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VIDEO LIBRARY - DAFT Organizzazione aziendale, 4 ed. CAPITOLO 1 – ORGANIZZAZIONI E TEORIA ORGANIZZATIVA Effetto notte (Trailer in italiano ) Fin dalla nascita la nostra esistenza è scandita dalla presenza e dall’interazione con grandi organizzazioni. Banche, scuole, ospedali, studi medici, comuni, ne sono tutti degli esempi ma, viste dall’interno, come nascono e come funzionano le organizzazioni? Per la prima volta, nel film “Effetto Notte” del maestro François Truffaut, uscito nel 1973 e vincitore di un premio Oscar nel 1974, il regista svela quello che accade dietro la telecamera e come si articola il processo produttivo di un pellicola cinematografica presentandoci un film non come prodotto finito, ma come processo in itinere inserito all’interno di una configurazione più ampia ed organizzato secondo una struttura per processo che viene sciolta o modificata nel momento in cui l’obiettivo è stato raggiunto. Il titolo stesso del film si riferisce ad una tecnica cinematografica, effetto notte appunto, che consiste nel rendere “notturna” una scena girata di giorno inserendo un filtro di colore blu davanti all’obiettivo. Il film ci svela il processo produttivo ed i retroscena della lavorazione del film Je vous presente Pamela (Vi presento Pamela) girato negli studi La Victorine a Nizza, e ci mostra questo processo come entità sociale all’interno della quale c’è una suddivisione del lavoro tra le persone che svolgono ruoli diversi (attori, sceneggiatori, assistenti, etc.) ed un coordinamento degli sforzi individuali da parte del vertice (il regista) per il raggiungimento di uno scopo o obiettivo comune (il film) ma anche di un vantaggio personale (ricompense, fama). All’interno del film emergono chiaramente alcuni elementi tipici presenti all’interno delle organizzazioni come ad esempio la specializzazione del lavoro (gli attori, i tecnici, l’aiuto regista,etc.); la suddivisione gerarchica al cui vertice troviamo il regista; l’aspetto tecnologico rappresentato dalle tecnologie per la realizzazione di un film all’inizio degli anni ’70; l’aspetto economico-finanziario con i contratti e le scadenze da rispettare. Dal primo all’ultimo giorno di riprese i problemi della lavorazione si alternano con le dinamiche e i rapporti personali tra il team di lavoro e la storia del film nel film, sovrapponendo costantemente tre piani di realtà: il film Effetto notte, il film vi presento Pamela la cui creazione viene sviscerata e la vita reale degli attori al di fuori del contesto cinematografico.

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VIDEO LIBRARY - DAFT Organizzazione aziendale, 4 ed.  

CAPITOLO 1 – ORGANIZZAZIONI E TEORIA ORGANIZZATIVA

Effetto notte (Trailer in italiano)

Fin dalla nascita la nostra esistenza è scandita dalla presenza e dall’interazione con grandi organizzazioni. Banche, scuole, ospedali, studi medici, comuni, ne sono tutti degli esempi ma, viste dall’interno, come nascono e come funzionano le organizzazioni? Per la prima volta, nel film “Effetto Notte” del maestro François Truffaut, uscito nel 1973 e vincitore di un premio Oscar nel 1974, il regista svela quello che accade dietro la telecamera e come si articola il processo produttivo di un pellicola cinematografica presentandoci un film non come prodotto finito, ma come processo in itinere inserito all’interno di una configurazione più ampia ed organizzato secondo una struttura per processo che viene sciolta o modificata nel momento in cui l’obiettivo è stato raggiunto.

Il titolo stesso del film si riferisce ad una tecnica cinematografica, effetto notte appunto, che consiste nel rendere “notturna” una scena girata di giorno inserendo un filtro di colore blu davanti all’obiettivo.

