice in versione salvifica per ogni uomo svolta da Osiride. Negli scrittipi antichi, detti Testi delle Piramidi, limmortalit era riservata al faraone, negli scritti del Medio Regno, detti Testidei Sarcofagi, viene estesa gradualmente ai nobili, nel Nuovo Regno, tramite lelaborazione del Libro dei Mortiomeglionel titolo originale Libro per uscire al giorno, a tutti gi Egizi.- il ruolo della conoscenza: Ogni grande cultura sostenuta e alimentata dal desiderio di conoscere, di fareesperienza e di regolare la propria vita sulla base dell'intelligenza della realt. Nelle formule raccolte nel Libro deiMortila conoscenza svolge persino un ruolo salvifico. Nei limiti di una conoscenza che lascia prevalere, talvolta, ilsuono delle parole e i segni grafici sul loro significato, la giustificazione del defunto da parte degli di alla presenzadi Osiride richiede la collaborazione umana:1)per alcune formule basta la conoscenza in generale come identificazione con alcune forme divine (ad es. nelleformula 64 risalente alla I Dinastia: Io sono lo Ieri e conosco il Domani, io sono lAnima occulta che crea gli di,nella formula 79 con Atum, nella 145 con un lungo elenco che diventa quasi descrizione geografica dellaldil2)per altre non basta la conoscenza delle divinit presenti al giudizio dellanima, ma occorre anche essersiastenuti dal male e aver compiuto le opere buone espresse in un lungo esame di coscienza, ad es. nellasuggestiva e lunga 125: Omaggio a voi, Signori della Verit e della Giustizia, omaggio a te, dio grande, Signore diVerit e di Giustizia. Io ti conosco, conosco il tuo nome e conosco il nome di questi Quarantadue di che sono conte nella Sala della Verit e della Giustizia, vivendo di coloro che albergano il male e abbeverandosi del lorosangue cui segue un meticoloso esame di coscienza per proclamarsi senza colpe3)la formula 126 riconosce che l'elemento fondamentale consiste nella misericordia divina, nella purificazione daessa donata pi che nella propria conoscenza o in una condotta che pretenda di essere irreprensibile4)la formula 104, all'opposto, ritiene fondamentale l'opera dell'imbalsamazione

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    Traccia5 Lessico dei Presocratici:1. Principio/Arch: ci di cui tutti gli esseri sono costituiti, ci da cui derivano originariamente e ci in cui sirisolvono da ultimo (AR.,Metafisica I,3.983b). Laffermazione di Talete che lacqua lorigine da cui derivano tuttele cose la prima proposizione filosofica perch con essa il pensiero umano passa dal mito al logos, dalleraffigurazioni fantastiche alle motivazioni di pura ragione, dal racconto suggestivo allargomentazione criticabile

    senza perdere di vista lorizzonte della totalit, es. TALETE.2. Logos:da leghein (mettere insieme) ed esprime loperazione che il pensiero compie nellaffrontare le cose, ossiacollega sulla base di un ordine oggettivo che sussiste nelle cose stesse. In Eraclito la regola seconda cui sirealizzano tutte le cose, la legge che comune a tutte e le governa. Il collegamento tra le osservazioni empirichee lordine mentale in base ad una regola razionale trasforma il logos in principio della scienza, es. ERACLITO.3. Kosmos: significa ordine ed il termine usato dai Pitagorici per indicare luniverso che cessa di esseredominato da forze oscure e diventa trasparente allintelligenza in base alla loro concezione del numero comeprincipio armonizzatore di tutti gli elementi. Con la filosofia pitagorica luomo greco passa dal caos di Esiodo alkosmos di Pitagora, perch il numero garanzia di ordine, razionalit, conoscibilit, permeabilit al pensiero. PerFilolao garanzia di verit e giustizia, es. PITAGORA e FILOLAO.4.Physis: da crescita delle piante e regola di vita degli animali passato a indicare la natura, il divenire nel mondo

    con il suo ordine e le sue leggi, il principio dellessere e della vita di tutte le cose, che fonda sia la specificit diciascuno sia lunit dellinsieme. Il concetto di physis si imposto come fondamentale tra i Presocratici tanto chela maggior parte dei loro scritti sono stati intitolati Sulla natura. Aristotele afferma (Met. V, 4) che tale concetto fucreato proprio da loro per cui vennero chiamati Fisici, ritenendolo il principio dellessere e della vita di tutte le cosees. ANASSIMENE.5.Psych: da soffio vitale e fantasma in Omero a demone/essere divino negli Orfici, nei Presocratici, a cominciareda Talete, collegata al principio primo dellaphysis e ne assume alcune caratteristiche, tra le quali, nei Pitagorici,limmortalit e il ritorno al divino da cui ha avuto origine. Eraclito e Anassagora la collegano allintelligenza.Diogene di Apollonia, per collegare lanima con lintelligenza e la natura, la identifica con laria come realtintelligente o sua emanazione materiale, es. EMPEDOCLE.6. Essere: negli Eleati lassoluto positivo libero da qualsiasi negativit, considerato ingenerato, incorruttibile,

    immutabile, immobile, uguale, indivisibile, uno. identico al pensabile ed ha significato univoco, per cui devonoessere negati divenire e molteplicit nelle formulazioni polemiche di Zenone e Melisso. I Fisici pluralisti cercanodi conservare la forza dei ragionamenti degli Eleati sullessere, ma anche di argomentare razionalmentesullevidenza dellesperienza, es. PARMENIDE.7. Uno: esprime il vertice dellintelligibilit e della realt, si impone al logos per Eraclito, identico a Dio perSenofane e allessere per Melisso. Nella filosofia greca la maggior attenzione non dedicata allontologia ometafisica dellessere (Parmenide, Aristotele), ma allhenologia o metafisica delluno (Melisso, Platone,Neopitagorici e Neoplatonici), es. SENOFANE.8.Nous: Il termine ha una vasta gamma di significati oltre a quelli attuali in ambito gnoseologico e psicologico,anzi a loro fondamento sta il significato metafisico a volte identico a quello cosmologico con forti implicanze etichee religiose. In alcuni presocratici indica sia lintelletto delluomo sia lintelletto ordinatore del cosmo, per Senofane

    corrisponde al Dio unico, per Anassagora alla causa del cosmo, realt fisica, ma infinita, indipendente e nonmescolata alle altre, es. ANASSAGORA.9.Incorporeo: il termine asmatos usato da Anassimene per esprimere la superiorit dellaria infinita rispetto atutto il resto, ossia un infinito in senso fisico. In ambito mitologico si attribuisce ad Orfeo la concezione di un dioincorporeo che va inteso come indefinibile perch pu assumere innumerevoli forme fisiche; secondo Melisso una caratteristica dellessere in quanto unico per escludere divisioni al suo interno, es. MELISSO.10. Infinito: il termine peiron ha un ruolo positivo nei presocratici orientali e negativo in quelli occidentali: perAnassimandro il principio primo, per i Pitagorici lindeterminato e svolge un ruolo negativo, per Anassimene,Anassagora e gli Atomisti linesauribile e svolge un ruolo positivo, es. ANASSIMANDRO.

