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1 “Professione infermieristica e professioni sanitarie: consulenza ricerca, formazione. Informazione, comunicazione professionale - utilizzo dell’informatica” GoriziaMonfalcone, 89 maggio 2007 V. Fascio 2007 2 Benvenuti! Benvenuti! V. Fascio 2007 3 Benvenuti! V. Fascio 2007 4 “La Consulenza Infermieristica” Collegio Ipasvi di Gorizia - AIOL 8-9 Maggio 2007 CPSE/Afd Dott. Valter Fascio Prof. a.c. Università Amedeo Avogadro V. Fascio 2007 5 Premessa L’analisi del contesto sanitario odierno impone una riflessione approfondita e sistematica su come il personale che eroga assistenza possa dedicarsi alla risposta ai bisogni manifestati dal paziente. Il contesto assistenziale deve essere analizzato attraverso i tre attori dell’assistenza: • l’utente • il professionista • l’organizzazione V. Fascio 2007 6 L’utente che si trova a dover utilizzare il sistema sanitario è sempre più informato, legge, utilizza i mezzi informatici e ha dalla propria parte associazioni che lo supportano e dalle quali attinge ulteriori informazioni. In genere queste associazioni operano anche all’interno dell’organizzazione sanitaria quali organismi privilegiati per la rilevazione e il miglioramento della qualità dei servizi erogati al cittadino, promuovono e favoriscono la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali aziendali e si offrono come strumento di collegamento fra la struttura erogante e l’utente.

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“Professione infermieristica e professioni sanitarie: consulenza ricerca, formazione. Informazione,

comunicazione professionale - utilizzo dell’informatica”

Gorizia‐Monfalcone, 8‐9 maggio 2007

V. Fascio 2007 2Benvenuti!

Benvenuti!

V. Fascio 2007 3

Benvenuti!V. Fascio 2007 4

“La Consulenza Infermieristica”

Collegio Ipasvi di Gorizia - AIOL8-9 Maggio 2007

CPSE/Afd Dott. Valter FascioProf. a.c. Università Amedeo Avogadro

V. Fascio 2007 5

PremessaL’analisi del contesto sanitario odierno  impone una  riflessione  approfondita  e  sistematica  su come  il  personale  che  eroga  assistenza  possa dedicarsi alla risposta ai bisogni manifestati dal paziente.  Il  contesto  assistenziale  deve  essere analizzato attraverso i tre attori dell’assistenza: 

• l’utente • il professionista• l’organizzazione

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L’utente che si trova a dover utilizzare il sistema sanitario èsempre più informato,  legge, utilizza  i mezzi  informatici  e ha dalla propria parte associazioni che lo supportano e dalle quali attinge ulteriori informazioni. 

In  genere  queste  associazioni operano  anche  all’interno dell’organizzazione  sanitaria  quali  organismi  privilegiati per la rilevazione e il miglioramento della qualità dei servizi erogati  al  cittadino,  promuovono  e  favoriscono  la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali aziendali e si offrono come strumento di collegamento fra la struttura erogante e l’utente.

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Il professionista che opera per  la  salute ha  il  compito di aggiornarsi  sulle  tematiche  che  riguardano  la  proprio attività (ECM)  ed  è al  contempo  chiamato  a  lavorare secondo  evidenze  provate  e  condivise  dal  mondo scientifico  internazionale.  Questo  comporta  conoscenza di  base,  studio  continuo,  confronto,  poiché utilizzare conoscenza  scientifica  serve  per  dare  risposte  efficaci  ai pazienti, diventa quindi fondamentale la continua analisi dei  processi  assistenziali  e  terapeutici  anche  perché la pratica  quotidiana  rivisitata  in  quest’ottica,  porta all’acquisizione  della  consapevolezza  che  la  troppa sicurezza  o  la mancanza  di  confronto  su  pratiche  date “per scontate” induce all’inadeguatezza delle prestazioni o  addirittura  ingenera  errori  che  non  possono  essere ritenuti accettabili. 

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L’organizzazione intesa  come  ente ha  l’obbligo preciso di coordinare  gli  altri  due  attori  in  funzione  delle  richieste dell’uno e delle risposte possibili proposte dal secondo con una attenzione particolare all’integrazione fra i ruoli.In un  contesto  come quello  sopra descritto può nascere  la proposta dell’attivazione della consulenza infermieristica.

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Utente, professionista, organizzazione...

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Dunque...a)  Non  si  può  parlare  di  consulenza  infermieristica se  i  nostri  processi  di  pianificazione  dell’assistenza  non  identificano  delle priorità, e non distinguono gli obiettivi  infermieristici versus quelli del cliente, il case management e la responsabilità dell’assistenza. 

b)  Gli  interventi  devono  essere  differenziati  a  seconda  che siano rivolti alle diagnosi infermieristiche o ai problemi collaborativi.

c) La valutazione dell’assistenza prestata è distinta da quella delle condizioni del cliente. 

d) Serve un’analisi dell’assistenza multidisciplinare e del sistema di pianificazione a tre livelli diretto a migliorare  l’utilizzazione clinica dei piani di assistenza senza un aumento della necessità di scrivere... 

(Carlo Calamandrei Coord. S.I. ASO Careggi Firenze ‐ Laura Rasero Tutor e docente Università degli Studi di Firenze)

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La nostra premessa è questa:

solamente  in  un  contesto  reale  come quello  sopra  descritto  può  nascere  una proposta  di  attivazione  della  consulenza infermieristica.

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Obiettivo della relazione

L’obiettivo della  relazione è quello di migliorare  la consapevolezza professionale  rispetto  alla  funzione di  consulenza  infermieristica  e  la  capacità di identificarne  alcune  caratteristiche,  prendendo anche  in  considerazione  le  attuali  diverse “accezioni” nell’uso  del  termine  e  alcuni  esempi  e  modalità d’implementazione operativa.

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Introduzione

Sul  tema  della  “consulenza  infermieristica”non c’è, purtroppo, ancora sufficiente chiarezza e  scarsa  è la  bibliografia  nazionale  di riferimento. 

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L’infermiere oggi ha l’obbligo giuridico e deontologico  di  contribuire  alla preparazione del personale di  supporto, colleghi  e  studenti  in  formazione. Ha  il dovere,  inoltre,  di  auto‐educarsi,  in modo da  essere  costantemente  in  grado di  “fornire  risposte  qualitativamente  idonee alle richieste”. 