Il film ci svela il processo produttivo ed i retroscena della lavorazione del film Je vous presente Pamela (Vi presento Pamela) girato negli studi La Victorine a Nizza, e ci mostra questo processo come entità sociale all’interno della quale c’è una suddivisione del lavoro tra le persone che svolgono ruoli diversi (attori, sceneggiatori, assistenti, etc.) ed un coordinamento degli sforzi individuali da parte del vertice (il regista) per il raggiungimento di uno scopo o obiettivo comune (il film) ma anche di un vantaggio personale (ricompense, fama). All’interno del film emergono chiaramente alcuni elementi tipici presenti all’interno delle organizzazioni come ad esempio la specializzazione del lavoro (gli attori, i tecnici, l’aiuto regista,etc.); la suddivisione gerarchica al cui vertice troviamo il regista; l’aspetto tecnologico rappresentato dalle tecnologie per la realizzazione di un film all’inizio degli anni ’70; l’aspetto economico-finanziario con i contratti e le scadenze da rispettare. Dal primo all’ultimo giorno di riprese i problemi della lavorazione si alternano con le dinamiche e i rapporti personali tra il team di lavoro e la storia del film nel film, sovrapponendo costantemente tre piani di realtà: il film Effetto notte, il film vi presento Pamela la cui creazione viene sviscerata e la vita reale degli attori al di fuori del contesto cinematografico.

CAPITOLO 2 - STRATEGIA, PROGETTAZIONE ORGANZZATIVA ED EFFICACIA

Cirque du Soleil (Trailer spettacolo Alegría)

Una strategia è un piano per l’interazione con l’ambiente competitivo volto a raggiungere gli obiettivi organizzativi.

Ma qual è il legame fra il Cirque du Soleil e la strategia organizzativa?

A prima vista non c’è nulla di più lontano. Il Cirque du Soleil ci fa pensare infatti ad un mondo di fantasia, alla danza, all’audacia, alla destrezza, alla grazia, alle acrobazie, alla recitazione e all’arte, nulla di più discordante a prima vista con l’analisi delle minacce interne ed esterne, la definizione di linee guida e della struttura organizzativa, la misurazione della performance.

Il Cirque du Soleil invece, ha perseguito ed incarna quella che da Kim W. Chan e Mauborgne Renée è stata definita "Strategia oceano blu", ribaltando il concetto stesso di strategia organizzativa. Questi due studiosi hanno infatti analizzato trenta settori ed elaborato un modello per raggiungere alti livelli di crescita identificando i principi e gli strumenti che permetterebbero a qualsiasi impresa di neutralizzare la concorrenza ed aprire uno spazio di mercato incontestato ed illimitato: un oceano blu appunto.

Il successo deriva quindi da mosse strategiche brillanti ed il Cirque du Soleil è riuscito a rivoluzionare il settore oramai in declino dei circhi ed a neutralizzare la concorrenza.

La mossa strategica è stata quella di arricchirsi di elementi presi a prestito anche da altri settori come il teatro, la danza, la musica, suscitando così un nuovo interesse da parte dei clienti e diversificando la propria offerta. Così dalle famiglie con bambini, il nuovo target è diventato quello degli adulti e dei professionisti, disposti a pagare un prezzo maggiore per assistere ad uno spettacolo nuovo ed originale che nulla aveva a che fare con il concetto tradizionale di circo grazie alla cura dei dettagli, della scenografia, dei costumi, del trucco, della trama,della musica, della recitazione.

Secondo questa prospettiva quindi, l’oceano blu calmo e senza concorrenza basato sull’innovazione di valore e sull’espansione del mercato si contrappone all'oceano rosso della competizione spietata e dell’assenza di innovazione.

CAPITOLO 3 – ELEMENTI FONDAMENTALI DELLA STRUTTURA ORGANIZZATIVA

Azienda Ospedaliera Carlo Poma di Mantova

(Filmato istituzionale Azienda ospedaliera Carlo Poma)

L’efficienza organizzativa è legata agli aspetti strutturali che le organizzazioni decidono di adottare. Importante è a questo proposito la chiarezza circa responsabilità relative ai compiti, i rapporti di dipendenza formale, i raggruppamenti delle persone all’interno delle unità e soprattutto che le varie persone e le varie unità siano connesse attraverso collegamenti informativi orizzontali e verticali per realizzare un’integrazione ed un coordinamento efficiente ed efficace.

Nel video proposto, vengono illustrate la struttura ed il piano di organizzazione dell'azienda ospedaliera Carlo Poma di Mantova, della quale vengono presentati i vari dipartimenti nonché i collegamenti orizzontali e verticali esistenti tra le varie unità e le strutture gestionali.

In un’organizzazione quale quella ospedaliera infatti, è molto importante la specializzazione dei compiti, la condivisione di procedure e la standardizzazione, l’esistenza di un riporto gerarchico e di regole, ma per sua natura, soprattutto per una realtà complessa e geograficamente molto dislocata come quella in oggetto, è altresì importante la condivisione orizzontale fra i vari dipartimenti delle informazioni supportata dai sistemi informativi.

