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Istituto Magistrale Statale
" G . B E R T A C C H I " via XI Febbraio, 6 – Lecco
VALUTAZIONE DEI RISCHI
D.Lgs. 19 settembre 1994 n°626
D.Lgs. 19 marzo 1996 n°242
SITO 1.0 - ISTITUTO MAGISTRALE
Agg. 17/03/2003
Il Datore di Lavoro Il Responsabile del S.P.P.
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DISTRIBUZIONE Destinatario Copia n. Data e firma di ricevuta
Datore di lavoro
Responsabile Servizio Prevenzione e
Protezione
Medico competente
Rappresentante dei i Lavoratori per la
Sicurezza
Responsabile Antincendio e Pronto soccorso
INDICE REVlSIONI
Rev. Data Descrizione Emessa (R.S.P.P.) Approvata (D. di L.)
01 17/3/2003 Revisione
00 04/10/00 Compilazione Iniziale
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DOCUMENTO RELATIVO ALLA VALUTAZIONE DEI
RISCHI
Il documento, sulla base di quanto indicato dal legislatore, è costituito dai
seguenti capitoli:
A Premessa;
B Criteri adottati per la valutazione dei rischi;
C Personale;
D Documentazione recuperata;
E Relazione sulla valutazione dei rischi (art.4.2 - a,b,c - DLgs. 626/94)
A. PREMESSA
Prima di procedere alla valutazione dei rischi, così come richiesta, si è
proceduto alla raccolta ordinata di tutte le informazioni già disponibili su
elementi utili a connotare i fattori di rischio e/o gli eventuali danni riferibili al
lavoro.
B. CRITERI ADOTTATI PER LA VALUTAZIONE DEI
RISCHI
Lo strumento utilizzato nell’Ente Pubblico si riferisce a criteri operativi
semplificati che consentono comunque di soddisfare ai requisiti fondamentali
che sono peraltro definiti nelle linee guida europee.
Viene assicurata la maggiore sistematicità possibile compatibilmente con la
complessità della valutazione al fine di garantire la corretta identificazione di
tutti i possibili rischi presenti presso l’ente.
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Praticamente sono quindi individuate le fonti potenziali di pericolo al fine di
conoscere le situazioni oggettive di tipo tecnico ed organizzativo che possono
generare rischi per i lavoratori.
Il rischio viene considerato tale se esistono lavoratori esposti alla fonte
individuata.
Inoltre sono individuati e caratterizzati i soggetti esposti e per ognuno di loro si
valutano alcuni parametri che identifichino il tipo di esposizione e di pericolo.
Fra questi sono considerati i seguenti :
grado di formazione
tipo di organizzazione del lavoro ai fini della sicurezza
influenza dei fattori ambientali
presenza ed adeguatezza dei Dispositivi di Protezione Individuale (D.P.I.)
presenza ed adeguatezza di sistemi di protezione collettivi
presenza ed adeguatezza dei piani di emergenza, evacuazione e soccorso
sorveglianza sanitaria
Si procede alla valutazione dei rischi per ciascuno dei rischi individuati nella
fase precedente e si emette un giudizio di gravità del rischio secondo una
scala che verrà di seguito illustrata.
Infine si individuano le misure di prevenzione e protezione da attuare in
conseguenza agli esiti della valutazione per stabilire il programma di
attuazione delle stesse in base alle priorità definite e dichiarate.
Laddove è necessario inoltre si procede ad una valutazione più approfondita.
Durante la fase di individuazione dei rischi si è cercato di applicare la
maggiore sistematicità possibile sulla identificazione dei rischi ragionevolmente
prevedibili al fine di conciliare le esigenze di esaustività della valutazione e
della identificazione dei principali problemi di prevenzione.
In particolare ci si è concentrati sulla realtà lavorativa (postazioni e aree di
lavoro, operazioni unitarie, condizioni operative, mansioni, ecc.) e si è
effettuato l’inventario di tutti i rischi possibili per la salute e l’incolumità legati a
tutti i potenziali fattori, noti attraverso l’esperienza dei lavoratori, del datore di
lavoro e soprattutto la casistica precedente sia a livello aziendale che a livello
di settore di attività.
In particolare i criteri utilizzati sono predisposti al fine di individuare tutti i rischi
possibili e in modo tale da fornire una base sufficiente per affrontare le due fasi
successive alla valutazione, ossia la stima dell’entità del rischio e la
determinazione delle misure correttive con la loro relativa priorità di attuazione.
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B.1 Documentazione di riferimento
La struttura della valutazione effettuata è stata definita in ottemperanza al
Decreto e alle linee guida a livello U.E. (Unione Europea) mediante il supporto
di un applicativo informatico, comprendente una serie di punti di verifica
redatti secondo un modello matematico di valutazione dei rischi e in grado di
consentire al valutatore di seguire un percorso logico nei luoghi di lavoro al fine
di applicare al processo di valutazione dei rischi la maggiore sistematicità
possibile.
B.2 Struttura delle Liste di Controllo
Le liste fanno riferimento ai Fattori di Rischio.
Ogni fattore di rischio contiene una serie di punti di verifica ai quali è
necessario dare una risposta in relazione alla situazione riscontrata nel singolo
reparto/ufficio o unità produttiva.
Infatti si è proceduto nel seguente modo :
- sono stati individuati tutti i reparti ai quali applicare le liste;
per ogni reparto sono stati individuati i fattori di rischio applicabili in relazione
alla tipologia del reparto e alla esperienza dei lavoratori;
- sono stati affrontati i punti di verifica suggeriti mediante risposte ed analisi
della situazione attuale;
- infine sono stati aggiunti altri punti di verifica non presenti nel sistema, ma
ritenuti significativi.
Tali operazioni sono state fatte varie volte al fine di approfondire sempre
maggiormente l’analisi dei punti per evitare di essere troppo superficiali.
Tali verifiche hanno permesso di individuare i rischi presenti in ogni luogo di
lavoro, mantenendo una continuità e una sistematicità costanti nel tempo tali
da non permettere al verificatore azioni o idee troppo soggettive.
Una volta individuati tutti i rischi si è potuto procedere all’attribuzione del
grado di probabilità e di danno che ogni fattore potrebbe causare e la
priorità d’intervento.
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RAGIONE SOCIALE
SITO N°: 01 - SCUOLA MEDIA SUPERIORE
Località: LECCO
Via: XI FEBBRAIO, 6
Cap: 22053
Telefono: 0341.364584
DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ’
Attività svolta dai dipendenti docenti:
Insegnamento
Attività di laboratorio
Attività svolta dai dipendenti non docenti:
pulizia degli spazi scolastici
attività di portineria;
controllo alunni.