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    Traccia 6 I) periodo naturalistico a Mileto (VI sec. a.C.)- i Milesi: La nascita della filosofia presocratica e della sua visione di un kosmos ordinato coincide con l'emergeredella polis greca e del sistema di poleis che avrebbero dominato gran parte del V e IV sec. della storia greca.Infatti il sistema della polis funzionava sia come un'effettiva rete di comunicazione sia come scambio culturale edanche come fonte di modelli riflessivi e sistemi d'interpretazione durante il VI e il V sec. a.C. Nel 600 a.C. Mileto

    era la punta meridionale del "triangolo dorato" di potenti citt-stato dedite al commercio, ciascuna di esse al centrodi una complessa rete d'interessi materiali e culturali. L'apice di questo triangolo era formato dalle citt diColofone, Efeso e Clazomene, l'altro angolo dall'isola di Samo. Nel raggio di 80 km possibile localizzare imaggiori innovatori della prima filosofia e scienza greca: a Mileto TALETE - ANASSIMANDRO - ANASSIMENE, a EfesoERACLITO, a Colofone SENOFANE, pi tardi a Clazomene ANASSAGORA, nell'isola di Samo PITAGORA.- kosmos: Nel periodo che va dal 550 al 400 il termine kosmos passa da parola quotidiana per la condotta moralee il bell'ornamento a concetto tecnico per l'universo come intero ben ordinato. Attraverso le comunit pitagoriche,la teoria cosmica di Eraclito, il grande poema di Parmenide, la ricerca della vita virtuosa di Socrate, l'ontologia diPlatone e la metafisica di Aristotele, kosmos diventa una concreta materializzazione del logos in ogni sferadell'esperienza. Le figure della pura intelligibilit (logos), della natura (physis) e dell'ordine (kosmos) esprimono ilgrande progetto sull'Intero dei Milesi.

    - Talete e il principio: La criticit e la libert nei discorsi favor l'esame del miscuglio di culture confluite nella cittdi Mileto (da Egitto, Mesopotamia, Scizia, Fenicia, Creta, Lidia, Caria, ecc.) e incoraggi le arti della comparazionesistematica, dell'astrazione e del criticismo. ARISTOTELE individua in T il pensatore che per primo ha localizzato unprincipio assoluto per la totalit delle cose. La risposta di T ( l'acqua il principio di tutto) pone un'unit significativanel cuore di tutte le cose, un ordine semplice dietro la loro molteplicit. La fonte del kosmos individuata in unelemento della realt appartenente all'esperienza, non come l'umido del mitico Oceano di Omero o l'acquacosmogonica da cui procede la creazione egizia. E' quell'elemento/principio la chiave dell'intelligibilit della realtche rende la filosofia capace di fornire una descrizione unificata dell'Intero. Tale principio collegato alla realtdivina (Tutte le cose sono piene di di) e alla vita (Tutto animato), ossia alla forza viva che pervade tutto.- Anassimandro e l'apeiron: Per includere tutta la realt e non solo gli esseri viventi in quanto connessi all'acqua,A. pone come principio l'apeiron, ossia una realt infinita nella quantit in quanto priva di limiti esterni e indefinita

    nella qualit in quanto priva di limiti interni(Principio degli esseri linfinito/ da dove gli esseri hanno origine/ lhanno la distruzione secondo necessit: pagano infatti lun laltro la pena e il riscatto dellingiustizia/ secondolordine del tempo). Da esso hanno origine i contrari (caldo e freddo, secco e umido) che, in perenne lotta disopraffazione reciproca, originano gli elementi, le cose e i mondi che corrispondo agli di della mitologia, i qualihanno lunghissima vita ma non sono eterni come lapeiron, che, invece, il vero divino immortale e incorruttibile.La terra al centro del cosmo, cilindrica e si regge per lequilibrio delle forze. Dallacqua del mare hanno avutoorigine gli esseri viventi, che si sono evoluti da semplici a complessi, ad es. gli uomini dai pesci. Esistono infinitimondi e forme di vita in essi. Si ha il primo tentativo, in termini ancora mitologici forse desunti dagli Orfici, dispiegare come eperch dal principio primo derivino tutte le cose.- Anassimene e il procedimento: il principio primo l'aria perch infinita come l'apeiron di Anassimandro(quindi inesauribile) ed capace di diventare tutte le cose come l'acqua di Talete (invisibile quando uniforme,resa visibile dal movimento che eterno, in se stessa vicina allincorporeo = vicina al non visibile, al nonpercettibile, al non essere chiuso in confini). Laria divina e da essa hanno origine tutte le cose attraverso ilprocedimento meccanico di rarefazione (si forma il fuoco) e condensazione (si forma il vento, la nuvola, e alcrescere della condensazione l'acqua, poi la terra, poi le pietre e tutte le altre cose). La differenza qualitativa deifenomeni ha origine da quella quantitativa del principio originario. Dalla terra hanno origine tutti gli astri cheemettono calore per la rapidit del movimento. E un tentativo di pervenire a una rappresentazione pi precisa delprocesso attraverso spiegazioni pi semplici e pi in accordo con le condizioni apparenti. Con il principio dirarefazione e condensazione A. fornisce la causa dinamica che fa derivare dal principio tutte le cose. Per gliantichi dossografi fornisce lesposizione pi compiuta della scuola ionica.

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    Traccia 7 a Efeso (VI V sec. a.C.)Eraclito di Efeso: Cittadino aristocratico della ricca citt ionica di Efeso, E. contribu alla sua riforma etica epolitica attaccando duramente la cultura dominante (lusso e lassismo). Nella critica fu probabilmente influenzatoda Senofane, estendendo come lui lo spirito competitivo alla sfera della ricerca filosofica. - fragilit umana eindicazione divina: Il pensiero umano al confronto con quello degli di debole come un bambino di fronte ad un

    adulto (es. la scimmia e la dea). Per non vivere come bambini sciocchi, dobbiamo avere il coraggio di staccarcidalle opinioni comuni. Eraclito ha avuto questo coraggio e ha trovato la fonte della divina saggezza indagando inse stesso. Tutti possono indagare se stessi e cos diventare saggi. - piaceri e opinioni: Indagando in sestesso, E. si scoperto capace di riflettere sull'esperienza ed ha notato varie "stranezze" (es. l'asino e l'oro). Lagiustizia del tempo manifester quanto siano sciocche tante opinioni. Gli uomini hanno occhi per vedere e orecchiper ascoltare, ma le loro anime sono barbare. Danno retta ai canti degli aedi come fossero veri maestri e non solodegli intrattenitori. Di fronte alla stoltezza di quei sapienti il tempo un fanciullo che gioca a dadi, il mondo ilregno del caso finch non escono dalla loro ingenuit. - lo scorrere delle cose e la stabilit del Logos: isapienti non sono in grado di stabilire che cosa renda un fiume insieme identico e diverso (es. il fiume), per cuipossiamo dire che scendiamo e insieme non scendiamo nello stesso fiume o che nello stesso fiume non possiamoscendere due volte.. Eppure il logos, la legge perenne di tutta la realt, davanti agli occhi intelligenti di tutti gli

