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N. 25 • 7 luglio 2019 • 1,00 Anno LXXIII • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli Il quinto decanato in cammino 5 Il carisma di Madre Antonietta Giugliano 10 Laurea “honoris causa” a don Antonio Loffredo 11 A Bacoli la seconda “Casa di Matteo” 13 A Mercogliano Giornate di spiritualità liturgica 6 Terza edizione per il “Premio Ferrara” 12 Vivere la santità nella preghiera e nella carità @ Crescenzio Card. Sepe Non abbiate paura di diventare santi, anche se questo vi richie- derà sacrifici, incomprensioni, difficoltà è la strada della croce che è la strada di Cristo per testimoniare ed incarnare la nostra volontà di donarci a Dio e ai fratelli. alle pagine 8 e 9 Enrichetta Beltrame Quattrocchi, la sua testimonianza raccontata in un convegno 4 VITA DIOCESANA Sacerdoti e vescovi della Campania sulla tomba di San Vincenzo Romano 3 PRIMO PIANO CHIESA A Napoli il primo “Ristorante solidale” 13 CITTÀ A Casavatore le famiglie incontrano il Presidente del Forum Nazionale 14 PROVINCIA Grazia Biasi Rosanna Borzillo Antonio Botta Luigi Calemme Monica Citarella Antonio Colasanto Ermanno Corsi Antonio Del Gatto Vincenzo Doriano De Luca Alfonso D’Errico Manuela Esposito Luisa Ferraro Virgilio Frascino Peppe Iannicelli Michele Pelaez Raffaele Spisto Mariangela Tassielli Giampiero Tavolaro Francesco Topo Gli interventi

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Page 1: VITA DIOCESANA - Chiesa di Napoli · Portiamo nel cuore tutto il calore che ci siamo dati a vicenda durante questa nostra avventura, tornati al punto di par-tenza come non l’avessimo

N. 25 • 7 luglio 2019 • € 1,00

Anno LXXIII • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli

Il quinto decanato in cammino 5

Il carisma di Madre Antonietta Giugliano 10

Laurea “honoris causa” a don Antonio Loffredo 11

A Bacoli la seconda “Casa di Matteo” 13

A Mercogliano Giornate di spiritualità liturgica 6 Terza edizione per il “Premio Ferrara” 12

Vivere la santità nella preghiera e nella carità@ Crescenzio Card. Sepe

Non abbiate paura di diventare santi, anche se questo vi richie-derà sacrifici, incomprensioni, difficoltà è la strada della croceche è la strada di Cristo per testimoniare ed incarnare la nostravolontà di donarci a Dio e ai fratelli.

alle pagine 8 e 9

Enrichetta Beltrame Quattrocchi,la sua testimonianza

raccontata in un convegno

4

VITA DIOCESANA

Sacerdoti e vescovi della Campania sulla tomba

di San Vincenzo Romano

3

PRIMO PIANO CHIESA

A Napoliil primo

“Ristorante solidale”

13

CITTÀ

A Casavatore le famiglie incontrano

il Presidente del Forum Nazionale

14

PROVINCIA

Grazia Biasi • Rosanna BorzilloAntonio Botta • Luigi Calemme

Monica Citarella • Antonio ColasantoErmanno Corsi • Antonio Del Gatto

Vincenzo Doriano De Luca • Alfonso D’Errico Manuela Esposito • Luisa Ferraro Virgilio Frascino • Peppe IannicelliMichele Pelaez • Raffaele Spisto

Mariangela Tassielli • Giampiero Tavolaro Francesco Topo

Gli interventi

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Vita Diocesana Nuova Stagione2 • 7 luglio 2019

Alla Basilicadell’Annunziatala storia in scena

Lungo l’ultimo anno abbiamo volutorivivere e festeggiare la ricchissima sto-ria della nostra Basilica, la nostra RealCasa: è stata un palcoscenico sul quale sisono succedute paure, frenesia, stan-chezza, partecipazione, emozioni, in for-ma musicale o recitata, con costumi d’e-poca o solo con la memoria vestita di or-goglio.

Abbiamo rievocato anime maltrattatee donato loro le carezze che non avevanomai avuto, ascoltato le storie di chi attra-verso la nostra porta è entrato in un mon-do d’amore che non si è mai fatto trovareimpreparato, sentito nel cuore bruciarele lacrime che non abbiamo saputo trat-tenere.

Sabato è andato in scena l’ultimo atto,con degli attori specialissimi: 8 giovanifedeli che si sono messi alla prova, dandovoce e corpo a personaggi come quelliche della Santissima AnnunziataMaggiore sono stati sangue ed anima.Attorno alla Mamma Chiatta si sono avvi-cendati i nostri meravigliosi spett-attori,gridando il dolore di chi abbandona e dichi viene abbandonato: vestiti, ancorauna volta, dagli inestimabili abiti di sce-na di Vincenzo Canzanella; emozionatima attentissimi alla direzione dell’autoredel testo, il prof. Antonio Addati.

E, poiché nulla accade per caso, l’in-contro fortuito con l’AssociazionePresepistica Napoletana (giusto duegiorni prima dell’evento), ha consentitol’esposizione di un’opera unica:“Infanzia negata – Figli della Madonna”,una scena curata in ogni minimo detta-glio da cui pareva si sarebbero levatid’improvviso i vagiti dei piccoli esposti.

Portiamo nel cuore tutto il calore checi siamo dati a vicenda durante questanostra avventura, tornati al punto di par-tenza come non l’avessimo lasciato mai,eppure ritrovandolo così diverso da sem-brarci completamente nuovo: ogni voltache varchiamo la porta che siamo riuscitia regalarci, con sacrificio e senza arren-derci, portiamo con noi la luce di chi ci hapreceduti, di chi questo viaggio non è riu-scito a finirlo (ma che abbiamo sentitoguidarci dall’alto), di chi verrà dopo dinoi, certi che saprà raccogliere l’ereditàdi un amore che non sappiamo smetteredi provare per il nostro Quartiere, la no-stra Comunità, la nostra Storia.

Un ultimo, ma non meno importante,grazie va all’Associazione Manallart, chenon fa mancare mai il suo entusiastico“presente!” ad ogni appello, ed allaRegione Campania, che ci ha concesso ilsuo finanziamento nell’ambito del pro-getto “Oratori, presidio di valori”.

Ci godiamo, confessando il peccato divanità, ma assolvendoci anche, gli ap-plausi: siamo stati davvero bravi, ma pro-prio tanto… e, se non ci credete, Vi aspet-tiamo ad ottobre, perché noi siamo unpopolo in cammino e ci mettiamo davve-ro poco a riprendere le forze. Rimanetesintonizzati …

Luigi Calemme

Giovani e lavoro in ItaliaSi riparte da Napoli

Il progetto “Generare Futuro” promosso dal Forum delle Associazioni Familiari ha dato nella nostra città i frutti migliori

nato emblematicamente dalla guidapastorale del Cardinale S.E. Crescen-zio Sepe. «Questo progetto è nato per igiovani e per la famiglia. E chi è deditoalla cura della famiglia e alle politichefamiliari, come le Associazioni delForum, non può che far proprio l’ap-pello del sindaco a unire tutte le forzeper la rinascita di questa meravigliosacittà».

Alla mattinata, da cui sono emersispunti e strategie per aiutare i giovania realizzarsi in un Paese che non haavuto il coraggio di scommettere sudi loro, hanno preso parte Emma Cic-carelli, Vicepresidente del ForumNazionale delle Associazioni Familia-ri, Antonio Palma, Presidente di‘Scienza e Vita Napoli’, Marco Giorda-no, Presidente del Forum delle Asso-ciazioni Familiari della Cam pa -nia, Lidia Borzì, Presidente delle AcliProvinciali di Roma, Silvia Ivaldi,docente di Psicologia del lavoro edelle organizzazioni dell’Università diBergamo, Nicola Speranza, Segreta-rio Generale della Fafce (FederazioneEuropea delle Associazioni Familiaricattoliche) e Simona Onofri, progetti-sta delle Acli romane.

Un lungo applauso ha accoltoPrijan Warnakulasoorya, dicianno-venne srilankese, futuro pizzaiolo giàpronto per uno stage in una pizzeriaromana del gruppo MITW, e Davide

Saraiello, autore del bozzetto premia-to dalla Maison “E.Marinella”. All’en-tusiasmo di Alessandro e DanielaCondurro, General Manager dellaMITW, e di Maurizio Marinella, tito-lare della Maison, si è aggiunto quellodi Diego Guida, AD della Guida Edi-tori S.r.l. e presidente dell’UCID(Unione Cristiana Imprenditori Diri-genti), che ha anticipato l’ideazionedi un concorso per la realizzazione dicopertine di libri.

«Penso che Napoli, con la sua capa-cità di accogliere, possa essere il para-digma di una ricerca della felicità cheprosegue giorno per giorno e con leAssociazioni del Forum siamo pronti acontinuare questo cammino di gioia edi comunione per i nostri ragazzi» – hadichiarato Maria Pia Mauro, Presi-dente del Forum Provinciale di Napo-li.

E la Napoli che ha il coraggio dimettere le ali ai suoi giovani è l’im-magine che, insieme alle note del saxdi Giulio Martino, ha suggellato lachiusura dell’evento, stagliandosi nel-la testimonianza di Giovanni Madda-loni, il judoista impegnato dal 1980 aoffrire ai ragazzi delle periferie, attra-verso lo sport, occasioni di integra-zione e riscatto e una via d’uscita allegole infernali della camorra e dell’il-legalità.

Monica Citarella

La speranza di realizzarsi nel mon-do del lavoro ha i colori del cielo diNapoli. Lo ha dimostrato il ProgettoGenerare Futuro. Sostegno ai giovanitalenti promosso in 6 città italiane dalForum Nazionale delle AssociazioniFamiliari in collaborazione con le Aclie che proprio a Napoli ha dato i suoifrutti migliori.

È quanto emerso dal resoconto deirisultati nazionali che il Forum ha pre-sentato proprio nel capoluogo parte-nopeo nel corso di un convegno nel-l’Aula Pessina dell’Università FedericoII.

Generare Futuro, patrocinato dallaPresidenza del Consiglio dei Ministri eavviato a Roma in via sperimentale nel2017, è stato condotto a Napoli, Mila-no, Perugia, Ancona, Genova e Firenzetra il 2018 e il 2019, a cura dei ForumRegionali e Provinciali. Oltre 2000 gio-vani in difficoltà nell’ingresso nelmondo del lavoro sono stati avviati inun percorso che ha unito seminari diorientamento e bilancio di competen-ze a laboratori pratici presso le impre-se partner. Nel panorama nazionaleNapoli, dove il progetto è stato coordi-nato dal Forum Provinciale delle Asso-ciazioni Familiari in sinergia con l’Ar-cidiocesi e le Acli provinciali, si èdistinta per il numero di partecipanti(400) e per il grado di cooperazioneraggiunto con brand internazionalicome la Maison “E. Marinella” e l’An-tica Pizzeria “Da Michele” – Michelein the world che, spontaneamente,hanno aggiunto un ulteriore tasselloalla filiera formativa, proponendorispettivamente una borsa di studioper pizzaiolo e un concorso di idee perla realizzazione di un foulard.

«Ringrazio gli imprenditori che han-no il coraggio di investire a Napoli e suinostri giovani» – ha sottolineato il sin-daco Luigi De Magistris – «e sonopronto a interloquire con il Forum e lerealtà che hanno reso possibile questoprogetto». Una disponibilità rilanciatada Monsignor Mario Cinti, Vicario peril Laicato dell’Arcidiocesi, all’insegnadi quello spirito di comunione incar-

GiubileoSacerdotaleI reverendi Ciro Ibello, Giuseppe Nicodemo, Vincenzo Scippa, Antonio Tredicini, hanno celebrato il cinquantesimo anniversariodell’Ordinazione Sacerdotale,avvenuta il 28 giugno 1969 con il Cardinale ArcivescovoCrescenzio Sepe, che nella Cappella privata ha presieduto la Celebrazione Eucaristica.

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Primo Piano ChiesaNuova Stagione 7 luglio 2019 • 3

Mercoledì 26 giugno sacerdoti e vescovi della Campania a Torre del Greco sulla tomba di San Vincenzo Romano per celebrare la Giornata di Santificazione del Clero

«Non abbiate paura di essere santi»L’appello del Cardinale Crescenzio Sepe ai sacerdoti della Campania

di Grazia Biasi

Giornata di spiritualità per i sacer-doti della Campania, sul modello delconfratello Vincenzo Romano che laChiesa ha voluto Santo lo scorso 14 ot-tobre. La Basilica di Santa Croce, inTorre del Greco, città di nascita e dell’a-zione pastorale e sociale del prete natonel 1751, ha accolto i sacerdoti, che coni Vescovi delle rispettive Diocesi e ilCardinale Crescenzio Sepe hanno scel-to di vivere sul modello del prete cam-pano la Giornata di santificazione delClero, in occasione della solennità delSacro Cuore di Gesù.

«La nostra identità, il nostro comu-ne ministero, sono veri e autentici nellamisura in cui rimangono collegati alMaestro che un giorno a ha intercettatoil nostro sguardo chiamandoci come idiscepoli lungo il mare di Galilea a se-guirlo, lasciando tutto per diventare pe-scatori di uomini». È partito da una sce-na sempre cara alla vita di ciascun sa-cerdote, il Cardinale Sepe nella suaomelia: ricordare una chiamata e so-prattutto la voce cara e calda di Colui èl’occasione per tornare alle motivazio-ni, all’entusiasmo, alla fiducia che hadeterminato il primo “sì”.

Scena che rimanda inevitabilmenteall’esperienza di dopo, ad un servizioche trova la sua dimensione più veranella celebrazione dei misteri e nellamissionarietà, cioè ad vita quotidianalegata e connessa alle esigenze di oggi,alle energie da investire in questo tem-po. «Abbiamo accolto il Suo invito, loabbiamo seguito, e nel compimento diquesta nostra missione noi viviamo congenerosità questa chiamata, pur tenen-do conto delle tante criticità che ci in-terrogano dovute anche alle mutatecondizioni culturali e sociali, con la per-dita dei valori evangelici che relegano lafigura del sacerdote, ma in genere l’im-magine della Chiesa, ai bordi».

Chiara lettura da parte del Cardinale

delle interpretazioni che oggi mortifica-no il valore e la santità di quella chiama-ta, vista spesso come mera funzione diservizi liturgici o sociali o appesantitadalle delusioni o la fatica che l’eserciziodel ministero, chiamato a confrontarsicon il mondo, reca con sé. Da qui la do-manda che interpella, «oggi e non do-mani» i nostri sacerdoti: «Di fronte aquesta realtà che viviamo, perché chia-mati ad essere presbiteri oggi, non ieri odomani, in questo territorio, in questaregione, in questa diocesi dove trovia-mo l’energia e la grinta per affrontarequeste nuove e vecchie sfide del mon-do?». «Stare con il Maestro», la rispostadel Pastore alla guida della Chiesa cam-pana. Relazione di “profonda intimità”;riconoscerci discepoli che quotidiana-mente imparano da Lui, prima di inse-gnare, è questo l’impegno rivolto a cia-scuno dei presenti.

«Da dove attingeva energia per faredell’incontro con l’umanità un momen-to di dono e di grazia?». Le parole delCardinale oltre che indicato la strada eil modo di stare (ossia l’incontro con l’u-

manità) hanno paternamente invitatoalla sosta quotidiana nella preghiera dacui Gesù stesso ha attinto le sue immu-tate motivazioni. «Da dove ha attinto ilcoraggio per bere il calice della sofferen-za fino a farsi vittima e sacerdote sull’al-tare della croce? Lo sappiamo, lo abbia-mo meditato tante volte: Gesù era legatototalmemte, inseparabilmente al Padre,attraverso la forza dello Spirito Santo,cioè dalla preghiera prolungata che de-stava la curiosità degli Apostoli…», cu-riosità forte da suscitare nei Dodici labella reazione della testimonianza finoal martirio.

«L’insegnamento per noi è chiaro: latenuta umana, spirituale e pastorale diun presbitero, dipende assolutamentedalla sua vita di preghiera», da cui sca-turisce la qualità della sua vita, declina-ta nella carità, nell’ascolto, nelle relazio-ni, nel dialogo con quanti ne sono desti-natari, perché affidati, come gregge, aipastori di ogni piccola o grande comu-nità. «Dobbiamo convincerci che l’agirenon può essere separato dal nostro esse-re, l’apostolato non è separato dalla pre-

ghiera, l’andare ogni giorno, uscire, nonsi può dividere dal restare con Cristo.Essere per gli altri è una conseguenzadell’essere in Dio per Dio con i fratelli».

Vicinanza tra il Sacerdote e Cristoche il Cardinale ha poi mostrato nella fi-gura di San Vincenzo Romano, preteche ha raccontato e testimoniato ilVangelo senza timori, apertamente, tro-vando con originalità e intelligenza ilmodo per parlare di Dio, agendo a van-taggio degli ultimi, per il bene della suaterra, «sentinella, torcia che si è consu-mata per Cristo…», così come descrittodai suoi contemporanei.

