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ESTATE 2017 Direttore: GIOVANNI FOLLI Periodico gargnanese di informaZione, attualità e cultura 93 Periodico gargnanese di informaZione, attualità e cultura Edito da: ASSOCIAZIONE CULTURALE “ULISSE 93” www.enpiasa.it [email protected] Autorizzazione Tribunale di Brescia n.10-1994 del 18/4/94 - Stampato da Tipolitografia GARDESANA - Tormini di Roè Volciano - BS Mauro Garnelli Q uello che a Gar- gnano molti au- spicavano, da an- ni, è accaduto agli inizi di giugno. La staccionata che rac- chiudeva l'area del can- tiere intorno all'ex Socie- tà Lago di Garda è stata rimossa dagli operai del Comune. Questo in ot- temperanza ad un'ordi- nanza emessa dal Sinda- co, Giovanni Albini, nei giorni immediatamente precedenti. La motivazio- ne ufficiale deriva dalla volontà dichiarata di "atti- vare azioni di contrasto di tutte le situazioni di de- grado del territorio che alterano il decoro urbano e determinano lo scadi- mento della qualità e del- l'immagine del Comune, minacciandone la consoli- data vocazione turistica anche internazionale". Questa, almeno, la spie- gazione ufficiale. Molta gente ha compren- sibilmente esultato per questa decisione, che re- stituisce, finalmente, al paese la vista del lago in un tratto di quasi cento metri che da sette lunghi anni era oscurato. Da questo punto di vista (è proprio il caso di dir- lo), non posso che con- cordare. Il problema è tutto quanto sta a monte dell'improvvisa ordinan- za, e le prevedibili conse- guenze. Tra proprietà e ammini- strazione comunale è in realtà in atto una contesa non da poco. Da un lato, la richiesta di variante al progetto, che avrebbe portato al 94% dell'intero complesso la parte desti- nata ai privati, non ha tro- vato accoglimento. Dal- l'altra, già a febbraio la "Lago di Garda" aveva annunciato che, per pro- blematiche assicurative, non avrebbe più conces- so al Comune in comoda- to gratuito l'uso del par- cheggio interno. Da anni questo rappresentava un "polmone" per il paese, e la sua mancanza compor- terà certamente gravi ri- percussioni sulla viabilità e, soprattutto, sulla frui- zione del centro storico, da parte sia dei turisti che dei residenti. Sembra di capire che sia stato questo diniego a provo- care la reazione da parte dell'Amministrazione. Del resto, nonostante le rimostranze di consiglieri di opposizione e di gente comune, la preoccupazio- ne per "le situazioni di degrado del territorio che alterano il decoro urbano" non pareva stesse così a cuore, fino a fine maggio, a chi di dovere... Né sem- bra che in altri casi ana- loghi ci sia stata una simi- le presa di posizione. hanno comprensibilmen- te cercato di ricavarne il maggior profitto possibi- le. I lavori eseguiti hanno comportato danni irrepa- rabili alla struttura (vedi la Sala della cernita sco- perchiata). Il disagio e l'oltraggio al decoro pro- dotti dalla staccionata so- no durati per anni. Il cen- tinaio di posti auto che la proprietà avrebbe cedu- to al Comune nell'ipoteti- ca realizzazione del par- cheggio sotterraneo sotto il campo di calcio del- l'Oratorio sono ancora di là da venire. Nel frattem- po, la quarantina di posti che fino all'anno scorso erano stati concessi in uso, da quest'anno si sono volatilizzati. Per finire, voci di corrido- io attribuiscono alla "So- cietà Lago di Garda" l'in- tenzione di non investire ulteriormente nell'opera, con la prospettiva di ri- trovarci un edificio "im- pacchettato" e senza pro- spettive per un tempo in- definito. Tutt'altro che invidiabile, del resto, la posizione di Sindaco e Maggioranza, con una parte della po- polazione a rinfacciare loro un'accondiscenden- za che ha peggiorato la situazione, e un'altra par- te dei gargnanesi, più possibilista, che li critica per non aver permesso di andare avanti con i la- vori. Questo con la convinzio- ne che, piuttosto di avere uno stabile vuoto, sareb- be stato meglio lasciarlo utilizzare ai privati come preferivano. Forse, su un tema così im- portante e sentito, sareb- be stato meglio ascoltare il parere dei residenti con una consultazione re- ferendaria. Via le barriere dalla SocieTà: Una ViTToria di Pirro? E adesso? Riassumendo, la situazione è questa: un im- mobile storico di pregio e con grandi po- tenzialità per il paese è stato consegnato nelle mani di investitori che, proprio in tale veste,

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Page 1: Via le barriere dalla Società: una Vittoria di Pirro? · 2017-10-03 · ne che, piuttosto di avere uno stabile vuoto, sareb - be stato meglio lasciarlo u til z ar ep v com preferivano

ESTATE 2017

Direttore: GIOVANNI FOLLI

P e r i o d i c o g a r g n a n e s e d i i n f o r m a z i o n e , a t t u a l i t à e c u l t u r a

93

P e r i o d i c o g a r g n a n e s e d i i n f o r m a z i o n e , a t t u a l i t à e c u l t u r a

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Mauro Garnelli

Quello che a Gar-gnano molti au-spicavano, da an-

ni, è accaduto agli inizi digiugno.La staccionata che rac-chiudeva l'area del can-tiere intorno all'ex Socie-tà Lago di Garda è statarimossa dagli operai delComune. Questo in ot-temperanza ad un'ordi-nanza emessa dal Sinda-co, Giovanni Albini, neigiorni immediatamenteprecedenti. La motivazio-ne ufficiale deriva dallavolontà dichiarata di "atti-vare azioni di contrasto ditutte le situazioni di de-grado del territorio chealterano il decoro urbanoe determinano lo scadi-mento della qualità e del-l'immagine del Comune,minacciandone la consoli-data vocazione turisticaanche internazionale".Questa, almeno, la spie-gazione ufficiale.Molta gente ha compren-sibilmente esultato perquesta decisione, che re-stituisce, finalmente, alpaese la vista del lago inun tratto di quasi centometri che da sette lunghianni era oscurato.Da questo punto di vista(è proprio il caso di dir-lo), non posso che con-cordare. Il problema ètutto quanto sta a montedell'improvvisa ordinan-

za, e le prevedibili conse-guenze.Tra proprietà e ammini-strazione comunale è inrealtà in atto una contesanon da poco. Da un lato,la richiesta di variante alprogetto, che avrebbeportato al 94% dell'interocomplesso la parte desti-nata ai privati, non ha tro-vato accoglimento. Dal-l'altra, già a febbraio la"Lago di Garda" avevaannunciato che, per pro-blematiche assicurative,non avrebbe più conces-so al Comune in comoda-to gratuito l'uso del par-

cheggio interno. Da anniquesto rappresentava un"polmone" per il paese, ela sua mancanza compor-terà certamente gravi ri-percussioni sulla viabilitàe, soprattutto, sulla frui-zione del centro storico,da parte sia dei turistiche dei residenti. Sembradi capire che sia statoquesto diniego a provo-care la reazione da partedell'Amministrazione.Del resto, nonostante lerimostranze di consiglieridi opposizione e di gentecomune, la preoccupazio-ne per "le situazioni di

degrado del territorio chealterano il decoro urbano"non pareva stesse così acuore, fino a fine maggio,a chi di dovere... Né sem-bra che in altri casi ana-loghi ci sia stata una simi-le presa di posizione.

hanno comprensibilmen-te cercato di ricavarne ilmaggior profitto possibi-le. I lavori eseguiti hannocomportato danni irrepa-rabili alla struttura (vedila Sala della cernita sco-perchiata). Il disagio el'oltraggio al decoro pro-dotti dalla staccionata so-no durati per anni. Il cen-tinaio di posti auto che laproprietà avrebbe cedu-to al Comune nell'ipoteti-ca realizzazione del par-cheggio sotterraneo sottoil campo di calcio del-l'Oratorio sono ancora di

là da venire. Nel frattem-po, la quarantina di postiche fino all'anno scorsoerano stati concessi inuso, da quest'anno si sonovolatilizzati. Per finire, voci di corrido-io attribuiscono alla "So-cietà Lago di Garda" l'in-tenzione di non investireulteriormente nell'opera,con la prospettiva di ri-trovarci un edificio "im-pacchettato" e senza pro-spettive per un tempo in-definito.Tutt'altro che invidiabile,del resto, la posizione diSindaco e Maggioranza,con una parte della po-polazione a rinfacciareloro un'accondiscenden-za che ha peggiorato lasituazione, e un'altra par-te dei gargnanesi, piùpossibilista, che li criticaper non aver permessodi andare avanti con i la-vori. Questo con la convinzio-ne che, piuttosto di avereuno stabile vuoto, sareb-be stato meglio lasciarloutilizzare ai privati comepreferivano.Forse, su un tema così im-portante e sentito, sareb-be stato meglio ascoltareil parere dei residenticon una consultazione re-ferendaria.

Via le barriere dalla Società:una Vittoria di Pirro?

E adesso?

Riassumendo,la situazione èquesta: un im-mobile storicodi pregio econ grandi po-tenzialità per ilpaese è statoconsegnatonelle mani diinvestitori che,proprio in taleveste,

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Piera Donola

ESTATE 2017

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A SPASSO TRA LE CONTRADEUna nuova proposta per il tempo libero Franco Ghitti

Il progetto era nel cassetto da tempo, fin dall’epoca dellarealizzazione del Lefay Resort, che sembrava interessatoa finanziarlo, offrendolo come possibilità di svago per ipropri ospiti. Bastava poco, sistemare in maniera presen-tabile alcuni brevi tratti di strada secondaria e segnalarecon cartelli il percorso. Purtroppo si preferì soprassedere.Giunti ai giorni nostri, ecco l’amico Osvaldo propormi lasua idea di un percorso facile, ad anello, per una passeg-giata che collega tutte le frazioni del Montegargnano, ideache di fatto rilanciava il proposito iniziale. Trovare collabo-razione non è una cosa da lasciar cadere: “Che disoto, èlfome? Ma certo!” E così, in quattro e quattr’otto, senzaperder tempo, ecco il percorso tracciato con i canonici se-gni bianchi e rossi.

descrizione del tracciatoEssendo un itinerario adanello qualsiasi delle fra-zioni del Monte può esse-re utilizzata per la parten-za e percorso in un sensoe nell’altro.Per la comodità di par-cheggio, suggeriamo, perchi non abita direttamentesul posto, di partire dal bi-vio di Navazzo. Di fiancoal bar ristorante, seguen-do per tutto il giro le bandedi vernice bianco rossa ela scritta G.C. (Giro Con-trade, appunto…), si scen-de sulla stradina che, indirezione sud, ci porta neipressi della località Ber-nac, che dà il nome allastrada. Poco prima di rag-giungere la provinciale, siprende a sinistra il viottolodi campagna che correparallelo alla strada asfal-tata per circa 250 metri,tratto che coincide anchecon il percorso Trekking

BVG. Al termine di questo,ecco un primo assaggiodelle belle vedute che ciattendono lungo il cammi-no: il paesino di Musagaabbarbicato sulla collina,la vista su Gargnano e sullago, la chiesa di Sassoche sorveglia dall’alto, so-no un quadro che stupisceper l’equilibrio che l’am-biente naturale e la manodell’uomo hanno saputomagistralmente comporree preservare fino ai nostrigiorni.Ma riprendiamo il cammi-no.

dalla salita del Pertegherper raggiungere prima ilcaratteristico viale del ci-mitero e poi il sagrato. Anche qui la vista è note-vole ma purtroppo, con ilpassare degli anni, si ridu-ce a causa dello sviluppodelle alberature sottostantiche alzandosi schermanosempre più il panoramasul lago. Ah, se si potesseabbassarle…!Raggiunto Sasso, che puòoffrire una sosta dopo lasalita breve ma impegna-tiva (il bar Pisturì, se aper-to, può offrire un piacevolepunto ristoro, una fonta-nella pubblica vi può al-meno dissetare), si prose-gue nella parte alta a sini-stra del paese, prendendovia Maerne (stradina in di-rezione ovest – procede inpiano). Altri segni bianco-rossi possono confondere:attenzione, non prendetela via ripida a destra, se-gnalata sempre in bianco-rosso con il N. 38, vi por-terebbe fino a Rasone;

cercate come sempre lasigla G.C. e l’indicazioneper Liano. Via Maerne si inoltra in untratto boscato che terminacon un bel castagneto, fi-no ad attraversare Liano.La frazione presenta alcu-ne antiche abitazioni de-gne di attenzione; meritauna visita anche la chie-setta di S. Rocco, postapiù in basso, circondatada bellissimi esemplari dicastagno. Tornando sullapiazzetta, si prosegue al

bivio verso Formaga, chesi sfiora passando nellaparte alta (anch’essa me-rita una breve deviazionedall’itinerario per osserva-re alcuni angoli caratteri-stici).Continuando sulla stradaasfaltata principale in leg-gera salita, dopo circa tre-cento metri dal paese, sideve imboccare via Verte-naghe (evidenti segnala-zioni).

Attraversata laprovinciale epassando difronte allaSantella delleLaff, si rag-giunge Musa-ga e si saleverso la chie-sa di Sasso

interViSta con il comandante reggente dei Vigili di gargnano

Comandante, prima ditutto ci interessa cono-scere la composizionedel vostro organico, dalmomento che Gargna-no ha circa tremila abi-tanti ma distribuiti inun territorio molto este-so e con frazioni lonta-ne dalla sede comuna-le.Attualmente il nostro or-ganico è composto dadue collaboratori a tem-

po indeterminato, da unocon contratto a tempo de-terminato e un altro concontratto stagionale, or-ganico ridotto rispetto aduna decina di anni fa, cheera più numeroso. E i vostri compiti qualisono e che tipo di pro-blematiche incontratedurante lo svolgimentodel vostro lavoro?I compiti da elencare so-no tanti, la Polizia Locale

Quando si parla della Polizia Locale, meglio nota tra i cittadini come “Vigili Urbani”, si pensaprevalentemente a quei pubblici ufficiali che si occupanodel controllo del traffico e sanzionano quando si infrango-no le regole del codice della strada mettendo le multe. Ma i compiti della Polizia Locale sono molteplici e così persaperne di più sul loro lavoro abbiamo incontrato il Comandante Reggente di Gargnano, Basma Bouzid.

vigila sull’osservanzadelle leggi, dei regola-menti, delle ordinanze edelle altre disposizioniemanate dallo Stato, dallaRegione, dalla Provinciae dal Comune, con parti-colare riguardo a quantoconcerne i servizi di po-lizia stradale, polizia edi-lizia, polizia giudiziaria,

Comandante Reggente di Gargnano, Basma Bouzid

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Coinvolgente incon-tro, quello del 26maggio a Gargna-

no, con Enrico Giustac-chini, autore della fortu-nata serie di gialli medie-vali dedicata al giudiceAlbertano da Brescia.Nell'ambito della rasse-gna "Librando... con gliAutori", promossa dal-l'Assessorato alla Culturae dalla Biblioteca Comu-nale di Gargnano, ha tro-vato spazio questa serata,organizzata insieme al-l'associazione Culturale"Ulisse '93", editrice del-l'ormai storico periodicolocale "En Piasa".Dopo i rituali saluti daparte dell'Assessore allaCultura, Fernanda Bertel-la, e di un rappresentantedi "Ulisse '93", nella bellacornice del salone del-l'ex Palazzo Municipale,un gioiellino affacciatosul lago, lo scrittore hadialogato a lungo con lostorico Paolo Catterina.Incalzato e stimolato dal-le domande di quest'ulti-mo, l'autore ci ha traspor-tati in un'ambientazionestorica che spesso risultasconosciuta, facendoci

incontro con albertano da breScia

quasi toccare con manola situazione della nostraprovincia in quell'epoca,con avvenimenti che han-no provocato notevoli ri-percussioni sui brescianidel tempo.

Questo è certamente unodei fattori a cui si deve ilpositivo riscontro ottenu-to da questa serie. Unpunto di forza è anche ilgrandissimo lavoro che siintuisce dietro i romanzi:ogni luogo ed ogni situa-zione vengono ricostruitiin base ad accuratissimie documentati studi, peroffrire al lettore una visio-

ne assolutamente coe-rente con la realtà. Alla fi-ne di ogni volume nume-rose, agili, note illustranopersonaggi e situazionicitati nel testo, offrendouna serie di suggerimen-ti a chi volesse approfon-dirne la conoscenza.Un altro "asso nella mani-ca" è sicuramente la co-struzione "tecnica" dellestorie, nelle quali Giu-stacchini applica e ri-spetta fedelmente le re-gole non scritte ma codi-ficate da tempo del clas-sico giallo deduttivo. Inquesto modo, riesce acreare trame coinvolgentiche si rivelano, alla fine,assolutamente razionali ecredibili. Cosa che non èda tutti. C'è stato anchespazio per alcune do-mande da parte dell'at-tento pubblico, cui loscrittore ha risposto conla chiarezza e l'arguziache lo contraddistinguo-no. A conclusione, l'As-sessore ha consegnato aGiustacchini e a Catteri-na alcuni volumi di storialocale, pubblicati da Bru-no Festa, membro gar-gnanese del prestigioso

Mauro Garnelli

La storia,quindi, manon quella(spesso bar-bosa) che tro-viamo sui libridi scuola: unastoria reale,concreta, cala-ta nel quoti-diano di paesianche moltovicini a noi.

