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Veleni, istruzioni per l’uso. L’esposizione temporanea, l’attività educativa IBSE, gli eventi collaterali Alessandro Blasetti Maria Luisa Magnoni Polo Museale, Museo delle Scienze dell’Università di Camerino, Piazza dei Costanti, 7. I-62032 Camerino (MC). E-mail: [email protected], [email protected] Maria Chiara Invernizzi Polo Museale, Università di Camerino, Piazza dei Costanti, 7. I-62032 Camerino (MC). E-mail: [email protected]. Roberta Tacchi Polo Museale, Orto botanico “Carmela Cortini”, via Oberdan. I-62032 Camerino (MC). E-mail: [email protected]. 115 VELENI, ISTRUZIONI PER L’USO. ESPOSIZIONE TEMPORANEA Lavori - Educazione MUSEOLOGIA SCIENTIFICA nuova serie • 8: 115-122 • 2014 ISSN 1123-265X L’ESPOSIZIONE TEMPORANEA L’esposizione temporanea “Veleni, istruzioni per l’uso”, ospitata nei locali del Polo San Domenico dell’Università di Camerino dal 25 ottobre 2013 al 17 agosto 2014, è stata progettata e realizzata dal Museo delle Scienze e dall’Orto botanico “Carmela Cortini”. Ricca di ambientazioni suggestive e di soluzioni espo- sitive intriganti, la mostra ha ripercorso la storia dei rimedi naturali che l’uomo da sempre ottiene dalla Natura attraverso un percorso interdisciplinare, fra etnobiologia e medicina, zoologia ed etnobotanica. In particolare nella mostra sono stati trattati ruoli e funzioni che le sostanze naturali dotate di principi attivi assolvono nel mondo vegetale ed animale, l’im- portanza in termini di biodiversità e le conseguenze dell’intervento dell’uomo sul loro sfruttamento. Il tutto attraverso un’ambientazione molto curata: il RIASSUNTO L’esposizione temporanea “Veleni, istruzioni per l’uso” è stata proposta al pubblico dal 25 ottobre 2013 al 17 agosto 2014 presso il Museo delle Scienze, Sala Crivelli, Polo Museale dell’Università di Camerino. La mostra ha presentato un percorso sensoriale e scientifico non solo attraverso i veleni prodotti da piante ed animali: sono stati proposti anche i rimedi naturali che hanno attraversato la nostra storia, cultura, scienza e tradizione. Pannelli esplicativi, animali vivi, campioni d’erbario, libri antichi e multimedia hanno guidato il pubblico attraverso il percorso espositivo. Un’attività educativa basata sul metodo IBSE è stata proposta alle scuole. Conferenze, workshop, spettacoli teatrali ed eventi educativi per bambini sono stati organizzati per coinvol- gere il pubblico nei fine settimana durante tutto il periodo di apertura. Parole chiave: esposizione temporanea, IBSE, attività educativa, comunicazione. ABSTRACT Poisons, instructions for use. The temporary exhibition, the IBSE educational activity, the side events. The temporary exhibition “Poisons, instructions for use” was on display from October 25th 2013 to August 17th 2014 at the Science Museum, Crivelli Hall, Polo Museale of Camerino University. The exhibition presented a sensorial and scientific journey not only through poisons and venoms from plants and animals: were also proposed natural drugs which crossed our history, culture, science and tradition. Display panels, living animals, herbarium specimens, antique books and multimedia guided public through the exhibition. An IBSE based educational activity was proposed to schools. Lectures, workshops, theatre performances and educational events for children were organized to involve public on weekends during the whole period. Key words: temporary exhibition, IBSE, educational activity, communication.

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Veleni, istruzioni per l’uso. L’esposizione temporanea, l’attività educativa IBSE, gli eventi collateraliAlessandro BlasettiMaria Luisa Magnoni Polo Museale, Museo delle Scienze dell’Università di Camerino, Piazza dei Costanti, 7. I-62032 Camerino (MC). E-mail: [email protected], [email protected]

Maria Chiara InvernizziPolo Museale, Università di Camerino, Piazza dei Costanti, 7. I-62032 Camerino (MC). E-mail: [email protected].

