uomo, natura e storia

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uomo, natura e storia Concezione umana, naturale e storica durante il periodo umanistico e rinascimentale tra arte e letteratura.

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1. uomo, natura e storia Concezione umana, naturale e storica durante il periodo umanistico e rinascimentale tra arte e letteratura. 2. I TEMI FONDAMENTALI Concezione delluomo Concezione della natura Concezione della storia 3. Adamo, non ti diedi una stabile dimora, n un'immagine propria, n alcuna peculiare prerogativa, perch tu devi avere e possedere secondo il tuo voto e la tua volont quella dimora, quell'immagine, quella prerogativa che avrai scelto da te stesso. Una volta definita la natura alle restanti cose, sar pure contenuta entro prescritte leggi. Ma tu senz'essere costretto da nessuna limitazione, potrai determinarla da te medesimo, secondo quell'arbitrio che ho posto nelle tue mani. Ti ho collocato al centro del mondo perch potessi cos contemplare pi comodamente tutto quanto nel mondo. Non ti ho fatto del tutto n celeste n terreno, n mortale, n immortale perch tu possa plasmarti, libero artefice di te stesso, conforme a quel modello che ti sembrer migliore. Potrai degenerare sino alle cose inferiori, i bruti, e potrai rigenerarti, se vuoi, sino alle creature superne, alle divine. - Giovanni Pico della Mirandola Oratio de hominis dignitate 4. DATI TECNICI Autore: Michelangelo Buonarroti Nome dellopera: Creazione di Adamo Datazione: 1508-1512 Tecnica esecutiva: affresco (280x570cm) Collocazione: Roma, Cappella Sistina DESCRIZIONE DELLOPERA Dopo aver creato Adamo, Dio gli infonde il soffio vitale cos luomo diviene un essere vivente. Il Padre risulta teso nellatto misericordioso della creazione, il suo braccio rivolto verso Adamo che, al contrario, raffigurato disteso ed inerme sulla terra informe, a testimoniarne la provenienza. Adamo esprime unelevatissima bellezza formale deliberatamente ispirata ai modelli classici. E sicuramente particolare latteggiamento delluomo nei confronti di Dio; sembra tendergli il dito ed allo stesso tempo distaccarsi cercando quasi di fuggire. Si nota, dunque, tutto il desiderio di emancipazione dellessere umano che si riconosce come reale centro delluniverso. Inoltre Adamo risulta evidentemente giovanile in contrasto con Dio, virtuoso e possente ma pur sempre una figura per cos dire antica. 5. Luomo misura di tutte le cose Protagora 6. DATI TECNICI Autore: Donato di Niccol di Betto Bardi, detto Donatello Nome dellopera: San Giorgio Datazione: 1416 Tecnica esecutiva: scultura Collocazione: Firenze, Museo del Bargello DESCRIZIONE DELLOPERA Realizzato a partire dal 1416, il San Giorgio un perfetto esempio del gusto artistico fiorentino della rappresentazione dei corpi e degli oggetti in relazione tra loro, inseriti in uno spazio costruito razionalmente attraverso la prospettiva, e sulla raffigurazione naturalistica sempre, per, in stretta relazione alla figura umana. La figura sorretta dalle game salde e leggermente divaricate, e dallo scudo che disegna una linea obliqua rispetto al perno centrale della composizione. Sono presenti svariati accorgimenti anatomici particolarmente dettagliati tra cui possibile intravedere i tendini tesi e la forte determinazione dello sguardo a rafforzare il senso di sfida e di dignit espresso dalla figura stessa. In tal senso la struttura allinterno della quale inserita lopera ne completa la forza espressiva. Le linee compositive sono dirette verso la cuspide centrale, ed evidente lintento di Donatello nel rendere centrale la figura del guerriero riducendola alle strutture essenziali, senza per rinunciare al decorativismo e alleleganza. 7. [] e lui nondimanco con la sua ferocit ed impeto si mosse personalmente a quella spedizione [] Niccol Machiavelli Principe 8. DATI TECNICI Autore: Raffaello Sanzio Nome dellopera: Ritratto di Giulio II Datazione: 1512 Tecnica esecutiva: Olio su tela Collocazione: Firenze, Galleria degli Uffizi DESCRIZIONE DELLOPERA Il pontefice raffigurato seduto sulla sedia camerale con la presenza, sui braccioli dello schienale, di pigne a simbolo dellimportante casata dei Della Rovere a cui apparteneva egli stesso. La sua figura curva e girata di circa tre quarti in un tipo di prospettiva innovativa e particolare creata da Raffaello stesso, che faceva in modo che lo spettatore si sentisse a stretto contatto fisico con il soggetto raffigurato. Se da una parte vi sono tutti gli elementi classificatori di un tipico ritratto di un personaggio potente ed influente, come i simboli del potere pontificio, dallaltra abbiamo sicuramente una forte ed immediata introspezione psicologica del soggetto. La sua figura risulta stanca ed affaticata, in perfetta assonanza con il corso degli eventi del 1512 che avevano portato il pontefice ad una posizione scomoda in relazione ai conflitti iniziati con i Francesi. Raffaello, da maestro del ritratto, riesce dunque nellintento di raffigurare il proprio soggetto rispettandone sia i tratti fisici sia quelli psicologici. 