venerd 4 ottobre 2019 economia - …...«aiuti alle aziende» confartigianato. calo del 5,7% per il...
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LA PROVINCIA 7VENERDÌ 4 OTTOBRE 2019
Contestualmente l’attività di Intergen nel settore Oil & Gas verrà progressivamente portataa termine».
Maggiori dettagli su comel’azienda intende procedere do-vrebbero essere spiegati a sinda-cati e Rsu nella prossima riunio-ne fissata per lunedì: «Se verrà confermato, – continua Alvaro - l’aspetto positivo è che l’azienda non intenderebbe avviare una procedura di licenziamento col-lettivo, ma sembra piuttosto vo-ler utilizzare ammortizzatori conservativi. Non essendo an-cora stata avviata alcuna proce-dura, non abbiamo ulteriori det-tagli sugli strumenti che saran-no utilizzati, né sui termini pre-cisi in cui l’operazione verrà ef-fettuata». S. Sca.
A confermare l’uscita dal settoreOil & Gas, è la stessa società di Lomagna che, nell’annunciare la nomina a nuovo direttore ge-nerale della società di Alberto Guidotti, ha tracciato la rotta da seguire: «Grazie alla rinnovata concessione MWM, leader mondiale nel settore dei motori a gas, Intergen si pone come partner di riferimento italiano per tutti i clienti che investono in efficienza energetica attra-verso la cogenerazione e la trige-nerazione. Parallelamente la partnership in esclusiva con Ki-nolt posiziona Intergen come interlocutore unico in Italia per la soluzione ai problemi di con-tinuità di alimentazione elettri-ca attraverso l’installazione di gruppi di continuità rotanti.
con sorpresa e molta preoccu-pazione. C’è anche incredulità per questa scelta, visto che se-condo i lavoratori continua a es-serci un mercato».
Intergen è una realtà attivanel settore dell’energia da oltre 70 anni. È specializzata nella progettazione, realizzazione e manutenzione di impianti di co-generazione con motore endo-termico, gruppi di continuità e di emergenza per applicazioni in ambito industriale in genere.
contro tenutosi mercoledì tra il nuovo direttore generale Alber-to Guidotti e le parti sociali, ma che comporterà 29 esuberi. «La direzione aziendale – spiega Do-menico Alvaro, Fiom-Cgil – ci hadichiarato l’intenzione di usciregradualmente dalla produzione di gruppi elettrogeni e quindi dalsettore Oil&Gas, in quanto in-tendono concentrarsi su altri comparti considerati più reddi-tizi per l’impresa. In azienda questa decisione è stata vissuta
LomagnaL’annuncio dell’azienda
ai sindacati
Sarà un’uscita graduale
Un incontro lunedì
La Intergen di Loma-gna lascia il settore Oil&Gas e si prepara a ridurre la propria for-za lavoro dagli attuali 90 dipen-denti a poco più di 60.
Un’uscita che è stata annun-ciata come graduale, in un in-
Intergen lascia l’Oil&GasTrenta posti a rischio
Domenico Alvaro Fiom Cgil
LECCO
CHRISTIAN DOZIO
La frenata della Ger-mania, i problemi dell’automo-tive, i dazi Usa: l’autunno non è iniziato con i migliori auspici, per l’economia territoriale, che risente ancora pesantemente della congiuntura internazio-nale. In particolare, a pesare è la forte contrazione della produ-zione manifatturiera tedesca, che rappresenta il primo merca-to di sbocco per i prodotti italia-ni. Lecco, quindi, paga a sua voltalo scotto, considerato il fatto cheil metalmeccanico ne rappre-senta la colonna vertebrale e le ripercussioni riguardano so-prattutto questo ambito.