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C - PERSONALE
ELENCO PERSONALE DOCENTE OPERANTE NEL SITO
anno scolastico 2002/2003
1 ACERBONI SIMONETTA
2 AGOSTANI MARIA GRAZIA
3 AMATI SABRINA
4 ANGELI GERARDO
5 BARBIERI ALBA
6 BARONCELLI ENRICO
7 BENEDETTI PAOLA
8 BERGAMASCHI LUCA GIUSEPPE
9 BERNABEO MARIA TERESA
10 BERNASCONI GIOVANNI
11 BERTOLI MAURIZIO
12 BOLIS LUISELLA
13 BONAITI ISABELLA
14 BONVICINI PIETRO
15 BORRELLO ADRIANA
16 BRAMBILLA LUISELLA
17 CALANDI LEONETTA
18 CALEGARI MARIA CRISTINA
19 CALVETTI FRANCA
20 CANEPA PAOLA
21 CARIBONI M. GABRIELLA
22 CARRERA BRUNELLA
23 CASALE ANNA MARIA
24 CATTANEO ANNA MARIA
25 CATTANEO VALERIA
26 CHICHI ROSA MARIA
27 CIULLA NADIA
28 COLOMBO ELIA MARIA
29 COLOMBO ILARIA
30 COLOMBO NICOLETTA
31 COMESANA BRAVO M. MONSERRAT
32 CORNAGGIA DONATELLA
33 CORTI RAFFAELLA
34 DE GUIO ANNA
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35 DE PALMA ERMINIA
36 DE RUVO TERESA
37 DE SENARCLENS CATHERINE
38 DI GIORGIO STELLA ANNA
39 DI MEGLIO GIACINTO
40 DRAMISINO MARIA GRAZIA
41 ERBA PAOLA
42 ERROI GIOVANNA
43 FERRARIO DANIELA
44 GALATI GIORDANO S.
45 GALLO SALVATORE F.
46 GARRE’ CATERINA
47 GASPERINI CARLO
48 GATTINONI ALMA
49 GENOVESE LAURA
50 GRECO M. FRANCESCA
51 IACOBELLI ELENA
52 INGLESE ANDREA
53 LEONE GIUSEPPE G.
54 LEOTTA SALVATORE
55 LIGNOLA SABRINA
56 LOMBARDI PAOLA
57 LONGHI RINALDO
58 LUNETTA ROBERTO
59 MAGGIONI MANUELA
60 MAGNI ALESSANDRA
61 MAPELLI GUIDO
62 MARAZZINI SERAFINO
63 MARINO ROSARIA
64 MARRONE LUCIO
65 MARSELLA GABRIELLA
66 MAURI PAOLA
67 MAURI RICCARDO
68 MERONI LAURA
69 MOLINARI ANGELA
70 MONTALDO MARIA PIA
71 MONTI GABRIELLA
72 MOTTA GIORGIO
73 NICCOLAI ANNA
74 PAGONE VITO
75 PANUNZIO PATRIZIA
76 PANZERI CHIARA
77 PAPPALARDO LUCIA
78 PASSALACQUA LAURA
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79 PEREGO VITTORIA
80 PILERI TERESA
81 PORCELLINI ISABELLA
82 PRADELLA EMILIA
83 RASCA MARIA LUISA
84 RENNA PIETRO
85 RISO MARIA LUISA
86 RIVA ANTONIO
87 RIZZOLINO SALVATORE
88 RONZANI BRUNELLA
89 RONZONI MARIO
90 RUSCONI ELISABETTA
91 RUSCONI MARIA TERESA
92 SACCHI GABRIELLA
93 SALA PATRIZIA
94 SCHEMBER MARIA
95 SCHIANTARELLI ADRIANA
96 SILVESTRE IOSE’
97 SIMONCINI ALESSANDRA
98 SPADA MICHELE
99 SPAGNOLO GIOVANNI
100 SPARTA’ GIOVANNA G.
101 STEFANI LETIZIA
102 STEFANONI PAOLA
103 STINGONE RITA
104 TAGLIAFERRI LEONILDE
105 TAIANA MARGHERITA
106 TAVOLA MICHELA
107 TICLI BERNARDO
108 TOSO SILVIA
109 TREZZI ANNAMARIA
110 TUOSTO RAFFAELLA
111 VALENTI COSTANZO
112 VALSECCHI CRISTINA
113 VALSECCHI GIOVANNI
114 VERSACE GIOVANNI
115 VIANELLO EMILIA
116 VILLA ALDA
117 VILLA LAURA
118 VITALI PAOLO
119 ZACCONE GIULIANA
120 BEVERLEY GERALDINE
121 BRIANT MARIA FRANCE
122 PANIAGUA JUAN CARLOS
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123 SPECHT CLAUDIA
124 CURRENTI LUISA
125 GALLO ANTONIETTA
126 SANDONATO M. CATERINA
127 MATTAVELLI CAMILLO
128 SPAMPINATO ORAZIO
129 TALLARICO GIUSEPPE
130 BENASSI MICHELLE
131 ROCHE XAVIER
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ELENCO PERSONALE A.T.A OPERANTE NEL SITO
Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi
1. LOSA MARIA FIORELLA
Assistenti Amministrativi
2. BASSANI TIZIANA
3. CORTI IVANA
4. MESSINA SARINA -
5. NASAZZI MONICA
6. PILATI ALIDA
7. SALA ANNA
8. SAVINI MARIA ELISABETTA
9. TORNO ELENA
Docenti Utilizzati
10. MARELLI RENZO
11. VAGO MARIA PIA
Assistenti tecnici
12. SCRIMIERI CLEMENTINA CLEZIA
13. VASSALLO DOMENICO
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Collaboratori Scolastici
14. BERTULETTI ANNA
15. BIANCO FILOMENA
16. CALIO’ GRAZIANO
17. CORTESE ROSA
18. CRIPPA STEFANO
19. FESTINO GIUSEPPINA
20. MANNARINO MARA
21. MINCIONE ANNA
22. NOGARA GIANNINA
23. PELLECCHIA ROSARIA
24. PERTA ANNA
25. PRESSAMARITI RITA
26. SACCO ROSA
27. SERINI DANIELA
28. SPORTOLONI FABRIZIO
29. STUCCHI GIACOMO
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D - DOCUMENTAZIONE RECUPERATA
PLANIMETRIA EDIFICIO AGGIORNATA
Scala 1:200
AGIBILITÀ’
Licenza d’uso dei locali (TULLSS art 221 e DPR 425/94)
Nulla Osta sanitario
AGIBILITÀ’- LOCALI PER PUBBLICI SPETTACOLI
Spettacolo (Prefettura) non serve
DEROGA ex ART. 8 DPR 303/56
Locali interrati non serve
IMPIANTI ELETTRICI
Dichiarazione conformità impianto (L. 46/90 - DPR 447/91 - L. 186/68 - DL 23.5.95)
Denuncia dell’impianto di messa a terra (DPR 547/55 - ISPESL - Mod.B)
Denuncia dell’impianto di Protezione Scariche Atm. (DPR 547/55 - ISPESL - Mod.A)
Verifica di autoprotezione dalle Scariche Atm. (DPR 547/55)
Dichiarazione conformità impianto di Protezione Scariche Atm.
