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VILLA PANZA - VARESE
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QUANDO?
29 MARZO 2017: UNA SPLENDIDA
GIORNATA DI SOLE
PERCHE’?
PER CONOSCERE E SPERIMENTARE, DIVERTENDOSI, I
DIVERSI LINGUAGGI DELL’ARTE
CONTEMPORANEA
CHI?
INSEGNANTI E ALUNNI DELLE
CLASSI 4^ A-B-C-D
DOVE?
VILLA PANZA A VARESE: ALL’INTERNO DI UNA
VILLA DEL SETTECENTO, CIRCONDATA DA UN
MAGNIFICO GIARDINO ALL’ITALIANA
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ORE 8:00
PARTENZA DA
BREMBATE DI SOPRA
ORE 10:00
ARRIVO A
VARESE PRESSO
LA VILLA
VISITA AD
ALTRE SALE
DELLA VILLA
PRANZO NEL
BELLISSIMO
PARCO
LABORATORIO
DIDATTICO
FOTOGRAFICO DAL
TITOLO “CREIAMO
FORME DI LUCE”
LABORATORIO
DIDATTICO DAL
TITOLO
“A TUTTO COLORE”
ORE 18:00
RIENTRO A
BREMBATE DI
SOPRA
VISITA
A UNA
PRIMA
PARTE
DELLE SALE
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Nella giornata di
mercoledì 29 marzo
noi alunni delle classi quarte ci rechiamo a
Villa Panza, a Varese. Capiamo sin da subito
che sarà una giornata molto bella!
All’arrivo ci accolgono le educatrici museali e
viaaa…iniziamo il nostro tour!
Tra gli ambienti della Villa, visioniamo la collezione d’arte
contemporanea che il proprietario, il conte Giuseppe
Panza di Biumo, ha raccolto a partire dagli anni cinquanta. Egli
è stato uno dei primi italiani ad acquistare le opere di grandi
artisti americani e la sua collezione attualmente conta
circa 2500 pezzi comprendenti opere e istallazioni rinomate in
tutto il mondo.
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La stanza rossa, ad
esempio, fa ricordare il sangue,
le rose, il tramonto, dei frutti, il fuoco e
altro ancora! Ci viene riferito che il
rosso è il colore preferito di questo
artista!
Iniziamo dall’artista Dan Favin che realizza numerose opere d’arte con
semplici lampade al neon.
Per queste installazioni utilizza solo due elementi: luce al neon e stanze vuote
da illuminare. Egli posiziona i tubi al neon, di diverso
colore, in ambienti completamente bui e senza finestre, collocandoli sulle pareti,
per terra, sul soffitto e soprattutto negli angoli.
Il primo piano della villa, con le sue numerose sale, ospita diverse
creazioni di questo artista, ma in realtà… ogni stanza diventa un’opera d’arte unica ed originale!
Noi a poco a poco le scopriamo e ogni volta… wow, che emozione! La guida ci spiega che quella è un’arte che nasce dall’incontro tra
lo spazio e la luce ed è soggettiva: è proprio per questo che, entrando in ogni stanza, ognuno di noi prova stati d’animo,
sentimenti, emozioni… differenti!
La stanza azzurra invece fa
pensare al cielo, alla sera,
all’acqua, alla notte, al mare, ai petali di un fiore…
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Passiamo poi nella stanza bianca
realizzata con i neon dei colori primari, blu,
rosso e giallo. Le tre luci, emanate
contemporaneamente,
creano un ambiente tutto… bianco!
Entriamo infine in un’altra stanza, dove ci
immergiamo in luci al neon ultraviolette.
Che sensazione stranissima: sembra di essere catapultati in un’altra dimensione!
Alcuni dettagli dei nostri abiti risaltano come se fossero colorati con gli
evidenziatori! Ci guardiamo sbalorditi: i nostri sorrisi
sono splendidi e i nostri denti sono bianchi smaglianti!
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Più tardi, facciamo conoscenza con le opere di un altro
artista, ancora più particolare: Jeames Turrel. A differenza del primo, egli sperimenta e gioca con il
colore della luce naturale.
Entriamo in una stanza piccola, quadrata, con delle pareti altissime e tutta dipinta di un bianco brillante, in
alto il soffitto è aperto. Stesi sul pavimento, con il naso all’insù, pensiamo: “Aiuto! Il cielo ora ci cade addosso! “
Ovviamente ci sbagliamo, ma scopriamo che è proprio l’artista che desidera, con questa sua opera, che il cielo
entri nella stanza e che trasmetta, ad ogni ora del giorno e secondo le diverse condizioni atmosferiche,
diverse sensazioni.
