yoga a scuola - centro sati · sesso, salute, costituzione, professione, cultura, residenza,...
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YOGA AT SCHOOL: la lezione
a. la sequenza attraverso il racconto
b. le pratiche di rilassamento, armonia, energie
c. mahābhūta
Quando insegniamo in una scuola, è utile tener conto delle abitudini che i
bambini e gli insegnanti hanno rispetto allo spazio usato per la lezione. (Cap.
3) Svolgeremo la pratica in palestra, dove i bambini generalmente corrono e
scaricano energia? Oppure nella loro classe o in una sala riunioni dove ci sono
le sedie? Di seguito vengono illustrati tutti gli elementi necessari per guidare
la pratica dall’inizio alla fine.
Dopo aver organizzato lo spazio nel modo più appropriato, i bambini si
tolgono le scarpe e si mettono in fila lungo una parete. Ora siamo pronti per
iniziare.
Oltre a tappetini o asciugamani sui quali i bambini possono fare la pratica
(āsana, consapevolezza del respiro e del silenzio, ecc.) una campana può
essere utile per segnalare il passaggio alle diverse attività. Questo strumento
aiuta i bambini a sviluppare il loro senso di ascolto e il suono vibrante della
campana guida, calma ed accompagna i bambini attraverso i vari momenti
delle lezione.
E’ anche utile un atteggiamento di calma e felicità. I bambini notano che il
maestro non urla mai.
Quando i bambini sono seduti, la lezione inizia con il canto delle vocali. La
pratica è introdotta per aiutare i bambini ad armonizzare la loro energia sui
mahābhūta che sono introdotti come gli elementi della natura alla fine delle
lezione.
I bambini dicono di questa pratica: "ci aiuta a concentrarci."
Il gioco dello specchio è un buon sistema per comunicare agli studenti che la
pratica è divertente! E’ utile anche per insegnare "destra", "sinistra", "su", e
"giù" e per precisare l’āsana.
I bambini dicono di questo gioco:
"ci aiuta a capire i movimenti".
Il flusso vinyasa della pratica è amalgamato ed integrato con il racconto di una
storia. Il racconto aiuta i bambini a ricordare l’ordine della sequenza e
contribuisce al senso di gioco ed agio della pratica.
Ecco un esempio.
"C’era una volta... "
…una foresta. Ma prima di essere una foresta, c’erano i semi sotto
terra che crescevano e diventavano alberi grandi.
Ogni albero cresceva a modo suo, nel tempo suo. Alcuni di questi alberi
crescevano veloci, altri più lenti.
Vajrāsana
(Nello spirito di una lezione di Viniyoga, i bambini fin dall’inizio sono
incoraggiati a scoprire il proprio ritmo attraverso l’āsana in dinamica, con
variazioni con le braccia alzate)
E in questa foresta c’era un elefante che voleva cercare nuovi amici…
Garudāsana (variazione)
(Questa "variazione" di garudāsana fatta con i piedi per terra, in cui le braccia
rappresentano la proboscide dell’elefante; si fa prima con il braccio sinistro
sopra il destro e poi il passaggio a destra sopra la sinistra per bilanciare i due
lati del corpo; inoltre i bambini si piegano in avanti alla vita per preparare gli
āsana successivi e per una maggiore flessibilità, mentre imitano il suono
dell’elefante e il movimento della proboscide)
…cammina, cammina, arrivò al bosco.
Incontrò un leone. “Vuoi essere mio amico?” Ma non era amichevole!
Simhāsana
(fatto in vajrāsana con le mani per terra d’avanti; i bambini tirano fuori la
lingua ed emettono il ruggito di un leone; tutto è guidato in modo giocoso
chiedendo ai bambini di estendere la lingua fuori della bocca e di fare il
ruggito più forte possibile)
Poi incontrò un pavone, ma nemmeno il pavone volle essere suo amico.