«E allora cari presbiteri dellaCampania, questa nostra terra felice dieroi e di santi come Vincenzo, non ab-biate paura di essere santi!». L’appellodell’Arcivescovo ad essere costantemen-te nella preghiera si è tradotto in due im-pegni, due consegne da vivere, affidatiai sacerdoti presenti anche a nome deiVescovi campani: invito all’unità pre-sbiterale e ad essere «segno di sicurasperanza per le nostre popolazioni».

Le parole di Papa Paolo VI nel giorno della Beatificazione del Parroco Santo

«Additare un loro fratello in cielo»Troveremo una carità, che si espande fuori del puro esercizio del culto, e si in-

teressa e si affatica per tutti i bisogni umani privi d’altro soccorso: il Parroco a nullaè estraneo, tutti conosce, tutti conforta, tutti ammonisce, tutti benefica. Anzi la suacarità da individuale si fa sociale, da spirituale anche professionale ed economica(per ritornare subito morale e religiosa), se ciò è richiesto da quel bene delle anime,che per un Parroco è «suprema lex». Il Beato Vincenzo ci dà, a questo riguardo, unbellissimo esempio, quasi precursore della carità sociale della Chiesa ai nostri gior-ni, organizzando ed assistendo i pescatori di corallo, che a Torre del Greco eranoe sono tuttora numerosi, laboriosi e bisognosi.

Così che egli merita che noi lo consideriamo, come si suol dire, «d’attualità», co-me esempio di virtù di cui il nostro tempo ha manifesto bisogno. E lo avranno caro,come Protettore e come modello, i fedeli tutti, ma in modo particolare i Sacerdoti,quelli diocesani specialmente, per i quali l’obbligo della perfezione cristiana non èsostenuto dalla professione religiosa, ma è reclamato sia dalla loro dignità, sia dalloro ministero, e, quando questo sia esercitato con pienezza di carità, mediante ilministero stesso quella perfezione diventa possibile e grande.

Ai Parroci soprattutto siamo felici di additare un loro Fratello in cielo; ad essiva, anche in questa occasione, il Nostro particolare ed affettuoso pensiero: possail Beato mostrare loro la grandezza della loro missione; e pensando in quali difficilie modeste condizioni tanto spesso si svolge il loro ministero, ricorderemo loro che«non sono gli orizzonti geografici ad allargare quelli dello spirito, ma la vastità de-gli orizzonti dell’anima a dare anche ad un luogo minuscolo le dimensioni dell’u-niverso» (Garofalo, p. 36). E voglia questo nuovo Beato loro mostrare che e comeun Sacerdote in cura d’anime dev’essere santo; voglia lui sostenere i loro disagi,compensare le loro privazioni, fortificare il loro spirito di sacrificio e di disinteres-se, consolare le loro pene, premiare le loro fatiche!

Foto: Antonio Del Gatto

Foto: Antonio Del Gatto

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Vita Diocesana Nuova Stagione4 • 7 luglio 2019

«Hai trovatograziapressoDio»Quante volte si sentono igiovani che dicono: chissà se cela farò? Tutti abbiamo fatto iconti con questa domanda e pertutti è arrivato il momento incui il dubbio ci spinge aprendere coraggio e a fare lenostre scelte. Questa domandaoggi chiede di essere accolta piùseriamente da noi adulti. PapaFrancesco ci richiama allaresponsabilità della cura che ipiù grandi devono recuperarenei confronti delle nuovegenerazioni che hanno bisognodi essere accolte come si coglieun figlio desiderato ed atteso.Ciò che è in grado di dissipare lepaure di Maria è la certezza diessere abitata dalla grazia. Maperché questo accada c’è bisognoche questa grazia attraversi inostri gesti e i nostri affetti.L’Angelo annuncia il dono dellagrazia. Solo se noi adulti cifacciamo compagni di viaggiocon i giovani, saremo testimoniche la grazia di Dio è nelledisponibilità dei più giovani. Non abbiamo di che temere. SeDio è con noi e in noi, chi puòessere contro di noi?Sull’esempio di MariaSantissima, la giovane diNazareth che Dio ha scelto qualeMadre del suo Figlio, il SantoPadre invita tutti a non averepaura, a spalancare le porte dellapropria vita, ad aprirsi agli altri.E rivolgendosi direttamente aisuoi giovani li incoraggiaricordando che Dio chiamaciascuno per nome, perchéognuno di noi è prezioso agliocchi di Dio, degni di stima eamati.Una Chiesa che, attraverso lediverse iniziative, e gli svariatiprogetti, ai suoi giovani vuolefare riscoprire ed assaporarequell’abbraccio caloroso delPadre, quel Padre che, tramitesuo figlio, testimonia la bellezzadi essere autentici figli di Dioperché è in Cristo, e solo in Lui,che l’uomo realizza la sua storiafinale.

Virgilio Frascino

La gioia, mezzo efficace di evangelizzazione

Messa del Cardinale Sepe in onore di San Josemarìa Escrivà de Balaguer

Papa Francesco parla dei santi dellaporta accanto per farci comprendere chela santità non è lontana dalle circostanzeordinarie della nostra vita. San Josemariain una sua omelia dal titolo tanto signifi-cativo “Amare il mondo appassionata-mente” diceva: «lì dove sono gli uominivostri fratelli, lì dove sono le vostre aspira-zioni, il vostro lavoro, lì dove si riversa ilvostro amore, quello è il posto del vostroquotidiano incontro con Cristo. È in mez-zo alle cose più materiali della terra che cidobbiamo santificare , servendo Dio e tut-ti gli uomini». San Giovani Paolo II nellacerimonia della sua canonizzazione il 6ottobre del 2002 definì perciò sanJosemarìa “santo dell’ordinario”.

È proprio dei santi sentirsi peccatori,ma allo stesso tempo investiti da un amo-re senza misura da parte di Dio Padre. SanJosemarìa, fondatore della prelaturadell’Opus Dei, non era un’eccezione Si fir-mava qualche volta “Josemarìa peccato-re” e si dichiarava, come qualsiasi altrouomo, capace di tutti gli errori e di tutti gliorrori.. Peccatore però, che ringrazia Diodi aver ricevuto una grande capacità diamare, fino al punto di non aver avuto bi-sogno di perdonare. E dire che, come atanti altri santi, non gli mancò la compa-gnia di critiche, di maldicenze e di calun-nie. Egli sperimentò con gratitudinel’Amore di Dio nella propria vita, sorgentedi pace e della più grande gioia, frutti diuna vita docile all’azione dello SpiritoSanto.

San Josemarìa rendeva amabili le piùforti esigenze evangeliche facendo levasulla gioiosa realtà della filiazione divinapropria di ogni battezzato e sollecitavaperciò ad essere pronti nelle circostanzeordinarie della vita a seminare gioia e pa-ce costruendo rapporti dl vera amicizia.Stimolava tutti a “stare contenti di vivere

il tempo che ci è toccato vivere” e fornivaquesta spiegazione: «il Signore ci ha volu-to nel mondo adesso, perché adesso inten-de continuare attraverso di noi, l’operadella salvezza». Perciò egli considerava lanostalgia del passato come una coperturadella comodità per risparmiare a se stessiun impegno più generoso.

L’Arcivescovo, cardinale Sepe, martedì25 giugno, vigilia della memoria liturgicadi san Josemaria, ha celebrato la Messa insuo onore nel Santuario della MadonnaIncoronata del Buon consiglio, piena difedeli della Prelatura di ogni età e condi-zione sociale con cooperatori, amici, col-leghi, compagni di lavoro e famiglie inte-re. Nella sua omelia, il cardinale ha messoin risalto alcuni aspetti della personalità edel messaggio di san Josemarìa, «la cuispiritualità si diffonde in tutta la Chiesacome invito a vivere gioiosamente la pro-pria vocazione cristiana e a trasmetterlaagli altri». La gioia infatti «è oggi uno deimezzi di comunicazione più efficaci per

evangelizzare gli altri. Chi si sa figlio diDio ha il diritto e il dovere di non perderela gioia, succeda quel che succeda».

Il Cardinale ha richiamato anche nellasua omelia l’esempio della beataGuadalupe Ortiz de Landazuri, docente diChimica, la prima fedele laica dell’OpusDei recentemente beatificata. Infatti nellacerimonia di beatificazione si è parlatodella certezza che Guadalupe, persona al-legra e intraprendente, aveva della vici-nanza di Dio, del suo amore in lei che lariempiva di serenità e di coraggio senzaaver paura dei propri errori e dei propri di-fetti. San Josemaria e la Beata Guadalupe,ha concluso il nostro Arcivescovo, «ci da-ranno la forza di contribuire a santificarecoloro che abbiamo accanto. Mettiamosull’altare questo nostro impegno e re-sponsabilità. Dio benedica tutti voi e laChiesa di Napoli nella quale fate tanto be-ne. E che la Madonna, Madre della libertàe gioia dei figli di Dio, vi accompagni».

Michele Pelaez

IN RICORDO

Direzione, redazionee amministrazionedi Nuova Stagione

partecipano al doloredi

don Raffaele FerraraVicario parrocchiale

nella Basilica di San Mauro a Casoria

per la scomparsadell’amatissima

mamma

Anna

Quando la devozione religiosa è una grande “sfida per la vita”

Dalla figura di Enrichetta alla testimonianza delle famiglie Beltrame Quattrocchi e De Gasperi

di Ermanno Corsi

L’incontro per “ricostruire la coscienza del bene comune”, nel pa-lazzo di largo Donnaregina, si è svolto in un momento particolare,come ha rilevato il cardinale Crescenzio Sepe. Poco prima, nella casadei Gesuiti a Posillipo, papa Francesco aveva illustrato la nuovaTeologia ricordando il medico santo Giuseppe Moscati e il beato diPianura Giustino Russolillo. Alcuni mesi addietro, peraltro, inCattedrale erano stati canonizzati due nuovi santi napoletani: il par-roco Vincenzo Romano di Torre del Greco e il giovane NunzioSulprizio, morto a soli diciannove anni.

Alla luce di questi avvenimenti, la chiusura del processo diocesa-no della serva di Dio Enrichetta Beltrame Quattrocchi induce il car-dinale Sepe a sottolineare le difficoltà che si incontrano in un mo-mento che richiede coraggio e testimonianza collettiva da parte dilaici e religiosi, sacerdoti, vescovi e cittadini di ogni strato sociale.Occorre il coraggio di essere testimoni coerenti rispetto ai valori eti-co-morali vissuti come richiamo ineludibile della propria coscienzamai disgiunto dalla considerazione del grande valore rappresentatodalla vita stessa: dono per il credente, valore collettivo per il laico.

La morale è un patrimonio da vivere con coraggiosa consapevo-lezza che si concretizza nello studio, nel lavoro e nella fiduciosa aper-tura agli altri, i diversi, i migranti, gli emarginati, le fasce sociali piùdeboli e meno garantite. L’Arcivescovo ha lo sguardo rivolto allacomplessità delle sofferenze umane e «ogni giorno – ricorda – mi deb-bo fare in cinque come spetta a un Capitano che ha tanti obblighi cuiassolvere». Quando lascia la sala, appunto per uno degli altri pres-

santi impegni che lo attendono, si sente riconoscere il merito di “di-vidersi pure in cinque”, ma di “non perdere mai la fondamentaleunità di fondo”. Così come risulta ben chiaro e opportuno il richiamoalla coscienza storica e alle radici cristiane dell’Europa.

Se il cammino, verso rigenerazione e sviluppo, non ha tempo econfini, ha invece un inizio e un riferimento preciso: la famiglia e lascuola. Da qui le presenze di Francesco Giulio BeltrameQuattrocchi, figlio adottivo di Enrichetta, e Armando Tarullo, vicepresidente della Fondazione De Gasperi che porta l’adesione diMaria Romana figlia del grande statista Alcide, costruttore dei “tem-pi nuovi” per l’Italia devastata dalla seconda guerra mondiale.

Nella società che ha smarrito la dantesca “dritta via”, ancora piùdecisivo è il superamento di un contingentismo soffocante che pre-tenderebbe di rinchiudere tutta l’esistenza nel cerchio del consumi-smo edonistico e della narcisistica autoreferenzialità. Servono poli-tiche capaci di trasformare tante coscienze singole in una grande co-scienza collettiva.

Chiuso il “processo diocesano”, la seconda fase passa a Roma.Resta il prezioso lavoro svolto da padre Massimiliano Noviello cheha ricostruito le fasi di Enrichetta, “la figlia che non doveva nascere”,partendo dall’alba del Novecento, il secolo delle contraddizioni econquiste sociali, ma soprattutto dell’abisso di Auschwitz.Enrichetta proprio dalle tragedie trasse vigore spirituale e impegnosociale in difesa della vita e la sacralità delle persone. Sempre con losguardo alla “patria celeste” immaginata al di sopra delle stelle.

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Vita DiocesanaNuova Stagione 7 luglio 2019 • 5

A Casalnuovo ritorna San Biagio

Tra piazza e campanileIl Cardinale Sepe benedice la statua del Santo e incorona la Madonna della Purificazione

Dopo alcuni mesi di attesa, lo scorso22 giugno , in piazza Municipio, ha fat-to ritorno in tutto il suo antico splendo-re, la statua di San Biagio, copatrono,insieme a San Giacomo, della città diCasalnuovo di Napoli.

La comunità Casalnuovese, sotto laguida dei suoi sacerdoti, don GiuseppeRavo e don Giacomo Equestre, ha cele-brato con gioia l’arrivo della statua, re-staurata dalla ditta “Arte Futura” diPasquale De Biase e figli, la quale ha cu-rato con attenzione l’opera, resa possi-bile soprattutto grazie alle numerose egenerose donazioni dei fedeli.

Per l’occasione, il CardinaleCrescenzio Sepe, Arcivescovo diNapoli, ha fatto visita alla comunità cit-tadina e parrocchiale, per condividere epercorrere con essa i passi del camminoverso la santità.

L’evento, che ha avuto inizio pressola piazza dove ha sede il Comune, ha vi-sto la partecipazione di numerosi ra-gazzi dell’Azione Cattolica che hannoomaggiato con fiori, canti e danze l’ar-rivo, non solo del Vescovo e martireArmeno, ma anche dell’amato Vescovonapoletano.

Successivamente, sotto un tetto dipalloncini, il popolo Casalnuovese si èmesso in cammino verso la parrocchia,dove il Cardinale Sepe ha celebrato laMessa Solenne con rito di benedizionedella statua e incoronazione dellaMadonna della Purificazione, comune-mente chiamata “Candelora”, la quale,

tradizionalmente, affianca il SantoProtettore nell’annuale processioneche si svolge la domenica precedenteil 3 febbraio, festa di San Biagio.

Poco prima della benedizione edel congedo, una rappresentanza di“accierrini”, con gratitudine, ha au-gurato all’Arcivescovo che “San Bias’l’accumpagne”, nel suo ministerospeso tutto a servizio della Chiesa diNapoli e dell’intera città. Tanti sono

stati i cittadini che hanno partecipatocon entusiasmo a questa manifesta-zione, che ha rappresentato un ponteideale tra parrocchia e città, perché,come ha ricordato don Giacomo neiringraziamenti finali, la Chiesa hasenso e motivo di esistere se sceglie didonarsi “tra piazza e campanile”.

Manuela Esposito Educatrice Giovanissimi

di Azione Cattolica

Celebrazione per i trenta anni disacerdozio presieduta dal Cardinale Sepe

per don Rosario Accardo, don Massimo Ghezzi

e don Angelo Lombardi

Il quinto decanato

in camminodi Rosanna Borzillo

È la celebrazione per il ringraziamento deitrent’anni di sacerdozio di don MassimoGhezzi, don Rosario Accardo e don AngeloLombardi a concludere l’anno pastorale del Vdecanato. A celebrarla il cardinale CrescenzioSepe, con le comunità parrocchiali, i diaconi, ireligiosi e le religiose, presso la parrocchia disan Gennaro al Vomero lunedì 17 giugno.««Siamo qui per ringraziare – dice Sepe – deldono del sacerdozio di questi vostri fratelli, perringraziare colui che è sacerdote ed ha istitutoquesto sacrificio per l’umanità intera. Gesùchiama – aggiunge l’arcivescovo - e così inizia lastoria di tanti che mettono tutto da parte e se-guono il pastore pronti a testimoniare e copiarele sua missione salvifica in tutte le parti delmondo, in tutti i contesti e in tutti gli ambienti».

Sepe ha ricordato i tanti sacerdoti che «do-nano la vita per i fratelli uomini», ribadendoche «questo è il vero miracolo: tanti che conti-nuano a testimoniare il sapore di Dio».

Il sacerdozio, infatti, è un «dono che va rice-vuto e donato agli altri, a tutta l’umanità anchea quelli lontani; essere sacerdoti è una vita do-nata questa è la storia di ogni sacerdote: vita chesi dona fino a consumarsi, giorno per giorno, eche si alimenta con i sacramenti».