Roberta TacchiPolo Museale, Orto botanico “Carmela Cortini”, via Oberdan. I-62032 Camerino (MC). E-mail: [email protected].

115VELENI, ISTRUZIONI PER L’USO. ESPOSIZIONE TEMPORANEA

Lavori - EducazioneMUSEOLOGIA SCIENTIFICA nuova serie • 8: 115-122 • 2014 ISSN 1123-265X

L’ESPOSIZIONE TEMPORANEAL’esposizione temporanea “Veleni, istruzioni per l’uso”,ospitata nei locali del Polo San Domenicodell’Università di Camerino dal 25 ottobre 2013 al 17agosto 2014, è stata progettata e realizzata dal Museodelle Scienze e dall’Orto botanico “Carmela Cortini”.Ricca di ambientazioni suggestive e di soluzioni espo-sitive intriganti, la mostra ha ripercorso la storia dei

rimedi naturali che l’uomo da sempre ottiene dallaNatura attraverso un percorso interdisciplinare, fraetnobiologia e medicina, zoologia ed etnobotanica.In particolare nella mostra sono stati trattati ruoli efunzioni che le sostanze naturali dotate di principiattivi assolvono nel mondo vegetale ed animale, l’im-portanza in termini di biodiversità e le conseguenzedell’intervento dell’uomo sul loro sfruttamento.Il tutto attraverso un’ambientazione molto curata: il

RIASSUNTOL’esposizione temporanea “Veleni, istruzioni per l’uso” è stata proposta al pubblico dal 25 ottobre 2013 al 17agosto 2014 presso il Museo delle Scienze, Sala Crivelli, Polo Museale dell’Università di Camerino.La mostra ha presentato un percorso sensoriale e scientifico non solo attraverso i veleni prodotti da piante edanimali: sono stati proposti anche i rimedi naturali che hanno attraversato la nostra storia, cultura, scienza etradizione. Pannelli esplicativi, animali vivi, campioni d’erbario, libri antichi e multimedia hanno guidato ilpubblico attraverso il percorso espositivo.Un’attività educativa basata sul metodo IBSE è stata proposta alle scuole.Conferenze, workshop, spettacoli teatrali ed eventi educativi per bambini sono stati organizzati per coinvol-gere il pubblico nei fine settimana durante tutto il periodo di apertura.

Parole chiave: esposizione temporanea, IBSE, attività educativa, comunicazione.

ABSTRACTPoisons, instructions for use. The temporary exhibition, the IBSE educational activity, the side events.

The temporary exhibition “Poisons, instructions for use” was on display from October 25th 2013 to August 17th2014 at the Science Museum, Crivelli Hall, Polo Museale of Camerino University.The exhibition presented a sensorial and scientific journey not only through poisons and venoms from plants andanimals: were also proposed natural drugs which crossed our history, culture, science and tradition. Displaypanels, living animals, herbarium specimens, antique books and multimedia guided public through the exhibition.An IBSE based educational activity was proposed to schools.Lectures, workshops, theatre performances and educational events for children were organized to involve public onweekends during the whole period.

Key words: temporary exhibition, IBSE, educational activity, communication.