Ateneo di Salò, che sonorisultati quanto mai gra-diti ad entrambi.Una valida iniziativa,

quindi, che avrebbe me-ritato la presenza di unpubblico ben più nume-roso...

diecimiglia del Gar-da. Misura ingleseche, dalle parti no-

stre, si declina in chilome-tri 16. E poco più. Tutti dacorrere, senza risparmio,per l’edizione numero 44della corsa che porta in gi-ro per il mondo il Monte eil Lago: Navazzo, Gargna-no, il Garda.Il calendario dice che cisiamo. È il 6 agosto il gior-no deputato alla gara che,in attesa di tempi migliorie del rilancio internaziona-le, è inserita nel calenda-rio Fidal e promette ade-sioni numerose. Con arriviannunciati pure da oltre gliampi confini provinciali. Ritorno alle origini. Senzaalcuna variazione sul te-ma dell’impegno. Che re-sta alto sotto il profilo or-ganizzativo e logistico. Alpunto da rendere il nomedella Diecimiglia del Gar-da noto agli addetti ai la-vori ed ai protagonisti sulcampo in orizzonte inter-nazionale. A testimoniarlosolo un paio di nomi deivincitori del passato pros-simo: Moses Tanui e PaulTergat. Non certo i soli -agli altri chiediamo scusaper la colpevole omissioneinnescata da motivi dispazio che stanno in 44

anni - nel mezzo secolo divita dell’avventura sportivae umana che porta nomee marchio del Gs Monte-gargnano. Presieduto daAntonio Callegari e anima-to da quel motore instan-cabile che risponde al no-me di Aurelio Forti. Grup-po vicino al traguardo dei150 atleti agonisti e allaseconda affermazione disocietà nel circuito dell’-Hinterland gardesano edella Valle del Chiese.L’appuntamento è, dun-que, per la mattina del 6agosto sul percorso dise-gnato nella piana di Na-vazzo. Semplice in appa-renza, nervoso quanto ba-sta, impegnativo come siaddice a un evento di bla-

sone.Quest’anno, poi, il ritornoalle origini assume un si-gnificato e un senso ancorpiù marcati. Che si tradu-ce nella riproposizionedella storica “Caminàa”.Ovvero la corsa da cui l’at-tuale Diecimiglia è natanella sua forma odierna. Iricordi e, al tempo stesso,l’attualità del tornare alleradici stanno nelle paroledi Aurelio Forti. “È una ve-ra emozione - dice - ritro-varmi, dopo tanti anni, aparlare ancora di Cami-nàa. Una grande e fanta-stica avventura sportivache prese forma nell’inver-no 1973, primavera 1974,nei locali dell’Oratorio diNavazzo, ad opera di un

gruppo di giovani sognato-ri che avevano dato vita,un paio di anni prima, il 1°gennaio 1972, al Gs Mon-tegargnano”.Era una corsa, quella, lun-ga 35 chilometri. Su è giùper i nostri monti.

Giornalista, per anni in for-za alla Iaaf, cittadino ono-rario di Gargnano e di fattodomiciliato a Navazzo. Dove ha piazzato il suobuen ritiro e collocato lesedi di due prestigiose isti-tuzioni: l’Archivio Storicodell’Atletica Italiana BrunoBonomelli e la CollezioneOttavio Castellini-Bibliote-ca Internazionale del-l’Atletica. Saranno un centinaio, permotivi logistici il numero èlimitato, gli atleti a prende-re il via sabato 5 agosto al-

la rinata Caminàa sul suopercorso tradizionale. Untrail più che impegnativo.“Voglio ringraziare – diceancora Aurelio Forti - ilComitato BVG, nella per-sona del presidente Fran-co Ghitti, e tutti i suoi com-ponenti, per aver caldeg-giato la rinascita di questagara. Con lo stesso spirito e mo-tivazioni che furono allabase del nostro progettooriginario: far conoscere lebellezze del territorio, incui abbiamo la fortuna divivere, al mondo intero”.La vecchia Caminàa è oratestimone di giovinezza ri-trovata. Da vivere con lostesso entusiasmo che lafece nascere più di qua-rant’anni or sono. “Partia-mo e proviamo questanuova avventura – conclu-de Aurelio Forti -. Dallanostra, l’esperienza matu-rata in 46 anni di lavoro eancora tanta voglia di fare.E sognare”. Di rito, il classico “in boccaal lupo”. La salita - intesapure come metafora dellavita - è temuta, ma nonferma certo donne e uomi-ni del Monte. Che portanola loro maglia, con i coloridel lago e dei boschi, in gi-ro per il mondo.

LA DIECIMIGLIA DEL GARDAEDIZIONE 2017Enzo Gallotta

Quest’annoviene ripropo-sta, nel giornodella vigiliadella Diecimi-glia, la figliacresciuta neltempo grazie apersonaggi come OttavioCastellini.

Un passaggio, edizione 2016

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tutti noi sappiamo chei paesi montani sonosempre più a rischio.

Minore dimensione emaggiore isolamento sonole premesse che da tempoimmemore minano la so-pravvivenza di comunitàlocali che, naturalmente,hanno una propria storia,proprie tradizioni ed abitu-dini.Il destino di queste piccolecomunità sembra ormaisegnato ovunque: lo spo-polamento è dovuto princi-palmente alla scarsità dilavoro e alla distanza daiservizi.Ma ci sono ancora, perfortuna, realtà che cerca-no di contrastare questatendenza.Tra queste, ho avuto lafortuna di imbattermi in ungruppo che non conosce-vo: sto parlando dell'asso-ciazione “Costa Nostra”,che ha come sede e, ov-viamente, come interesseprincipale la frazione diCosta.La particolarità per cui ilpaesino è maggiormenteconosciuto è quella di es-sere la frazione d'Italia piùlontana dalla sede comu-nale. Diciotto sono infatti ikilometri che la separanodal capoluogo. Un record,questo, che la dice giàlunga sulla situazione lo-cale.Conosco un po' il paese,essendoci stato alcunevolte, ed avendoci trascor-so anche, in un paio di oc-casioni, alcuni giorni di va-canza. L'ho sempre consi-derato uno di quei luoghipittoreschi che meritano diessere visitati, ma since-ramente ho sempre pen-sato che abitarci sarebbedecisamente fuori dai mieischemi. Il ragionamentoche ne deriva, per me, èche capisco chi ci abita dasempre, ma non lo invidio.Confesso che, per la miamentalità ho sempre, col-pevolmente, consideratogli abitanti un gruppoemarginato, in via di estin-zione. E, soprattutto, diffi-cile da comprendere. Maperché mai, mi chiedevo,non se ne vanno? Sì, vabene le origini familiari, ilconoscersi tutti, ma...E invece “questi qui” resi-stono. Anzi, sembranoconsiderare “strani” quellicome me, che sembrano,evidentemente, non capir-li.Vi racconto quindi com'èaccaduto che sia riuscito,finalmente, a “capire”, gra-zie anche al “benedetto”(una volta tanto) Facebo-ok.È capitato che un “cono-scente”, di quelli che in re-altà magari non hai nean-che mai incontrato, mache fa parte delle tue“amicizie”, pubblica unafoto. Niente di particolare,ma mi ha colpito la dida-

ATTACCAMENTOMauro Garnelli

scalia, in cui si facevacenno ad un'associazionea me sconosciuta, appun-to “Costa Nostra”.Detto fatto, contatto la per-sona per chiedergli notiziee organizziamo un incon-tro. Così mi armo di cartae penna e, con figlio al se-guito, vado a cena nelpaese in attesa dei rap-presentanti del gruppo.Piacevole la sorpresaquando mi rendo contoche, a parte un paio dipersone che conoscevogià e che sono vicini a meper età, gli altri sono tuttidecisamente più giovani.Sono tutte facce che hogià visto a Gargnano, mache forse non avrei saputo“collocare” a Costa, e chesoprattutto, mi sorprendo-no per la loro passione perla località in cui vivono.

Si occupano anche di sal-vaguardia del territorio e dirinfocolare lo “spirito dicorpo” che contraddistin-gue chi vive in condizionidi relativo isolamento. An-ni e anni di impegno han-no portato i loro frutti, esempre di più sono i visi-tatori che raggiungonoCosta, soprattutto in de-terminate occasioni. An-

che i compaesani emigratinegli anni scorsi sono piùstimolati a tornare almenodurante le vacanze, ed ilpiccolo centro, con le mi-croscopiche località che loattorniano, ne riceve unbeneficio.Vediamo quindi di riassu-mere la storia di questogruppo.L’associazione “Costa No-stra” nasce nel novembre2002 assorbendo una re-altà, quella del volontaria-

to, già ben radicata nelterritorio. Costituirla è sta-to necessario per formaliz-zare la situazione, in mo-do da renderla ufficiale epoter così accedere adeventuali, indispensabili,contributi pubblici.Ragion d'essere dell'asso-ciazione è quella di cerca-re di non far “morire” lavallata di Costa, dandoleanzi nuova vita e un nuo-vo interesse. Colma di amore è la de-scrizione che me ne han-no fatto i soci, e che vi ri-porto testualmente: “Chiarriva a Bocca Magno perla prima volta è come seaprisse la finestra su unquadro incorniciato daimonti. La vallata di Costa,situata a m. 750 sm è am-pia e solare: una sapientemiscela tra prati e boschi,che lambiscono dolce-mente i piccoli centri abi-tati e le cascine sparse,roccaforte degli ultimi alle-vatori della valle. Gli abi-tanti, ancora un centinaio,si dividono in quattro fra-zioni: Costa è la principa-le, Mignone, Torazzo eRocca le meno popolate”.Facile capire, quindi, co-me questi amici mettanol'anima nel loro impegno!Dicevamo che “Costa No-stra” nasce ufficialmente

nel 2002, e mantiene lacontinuità con il preesi-stente nucleo di volontarinell'organizzare, dall'or-mai lontano 1976, la sagradi S. Bartolomeo, titolaredella locale chiesa parroc-chiale. La manifestazionesi tiene, da sempre, il sa-bato più vicino al 24 ago-sto.Il primo atto dopo la costi-tuzione è stato il restaurodella fontana in localitàPoss, nel 2002. È seguitapoi una serie di iniziative:• 2003 raccolta fondi peraiutare un coltivatore loca-le al quale era andata afuoco la casa. • 2003 prima edizionedella manifestazione “Rivi-vi Costa” , mostra dei pro-dotti tipici e artigianali delluogo (che quest’anno siterrà il 9 agosto).• Il 21 novembre 2004 siè svolta la prima giornataecologica che ha visto im-pegnati numerosi associa-ti nella pulizia di un trattoscosceso all’ingressodell’abitato e bisognoso diuna sostanziosa pulizia. Ilgruppo mette particolareimpegno nella conserva-zione dell’ambiente, beneprimario e fondamentaleper la valle, in generaletrascurato da molti ma an-cora bellissimo. Sono se-guite altre giornate per laconclusione della puliziadel tratto sottostante.• 2009 stampa del libro “Ilbrigante di Gargnano” diOreste Cagno. • 2010 restauro di 3 san-telle votive, partecipazioneall’organizzazione con Er-saf del “centenario del bo-sco” in località Lignac. • 2012 restauro fontanain località Casali. • 2016 collaborazionecon la parrocchia al re-

stauro del sagrato dellachiesa di S. Bartolomeo. • 2017 riqualificazionedella vecchia strada carra-bile “Morti di Glera”.

L'associazione ha poi inprogramma altre attività,come il recupero di sentie-ri e santelle votive, anchecon finalità turistiche, ecreare uno spazio per unamostra permanente deiprodotti tipici e degli anti-chi mestieri.

Esiste ad esempio un vec-chio sentiero che da Co-sta porta a Mignone. Oggiè praticamente abbando-nato ma un tempo era laprincipale arteria di colle-gamento. Perché ripristi-narlo? Per recuperare unpezzo di storia e per resti-tuire alla gente la splendi-da passeggiata immersanel verde. Si può percor-rere a piedi, in bici e a ca-vallo evitando il trafficosulla strada comunale. Ilsentiero panoramico attra-versa nel primo tratto unsuggestivo pendio erboso,per poi tuffarsi in un fittobosco ricco delle meravi-glie della natura. Una vol-ta sbucati sull’abitato diMignone si può tornaresulla comoda strada asfal-tata, oppure proseguirescendendo verso il lago diValvestino. Si apre cosiagli occhi un altro paesag-gio incantevole caratteriz-zato da maestose valli conlo sfondo del lago artificia-le. Questo sentiero eraanche sede, in passato, diun'antica pratica religiosa:”Le Rogazioni”. Si trattavadi un pellegrinaggio disantella in santella tracanti e preghiere primadella festa dell’Ascensio-

Hanno un entu-siasmo che defi-nirei contagioso,e che li animamotivandoli adarsi da fare inmaniera enco-miabile per con-servare le tradi-zioni, addiritturaripristinandonealcune che neglianni erano an-date un po' in disuso.

"Costa Nostra"ritiene molto im-portanti le tradi-zioni e la cultu-ra delle genera-zioni passate eproprio per que-sto considera diestrema impor-tanza l’ambien-te, unica risorsasu cui si possaancora contare.

Giornata ecologica - Prima

La frazione di Costa

Giornata ecologica - Dopo

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ne.L'intenzione è quella di or-ganizzare ed eseguire i la-vori di pulizia e consolida-mento, con l’impegno dimolte ore di volontariato.C'è però bisogno del Co-mune per avviare tutte lepratiche necessarie allosvolgimento e della Co-munità Montana per i fon-di necessari, per una spe-sa preventivata di 5.500 €.Vi sono poi altri tre puntiqualificanti, nell'operatodel gruppo: il “Suono dellecampane”, il pellegrinag-gio alle Sante Croci e il“Canto della Stella”.“Tin ten“, “Caprini” e “Lalonga” sono i nomi di vec-chie melodie tramandateda generazioni, che ancoroggi vengono eseguitecon la tradizione del “Suo-no delle campane“. Stan-do in piedi con la campa-na in mano messa in verti-cale, la si rilascia al mo-mento giusto a secondadella melodia scelta. Cin-que le campane, cinque isuonatori: Aurelio, Novi-glio, Romeo, Donato e An-drea, fanno risuonare me-lodie udibili in tutta la val-lata in occasione dellegrandi feste.Il pellegrinaggio alle SanteCroci è una tradizione cherisale al 1933 quando, inoccasione dell'Anno San-to, sul monte Penninovennero innalzati una cro-ce ed un altare. In que-st'occasione, celebrata iltre di maggio, i devoti sal-gono a piccoli gruppi se-guendo un sentiero deno-minato "delle Croci" chepartendo da Costa porta

in un’ora sulla cima delmonte, attraversando Mi-gnone e poi su per la cre-sta, incontrando altre duecroci che una volta eranola prima e la seconda tap-pa della processione che ilparroco faceva con tantodi baldacchino e chieri-chetti tra canti e preghiere.Il mantenimento del sen-tiero è fondamentale perdare la possibilità a tutti disalire fin lassù.Il “Canto della Stella” èuna pratica devozionaleche ha preso piede nel no-stro paese a cavallo delledue guerre mondiali. Av-viata dopo la prima ed in-terrotta con la seconda,sembra che sia stata im-portata dalla Valle Sabbia,con la quale esistevanofrequenti rapporti, con par-ticolare riferimento al com-mercio di legna e carbone.Nei primi anni i cantorierano solo cinque o sei: ipiù bravi del paese, ac-compagnati a volte con fi-sarmonica e chitarra a se-conda della disponibilità.Nel 1979 Noviglio Cozzati,Ruggero Nabalini, Elide eDonato Obrofari deciserodi ripristinare la tradizione:nasceva così la “Compa-gnia della Stella”, che daallora la esegue senzastrumenti musicali. I primidue realizzarono anche lanuova struttura: mentre lastella originale era fatta dibacchette di legno con alcentro una candela acce-sa, il tutto ricoperto da unasottile carta colorata (im-maginate i problemi quan-do pioveva o tirava ven-to...), in quella nuova le

bacchette di legno sonostate sostituite da altre inalluminio, luci alimentate abatteria hanno preso il po-sto della candela, e il rive-stimento è in plexiglas.La Stella viene portatasulle spalle, e si viaggiatutti a piedi lungo la valla-ta.

Gli esecutori formano ungruppo che comprendeuna decina di voci femmi-nili e una quindicina di vo-ci maschili, che si muovo-no, rigorosamente a piedi,per tutta la valle nei tregiorni che precedono

l'Epifania.La prima seravengono visitatele case di BoccaPaolone e quel-le alla sinistradella vallata, laseconda sera lelocalità di Mi-gnone, Torazzo,Rocca e casesparse, e la ter-za sera il paesedi Costa.Tre persone in-dossano i costu-mi dei Magi,

mentre i cantori hanno unmantello e cappello nero.Tenendo alta la Stella adilluminare la notte, con ilfreddo, sotto la pioggia ola neve, visitano tutte lefamiglie. Ed è bellissimo vedere co-me la gente li riceve con leporte e le finestre aperte,come per accogliere almeglio il messaggio deitre Re Magi: l'annuncio, dibuon auspicio per tutti,che il Signore è nato.Le famiglie, alle quali vie-ne consegnato un piccoloricordo della visita, devol-

vono una piccola offertache l'associazione gesti-sce al meglio per il benecomune, con finalità cultu-rali e cristiane. Ultimamente, la “Compa-gnia della Stella” è statainvitata a partecipare al“Festival delle Stelle” or-ganizzato dall’associazio-ne “Coros”. Una curiosità ancora su“Costa Nostra”: sembreràincredibile, vista la consi-stenza numerica della fra-zione, ma il gruppo contaoltre 120 iscritti. Mi sembra

un segnale inequivocabile:questi amici sanno faresquadra e soprattutto coin-volgere. Un segnale diamore contagioso e chemerita di essere conosciu-to, apprezzato e sostenuto.