L’area Euro
In base ai dati della Camera di Commercio di Como-Lecco, in-fatti, nel primo semestre 2019 Lecco ha esportato in Germaniamerci e prodotti per un totale di 543,3 milioni di euro, pari a qua-si un quarto del totale (23,6%) con un calo del 5,7% rispetto al-
La Germania e l’export
Produzionemanifatturieraa luglio 2019
- 4,8%- 4,8%- 4,8%
- 4,1%- 4,1%- 4,1%
Si tratta della peggioreflessione negli
ultimi dieci anni
produzionemanifatturiera,
ordini dall’esterogen-lug 2019
EXPORT ITALIANO IN GERMANIA
+1,1%
+4,4%
GennaioGiugno
2019
GennaioGiugno
2018
Lombardia
Lecco
-1,1
+6,6
gen-giu 2019gen-giu 2018
Export italiano in Germania
u 0
Con la Germania
milioni di euro
540
exportgen-giu 2019 23,6%
Calo rispettoal 2018
-5,7%
Dopo il calo tedescoexport in crisi«Aiuti alle aziende»Confartigianato. Calo del 5,7% per il manifatturieroDaniele Riva: «Tante ipotesi nel dibattito sul Defma servono misure forti per le piccole imprese»
l’anno scorso. Quello tedesco è ilprincipale mercato di riferi-mento per le nostre aziende. Quello francese pesa per meno della metà: 272,5 milioni, pari all’11,8%. Terzi gli Usa (131,9 mi-lioni, 5,7%).
A esprimere le proprie preoc-cupazioni in ordine alla situa-zione economica del periodo at-tuale, «caratterizzato da forti se-gnali recessivi provenienti dal-l’economia mondiale», anche Confartigianato Lecco, che ha evidenziato in modo specifico gli ultimi dati Eurostat: a luglio 2019 la produzione manifattu-riera tedesca è scesa del 4,8% ri-spetto lo stesso periodo dell’an-no precedente; il calo registrato nell’estate 2019 è il peggiore dal-la fine del 2009.
Un altro elemento è offertoda un approfondimento conte-nuto nell’ultimo Bollettino eco-nomico della Bce, il quale indicache il 37% del calo della crescita della produzione industriale nell’area Euro nell’ultimo anno è causato dall’inasprimento del-le tensioni commerciali a livello mondiale mentre il restante 63% dipende da fattori interni.
Inevitabile che a risentiredella frenata tedesca sia anche laproduzione manifatturiera ita-liana: nel periodo gennaio-lu-glio gli ordini esteri sono scesi di4,1 punti rispetto all’anno scorso(-1,1% gli ordini interni). Col fre-no a mano le vendite in Germa-nia: il primo semestre 2019 si è
chiuso con un lieve risultato po-sitivo (+1,1%), quando un anno fa il dato era ben più consistente(+4,4%). Scendendo dal dato na-zionale a quello regionale, per laLombardia si parla di una fles-sione più marcata: da +6,6% si è arrivati a -1,1%.
Aggiornamento al Def
«Ciò che succede appena fuori dai confini nazionali ha riper-cussioni immediate sulle nostreattività – commenta Daniele Ri-va, presidente Confartigianato Imprese Lecco –. Il rallenta-mento della domanda in Ger-mania mostra senza equivoci come il distretto metalmeccani-co di Lecco sia tra quelli che han-no registrato una delle peggiori performance per quanto riguar-da l’export. Un grave rallenta-mento che ancora non si è tra-dotto in un crollo, ma che va cer-tamente monitorato e su cui è necessario agire in fretta. In questi giorni di discussione sullanota di aggiornamento al Def stiamo sentendo di diverse mi-sure che verranno introdotte nel tentativo di migliorare i con-ti dello Stato e la situazione eco-nomica generale, ma poco si è detto sulle misure che il nuovo Governo intende adottare per rilanciare il lavoro delle MPMI che, non dimentichiamolo, neglianni della grande crisi, hanno praticamente tenuto in piedi da sole l’intero sistema produttivo del Paese».
«Per mettere in sicurezza l’eco-
nomia lecchese è necessario
rivolgersi per l’export delle
nostre aziende anche oltre i
mercati europei».