Dichiarazione conformità impianti radiotelevisivi ed elettronici
Verifiche periodiche (USL)
IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO
Relazione tecnico-descrittiva dell’impianto.
PREVENZIONE INCENDI
Visto VV.F. pratica edilizia centrale termica e scuola
Certificato di Prevenzione Incendi
Dichiarazione di Conf. Imp. Antincendio (L. 46/90 - DPR 447/91)
MONTACARICHI ED ASCENSORI
Licenza d’impianto. non serve
Licenza d’esercizio. non serve
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Dichiarazione conformità impianto (L. 46/90 - DPR 447/91) non serve
IMPIANTO DI RISCALDAMENTO
Denuncia d’installazione impianto (DM 1.12.75 - L. 10/91 - DPR 412/93)
Dichiarazione conformità impianto (L. 46/90 - DPR 447/91 - L. 186/68 - DL 23.5.95)
Libretto di Centrale e/o impianto (DPR 412/93)
D.L. 277/91
Relazione tecnica di valutazione rischio rumore.
Relazione tecnica di valutazione rischio amianto.
MENSE
Autorizzazione Sanitaria cibi (L: 118/71 - DPR 327/80) non serve
PIANTA ORGANICO
Elenco addetti e specificazione dei posti per ambiente di lavoro.
REGISTRO INFORTUNI
Registro infortuni costantemente aggiornato (Vidimato dall’USSL).
VISITE MEDICHE
Doc. degli accertamenti sanitari effettuati e relativa periodicità.
Nominativo (indirizzo e recapito telefonico) del Medico competente.
Comunicazione degli stessi alle autorità competenti.
Libretto sanitario (in caso di addetti in mense) non serve
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E - RELAZIONE SULLA VALUTAZIONE DEI RISCHI
(art.4.2 a,b,c)
E.1 Descrizione sito
Tipologia: EDIFICIO SCOLASTICO
Personale dipendente:
Alunni presenti: 1100
Scuola realizzata < DM 18.12.75
Classe edificio DM. 26/8/92: TIPO 4 (presenza contemporanea di persone
comprese tra 801 e 1200) (rispetto disposizioni D.M. 26/8/92 punti 2.4, 3.1, 5 (5.5), 6.1, 6.2, 6.3.0, 6.4, 6.5, 6.6, 7, 8,
9, 10, 12)
Centrale termica > 116,28 KW
Edificio soggetto al C.P.I. dei VV.F.
Data costruzione: 1974 Data ristrutturazione:
Strutture: c.a. e solai in latero cemento
Tipologie VV.F.: attività n° 85 e 91 del DM 16.2.82
piani FT: 3 + seminterrato
Parti escluse: alloggio del custode e mensa (gestita da ditta esterna)
Attualmente è possibile inquadrare nel seguente modo lo stato di fatto
dell’edificio:
1. Da recuperare agli atti la Licenza d’agibilità dei locali, il collaudo statico ed
il Verbale di consegna dell'istituto.
2. Impianto elettrico: parzialmente adeguato. Acquisire agli atti la dichiarazione di adeguamento dell’impianto generale
Acquisire agli atti la dichiarazione di messa a terra (Mod. B) (per l’intero edificio);
acquisire il relativo verbale di verifica (Mod. B/V).
Acquisire agli atti la verifica di autoprotezione da scariche atmosferiche secondo la
norma CEI 81-1.
E’ presente l’illuminazione d’emergenza unicamente in palestra.
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Risulta adeguato l’impianto della centrale termica; esiste la dichiarazione di
conformità a firma Enrico Guggiari del 26/4/94 relativa alla C.T.
Risulta adeguato l’impianto della palestra al piano seminterrato e degli spogliatoi;
esiste agli atti la dichiarazione della ditta CAMM a firma Murtas Michele in data
4/11/91.
3. Impianto termico: costituito da caldaie di potenzialità superiore a 116,28 KW, alimentate a metano,
poste in centrale termica posta in edificio accessorio isolato, con accesso esterno,
posto presso l’abitazione del custode.
Acquisire agli atti la Denuncia di impianto della centrale di riscaldamento con
l’avvenuta presentazione all’ISPESL., e le relative Dichiarazioni di Conformità dei
lavori effettuati.
E’ presente il pulsante di sgancio dell’impianto elettrico (segnalato)
E’ presente la levo d’interruzione del gas (segnalata).
Sono presenti 2 estintori di tipo omologato 13A 89B e 55A 233B all’interno della
centrale.
4. Prevenzione incendi: Risulta necessario predisporre la nuova pratica per il C.P.I. relativo a tutto l’edificio
per l’attività 85 (scuola con oltre 100 persone presenti) e 91 (caldaia con potenzialità
> 116,28 KW) secondo il D.M. 16/02/1982.
Risulta agli atti il Certificato di Prevenzione Incendi relativo alla vecchia centrale
termica ed al complesso scolastico, rilasciato in data 1/10/75 (ora scaduto).
Presidi antincendio presenti:
Estintore 21A 113B Estintore 34A 233B Idrante uni 45/70
2° piano 4 1
1° piano 6 1 4
Piano rialzato 5 2 4
Piano seminterrato 4 4
palestra 2
esterno 3
5. Acquisire agli atti la Licenza di Esercizio e d'Impianto dell'ascensore.
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E.2 Valutazione
Nei mesi di MARZO 03 si è proceduto ai sopralluoghi volti ad evidenziare
eventuali fattori di rischio latenti.
L’indagine è stata condotta sull’intero edificio con esclusione dei luoghi non
utilizzati dal personale dipendente, ed in particolare l’abitazione del custode
ed il piano destinato ad altro ente (scuola elementare).
La valutazione è stata effettuata, così come previsto per legge, dal Datore di
Lavoro, in collaborazione col dr. Vittorio Campione.