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L’infermiere,  infatti,  per  quanto preparato,  non  può  essere  esperto in tutti i settori, mentre chi opera in settori  specialistici  può  mettere  a disposizione  le proprie competenzeprima all’utente e poi ai colleghi.

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L’infermiere  NEOFITA sovente  dimostra  conoscenze teoriche  non  ancora  verificate  nella  pratica,  poca flessibilità,  una  difficoltà a  distinguere  l’essenziale  dal secondario,  la pressante  necessità di  regole  e  procedure, dimostra  una  difficoltà a  cogliere  l’insieme  ed  è auto‐centrato.

L’infermiere ESPERTO sa  riconoscere  le  similitudini  e  le differenze,  agisce mirando  all’essenziale  si muove  nella complessità e  la  gestisce,  sa  decidere  nelle  situazioni  di incertezza valutando  i benefici e  le possibili conseguenze, è etero‐centrato. 

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Condizione  necessaria per  mettere  a disposizione  la  propria  esperienza  acquisita sul  campo e  con  la  formazione è la  creazione di un  gruppo di  infermieri  capaci di  attivare consulenze  infermieristiche  specialistiche  sia direttamente  presso  le  UU.OO (al  letto  del paziente),  sia  “on  line” per  mezzo  dello strumento internet.

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Il  fine,  primo  e  ultimo,  resta  quello  di  perseguire  obiettivi  di  appropriatezzaassistenziale per  specifici  ambiti,  patologie, prestazioni,  in  risposta  ai  bisogni  specifici della persona, con quella piena responsabilitàprofessionale che ci è oggi assegnata, che non è disgiunta dall’effettiva autonomia.

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Definizioni

La definizione di “consulenza”, dal vocabolario Zingarelli, è la seguente:

“Prestazione professionale di un consulente”.

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La definizione di “prestazione”, sempre dal vocabolario Zingarelli, è la seguente: 

“Opera od attività fornita da persone”.[Voce dotta, lat. Praestatione (m) ‘garanzia, 

responsabilità, pagamento’]

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La definizione di “consulente”: “Professionista o persona di provata capacità tecnica a cui ci si rivolge per avere informazioni e consigli nella materia di sua competenza”.

[Voce dotta dal lat. Consulente(m),part. pres. consulere ‘Riflettere’]

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Si parla di provata capacità tecnica:si tratta, quindi, di un professionista espertooppure di uno specialista?

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1) Esperto: colui che possiede una specifica e approfondita preparazione su determinati argomenti, in determinati campi.

2) Specialista: colui che attende ad un ramo speciale di una attività, una professione.(Esempio: Medico specializzato in un particolare ramo …).

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Nella Legge n° 43/2006il “professionista specialista” è: 

• Il possessore del master di I livello per le funzioni specialistiche rilasciato dall’Università ai sensi del Decreto MIUR n° 509/99 (art. 1)

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• Svolge attività che richiedono un elevato grado di esperienza e specializzazione, quali attivitàdidattiche, di staff, di studio, di ricerca” (art. 2)

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Una definizione di consulenza infermieristica è data dal: 

Gruppo Tecnico di Consulenza Infermieristica della A.S.S. n° 2 Isontina:

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“Fornire  informazioni  e  consigli  su metodiche  e  tecniche  infermieristiche nella materia di competenza, tramite un confronto  di  professionalità,  il  cui obiettivo  è il  cambiamento  per  un miglioramento dell’assistenza  (completa e di qualità) al paziente”

A.S.S. n° 2 Isontina

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Caratteristiche e riferimenti normativi

Il  ruolo  dell’infermiere  ècomprensivo  di  quattro funzioni…

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• Clinica: assistenza diretta. • Consulenza: per i colleghi delle 

Strutture Operative della propria e di altre aziende.

• Educativa: è la chiave per una corretta presa in carico del paziente coinvolgendo l’equipe infermieristica e di supporto

• Ricerca: permette di mantenersi costantemente aggiornato ed esperto

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L’infermiere

Da  un  punto  di  vista  deontologico  e giuridico,  l’infermiere  ha  l’obbligo  di contribuire alla preparazione del personale di  supporto,  dei  colleghi  e  di  quello  in formazione, e di auto‐educarsi, in modo da essere  costantemente  in  grado  di  “fornire risposte adeguate alle richieste”.

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• Legge 26 febbraio 1999, n. 42 Disposizioni in materia di professioni sanitarie

Il campo proprio di attività e di responsabilità delle professioni sanitarie di cui allʹarticolo 6, comma 3,  del  decreto  legislativo  30  dicembre  1992,  n. 502 (…), è determinato dai contenuti dei decreti ministeriali istitutivi  dei  relativi  profili professionali e  degli  ordinamenti  didattici  dei rispettivi  corsi  di  diploma  universitario  e  di formazione  post‐base  nonché degli  specifici codici  deontologici,  fatte  salve  le  competenze previste per le professioni mediche e per le altre professioni del ruolo sanitario 

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Profilo infermiere: Decreto n° 739/94

• Art. 4. L’infermiere  contribuisce alla  formazione  del  personale  di supporto  e  concorre  direttamente all’aggiornamento  relativo  al proprio profilo professionale e alla ricerca.

V. Fascio 2007 33

• Art. 5. La  formazione  infermieristica post‐base per  la pratica  specialistica èintesa  a  fornire  agli  infermieri  di assistenza  generale  delle  conoscenze cliniche  avanzate  e delle  capacità che permettano  loro  di  fornire  specifiche prestazioni infermieristiche nelle aree:

a) sanità pubblicab) pediatriac) salute mentale‐psichiatriad) geriatriae) area critica

V. Fascio 2007 34

Codice Deontologico dell’infermiere 1999 3. Norme generali

• 3.1. Lʹinfermiere aggiorna le proprie conoscenze attraverso  la  formazione  permanente, la riflessione critica  sullʹesperienza  e  la  ricerca, al  fine di migliorare la sua competenza.

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• Lʹinfermiere  fonda  il  proprio  operato  su conoscenze  validate e  aggiornate,  così da garantire  alla persona  le  cure  e  lʹassistenza più efficaci.