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corridoio d’ingresso (fig. 1), ad esempio, destinato arappresentare uno spazio di accoglienza ed ambien-tamento, presentava una serie di tele con personaggiche hanno avuto a che fare con veleni e pozionidurante il corso della propria vita: Socrate (in undipinto di Jaques-Louis David del 1787), Cleopatra(in un disegno di Michelangelo del 1535, con in bas-so l’aspide che la ucciderà), Lucrezia Borgia (che hasempre goduto della fame di avvelenatrice), Na -poleone (che si dice fu ucciso a Sant’Elena dall’arse-nico contenuto nella carta da parati) ed una strega.Sul lato opposto, una serie di sacchi con variopinteessenze di cui si potevano apprezzare proprietà ediversità; in alto una volta composta da varie pianteessiccate riconoscibili sulla base dei cartellini identi-ficativi.Al termine del corridoio, la ricostruzione dell’antrodella strega, della sua “officina” con gli strumenti piùclassici grazie ai quali confezionava pozioni e filtrimagici o curativi. Qui un personal computer era adisposizione del pubblico per esplorare virtualmentel’antro: un avatar, con le sembianze di una strega,poteva toccare gli oggetti permettendo al fruitore discoprirne tutti i segreti, al tocco del mouse.Accanto, un grande monitor touchscreen permettevadi navigare in un giardino botanico virtuale dove erapossibile raccogliere essenze dagli effetti benefici omortali (scegliendo il cuore o il teschio sul cancellod’ingresso) e confezionare il proprio “Diario deiVeleni”. Subito dopo, 3 espositori in legno contene-vano preziosi libri antichi concessi in prestito daAboca Museum e, sopra gli espositori, un pannelloesplicativo riassumeva la storia della medicina e dellafarmacologia dalle origini fino ai giorni nostri, attra-verso avvenimenti storici, personaggi e scoperte.Sulla destra, invece, iniziava la serie di fogli di erba-rio: 44 specie vegetali dagli effetti velenosi o curativia seconda della dose.Al termine del corridoio, la “porta piccola” (fig. 2a),ovvero il luogo più segreto e protetto delle antiche

farmacie dove venivano custoditi i veleni e le altresostanze curative, lontano dagli sguardi indiscreti (edalle mani) dei clienti. Anche in questo caso, un per-sonal computer permetteva di esplorare questoambiente grazie ad un avatar con le sembianze di unfarmacista, che poteva estrarre per il pubblico dagliscaffali dei mobili gli oggetti esposti e fornire tutte leinformazioni necessarie.Più avanti, sotto la serie più consistente dei foglid’erbario già citati in precedenza, alcuni supporticon piccoli spot informativi, legati all’uso e all’abusodei moderni farmaci.Sulla destra del corridoio si aprivano invece tre spaziespositivi. Nel primo (fig. 2b) si potevano cogliere legrandi potenzialità delle sostanze prodotte dallaNatura attraverso pannelli che spiegavano perché lepiante producono i principi attivi e come vengonoclassificati. Sul tavolo sottostante ci si poteva mette-re alla prova nel riconoscimento di alcune droghe edessenze mediante i propri sensi. Lo sguardo che l’uomo moderno rivolge verso laNatura, intesa come fonte di risorse innovative, era in -ter pretato dallo spin off di Unicam “ProHerbalCare”,creatore di prodotti innovativi a base di erbe, ottenutiunendo tradizioni culturali del nord e sud del mondo.Il resto della stanza era invece dedicato al popoloamazzonico degli Yanoáma ed alla descrizione che ilprofessor Ettore Biocca ha fatto nei primi anni ‘60del curaro, da loro utilizzato nella caccia e nellaguerra, e dell’epená, la droga usata durante riti e ceri-monie. Un ipertesto accompagnava nell’esplorazio-ne del mondo Yanoáma.Nella seconda stanza (fig. 2c), si entrava nel mondodegli animali velenosi: alcuni esemplari vivi custoditiin terrari permettevano di comprendere i motivi percui alcuni animali hanno sviluppato questa caratteri-stica e, soprattutto, qual è il significato evolutivodella velenosità. Anche qui, un ipertesto accompa-gnava il visitatore nella scoperta degli animali vele-nosi che vivono nelle nostre case e, soprattutto, nellacomprensione di quale sia la loro reale pericolosità.Nell’ultima stanza (fig. 2d), i veleni letti e reinterpre-tati dal mondo del cinema, del teatro e dei fumetticon una serie di citazioni, brevi filmati e suggestionitutte da vivere.In fondo alla sala, il team StammiBene (Dipar ti -mento Dipendenze Patologiche Area Vasta 3 ASURMarche di Macerata e Camerino) metteva a disposi-zione del pubblico, scolastico e non, materiale infor-mativo utile nella prevenzione di ogni tipo di dipen-denza e un questionario per testare le conoscenze intema di alcol e droghe.

LA PROPOSTA EDUCATIVAAccanto alla visita dell’esposizione sui Veleni, è stataproposta agli istituti scolastici anche la realizzazionedi un’attività educativa basata sul metodo IBSE

Fig. 1. Il corridoio d’ingresso, spazio

di ambientamento per il pubblico.

