1 digital cinema system specification ing. carlo paccapeli

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1 Digital Cinema System Digital Cinema System Specification Specification ing. Carlo Paccapeli

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Page 1: 1 Digital Cinema System Specification ing. Carlo Paccapeli

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Digital Cinema System Digital Cinema System SpecificationSpecification

ing. Carlo Paccapeli

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In questa lezione esamineremo:

• il proiettore• il DMD (Digital Micromirror Device)

• proiettori a singolo cip • proiettori a tre cip

• il D-ILA (Image Light Amplification)• lo SXRD (Silicon X-tal Reflective Display)

• le specifiche della sala e del proiettore• i parametri da verificare• la funzione di trasferimento del proiettore• le interfacce

• per dati non compressi• per i controlli

• le informazioni di servizio

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Il proiettore è la parte essenziale del Cinema Digitale in quanto converte il segnale digitale in luce, così come compare sullo schermo.

Il proiettore digitale NEC iS8

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In un proiettore 35 mm il fascio di luce deve essere interrotto due volte per evitare lo sfarfallio.

Il meccanismo della croce di Malta permette di posizionare il fotogramma davanti alla lente ogni 1/24 di secondo ed in questo tempo esso viene illuminato due volte.

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I proiettori serie E della Kinoton non utilizzano la croce di Malta.

Essa viene sostituita da un motore passo-passo che permette di raggiungere velocità molto elevate: si passa a 100 fotogrammi al secondo, ma ............

........ le velocità aumentano, ma vi sono sempre parti meccaniche in movimento, con conseguenze fastidiose per la stabilità dell’immagine sullo schermo e per la luminosità non perfettamente ripartita .......

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..... la proiezione digitale supera questo problema mostrando le immagini quasi istantaneamente.

Infatti l’assenza di parti in movimento permette di illuminare lo schermo più a lungo senza che si abbia sfarfallio.....

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.... inoltre nella proiezione digitale, le immagini sono completamente sprovviste di polveri e striature ......

..... la proiezione digitale consente di visualizzare immagini su schermi con una base superiore ai 15 m e con valori di risoluzione e di contrasto equivalenti, se non superiori, alla pellicola 35 mm.

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Nel 1987 la Texas Instruments ha messo a punto un chip a microspecchi, un semiconduttore ottico noto come Digital Micromirror Device (DMD).

La piastrina è formata da micro-specchi di 16 micron (1 micron = 10-6 m) di lato.

La piastrina vista al microscopio elettronico, vicino alla zampa di una formica.

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Ognuno di questi microspecchi è montato su un perno che gli consente una rotazione sul suo asse di più o meno 10 gradi.

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Il microspecchio, quindi, può trovarsi in due posizioni:

• una posizione di riposo (OFF) che devia la luce su un assorbitore,• una posizione attiva (ON) in cui la luce viene riflessa verso la lente in direzione dello schermo.

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Ogni microspecchio è costretto ad oscillare continuamente dalla posizione ON alla posizione OFF.

Quando un microspecchio è commutato in posizione di ON più frequentemente di quanto non lo sia in OFF, genera sullo schermo un punto (pixel) che, grazie alla persistenza dell’occhio, sarà più luminoso, in tal modo si riesce ad ottenere una scala di 1024 valori di grigio.

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Il movimento di ogni micro-specchio viene comandato da circuiti elettronici chiamati DLP (Digital Light Processing).

I circuiti DLP più sofisticati, studiati appositamente per il cinema digitale, riportano l'etichetta DLP Cinema.

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Un chip DMD non è in grado di comporre immagini colorate.

In un proiettore a singolo chip il colore é ottenuto mediante una strategia simile a quella adottata per produrre i singoli livelli di intensità della scala di grigi.

Il fascio di luce bianca prodotto dalla lampada viene fatto passare attraverso tre filtri producendo fasci luminosi nelle componenti RGB.

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I filtri sono i settori (RGB) di una ruota girevole (ruota colore) posizionata tra la superficie riflettente del chip DMD e la lampada.