L’Azienda Ospedaliera Carlo Poma è la rete di servizi ospedalieri, ambulatoriali e psichiatrici del territorio mantovano ed è caratterizzata da una presenza capillare nella zona. Se la sede centrale è la struttura che ospita le realtà clinico-assistenziali di cura dei pazienti e l’aspetto chirurgico, gli ambulatori sono dedicati alle visite. Tuttavia, la stessa qualità e lo stesso tipo di servizi che vengono offerti in Ospedale devono essere riscontrati anche nelle realtà ambulatoriali.

Quest’azienda inoltre, coinvolge un elevato numero di professionisti di vari settori, della cura, dell’innovazione tecnologia, dell’economia, della giurisprudenza, gestionale ed amministrativa, e investe in peculiari percorsi di sviluppo e formazione per sostenere il cambiamento e l’innovazione costante che sono richieste dal settore sanitario.

CAPITOLO 4 – L’AMBIENTE ESTERNO

Influenzare le risorse esterne 

Spot Fiat anni ’60 

Spot New Renault Scenic 2009

Le organizzazioni non sono isolate ma vivono all’interno di un ambiente organizzativo costituito da tutti gli elementi esterni ai confini dell’organizzazione che influiscono su di essa o parte di essa.

Essendo dei sistemi aperti, le organizzazioni si relazionano con altri soggetti e sono influenzate dal cambiamento e dalla complessità ambientale con ripercussioni importanti sulla progettazione organizzativa e l’azione manageriale, in particolare per quanto riguarda il bisogno di ottenere informazioni dall’ambiente ed il bisogno di ottenere risorse da esso.

La dipendenza dalle risorse è il risultato della scarsità delle risorse materiali e finanziarie di cui l’organizzazione ha bisogno, per questo cerca di ottenere il controllo su di esse e di minimizzarne la dipendenza sviluppando collegamenti con altre organizzazioni e cercando di cambiare o controllare elementi dell’ambiente.

Tra le strategie per influenzare le risorse nell’ambiente esterno, abbiamo quella di cercare di stabilire relazioni favorevoli con elementi chiave dell’ambiente, di cui uno dei modi tradizionali è proprio quello della pubblicità che ha lo scopo di influire sui gusti e le opinioni dei consumatori soprattutto nei settori altamente competitivi quali i beni di consumo.

I due spot proposti, uno della Fiat 500 degli anni ’60 ed un altro della Renault Scenic del 2009, ci danno informazioni completamente diverse sia sul tipo di immagine e messaggio che le due case automobilistiche vogliono trasmettere, sia sui cambiamenti ambientali che sono intercorsi negli ultimi 50 anni in particolare dal punto di vista socio-culturale, tecnologico e finanziario. Questi ultimi fattori infatti, seppur indirettamente, incidono fortemente sulle attività e sulle scelte delle organizzazioni perché ne modificano l’ambiente generale.

CAPITOLO 5 - RELAZIONI INTERORGANIZZATIVE

Howard Rheingold e la collaborazione (Video in inglese con sottotitoli in italiano)

Un paradigma emergente nell’ambito delle relazioni organizzative è quello che vede le organizzazioni non più impegnate in una ferrea competizione, ma piuttosto alle prese con la costituzione di network collaborativi. Queste stanno infatti sviluppando una densa rete di relazioni orizzontali che implicano transazioni, flussi e collegamenti. Un ecosistema organizzativo è un sistema formato dalle interazioni di una comunità di organizzazioni e dei loro rispettivi ambienti, e le aziende accettano collaborazione ed interdipendenza con altre organizzazioni per accrescere il valore di tutte le parti coinvolte.

Ciò è tanto più vero in quei settori come quello tecnologico, farmaceutico e della ricerca in generale, in cui la collaborazione tra grandi e piccole aziende permette il raggiungimento di livelli di innovazione e di performance più elevati passando da una mentalità competitiva a una collaborativa. Questo permette ad esempio la condivisione dei rischi d’ingresso in nuovi mercati, il miglioramento della posizione dell’organizzazione in determinati settori o tecnologie, una maggiore innovazione, la capacità di risoluzione problemi complessi e l’accesso ai mercati globali.