Chi, per qualunque moti-vo, fosse interessato amettersi in contatto, puòscrivere alla [email protected] visitare il sito all'indirizzohttp://DIGILANDER.LIBE-RO.IT/COSTANOSTRA

Mauro Garnelli

Per quanto ri-guarda il canto,si rivelò provvi-denziale la me-moria di Faustoe Vito Obrofarie Pietro Cozza-ti, dai quali i“nuovi” impara-rono il canto.

La cittadina di Cana,in Galilea, è famosaper il primo mira-

colo di Gesù, quello dellenozze in cui trasformòl'acqua in vino. Ma Canaè anche la patria di unodegli Apostoli: San Barto-lomeo.Il poco che sappiamo dilui proviene dai Vangeli,dove il suo nome vieneabbinato spesso a quellodell'amico Filippo. Fu lui,infatti, a parlargli entusia-sticamente del Messiaquando gli disse: «Abbia-mo trovato colui del qua-le hanno scritto Mosè e iProfeti: Gesù, figlio diGiuseppe di Nazaret».Bartolomeo conoscevaNazaret, situata vicino al-la sua Cana, e la rispostafu molto scettica: «Da Na-zaret può mai venirequalcosa di buono?». MaFilippo si limitò a rispon-dere: «Vieni e vedrai».Quando Gesù lo vide ve-nirgli incontro disse: «Ec-co davvero un israelita incui non c'è falsità». Barto-lomeo turbato gli chiesecome facesse a cono-scerlo e Gesù di riman-do: «Prima che Filippo ti

bartolomeo, aPoStoloMauro Garnelli

chiamasse, io ti ho vistoquando eri sotto il fico».L'essere raggiunto daCristo nei suoi pensierisuscitò in lui un'immedia-ta professione di fede:«Rabbi, tu sei il Figlio diDio, tu sei il re d'Israele!».In altri Vangeli il nome diBartolomeo è invece as-sente, sostituito da Nata-naele, pure lui associato aFilippo.

in aramaico Bar Talmaj si-gnificava infatti «figlio diTalmai». Compare poi nell'elencodei dodici inviati da Cri-sto a predicare e, ancora,negli Atti degli Apostoli,dove viene enumerato in-sieme con gli altri dopo

la resurrezione di Cristo.Dopo la Pentecoste piùnulla di certo: solo la tra-dizione che racconta del-la sua vita missionaria invarie regioni del MedioOriente tra cui la Meso-potamia, l'Arabia, la Par-tia e l'Armenia; secondoalcuni, forse si spinse finoall'India. Ed è sempre la tradizioneche ci tramanda notizie,

peraltro contraddittorie,sulla sua morte.Secondo alcune fontivenne crocifisso, secondoaltre decapitato, mentrealtre ancora ci narrano diuna morte per scuoia-mento. Ed è proprio que-sto tipo di supplizio adavere ispirato le leggen-de occidentali e l'icono-grafia. Le raffigurazionipiù comuni lo ritraggono

mentre subisce il marti-rio o con un coltello inmano. La più celebre èprobabilmente quella vi-sibile nel Giudizio Uni-versale della CappellaSistina, dove Michelange-lo lo rappresenta con lapropria pelle in mano;sulla maschera di volto

continua a pagina 12

Questo abbina-mento induce apresumere chesi tratti dellastessa persona,sicché Nata-naele sarebbeil vero nomepersonale eBartolomeo ilpatronimico;

La Stella

I cantori

Giovan Battista Tiepolo - Martirio di San Bartolomeo - Bergamo, cappella Colleoni

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Umberto Perini

Isabella d’Este (1474 -1539) autorevoleesponente della cul-

tura del Rinascimento ita-liano è notoriamente unmito per la storia di Man-tova. Moglie del marche-se Francesco II Gonzaga,emerse nella vita socialeper la sua forte persona-lità, con eccellenti dotipolitiche, artistiche e am-ministrative che domina-rono la vita del ducato,governato durante le lun-ghe assenze del marito.Di gusto fine, donna coltae autorevole, mecenatedelle lettere e delle arti,influenzò la moda femmi-nile delle nobildonne.Leonardo da Vinci dise-gnò il suo profilo a ges-setto e sanguigna, oggi alLouvre, ed altri celebriartisti come Tiziano e Ru-bens, ne dipinsero il ri-tratto.Tra i vari possedimentidella famiglia, fuori città,sono da ricordare il feu-do di Cavriana e alcunelocalità della riviera delGarda, dove in compa-gnia della cognata Elisa-betta Gonzaga, duchessadi Urbino, amava spessotrascorrere brevi sog-giorni.Prolifica scrittrice di let-tere, ha lasciato migliaiadi corrispondenze checonsentono di approfon-dire percorsi di ricercaper la storia e la culturadella sua epoca.Sposata nel 1490 con ce-rimoniale e banchettimemorabili, effettuò va-rie gite di piacere sulGarda, divenute semprepiù frequenti e documen-tate nelle sue lettere. Giàa partire dall’anno dellesue nozze, nel mese dimarzo e poi a settembre,venne a Desenzano, Sir-mione e a Toscolano. Lariviera era considerataun vero paradiso: ‘veden-do sempre zardini cumgrandissimo piacere… etdonoli de li cedri et pomi-ranci…’; ‘…havaremo

iSabella d’eSte in gita Sul garda

inanti de quel bon pesceet seremo nel zardino delo arciprete de Tusculla-no…’Altra descrizione è quelladel viaggio del marzo del1514, durante il quale Isa-bella visita anche Gar-gnano, con un sèguito diben novantatré persone eottanta cavalli. La gita sol-lazzevole era accompa-gnata da uno stuolo didame e donzelle, genti-luomini, gente d’arme esegretari personali.I viaggi avvenivano adorso di cavallo, e anchesu carro, come scriveva:‘et per essere venuta lacaretta da Capriana inqua, spesso balzando perli sassi, me sentii tutta con-quassata…’ ; alcune trattelacustri erano effettuatecon le «ganzare», barchea remi veneziane di me-die dimensioni.Da Salò informa il maritoil 23 marzo: ‘domani an-darò per terra a Grignanoa disnare, per veder Ma-dera Tusculano et questialtri giardini et ritornaròper aqua essendo bontempo’.

Il giorno seguente, anco-ra da Salò, scrive infatti:‘Heri fui a Grignano doveebbi una bona ciera daquelli homini con doni depesci et pomi granati, et diuna longa oratione vulga-re con parole terse et or-

nate de uno pedante…’Altro viaggio al Gardaben documentato è quel-lo del 1535, ma questavolta il percorso si snodanel basso lago, a Desen-zano, Maguzzano, Sirmio-ne, Peschiera, Lazise, Bar-dolino e fino a punta SanVigilio.Le impressioni riportatesono sempre di meravi-glia e di apprezzamento:‘questo loco è il più bellosito dil mondo’; ‘Ho presogran piacere de label[l]ezza de questi loci etdi bon aere, et lo tempomi ha servito bene…’Nelle lettere sottolineal’incanto dei luoghi, note-voli per la limpidezza delcielo, per l’aure impre-gnate di fragranze e di vi-ta, per l’amenità dei siti, eper le ‘sonanti acque’.Alcune altre lettere com-provano che Isabella sipreoccupa di far spedire,tramite appositi emissari,carpioni freschi del Gar-da, cedri e limoni a suasorella Lucrezia a Bolo-gna, a sua madre a Ferra-ra, e a Ludovico Sforzache aveva sposato l’altrasua sorella Beatriced’Este. Al duca di Milano Isabel-la scriveva il 3 aprile1495: ‘gli mando ducentocarpioni, pregandola sedigni, insieme cum la illu-strissima madonna suaconsorte, goderli per mioamore et a la bona gratiasua me raccomando…’I tipici prodotti del lagogià a quel tempo eranofamosi e ricercati dallecorti nobiliari.Non va dimenticato chein quegli anni a Mantovaviveva un frate gargnane-se assurto a grande fama,che certamente era cono-sciuto alla corte dei Gon-zaga: Domenico de Pirrisdell’ordine dei predica-tori, prestante filosofo edeloquente oratore che di-venne inquisitore nel Du-cato. Il 7 aprile 1508 egliscriveva al marchese

Francesco, marito di Isa-bella, che una strega ave-va confessato di aver se-guito le arti del demonioper ventisette anni. A forza di piangere avevaottenuto l’assoluzione,concessale a condizioneche si fosse presentata inchiesa a cavallo di un asi-no per essere additata apubblico ludibrio.

della loro presenza sulla

riviera del Garda cheavevano eletto a terra disvago e di riposo.È infatti Vincenzo I ducadi Mantova ad edificarea Maderno, dal 1606, il‘nuovo’ grande palazzodi via Benamati, che so-pravvive ancor oggi,sebbene modificato nel-l’Ottocento. Infatti l’an-ziano e stravagante pro-prietario, il dottor Tom-maso Ghiselli gargnane-se di Bogliaco, di fami-glia benestante, convin-to che il fabbricato na-scondesse un antico te-soro, nel 1819 ordinò lagraduale demolizione digran parte delle muratu-re dello storico fabbri-cato, ma non trovò mainulla di quanto sperato.

Isabella visitòGargnano nel-la giornatadel 24 marzo1514 e quivenne festosa-mente accol-ta, persinocon la recitadi un discorsodi benvenuto,di cui purtrop-po se ne sonoperse le trac-ce.

Trascorre unaltro secolo, siavvicendano igoverni delducato, e iGonzaga man-tengono vivala tradizione

opposte furono le considerazioniche del nostro lago ebbero duenote figure storiche che nell’aprile

del 1945 vissero a Gargnano (Villa Fel-trinelli) e a Gardone Riviera (Villa Fior-daliso, qui esposta): Claretta Petacci eBenito Mussolini il quale soleva dire cheil lago era “un ibrido tra il fiume e il mare”che metteva malinconia, il paese che loospitava “un buco” e la Villa dove viveva“uno scuro e fosco posto”. La Petacci: “…Sono distesa sulla passe-rella di legno dell’imbarcadero, strettaappena quanto il mio corpo. Intorno a

MUSSOLINI, LA PETACCI E IL LAGO DI GARDA

me è il cielo, e sotto di me il lago col suoritmo incessante, continuo, ora lieve, orarobusto, lento, eguale, che mi ricorda ilmare…Guardo in alto con i raggi negli oc-chi. Vedo azzurro attraverso i rami dei pinidistesi con le braccia aperte al sole; la ci-ma immacolata (del Baldo), brillante al so-le, candida, purissima, svettante come unapromessa di volo bianco. Una vela altapassa lenta, gonfia, e taglia con una notadi colore. È dolce, è buono questo essere sospesitra cielo e lago”. Opinioni diverse, stesso tragico destino.

Oreste Cagno

Ritratto di Isabella d’Este

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gargnano è conside-rato un paese nelquale è molto vivo

e sentito il culto dei defun-ti. Anche Don Amato neera convinto e più di unavolta ebbe a rimarcarequesto concetto in occa-sione di funerali molto par-tecipati. Se ciò è vero, sia-mo una comunità fortuna-ta. Nutrire sentimenti neiconfronti dei defunti è giu-dicato, di per sé, un sinto-mo positivo; è il risultato diun rifiuto al razionalismoesasperato, della inutileed eccessiva esaltazionedell’uomo padrone assolu-to della vita. Significa, inaltre parole, riconoscere ilimiti e l’imperfezione dellasola ragione umana che,di fronte al mistero dellamorte, non sa darci rispo-sta. Ma pure sotto il profilo pu-ramente umano, la vici-nanza e la comunione coni morti, quando esse sonoviste come naturali antido-ti al dolore ed al rimpiantoverso chi ci ha precedutoed il ricorrervi è rimediosaggio che non fa certomale. In questa prospettiva, an-che l’andar per cimiteri, (èbene farlo da soli, lontanidalle ricorrenze ufficiali)può rivelarsi esperienzaricca di grande umanità.La bella immagine ed il belconcetto di “ campo santo”sono frutto di una cristianapietà che si è radicata nelpopolo nel corso dei seco-li, ma è altresì la testimo-nianza e la convinta cer-

ASTERISCHI GARGNANESI a cura di Enrico Lievi

Un amico è cosa assaisemplice e facile;avere un amico vero

è questione più comples-sa e difficile e non sem-pre, purtroppo, ciò avvie-ne. Nella mia vita di amici,con quest’ultima qualità,ne ho avuti pochi, e tutti inetà avanzata, quando si hapiù tempo per pensare eper riflettere e si può, piùfacilmente, fare il bilanciodella propria vita passata.Gli amici veri sono anchecoloro che sanno muover-ti delle critiche quando lomeriti o quando sai diaverle meritate e quandoti documentano le loro ra-gioni.È accaduto sul numero 92di “En Piasa” sul quale hodescritto una copia di mu-gnai di Gargnano defi-nendoli come “grandi be-

QUANDO I MORTI NON FANNO PAURA

tezza che entro le mura ditale luogo sono custoditi iresti mortali (anch’essi sa-cri) di chi, liberato da ogniumano affanno, beneficiadi quella inimmaginabilecondizione che è riservataai giusti.

È questa una ben tristecondizione, è quella cuiappartengono le cose e glianimali ma l’uomo può es-sere come loro? Trovarsinella situazione di poterdialogare con i defunti,sentirli presenti e vivi, av-vertire che il loro distaccodalla vita ha solo anticipa-to il ricongiungimento conloro. Non mi pare che ciòequivalga ad un atteggia-mento di rinuncia del qua-le, in genere, il credente èspesso tacciato; non mipare equivalga a metterela sordina all’intelligenzaed alla ragione umana.Se così fosse, comeavrebbero fatto le grandimenti ed i grandi pensatoridi ogni epoca a trovareDio visto che Egli è alla

portata degli umili e deisemplici? Il cimitero, allo-ra, non può rivelarsi il luo-go dei tristi pensieri e dellemacabre meditazioni, ma ilpiù vero, anche se singo-lare, giardino pubblico nelquale ritrovare serenità edequilibrio. Fare una visitaal cimitero, di tanto in tan-to, fa bene anche a chinon crede. Il campo santoresta, comunque, un gior-nale sempre aperto, rap-presenta uno spaccato diumanità vera, dal qualeemergono brandelli di sto-ria, poesia, cultura, costu-me, spesso nelle loro piùscarne ed essenzialiespressioni. Questa unici-tà di linguaggio, questosingolare accostamento diarti e sentimenti, compresii falsi e le banalità che avolte racchiudono, fannodel cimitero non il regnodei morti ma la città dei vivicon tutte le sue verità econtraddizioni, il suo effi-mero ed i suoi valori e ciònon può, almeno, non in-curiosire o non interessaree far riflettere sulla condi-zione umana, sulla inelut-tabile caducità delle coseterrene, sul mistero deltempo e della morte.“Tutto passa e si distrug-ge, l’amor vola e il tempofugge…” era questo l’iniziodi una vecchia poesia po-polare che usciva dallabocca e dal cuore dellanonna materna Lucia (laCia delle “Cà Növe”) quan-do iniziava a raccontarmiuna delle tante storie veredella sua lunga vita.

vitori, o meglio grandiubriaconi, sempre in com-pagnia del fiasco…” e viadi questo passo fino apassare alla descrizionedelle condizioni igienichenon certo confortanti. Ilmio amico mi riferiva, poi,di essersi incontrato conaltri due abbonati i quali,condividendo la sua stes-sa opinione, si chiedeva-no cosa fosse accaduto alsottoscritto per scrivere efirmare ciò che avevascritto e firmato. Letto e ri-letto più volte l’articolo,desidero solo precisareche ciò che appare inquesta rubrica equivalesempre a fatti veri e real-mente accaduti e per iquali ho avuto personaleconferma; pur tuttavia se ilettori hanno dato lo stes-so giudizio ciò significa

la qualità degli amici

A chi è giusto,la morte non fapaura; essaspaventa chinon ha prospet-tive, chi noncrede in nulla,chi è immersosolo nelle cosedel mondo econ esse solo sirapporta.

che l’errore è stato solomio e pertanto mi scusoassumendomi la piena re-sponsabilità di ciò che èavvenuto.

Anche questi sono amiciveri, li ringrazio sincera-mente e mi compiacciocon loro.

Di conseguen-za, plaudo aquei lettori,che anziché disdire imme-diatamentel’abbonamen-to, manifestanoil proprio dis-senso con unacritica leale esincera.