La ruota, fatta girare, produce pulsazioni nelle singole componenti RGB che colpiscono la superficie del DMD nello stesso istante in cui il chip riceve l’informazione relativa al colore stesso......

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.... purtroppo la ruota colore è causa dell’Effetto Raimbow (effetto arcobaleno) che si presenta sotto forma di flash rossi, verdi e blu in alcune porzioni dell’immagine proiettata (la cui percezione dipende dal sistema psico-visivo del singolo individuo, dalle dimensioni dello schermo, e dalle caratteristiche della ruota colore). Si è tentato di ovviare al problema aumentando la velocità di rotazione della ruota colore o realizzando ruote a 6 colori.

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Il sistema a tre DMD elimina l’effetto arcobaleno: tre prismi decompongono la luce (proveniente da una lampada allo xenon) nelle tre componenti di colore, i raggi raggiungono i tre DMD per poi tornare (solo se attivi), al complesso dei prismi, ricostruire un unico fascio modulato che raggiunge l'obiettivo e, mediante sintesi additiva, generare un punto luminoso.

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Clicca sull’immagine per visualizzare un’animazione.

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Esistono svariati chip DMD, che variano in funzione della dimensione, della risoluzione, del tasso di contrasto e del formato.

Risoluzione (in pixel) Dimensione diagonale (in pollici) 1024 x 768 0,7 1280 x 1024 0,9 1280 x 720 0,9 2048 x 1080 1,2

Le loro dimensioni sono simili a quelle di un fotogramma 35 mm:

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Tutti i proiettori digitali richiedono operazioni di pulizia periodica al fine di eliminare tracce di polvere dal percorso del fascio luminoso, con costi aggiuntivi.

I produttori hanno sviluppato proiettori DLP dotati di ottiche blindate, le quali dovrebbero in teoria richiedere interventi meno frequenti.......

....... su alcuni proiettori tale soluzione ha aggravato il problema:

alcune strutture esposte alle alte temperature sviluppate dal fascio luminoso, tendono a rilasciare miscele gassose che imprigionate dalle ottiche sigillate finiscono col depositarsi sulle ruote colori alterando le prestazioni (riduzione della luminosità, alterazione del bilanciamento colore, riduzione del contrasto).

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Tre costruttori di proiettori (Barco, Christie e NEC-DPI) hanno acquistato la licenza di utilizzo del procedimento DLP Cinema.

Il prezzo della licenza è molto alto e influisce sul costo dei proiettori.

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Un altro procedimento, messo a punto da JVC, è il D-ILA (Direct-drive Image Light Amplification), un LCD di tipo riflettente in cui ogni pixel misura 12,9 micron..

La luce proveniente dalla lampada allo xenon passa attraverso uno sdoppiatore di fascio, viene riflessa sul dispositivo D-ILA per poi attraversare l'obiettivo di proiezione e giungere sullo schermo.

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Il dispositivo D-ILA, contrariamente ai pannelli LCD tradizionali (in cui il transistor di eccitazione è montato sulla stessa superficie dei pixel), il substrato a  circuiti integrati si trova dietro lo strato di cristalli liquidi assicurando una maggiore luminosità e una risoluzione più elevata.

Nel giugno 2000, JVC ha sviluppato, in collaborazione con Kodak, un chip di 2048 x 1536 pixel.

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Sony ha sviluppato un nuovo sistema di proiezione basato su un chip a risoluzione 4K: lo SXRD (Silicon X-tal Reflective Display), che funziona sullo stesso principio dei chip DMD, ma ricorrendo a pixel aventi dimensioni di 8,5 micron (la metà).

Pertanto, a parità di superficie, il numero di pixel è moltiplicato per quattro.

La prima presentazione al pubblico di questo sistema si è tenuta in occasione del salone IBC di Amsterdam nel settembre 2004.

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Un proiettore può avere una risoluzione di 2k (2048x1080) o 4k (4096x2160)

Se il proiettore è un 4k e riceve immagini nel formato 2k, esso dovrà effettuare una conversione, mantenendo in ogni lato un rapporto esatto di 2:1.