E.3 Fattori di rischio considerati
- FATTORI DI RISCHI CONSIDERATI ( IN RELAZIONE AL SOPRALLUOGO EFFETTUATO ED A
QUANTO EMERSO DALLA CONSULTAZIONE DEI LAVORATORI)
- FATTORI DI RISCHIO NON TENUTI IN CONSIDERAZIONE
Rischi per la sicurezza dei lavoratori
Rischi riscontrati
AA A B C
01 Aree di transito 1 1 1 1
02 Spazi di lavoro 5 2
03 Scale 1 1
04 Macchine
05 Attrezzi manuali
06 Manipolazione manuale di oggetti 1
07 Immagazzinamento di oggetti
08 Impianti elettrici 4 1
09 Apparecchi a pressione
10 Reti e apparecchi distribuzione gas
11 Apparecchi di sollevamento 1
12 Mezzi di trasporto
13 Rischi di incendio ed esplosione 5 4
14 Rischi per la presenza di esplosivi
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15 Rischi chimici 1
Rischi per la salute dei lavoratori
16 Esposizione ad agenti chimici 1
17 Esposizione ad agenti cancerogeni
18 Esposizione ad agenti biologici
19 Ventilazione dei luoghi di lavoro (ventilatori) 1
20 Climatizzazione locali di lavoro (climatizzatori)
21 Esposizione a rumore 1
22 Esposizione a vibrazioni
23 Microclima termico 1
24 Esposizione a radiazioni ionizzanti
25 Esposizione a radiazioni non ionizzanti
26 Illuminazione 2
27 Carico di lavoro fisico 4
28 Carico di lavoro mentale 1
29 Lavoro ai video terminali 1
Aspetti organizzativi e gestionali
30 Organizzazione del lavoro
31 Compiti, funzioni e responsabilità
32 Analisi, pianificazione e controllo
33 Formazione 5
34 Informazione
35 Partecipazione
36 Norme e procedimenti di lavoro 1
37 Manutenzione e Collaudi 1 1 6
38 Dispositivi di protezione individuale (D.P.I.) 1 1
39 Emergenza, Pronto Soccorso 1 1 2
40 Sorveglianza Sanitaria
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E.4 Carenze riscontrate
PRIORITÀ’ d’INTERVENTO:
AA.: Immediata con priorità assoluta
A.: Immediata
B: A breve termine
C: Da programmare nel tempo
La scala di priorità ha il seguente significato:
(AA)-IMMEDIATA: intervento a priorità assoluta in quanto derivante da rischio residuo;
(A) IMMEDIATO intervento da attuare con immediatezza atto a eliminare possibili rischi
che abbiano particolare importanza;;
(B)-A BREVE TERMINE: intervento a cui dar seguito in breve termine;
(C)-DA PROGRAMMARE NEL TEMPO: interventi da programmare per un miglioramento
continuo della sicurezza negli ambienti di lavoro
RISCHIO RILEVATO 33: Danno elevato Probabilità elevata
32: Danno elevato Probabilità media
23: Danno medio Probabilità elevata
31: Danno elevato Probabilità bassa
22: Danno medio Probabilità media
13: Danno basso Probabilità elevata
21: Danno medio Probabilità bassa
12: Danno basso Probabilità media
11: Danno basso Probabilità bassa
(P)
MATRICE DEL RISCHIO 1.1 1.2 1.3
righe: danno nell’evento (D) 2.1 2.2 2.3 colonne: probabilità dell’evento 3.1 3.2 3.3
Esempio: (A)(3.2)-............. Carenza riscontrata da eliminare
immediatamente, comportante danno di elevata
intensità con media probabilità che avvenga nel
tempo.
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01 Aree di transito e uscite
1. (AA)(3.3)-Verificare il n° delle uscite di emergenza e porte facilmente apribili
con maniglione antipanico e apertura verso l’esodo (mis. Min. 120 cm x 200)
con larghezza modulare da definirsi nell’ambito dell’aggiornamento della
pratica per il C.P.I. e comunque in base al massimo affollamento
ipotizzabile.
(le porte di emergenza esistenti di larghezza minore di 120 cm dovranno
essere computate come pari ad un modulo di cm 60).
2. (A)(3.2)-Assicurare le vie di fuga libere da occlusioni.1
3. (C)(2.1)-Eliminare parti sporgenti e/o acuminate lungo i percorsi d'esodo2
4. (B)(3.1)-Vigilare che venga rispettato il divieto di sosta da imporre alle
autovetture nei pressi delle scale di sicurezza esterne.
02 Spazi di lavoro, spogliatoi e wc
1. (C)(1.2)-Prevedere nei bagni unicamente l’utilizzo di salviette usa e getta ed
erogatori di sapone liquido.
2. (B)(1.3)-palestra -Verificare l'ancoraggio delle attrezzature alle pareti ed al
suolo
1
Osservazioni Generali (art. 33 D.Lgs. 626/94)
I pavimenti degli ambienti di lavoro e dei luoghi destinati al passaggio non devono presentare
buche o sporgenze pericolose, e devono essere tali da rendere sicuro il movimento ed il transito
delle persone e dei mezzi di trasporto.
I pavimenti ed i passaggi non devono essere ingombrati da materiali che ostacolino la normale
circolazione; devono essere esenti da protuberanze, cavità o piani inclinati pericolosi, devono
essere fissi, stabili ed antisdrucciolevoli.
Se i luoghi di lavoro comportano zone di pericolo e presentano rischi di cadute dei lavoratori o
rischi di cadute di oggetti, tali luoghi devono essere dotati di dispositivi per impedire che i
lavoratori non autorizzati possano accedere a dette zone.
Le zone di pericolo devono essere segnalate.
Le vie di uscita e di emergenza devono rimanere sgombre, e consentire di raggiungere il più
rapidamente possibile un luogo sicuro.
Le vie e le uscite di emergenza devono essere evidenziate da apposita segnaletica, e devono
essere dotate di illuminazione di emergenza.
2 Proteggere le parti sporgenti dei caloriferi nei corridoi.
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3. (B)(2.2)-Prevedere la realizzazione di un locale spogliatoio, in cui inserire gli
armadietti in metallo a doppio scomparto. Si ricorda inoltre che tali luoghi
dovranno essere convenientemente arredati e se i dipendenti lo chiedono
dovranno essere muniti di docce.3
4. (B)(2.2)-Occorre dotare i dipendenti di un servizio igienico con gabinetto
separato per uomini e donne, lavandino a comando non manuale, idonei
mezzi per lavarsi e asciugarsi, inoltre sono consigliati copri sedili usa e getta
di carta e contenitori protetti per lo scarto di prodotti per l’igiene intima
(personale adulto).4
5. (B)(2.2)-Occorre adeguare i servizi igienici utilizzati dagli alunni dotandoli di
comando non manuale per i lavabi, gli orinatoi e per i wc.
6. (C)(1.1)-Migliorare la fruibilità delle aule prevedendo nel tempo il rinnovo dei
tavoli di lavoro (con altri dotati di spigoli arrotondati) e aumentando il
numero degli scaffali e dei mobili dove necessario.
7. (B)(2.2)-Adeguare lo spazio di lavoro degli amministrativi.5
03 Scale
1. (C)(2.1)-Occorre dotare il personale dipendente di scale a mano conformi
alla normativa vigente ed evitare che ne venga utilizzato qualsiasi altro tipo.
(ad esempio con pioli in legno usurati, senza piedini in gomma del tipo
antiscivolo, etc.)