Enzo Gallotta

Bergamo e Mantovaalla conquista del-l’Alto Garda. Questa

la sintesi di giornata dellaBvg Trail sui 75 chilometridi fantastico su e giù fra lacosta del lago e le monta-gne che fanno da corniceal territorio dei sette Co-muni che si estende daSalò a Limone.È Nicola Bassi, 30enne dicasa a Castiglione delleStiviere, il primo a tagliareil traguardo dopo 8 ore 1minuto e 17 secondi per-corsi senza un attimo ditregua. Nella giornatasplendida splendente, co-sì come lo sono la corsa eil territorio, gli atleti paga-no dazio al caldo di un an-ticipo d’estate che finisceper penalizzare i tempi,pur sempre su livelli d’ec-cellenza. A fare il paio conil portacolori del TornadoTeam, vincitore di turno al-la quarta edizione dellaBvg, è in campo femminilela bergamasca Cinzia Ber-tasa, che taglia il traguar-do al campo sportivo di Li-mone in 9h 45’ 42” (17^assoluta) conquistando lapiazza più alta del podioper i colori biancazzurridel Trail Running Brescia.“Vincere non è così impor-tante per me – afferma almicrofono dopo l’arrivo –Mi piace correre, questoconta per me. Tutto qui”. Èl’essenza dello sport indue righe due. Una corsain rimonta, la sua. Sulletracce della favorita LisaBorzani, 37enne padova-na costretta al ritiro dopoaver condotto in testaquasi tre quarti di gara. Inseconda piazza, ancoraper l’altra metà del cielo,Isabella Lucchini (AtleticaVerona - Us Pindemonte),in 10h 30' 39", al terzo po-sto Marta Poretti (TornadoTeam). È di 10.37.30 iltempo dell’ultratrailer lom-barda compagna nella vitadel vincitore fra gli atleti.Quest’ultimo, Nicola Bas-

BVG TRAIL,MANTOVA E BERGAMO CONQUISTANOL’ALTO GARDA

si, racconta in poche paro-le la sua corsa vincente: “Ilcaldo ci ha un poco pena-lizzati. Davanti abbiamofatto la corsa in un grup-petto di tre o quattro, unpoco sgranati, a fare daelastico. In corsa a vista.Verso il 45° chilometro, inun tratto in discesa, sonoriuscito ad andare via.Contento? Certamente”.Per lui, istruttore di Pila-tes, la giornata è di quelleda incorniciare. Non dameno per chi condivide ilpodio. Per Carlo Salvetti,bergamasco di magliaErock Team, il secondoposto in 8.11.48 è la repli-ca del risultato dello scor-so anno da queste parti.Un minuto più tardi si tro-va il terzo in classifica, il48enne di Rivarolo Cana-vese, Paolo Rossi (Durba-no Gas Energy, 8.12.53).Dietro gli arrivi si susse-guono, con il gruppone dei248 partenti che ha paga-to fin dalle prime battute laselezione imposta dal per-corso, splendido quantoimpegnativo, dalle condi-zioni del tempo e dal ritmodei battistrada.

Per lui, miglior personalee miglior piazzamento nel-la Bvg Trail che ha corsoin tutte quattro le edizioni.La prima da fresco 18en-ne. Per lui un poker vin-

Per la crona-ca, primo bre-sciano al tra-guardo è il22enne DiegoAngella, diRoncadelle,non accasatoin quanto a so-cietà, che sipiazza ottimodecimo in9.29.05.

continua a pagina 15

Un tratto del percorso

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Eugenio Bazoli

APPUNTI DI VIAGGIO

mercoledi 12 agostoOggi a malincuore dobbia-mo percorrere l’ultimo trat-to della M41; dopo il primocontrollo passaporti, lastrada sale rapidamente,circondati da bellissimipaesaggi che ricordanoquelli alpini raggiungiamoil Khaburabot pass a3252 m. e scendiamo avalle per la strada che orataglia netta la montagna,interrotta in vari punti cau-sa l’erosione del fiume. Lapolvere è una costante fis-sa, ne siamo impregnati fi-no al midollo, non osopensare queste stradecon pioggia e fango, sia-mo fortunati, Giove pluvioha pietà di noi. Finiamo lanostra M 41 a Dušanbedove sostiamo per la not-te, ci meritiamo un hotel ela sospirata doccia. La si-tuazione ridicola è chenell’hotel eravamo gli unicipresenti, cena in centro, eristorante deserto, solodue anzianotti uno al pia-no e l’altro ai bonghi, suo-navano solo per noi. Masiamo su candid camera?Comunque buona cena.giovedi 13 agostoOggi è giorno di dogana,ci concediamo un po’ ditempo in centro per uncaffè e qualche foto, poi

via per la M 34 vogliamofare l’Hanzob tunnel dettoanche “tunnel della Morte”causa le sue precarie con-dizioni, ma arrivati in locolo troviamo chiuso. Siamocostretti a passare per loHazob pass a 3373 m constrada da panico comple-tamente sterrata, buche ago go, file di camion e…polvere a non finire, maine abbiamo mangiata tan-ta. Dopo una breve sostacon frugale pranzo al pas-so, si scende e iniziamo lasaga delle dogane. Allaprima dogana sperdutanel nulla non ci fanno en-trare, solo passaggio pe-donale, ci indirizzano al-trove. Chiediamo informa-zioni ma ogni persona cheincontriamo ci dice unacosa diversa, chi in una di-rezione chi in un'altra. Tor-niamo alla frontiera e chie-

diamo direttamente al do-ganiere, ma anche lui nonsa spiegare e per tagliarcorto dice che lui parla so-lo russo. Alla fine rinuncia-mo, si è fatto tardi, ne in-dividuiamo un’altra moltopiù a nord, ci avviciniamoe sostiamo a Nau, in uninfimo locale sulla strada,la sera a cena dopo ani-mate discussioni con ca-mionisti di passaggio, indi-viduiamo quella giusta.Venerdi 14 agostoPartiti di buon’ ora, percor-si un centinaio di km arri-viamo alla frontiera Tajika:sotto un sole a piccoaspettiamo il nostro turnofacendo buon viso all’esa-sperante lentezza buro-cratica, passiamo comun-que senza problemi. Allafrontiera Uzbeka ci fannosmontare i bagagli e con-trollano il contenuto, curio-sità più che altro, alla lun-ga ne usciamo indenni.Appena fuori cerchiamoqualcuno per fare l’assicu-razione obbligatoria ecambiare qualche soldo.Incredibile, per 50 € unamontagna di banconote,ce ne riempiamo le taschee ci rimettiamo in viaggio.La nostra meta è Samar-canda: la strada è mono-tona, ci accompagnano

solo le ormai consuetebancarelle di meloni e an-gurie. Troviamo postoall’Hotel Horient Star. An-che qui siamo gli uniciclienti, parcheggiamo lemoto in un salone dell’ho-tel “d’altro canto anche lo-ro se lo meritano” docciatiprendiamo un taxi e ci fac-ciamo portare in centroper la cena.Venerdi 15 agosto SamarcandaDecidiamo di concederciun giorno di riposo e visi-tare questa bella città, lasua storia con più di 2700anni la rende una delle cit-tà più antiche del mondo,patrimonio dell’umanità edell’Unesco. Dato chedobbiamo restare ancoraqualche giorno in Uzbeki-stan cambiamo circa 200€ al mercato, questa voltane abbiamo riempito uno

zaino, stanchi di contarli, lipesavano a pacchi, quasimoriamo dalle risate. Visi-tiamo il Registan, l’AmirTemur, il bazar, il monu-mento a Tamerlano e gi-ronzoliamo per le vie delcentro.sabato 16 agosto BukharaCi arriviamo nel pomerig-gio; oggi sono cominciati iproblemi per trovare ben-zina, tutti i distributori sonochiusi, solo gas, ne recu-periamo qualche litropresso un bar officinamercatino e arrivati in cittatroviamo posto in una gra-ziosa abitazione B&B concortile interno gestita pra-ticamente da un ragazzinomolto intelligente e cordia-le. Inutile dire che erava-mo ancora gli unici ospiti,l’ospitalità è fantastica,mentre ci preparano la ce-na, visitiamo subito il cen-tro. Bukhara è la città sa-cra per eccellenza. Oltre-passata la piazza con mo-schea e minareto entriamonella zona pedonale tuttalastricata in pietra e vaghia-mo per le viuzze tra banca-relle di prodotti tipici.domenica 17 agosto CivaRipartiamo col bisognoprimario di trovare benzi-na, vaghiamo per 30 kmsenza trovare nulla, siamoal limite e decidiamo ditornare al B&B. Il ragazzi-no, senza troppi problemie in pochissimo tempo, ciprocura il carburante e cispiega come fare per tro-varlo al mercato nero. Fat-to il pieno e con 15 litri discorta a testa, riprendia-mo il viaggio. Ci attende latraversata del deserto Ki-xyl Kum.Un interminabile rettilineocon dune di sabbia rossadove le temperature pos-sono sfiorare anche i 70gradi, cammelli ovunque:sembra uno scorcio d’Afri-ca. Dopo 400 km il carbu-rante comincia nuova-mente a scarseggiare: neacquistiamo altri 45 litri,l’arrivo a Civa è garantito. La città vecchia circondatada mura in sabbia subitoci affascina, anche questaè patrimonio dell’umanità,respiriamo un’aria di altritempi, sembra un paesag-gio da mille e una notte,esploriamo piazze e viuz-ze concordando di tornarcil’indomani per foto e qual-che acquisto nei bazar.Tornati alla pensione cifacciamo accompagnarein centro per recuperarebenzina, incredibile, la viadei contrabbandieri, ognicasa ne aveva espostodelle bottiglie, contrattia-mo il prezzo e ne faccia-mo scorta. Domani saràun’altra giornata dura.

lunedi 18 agostoDopo colazione torniamoalla città vecchia, ora èmolto animata, molto me-glio la sera precedentequando si respiravaun’aria magica. Presoqualche ricordo si riparte,torniamo verso Urgench eriprendiamo la A380 pres-so Nukus solita preoccu-pazione per la benzina tut-ti dicono che non ce n’é. Auna sosta ne recuperiamo5 litri, proseguiamo sino aQonghirat: siamo tirati ti-rati, anche qui nulla, pro-viamo a Aqshalat ed in unristorante hotel il gestoreci promette di procurarlama quando vede che nonci fermiamo per la notte cidice che non la trova. Allalunga dopo un'estenuantetrattativa magicamente da

sotto il banco ne spuntano10 litri, tirando tirando nerecuperiamo altri 5. Ci ri-mettiamo in marcia allavelocità di 70 kmh ma per-corsi 150km siamo al pun-to di prima. Ci fermiamosulla strada a Jasliq in unhotel per camionisti, pre-via contrattazione col pro-prietario ci promette all’in-domani di procurarci ben-zina. Ci facciamo unaspaghettata in cameracon sugo di pomodoro etonno e a letto, Luca stamalissimo si alza in conti-nuazione per…

martedi 19 agostoCon molta calma aspettia-mo che il gestore ci dia labenzina, riusciamo a recu-perarne 50 litri e puntiamodirettamente alla frontiera

dove arriviamo alle 13.00.Il sole cocente è una co-stante fissa benedetti i gi-let che, imbevuti d’acqua,per evaporazione attenua-no la calura. All’uscita del-la frontiera Uzbeka ci con-trollano tutto, rimosse eaperte le borse, ne fruga-no il contenuto, svuotano isacchetti e controllano imedicinali, persino foto efilmati, ci rendiamo contodi essere in balia di ogniloro capriccio. La frontieraKazaka, più informatizzatae veloce, la sbrighiamo infretta. Un altro poco di co-da causa camion che nonci lasciavano passare, poigli ultimi devastanti 150km fino a Beyneu dovetroviamo benzina e hotel.Luca senza preamboli sifionda nel letto, onore a luiche nonostante il males-sere non si è mai lamen-tato.mercoledi 20 agostoCi rimettiamo in strada, fi-nalmente asfaltata e inbuone condizioni, intermi-nabile, diritta sfila nel de-serto. Unica compagnia isoliti cammelli, procedia-mo velocemente. Final-mente sembrano finiti iproblemi con la benzina,si cominciano a trovare iprimi distributori, anche semolto distanti tra loro e adognuno facciamo il pieno.La temperatura cominciaa salire, ci bagnamo co-stantemente i giubbini eprocediamo spediti. Per-corsi circa 330 km, passa-to Atyrau, la strada tornain pessime condizioni, lebuche sono una costantefissa, rallentiamo la veloci-tà e ci preoccupiamo solodegli autisti locali che gui-dano come dei pazzi, esfruttano tutta la stradazigzagando a destra emanca per trovare il pocoasfalto rimasto. Arriviamoa Ganyushkino che è se-ra, vogliamo trovare unasistemazione vicino al

confine russo, domanifrontiera.giovedi 21agostoUna quarantina di km esiamo in frontiera. Tracompilazione di moduli, vi-

seconda ParteDALLE VETTE DEL PAMIR ALL’ITALIA

Samarcanda, il Registan

Samarcanda, monumento a Marco Polo

Pista russa

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sti e verifica passaporti sene va un’ora e mezza.Siamo in Russia, arrivati aKrasnyy-yar, dobbiamo at-traversare un ponte mobi-le su chiatte, è a paga-mento, non accettano mo-neta uzbeca e nemmenodollari, per cui torniamo incentro alla ricerca di unabanca. Riusciamo final-mente ma con molta at-tenzione ad attraversare ilponte, instabile e con ilfondo in ferro molto visci-do. Passiamo Astrakhan,le strade sono in buonostato, vogliamo arrivarepresto a Groznyj per cuiaumentiamo la velocità, ipaesaggi diventano mo-notoni, siamo immersi nel-la campagna russa. Tuttoad un tratto la strada fini-sce nel nulla, una pista interra e sabbia senza nes-suna indicazione. Proba-bilmente nuove strade inesecuzione che penso ri-marranno tali ancora permolto tempo, nessunatraccia in cartina né nelnavigatore. Incredibile,procediamo con cautela eai vari bivi decidiamo diistinto la direzione. Fa cal-dissimo. Percorriamo que-ste piste sahariane per ol-tre 100 km, anche la ben-zina scarseggia, questofuori programma non eraprevisto, siamo totalmentesoli. Dopo molto girovaga-re come d'incanto incro-ciamo una strada asfalta-ta: sperando di prenderela direzione giusta, conti-nuiamo. Entriamo nell’Os-sezia del nord, qui una so-sta è doverosa e obbliga-ta, la mia amata compa-gna di viaggio compie10000 km, un brindisi e un

bacio sul cupolino, lei chemi ha accompagnato in gi-ro per il mondo senza mailamentarsi mi guarda conquei due occhioni e sem-bra dire: “dai, monta an-diamo”. Lungo la stradatroviamo diversi convoglimilitari con carri armati emezzi blindati, superiamoqualche posto di bloccosenza problemi ed entria-mo in Cecenia. Arriviamoa Groznyj col buio, ancheoggi 710 km. Ci vogliamotrattar bene e pernottiamoall’Hotel Groznyj City checon le sue luci e colori pa-re stare a Las Vegas.Venerdi 22 agostoLa meta di oggi è Tblisi.Dopo una pantagruelicacolazione ci mettiamo inmarcia, percorriamo turi-sticamente le vie del cen-

tro fino ad imboccare unatangenziale, vogliamo fareuna doverosa visita a Be-slan.PER NON DIMENTICARE

Strage di Beslan è il ter-mine con cui ci si riferi-sce al massacro avvenu-to fra il 1° e il 3 settembre2004 nella scuola Nume-ro 1 di Beslan, nell'Osse-zia del nord, una repub-blica autonoma nella re-gione del Caucaso nellafederazione Russa, doveun gruppo di 32 ribellifondamentalisti islamici eseparatisti ceceni occupòl'edificio scolastico se-questrando circa 1200persone fra adulti e bam-bini. Tre giorni dopo,quando le forze specialirusse fecero irruzione, ful'inizio di un massacro

che causò la morte di piùdi trecento persone, fra lequali 186 bambini, ed ol-tre 700 feriti.Nel cimitero dove sonosepolte le vittime, ci aggi-riamo tra le lapidi, ognunoimmerso nei propri pen-sieri e lasciamo una pre-ghiera davanti “all’alberodel dolore”.Puntiamo a sud, final-mente un po’ di curve;percorrendo bellissimestrade montane entriamoin Georgia giungendo inserata nella capitale Tbili-si, bellissima citta attra-versata dal fiume Kura.Trovata una pensione incentro, usciamo per lebelle strade illuminate epiene di gente.sabato 23 agostoA Tbilisi abbiamo ripreso

un’ora, ora siamo due oreavanti rispetto all’Italia.Giro in città per qualchefoto poi in strada, se tuttova bene in serata voglia-mo arrivare sul Mar Nero.Per velocizzare prendia-mo la E60 e usciamo aGori, città natale di Stalin.Ermanno vuole farci ve-dere il ponte, proprio sulquale con l’amico Simonenel 2008 sotto l’artiglieriaRussa e Georgiana scap-parono per miracolo. Af-frontiamo la frontiera Ge-orgiana e Turca a Akhal-tsikhe, posto secondariomolto tranquillo. Saliamovelocemente fino a unpasso di 2465 m, lavori incorso, strada sterrata etanta polvere, comincia-vamo a sentirne la man-canza. La sfiga persegueLupo, a Olcek, fora nuo-vamente e dato che sia-mo ormai in un paese ci-vile, onde non incorrerenell’inconveniente già ca-pitato, l’instancabile Er-manno si carica in sella lagomma e parte per il pae-se vicino, trova un mecca-nico e nel giro di un’oratorna con la gomma ripa-rata. Sostiamo a Ardahanper la notte.domenica 24 agostoPiove, vogliamo recuperareun po’ di tempo. Indossatele tute, partiti di buon’ora,percorriamo 200 km tra lemontagne e giungiamosul mare nei pressi di Ho-pa. La strada costiera èlarga e scorrevole macrea un collo di bottiglia aogni paesino, non ci sonotangenziali né circonvalla-zioni, per cui si entra di-rettamente nel traffico cit-tadino perdendo tantissi-mo tempo. Altri 500 km esiamo a Sansum. Siste-mati in hotel usciamo acercare un ristorante peruna mangiata di pesce. Alritorno in hotel ci conce-diamo il bicchierino dellastaffa con una bottiglia dicognac presa qualchegiorno prima in un nego-zietto lungo la strada. In-golositi si uniscono a noi igestori dell’hotel che allafaccia della loro religionemussulmana, ce ne scola-no mezza bottiglia e nehanno a male quandomesso il tappo ne decre-tiamo lo stop.lunedi 25 agostoOggi giornata impegnati-va: dobbiamo passareIstanbul e già sappiamoche ci vorranno minimodue ore solo per quello.Abbandoniamo la stradacostiera e ci spostiamonell’interno sulla E80 me-no trafficata e scorrevole,sostiamo solo per sostebenzina, dopo 700 kmsiamo a Istanbul. Qui èsempre ora di punta, at-traversiamo la città facen-do slalom tra le auto im-possessandoci delle cor-sie di emergenza, ne vo-gliamo uscire il più in fret-ta possibile. Ci fermiamoa Kirklareli dopo 976 km.martedi 26 agosto45km e siamo in frontieraBulgara vicino a Aziziye,entriamo in Bulgaria velo-