Se le aziende inoltre fossero disponibili ad inglobare i contributi di partner e clienti, potrebbero realizzare prodotti più efficienti in minor tempo, con una maggiore garanzia di soddisfazione del cliente, con un minor costo ed un minor rischio.

Non ci può essere collaborazione e partnership fra imprese però senza fiducia e impegno da parte di tutte le unità coinvolte, equità, lealtà, collegamenti informatici per condividere informazioni chiave, discussione e risoluzione congiunta dei problemi, meccanismi di coordinamento, contratti a lungo termine, etc. Le tecnologie inoltre, hanno dato grande forza alla crescente cooperazione interorganizzativa.

Howard Rheingold, il guru della cooperazione efficace applicata ai media partecipativi, nel video proposto ci parla di come la fortissima competizione da sempre presente nelle software house sta lasciando il posto alla collaborazione e all’apertura dei codici sorgenti, dato che in questo tipo di settore l’evoluzione è molto veloce e la conoscenza diventa obsoleta molto velocemente. Ma troviamo esempi di questo tipo anche nelle case farmaceutiche o presso la Toyota che ha creato un network di fornitori. Tutto ciò non perché si è spinti da motivazioni altruistiche, ma perché aprendo agli altri si può accrescere il proprio business.

CAPITOLO 6 - PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA PER L’AMBIENTE INTERNAZIONALE 

ENI nel mondo (Filmato istituzionale Eni)

L’espansione globale è uno dei trend che caratterizzano l’economia contemporanea. Spinte da motivazioni di carattere economico come economie di scala e di scopo ed il minor costo dei fattori produttivi e della forza lavoro che si riescono a realizzare in alcune parti del mondo, le organizzazioni superano i confini nazionali forti anche dei cambiamenti socio culturali che stanno omologando sempre più i bisogni e le preferenze dei consumatori.

Eni ha fatto dell’espansione nel mondo il suo punto di forza, con la presenza in 77 Paesi e con circa 78.400 dipendenti di nazionalità diverse. Eni è “un’impresa integrata nell’energia, impegnata a crescere nell’attività di ricerca, produzione, trasporto, trasformazione e commercializzazione di petrolio e gas naturale. Tutti gli uomini e le donne di Eni hanno una passione per le sfide, il miglioramento continuo, l’eccellenza e attribuiscono un valore fondamentale alla persona, all’ambiente e all’integrità”. Già nel Primo Dopoguerra, oltre alle prime esplorazioni in Italia cominciano i rapporti con l’estero, in primis Albania, Romania e Iraq. Viene fondata l'AGIP (Azienda Generale Italiana Petroli) e nel 1953 nasce l’Eni, azienda creata dallo Stato ente pubblico e con alla presidenza Enrico Mattei. L’obiettivo era quello di fornire energia agli italiani contribuendo così allo sviluppo industriale e, dalla sua nascita fino ad oggi, Eni ha continuato ad estendere la sua presenza nei settori del petrolio, del gas naturale, della petrolchimica, della generazione e produzione di energia elettrica e dell’ingegneria e costruzioni acquisendo e stringendo accordi con aziende di tutto il mondo. Nel 1992 Eni da Società pubblica diventa Società per Azioni e la maggior parte del capitale viene privatizzata. Oggi Eni, è quotata alla Borsa di Milano e al New York Stock Exchange (NYSE).  Oltre alla crescita e all’espansione nel mondo, Eni persegue anche una strategia di sviluppo sostenibile. La presenza in così tanti Paesi e una forza lavoro proveniente da diverse culture, sollevano problemi legati alle implicazioni delle differenze culturali in ogni fase di gestione delle risorse umane, richiedendo quindi uno sforzo volto alla valorizzazione delle persone e dello sviluppo e benessere delle comunità nelle quali opera, ma anche di rispetto dell'ambiente contribuendo a ridurre i rischi legati al cambiamento climatico. Le informazioni ed il video sono tratte dal sito: http://www.eni.com/

CAPITOLO 7 - TECNOLOGIE PER LA PRODUZIONE MANIFATTURIERA E PER I SERVIZI

Tempi moderni (Trailer) Dalle prime macchine a vapore fino ad oggi, i cambiamenti nelle tecnologie produttive e nei processi di lavoro dentro e fuori le aziende sono stati così repentini e radicali che hanno cambiato oltre alle macchine anche il modo di lavorare e l’uomo stesso.