2. (B)(2.2)-Limitare il transito nei sottoscala6
3 Si rammenta che sarebbe preferibile Individuare tale locale in prossimità di un servizio igienico
al fine di poter accedere direttamente al servizio igienico, dal locale spogliatoio
4 L'utilizzo dei servizi igienici non deve essere promiscuo: "per uomini e donne devono essere
previsti gabinetti separati" (art. 33 comma 12 D.Lgs 626/94 che sostituisce l'art. 39 DPR 303/56)
I servizi igienici e relativi locali devono essere mantenuti in buono stato di pulizia onde assicurare
condizioni igieniche adeguate (art. 32 D.Lgs. 626/94)
Nel caso in cui non sia possibile fornire gabinetti separati per uomini e donne a causa di vincoli
architettonici o urbanistici, nelle attività in cui siano occupati lavoratori di sesso diverso in numero
non superiore a dieci, è ammesso un’utilizzazione separata degli stessi. 5 Adeguare gli spazi (insufficienti in relazione al numero ed alle attività presenti).
Valutare la possibilità di ricollocazione degli spazi in altra area della scuola (es. segreteria ex
scuola elementare).
6 Sono presenti altezze minime eccessivamente basse
Scale Fisse (art. 16 DPR 547/55)
I gradini delle scale fisse devono avere pedata e alzata dimensionate a regola d'arte.
Dette scale ed i relativi pianerottoli devono essere provvisti di parapetto normale.
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05 Attrezzi manuali
L'85% degli infortuni negli ambienti scolastici sono dovuti al fattore umano, e la
causa principale si può identificare nell'assuefazione e nell’abitudine: la persona
distratta, che pensa sia inutile porre particolare attenzione e concentrazione nei
confronti di situazioni reputate esenti da rischi di infortunio, finisce per esporre se
stessa e gli altri a rischi molto maggiori.
Risulta quindi necessario rendersi conto che anche negli ambienti scolastici vi sono
rischi d'infortunio e non riguardano soltanto gli altri ma coinvolgono tutti
direttamente.
Cadute e scivolamenti
Cadute e scivolamenti sono le voci responsabili di circa la metà di tutti gli incidenti
che avvengono negli ambienti scolastici.
I dati ci informano che la maggior parte degli scivolamenti avvengono in piano e
non da quote più alte.
Cause principali sono:
oggetti fissati al pavimento (come le colonnine per l'allacciamento elettrico e
telefonico
oggetti depositati a terra (borse, scatole, ecc.)
oggetti scivolosi caduti sul pavimento (cartellette di plastica, piccoli coperchi,
floppy disk, ecc.)
sedie usate in modo errato (su due gambe, salendoci sopra con i piedi,
spostamenti a spinta sulle sedie munite di rotelle, ecc.).
Urti e schiacciamenti
I motivi per cui accadono questi tipi d'incidente derivano soprattutto da:
a) Limitazione degli spazi di movimento:
ante degli armadi e cassetti aperti
tentativo di chiusura di ante e cassetti con il ginocchio o con il corpo.
b) Procedure scorrette di lavoro:
tentare di chiudere i cassetti afferrandoli per il bordo invece d'impugnare la
maniglia,
aprire più cassetti di un classificatore provocandone il ribaltamento.
c) Dimenticanza dell'esistenza della forza di gravità;
disporre oggetti pesanti nei ripiani alti degli armadi o sopra gli armadi o sopra i
classificatori
apertura violenta di cassetti privi della battuta d'arresto
armadi e scaffalature non ancorate al muro.
Le rampe delimitate da 2 pareti devono essere munite di almeno un corrimano
Scale Manuali (art. 18 DPR 547/55)
Devono essere costruite con materiale adatto alle condizioni di impiego.
Devono essere sufficientemente resistenti nell'insieme e nei singoli elementi.
Devono avere dimensioni appropriate al loro uso.
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Ferite da taglio
Le cause principali sono:
a) Condizioni tecniche di pericolo, che possono essere riscontrate in ambienti,
mobili, macchine, attrezzature e materiali:
mobili metallici con spigoli vivi e taglienti (armadi, scrivanie, cassetti, tavoli per
macchine da scrivere, computer, stampanti)
taglierine con lama non protetta.
b) Comportamenti pericolosi, che riguardano l'utilizzo degli ambienti, della
macchine, delle attrezzature e dei materiali; ad evitare rischi d'incidente sono
sufficienti alcune precauzioni:
non riporre alla rinfusa oggetti appuntiti nei cassetti della scrivania
forbici e tagliacarte devono avere le punte arrotondate ed essere riposte nelle
loro custodie e non devono essere collocate nel contenitore delle penne e
matite
non infilare le mani all'interno di fotocopiatrici, macchine da scrivere, etc.
06 Manipolazione manuale di oggetti
1. (C)(1.2)-I comportamenti pericolosi possono essere evitati osservando alcune
semplici precauzioni:
riporre gli oggetti taglienti e/o appuntiti in modo ordinato e con adeguate
protezioni;
non infilare le mani all’interno di fotocopiatrici, macchine per scrivere,
stampanti, ecc.;
utilizzare forbici e tagliacarte con punte arrotondate.
I materiali di vario genere (scatole, casse, pacchi, risme di carta, etc.) che risultano
soggetti a manipolazione, possono esporre i lavoratori a rischio di lacerazioni nonché
a schiacciamenti per cadute accidentali; è quindi necessario adottare idonei
sistemi che impediscano il contatto diretto (ove necessario), e/o che riducano le
conseguenze in caso di caduta degli oggetti manipolati.
La movimentazione manuale prevede tutte le operazioni di trasporto, comprese le
azioni del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico.
La movimentazione manuale senza ausili di alcun genere, deve essere limitata ai
carichi di peso contenuto (nelle migliori condizioni di presa e movimentazione: max
30 kg per gli uomini e max 20 kg per le donne, salvo particolari prescrizioni per
patologie in corso).
Nel caso in cui la necessità di movimentazione manuale dei carichi ad opera dei
lavoratori non può essere evitata, devono essere adottati accorgimenti al fine di
limitare il più possibile i relativi rischi.
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07 Immagazzinamento di oggetti
L'immagazzinamento di oggetti deve essere effettuato secondo criteri o disposizioni
predefinite.
Ciò porta a limitare situazioni di rischio che possono essere identificate in:
rischio di urti o collisioni con oggetti, o parti di essi, collocati orizzontalmente;
rischio conseguente all'immagazzinamento, nello stesso locale, di prodotti
infiammabili e prodotti combustibili;
rischio conseguente a cadute di materiali immagazzinati verticalmente, o
mediante impilamento su superfici instabili o disomogenee;
rischio conseguente alla riduzione delle vie di transito e di fuga, per collocazione
permanente o momentanea di materiali o utensili fuori dalle aree predisposte, o
per assenza di queste ultime.
La normalizzazione delle situazioni di rischio può essere ottenuta anche con mezzi
poco dispendiosi, o con dei semplici accorgimenti quali ad esempio:
proteggendo gli estremi degli elementi di forma lineare immagazzinati
orizzontalmente, ovvero segnalandone adeguatamente la sporgenza;
adottando supporti adeguati, e definendo in via preliminare modalità di
stoccaggio che tengano conto del genere e della forma dei materiali, al fine di
evitare l'impilamento in condizioni di precaria stabilità;
delimitando le aree destinate all'immagazzinamento dei materiali, vietandone la
collocazione al di fuori di esse;
indicando la portata massima ammissibile delle scaffalature.