cemente senza problemi,qui Ermanno gioca in ca-sa, infatti l’intenzione èproprio di passare la not-te a casa sua. Puntiamoverso il mar Nero fino aTsarevo, sosta per caffè,poi costeggiando arrivia-mo a Burgas. Prendendola E773 ci dirigiamo all’in-terno del paese per stra-da pianeggiante che perun centinaio di km attra-versa magnifici vigneti aperdita d’occhio. Arrivati aKazanlăk deviamo a de-stra con sosta a Shipkaper visitare il tempio mo-numento dalle cupoled’oro, costruito in memo-ria dei militi russi che sa-crificarono la vita per la li-berazione della Bulgaria.Cominciamo a salire permonti, la strada bellissimaci invita a dare gas, ci di-vertiamo a piegare fino araggiungere l’omonimopasso dove Ermanno ci

fa sostare per degustaredei buonissimi yogurt dibufala, una specialità lo-cale. In un attimo arrivia-mo a Tărnovo. Qui faccia-mo tappa da un amico diErmanno e approfittandodella sua officina Lupo ta-glianda la moto e io neapprofitto per pulire il filtrodell’aria. Pochi km e sia-mo nel bel paese di Arba-nasi dove Ermanno ha lacasa. mercoledi 27 agostoMentre facciamo colazio-ne al bar con vista sullamagnifica vallata decidia-mo il percorso per il rien-tro, le alternative sono:Traghetto a Igoumenista,traghetto a Durazzo, o viaterra. Le compagnie ma-rittime sono tutte al com-pleto ma a forza di cerca-re troviamo un passaggioponte da Igoumenista adAncona per il 28 alle23.00. Confermato il tra-ghetto, possiamo pren-dercela un po’ con calma.Partiamo alle 12.00, sullaE772 fino ad incrociare la35, l’interno della Bulgariaè bellissimo, un susse-guirsi di passi, vallate, bo-schi, sulla sommità di unodi questi valichi si stagliacontro il cielo un monu-mento in pietra gigante-sco. Subito lo raggiungia-mo e ci immortaliamo con

le nostre moto. Si prose-gue passando per Trojan,Karlovo, Plovdiv. A Velin-grad, località turistico ter-male proviamo in un paiodi hotel ma sono tutti alcompleto, non ci restache metterci una manosul cuore e chiedere in unmega hotel 4 stelle, rima-niamo stupiti quado cichiedono 75 € in 3 concolazione e moto in gara-ge. Come razzi ci fiondia-mo in camera, mega doc-cia poi fuori per cena.giovedi 28 agostoUltimo giorno in terrastraniera, ben riposati tor-niamo in viaggio, percor-so un tratto di strada inun bosco meravigliosopoi cominciamo a scen-dere con deviazione perMelnik, il paese più picco-lo della Bulgaria con solo208 abitanti ma ricco distoria e famoso ancheper il suo buon vino, delquale i miei soci fannoscorta. Ora la strada si fa mono-tona, ci immettiamo in au-tostrada, passiamo lafrontiera greca, transitia-mo per Salonicco e alle20.00 arriviamo al portodi Igoumenista. Non cistampano i biglietti finoalle 21.00 così nel frat-tempo ne approfittiamoper cercare un ristoranti-no per una mangiata dipesce, ritirati i biglietti an-diamo all’imbarco dovealle 22.30 saliamo in na-ve. Legate le moto salia-mo sul ponte, la nave ècarica all’inverosimile,troviamo un piccolo spa-zio all’esterno a poppa,tra il carnaio ci accampia-mo, almeno il mare è cal-mo, proviamo a dormire.Venerdi 29 agostoCon due ore di ritardogiungiamo ad Ancona alle15.30, e qui le nostrestrade si dividono. Nonabbiamo bisogno di gran-di commiati, Ermanno eLuca sanno, esattamentecome so io, che le parolelasciano il tempo che tro-vano. Ci limitiamo ad unabbraccio fraterno, cisentiremo presto per pia-nificare un'altra avventu-ra. A questo punto per-corro gli ultimi 430 km neltraffico del rientro e alle22.00 sono a casa.Cecenia Grozny, moschea blu

Ponte tibetano

Si entra in Grecia

Olsezia Bestand, albero del dolore, per non dimenticare

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LA POSTA DEI LETTORI

Lo si incontrava spesso in paese, passava in ogninegozio a salutare e si fermava volentieri a fare duechiacchiere con chiunque; aveva un sorriso per tuttie spesso scherzava sul colore della nostra pellechiamandoci "BIANCHI..." È venuto in Italia più di10 anni fa, non so come sia arrivato al Lago, ma soche ne era innamorato. È arrivato con la speranza difare fortuna e poter un giorno ritornare al suo paeseaccanto alla sua famiglia: aveva due bimbi piccoliche 2 volte l'anno raggiungeva in Senegal. Ricordoche ogni volta al suo ritorno mi parlava con orgogliodei suoi figli e della sua terra (quante volte gli hochiesto "portami con te un giorno in vacanza al tuopaese..."). Era un ragazzo buono, Saliou, educato,una persona semplice che ha saputo integrarsi per-fettamente, ma soprattutto ha saputo farsi voler beneda tutti. In molti hanno partecipato alla colletta per ri-portarlo a casa, molti paesi del Lago e anche da Mo-naco hanno dato il loro contributo.... Saliou era co-sì... internazionale! Ci mancherai... ciao " Palla di neve"!

Michela Silvestri

I nomi dei personaggi sonosostituiti da acronimi per ra-gioni di privacy.Si tratta di un resoconto ilpiù fedele possibile di fatti edichiarazioni.[I commenti del narratoresono tra parentesi quadre]Ogni riferimento a eventi epersone reali non è perniente casuale.

Una sera di fine giugno(27/6/2016) mi sono trovatocon un amico locale nell'exteatro di Gargnano, giàammirato da D. H. Lawren-ce all’inizio del secolo scor-so ed ora Centro CivicoPolifunzionale, un buon riu-tilizzo di edificio storico. Sista radunando il ConsiglioComunale: il Sindaco (sin),otto Consiglieri di maggio-ranza (conma) [grazie al“premio di maggioranza”,rappresentano solo il34.5% dei votanti alle ulti-me elezioni], quattro Consi-glieri di minoranza (conmi)[in totale rappresentano il50,7% dei votanti, ma divisiin tre liste separate]. Altrepresenze d’obbligo: il Se-gretario comunale (seg) eun membro della PoliziaLocale (Pol).L’ordine del giorno prevedeun argomento abbastanzaleggero (“Individuazionedegli organismi collegiali in-dispensabili alla realizza-zione dei fini istituzionali”) euno abbastanza pesante(“Costituzione della Societàper la gestione del ServizioIdrico Integrato dell’AmbitoOttimale della Provincia diBrescia. Approvazione deidocumenti”). A dimostrazio-ne dell’importanza del se-condo argomento in agen-da e dell’acuto interessedei cittadini gargnanesi perl’amministrazione della co-sa pubblica, i circa 150 po-sti seduti per il pubblico so-no occupati solo da una si-gnora. Vado a salutarla perriassicurarla che non è so-la; poco interessata e moltoriservata. Nessun’ altra per-sona si è poi aggiunta al“pubblico”. Pol ha l’aria de-cisa di chi saprà mantenerel’ordine se il pubblico di-sturba la seduta.sin apre la seduta leggen-do il titolo del primo argo-mento all’ordine del giorno,ma con imbarazzo, quindiconclude “Ecco, allora ab-biamo capito … cosa sonogli organismi collegiali …bisogna individuarli …” Poisi rivolge a seg: “Spiegameglio tu …”. seg spiegache si tratta di commissionimiste di assessori edesperti che si occupano divari progetti e funzioni par-ticolari, come, per esempio,l’amministrazione dei ge-mellaggi tra Gargnano e al-tre città, o la scelta dei be-neficiari di appartamenti adaffitto facilitato, ed altri or-ganismi che egli legge mol-to in fretta. L’individuazione

UNA SERATA AL CONSIGLIO COMUNALE DI GARGNANOBreve tragicomica paesana di Piero P. Giorgi *

serve per eliminare even-tualmente quelli che nonsono più operativi. I relatorisembrano aver esaurito illoro compito. sin: “Inter-venti?”.conmi1 si è preparato unbel discorsino. Dopo unabreve introduzione abba-stanza ovvia, viene al pun-to: “Per esempio, la com-missione per i gemellagginon si è mai riunita. Comefacciamo a sapere con checriteri sono stati usati i fondispesi per i gemellaggi?”conma1 informa che il Co-mitato Direttivo della Com-missione per i gemellaggi(non tutta la commissione)si è riunito dieci volte occu-pandosi di tutti i particolari.Segue un racconto recitatoa bassa voce e confusoche sembra non finire pre-sto [Il folto pubblico forsepreferirebbe capire comefunziona, o non funziona,l’informazione interna tra laGiunta e i Consiglieri suquesto argomento, ma èdestinato a rimanere delu-so].sin: “Va bene abbiamo ca-pito. Altri interventi?” Silen-zio. sin: “Bene, allora votiamo.”Favorevoli 8, contrari 0,astenuto 1. [Ecco: collegia-lità, informazione interna eoculata individuazione so-no state diligentemente sal-vaguardate, sì, ma dall’es-sere discusse].sin legge il secondo argo-mento all’ordine del giornoe passa la parola al relato-re.conma2 si schiarisce benela voce: “A questo proposi-to devo chiarire bene chenon c’è niente di scritto [in-teressante]. Ma si sa che lecinque aziende attualmen-te impegnate nella gestionedell’acqua nella provincia diBrescia si sono incontratevarie volte per definire lemodalità per arrivare aduna Società unica per lagestione del servizio idricointegrato. Il Comune diGargnano fa parte dei co-muni gardesani che forma-no Garda1 (una di questecinque aziende), la quale fi-nora si è comportata benee della quale noi ci fidiamo.Lasciamo che se ne occu-pino loro della procedura.”Segue un discorso confusosui possibili criteri di orga-nizzazione del nuovo ente,apparentemente basati sulcapitale sociale di ogniazienda [stranamente nonbasati su competenze tec-niche o buone pratiche ditrattamento delle acque].sin: “Interventi?”conmi1 inizia di nuovo, mameno sicuro questa volta:“Devo ammettere che holetto poco e male la docu-mentazione messa a di-sposizione [quella non esi-stente secondo conma2].Ma mi sembra non siachiaro cosa approviamo o

non approviamo. La costi-tuzione di una nuova socie-tà a livello provinciale o icriteri con i quali viene co-stituita? Nel primo casosembra cosa già decisa, al-lora non serve votare. Nelsecondo caso i criteri nonsono ancora stati resi notichiaramente, allora cosavotiamo?”conmi2 dà invece l’im-pressione di aver letto benela documentazione “nonesistente”, però offre unapresentazione troppo paca-ta per le sue osservazionitragiche: "Vorrei ricordareche nel 2011 [referendumdel 12-13 giugno, primoquesito] i cittadini Italiani sisono espressi con un refe-rendum abrogativo per im-pedire che la gestione deiservizi idrici fosse affidata aenti privati attraverso un in-vestimento totale o ancheparziale [Referendum: par-tecipazione al voto 57,4%,voti per mantenere l’ammi-nistrazione pubblica del-l’acqua 54,8%]. Nei docu-menti a noi sottoposti è in-vece indicato chiaramente[forse per questo non dove-vano esistere secondoconma2] che dopo averecostituito la nuova società alivello provinciale si permet-terà ad aziende private dipartecipare fino al 40-49%delle azioni. Questo rap-presenta un tradimentodella volontà dei cittadini. Ionon approverò questi docu-menti.”conmi3 offre invece uncommento decisamenteemotivo e chiaramentecontrario alla proposta delrelatore di maggioranza:“Non è logico chiederci diapprovare un documentoche si riferisce a trattative incorso. Non sappiamo cosavotiamo e perché. Si trattadella solita incompetenzaamministrativa alla quale ri-fiutiamo di partecipare.”conmi4 offre un’osserva-zione matematica: “La per-centuale del 40-49% per lapartecipazione privata èenorme. Basta che un pri-vato si metta d’accordo uf-ficialmente o in segreto conuna delle aziende pubbli-che della provincia per po-ter controllare facilmentel’acqua ‘pubblica’ del vastoterritorio bresciano.”[Gli argomenti dell’opposi-zione sono forti, ma pre-sentati con l’aria remissiva,o la rabbia, di chi sa già cheil voto andrà in ogni casocome il solito, 8 contro 4,con l’obbedienza di partitoche prevale sulla ragione.Alcuni conma sono quindipungolati a intervenire persalvare la faccia].conma3 decide di esserebreve: “Ma vi rendete contoche la decisione di fare unaSocietà a livello provincialeviene da Roma?” [Questabrutale esortazione al reali-smo dovrebbe aggiungere

un tono comico alla trage-dia, ma ottiene l’effetto op-posto].conma4 si alza per con-fessare impacciato i suoidubbi: “Io penso di astener-mi … perché non capiscocosa dovrei approvare …”[È più probabile che nonabbia neanche letto i docu-menti “non esistenti” e pre-ferisce riprendere una criti-ca della minoranza, la qua-le ora si fa più aggressiva].conmi2 decide di andaregiù pesante per completareil suo intervento: “Bisognarendersi conto del fatto cheBrescia sarà presto senzaacqua e avrà bisogno diquella del Lago di Garda. Ionon voglio certo negarel’acqua a chi ne ha biso-gno, purché non sia gestitada un’azienda privata e conle regole del profitto. Ma lacosa più grave è la ragioneper cui Brescia sta rima-nendo senza acqua: gliscarichi industriali hannocontaminato le falde freati-che della pianura. I cittadininon hanno vegliato abba-stanza sulle proprie risorseprimarie.”Questo sacrosanto inter-vento riaccende gli ardoridell’opposizione, che co-mincia un battibecco disor-dinato, ma tra di loro, noncon la tranquilla maggio-ranza che non sa leggerema sa contare fino a 8.[La discussione/gazzarra ci

ricorda che i quattro conmiappartengono a tre tenden-ze politiche diverse e co-mincia ad assomigliare agliincontri politici in televisio-ne]. Pol si guarda attorno pre-occupato e Sin decide di in-tervenire in modo tradizio-nale: “Bene, è ora di vota-re.” 8 favorevoli (anche ilprode conma4), 1 contra-rio (conmi2) e 3 astenuti(la restante feroce mino-ranza). [Astenersi, o usciredall’aula prima del voto, so-no le furberie della mino-ranza la cui utilità è difficileda capire].Le tre persone del “pubbli-co” escono in ordine dal-l’aula sotto lo sguardo se-vero di Pol.Quasi come dice Dante allafine dell’Inferno:“Ne vedemmo proprio dellebelle …e quindi uscimmo a rivederle stelle.”

* Il Prof. Piero P. Giorgi abi-ta presso il Centro Europeo– Convento San Tommaso,è in pensione dopo 40 annidi insegnamento universi-tario in materie biomedichepresso numerose universi-tà straniere ed è attualmen-te affiliato al Centre forPeace and Conflict Studiesdell’Università di Otago(Duniden, Nuova Zelanda). [email protected] ,www.pierogiorgi.org .

ciao, “Palla di neVe”!

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LA POSTA DEI LETTORI

"Sta morendo e non sappi-amo il perché!" Queste le parole del Dr.Marco Cinco mentre, perl'ennesima volta, seduto altavolo di casa mia, sfoglia-va i referti delle analisidegli ultimi mesi. Mia mamma, dopo quasitre mesi trascorsi tral'Ospedale di Gavardo e laClinica Villa Barbarano,era a casa, dove in accor-do con i medici che l'ave-vano in cura, avevo decisodi riportarla. Le sue con-dizioni sembravano ormaicompromesse, il suo de-stino segnato, anche senon si capiva la ragione. Chi non ha mai smesso dicercarla la ragione, chi hacontinuato a scervellarsi,chi ha perseverato nellaricerca del perché un es-

Carissimi, grazie per ren-dermi partecipe della vitadi Gargnano di cui sonostato cittadino - in quantoParroco di Muslone - per11 anni.L'amico Lievi ricorda lamia lettera per il trasportocon autobus a/r GargnanoMuslone. La mia perentorieta na-sceva dal fatto che per treanni m'ero lavorato i geni-tori perche rinunciasseroalla pluriclasse elementa-re che isolava i bambinidal resto del mondo e nonera la soluzione piu ido-nea per la preparazionealla media. In un incontrodalla Candida lo Spirito miillumino: mi fece suggerireloro che per il trasportoscolastico il Comuneavrebbe dovuto pensare adue corse al giorno di unmezzo di trasporto pubbli-co. Diventò una scommessa ouna sfida del tipo "se lei e

sere umano debba moriresenza che se ne conosca ilmotivo è il Dr. Cinco. Oggi mia mamma stabene, a pezzi dopo cinquemesi di malattia, ma è viva! Una sera mi arrivò unatelefonata dal Dr. Cinco:"Forse ho capito! Domanine parliamo". Aveva capitodavvero! Il morbo di Addi-son, raro, rarissimo, cosìmalefico che ti porta allamorte, così subdolo cheper diagnosticarlo ci devipensare! Per questo voglioringraziare pubblicamenteil Dr. Marco Cinco, peraverci pensato, per l'im-pegno, la dedizione, la pas-sione con cui esercita lasua professione.Grazie Marco!