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(Inquiry Based Science Education), volta allo svilup-po di autonomia nella ricerca, senso critico ed atti-vità collaborative.Questo metodo educativo, ancora poco conosciutoin Italia, mette l'esperienza diretta al centro dell'ap-prendimento della scienza, attraverso la comprensio-ne di quesiti e problemi relativi ad una vera e propriaindagine che rappresenta il fulcro del lavoro deglialunni. Il tutto con un approccio induttivo (attivo),centrato sullo studente, contrapposto a quello de -duttivo (trasmissivo) centrato invece sull’insegnante(Lepre et al, 2011). L'IBSE, inoltre, prevede che gliinsegnanti, e nel nostro caso gli educatori museali,svolgano il ruolo di facilitatori, guidando gli studentiverso la comprensione dei concetti scientifici e losviluppo delle competenze, coinvolgendoli attiva-mente e facendoli riflettere sulle loro esperienze.All’inizio dell’anno scolastico appena trascorso sonostati contattati gli Istituti marchigiani con un’offertache prevedeva il pagamento da parte del PoloMuseale Unicam delle spese di trasporto degli stu-denti verso Camerino grazie al finanziamento da

parte della Regione Marche - bando autonomia sco-lastica 2013/2014.Oltre agli Istituti che hanno accettato di aderire alprogetto, l’attività educativa, che ha impegnato 1034studenti e 100 docenti di Istituti secondari di primogrado e secondo grado, è stata proposta anche amolte delle numerose scolaresche in visita allamostra, visite che si sono concentrate nei mesi pri-maverili, quelli più frequentemente destinati alleuscite scolastiche.

MATERIALI E METODIL’attività didattica basata sul metodo IBSE, come giàaccennato, si basa sulla proposta agli studenti di unavera e propria indagine scientifica che richiede losviluppo di molte abilità, in particolare osservare conattenzione e saper determinare cosa è importantenotare; poi anche sperimentare, ragionare, comuni-care. Insomma, una vera attività di cooperazione: glistudenti, infatti, hanno lavorato insieme in piccoligruppi, formulato ipotesi, discusso e riflettuto sulmetodo di lavoro, argomentato le proprie posizioni

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Fig. 2. a) La ricostruzione della “porta piccola”, che nelle antiche farmacie impediva l’accesso alle sostanze

potenzialmente velenose. b) Il “tavolo sensoriale”, con essenze da annusare e reperti da osservare manipolare. c) La sezione dedicata al veleno nel mondo animale, con terrari contenenti esemplari vivi. d) I veleni nel mondo del teatro, del cinema, della letteratura e dei fumetti.

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condividendo e confrontando idee. Il nostro ruolo èstato quello di sviluppare le loro competenze nell’in-vestigazione e nella comprensione di concetti scien-tifici, orientando il ragionamento e stimolando ilsenso critico.L’attività, appositamente progettata per essere brevee rapidamente effettuabile, era strutturata in questomodo: al termine della visita guidata e prima dilasciarli liberi di fruire autonomamente la mostra, glistudenti sono stati fatti accomodare in una sala dovesu un tavolo erano disposti alcuni oggetti (fig. 3).Accanto ad essi, dei tablet mostravano lettere maiu-scole progressive, come se fossero stati posizionatiaccanto agli indizi presenti sulla scena di un delitto.Veniva poi spiegato loro che, all’interno delle saledel museo, un uomo era stato trovato senza vita quel-la stessa mattina, dopo aver consumato la sera primaun pasto proprio in quella stanza. Di sicuro si sapeva

solo che la persona era morta avvelenata ed i quattroindizi a disposizione potevano essere esaminati conattenzione per scoprire la vera causa di morte.La classe si poteva dividere quindi in gruppi, sce-gliendo fra i quattro indizi quello che sembrava piùconvincente: sul tablet a disposizione, ogni gruppopoteva trovare le informazioni necessarie per svelareil mistero.Subito dopo l’introduzione all’attività, ai docenti èstato distribuito un breve questionario per stabilire leconoscenze pregresse sul metodo IBSE e sulla suaeventuale utilizzazione in campo didattico.Al termine dell’attività, che normalmente durava cir-ca trenta minuti, un nuovo questionario veniva pro-posto ai docenti per verificare il gradimento dell’at-tività e ricevere pareri sull’eventuale futuro utilizzodel metodo IBSE sia a scuola che al Museo.Allo stesso modo, un breve questionario è statodistribuito agli studenti al termine dell’attività perverificarne il gradimento.

