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N. 12 • 2 aprile 2017 • 1,00 Anno LXXI • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli Giuseppe Buono Raffaele Cananzi Antonio Colasanto Doriano Vincenzo De Luca Virgilio Frascino Pasquale Incoronato Emanuele La Veglia Lorenzo Montecalvo Massimiliano Noviello Pier Paolo Petino Giorgio Pisano Antonio Rungi Elena Santoro Elena Scarici Mariangela Tassielli Anna Turiello Enrico Tutore Gli interventi L’Arcivescovo alla sede regionale Inps 2 A trent’anni dalla scomparsa di don Giacomo Nardi 6 La Giornata della Memoria a Portici 10 A convegno sul fenomeno dei giovani che delinquono 11 Autoritratto di Leonardo al Museo Diocesano 12 Inaugurato il Museo Pagliara 14 Venti anni di consacrazione per la chiesa del Sacro Cuore 2 VITA DIOCESANA Enrichetta Beltrame Quattrocchi un “mestolino” al servizio del Vangelo 5 ATTUALITÀ ECCLESIALE Verso il Sinodo dei giovani 8 e 9 SPECIALE Formazione per gli operatori del Centro ascolto dipendenze 7 VITA ECCLESIALE Elia sul monte Oreb Crescenzio Card. Sepe Con il Primo Libro dei Re stiamo esplorando, nel ciclo della lectio divina quaresi- male di quest’anno, il periodo dei discendenti di Davide. Abbiamo, infatti, prestato attenzione per tre incontri a Salomone, il re saggio, dopo il quale il regno si divise in due parti. I sovrani successivi non furono all’altezza del loro compito, perciò eb- be inizio una lenta decadenza, durante la quale sorsero grandi figure di profeti. a pagina 3

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Page 1: VITA DIOCESANA Elia sul monte Oreb - Chiesa di Napoli · l’omelia dell’Arcivescovo di Napoli, il Cardinale Crescenzio Sepe, nel corso della messa officiata in occasione dei venti

N. 12 • 2 aprile 2017 • € 1,00

Anno LXXI • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli

Giuseppe Buono • Raffaele CananziAntonio Colasanto • Doriano Vincenzo De Luca

Virgilio Frascino • Pasquale Incoronato Emanuele La Veglia • Lorenzo MontecalvoMassimiliano Noviello • Pier Paolo Petino

Giorgio Pisano • Antonio RungiElena Santoro • Elena Scarici

Mariangela Tassielli • Anna TurielloEnrico Tutore

Gli interventiL’Arcivescovo alla sede regionale Inps 2

A trent’anni dalla scomparsa di don Giacomo Nardi 6

La Giornata della Memoria a Portici 10

A convegno sul fenomeno dei giovani che delinquono 11

Autoritratto di Leonardo al Museo Diocesano 12

Inaugurato il Museo Pagliara 14

Venti annidi consacrazione per la chiesa

del Sacro Cuore

2

VITA DIOCESANA

Enrichetta Beltrame Quattrocchiun “mestolino”

al servizio del Vangelo

5

ATTUALITÀ ECCLESIALE

Versoil Sinododei giovani

8 e 9

SPECIALE

Formazione per gli operatori

del Centro ascolto dipendenze

7

VITA ECCLESIALE

Elia sul monte OrebCrescenzio Card. Sepe

Con il Primo Libro dei Re stiamo esplorando, nel ciclo della lectio divina quaresi-male di quest’anno, il periodo dei discendenti di Davide. Abbiamo, infatti, prestatoattenzione per tre incontri a Salomone, il re saggio, dopo il quale il regno si divisein due parti. I sovrani successivi non furono all’altezza del loro compito, perciò eb-be inizio una lenta decadenza, durante la quale sorsero grandi figure di profeti.

a pagina 3

Page 2: VITA DIOCESANA Elia sul monte Oreb - Chiesa di Napoli · l’omelia dell’Arcivescovo di Napoli, il Cardinale Crescenzio Sepe, nel corso della messa officiata in occasione dei venti

Vita Diocesana Nuova Stagione2 • 2 aprile 2017

ParrocchiaAddolorata alla PignaEsercizi spirituali Come è consuetudine da diversianni, nel corso della quintasettimana di quaresima, nellaparrocchia della Pigna, inpreparazione per la SantaPasqua, si svolge il corso diesercizi spirituali parrocchiali.Quest’anno, quindi, sisvolgeranno da lunedì 3 avenerdì 7 aprile a partire dalle19 fino alle 21 secondo ilseguente schema:

19: Meditazione 19.45: Meditazioni personali20.15: condivisione 20.45: conclusioni.Il titolo del corso è “Dalla cro-

ce alla risurrezione: testimoni disperanza e di misericordia (Gv 20,11-18)”.

Queste sono le tematiche deicinque incontri:

Lunedì 3 aprile: “Ai piedi ditutte le croci”;

Martedì 4 aprile: “Lucignolifumiganti o ceri pasquali”

Mercoledì 5 aprile:”Portareavanti la resurrezione”

Giovedì 6 aprile: “Sospintidallo Spirito”

Venerdì 7 aprile: “Il vento fre-sco dello Spirito spalanca i cena-coli”Gli incontri saranno guidati dalparroco don Vittorio Sommella.In occasione degli esercizi laMessa vespertina dal lunedì alvenerdì sarà anticipata alle18.30. In mattinata dopo laSanta messa delle 10 saràesposto solennemente ilSantissimo Sacramento per lapreghiera personale fino alle 12.Anche nel pomeriggio, dalle 17alle 18.30, sarà solennementeesposto il SantissimoSacramento.

Giornata dell’AutismoDomenica 2 aprile si celebra laGiornata Mondiale sullaConsapevolezza dell’Autismo. Intutto il mondo vengonoorganizzati eventi, letture,incontri, convegni e mostre persensibilizzare istituzioni e

opinione pubblica. Il colore dominante dellagiornata è blu, colore collegatoall’autismo, in quanto «tintaenigmatica, che risveglia ildesiderio di conoscenza e disicurezza», come spiegano ipromotori. Per questo tutti gliedifici principali delle città

saranno illuminati di blu. La parrocchia Addolorata allaPigna vuole testimoniare lapropria vicinanza, sostegno einclusione a tutte le personeautistiche e alle loro famigliecon alcune iniziative. Inmattinata ci sarà un momentodi sensibilizzazione con ibambini. In serata la chiesa saràilluminata con luci blu e anche ifedeli sono stati invitati adilluminare le loro finestre o ilbalconi delle case di blu.

Il Cardinale Crescenzio Sepe concelebra al Sacro Cuore al corso Vittorio Emanuele

Venti anni di consacrazione per il tempiodi Pier Paolo Petino

Il cieco nato incontra la luce di Gesù, ne ri-conosce la vera essenza, diversa da quella chefino a un momento prima albergava dentro dilui. La riflessione intorno al miracolo narratonel Vangelo secondo Giovanni è al centro del-l’omelia dell’Arcivescovo di Napoli, ilCardinale Crescenzio Sepe, nel corso dellamessa officiata in occasione dei venti anni del-la consacrazione della Chiesa del Sacro Cuoreal Corso vittorio Emanuele, nel quartiereChiaia. Un’occasione che ha indotto l’intera co-munità a organizzare un momento di riflessio-ne al termine del quale è stata anche rivelatauna targa celebrativa.

Superare le proprie cecità interiori, è il mes-saggio del Vescovo ai fedeli presenti, aprendosialla luce di Dio, nel percorso di una chiesa viva edi una comunità che vuole conoscere, sapere evedere. Un mondo che nasce cieco e che attraver-so la fede giunge alla rivelazione di qualcosa chefino a quel momento era oscuro, celato. Ed è al-l’interno di una comunità che vive nella fede chel’originaria cecità si trasforma nella limpida con-

sapevolezza della reale presenza del Signore.Monsignor Mario Cinti, Vicario Episcopale

per i laici e parroco da 27 anni, ha voluto «rin-graziare il Signore che da venti anni, dalla con-sacrazione, sentiamo sempre più vicino a noi eche ci spinge della direzione più giusta della ca-rità. Ma voglio anche esprimere la gioia di avereoggi con noi il Vescovo che da sempre ha avutoun atteggiamento di vicinanza e di incoraggia-mento. Quindi per noi è un evento molto belloche ci rimanda a un altro evento giubilare delCardinale tra qualche mese».

La liturgia domenicale è stata accompagna-ta da una fervente partecipazione. Nella chie-sa, nelle prime file, i giovani cresimandi, alcunidei quali hanno anche sostenuto i cori coordi-nati dalle catechiste: Francesca Bruno,Annamaria Mancini, Mirella Genovese, NadiaRomano e Patrizia Castaldo.

Il consiglio parrocchiale, presieduto dal no-taio Antonio Areniello, dopo aver ringraziatol’Arcivescovo per il dono della sua presenza, siè così rivolto al presule: «Ci sforziamo ogni gior-

no si seguire il percorso che ella ha indicato conla sua parola o i sui scritti, instancabile appas-sionato testimone della misericordia del Padresulla strada bellissima e difficile della nostracittà. In questo solco di grazia – ha aggiuntoAreniello – tanti appartenenti alla nostra par-rocchia si stanno prodigando per un’opera di as-sistenza costante ai senza fissa dimora, un’atti-vità che si riflette e parla alla coscienza di ciascu-no di noi e si sforza di riassumere nel più profon-do significato le esortazioni che ella ogni anno ciha indirizzato».

«Venti anni di storia – ha concluso ilCardinale Sepe rivolgendosi ai fedeli – che han-no scritto la storia di voi popolo, chiesa, comu-nità, parrocchia del Sacro Cuore. Quante grazie,quanti doni e quanti ancora. Noi scriviamo lanostra storia civile e sociale, insieme a Dio chetrasforma questa storia anche in una storia sa-cra. E allora quali auguri più belli di continuarea essere testimoni e luce? Anche geograficamen-te siete su un monte e un monte è come un faroche illumina».

Il Cardinale Sepe celebra il precetto pasquale nella sede dell’Inps, accolto dai direttori Greco e Bafundi, e dal direttore per le Risorse Umane, Di Monde.

Presenti dirigenti e personale dei vari uffici, rappresentanti delle Forze dell’Ordine e della Prefettura nonché il direttore dell’Inail Campania Leone,

il presidente provinciale Mcl, Cutolo e il presidente Pensionati Cisl Gargiulo

Un contributo alla maturazione della comunità(ansa) «È la prima volta che vengo nella sede regionale dell’Inps e ho

potuto dare a questi impiegati la nostra stima e riconoscenza, perché sonoal servizio di tutti noi, per aiutarci a risolvere i problemi e quindi contri-buisce alla crescita e alla maturazione della nostra comunità».Lo ha dettoil Cardinale Crescenzio Sepe nel corso della sua omelia nella celebrazio-ne del precetto pasquale nella sede Inps di Napoli, lo scorso 27 marzo.

L’Arcivescovo ha ricordato nell’omelia quando da giovane sacerdotegli dissero che l’iscrizione all’Inps sarebbe avvenuta in modo automati-co ma che poi «partii per il Brasile per tre anni e al ritorno mi dissero chedovevo versare i contributi. Andai all’Inps e mi dissero che avrei dovutopagare il pregresso e anche la mora, ma chiesi una rateizzazione e me laconcessero. Da allora sono un “inpsiano”, da cinquanta anni».

«Tutti noi – ha aggiunto Sepe – siamo frutto di questo lavoro, delicatoma essenziale per la crescita civile e sociale della nostra gente. Come Gesùche è venuto per stare vicino a noi, il vostro è un servizio a favore della so-cietà, voi siete coloro che dimostrano, nella pratica che si può amare il

prossimo. Siamo tutti chiamati alla nostra vocazione umana per dare ilcontributo della nostra professionalità agli altri, soprattutto ai più biso-gnosi. Questa è la Pasqua, la gioia interiore è quella di sentirci soddisfattinon solo di compiere il nostro dovere ma di compiere un dovere che diventabene della comunità. Sentitevi amati da Dio, sentitevi oggetti di ricono-scenza e di stima da parte della nostra società, sentitevi ripieni di questamissione che avete ricevuto per compiere quel disegno che Dio ha affidatoa ciascuno di voi».Alla celebrazione hanno preso parte i vertici aziendalie molti impiegati.

La visita all’Inps è coincisa nell’anniversario della uccisione dellagiovane Annalisa Durante: «La morte di Annalisa Durante – ha infatti ri-cordato l’Arcivescovo – ha toccato tutta la città. Il suo nome continua adessere un richiamo per metterci insieme e sconfiggere le organizzazionimalavitose che tentano di svilire, umiliare e sporcare la nostra Napoli».Annalisa, quattordicenne, fu infatti uccisa il 27 marzo del 2004, vittimainnocente di un agguato a Forcella.

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Primo Piano DiocesiNuova Stagione 2 aprile 2017 • 3

Il quarto appuntamento della Lectio quaresimale nella parrocchia di Santa Maria dei Vergini

Elia sul monte Oreb@ Crescenzio Card. Sepe *

Con il Primo Libro dei Re stiamoesplorando, nel ciclo della lectio divinaquaresimale di quest’anno, il periodo deidiscendenti di Davide. Abbiamo, infatti,prestato attenzione per tre incontri aSalomone, il re saggio, dopo il quale il re-gno si divise in due parti. I sovrani suc-cessivi non furono all’altezza del lorocompito, perciò ebbe inizio una lenta de-cadenza, durante la quale sorsero grandifigure di profeti. Tra questi si staglia Elia,ricordato più volte nei Vangeli come pre-figurazione di Giovanni il Battista e in-terlocutore di Gesù sul monte Tabor.

Come Elia è stato grande per la storiad’Israele, così anche sant’Alfonso Mariade Liguori, battezzato al fonte di questachiesa parrocchiale di Santa Maria deiVergini, lo è stato per la storia del popolocristiano. Sull’esempio di tale nobile te-stimone della fede, che ci ha illuminatocon la sua santità e la sua dottrina, ap-prestiamoci a intraprendere il camminodi stasera. Chiediamo a sant’Alfonso e al-la Madonna, che egli ha tanto amato,l’intercessione, affinché la Parola di Dioillumini la nostra esistenza guidandocialla santificazione.

Momento della lectioMolto tempo era trascorso da quan-

do era vissuto Salomone. Adesso il popo-lo eletto è diviso in due regni e purtropposi è rivolto ad altre divinità, in particola-re Baal. All’epoca del profeta Elia il reAcab e sua moglie, Gezabele, avevano ef-fettuato una persecuzione contro chiadorava il Dio d’Israele e contro i suoiprofeti. Il loro cattivo esempio aveva fat-to deviare anche il popolo, sicché eranodiventati davvero pochi quelli che osser-vavano la legge del Signore. Elia, il cuinome significa “Jahwè è Dio”, era l’unicoprofeta rimasto a difendere i diritti delSignore e a richiamare la fedeltà all’al-leanza.

Acab riferì a Gezabele tutto quello cheElia aveva fatto e che aveva ucciso di spa-da tutti i profeti. Nel capitolo precedentea quello che abbiamo letto si narra la ga-ra tra Elia e i profeti del dio Baal sulmonte Carmelo. I profeti di Baal eranostati sterminati. Ciò aveva provocato l’i-ra della regina Gezabele, una principes-sa fenicia data in moglie da suo padre adAcab, re d’Israele. Come dice il suo stes-so nome – “Baal è esaltato” – ella era fer-vente adoratrice del dio Baal e ne proteg-geva i profeti. Saputo quanto aveva fattoElia, lo minacciò di morte. Per tale mo-tivo il profeta fu costretto a scappare ver-so il deserto del Sinai, lontano dalla sferad’azione della regina. Gezabele, infatti,era una donna energica e vendicativa;non aveva scrupoli e riusciva non di radoa manipolare il marito.

Egli s’inoltrò nel deserto una giornatadi cammino e andò a sedersi sotto una gi-nestra. Desideroso di morire, disse: “Orabasta, Signore! Prendi la mia vita, perchéio non sono migliore dei miei padri”.Scoraggiato e depresso, Elia chiede aDio di porre fine alla sua vita travagliata.Ha combattuto per molti anni, superan-do tante prove difficili, ma adesso si sen-te davvero stanco. È rimasto solo comeprofeta del Signore e avverte la respon-sabilità di tenere desta la testimonianzadella fede nel Dio che aveva fatto uscireIsraele dall’Egitto. Tuttavia, il compito èpesante e ormai è stato abbandonato datutti. È meglio morire che vedere lasconfitta propria e il trionfo della ven-detta della terribile Gezabele.

Si coricò e si addormentò sotto la gine-stra. Ma ecco che un angelo lo toccò e glidisse: “Àlzati, mangia!”. Il profeta si met-te nella posizione del dormiente che at-tende la morte, ma i piani divini sono di-versi. Infatti, Dio decide di ricominciare

schine ambizioni e silenziose indifferen-ze; asfissia che soffoca lo spirito, restrin-ge l’orizzonte e anestetizza il palpito delcuore. Il soffio della vita di Dio ci salva daquesta asfissia che spegne la nostra fede,raffredda la nostra carità e cancella la no-stra speranza. Vivere la Quaresima è ane-lare a questo soffio di vita che il nostroPadre non cessa di offrirci nel fango dellanostra storia. Il soffio della vita di Dio cilibera da quella asfissia di cui tante voltenon siamo consapevoli e che, perfino, cisiamo abituati a “normalizzare”, anchese i suoi effetti si fanno sentire; ci sembranormale perché ci siamo abituati a respi-rare un’aria in cui è rarefatta la speranza,aria di tristezza e di rassegnazione, ariasoffocante di panico e di ostilità».