«La storia di don Angelo, don Massimo e donRosario– ha detto Sepe – è la stessa storia diCristo ed è scritta nel cuore stesso di Dio e daDio conosciuta e conservata: quante carezze equante buone parole conserva e testimoniaquesta storia sacerdotale, al punto che noi ri-maniamo sbalorditi nel constatare come Dio cichiama, e ci trasforma».

Grazie a don Angelo, don Massimo e donRosario allora «per la loro testimonianza, e -ha invitato Sepe - incoraggiamoli con le nostrepreghiere e o la nostra assunzione di responsa-bilità in questo territorio perché hanno biso-gno di noi e la nostra presenza diventa garanziaper la loro missione».

L’incontro era stato introdotto da donMassimo Ghezzi, decano e uno dei tre “festeg-giati”, che ha sottolineato «la bellezza di esserepreti, anche tra tante difficoltà, e la priorità diun sacerdote: l’amore e servizio. Gesù vivedell’Eucarestia anche attraverso le nostre ope-re». Don Massimo ha poi presentato alla comu-nità e al pastore 4 diaconi permanenti, recente-mente consacrati, «uomini di amore e servi-zio».

Martedì 25 giugno, poi, il decanato ha vissu-to un altro momento fondamentale: il convegnodi verifica. Dopo un iniziale momento di pre-ghiera ci si è divisi in laboratori per le quattroaree pastorali individuate (famiglia, giovani,carità e formazione) e coordinati da quattro fa-cilitatori che hanno aiutato nei lavori. Dopouna relazione di verifica dell’anno pastorale,nei singoli gruppi, e poi in assemblea, si è sin-tetizzato il lavoro effettuato dalle varie aree pa-storali.

Si è proseguito con le conclusioni curate daldecano per individuare la programmazione, amargine della prossima lettera pastorale sullasesta opera di misericordia “Visitare i carcera-ti”. Dal decanato è stata presentata un’ampiamappatura di servizi e strutture presenti sul ter-ritorio. Forte l’istanza che – al di là dell’emer-genza singola, la consegna del pacco a chi è indifficoltà – occorra potenziare «una vicinanza achi è solo, a chi vive nelle grate delle propriementi e del cuore». Sulla linea del nuovo annopastorale che inizierà il 14 settembre con la pre-sentazione della Lettera pastorale sui carcerati.

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Attualità Ecclesiale Nuova Stagione6 • 7 luglio 2019

UfficioPastoraleScolastica Si comunica che da lunedì 1luglio, e fino a venerdì 19luglio, l’Ufficio PastoraleScolastica della diocesi diNapoli resterà chiuso alpubblico. È possibile, perquestioni urgenti, prendereappuntamento.

Chiesadel GesùNuovoTerzo mercoledì del mese,incontro mensile di preghieradei malati con San GiuseppeMoscati. Il prossimoappuntamento è permercoledì 17 luglio, a partiredalle ore 16. Alle ore 17,celebrazione della SantaMessa. I padri sonodisponibili ad accogliere ifedeli che desiderano ricevereil sacramento dellaPenitenza.

ArchivioStoricoDiocesanoSi rende noto che la SalaStudio dell’Archivio StoricoDiocesano, in largoDonnaregina 22, a partire dalunedì 22 luglio e fino avenerdì 2 agosto, sarà apertaalle consultazioni deglistudiosi nei giorni di lunedì,mercoledì e venerdì dalle ore9 alle ore 13.Dal 5 al 30 agosto l’Archivioosserverà la chiusura estiva.Riapertura lunedì 2settembre.

Chiusuraestiva uffici di CuriaSi rende noto che gli Ufficidella Curia Arcivescovile diNapoli, in largo Donnaregina22, resteranno chiusi dalunedì 5 a venerdì 23 agosto.

La catechesi del Santo Padre all’udienza generale del mercoledì

Il calore della fededi Antonio Colasanto

«Oggi siete venuti qui – ha esorditoPapa Francesco salutando i malati inAula Paolo VI prima dell’UdienzaGenerale - perché fuori è troppo caldo,troppo caldo… Qui è più tranquillo e po-tete vedere bene sullo schermo l’Udienza.Ci saranno due comunità: quella dellaPiazza e voi, insieme. Voi partecipateall’Udienza. Sicuramente vi sistemeran-no bene per poter vedere bene lo schermo.E adesso, vi dò la benedizione, a tutti», hadetto così il Santo Padre rivolgendosi aimalati. Pregate per me. E buona giorna-ta!».

Poi il Santo Padre ha iniziato la cate-chesi sugli Atti degli Apostoli: 4.«Perseveranti nell’insegnamento degliapostoli e nella comunione, nello spezza-re il pane e nelle preghiere» (At 2,42). Lavita della comunità primitiva tra l’amorea Dio e l’amore ai fratelli.

Il frutto della Pentecoste - ha dettoPapa Francesco in apertura dell’udienzagenerale - la potente effusione delloSpirito di Dio sulla prima comunità cri-stiana, fu che tante persone si sentironotrafiggere il cuore dal lieto annuncio – ilkerygma – della salvezza in Cristo e aderi-rono a Lui liberamente, convertendosi, ri-cevendo il battesimo nel suo nome e acco-gliendo a loro volta il dono dello SpiritoSanto.

Il calore della fede di questi fratelli e so-relle in Cristo fa della loro vita lo scenariodell’opera di Dio che si manifesta con pro-digi e segni per mezzo degli Apostoli. Ilracconto degli Atti ci permette di guarda-re tra le mura della domus dove i primi cri-stiani si raccolgono come famiglia di Dio,spazio della koinonia, cioè della comu-nione d’amore tra fratelli e sorelle inCristo. I cristiani ascoltano assiduamentela didaché cioè l’insegnamento apostoli-co; praticano un’alta qualità di rapporti

interpersonali anche attraverso la comu-nione dei beni spirituali e materiali; fannomemoria del Signore attraverso la “frazio-ne del pane”, cioè l’Eucaristia, e dialoganocon Dio nella preghiera.

Sono questi gli atteggiamenti del cri-stiano, le quattro tracce di un buon cristia-no.

Diversamente dalla società umana, do-ve si tende a fare i propri interessi a pre-scindere o persino a scapito degli altri, lacomunità dei credenti bandisce l’indivi-dualismo per favorire la condivisione e lasolidarietà. Non c’è posto per l’egoismonell’anima di un cristiano: se il tuo cuoreè egoista tu non sei cristiano, sei un mon-dano, che soltanto cerchi il tuo favore, iltuo profitto. E Luca ci dice che i credentistanno insieme (cfr At 2,44). La prossi-mità e l’unità sono lo stile dei credenti: vi-

cini, preoccupati l’uno per l’altro, non persparlare dell’altro, no, per aiutare, per av-vicinarsi.

Infine, il racconto degli Atti ci ricordache il Signore garantisce la crescita dellacomunità (cfr 2,47): il perseverare dei cre-denti nell’alleanza genuina con Dio e coni fratelli diventa forza attrattiva che affa-scina e conquista molti (cfr Evangelii gau-dium, 14), un principio grazie al quale vivela comunità credente di ogni tempo.

Preghiamo lo Spirito Santo – ha con-cluso Papa Francesco - perché faccia dellenostre comunità luoghi in cui accogliere epraticare la vita nuova, le opere di solida-rietà e di comunione, luoghi in cui le litur-gie siano un incontro con Dio, che divienecomunione con i fratelli e le sorelle, luoghiche siano porte aperte sulla Gerusalemmeceleste».

“L’Ars celebrandi e la actuosa participatio alla luce dellanuova edizione del Messale Romano”: questo il tema dellegiornate di spiritualità in programma a settembre, martedì 10e mercoledì 11, presso il Palazzo Abbaziale di Loreto, in viaLoreto, a Mercogliano, in provincia di Avellino.

La “due giorni” si aprirà, a partire dalle ore 16.30 di mar-tedì 10, con l’accoglienza e le iscrizioni presso la segreteria,prima della preghiera iniziale e gli indirizzi di saluto, alle ore17, di padre Riccardo Luca Guariglia, Abate Ordinario diMontevergine e Delegato della Conferenza EpiscopaleCampana per la Liturgia.

Alle ore 17.30, è prevista la prima relazione: “Le novità del-la nuova edizione italiana del Messale Romano” di padreCorrado Maggioni s.m.m., cui seguirà, alle ore 18.30, il dibat-tito.

Alle ore 19.30, Celebrazione dei Vespri presso la parroc-chia dei Santi Pietro e Paolo in Mercogliano.

Mercoledì 11, ore 9.15, Ora Media. Alle ore 9.45 è in programma la seconda relazione: “L’Ars

celebrandi: l’eloquenza dei gesti” di don Alessandro Amapani.A seguire ci sarà il dibattito prima del trasferimento in funi-colare al Santuario di Montevergine dove, alle ore 12, è previ-sta la Santa Messa presieduta dal padre Abate Riccardo LucaGuariglia.

Nel pomeriggio ritorno a Loreto dove, alle ore 16.30, saràsvolta la terza relazione: “Le prospettive pastorali della nuova

edizione italiana del Messale Romano” di Mons. Giovanni DiNapoli.

Quarta e ultima relazione alle ore 17.30: “Il nuovo Messalee la actuosa participatio: per un cammino liturgico più con-sapevole nelle nostre comunità” di don Franco Magnani.

Seguiranno dibattito e conclusioni. Alle ore 19,Celebrazione dei Vespri.

Destinatari di queste giornate sono i Vescovi, i presbiteri,diaconi, religiosi e religiose, laici e operatori della Liturgia.Per raggiungere la sede del convegno: uscita Avellino Ovestdell’autostrada A16, Napoli-Canosa e immettersi sullaNazionale per Mercogliano.

La quota di partecipazione è fissata a 60 euro e comprende:iscrizione, cena buffet, pranzo al ristorante e biglietti per lafunicolare. Per il pernottamento e la prima colazione è stabi-lita una convenzione con il “Green Park Hotel” diMercogliano, vicinissimo alla sede del convegno, per un costodi 50 euro. Ogni partecipante provvederà in modo autonomoalla prenotazione della camera rivolgendosi direttamente allastruttura: 0825.788.961.

Per l’iscrizione occorre inviare il cartaceo alla segreteriadel convegno, in via Loreto 1 – 83013 Mercogliano (Av) oppu-re richiedere il modulo di iscrizione all’indirizzo di posta elet-tronica: [email protected].

Per ulteriori informazioni è possibile contattare il centra-lino di Montevergine: 0825.72.924.

Conferenza Episcopale Campana – Commissione Liturgica RegionaleAbbazia Santuario di Montevergine

Giornate di spiritualità liturgicaMartedì 10 e mercoledì 11 settembre. Abbazia di Loreto a Mercogliano

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Beato Eugenio IIIPapa – 8 luglio

Resse la Chiesa per otto anni, dal 1145 al 1153, in un periodo assai difficile.Dopo l’elezione dovette fuggire nottetempo da Roma per farsi incoronare nelmonastero di Farfa, sottraendosi così alle intimidazioni del popolo che, sobilla-to da agitatori come Arnaldo da Brescia, reclamava per Roma le libere istituzio-ni comunali con elezione diretta dei senatori. Invitato da San Bernardo, si presea cuore la riforma della Chiesa e della curia romana; si adoperò per la difesa dellacristianità contro la minaccia dei Turchi, promuovendo una crociata.Presiedette a quattro concili (Parigi, Treviri, Reims e Cremona), promosse glistudi ecclesiastici, difese l’ortodossia, ed egli stesso seppe conciliare l’austeritàdella vita monastica con le esigenze della dignità papale. Alla sua morte, avve-nuta a Tivoli l’8 luglio del 1153, il Cardinale Ugo, vescovo di Ostia, così scriveva:«Immacolato emigrò dalla carne sua a Cristo».

Beato PacificoFrancescano – 10 luglio

Fu uno dei compagni prediletti di San Francesco che gli impose il nomePacifico. Dopo una vita mondana, iniziando un cammino di conversione, si miseal seguito del Santo di Assisi, che predicava a San Severino Marche. Era il 1212.Introdusse i francescani nella regione Franco-Belga nel 1217 che San Francescosi era riservata. Ritornato in Italia, Papa Gregorio IX gli affidò, nel 1227, la curadelle clarisse di Siena. Frate Elia lo invitò di nuovo, dopo il 1230, a dirigere laprovincia della Francia settentrionale.

San Leone IAbate di Cava – 12 luglio

Nativo di Lucca, divenne uno dei primi discepoli di Sant’Alferio, il nobile ere-mita salernitano, già da quando questi viveva ancora nella sua grotta. La suabontà, l’umiltà, la pietà che lo distinguevano fecero in modo che il vecchio ere-mita lo volle come suo successore alla guida della nascente abbazia della Trinitàdi Cava, da lui fondata. Governò il monastero per circa trent’anni, dal 1050 al1079, conducendo personalmente una vita molto semplice. Gli inizi del suo go-verno di Abate, furono travagliati per la prepotenza di un signorotto locale cheassalì perfino il monastero facendolo prigioniero. Ma Leone I riuscì a guada-gnarsi il favore dei baroni vicini, i quali elargirono molte donazioni alla Badiadella Trinità. Spesso si allontanava a raccogliere legna nei boschi per poi riven-derla a Salerno e con il ricavato aiutare così i poveri. Ormai vecchio, affidò l’in-carico di Abate a San Pietro I Pappacarbone, quando questi rinunciò al vesco-vado di Policastro, ritirandosi presso la chiesa di San Leone a Vietri, ma dovetteriprendere il governo della badia per addolcire il rigore cluniacense instauratoda Pietro Pappacarbone, che aveva suscitato malumori fra i monaci. Durante ilsuo governo Papa Gregorio VII confermò solennemente l’Ordo Cavensis. Morìil 12 luglio 1079 e sepolto nella grotta Arsicia oggi inglobata nella cappella deiSanti Padri, ove riposano le reliquie di Sant’Alferio e di altri Santi e Beati abatidella famosa abbazia. Nel 1641 gli fu eretto nella cappella, un nuovo altare conmausoleo.

Pastorale e DomenicaNuova Stagione 7 luglio 2019 • 7

Andare e seminarepaceOggi iniziamo con unadomanda: si può seguire ilSignore e starsene comodamentea casa propria? Si può dire diessere cristiani (di Cristo) epensare di potersi occupare solodi se stessi? Si può esserediscepoli di Gesù di Nazaret efare del proprio tempo ciò che sivuole? Ora, vi chiedo: volete unarisposta politicamente corretta opreferite una rispostaevangelicamente autentica?Per la prima, preferisco nonperdere tempo, perché sarebbeuna risposta di comodo. E disolito ognuno di noi èspecializzato nel darsi rispostecomode e rassicuranti.Scelgo allora la seconda opzione.Scelgo una risposta che abbia ache fare più con il Vangelo e conquello stile, al limitedell’assurdo, a cui il Vangeloinvita. Quello che l’evangelistaLuca propone nel brano cheascoltiamo in questa domenica èchiaro: Gesù manda. Chiama einvia. Non chiama per faretranquillizzanti e protettivefraternità; non vuole generarecomunelle. Chiama e inviaperché i suoi discepoli (chi losegue) vivano con il suo stessostile e facciano ciò che eglistesso fa: portare l’annuncio delRegno ovunque, dire a tutti cheDio è vicino; seminare ovunquela pace del Regno. Quella paceche non è semplicementeassenza di guerra, ma molto dipiù. È armonia, pienezza, èumanità, è relazione, è tutto ilbene che si realizza nel qui e ora.È shalom! Ciò di cui da sempreDio è garante ed elargitore. Gesùè venuto tra noi per esserlo: lui,pace di Dio e giustizia di Dio.Lui, vita di Dio e compimentodelle sue promesse. Ecco i suoidiscepoli, e quindi noi, nonpossono essere da meno.Andare, instancabilmenteandare; senza porre se stessiprima degli altri. Andare, per farsì che ogni nuovo passo segniun nuovo ingresso di Dio nellastoria del mondo e nelle storiepersonali. Andare per accorgersidi quanto straordinaria sia lamano di Dio che custodisce isuoi figli. Andare perchéchiamati… e, semplicemente perquesto, benedire!

La preghieraCi mandi, Signore,come pecore in mezzo a lupi;come uomini e donne di pacetra venti che spirano guerra;come fratelli e sorelledi misericordiatra fiumi di odio e disprezzo;come semi di fraternitàtra gesti poveri di umanità.Donaci, Signore, il coraggiodi andare, di non aspettare,di non tentennare.Insegnaci ad andareper seminare ovunqueil tuo Regno di pace e giustizia.Amen.

Sul mio blog www.cantalavi-ta.comè disponibile la preghierarielaborata graficamente e lecover perché siano condivise suisocial.

Mariangela Tassielli

7 luglio. Quattordicesima Domenica del Tempo Ordinario

«I vostri nomi sono scritti nei cieli» Isaia 66, 10-14; Salmo 65; Galati 6, 14-18; Luca 10, 1-12. 17-20

SANTI, BEATI E TESTIMONIRECENSIONI

Giochi sui temi della fedeIl gioco è intrinseco alla natura dei bambini, è fonda-

mentale per sviluppare le abilità dei più piccoli ed è essen-ziale per la loro crescita cognitiva. In poche parole: il giocoè necessario all’infanzia.