RISULTATISono state coinvolte nel progetto 22 istituzioni sco-lastiche, distinte in 10 Istituti di scuola secondaria diprimo grado e 12 Istituti di scuola secondaria disecondo grado.51 le classi che hanno partecipato all’iniziativa, sud-divise in 19 di scuola secondaria di primo grado e 32di scuola secondaria di secondo grado.In totale, gli studenti impegnati nell’attività educati-va sono stati 1034, suddivisi in 415 alunni di Istitutisecondari di primo grado e 619 di Istituti secondaridi secondo grado.100 infine i docenti impegnati, 41 di Istituti secon-

Fig. 3. Lo spazio dedicato all’attività didattica

IBSE

Fig. 4. Gradimento (a) e difficoltà (b) dell’attività IBSE da parte degli studenti. Aspetti graditi (c) e sgraditi (d)

dell’attività.

a b

c d

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dari di primo grado e 59 di Istituti secondari disecondo grado.Per motivi legati agli orari di partenza dei pullman,non tutte le classi in visita hanno potuto compilare iquestionari di gradimento. In ogni caso, i dati anostra disposizione sono considerevoli: sono infattistate raccolte in tutto 694 schede, suddivise in 70compilate dai docenti e 624 da studenti.

ANALISI DEI DATI RACCOLTIUna breve analisi dei dati permette di ottenere alcu-ne chiare indicazioni: a partire dalle schede compila-te dagli studenti ai quali è stata richiesto di indicareil grado di soddisfazione per l’attività educativa svolta.Alla domanda “Ti è piaciuta questa attività laborato-riale?”, le risposte sono state incoraggianti, con solocirca lo 0,8% degli studenti che hanno risposto“poco” e “per niente” (fig. 4a). Il 96% degli intervista-ti ha trovato inoltre l’attività “facile”, mentre il 4%l’ha giudicata “difficile” (fig. 4b).Alla richiesta, con risposta aperta, su quale aspettodell’iniziativa educativa fosse stato più gradito, glistudenti si sono espressi indicando con il 60% dellerisposte la sua caratteristica di vera e propria “indagi-ne scientifica” e per il 32,5% la possibilità di “colla-borare con i compagni” nel corso del lavoro (fig. 4c).Da notare altre risposte che, in misura percentual-mente meno rilevante, individuano altri motivi diinteresse nel “fare esperimenti”, “utilizzare i tablet” ericevere da loro “maggiori informazioni”, mentreanche la presenza del “serpente vivo” sul luogo dell’in-dagine, con la possibilità di toccarlo al termine dell’e-sperienza, sembra aver riscosso l’interesse dei ragazzi(3,2% delle risposte).Alla domanda su cosa non fosse piaciuto dell’esperien-za, le 15 risposte date (molto inferiori in numero alle614 risposte date alla precedente domanda) hannoevidenziato come fosse ancora il “serpente” ad attirarela loro attenzione con più del 53% di risposte, mentrecirca il 27%, soprattutto allievi di Istituti superiori disecondo grado, l’hanno trovata “troppo facile” (fig.4d). Il 13,3% ha inoltre ritenuto “scarso il tempo a

Fig. 6. a) Adozione metodologie sperimentali da parte dei docenti. b) Difficoltà nell’adozione di metodologie

sperimentali. c) Esperienze IBSE pregresse. d) Adozione IBSE nel corso dell’attività scolastica.

Fig. 5. Future attività IBSE nel percorso

scolastico (a) e al Museo delle Scienze (b).

a b

c d

a

b

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disposizione” dell’attività, mentre quasi il 7% ha tro-vato disdicevole “sporcarsi” durante l’effettuazionedegli esperimenti.Interrogati sulla possibilità di utilizzare il metodoIBSE anche su altri argomenti durante il percorsoscolastico, gli studenti intervistati si sono dettidisposti al 91,5%, contrari al 2% ed indecisi ben al6,6% (fig. 5a).Chiedendo loro invece se fossero in futuro disposti alavorare nuovamente al Museo con questa metodolo-gia educativa, gli studenti hanno risposto ancora conpercentuali molto simili alle precedenti: “sì” al 91,3%,“no” all’1,6 ed “indecisi” al 7,1% (fig. 5b).