Nel caso opposto dovrà essere effettuata una compressione dell’immagine......

Specifiche della sala e del proiettoreSpecifiche della sala e del proiettore

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..... ma le matrici digitali sono costrette ad usare complicati algoritmi di rillocazione dei pixel per visualizzare risoluzioni differenti da quella nativa, rillocazione che comporta introduzione di artefatti digitali.

Sia nel caso di proiettore 4k che visualizza immagini 2k, sia nel caso opposto, non si debbono introdurre artefatti visibili.

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• Frame rate – il proiettore deve essere in grado di adattare al suo frame rate, un frame rate diverso

• Forensic Marching – il proiettore deve essere in grado di inserire dei marcatori di sicurezza sui dati decrittografati, se non già presenti

• Media Block – se non è presente nel server, deve essere presente nel proiettore

• Condizioni iniziali del proiettore – tempo di stabilizzazione termica di 20, 30 minuti

• Illuminazione della sala – solo luci di emergenza, con intensità riflessa dallo schermo di 0,01 cd/m2 (meno di 0,03 cd/m2), questo evita perdite di contrasto dell’immagine proiettata

• Caratteristiche dello schermo – superficie non speculare ed ugualmente riflettente su tutto lo spettro visibile, deve accettare formati 1.85:1 o 2.39:1

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In un teatro il formato delle immagini deve essere quello stabilito nella sezione dedicata al DCDM, sia come aspect ratio, sia come risoluzione.

Ricordiamo che per le immagini sono previste tre strutture (Image Structure Conteiner), contenitori legati alle caratteristiche dei proiettori attuali:

2k – con risoluzione 2048 x 1080 e frame rate a 24 o 48 fps

4k – con risoluzione 4096 x 2160 e frame rate a 24 fps

Livello Pixel orizz.

Pixel verticali

Frame rate

1 (4k) 4096 2160 24

2 (2k) 2048 1080 48

3 (2k) 2048 1080 24

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Level Ph Pv AR

Pixel Aspect Ratio

1 4096 1714 2.39 1:11 3996 2160 1.85 1:1

2 2048 858 2.39 1:12 1998 1080 1.85 1:1

Le specifiche stabiliscono che un’immagine deve essere inserita nel contenitore in base al suo Aspect Ratio (Ph/Pv):

si parte dalla dimensione maggiore, in pixel, adattando in conseguenza la minore.

Ad es. un’immagine con Aspect Ratio 2.39:1, inserita nel contenitore 4k, assumerà l’aspetto 4096 x 1714, se inserita nel contenitore 2k, assumerà l’aspetto 2048 x 858.

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L’orientamento dei pixel viene stabilito a partire dall’alto a sinistra (0,0), con movimento prima verso destra e poi verso il basso.

0,0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5

1,0 1,1 1,2 1,3 1,4

2,0 2,1 2,2 2,3

3,0 3,1 3,2

4,0 4,1

5,0

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Posizione del centro dell’immagine

nella struttura 4k:tra i pixel orizzontali 2047 e 2048e tra i pixel verticali 1079 e 1080

nella struttura 2k:tra i pixel orizzontali 1023 e 1024e tra i pixel verticali 539 e 540

Livello Pixel orizzont.

Pixel verticali

1 (4k) 4096 2160

2 (2k) 2048 1080

3 (2k) 2048 1080

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Parametri da verificareParametri da verificare

Come riferimento deve essere preso un punto, situato fuori dallo schermo, in una zona centrale dei posti a sedere.

Projected Image Tollerance nella tabella sono riportati i valori minimi di riferimento per le grandezze prese in esame e le loro tolleranze.

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Pixel Structure – struttura dei pixel.

Occorre verificare che, alla distanza di riferimento i pixel non siano visibili (*).

(*) i diffusori frontali sono posti dietro allo schermo e questo può comportare perdite dei toni alti e influenze sulle sfumature naturali dell’audio. I teli a maglie forate (anche se le specifiche non ne parlano) sono trasparenti ai suoni, ma i fori interferiscono con la struttura dei pixel del proiettore, creando un fastidioso effetto moiré nelle aree bianche.I fori devono essere circolari, con un diametro di circa 1 mm, disposti regolmente e distanti 5 mm l'uno dall'altro.