Il secondo tema – il cibo di Elia panedei pellegrini – guida il nostro pensieroalla Pasqua, dalla quale scaturisce la ce-lebrazione dell’Eucaristia. Come potevafare Elia a compiere un lungo camminosenza quel pane mandatogli da Dio?L’Eucaristia è un altro esempio concretodi quella dolcezza del Signore, il quale sioffre a noi come pane di vita, nutrimentoche sostiene la nostra debolezza e ci con-sente di camminare in questo mondo giàgustando qualche realtà del cielo. Per ta-le motivo, nella Sequenza della solennitàdel Corpo e Sangue del Signore si canta-no queste parole: «Ecco il pane degli an-geli, pane dei pellegrini, vero pane dei fi-gli: non dev’essere gettato».

L’Eucaristia è la nuova manna, di cuicosì parla il Libro della Sapienza nel ca-pitolo 16 al versetto 20: «Invece hai sfa-mato il tuo popolo con il cibo degli ange-li, dal cielo hai offerto loro un pane pron-to senza fatica, capace di procurare ognidelizia e soddisfare ogni gusto». E nelversetto 21 si afferma: «Questo tuo ali-mento manifestava la tua dolcezza versoi figli, si adattava al gusto di chi ne man-giava, si trasformava in ciò che ognunodesiderava». È anche il pane dei pellegri-ni: come il popolo guidato da Mosè e, se-coli dopo, il profeta Elia sono stati nutri-ti per continuare il cammino, così a noicristiani è offerto questo pane, il corpo diCristo, affinché non perdiamo le forzeper la nostra lotta contro i vizi e il male.E, infine, ricordiamo le parole che Gesùdisse: «Io sono il pane vivo, disceso dalcielo. Se uno mangia di questo pane vi-vrà in eterno e il pane che io darò è la miacarne per la vita del mondo».

Momento dell’actioSiamo giunti al momento di indicare

degli impegni concreti con cui arricchireil nostro cammino in questo finale diQuaresima 2017. Dopo quanto abbiamomeditato, vorrei proporvi di prenderesul serio il senso della Celebrazione eu-caristica. Il motivo dovrebbe esserechiaro: se ci serve un nutrimento chepossa davvero sostenere la nostra faticaquotidiana nella testimonianza della fe-de, allora non c’è nulla di megliodell’Eucaristia.

Chiudiamo con le parole della dodi-cesima Visita di sant’Alfonso alSantissimo Sacramento: «Dio mio, chehai promesso nel Vangelo di amare chi tiama e di fissare in lui la tua dimora, ac-cendi in me quell’amore che da me tiaspetti per riamarmi e fare dell’animamia il tuo cielo. Non allontanarti da me,o meglio, fa’ che io non abbia mai ad al-lontanarti da me. Se ti allontanai nelpassato, o potrei allontanarti di nuovo,non permettere che mi capiti ancoraquesta sventura; io non voglio escludertipiù dall’anima mia. Piuttosto la morte,Signore, se è nella tua volontà, perché,morendo unito a te, possa vivere persempre con te».

* Arcivescovo Metropolita di Napoli

da Elia e gli manda conforto e nutrimento.Possiamo immaginare la scena: sotto unapianta vi è un uomo che dorme in attesa dimorire. All’improvviso, però, gli giunge unsoccorso celeste: un angelo che gli porta delcibo per dargli forza, affinché compia unviaggio la cui durata è quaranta giorni.Rinfrancato da quel cibo, il profeta s’incam-mina per quaranta giorni e quaranta nottiverso il monte di Dio, dove Mosè aveva rice-vuto i comandamenti alcuni secoli prima.Anche a Elia è stata riservata la gioia dell’in-contro con il Signore, dal quale riceve nuovoimpulso per la sua missione. Il suo camminoè spedito e sicuro nel deserto, cioè su queisentieri dell’esodo in cui era iniziata l’avven-tura di fede del popolo eletto.

Dopo il fuoco, il sussurro di una brezzaleggera. Come l’udì, Elia si coprì il volto con ilmantello, uscì e si fermò all’ingresso della ca-verna. Giunto finalmente al monte di Dio,Elia si rifugia in una caverna per passarvi lanotte. Il Signore, però, lo chiama e gli chiedecosa faccia lì, ricevendo come risposta unabreve descrizione della situazione di grandepericolo in cui è non soltanto la vita del pro-feta, ma la stessa appartenenza d’Israele aDio. Il Signore gli ordina di fermarsi sulmonte perché vuole manifestarsi a lui. È lapreparazione di un incontro speciale, concaratteristiche diverse da quelle a cui si eraabituati per tradizione.

Infatti, il Signore non si manifesta in al-cuno dei fenomeni spaventosi come l’uraga-no, il fuoco o il terremoto, bensì nel lieve sof-fio di un venticello di primavera.Certamente questo dipende dal fatto che Dioha voluto dare a Elia un assaggio della suaintimità e dolcezza. A un profeta scoraggia-to è senz’altro più opportuno dare un sensodi tranquillità, di confidenza. Il sussurro diDio non è meno efficace del tuono e delle al-tre manifestazioni grandiose, ma ha in piùproprio questo significato confortante di de-licatezza che viene usato per una personacon lo stato d’animo di Elia.

Il Signore gli disse: “Su, ritorna sui tuoipassi verso il deserto di Damasco. UngeraiEliseo, figlio di Safat, di Abel-Mecolà, comeprofeta al tuo posto. Elia non può ancora ri-tirarsi dalla scena. Deve svolgere la sua fun-zione profetica per sistemare alcune cose. Inrealtà, ciò che egli fece fu chiamare Eliseo aseguirlo, perché le unzioni dei re di Aram ed’Israele furono compiute da quest’ultimo.Eliseo, il cui nome vuol dire “Dio è salvezza”,divenne fidato discepolo di Elia e proseguì lasua opera a servizio di Dio e del popolo che

si era scelto. Elia fu chiamato da Dio a tempoopportuno, quando ormai tutto era pronto

per la sua successione.

Momento della meditatioLa lectio ci ha illustrato il senso del brano;

adesso è possibile compiere la meditatio, conla quale confrontiamo il nostro testo con altreparti della Scrittura e con la realtà della vitacristiana per fare propositi di conversione.

Preferisco focalizzare l’attenzione su duetemi: il primo è il cammino di Elia come per-corso di vita; il secondo il cibo di Elia pane deipellegrini.

Le vicende vissute da Elia rappresentanoquello che nella nostra esistenza sperimen-tiamo, soprattutto quando le difficoltà sononumerose e ci sembrano insormontabili.Quante volte ci troviamo isolati, abbando-nati, quasi gli unici rimasti a credere in Dio,in Gesù Cristo? Quante volte abbiamo l’im-pressione di essere rimasti in pochi ad avereancora fiducia nella Chiesa e nei suoi inse-gnamenti, mentre intorno a noi tutti rinne-gano e hanno vergogna di fare perfino il se-gno di croce? Vorremmo difendere Dio datutti coloro che ne parlano male, far capireche egli ci ama, ma le nostre parole cadononel vuoto, perché nella società dominanoquelli che vogliono strappare la fede dal cuo-re della gente.

Allora bisogna saper fare come Elia: met-tersi in cammino come lui per incontrare ilSignore. I quaranta giorni e le quaranta nottisono un richiamo per noi a vivere laQuaresima come un’autentica occasione digrazia per rigenerarci, per riprendere forza ecoraggio. Anche se siamo oltre la metà di que-sto Tempo di grazia, non dobbiamo pensareche non ci siano più possibilità. Al contrario,possiamo sempre recuperare e – con la pre-ghiera sincera, la carità senza chiusure e lapenitenza – prepararci a ricevere la visita delSignore che c’invita a ritornare nel mondoper annunciarne la misericordia e l’amore. SeElia ha incontrato Dio nel soffio del venticel-lo, anche noi troveremo ristoro nella dolcezzasua, che placa le nostre ansie, calma le nostreinquietudini e rasserena i nostri pensieri.Approfittiamo, dunque, di questi altri giorniper giungere rifrancati alla Pasqua.

Vi ricordo quanto ha detto papaFrancesco nella Messa del Mercoledì delleCeneri: «Dio vuole continuare a darci quelsoffio di vita che ci salva da altri tipi di soffio:l’asfissia soffocante provocata dai nostriegoismi, asfissia soffocante generata da me-

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Vita Diocesana Nuova Stagione4 • 2 aprile 2017

Suore Catechiste di Casoria: incontri di spiritualità in preparazione alla Pasqua con il Vescovo Lemmo

Rivestire la famiglia della gioia dell’amoredi Antonio Rungi

“Rivestire la famiglia della gioia dell’a-more”, è questo il titolo della tre giorni dispiritualità per le famiglie in preparazionealla Pasqua 2017, che si terrà nella Chiesadel Sacro Cuore di Gesù, delle SuoreCatechiste di Casoria. A tenere le riflessionisarà il Vescovo ausiliare di Napoli, monsi-gnor Lucio Lemmo. Si inizia giovedì 6 aprilealle ore 19.00 con la catechesi e la preghierasul tema: “Dal consumo alla condivisione”;si prosegue venerdì 7 aprile, con lo stessoorario e modalità, sul tema “Dall’apparireall’essere, dal dominio a dare la vita”; si con-clude sabato 8 aprile, presso l’Istituto SacroCuore, con le confessioni, dalle ore 16,30 inpoi, con vari confessori, di tutti i partecipan-ti e con la celebrazione della santa messa,presieduta dal Vescovo Lemmo, alle ore20.00.

L’Istituto del Sacro Cuore, la cui fonda-trice è Santa Giulia Salzano, accoglie bam-bini della scuola dell’infanzia, i ragazzi dellascuola primaria (elementari) e secondariadi primo grado (scuola media) ed è tra gliistituti più frequentati del comprensorio.Impegnati nelle attività didattiche non solole Suore Catechiste, ma anche il personalelaico. La struttura della casa religiosa ospita

particolarmente ai docenti, alle famiglie,agli alunni ed ex-alunni dell’Istituto.Particolarmente sentita è la celebrazionedella santa messa delle ore 10.00 della do-menica e dei giorni festivi con ampia parte-cipazione dei giovani, che curano la liturgiae svolgono il servizio liturgico nella chiesacon competenza e preparazione specifica.Ad assicurare l’assistenza spirituale alleSuore sono monsignor Vincenzo Scippa e iPadri Passionisti di Santa Maria ai Monti inNapoli, che oltre alle celebrazioni feriali efestive assicurano, specie in questo tempo diQuaresima, da circa 50 anni, i ritiri mensilialle Suore, le confessioni ordinarie e straor-dinarie, la Via Crucis, le prediche in varie ri-correnze e circostanze delle religiose edell’Istituto.

La tre giorni di spiritualità voluta in pre-parazione alla Pasqua 2017 e che sarà cura-ta da monsignor Lucio Lemmo rappresentaun ulteriore tempo forte in questaQuaresima 2017 per dare spazio a Dio nellafamiglia, partendo dall’Esortazione aposto-lica post-sinodale di Papa Francesco“Amoris laetitia”, valorizzando le linee con-duttrici date, in merito, dalla ConferenzaEpiscopale Campana.

circa 30 suore, di cui diverse anziane ed am-malate, essendo destinata la casa ad infer-meria della Congregazione, che ha la sedeprincipale proprio in Casoria.

La Chiesa del Sacro Cuore è molto fre-

quentata durante i giorni feriali e soprattut-to alla domenica con la doppia celebrazionedella messa alle ore 8.00 e alle ore 10.00.Tante le iniziative di carattere spirituale edapostolico portate avanti dalle Suore, rivolte

Lo sport è solidarietàL’oratorio della Parrocchia Beata Vergine dell’Immacolata al Vomero scende in

“piazza” ed apre le sue porte alla città. Domenica 2 aprile dalle ore 9,30 alle 13,30 lospazio della piazza Immacolata antistante la chiesa si trasformerà in un cantiere di ri-creazione, gioco e solidarietà. Grazie alla collaborazione dell’oratorio parrocchialecon il Centro Sportivo Italiano di Napoli, nella piazza saranno montati campi di calciominibasket, minivolley, giochi gonfiabili, calcio balilla, ping pong per il divertimentodi bambini e ragazzi del quartiere. La giornata vuol essere anche un momento di alle-gria ma anche di sensibilizzazione verso i più svantaggiati uno spazio della piazza saràdestinato alla raccolta alimentare: la Caritas francescana parrocchiale invita tutti nu-merosi a partecipare per sostenere l’iniziativa.

Per comprenderePapa Francesco

Cosa leggere per capire Papa Francesco, tenendo conto della grande quantità dilibri scritti e articoli pubblicati sulla sua vita e sul suo pensiero? La risposta potrebbeessere: i Vangeli e, se possibile tutta la Bibbia. Certo, è consigliabile leggere quantosi scrive su di lui, ma se trascuriamo le pagine che contengono i Vangeli, non lo capi-remo mai adeguatamente.

Qui sta la fonte del suo particolarissimo modo di comunicare: le Encicliche, leomelie, i discorsi, i gesti, lo stile di vita di Papa Francesco, e soprattutto i suoi pensieripiù profondi, sono radicati in quelle pagine. Molti contemporanei di Gesù ammira-vano di lui soprattutto il fatto che insegnava loro come uno che ha autorità e non co-me gli scribi.

In cosa consisteva quell’autorità? Nel fatto che in Cristo vedevano una coerenzaincrollabile tra parole, atti e stile di vita. Integrità che i contemporanei non percepi-vano in molti farisei, scribi e autorità religiose: costoro potevano pure insegnare inmodo cattedratico la Legge, ma poi con il loro comportamento contraddicevano leparole, fino ad annullarle.

Non meraviglia allora che le lotte, le discussioni, le accuse e le cospirazioni più fe-roci che Gesù ha subìto durante il suo ministero provenissero da quel settore internoalla sua stessa religione. Loro si credevano padroni della fede e avevano fatto dei suoidogmi, dei suoi usi e delle sue pratiche una bacchetta inflessibile con la quale giudi-cavano chiunque sfidasse il loro stato e il loro potere religioso e politico, fosse anchelo stesso Figlio di Dio.

Non è dunque difficile dedurre che a discepoli cristiani autentici, specialmente acoloro che avrebbero occupato posti importanti all’interno della Chiesa, sarebbe ac-caduto lo stesso da parte di settori fondamentalisti. Gesù osò attraversare frontierecon sorprendente libertà e spontaneità. Lo fece onorando il primo comandamentodi amore a Dio e al prossimo. Ebbe il coraggio di toccare malati di lebbra e persinola bara del figlio morto della vedova di Nain. Lasciava che la folla si stringesse attornoa lui e in mezzo a essa guarì una donna con una malattia considerata impura.

Come esempi concreti di incontri tra fedi diverse, riconobbe pubblicamente la fe-de di una donna siro-fenicia ed ebbe un’animata conversazione teologica con una sa-maritana. Si capisce allora perché Papa Francesco, in nome di questo amore cristo-centrico, stravolge i protocolli di sicurezza per avvicinarsi personalmente a chi sof-fre. E non si può non pensare che la misericordia sia stata, fin dall’inizio, una grandeparola il cui significato e contenuto più profondi Papa Bergoglio ha imparato e inte-riorizzato da quei gesti del Messia che, secondo alcuni, sfidò il politicamente corret-to.

Perché non pensare che il suo insistente avvicinamento ad altre religioni, soprat-tutto a quelle nate dal tronco di Abramo, sia una corretta interpretazione della mis-sione cristologica più pura? Tutti i tentativi di incasellare Gesù furono infruttuosi.Per dominarlo, accusarlo e usarlo, lo vollero identificare con gli zeloti, i farisei, glierodiani, i sadducei, e persino con le forze del male. Vollero metterlo in difficoltà conil potere politico e in conflitto con quello religioso, estorcendogli una risposta alladomanda se si dovessero pagare o meno i tributi all’impero.

Come sorprendersi che si sia voluto criticare Papa Francesco identificandolo conogni sorta di ideologia, politica, economica, anche tra loro opposte? Gli esempi e i ri-ferimenti biblici potrebbero continuare a lungo, e sicuramente ci aiuterebbero a ri-flettere e a capire che se ci scostiamo dagli insegnamenti dei vangeli e del Signore deivangeli, ci allontaniamo dalla possibilità di comprendere il Papa venuto dalla fine delmondo.

Virgilio Frascino

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Attualità EcclesialeNuova Stagione 2 aprile 2017 • 5

Corso di formazioneUsmi 2016-2017

Terzo Modulo: FormazioneCatechistica: “I Dieci Comanda-menti”, a cura di Alfonso Lan-gella. 4 aprile: VII-X comanda-mento: il valore delle “cose”. 11aprile: VIII comandamento: ilvalore della verità. Gli incontrisi tengono dalle 16.30 alle18.30, nella sede di largo Don-naregina 22.

40° di ordinazione sacerdotale

Mercoledì 5 aprile, alle ore18.30, presso la chiesa di MariaSantissima del Buon Consiglioa Posillipo, si terrà una SolenneConcelebrazione Eucaristicaper ringraziare il Signore per iquaranta anni di vita sacerdota-le di don Vincenzo Berlingieri.