    uomini perch governa tutte le cose, ma la maggior parte degli uomini agisce in contrasto con lui e perci anchetra di loro per cui si trovano ad essere estranei persino alle cose quotidiane, perch anche quelle sono regolatedal logos - l'armonia degli opposti: L'uno deriva da tutte le cose e tutte le cose derivano dall'uno, ossia vi continua circolarit fra il tutto e le parti, per cui vanno riconosciuti i legami fra gli opposti come intero e non intero.Comprendiamo il non intero in rapporto all'intero e viceversa. In base a questi legami si riconosce che gli oppostisono fra loro concordi e quanto, considerato staccato risulta discorde, unito costituisce l'armonia pi bella (es. lalira e l'arco). Nell'equilibrio della tensione degli opposti c' vita, nel cedimento di uno dei due si ha la morte. Latensione fa soffrire, ma come il tagliare del chirurgo per liberare dalle malattie. Per comprendere il logos bisognaelevarsi fino al cielo e scendere fin dentro le realt quotidiane e in se stessi. - l'armonia del cosmo: Nel cosmotraspare all'intelligenza un ordine che comprende sia gli di sia gli uomini, gli astri e le cose della terra: un fuocovivo che varia continuamente secondo una regola che assicura l'armonia nel cambio delle parti e nella tensione

    dell'insieme. Il mondo ha origine come fuoco che diventa in parte aria calda in parte terra, poi una parte della terrasi liquefa e diventa mare. Gli opposti si trovano allinterno di ogni cosa. La presenza degli opposti determinacontinua novit. Vita e morte sono connessi in ogni realt. Il divenire cosmico rivela che gli astri creduti immortalisono anche loro mortali, che gli uomini mortali hanno accesso all'immortalit. (es. il fuoco). - l'emergere deldivino: L'aspetto pi difficile da riconoscere la necessit della guerra, della tensione continua che logora eassicura la vita dell'insieme nell'alternanza delle parti. Zeus in se stesso perfetta armonia, ossia il dio giornoper chi cerca la verit e notte per il presuntuoso (es. Zeus giorno e notte). Per la sapienza bisogna scavare moltaterra per trovare un po' di oro, diventare esperti di molte cose per cogliere i loro legami all'universale. Senzafiducia nelle proprie capacit, non si coglie alcun aspetto divino. Luomo, se non supera le opinioni comuni, nonriscoprir in s, fragile essere mortale, la presenza del divino.- l'anima e la citt: Il logos che governa l'universo, per gli animali privi di ragione ha la forza coercitiva di una

    frusta; talvolta anche per gli uomini quando si oppongono di frequente alla Giustizia. L'essenza divina dell'animasta in un logos che accresce se stesso, ossia la ragione individuale si accresce sempre pi nella ragioneuniversale. L'anima libera da ogni mollezza ("secca") splende nella saggezza, gode dei profumi delle virt divine,plasma come un essere divino il proprio carattere. La saggezza o conoscenza del logos indispensabile anchealla polis. La citt si basa sulla legge, per tutte le leggi umane traggono alimento dall'unica legge divina checonsiste nell'armonia dei contrari. Gli stolti Efesini non capiscono che il loro lusso una disgrazia, che li porteralla rovina. La legge non questione di maggioranza perch pu essere espressa anche da uno solo, purchsaggio. Per la salvezza della polis necessario che il popolo combatta in difesa della legge come in difesa dellemura (contro i Persiani), perch queste difendono le case ma quelle le anime.

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    Traccia 8 in Magna Grecia (VI V sec. a.C.)Pitagorici: La matematica, ampiamente utilizzata dai Milesi nell'ambito tecnico, fu portata al centro del discorsofilosofico da Pitagora. Probabilmente fu prima applicata con successo alla musica, poi la musica matematizzataall'astronomia che gi era stata riletta alla luce dell'arch dai Milesi. Cos il numero, da mezzo tecnico, divennearch, o meglio, divennero principi gli elementi del numero, perch il numero una proporzione fra elementi.

    - da Zoroastro e Anassimandro: Dalla contrapposizione di Zoroastro fra luce e tenebre, fra bene e male, inoltredalla separazione di coppie di contrari di caldo e freddo, secco e umido dall'apeiron primordiale di Anassimandro,Pitagora avvia la formulazione di una tavola di opposti alla base della realt, a cominciare da pari e dispari qualielementi costitutivi dei numeri, per cui il misurato perfetto (peras, invece l'apeiron l'instabile da delimitare).- scuola: Il gruppo dei Pitagorici era suddiviso in due livelli: 1) acumismatici o uditori ossia coloro che eranoammessi ad ascoltare le dottrine del maestro e che mettevano in pratica gli acumi, i precetti morali 2)matematici o scienziati, coloro che si esercitavano nelle scienze matematiche e fisiche. Gli acumi sono precettipratici, regole di vita, intuizioni morali, non fondate in modo argomentativo. I mathemata costituiscono il corpusdella dottrina scientifica.- aritmologia: I Pitagorici videro la natura come un tipo di linguaggio, il linguaggio dei numeri, e con questaintuizione diedero al termine philosophia il senso di un modo di vivere speso alla ricerca del linguaggio

    matematico nascosto nella realt. Il numero fu visto come il linguaggio del cosmo. Lordine armonico eterno esemplificato dalle leggi armoniche e dalle proporzioni delle scale musicali. Tutte le cose sono generate dainumeri: 1) il numero principio cosmogonico = le armonie matematiche sono la matrice creativa del cosmo 2) ilnumero principio epistemologico = soltanto ci che ha proporzione matematica, ci che ha numero conoscibile3) verit ontologica = la vera realt, sotto il mondo dei fenomeni, il mondo di relazioni matematiche 4) intuizionereligiosa dentro la natura delle cose.- vita pratica: Il principio della vita pratica la virt quale giusta misura tra gli opposti, principio da cui derivanovari precetti: 1)elimina la malattia dal corpo 2)elimina l'ignoranza dall'anima 3)elimina l'intemperanza dal ventre4)elimina la discordia dalla citt 5)elimina il dissenso dalla casa 6)elimina la mancanza di misura da tutte le cose.- religiosit: Sono attribuite a Pitagora dal contemporaneo Senofane le seguenti credenze: 1) l'immortalit delleanime 2) la metempsicosi 3) la parentela universale dei viventi 4) il ciclo cosmico universale.