La preoccupazione per l’attuale
congiuntura economica, con le
ripercussioni della crisi tedesca
che si stanno riflettendo ormai
da mesi sul nostro territorio,
riguarda anche la politica. A
esprimere il proprio timore e
indicare la linea da seguire per
uscire da questo momento di
difficoltà, gettando le basi per
prospettive diverse, è Giovanni
Currò, deputato comasco del
Movimento 5 Stelle.
È lui a intervenire sull’argomen-
to prendendo come spunto il calo
registrato dall’export distrettua-
le verso la Germania, con le
imprese metalmeccaniche lec-
chesi a risultare tra le più pena-
lizzate dal rallentamento della
domanda tedesca.
«Il calo del distretto lecchese
desta molte preoccupazioni – è
l’esordio del parlamentare - La
discesa della domanda del com-
parto tedesco automobilistico ci
porta ad una inevitabile rifles-
sione sulla necessità di differen-
ziare i mercati esteri. È necessa-
rio che venga sempre più pro-
mossa l’internazionalizzazione
dell’impresa che ormai non deve
guardare all’Europa come unico
export ma anche ad altri merca-
ti».
Secondo l’esponente pentastel-
lato, la linea assunta dal Governo
potrà portare benefici in mate-
ria. «Aver conferito deleghe
rafforzate per l’internazionaliz-
zazione dell’impresa al ministe-
ro degli Esteri, consentirà di
perseguire questi nuovi obietti-
vi. Il ministero è dotato di una
struttura già consolidata che
potrà favorire questo lavoro e
noi lavoreremo incessantemen-
te per consentire, oltre all’incre-
mento dei mercati, una drastica
riduzione dei costi fissi con uno
sguardo maggiore a quelli ammi-
nistrativi. L’Italia è un gran
Paese capace di stupire il mondo,
la dipendenza dalla Germania
non può essere un freno allo
sviluppo e non lo sarà», ha con-
cluso Currò. C.DOZ.
Currò, deputato 5 Stelle
«Cercare nuovi sbocchioltre i mercati europei»
n Per la Lombardia si parla di una flessione più marcata: da +6,6% si è arrivati a -1,1%
[email protected]. 0341 357411 Fax 0341 368547
TOCCANDOFERRO
«Un grave rallentamento che ancora non si è tradotto in un crollo,ma che va certamente monitorato e su cui è necessario agire in fretta»
Daniele Riva - presidente Confartigianato Imprese Lecco
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Crisi manifatturiera in Germania: a Lecco l’export cala del 5,7% | 1
Documento creato dal sito lecconotizie.com
A luglio -4,8% per la produzione manifatturiera tedesca
l calo registrato nell’estate 2019 è il peggiore dalla fine del 2009
LECCO – L’autunno del 2019 è caratterizzato da forti segnali recessivi provenientidall’economia mondiale tra cui assume una grande rilevanza la caduta della produzionemanifatturiera in Germania, primo mercato del made in Italy. Secondo gli ultimi datiEurostat a luglio 2019 la produzione manifatturiera tedesca scende del 4,8% rispetto lostesso periodo dell’anno precedente; il calo registrato nell’estate 2019 è il peggiore dallafine del 2009, quando il sistema economico mondiale viaggiava nell’occhio del ciclone dellaGrande recessione.
Un approfondimento contenuto nell’ultimo Bollettino economico della Bce indica che,sulla base di stime econometriche, il 37% del calo della crescita della produzione industrialenell’area dell’euro nell’ultimo anno è spiegato dall’inasprimento delle tensionicommerciali a livello mondiale mentre il 63% dipende da fattori interni.
Il riverbero della frenata tedesca si registra anche sulla produzione manifatturiera italianache nei primi sette mesi dell’anno vede scendere gli ordini dall’estero del 4,1% rispettoallo stesso periodo dell’anno precedente, calo più accentuato del -1,1% registrato per gliordini interni.
Rallentano le vendite del Made in Italy in Germania: nei primi sei mesi del 2019l’export manufatturiero sul mercato tedesco sale dell’1,1% in forte frenata rispetto al +4,4%rilevato un anno prima. In numerosi territori le imprese protagoniste della competizioneglobale soffrono il calo della domanda tedesca, registrando marcate diminuzioni dell’exportdiretto in Germania.