• Lʹinfermiere  partecipa  alla  formazione professionale,  promuove  ed  attiva  la  ricerca,cura  la  diffusione  dei  risultati, al  fine  di migliorare lʹassistenza infermieristica.

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3.2. Lʹinfermiere  assume  responsabilitàin  base  al  livello  di  competenza raggiunto  e  ricorre,  se  necessario,allʹintervento  o  alla  consulenza  di  esperti. Riconosce che lʹintegrazione è la migliore possibilità per  far  fronte  ai  problemi dellʹassistito;  riconosce  altresì lʹimportanza di  prestare  consulenza,  ponendo  le  proprie conoscenze  ed  abilità a  disposizione  della comunità professionale.

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“L’infermiere deve improntare la sua professionalità alla ricerca del 

miglioramento delle proprie conoscenze. Vivere questa “tensione” non solo verso gli altri ma anche verso se stesso”. 

(Bassetti, 1987)V. Fascio 2007 38

L’infermiere può essere espertoin tutti i settori?

Chi  opera  in  settori  specialistici  ha  acquisito  una specificità tale per poter dare prestazioni altamente qualificanti,  mettendo  a  disposizione  le  proprie conoscenze  prima all’utente che ne ha la necessitàe poi agli altri operatori.

(Tonelli & al., 2001).

V. Fascio 2007 39

Per  le molteplici  funzioni    che  l’infermiere svolge, le caratteristiche professionali che lo contraddistinguono sono rappresentate dal:

• sapere• saper fare• saper essere e…• saper divenire 

V. Fascio 2007 40

L’utenza è molto varia:

• Cittadini• Colleghi• Studenti• Altri professionisti

L’Utenza

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L’infermiere  si  ritrova  ad  agire, perciò,  all’interno  di  un’area molto  vasta,  con  notevoli possibilità di  interazione con  le persone  e  di  approfondimento delle proprie conoscenze.

V. Fascio 2007 42

Ma allora... Consulenza o counseling?

• Il  Counseling,  termine  inglese  non perfettamente  traducibile  in  ʺconsulenzaʺ, indica  uno  scambio  comunicativo  tra  un professionista,  il counsellor, e un cliente che si trova  in difficoltà e  che porta  implicitamente una domanda di cambiamento specifica.

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V. Fascio 2007 43

… il suo significato si pone in uno spazio  intermedio  tra due  concetti correlati ma distinti: la consulenza e la relazione d’aiuto. Il counseling è, in effetti,  una  consulenza  allʹinterno di una relazione d’aiuto. 

V. Fascio 2007 44

La  consulenza è un  intervento del quale sono messe in gioco le competenze  specifiche  di  un professionista.

V. Fascio 2007 45

Una  relazione  d’aiuto è invece  un processo  del  quale  un  soggetto attraverso  lʹofferta di  tempo,  attenzione e  rispetto,  talvolta  col  sostegno  di specifiche  metodologie,  aiuta  un  altro che  è in  difficoltà a  ritrovare  risorse  e modi  per  condurre  produttivamente  la sua esistenza.

V. Fascio 2007 46

Il  counseling è una  metodologia trasversale a tutte le professioni che prevedono  la  relazione  tra persone come  caratteristica  essenziale  in termini  decisionali  ed  applicativi allo svolgimento dellʹattività.

V. Fascio 2007 47

• L’attività dell’infermiere  non  può esimersi dal basarsi  su quella  che  èla relazione d’aiuto.

• L’attività di  consulenza  è soprattutto insita  nelle  basi  normative  che regolano la nostra professione.

V. Fascio 2007 48

… quando l’infermiere fa (o può fare) consulenza

... e quando, invece, si può parlare di counseling?

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V. Fascio 2007 49

La figura del counselor è creata seguendo corsi  specifici,  ma  è ragionevole auspicare  che  l’infermiere  si  renda conto  di  quanto  questa  attività sia, fondamentalmente, vicina alla propria e quanto  possa  essere  interessante pensare  a  questa  nuova  ed  accessibile frontiera. 

V. Fascio 2007 50

Un modello teoricodi consulenza

Occorre,  inoltre,  creare  team  di  infermieri capaci  di  attivare  consulenze infermieristiche specialistiche presso:

• A) Ospedale/UU.OO. (al letto del paziente)• B) Tra pari• C) On line (tramite Internet)

V. Fascio 2007 51

Ritorniamo alla nostra premessa iniziale...

Un indagine eseguita da ANIN sull’applicazione di linee guida e metodologie organizzative, indica come premessa fondamentale i seguenti indirizzi:

• Avere ed applicare dei modelli assistenziali• Pianificare in maniera scientifica il lavoro quotidiano• Esprimere autonomia professionale • Evidenziare la capacità dei risultati• Assumersi le responsabilità dei risultati

(C. Spairani, 2003)

V. Fascio 2007 52

Se  il  professionista  infermiere  fosse  accreditato  sulla performance professionale,  l’attenzione  non  si limiterebbe agli aspetti esecutivi, ma anche:

• Scegliere le migliori opzioni• Scegliere i presidi adeguati al quadro clinico• Rispettare le norme di sicurezza per non provocare 

danni• Compiere prestazioni successive ad una pianificazione 

assistenziale• Comunicare con il paziente

(N. Boni, T. Lavalle & al. 2003)

V. Fascio 2007 53

Come attuare la consulenza dipende anche dal quadro concettuale...

• Accreditare  il  professionista  che  ha  concluso  il curriculum  formativo  (Es. Master?)  con  una certificazione  della  formazione  base e  una certificazione  del  livello  di  competenzeraggiunto e potenziale

• A questo punto  la metodologia, gli strumenti,  il campo o  oggetto  della  consulenza  si  possono delineare...

V. Fascio 2007 54

Il passaggio da consulenze di carattere informale tra  infermieri  che  “si  conoscono” a  una consulenza‐liaison  infermieristica  “ufficiale” e programmata  in  seno  all’azienda  è un’esigenza non  solamente  sentita  da  più parti,  bensì un preciso dovere deontologico e giuridico.

(Calamandrei, 2002)

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V. Fascio 2007 55

Ma  a  questo  punto  è lecito  chiedersi  se  la consulenza  è una  novità,  e  quale  potrebbe essere  una  esemplificazione  dell’applicazione della consulenza infermieristica...