08 Impianto elettrico
1. (B)(3.1)-Garantire il funzionamento del sistema d’allarme per l’evacuazione
anche in caso d’interruzione della corrente elettrica.7
2. (B)(3.1)-Individuare l'interruttore generale, posto in posizione segnalata, che
permetta di togliere tensione all’impianto elettrico dell’attività; tale
interruttore deve essere munito di comando di sgancio a distanza, posto
nelle vicinanze dell’ingresso o in posizione presidiata.8
7 Verificare il funzionamento in particolari di:
campanello d’allarme
sistema audio interno
rete telefonica interna
8 Gli impianti elettrici, in tutte le loro parti costitutive, devono essere costruiti, installati e sottoposti
a manutenzione in modo da prevenire sia i pericoli derivanti da contatti con gli elementi sotto
tensione, sia i rischi d'incendio e di scoppio derivanti da eventuali anomalie di funzionamento
durante il normale esercizio (art. 267 DPR 547/55).
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3. (C)(2.1)-Conservare presso la Direzione Didattica la documentazione
tecnica che l'impresa installatrice deve obbligatoriamente rilasciare.9
4. (B)(3.1)-Adeguamento e verifica dell’impianto elettrico di tutto il complesso
con acquisizione della dichiarazione di conformità (L.46/90) e progetto
dell’impianto. (solo l’impianto della Centrale Termica e parte della palestra
risulta certificato)
5. (B)(3.1)-Installazione della messa a terra secondo quanto previsto dalla
normativa vigente ed inoltro della relativa denuncia all’ISPESL.
11 Apparecchi di sollevamento
1. (AA)(3.1)-Acquisire agli atti la Licenza di d’Impianto e d’Esercizio
dell’ascensore installato (da rilasciarsi su collaudo da parte dell’ISPESL);
acquisire collaudo ai sensi del DPR 162/99.
13 Rischi di incendio ed esplosione
1. (B)(3.1)-Verificare i materiali presenti e la relativa classe in tutti i locali
secondo quanto previsto dall’art 3.1 del DM 28/8/92.10
2. (A)(3.2)-Acquisire il C.P.I. relativo a tutto l’edificio per l’attività (secondo il
D.M. 16/02/1982) n° 85 (scuola con oltre 100 persone presenti) n° 91 (centrale
termica con potenzialità superiore a 116 KW).11
3. (A)(3.3)-Collocare l'archivio cartaceo in locale idoneo compartimentato12
9 Conservare la documentazione attestante la conformità dell'impianto elettrico dei locali
(Dichiarazione di Conformità alla Legge 46/90), nonché la certificazione relativa alla "Verifica di
Messa a Terra" (Mod. B) e di "Verifica da Scariche Atmosferiche" (Mod. A).
Al riguardo occorre tenere presente che l'impianto di terra è soggetto a verifica biennale (da
effettuare tramite un tecnico abilitato); tale documentazione, recente o aggiornata, dovrà
essere spedita alla USL di competenza.
10 In particolare i tendaggi, gli arredi ed i rivestimenti presenti
11 Il Certificato di Prevenzione Incendi rilasciato in data 1/10/75 è scaduto il 1/9/78 e deve essere
rinnovato.
12 L’archivio attuale non risulta compartimentato (installare porta REI 120 e adeguare pareti); se
non si prevede la ricollocazione dello stesso in locale idoneo, installare presso l’archivio esistente
dei rilevatori di fumo.
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4. (A)(3.2)-Compartimentare l’alloggio del custode posto al piano
seminterrato ed eliminare il collegamento esistente tra la scuola e la mensa
(gestita da ditta esterna in appalto).13
5. (B)(3.1)-Impedire la possibilità dell'innesco d'incendi con atti vandalici nei
depositi ed archivi.14
6. (B)(3.1)-Limitare lo stoccaggio di carta nei locali
7. (B)(2.2)-Individuare un idoneo magazzino per lo stoccaggio degli arredi in
disuso.15
8. (A)(3.2)- Installare gli estintori della centrale termica all’esterno in posizione
segnalata e facilmente accessibile.
9. (A)(3.2)-Procedere alla verifica di funzionamento degli idranti e sostituzione
delle manichette16
15 Rischio chimico
1. (C)(2.1)-Acquisire le schede e procedure di sicurezza e di uso dei prodotti
utilizzati (es. formaldeide, candeggina).
16 Esposizione ad agenti chimici
1. (C)(2.1)-Al fine di evitare un contatto accidentale con le sostanze chimiche
o una esposizione ai vapori prodotti dalle sostanze utilizzate occorrerà
prevedere l’utilizzo di sostanze e di prodotti chimici di provenienza certa
(verificare schede tossicologiche al momento dell’acquisto o quanto meno
verificare che i prodotti utilizzati siano etichettati e sigillati).
13 Verificare le separazioni ed installare una porta di tipo REI 120
14 Prevedere barriere nel sottoporta (ad esempio con piccoli gradini o altro.
15 Procedere allo smaltimento delle attrezzature in disuso non più utilizzabili, al fine di ridurre lo
spazio necessario per il magazzino; liberare il corridoio che conduce all’alloggio del custode e
limitare il relativo carico d’incendio.
16 Gli idranti risultano obbligatori nelle scuole di tipo superiore alla 0 secondo il DM 26/8/92 e non
sono sostituibili unicamente con estintori.
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19 Ventilazione
1. (C)(2.1) - Apporre cartelli per divieto di fumo. (Direttiva del Presidente del
Consiglio dei Ministri 14 Dicembre 1995)
20 Climatizzazione locali di lavoro
Nulla di rilevante
21 Esposizione a rumore
1. (AA)(2.1)-Predisporre apposita autocertificazione.17
23 Microclima termico
1. (C)(1.2)-Garantire all’interno dei locali i valori di temperatura
“confortevoli”. (Si consiglia di fare riferimento ai valori riportati nella Tabella
1) TABELLA 1: Standard prestazionali termoigrometrici e di rinnovo dell’aria
individuati per gli uffici
INVERNO ESTATE
temperatura umidità rel. ricambi vel. aria temperatura umidità rel. ricambi
18-20 °C 4555 n 1.5 0.15 m/s t 5060 n 1.5
- Note = valori tipicamente previsti dai Regolamenti Comunali d’Igiene
t = è ammesso un raffreddamento massimo di 7°C dalla temperatura esterna
(Riferimenti tecnici: Reg. Com. d’Igiene, UNI 5104/63 con FA 1/91, DM 18/12/75, DM 18/05/76)
26 Illuminazione
1. (C)(2.1) - Prevedere la sostituzione dei corpi illuminanti al neon con altri dotati
di guscio anticaduta.