Tra le prima cinque regioni con risultati negativi troviamo la Lombardia con il -1,1%, (unanno prima la nostra regione registrava un +6,6%).
Nel primo semestre 2019 Lecco esporta 540 milioni di euro, l’1,9% destinato al mercatotedesco, con una diminuzione pari a -5,7% rispetto allo stesso periodo del 2018.
“Ciò che succede appena fuori dai confini nazionali ha ripercussioni immediate sulle nostreattività – commenta Daniele Riva, presidente Confartigianato Imprese Lecco – Ilrallentamento della domanda in Germania mostra senza equivoci come il distrettometalmeccanico di Lecco sia tra quelli che hanno registrato una delle peggiori performanceper quanto riguarda l’export. Un grave rallentamento che ancora non si è tradotto in un
Crisi manifatturiera in Germania: a Lecco l’export cala del 5,7% | 2
Documento creato dal sito lecconotizie.com
crollo, ma che va certamente monitorato e su cui è necessario agire in fretta. In questigiorni di discussione sulla nota di aggiornamento al DEF stiamo sentendo di diverse misureche verranno introdotte nel tentativo di migliorare i conti dello Stato e la situazioneeconomica generale, ma poco si è detto sulle misure che il nuovo Governo intende adottareper rilanciare il lavoro delle MPMI che, non dimentichiamolo, negli anni della grande crisi,hanno praticamente tenuto in piedi da sole l’intero sistema produttivo del Paese”.
1 Lecco, 03 ottobre 2019 | ECONOMIA
Crisi manifatturiera in Germania: a Lecco
l’export cala del 5,7%
Nel primo semestre 2019 Lecco esporta 540 milioni di euro, l’1,9% destinato al mercato
tedesco
L’autunno del 2019 è caratterizzato da forti segnali recessivi provenienti dall’economia mondiale tra cui
assume una grande rilevanza la caduta della produzione manifatturiera in Germania, primo mercato del
made in Italy.
Secondo gli ultimi dati Eurostat a luglio 2019 la produzione manifatturiera tedesca scende del 4,8%
rispetto lo stesso periodo dell’anno precedente; il calo registrato nell’estate 2019 è il peggiore dalla fine
del 2009, quando il sistema economico mondiale viaggiava nell’occhio del ciclone della Grande
recessione.
Un approfondimento contenuto nell’ultimo bollettino economico della Bce indica che, sulla base di
stime econometriche, il 37% del calo della crescita della produzione industriale nell’area dell’euro
nell’ultimo anno è spiegato dall’inasprimento delle tensioni commerciali a livello mondiale mentre il
63% dipende da fattori interni.
Il riverbero della frenata tedesca si registra anche sulla produzione manifatturiera italiana che nei primi
sette mesi dell’anno vede scendere gli ordini dall’estero del 4,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno
precedente, calo più accentuato del -1,1% registrato per gli ordini interni.
Rallentano le vendite del Made in Italy in Germania: nei primi sei mesi del 2019 l’export manufatturiero
sul mercato tedesco sale dell’1,1% in forte frenata rispetto al + 4,4% rilevato un anno prima. In
numerosi territori le imprese protagoniste della competizione globale soffrono il calo della domanda
tedesca, registrando marcate diminuzioni dell’export diretto in Germania.
Tra le prima cinque regioni con risultati negativi troviamo la Lombardia con il -1,1%, (un anno prima la
nostra regione registrava un +6,6%).
Nel primo semestre 2019 Lecco esporta 540 milioni di euro, l’1,9% destinato al mercato tedesco. Cioè: -
5,7% rispetto allo stesso periodo del 2018.