    Senofane: S. formula una notevole concezione dell'unit di Dio una generazione prima di Parmenide; taleconcezione il ponte tra la prima concezione cosmologica dei Milesi, la matematica di Pitagora e il Poema diParmenide. S. ironizza sull'ossessione dell'eccellenza fisica e dei giochi atletici, i quali, insieme alla teologiaomerica, avevano un ruolo egemone nella societ culturale greca, strettamente unita alla vita politica. Giochi epolitica erano il fulcro del prestigio dei nuovi oligarchi. S., invece, rivendica il valore della sapienza per i cittadini,per la loro formazione umana. La virt principale del cittadino non la prestanza fisica, ma la sapienza,conseguita attraverso la conoscenza rigorosa pi che nella poesia omerica.- critica all'antropomorfismo: Omero ed Esiodo hanno attributo agli di tutto quanto presso gli uomini oggettodi biasimo. Gli inganni fra gli di non hanno senso etico ma sono tracce delle metamorfosi della religione

    preellenica alle quali stata applicata l'etica dell'aristocrazia ionica. Omero ed Esiodo rappresentano il trapassofra la religiosit arcaica e quella classica. S., legato alla polis, invece guarda agli di come esseri "politici" chedevono rispettare la legge ossia agire in modo conforme ad essa che esprime anche ci che convienerazionalmente al divino. Nelle critiche di S. la ragione umana diventa criterio di giudizio della tradizione religiosacostituitasi con Omero ed Esiodo.- nuova riflessione teologica: In continuit con le riflessioni sul principio primo avviate dagli ionici, S. individuanella realt divina 4 caratteristiche fondamentali - 1) unicit 2) intelligenza 3) onnipotenza 4) immobilit. La prima ela quarta caratteristica sono ricavate dall'identit del principio divino con l'intero universo, la seconda e la terzadalla concezione tradizionale di Zeus per liberata dagli aspetti fisici e dai limiti morali che si trovano negli uomini.

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    Traccia 9 EleatiParmenide: Con il filosofo di Elea inizia la riflessione sull'essere, la cosmologia viene superata dall'ontologia,l'evidenza dell'esperienza dalla rigorosit della ragione. - le 3 letture del Proemio: 1) topografica - sembra unviaggio reale dal quartiere settentrionale a quello meridionale, passando vicino al colle dell'Acropoli per la PortaAntica della polis di Elea 2) gnoseologica - il ragionamento, guidato dalle sensazioni, arriva alla comprensione

    delle cose e a distinguere fra la stabilit della scienza e l'instabilit delle opinioni 3) metafisica - il Proemioraffigura l'intero Poema = il carro simbolo del cosmo e dell'opera di P., le cavalle le forze istintive, le Eliadi leforze conoscitive, il viaggio il cammino verso la Verit, la Dea la Verit che si manifesta con una pluralit di nomi,le parole delle Eliadisono le qualit di P. che lo rendono degno di entrare, la Porta sta per la conoscenza, laVerit ben rotonda ci che d senso al Tutto, il cuore sta per centro pi significativo, ben rotonda per veritcompiuta e perfetta. Il Viaggio verso l'essere che il cuore della verit mentre l'apparire sua manifestazionenelle cose. - fr.2, la via dell'essere: La via dell'essere manifesta la verit, quella del non-essere rendeimpossibile la conoscenza. Del termine "essere" il significato predicativo (dire di) e il significato veridico(corrisponde a ) sono inclusi in quello esistenziale (esiste). La natura delle cose e le determinazioni o attribuzionidell'essere sono solo segni indicatori dell'essere, ma non sono l'essere anche se appartengono all'essere. Il sensoesistenziale dell'essere non uno fra gli altri, ma costituisce ci che d senso a tutti gli altri significati. Qui il non-

    essere non la negazione di un aspetto dell'essere ma assenza assoluta di esistenza, negativit assoluta tale darender impossibile sia il pensare che il dire. Pensare e pensare lessere la stessa cosa, perch se il pensieronon pensa lessere, esso neppure si istituisce come pensiero. E necessario pensare lessere ed impossibilepensare il non-essere. - fr.3-5, essere e pensare: Essere e pensare sono identici perch senza l'essere non sid neppure il pensiero, il pensare manifestazione dell'essere; ma senza il pensare l'essere diventa indicibilecome il non-essere. Il nous un aspetto dell'essere, la facolt che radica l'uomo nell'essere oltre il molteplicedell'apparire. Il procedimento circolare perch l'essere costituisce l'evidenza prima e ultima di ogni discorso. -fr.6-7, critica ai mortali: I sapienti ionici sono confusi sull'esperienza, per non l'esperienza in s contraddittoriama l'uomo che attribuendo realt al non-essere la rende tale e quindi se stesso incapace di conoscere la realt. Isensi non possono essere separati dalla ragione, altrimenti si resta nell'apparire che presenta solo contenutiparziali e instabili. - fr.8,1-49 - i segni indicatori dell'essere: l'essere ingenerato perch non pu derivare dal

    non-essere in quanto non esiste e neppure dall'essere perch esiste gi, l'essere intero perch in tutte le suepossibili parti tutto quanto solo essere, quieto perch non gli manca nulla e nulla lo minaccia, senza fineperch indistruttibile, uno perch non si tratta di una cosa particolare ma dell'essere nella sua assolutezza ciototalit compiuta, continuo perch in esso non c' alcuna frattura dovuta al non-essere o a forme di essere chenon si attengano alla sua salda assolutezza, immobile perch non gli manca nulla ed saldissimo nei legamidell'esigenza rigorosa della ragione quale espressione diretta dell'essere, senza principio perch non mai natoma esiste da sempre, incessante perch la certezza della verit ha riconosciuto che non c' alcun istante senzala sua presenza, identico sia con se stesso perch non ha parti diverse sia con il pensiero perch sua causa esuo contenuto, compiuto perch ha un limite esterno che racchiude la totalit ed esclude sia dall'esistenza siadal pensiero qualunque cosa che non si riconosca in esso, simile a una sfera perfetta per l'uguaglianza di ogniparte e la totalit inviolabile che rinsalda la mente nella verit. - fr.8,50-fr.19: la doxa - la doxa/opinione

    ha per oggetto l'apparire che deve rinviare ad altro per acquisire il proprio fondamento. I saggi, ionici e pitagorici,pongono due principi contrari alla base del molteplice, ma non ritengono necessaria la loro unit nell'essere ossianon li ritengono due forme dello stesso essere. I principi del mondo fisico per P. sono Luce e Notte, due forme chemanifestano l'essere nell'apparire. Scopo della fisica parmenidea spiegare i fenomeni dell'apparire in modo chenon venga mai introdotto come principio di spiegazione il nulla. Luce e Notte sono il fondamento delladeterminazione di ciascuna cosa. Il cosmo costituito di corone alternate di fuoco e Notte con al centro la Daimonche genera per primo Eros, quale principio cosmico di ogni altra realt nell'apparire. Il molteplice e il divenire sonospiegati sullo sfondo unitario dell'essere e sull'alternanza nell'apparire dei due principi contrari di Luce e Notte,espressi dall'esperienza nell'unit dialettica di apparire - scomparire, presenza - assenza, vita - morte.