Il capolavoro diretto e interpretato da Charles Chaplin del 1936, rappresenta una satira politica e sociale della condizione dell’uomo subordinato e schiavo della macchina e, nelle sue scene iniziali, ci mostra le condizioni e le tecnologie produttive manifatturiere dell’inizio del Novecento, in cui l’uomo era dominato ed alienato dalla macchina ed era inserito all’interno delle catene di montaggio.

Chaplin con il sorriso e l’arma dell’umorismo, mette in luce il dramma dell’alienazione operaia e dello sfruttamento del lavoratore. Charlot infatti, operaio alla catena, è vittima e cavia delle macchine con cui lavora dalle quali viene letteralmente inghiottito e che gli procureranno un esaurimento nervoso nonché la perdita del posto di lavoro. Emblematica è la scena in cui Chaplin, dopo essere finito tra gli ingranaggi del macchinario cui è addetto, alla fine del suo turno continua ad avvitare tutto ciò che gli capita a tiro, nasi e bottoni compresi. Anche se il film è muto e in bianco e nero, si evincono anche particolari legati alle condizioni di lavoro degli operai, inseriti in ambienti molto rumorosi, con scarse misure di sicurezza ed esposti senza protezione a tutte le fasi più pericolose di lavorazione.

CAPITOLO 8 - TECNOLOGIE DELL’INFORMAZIONE E CONTROLLO

Tim Berners-Lee e il futuro del Web (Video in inglese con sottotitoli in italiano) Tim Berners-Lee: l'anno in cui i dati sono diventati di dominio mondiale (Video in inglese con sottotitoli in italiano) Lo sviluppo delle nuove tecnologie ed in particolare la grandiosa diffusione di Internet, hanno permesso uno sviluppo straordinario dei sistemi IT e delle loro applicazioni all’interno delle organizzazioni, rendendo possibile non solo la raccolta di dati anche al di fuori dei confini dell’azienda, ma soprattutto il loro utilizzo per prendere decisioni a livello strategico e perseguire i fini organizzativi. Queste tecnologie inoltre, permettono il coordinamento interno ed esterno mediante strumenti quali Intranet, gli strumenti Web.2 come blog, wiki e social network, i sistemi di knowledge management e di enterprise resource planning. In particolare il knowledge management, che consiste nello sforzo sistematico di trovare, organizzare e rendere disponibile il capitale intellettuale di un’azienda e di alimentare una cultura di apprendimento continuo e condivisione della conoscenza, pone l’accento sulla necessità di portare fuori e mettere in comune la conoscenza per arricchire il capitale intellettuale di un’organizzazione. Chi meglio di Tim Berner-Lee quindi, l’informatico britannico considerato il padre del World Wide Web e della gestione e immagazzinamento delle informazioni, ci può fornire la prova che le informazioni siano la chiave vincente per il successo delle organizzazioni e non solo? L’idea di Tim è stata quella di creare un ambiente di comunicazione globale e decentralizzato basato sull’ipertesto, che consente di collegare tra loro numerosi documenti. Ha inoltre coniato il nome World Wide Web, ha scritto il primo server per il World Wide Web e il primo programma client WorldWideWeb; ha scritto inoltre la prima versione del linguaggio HTML. La vera carta vincente della sua idea però, è stata quella di non richiedere nessun brevetto, rendendo così la Rete il sistema più aperto e facilmente implementabile nella storia dell’informatica, che le ha permesso di diffondersi rapidamente e diventare una vera ragnatela mondiale. Tim Berners-Lee oggi è il presidente del W3C, l'organismo internazionale che coordina lo sviluppo degli standard del WWW ed è inoltre direttore del laboratorio di Computer Science al Massachusetts Institute of Technology di Boston. I video proposti sono un discorso tenuto da Tim Berners-Lee in cui, al Ted2009 fa un “appello” per la diffusione di "dati grezzi" liberamente in rete da parte di governi, istituzioni e scienziati e, a TEDUniversity nel 2010, mostra cosa possa nascere dalla messa in relazione globale e libera dei dati messi a disposizione su Internet. Figurarsi quindi, le implicazioni che questo ha o potrebbe avere a livello organizzativo per la risoluzioni di problemi o il miglioramento di processi grazie alla condivisione e circolazione dei dati interni ed esterni.