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Peak White Luminance – picco del bianco

non deve superare il valore (luminanza) di 48 cd/m2 (*) per evitare l’effetto di saturazione sullo schermo provocato da punti bianchi eccessivamente luminosi.

Il test deve esser effettuato con un campione di luce bianca (X’=3794, Y’=3960, Z’=3980) e la misura deve essere riferita al centro dello schermo e rilevata da una posizione centrale della sala.

(*) vedi più avanti

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Per effettuare questo tipo di misura sullo schermo (e quelle che seguono), può essere utilizzato un Projection Screen Analyzer [PSA], in grado di effettuare 45 misure in punti diversi della superficie.

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La candela è l'intensità luminosa di una sorgente che emette una radiazione monocromatica di frequenza 540*1012 Hz e la cui intensità energetica in tale direzione è 1/683 W/sr.

Lo steradiante [sr], è l'angolo solido che, avendo il vertice al centro di una sfera, delimita sulla superficie di questa un'area pari a quella di un quadrato di lato uguale al raggio della sfera

(*) La luminanza è la grandezza che tende a valutare la sensazione luminosa ricevuta dall'occhio, ed è misurata in candele per metro quadro (cd/m2).

Il watt [W] è la potenza di una macchina che compie il lavoro di 1 [J] nel tempo di 1 [s].

Il joule [J] è il lavoro prodotto da una forza di 1 [N] il cui punto di applicazione si sposta di 1 [m] nella direzione della forza.

Il newton [N] è la forza che deve essere applicata alla massa di 1 [Kg] affinché in 1 [s] subisca un incremento di velocità di 1 [m/s] nella direzione della forza.

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Luminance Uniformity – uniformità della luminosità (detta anche rapporto di illuminazione)

Misura l'uniformità e l'omogeneità della luce su tutta la superficie dello schermo.

Il test deve essere effettuato con un campione di luce bianca (X’=3794, Y’=3960, Z’=3980), la misura deve essere riferita al centro dello schermo e rilevata da una posizione centrale della sala.

Occorre allineare il contenitore della lampada del proiettore per minimizzare la luce emessa verso i bordi.

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Viene misurata la luminosità in più punti dello schermo e, per minimizzare l’errore, si utilizza il valore medio in una griglia di 3x3 campioni.

La luminosità ai bordi deve essere pari almeno all’85% di quella presente al centro. Se è possibile, effettuare una correzione di tipo digitale.

Le specifiche sono contenute nella SMPTE 196E.

Per effettuare le misure si può utilizzare un Projection Screen Analyzer [PSA], oppure un luxmetro fotoradiometro, scegliendo una sonda per la luminanza avente sensibiltà adatta allo scopo

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White Point Chromaticity – cromaticità del bianco

Misura la distribuzione spettrale della luce bianca riflessa da un punto centrale dello schermo.

Il test deve esser effettuato nelle condizioni viste in precedenza

Può essere utilizzato uno spettroradiometro (strumento in grado di rilevare la distribuzione spettrale di una sorgente luminosa).

Dalla tabella contenuta nelle specifiche si evincono i valori X=.3140 Y=.3510 con una tolleranza di ± 0,002 %

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Color Uniformity of White Filed – uniformità del bianco

Viene misurata l’uniformità del bianco su tutta la superficie dello schermo.

Il test deve esser effettuato sempre nelle condizioni viste in precedenza

Può essere utilizzato uno spettroradiometro.

Per diminuire l’errore viene preso il valore medio in una griglia di 3x3 campioni. La tabella specifica una tolleranza di ± 0,008 % relativamente alla zona centrale.

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Sequential Contrast – contrasto sequenziale

misura ottenuta dividendo la luminosità di un field completamente bianco (peack white field) per la lumionosità di un field completamente nero (black field).