Barbara Bianchi

GRAZIE, MARCO!

capace di avere il traspor-to per tutti, allora possia-mo accettare di rinunciarealla scuola". Per il benedei ragazzi non potevoperdere la sfida!Peraltro era tempo di sfideintese come tempo dicambiamenti necessari:anche i ragazzi dell'Istitutodiventarono alunni dellescuole di Bogliaco e diGargnano; anche il pro-getto complessivo di evo-luzione dal sistema Istitu-to-reclusorio all'aperturaglobale nella comunita peruna piu equilibrata cresci-ta degli amati ospiti. E permettetemi un GrandeGrazie ai Bogliachesi e aiMuslonesi per la capacitaprima di sopportazione epoi di vera accoglienza deimiei ragazzi in tutti gli am-biti della vita comunitaria;fino all'ospitalita amicaleper pasti in famiglie e pos-sibilita di fare i compiti discuola con i loro figli.

Ho presente tanti volti cuidevo dire grazie perche sisono comportati da verieducatori dei miei ragazziovunque li incrocassero,compreso il richiamo e ilrimprovero. Qualche volto " torvo" none mancato, ma era la nor-malita della vita di una co-munita.L'articolo che ho conser-vato e messo nella "cartel-la Bogliaco" non esce dal-la mia penna; credo che sitratti di un ex alunno didon Federico; ho cercatodi rintracciare la sua do-mestica come depositariadi volti o nomi cui fare rife-rimento, ma la signora e inRSA col morbo degli an-ziani.Grazie del lavoro che fateper la vitalita di Gargnanoe auguri di buona conti-nuazione, Un saluto per-sonale all'amico Lievi.

Don Angelo Chiappa

Ai turisti, agli immigrati, agli extraterrestri? Fareb-be comodo, ma le foto ci parlano di un vandalismocommesso "fuori stagione", in un posto così tran-quillo da venire spesso definito come "morto": ilvecchio porto di Bogliaco. Il sospetto, quindi, è chea compiere questa sconsiderata azione siano statepersone della zona. Facciamoci qualche domanda...

a cHi daremo la colPa, StaVolta?

il temPo delle SFide

A Maggio 2017, tra le seconde della scuola primaria A.Moro di Gussago in collaborazione con l'associazioneANVOLT (Associazione Nazionale Volontari contro iTumori) a Brescia è stato indetto un concorso di dise-gno per la giornata mondiale "lotta al tabagismo". Primo premio a livello nazionale vince il disegno diMariasole Butturini per il suo messaggio d'amore.Premio una settimana di vacanza a Roma e udienza da

Papa Francesco.Mariasole e i suoigenitori hanno pen-sato di portare indono oltre a tutti imessaggi dei bam-bini della scuola diGussago, ancheuna barchetta fattaa mano da FabioPatucelli.Un'emozione inde-scrivibile e unaesperienza checonserveremo congratitudine neinostri cuori.

Fabrizio Butturini, Monica Voltarella

un Pezzo di gargnano da PaPa francesco

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che vi appare, si dice chel'artista abbia voluto por-re il proprio autoritratto.Da questo leggendariomartirio ha preso ispira-zione il patronato che gliviene attribuito su tutte lecorporazioni che utilizza-no coltelli o si occupanodella lavorazione dellepelli: macellai, cuoiai,calzolai, fabbricanti diguanti, legatori di libri,pellicciai, sarti, conciato-ri.A San Bartolomeo vieneattribuito l'omonimo Van-gelo apocrifo, in varie re-dazioni (greca, slava,copta, latina, siriaca), incui l'apostolo dialoga conMaria e interroga Gesù,prima e dopo la Passio-ne, sui misteri della fede. In un altro apocrifo, il“Vangelo arabo sull'in-fanzia del Salvatore”, sinarra la storia di una don-na che, avendo già per-duto un figlio, si trovò adavere l'altro figlio grave-mente malato ed in pro-cinto di morire. Lo portòallora alla Madonna che,impietosita, le disse diposarlo sul letto in cuidormiva Gesù Bambino edi coprirlo con le sue ve-sti. E subito quel fanciul-lo, che era proprio Barto-lomeo, fu risanato. La fonte da cui viene lamaggior parte delle noti-

segue da pagina 5

bartolomeo, aPoStolozie sul santo sono le co-siddette “Memorie apo-stoliche di Abdia”, primovescovo di Babilonia,consacrato dagli stessiapostoli: un testo in lin-gua latina, composto inrealtà tra il VI e il VII se-colo, probabilmente inqualche monastero fran-co.Vi si narra, ad esempio,di un tempio dove in unastatua di Astaroth dimo-rava un demonio. Questoera ritenuto in grado diguarire malati di variogenere; in realtà, raccon-ta Abdia, era lui stessoche provocava la malat-tia, e smetteva solo quan-do riceveva offerte e sa-crifici. Bartolomeo gli im-pedì di proseguire nellasua opera, ma le vittimeinconsapevoli si rivolseroad un altro demone, inuna città vicina. Fu lui arendere noto che era sta-to Bartolomeo a bloccarel'operato dell'altro. Lagente cercò di rintrac-ciarlo ma invano.Avendo fama di poter li-berare le persone dallepossessioni, Bartolomeovenne convocato da rePolimio, la cui figlia eraindemoniata, e la guarì. Per ricompensarlo il recaricò di oro e argento, digemme e vestiti parecchicammelli, ma non riuscì

più a trovare l'apostolo.Questi ricomparve a Poli-mio il giorno seguenteapparendo nella sua ca-mera, dove lo rimproveròper l'inutilità dei suoi do-ni, che egli non bramava.Iniziò quindi ad istruirlonella religione cristianarivelandogli gli strata-gemmi dei demoni na-scosti nelle statue deglidei. Il mattino seguenteBartolomeo, alla presenzadel re e del popolo, riuscìa far confessare il demo-ne di Astaroth, poi lo co-strinse a fuggire. Fu cosìche il re, la sua famiglia,tutto l'esercito e il popoloche egli aveva salvatocredettero e furono bat-tezzati.

Astiage indignato fece

catturare Bartolomeo percostringerlo ad adoraregli dei pagani. Al suo ri-fiuto ordinò di scorticarlovivo e poi di decapitarlo:durante il supplizio, ilsanto scongiurava il Si-gnore di perdonare aisuoi carnefici. Così mori-va l'apostolo taumaturgo. Quando Polimio e la suagente seppero dell'acca-duto, andarono a recupe-rare il suo corpo e lo por-tarono nel loro Paese do-ve venne seppellito contutti gli onori.In seguito, i suoi resti su-birono numerosi sposta-menti e divisioni.Molte sono le localitàche, per un periodo più omeno lungo, li hannoospitati: dapprima portatia Lipari, poi in Mesopota-mia, a Roma, di nuovo aLipari, poi a Benevento, aFrancoforte (dove si tro-verebbe parte del te-schio), mentre alcuni so-stengono che la sua pellesia conservata a Pisa. Intutti questi movimenti,naturalmente, risulta unanotevole dispersione del-le reliquie.A Roma gli fu intitolatauna chiesa sull'Isola Tibe-rina, dove rimangono al-cune parti, mentre il restoè ospitato nella basilicadi Benevento, eccettuatialcuni frammenti osseiconsegnati nel 2001 allachiesa cattedrale di Liparie alle sei parrocchie del-l'Arcidiocesi di Beneventointitolate all'apostolo.

Da sottolineare come lachiesa sulla romana IsolaTiberina venne costruitasulle rovine di un tempiodedicato ad Esculapio, ildio-guaritore del quale,nell'immaginario, presealcune funzioni, e per lequali è tuttora venerato. San Bartolomeo è popo-lare in tutta l'Italia: per itanti miracoli che gli ven-gono attribuiti dalle leg-gende è patrono degli in-demoniati, degli ammala-ti di convulsioni, di emi-crania, di paralisi, di vari-ci, di disturbi psichici enervosi, di malattie cuta-nee quali l'herpes labialee genitale, la pellagra el'erisipela; protegge an-che i bimbi dai terroriimprovvisi. È patrono di oltre cin-quanta comuni italiani estranieri. A San Bartolomeo furonoconsacrate numerosissi-me chiese: a Venezia, aFoligno, a Pistoia e a Be-nevento. In Germania ri-cordiamo la cattedrale diFrancoforte, già citata, e aLondra la più bella chiesaromanica porta il nomedi Bartolomeo il Grande.Molto più vicino a noi, ri-cordiamo la chiesa par-rocchiale di Costa.La sua festa, fissata al 24agosto, ha ispirato alcuniproverbi, diffusi in varieregioni d'Italia, collegatia situazioni meteorologi-che tipiche del periodo.

Mauro Garnelli

Ma i sacerdotidi tutti i tem-pli si eranoriuniti pressoil re Astiage,fratello mag-giore di Poli-mio, e gli ave-vano riferitoche questi eradivenuto di-scepolo diuno che usur-pava i templie screditavagli dei che lo-ro da sempreveneravano.

Un ottimo antipasto da servire come accompagnamento a salumi oppure come contorno,croccante e stuzzicante, dal gusto agrodolce, velocissima da preparare. Io ho sterilizzatoi vasi prima di riempirli, perché la consumo in breve tempo, se peró decidete di conser-varla a lungo dovrete effettuare una seconda sterilizzazione facendo bollire i vasi immersie coperti di acqua per 15/ 20 minuti. Grazie alla mia “cognatina “che mi ha dato questaricetta; io consiglio comunque di preparare pochi vasi alla volta e consumarli, dato che éveloce da preparare.

1600 gr di verdure miste (peperoni rossie gialli, cavolfiore, carote, cipolline, zuc-chine, sedano, fagiolini)1 bicchiere di aceto bianco3 bicchieri e mezzo di olio di oliva (io houtilizzato il mio extravergine del Garda)1 cucchiaio di sale1 cucchiaio di zuccheroScelgo le verdure che voglio utilizzareLe pulisco bene e le lavo accuratamente Le taglio tutte a pezzi piuttosto grossi, deci-dete voi quelle che preferite, dovete pesarlee arrivare al peso richiestoIn una grande padella verso un bicchiere colmo di aceto Aggiungo 3,5 bicchieri colmi di olio 1 cucchiaio colmo di zucchero 1 cucchiaio colmo di sale Mescolo, aggiungo le verdure e porto sul fuoco Appena inizia a bollire calcolo 3 minuti e spengo il fuoco, sembra poco ma non fate di piú:le verdure devono rimanere al dente Lascio raffreddare completamente poi verso la giardiniera nei vasi che ho precedente-mente sterilizzato e distribuisco anche il liquido di cottura Copro con il coperchio e capovolgo i vasi per creare il sottovuoto Dopo 5 minuti li rigiro, saranno pronti quando sentirete il classico clac del sottovuoto, nonavendo una seconda sterilizzazione non conservatela per tempi molto lunghi

Potete trovare questa ricetta, illustrata fotograficamente in ogni passaggio, su www.incucinaconlilly.com

Liliana Bazoli

LE NOSTRE RICETTE

GIARDINIERA AGRODOLCE (SUPER VELOCE)

Ingredienti per 4 vasi da 500 gr

segue da pagina 2

L’itinerario qui è contras-segnato anche con il se-gnavia N. 42 che condu-ce a bocca Dusina e chepiù avanti scende fino alponte Vincerino, neipressi del muro della di-ga di Valvestino. Noi nepercorriamo solo un bre-ve tratto scendendo a si-nistra al bivio posto acirca 500 metri dall’im-bocco (segnalazione perNavazzo). Per chi vuoleammirare un altro bellis-simo panorama consi-gliamo però di prosegui-re sulla strada verso Du-sina per un altro centi-naio di metri, per rag-giungere dosso Barata,con spettacolare vistaverso il Pizzocolo e il la-go - naturalmente poibisogna rientrare.Il tratto che scende aNavazzo è, per la primaparte, con il fondo ster-rato un poco sconnes-so; più in avanti, rag-giunte alcune casetted’abitazione, si asse-sta, terminando in cen-tro al paese nei pressidella fontana. La frazione offre alcunilocali pubblici e un ne-gozio.

Una visita merita lachiesa di Santa MariaAssunta che si staccasul dosso davanti alpaese; da qui, percor-rendo il vialetto che co-steggia la provinciale,si torna al punto di par-tenza della passeggia-ta. In tutto sono circa 6Km che si percorronotranquillamente in circadue ore, con 250 metridi dislivello positivo dasuperare. Una propo-sta per conoscere me-glio il nostro territorio etrascorrere un poco ditempo all’aria aperta.Per tracciare il percor-so sono bastate alcunetracce di colore e qual-che ora di decespuglia-tore e di fiochèla perripulire i tratti menobattuti. Sarebbe belloanche segnalarlo piùdegnamente con deicartelli e con un picco-lo opuscolo (il turismose ne gioverebbe), main questo caso servonole classiche quattro pa-lanche. Il lavoro lo met-tiamo noi, chi è dispo-sto a contribuire?

Franco Ghitti

A SPASSO TRA LE CONTRADE

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Mauro Garnelli

nella primavera del1926, l'attenzionepubblica italiana era

focalizzata su un avveni-mento straordinario. Dal1897 sino al 1925 si eranosusseguiti numerosi tenta-tivi di compiere un'impresache, all'epoca, era consi-derata avveniristica: sorvo-lare il Polo Nord. Per capi-re il clima di aspettativache si era creato, bisognatener presente la situazio-ne dell'epoca. La storiadell'aviazione era travaglia-ta dalla diatriba tra i fautoried i contrari ai dirigibili. Il"più leggero dell'aria", co-struito a partire dal 1850,presentava vantaggi maanche pericoli notevoli. Aquei tempi ne venivano co-struiti di due tipi: rigido osemirigido. Non entrere-mo, naturalmente, nel me-rito delle caratteristichetecniche, ma ci limiteremoa dire che di quelli rigidi, ipiù famosi tra i quali eranogli Zeppelin, faceva partel'"Hindenburg", celebre peril terribile incidente che glioccorse nel 1937, e cheportò praticamente all'ab-bandono di questa tipolo-gia. Tra quelli semirigidi, ipiù famosi furono gli italiani"Norge", di cui parliamoqui, e "Italia", che passò al-la storia per la tragica vi-cenda della "Tenda Ros-sa": a progettarli fu Umber-to Nobile (21 gennaio 1885- 30 luglio 1978). Prove-niente da una famiglia ari-s t o c r a t i c acampan, lau-reato in inge-gneria indu-striale mec-canica con ilmassimo deivoti e con undiploma inelettrotecni-ca, nel 1911vinse un con-corso per es-sere ammes-so a frequen-tare, a Ro-ma, un corsodi costruzioniaeronautichepresso il bat-taglione delgenio milita-re, dal qualenascerà inseguito l'ae-ronautica militare italiana.Durante la Prima guerramondiale venne assegnatoallo stabilimento militare dicostruzioni aeronautiche,dove progettò un nuovo di-rigibile per l'esplorazionedel mare. Nominato diret-tore nel 1919, mantennetale carica fino al 1927, ein questo periodo perfezio-nò la progettazione dei di-rigibili semirigidi per elimi-narne i gravi difetti, venen-do chiamato come consu-lente anche negli Stati Unitied in altri paesi.Parallelamente proseguivala carriera militare, rag-giungendo il grado di te-

I DUE NORGE

nente colonnello del Genioaeronautico. Durante i suoiviaggi ebbe l'occasione diconoscere l'esploratorenorvegese Roald Amun-dsen, con cui avrebbe poicondiviso l'avventura pola-re. Progettato, come dice-vamo, da Nobile, il "Norge"aveva iniziato nel 1924 lasua attività come mezzoper il trasporto di passeg-geri, che aveva svolto neicieli italiani e dell'Europameridionale. Lungo 106metri e con un diametro di18, occupava un volume di18.000 m3 e poteva rag-giungere i 113 km/h, conuna velocità di crociera di93 km/h, grazie ai 3 motorida sei cilindri in linea. Il no-me originario era semplice-mente "N1" e venne ribat-tezzato col nome che lo re-se celebre quando l'AeroClub norvegese lo acquistònel 1926.