La  novità risiede  nello  strutturare  in  modo organizzato  la prestazione  infermieristica, nella progettualità e nello sviluppo organizzato della consulenza.

V. Fascio 2007 56

Consulenza al paziente in ospedale:

Il  servizio  deve  essere  sempre riconosciuto  dalla  Direzione Sanitaria,  la  quale  accredita  anche gli infermieri su base volontaria.

V. Fascio 2007 57

• Infermieri  accreditati  sono  richiesti dai reparti  o  a  domicilio  direttamente  al letto  del  paziente,  quando  ci  sono problemi assistenziali complessi, situazioni difficili,  che  non  riescono  ad  essere risolte:  un  consiglio,  un  approccio diverso  è importante  per migliorare  o cambiare la situazione

V. Fascio 2007 58

Consulenza infermieristica intesa come:

• Prestazione tecnica • Addestramento sul campo del collega • Educazione del paziente e/o dei familiari • Valutazione • Supervisione ai colleghi 

V. Fascio 2007 59

Esiste una relazione fra consulenza e formazione?

La competenza dell’infermiere consulente richiede formazione e aggiornamento continuo nello  specifico della prestazione di consulenza 

Quali effetti possono scaturire da una buona consulenza in ospedale?

• Maggiore sicurezza per il paziente/colleghi • Maggiore autonomia per il paziente e la famiglia 

V. Fascio 2007 60

I  dati sul  numero  di  consulenze eseguite,  i  risultati  ottenuti,  vanno documentati e utilizzati ai fini:

‐ amministrativi‐ statistici ‐ di ricerca

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V. Fascio 2007 61

Risulta  molto  complicato  e  impersonale  fare consulenza ospedaliera di questo  tipo a  livello informatico,  ma  perfino  una  semplice informazione la  si  può  anche  fornire  così,  e tutte  le  richieste  si  possono  inviare  con l’intranet aziendale.

V. Fascio 2007 62

“Quale infermiere è accreditabile come esperto nella materia?”

• Il possessore di certificato Master o Perfezionamento?

• Il professionista con 15‐20 anni di attività nel settore?

• Il professionista che può dimostrare la propria attività di “continuoslearning” nel settore?

V. Fascio 2007 63

e ancora...

• Il docente universitario nella disciplina e/o in corsi di formazione accreditati?

• Il coordinatore di U.O.S., U.O.C., Dipartimento?

• Il membro del direttivo di organi istituzionali professionali (Presidenti‐Vice presidenti)?

V. Fascio 2007 64

… Basta  uno  di  questi  titoli,  un mix, oppure  necessita  il  possesso  di  tutti quanti?

V. Fascio 2007 65

Oggi abbiamo una prima risposta...24/01/2006 19:07 24/01/2006 19:07 ‐‐ SANITAʹ: ROCCO (IPASVI), VIA LIBERA DDL SANITAʹ: ROCCO (IPASVI), VIA LIBERA DDL PROFESSIONI Eʹ TRAGUARDO PER LʹITALIAPROFESSIONI Eʹ TRAGUARDO PER LʹITALIA

Roma, 24 gen. (Adnkronos Salute) ‐ ʹʹLʹapprovazione alla Camera del ddl 3236 sul  riordino  delle  professioni  sanitarie  non  mediche  è un  vero  e  proprio traguardo per  lʹItalia  e per  tutti  i  cittadiniʹʹ.  Il  commento di Gennario Rocco, vicepresidente della  Federazione nazionale  (Ipasvi)  alla notizia del  via  libera alla Camera al ddl che interessa diverse categorie di professionisti. ʹʹGioiamo èdata  la  possibilità alle  professioni  sanitarie  di  vedersi  riconosciuti  i  titoli accademici post‐laurea nelle varie discipline  come  requisiti obbligatori per occupare un  ruolo di  ʹespertoʹ, di  specialista ‐ dice Rocco  allʹADNKRONOS SALUTE  ‐questo  non  cʹè mai  stato  nel  nostro  sistema,  in  particolare  in riferimento agli  infermieri: un  infermiere di corsia, cioè quello che  fornisce  le prestazioni  sanitarie al  cittadino, non ha mai  avuto  la possibilità di vedersiriconosciute  competenze  e  conoscenze  avanzateʹʹ.  ʹʹQuesta  legge,  invece  ‐spiega  ‐ istituendo  la figura del  ʹprofessionista specialistaʹ dà agli  infermieri una  motivazione  in  più per  frequentare  i  master  post‐laurea  nella  varie discipline di  specializzazione  (ad  esempio  chirurgia,  terapia  intensiva,  sanitàpubblica,  geriatria)  e  gli  consente di  vedere  riconosciuto  il proprio  ruolo  sul posto di lavoro. Per noi ‐ continua Rocco ‐ questo era lʹʹanelloʹ che mancava alla catena  attivata  per  riconoscere  ai  professionisti  sanitari,  e  agli  infermieri,  in particolare,  un  ruolo  autonomo  nellʹassistenza  alle  persone.  Riteniamo  che questo  sia un vantaggio per  i  cittadini, perché significa  incidere direttamente sulla qualità delle prestazioni tecnico‐assistenziali che vengono erogateʹʹ. 

V. Fascio 2007 66

La Legge 1 Febbraio 2006 ‐ n° 43, art. 6, recita così: 

• 1) In  conformità all’ordinamento  degli  studi  dei corsi universitari, disciplinato ai sensi … (omissis) il  personale  laureato  appartenente  alle  professioni sanitarie  di  cui  all’articolo  1  comma  1,  della presente legge, è articolato come segue:

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• …

• c) Professionisti  specialisti,  in  possesso  del Master  di  Primo  livello  per  le  funzioni specialistiche,  rilasciato  dall’Università ai sensi dell’articolo 3 comma 8 del regolamento di cui al Decreto del Ministro dell’Universitàe  della  ricerca  scientifica  e  tecnologica  3 Novembre  1999,  n° 509,  e  dell’articolo  3 comma 9, del regolamento di cui al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della ricerca 22 Ottobre 2004, n° 270…”

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Chi potrebbe, oggi giorno, accreditare il professionista infermiere esperto? 