Simhāsana (variazione)
(questa "variazione" è un esempio di una contro posa; i bambini mimano il
verso di un pavone posizionando le mani e le braccia come la coda di piume
con la schiena concava)
Vide un animale che sembrava un bastone, ma era un cobra, molto
aggressivo.
Bhujangāsana
(contro posa di transizione per l’āsana successivo: vajrāsana, fronte per terra,
le braccia estese d’avanti sul pavimento)
L’ elefante continuò a camminare e arrivò ad un fiume. Lì incontrò un
coccodrillo…
Makarāsana (variazione)
Infine, sotto un albero, l’elefante vide un uomo, seduto, con gli occhi
chiusi, la schiena dritta, silenzioso.
Un uomo
L’uomo prese una sfera di vetro, vi guardò dentro a lungo, in silenzio,
poi disse, “Continua a cercare, troverai ancora molti amici. Nella mia
sfera vedo quattro cose…”
Ancora una volta, i bambini fanno una pratica che mima l’uomo con la sfera
(vedi la foto). Li aiuta ad equilibrare il proprio respiro e l’energia dopo una
sequenza di āsana giocoso. Questa pratica aiuta anche ad introdurre quattro
dei cinque mahābhūta o gli elementi della Natura mentre i bambini continuano
sia ad impersonare il personaggio dell’ "uomo", sia ad esplorare gli elementi di
calore, luce, solidità, acqua e aria.
Tejas
il Sole….
(i bambini si sfregano le mani rapidamente insieme creando calore e quindi
coprono gli occhi con le mani a coppa)
il vento…
Vāyu
(i bambini agitano le mani in fretta accanto alla testa e al collo creando una
brezza leggera )
La penultima pratica si chiama il treno della meditazione. Preso in prestito
dalla tradizione Zen, i bambini ricevono istruzioni per camminare lentamente
ed in silenzio: spostano lo stesso piede della persona che li precede. Durante la pratica, il treno si ferma, accelera e rallenta e i bambini cercano di essere il
più composti possibile.
Il treno della meditazione è lento e silenzioso e non arriva mai.
Più lentamente andiamo, più felici siamo.
La pratica finisce con l’ultimo periodo di ascolto in cui i bambini continuano a
portare attenzione al proprio corpo e al proprio respiro in qualsiasi postura da
seduti: sukhāsana, siddhāsana, o vajrāsana risultano facili e stabili per
loro.
I bambini dicono dell’incontro settimanale: "è il giorno della settimana più
rilassante!!!"
Perché pratichiamo lo yoga?
I bambini raccontano la loro esperienza. Dalle loro sensazioni e le loro
idee emerge che lo yoga aiuta a:
- usare meglio tutti i sensi
- imparare a muoverci bene
- essere più concentrati
- ascoltare il nostro cuore
- fare più attenzione
- rilassarci
- stare qualche volta in silenzio
- avere una schiena dritta
- essere più sciolti
- ascoltare il respiro
- imparare a chiudere gli occhi senza paura
YOGA AT SCHOOL: Conclusion
Un giorno, in seguito ad una conversazione con mia moglie (insegnante di inglese nella scuola pubblica) sul perché siamo tanto fortunati nell'essere
insegnanti, ho scoperto sul Telegraph “Teaching? It’s the best job in the
world” 1 in cui si parla di un uomo di nome Gervase Phinn. Alla fine degli anni
'90 un editore ascoltò Phinn in uno show su BBC 1 nel quale raccontava le sue
esperienze come insegnante di una scuola di campagna e come responsabile di
alcune scuole. Il suo talento nello snocciolare divertenti battute e raccontare
storie umoristiche su quei 30 anni, ha prodotto una serie di odi autobiografiche
dedicate agli innumerevoli bambini che aveva incontrato. La sua opera è rivolta
anche alla dedizione e all'umanità degli insegnanti2. E' stata per me
un'occasione per riflettere ancor di più su ciò che avevo scritto qui su yoga a
scuola.
L'insegnamento può essere una delle migliori professioni del mondo. In particolare insegnare yoga nelle scuole oggi è qualcosa di unicamente speciale.