A finanziare la spedizionefurono un uomo d'affaristatunitense, Lincoln El-lsworth, che vi prese parte,l'Aero Club norvegese, chesi accollò il grosso dellespese, ed il governo italia-no, che contribuì per il 25%volendo acquisire unamaggiore visibilità interna-zionale.Dopo una serie di modif-che per adattarlo alla parti-colare trasvolata, il dirigibi-le venne consegnato il 29marzo 1926 agli acquirenticon una cerimonia ufficialein cui gli venne attribuito ilnuovo nome di "Norge",che indica la Norvegia nel-

la lingua del paese. L'aero-mobile, ai comandi di No-bile, decollò il 10 aprile daCiampino per una serie ditappe che lo portarono finoalla Baia del Re, dove erastato predisposto un appo-sito hangar, e dove giunseil 15 aprile; fino al 5 maggiosi dovette aspettare che lecondizioni atmosferichefossero favorevoli per l'ulti-ma tappa, con cui raggiun-gere le isole Svalbard. Quisi formò l’equipaggio defi-nitivo: 6 italiani (a cui si ag-giunse Titina, l'inseparabilecagnolina, mascotte di No-bile), 8 norvegesi, il meteo-rologo svedese Finn Mal-mgren e Lincoln Ellsworth.Dopo alcuni altri giorni diattesa per avere una situa-zione meteorologica favo-revole, il dirigibile partì alle9.50 dell'11 maggio 1926.Il giorno successivo alle01:30 fu sorvolato il PoloNord, dove furono lanciatele bandiere dei 3 stati cheavevano contribuito allaspedizione: Italia, Norvegiae USA. Il volo proseguì indirezione dell’Alaska: acausa del maltempo non fupossibile raggiungere ladestinazione prevista e ildirigibile dovette atterrare il14 a Teller, senza l'ausiliodi personale a terra. I pas-seggeri rimasero tutti inco-lumi, ma il velivolo subì deidanni che in seguito con-vinsero la proprietà asmantellarlo sul posto.Il successo dell'operazionevalse a Umberto Nobile, alsuo ritorno in Italia, la pro-mozione a generale delGenio Aeronautico.In seguito, Nobile e Amun-dsen iniziarono a disputar-si il merito principale del-l'impresa: l'italiano consi-derava l'altro un semplicepasseggero, per quanto fa-moso; il norvegese, dalcanto suo, sosteneva che ilmilitare fosse stato sempli-cemente un "autista". Per ribadire l'importanzadel suo ruolo, e anche perapprofondire la conoscen-za dell'Artico, sempre conl'appoggio del governo,Nobile organizzerà quindi,due anni dopo, una nuovaspedizione, che però termi-nerà tragicamente. In con-seguenza di questo, e inconsiderazione del fattoche qualche pezzo grossodel Partito Fascista soste-neva la necessità di ab-bandonare definitivamentei dirigibili a favore degli ae-rei, Nobile venne messoda parte, al punto che sitrasferì prima in UnioneSovietica e poi negli StatiUniti, Paesi nei quali conti-nuò la sua attività di pro-gettista.Rientrò in Italia solo nel1943. Dal 1946 al 1948 fudeputato all'AssembleaCostituente come indipen-dente nel gruppo del Parti-to Comunista Italiano; fului, insieme ad altri due, afar inserire, nel testo del-

l'articolo 9 della Costituzio-ne, la frase secondo cui laRepubblica promuove la ri-cerca scientifica e tecnica.Nella sua lunga vita pro-gettò, oltre ai dirigibili, an-che tre diversi tipi di para-cadute, e collaborò conl'ingegner Gianni Capronialla realizzazione del primoaereo metallico italiano.Docente universitario diCostruzioni Aeronauticheper più di trent'anni, pubbli-cò numerosi volumi, siatecnici che di ricordi dellespedizioni polari. Ma, naturalmente, il fioreall'occhiello rimane la tra-svolata del 1926. Anche aGargnano, naturalmente,l'impresa di Nobile fu se-guita con attenzione, eduno dei più appassionatiammiratori fu Bortolo Colo-sio, la cui moglie, Maria,era in attesa di un figlio.

Il parroco, naturalmente,non era assolutamente di-sposto ad assecondare larichiesta dell'entusiasta ge-nitore, e così si arrivò, co-me capitava talvolta, ad uncompromesso: il bambinoavrebbe potuto fregiarsi ditale nome solo se fossestato fatto precedere da unnome "accettabile". Fu co-sì che il piccolo venne re-gistrato come GiovanniNorge. Ma da allora, pertutti, fu sempre e solo "elNorge". Dicevamo dei genitori: Bor-tolo era falegname, aven-do proseguito l'attività pa-terna. A proposito del non-no, va ricordata una curio-sità: esisteva una specie ditacito accordo per cui eralui ad avere il compito di

costruire le casse da mortoper i frati del convento diSan Tomaso. Mamma Maria, invece, sioccupava della casa e deipochi animali posseduti:due capre, alcuni conigli equalche gallina. Inoltre,nella cucina di casa erastato allestito un "licinsì",una sorta di locale di me-scita, non autorizzato matollerato dalle autorità.Qui i passanti potevanofermarsi a bere un bicchie-re di vino, magari in com-pagnia di contadini e mura-tori della zona, che vi si ri-trovavano per fare duechiacchiere; spesso capi-tavano anche carrettieriche trasportavano mercivarie sul percorso da Gar-gnano alla Valvestino e vi-ceversa.Quando, durante la Se-conda Guerra Mondiale, ilprimogenito Guido partìper il fronte russo, dalquale non avrebbe più fat-to ritorno, Bortolo decisedi dedicarsi all'attività dimugnaio, nella casa cheancor oggi, per i gargna-nesi, è "el mulì del Colo-gna". Il moto della ruota, aziona-ta dall'acqua del ruscelloche scende lungo la "valledei mulini", azionava lamacina utilizzata per pro-durre farina, principalmen-te per le famiglie del pae-se. Della molitura si occu-pava tutta la famiglia mafurono, anche per loro, an-ni molto pesanti. Alle già dure condizioni divita si aggiungeva il fattoche la madre non si rasse-gnò mai alla scomparsa diGuido, che fino alla fineaspettò, giorno dopo gior-no, sulla porta di casa.Il mulino continuò a fun-zionare fino al 1953,quando la concorrenzadelle ormai diffuse produ-zioni industriali costrinseNorge a rinunciare. Trovato un posto di lavoroall'Olcese di Campione, lomantenne fino alla pensio-ne; in seguito, non smisemai di seguire i suoi amatiulivi, ai quali già negli anniprecedenti dedicava iltempo libero. Ed ecco perchè abbiamoscelto, per ricordarlo, unabella immagine che lo ri-trae proprio alle prese conuna delle sue piante.

Fu Nobile aconvincereAmundsen adusarlo per ilnuovo tentativodi sorvolare ilPolo Nord, im-presa in cuil'esploratorenorvegeseaveva già falli-to con degliidrovolanti.

La nascita diquesto secon-do maschio,avvenuta il 1°luglio 1926, glidiede l'oppor-tunità per di-mostrare l'or-goglio provatoper l'audacespedizione, edecise così dichiamarlo Nor-ge, in ricordodella prestigio-sa aeronave.

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il sogno continua. Passalungo la Via della Seta,fissa il traguardo a To-

kyo 2020 l'obiettivo di So-gnando Olympia, il proget-to multisport, culturale eterritoriale che si ripropo-ne nel segno dei valoriolimpici e dello sport chetrovano espressione arti-stica nel logo di RobertoScolari, grafico della Tipo-grafia Apollonio. Mani chesi aprono, si cercano, perstringersi a significare pa-ce, solidarietà, rispetto,unione, amicizia. Senzadistinzioni. Gli stessi chesono metaforicamenterappresentati dall'intrecciodei cinque anelli dellabandiera olimpica.Discipline sportive che siincontrano. Atletica legge-ra, trail running, vela, cicli-smo, nuoto, triathlon, unocchio al golf e ad altrisport in fase di avvicina-mento. Altro ancora: occa-sioni culturali, di approfon-dimento, conoscenza, di-vulgazione. Come purevolano di divulgazione del-le bellezze di un territorio,quello dell'Alto Garda edelle zone che gli fannoda corona, che è palco-scenico naturale e idealedella pratica sportiva. Si propone per la secondavolta, questo progetto chedel sogno ha fatto proprioil nome dopo l’incontro diuna sera di dicembre sulmonte a balcone sul Gar-da, ma che nella realtà èsolidamente quanto con-sapevolmente calato. Coni piedi ben saldi e con gliocchi ben aperti, nono-stante il richiamo alla di-mensione onirica, suquanto di bello e positivolo sport propone, comesulle umane meschinerieche talvolta lo sporcano.Specchio della vita.Anche in questa occasio-ne capofila della pattugliadi sognatori a occhi apertiè Ottavio Castellini, gior-nalista legato al territoriogardesano, cittadino ono-rario di Gargnano quanto

SOGNANDO OLYMPIA, OBIETTIVO TOKYO

di fatto, ora stabilmente dicasa a Navazzo, buen riti-ro dopo un lungo periododi lavoro in forza alla Iaaf.Partner costitutivi di So-gnando Olympia sono ilCircolo Vela Gargnano,presieduto da Franco Ca-puccini e il Gs Montegar-gnano, di cui è presidenteAntonio Callegari ed ani-ma trainante Aurelio Forti.A “fiancheggiare” l'iniziati-va sul piano culturale, laBiblioteca internazionaledell'Atletica leggera, cheporta il nome di CollezioneOttavio Castellini, e l'Ar-chivio Storico dell'AtleticaItaliana (Asai) intitolato al-la memoria di Bruno Bo-nomelli. Entrambi con se-de a Navazzo, in viaMons. Tavernini.

da società e organizzatoriche già hanno esposto loscorso anno gli striscioni

di Sognando Olympia Rio2016. Così è avvenuto inuna lunga serie di manife-stazioni sportive. Dellapartita è stata partner si-gnificativa la Fidal provin-ciale, come l’Associazionedel Lavoratori anziani del-la Cartiera di Toscolano.Accade così che, ancoraprima della ripartenza, ilvecchio logo del progettoabbia fatto bella mostra disé a Toscolano Maderno,che ha proposto una gior-nata di funamboliche di-scese dalla collina al lagodi atleti in bike, la “Mad OfLake Urban Downhill” in-serita nel circuito naziona-le. Mentre a MontecatiniTerme, dove si sono svol-te la scorsa settimana le“Parrocchiadi 2017” orga-nizzate da don Alessan-dro, parroco della chiesadi S. Antonio nella cittadi-na termale, nel ricordo delfratello, Aldo, sono stateconsegnate ai vincitori lemedaglie con il nuovo lo-go di Sognando Olympiafatte coniare dall'Asai. “Al-do Capanni – ricorda Otta-vio Castellini a dieci annidalla scomparsa – fu unodei soci fondatori, ricoprìcon autorevolezza e rigorel'incarico di segretario dal-la fondazione fino all'ulti-mo dei suoi giorni”.Voglia di ripartire, dunque.Verso i Giochi olimpicigiapponesi. Il calendario,bruciando tappe e inten-zioni, ha già preso il via.Per il podismo a febbraio

scorso con la classicaVil-la-San Valentino, organiz-zata dal Gsa Gargnano edal Gs Montegargnano, econ la Bvg, ormai unaclassica del trail runningche ha visto la partecipa-zione di circa 700 atleti inrappresentanza di 22 Pae-si.

Pure significativa l'adesio-ne dell'Atletica Virtus Ca-stenedolo, il cui calendariopropone il 2 settembrel'European Masters Athle-tics Teams Meeting “Gar-da Lake” allo stadio KarolWoytila di Gavardo e il 29ottobre l'edizione numero35 di Virtus Lancio Storyal Centro sportivo di Ca-stenedolo. Ancora, l'8 otto-bre, la D'AnnunzioRun&Bike, gare di moun-tain bike e corsa in monta-gna organizzate da Gar-done In Bike e Mtb Concad'Oro.Caratterizzante la presen-

za della vela con le regatedel Cvg, al cui fianco sipotrà allineare Univela, ilCentro federale di Cam-pione del Garda.A partire dall'imminenteCampionato nazionaleDolphin (9-11 giugno) edalla Centomiglia Classica(1-2 luglio). Si proseguirà,tra le altre, con il TrofeoGorla (2-3 settembre) e lafine settimana a seguire(9-10 settembre) con la67^ Centomiglia. Semprea settembre, il 16 e il 17,nella piazzetta di Bogliacosport e solidarietà con laChildren’sWindCup, in col-laborazione con l’Abe (As-sociazione Bambino Emo-patico) di Brescia.A Toscolano Maderno, èormai prossima la quartaedizione di XGardaMan(17-18 giugno), triathlonoff road, con diverse pro-poste anche per i più pic-coli. L'1 luglio, poi, è in ca-lendario Garda Swim, tra-versata a nuoto del lagoda Torri a Maderno, settechilometri per atleti da lun-ghe distanze con presen-ze da diversi Paesi. Dal 6al 10 settembre, la BikeFest, settimana dedicataalla bicicletta nelle sue di-verse espressioni. Momento clou: la Verti-cal3, ascesa dal lago allavetta del Monte Pizzocolo(1582 metri), con nuoto,bici e running. In estate, indata da definire, l'inaugu-razione allo stadio comu-nale della targa in memo-ria di Ugo Locatelli, tosco-lanese e gardesano, cam-pione olimpico nel 1936 aBerlino e campione delmondo nel 1938 a Parigicon la Nazionale di calcioallenata da Vittorio Pozzo.Ancora molti gli appunta-menti, altri si accoderan-no. Nessuno da perdere. Par-te da lontano lo sprint diSognando Olympia versoil Sol Levante. Importanteè il traguardo, così come ilviaggio. Tutto da vivere.Alè.

L'idea di ripar-tire, condivisadalla pattugliadi sognatori, siè concretizza-ta ora a con-clusione di unpercorso orga-nizzativo cheha avuto ilconforto di“spinte” e ri-chieste arriva-te dal territo-rio,

A venire, laprestigiosa44^ Diecimi-glia del Garda(6 agosto) enumerosi ap-puntamenticon le corsedel Circuitodell'Hinterlandgardesano edella Valle delChiese.

Novembre 1918. Duecarabinieri risali-vano lentamente il

sentiero lungo la chinadell’oliveto di Zuino. Vide-ro il contadino intento araccogliere le drupe.Il signor Felice se ne ac-corse, smise di góer e po-sò il grümial. Poi chiuse gliocchi e abbassò la testa,sussurrando a sua moglieMaria: «Vengono a dirciche anche Angelo è mor-to».Il suo cuore di papà nonsbagliava: Angelo, 24 anni,era deceduto a Santi Qua-ranta, in Albania, per ma-

gli eroi non muoionoBruno Festa

lattia contratta in guerra.Altre lacrime per la fami-glia Colosio, dunque, seimesi dopo che lo stessotriste rituale si era consu-mato per Giovanni, cadutoin combattimento a 21 an-ni, mentre prima ancora,nel giugno 1917, sul mon-te Ponari era stata la voltadi Lucio, 22 anni.Tre figli perduti: una tra-gedia che nel brescianocolpì due sole famiglie, tracui i Colosio. Sono sepolti nel silenzioda un secolo.Nel dicembre 2016, l’ANPIdi Gargnano ha chiesto al

Sindaco e alla Giunta che,dopo tanto tempo, questieroi siano finalmente ri-cordati, dedicando lorouno spazio pubblico, stra-da o piazza che sia, perchénon muoiano definitiva-mente, vittime dell’obliodel paese e del disinteres-se di chi lo amministra. Alsindaco e a ciascun asses-sore è stata consegnatal’intera documentazione.Analoga richiesta è stataavanzata per Silvio Bertola(20 anni) e Biagio Damiani(34) caduti nella GrandeGuerra e insigniti di Me-daglia d’Argento al Valore

(come il capitano AngeloFeltrinelli); i Girardi: Bep-pino, Girardo, Giuseppe(padre, figlio, nipote, 69,38 e 10 anni rispettiva-mente) travolti e uccisi daun piroscafo mentre eranoin barca per la pesca, 80anni orsono. Infine donGiuseppe Guarnieri, par-roco di Navazzo, finito duevolte in galera per antifa-scismo. Fino al momento di scrive-re (1 giugno) in Comunenon se ne sono occupati.Anzi, due componenti del-la Giunta si sono lagnatiper l’ingente malloppo da

leggere: 41 documenti(copertine incluse) e 7 fo-glietti di sintesi, dattilo-scritti.Poveri ragazzi Colosio.Con tutti gli altri eroi. Se ne sono ricordati alme-no ragazzi e docenti dellaScuola Media, con una ri-cerca sul monumento aiCaduti.Per il resto, a cento annidal loro sacrificio e dopotante cerimonie (moltecon pranzo a seguire)Gargnano non li ha ancoraonorati come meritano! Ma perché? Ci vuole dav-vero tanto?

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ESTATE 2017

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cente. Sul fronte deglistranieri (22 i Paesi rap-presentati sui tre diversipercorsi con circa 700iscritti ai nastri di parten-za) il primo piazzato èl’ungherese Oliver Lorincz(Kompressor Sport) in9.31.36.Sigillo bergamasco anchesulla Bvg Marathon Plus.Ovvero i 50 chilometri cheseparano la piazzetta delPorto Vecchio di Bogliacodal campo sportivo di Li-mone. Anche in questocaso un continuo e mas-sacrante alternarsi di sali-te e discese, come quelladel Sentiero del Luf daBriano a Muslone e l’ulti-mo tratto lungo la Valle delSingol, sopra Limone. Pri-mo al traguardo è LucaCarrara, orobico del TeamMammut, campione italia-no di trail lungo nel 2016,in 5.15.18. Uno sprint inpiena regola con il secon-do, il trentino Enzo Romeri

(Cmp Trail Team,5.16.35), mentre non hafallito il podio Luca Miori,pure trentino, per i coloridel Gs Fraveggio, terzo in5.31.07. Da segnalare laquinta posizione di Stefa-no Tomasoni (AtleticaFranciacorta, 6.06.45).Per le ragazze, prima a Li-mone nella Marathon Plusin 7.06.07 Giuliana Arrigo-ni, lecchese della Berga-mo Stars Atletica. A segui-re, seconda Elisa Patronci-ni (Asd Castelgoffredo,7.36.30) e terzo gradinoper Nunzia De Robertis(Trail Running Brescia,7.50.05). Infine, ma certa-mente non da ultima la BvgRun, con i suoi 25 chilome-tri da Salò a Bogliaco, cor-sa in mattinata. Oltre due-cento gli atleti ai nastri dipartenza. Vincente lo sprintdi Juri Radoani, trentinodella Bassa Val Giudicarie,portacolori della Valchiese,rimasto sotto le due ore

con il tempo di 1.54.45.Per la seconda piazza arri-vo allo sprint con il salodia-no Domenico Lazzari (AsdPolisportiva PerticaBassa)che taglia il traguardo in1.58.12 davanti all’ottimoCristofer Celeste (RunnersSalò, 1.58.13). Di rilievo irisultati degli atleti del GsMontegargnano, societànel rango degli organizza-tori al pari di Trail RunningBrescia e del Gruppoescursionistico La Varian-te, coordinati nell’occasio-ne dal gargnanese FrancoGhitti. Tre gli atleti del Gsdel Monte fra i primi 15 nel-la Run. Sono Mauro Nolli,ottavo assoluto (2.10.23)con Giuseppe Delai e Ma-rio Venturelli, rispettiva-mente 14° e 15° con lostesso tempo di 2.17.53.Per le ragazze la vittorianella Run è andata alla li-gure Marta Damonte (Tor-nado Team), prima in2.31.21. Secondo posto

per la tedesca BarbaraSlepitschka (2.40.17). Ter-zo gradino per la primabresciana, Alessia Fratian-ni (Trail Running Brescia),in 2.41.51. Sul percorsotutto è andato secondoprogramma. Non pochi icomplimenti degli atleti, siaper il percorso sia per lapresenza di indicazioni evolontari sul tracciato (intutto circa 350 delle asso-ciazioni e gruppi del territo-rio), quanto per i punti di ri-storo e i rifornimenti di ac-qua. Fondamentali nel cal-

do di giornata. L’augurio dichiusura è che della BvgTrail rimanga traccia, nonsolo per la fatica accumu-lata nelle gambe. Questopercorso si può fare in piùtappe, tre o quattro. Senzal’assillo della classifica. Perconoscere un territorio cheè un angolo di paradiso.L’Alto Garda e la sua Bas-sa Via sono un angolo dinatura tutto da scoprire. Al-la prossima: la Bv Trailmetterà la… quinta.