1. (C)(1.1)-Garantire un livello di illuminazione adeguato come indicato nella
Tabella 218
17 La valutazione può essere redatta in forma di autocertificazione del Sindaco se l’esposizione ai
rumori si presume non superi gli 80 db.
A norma dell’art. 10 DPR 277/91, il legale rappresentante sottoscrive un’autodichiarazione
attestante l’inesistenza dei rischi potenziali, dovuti alla rumorosità ambientale, rientranti nella
casistica definita dal suddetto Decreto.
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TABELLA 2: Livelli di illuminamento consigliati per luoghi di attività e tipi di compi visivi
Gamme di illuminamento Tipi di compiti visivi o luoghi di attività
(lux)
20 30 50 Aree esterne adiacenti agli ingressi
50 75 100 Aree di transito o per soste di breve periodo
100 150 200 Lavori saltuari, come ad esempio sorveglianza; aree di deposito,
atri, corridoi, scale, guardaroba
150 200 300 Lavori occasionali in industrie automatizzate
200 300 500 Lavori con esigenze visive semplici, ad esempio lavorazioni
grossolane a macchina; auditori
300 500 750 Lavori con esigenze visive medie, ad esempio su macchine utensili,
sale di controllo, uffici
500 750 1000 Lavori con elevate esigenze visive, ad esempio cucitura, ispezione,
e prova materiali; sale da disegno
750 1000 1500 Compiti visivi con dettagli critici, ad esempio lavori di meccanica
fine ed esame dei colori
1000 1500 2000 Compiti visivi con speciali requisiti, ad esempio, incisione a mano e
verifica di lavori di alta precisione
> 2000 Compiti visivi di eccezionale difficoltà, ad esempio assemblaggio di
componenti elettronici miniaturizzati e interventi chirurgici
27 Carico di lavoro fisico
1. (B)(2.2) - Predisporre un adeguato programma per l’addestramento del
personale interessato volto ad evitare posture scorrette.
2. (B)(2.2) - Evitare posizioni scorrette della colonna vertebrale durante le
lavorazioni.
3. (B)(3.1) - Ridurre lo sforzo fisico aggravato dalle posture incongrue.
4. (B)(2.2) - Adottare un sistema di pulizia dei vetri nella parte esterna sicuro (ad
esempio appaltando tale lavoro a una ditta esterna specializzata); mentre
per la pulizia interna occorrerà fornire mezzi di pulizia che permettano di
pulire senza dover fare uso di scale o cavalletti.
18 Non si rilevano attualmente particolari carenze nell'illuminazione presente
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28 Carico di lavoro mentale
1. (C)(1.2)-Verificare il carico di lavoro in funzione della pianta organica
approvata.
29 Lavoro ai videoterminali
1. (B)(2.2)-Adattare gli elementi che compongono la postazione di lavoro al
video terminale alle caratteristiche antropometriche degli operatori;19
33 Formazione
34 Informazione
35 Partecipazione
19 ·
Tavolo di dimensioni adeguate alle necessità operative; altezza regolabile, con adatto
spazio per gli arti inferiori, di colore neutro opaco.
· Sedia con sedile anatomico regolabile in altezza; con schienale regolabile in altezza,
inclinazione, profondità, al fine di favorire il sostegno del tratto lombare della colonna vertebrale;
con basamento a cinque razze munite di rotelle.
· Tastiera separata dal video, mobile, di spessore contenuto, di colore neutro opaco;
posizionata ad adeguata distanza dal bordo del tavolo, per consentire una posizione
confortevole degli avambracci
· Monitor girevole , ad altezza ed inclinazione regolabili, luminosità e contrasto regolabili e
caratteri ben leggibili; posizionato a 90° rispetto alle finestre e situato in modo da non obbligare
l’operatore ad una visione nella posizione di sguardo laterale o verso l’alto.
La distanza di lettura deve essere di 50-70 cm.
La frequenza di formazione dell’immagine di 50 Hertz.
· Schermo anti-riflesso: Fra i vari tipi di filtri anti-riflesso per videoterminali presenti sul
mercato, si ritiene che quelli in vetro ottico abbiano le migliori caratteristiche. I filtri in vetro ottico
presentano un elevato potere anti-riflesso ed aumentano, allo stesso tempo, il contrasto e la
risoluzione dell'immagine, riducendo anche le oscillazioni luminose dei caratteri (flicking).
Inoltre tali filtri, se collegati a terra, limitano o annullano l’accumulo di cariche
elettrostatiche.
Tuttavia si ricorda che tutti gli schermi anti-riflesso assorbono parte della luce emessa dal monitor,
riducendo la luminosità dei caratteri.
L'opportunità della installazione di questi filtri va quindi valutata nell'ambito della complessiva
messa a punto delle ottimali condizioni di illuminazione ambientale.
· Portadocumenti mobile o inclinabile, posto alla stessa distanza dagli occhi dello
schermo; documenti ben leggibili scritti su carta opaca.
· Pedana poggiapiedi necessaria per il mantenimento di una postura seduta fisiologica, la
quale è caratterizzata da una distribuzione del peso corporeo per il 16% sulle superfici plantari.
A tale fine, la pedana poggiapiedi, dovrebbe essere adattabile all'altezza dell'operatore.
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1. (C)(1.2)-Predisporre l’informazione e la formazione del lavoratore (con
particolare attenzione alla gestione delle emergenze in generale).20
2. (C)(1.2)-Effettuare periodicamente delle riunioni per informare i lavoratori di
eventuali pericoli per la salute.
3. (C)(1.1)-Predisporre l’adeguata preparazione del Rappresentante dei
Lavoratori per la Sicurezza con un corso di almeno 36 ore a carico del
datore di lavoro.
4. (C)(1.1)-Prevedere interventi che incentivino la partecipazione dei lavoratori
volta al miglioramento dei luoghi di lavoro.
5. (C)(1.1)-Affiggere un estratto delle principali norme di legge in materia di
sicurezza.21
36 NORME E PROCEDIMENTI DI LAVORO
1. (C)(1-1) – In caso di affidamento all’interno dei luoghi che si configurano
20 In particolare verificare che sia attuata una sessione di addestramento per alcuni lavoratori da
incaricare della prevenzione incendi.
21 In particolare per i bidelli anche riguardo l’uso dei prodotti per le pulizie.
L'informazione e la formazione hanno un'importanza centrale nel quadro di prevenzione dettato
dal D.Lgs. 626/94.
L'informazione deve riguardare sia i rischi e le misure di prevenzione relativi alla specifica attività
o mansione che viene assegnata ad ogni lavoratore, sia quelli relativi all'impresa in generale.
E' opportuno quindi programmare gli interventi di informazione, attraverso la predisposizione di
strumenti che assicurino la più alta efficacia verso i destinatari, quali documentazioni, avvisi,
riunioni, etc.