Il  fatto di ritenersi o essere ritenuto esperto  non  è necessariamente  la stessa  cosa  dell’essere  accreditato come  tale  (redazione  della  job‐description dell’esperto in…).

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Gli infermieri esperti potrebbero essere accreditati come tali da parte di:

• Aziende sanitarie (personale interno, tramite selezione per titoli posseduti);

• Enti istituzionali (Collegi, Associazioni, Società Scientifiche) per gli iscritti;

• Ccnl, che oggi inquadra come CPSE solo chi è in Cat. DS (oggi con la L. n°43, professionista specializzato, ecc.)

V. Fascio 2007 70

Sono già in atto esperienze di consulenza infermieristica ospedaliera?

In  alcune  aziende  essa  è già stata inserita  tra  gli  obbiettivi  assegnati  alle UU.OO.,  la procedura e  la modulistica sono ufficializzate. Sono stati valutati  i costi/benefici del Servizio.

V. Fascio 2007 71

Occorrerà implementare  la  procedura  di gestione  e  realizzare  il  servizio  di consulenza,  criteri  e  modalità di svolgimento,  in base a requisiti di qualità(ISO  9000) e  attivare  un Osservatorio di studio. 

V. Fascio 2007 72

Esperienze in atto (2000‐2007):

•• Modena Modena (prima del 2000)•• GoriziaGorizia Az. n°2 Isontina (dal 2000 in diverse UU.OO.)•• Genova Genova Az. Osp. Villa Scassi (Lesioni cutanee)•• Rimini Rimini AUSSL Ospedale (Chirurgia)•• FirenzeFirenze Az. Osp. Careggi (Lesioni cutenee)•• Bologna Bologna (Az. Osp. S. Orsola Malpighi)•• BiellaBiella, ASL 12 (Cure palliative ‐ enterostomisti)•• Reggio EmiliaReggio Emilia ArciOspedale Santa Maria Nuova  

(S.I. con scheda di consulenza) http://www.asmn.re.it

http://www.asmn.re.it/Ricerca/SearchResult.asp?txtFreeText=consulenza&txtFromDate=&txtToDate=&cboDocType=%2A

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V. Fascio 2007 73

http://www.forumpa.it/forumpa2005/sanita/cdrom/home/progetto/74.html

REGIONE: EMILIA ROMAGNA - TIPOLOGIA: GOVERNO CLINICO: UTILIZZO DELL'ICT PER LA GESTIONE DEL PAZIENTE E DEI DATI CLINICI

Premio FORUM P.A. SANITA' dedicato quest'anno all'impiegodell'Information & Communication Technology (ICT) per l'efficienza della sanità e nello specifico a supporto dellagestione manageriale

V. Fascio 2007 74

Titolo del Progetto:  La consulenza infermieristica in wound‐careSoggetto proponente: Azienda Ospedaliera Denominazione per esteso: Arcispedale S. Maria Nuova Azienda Ospedaliera di Reggio EmiliaReferente: Arduini Cinzia Morena

Obiettivi e risultati conseguiti:uniformare  la  gestione  del  paziente  affetto  da  lesioni  difficiliattraverso la consulenza infermieristica di un esperto wound care ‐ fornire  allʹutenza  un  servizio  di  consulenza  e  trattamento infermieristico nei casi di  lesione difficile  ‐ fornire un  intervento di educazione sanitaria rivolto ad utenti e familiari nella gestione delle esigenze quotidiane ‐ ottimizzare le risorse umane e i costi ‐garantire una maggiore sicurezza per il paziente ed una maggioreautonomia  per  i  familiari  ‐ fornire  unʹassistenza  infermieristica più qualificata ed efficace.

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CONVEGNO PERSONA E ORGANIZZAZIONE: 

esperienze di un rapporto possibile

Reggio Emilia ‐ 4 e 5 marzo 2005 Relazione: 

“L’infermiere esperto: la consulenza per il paziente diabetico”

Relatrice: Mariapaola Lince (Responsabile Infermieristica Dipartimentale – Dipartimento Medico 1

http://www.asmn.re.it/ConvegnoInferm/lince.pdf

Il progetto partecipa con un poster al Concorso Health Promating Hospitals Italiano e al Concorso Health Promating Hospitals Europeo di Dublino.

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Un progetto di consulenza per il paziente diabeticoA.O. Reggio Emilia (di Mariapaola Lince)

Dall’analisi  del  contesto  sociale  e  dalle  sollecitazioni  dei  comitati dei  cittadini  e dall’Associazione Diabetici,  l’Azienda Ospedaliera S. Maria Nuova di Reggio Emilia ha riscontrato la necessità di un intervento educativo durante la degenza ordinaria al paziente diabetico trattato con insulina per la prima volta.

L’analisi delle criticità ha riscontrato che durante l’anno sono stati ricoverati 3000 casi uniformemente  distribuiti  in  tutte  le  U.O.:  su  questi  era  frequente  la  richiesta  di intervento  di  consulenza medica  diabetologica, ma  si  è evidenziato  che  ’assistenza correlata  diventava  insufficiente  per  quanto  riguarda  l’impatto  dietologico  alla malattia,  la gestione del  controllo della glicemia  al dito  (stick),  la  somministrazione della terapia insulinica e la relativa gestione del materiale. 

Per tutti questi eventi ci si affidava alla buona volontà dei singoli infermieri e alla loro conoscenza del  problema diabete. Di  conseguenza  i  centri  territoriali  riscontravano che il paziente dimesso “vagava” senza avere ben chiaro quello che dovesse fare per affrontare la propria malattia, non sapeva come gestirla dal punto di vista pratico!

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Si è così strutturata la “consulenza infermieristica per il paziente diabetico” che consiste  in  un’ora (circa)  dedicata  al  singolo  paziente,  da  svolgersi nell’ambulatorio diabetologico o al letto del malato. 

La  richiesta viene  attivata  dal  reparto  di  degenza  attraverso  una  richiesta preordinata che tutti gli operatori dell’Azienda possono trovare in Intranet.

Nel  corso  della  consulenza  si  informa  il  paziente e/o  un  suo  familiare sull’utilizzo della  siringa o della penna,  si  insegna  ad  eseguire  correttamente  il controllo della glicemia (utilizzo della striscia e del glicemometro) e a compilare il diario glicemico. Si informa come riconoscere i sintomi della ipo o iperglicemia, si fissa un incontro con la dietista e dopo una prima verifica di apprendimento si consegna un kit con il materiale necessario ad arrivare alla prima visita del centro territoriale.