CAPITOLO 9 - DIMENSIONI ORGANIZZATIVE, CICLO DI VITA E DECLINO 

Volevo solo dormirle addosso (Trailer in italiano)

Come ogni altro essere vivente anche le organizzazioni nascono, crescono secondo vari stadi di sviluppo e, se non gestite correttamente o a causa di motivi contingenti, alcune subiscono un declino. Questo si verifica se c’è una diminuzione nella base di risorse di un’organizzazione nel corso del tempo causato dal fatto che le organizzazioni diventano rigide e burocratiche e perdono la loro flessibilità, sono vulnerabili e incapaci di prosperare nel proprio ambiente o se si riscontra un declino ambientale ed un’eccessiva competizione. È in questo momento che nella maggior parte dei casi vengono implementate pratiche di riduzione del personale. Nel film italiano “Volevo solo dormirle addosso” del 2004, Giorgio Pasotti è un giovane formatore di una multinazionale che subirà il passaggio “da simpatico formatore a killer”. Accetta infatti la sfida di ridurre di circa il 30% il personale della sua azienda in soli due mesi, sostenendo colloqui individuali con i candidati e senza creare tensioni visibili mantenendo buono il clima interno. A fronte del raggiungimento del target gli vengono offerti incentivi economici, l’auto aziendale, un piano di stock options ed un avanzamento di carriera. La causa di questo downsizing è il forte calo delle vendite di microchip prodotti dall’azienda e quindi dalla casa madre francese decidono il taglio del personale. La vita di Pressi comincia ad andare a rotoli, tormentato dal compito che ha accettato e disilluso dallo slogan della sua azienda, "People First", che non è altro che un’ipocrisia. Al termine del film Pressi avrà raggiunto il target, il licenziamento di 25 persone di cui il venticinquesimo è proprio se stesso, ma il clima in azienda è decisamente deteriorato e tutte le persone coinvolte nella riduzione del personale uscivano dal suo ufficio in lacrime ed in preda a reazioni emotive incontrollate. Per agevolare questo processo è importante che i manager comunichino con i dipendenti e forniscano loro la maggior quantità possibile di informazioni nonché assistenza ai lavoratori licenziati per affrontare la perdita del posto e ristabilirsi nel mercato del lavoro. È importante anche prestare attenzione alle esigenze emotive di coloro che rimangono all’interno dell’organizzazione, che vivono nell’angoscia del futuro e il cui contratto psicologico con l’azienda subisce dei duri colpi. La riduzione del personale è un momento difficile e delicato per tutti, sia per chi va via sia per chi resta.

CAPITOLO 10 - CULTURA ORGANIZZATIVA E VALORI ETICI

Erin Bronckovich (Trailer in italiano) Nel film “Erin Brockovich” del regista Steven Soderbergh, tratto da una storia vera e uscito nelle sale cinematografiche nel 2000, Julia Roberts interpreta il ruolo di Erin Brockovich, divenuta un’eroina nazionale dopo aver vinto una causa contro una grande azienda americana accusata di aver riversato una sostanza cancerogena nelle falde acquifere.

Alle prese con mille difficoltà, Erin comincia a lavorare in uno studio legale e, durante l’archiviazione di vecchie pratiche, si imbatte in alcuni referti medici contenuti in un fascicolo di tutt'altro argomento che celavano un gravissimo caso di avvelenamento della falda acquifera. Il cromo esavalente infatti, usato per evitare la corrosione dei metalli, finiva nell'acqua corrente delle case degli abitanti di una cittadina californiana in cui era aumentato in maniera esponenziale il numero di morti e ammalati. Erin riesce a raccogliere 600 firme di adesione degli abitanti della cittadina alla class action contro la PG & E ed il verdetto riconosce la colpevolezza dell’azienda e la condanna a pagare 333 milioni di dollari di risarcimento.

La corporate social responsibility rientra nella sfera dell’etica manageriale e si riferisce al dovere da parte del management di effettuare scelte e intraprendere iniziative che contribuiscano al benessere della società e dell’organizzazione. Le aziende che mettono l’etica in secondo piano a favore di una rapida crescita e profitti a breve termine compiendo azioni illegali e non rispettando i propri stakeholder, alla fine vengono danneggiate dai loro stessi comportamenti perdendo non solo in termini di profitto ma anche credibilità ed immagine. Per ottenere e mantenere la fiducia degli stakeholder infatti, le organizzazioni devono mettere l’etica e la responsabilità sociale al primo posto. Questa consiste nella gestione degli impatti che le attività, prodotti e servizi dell’organizzazione hanno sulla società e sull’ambiente attraverso la sua interazione con gli stakeholder chiave e comprende questioni quali: il consumo responsabile, il risparmio energetico, la tutela ambientale, collaborazione con la comunità in cui è inserita, la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, le pari opportunità e la diversity.