Chiesa del Gesù NuovoTerzo mercoledì del mese,

incontro mensile di preghieradei malati con San GiuseppeMoscati. Il prossimo appunta-mento è per mercoledì 19 apri-le, a partire dalle ore 16. Alleore 17, celebrazione della SantaMessa. I padri sono disponibiliad accogliere i fedeli che deside-rano ricevere il sacramento del-la Penitenza.

Maria Santissima delBuon Consiglio – Portici

Giovedì 20 aprile, alle ore18.30, nell’anniversario dellamorte di mons. Giovanni Bor-relli, presso la parrocchia diMaria Santissima del BuonConsiglio a Portici, al CorsoGaribaldi 134, si terrà una con-celebrazione in suffragio. Isacerdoti e i diaconi che voles-sero partecipare portino camicee stola bianca.

Santuario di Santa Mariadella Pazienza

Ciclo di conferenze organiz-zate dall’associazione culturale“Sebezia”, attiva nel settore deibeni e delle attività culturali.Prossimi appuntamenti:venerdì 28 aprile, ore 19: “LaCatacomba di San Gennaro”.Carlo Ebanista, Università delMolise; Ispettore per le Cata-combe della Campania. Venerdì26 maggio, ore 19: “Theofòkos.Viaggio alle origini dell’icono-grafia mariana”. FrancescaPaola Massara, Pontificia Fa -col tà Teologica di Sicilia. Perulteriori informazioni: 348.100.18.77 – 347.487.48.28.

Caritas Diocesana Sono in corso di svolgimento

gli incontri per la formazione diéquipes decanali, un percorso dispecializzazione presso il Mona-stero delle Suore Crocifisse Ado-ratrici dell’Eucarestia, in piaz-zetta San Gregorio Armeno.Prossimi appuntamenti. Mar-tedì 2 maggio, dalle ore 17.30alle 20. In ascolto della Parola:“L’amore di Dio e la risposta del-l’uomo: koinonia e diaconia”.Mons. Raffaele Ponte. Gruppi diLavoro- Conclusioni in aula.Martedì 16 maggio, dalle ore17.30 alle 20. In ascolto dellaParola: “Quale Caritas, oggi?Identità e prospettive”. DonEnzo Cozzolino, direttore Cari-tas diocesana. Gruppi di Lavoro– Conclusioni in aula.

APPUNTAMENTI

Sabato 25 marzo, giorno in cui si commemora l’Annunciazione di Maria, si è svolto ilConvegno Un “mestolino” al Servizio del Vangelo sulla Candidata agli Onori degli AltariEnrichetta Beltrame Quattrocchi, ultima figlia di Luigi e Maria, prima coppia di sposi beatificatada Giovanni Paolo II il 21 ottobre 2001.

Numerosi i fedeli accorsi presso il Seminario Arcivescovile di Napoli. Presenti l’OrdineFrancescano secolare, la Gi.fra., il Movimento Salesiano, l’Azione Cattolica, la F.U.C.I., l’Agesci,le Volontarie della Croce Rosa, Cl, Focolarini, Testimoni del Risorto e altri movimenti laicali; di-versi rappresentanti del mondo della scuola, quali presidi e insegnanti, sacerdoti, religiosi e re-ligiose di diverse congregazioni, rappresentanze di gruppi parrocchiali.

L’evento, moderato da Vincenzo De Feo e allietato dall’arpista Cira Romano, si è aperto conl’autorevole intervento del Cardinale Crescenzio Sepe che, salutando i relatori e tutti i presenti,così ha esordito: «La spiritualità della famiglia Beltrame Quattrocchi attira soprattutto perché lefamiglie hanno bisogno, oggi in particolare, come diceva il caro Beato Paolo VI, non tanto di maestri,libri o conferenze ma di testimoni».

L’Arcivescovo ha evidenziato che la Chiesa sta dedicando alla famiglia le migliori energie perrispondere alle tante grida di sofferenza che vengono dal cuore di tanti coniugi, come anche l’ul-timo sinodo testimonia: «Ciascuna famiglia deve prendere coscienza di quella che è la sua grandedignità, anzi, vocazione, di annunciatrice di Cristo: l’esempio di Enrichetta e di questi coniugi è pro-prio questo». Il Cardinale, infine, ha ricordato la Beatificazione dei Beati Luigi e Maria a cui eglipartecipò con profonda emozione: «prese l’animo di tutti, due coniugi che insieme vengono portatiall’onore degli altari per essere degli esempi reali di vita vissuta». Enrichetta e i fratelli sono statitestimoni privilegiati e, al contempo, annunciatori della loro preziosa eredità spirituale.

Padre Leonardo Franzese, Ministro Provinciale dei Cappuccini di Napoli, dopo aver sottoli-neato il ruolo centrale della donna nella Chiesa, citando le forti parole di Papa Francesco: «unaChiesa senza le donne è come il Collegio Apostolico senza Maria», ha riportato la definizione di donSabino Palumbieri che apostrofò Enrichetta come «una donna che sa salire e fa salire». Il MinistroProvinciale ha sottolineato come il «saper salire e aiutare a salire» è stato compito pedagogicoesercitato a pieno titolo dalla figlia dei Beati, non solo nell’ambito scolastico, ma soprattutto allascuola della vita, dove per lei ogni occasione era propizia per insegnare il gusto del bello, del buo-no e del santo.

Matteo Truffelli, Presidente Nazionale di Azione Cattolica, ha ricordato le tappe salienti dellevita di Enrichetta, soffermandosi particolarmente sul suo spirito di accoglienza ereditato dai ge-nitori ed esercitato in grado eroico nell’ordinarietà. Il cuore conviviale della casa, la sala da pran-zo, su cui splendeva la regalità dell’immagine del Sacro Cuore di Gesù, è stato il rifugio e il tram-polino per scelte maggiori.

Profondo e denso l’intervento della Madre Anna Maria Cànopi, fondatrice e Badessadell’Abbazia Mater Ecclesiae dell’Isola di San Giulio. La Rev.ma Madre ha colto nella continuaricerca di silenzio orante, un aspetto fondamentale della spiritualità di Enrichetta che la rendeuna figura molto significativa per il nostro tempo tanto spesso concitato e distratto. «È oggi ne-cessario recuperare la dimensione soprannaturale dell’esistenza. Enrichetta - ha continuato la ma-dre - era stata educata al silenzio e lo cercava come esigenza primaria. Da qui l’importanza dellameditazione mai vissuta come sterile isolamento ma con spirito ecclesiale, da cui nasceva comeesigenza naturale l’altra dimensione vissuta da Enrichetta, quella caritativa, intesa a valorizzareil bene dell’altro. Un bene esercitato prima di tutto all’interno della famiglia verso i genitori an-ziani, i fratelli e tutti coloro che accorrevano alla casa Beltrame. Ella si consacrerà, con lo slanciodella giovane fidanzata, all’età di 91 anni nei Testimoni del Risorto e andrà incontro allo Sposo,all’età di 98 anni, “più giovane di quando era giovane”.

Appassionante l’intervento di Francesco Beltrame Quattrocchi, nipote e figlio adottivo diEnrichetta, il cui ricordo si è incentrato sull’amicizia spirituale, uno dei carismi più vividi dellaCandidata agli Onori degli Altari, dal momento che ella concepiva l’amicizia come strumento diascolto reciproco e di dono generoso, di condivisione con la persona che incontrava non solo delsuperfluo, ma anche dell’essenziale, sia inteso in senso materiale che spirituale. «Aveva chiara-mente inteso che soltanto così poteva far crescere la sua persona e, al tempo stesso, offrire occasioneagli altri di crescere con lei, anche più di lei e dopo di lei». Beltrame ha riportato episodi di vita diEnrichetta che denotano la soprannaturale gioiosità e fortezza, non solo spirituale ma anche fi-sica, di questa figlia della Chiesa, nel suo andare controcorrente per seguire sine glossa il Vangelo,senza sconti.

In conclusione sono state illustrati i futuri eventi che accompagneranno l’introduzione dellaCausa di Beatificazione e Canonizzazione della Candidata agli Onori degli Altari Enrichetta, dicui, proprio nell’Arcidiocesi di Napoli si stanno raccogliendo le testimonianze ne pereant proba-tiones.

Massimiliano Noviello ofmcapPostulatore delle Cause dei Santi

Incontro al Seminario Maggiore su Enrichetta BeltrameQuattrocchi, candidata alla beatificazione

Al servizio del Vangelo

Convegno su Caterina Volpicelli

La rispostadelle donne

di Elena Santoro ascv

«Pensavo di assolvere al ruolo di modera-trice, mi ritrovo a fine convegno stupita perquanto avete comunicato con le vostre rela-zioni». Con queste parole Angela Procacciniha chiuso il convegno “Caterina Volpicelli ela risposta delle donne a Napoli, oggi”, del 25marzo scorso, a Napoli.

L’idea di organizzare un confronto, conpartecipazione gratuita, tra associazioni lai-che e cattoliche si è maturata a margine dellapubblicazione del libro “Santa Caterina daNapoli, la Signora del Sacro Cuore.Comprendere Caterina Volpicelli”, scritto aquattro mani da Elena Santoro e ClaudioSpina. L’organizzazione e la gestione, curatadalle Ancelle del Sacro Cuore, si è sviluppatainserendo la manifestazione nella rassegna“Marzo Donna - Una rete di Opportunità”promossa dall’Assessorato alla Qualità dellaVita e alle Pari Opportunità di Napoli.

I lavori sono stati aperti dalle comunica-zioni di benvenuto di Anna Diana, MadreGenerale dell’Istituto Ancelle del SacroCuore, seguita dal Cardinale Sepe con unavera e coraggiosa catechesi quando ha af-fiancato alla santità, tradizionalmente inte-sa, quella espressa da tante donne, anonime,che quotidianamente operano nell’ambitodella famiglia, del lavoro o con impegno so-ciale proprio in una realtà complessa comeNapoli.

Diversa lucidità ha espresso il funziona-rio della Polizia Postale del CompartimentoComunicazioni, Claudio Aletta che, con pro-fessionalità ha fornito indicazioni e suggeri-menti pratici di difesa dagli abusi informati-ci lasciando trasparire il suo impegno perso-nale, che parte “dal cuore”.

Oltre ai relatori sono da ricordare alcuniinterventi di operatori e di associazioni con-venuti: Mons. Pietro Caggiano, PatriziaPalumbo, ed una parente di Santa CaterinaVolpicelli, la signora Rispoli. I relatori, ade-rendo allo spirito del convegno, hanno rac-contato le loro attività e il tipo di servizio of-ferto alle donne, prevalentemente gratuito.Non sono mancati motivi di speranza. La co-noscenza reciproca dei partecipanti si è rive-lata propedeutica per attualizzare il metododi Caterina Volpicelli di “fare sistema” per lacarità territoriale.

Dall’intensa spiritualità di Caterina, in-fatti, nascevano le sue opere di misericordiadestinate a singoli e alla società. La sua pre-senza e operosità nel quartiere, con le sueAncelle, Piccole Ancelle e Aggregate, diven-ne occasione per conoscere da vicino i biso-gni territoriali. Per la sua azione si avvalseanche di una nutrita rete di sue fondazioni:Figlie di Maria, Madri Cristiane,Sovvenimento delle Chiese Povere, Zelatorie Zelatrici e i Preti del Sacro Cuore. Eranoqueste concatenate, consequenziali e forma-vano il sistema articolato, integrato e pro-gressivo nella prospettiva dell’amore per ilSacro Cuore.

Il Convegno, tra la soddisfazione genera-le, si è rivelato strumento per iniziare o con-solidare il dialogo tra le varie Associazioni econ le Istituzioni per cogliere il metodo, ap-plicato da Caterina Volpicelli, di “fare siste-ma” sul territorio. Veramente possiamo direche il Palazzo di Casa Madre delle Ancelle delSacro Cuore era e resta il Palazzo del DivinCuore, come lo definì padre Ramiére.

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Vita Diocesana Nuova Stagione6 • 2 aprile 2017

Il 10 aprile, in Seminario, celebrazione eucaristica in ricordo di don Giacomo Nardi a trent’anni dalla morte

Sacerdote esemplare della Chiesa di Napolidi Raffaele Cananzi

Il 10 aprile 2017 alle ore 19 nellaCappella del Seminario Arcivescovile diNapoli, in Viale Colli Aminei n.3, con una ce-lebrazione eucaristica presieduta da Mons.Raffaele Galdiero, delegato dal CardinaleArcivescovo, la comunità ecclesiale diNapoli ricorderà la persona di quel sacerdo-te “straordinario” ed “esemplare” che è statoDon Giacomo Nardi. Trent’anni fa donGiacomo concludeva la sua vita terrena, of-ferta pienamente al Signore sia da laico cheda sacerdote. Alle esequie celebrate nellaCattedrale di Napoli, con un’amplissimapartecipazione, il Cardinale ArcivescovoCorrado Ursi dichiarò che era in lui profon-da la convinzione che don Giacomo avevacantato l’alleluia pasquale e che “egli ora ènelle braccia di Dio”. L’Arcivescovo ben co-nosceva dal 1966 questo sacerdote che avevalasciato parroco alla Cesarea per 25 anni, af-fidandogli anche l’incarico di VicarioEpiscopale per una zona pastorale, e che nel1980 aveva chiamato al servizio diAssistente Diocesano dell’Azione Cattolicadi Napoli ben sapendo della sua particolareaffezione a quest’antica associazione di fe-deli laici e dell’impegno quotidiano ed ap-passionato con il quale curava la formazio-ne umana e cristiana di uomini e donne diogni condizione ed età.

Perciò, a trent’anni dal suo ritorno alla ca-sa del Padre, Don Giacomo sarà ricordato dal-la comunità ecclesiale di Napoli, come sopraho scritto. Per Lui, infatti, “servo fedele dellaChiesa, uomo della comunione” (Card. Ursi),pregheremo noi laici provenienti da ogni par-te della Diocesi con sacerdoti e Vescovi. Unaragione della “straordinarietà” di questo sa-cerdote è stata proprio la piena e amorevolededizione alla cura della vita spirituale di mol-tissimi uomini e donne conosciuti da parrocoe da assistente dell’Azione Cattolica. E noi lai-ci, che abbiamo ancora di Lui un ricordo chia-ro fervido e commovente , possiamo fare no-stre le convinzioni espresse dal VescovoCorrado nel rendere l’ultimo saluto a questoesemplare figlio della Chiesa napoletana:“Don Giacomo ha spremuto la sua vita finoall’ultima goccia, dandosi al suo apostolatosenza riserve e senza soste. E’ difficile oggi chegli uomini in genere, le persone consacrate inparticolare, riescano a realizzare “il pieno”dell’amore, verso Dio e verso i fratelli, nell’im-pegno dell’evangelizzazione. Vorrei che an-ch’io , e con me tutti i miei fratelli, venissimospremuti fino all’ultima goccia nel torchio dellavoro apostolico, in pienezza di fede, di amo-re, di grazia e di testimonianza come Lui.Come vedete, la morte di don Nardi, nel pianodi Dio, ha espresso tre cose decisive; una co-munione perfetta di vita ecclesiale, una dedi-

tinuità storica, nella vita di un’associazionedi laici al servizio della Chiesa, qual èl’Azione Cattolica. Proviamo a ricordare lefalse alternative superate da don Giacomo.

1) Organizzazione – Apostolato . Già nel1944, a Giacomo Nardi, allora PresidenteDiocesano della GIAC napoletana, era chia-rissimo che l’apostolato è l’obiettivo centra-le e che l’organizzazione è solo una moda-lità, anche se certamente importante.Successivamente il Concilio Vaticano II,nell’Apostolicam Actuositatem , ha ribaditoed esplicitato questo concetto.

2) Formazione –Missione. Don Gia -como, da laico prima e da sacerdote poi, hafermamente ritenuto ed insegnato che il mo-mento formativo e quello missionario sonostrettamente connessi e collegati.

3) Fede- Storia. Vangelo-Cultura. DonGiacomo ha sempre coniugato insieme il di-vino e l’umano, ossia la fede e la storia, ilVangelo e la cultura. La fede e il Vangelo il-luminano le vicende degli uomini, la storia ela cultura sono il contesto in cui il messaggioevangelico deve incarnarsi. È singolare, a talproposito, che, prendendo posizione circa irapporti tra Azione Cattolica e politica, nel1944 Giacomo Nardi abbia espresso congrande chiarezza i medesimi concetti cheVittorio Bachelet avrebbe illustrato nel1969, parlando della “scelta religiosa”dell’Azione Cattolica.

4) Laici – Presbiteri. Don Giacomo hasempre avuto grande stima e rispetto sia perla vocazione laicale che per quella del sacer-dozio ministeriale. Egli ha prestato attenzio-ne sollecita e amore fraterno all’umanità pre-sente nel profondo di ciascun uomo. DonGiacomo Nardi desiderava che l’Asso cia -zione di Azione Cattolica portasse la Chiesadel Signore Gesù fra gli uomini del nostrotempo. Egli pensava ad una chiesa in cammi-no, una chiesa in compagnia di tutti gli uo-mini, una chiesa ‘ verità e carità’. Credo chea don Giacomo sarebbe piaciuto moltissimoil recente documento dei nostri Vescovi«Evangelizzazione e testimonianza della ca-rità” : egli aveva assunto in pieno l’esplicazio-ne paolina “verità e carità”».