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    LESSERE ENONPUNONESSERE: SEGNIINDICATORI

    28 B 8, 3-6:

    1) INGENERATO (a\genhton)

    2) INDISTRUTTIBILE (a\nwlejron)

    3) INTERO (ou\lomelev)

    4) QUIETO (a\tremev)

    5) SENZAFINE (a\teleston)

    6) UNO (e$n)

    7) CONTINUO (sunecev)

    28 B 8, 26-27:

    8) IMMOBILE (a\kinhton)

    9) SENZAPRINCIPIO (a"narcon)

    10) INCESSANTE (a"pauston)

    28 B 8, 29:

    11) IDENTICO (tau\ton)

    28 B 8, 42-43:

    12) COMPIUTO (tetelesmenon)

    13) COME UNA SFERA PERFETTA

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    PARMENIDE, Poema Sulla Natura (Hermann DIELS Walther KRANZ = DK 28 B,

    frammenti 1-19)

    B1. Proemio (da SESTO EMPIRICO, Contro i matematici, VII, 111ss) [tr. it. MARIN]

    Le cavalle che mi trascinano fin dove arriva il desiderio

    mi conducevano, dopo che erano venute le dee per guidarmi

    alla via famosa che reca a tutte le citt la luce del sapere.

    Per quella ero portato, per quella infatti mi conducevano le abili cavalletirando il cocchio, mentre le giovani precedevano sulla via. (v. 5)

    Lasse nei mozzi emetteva uno stridio

    infiammandosi (da due cerchi rotanti infatti era premutodambo i lati), quando saffrettavano nel guidarmile giovani Eliadi, lasciate le dimore della Notte,verso la luce, togliendosi dai capi con le mani i veli. (v. 10)

    L la Porta del cammino di Notte e Giorno,con intorno un architrave e una soglia di pietra,

    e chiusa nelletere da grandi battenti.

    Di essi la Giustizia, che molto punisce, ha le chiavi.

    Le scaltre giovani con tenere parole la persuasero (v. 15)

    astutamente a togliere senza indugio per lorola sbarra del chiavistello; e quelle al volo

    spalancarono la porta facendo girare con stridii

    alternamente i bronzei battenti irrobustiti

    da chiodi e grappe; per di l facilmente le giovani(v. 20)

    trassero dritto per la via maestra cocchio e cavalle.

    E la Dea mi accolse benevola, mi prese per la mano

    destra, mi rivolse la parola e cos mi disse:

    O giovane, compagno di immortali aurighi,che giungi, con le cavalle che ti portano, a casa nostra, (v. 25)

    benvenuto, perch non ti ha condotto una cattiva sorte a percorrerequesta via (infatti essa fuori dal passaggio degli uomini),ma decreto divino e giustizia. Bisogna che tu apprenda ogni cosa:

    e della Verit ben rotonda il cuore intatto

    e dei mortali le opinioni, in cui non c prova veritiera. (v. 30)Ma pure questo imparerai, come le apparenzebisognava davvero che ci fossero, essendo sempre tutte transitorie.

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    Zenone di Elea: Z difende l'assolutezza dell'essere di Parmenide riducendo all'assurdo le tesi su cui si fondavanole critiche ossia l'assolutizzazione del movimento e del molteplice.- i 4 argomenti contro il movimento: 1) dicotomia - se esiste il movimento necessario che un oggetto mobilepercorra infinti tratti in un tempo finito; infatti essendo ogni distanza divisibile all'infinito, ci che si muove deveprima attraversare la met della distanza e poi il tutto, ma prima di attraversare tutta la met deve attraversare la

    met della met, e di nuovo la met della met,ecc.; ma se le met sono infinite, dato che ogni grandezza hadivisioni infinite, impossibile percorrere una qualche grandezza in un tempo finito 2) Achille e la tartaruga - ilmovimento talmente assurdo che nemmeno il pi lento sar mai raggiunto dal pi veloce perch chi segue deveprima raggiungere il punto da cui l'altro partito, intanto l'altro gi un po' pi avanti, poi il pi veloce deveraggiungere il secondo posto cio il punto in cui era gi arrivato il pi lento, mentre il pi lento ne raggiunge unterzo, poi un quarto, ecc. Nella dicotomia si ha la suddivisone all'infinito verso l'inizio e qui verso la fine 3) lafreccia - la freccia che l'opinione crede in moto in realt ferma, infatti il tempo composto di istanti e la freccia inogni istante occupa uno spazio uguale a se stessa perci in ogni istante ferma quindi sempre ferma 4) stadio- se disponiamo 3 gruppi di 4 elementi su 3 linee parallele A/B/C poi facciamo muovere alla stessa velocit ilgruppo sulla linea B verso destra e il gruppo sulla linea C verso sinistra, abbiamo che nello stesso tempo glielementi di C superano tutti gli elementi di B mentre superano solo 2 elementi di A.- i 4 argomenti contro la molteplicit: 1) grandezza - gli esseri molteplici dovrebbero essere infinitamente piccoliper non essere divisi in parti, ma per quanto piccola una grandezza divisibile in infinite parti, per cui dovrebberoessere anche infinitamente grandi per contenerle tutte 2) numero - dovrebbero essere di numero finito per esseretanti quanti sono e di numero infinito perch fra l'uno e l'altro di questi esseri ci saranno sempre altri esseri 3)spazio - se esiste lo spazio, dovr essere in qualcosa, ma ci che in qualcosa in uno spazio, per cui lo spaziodovr trovarsi in uno spazio e cos all'infinito 4) rumore - se fa rumore un medimno di grano deve far rumoreanche un chicco, se fa rumore un chicco deve farlo la sua decimillesima parte. La doxa risulta sempre fallace.