Al  termine  della  consulenza  viene  consegnata  al  diabetico  una  lettera  di dimissione  infermieristica  ove sono  riportate  informazioni  sulla  consulenza  e l’appuntamento al centro territoriale di competenza.

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Tesi di Mangani [email protected]

LA  CONSULENZA  INFERMIERISTICA  TRA  L’INFERMIERE  ESPERTO  IN WOUND  CARE  E  L’INFERMIERE  STOMATERAPISTA:  PROPOSTA  DI GESTIONE  E  AGGIORNAMENTO  IN  TEMA  DI  COMPLICANZE  CUTANEE PERISTOMALI

Abstract:

Partendo  dall’assunto  del  Nuovo  Codice  Deontologico  dell’Infermiere,  che  prevede  il  dovere  di  ricorrere,  se  necessario,  alla  consulenza  infermieristica  e all’obbligo di integrazione professionale per far fronte ai problemi delle persone prese  in carico, con questo  lavoro, si  ipotizza che  l’intervento sinergico di  figure infermieristiche  con  formazione  complementare  in Wound Care  e  Stomaterapiapossa  essere  la  soluzione migliore  per  affrontare  questo  problema. Nel  lavoro vengono  inizialmente  evidenziate  la  professionalità,  la  competenza  e  la responsabilità delle due figure professionali  in  tema di  lesioni cutanee e stomie, partendo  dall’analisi  delle  leggi  che  regolano  l’agire  professionale  e  dalla descrizione dei percorsi formativi di base e complementari. In seguito poi si parla di ECM, di E BN, di Ricerca, e di VQAI.

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La consulenza infermieristica ospedaliera, dunque, non è:

• Non è un casotto di "esperti" che passano il tempo ad andare/venire dai reparti; gli spostamenti sono registrati è la pratica codificata

• Non presuppone che l'infermiere debba dividere il paziente in mille pezzi e affidarne uno a ogni “esperto”; anzi, continua ad occuparsi dell'assistenza infermieristica “globalmente” in modo olistico

• Non è la panacea che risolve oggettive carenze organizzative o strutturali o di organico di un reparto, ma una risorsa aggiuntiva da prevedere nei casi difficili

• Non sostituisce la formazione generale che l’infermiere deve possedere e mantenere aggiornata; il consulente deve però essere continuamente aggiornato per lo specifico settore

V. Fascio 2007 80

La consulenza infermieristica ospedaliera è:

• E’ una pratica irrinunciabile per migliorare la qualità dell'assistenza

• E’ un valore aggiunto che non snatura la “mission” della nostra professione

• E’ da intendersi “specialistica” non come la “specializzazione” per i medici ma nel senso più ampio del termine, in virtù della caratteristica della professione per dare una “specificità” unica

• È uno strumento che nel quotidiano dell’infermiere permette di risolvere perfino alcuni problemi just in time mai affrontati

• È uno strumento di crescita professionale collettiva grazie allo scambio di informazioni e il confronto di esperienze lavorative

V. Fascio 2007 81

Modello di richiesta

Regione PiemonteAzienda Sanitaria ……… Struttura Operativa ………….

Consulenza infermieristica psichiatrica e di liaison

URGENTE        NON URGENTE      

Richiesta

• Data: ……………. Ora: ……………..

• Dal reparto: ………………………… Al: SPDC    CSM

• Cognome e Nome del paziente: ………………….………………………

• Data di Nascita: ……………………..

• Diagnosi infermieristica o Quesito specifico: …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

• Procedure già eseguite: ………………………………………………………………………………………………………………………………

Firma……………………………………………..

• Recapito telefonico:…………………………• Ricevuta alle ore: ……………...… Data …………….

V. Fascio 2007 82

Pagina retro della richiesta

• Appuntamento alle ore: …………. Data ………………….

• Firma …………………………….

• Parere del consulente infermieristico psichiatrico:

• Consiglio:…………………………………………………………………………….…………………………………………………………………………….…………………………………………………………………………….…………………………………………………………………………….…………………………………………………………………………….………………………………………………………………………

• Da rivedere in data: ……………….      Da non rivedere   

• Firma…………………………….……..

• Recapito telefonico: ………………Data: .…………Ora: ………….

V. Fascio 2007 83

Esempio di tematiche di consulenza infermieristica di psichiatria che la letteratura cita. Riguardano le seguenti attività assistenziali (Royal College of Psychiatrists):

• Organizzazione del collegamento con i servizi della rete territoriale

• Educazione e informazione assistenziale per lo specifico

• Gestione dei segni in atto di delirio o allucinazione o confusione

• Gestione del comportamento difficile (oppositivo, passivo, chiuso in se stesso)

• Gestione dei segni di agitazione psicomotoria• Gestione del paziente in presenza di tratti antisociali• Gestione del paziente contenuto fisicamente

V. Fascio 2007 84

E il tramite informatico?

• Intranet può essere utile per inviare o ricevere i moduli di richiesta per la consulenza infermieristica ordinaria o per trasmissione di protocolli, linee guida, o per semplici precisazioni

• L'utilizzo di internet deve essere considerato invece uno strumento raccomandabile per “l'aggiornamento continuo” al divenire del sapere e deve essere una risorsa messa a disposizione dell'azienda per il personale infermieristico (e non protetta da password!)

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V. Fascio 2007 85

Ci basta questo quando parliamo di consulenza e di internetinternet?

• Probabilmente no, per  “creare una  community”di  infermieri  indipendentemente  dall’ospedale, in  grado  di  fare  consulenze  infermieristiche specialistiche  on  line,  tramite  internet  (In  Italia l’Associazione infermierionline).www. infermierionline.net

V. Fascio 2007 86

Consulenza tra paritra pari in internet...

• Internet è sinonimo di “condivisione di esperienze/conoscenze individuali” con tutti e in tutto il mondo!

• Internet è l’ambiente, possiamo spiegarlo, aiutare  l’infermiere ad usarlo,  internet comunque resta… Sul web, se approcciatocon giudizio  si  trovano  informazioni più attuali rispetto alla  carta stampata...