Come nel 1992 dicevo per il documentodei Vescovi così oggi a me pare che donGiacomo, per la sua visione di Chiesa e diservizioa al Vangelo, avrebbe certamentegoduto, nel profondo del cuore e per la suafervida intelligenza della storia, dell’inse-gnamento di Papa Francesco. Ne gode, me-glio di noi, in Cielo e prega certamente per ilVescovo di Roma e per noi tutti. Grazie, sem-pre, don Giacomo!

* già Presidente Nazionale di Azione Cattolica

zione da martire all’evangelizzazione e unagioia inesprimibile nello Spirito”.

Il Cardinale Corrado Ursi, con la sua altasensibilità pastorale e con una chiara visio-ne della vita ecclesiale disegnata dalConcilio, rendeva con queste espressioni, instretta sintesi, l’essenza della vita di donGiacomo, il suo impegno terreno a serviziodel Vangelo, della Chiesa e degli uomini in-contrati nella sua incessante ricerca di get-tare ovunque un seme di verità e un segnodell’amore misericordioso del Padre.

E’ bella e significativa questa sintesi chepuò trovare una qualche esplicazione attra-verso la lettura dei testi pubblicati dal “Comitato Giacomo Nardi”, testi curati e ri-cercati dall’intelligente e amorevole pazien-za della prof. Maria Creazzo che, come donGiacomo, è oggi certamente “ nelle bracciadi Dio” per una vita dedicata all’apostolato,in particolare attraverso l’Azione Cattolicadi Napoli. Dal “Comitato Giacomo Nardi”,infatti, sono stati pubblicati: nel 1989 perRiemma editore “Don Giacomo Nardi: unavocazione adulta”; nel 1991 “Don GiacomoNardi: una vocazione all’apostolato”; nel1994 “discorsi agli sposi” di don GiacomoNardi; nel 1995 “ il disagio della disoccupa-zione… un prete scriveva ai giovani” conte-nente una lettera di don Giacomo del 1951;nel 1992 un piccolo libro con un sinteticoprofilo biografico di don Nardi, alcuni suoipensieri, ed un mio scritto da PresidenteNazionale dell’Azione Cattolica Italiana cheripropongo in ricordo di Don Giacomo in

questo 2017, trentesimo della sua morte ecentocinquantesimo della nascitadell’Azione Cattolica (all’inizio Società dellaGioventù Cattolica ). Don Giacomo saràcontento che oggi, a causa del ricordo di Lui,si dia una mano all’A.C.I. indicando quelle“false alternative” che egli da laico e da sa-cerdote ha rappresentato e testimoniato co-me superabili, ieri come oggi.

Così scrivevo nel 1992. “ Auspico, anchea nome dell’Associazione Nazionale diAzione Cattolica, che si possa arrivare a scri-vere una biografia documentata ed esau-riente (“ scientifica”, come si suol dire) didon Giacomo Nardi, che consenta di far co-noscere la sua figura alla chiesa italiana.Don Giacomo Nardi è un esempio vivo, cheviene da Napoli, di una vita spesa, sia da lai-co che da sacerdote, a servizio certamentedel Signore, del Vangelo, della Chiesa, del-l’uomo, ma attraverso l’Azione Cattolica.Egli ha accolto e raccolto pienamente, nellasua esperienza personale, l’Azione Cattolicasia preconciliare che postconciliare, sia pre-cedente che seguente il nuovo Statuto del1969. Questo è stato possibile perchél’Azione Cattolica, nella sua lunga storia, èrimasta sostanzialmente identica a se stessanell’essenziale: don Giacomo ha saputo ca-pirla ed accoglierla nell’essenziale e ciò gliha permesso di viverla sempre pienamente,nonostante il procedere della storia. DonGiacomo ha superato, nella sua vita, tuttequelle che potremmo definire le “ false alter-native” che si presentano, con una certa con-

La Catechesi settimanale di Papa Francesco

Dio della perseveranza e della consolazionedi Antonio Colasanto

Già da alcune settimane, ha ricordato Papa Francesco in apertura della catechesi delmercoledì, l’Apostolo Paolo ci sta aiutando a comprendere meglio in che cosa consistela speranza cristiana. Oggi lo fa accostandola a due atteggiamenti quanto mai importantiper la nostra vita e la nostra esperienza di fede: la “perseveranza” e la “consolazione”.

Nel passo della Lettera ai Romani vengono citate due volte: prima in riferimento alleScritture e poi a Dio stesso. Qual è il loro significato più profondo, più vero? E in che mo-do fanno luce sulla realtà della speranza? La perseveranza potremmo definirla pure co-me pazienza: è la capacità di sopportare, portare sopra le spalle, “sop-portare”, di rima-nere fedeli, anche quando il peso sembra diventare troppo grande, insostenibile, e sa-remmo tentati di giudicare negativamente e di abbandonare tutto e tutti. La consolazio-ne, invece, è la grazia di saper cogliere e mostrare in ogni situazione, anche in quelle mag-giormente segnate dalla delusione e dalla sofferenza, la presenza e l’azione compassio-nevole di Dio.

San Paolo ci ricorda che la perseveranza e la consolazione ci vengono trasmesse inmodo particolare dalle Scritture, cioè dalla Bibbia. In secondo luogo, la Parola ci rivelache il Signore è davvero «il Dio della perseveranza e della consolazione», che rimane sem-pre fedele al suo amore per noi, cioè che è perseverante nell’amore con noi, non si stancadi amarci.

È perseverante: sempre ci ama e si prende cura di noi, ricoprendo le nostre ferite con

la carezza della sua bontà e della sua misericordia, cioè ci consola. In tale prospettiva, sicomprende anche l’affermazione iniziale dell’Apostolo: «Noi, che siamo i forti, abbiamoil dovere di portare le infermità dei deboli, senza compiacere noi stessi». Chi sperimentanella propria vita l’amore fedele di Dio e la sua consolazione è in grado, anzi, in doveredi stare vicino ai fratelli più deboli e farsi carico delle loro fragilità.

Se noi stiamo vicini al Signore, avremo quella fortezza per essere vicini ai più deboli,ai più bisognosi e consolarli e dare forza a loro. Questo noi possiamo farlo senza auto-compiacimento, ma sentendoci semplicemente come un “canale” che trasmette i donidel Signore; e così si diventa concretamente un “seminatore di speranza”.

La Parola di Dio alimenta una speranza che si traduce concretamente in condivisio-ne, in servizio reciproco. Perché anche chi è “forte” si trova prima o poi a sperimentarela fragilità e ad avere bisogno del conforto degli altri; e viceversa nella debolezza si puòsempre offrire un sorriso o una mano al fratello in difficoltà.

Cari amici, ha concluso Papa Francesco, non ringrazieremo mai abbastanza Dio peril dono della sua Parola, che si rende presente nelle Scritture. È lì che il Padre del Signorenostro Gesù Cristo si rivela come «Dio della perseveranza e della consolazione».Ed è lì chediventiamo consapevoli di come la nostra speranza non si fondi sulle nostre capacità esulle nostre forze, ma sul sostegno di Dio e sulla fedeltà del suo amore, cioè sulla forza ela consolazione di Dio.

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Vita EcclesialeNuova Stagione 2 aprile 2017 • 7

Confronto a più voci sul ruolo della donna nella vita, nella Chiesa e nella società, organizzato dal Comitato scientifico donne, Consulta dei Laici e Scienza e Vita

L’audacia di nuovi passidi Elena Scarici

Un confronto a più voci sul ruolo delladonna nella vita, nella società e nellaChiesa attraverso le fedi religiose e i

valori civili, è stato il tema scelto dalComitato scientifico donne nell’ambito del-la Consulta delle aggregazioni laicali dellaDiocesi di Napoli, diretta da Sergio e MariaPia Condurro della Diocesi di Napoli e daScienza e vita di Napoli. Un confronto inte-ressante, dinamico, svoltosi alla Facoltà diGiurisprudenza, che ha dato anche la possi-bilità agli avvocati presenti di ottenere i cre-diti formativi. Ha introdotto i lavori mons.Mario Cinti, vicario episcopale per i Laicidella Diocesi, che ha ricordato profetica-mente: «è ormai finito il tempo di parlaresulle donne, è giunto invece quello del fare,di guardare concretamente la realtà con gliocchi delle donne e di restituire a tutte il giu-sto ruolo nella Chiesa, quanto nella so-cietà».

Per Alberto Gambino, presidente nazio-nale di Scienza e Vita, è importante darecontinuità alle battaglie in modo che si pos-sa andare oltre le emergenze. Interessante ilcontributo offerto da Antonio Palma, presi-dente della sezione napoletana di Scienza evita. «Per Palma era giusto organizzare unmomento di confronto nel quale mettere inevidenza luci ed ombre sull’argomento, leombre rappresentate dal ruolo eccessiva-mente “mascolinizzato” della società odier-na, le luci dal contributo che l’altra metà delmondo sta apportando allo sviluppo com-plessivo dello sviluppo umano». Molto det-tagliata la testimonianza offerta da MariaAntonietta Troncone, procuratore dellaRepubblica presso il Tribunale di S. MariaCapua Vetere. «Numericamente le donnemagistrato sono più degli uomini e questo èvero anche presso il Tribunale presso il qua-le lavoro, purtroppo però nelle strutture dipotere sono sempre gli uomini a prevaleread esempio nel Consiglio superiore dellaMagistratura dove la rappresentanza fem-minile è praticamente inesistente. È veroche rispetto anche a pochi anni fa – ha pro-seguito la Troncone - sono stati fatti dei pas-si da gigante, basti pensare che la donna inProcura era un tabù, ma la strada è ancoratanto lunga». Un dato confermato anchedall’intervento successivo, quello di Maria

vi passi, più audaci e maggiore coraggio daparte di tutti.

Massimo Cozzolino, presidente dellaFederazione islamica della Campania haportato la propria esperienza e ricordatoquanto sia difficile l’integrazione delle don-ne islamiche in occidente e quindi anche inItalia. Egli ha auspicato che i cittadini com-prendano quanto sia importante per unamusulmana conservare la propria identitàpur volendo adattarsi e vivendo in un Paeseche adotta una religione ed usi e costumi di-versi. Si è augurato perciò che il processo diinclusione ancora lungo e tutt’altro che faci-le possa consolidarsi e migliorare con il tem-po. A Maria Pia Musella, dirigente scolasti-ca dell’Istituto comprensivo Casanova-Costantinopoli, il compito di testimoniarela presenza della donna nel mondo dellascuola, da sempre considerato “femminile”per eccellenza, eppure proprio per questo –ha fatto notare la dirigente scolastica – so-prattutto per quanto riguardato la scuoladell’infanzia e primaria, ritenuto poco pre-stigioso, tant’è che quando poi si passa airuoli più importanti e meglio remuneraticome quelli universitari, là spesso sono imaschi a prevalere. Interessanti anche icontributi di Pina Orpello, councelor del-l’associazione Solo Donne di Torre delGreco e di Laura Condurro, del Comitatoscientifico donne che ha tracciato un bilan-cio delle attività del Comitato e individuatonuove prospettive.

Ha chiuso Lucio Romano, ex presidentedi Scienza e Vita, ricordando come la parolapiù efficace per mettere insieme uomo edonna sia complementarietà, un termineche, se rispettato, non può che portare all’u-guaglianza, al rispetto e alla mancanza diprevaricazione.

Masi, avvocato e responsabile della commis-sione pari opportunità del ConsiglioNazionale Forense: «Nonostante i numeridicano di una presenza femminile nel mon-do dell’avvocatura decisamente alto e supe-riore a quello maschile, purtroppo se si pas-sa a considerare poi la rappresentanza neiruoli decisionali, la presenza rimane scarsa.La discriminazione sul lavoro è un dato an-cora presente così come nei tempi per laconciliazione con la famiglia. In questo sen-so, se la passano meglio le lavoratrici dipen-denti».

Nel corso del dibattito si è parlato anchedel ruolo della donna nella Chiesa. A questoproposito è stato fatto notare come dalConcilio Vaticano II ad oggi attraverso i varidocumenti conciliari il posto della donna siacresciuto e sia stato valorizzato. Il messag-

gio finale del Concilio stesso afferma: «Vienel’ora, l’ora è venuta in cui la vocazione delladonna si svolge con pienezza, l’ora in cui ladonna acquista nella società un’influenza,un irradiamento, un potere finora mai rag-giunto. È per questo che, in un momento incui l’umanità conosce una così profonda tra-sformazione, le donne illuminate dallo spi-rito evangelico possono tanto operare peraiutare l’umanità a non decadere». Sono se-guite negli ani la Christifidelis laici, laMulieris dignitatem, tutti documenti chehanno ribadito non solo il ruolo della donnain ambito ecclesiale, ma anche culturale esociale, ciò che urge però - si è concluso - èche questa coscienza rinnovata si traduca ineffettivi spazi di partecipazione della donnaalle responsabilità e alle decisioni nella vitadella Chiesa. Per fare questo occorrono nuo-

Ufficio Diocesano Aggregazioni Laicali - Caritas

Vivere la propria identitàSi è conclusa la prima parte del laboratorio, a numero chiuso, sulle relazioni di

ascolto, organizzato dall’Ufficio diocesano delle Aggregazioni Laicali in collabora-zione con la Caritas diocesana, che ha avuto come conduttore Bruno Galante, nellarelazione di aiuto e musicoterapista, coadiuvato di Chiara Del Mastro, psicologa cli-nica.

Nei quattro incontri tenutisi tra febbraio e marzo presso la sede del Centro Ascoltoper le Dipendenze in via Trinchera 7, i trenta partecipanti, tutti provenienti dal mon-do dell’associazionismo, del volontariato e della scuola, e per tale motivo già forte-mente sensibili e solleciti nell’attenzione verso gli altri, hanno certamente affinatol’attitudine all’ascolto con un lavorio destinato innanzitutto verso se stessi ma i cuieffetti potranno giovare sicuramente alle relazioni che essi instaurano nei contestida cui provengono.

Il coinvolgimento emotivo ed intellettivo dei partecipanti è stato la costante degliincontri che hanno toccato punti di fondamentale importanza, quali il vivere la pro-pria identità, l’esercitarsi all’ascolto, il dare spazio all’intelligenza emotiva, il supera-mento delle barriere della comunicazione. Nel corso degli incontri si è realizzato unclima favorevole alla condivisione e alla disponibilità verso l’altro e più volte i parte-cipanti hanno sperimentato in prima persona come l’ascolto coinvolga la personanella sua interezza, sia fisica che psichica, anche grazie ad attività e lavori di gruppo.

Particolare attenzione è stata riservata alla comunicazione non verbale la qualefornisce ulteriori informazioni su di noi e sugli altri. Gli aspetti presi in esame sonostati: l’aspetto esteriore, il comportamento spaziale e la postura, il movimento volon-tario e involontario del corpo, delle mani, della testa, delle ciglia e delle sopracciglia,il tono della voce, la risonanza emotiva che si pone su specifiche parole. Tutti questiaspetti agiscono ed interagiscano insieme e qualificano ciascun essere umano. Il cor-po parla e comunica e conoscendone le potenzialità è possibile avere consapevolezzadei propri modi di comunicare. L’attenzione alla comunicazione non verbale può di-venire quindi un’importante strategia per scongiurare e prevenire situazioni di noncomunicazione. In sintesi, il laboratorio ha affrontato le seguenti tematiche: ascol-tare la modernità e vivere nel presente, la relazione d’ascolto e l’approccio sistemico,ascoltare le emozioni, ascoltare il contesto: il cambiamento e la dimensione affetti-va/relazionale dei contesti di lavoro.

La seconda parte del laboratorio si svolgerà nella stessa sede mercoledì 10 e gio-vedì 11 maggio, per dare tempo a tutti i partecipanti al laboratorio di sperimentarenei propri quotidiani contesti di vita quanto assimilato nei primi quattro incontri.In queste due prossime occasioni ogni partecipante potrà condividere le proprie ri-flessioni sugli aspetti frutto della personale rielaborazione. Il laboratorio si ripeterànel prossimo futuro per consentire ad altri partecipanti l’occasione di avvicinarsi aduna tematica così importante.