    Melisso di Samo: Fu stratega dei Sami e nel 442 sconfisse la flotta ateniese inviata da Pericle; fu ad Elea,ascolt Zenone ed ebbe come discepolo Leucippo. E il sistematore del pensiero eleatico, cercando di dedurrecon rigore tutte le caratteristiche dellessere- l'eternit dell'essere: M. dilata l'istante di Parmenide all'infinito, per cui l'essere in quanto ingenerato era sempree in quanto incorruttibile sar sempre ossia eterno in quanto copre la totale estensione del tempo ed escludeogni credibilit al divenire: Se nulla fosse, non si potrebbe parlare di nulla; se daltra parte parliamo, ci implicache qualcosa . Se c qualcosa, questo qualcosa essere, e lessere deve essere ingenerato ed eterno. Infatti,se si fosse generato, si sarebbe dovuto generare dal nulla: ma dal nulla deriva nulla. Esso non pu neppureessere generato dallessere, perch in tal caso sarebbe gi, e non si genererebbe (Su Melisso..)- infinito, uno e immobile: poich non ha nulla al di fuori di s che lo limiti l'essere infinito (M. non richiama laperfezione pitagorica nella misura esatta ma quella ionica nella inesauribilit), inoltre uno perch se fossero dueuno avrebbe limite nell'altro, ed immobile e incorporeo ossia privo di qualsiasi figura o qualit sensibile che lolimiti sia esternamente sia internamente. Lessere immobile perch non esiste il vuoto (fr.7): Il vuoto nulla, eci che nulla non pu essere. Allora lessere neppure si muove, infatti non pu spostarsi in alcun luogo, ma pieno. Lincorporeit nasce e si afferma parallelamente allinfinitudine, esclude ogni grossolana materialit, ognidifferenziazione di enti e di propriet. fr. 7: Se in diecimila anni dovesse mutare di un solo capello, in tutta ladurata dei tempi deve andare distrutto totalmente. Di conseguenza Melisso elimina radicalmente il valoredellesperienza e della doxa fr. 8: Solo luno esiste. Se infatti esistessero i molti, questi dovrebbero essere tali equali l'uno. Se infatti esistessero la terra e lacqua e laria e il fuoco e il ferro e loro e tutte le altre cose che gliuomini dicono essere vere: se, dunque, tutte queste cose esistono, e noi vediamo e udiamo in modo retto,bisogna che ciascuna di queste cose sia tale quale la prima volta a noi parve e che non si trasformi e non diventidiversa, ma che ciascuna sia sempre qual . Luno da attributo diventa sostantivo, convertibile con lessere:luno identico allessere perch lesser infinito e linfinito uno.

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    Traccia 10 Fisici pluralisti (V sec. a.C.)Empedocle: Nella doxa di Parmenide il principio delle cose che appartengono al mondo dell'apparire l'Amore;ma dato che nella natura non vi sono solo cose belle, E. introduce un altro principio ossia, oltre all'Amore, laDiscordia quale causa del male. - le due letture: Aristotele legge E. nella prospettiva della propria ricerca delle 4

    cause e dalla sua interpretazione nata la "lettura fisicista" ancor oggi prevalente, invece dalla prospettiva del Vsec. a.C. sorta la mia "lettura pitagorica" di E. come " filosofo di Afrodite". - I) piano cosmogonico, ildinamismo dell'universo: Per comprendere i fenomeni naturali e i loro principi supremi di Amore e Odio qualetensione necessaria al dinamismo universale occorre un metodo corretto per la giusta conoscenza: accoglieretutte le sensazioni, senza privilegiarne nessuna, e armonizzarle nel pensiero tramite laborioso ragionamento.Tutte le cose hanno origine dalla combinazione delle 4 radici (terra, acqua, aria, fuoco) ad opera di due forze(l'Amore che unisce e la Contesa che divide). L'uno nasce dalla combinazione del molteplice e il molteplice dalladisgregazione dell'uno, per cui si ha un ciclo nel cosmo cio un giro incessante che va dall'aggregazione alladisgregazione e viceversa, con i loro culmini nel turbine degli elementi separati e nella Sfera di un solo cosmo. Ilcosmo unito dallArmonia perfettamente rotondo e uniforme come lEssere di Parmenide, infinito ossia davverotutto e inesauribile come lapeiron/infinito di Anassimandro. Dentro questa Sfera perfetta, per , cresce la Contesa

    e fa vibrare tutte le parti del cosmo divino, finch cominciano a staccarsi e a costituire la terra, il mare e il cielo- II) piano ontologico, il capolavoro degli esseri viventi : Come i pittori con i colori cos Afrodite con gli elementicompone tutti gli esseri viventi. Gli elementi, congiunti in modo adeguato, determinano la nascita di uomini, bestiee arbusti, invece disgiunti ne determinano la morte. Allorigine dellattrazione fra simili e della repulsione fra diversistanno le due forze basilari di tutto il dinamismo: Afrodite e Contesa. Nellorigine degli esseri viventi si ha alliniziounattivit spontanea della terra con risultati disastrosi. Un altro tentativo, ad opera del fuoco ancora peggiore.Finalmente si pone allopera Afrodite ed abbiamo il capolavoro degli esseri viventi attuali. Le membra checostituiscono un corpo, quando sono collegate dall'Amicizia ne garantiscono una vita fiorente, quando vengonoseparate da nefaste contese ne causano la morte. Il segreto di Afrodite per realizzare esseri viventi armoniosi eduraturi sta nell'uso diproporzioni esatte tra gli elementi utilizzati. Nell'uomo si hanno tre tipi di conoscenza: 1) laconoscenza umana retta che si basa sull'osservazione degli elementi 2) la conoscenza umana sbagliata che

    dimentica la realt degli elementi 3) la conoscenza naturale spontanea (favorita dalla purezza del sangue) chederiva dall'armonia con il cosmo, specialmente con il principio del bene o Amicizia/Amore. - III) pianoreligioso, il lungo cammino delle purificazioni: Il mondo sempre conteso tra amore e odio, amicizia ediscordia, ma chi segue l'odio ne paga le conseguenze ossia viene soggetto alla dispersione tramite un lungo eincessante errare tra gli elementi e le diverse forme di vita. La situazione dell'umanit non era sempre infelicecome oggi, nel passato regnava Afrodite per cui c'era piena armonia tra gli uomini e gli animali. Ritorna in questaparte del poema la concezione rigorosa del divino gi individuata da Senofane, ossia il distacco dalle formemateriali e lidentificazione con la mente e il pensiero. Grazie a Pitagora, di recente si riaperta la via al divino: lacondizione prima la vita onesta astenendosi dal sacrificio degli animali, inoltre dal delitto e dai giuramenti falsi,cos l'onest e la santit fanno rinascere nella capacit di acquisire la sapienza e con essa di accedere finalmenteal divino. La meta finale non sembra per niente un indistinto annullarsi o confondersi nel tutto, almeno stando al fr.