• La  consulenza  on  line  è FAQs;  è confronto  su    problemi tecnici; è informazione; è formazione…

V. Fascio 2007 87 V. Fascio 2007 88

Alcuni strumenti di comunicazione e consulenza utilizzando lo strumento del web:

•• Chat roomChat room•• ForumForum•• NewsletterNewsletter•• NewsgroupNewsgroup•• La mailing listLa mailing list•• TeledidatticaTeledidattica•• WebWeb‐‐communitycommunity

Esempio: Infermierionline.net; Nursesarea.it; Infermieri.com; Inferweb.com; Nurse3000.it 

V. Fascio 2007 89

Documentarsi con internet:

• Banche dati:Primarie: singole ricerche o articoli es. Medlinehttp://medline.cos.com/Secondarie: revisioni sistematiche es. Cochranehttp://www.cochrane.it/

• Riviste o elenchi giornali es. BMJ http://www.bmjjournals.com/• Siti Web o Portali professionali es. Collegi http://www.ipasvi.torino.it/• Evidenze scientifiche es. Clearinghouse http://www.guideline.gov/• Formarsi con internet: FAD es. Ecce‐InFad• File sharing: software per turni di servizio, ecc.• Open source: il “Progetto aperto” applicato al nursing • Collaborazione/cooperazione: gestire siti, scrivere articoli, ecc.• Apprendere l’uso di programmi: powerpoint, ecc. 

V. Fascio 2007 90

La webliografia italiana sulla consulenza:•• 1) Da 1) Da InfermieriOnlineInfermieriOnline ‐‐ aprile 2004 (aprile 2004 (chatchat di di G.G. Bon): Bon): 

http://www.freeforumzone.it/viewmessaggi.aspx?f=2277&idd=http://www.freeforumzone.it/viewmessaggi.aspx?f=2277&idd=26822682

2) Da 2) Da InfermierionlineInfermierionline ‐‐ settembre 2004 (articolo di settembre 2004 (articolo di F.F. Raineri):Raineri):

http://www.infermierionline.net/documenti/consulenza_inferhttp://www.infermierionline.net/documenti/consulenza_infermieristica.htmmieristica.htm

•• 3) Da 3) Da NursesAreaNursesArea ‐‐ marzo 2004 (marzo 2004 (topictopic nel forum):nel forum):http://www.nursesarea.it/forum/http://www.nursesarea.it/forum/viewtopic.phpviewtopic.php?t=6332?t=6332

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V. Fascio 2007 91

La bibliografia italiana sulla consulenza:

Attraverso  la revisione della letteratura a stampa italianAttraverso  la revisione della letteratura a stampa italiana: tre a: tre articoli.articoli.

•• TonelliTonelli E. & al., E. & al., ““La consulenza infermieristica: lLa consulenza infermieristica: l’’esperienza a esperienza a disposizione delldisposizione dell’’utenteutente””, Management infermieristico, 2/2001, , Management infermieristico, 2/2001, pppp.20.20‐‐2727

•• Brandi A. & al., Brandi A. & al., ““Consulenza infermieristica in Consulenza infermieristica in woundwound carecare””, , Management infermieristico, 4/00, pp. 4Management infermieristico, 4/00, pp. 4‐‐88

•• Lince MP. Lince MP. ““La consulenza infermieristica nella medicina interna: La consulenza infermieristica nella medicina interna: un  aiuto  preziosoun  aiuto  prezioso””,  Bollettino  FADOI  Internista  News,  12/04,  Bollettino  FADOI  Internista  News,  12/04, , pppp.6.6‐‐77

V. Fascio 2007 92

La bibliografia internazionale sulla consulenza infermieristica...

• Attraverso le banche dati con chiave di ricerca: “psychiatric nursing consultation” o “psychiatric consultation liaison/nurse” o “psychiatric clinical nurse specialist”: 

ArticoliArticoli• Chase P, Gage J, Stanley KM, Bonadonna JR. “The psychiatric consultation/liaison nurse 

role in case management”, Nurs Case Manag. 2000 Mar‐Apr;5(2):73‐7.• Effinger J. Help wanted. “A quality needs assessment creates a position for a psychiatric 

clinical nurse specialist”, J Psychosoc Nurs Ment Health Serv. 1995 Oct;33(10):24‐30.• Marcus J. “Nursing consultation: a clinical speciality”, J Psychiatr Nurs Ment Health Serv.

1976 Nov; 14(11):29‐31.• Minarik PA. “The psychiatric liaison nurse’s role with families in acute care”, Nurs Clin

North Am. 1984 Mar;19(1):161‐72.• Scherer ZA, Scherer EA, Labate RC. “Psychiatric nursing consultation and liaison: how 

do nurses understand this activity?”, Rev Lat Am Enfermagem. 2002 Jan‐Feb;10(1):7‐14.• Sharrock J, Happel B. “The role of a psychiatric consultation liaison nurse in a general 

hospital: a case study approach”, Aust J Adv Nurs. 2002 Sep‐Nov;20(1):39‐44.• Sharrock J, Happel B. “An overview of the role and functions of a psychiatric 

consultation liaison nurse: an Australian perspective”, J Psychiatr Ment Health Nurs. 2001 Oct;8(5):411‐7.

• Sharrock J, Happel B. “The role of the psychiatric consultation‐liaison nurse in the improved care of patients experiencing mental health problems receiving care within a general hospital environment”, Contemp Nurse. 2001 Dec;11(2‐3):260‐70.

V. Fascio 2007 93

Gli Infermieri e la consulenza...

… Alcuni dati, elaborati nell’ambito di una Tesi di Laurea in Infermieristica:

V. Fascio 2007 94

…il 66,6% degli Infermieri intervistati dichiara che la 

funzione di consulenza è parte integrante del profilo 

professionale dell’infermiere, rispetto al 33,3% che risponde 

negativamente…

V. Fascio 2007 95

La consulenza infermieristica èassente, in ogni ambito 

specialistico, per il 92,5% degli intervistati.

V. Fascio 2007 96

• L’80% degli infermieri intervistati, si sentirebbe preparato ad affrontare un 

intervento di consulenza come “esperto clinico” nell’ambito di 

competenza.