Per quanto riguarda la formazione si devono considerare i destinatari finali delle varie azioni e, in
particolare, si deve ottemperare a quanto di seguito indicato:
Formazione per i lavoratori con riferimento al posto di lavoro ed alle mansioni specifiche; deve
essere effettuata all'assunzione e in occasione di trasferimenti, cambi di mansione, introduzione
di nuove tecnologie. L'azione di formazione deve essere inoltre ripetuta con l'evoluzione dei
rischi.
Formazione per il Rappresentante della Sicurezza; al riguardo le tematiche della formazione
interessano, in particolare, la natura dei compiti affidati.
Formazione particolare deve essere assicurata ai lavoratori incaricati delle attività di lotta
antincendio, evacuazione e pronto soccorso.
I contenuti dell'informazione e della formazione devono essere particolarmente definiti per i
lavoratori:
che utilizzano le varie attrezzature di lavoro (artt. 37 e 38 del D.Lgs. 626/94)
addetti alla movimentazione manuale dei carichi (art. 49 del D.Lgs. 626/94)
addetti ai videoterminali (art. 56 del D.Lgs. 626/94)
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come ambiente lavorativo per i dipendenti scolastici, ad imprese
appaltatrici o lavoratori autonomi occorre:
a. verificare anche attraverso l’iscrizione alla Camera di Commercio,
Industria ed Artigianato, l’idoneità tecnico professionale delle imprese
appaltatrici o lavoratori autonomi in relazione dei lavori da affidare in
appalto o contratto d’opera.
b. Fornire agli stessi soggetti dettagliate informazioni sui rischi specifici
esistenti nell’ambiente in cui sono destinati ad operare e sulle misure di
prevenzione e di emergenza adottate in relazione all’attività svolta nei
singoli siti;
c. Cooperare all’attuazione delle misure di prevenzione e protezione dai
rischi sul lavoro incidenti sull’attività lavorativa oggetto dell’appalto;
d. Coordinano gli interventi di protezione e prevenzione dai rischi cui sono
esposti i lavoratori, informandosi reciprocamente anche al fine di
eliminare rischi dovuti alle interferenze tra i lavori delle diverse imprese
coinvolte nell’esecuzione dell’opera complessiva o nel servizio da
svolgere
37 Manutenzione e collaudi
1. (C)(1.1)-Prevedere la manutenzione periodica (e sostituzione programmata
a cadenza almeno biennale) dei corpi illuminanti al neon al fine di evitare il
calo del loro rendimento (che raggiunge anche il 30%), la riduzione quindi
del livello di illuminazione e l’effetto di vibrazione.
2. (C)(2.1)-Verificare, con cadenza periodica, le lampade dell’illuminazione di
emergenza.
3. (C)(2.1)-Curare la manutenzione delle attrezzature (con particolare
riferimento ai collegamenti elettrici ed alle protezioni).
4. (C)(2.1)-Adottare programma di verifica degli impianti di messa a terra
adeguato alle normative .
5. (AA)(3.1)-Reperire tutta la documentazione tecnica ed amministrativa
relativa sia all’impianto termico che alla ditta incaricata del suo esercizio, in
ottemperanza a quanto richiesto dal DPR 412/93
6. (C)(1.1)-Predisporre la manutenzione dei campanelli collegati alla suoneria
del telefono.
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7. (C)(1.1)-Prevedere la sostituzione degli infissi della scuola, in quanto non
permettono una chiusura ermetica dei locali, con conseguenti infiltrazioni
d’aria.
8. (B)(3.1)-Prevedere la manutenzione periodica semestrale degli estintori con
contratto con ditta specializzata.
38 Dispositivi di protezione individuale (D.P.I.)
1. (C)(1.1) - Provvedere affinché i lavoratori partecipino alla scelta dei D.P.I.,
direttamente o attraverso i loro rappresentanti.
2. (B)(1.3)-Prevedere l’utilizzo dei seguenti Dispositivi di Protezione Individuale
(D.P.I.)22
39 Emergenza, Pronto Soccorso
1. (AA)(3.1)-Individuare i lavoratori incaricati dell’attuazione delle misure di
prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei lavoratori in
caso di pericolo grave e immediato, di salvataggio di pronto soccorso e,
comunque, di gestione dell'emergenza;
2. (C)(2.1)-Installare targa con numeri telefonici utili presso il telefono.
3. (C)(2-1)-Collocare il materiale di pronto soccorso in armadietto chiuso e
facilmente individuabile.
4. (A)(3.2)-Garantire la praticabilità del percorso d’esodo esterno verso le aree
di raccolta a lato della palestra (area sportiva)23
22 I dispositivi minimi di protezione individuale (D.P.I.) che devono essere messi a disposizione dei
lavoratori sono i seguenti:
Bidelli
·grembiuli in cotone;
·grembiuli idrorepellenti;
·guanti di gomma e guanti in lattice.
·calzature con suola in gomma antisdrucciolo.
Tecnici degli altri laboratori
·occhiali
·camice
·guanti in lattice
23 Si è rilevata lungo la via d’esodo esterna, la presenza di una rete con cancello che rende
impraticabile l’accesso ai punti di raccolta dell’area sportiva.
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VALUTAZIONE DEI RISCHI
Rev. 01 del
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40 Sorveglianza sanitaria
Si ricorda che gli obblighi di sorveglianza sanitaria relativi alla valutazione in
oggetto sono in relazione a:
presenza di sostanze di cui al DPR 303/56;
movimentazione carichi D.Lgs., 626/94;
vaccinazioni obbligatorie.
Il piano di controlli sanitari è a cura del medico competente.
Possibili danni alla salute:
patologia della colonna vertebrale da postura scomoda e scorretta;
dermatite irritativa, allergica, peggiorate dall’azione macerante dell’acqua;
infezioni (epatite B e C);
disturbi a carico dell’apparato osteoarticolare (artrosi) e disturbi circolatori
(vene varicose) e all’arto superiore (tendinite);
allergie respiratorie (es. per prodotti spray).
Difficoltà visive
NB: allegare la relazione a cura del Medico Competente circa la sorveglianza sanitaria dei dipendenti dell’ente.
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Per quanto riguarda gli interventi da effettuare in relazione alle azioni correttive
indicate nella presente relazione, si ritiene che la definizione delle priorità debba essere oggetto di valutazione del Datore di Lavoro (leggasi Direttore Didattico), secondo le esigenze temporali ed economiche del Circolo
Didattico interessato.
Tuttavia si ritiene doveroso segnalare, quali prioritari, gli interventi necessari
all'adeguamento alle prescrizioni della normativa precedente al D.Lgs. 626/94,
che prevede specifiche sanzioni in caso di violazione.
A seguito del presente documento dovrà darsi luogo all’adeguamento dell’immobile, secondo le priorità sopraindicate ed alle scadenze da stabilirsi.
Lecco, Lì 17/3/2003
Il Datore di Lavoro Il Responsabile del S.P.P.
Il Medico Competente Visto: Il Rappresentante dei lavoratori