Enrico Tutore

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Speciale Nuova Stagione8 • 2 aprile 2017

Uno studiodella FondazioneVisentini

Indipendentia 50 anni(dvdl) Se un giovane divent’anni nel 2004 haimpiegato 10 anni perraggiungere l’indipendenzaeconomica, nel 2020 neimpiegherà 18 (arrivandoquindi a 38 anni) e nel 2030addirittura 28: diventerebbe, insostanza, “grande” acinquant’anni. È quantoemerge in uno studio dellaFondazione Visentini.L’analisi parte dallaconsiderazione che laquestione del divariogenerazionale, come lepossibili soluzioni ad essoconnesse, chiama in causa iprincipi della solidarietà edell’uguaglianza sanciti dallaCostituzione: non è possibileinfatti - si legge nel rapporto -essere uguali di fronte allalegge se prima non vengonorimosse le condizioni didisuguaglianze cheimpediscono a tutti di fruirne.In questo quadro la ricerca sichiede se si può parlare, per i“millennials”, i nati alla finedel secolo scorso, di“generazione perduta”,appellativo che fu inprecedenza attribuito ai lorogenitori. La risposta è no, mail rischio di una deriva è moltoelevato e gli oneri per usciredall’impasse gravano,attualmente, sui direttiinteressati. Questi crescono inuna società costruita e gestitaa misura delle generazionimature, che preclude aigiovani anche la visione, lasperanza e l’aspettativa stessadi un benessere futuro: unasocietà dominata dai “babyboomers” che hanno goduto diuna confortevole gioventù eche oggi approdano a unaconfortevole vecchiaia da“silver boomers”.Le prospettive, delineate dauno specifico “Indicatore diDivario Generazionale”,impongono una riflessionestrutturata sulle misure dicontrasto, nel quadro di unvero e proprio patto tragenerazioni. Secondo ilrapporto, è necessario unintervento per fronteggiarequella che appare come una“emergenza generazionale”. Lafondazione Visentini proponeun «eccezionale sforzosolidaristico nell’ambito unintervento organico esistematico che ponga laquestione giovanile al centrodell’attenzione politica»,proponendo unarimodulazionedell’imposizione fiscale confunzione redistributiva e uncontributo solidaristico daparte delle generazioni chegodono di pensioni piùgenerose.

Videomessaggio del Santo Padre Francesco ai giovani di tutto il mon e alcune parole rivolte ai cresimand

Intelletto, cuore e m Cari giovani,

con il ricordo pieno di vita del nostro in-contro alla, ci siamo messi in camminoverso la prossima meta che, se Dio vorrà,sarà Panama nel 2019. Per me sono moltoimportanti questi momenti di incontro edialogo con voi, e ho voluto che questo iti-nerario si facesse in sintonia con la prepa-razione del prossimo Sinodo dei Vescovi,che è dedicato a voi giovani.

In questo cammino ci accompagna no-stra Madre, la Vergine Maria, e ci animacon la sua fede, la stessa fede che lei espri-me nel suo canto di lode. Maria dice:«Grandi cose ha fatto per me l’On -nipotente»(Lc1,49). Lei sa rendere grazie aDio, che ha guardato la sua piccolezza, ericonosce le grandi cose che Egli realizzanella sua vita; e si mette in viaggio per in-contrare sua cugina Elisabetta, anziana ebisognosa della sua vicinanza. Non restachiusa a casa, perché non è una giovane-divano che cerca di starsene comoda e alsicuro senza che nessuno le dia fastidio. Èmossa dalla fede, perché la fede è il cuoredi tutta la storia di nostra Madre.

Cari giovani, anche Dio vi guarda e vichiama, e quando lo fa vede tutto l’amoreche siete capaci di offrire. Come la giovanedi Nazareth, potete migliorare il mondo,per lasciare un’impronta che segni la sto-ria, quella vostra e di molti altri. La Chiesae la società hanno bisogno di voi. Con il vo-stro approccio, con il coraggio che avete,con i vostri sogni e ideali, cadono i muridell’immobilismo e si aprono strade che ciportano a un mondo migliore, più giusto,meno crudele e più umano.

Durante questo cammino, vi incorag-gio a coltivare una relazione di familiaritàe amicizia con la Vergine santa. È nostraMadre. Parlatele come a una Madre. Conlei, rendete grazie per il dono prezioso del-la fede che avete ricevuto dai vostri ante-nati, e affidate a lei tutta la vostra vita.Come una buona Madre vi ascolta, vi ab-braccia, vi vuole bene, cammina con voi.Vi assicuro che se lo farete non ve ne pen-tirete.

Buon pellegrinaggio verso la GiornataMondiale della Gioventù del 2019. CheDio vi benedica.

Grandi cose ha fatto in mel’Onnipotente

di Pasquale Incoronato*

“Desidero che ci sia una grande sintoniatra il percorso verso la Gmg di Panama e ilcammino sinodale”. È quanto scrive il Papa,nel messaggio per la prossima Giornatamondiale della gioventù, che quest’anno sisvolge a livello diocesano il 9 aprile 2017 sultema: “Grandi cose ha fatto in mel’Onnipotente” (Lc 1,49).

“Nell’ottobre del 2018 la Chiesa celebrerà ilSinodo dei Vescovi sul tema: I giovani, la fedee il discernimento vocazionale”, ricordaFrancesco: “Ci interrogheremo su come voigiovani vivete l’esperienza della fede in mezzoalle sfide del nostro tempo. E affronteremo an-che la questione di come possiate maturare unprogetto di vita, discernendo la vostra vocazio-ne, intesa in senso ampio, vale a dire al matri-monio, nell’ambito laicale e professionale, op-pure alla vita consacrata e al sacerdozio”.

Il Papa esordisce citando il “meravigliosoincontro” a Cracovia, “dove abbiamo cele-brato insieme la XXXI Giornata mondialedella gioventù e il Giubileo dei giovani, nelcontesto dell’Anno Santo dellaMisericordia”: “Ci siamo lasciati guidare dasan Giovanni Paolo II e santa FaustinaKowalska, apostoli della divina misericor-dia, per dare una risposta concreta alle sfidedel nostro tempo”, annota. “Abbiamo vissutouna forte esperienza di fraternità e di gioia, eabbiamo dato al mondo un segno di speran-za”, prosegue Francesco: “Le bandiere e lelingue diverse non erano motivo di contesa edivisione, ma occasione per aprire le portedei cuori, per costruire ponti”.

Dopo Cracovia 2016, Panama 2019 (dal22 al 27 gennaio 2019), ricorda il Papa: ilnuovo tratto dell’itinerario di preparazione,al cui centro c’è la figura di Maria, “si ricolle-ga al precedente, che era centrato sulleBeatitudini, ma ci spinge ad andare avanti”.

Vorrei proporre una sintesi a partire daipunti cardini del messaggio: il primo è

“Il nostro tempo non ha bisogno di “giovani-divano”, dove Papa Francesco invita i giovani aprendere sul serio l’unica vita che hanno, senzafarsi scoraggiare dalle difficoltà del nostro tem-po e a reagire alla pigrizia e alla noia; il secondopunto è il centro del messaggio con la frase diMaria nel Magnificat: “Grandi cose ha fatto perme l’Onnipotente”. Papa Francesco propone lagrande figura di Maria che come giovane ragaz-za ha detto di si al progetto di Dio per la sua vita.Ha avuto fiducia in Lui, lasciando la propria casae le proprie sicurezze, correndo per la strade del-la Palestina per mettersi al servizio di Elisabetta.

Altro elemento essenziale del messaggio è“Essere giovani non vuol dire essere disconnessidal passato”. Con questa frase il Papa vuole invi-tare i giovani a non essere superficiali e lontanidalla memoria da cui provengono. “La nostrastoria personale si inserisce in una lunga scia, inun cammino comunitario che ci ha precedutonei secoli”, dice il Papa.

Non si può costruire un futuro sereno e felicese non radicato in un passato fatto di esperienzae di ricordi che aiutano a formare la propriaidentità. Propria Maria è colei che ha conservato

nel suo cuore custodendo i ricordi e le immaginidella vita insieme a Gesù. Custodire e meditareoggi vuole dire che ognuno può fare memoriaogni giorno degli avvenimenti della propria vita,per discernere ciò per cui bisogna ringraziare, eciò per cui invece è necessario chiedere perdono,e a Chi affidarsi. “La vera esperienza di Chiesa –sottolinea il Papa - non è come un flashmob, incui ci si dà appuntamento, si realizza una perfor-mance e poi ognuno va per la sua strada.

La Chiesa porta in sé una lunga tradizione,che si tramanda di generazione in generazione,arricchendosi al tempo stesso dell’esperienza diogni singolo”.

Solo così si crea un circuito virtuoso tra la vi-ta, la fede e la costruzione della propria felicità evocazione. “I programmi in tv - ha detto il Papa -sono pieni di cosiddetti reality show, ma non so-no storie reali, sono solo minuti che scorrono da-vanti a una telecamera, in cui i personaggi vivo-no alla giornata, senza un progetto. Non fatevifuorviare da questa falsa immagine della realtà!Siate protagonisti della vostra storia, decidete ilvostro futuro!”.

* Direttore Ufficio Pastorale Giovanile

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SpecialeNuova Stagione 2 aprile 2017 • 9

Nuova iniziativadi “Telefono azzurro”

A provadi bullo(dvdl) Si intitola “A prova dibullo – La Guida per i genitoriper informarsi bene e agire almeglio” il booklet che TelefonoAzzurro mette a disposizionegratuitamente sul sitoazzurro.it per aiutare i genitori“all’individuazione deglielementi distintivi checaratterizzano il bullismo”.Nelle pagine sono elencati unaserie di consigli per i genitoridei bulli a cui viene suggeritodi spiegare “con tranquillità avostro figlio che quello che stafacendo è scorretto, che è ilsuo comportamento, non luiin sé, che va condannato ecorretto”. Inoltre si invita adiscutere “con vostro figlio deisegnali e delle conseguenze delbullismo” chiedendogli “comesi sentirebbe se dovesse subirelo stesso trattamento da partedi altri”. In caso dimanifestazioni di bullismo,Telefono Azzurro suggerisce aigenitori di condividere “levostre preoccupazioni con lascuola”, di segnalate “il bulload un insegnante o al dirigentescolastico”. Inoltre, neiconfronti del proprio figlio,bisogna dirgli “di non reagire”perché “è esattamente quellosu cui il bullo conta”. Vannopoi raccolte “più informazionipossibile riguardo a quantoavviene e al bullo, così dapoter esaminare al meglio lasituazione”. In ogni caso èbene cercare aiuto,rivolgendosi a persone terze:“in questi casi, l’aiuto di unopsicoterapeuta esperto puòessere prezioso”. Poi è beneincoraggiare “vostro figlio asviluppare amicizie al di fuoridella sfera scolastica”coltivando “le propriecompetenze affettive e socio-relazionali”. “Se l’aggressioneassume caratteristiche piùgravi e allarmanti, non esitatea rivolgervi alle autorità localidi Polizia”, si legge in “A provadi bullo”, nel quale si invita apartecipare alle attivitàscolastiche volte a contrastareil bullismo. “Le segnalazioni diepisodi di bullismo ecyberbullismo riguardano il10% delle richieste di aiutorivolte a Telefono Azzurro eprovengono – si legge in unanota per la maggior parte dalNord (il 46%), il 31% dal Sude Isole, dal Centro il 23%”.“Addirittura il 35% deglistudenti – aggiungono –dichiara di essere stato oggettodi bullismo psicologico ascuola”.

ndo in occasione della prossima Giornata Mondiale della Gioventù di nel suo recente viaggio a Milano

mani… per educareCari ragazzi,

Io consiglierei un’educazione basatasul pensare-sentire-fare, cioè un’educa-zione con l’intelletto, con il cuore e con lemani, i tre linguaggi. Educare all’armoniadei tre linguaggi, al punto che i giovani, iragazzi, le ragazze possano pensare quelloche sentono e fanno, sentire quello chepensano e fanno e fare quello che pensanoe sentono. Non separare le tre cose, matutt’e tre insieme. Non educare soltantol’intelletto: questo è dare nozioni intellet-tuali, che sono importanti, ma senza ilcuore e senza le mani non serve, non serve.Dev’essere armonica, l’educazione. Ma sipuò dire anche: educare con i contenuti, leidee, con gli atteggiamenti della vita e coni valori. Si può dire anche così. Ma maieducare soltanto, per esempio, con le no-zioni, le idee. No. Anche il cuore deve cre-scere nell’educazione; e anche il “fare”,l’atteggiamento, il modo di comportarsinella vita.

Un buon maestro, educatore o allena-tore sa stimolare le buone qualità dei suoiallievi e non trascurare le altre. E lì si dà

quel fenomeno pedagogico che si chiama-transfert: facendo bene e piacevolmenteuna cosa, il beneficio si trasferisce all’al-tra. Cercare dove do più responsabilità,dove più gli piace, e lui andrà bene. E sem-pre va bene stimolarli, ma i bambini han-no anche bisogno di divertirsi e di dormi-re. Educare soltanto, senza lo spazio dellagratuità non va bene.

C’è un fenomeno brutto in questi tem-pi, che mi preoccupa, nell’educazione: il-bullying. Nella vostra scuola, nel vostroquartiere, c’è qualcuno o qualcuna delquale o della quale voi vi fate beffa, che voiprendete in giro perché ha quel difetto,perché è grosso, perché è magro, per que-sto, per quest’altro? Pensateci. E a voi pia-ce fargli provare vergogna e anche pic-chiarli per questo? Pensateci. Questo sichiamabullying. Per favore, per il sacra-mento della Santa Cresima, fate la pro-messa al Signore di non fare mai questo emai permettere che si faccia nel vostro col-legio, nella vostra scuola, nel vostro quar-tiere. Capito?

Papa Francesco

A Barcellona 275 delegati delle 37 Conferenze episcopali d’Europa per prepararsial Sinodo dei Vescovi che Papa Francesco ha deciso di dedicare ai giovani

I giovani sono il futuro dell’Europa

I giovani e il loro desiderio di essere felici edi trovare “l’amore per sempre”. I giovani e lapaura di rimanere soli. I giovani e il senso dellavita, Dio e i sogni. I giovani e la Chiesa, una “isti-tuzione che ha paura di rischiare, tentare stra-de nuove”, che “deve tornare alle radici delVangelo” e farsi “prossima alla gente, come dicepapa Francesco”.

“Camminava con loro. Accompagnare i gio-vani a rispondere liberamente alla chiamata diCristo” è il titolo dell’incontro che si è svolto aBarcellona in Spagna e al quale hanno parteci-pato 275 delegati delle 37 Conferenze episcopa-li d’Europa. Una 4 giorni di lavoro, confronto escambio di esperienze e “buone pratiche”. Cisono i delegati europei che lavorano in 5 ambitidi pastorale: scuola, università, catechesi, gio-vani, vocazione. Segno di una Chiesa che inEuropa vuole accompagnare i giovani in tuttele fasi della loro vita.

È la prima volta che si realizza un simile in-contro e la prospettiva è il Sinodo dei vescoviche papa Francesco ha deciso di dedicare ai gio-vani. Non un caso, dunque, se a seguire ilSimposio europeo a Barcellona c’è anche ilCardinale Lorenzo Baldisseri, segretario gene-rale del Sinodo dei vescovi.

È il papa a indicare ai partecipanti l’orizzon-te a cui puntare: «I giovani siano portatori con-vinti della gioia del Vangelo in tutti gli ambiti»,scrive in un messaggio. Il Simposio si svolge inun momento storico in cui l’Europa è alle presecon una forte crisi di identità. Stanco e invec-chiato, il nostro continente fa fatica a ritrovarele motivazioni di pace e di unità che sono alleorigini della sua storia.

«I giovani sono il futuro di questo continen-te antico ma non spento», ha ricordato ilCardinale Angelo Bagnasco, in qualità di presi-dente del Ccee . «L’Europa ha la prospettiva diuna nuova giovinezza, non di un’inevitabilevecchiaia - ha proseguito il cardinale, ma - il suosuccesso dipenderà dalla volontà di lavorareancora una volta insieme e dalla voglia di scom-mettere sul futuro e scommettere sul futuro si-gnifica aiutare i giovani ad aver fiducia, a cre-dere nell’Unione europea e, ancora prima, nel-l’identità del continente. Crederci fortemente,con realismo e con speranza, poiché siete voi ipiù veri protagonisti di questo cammino e dellamissione che ha l’Europa».

Ma chi sono i giovani che a Barcellona sonoal centro di dibattiti e riflessioni? Il cardinaleVincent Nichols, arcivescovo di Westminster,

usa un termine inglese per definirli: parla di “nowhere people”, giovani che non sanno dove an-dare, che guardano al futuro con un profondis-simo senso di “incertezza”. Ma l’Europa dei gio-vani è anche l‘Europa dei migranti. Del nostrocontinente fanno parte anche tutti quei giovaniche l’attraversano in cerca di un futuro miglio-re, fuggendo da Paesi in guerra e in estrema po-vertà. E tra loro ci sono anche le “migliaia dibambini non accompagnati” che cadono spes-so nella oscura rete del “traffico degli esseriumani”. «Non pretendiamo certo che il Vangelopossa dare risposte politiche a queste doman-de», ha detto il Cardinale Nichols. Ma la Chiesanon si tira indietro.

La grande sfida, ha detto il Car di na -le Antonio Canizares Llovera, arcivescovo diValencia, è far scoprire ai giovani che «vale lapena essere Chiesa.

Devono percepire che li amiamo e abbiamofiducia in loro, devono sentirsi i benvenuti, chela Chiesa li vuole, li accoglie, ha fiducia in loro,crede che i giovani possono costruire il mondodel nuovo millennio. Devono sentire che sonola speranza del mondo e la speranza dellaChiesa».

Doriano Vincenzo De Luca

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Attualità Nuova Stagione10 • 2 aprile 2017

La giornata della memoria e dell’impegno a Portici

diGiorgio A. Pisano

La ventiduesima giornata della memo-ria e dell’impegno contro le mafie èstata organizzata quest’anno dall’as-

sociazione “Libera. Nomi e numeri controle mafie”, a Locri in provincia di ReggioCalabria.

Questa specialissima giornata, celebra-ta ogni anno, il primo giorno di primavera,simbolo di rinascita, è stata riconosciutadallo Stato quale evento nazionale per farememoria delle vittime delle mafie ed impe-gnarsi per affermare un senso rinnovato digiustizia e di cittadinanza e sconfiggere lapervasività delle mafie.