Per i bambini ogni momento della vita è connesso algioco, attraverso esso esplorano il mondo che li circondae così avviene l’appren dimento. Ecco alcune proposte del-la Casa Editrice Mimep Docete che ha sede a Pessano ConBornago, in provincia di Milano (02.95.74.19.35).

Attento al lupo Pensato per far conoscere la storia di San Francesco,

potrebbe essere anche una bella occasione di incontrotra adulti e ragazzi sia in famiglia che in comunità.Seguendo il cammino del Santo di Assisi e imparandodalla sua vita, si possono conquistare le quattro virtù, ve-ro nutrimento e forza per arrivare alla meta: la carità, lapovertà, l’umiltà e la semplicità.

In questo gioco, come nella vita, si incontrano diffi-coltà e ostacoli, ma non ci dobbiamo lasciar spaventareneanche dal lupo feroce perché con un aiuto specialepossiamo trasformarlo in un amico come fece SanFrancesco.

I concorrenti avanzano sul tabellone ma il camminocomporta premi e penalità, soprattutto se si incontra ilterribile lupo di Gubbio che si sposta lungo il percorsorappresentando sempre un pericolo per tutti. Solo chiavrà raccolto tutti i suoi pani nella cesta e avrà rispostocorrettamente alle domande sulla vita di San Francescopotrà arrivare alla Perfetta Letizia vincendo la partita.

SinaiUn divertente gioco per gruppi di ragazzi e per la fa-

miglia che fa conoscere la storia di Mosè e del Popolo diIsraele e soprattutto aiuta ad imparare e ricordare iDieci comandamenti.

I giocatori devono conquistare i comandamenti ri-solvendo semplici rebus con in più la possibilità di ap-plicare una certa strategia per raggiungere alcuni obiet-tivi che rendono il percorso più agevole. Strumento im-portante è l’acquisizione delle “carte bastone” che han-no la funzione di Jolly.

Lungo il percorso i giocatori vedranno i disegni dellesedici tappe fondamentali del popolo di Israele per arri-vare alla Terra Promessa.

Il Vangelo è annuncio di gioia e di paceper tutto l’uomo e per ogni uomo: una gioiae una pace che vogliono afferrare l’uomo nel-la sua interezza e che vogliono essere gridatea tutti gli uomini. Sin dall’inizio del suo van-gelo, Luca esprime la destinazione universa-le dell’annuncio di salvezza attraverso il can-to degli angeli nella notte di Natale: «Gloria aDio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agliuomini, che egli ama». Ora, questi uominiamati dal Signore, sono tutti destinatari delvangelo che Gesù è venuto a portare. Per que-sto motivo, Luca, oltre all’invio dei Dodici(cfr. 9, 1-6), pone un altro invio: quello deiSettantadue discepoli.

Il numero settantadue, che è sempre unmultiplo di dodici, è, per la Bibbia, il numerodi tutti i popoli che ci sono al mondo. Gesù,però, non si accontenta di inviare,ma indicacon precisione anche il modo in cui l’inviatodeve andare nel mondo: egli indica come l’in-viato debba rendere credibile quell’annunziodi gioia, di pace, di umanità nuova. Gli invia-ti, in primo luogo, devono sempre ricordaredi essere solo dei precursori, uomini cioèche, come già Giovanni il Battista, precedo-no l’arrivo dell’unico Inviato che salva: il mo-mento in cui gli inviati giungono presso gliuomini non è, allora, un punto di arrivo, diconclusione, ma un punto che apre a quel-l’ulteriore che compirà solo la venutadi Colui che deve venire.

È solo Gesù che venendo compie la sal-vezza. Ma poi gli inviati devono sapere chec’è sempre una sproporzione tra l’immensitàdella messe e la pochezza degli operai, e per

questo ricevono un primo imperativo:«Pregate». Chi prega sa che non tutto è in suopotere, che non tutto dipende dalle sue forzee afferma la sua dipendenza da un Altro. Nonsi può essere autosufficienti quando si an-nuncia un Regno che viene: l’autosufficientesi nutre di possesso, l’uomo del Regno è pro-teso verso un futuro in cui tutto gli verrà do-nato. Gesù, inoltre, chiede di pregare perchéarrivino altri operai nella messe e questo si-gnifica che l’annunciatore del Regno dichia-ra di avere bisogno di fratelli, di non esserebastevole da solo a realizzare il progetto diDio.

D’altro canto, fin dal principio, Gesù ave-va inviato i discepoli a due a due: due, infatti,è il numero minimo dell’amore e ilRegno non può che essere annunziato dachi mostra l’amore. Annunziare il vangelo ri-chiede il coraggio dell’inadeguatezza: nonpuò annunciare il Regno chi è come il mon-do. Non si possono usare i mezzi del mondoper salvare il mondo e chi volesse annunciareil Regno usando i mezzi potenti del mondosmentirebbe il Regno, mostrando di crederepiù ai mezzi che al Regno veniente. In lineacon ciò, Gesù richiede anche di andare nelmondo da agnelli e non da lupi.

In un mondo di lupi, in un mondo che cre-de alla potenza e all’efficacia della forza, il di-scepolo di Gesù è inviato nella debolezza, co-me agnello perché discepolo dell’Agnello. Ildiscepolo di Gesù è chiamato a credere a unamore disarmato per annunciare un amorecapace di giungere fino alla croce. Bisogna,poi, andare senza borsa, perché non è il de-

naro il canale per il vangelo, né bisaccia, inquanto l’accumulo che crea sicurezze non èvia per il Regno, né sandali, poiché chi è scal-zo non può camminare con arroganza, madeve essere umilmente cauto; bisogna anda-re senza perdere tempo in saluti che fermanola corsa urgente e pressante della Parola.

Il discepolo di Gesù porta l’essenziale del-la Parola e si fida dell’essenziale, senza la-sciarsi appesantire da tutto quanto potrebberallentare la corsa della Parola. Gesù non as-sicura il successo comunque e dovunque:esiste, infatti, la possibilità che la pace an-nunziata sia accolta, che il Regno trovi porteaperte, ma c’è anche la possibilità di un rifiu-to. Il gesto di scuotere la polvere daisandali dinanzi a chi rifiuta la pace è gestodi denuncia, non di condanna definitiva.Quella polvere scossa è gesto che vuole ri-chiamare la gravità del rifiuto el’urgenza dell’accoglienza della pace. Se il ri-fiuto non può privare i discepoli della lorogioia, questa non può dipendere nemmenodall’accoglienza della loro predicazione. Alritorno dalla loro missione, Gesù dice aiSettantadue: «Rallegratevi piuttosto perché ivostri nomi sono scritti nei cieli». I discepolipossono trovare il motivo della loro gioia nelsapersi parte di un progetto di salvezza che èscritto nel cuore stesso di Dio, parte di unmondo nuovo che può cambiare la facciadell’umanità. Il discepolo va così per le stra-de del mondo: diversamente la Parola delRegno non giunge ai cuori.

Gianpiero TavolaroMonaco di Ruviano

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Speciale Nuova Stagione8 • 7 luglio 2019

La primapresidenzaeucaristica

Don Mario Briante

Parrocchia

San Francesco

e Santa Chiara

Napoli-Ponticelli

Don Cristiano

Capozzoli

Parrocchia

Santa Maria

di Montesanto

Napoli

Don

Domenico Fini

Parrocchia

Santa Maria

del Carmine ai Catini

Cercola

Don Nicola Greco

Santuario

San Benedetto Abate

Casoria

Don Emanuele

Iacolare

Parrocchia

San Biagio

Vescovo e Martire

Mugnano di Napoli

Don

Michele Marra

Parrocchia

San Rocco

Marano di Napoli

Sabato 29 giugno nella Chiesa Cattedrale il Cardinale Crescenzio Sepe, per l’i

Vivere la santità nella p @ Crescenzio

Care eccellenze, cari sacerdoti e diaco-ni, cari fedeli tutti, convenuti qui, in que-sta chiesa cattedrale per questa solennecerimonia di ordinazione di questi nostrifratelli e figli. Mentre ci uniamo allaChiesa Universale che in questo giorno fe-steggia la celebrazione degli ApostoliPietro e Paolo, anche questa nostra Chiesadi Napoli gioisce enormemente per l’ordi-nazione presbiterale di tredici suoi figli.Pietro e Paolo sono i Santi Apostoli chenella vita terrena hanno fecondato con illoro sangue la Chiesa, testimoniando l’a-more totale a Cristo Signore.

In continuità apostolica, oggi, riceven-do l’Ordine del Presbiterato, Mario,Cristiano, Domenico, Nicola, Emanuele,Michele, Paolo, Vincenzo, Carlo,Emanuele, Michele, Raffaele, Pio, donanola loro vita a Cristo e alla Chiesa per com-piere la missione alla quale sono stati chia-mati: la salvezza delle anime che sarannoloro affidate.

Cari Ordinandi, Cristo vi ha scelti comefece con i discepoli lungo il mare di Galileae vi ha chiamati a seguirlo lasciando tuttoper diventare pescatori di uomini. Tra po-co sarete unti col crisma sacerdotale e loSpirito Santo scenderà su di voi per assi-milarvi e configurarvi totalmente e defini-tivamente a Cristo: diventerete, come sidice, alter Christus: o, meglio, diventereteipse Christus, lo stesso Cristo.

Questa, infatti, è la vostra identità, cosìcome ci viene descritta dall’evangelistaMarco (3, 13): «Gesù salì sul monte,chiamò a sé quelli che egli volle ed essi an-darono da lui. Ne fece dodici perché stesserocon lui e per mandarli a predicare».

In questo versetto dell’evangelista, no-tiamo la totale gratuità di Cristo nella vo-stra scelta: «chiamò a sé quelli che egli vol-le», e questo per evitare che qualcuno pos-sa pensare di essere autosufficiente di es-sere degno di essere scelto per le sue qua-lità umane, intellettuali, spirituali ma poic’è anche un riferimento certo e saldo del-l’identità del discepolo di Cristo.

«Perché stessero con lui»: questa è la pri-ma e fondamentale relazione con il nostroMaestro, che ci ha chiamato, cioè bisognaimparare da Lui, da Cristo, l’essere total-mente e definitivamente di Dio e dei fratel-li. Si crea, tra voi e Cristo, un legame indis-solubile, lo stesso legame che, in qualchemodo, univa Cristo al Padre, nello SpiritoSanto.

Tanto che Gesù stesso dice, chiaramen-te e senza mezzi termini: «Senza di me nonpotete far nulla», non montatevi la testa,non inorgoglitevi. «Senza di me non potetefar nulla», perché? Perché io sono la vite,voi siete i tralci che ricevete la vita da meche sono la vite. Il che significa che se co-me tralci ci stacchiamo dalla vite siamo fi-niti, siamo perduti.

Questa unione con Cristo si costruiscecon la preghiera. Come ci ha insegnatoGesù, che trascorreva in preghiera prolun-gata e solitaria tutta la sua attività apostoli-ca e missionaria.

Vogliamo rimanere fedeli al nostro sa-cerdozio, al nostro ministero? Uma -namente, spiritualmente, pastoralmente?Tutto dipende dalla nostra vita di preghiera,cioè dal modo in cui celebrerete i SantiMisteri, dalla vostra fedeltà alla meditazio-ne, dalla vostra recita assidua e fervorosadella Liturgia delle Ore, dall’adorazione eu-

Chiamati ad essere totalm Cattedrale gremita per i neo sa

di Oreste

Lo ricorderanno per tanto tempo questo inizio d’estate i tredici giovani nuovi sacerdoti,ordinati sabato 29 giugno nella Chiesa Cattedrale di Napoli, per mano del CardinaleCrescenzio Sepe.

Un evento che rallegra e fa gioire tutta la Chiesa napoletana, che si arricchisce grazie anuovi presbiteri, scelti dal Signore per servire Dio e l’uomo in ogni istante della loro vita eper sempre.

Si tratta di scelte coraggiose, maturate con consapevolezza, dopo anni di studi e pre-ghiera.

In una società che chiede sempre più di omologarsi al pensiero unico, la volontà di strin-gere un patto d’amore con Dio è davvero rivoluzionaria.

Si chiamano Mario Briante, di Ponticelli, Cristiano Capozzoli, di Montesanto,Domenico Fini, di Cercola, Nicola Grieco, di Casoria, Emanuele Iacolare, di Mugnano,Michele Marra, di Marano, Paolo Melito, del Centro Storico, Vincenzo Piccinelli, diPortici, Carlo Rossi di Vinchiaturo, del Rione Alto, Emanuele Sardegna, di Torre del Greco,Michele Scognamiglio, di Portici, Raffaele Sigillo, di Calvizzano, e Pino Sinisi, diVillaricca, questi giovani “rivoluzionari”.

Hanno dai 24 ai 41 anni, vocazioni diverse, percorsi formativi differenti, fino ad arrivareal seminario, guidati in particolare dall’educatore don Michele Pezzella, che li ha accom-pagnati all’altare nel giorno forse più importante della loro vita, quando hanno deciso diconsacrarsi a Dio.

Il Duomo di Napoli era davvero gremito, come durante le celebrazioni per il Santo

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SpecialeNuova Stagione 7 luglio 2019 • 9

La primapresidenzaeucaristicaDon Paolo MelitoParrocchiaSanta Caterina a FormielloNapoli

Don Vincenzo PiccinelliChiesaSantissimo RedentorePortici

Don Carlo Rossi di VinchiaturoParrocchiaSanta MariaAntesaeculaNapoli

Don EmanueleSardegnaParrocchiaSanta Maria la BrunaTorre del Greco

Don MicheleScognamiglioParrocchiaImmacolataConcezionePortici

Don Raffaele SigilloParrocchiaSan Giacomo ApostoloCalvizzano

Don Pio SinisiParrocchiaSanta RitaVillaricca

mposizione delle mani e il dono della preghiera, ha ordinato tredici sacerdoti

preghiera e nella carità@ Card. Sepe *

re e rimanere in Dio e per Dio. È la preghie-ra lo strumento principale che ci immergenel Mistero di Dio, che ci fa conoscere qualè la sua volontà nei nostri riguardi, e ci in-segna la preghiera, ci insegna a cammina-re per la strada della santità.

Cari fratelli, siate santi: è questa la vo-lontà di Dio nei vostri riguardi, nei riguar-di di tutti; è questo quello che il mondochiede a noi, non sapienza umana, non or-ganizzazione, chiede solo che siate santi,testimoni della santità di Dio, di Cristo edella Chiesa.

Non abbiate paura di diventare santi,anche se questo vi richiederà sacrifici, in-comprensioni, difficoltà è la strada dellacroce che è la strada di Cristo per testimo-niare ed incarnare la nostra volontà di do-narci a Dio e ai fratelli. “Gaudete et esulta-te” ci incoraggia Papa Francesconell’Esortazione Apostolica, pubblicatanel marzo dell’anno scorso e dedicata allachiamata alla santità nel mondo contem-poraneo. Santità che si fa carne, che si in-carna come la santità di Dio si è incarnatain Cristo. Ma questa santità va incarnataoggi, a Napoli, nella nostra Diocesi, nelcontesto attuale, sapendo che questa in-carnazione comporta dei rischi, con le suesfide e le sue opportunità, che sono pro-prio quelle che derivano dalla partecipa-zione alla missione salvifica e alla graziasacerdotale che Cristo oggi ci dona.

Santità che si incarna e la si vive nellacarità, nel servizio al povero, all’ammala-to, al carcerato, a chi vive ai margini dellasocietà, all’immigrato. Vivere la santitànella preghiera e nella carità farà sì che ilvostro ministero presbiterale sarà ricco digioia e di frutti spirituali, superando ognitentazione di vivere un’esistenza sacerdo-tale, come dice Papa Francesco, «medio-cre, annacquata e inconsistente».

La santità è il volto più bello del presbi-tero, e trova la fonte perenne al centro del-la santità, culmine della santità,nell’Eucaristia. In un’omelia al Clero diRoma, Papa Giovanni Paolo II diceva:«Accostandovi all’altare, vostra quotidianascuola di santità e di comunione con Gesù,scoprite sempre più la ricchezza e la tenerez-za dell’amore del Divin Maestro, che oggi vichiama ad una più intima amicizia conLui. Se lo ascoltate docilmente, se lo segui-rete fedelmente, imparerete a tradurre nellavita e nel vostro mistero pastorale il suoamore e la sua passione per la salvezza delleanime».

Cari amici, accogliamo, facciamo no-stra questa esortazione del grande Papa eaffidiamo alla materna intercessione diMaria, Madre di Cristo e madre dei sacer-doti, la nostra vita e il nostro ministero sa-cerdotale. Dio vi benedica e ‘a Maronnav’accumpagna.