    147: Tra gli altri immortali abitando e mangiando/ delle angosce umane non pi partecipi, indistruttibili. Iprincipi supremi sul piano cosmogonico sono Amore e Odio quale tensione necessaria al dinamismo, sul pianoontologico sono Armonia e Discordia con i 4 elementi da armonizzare, sul piano religioso sono Afrodite ePrepotenza quale negazione della gioia semplice donata dalla dea, tracotanza e violenza per cui si esigono lepurificazioni per tornare al divino da cui abbiamo origine. Nellunit dei tre piani di lettura, abbiamo Amore =Armonia = Afrodite. Il principio del bene Amore sul piano cosmogonico, Armonia sul piano ontologico, Afroditesul piano religioso; lOdio la contrapposizione dialettica, la tensione necessaria al dinamismo sul pianocosmogonico, le 4 radici (terra, acqua, aria, fuoco) ossia gli elementi da armonizzare sul piano ontologico, lacolpa/peccato ossia la negazione della gioia naturale donata da Afrodite sul piano religioso, negazione che porta

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    alla schiavit della violenza dalla quale dobbiamo purificarci/espiare per tornare al divino.Traccia 11Anassagora: Per i trent'anni trascorsi nella futura "capitale della filosofia" e per i legami con Pericle, possiamodefinire A. "il primo grande filosofo di Atene". - filosofo ionico: A. continuatore di Anassimene nella fisica e diAnassimandro nella riflessione sul principio cosmogonico. Il principio come apeiron era gi stato approfondito da

    Anassimene e applicato alla spiegazione dei singoli fenomeni. L'aria, per, in quanto coinvolta nei processi diformazione delle cose non garantisce la permanenza nell'essere, l'immutabilit richiesta dalla logica eleatica. Taleimmutabilit garantita, per A., dagli infiniti semi di tutte le cose, che nella fase iniziale del cosmo hanno lacaratteristica dell'indistinto di Anassimandro. - cosmologia: All'inizio ogni cosa era mescolata con tutte le altre eniente era distinguibile. Senofane aveva gi notato la trasformazione di animali e piante in pietre/fossili, dellaroccia in terra e della terra in acqua per l'erosione, dell'acqua in vino e del vino in tessuto organico. Per giustificarequesti passaggi, A. elabora il principio che un qualsiasi materiale, per quanto piccolo, contiene quantit materiali diqualsiasi altro materiale. Da questa premessa ricava il principio che ogni cosa in ogni cosa e deriva da ognicosa. Le propriet che caratterizzano il mondo nei fenomeni osservabili ce lo fanno conoscere davvero. Non cisono elementi o propriet elementari cui ridurre tutte le cose, ma i fenomeni vanno spiegati in quanto tali. - ilNous: L'intelletto posto come premessa all'inizio della cosmogonia, per formulato in modo tale da non lasciarsi

    ridurre all'acqua di Talete, all'apeiron di Anassimandro o al fuoco di Eraclito. E' utilizzato allo stesso modo di ogniprincipio fisico, ma possiede caratteristiche simili al divino di Senofane e apre una nuova via alla riflessionefilosofica. La natura del Nous 1) illimitata 2) autodirettiva 3) separata da ogni altra cosa 4) la pi fine di tutte lecose 5) tutta uguale; nella sua attivit il Nous 6) si prende cura di ogni cosa ed ha il pi grande potere 7)controlla ogni cosa che ha un'anima 8) dirige l'intera rotazione cosmica iniziandola e continuandola 9) conoscetutte le mescolanze e la separazione di ogni cosa 10) organizza qualsiasi cosa che era, e sar. Le prime 5caratteristiche sono di tutti gli intelletti, sia di quello cosmico sia di quelli subordinati; le altre 5 sono specifichedell'intelletto cosmico, anche se la 7 pu essere riferita ad ogni intelletto in un corpo animato.

    Atomisti: L'atomismo di Leucippo e di Democrito figlio della matematica greca del V sec. a.C. in quanto nascenel contesto delle critiche di Zenone ai Pitagorici, ai loro concetti di numero e molteplicit in aritmetica, di spazio e

    grandezza in geometria; scaturisce dal rovesciamento dell'ipotesi per assurdo di Melisso nel frammento 8.I) Atomi come Pieno e Vuoto: Il Tutto infinito, costituito da infinito vuoto e dal pieno con infiniti corpi. Ognicosa costituita di atomi, ogni atomo immutabile ed eterno come l'uno di Melisso, inoltre sempre inmovimento. Il vuoto esiste per consentire il movimento degli atomi, sia il niente che si frappone fra gli atomi sialo spazio entro cui si realizza il movimento connaturato agli stessi atomi. Dunque l'essere originariamente Molti equesti molti sono ciascuno Uno. II) Cosmo come poema di Ananke: I caratteri costitutivi degli atomi sonotraiettoria, modalit di contatto e modalit di rivolgimento o direzione. L'atomo assomiglia al tracciatoindefinitamente ripetuto di una medesima lettera, che si propaga attraverso il vuoto. Gli atomi sono tracciatidinamici che determinano una continua riscrittura della realt. Il fenomeno la sintesi del suo modo di costituirsi(atomi con proprie figure, traiettorie e volgimenti) e del suo modo di venire percepito (qualit che sono fruttodell'interazione fra senziente e sentito). Nel poema cosmico le lettere sono gli atomi, le parole sono le qualit, le

    righe di testo e i periodi sono gli aggregati, i rotoli o le tavolette di senso compiuto sono i mondi, il componimentoglobale il Tutto. III) gnoseologia e psicologia: Le sensazioni sono spiegate in base alle diversecaratteristiche degli atomi, inoltre dalle diverse configurazioni che risultano per i tipi diversi di effluvi dai corpi,infine dalle modificazioni provocate nei soggetti senzienti. L'anima, realt corporea costituita di piccoli atomisferici, alla base delle condizioni del senziente. I pensieri sono un tipo di sensazioni, alterazioni dell'organocentrale originato dalla concentrazione di atomi. IV) etica e politica: Scopo dell'educazione coltivare unabuona disposizione d'animo per cui si compiono opere giuste e si consegue la felicit. Il piacere opinabile, ilbene invece il lato etico del vero (atomi e vuoto). La ragione che disciplina i piaceri assicura uno stato oggettivodi bene e di felicit. La politica l'arte superiore a tutte perch regola la vita delle poleis conformemente alla

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    ragione e cos realizza la giustizia. Per Democrito la giustizia un valore assoluto e si attua nella democrazia.Traccia 12 II) periodo classico SofistiI Sofisti erano dei "sapienti" che nella seconda met del V sec. a.C, percorrevano le citt greche per diffondere lacultura (come maestri di virt = retorica per la capacit di convincere nelle assemblee e tutte le conoscenze utiliad essa); ottennero grande fama, poi furono sostituiti da istituzioni culturali pi stabili come le scuole filosofiche.