Tuttavia molti di noi non sono maestri di yoga, come invece lo sono alcuni dei
nostri insegnanti, i quali hanno dedicato una vita alla pratica sin dalla più
tenera età, in culture nelle quali la pratica costituiva parte integrante del
mondo in cui vivevano.
Come Claude Maréchal, discepolo di Krishnamacharya e di suo figlio Desikachar
mi disse una volta, “Questa generazione di insegnanti di yoga non è più
composta da guru appartenenti ad un lignaggio di guru stimati; sono spesso
'professori della disciplina'.” Molti di noi insegnanti oggi abbiamo studiato e
praticato yoga adattandolo a noi stessi, ai nostri stili di vita e alla persone alle
quali insegniamo. Ora con yoga a scuola tanti stanno contribuendo ad introdurre ed integrare questi adattamenti nei programmi scolastici per la
prima volta nel mondo occidentale.
Scrivere yoga a scuola è stata un'opportunità di condividere in parte la mia
prospettiva in evoluzione su questi aspetti, mettendo in luce due o tre punti in
ciascun capitolo che ritengo utili e, allo stesso tempo, di descrivere alcuni dei
fondamenti standard e tradizionali che ho ricevuto dalla formazione nel
viniyoga e nella meditazione. Ho inoltre cercato di porre attenzione al concetto
di dāna, ovvero di offerta, che costituisce un importante tassello della mia
pratica di insegnamento. La mia speranza è stata che il racconto della mia
storia sarebbe stato utile ed interessante, e che sarebbe emersa una sorta di
progetto.
Il progetto che avevo in mente riflette da un lato lo spirito dei commenti di
Claude Maréchal e, dall'altro, l'entusiasmo che Gervase Phinn esprime nei suoi
libri. Si tratta in parte di un programma didattico ma è anche un invito ai
lettori di chiedersi "Perché faccio ciò che faccio?" Questa è la domanda che mi
1 http://www.telegraph.co.uk/education/educationnews/4791513/Teaching-Its-the-best-job-in-the-world.html#
2 Gervase Phinn, The Other Side of the Dale (1999)
accompagna in quanto insegnante e praticante, e spero che sempre più
persone si pongano la stessa domanda, tenendo conto delle proprie ambizioni
personali e professionali. Spero inoltre di riuscire a stimolare un'ampia
discussione ed un dibattito su ciò che, quando si insegna, viene ritenuto
efficace e perché.
Su un piano pratico, yoga a scuola consiste nel rispettare la persona: età,
sesso, salute, costituzione, professione, cultura, residenza, abitudini di vita,
aspirazioni, attitudini e credenze. E' inoltre un'opportunità per rappresentare le
grandi tradizioni e gli stimati maestri che ci hanno dato così tanto. E soprattutto è un'occasione per esprimere gratitudine.
Ringrazio ancora una volta tutti coloro che hanno contribuito alla mia
formazione e i genitori e gli insegnanti che mi hanno affidato i propri bambini.
Ringrazio infine tutti coloro che hanno offerto disegni, foto, idee, suggerimenti
e considerazioni inseriti in queste pagine.
ŚANṬI PATH OF THE YAJUR VEDA
saha nāvavatu
saha nau bhunaktu
saha vīryam karavāvahai
tejasvi nāvadhītamastu mā vidviṣāvahai
oṁ śāntiḥ śāntiḥ śāntiḥ
Che noi possiamo entrambi essere protetti.
Che noi possiamo entrambi essere nutriti.
Che noi possiamo lavorare insieme con grande energia.
Che il nostro studio insieme possa essere brillante ed efficace.
Che noi possiamo non odiarci o litigare.
Oṁ, Pace, Pace, Pace.
Appendice 1
Progetto: Yoga a scuola
I bambini come gli adulti, sono sempre più bersagliati oggigiorno da stimoli
esterni che li inducono a guardare continuamente e solo fuori da sé stessi.