* Arcivescovo Metropolita di Napoli

caristica, dalla confessione, vostra e deglialtri, delle proprie colpe, dalla recita delRosario e dalle altre pratiche di pietà che lasapienza della Chiesa mette a nostra dispo-sizione

Cari amici: non ci sono, non dovrannomai esserci scuse per tralasciare la preghie-ra: nessun appuntamento, o impegno, o riu-nione, o altro potrà mai giustificare la man-canza della preghiera nella vostra giornata.Seguiamo l’esempio dei Santi, che hannosaputo unire con sapienza l’apostolato conla preghiera; l’essere per gli altri, con l’esse-

mente di Dio e dei fratelli acerdoti della Chiesa di Napoli

D’Amore

Patrono: nelle prime file c’erano i genitori dei candidati al sacerdozio, poi i parenti e infineil pubblico, formato soprattutto dai fedeli delle parrocchie di appartenenza dei ragazzi.Erano presenti anche i loro parroci e tanti altri sacerdoti, i seminaristi e altri ministri, perun evento davvero importante per la Chiesa napoletana. Lo dimostra il grande entusiasmodella gente presente, che però ha partecipato con profondo rispetto ed emozione alla lungacelebrazione.

Nel giorno della festività dei Santi Pietro e Paolo, i più grandi apostoli venerati dallaChiesa, il Cardinale Arcivescovo ha ricordato agli ordinandi che sono stati chiamati ad es-sere discepoli, che, con l’unzione del crisma sacerdotale e la discesa dello Spirito Santo,diventeranno “alter Christus”, o meglio “ipse Christus”.

«Siete chiamati ad essere totalmente e definitivamente di Dio e dei fratelli», ha aggiuntoSepe.

Un compito impegnativo e difficile, che potranno portare avanti solo se eserciterannola preghiera intensamente e vivranno i sacramenti con fede. «Non abbiate paura di es-sere santi in questo mondo contemporaneo», così ha concluso la sua omelia il CardinaleSepe.

Dopo l’emozionante rito, i novelli sacerdoti sono rimasti insieme presso la Cappella diSanta Restituta, dove hanno potuto abbracciare privatamente i propri parroci e i propriVescovi, per poi uscire sul sagrato del Duomo, dove centinaia di fedeli li attendevano constriscioni, trombe e intonando canti, segni di giubilo di una comunità in festa, che abbrac-cia quei suoi tredici figli, divenuti oggi padri e pastori.

Servizio fotografico:Raffaele Spisto

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Nuova Stagione10 • 7 luglio 2019

Il volto del mondo illuminato dal carisma e dalla luce di Madre Antonietta Giugliano. Un ricordo della Venerabile nel 110° anniversario della nascita

Un acuto senso di Dio e di Cristodi Alfonso D’Errico

Madre Antonietta Giugliano diFrancesco e di Moccia Antonietta nac-que l’11 luglio del 1909 a New York e fuportata al fonte battesimale nellaChiesa di San Filippo Neri il 15 agosto.Poté godere dell’affetto della mammasolo per pochi anni, che morì a NewYork il 7 settembre 1915. Veniva amancare la sorgente della tenerezzadell’amore nella figlia e papàFrancesco capì subito che non erapossibile cominciare il suo lavoro conl’educazione e l’assistenza delle figlie.Nel 1915 decise di ritornare in Italia.Attraversò per la prima e l’ultima voltal’oceano con una muta sete di amoredestinata a restare inesausta. Nel gen-naio del 1916 Francesco Giuglianosposò Giuseppina Romanucci che ac-colse amorevolmente le figlie diFrancesco.

Una donna forteIl suo cuore di bambina avverte una

grande sete di amore, amore che istin-tivamente dirige verso il cielo. È già unfatto straordinario che una bambina,illuminata e spinta dalla grazia, superiquel mondo dell’immediatezza pro-prio del fanciullo, il mondo delle espe-rienze sensibili, per volgersi versol’Assoluto.

Si tratta di una prima grazia fonda-mentale non tanto rara nei bambini, eche però è indubbiamente frutto di undono dall’alto. Scriverà un giorno: «Ioauguro a tutte non la felicità che il mon-do promette, non consolazioni sensibilie passeggere, ma solo l’amore delSignore e la vera santità». Dunque, lagrazia di elezione dell’infanzia diAntonietta è di aver colto che esistonofelicità al di là dei beni terreni e che so-no nell’amore di Dio. Il progetto reli-gioso si definisce anzitutto come pro-getto cristiano dell’assoluto e del pri-mato di Dio.

Rientrata in Italia, lei stessa scri-verà che si sentiva attratta fortemente,benché fosse ancora una bambina,«per la vita ritirata e religiosa e inclina-ta alla pietà verso Dio e all’amore versoi poveri».

Vita ritirata, cioè scoperta dell’inte-riorità che costituisce un passo fonda-mentale del cammino dell’autoco-scienza del cristiano. Vita religiosa,che significa, appunto, il primato diDio. Inclinazione alla pietà verso Dio,senso della pietas filiale, gusto dellapreghiera e all’amore verso i poveri.Non sappiamo come si sia accesa inAntonietta Giugliano questa scintillafondamentale, questa idea originaria,ma è chiaro che tale progetto impri-merà a tutta la sua vita un acuto sensodi Dio e di Cristo, che si specifica in leianche in un atteggiamento di grandefiducia in Maria, in particolare laMadonna di Pompei: «Quante volte miscioglievo in lacrime, pensando al mioavvenire. Allora cominciavo a dire allaVergine: Tu che hai preso la mia vita,mia madre e tutto, non puoi non pensa-re a me come una mamma».

Gli anni dell’adolescenza coincido-no per Antonietta con la sua perma-nenza nel Convitto delle Suore diCarità, a Napoli, dove viene educata.L’esperienza del Collegio affina la sua

interiorità, le sue capacità di ascolto,di riflessione, di preghiera e tutte quel-le virtù che ritroveremo nella sua ma-turità. Incomincia a leggere assidua-mente la Bibbia, ed è un dato da sotto-lineare perché ella viveva in un tempoin cui la lettura della Bibbia non eraper niente comune. Oltre alla Bibbia,sceglie altri due libri fondamentali:“Imitazione di Cristo” e “La storia diun’anima”. Di Teresa di Lisieux l’affa-scinava molto l’esigenza di «amaresenza misura», cioè la prima intuizio-ne del progetto della vita consacrata,che è il fondamento di ogni forma con-creta di dedizione.

Docile al piano di DioAntonietta è docile al piano di Dio,

sorretta da una fede antica. Due perso-ne incrociano il cammino della Madreche scrive: «Avendo saputo da un miocugino, il Sacerdote GiuseppeRomanucci, che nel locale Convento diAfragola vi era un buon padre france-scano, Vicario del Convento, padreSosio del Prete che proprio allora anda-va per la bocca di tutti per le sue operedi bene e di carità, risolsi di rivolgermia lui sia per chiedere lumi e consigli e siaper la scelta della Congregazione religio-sa in cui consacrarmi».

«Aprii a lui, candidamente, il miocammino esponendogli il proposito giàmaturato, ed egli, da buon Padre, in sul-le prime non fu tanto favorevole allamia proposta ma poi, convinto ed assi-curato della serietà delle mie afferma-zioni, mi disse: “Sentite, figliuola, giac-ché siete decisa ad abbracciare la vitareligiosa, io credo che Dio voglia che nelvostro paese sia da svolgere la vostramissione, quella cioè di assistere e cura-re i tanti poverelli di cui abbonda la vo-stra città, e che per mancanza di tetto edi pane sono lasciati abbandonati, inmezzo alla strada, terminando i lorogiorni nell’assoluto abbandono di ogniconforto religioso e morale. Quindi colvostro patrimonio aprite qui un ricove-ro per vecchi poveri e voi stessa vi ritira-te per attendere alla cura di essi. Dietroil vostro esempio di abnegazione e di sa-crificio, altre giovinette vi seguiranno ecosì farete opera altamente umanitaria,sociale e religiosa”».

È il momento determinante. Sitratta di due persone che si mettonodavanti a Dio ed ascoltano la voce del-lo Spirito. Padre Sosio, da parte sua,ricorderà che in quel momento si sentì«illuminato da una superna ispirazio-ne e coscienza di sicura riuscita».Mentre Antonietta Giugliano, sottoli-neava che: «Queste parole del buon pa-dre furono come sprazzi di luce in mez-zo alle tenebre della mia mente, e sicuradi fare così la volontà di Dio, mi accinsiad eseguire quanto quel buon padre an-dava suggerendo». Antonietta avevasolo venti anni. L’incontro con padreSosio sarà determinante. Capirà defi-nitivamente quale sarebbe stata la suastrada.

Sta infrangendo delle regoleAntonietta Giugliano riconosce nei

vecchi soli e abbandonati il volto diGesù a cui consacrare la vita. Si tratta

di una intuizione originale, senzauguali, nel contesto in cui vive.Rappresenta anche una scelta impe-gnativa, in un clima talvolta ostile èdifficile comprendere come un grup-po di ragazze, benestanti si dedichinoad assistere dei vecchi soli ed abban-donati. E il primo gruppo di compa-gne, che intorno ad AntoniettaGiugliano si consacreranno a Dio e di-venteranno suore, assumendo il nomeumile e tenero di “Piccole Ancelle diCristo Re”, per concessione dell’alloraArcivescovo di Napoli il CardinaleAlessio Ascalesi. Il desiderio di imitareCristo Re fu, in Madre AntoniettaGiugliano, particolarmente vivo.Ebbe da Dio il dono di veder chiaronella sua vita.

Accolse con docilità lo spirito digrazia, quello spirito che deve consen-tire di aiutare le sue figlie e il popolocon cuore puro, prodigandosi nell’aiu-tare le sue figlie e tante anime a riapri-re e a valorizzare i doni e i carismi cheDio concede come e quando vuole nel-la sua misteriosa liberalità.

«Due pensieri – ripeteva AntoniettaGiugliano – costanti e perseveranti honella mia mente: il pensiero di NostroSignore Gesù Cristo e quello dell’I -stituto.

A volte l’uno si identifica con l’altroe non riesco più a distinguere nella miamente se pensando a nostro Signore ve-da i poverelli assimilati a lui od anchese, pensando all’Istituto, veda NostroSignore Gesù Cristo sotto le spoglie deipoverelli».

Antonietta Giugliano, agli inizi delsuo cammino di consacrazione, defi-nirà il suo cammino verso la santità:«Non altro che il Vangelo messo in pra-

tica». Il viaggio verso la santità diAntonietta Giugliano si intreccia conla storia santa di Francesco e dei suoiseguaci. Suor Antonietta Giugliano ele Piccole Ancelle di Cristo Re affron-teranno ostacoli, maldicenze, sospet-ti, prove e sofferenze cogliendo le nuo-ve necessità dei vecchi soli, dei bambi-ni abbandonati, della gioventù, col so-lo desiderio di servirli (PiccoleAncelle) per amore di Cristo Risorto,che regna dalla croce (di Cristo Re).

Il Cardinale Alessio Ascalesi, il 20ottobre del 1935, presiedette la solen-ne cerimonia di vestizione diAntonietta Giugliano e delle primecompagne.

Il Cardinale Marcello Mimmi fa-vorì l’approvazione della Santa Sede.Il Signore concesse a suor Antoniettapoco tempo per realizzare le sue ope-re. L’8 giugno del 1960, a Portici, a soli51 anni, una grave malattia la portò al-la morte. Dal suo cuore donato a Dio,e dal cuore delle prime compagne edelle Piccole Ancelle di Cristo Re è sor-to e continua a sorgere un torrente dicarità.

Il 21 dicembre 2018 PapaFrancesco ha autorizzato la procla-mazione del decreto di Venerabilità diSuor Antonietta Giugliano. Lo scorso15 giugno nel Santuario del VoltoSanto il Cardinale Crescenzio Sepe hacelebrato l’Eucaristia di ringrazia-mento. Madre Leonia Buono,Superiora Generale, ha ringraziatol’assemblea invitando tutti a percepirela presenza di Madre AntoniettaGiugliano, stimolo per interpretare isegni dei tempi, che è a fianco di ognu-no di noi per condurci sulla stradadell’amore.

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CittàNuova Stagione 7 luglio 2019 • 11

La cerimonia il 2 luglio nell’aula magna storica della Federico II. Il Rettore Manfredi: ha saputo trasformare i luoghi e costruire il senso di comunità. Presente il Cardinale Sepe

Laurea in Architettura per don Antonio Loffredo

di Elena Scarici

«Se oggi il Rione Sanità si conoscenon solo per la cronaca e si av-verte nella comunità locale una

effervescente vitalità e una possibilità di cre-scita e riscatto, è grazie a un cammino lungoe faticoso». È commosso don AntonioLoffredo, parroco del Rione Sanità, mentrepronuncia la sua lectio magistralis, nel gior-no in cui, il 2 luglio, l’Università degli Studidi Napoli Federico II gli conferisce la laureamagistrale honoris causa in Architettura.Questa volta non indossa i paramenti sacri,ma la toga di circostanza. L’occasione è so-lenne, dopo 18 anni di presenza al RioneSanità e 35 anni da prete, una laurea magi-strale in Architettura che si aggiunge a quel-la in Teologia pastorale, conseguita a suotempo. E per ironia della sorte, alla licenzamedia gli avevano consigliato di lasciare glistudi e di mettersi a lavorare. Ringrazia su-bito il cardinale Corrado Ursi che lo inco-raggiò a diventare sacerdote. «Ero indeciso– racconta – e non mi sentivo adeguato, devotutto alla sua intuizione profetica, così co-me fu profetica un’altra considerazione diUrsi, pronunciata quarant’anni fa: «Il RioneSanità cambierà – aveva detto – e da Sanitàdiventerà santità». Parole sante. Ed oggi ef-fettivamente il Rione è cambiato e molto losi deve a lui, al parroco-imprenditore, infa-ticabile, tenace, lungimirante, a volte teme-rario e che non tollera ingiustizie e imposi-zioni. Crede profondamente che essere pre-te vuol dire anche lottare, e questo non sem-pre è facile.

«Ci vogliono tempi lunghi e investimenticostanti per iniziare a ottenere i frutti – af-ferma Loffredo - e soprattutto non bisognaavere paura del futuro. Bisogna schierarsi,dire da che parte stare, convinti che si lavoracon le pietre di scarto per costruire l’edifi-cio». In questi anni tanti hanno creduto inlui. A cominciare dal cardinale Sepe, che«fedele al principio di sussidiarietà, volle af-fidare a un gruppo di giovani le Catacombedi Napoli, da allora è iniziato un lento e si-curo cammino». L’aula magna storica dellaFederico II è affollata, in platea, oltre al car-dinale Sepe i vescovi emeriti BeniaminoDepalma e Armando Dini, c’è MimmoIodice, il grande fotografo della Sanità insi-gnito anche lui della laurea ad honorem chegli dice: «Sono commosso più oggi che

di progettazione della città - ha aggiunto -mirata non solo a benessere e condizioni dimaggiore vivibilità, ma anche di sviluppodella comunità».

A Mario Losasso, docente di Tecnologiaad Architettura spetta la laudatio accademi-ca: «Conferiamo un’altissima onorificenza -ha sottolineato - a un sacerdote che ha unprogetto che mette al centro l’uomo, la suadimensione spirituale e individuale, ma so-prattutto quella collettiva che si esprime etrova il suo spazio nelle strutture della città,insieme Diarc e padre Antonio Loffredo, sia-mo riusciti a lavorare sull’immateriale e sulmateriale.

Restauro e riqualificazione dellaCatacombe di San Gennaro, attività arredourbano, recupero di spazi pubblici, giustoper citarne alcuni. «Si è trattato di un lavorosu pratiche urbane e progettazioni architet-toniche - ha concluso - per questo la motiva-zione alla base della laurea magistrale adhonorem è pienamente fondata». Loffredoprova a fare sintesi: «Oggi al rione Sanità,grazie all’uso generativo dei beni storico-ar-tistici alcuni giovani lavorano in diverse pic-cole cooperative con positive ricadute sultessuto commerciale della comunità territo-riale. E quando i giovani hanno dovuto or-ganizzare il presente del presente, non han-no avuto dubbi - ha aggiunto - hanno sceltola cooperazione, che per loro è innanzituttouna esperienza di vita, poi una forma giuri-dica. In questi anni, dall’esperienza del rio-ne Sanità, abbiamo imparato che bisognaassumersi la responsabilità - ha concluso –perché in certi posti, ci sono urgenze e prio-rità che non possono più attendere». Il lun-go applauso finale è tutto per lui.

quando l’ho ricevuta io». C’è un altro perso-naggio importante che ha dato forma e con-cretezza ai sogni dei ragazzi del quartiere,Carlo Borgomeo, presidente dei Fondazionecon il Sud, al quale don Antonio affida la let-tura finale della suo lectio.

Il rettore della Federico II GaetanoManfredi ricorda: «Al Rione Sanità abbia-mo assistito a una cosa straordinaria: la tra-sformazione dei luoghi a cui si è accompa-gnata la trasformazione della società. Lagiornata di oggi è una testimonianza peresaltare il lavoro fatto. Dimostriamo - ha ag-giunto - che a Napoli si possono fare cosestraordinarie che sono in grado oggi di inter-pretare la complessità del mondo moderno.È stato forte l’impegno di diversiDipartimenti federiciani a cominciare daArchitettura che ha partecipato alla creazio-

ne di un progetto dal basso che vuole riuti-lizzare gli spazi del quartiere e dare nuoveopportunità anche di lavoro. Il nostro ate-neo - ha concluso - proseguirà nel suo impe-gno per le periferie. Stiamo lavorando suSan Giovanni a Teduccio, dove pensiamo diestendere il nostro progetto a tutto il quar-tiere. Poi Scampia con l’intervento legatoall’estensione della Facoltà di Medicina». Insala, tra gli altri, anche Antonio Bassolino el’assessore comunale Carmine Piscopo.