Enzo Gallotta

BVG TRAIL, MANTOVA E BERGAMO CONQUISTANO L’ALTO GARDA

polizia ambientale, poliziacommerciale, fiere e mer-cati, l’igiene e la sanitàpubblica, i pubblici servizie attività ricettive. Inoltre,ha il compito di prestareopera di soccorso nellepubbliche calamità e disa-stri, nonché, in caso di pri-vati infortuni, assolvere in-carichi di informazione, diaccertamento, di raccoltadi notizie e di rilevazione,a richiesta delle Autoritàed Uffici autorizzati, assol-vere le funzioni di PoliziaAmministrativa attribuiteagli Enti Locali, svolgerefunzioni attinenti alla tute-la della sicurezza del pa-trimonio pubblico e priva-to, dell’ordine, del decoroe della quiete pubblica;accertare gli illeciti ammi-nistrativi e curarne l’iterburocratico fino alla defi-nizione; prestare serviziod’ordine e di rappresen-tanza necessari all’esple-tamento delle attività isti-tuzionali del Comune; col-laborare ai servizi e alleoperazioni di ProtezioneCivile demandate al Co-mune dalla legge; svolge-re funzioni tipiche di pre-venzione ed educative,anche attraverso un co-stante e qualificato rap-porto con la popolazione.Come vede i compiti as-segnati agli addetti dellapolizia locale sono tantis-simi, sono aggravati dallacarenza del personale edella comprensione delcittadino soprattutto in ca-so di sequestro del mezzodi trasporto che, in questigiorni accade spesso permancanza di copertura as-

interViStacon il comandante reggente dei Vigili di gargnano

sicurativa.Allora gli indisciplinatiche non pagano l'assicu-razione della macchinanon ci sono solo al suddel Paese, ma anche danoi! Esatto, nella maggior par-te dei casi le persone sonoin buona fede, ma nel cor-so dei nostri controlli in-tercettiamo veicoli seque-strati, sottoposti a fermoamministrativo e ancherubati; nostro compito inquesto caso è di segnalarliall'autorità competente erestituirli al legittimo pro-prietario. Inoltre facciamoattività di prevenzionestradale e pubblica sicu-rezza: ad esempio fornia-mo assistenza in occasio-ne delle manifestazionisportive e folcloristichenon solo nel comune diGargnano, ma anche aMagasa e Valvestino, gra-zie alla convenzione in es-sere. Nostro compito è lasegnalazione della manu-tenzione ordinaria e/ostraordinaria da effettuarenelle strade, quando è ne-cessario rifare la segnale-tica orizzontale e vertica-le. In questo caso, dopoaver fatto richiesta al sin-daco, nonché Responsabi-le del Servizio, per cono-scere il budget a disposi-zione, contattiamo il forni-tore per una propostad'acquisto convenienteall’ente.Tra le vostre mansioniavete anche quelle dipolizia giudiziaria e sa-nitaria?Per quanto riguarda la po-lizia giudiziaria, quando ci

sono i presupposti di unreato, ad esempio per co-struzioni abusive, si se-gnala alla procura l'even-tuale reato. L'anno scorsoabbiamo avuto un enco-mio da parte del prefettodi Brescia per avere se-questrato 350 grammi dihascisc, in seguito al qualeè stata condannata unapersona. Noi ci occupiamo anchedelle denunce per reativari, come i furti, l'emissio-ne di assegni falsi, dellosmarrimento dei docu-menti, nel 2016 abbiamoavuto ben 32 denunce diquesto tipo. La polizia sa-nitaria ha invece il compi-to di monitorare i pubbliciesercizi affinché sia rispet-tata la normativa vigenteper quanto riguarda la sa-lubrità dei locali. Effettuia-mo anche sopralluoghipresso i cantieri e le abita-zioni private per controlla-re che i lavori nel settoredell'edilizia vengano svoltiin sicurezza.E per quanto riguardamercati e fiere, comesono le procedure?In questo caso assolviamocompiti di polizia com-merciale, con la gestionedei posteggi, la loro asse-gnazione al mercato in ba-se alla dimensione e il pa-gamento che è annuale.Per il mercato sono i com-mercianti che fanno la ri-chiesta dei posti, mentreper le fiere, siamo noi cheinvitiamo gli espositoriper vivacizzare il paese. Ivigili si occupano anchedei provvedimenti che ri-guardano le limitazioni del

traffico, come nel caso diparticolari manifestazionicon l'emissione di un'ordi-nanza e le motivazioni percui viene emessa. Siamo alla metà di giu-gno e, da quello che notoin paese, mi sembra chela presenza dei turistisia aumentata con i rela-tivi effetti sul traffico edi parcheggi.Questo è vero, i turistiquest'anno sono aumentaticon le inevitabili conse-guenze. Gargnano ha cir-ca tremila abitanti che ar-rivano a cinquemila du-rante l'estate, questo signi-fica un aumento esponen-ziale dei rifiuti, più veicoliin circolazione che occu-pano i pochi parcheggi adisposizione, con conse-guente disagio per tutti.L'aumento del traffico inpaese comporta anche unaumento dei rischi per ipedoni, l'anno scorso in-fatti è stata investita unadonna. Più presenza turistica si-gnifica inoltre un maggiorintroito per l'amministra-zione grazie alla tassa disoggiorno e quindi piùdenaro a disposizione perle opere di pubblica utili-tà. Per quanto riguarda i par-cometri, siamo noi vigiliche preleviamo il denaroe che provvediamo allamanutenzione anchequando si rompono!Negli ultimi tempi sonostati fatti alcuni furti nelcentro storico, in seguitosono stati presi dei prov-vedimenti specifici?Si, da circa quattro mesi ilterritorio comunale è do-tato di un sistema di vi-deosorveglianza nei luo-ghi sensibili come piazze,esercizi pubblici e il fon-damentale controllo delle

strade di entrata ed uscitadel paese. Per quanto riguarda i ru-mori in tarda serata pro-venienti da alcuni locali,come vi comportate?Il decreto Salva Italia en-trato in vigore nel 2012 siinserisce in un quadro diprogressiva apertura delmercato, estendendo lapossibilità di aprire ochiudere liberamentel’esercizio commerciale.Per le attività di intratteni-mento il Comune di Gar-gnano rilascia il permessofino alle 24 e per quantoriguarda gli schiamazzinotturni essi diventanouna violazione penale. Questo si configura comeun reato imputabile allapersona che effettivamen-te alza la voce disturban-do la quiete pubblica, èquesto il soggetto che do-vrebbe essere denunciatoe non il titolare del pub-blico esercizio anche seegli ha l'obbligo di nonvendere più alcoolici a chigià ne abbia abusato.Insomma una bella mo-le di lavoro per voi contutte le problematicheche ne conseguono..Infatti le nostre difficoltàhanno a che fare, da unaparte con la mancanza diorganico, dall'altra, oltrealla quantità di lavoro pra-tico da svolgere, dobbia-mo tenere conto dell'im-portanza delle relazioniche si hanno con gli uten-ti, perché abbiamo a chefare con persone semprepiù “stressate” dalla fre-nesia della vita moderna,e contrariamente a quan-to si potrebbe pensare, lepiù nervose sono proprioquelle in vacanza, in par-ticolare gli italiani.

Piera Donola

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STORIE E PERSONAGGI GARGNANESI

Enrico Lievi

nello scorso numerodel giornale abbiamoricordato che all’in-

terno dell’area del parcopubblico Fontanella, eranostate costruite una serie dibaracche in legno destinatead ospitare una guarnigio-ne di militari germanici af-finché tenesse d’occhio, omeglio dire, controllasse imovimenti e le mosse diMussolini e della sua frescaRepubblica Sociale Italia-na, giacché il Duce era per-fettamente consapevole diessere sempre spiato daisuoi amici ed alleati tede-schi. Tra costoro vi era unsoldato dall’aspetto tacitur-no e tranquillo, dai modicortesi e riservati, quelloche si direbbe una bravapersona e che, nelle sueore di libere uscita, era so-lito trascorrerle alla “Cam-pagnola”, rinomata osteriacon annesso campo dibocce frequentato assidua-mente da molti gargnanesi,tra cui mio padre Agostino.Il comportamento, semprerispettoso ed educato delmilitare, aveva fatto sorge-re una certa simpatia conmio padre, destinata a tra-mutarsi in vera e grandeamicizia negli anni succes-sivi. Complici le raccoman-dazioni e gli inviti del parro-co del tempo Don Adami, ilquale invitava la popolazio-ne a trattare con umanità imilitari tedeschi, vittime, aloro volta, di un regime ne-fasto e crudele, mentre inostri uomini stavano com-battendo, lontani dalla Pa-tria, una guerra ingiusta esanguinosa. Tale simpatia in breve tem-po crebbe e si consolidò alpunto che, dopo alcunigiorni, lo stesso militare giàfrequentava casa nostradove lasciava gallette mili-

UN’ALTRA STORIA VERA

tari e pane raffermo che noidavamo alle nostre gallinee conigli. Anche mia madreaccettò di buon grado ilnuovo arrivato che, vistosiaccolto favorevolmente,cominciò a parlare libera-mente delle sue impressio-ni come militare, della suacasa e della sua città (Han-nover) e poi, ovviamente, dimoglie e figli che attende-vano il suo ritorno in Ger-mania.

erano bene attenti affinchéi discorsi non scivolasseromai sul giudizio della situa-zione bellica del momento.A tale proposito, poichépossedevamo, forse, l’uni-co apparecchio radio delpaese, il nuovo arrivato ciinvitò, anzi ci forzò, a tener-lo acceso durante il mo-mento del notiziario serale. E questa era l’ora che te-mevamo maggiormente piùdi tutta la serata poiché erail preciso istante in cui, nelnostro apparecchio radio,si inseriva una voce clan-destina che annunciava:“morte agli invasori tede-schi ed ai traditori fascisti”;questi erano, per noi, mo-menti di vero panico e dimuta tensione: i nostri oc-chi cercavano di incrociare,non visti, lo sguardo del no-stro futuro amico, cercandodi notare una sua possibilereazione quando la voce

clandesti-na allude-va agli “in-vasori te-deschi” manulla di tuttociò avveni-va, anzi, cipareva chelo stessoquasi con-cordasse oaddirittura sicompiacesseper questatremenda offe-sa all’indirizzodi quelli comelui; e pensareche la nostrapiccola cucinadi casa, in altre ore del gior-no, si riempiva di gente cheda via Dosso, alla spiccio-lata per non dare nell’oc-chio, accorreva per ascol-tare Radio Londra...! Abbastanza tranquillizzatisulla reazione del soldatotedesco che cominciavamoormai a considerare comefosse dalla nostra parte, siintensificarono gli incontri ele cene finché non divenne-ro settimanali mentre tranoi ed il nostro ospite au-mentava la reciproca stimae confidenza; ormai sape-vamo tutto di lui, della suavita nel campo delle barac-che, dei suoi colleghi quan-do, di frequente, ritornava-no ubriachi, ma soprattuttodella sua famiglia lasciatain Germania e che vivevasotto i furiosi bombarda-menti americani. Il nostro ospite lo ignoravama verso gli ultimi mesi diguerra, vedevamo anchenoi transitare, sui cieli diGargnano, centinaia dibombardieri diretti sulle cit-tà tedesche, procedere len-ti perché carichi di bombe eritornare, dopo alcune ore,percorrendo, a ritroso, lostesso viaggio dell’andata.A guerra finita, il nostroamico ci invierà le foto dellasua città completamenterasa al suolo. Fu allora chemia madre, la Teresa, pri-ma che ci lasciasse, a 40anni di età, decise di confe-zionare molte decine disacchetti di tela da spediregiornalmente ad Hannover,dove non si trovava più nul-la da mangiare. Tali sac-chetti di tela non potevanosuperare ognuno i 500grammi di peso, (per que-sta ragione dovevano es-sere tanti) e contenevanociò che il nostro sfortunatoamico ci chiedeva, come ri-so, caffè, zucchero, farinabianca, perfino sale e sa-pone da barba e la cosacontinuò a lungo fino a checi accorgemmo che inizia-vano ad arrivare, oltre allesue numerose lettere pienezeppe di riconoscenza e diringraziamenti alcuni regali

indirizzati proprio a me, co-me una penna stilograficache ancora conservo.Nel 1950 ci fece la bellasorpresa di ritornare a Gar-gnano, con una piccola vet-tura utilitaria e ci raccontòche anche sua moglie eramancata (come la Teresa)ed i suoi figli erano ormaicresciuti. Forse tentava diricreare, ma senza riuscirci,i bei momenti vissuti nel1944, nella nostra casa inalto a via Dosso, anche sec’era la guerra, ma tutto eraormai cambiato…! Il suo nome era FriedrichPlote, soldato tedesco,che, come milioni di altrigiovani come lui, probabil-mente lo avevano indotto acollocarsi dalla parte sba-gliata. Ma a quale prezzo?

Aprendola, sono rimastocome folgorato per il suoprezioso contenuto: erauna lunga parte della miaintera vita e che, improvvi-samente, mi ricomparivacome se il tempo si fosse,da allora, fermato o nonfosse mai esistito. Mi buttaiavidamente nella lettura enelle immagini di ciò cheavevo casualmente rinve-nuto e per circa tre ore nonmi mossi da quella posizio-ne (in piedi) che, alla fine,risultò anche assai scomo-da. Fu, quello, un vero col-po di fortuna, poiché vennefuori tutta la corrisponden-za degli anni del collegio,del servizio militare, unabella foto di mia madre

ventenne, tutte le letteredell’amico Friedrich, pienedi affetto e di riconoscenzama pure una bella e raralettera della moglie di luiche, confermando quantofatto dai miei genitori, tra-scrivo integralmente poichéquesta è la storia che piacea me e che svela tuttaquanta la sua vera umani-tà.“Cara signora Teresa Lievied egregio signor AugustoLievi. Io desidero inviare lo-ro il più caro ricordo ed i piùcari saluti, Mio marito parlaspesso di loro e del mera-viglioso paesaggio di lì. Noiabbiamo già trascorso dellelunghe ore parlando di que-sto e pertanto le loro carelettere ci fanno sempremolto piacere. Loro nonpossono credere mio mari-to e noi tutti siamo stati feli-ci nel leggere le loro letteree i tanti piccoli pacchi diquello che ci mandate. (Ilnostro amico era stato ope-rato di ulcera gastrica pres-so il Grand hotel di Gardo-ne requisito e adibito adospedale militare dalletruppe tedesche) Questo ciha ridato la speranza e lafede che ci sia ancora delbene a questo mondo. Na-tale, festa dell’amore, è vi-cina ma a noi manca quasitutto. Noi abbiamo moltepreoccupazioni. Noi tutti especialmente i miei bambi-ni saranno contenti e sa-ranno loro molto ricono-scenti se loro potranno in-viare a mio marito qualchecosa, dato che non c’è ab-bastanza per lui e lui ne hacosì bisogno. Io prego Dioche protegga loro e la lorofamiglia e auguro a loro tuttitutto il bene ed invio carisaluti. Ida Plote”La lettera è scritta in perfet-to italiano, la calligrafia èordinata ed appare priva dimodifiche o correzioni. For-se la sig.ra Ida era inse-gnante di lingue? Potevaanche esserlo stato. Co-munque, si tratta di unabella vicenda come semprevera e per me, che diconoessere un poco romantico-ne, anche commovente.

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Questo aspet-to dei suoi di-scorsi ci sor-prese non po-co ed miei ge-nitori, pur nellaloro condizio-ne di personesemplici e mo-deste,

Proprio neigiorni scorsi,nella mia can-tina di casa,ho voluto apri-re una vecchiacassa in legnoche sapevocontenessecose vecchiema di cui ave-vo perso com-pletamente ilricordo.

Friedrich Plote con la sua utilitaria (foto degli anni ‘60)