All’indomani dell’evento nazionale, cisiamo ritrovati in tanti per un cammino enon per fare “una marcia”, nel cuore dellacittà di Portici, per vivere un bel momentodi gioia, di condivisione, di speranza e di te-stimonianza:

- di gioia perché abbiamo attraversatouna parte della città al suon di musica gra-zie alla partecipazione della banda musica-le della scuola penitenziaria di Portici;

- di condivisione perché circa cinque-cento alunni degli istituti comprensivi DaVinci - Comes e Santagata - V C.D., apparte-nenti al territorio parrocchiale del SacroCuore di Gesù, hanno contribuito al temariguardante la città con disegni significati-vi. I disegni sono a tutt’oggi esposti per stra-da, lungo il Viale Leonardo da Vinci;

- di speranza perché hanno partecipatoalla manifestazione cittadini di Portici,dell’associazionismo apartitico, assieme airappresentanti delle forze dell’ordine, ad al-cuni presbiteri della città, ai rappresentantidelle Chiese evangeliche e riformate dellacittà, ai rappresentanti della Parrocchia delSacro Cuore di Gesù e di altre Comunità,dell’Associazione antiusura don PinoPuglisi, dell’Associazione dei commercian-ti antiracket Panunzio, dell’AssociazioneMethér Ghé (G.A.S. gruppo di acquisto so-lidale), del Centro Giovani Agorà, delComitato dei Beni Comuni: don ToninoBello, della Comunità Scout Portici IV, deiGiovani Comunità Anima.

- di testimonianza perché ha partecipatoall’evento Nicola Barbato, il poliziotto dellaSquadra Mobile di Napoli gravemente feri-to durante una operazione antiracket il 24settembre 2015 a Fuorigrotta (Napoli),Medaglia d’Oro al Valore Civile.

“Camminando per la giustizia e la pace”:

ecco il senso della nostra manifestazioneche si è snodata lungo l’intero asse viariomercatale. Sono stati distribuiti volantinida parte dell’associazione G. Panunzio, persensibilizzare i commercianti e le personedi buona volontà a denunciare racket edusura che imperversano sul nostro territo-rio.

In piazza San Ciro, davanti alla Chiesadel patrono, forte e, allo stesso tempo, tre-molante è risuonata la voce di alcuni ragaz-zi che leggevano i “Nove consigli scomodicontro le mafie”: potenti messaggi venutifuori da un movimento di popolo chiamato“Comitato dei lenzuoli”, nato a Palermo nel1992, all’indomani dell’uccisione dei giudi-ci Falcone e Borsellino. Allora una città in-tera si sollevava e protestava contro la vio-lenza omicida delle mafie, esponendo len-zuoli bianchi ai balconi delle proprie case.

Ecco i primi due consigli scomodi:“Impariamo a fare fino in fondo il nostro do-

zia e la pace” non è tanto un evento fine a sestesso ma, piuttosto, una nuova forma dipastorale territoriale o “in uscita” verso co-loro che non vivono più la dimensione dellafede cristiana e hanno un grande bisogno disperare.

La città è un luogo teologico in cui “fareincarnazione” e nel quale attuare nuove for-me di pastorale e, tra queste, la “pastoraleper la giustizia e la pace”.

Le nostre Città spesso diventano luogodi contraddizione, di isolamento, di corru-zione, e, a volte, di menefreghismo e di vio-lenza. Ma sono anche il luogo in cui si sco-pre la solidarietà, l’impegno al servizio de-gli altri, il volontariato disinteressato, lafraternità e il dono dell’amicizia per “co-struire ponti e non muri”.

La città, il municipio, è il luogo di appar-tenenza, per eccellenza, per coltivare i benicomuni (l’acqua, l’aria, il verde, i monu-menti, le ville, le scuole…), presupposto pervivere pacificamente e aiutare a crescere legenerazioni dei bambini e dei giovani. Essaè come un organismo vivente in cui, ognicosa ha, nel bene o nel male, una ripercus-sione nel tutto.

Occorre “capire la città”, accoglierla, di-fenderla, rispettarla e liberarla da violenze,ingiustizie, corruzione che, da qualsiasiparte provengano, sono espressione di unamentalità che genera disoccupazione,clientelismo, disfattismo quindi morte.Custodiamo la città perché noi ne siamo gliamministratori, a partire dai piccoli aspettidella vita di ogni giorno, in famiglia, nelcondominio, a scuola, per strada come al-trove.

Occorre sviluppare e ideare nuove ed ar-moniche forme di pastorale inter-parroc-chiale che aiutino a superare quelle ance-strali vissute all’ombra di un campanile,che spesso possono diventare frammentatee disarticolate.

Le questioni bioetiche interpellano la Chiesadi Giuseppe Buono*

L’attenzione del presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Cardinale AngeloBagnasco, nella prolusione con cui, lo scorso 20 marzo, si è aperta a Roma la sessione pri-maverile del Consiglio episcopale permanente della Cei, è andata anche sulla legge sul finevita, in esame del Parlamento italiano, definita «lontana da un’impostazione personalisticaè, piuttosto, radicalmente individualistica, adatta a un individuo che si interpreta a prescinderedalle relazioni, padrone assoluto di una vita che non si è dato». In questo senso, «la morte nondeve essere dilazionata tramite l’accanimento, ma neppure anticipata con l’eutanasia: il malatodeve essere accompagnato con le cure, la costante vicinanza e l’amore».

Dall’altra parte le sorprese con Francesco sono sempre dietro l’angolo. Quando meno tel’aspetti, ecco che Bergoglio parla di questioni bioetiche. Ma lo fa non in una celebrazionesolenne a San Pietro né in una delle omelie del mattino a Santa Marta ma per l’occasionedella “Giornata per la vita” che si celebrerà in Irlanda, Scozia, Inghilterra e Galles il prossimo28 luglio. Ed è ai cattolici di quelle terre che il Papa ricorda l’importanza di «difendere la vitadal concepimento fino alla morte naturale» e per tutelare «i più deboli e i più vulnerabili, i ma-lati, gli anziani, i non nati e i poveri perché anche loro sono capolavori della creazione di Dio,fatti a sua immagine, destinati a vivere per sempre e meritevoli della massima riverenza e ri-spetto». Il testo si conclude con una preghiera affinché la Giornata «contribuisca ad assicu-rare che la vita umana riceva sempre la protezione che le è dovuta».

Cominciamo con il caso del suicidio assistito di Dj Fabo, avvenuta in una clinica svizzeradi Zurigo e che tante polemiche ha acceso e continua a suscitare nella coscienza di tutti, so-prattutto dei cattolici. Purtroppo, come sempre, pochi si sono fermati a riflettere sulla realtàin sé dell’eutanasia e sui risvolti morali e sociali del problema. Tentiamo di farlo noi ancheper offrire un ulteriore contributo culturale e morale ai lettori.Eutanasia è una parola grecache significa letteralmente “bella morte”. Nell’antichità classica significava la bella morteche competeva all’uomo saggio, soprattutto nel contesto della filosofia stoica. Nella civiltàromana prevale il principio ribadito da Cicerone della indisponibilità della vita. Nella tradi-zione religiosa ebraico-cristiana prevale l’assolutezza del comando divino valido in ogni luo-go e in ogni tempo: “non ucciderai”; nella pratica cristiana è sempre importante prepararsi,soprattutto spiritualmente, a una buona morte. Nel ventesimo secolo, con l’evoluzione dellescienze, l’eutanasia significò l’intervento del medico per rendere più dolce la morte lenendole sofferenze del malato; vi era compresa la possibilità di affrettare il momento della morte.Oggi per eutanasia si intende «ogni azione od omissione compiuta per sopprimere la vita diun malato inguaribile o terminale, di un anziano, di un soggetto malformato o portatore di han-dicap al fine di evitargli sofferenze fisiche e psichiche». In senso stretto oggi si parla di euta-nasia come di «suicidio volontario medicalmente assistito».

Oggi si fa sempre più strada una mentalità eutanasica che, sull’onda dell’esaltazione degliaspetti edonistici e utilitaristici dell’esistenza, diffonde un profondo senso di angoscia da-vanti ai limiti dell’esistenza umana quali il dolore, la decadenza, la morte. Addirittura nel

1974 il premio Nobel Jacques Monod e altri scienziati di fama firmarono un “Manifestosull’eutanasia” dove affermavano che «è immorale accettare o imporre la sofferenza»: l’euta-nasia diventava così non solo un diritto civile ma un dovere morale.

Contro questa cultura secolarizzata, contro l’eutanasia come principio e come prassi, sioppone il principio della sacralità della vita, che è un bene in sé ed è indisponibile da partedella persona per ragioni morali, religiose e sociali. Per la Chiesa Cattolica «nessuno può at-tentare alla vita di un uomo innocente senza opporsi all’amore di Dio per lui, senza violare undiritto fondamentale, inammissibile e inalienabile, senza commettere, perciò, un crimine diestrema gravità». L’atto eutanasico è mostruoso perché l’eutanasia contraddice radicalmen-te il fondamentale, intangibile, irrinunciabile valore della vita umana, quale realtà sacra. Perquesti motivi è eticamente inaccettabile ogni forma di eutanasia, sia attiva che passiva, siavolontaria che involontaria. Il magistero della Chiesa si è espresso in modo chiaro con la“Dichiarazione sull’eutanasia” del maggio 1980 e con solennità nell’enciclica “Evangeliumvitae” dove Giovanni Paolo II afferma: «In conformità con il Magistero dei miei predecessorie in comunione con i Vescovi della Chiesa cattolica, confermo che l’eutanasia è una grave vio-lazione della legge di Dio, in quanto uccisione deliberata moralmente inaccettabile di una per-sona umana: Tale dottrina è fondata sulla legge naturale e sulla Parola di Dio scritta, è trasmes-sa dalla Tradizione della Chiesa e insegnata dal Magistero ordinario e universale. Niente e nes-suno può autorizzare l’uccisione di un essere umano innocente, feto o embrione che sia, bam-bino o adulto, vecchio o ammalato, incurabile o agonizzante. Nessuno, inoltre, può chiederequesto gesto omicida per se stesso o per un altro affidato alla sua responsabilità, né può accon-sentirvi esplicitamente o implicitamente; Nessuna autorità può legittimamente imporlo né per-metterlo. Si tratta, infatti, della violazione della legge divina, di un’offesa alla dignità della per-sona umana, di un crimine contro la vita, di un attentato contro l’umanità».

Benedetto XVI non ha lasciato occasione per ribadire con forza e passione che «la vitaumana è sacra e per questo indisponibile, dall’istante del concepimento fino all’ultimo istantedi vita». Papa Francesco interviene sempre con passione in difesa della vita. Interpellato sultestamento biologico, mons. Rino Fisichella, Presidente della Pontificia Accademia dellaVita, ha affermato che «l’esistenza è finalizzata alla vita, quindi la richiesta di mettere fine allapropria vita non è una manifestazione di libertà. Ogni ordinamento giuridico dovrebbe esserefatto per difendere la vita, non per concedere il diritto alla morte: d’altra parte il nostro codicepenale condanna il suicidio». Lo scorso 2 marzo, il Cardinale Pietro Parolin, Segretario diStato vaticano, durante un convegno a Firenze sulla formazione del clero, ha precisato chela Chiesa è contraddistinta da un atteggiamento di ascolto e di rispetto per tutti, ma ha il do-vere morale di affermare la verità sull’uomo, anche a costo di essere criticata. Riguardo allegrandi questioni bioetiche la Chiesa, proprio perché fedele al Vangelo, «se dice dei No è per-ché ha dei Sì più grandi».

*Docente di Bioetica e membro del Centro Interuniversitario di Ricerca Bioetica

vere, impariamo a rivendicare i nostri diritti,a non mendicarli come favori…Impariamo aconsiderare nostri i Beni e i servizi pubblici,dall’autobus al verde, dalla strada al monu-mento; solo così ne arresteremo il degrado eli difenderemo dall’incuria e dall’abuso ma-fioso… A casa: educhiamo i bambini alla de-mocrazia, contro ogni violenza, insegniamoil rispetto delle leggi e la solidarietà verso i di-versi e i deboli di ogni razza, religione e cultu-ra…”.

Mentre il messaggio di liberazione e disperanza si diffondeva, altri gli studentimostravano i loro bellissimi e colorati dise-gni della speranza e del riscatto.

La testimonianza del poliziotto NicolaBarbato ha lasciato un segno profondo nelcuore di tutti. C’è stato un momento digrande silenzio, sembrava che anche le pie-tre ascoltassero ed assorbissero le paroleche affidava ai ragazzi, agli insegnanti, agliuomini e donne di buona volontà: “Cariamici, il 24 settembre del 2015 stavo proteg-gendo a Fuorigrotta un commerciante cheaveva ricevuto richieste estorsive; ero in autodavanti al negozio di questo commerciante,quando improvvisamente e vigliaccamentesono stato colpito alle spalle…perché la ma-lavita è sempre vigliacca … ma è anche debo-le; sembra forte, ma non lo è! Sono rimastoparalizzato totalmente per lunghi mesi, ma laforza di vivere è stata più forte della camorra.Attraverso un impegnativo e sofferto cammi-no di riabilitazione, ho potuto, su questa se-dia a rotelle, attraversare con voi la città …difendendo quel commerciante, ho fatto soloil mio dovere...”.

Infine sulle gioiose note della banda mu-sicale della polizia penitenziaria, MimmoFilosa presidente dell’Unipam campana, hadonato ai ragazzi dei panini speciali con lascritta: ”Il pane del sudore della fronte.Cammino per la Giustizia e la Pace 2017”.

L’iniziativa ”Camminando per la giusti-

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CittàNuova Stagione 2 aprile 2017 • 11

Medici Cattolici

Boscia elettopresidente nazionaleFilippo Maria Boscia è statorieletto presidentedell’Associazione MediciCattolici Italiani nel corso del26esimo congresso nazionale adAscoli Piceno. Del nuovoconsiglio direttivo, per ilprossimo mandato, farannoparte anche i vicepresidentiFranco Balzaretti (nord Italia,confermato), Stefano Ojetti(centro Italia, nuovo), GiuseppeBattimelli (sud Italia,confermato), Vincenzo Saraceni(segretario nazionale), MauroPersiani (vicesegretario).Alla tre-giorni di incontri edibattiti, incentrata suambiente, medicina e salute,preceduta da una solennecelebrazione del card. PietroParolin, alla presenzadell’assistente ecclesiasticonazionale, il card. EdoardoMenichelli, sono intervenuti, tragli altri, mons. Carmine Arice, ilministro Beatrice Lorenzin,Cesare Mirabelli, GiovanniSerpelloni, Massimo Gandolfini,Gianluigi Gigli, VincenzoDefilippis, Giuseppe Acocella,Aldo Bova.“L’Amci si impegna a farequanto in suo potere per evitareche l’embrione umano vengatrasformato nell’ennesimoprodotto in un mondo dimercificazioni, per evitare che lefigure genitoriali venganoirresponsabilmente moltiplicatesenza alcun rispetto per losviluppo psicofisico delbambino, che il genoma subiscapericolose alterazioni oibridizzazioni - si legge nellamozione finale - La ricerca sulgenoma umano deve essereesclusivamente orientata alladiagnosi e alla terapia dellemalattie, ribadendo la radicale ecategorica opposizione a ognipratica di selezione eugenetica”.“Ogni pratica medica va portataa compimento in manieraresponsabile e rispettosa delladignità del paziente. L’Amci faappello ai colleghi affinché sidiffonda una cultura sana eponderata dell’alleanzaterapeutica, troppo spessosbilanciata sul pericolosoversante del paternalismopotestativo o sull’altrettantodannoso asservimento delmedico ai desideri dei suoiclienti”, è scritto ancora nellamozione.“Ci impegniamo perché i poverie i bisognosi non vivanoabbandonati a loro stessi, e chetutti i malati ottengano sempreil giusto conforto. A tal riguardo,confermiamo la ferma ecategorica opposizione neiconfronti dell’accanimentoterapeutico e delle praticheeutanasiche, considerate vera epropria violazione delgiuramento ippocratico”,conclude la nota.

Centro Pastorale Giovanile “Shekinà”

XXIV edizione per il Campo

di lavoro e solidarietàDai giovani, attraverso i giovani, a favore dei più bisognosi: è la sin-

tesi dell’evento “Week end di lavoro e solidarietà” che dal 31 marzo al 2aprile prossimi coinvolgerà molti quartieri della città Giunto alla sua24° edizione “il week end di lavoro e solidarietà” è una tre giorni dedi-cata alla raccolta di generi di prima necessità da distribuire in varie as-sociazioni benefiche presenti sul nostro territorio. Esperienza concretadi volontariato per i giovani, l’evento è organizzato dal centro di pasto-rale giovanile “Shekinà”, associazione ecclesiale che ha sede sulla colli-na del Vomero, in collaborazione con associazioni movimenti e parroc-chie del V decanato, e con il patrocinio delle Municipalità 3, 5, 8 e 10 delComune e dell’Arcidiocesi di Napoli.

I giovani di scuole Parrocchie e associazioni andranno nei palazzi epresidieranno i supermercati dei quartieri Vomero, Arenella,Camaldoli, Rione alto, Montesanto, zona Mercato, Bagnoli, per racco-gliere prodotti alimentari, materiale scolastico e igienico-sanitario, ali-menti e materiale per bambini, indumenti intimi nuovi e altro.