CAPITOLO 11 - INNOVAZIONE E CAMBIAMENTO

Tra le nuvole (Trailer in italiano)

In un mondo caratterizzato da cambiamento costante e competizione crescente, l’innovazione continua oltre ad essere indispensabile è oramai divenuta la norma per le moderne organizzazioni, che vi sono spinte dalle molte forze ambientali e non che ci sono in gioco.

Tuttavia il cambiamento di per sé incontra sempre delle resistenze e l’intera organizzazione attraversa fasi di turbolenza ed incertezza che non sempre portano ai risultati attesi. In questo senso è molto importante il ruolo dei leader, che devono riuscire a diffondere un senso di urgenza e necessità del cambiamento, ad istituire una coalizione per guidare il processo di cambiamento, creare una visione e una strategia per il cambiamento, trovare un’idea che risponda alla necessità, elaborare piani per superare la resistenza al cambiamento, creare team di cambiamento ed incoraggiare i champion intellettuali.

“Tra le nuvole” (Up in the air), film del 2009 di Jason Reitman, è una pellicola che offre molti spunti di riflessione sulla società americana ed in particolare sulla realtà aziendale.

Il protagonista Ryan Bingham, interpretato da George Clooney, è un efficientissimo "tagliatore di teste” che vive perennemente in volo, senza una vita privata né legami e collezionando punti "mille miglia". Ad un certo punto la sua vita lavorativa e professionale così meticolosa ed efficiente incorre in alcuni cambiamenti e tutto il meccanismo si incepperà.

Nella sua azienda, su suggerimento di una giovane psicologa appena assunta, il suo capo decide di introdurre un’innovazione nel modo di lavorare che permetterà all’azienda di risparmiare sugli elevati costi legati ai suoi continui viaggi: effettuare i licenziamenti tramite una webcam ed Internet e lavorare quindi presso la sede centrale. Questa decisione, tanto osteggiata dal protagonista, lo pone di fronte ad una scelta: continuare la sua vita da viaggiatore solitario e senza legami proprio quando ha appena incontrato una donna così simile a lui e che conduce la sua stessa vita o continuare a svolgere il suo lavoro presso la sede della società.

Comincia così un periodo di addestramento per la giovane psicologa appena assunta ed anche un periodo di implementazione del nuovo sistema operativo. Una delle donne da loro licenziata però, si toglie la vita; i piani di innovazione vengono sospesi e Ryan può tornare nuovamente in volo.

 

CAPITOLO 12 - PROCESSI DECISIONALI

Thirteen days (Trailer in inglese) Una decisione non programmata Il film storico “Thirteen days”, diretto nel 2000 da Roger Donaldson, ci da la possibilità di osservare un processo decisionale molto complesso relativo alla gestione della crisi dei missili di Cuba del 1962. Una situazione nuova quindi per gli attori decisionali coinvolti, poco definita e senza procedure prestabilite per la risoluzione del problema che ha rappresentato uno dei massimi momenti di tensione nella guerra fredda tra le due grandi superpotenze URSS e USA.

La prospettiva adottata nel film è quella dell’amministrazione americana, in particolare del Presidente americano John F. Kennedy, il fratello Bob Kennedy ed un gruppo di stretti collaboratori del presidente riuniti in seduta speciale in qualità di Excom (Executive Committee del National Security Conuncil) di cui facevano parte il segretario di Stato Dean Rusk, il segretario della Difesa Robert McNamara, il direttore della CIA John McCone, più alcuni consulenti politici, militari e diplomatici.

Gran parte del film è ambientato nella Casa Bianca ed in particolare la vicenda è analizzata attraverso il punto di vista di Kenneth O’Donnell, Segretario del Presidente interpretato da Kevin Costner, e si focalizza sul conflitto tra potere politico e militare sulla scelta della migliore strategia da adottare.