Michelangelo Russo, direttore delDipartimento di Architettura della FedericoII, spiega: «Don Antonio ha fatto un lavorodi progressiva riappropriazione degli spazida parte delle persone che in questo modohanno sentito rinsaldare il senso di apparte-nenza al quartiere, le ragioni della propriaidentità. Questo è un esempio straordinario

Il telescopio spaziale Tess della Nasa scopre un sistema planetario con tre pianeti di tipo terrestre che consentirà di studiare le caratteristiche dell’atmosfera

Un grande risultato scientificoNel team internazionale due federiciani: l’astrofisico Giovanni Covone e lo studente magistrale Luca Cacciapuoti

Il telescopio spaziale Tess (Nasa) ha scoperto un sistema planetario con tre pianeti ditipo terrestre che consentirà di studiare le caratteristiche dell’atmosfera. Il TransitingExoplanet Survey Satellite (TESS) della Nasa ha individuato, infatti, un sistema plane-tario composto da tre pianeti di massa simile alla Terra, intorno a una piccola stella vi-cina, L 98-59, 35 anni luce da noi nella costellazione australe del Pesce Volante. Fra que-sti, il pianeta più piccolo finora scoperto da Tess, chiamato L 98-59b, di dimensioni com-prese fra quelle di Marte e Terra. Questa scoperta è di particolare importanza perché per-mette di raddoppiare il numero di esopianeti (cioè pianeti oltre il nostro sistemasolare) di cui sarà possibile studiare le caratteristiche dell’atmosfera con altri telescopi,come il futuro telescopio spaziale James Webb.

Il team internazionale, guidato da Veselin Kostov, astrofisico del Goddard SpaceFlight Center della Nasa e del Seti, ha pubblicato la scoperta sul numero del 27 giugnodella rivista The Astronomical Journal. «La scoperta è un grande risultato scientifico perTess», afferma Giovanni Covone, astrofisico presso il Dipartimento di Fisica dellaFederico II, membro della collaborazione internazionale che utilizza il telescopio spa-ziale TESS per la ricerca di pianeti extrasolari intorno a stelle brillanti e vicine. Alla sco-perta ha contributo Luca Cacciapuoti, studente della Laurea Magistrale in Fisica conuna passione per la caccia ai pianeti extrasolari. La sua tesi di laurea triennale si è svoltanell’ambito di questa collaborazione, analizzando i dati dei primi tre mesi di osservazio-ne di Tess. «Per lo studio delle atmosfere di pianeti simili alla Terra, occorre trovare si-stemi con orbite di breve periodo attorno a stelle luminose - afferma Luca Cacciapuoti -. Ma tali pianeti sono difficili da rilevare.

Questo nuovo sistema extrasolare offre la possibilità di affascinanti studi futuri a cuispero di contribuire ancora». I tre mondi sono stati scoperti usando il metodo dei tran-siti, diminuzioni periodiche della luminosità della stella osservate quando un pianetapassa davanti ad essa. Tuttavia nessuno dei pianeti si trova all’interno della “zona abita-bile”, l’intervallo di distanze dalla stella dove potrebbe esistere acqua liquida sulle super-fici dei pianeti. Tutti e tre ricevono molta più energia dalla propria stella di quanto nonne riceva la Terra dal Sole.

«La missione Tess cerca di rispondere alle domande alimentate dal nostro desideriodi capire da dove veniamo e se siamo soli nell’universo - conclude Giovanni Covone -. Seosservassimo il Sole da uno dei mondi della stella L 98-59, i transiti via Terra e Venere cipotrebbero indurre a pensare che i pianeti siano quasi identici, ma sappiamo che non losono. Abbiamo ancora molte domande sul perché la Terra sia diventata abitabile eVenere no. Se riusciamo a trovare e studiare esempi simili attorno ad altre stelle, come

L 98-59, potremmo svelare alcuni di questi segreti».La scoperta del sistema intorno alla stella L 98-59 si basa su dati raccolti in tre mesi

di osservazione. La regione di cielo del sistema L 98-59 verrà ancora osservata da Tess,permettendo agli scienziati di migliorare la conoscenza di questi pianeti e cercarne altrinello stesso sistema planetario.

Il pianeta L 98-59b ha circa l’80% delle dimensioni della Terra ed è il più piccolo eso-pianeta finora scoperto da Tess.

La sua stella ospite, L 98-59, è una stella nana rossa, circa un terzo della massa delSole, a 35 anni luce da noi. Mentre L 98-59b è un record per TESS, pianeti ancora piùpiccoli pianeti sono stati scoperti nei dati raccolti dal satellite Kepler della NASA (ope-rativo fino al 2018), tra cui Kepler-37b, che è solo il 20% più grande della Luna. Gli altridue mondi nel nuovo sistema planetario, L 98-59c e L 98-59d, sono rispettivamente di1,4 e 1,6 volte le dimensioni della Terra.

«Se c’è più di un pianeta in orbita in un sistema, questi potrebbero interagire gravi-tazionalmente tra loro - ha affermato Veselin Kostov (Nasa) – Tess osserverà L 98-59 perun periodo sufficiente lungo da essere in grado di rilevare pianeti con orbite intorno ai100 giorni. E se siamo anche un po’ fortunati, potremmo anche vedere gli effetti gravi-tazionali dei pianeti non scoperti su quelli che attualmente conosciamo»

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Città Nuova Stagione12 • 7 luglio 2019

Aeroporto di Napoli a tuteladell’ambienteNel corso dell’ Assemblea

Generale di ACI Europe -

Associazione Europea degli

Aeroporti - in corso a Cipro dal

25 al 27 giugno l’Aeroporto

Internazionale di Napoli, da

sempre attento ai temi della

sostenibilità ambientale, ha

sottoscritto insieme ad altri 7

gestori aeroportuali italiani la

Risoluzione “Net ZERO Carbon

Emissions 2050” che impegna

formalmente gli aeroporti

europei a perseguire l’obiettivo

di azzerare l’emissione di

anidride carbonica entro il 2050.

Roberto Barbieri -

amministratore delegato Gesac

spa - società di gestione

aeroporto di Napoli - dichiara:

«L’Aeroporto Internazionale di

Napoli conferma il proprio

impegno per una crescita

sostenibile del trasporto aereo

sottoscrivendo la Risoluzione

‘Net Zero Carbon Emission’ di

ACI Europe».

Gesac è infatti tra le 40 società

di gestione aeroportuali che oggi

hanno sottoscritto nel corso

dell’Assemblea Generale ACI

Europe di Cipro questo

importante impegno per

l’azzeramento delle emissioni

climalteranti di anidride

carbonica derivanti dalle attività

aeroportuali.

«I 194 aeroporti europei gestiti

dalle società firmatarie della

risoluzione si impegneranno

quindi a ridurre i consumi di

energia elettrica derivante dai

combustibili fossili ed utilizzare

il più possibile fonti rinnovabili,

favorendo nel contempo lo

sviluppo di nuove tecnologie per

l’assorbimento dell’anidride

carbonica dall’atmosfera, in

linea con i programmi di

sostenibilità ambientale

dell’Unione Europea per il

2050».

L’aeroporto di Napoli fa parte

insieme a soli 7 aeroporti

europei (Londra Heathrow,

Amsterdam Schiphol, Bruxelles,

Monaco, Atene, Cipro e

Ginevra) della Task Force ACI

Europe per lo sviluppo

sostenibile degli aeroportiper la

realizzazione di un innovativo

programma di certificazione

ambientale per gli aeroporti

basato sui 17 Obiettivi di

Sostenibilità delle Nazioni Unite

(UN SDGS - Sustainable

Development Goals).

Questo programma è stato

presentato ufficialmente

all’Assemblea Generale ACI

Europe di Cipro.

Premio Giornalistico Nazionale “Mimmo Ferrara”

Cronaca e valori socialiEntro il 1° settembre la consegna dei lavori per la terza edizione

È indetta la terza edizione del PremioGiornalistico “Mimmo Ferrara”, riserva-to a giornalisti professionisti, pubblicistie praticanti, nei settori della carta stam-pata, televisione, radio e nuovi media. IlPremio, intitolato alla memoria del gior-nalista Mimmo Ferrara, è istituito nell’in-tento di stimolare le “regole sacre” delgiornalismo, e il rigore nell’esercizio dellaprofessione. Il Premio si propone la diffu-sione dell’integrità informativa e divulga-tiva: a tal fine, intende favorire la culturagiornalistica, incoraggiando lo studio inogni settore e stimolando la capacità disintesi nell’esposizione, la completezzadell’informazione e la competenza nelladivulgazione dei contenuti anche al gran-de pubblico.

Per la terza edizione del Premio, su in-dicazione della famiglia Ferrara edell’Ordine Regionale dei Giornalisti, ver-ranno presi in esame articoli giornalistici,reportage e servizi radio televisivi e onlinecon particolare riferimento alla cronacacon valore sociale.

Saranno selezionati i lavori di giornali-sti che si siano distinti per originalità, peraderenza alla tematica, per approfondi-mento, nonché per accuratezza nella ri-cerca e nella documentazione, nella ela-borazione dei contenuti e nello stile espo-sitivo. I lavori candidati e selezionati, ap-parsi nel periodo compreso tra l’1 dicem-bre 2018 al 31 agosto 2019 sulle testategiornalistiche nazionali della carta stam-pata, della radio, della televisione e onli-ne, saranno presi in esame da una GiuriaTecnica.

L’autore del lavoro selezionato saràinformato direttamente dal Presidente

della Giuria e invitato alla cerimonia dipremiazione.

I giornalisti che intendono partecipareal Premio dovranno far pervenire i lavori,entro l’1 settembre 2019, debitamente fir-mate e chiuse in busta o plico con la dici-tura: Premio Mimmo Ferrara, terza edi-zione, anno 2019.�Presso OrdineGiornalisti Della Campania,�via SantaMaria a Cappella Vecchia 8/b – Napoli,�op-pure via mail al seguente indirizzo: [email protected].

Per i servizi video o audio dovrà essereinviato il dvd relativo, in duplice copia.Dovranno essere indicati, inoltre, il gior-no, l’ora e la rete di trasmissione o, se sitratta di servizi video o audio on line, oc-correrà indicare il sito web (con data eTribunale di registrazione della testata

giornalistica) e data di pubblicazione delservizio.

Ogni lavoro, pena l’esclusione dalPremio, dovrà essere corredato da unascheda di partecipazione sulla quale do-vranno essere indicati: nome, cognome,data di nascita, nazionalità, titolo di stu-dio del giornalista autore dell’articolo oservizio presentato; Numero della tesseraprofessionale; iscrizione all’Ordine deiGiornalisti; Indirizzo, recapito telefonico(obbligatorio cellulare) ed e-mail. La valu-tazione dei lavori presentati è demandataalla giuria tecnica composta da novemembri, scelti tra gli amici e colleghi diMimmo Ferrara, con un rappresentantedella famiglia Ferrara. Al primo classifi-cato sarà assegnato un premio di euro1.500.

L’ASL Napoli 1 Centro ha dato il via al progetto di forma-zione organizzato dal coordinamento del network epatologi-co aziendale, un percorso che ha l’obiettivo di “formare” i fa-miliari (caregivers) che prestano cure e assistenza ai pazientimalati cronici di fegato.

In linea con gli indirizzi del Governo Regionale, l’ASLNapoli 1 Centro risponde ai bisogni dei cittadini offrendoinformazioni, consigli pratici e formazione affinché chi siprende cura di un proprio caro possa farlo nel migliore deimodi e possa affrontare questo difficile compito con la dovutaserenità.

«L’obiettivo – spiega il Commissario Straordinario CiroVerdoliva - è dunque quello di promuovere la MedicinaProattiva, offrendo risposte anche alle esigenze latenti dei no-stri assistiti. Lo facciamo con il supporto dei PresidiOspedalieri e dei Distretti Sanitari di base consapevoli dellecomplicanze che la malattia epatica cronica comporta e dellericadute sulla qualità di vita non solo dei pazienti, ma anchedelle loro famiglie».

Il corso fornisce informazioni generali sulle patologie epa-tiche e sulla gestione del paziente cronico riguardo all’assun-zione di medicine, ai necessari controlli periodici, al suppor-to psicologico nei momenti più problematici per il pazienteed i suoi familiari, alla vigilanza sulla vita del malato.

Per quanto riguarda l’epatite cronica virale da virus dell’e-patite C, secondo i dati relativi al 2018, la Regione Campaniaha erogato più di 20.000 trattamenti con nuovi antivirali adalta efficacia clinica, ottenendo nel 98% dei casi risoluzionetotale dell’epatopatia C, molto diffusa nel nostro territorio.

Questo percorso formativo avrà benefici importanti per laqualità della vita dei pazienti e delle famiglie, migliorerà il la-voro per del personale e dei servizi medici, permetterà ancheun migliore utilizzo delle risorse per l’assistenza pubblica.

«L’esperienza di questa modalità di formazione per i care-givers di pazienti epatopatici cronici – commenta il SubCommissario Sanitario Anna Borrelli - è la prima inCampania. Il nostro auspicio è di poter giungere alla miglioregestione dell’assistenza domiciliare al paziente durante le va-rie fasi della malattia, con il risultato di ridurre il numero deiricoveri impropri, ma anche di migliorare la qualità di vitadella famiglia del paziente».

Assistere i malati cronici di fegatoL’Asl Napoli 1 Centro apre la prima Scuola di Formazione

dedicata ai congiunti dei pazienti. I consigli dei medici e degli esperti per assistere al meglio e senza errori i propri familiari malati

di Peppe Iannicelli

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Primo Piano ChiesaNuova Stagione 7 luglio 2019 • 13

Intervento salvavitaal MonaldiIntervento salvavita all’ospedaleMonaldi di Napoli. Impiantatoun nuovo Lvad (LeftVentricular Assist Device) diquarta generazione (heartmate3), in collaborazione con ilcentro di cardiochirurgia di BadOeynhausen, individuando unanuova strategia per combatterelo scompenso cardiacoterminale. L’intervento è stato effettuatodalle equipe del dottor AndreaPetraio, responsabile della UosdAssistenza meccanica al circoloe dei trapianti nei pazientiadolescenti e del dottorMichelangelo Scardone,responsabile della Uosd Tecnicheavanzate in cardiochirurgia, conil supporto del dottor MichealSchoenbrodt del centro di BadOeynhausen e degli anestesistiafferenti all’Unità operativacomplessa di Anestesia e Terapiaintensiva post-operatoria, direttadal dottor Antonio Corcione. L’intervento è stato eseguito suun paziente di 46 anni, affettoda cardiomiopatia dilatativapost ischemica terminale einviato al Monaldi dai colleghidell’Utic di Villa dei Fiori diAcerra. A causa della ridottafunzionalità cardiaca inscompenso cardiaco grave, ilpaziente è stato immediatamenteinserito in lista per un trapiantocardiaco, ma dato il progressivopeggioramento del quadroclinico, in attesa di un organocompatibile, è stato necessario,dopo aver avuto il parerepositivo anche del responsabiledella Uosd Scompenso cardiacoe cardiologia riabilitativa delMonaldi, Giuseppe Pacileo,effettuare un intervento perl’impianto di un Left Vad di IVgenerazione. “Tali device - spiega il dottorAndrea Petraio - rappresentanol’unica terapia possibile inun’era come quella attuale, dovela carenza cronica di donatoriormai ha aumentato sempre piùil divario tra domanda edofferta. Basti pensare che loscompenso cardiaco end-stageha una tale incidenza nellapopolazione da poter stimare,nel mondo, un decesso pari a150 persone al giorno. Ritengoche il gold standard resti pursempre il trapianto. Ma, comenel caso del paziente trattato, lagiovane età e la prospettiva divita richiedono di intervenirecelermente per cercar dar loro lapossibilità di preservare gli altriorgani in attesa di un cuorecompatibile. Il paziente, a soli19 giorni dall’intervento, è statodimesso dopo un percorsocomplesso che, tuttavia, gli ridàsperanza di vita”.

La seconda “Casa

di Matteo”Inaugurata giovedì 27 giugno la

seconda “Casa di Matteo” a Bacoli, a seguitodella volontà dei genitori del piccolo Matteo,scomparso a poco più di un anno di vita a se-guito di un male incurabile, in collaborazionecon l’Associazione A Ruota Libera Onlus diLuca Trapanese, di ampliare ulteriormente l’o-pera di accudimento ed accoglienza notte egiorno di bambini in stato di affido o abbando-no con gravi disabilità e serie patologie, un’at-tività che svolgono già da due anni presso laprima Casa di Matteo che si trova nel quartiereVomero di Napoli.