Saranno inoltre posizionati dei gazebo di raccolta in vari punti deiquartieri interessati dall’evento:

• Centro Pastorale Giovanile Shekinà;• Via Luca Giordano - interno isola pedonale;• Viale Campi Flegrei;• Piazza Medaglie d’Oro - angolo via Tino di Camaino;• Rione Alto - piazzetta Totò;• Viale Colli Aminei (prospiciente Oviesse);• Piazzetta Guantai ai Camaldoli• Asso.gio.ca. – Piazzetta Sant’Eligio• Montesanto – Piazza MontesantoTutto il materiale raccolto, nel pomeriggio di domenica 2 aprile, sarà

consegnato, presso il centro di pastorale giovanile, alle associazioni“Binario della Solidarietà”, “Mensa dei poveri di Padre Annibale”, casefamiglia “Agape”, “Regina Pacis”, “Crescere Insieme”, “NuovaEmmaus”, “Napul’è”, “Mille e una Favola”, “Casa di Tonia”, ai centri diaccoglienza per senza dimora “La Palma” e “La Tenda”, al progetto“Cuccioli d’aquila” in Albania e altri. Per info rivolgersi ai seguenti re-capiti:

Cpg Shekinà: 081.556.05.72 - 328.251.00.25. E- mail: [email protected]

Alla “Federico II” professori universitari e personalità del mondo giuridico sisono interrogati sull’origine sociale del fenomeno dei giovani che delinquono

Oltre gli stereotipiLo scorso 24 marzo alla Federico II profes-

sori universitari e personalità del mondo giu-ridico si sono interrogati sull’origine socialedel fenomeno dei giovani camorristi.Coordinatore dell’incontro LucianoBrancaccio del Dipartimento di ScienzeSociali in vico Monte della Pietà, dove si è svol-to il dibattito. Non una lectio magistralis, maun dialogo con i giovani, gli studenti del liceoscientifico “Labriola di Napoli, che hanno con-tribuito alla giornata, iniziata con la lettura diun racconto scritto da loro e alcuni interventi.

Superare i pregiudizi per addentrarsi nellasimbologia, nei linguaggi e nei riferimenti delmondo dei baby boss. Brancaccio, che è diret-tore del Laboratorio Interdisciplinare diRicerca su Mafie e Corruzioni, ha spiegato:«Non siamo in una situazione di emergenza perquanto riguarda i giovani camorristi. La mag-gior parte degli omicidi è ancora commessa daiboss storici.

L’allarme è piuttosto un altro: nuove famigliecamorriste si formano ogni giorno. Secondo ilrapporto presentato annualmente dallaDirezione Investigativa Antimafia alParlamento, sono 180 le famiglie criminali aNapoli, un numero ben oltre quello di ReggioCalabria, dove i clan della ‘ndrangheta sono cir-ca 120. A Catania, infine, i nuclei della mafia so-no addirittura meno di 20». Cifre aggiornate al2015, che fanno tuttora scalpore.

Pur senza sminuire il fenomeno attuale, hapoi aggiunto: «Già negli anni Settanta e Ottantai giornali parlavano della frammentazione dellacamorra e del ruolo dei giovani. AndreaGiuliano, attualmente collaboratore di giusti-zia, mi raccontò di aver compiuto il primo omi-cidio a soli 20 anni». Un clan, il suo, con quat-tro generazioni di criminali, estese anche oriz-zontalmente: «Andrea ha 11 fratelli – ha sotto-lineato Brancaccio – così anche il padre e il non-no».

A seguire l’intervento di Monica Amirante,magistrato di sorveglianza del Tribunale diNapoli, che ha approfondito il tema: «Oggi, asoli 17 anni, i giovani camorristi non sono piùcoinvolti esclusivamente in omicidi e spaccio,ma si propongono come capi della criminalitàorganizzata».

Dalle esperienze raccolte a Poggioreale ri-corda che gli attuali detenuti adulti racconta-no che da ragazzi erano confusi e senza riferi-mento. Di esperienza sul campo ha parlato an-che Carlo Morelli, direttore del coro giovaniledel San Carlo, nato nel 2012. «Per il nostro pri-mo concerto, nel giugno di quell’anno – ha rac-contato – scegliemmo la casa circondariale diNisida. Una mattinata bellissima, da cui poi èseguito il mio impegno come operatore nei car-ceri di Nisida e Poggioreale. Ho individuato inquesti anni molti giovani con spiccato senso rit-mico. Non tutti sono talenti, ma la musica è perloro, come per tutti, un’occasione di introspe-zione e conoscenza».

“Uno strumento musicale al posto di un’ar-

ma” è la proposta avanzata di Morelli, che haspiegato che le gesta della camorra sono peròesaltate in un particolare genere di musica,quella neomelodica.

I giovani camorristi la ascoltano e se ne fan-no un vanto. «Ogni clan finanzia un cantanteneomelodico» aggiunge Morelli, invitando ipresenti, soprattutto gli studenti, a farsi porta-tori della bellezza della vera musica, che deveessere pregnante nella società.

Presente all’incontro anche PasqualeSabbatino che al Dipartimento di StudiUmanistici studia la camorra tra cinema, tea-tro e letteratura. “I giovani camorristi e lacittà” rientra nell’ambito della rassegna F2Cultura, un programma rivolto alla cittadi-nanza e in particolare alle scuole superiori, co-me ha precisato Andrea Mazzucchi, vice presi-dente della Scuola di Scienze Umane e Socialidella Federico II, nel portare i saluti istituzio-nali del Rettore dell’Ateneo, Gaetano Manfredie del Prorettore Arturo De Vivo.

Emanuele La Veglia

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Vita Diocesana Nuova Stagione12 • 2 aprile 2017

Associazione “I Sedili di Napoli”

Le “AnimePezzentelle”Non è difficile notare nei vicolidel Centro Antico di Napoli,incassati nei muri delle vecchiecase, quelle curiose piccole“nicchie” che, protette da unvetro, espongono figurine interracotta policroma di personein parte avvolte dalle fiamme. Èl’antica forma devozionale delpopolo napoletano verso leanime dei propri cari defunti.Sono messe lì, esposte alla pietàpopolare per chiedere unapreghiera che possa contribuirealla salvezza delle loro Anime.La tradizione risale alla venuta aNapoli di San Gaetano Thiene;una tradizione che si esteseanche all’Arte Presepiale dove irimandi alle “Anime Pezzentelle”non sono però evidenti a tutti.Di questo se ne parla sabato 1aprile, alle ore 11.30, presso ilsuggestivo refettorio dellosplendido ma ancora pococonosciuto complessomonumentale del Monasterodelle Trentatrè, con ingresso davia Armanni, 16 (DecumanoSuperiore-Anticaglia).Nel corso dell’incontro,introdotta da Cristina Salvio,sarà presentata unapubblicazione della EditriceDomenicana Italiana, a cura delPresidente dell’associazione“Sedili di Napoli”, GiuseppeSerroni e di Giuseppe Piccinno,dal titolo: “Fate bbene all’animed’o Priatorio” e dedicata proprioal Culto dei Morti nel Presepiotradizionale napoletano. Lapresentazione sarà precedutadalla proiezione di un docu-filmsull’artigianato di qualitànapoletano attraverso alcuneinterviste agli artigiani storicidel Centro Antico. Il video,interamente registrato neiDecumani di Napoli, è statorealizzato dall’Associazione“IlVaporetto.com”.Contestualmente, nel corso dellagiornata, a cura del Centro Studisulla Canzone Napoletanadell’Associazione I Sedili diNapoli, sarà possibile visitareuna mostra fotografica sui“Cantori di Napoli” e sipotranno visionare documentiinediti e rari spartitiottocenteschi. L’iniziativarientra nell’ambito di una piùvasta manifestazione culturaledal titolo: “Una visita per tutti, iltour culturale che fa bene allasalute” che vede le Associazioniculturali del Centro Storico diNapoli: “Loro di Napoli”; “SireCoop”; “Megaride”; “VivereNapoli”; “I Sedili di Napoli”;“l’Atrio delle Trentatrè”;“Legambiente” e “CuriosityTour” impegnate insieme asostegno della campagna diraccolta fondi “Prima la salute –un ecografo per il Centro MedicoGratuito” dell’Associazione SistoRiario Sforza. La manifestazionedel 1° aprile si articolerà in visiteguidate in diversi siti ed ilricavato sarà interamentedevoluto per contribuireall’acquisto dell’attrezzaturanecessaria per il Centro Medicoche presta assistenza sanitariagratuita agli indigenti della Cittàgrazie all’impegno volontario dimedici di ogni specializzazione.

Al Museo Diocesano la mostra “I Salvator Mundi” prorogata al 30 aprile

Esposizione straordinaria dell’autoritratto di Leonardo da Vinci

La mostra di Leonardo a Donnaregina al Museo Diocesano diNapoli si arricchisce di un nuovo e prezioso elemento: la TavolaLucana. Un dipinto su tavola raffigurante un ritratto di Leonardo daVinci, ritrovato nel 2009 ed attribuito al maestro. L’opera si presen-terà al grande pubblico appena restaurata, un lavoro di consolida-mento del film pittorico magistralmente condotto dal professorGiancarlo Napoli e dalla sua équipe. Il dipinto, al di là della sua enig-matica attribuzione, risolve, dopo circa cinque secoli, la problema-tica sul riconoscimento delle fattezze di Leonardo, ed insieme al ri-tratto di profilo conservato a Windsor Castle, si riconosce quale veraed affidabile testimonianza di una ripresa da vivo del maestro. Ladatazione, determinata da un folto protocollo di studi scientificiprodotti dai centri universitari di ricerca campani, colloca questo di-pinto a cavallo tra Quattro e Cinquecento, offrendo agli studi e algrande pubblico un prezioso argomento sulle vicende artistiche delMaestro ed i suoi esercizi figurativi intorno ai cosiddetti ‘ritratti dispalla’.

La mostra Leonardo a Donnaregina – I Salvator Mundi, grazie al-la grande accoglienza del pubblico al Museo Diocesano di Napoli,diretto da Don Adolfo Russo, è stata prorogata fino a domenica 30aprile.

Dopo circa trentaquattro anni, dalla celebre mostra diCapodimonte su Leonardo e il leonardismo a Napoli e a Roma,Napoli si presenta al centro del dibattito degli studi vinciani, attra-verso la esposizione della famosissima tavola col Salvator Mundi (excollezione del Marchese De Ganay), capolavoro del maestro di Vincie della sua bottega, ed altri dipinti del suo affascinate atelier, comeil Cristo Benedicente, del Complesso Monumentale di SanDomenico Maggiore, per la prima volta presentato con una attribu-zione al pittore messinese Girolamo Alibrandi; ancora sullo stessofilone iconografico, sarà presentata anche la tavola col Cristo fan-ciullo del Salaì, il giovane e controverso collaboratore di Leonardo,accompagnata da diversi lavori di pittura di allievi leonardeschi co-me Marco d’Oggiono. In esposizione anche tre preziosi fondi grafici:il Codice Corazza (1640 circa), proveniente dalla BibliotecaNazionale di Napoli, il Codice Fridericiano, custodito presso laBiblioteca di Area Umanistica dell’Università Federico II, e il testoNapoli antica e moderna, datato al 1815, redatto dall’AbateDomenico Romanelli.

La mostra vede l’ideazione del maggiore esperto vivente del geniodi Vinci, Carlo Pedretti, Direttore dell’Armand Hammer Center forLeonardo Studies presso l’Università della California e la cura scien-tifica di Nicola Barbatelli. La rassegna, voluta dal CardinaleCrescenzio Sepe, promossa dall’Arcidiocesi di Napoli e dal MuseoDiocesano, con il contributo della Regione Campania, è stata realiz-

zata anche con la collaborazione della Fondazione Donnareginaper le arti con tem po ranee/Madre Napoli, con il coordinamento or-ganizzativo e gestionale della Scabec. Hanno offerto il proprio con-tributo scientifico numerosi studiosi: Margherita Melani,Francesca Campagna Cicala, Alfredo Buccaro, e Ranieri Melardi.

Si ringraziano l’Università Federico II di Napoli, la BibliotecaNazionale, il Comune di Napoli, la Città Metropolitana, il FondoEdifici di Culto e il Complesso Monumentale di San DomenicoMaggiore.

La mostra è visitabile durante i consueti orari di apertura delMuseo Diocesano di Napoli: dal lunedì al sabato, dalle ore 9.30 al-le 16.30, domenica dalle ore 9.30 alle 14 (chiuso il martedì). Perulteriori informazioni: 081.557.13.65 www.museodiocesanona-poli.com

Formazione in medicina: progetto pilota della Federico II“Formazione in medicina: dall’Ac -

cademia alla corsia, i dati e l’esperienza”: ilprogetto pilota di formazione e orientamen-to ideato dalla professoressa GabriellaFabbrocini e realizzato dall’AziendaOspedaliera Universitaria Federico II diNapoli, in collaborazione con la Scuola diMedicina e Chirurgia dell’Ateneo federicia-no e il sostegno della Fondazione Pfizer, dasempre attenta alle innovazioni nell’ambitodei processi di formazione e ricerca, con ilpatrocinio di Regione e Provveditorato agliStudi della Campania. I dati dell’iniziativa,partita nel 2015, con il coinvolgimento di250 studenti provenienti da sette licei diNapoli e provincia, sono stati illustratinell’Aula magna della Facoltà di ScienzeBiotecnologiche .

«La formula innovativa del nostro proget-to - spiega Gabriella Fabbrocini - consenteagli studenti non solo di conoscere approfon-ditamente piani di studio, strutturazione deicorsi e sbocchi professionali, ma anche dimettere alla prova, sul campo, motivazioni einclinazioni e verificare personalmente chequella di Medico è la figura professionale incui più si integrano diventando scelta di vita -

sapere, saper fare e saper essere».I ragazzi, infatti, da semplici spettatori e

fruitori passivi di informazioni, nell’arco dipiù giorni, sono stati resi protagonisti delpercorso di orientamento prima con la som-ministrazione di un questionario autocono-scitivo, quindi attraverso l’accesso diretto ailuoghi della medicina: istituti, reparti, corsiee laboratori.

«Si tratta di un progetto unico in Italia nelsuo genere - sottolinea Luigi Califano,Presidente della Scuola di Medicina eChirurgia della Federico II - La nostra Scuolain questo caso fa da apripista ad un percorsoformativo all’avanguardia a livello nazionale,consentendo agli studenti delle scuole supe-riori di entrare nel vivo della professione me-dica, potendo visionare luoghi, strumenti eopportunità didattiche e di ricerca offerti dalnostro corso di studi, in modo da favorire unascelta universitaria consapevole e motivata».

«Siamo stati lieti di supportare, sin dal suoinizio, un programma di orientamento che siè dimostrato così apprezzato ed efficace per glistudenti e che potrà diventare una best practi-ce nel favorire l’accesso alle Facoltà diMedicina, oltre ad aiutare i più giovani nella

scelta del loro futuro - dichiara infattiBarbara Capaccetti, Presidente dellaFondazione Pfizer - Tale iniziativa è perfetta-mente in linea con la missione della nostraFondazione, che si propone di supportare sulterritorio italiano, in partnership con enti edistituzioni, progetti innovativi di rilevanza so-ciale, che contribuiscano al miglioramentodel sistema sanitario e, di conseguenza, al be-nessere del cittadino».

Si evidenzia che dei 250 aspiranti medicicoinvolti nel progetto, il 72 per cento ha poisostenuto i test e ben il 37 per cento è riuscitoad accedere alle Facoltà di medicina e chi-rurgia contro la media nazionale, nel bien-nio 2015/2016, del 17,7 per cento.

Dato che diventa ancora più significativoconsiderando che, al termine del primo an-no, il 73 per cento del campione di riferi-mento era in regola con gli esami con unamedia del 27.2, (solo il 22 per cento è indie-tro di uno o due esami ed appena il 5 per cen-to di più di due esami), dimostrando che unadeguato e corretto orientamento è fonda-mentale ai fini di una scelta consapevole emotivata, in grado di proiettare ad un futurodi successo.

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Nuova Stagione 2 aprile 2017 • 13

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Cultura Nuova Stagione14 • 2 aprile 2017

Opera PellegrinaggiArcidiocesi di Napoli

Pellegrinaggioa FatimaIn occasione del100° anniversariodelle apparizioniDa venerdì 26 a martedì 30

maggio è in programma un

pellegrinaggio a Fatima, con

visite a Lisbona, Alcobaca e

Nazarè.