9. La concezione delluomo Luomo nella visione naturalistica Questo sicuramente il filone che fa delluomo un essere completamente indipendente e volto solo al proprio utile. Tale visione pone luomo al centro di un gigantesco sistema che affonda le sue radici nella realt concreta ed in essa si esaurisce senza spaziare, necessariamente, nellargomento del divino. Cos luomo diventa specialista della vita, capace di controllare gli eventi terreni e di porsi in contrapposizione alla disarmante casualit degli eventi di cui pu essere passivamente partecipe o ,al contrario, attivamente artefice. Particolare dunque la doppia natura umana: se infatti luomo uomo in quanto fenomeno di natura allora, proprio a tal proposito, dovr necessariamente possedere una propria parte animalesca formata essenzialmente da istinti ed indole naturale. Questo aspetto delluomo, che sembra rinnegare lidea tipica del rinascimento come armonia e perfezione anche in relazione allidea classica, gli concede, al contrario, un elemento ulteriore di concretezza e veridicit. Luomo non pu assolutamente negare la propria parte animalesca n tanto meno, prescinderne; deve dunque saper distinguere le giuste occasioni, e prendere con senno la decisione di affidarsi alla ragione o allimpeto. Non assolutamente negato il libero arbitrio che si riferisce non allascesa al divino o alla discesa verso linfimo, come nel pensiero idealizzante, ma allutilizzo della parte animalesca o di quella pi tipicamente umana per giungere allutile pi immediato ed importante. Ci sicuramente rende unimmagine di uomo pi consapevole di se stesso. Luomo nella visione idealizzante Il Rinascimento fu profondamente influenzato dalla riscoperta del pensiero neoplatonico reintrodotto dagli esponenti della famiglia fiorentina dei Medici. Sulla scorta di tale dottrina nasce un connubio che pone luomo come perno centrale dellidealizzata realt e, allo stesso modo, della propria ricerca. Si riscopre il gusto della ricerca interiore che porta luomo al massimo livello di consapevolezza delle proprie facolt razionalistiche in merito alla comprensione di ci che lo circonda; questa situazione gli permette un totale controllo sulluniverso di cui egli , e solo egli, ne il centro, riuscendo dunque prima a comprenderlo e successivamente, sulla scorta di quanto ci stato tramandato da Pico della Mirandola, a dominarlo. Anche in questo caso ,dunque, luomo dotato del libero arbitrio che gli permette di raggiungere le schiere angeliche o di abbassarsi allinfimo livello delle creature private della possibilit della beatitudine. Cambia dunque il metro di prospettiva che, in questo caso, in perfetta armonia con lidea neoplatonica del super essente, Dio, il quale ,in un atto di infinita misericordia , concede alluomo tali capacit. Persiste dunque lelemento trascendentale che comunque non intacca in modo determinante lassoluta indipendenza umana. Lidea di uomo rinascimentale sostanzialmente diversa da quella intesa, invece, in periodo Medievale. Luomo acquista maggiore consapevolezza di se stesso e delle proprie capacit anche e ,soprattutto, in merito alla realt empirica che lo circonda. Cos dunque luomo posto, per cos dire, al centro delluniverso, ne losservatore e lartefice, la sola creatura capace di comprenderlo e dominarlo. Lelemento trascendentale, da cui prima dipendeva in modo diretto, scompare o assume unimportanza via via sempre minore; lasciando dunque spazio alla propria autonomia e capacit di giudizio. Luomo ,difatti, a differenza delle altre creature, divine o brute, dotato del libero arbitrio, tramite il quale gli possibile giungere al sommo o abbassarsi allinfimo, secondo le proprie scelte. 10. FOCUS La ritrattistica Il gusto per la ritrattistica rinascimentale si manifesta quasi con gli stessi motivi sia nellarte pi tipicamente intesa come tale, quella figurativa, sia invece in ambito pi squisitamente letterario. La ricerca dei caratteri fisici e psicologici dei soggetti da raffigurare o da trattare era infatti una prerogativa importante in tale periodo, in quanto si sposava benissimo con la tensione verso la ricerca interiore delluomo per giungere a piena consapevolezza di s. Sulla scorta di quanto detto possiamo dunque affermare con sicurezza che siano esistite delle norme comuni che legavano, nella ritrattistica come in altri ambiti, arti figurative con arti letterarie. Premessa necessaria per la nuova condizione dellartista quattrocentesco e cinquecentesco. Non pi artigiano di bottega, ma intellettuale vero e proprio, grande conoscitore delle humanae litterae, ed educato secondo ideali tipicamente classici. Cos possibile comprendere come il gusto di ricerca di pathos in un espressione