Il taglio del nastro ad opera della mammadel piccolo Matteo, circondata dall’amore del-la sua famiglia e da tutti coloro che hanno con-tribuito alla realizzazione di questo nuovo edambizioso progetto. A seguito dellaBenedizione da parte del Vescovo di PozzuoliMons. Pascarella, la struttura si è aperta ad unpubblico vasto, interessato e molto partecipa-to, che ha potuto ammirare la splendida villadel ‘700, adagiata sull’incantevole insenaturadi Bacoli, strutturata su due piani, concessa incomodato d’uso dal Pio Monte dellaMisericordia e completamente ristrutturataed arredata grazie al generoso contributodell’Associazione Aves e della FondazioneCannavaro-Ferrara, al sostegno della Fonda -zione Enzo e Lia Giglio, dell’Organizzazione.Un Mondo di Solidarietà e dell’Associa -zione Dare Futuro Onlus.

A seguire, la conferenza stampa alla pre-senza del neo Sindaco di Bacoli Josi DellaRagione, del Barone Pasca sovrintendente delPio Monte della Misericordia, del Presidentedi A Ruota Libera Onlus Luca Trapanese, del-l’ex giocatore Ciro Ferrara in rappresentanzadella Fondazione Cannavaro-Ferrara, delPresidente dell’Associazione AVES GianpieroIalongo e di Gabriella Giglio in rappresentan-za della Fondazione Giglio. Non è mancato ilsostegno istituzionale da parte del Ministerodella Salute che in una nota scritta ha dichia-rato il proprio “apprezzamento per questo me-raviglioso progetto e per la costanza e la pas-sione nel portarlo avanti”.

Un “battesimo del mare” che ha saputo fon-dere in attimi di emozione, commozione, im-pegno e solidarietà coadiuvati dai volontari edai ragazzi di A Ruota Libera Onlus che si sonooccupati del catering e di tutti gli allestimenti.La struttura sarà operativa a partire dal mesedi settembre 2019 e potrà ospitare non solobambini di età compresa tra i 4 e i 16 anni af-fetti da gravi patologie e disabilità fuori fami-glia che il Tribunale dei Minori non riesce acollocare in affido o adozione, ma anche offri-re degli alloggi dedicati alle famiglie costrettea soggiornare fuori casa a causa delle lungheterapie ospedaliere dei bambini in cura pressole nostre importanti aziende sanitarie delSantobono, Policlinico e La Schiana. Inoltre inuno spirito di inclusione e condivisione la Casaavrà una “Ludoteca del Mare”, aperta anche aibambini esterni, dedicata a numerose attivitàeducative e riabilitative quali logopedia, psico-motricità, danza terapia, con un’area dedicataanche ai BES (Bisogni Educativi Speciali) eduno spazio riservato alle attività ginnico-mo-torie. «La Casa ha ancora bisogno del supportodi tanti donatori - spiega Luigi Volpe, papà diMatteo, per acquistare elettrodomestici, uten-sili, stoviglie e biancheria domestica, compu-ter e materiale di primo soccorso sanitario peri tanti bambini che potranno così sentire il ca-lore di una vera e propria casa.»

Una squadra in gioco per la vita quella di ARuota Libera Onlus, che gestisce le due strut-ture della Casa di Matteo ed altre attività dedi-cate al sociale, che ieri sera ha celebrato il pro-prio operato su tutto il territorio con l’evento“Musica in Circolo” presso il Circolo Posillipodi Napoli. «Sono felice – afferma LucaTrapanese, Presidente dell’Associazione - per ilsupporto ai nostri progetti e questa serata è unvero e proprio inno alla gioia.»

Arriva a Napoli il ristorante solidale

Ristorante Solidale, il primo progetto di food delivery solidale lanciato a Milano nel2017 da Just Eat (www.justeat.it), l’app leader per ordinare online pranzo e cena a domi-cilio in tutta Italia e nel mondo, continua il suo il percorso di sensibilizzazione sul temadello spreco alimentare e dell’importanza delle donazioni di cibo a chi ne ha più bisogno,e arriva nella città di Napoli dopo due anni e mezzo dalla sua inaugurazione. Il progetto,nato per redistribuire eccedenze, surplus alimentare e donare piatti solidali preparati dairistoranti partner di Just Eat a Milano, Torino e Roma, si pone l’obiettivo di garantire unpasto caldo a persone in difficoltà, nonché favorire, grazie al valore del cibo, l’inclusionesociale in favore dell’uguaglianza sostenendo le diversità.

Con il patrocinio dell’Assessorato alle Politiche Sociali di Napoli e la collaborazione diCaritas Diocesana di Napoli, il progetto vede il supporto, per le consegne a domicilio, delpartner PonyU, azienda innovativa operante nel settore della logistica urbana che, attra-verso un nuovo approccio che ottimizza i processi permettendo di rispettare l’ambiente,supporta Just Eat per le consegne dai Ristoranti Solidali alla comunità e mense identificateda Caritas sul territorio di Napoli. I primi 12 ristoranti di Napoli che hanno deciso di ade-rire al progetto insieme a Just Eat, donando e preparando piatti solidali con surplus ali-mentare o semplicemente sotto forma di donazione. Ognuno metterà infatti a disposizioneporzioni di cibo come panini, carne, hamburger, riso verdure, pane etc, in base alle proprieeccedenze, prodotti in scadenza o disponibilità del giorno, che verranno ritirati dai riderdi Pony U e consegnati, pronti da consumare direttamente ai volontari delle mense.

I primi 70 pasti saranno donati alle prime 3 mense individuate: San Gennaro alVomero di Via Solimena 58, S. Maria Apparente di Corso Vittorio Emanuele e S Francescoe S. Chiara in Piazza del Gesù grazie al contributo dei ristoranti Pizza Loca, Burger King,D’Ausilio Macelleria & Burger Grill, Rosticceria Magia, L’Oca Nera Burger Station, KokoreSushi e Poke, O’ Sushi, I’m Poke, Pollo&Patate, Triclinium Gastronomia Rosticceria,Laura Bistrot e Hoop Bagel.

Il progetto è stato presentato la scorsa settiamana nella sede di Palazzo San Giacomodurante la conferenza stampa istituzionale che ha aperto ufficialmente l’edizione napole-tana di Ristorante Solidale. In presenza dell’Assessora Roberta Gaeta, Just Eat annuncial’arrivo di Ristorante Solidale nel capoluogo campano, consegnando per la prima volta pa-sti caldi a domicilio a delle mense sociali individuate da Caritas Diocesana di Napoli, e pro-seguendo così la propria missione di sensibilizzare sempre più cittadini e ristoranti versouna maggiore consapevolezza sul valore del cibo, contribuendo alla riduzione degli spre-chi alimentari e mettendo al servizio della comunità il DNA di Just Eat: mettere in comu-nicazione chi prepara il cibo con chi, in questo caso, ne ha più bisogno.

“È importante trovare sempre nuovi modi per essere vicini alle persone più fragili, che sonoa rischio esclusione sociale: con questo progetto, la solidarietà è a portata di clic, a portata ditutti. Essere “umani” significa proprio questo: prodigarsi per chi ne ha più bisogno, per coloroche vengono considerati “ultimi”, per tutti quelli che ne hanno bisogno. ComeAmministrazione siamo pronti ad accogliere ogni iniziativa che metta al centro il benessere ela tutela delle persone” commenta Roberta Gaeta, Assessora alle Politiche Sociali, Comunedi Napoli.

L’iniziativa Ristorante Solidale genera così un impatto positivo facendo leva sulla pos-sibilità offerta ai ristoranti partner di Just Eat di trasformare il proprio surplus alimentarein pasti, e di preparare piatti solidali da donare, sia con eventuali ingredienti e materie pri-ma in scadenza, sia appositamente per le consegne svolte a domicilio da PonyU.

“Siamo molto orgogliosi oggi di inaugurare questa nuova tappa, la quarta, del progettoRistorante Solidale, in una città, Napoli, che da sempre è per noi particolarmente importante,dimostrando nell’ultimo anno anche una crescita rilevante nell’uso dell’app” commentaDaniele Contini, Country Manager di Just Eat in Italia. “E’ un’iniziativa di responsabilitàsociale d’impresa in cui crediamo molto, e per questo coinvolgiamo in ogni tappa i nostri part-ner, ristoranti e operatori logistici, ampliando costantemente la presenza del progetto sul ter-ritorio. Siamo consapevoli che Ristorante Solidale rappresenta una sola goccia in un mare dinecessità e bisogni da colmare, ma sappiamo anche che più gocce uniamo, più saremo in gra-do di sostenere chi ne ha bisogno. Il favore che Ristorante Solidale ha incontrato in questi dueanni e mezzo da parte della ristorazione a domicilio e dei consumatori è stato tale da generarerisultati significati come 5.000 pasti consegnati, in circa 35 comunità servite e oltre 3.000 per-sone aiutate”.

“Siamo grati a Caritas Italiana per averci fatto conoscere, da vicino, una realtà importantecome Just Eat Italia. Questa sperimentazione s’inserisce a pieno titolo in una strategia com-plessiva di contrasto alla povertà alimentare che, come Caritas Diocesana, ci vede più che maiimpegnati qui a Napoli. L’importante è sottolineare l’opera pedagogica di sensibilizzazioneche, anche grazie a Ristorante Solidale, ci permette di parlare ad una società civile che va piùche mai impegnata contro lo spreco alimentare. Purtroppo, la Chiesa è stata lasciata dram-maticamente sola a fungere da argine contro una povertà che, a Napoli ed in Campania, haassunto ormai dimensioni superiori a quelle della Grecia. Confidiamo che la bella iniziativadi Just Eat Italia stimoli la generosità di altri gruppi imprenditoriali che ne seguano l’esempio”commenta Giancamillo Trani – Vice Direttore della Caritas diocesana di Napoli.

“Siamo orgogliosi di poter fare la nostra parte in questo progetto, in particolar modo quinel nostro territorio. PonyU è fondata su principi forti nei quali crediamo molto, quali rispettoed educazione. La nostra idea di azienda è ancorata alla nostra morale e partecipare ad unprogetto come il ristorante solidale ci da l’occasione di veicolare al meglio il nostro valoreaziendale” spiega Luigi Strino, Founder di PonyU.

Per ulteriori informazioni sul progetto visitare sito www.ristorantesolidale.it

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Provincia Nuova Stagione14 • 7 luglio 2019

Beneventosemprepiù green«Benevento è un comunevirtuoso che da anni supera gliobiettivi di legge previsti per laraccolta differenziata: unesempio positivo per tutta laRegione». Con queste parole lapresidente di LegambienteCampania Maria TeresaImparato ha ritirato per contodell’amministrazione comunaleil Premio Start Up, assegnatoalla città di Benevento dalConsorzio NazionaleImballaggi durante l’Ecoforum2019 a Roma.Capoluogo di sessantamilaabitanti con un’azienda servizidi igiene ambientale totalmentepartecipata, l’Asia Benevento, lacittà ha ormai una percentualedi raccolta differenziata che siattesta stabilmente sul 63 percento. Nel mese di dicembre2018, con il supporto di Conai,ha dato il via a una nuovaattività di comunicazione e auno studio di fattibilità perpermettere di premiare in modosempre più puntale i cittadinivirtuosi.Il Premio “Start Up”, uno deidue riconoscimenti che Conaiha assegnato in occasione dellacerimonia annuale dei ComuniRicicloni riconosce un percorsogreen che ha obiettivi ambiziosi.«Benevento è un modello nellagestione dei rifiuti e nel lororiciclo», ha aggiunto MariaTeresa Imparato, «soprattuttoper quanto riguarda lasperimentazione in Campaniadella tariffa puntuale. Sonodavvero ottimista in proposito».Da sempre Conai lavora a strettocontatto con i comuni perassicurate l’avvio a recupero ericiclo dei rifiuti di imballaggiodi acciaio, alluminio, carta,legno, plastica e vetro,garantendo un effettivo sbocconella filiera del riciclo e delrecupero ai materiali provenientidalla raccolta urbana. «Perquesto premiare i risultati dicomuni virtuosi come quello diBenevento è importante»afferma GiorgioQuagliuolo, presidente Conai.«Non dobbiamo dimenticare chel’impegno delle amministrazionicomunali e dei cittadini èessenziale per una raccoltadifferenziata che permetta unavvio a riciclo dei rifiuti diimballaggio efficiente ed efficace.In questo Benevento è unesempio positivo da molti anni.Sono certo che saprà continuarea trasformare i rifiuti in risorsaambientale ed economica, e chei suoi risultati continueranno asorprendere».

Al Centro Polifunzionale Parrocchiale di Casavatore incontro con Gigi De Palo, Presidente del Forum Nazionale delle Associazioni

Familiari e la moglie Anna Chiara Gambini

Il coraggio di testimoniare la bellezza del matrimonio

di Antonio Botta

Presso la sala conferenze del CentroPolifunzionale Parrocchiale di Casavatore si èsvolto, il 28 giugno scorso, l’incontro con i co-niugi Gigi De Palo, Presidente del ForumNazionale delle Assoiazioni Familiari, e AnnaChiara Gambini, genitori di 5 figli, di cui l’ulti-mo, Giorgio Maria, nato con la Sindrome diDown. Tema della conferenza: “La famiglia: ri-sorsa di tutti e per tutti”.

Alternandosi l’uno all’altra nell’esposizio-ne, essi hanno offerto la loro testimonianza divita familiare, ponendo in evidenza, in primis,che in questo tempo in cui si scelgono altre for-me di convivenza e dove, in Italia soprattutto,le culle sono sempre più vuote, urge un forteimpegno dei cattolici (nei corsi di preparazio-ne al matrimonio, al sacramento dellaCresima, negli incontri di prebattesimale, nel-le varie catechesi.. ) a saper raccontare e testi-moniare la “bellezza del matrimonio”.

Proprio sul significato della “bellezza” dellafamiglia e, conseguentemente, sulle risorseche essa può offrire a ciascuno dei membri, sisono focalizzati gli interventi di Gigi e di AnnaChiara. I due sposi hanno affermato e ribadito,facendo continuamente riferimento alla loroquotidiana vita matrimoniale, iniziata 14 annifa, che la bellezza coniugale non consiste neltrovare la strada sempre spianata, nell’assenzadi problemi di qualsiasi tipo, nella cosiddettafamiglia da mulino bianco, tutta rosa e fiori,ma nella capacità, dopo le inevitabili discus-sioni, dopo “scontri” dialettici, talvolta ancheeccessivamente animati, di ritornare ciascunosui propri passi, per ricominciare, per risce-gliersi giorno per giorno, “rimettendosi in di-scussione, rinnovandosi”. A tal riguardo, AnnaChiara ha usato un’immagine metaforica mol-to chiara per far intendere il concetto poc’anziespresso: le liti vanno riviste «in chiave ecolo-gica, quindi, come nella raccolta differenziatatutto si ricicla per riutilizzare i rifiuti ai finidella salute del nostro pianeta, altrettanto i li-tigi devono diventare occasioni di crescita del-la coppia», per imparare vicendevolmente ad

accogliersi, a superare insieme le difficoltà, adaccettarsi reciprocamente, amando anche lefragilità del coniuge. Ecco, allora, il significatodella bellezza del matrimonio per Gigi e AnnaChiara: imparare «a riciclarsi giorno per gior-no».

Più che regole predefinite e cristallizzate acui conformarsi per la buona riuscita di un ma-trimonio, hanno sostenuto i due coniugi, è ne-cessario, allora, che la famiglia sappia dareuna testimonianza di sé facendo avvertire «ilprofumo che da essa emana, non nascondendole divergenze, ma manifestando lo stupore del-la bellezza di stare insieme, la felicità della cop-pia a partire proprio dalle differenze, dai puntidi vista che non sempre collimano,dalle con-flittualità», perché il mutuo rispetto si fondasulla capacità di apprezzare le diversità dell’al-tro. A tal riguardo, Gigi e Anna Chiara hannospiegato che appartengono a due contesti fa-miliari di provenienza molto diversi, anche ca-ratterialmente molto differenti, eppure ciònon ha impedito loro di formare una bellarealtà familiare , aprendosi a “un’avventura”che viene da loro vissuta quotidianamente consorprendente stupore, perché la gioia coniuga-

le e familiare non è da attribuire unicamentealla sicurezza economica, al possesso di benimateriali, ma alla decisione ogni mattina,quando il sole appare all’orizzonte, di “affidarsiciascuno all’altro” e insieme di affidarsi alSignore, forza ed energia per ciascuno dei due.

Pertanto, Gigi e Anna Chiara, con la loro te-stimonianza, «hanno aperto le finestre dellaloro abitazione», e anche del loro cuore, e han-no sparso nella sala, la sera del 28 giugno scor-so, il profumo del loro amore coniugale, ridan-do a tale sentimento la sua vera dimensione efacendone riscoprire a ognuno dei partecipan-ti al convegno la bellezza, la grandezza e le esi-genze.