Mentre subiscono le forti sensazioni che questi stimoli producono in loro, si
rende sempre più difficile la creazione delle condizioni perché possano
soffermarsi su di sé in momenti di riflessione, di pausa, di ascolto, per dare
parole alle proprie emozioni e agli altri, che sono le condizioni essenziali per
sostenere l’ambiente di apprendimento nella propri classe ed nella scuola.
Lo yoga, disciplina fisica e mentale, consente di prendersi cura del proprio
corpo e, allo stesso tempo, di sviluppare consapevolezza, calma ed energia.
Attraverso questo atteggiamento di osservazione e ascolto di ciò che succede
momento dopo momento, il “sentire e l’ascoltare” diventano il cardine di una
vita di attenzione.
Il progetto Yoga a scuola offre l’opportunità di un “laboratorio del sentire e
dell’ascoltare” Le posizioni dello yoga (asana) saranno esplorate attraverso il
mondo degli animali e degli elementi naturali. Verranno presentati esercizi
semplici e dinamici, tecniche di respirazione e di rilassamento appropriati per lo
sviluppo psicomotorio del bambino.
I bambini impareranno anche ad ascoltare e apprezzare il silenzio e saranno
guidati a considerare il proprio sentire partendo dalle sensazioni suscitate dalle
seguenti attività:
movimenti del corpo semplici e contenuti per lo sviluppo psicomotorio
posizioni yoga presentate in modo giocoso attraverso brevi racconti e
favole
osservazione del respiro in modo semplice e piacevole
osservazione ed apprezzamento del silenzio
discussione, documentazione delle sensazioni e dei sentimenti
sperimentati sia con gli studenti che con gli insegnanti
Il percorso è strutturato in modo da equilibrare la parte dedicata al
movimento, all’ascolto di sé e all’espressione delle proprie emozioni con
l’aspetto ludico e di rielaborazione creativa dell’esperienza (tramite attività
individuali e di gruppo introdotte dagli insegnanti fuori classe). Inoltre gli
insegnanti saranno guidati in incontri mirati aggiuntivi ad apprendere le
tecniche di base per poter continuare autonomamente il percorso con le classi.
Appendice 1 (cont.)
Programma degli incontri
L’iniziativa è rivolta ai bambini dai 6 ai 10 anni ed è organizzata come segue:
4 incontri con gli insegnanti per orientamento (conoscenza reciproca e
introduzione alla pratica) e per l’organizzazione dell’attività – durata 90
minuti ciascuno
10 – 15 incontri di gruppo con i bambini a cadenza settimanale - durata
50 minuti ciascuno
Il progetto offre l’opportunità di ascoltare e farsi ascoltare, di concentrarsi ed
essere guidato a vivere le emozioni nella loro pienezza e di sviluppare la
conoscenza e il rispetto di tutto "ciò che è", per quello che è.
Esperto: nome dell’insegnante (vedi curriculum)
Descrizione: esercizi e sequenze yoga; agli insegnanti di classe vengono
consegnati gli schemi dei movimenti per poterli replicare in
altri momenti della settimana.
Obiettivi:
migliorare la postura, la flessibilità, la forza e la resistenza
allenare la concentrazione e la memoria sviluppare consapevolezza del respiro e calma
contribuire allo sviluppo dell’ascolto durante la lezione e fuori
coltivare un senso di rispetto per sé e per gli altri
Tempi:
1 incontro a settimana della durata di 50 minuti
max 30 bambini
10-15 incontri a partire dal mese di….
Luoghi/attrezzature
palestra o stanza spaziosa lo yoga non prevede corsa, salti o movimenti molto veloci
tappetini di gomma per ogni bambino
Costi…….
Appendice 2 – ESEMPIO QUESTIONARIO PER INSEGNANTI
Yoga e scuola questionario N.1 Data:
Quali erano le tue aspettative rispetto all’intervento dell’insegante di
yoga?
Come ti sentivi prima dell’incontro (fisicamente e mentalmente)?