INSEGNANTIPer quanto riguarda gli insegnanti, come già accen-nato, due differenti questionari sono stati propostisia prima che dopo l’attività IBSE.

PrimaAnalizzando i dati raccolti fra gli insegnanti primadell’esperienza, alla domanda relativa alla realizzazio-ne di attività laboratoriali durante le ore di lezione, il78% degli intervistati ha dichiarato di realizzarle, con-tro il 22% di risposte negative (fig. 6a).Chiedendo poi quali fossero le cause della mancataadozione di metodologie sperimentali nel corso dellelezioni, il 50% dei docenti ha indicato un “orario insuf-ficiente” a propria disposizione e l’altro 50% la “caren-za di strutture e strumentazioni idonee” (fig. 6b).L’ultima delle domande riguardava la pregressa espe-

rienza e conoscenza di attività educative basate sulmetodo IBSE: il 25 % dei docenti intervistati harisposto positivamente, contro un 75% di neofiti(fig. 6c).Chiedendo ai docenti con esperienza pregressa seavessero effettivamente adottato il metodo IBSEdurante le proprie ore di lezione, ben il 62,5%dichiara di non averlo mai fatto (fig. 6d).

Dopo Il questionario per i docenti successivo all’esperienzachiedeva innanzitutto un parere sul gradimento dellastessa: più del 97% degli intervistati ha espresso unparere molto positivo (fig. 7a).In seguito è stato chiesto un parere sui punti di forzadel metodo IBSE, con una domanda a risposta aperta:in questo casi i docenti hanno espresso 34 pareri dif-ferenti, dalla “partecipazione attiva degli allievi” con il47%, alla “collaborazione fra studenti” a circa il 15%.Seguono poi con circa il 9% la “possibilità di condurreun’indagine personale” e con il 6% delle indicazionil’opportunità di “ragionare per ipotesi”, di “verificaredirettamente la correttezza” del proprio ragionamen-to, poter “apprendere attraverso la scoperta”, la “sem-plicità ed immediatezza del metodo” e la “varietà diinformazioni” che potevano essere in questo modoproposte ed elaborate (fig. 7b).Passando poi alle indicazioni dei punti deboli o limitidel metodo IBSE, le risposte aperte sono state 9, circaun quarto rispetto a quelle positive.Sicuramente pesa il fatto che l’IBSE richiede “tempi direalizzazione lunghi” (66,7% delle indicazioni), che

Fig. 7. Gradimento (a), punti di forza (b), punti deboli (c) dell’attività IBSE da parte dei docenti.

a b

c d

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sia più facilmente adottabile con “piccoli gruppi di stu-denti” (22,2%) e che esiste una certa “riluttanza all’ado-zione di nuovi metodi educativi” sia nell’ambito scola-stico che da parte delle famiglie (11,1%) (fig. 7c).Abbiamo infine chiesto ai docenti se, dopo l’espe-rienza vissuta in questa occasione, sarebbero statidisposti a realizzare attività IBSE anche all’internodel proprio percorso educativo e scolastico. La rispo-sta è stata di un 94% di “sì” e un 3% rispettivamentedi “no” e “non so” (fig. 7d).Addirittura unanime la risposta relativa al quesitosulla possibilità di disporre di altre attività IBSE nelcorso di future visite al Museo delle Scienze edall’Orto botanico: il 100% dei docenti si è pronun-ciato favorevolmente, senza alcuna esitazione rispet-to invece all’adozione del metodo dentro le muradella classe.