Anche come genitori di cinque figli, loronon hanno nascosto i problemi e le difficoltà,ma sempre vivono tutto ciò come un’avventuraimpegnativa, sicuramente, ma affascinante eanche con un pizzico di ironia, che non guasta.In tal senso, è stata accolta la nascita di GiorgioMaria, l’ultimo nato, affetto da Sindrome diDown: una grande sfida, ma con lui in casa èsempre più fantastico e bello il loro progetto divita familiare. Da leggere, dunque, il libro daloro scritto: “Ci vediamo a casa”.

Parrocchia Santa Maria dell’Arco a Villaricca

Un omaggio alla “voce di Napoli nel mondo”

Ricordato Sergio Bruni nell’anniversario dalla scomparsa

In occasione del sedicesimo anniversario dalla scomparsa la comu-nità di Villaricca ha ricordato Sergio Bruni. Per il maestro, consideratoda tutti “La voce di Napoli nel mondo” è stata celebrata, lo scorso 30 giu-gno, una Santa Messa nella parrocchia Santa Maria dell’Arco aVillaricca. Alla celebrazione ha preso parte l’intera comunità villaric-chese, riunitasi nell’omaggiare l’artista che deve proprio a Villaricca isuoi natali e che proprio in questo paese ha mosso i primi passi verso lasua brillante carriera musicale. Massimo Capocotta, presidente dell’as-sociazione “Illimitarte”, con la collaborazione del mandolinistaRaffaele Cardone e di Marcello Basile, storica voce del gruppo musicale“I guarracini” hanno eseguito la parte cantata della liturgia.

Grande la commozione suscitata dalle parole del parroco, donGaetano Bianco e del presidente della Pro Loco di Villaricca, ArmandoDe Rosa, che hanno ricordato aneddoti della vita di Sergio Bruni, dimo-strando come, sebbene siano passati tanti anni dalla sua scomparsa eglisia ancora vivo e presente nei ricordi di chi l’ha conosciuto direttamentee di chi lo ha fatto attraverso la sua eterna musica. La stessa figlia,Adriana Bruni, arrivata a Villaricca direttamente da Roma, per presen-ziare alla messa voluta dalla Pro Loco, ha confessato che questo paeserimane per lei una casa grazie al forte sentimento che lega la città diVillaricca al grande maestro.

Presenti all’iniziativa tutto il direttivo della Pro Loco con TommasoDi Nardo che dal 2001 segue il premio Villaricca Sergio Bruni, giunto al-la nona edizione. Presenti, inoltre, il maestro e poeta SalvatorePalomba, che oltre allo storico connubio che lo ha legato per anni almaestro Bruni, nel 2004 ha anche scritto un libro per ricordare l’immen-

so repertorio musicale, la bravura e la singolarità di un uomo divenutofamoso in tutto il mondo grazie alle sue canzoni.

Le figlie di Sergio Bruni: Adriana che ha seguito le orme del padre,cantante e appassionata di musica, ha ripercorso, ai microfonidi CampaniaFelix.tv, lontani ricordi riguardanti l’importante organiz-zazione, insieme alla Pro Loco di Villaricca nel 2001, le lunghe ed este-nuanti ricerche storiografiche e musicali che hanno dato i meritati ri-sultati; e Bruna, ultima figlia del maestro, accompagnata dal consorte,l’ex senatore Tancredi Cimmino, scrittrice e giornalista, ha ringraziato,ancora una volta, la comunità Villaricchese e, in particolare, il presiden-te della Pro Loco di Villaricca, Armando De Rosa, che grazie al proprioimpegno, alla propria passione e tenacia, riesce splendidamente a man-tenere accesa la fiammella del ricordo del padre attraverso continue ma-nifestazioni ed eventi.

Ha preso parte all’evento anche la giovane cantante e mandolinistaAlessia Moio che in tutti i suoi spettacoli porta in scena, tra gli altri, sem-pre un doveroso omaggio a Sergio Bruni. Era presente anche l’ex sinda-co di Villaricca, Francesco Gaudieri, l’ex assessore alla cultura GiovanniGranata, la consigliera comunale Annamaria Porcelli, la Preside del se-condo circolo didattico “Gianni Rodari”, Maria Pia Ciccarelli e altre per-sonalità che, con la loro presenza hanno omaggiato l’artista. L’interoevento e le dichiarazioni degli ospiti sono state riprese dall’emittente te-levisiva CampaniaFelix.Tv.

Francesco TopoLuisa Ferraro

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CulturaNuova Stagione 7 luglio 2019 • 15

Cresime inCattedraleIl sacramento della Cresimao Confermazione si celebra,solo per coloro cheappartengono alla Diocesi diNapoli, due volte al mese,tranne ad agosto, previaprenotazione. Per laprenotazione occorrono:certificato di Battesimo,certificato di avvenutapartecipazione al corso diCresima presso la propriaparrocchia e certificato diidoneità del padrino omadrina rilasciato dallaparrocchia di appartenenza.L’Ufficio Cresime per leprenotazioni è aperto dallunedì al sabato, dalle ore9.30 alle 12.30(081.44.90.97).Queste le prossimedomeniche del 2019 in cuiverrà conferito, nellaCattedrale di Napoli, ilSacramento dellaConfermazione.14 luglio28 luglio8 settembre29 settembre6 ottobre20 ottobre3 novembre17 novembre8 dicembre22 dicembre

NuovaStagioneSETTIMANALE DIOCESANO DI NAPOLI

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Prende il via la rassegna “Luglio Musicale 2019”

Concerti sui prati a Capodimonte Con il concerto-evento di Roberto De Simone prende il via la

rassegna “Luglio Musicale 2019”. L’appuntamento è aCapodimonte domenica 7 e lunedì 8 luglio, alle ore 19.30 tra ilBelvedere e il Cortile. Si tratta di un’anteprima della quarta edi-zione della rassegna che prevede concerti gratuiti nelle domeni-che 14, 21 e 28 luglio.

Caratteristica del “Luglio Musicale” a Capodimonte, è semprestata la diffusione e l’offerta della musica classica ad un pubblicodi cultori, ma, soprattutto, ad un pubblico di amatori, che trova-no in questi eventi la possibilità di poter ascoltare la grande mu-sica classica, così come lo era in passato. Anche quest’anno, co-me nelle precedenti edizioni, il Museo e Real Bosco diCapodimonte propone concerti gratuiti di alto livello artistico,musicale e culturale.

«È una grande gioia – afferma il direttore del Museo e RealBosco di Capodimonte Sylvain Bellenger – poter inaugurare l’edi-zione di quest’anno del Luglio Musicale con un Concerto SinfonicoCorale ideato da Roberto De Simone, una creazione che lega la cul-tura popolare e colta, la poetica fonetica della lingua napoletana diSalvatore di Giacomo, e la musica di Mozart, di De Leva e dello stes-so De Simone. Solo l’immensa cultura storica, antropologica, mu-sicale di De Simone poteva legare Mozart, Enrico De Leva,Salvatore di Giacomo e questo legame è proprio lui, Roberto DeSimone stesso. Questo concerto rappresenta una performance mu-sicale unica e irripetibile: Capodimonte non potrebbe svolgersi al-trove se non a Capodimonte».

Il concerto è realizzato grazie ai fondi europei del progetto“Napoli è l’arte, finanziamento del Programma OperativoComplementare della Regione Campania ed è inserito nel pro-gramma culturale dell’Universiade “Napoli 2019”.

Questi i successivi appuntamentiDomenica 14 luglio, ore 19. Arie d’opera al Belvedere.

Soprano Chiara Polese. Tenore Enrico Terrone. PianoforteAngelo Gazzaneo. Musiche di Puccini, Verdi, Rossini, Strauss,Lehar.

Già vincitori di concorsi internazionali, i due musicisti porta-no in dote un ricco bagaglio di esperienze individuali da solisti,già protagonisti di applaudite esibizioni nei teatri e nelle sale daconcerto più importanti della scena internazionale.

Domenica 21 luglio, ore 19. Una Foglia d’Arte. Progetto e mu-siche di Stefano Gargiulo. Orchestra San Giovanni. DirettoreKeith Goodman e Stefano Gargiulo. Pianoforte e chitarraStefano Gargiulo.

Il pubblico ripercorrerà attraverso la musica, sensazioni digioia, libertà, amore. La musica è l’energia emotiva, ed è la co-municazione tra il compositore e l’ascoltatore.

Domenica 28 luglio, ore 19. Recital del pianista Yves Henry.Musiche di Chopin, Ravel, Debussy, Fauré.

Il quarto appuntamento prevede la presenza del pianista YvesHenry, compositore e pianista, formato presso il ConservatorioNazionale di Musica di Parigi, tra gli anni Settanta e Ottanta.Vince sette primi premi poco più che ventenne.

Primo premio al Grand Prix du Concours InternationalRobert Shumann a Zwckau. Oggi è riconosciuto come uno deglispecialisti nell’interpretazione di Schumann, Chopin e Liszt.

Per tutti i concerti l’ingresso è gratuito fino ad esaurimentoposti. È consigliabile portare con sé un telo o una copertina persedersi sui prati. Per raggiungere il Museo e Real Bosco diCapodimonte è prevista una speciale navetta con partenza dapiazza Trieste e Trento, nei pressi del Teatro San Carlo.

Evento mai visto in Italia al Teatro San Carlo: tutte le Sinfonie in un solo giorno

Trionfo per la “maratona” Beethoven

Gran prova di resistenza e bravura per il direttore stabile Juraj Val�uha

di Doriano Vincenzo De Luca

Certamente l’iniziativa più riuscita dellastagione. Da ripetersi. Da sostenere. Magaripensando alle sinfonie e alle ouvertures diRossini, oppure Verdi, o ancora Mendelssohn.Indubbiamente da rivedere.

La Maratona Beethoven, realizzata in occa-sione delle Universiadi che si stanno svolgen-do a Napoli, con il sostegno di “Concerto diImprese”, ha impegnato l’Orchestra del TeatroSan Carlo (Prima, Settima, Sesta, Quarta eNona Sinfonia) e l’Orchestra SinfonicaNazionale della Rai (Seconda, Quinta, Ottavae Terza Sinfonia). Nella Sinfonia Corale è statoimpegnato anche il Coro del Teatro San Carlo,diretto da Gea Garatti Ansini e i solisti VidaMikneviciute (soprano), Julia Gertseva (mez-zo soprano), Saimir Pirgu (tenore) e GoranJuri� (basso). Gran prova di concezione e di re-sistenza per il direttore stabile Juraj Valcuha,già direttore principale dell’Orchestra dellaRai.

La maratona parte: il primo “passo” è perl’orchestra di casa che esegue la Sinfonia n. 1in do maggiore, op. 21 e la n. 7 in la maggiore,op. 92. L’orchestra del San Carlo dimostra diessere da subito pronta alla prova e con la giu-sta concentrazione: compattezza, precisione eleggerezza costituiscono la cifra interpretativache Val�uha imprime alla Prima sinfonia, cheapre a quell’«apoteosi della danza» (RichardWagner) che è la Settima: di questa sinfoniaVal�uha dà una lettura serrata, articolata sutempi giusti e mai spinti all’esasperazione.

Per la Seconda e Quinta sinfonia Val�uhapassa il testimone alla “sua” ex orchestra dellaRai che conosce bene: accompagna gli attac-chi, chiede, suggerisce colori che puntualmen-te si materializzano.

Tale rigore esecutivo si ritrova particolar-mente nella Quinta, in quel lento passaggiodal buio della tonalità minore alla esplosionedi luminosità del do maggiore conclusivo cheprecede l’incipit dell’Allegro dell’ultimo movi-mento.

Nella Sinfonia Pastorale tocca nuovamenteall’orchestra del San Carlo. Qui Val�uha esaltain modo particolare la sonorità e la grazia delfraseggio. È impressionante notare, poi, ilcambio assoluto che chiede all’orchestra nel-l’esecuzione della Quarta: snellezza, asciuttez-za, gioia ritmica.

L’Orchestra ospite della Rai si congeda dal-la Maratona Beethoven con due Sinfonie,l’Ottava e la Terza.Ancora una volta si ha mododi apprezzare le qualità orchestrali che rendo-no la compagine uno strumento duttile e affi-dabile, dal suono luminoso e pulito, con qual-che isolata e comprensibile pecca dei corni nel-la quale facilmente si può inciampare nel corsodi maratona musicale tanto impegnativa dalpunto di vista strettamente fisico e per concen-trazione mentale. Magistrale, per pulizia e for-za drammatica è la celebre Marcia funebredell’Eroica.

La maratona si chiude con la Nona, affidataall’Orchestra e al Coro del San Carlo e ai quat-tro solisti, eseguita con un approccio oggettivoe misurato alla partitura, fino alle sonorità tur-gide e corrusche dell’ultimo movimento, decli-

nandolo secondo le precise annotazioni agogi-che e dinamiche di Beethoven.

Il prodigio di Val�uha sta proprio nell’avercompreso come pochi, l’importanza di porre ilBeethoven delle Nove Sinfonie come un unicoautore di significati e di significanti. Val�uhaproviene dal passato, dallo studio di grandi ge-sti e di scuole direttoriali solide e mature. Main sé ha fortemente impresso il suo gesto, la suacircolarità creativa.

E poi l’eleganza della compiutezza di un se-gno. Senza mai eccedere. Ed il pubblico ha ap-prezzato, è stato spettatore della maratona,“ha tifato” per gli atleti musicali con palpabileentusiasmo e gioia che sembrano aver positi-vamente contagiato le due orchestre.

Dopo l’ultima nota della Nona seguono benquindici minuti di applausi scroscianti; lagioia si impossessa del teatro, in una di quelleserate in cui si realizza un’alchimia perfetta tramusicisti, direttore e pubblico. Val�uha vienefesteggiato dal pubblico e da tutta la sua orche-stra, con la quale la simbiosi appare semprepiù salda. Una giornata che non dimentichere-mo.

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Nuova Stagione16 • 7 luglio 2019

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tagioneAnno LXXIII • Numero 25 • 7 luglio 2019

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Sabato 6 luglio Inizio del Novenario in preparazione alla SolenneCommemorazione della Beata Vergine Maria delMonte Carmelo. Predicatore: Don Carlo Candido, par-roco della parrocchia dello Spirito Santo di IschiaPonte e direttore dell’Ufficio per le comunicazioni so-ciale della Diocesi di Ischia.Ore 18.15, Santo Rosario animato dai membri dellaFamiglia Carmelitana. Ore 19, Santa Messa.Domenica 7 luglio – Ore 18.15, Santo Rosario animatodai membri della Famiglia Carmelitana. Ore 19, SantaMessa.

Lunedì 8 luglio Ore 18.15, Santo Rosario animato dai membri dellaFamiglia Carmelitana. Ore 19, Canto dei Vespri.

Martedì 9 luglioOre 18.15, Santo Rosario animato dai membri dellaFamiglia Carmelitana. Ore 19, Celebrazione dell’InnoAkathistos.

Mercoledì 10 luglio Ore 10, Santa Messa presieduta da S.E. Mons:Salvatore Angerami, Vescovo Ausiliare di Napoli. Ore18.15, Santo Rosario animato dai membri dellaFamiglia Carmelitana. Ore 19, Santa Messa.

Giovedì 11 luglioOre 18.15, Santo Rosario animato dai membri dellaFamiglia Carmelitana. Ore 19, Adorazione Eucaristica.

Venerdì 12 luglio Ore 18.15, Santo Rosario animato dai membri dellaFamiglia Carmelitana. Ore 19, Liturgia della Parola.Consegna dello Scapolare e rinnovo dell’impegno perquanti già lo indossano.

Sabato 13 luglio Ore 18.15, Santo Rosario animato dai membri dellaFamiglia Carmelitana. Ore 19, Santa Messa.

Domenica 14 luglio 144° anniversario dell’Incoronazione della prodigiosaIcona della Madonna Bruna.Ore 11.30, Santa Messa presieduta da S. E. Mons.Filippo Iannone, o. Carm. Arcivescovo Presidente delPontificio Consiglio per i Testi Legislativi.Ore 18.15, Santo Rosario animato dai membri dellaFamiglia Carmelitana. Ore 19, Santa Messa.

Lunedì 15 luglio Sante Messe alle ore 7, 8.30, 10, 11, 12. Dalle 7.30 e finoalle ore 13, solo durante l’intervallo tra le Celebrazionidelle Sante Messe è possibile salire all’Icona dellaMadonna.Ore 18, Santa Messa Vespertina. Ore 19, Canto deiPrimi Vespri presieduti da padre Luciano M. Di Cerbo,Commissario Generale dei Carmelitani. Ore 22, Vegliadi Preghiera Mariana.

Martedì 16 luglio Sante Messe alle ore 6, 7, 8, 10, 12, 13 e 17.30.Ore 9, Santa Messa con omelia presieduta da don CarloCandido, Predicatore della Novena.Ore 11, Santa Messa presieduta da padre Luciano M. DiCerbo, Commissario Generale dei Carmelitani. A segui-re: Supplica alla Beata Vergine del Monte Carmelo.Ore 19.30, in piazza del Carmine, ConcelebrazioneEucaristica presieduta dal Cardinale Crescenzio Sepe,Arcivescovo Metropolita di Napoli.A conclusione, Atto di Affidamento della Citta di Napolialla Madonna Bruna e fiaccolata.

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