Quali erano le tue aspettative sulla risposta dei bambini?
Cosa si aspettavano i bambini?
Ci sono stati episodi particolari durante la mattina prima dell’incontro
che hanno potuto avere un effetto (positivo o negativo) sull’incontro?
Quali?
Quali sono state le tue impressioni generali sull’incontro? Fornisci
esempi.
Quali cambiamenti hai notato tra prima e dopo l’incontro nel clima della
classe? Ci sono stati cambiamenti in singoli comportamenti? Fornisci
esempi.
Come ti sentivi dopo l’incontro (fisicamente e mentalmente)?
Qual è il feedback dei bambini? (da completare dopo aver indagato)
Appendice 3 – PER INSEGNANTI
Nome___________________________________________________
data________________
Yoga a scuola
1. Prepari i bambini per gli incontri di Yoga a scuola? Se sì quando, dove,
come?
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2. Hai osservato qualche cambiamento nella tua classe da quando hanno
iniziato gli incontri di Yoga a scuola? Se sì per favore descrivi in dettaglio.
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3. Per favore descrivi in maniera quanto più dettagliata possibile l’ultimo
incontro di Yoga a scuola che c’è stato nella tua classe.
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4. C’è qualche bambino che esprime interesse/piacere in Yoga a scuola? Se
sì quando?
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5. Devi mai intervenire durante la lezione di Yoga a scuola? Per favore descrivi cosa fai e in quali circostanze.
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6. Cosa provi in quei casi? Per favore descrivi quanto meglio è possibile.
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Appendice 3 (cont.)
7. Trascorri del tempo dopo la lezione a riflettere con i bambini? Se sì per
favore descrivi come.
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8. Diresti che Yoga a scuola consiste in uno sforzo collaborativo? Se sì chi
sta collaborando e come? __________________________________________________________
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9. Trovi che Yoga e inglese rifletta le dinamiche che di solito trovi nella tua
classe? Se sì per favore descrivi in maniera quanto più dettagliata
possibile.
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10. Commenti:
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Appendice 4 – RACCOLTA RIFLESSIONI BAMBINI
Incontro n°6 Laboratorio Yoga a scuola
Riflessioni dopo l’attività
Oggi io non volevo fare Yoga perché dovevo stare fermo e fare poco
movimento, non potevo correre e allora mi sentivo un po’ triste. Poi però
l’ho fatto e mi sono divertito e, anche se è stato difficile fare l’elefante e
mettere bene le braccia, mi è passata la tristezza.
Oggi ho chiesto tante cose al maestro. (c’è stata con lui un dialogo anche
prima dell’incontro)
A me divertiva il ponte perché dovevo stare con la testa indietro.
Invece per me il movimento del ponte era un po’ difficile, avevo paura di
cadere.
Pensa, io avevo paura no del ponte , ma di lanciare il pallone in alto
perché perdevo l’equilibrio
Per me lanciare la palla era rilassante perché sentivo l’aria che si
spostava tra i capelli
Anche a me mi rilassava lanciare la palla perché prima le braccia
spingevano forte e poi cadevano giù
D: IO NON HO CAPITO BENE UNA COSA, MA COSA VUOL DIRE PER VOI
RILASSARSI? COSA SIGNIFICA QUESTA PAROLA?
Rilassare, rilassarsi, significa sciogliersi e non pensare a niente,
forse solo a noi stessi ( risposta di molti)
Significa anche stare bene, sentirsi bene quando facciamo una cosa
Per me vuole dire fare le cose senza sforzo e sorridere mentre le
fai, sorridere dentro
Mi sono rilassata solo quando mi sono stesa e stavamo in silenzio
Mi rilassava fare i suoni perché non pensavo a niente
Quando facevo i suoni mi sembrava che qualcosa mi cadeva in
bocca
Mi sono trovato bene a fare i suoni
Io mi sono sentita molto bene quando le braccia giravano da una
parte e il corpo dall’altra, invece non mi sono sentita bene quando dovevo respirare con le mani sulla pancia, non sapevo quando
inspirare ed espirare
Quando John diceva “inspirate ed espirate” io sentivo che il corpo
si muoveva da solo
Mi è piaciuta la tartaruga perché era proprio quello il movimento
che faceva
Per me è stato un po’ difficoltoso fare la tartaruga perché il corpo
aveva difficoltà a muoversi lentamente solo alzando la testa, ma
non il corpo
Appendice 4 (cont.)