Poi ci mettiamo al lavoro: è ora di diventare protagonisti dell’arte, realizzando un disegno di luce
come Dan Favin! Per fare ciò la guida ci conduce in un laboratorio
didattico fotografico e, divisi in piccoli gruppi, realizziamo un’opera con dei giochi di luce.
Prima ogni gruppo sceglie un tema da rappresentare,
come per esempio: l’amicizia, il mare, la natura e l’acqua.
Poi al buio, con il braccio e il polso ben teso, puntando una torcia colorata verso una macchina fotografica e
muovendola senza fermarsi per 15 secondi, realizziamo insieme la nostra opera luminosa.
I risultati sono dei veri e propri “ disegni magici”, unici e irripetibili, che rappresentano con la luce
l’espressione delle nostre emozioni!
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E’ giunta l’ora della
pausa! Mangiamo, giochiamo e
ci rilassiamo nel bellissimo parco della
Villa!
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Terminato questo insolito intervallo,
riprendiamo il tour ammirando le opere di
Robert Wilson! Egli realizza video ritratti, ossia quadri in
movimento accompagnati da musiche di sottofondo!
I video ritraggono animali e personaggi
famosi del mondo dell’arte e dello spettacolo che si muovono in modo
strano, curioso; essi catturano, come delle calamite, la nostra attenzione e i
nostri sguardi.
Anche se abbiamo visto
molte opere di arte contemporanea, non
dobbiamo dimenticarci che siamo in una villa del
‘700. Che dire della
“Sala impero”? Bellissima, immensa ed
elegante!
Ha enormi
lampadari di cristallo e
su un lato è posto un
enorme specchio con
la cornice d’oro!
Il pavimento
è composto
da incantevoli mosaici!
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Proprio qui però ci rituffiamo nell’arte moderna: appesi su alcune pareti, ci
sono i quadri monocromi su tela dell’americano David Simpson.
Ai nostri occhi essi appaiono tutti uguali, o comunque poco differenti gli uni dagli altri.
Difficile dire di che colore siano perché spesso le tinte usate sono indefinite e fluorescenti; si spazia dal grigio, all’argento, dall’azzurro, al blu scuro...
Infatti queste opere appaiono ogni volta di un colore diverso, soprattutto se si osservano da diverse angolazioni.
In queste tele, l’artista vuole rappresentare la luce. Così, per dare maggiore brillantezza ai suoi quadri, mescola i colori con la mica, una polverina
ricavata dalla frantumazione di alcuni sassi, che stende, a colpi di spatola,
sulle tele di lino poste sul pavimento.
In un’altra stanza vi sono esposti ancora
quadri monocromi, ma questa volta creati dell’artista italiano Alfonso Fratteggiani
Bianchi! La sua particolare caratteristica è che egli
usa il pigmento colorato allo stato puro, senza leganti.
Per compiere le sue opere utilizza una base di pietra, che deve essere un po’ porosa, su
cui schiaccia con le dita la polverina; la
lastra assorbe così il pigmento, rendendolo simile ad una superficie vellutata.
Il risultato è splendido! Tuttavia questi monocromi hanno bisogno di
una manutenzione ciclica in quanto, non essendoci nessun legante tra la pietra e il
pigmento, il colore del quadro, una volta affisso alla parete, tende lentamente a
cadere.
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Dopo tante ispirazioni, desideriamo imitare anche noi i grandi
artisti ed è per questo che dipingiamo il nostro “monocromo”.
Ognuno ha a disposizione cartoncini, tavolozze con tempere dai colori primari, uniti al bianco e al nero e vari strumenti come
spatole, pennelli, rulli…
Ci scateniamo: sperimentiamo e mescoliamo i colori come
vogliamo, cercando di ottenere un colore gradito e personale.
Poi lo stendiamo, ciascuno sul proprio cartoncino, utilizzando la tecnica che preferiamo tra quelle utilizzate dai grandi artisti. E
allora… chi usa la spatola, chi il rullo, chi le dita, ….
Che grande soddisfazione!
In questa atmosfera ci siamo veramente sentiti tutti artisti!!!
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La gita
scolastica
mi è piaciuta
perché…