GLI EVENTI COLLATERALIA corredo della mostra sono stati realizzati una seriedi eventi collaterali che si sono susseguiti durantetutto il periodo di apertura dell’esposizione.Aboca Museum ha partecipato alla realizzazionedella mostra mediante il prestito di una serie di volu-mi antichi sulla storia della farmacologia ed ha offer-to la presentazione di 3 libri di loro edizione.Ricercatori e dottorandi dell’Università di Camerinosono stati gli attori di altri appuntamenti, come “Ilcielo velenoso - I miti delle costellazioni e il ciclodella vita” che, in aprile, ha trattato le antiche leg-gende immortalate in cielo dai disegni delle costella-zioni rappresentate da animali velenosi come loScorpione e il Serpente. L’incontro, condotto daAndrea Bernagozzi, ricercatore all’OsservatorioAstronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta,ha proposto un percorso alla scoperta del cielo in cuile suggestioni del lontano passato si sono affiancatealle conoscenze della moderna astronomia. A giugno, l’estrazione degli oli essenziali all’Ortobotanico “Carmela Cortini”, a cura di Filippo Maggi,ricercatore e docente di Biologia vegetale e Botanicafarmaceutica presso Unicam.Infine a maggio “Compresse o tisane, farmacista oguaritore tradizionale; tu da che parte stai?”, a cura diMaurice Kenzo presidente dell’Associazione di gua-ritori tradizionali di Dschang - Cameroon, MartinSozbe docente di Sanità pubblica dell’Università diDschang - Cameroon, Annette Habluetzel e CatiaLambertucci, ricercatori della Scuola di Scienze delFarmaco e dei Prodotti della Salute Unicam.A seminari, laboratori e presentazioni editoriali sisono poi aggiunti incontri ludici e teatrali, come il“Percorso sensoriale olfattivo all’imbrunire fra curio-sità e antichi rimedi”, in aprile, presso l’Orto botani-co “Carmela Cortini”, con prodotti essiccati da annu-sare, manufatti, semi, filati e tessuti tinti con essenze

vegetali. A maggio, spettacoli teatrali a cura dellacompagnia Ruvido Teatro di Matelica: “Il Caffè deiveleni. Istruzioni per degustare - Storie e racconti”,presso il Museo delle Scienze, “Suggestioni tra unaspezia e l’altra”, presso l’Orto botanico “CarmelaCortini” e “La donna dei veleni”, la storia della miste-riosa Lucrezia Borgia, a cura della compagnia teatra-le Etra – Accademia delle arti sceniche e visive diCamerino svoltosi nella suggestiva cornice delPalazzo Arcivescovile della città.

LA PREVENZIONECome detto in precedenza, nel percorso espositivo èstato inserito uno spazio dedicato alla prevenzioneall’uso delle sostanze stupefacenti, visto il tema atti-nente della mostra e la volontà di parlare di un argo-mento scottante come quello della droga con gli stu-denti in visita.L’allestimento dello spazio è stato curato dallo staffdel team “Stammibene” - Dipartimento DipendenzePatologiche Area Vasta 3 ASUR Marche che ha pre-visto una postazione ricca di gadget da prelevareliberamente e un questionario a risposta multiplainserito in un PC con cui testare le conoscenze deigiovani nei confronti degli effetti delle sostanze stu-pefacenti e sul tema delle dipendenze.Al momento di approfondimento inserito nell’esposi-

Fig. 8. Il volume de “I Quaderni del Museo”

dedicato ai veleni.

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122 ALESSANDRO BLASETTI - MARIA LUISA MAGNONI - MARIA CHIARA INVERNIZZI - ROBERTA TACCHI

due cocktail analcolici e salutari, nell’ottica di pro-muovere benessere, piacere e armonia senza l’uso dialcol. L’aperitivo è stato accompagnato dai quiz diStammibene sulle dipendenze e dalla possibilità per ipiù informati di vincere la t-shirt di Nati liberi; a chiinvece ha dimostrato la “disinformazione” sono statiregalati gli opuscoli informativi su droghe e alcol.Da non dimenticare, infine, il quinto e più recentevolume della collana “Quaderni del Museo”, tuttodedicato all’esposizione, che è stata ripercorsa, com-mentata ed illustrata per l’occasione dai due avatarcreati per la ricostruzione virtuale degli ambienti(fig. 8).