Il contrasto ottico rende sempre disponibili i livelli totali di bianco e di nero con ogni tipo di immagine proiettata: una torcia che punta verso una telecamera, all’interno di una camera buia, crea uno spot di intensa luce bianca con un’area circoscritta completamente nera.

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Il contrasto sequenziale, invece, controlla la proiezione in base al contenuto dell’immagine.Il proiettore avrà luminosità intense solo in presenza di immagini luminose: la camera buia di prima apparirà nera ma lo spot della torcia sembrerà una fievole candela, perché la predominante del contenuto è scura.

In un display CRT questo valore, normalmente, supera il rapporto 5000:1per un proiettore DLP può andare da 1000:1 a 3000:1

Le specifiche impongono il minimo valore di 2000:1 ... nella misura si deve tener conto sia della luminosità dell’ambiente, sia della luminosità introdotta dal proiettore.

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Intra frame Contrast – contrasto della scacchiera.

Un valore elevato permette di visualizzare dei neri puri nelle aree scure e forti dettagli in quelle chiare.

Si utilizza uno ‘spot meter’ (esposimetro con un piccolo angolo di misurazione – 1 grado), posto al centro della sala, ed un pattern simile a quello in figura (una scacchiera contenente quadrati bianchi e neri).

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L’Intra frame Contrast viene calcolato sommando la luminosità di tutte le zone bianche e dividendo per la somma della luminosità di tutte le zone nere.

Questa misura deve essere effettuata simulando una vera proiezione e, quindi, sarà affetta da tutti i disturbi che realmente sono presenti nella sala: luci ambientali, luci riflesse sulle pareti, luminosità del proiettore....

Le specifiche impongono un valore minimo di 150:1.

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Grayscale Tracking – scala dei grigi.

Utilizzando questo pattern (Black to white) le barre dovranno essere contenute in un rettangolo avente come dimensioni il 20 % dell’altezza e l’80 % della larghezza dello schermo, la scala dovrà essere uniforme e senza gradazioni di colore. La larghezza di ogni barra dovrà occupare l’8 % dello schermo. Lo sfondo dovrà avere una luminosità di 4.80 cd/m2, ottenuto con una lampada allo Xenon avente coordinate di cromaticità 0,3140 – 0,3510.

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Utilizzando questo secondo pattern (Black to dark) le barre dovranno essere contenute in un rettangolo avente come dimensioni il 20 % dell’altezza e l’80 % della larghezza dello schermo, la scala dovrà essere uniforme e senza gradazioni di colore. La larghezza di ogni barra dovrà occupare l’8 % dello schermo. Lo sfondo dovrà avere una luminosità di 0.0064 cd/m2, ottenuto con una lampada allo Xenon avente coordinate di cromaticità 0,3140 – 0,3510.

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Countouring – contorni delle immagini

Spesso i proiettori, come tutti i display, introducono artefatti nelle immagini quali, ad esempio, contorni seghettati.Questi difetti sono più evidenti in alcuni casi: un orizzonte al tramonto od all’alba, l’alone di un riflettore ad alta intensità luminosa, specialmente se la luce è filtrata dall’atmosfera ....

Poichè non è facile ricreare tali situazioni, le specifiche impongono l’uso di opportuni test di prova (immagini costruite ad hoc).

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L’effetto deve essere controllato alla normale distanza di visione, in condizioni operative normali.Non debbono essere visibili artefatti sulla linea di contorno delle immagini.

Nota: nelle specifiche non è menzionato, ma i proiettori DLP sono soggetti allo “Screendoor Effect” che si presenta come una retinatura nera che separa i punti di visualizzazione (pixel) gli uni dagli altri, interrompendo la sensazione di continuità e uniformità dell’immagine proiettata, come se ogni piccolo pixel si trovasse collocato al centro di una minuscola casella nera.

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La percezione della screendoor effect prodotta da un chip DMD diminuisce al crescere del rapporto tra la dimensione del microspecchio e la distanza interstiziale tra i microspecchi.

In altre parole diminuisce al crescere della percentuale d’area utile ai fini della riflessione del fascio luminoso: occorre aumentare la risoluzione massima del chip DMD.