Io penso che era più difficile dondolare da seduti in avanti e
indietro perché avevo paura di cadere
Io invece oggi sono riuscito a dondolare un po’ con le gambe
chiuse
Mi piaceva muovere le mani da una parte e la testa da un’altra
perché mi scioglievo tutta
Quindi ti rilassavi!
Quando facevo la sfinge il mio corpo era giù e la testa era in su e mi sembrava che stavo su un’isola
Era bello toccare il piede e alzare l’altro braccio, mi piaceva anche
il buio
Io ho sentito gli elefanti veri e ho visto un cerchio bianco e mi
sembrava che c’era un mare splendente
Io sono stata molto bene
Bibliografia
1. Democracy and Education (1916), John Dewey
2. Experience and Education (1938), John Dewey
3. Effective Teaching in the Primary Classroom, Angelori, Burchietti,
Calabrese, Rampone, Valentini (Loescher, 2005)
4. Efficacy of the get ready to learn yoga program among children with autism
spectrum disorders: a pretest-posttest control group design, Koenig
KP, Buckley-Reen A, Garg S.
5. Frog’s Breathtaking Speech, How Children (and Frogs) Can Use the Breath
to Deal with Anxiety, Anger and Tension, Michael Chissick, Sarah Peacock,
(2012 – Singing Dragon)
6. Giocayoga – un’antica disciplina per crescere sani e felici divertendosi,
Loredana Pajalunga (Edizioni Il Punto d’Incontro)
7. Krishnamacharya: His Life and Teachings, Mohan
8. Om Schooled, Sarah Herrington (Addriya, 2012)
9. Principles of Biology (1864) vol. 1, Herbert Spencer
10. Rainbow Kids Yoga – Yoga for Kids and Families (Teacher Training Course),
Katya Fialkovam Gopala Amir Yaffe (Rainbow Kids Yoga)
11. The Child and the Curiculum (1902), John Dewey
12. The Element: How Finding Your Passion Changes Everything, Ken Robinson
13. The Other Side of the Dale (1999), Gervase Phinn
14. The Total Physical Response Approach to Second Language Learning, The
Modern Language Journal, Vol. 53, Issue 1, James Archer
15. The Republic, Plato
16. Thinking Body, Dancing Mind – Tao Sports for Extraordinary Performance in
Athletics, Business and Life, Chungliang Al Huang and Jerry Lynch (A
Bantam New Age Book)
17. Yoga Education for Children (Volume I and II), Swami Satyananda Sarawati
(Yoga Publications Trust)
18. Yoga Games for Children, Fun and Fitness with Postures, Movements and
Breath, Danielle Bersma, Marjoke Visscher
19. Yoga – Make it Easy il modo più semplice e divertente per sentirsi bene,
Margherita Buniva, (DeAgostini)
20. Yoga: Practice and Philosophy (2007), Maehle, Gregor, Ashtanga
21. Yoga Sutras of Patañjali, Edwin F. Bryant (North Point Press, 2009)
John Angelori è nato a New York nel 1954 ed è laureato in filosofia. Dopo aver
lavorato in cliniche psichiatriche negli USA, si è trasferito in Italia nel 1990 per
aiutare a fondare Santacittarama monastero Buddhista appartenente al
Sangha Inglese di Ajahn Chah e Ajahn Sumedho. Egli attualmente vive a
Latina dove svolge attività di formazione professionale per le risorse umane in
aziende innovative e insegna meditazione e yoga al Centro Sati.
www.johnangelori.com
www.centrosati.org