(Dati da Tesi di V. Fascio, A.A. 2004/2005 ‐Università G. D’Annunzio, di Chieti).

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V. Fascio 2007 97

Cosa succede negli altri Paesi?

Nei  Paesi  anglosassoni,  la consulenza  infermieristica è regolarmente diffusa.

V. Fascio 2007 98

Negli  Stati  Uniti,  la  figura  di Nurse  Consultant (Infermiere Consulente),  nasce  fra  la  fine degli  anni  ’70  ed  i  primi  anni ’80. 

V. Fascio 2007 99

In  Inghilterra,  la  Consulenza Infermieristica  viene  introdotta negli  anni  ʹ90  da  Wright e Pearsons.

V. Fascio 2007 100

Oggi  si  contano  moltissime  figure  che attuano  l’infermieristica avanzata, anche se non sempre sono ben distinte nei  ruoli e spesso si intersecano, creando confusione.

V. Fascio 2007 101

Possiamo elencare alcuni fra i titoli più frequentemente riscontrabili:

• Consultant nurse• Clinical nurse specialist• Nurse specialist• Advanced Practicioner nurse• Nurse practicioner• ecc..

V. Fascio 2007 102

Esistono  figure  infermieristiche “specializzate” in  vari  settori,  ad  esempio:

• Tissue Viability Nurse• Rehabilitation Nurse• Wound, Ostomy & Continence Nurse (WOCN)

• Parkinson Disease Nurse Specialist (PDNS)

• …

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V. Fascio 2007 103

Tutte  queste  figure  ricoprono  incarichi di alta responsabilità ed autonomia. 

Principalmente, essi rivestono:

• Ruolo di aiuto• Funzione di insegnamento‐coaching• Funzione diagnostica e di monitoraggio 

del paziente• Gestione efficace di situazioni soggette 

a rapidi cambiamenti

V. Fascio 2007 104

In  Italia  non  esiste  una  figura assimilabile  a  quella  del  ConsultantNurse, o Infermiere di Pratica Avanzata; non  è riconosciuta,  infatti, dal nostro ordinamento.

V. Fascio 2007 105

… attualmente,  come  abbiamo citato,  è necessario  far  riferimento alla  recentissima  Legge  43,  del  1 Febbraio 2006, all’Art. 6, comma 1. 

V. Fascio 2007 106

Conclusioni

La consulenza è un argomento con il quale gli  infermieri  italiani devono e dovranno  ‐sempre più ‐ confrontarsi.

V. Fascio 2007 107

La  consulenza  rappresenta  il  nuovo  “sentire comune”… che  è la  capacità di    condividere  il proprio sapere con gli altri.

E’ l’unione dello  sforzo per descrivere  l’esistente trainandoci dietro  i più restii  ‐ fare squadra ‐ ma sempre  con  uno  sguardo  rivolto  al  futuro e  a quello che si attende e si vuole costruire.

V. Fascio 2007 108

La  consulenza  rappresenta  il  nuovo  “ruolo”… di professionisti in  grado  di  fornire  un  concreto  supporto alla “prassi infermieristica” quotidiana.

Occorre  creare  quella  conoscenza  sistematica che  è uno degli elementi indispensabili per il riconoscimento di una professione, e perché questa si affermi nel sistema sociale e culturale.

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V. Fascio 2007 109

La  funzione  di  consulenza  infermieristicapermette  agli  infermieri  di  affrontare adeguatamente  anche  le  situazioni  diincertezza,  senza per questo  sentirsi  soli nel risolvere alcuni problemi contingenti.

V. Fascio 2007 110

La  consulenza  può  contribuire  ad  avvicinare  sia gli  infermieri  che  lavorano  in  un  ospedale  sia quelli che frequentano la rete: acculturare nell’uso professionale del tramite informatico e di internet‐intranet.Tutto  ciò  nella  prospettiva  di  indicare  un orizzonte e alimentare un sogno...

V. Fascio 2007 111

Concludo  affermando  che,  probabilmente,  piùche  individuare  ho  fatto  intravedere  anche soltanto  sullo  sfondo,  dove  la  consulenza infermieristica,  così definita,  e  l’uso  di  internet “professionalmente utile” potrebbe condurre…

V. Fascio 2007 112

Ritengo che pur  tenendo conto dei vincoli, aprire  un  semplice  spiraglio  da  una“finestra” abbia  l’importante  funzione  di immettere e far circolare nuovo ossigeno... 

V. Fascio 2007 113

...  e  soprattutto  solamente  spalancando  una “finestra” si  potrà godere  appieno  del “panorama”.

Ne abbiamo bisogno! 

E se è così, allora non mi resta che domandarvi...V. Fascio 2007 114

L’obiettivo della relazione è raggiunto?

L’obiettivo della  relazione è quello di migliorare  la consapevolezza professionale  rispetto  alla  funzione di  consulenza  infermieristica  e  la  capacità di identificarne  alcune  caratteristiche,  prendendo anche  in  considerazione  le  attuali  diverse “accezioni” nell’uso  del  termine  e  alcuni  esempi  e  modalità d’implementazione operativa.

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V. Fascio 2007 115

Bibliografia italiana essenziale

• Sito di Infermierionline (Chat 29.4.2004 di Giuliano Bon):http://www.freeforumzone.it/viewmessaggi.aspx?f=2277&idd=2682

• Sito di NursesArea (Forum, topic 29.3.2004):http://www.nursesarea.it/forum/viewtopic.php?t=6332

• Tonelli E. & al., “La consulenza infermieristica: l’esperienza a disposizione dell’utente”, Management infermieristico, 2/2001, pp.20-27

• Brandi A. & al., “Consulenza infermieristica in wound care”, Management infermieristico, 4/00, pp. 4-8

• Casati M. “La documentazione infermieristica”, McGraw-Hill, Milano, 1999.

• Reilly C.H. “Il ruolo consultivo dell’infermiere specializzato in gerontologia negli ospedali”, vol. 12 n°1, Ed. Piccin, Padova, 1990.

• Lince MP. “La consulenza infermieristica nella medicina interna: un aiuto prezioso”, Bollettino FADOI Internista News, 12/04, pp.6-7

V. Fascio 2007 116

“Viandante la via non c’è, la via si fa andando”

Antonio Machado

Grazie!

Valter Fascio