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Ricordiamo che il rapporto tra il livello di tensione applicato ad un dispositivo (monitor, proiettore...) per farlo funzionare e la quantità di luce emessa in conseguenza, non è lineare.

L = k V gamma

• L è la luminosità della componente colore• k è una costante che dipende dal display• V è la tensione applicata per eccitare il pixel (in mV)

• gamma esprime la non linearità del display, dipende da esso e può assumere valori che vanno da 1,4 a 2,6.

Funzione di trasferimento del proiettore

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L = k V 1/gamma

... per effettuare una linearizzazione, dovremo applicare una correzione del gamma.Questa correzione può essere fatta in modo automatico, agendo sulla circuiteria della periferica, o modificando il gamma direttamente sulle immagini prima di trasmetterle...

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CVA = INT [ 4095 * ( A/52,37) 1/gamma ]

... la funzione di trasferimento per la correzione del gamma per generare il DCDM era:

dove si suppone una quantizzazione a 12 bit ed un picco di luminosità pari a 52,37 cd/m2 (lasciando aperte le possibilità di utilizzare altri illuminanti)

• A è il valore corrispondente ad X, Y o Z• CV è il livello di quantizzazione (da 0 a 4095)• INT arrotonda a zero decimali• gamma è 2,6

0

1000

2000

3000

4000

5000

0 10 20 30 40 50 60

luminosità

valo

ri c

orri

spon

dent

i ai

cod

ici b

inar

i

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6.2

4095*

CVPL

Projector Transfer Function

0

8

16

24

32

40

48

0 512 1024 1536 2048 2560 3072 3584 4096

Code Value

Lu

min

ance

(cd

/m2)

... ora dovremo applicare la funzione inversa,

supponendo una profondità di quantizzazione a 12 bit (0.....4095 livelli)

ed un picco di luminosità pari a 52,37 cd/m2

• L è la luminosità della componente colore• CV è il codice• gamma è 2,6• P è 52,37 cd/m2

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12-bit code valueOutput

Luminance, cd/m2Relative

Luminance Notes4095 48.000 100.000% Peak White3686 36.511 76.065%3276 26.870 55.980%2866 18.980 39.542%2457 12.718 26.497%2048 7.922 16.504%1771 5.429 11.311% 18% Gray1638 4.432 9.233%1228 2.096 4.366%737 0.556 1.158%410 0.121 0.252%288 0.048 0.101% Black 1000:1220 0.024 0.050% Black 2000:1168 0.012 0.025% Black 4000:1118 0.005 0.010% Black 10,000:1

... in questo caso è evidente l’importaznza di una perfetta linearità del fotometro.

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INFRANERO

NERO = livello 15

Livelli digitali per la luminanzaLa conversione da digitale ad analogico deve essere scelta con un margine di sicurezza sopra il picco del bianco e sotto il piedistallo del nero per evitare.....

ULTRABIANCO

BIANCO = livello 4080

LUMINANZA4065 livelli utili

fascia di guardia per evitareche i picchi di bianco brucino le

immagini

fascia di guardia per poterentrare nel nero per decifrare

inquadrature sottoesposte

0

livello 40954095

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... infatti, se per trasportare i dati viene usata l’interfaccia 1.5 Gb/s Digital Interface (SMPTE 372M), le specifiche impongono: i codici da 0 a 15 sono riservati (illegali) e da 4080 a 4095 vengono eliminati.

Questo significa che i codici da 0 a 15 vengono forzati a 15 e quelli da 4080 a 4095 vengono forzati a 4080.

INFRANERO

NERO = livello 15

ULTRABIANCO

BIANCO = livello 4080

LUMINANZA4065 livelli utili

0

livello 40954095

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Color Gamut

E’ evidente che il gamut del proiettore deve essere in grado di contenere tutte le cromaticità delle immagini da proiettare

Displayablecolors (gamut)

DisplayPrimaries

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Color Accuracy – tutti i colori compresi nel gamut del proiettore dovranno essere riprodotti fedelmente.