    - la svolta umanistica: A scapito dei risultati contradditori delle ricerche naturalistiche prevale l'interesse perl'uomo a motivo dei fermenti sociali, economici e culturali che pongono in crisi l'aristocrazia suscitando la criticadell'antica aret dei valori tradizionali. Cresce, specialmente ad Atene e nell'area sempre pi vasta della suainfluenza politica, la democrazia, per cui sorge il bisogno di preparazione speciale per le assemblee e i tribunali.Ad Atene i sapienti erano stati attirati con numerosi compensi prima dal tiranno Pisistrato, poi dall'aristocraticoCimone infine, con ancor maggior generosit data la creazione di un impero economico sulla base politica dellaLega Delio-Attica, dal democratico Pericle.- Protagora e l'uomo misura: P., originario di Abdera e allievo di Democrito, era il pi famoso dei Sofisti, amico diPericle e da lui incaricato di redigere la costituzione per la colonia panellenica di Turi nel 444 a.C.. La sua tesi pifamosa l'affermazione iniziale del suo scritto Sulla verit: L'uomo misura di tutte le cose. La misura delleesperienze l'opinione di ogni individuo; anche se le opinioni sono diverse, esse sono tutte ugualmente vere, tutti

    sono nel vero, nel loro vero: La scelta tra opinioni e argomenti diversi dipende da ci che si desidera; la retoricainsegna a rafforzare i propri argomenti davanti a un'assemblea o a un tribunale. A questo scopo P. ha sviluppatol'analisi del linguaggio. E' un relativismo gnoseologico che si apre al relativismo etico. Nello scritto Sugli diafferma: Riguardo agli di, non ho alcuna possibilit di accertare n che sono, n che non sono, opponendosi aci molte cose: loscurit dellargomento e la brevit della vita umana . Il relativismo applicato alla religione diventaagnosticismo che cede poi allateismo. Di Pr. rimane nel tempo lo stretto legame tra uomo e parola (nella pratica illegame tra retorica e politica), legame ripreso e assolutizzato da Gorgia.- Gorgia e l'onnipotenza della parola: G. di Leontini in Sicilia fu allievo di Empedocle e maestro di Isocrate.Diede alla retorica forza espressiva e un fondamento teoretico. Sostenne contro gli Eleati l'inconoscibilit el'indicibilit dell'essere. Negata la pretesa di verit degli Eleati e rifiutata l'assolutizzazione delle opinioni diProtagora, G. teorizz il valore della retorica quale arte della parola nella vita pratica. La retorica l'arte della

    persuasione basata non sulla conoscenza ma sulla suggestione, sulla mozione dei sentimenti. G. ebbe un vastoinflusso sia per le sue abilit personali sia perch esaltava la poesia tradizionale e giustificava la passione dei suoicontemporanei per il teatro; fu di stimolo allo studio della letteratura e all'analisi delle tragedie per le loro profondesuggestioni. - Prodico e la sinonimica: Originario dell'isola di Ceo, fu pi volte ambasciatore ad Atene etenne conferenze sia ad Atene sia in altre citt greche. Divenne famoso per il suo apologo su " Eracle al bivio"ossia sulla necessit di scegliere all'inizio dell'adolescenza tra virt e vizi (per questo fu ammirato da Cinici eStoici). Fu apprezzato da Socrate per la sinonimica, cio la distinzione fra i sinonimi e la determinazione dei lorosignificati per evitare le ambiguit e i giochi eristici. Invece nell'ambito teologico accentu l'indifferenza diProtagora parlando di invenzione umana per molte divinit (B5): il sole e la luna i fiumi le fonti e in genere tutte lecose che giovano alla nostra vita, gli antichi le ritennero divinit. - Ippia e la polimathia: Ippia di Elide, come glialtri Sofisti, viaggi molto ed ebbe numerosi successi. Invece dell'antilogia di Protagora o della retorica di Gorgia,

    sviluppa la "polimathia" ossia il sapere enciclopedico che richiede forte memoria per cui svilupp anche lamnemotecnica. Il suo enciclopedismo vuole abbracciare tutta la natura(prediligendo le scienze naturali e lematematiche). . A Ippia e Gorgia risalgono le prime raccolte di opinioni (di filosofi, poeti, medici, ecc.) come spuntiper la loro dialettica (Ippia per la concordanza, Gorgia per la contrapposizione - tali raccolte servirono come puntodi partenza per ulteriori rielaborazioni in Platone e Aristotele; l'interpretazione di Ar. in Metaf.A divenne canonica inTeofrasto e fu la base per tutti i dossografi antichi). Ippia avvia la tematica su natura (che unisce) e legge (chespesso divide) - Antifonte e la natura: A. radicalizza il contrasto fra natura e legge gi individuato da Ippia,ritiene la natura equivalente alla verit e la legge all'opinione. Si devono osservare le leggi degli uomini soloquando conviene, invece le leggi della natura sempre, perch quelle della natura sono necessarie mentre quelle

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    degli uomini sono accordi convenzionali. Per natura li bene l'utile e il piacevole, il male il dannoso e il doloroso.Traccia 13 SocrateSocrate, diventato per opera di Platone il simbolo del filosofo greco, non si presentava come maestro ma comecompagno di ricerca che conduceva per mano a discorrere con lui fino a rendere conto di s e del proprio modo divivere, ossia a fare un esame delle propria condotta che purifica dalla disonest e porta ad acquisire il vero sapere

    che sta nella capacit di fare il bene. Aveva una personalit originale e complessa al punto da suscitare reazionifortemente divergenti fra i suoi contemporanei e lungo i secoli.- fonti e fasi della sua vita: le fonti principali della vita e del messaggio di S sono Platone, Senofonte, Aristotele eAristofane. 1) ARISTOFANE tratta di S. nella commedia Le nuvole del 423 a.C. (quando S aveva circa 40 anni) elo deride negli Uccelli del 414 a.C. e nelle Rane del 405 a.C., quindi sempre prima della morte di S (399). Ce lodescrive come un sofista perditempo, in realt lo attacca perch lo ritiene un temibile avversario dell'educazionetradizionale conservatrice. 2) SENOFONTE ascolt S da giovane e compose i suoi dialoghi da vecchio. Scrissel'Apologia contro le accuse calunniose rivolte a S dopo la morte, poi conosciute le accuse del sofista Policrate nel383 messe in bocca ad Anito morto nel 386, Senofonte scrisse i Memorabili di Socrate in 4 libri. Riconoscente a Sper i fondamenti della propria intuizione della vita e del mondo, Senofonte tenta di ricostruire la "vera" personalitdi S attraverso inchieste, rassegna degli scritti di altri socratici e varie meditazioni personali. 3) PLATONE fa di S

    un eroe morale nel Fedone e gli mette in bocca quasi tutta la sua dottrina. S diventa il maestro, l'incarnazione delfilosofo. Ironico come S. Platone nell'Ippia minore punzecchia il vanitoso sofista, nello Ione i rapsodi e i poeti, nelProtagora contrappone la dialettica di S alla cerchia d'interessi dei Sofisti. Dopo l'attacco di Policrate, Platone nelGorgia nega ai Sofisti ogni stima azzerando la loro retorica quale causa della corruzione morale. Nella suaApologia di Socrate, Platone presenta il processo e la missione provvidenziale di S per la citt di Atene, nelCritone i motivi per cui S si rifiut di fuggire dal carcere, nel Fedone l'ultimo giorno di vita di S, nel Simposiorisponde all'accusa di Policrate di incapacit educativa per un discepolo come Alcibiade. 4) ARISTOTELE fece sual'immagine platonica di S contro l'eristica di Cinici e Megarici, per se ne discosta attraverso Senofonte, eattribuisce a S le scoperte del procedimento induttivo e del concetto.

    La vita di S ha due fas