CONCLUSIONIRiteniamo che i pareri raccolti al termine delle visiteguidate e degli eventi collaterali, insieme soprattuttoall’analisi dei dati raccolti al termine dell’attivitàIBSE, confortino la nostra impressione positiva sul-l’efficacia del progetto espositivo ed educativo, indu-cendoci a proseguire su questa strada. Un indirizzoormai consolidato dalla consapevolezza che oggi leattività educative dei musei scientifici ed orti botani-ci sono orientate ad agire sulle motivazioni e le emo-zioni dei partecipanti, a favorire un atteggiamento diricerca, una visione relazionale, e stimolare un pro-cesso di “auto-costruzione” delle conoscenze, attra-verso la fruizione degli spazi, degli esemplari e dellecollezioni (De Angelis et al., 2013). Ancor più quan-do è il mondo della scuola ad avvicinarsi al Museo,con il suo bisogno di pianificazione delle attivitàextrascolastiche: soprattutto nei musei scientifici,infatti, la scuola ha modo di contribuire alla costru-zione di abilità generali, promuovere ragionamenti eriflessioni, lasciare agli studenti il tempo di speri-mentare, di “fare scienza” e di interrogarsi su ciò chevedono.

BIBLIOGRAFIADE ANGELIS I., MARGNELLI N., NICOLAI F., QUATTRINI

S., 2013. Una sezione educativa museale si interrogae riflette sulla relazione con la scuola. MuseologiaScientifica n.s., 7(1-2): 112-122.

LEPRE A., MARINI I., ZANETTI S., PASCUCCI A., 2011.Programma Scientiam Inquirendo Discere, SID,Documenti di base. Accademia dei Lincei, Roma.Pp. 22.

zione, è stato aggiunto un format dedicato a promuo-vere la cultura del benessere contro le dipendenze,attraverso percorsi di riflessione critica che hanno uni-to comunicazione, arte e scienza. Il contenitore, inti-tolato “Nati Liberi”, è stato offerto gratuitamente a tuttigli studenti di Camerino e alla cittadinanza. Le varieiniziative proposte agli istituti scolastici sono statiarricchiti da materiale informativo veicolato tra glistudenti e le loro famiglie. I vari eventi sono stati pub-blicizzati mediante affissioni, inserzioni sui giornalilocali, pagine web istituzionali e social network.Il contenitore, con spettacoli teatrali, incontri ed unaperitivo analcolico, è stato proposto nei giorni 6 e7 giugno 2014.Il primo spettacolo proposto alle scuole primarie, daltitolo “Tutti per Juno”, prendeva spunto da alcunipersonaggi dei libri per ragazzi, da Peter Pan alPiccolo Principe, e, attraverso l’interazione, stimola-va la riflessione sulle conseguenze delle propriescelte. L’altro spettacolo, “Droghe & Rock Story”, offertoprima come prova generale aperta a tutti e poi a 500studenti delle scuole superiori di Camerino, ha mes-so a confronto i due fenomeni di massa che hannoinfluenzato le culture giovanili degli ultimi 60 anni:il rock come linguaggio di comunicazione, la drogacome illusione personale e collettiva. Un avventuro-so viaggio in video, parole e musica nei momentichiave in cui i due fenomeni si sono incrociati, daElvis, passando per i Nirvana fino ad AmyWinehouse. Durante lo spettacolo sono stati distri-buiti agli studenti opuscoli informativi su alcol, dro-ghe e dipendenza.Il primo degli incontri, “Liberi. Nella mente, nel cuo-re”, un percorso dalle neuroscienze alle storie perso-nali, per comprendere i meccanismi della dipenden-za e dell’indipendenza, era diretto agli studentiUnicam e a tutta la cittadinanza. Allestito in colla-borazione con le Associazioni studentesche universi-tarie, ha visto come ospiti il dott. Gianni Giuli,medico psichiatra e direttore dell’Area Vasta 3 ASURMarche e il dott. Silvio Cattarina, psicologo e fonda-tore della Comunità terapeutica educativa “L’Im -previsto” di Pesaro. L’altro incontro di “Nati Liberi”, seguito anche indiretta streaming, ha visto come protagonista il gior-nalista televisivo Pablo Trincia, autore di numerosireportage sulle marginalità sociali. Al termine è statoproposto un aperitivo particolare: “Marte e Venere”,

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