Identificazione del problema

Quando il 14 ottobre del 1963 un aereo da ricognizione americano fotografa lo spiegamento sovietico di missili nucleari e la costruzione in corso di sistemi di lancio a Cuba, iniziano i tredici giorni che hanno tenuto il mondo con il fiato sospeso per il rischio di una guerra nucleare e le cui sorti dipendevano dalla risoluzione di un grave problema: la migliore via diplomatica da seguire per fermare il rischio di essere attaccati dai missili cubani che avevano una copertura quasi totale del suolo americano. A seguito della svolta filosovietica di Cuba con la vittoria di Fidel Castro nella rivoluzione cubana del 1959 infatti, Cuba aveva concordato con Mosca l’installazione di missili nucleari sul proprio territorio.

Durante una riunione gli attori decisionali coinvolti analizzano le informazioni raccolte dalle fotografie scattate e cercano di ottenere il maggior numero possibili di dati sulla situazione a Cuba. L’elemento missilistico è subito identificato come una minaccia e la prima e unica soluzione al momento plausibile è quella di un attacco. Ma, come afferma lo stesso Bob Kennedy, “ci devono essere altre strade da percorrere e se ancora non le abbiamo viste è perché non le abbiamo volute vedere”.

Soluzione del problema

La complessità del problema da affrontare, fa propendere per l’utilizzo di un gruppo decisionale che permette la moltiplicazione dei punti di vista e dei frame di riferimento (“prendiamo le migliori teste, 2 per ogni dipartimento”).

Dopo giorni di tensione internazionale, il presidente Kennedy scelse la strada del blocco navale dell'isola e chiese contemporaneamente lo smantellamento delle basi missilistiche. Un eventuale forzatura del blocco da parte delle navi sovietiche avrebbe decretato l’inizio del conflitto nucleare fra le due superpotenze dalle conseguenze inimmaginabili.

Quando il 24 ottobre la quarantena entrò ufficialmente in vigore, vista la linea dura degli Stati Uniti e di Kennedy, Chruscev ordinò alle navi sovietiche di rispettare il blocco ed inoltre ordinò il ritiro dei missili dietro la promessa di non invasione dell'isola e del ritiro dei missili Jupiter installati nelle basi di Turchia e Italia, che avvenne 6 mesi più tardi.

CAPITOLO 13 – CONFLITTO, POTERE E POLITICA

A beautiful mind (Scena del corteggiamento di un gruppo di ragazze)

Il conflitto è fisiologico e funzionale all’interno delle organizzazioni e, se opportunamente gestito, può rappresentare un’occasione per stimolare cooperazione e collaborazione in vista del raggiungimento dei fini organizzativi. Il confronto e la negoziazione sono due tipici strumenti per agire in tal senso, ed in particolare questi hanno successo se sono orientati verso la strategia vincere-vincere, piuttosto che verso una strategia vincere-perdere, secondo cui in ogni contrattazione tutte le parti coinvolte devono guadagnare qualcosa e dalla contrattazione nessuno uscirà perdendo.

“Il miglior risultato si ottiene quando ogni componente del gruppo farà ciò che è meglio per sé e per il gruppo” è l’intuizione cruciale che John Nash, interpretato da Russell Crowe nel film di Ron Howard “A Beautiful Mind” ispirato alla vita del matematico, enuncia al termine della scena del corteggiamento delle ragazze.

Premio Nobel per l’economia, John Nash è un matematico ed economista statunitense che ha applicato i suoi studi di matematica alla Teoria dei giochi alternando, ai successi accademici e scientifici, i ricoveri in ospedali psichiatrici perché affetto da schizofrenia.

In questa sequenza del film, Nash è in un bar con alcuni colleghi e stanno discutendo su come poter abbordare una ragazza bionda molto carina che è appena entrata nel locale con le sue quattro amiche.

Supponiamo che questa sia una situazione di contrattazione e Nash e i suoi amici siano i contendenti. L’obiettivo individuale da perseguire è quello di conquistare la ragazza bionda. "Se tutti ci proviamo con la bionda, ci blocchiamo a vicenda e alla fine nessuno di noi se la prende. Allora ci proviamo con le sue amiche e tutte loro ci voltano le spalle perché a nessuno piace essere un ripiego” afferma Nash, esponendo in tal modo la prospettiva ed il modus operandi della strategia perdere-perdere. “Se invece nessuno ci prova con la bionda, non ci ostacoliamo a vicenda e non offendiamo le altre ragazze. È l'unico modo per vincere", in questo modo viene trovata una soluzione creativa ed alternativa alla contrattazione in cui tutti perseguono dei risultati congiunti ed il problema, anziché individuale, diventa un problema comune da cui tutti traggono un vantaggio.