“Ciò che succede appena fuori dai confini nazionali ha ripercussioni immediate sulle nostre attività –
commenta Daniele Riva, presidente Confartigianato Imprese Lecco – Il rallentamento della domanda in
Germania mostra senza equivoci come il distretto metalmeccanico di Lecco sia tra quelli che hanno
registrato una delle peggiori performance per quanto riguarda l’export. Un grave rallentamento che
ancora non si è tradotto in un crollo, ma che va certamente monitorato e su cui è necessario agire in
fretta. In questi giorni di discussione sulla nota di aggiornamento al DEF stiamo sentendo di diverse
misure che verranno introdotte nel tentativo di migliorare i conti dello Stato e la situazione economica
generale, ma poco si è detto sulle misure che il nuovo Governo intende adottare per rilanciare il lavoro
delle MPMI che, non dimentichiamolo, negli anni della grande crisi, hanno praticamente tenuto in piedi
da sole l’intero sistema produttivo del Paese”.
La crisi manufatturiera in Germania penalizza l'export lecchese „ Economia
Crisi manifatturiera tedesca: a Lecco l'export cala del 5,7%
Nel primo semestre 2019 il territorio esporta 540 milioni di euro, l'1,9% destinato al mercato teutonico. Riva: «Il nostro distretto metalmeccanico uno di quelli più penalizzati»
Redazione 03 ottobre 2019 12:07
L'autunno del 2019 è caratterizzato da forti segnali recessivi provenienti dall'economia mondiale tra cui assume una grande rilevanza la caduta della produzione manifatturiera in Germania, primo mercato del made in Italy. Secondo gli ultimi dati Eurostat a luglio 2019 la produzione manifatturiera tedesca scende del 4,8% rispetto lo stesso periodo dell'anno precedente; il calo registrato nell'estate 2019 è il peggiore dalla fine del 2009, quando il sistema economico mondiale viaggiava nell'occhio del ciclone della Grande recessione.
Un approfondimento contenuto nell'ultimo Bollettino economico della Bce indica che, sulla base di stime econometriche, il 37% del calo della crescita della produzione industriale nell'area dell’euro nell'ultimo anno è spiegato dall’inasprimento delle tensioni commerciali a livello mondiale mentre il 63% dipende da fattori interni.
Il riverbero della frenata tedesca si registra anche sulla produzione manifatturiera italiana che nei primi sette mesi dell'anno vede scendere gli ordini dall'estero del 4,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, calo più accentuato del -1,1% registrato per gli ordini interni.
Rallentano le vendite del made in Italy in Germania: nei primi sei mesi del 2019 l'export manufatturiero sul mercato tedesco sale dell'1,1% in forte frenata rispetto al +4,4% rilevato un anno prima. In numerosi territori le imprese protagoniste della competizione globale soffrono il calo della domanda tedesca, registrando marcate diminuzioni dell’export diretto in Germania.
«Al Governo chiediamo meno tasse e maggiore spinta all'economia»
Tra le prime cinque regioni con risultati negativi troviamo la Lombardia con il -1,1%, (un anno prima la nostra regione registrava un +6,6%).
Nel primo semestre 2019 Lecco esporta 540 milioni di euro, l'1,9% destinato al mercato tedesco, con una perdita pari a -5,7% rispetto allo stesso periodo del 2018.
«Non è un crollo ma serve monitoraggio»
«Ciò che succede appena fuori dai confini nazionali ha ripercussioni immediate sulle nostre attività - commenta Daniele Riva, presidente Confartigianato Imprese Lecco - Il rallentamento della domanda in Germania mostra senza equivoci come il distretto metalmeccanico di Lecco sia tra quelli che hanno registrato una delle peggiori performance per quanto riguarda l'export. Un grave rallentamento che ancora non si è tradotto in un crollo, ma che va certamente monitorato e su cui è necessario agire in fretta. In questi giorni di discussione sulla nota di aggiornamento al Def stiamo sentendo di diverse misure che verranno introdotte nel tentativo di migliorare i conti dello Stato e la situazione economica generale, ma poco si è detto sulle misure che il nuovo Governo intende adottare per rilanciare il lavoro delle Mpmi che, non dimentichiamolo, negli anni della grande crisi hanno praticamente tenuto in piedi da sole l'intero sistema produttivo del Paese».
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