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NuovaStagioneSETTIMANALE DIOCESANO DI NAPOLI

Editore: Verbum Ferens s.r.l.Organo di informazione ecclesiale

e di formazione cristiana

Reg. Tribunale di Napoli N. 1115

del 16.11.57 e del 22.10.68

Iscrizione Reg. Roc. N. 19131del 18.02.2010

Direttore Responsabile

CRESCENZO CIRO PISCOPO

Vice Direttore VINCENZO DORIANO DE LUCARedazione, segreteria e amministrazione:Largo Donnaregina, 22 - 80138 NAPOLI Tel. 081.557.42.98/99 - 081.44.15.00

Fax 081.45.18.45 E-mail: [email protected]

un numero € 1,00 abbonamento annuale € 40 c.c.postale n. 2232998

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non si restituiscono

Aderente alla Federazione Italiana Settimanali Cattolici

A.C.M. S.p.A. - Torre del Greco

Stabilimento Tipo-Litografico

Tel. 081.803.97.46

Chiuso in tipografia alle ore 17 del mercoledì

Al Suor Orsola nuovo allestimento della collezionedi dipinti e oggetti d’arte di Rocco Pagliara

Arte in lucedi Anna Turiello

In un clima di grande attesa e fermentoculturale, con la partecipazione delsottosegretario del Mibact Antimo

Cesaro e alla presenza di Barbara Jatta,docente di storia delle tecniche e delle artigrafiche che oggi dirige i Musei Vaticani,del Rettore Lucio d’Alessandro, di PieroCraveri, presidente dell’ente moraleIstituto Suor Orsola Benincasa, diOrtensio Zecchino, ex Ministro dellaRicerca e presidente della FondazionePagliara e di Leone de Castris, delegato aiMusei e al Patrimonio artisticodell’Università e di altre illustri persona-lità del mondo della cultura, è avvenuta l’i-naugurazione di un nuovo allestimentodella collezione di dipinti e oggetti d’arte diRocco Pagliara, raffinato amatore d’arteoltre che poeta e critico musicale, amico diartisti e collezionista straordinario di qua-dri, stampe, porcellane, vetri, ceramiche,mobili, spartiti musicali. L’iniziativa rien-tra nel progetto “Arte in Luce”, promossodalla Fondazione Adelaide e MariaAntonietta Pagliara, ideato e realizzato dalSuor Orsola Benincasa di Napoli, con il so-stegno finanziario della FondazioneTim, e finalizzato alla valorizzazione e ria-pertura del Museo Pagliara all’interno del-l’antica cittadella monastica seicentesca

del Suor Orsola. La dottoressa Bocciero,coordina trice scientifica del patrimoniomuseale del Suor Orsola ha sottolineatoche il progetto propone un nuovo tipo diapproccio al patrimonio culturale conl’ausilio e l’apporto di varie discipline qua-li l’artigianato e la conoscenza dei mate-riali, le tecnologie digitali per una armo-niosa e piena formazione umana ed edu-cazione al bello: Sono state necessarieduemila ore di attività di lavoro e quattro-mila dedicate alla ricerca per il pieno re-stauro di centotrentasei opere d’arte me-diante un’innovativa procedura di restau-ro basata sul lavoro artigianale e sullepiù avanzate tecnologie per la digitalizza-zione al fine di rendere ancora fruibile unadelle collezioni artistiche più belle diNapoli.

Al progetto hanno partecipato 80 stu-

denti del corso di laurea e ai vari corsi dispecializzazione in Conservazione eRestauro dei Beni Culturali. A integrazio-ne dell’esposizione è stato creato un per-corso immersivo e multimediale di nuovaconcezione, fruibile anche dai non veden-ti, dai bambini da persone con disabilitàmediante proiezioni, sollecitazioni visive,olfattive, uditive e tattili.

Interessante è l’esposizione al primopiano “Un secolo di satira 1820/1920 ac-compagnata da un volume di Francescade Ruvo e Alessandra Mazzaro.

Come opportunamente osservato dalsottottosegretario Cesaro tali delicati ecomplessi progetti e iniziative hanno piùche mai bisogno di una intelligente e con-creta sussidiarietà del settore privato, in-dispensabile per una auspicabile ottimiz-zazione dei risultati.

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Beata Elisabetta VendraminiFondatrice – 2 aprile

Nata a Bassano del Grappa il 9 aprile 1790, Elisabetta Vendraministudia dalle Suore Agostiniane. A 22 anni, vincendo la resistenza deisuoi genitori, si fidanza con un ragazzo di Ferrara di umili origini. Mapoco prima del matrimonio, a 27 anni, interrompe la relazione e va adinsegnare nell’orfanotrofio delle Terziarie francescane dove laSuperiora la umilia ripetutamente. Così Elisabetta passa all’Istituto de-gli Esposti a Padova che accoglie bambini abbandonati. Ma vi resta soloun anno, siamo a fino 1828, e si trasferisce alla “Casa degli sbirri”. Conuna compagna apre una scuola gratuita tra bambini abbandonati e an-ziani infermi e comincia ad accogliere delle giovani sotto il nome diFrancescane Elisabettine. Dal 1835 le Elisabettine si moltiplicano eaprono scuole, aiutano gli emarginati e gli anziani. Elisabetta muore il2 aprile 1860, prima che la congregazione ottenga i riconoscimenti ca-nonici. Giovanni Paolo II l’ha beatificata il 4 novembre 1990.

San Luigi ScrosoppiSacerdote – 3 aprile

Il miracolo che ha portato sugli altari il sacerdote friulano LuigiScrosoppi è stato la guarigione da una malattia che ai suoi tempi nem-meno si immaginava: l’Aids. Il beneficiato, nel 1996, è un ragazzo suda-fricano. Scrosoppi è divenuto così patrono dei malati di Aids. Nato aUdine nel 1804, terzo di tre fratelli, Luigi fu il terzo sacerdote della fa-miglia. Carlo, il primo, nato dal primo matrimonio della mammaAntonia Lazzarini con Francesco Filaferro morto esule a Klagenfurt, di-venta sacerdote filippino. Giovanni Battista, nato dal matrimonio conDomenico Scrosoppi, diventa sacerdote diocesano. Luigi segue le ormedei fratelli, entra in seminario e viene consacrato nel duomo di Udine il31 marzo 1827. Nella Regione, al tempo poverissima, provvede con al-cuni preti e un gruppo di maestre all’educazione delle ragazze in diffi-coltà. Ne nasce la Congregazione delle Suore della Provvidenza. A 42 an-ni entra nell’Oratorio di San Filippo Neri. Morirà a Udine nel 1884. Èstato canonizzato il 10 giugno 2001.

Beato Guglielmo di NotoEremita – 4 aprile

Nato a Noto, presso Siracusa, nel 1309, dalla nobile famigliaBuccheri, da giovanissimo entrò a far parte della corte di Re Federico IIcol ruolo di paggio. Un giorno in una battuta di caccia alle faldedell’Etna un grosso cinghiale stava aggredendo il Sovrano, allorché ilgiovane paggio Guglielmo si gettò armato sulla bestia, salvando la vitaal Re, ma riducendosi in fin di vita per un morso ricevuto dal cinghiale.Guarito per intercessione della Martire Agata, decide di darsi alla vitaeremitica prima nella sua città di Noto, dopo, per ispirazione dellaVergine Maria nella città di Scicli presso Ragusa, dove morirà il 4 aprile1404. Fu beatificato il 9 aprile 1537 da Papa Paolo III.

Pastorale e DomenicaNuova Stagione 2 aprile 2017 • 15

Facci vivere!Quante volte, anche nella nostravita, si ripete la scena presentatadal Vangelo di Giovanni (Gv 11,1-45): una persona – Lazzaro –si ammala gravemente e muore,mentre i suoi parenti,aggrappandosi tenacemente allafede, invocano la presenza diDio, perché guarisca e facciavivere. Spesso però coloro che lohanno invocato finiscono coldire: «Signore, se tu fossi statoqui…» (Gv 11, 21). La malattia fa il suo corso, lamorte dice la sua determinanteparola e la nostra fede restamuta, gravemente colpita daineluttabili eventi. Cosa puòdirci il Vangelo in situazionisimili? In cosa e come puòessere davvero buona notizia?C’è un elemento che svetta conparticolare intensità e che puòdiventare ossigeno per la nostrafede: il Signore soffre con noi,resta con noi quando tuttosembra ormai senza speranza,offre ai nostri orizzonti umaninuove prospettive. La sofferenzae la morte sono forse la più verae solenne chiamata che la vita cirivolge. È in quel momento chepossiamo decidere chi essere e acosa dare valore.Maria, chiamata da Gesù, correverso di lui e si butta ai suoipiedi. Marta esce dalla sua casa,dal suo dolore, da se stessa e vaverso di lui, certa di trovare unarisposta.Come loro anche noi, anche inquei momenti di massimadisperazione siamo chiamati auscire da noi stessi per andareverso Dio, per permettergli dispalancare in noi nuoviorizzonti. Forse lo faremo conpaura, forse con disperazione,forse con le lacrime strozzate ingola e senza neppure un filo disperanza… ma quello sarà ilmomento in cui dire: «Signore,io credo!». Sarà la goccia dirugiada che farà fiorire il nostrodeserto.

La preghieraSignore, facci vivere!Sono tante le situazioniche uccidono e feriscono,ma tu, Signore, facci vivere.Quando la malattia attaccae la morte dice l’ultima parola,noi sperimentiamoimpotenza e dolore,ma tu, Signore, facci vivere.Ogni giorno, in ogni istante,tu, vita del mondo:facci vivere! Amen.

Preghiere dei fedeli per i bam-bini, scritte ispirandosi alVangelo ogni domenica, verran-no messe a disposizione sul mioblog www.cantalavita.com.Potranno essere usate anche co-me preghiera di intercessionedurante l’incontro di catechesisettimanale.

Mariangela Tassielli

2 aprile. Quinta Domenica di Quaresima

Dalla morte alla vitaEz 37, 12-14; Sal 129; Rm 8, 8-11; Gv 11, 1-45

SANTI, BEATI E TESTIMONIRECENSIONI

La Via Crucis a coloriPregare, vivere, costruire la Via Crucis: per ogni stazione, il li-

bro propone il brano di Vangelo, una breve presentazione, qual-che suggerimento per parlare con i bambini e i ragazzi, un rac-conto, una semplice preghiera finale. E inoltre, le indicazioni perrealizzare una formella in creta o materiale simile. Di quadrettoin quadretto, si otterrà così una originale Via Crucis da esporrein casa, nell’aula di catechismo, nella stanza del gruppo.Maria Grazia Ciravegna – Francesco CraveroLa Via Crucis a colori. Passione di Dio per noi. Quadretti per stare con GesùEdizioni Elledici – 2017Pagine 96 – euro 9,90

Maria, Madre del Vangelo vivente

Il Rosario è una preghiera che mette in rapporto la nostra esi-stenza quotidiana con i misteri di Cristo. L’autentica pietà ma-riana conduce a chinarsi sui fratelli e le sorelle con occhi di com-passione, a porsi al loro servizio con cuore gioioso e mani solle-cite, a essere messaggeri del Vangelo, a inserirsi attivamente nel-la società e nella Chiesa. Parte da tale prospettiva questo sussidioche offre a comunità e gruppi ecclesiali, ma anche a singoli fede-li, la possibilità di celebrare il Rosario alternando ascolto, rifles-sione, lode e supplica. Per ognuno dei venti misteri – gaudiosi,luminosi, dolorosi e gloriosi – la preghiera è strutturata in: ascol-to della Parola; lettura di un brano del magistero; preghiera co-rale al Padre; impegno di vita. Ogni parte del Rosario ha una con-clusione abbastanza ampia, perché arricchita con un gesto chevuole aiutare i fedeli a portare nella preghiera e ad affidare allaVergine persone e situazioni del loro ambiente di vita. Maria Elena ZecchiniCon Maria, Madre del Vangelo vivente. Rosario meditatoEdizioni Paoline – 2017Pagine 72 – euro 5,00

In pace mi coricoLa nostra giornata volge al suo compimento, carica delle fa-

tiche e delle gioie. E come il nostro corpo cerca riposo, il cuorecerca la pace. Chi custodirà ogni cosa lieta accaduta, chi volgeràin acque tranquille e pacificate ogni nostro affanno?. Questo li-briccino è per te, da mettere sul tuo comodino o in un posto a tecaro della casa. La sera, prima di coricarti, aprilo e segui le indi-cazioni di preghiera che ti vengono date. Se puoi, prega con latua famiglia.Centro di Spiritualità “Sul monte”In pace mi corico. Preghiera della seraEdizioni Elledici – 2017 - Pagine 48 – euro 2,50

Cristo ci fa passare dalla morte alla vita.Ma da quale morte a quale vita?Solitamente si pensa subito alla morte e al-la vita fisica. Ma leggendo e meditando l’e-pisodio della risurrezione di Lazzaro, ami-co intimo di Gesù, l’uomo spirituale pensaalla morte dell’essere, dalla quale soloGesù, Signore della vita e della morte, cipuò far risorgere.

Ma cos’è questa morte dell’essere? Sichiederà qualche lettore, che magari di co-se spirituali non se ne intende. Ebbene, lamorte dell’essere è la condizione dell’ani-ma che vive nel peccato mortale, il qualepeccato rende l’uomo incapace di amareDio e il prossimo come se stesso. Quindi,l’uomo che è immerso nel peccato mortalegiace, spiritualmente parlando, in un se-polcro.

Chi non ama rimane nella morte. I pec-cati mortali sono precisati dai dieci co-mandamenti, secondo la risposta di Gesùal giovane ricco: «Non uccidere, non com-mettere adulterio, non rubare, non dire falsatestimonianza, non frodare, onora il padre ela madre» (Mc 10, 19).

Perché il peccato sia mortale deve an-che essere commesso nella piena consape-volezza e pieno consenso. Come si arriva alpeccato mortale? Spesso gradualmente. Il

cristiano che decide di non essere più assi-duo all’ascolto della Parola di Dio, alla pre-ghiera individuale e comunitaria e alla ce-lebrazione eucaristica, sicuramente arri-verà a commettere peccati mortali, rima-nendo in questa condizione per molti annise non ha l’intenzione e l’umiltà di andarsia confessare.

La confessione è il sacramento, cioè l’a-zione di Gesù Cristo, che ridona all’uomola vita della grazia. Senza l’intervento diGesù il peccatore da solo non riesce a usci-re dal sepolcro della morte. Solo Gesù, ilRisorto, ha il potere di tirarci fuori dal ma-le, dal nostro peccato.

“Padre, come faccio a tirarmi fuori dalsepolcro del peccato, in cui dimoro da an-ni?” qualcuno mi chiederà. Ecco la rispo-sta: “Credi che Gesù è il tuo Salvatore?”. Secredi veramente il Cristo dirà anche a te co-me a Lazzaro: “Vieni fuori!”.

Per esperienza posso confermare cheGesù Cristo ha dato la vita eterna a moltiuomini e donne della mia comunità par-rocchiale. Oggi vedo questi uomini e don-ne che vivono liberi da legami di peccatigravi.

Essi amano la Chiesa e da quando sonostati risuscitati dalle loro morti non l’han-no mai più abbandonata. Perché sanno

che abbandonarla significherebbe moriredi nuovo, con il pericolo di rimanere nel se-polcro per sempre.

Se oggi la tua condizione spirituale ègrave, non perderti di coraggio e non dire:“Non c’è speranza!” Chi ti fa dire ciò è il dia-volo, il signore della morte. A Marta, sorel-la di Lazzaro, che dubitò dell’onnipotenzadella compassione di Gesù dicendo:«Signore, mio fratello manda già cattivoodore: è nel sepolcro da quattro giorni!»,Gesù rispose: «Non ti ho detto che, se crede-rai, vedrai la gloria di Dio?».

Il segno della fede nell’onnipotenza del-la compassione di Gesù, che scoppiò inpianto davanti a Lazzaro morto, è la pre-ghiera. Dal profondo del cuore invocaGesù, costantemente e a lungo. ChiediGlidi mandarti lo Spirito Santo con queste pa-role: “Gesù, apri il mio sepolcro, fammiuscire dal mio sepolcro, fa’ entrare in me iltuo Santo Spirito, fammi rivivere della tuastessa vita e riposare nel tuo cuore miseri-cordioso!”.

Se mi ascolterai, vedrai che GesùCristo, per mezzo dello Spirito Santo, tifarà riposare nel suo cuore. Non spargeraipiù intorno a te odori sgradevoli di morte,ma solo profumo di carità soprannaturale!

Lorenzo Montecalvo, sdv

Page 16: VITA DIOCESANA Elia sul monte Oreb - Chiesa di Napoli · l’omelia dell’Arcivescovo di Napoli, il Cardinale Crescenzio Sepe, nel corso della messa officiata in occasione dei venti

Nuova Stagione16 • 2 aprile 2017

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Settimana Santa

Celebrazionipresiedute

dal Cardinale Via Crucis Diocesanaa Torre Annunziata

Venerdì 7 aprile, alle ore 20Via Crucis a Torre Annunziata. Dalla parrocchia della Santis -sima Trinità al Santuario delloSpirito Santo.

9 aprile – Domenica delle PalmeOre 10.30 – Chiesa di San GiorgioMaggiore.

12 aprile – Mercoledì SantoOre 18.30 – Cattedrale – Messa Crismale.

13 aprile – Giovedì SantoOre 18.00 – Cattedrale – Messa nellaCena del Signore.Dalle ore 21.30 alle ore 22.30 – Basilicadi Santa Restituta – Adorazione.

14 aprile – Venerdì SantoOre 10.00 – Cattedrale – Liturgia delleOre – Rinnovazione promesse Diaconipermanenti.Ore 11.00 – Confessioni.Ore 17.30 – Cattedrale – Passione delSignore.

15 aprile – Sabato SantoOre 22.30 – Cattedrale – Veglia pasquale.

16 aprile – Pasqua di ResurrezioneOre 12.00 – Cattedrale – MessaSolenne – Benedizione Papale.