Le specifiche forniscono una tabella dalla quale ricavare un set per testare l’accuratezza con la quale il proiettore riproduce i colori delle immagini.

Per la misura può essere utilizzato, come già visto, uno spettroradiometro (strumento in grado di rilevare la distribuzione spettrale di una sorgente luminosa).

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Temporal Artifacts – artefatti sulle immagini in movimento.

Sebbene le tecnologie digitali abbiano raggiunto un livello di performance tale da produrre immagini statiche di ottima qualità, è durante la fruizione di immagini in movimento che si ha l’opportunità di notare la differenza tra una tecnologia che non introduce artefatti digitali e tecnologie che lo fanno.

anche se è difficile misurare i ritardi sui punti in movimento, le specifiche impongono di minimizzare tali errori.

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Profondità del Nero

Anche se le specifiche non ne fanno menzione, rammentiamo che i proiettori Crt producono il nero mediante spegnimento dei tubi, riuscendo ad ottenere un livello del nero fuori dalla portata di tutte le tecnologie digitali attualmente disponibili (dettagli scuri su sfondo nero, sequenze particolarmente scure, scene notturne).

I proiettori digitali, infatti, manipolano la luce prodotta da una lampada che opera alla massima intensità per tutta la durata della proiezione.

Il nero lo si ottiene mediante filtraggio (LCD) o deviazione (DLP) del fascio luminoso. Questo implica l’impossibilità di produrre pixel realmente neri. Il massimo del risultato ottenibile sono pixel di colore grigio scuro al posto di pixel che non si dovrebbero vedere per nulla.

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Interfacce per dati non compressiInterfacce per dati non compressi

Come abbiamo visto, il Media Block può essere interno al proiettore (consigliato) in tal caso l’essenza giungerà crittografata fino al proiettore ed i Forensic Marker verranno inseriti all’interno di quest’ultimo .......

Il Security Manager (SM) controlla le operazioni in collegamento con lo Screen Management SystemLa sezione MD = Media Decriptor provvede a decriptare l’essenza.Un Image Media Block (IMB) provvede alla decompressione e al decriptaggio delle immagini, un Audio Media Block (AMB) gestisce la colonna sonora

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... il Media Block può essere esterno al proiettore, in tal caso i Forensic Marker verranno inseriti all’interno del server e l’essenza, prima di uscire dalla zona sicura (SPB), dovrà essere nuovamente crittografata prima di essere inviata al proiettore.

La sezione LE = Link Encryptor provvede a criptare l’essenza. La sezione LD = Link Decryptor provvede nuovamente al decriptaggio

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Immagini: streaming fino a 10 Gb/s

• Dual-Link o Dual-Dual Link - 1.5 Gb/s Digital Interface può supportare formati immagine 1920 x 1080 e 2048 x 1080, standard 2k 48 Fps a 12 bit. E’ richiesta una crittografia a 128 bit.

• 10 Gigabit Fiber collegamento in fibra ottica,larghezza di banda 10 Gb/s per un flusso DCDM* in tempo reale

Subpictures: fino a 20 Mb/s

• 100Base-T Ethernet

Timed Text: fino a 500 Kb/s

• Ethernet 100 Base-T – ne occorrono almeno due, una per il testo visualizzato dal proiettore, l’altra per i testi visualizzati su altre device

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Audio: fino a 37 Mb/s (con le caratteristiche più volte esaminate e formato 5.1 e fino a 7.1)

Auxiliary Data – fino a 500 Kb/s

• Ethernet 100 Base-T

Security Messaging: larghezza di banda fino a 500 Kb/s

• Ethernet 100 Base-T

Informazioni di controllo: larghezza di banda fino a 500 Kb/s

• 100Base-T Ethernet

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Controllo:

• Power ON/OFF• Zoom In/Out• Focus +/-• Lampada Full/Half• ....................

Stato:

• Projector On/Off• Projector Standby• Temperature Readings• Temperature Warning• ............................

Informazioni di ‘servizio’Informazioni di ‘servizio’

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