del viso, o nella posizione delle mani, di un artista del calibro di Raffaello, facilmente paragonabile allanalisi dei comportamenti tipica invece di una grande personalit letteraria come quella di Machiavelli. Si esplica cos, in ambedue i casi, la ricerca di caratteri tipicamente fisici (evidentemente pi presenti nellarte figurativa che non in quella letteraria) e, allo stesso modo, di caratteri psicologici ove il collegamento fra i due ovviamente strettissimo. I ritratti, sia letterari, che figurativi, si basano proprio su questa curiosit empirica per la mimica, per il manifestarsi dei sentimenti, per la variet dei caratteri. Ritorna alla prima pagina 11. Tutta la sfera del fuoco, et indi vanno al regno della luna Ludovico Ariosto Orlando Furioso 12. DATI TECNICI Autore: Raffaello Sanzio Nome dellopera: Sposalizio della Vergine Datazione: 1504 Tecnica esecutiva: Olio su tavola (174 x 121cm) Collocazione: Milano, Pinacoteca di Brera DESCRIZIONE DELLOPERA Il soggetto raffigurato tipicamente biblico: si tratta infatti dellunione tra la Vergine Maria e San Giuseppe. In primo piano sono presenti i due soggetti principali accompagnati, sul lato di Maria, da un gruppo di donne, sul lato di Giuseppe, da un gruppo di uomini, comera tradizione comune. Particolare sicuramente lo sfondo dellopera occupato da una gigantesca piazza lastricata a grandi riquadri, al termine della quale vi un edificio, probabilmente un tempio, a pianta centrale sul quale convergono tutte le linee prospettiche del dipinto. Un gruppo di figure secondarie occupa lo spazio della piazza al fine di rafforzare leffetto di profondit grazie alle dimensioni che vanno via via riducendosi in un perfetto ordine scalare. Si nota la ricerca del riferimento classico nella raffigurazione priva di pathos, sostituito qui da una generale armonia data dalla disposizione compositiva ad emiciclo delle figure in primo piano che si conclude nel giovane sulla destra, il quale viene leggermente avanzato in un primissimo piano, nel gesto di spezzare il proprio bastone. 13. spazio ideale aperto all'invenzione e insieme luogo concreto della vita associata e sede del potere politico Leonardo Bruni definizione di urbs 14. DATI TECNICI Nome: Pienza Commissione: Pio II Piccolomini Progettista: Bernardo Rossellino Datazione: 1459-1462 DESCRIZIONE In viaggio verso Mantova, accompagnato fra gli altri da Leon Battista Alberti, papa Pio II Piccolomini visita nel 1459 il nativo borgo di Corsigliano e decide di ristrutturarlo per farne la sua sede ideale. Dopo aver ottenuto in brevissimo tempo i vari permessi necessari al proseguimento del progetto, su consiglio di Leon Battista Alberti, il pontefice convoca ,in qualit di architetto e progettista, un brillante Bernardo Gambarelli, detto il Rossellino. Cos, successivamente, nel 1462, il borgo di Corsigliano viene definitivamente ribattezzato con il nome di Pienza. Dellintero borgo cruciale sicuramente lapparato della piazza, costruita mediante precisi schemi tipicamente rinascimentali. Ogni singolo elemento: il pozzo di gusto squisitamente classico, la facciata del palazzo Piccolomini, perfettamente proporzionato agli altri creando cos una visione prospettica dellarea che trova il suo punto di fuga sulla facciata del duomo, affrontata da quella del palazzo, che supera il confine naturale del crinale per diventare anche dalla valle lelemento dominante. Il senso prospettico inoltre rafforzato dalla pavimentazione lastricata della piazza che porta lo sguardo dellosservatore, naturalmente, verso il suo vertice prospettico. 15. La concezione della natura luomo conquista lo spazio La natura e lo spazio assumono, nel rinascimento, importanza se associati ai nuovi movimenti filosofici diffusi nel periodo; primo fra tutti era sicuramente il neoplatonismo. Lartista rinascimentale sente il bisogno di una raffigurazione della realt non pi improntata sullorma medievale e gotica, ma, da una parte, su un fortissimo realismo che trova le sue basi nella natura stessa e nello studio filologico dei canoni classici, dallaltra invece, su una razionalizzazione matematica che porta luomo al completo dominio della realt; concedendogli addirittura di creare, sia in letteratura che in arte, spazi assolutamente verosimili ed ideologicamente perfetti. La rappresentazione della natura assume poi una particolare efficacia nel messaggio neoplatonico, allinterno del quale questultima non assume le caratteristiche di semplice luogo di attuazione di fenomeni empirici, ma diviene un macrocosmo retto da rapporti di armonia e di perfezione assoluti in cui luomo ha un ruolo centrale, in quanto racchiude in s un microcosmo altrettanto perfetto. Ed cos che luomo, creatura terrestre e divina, pu dunque giungere al completo controllo sul mondo empirico : attraverso la sua costante idealizzazione e razionalizzazione, che trova il suo massimo apice nella nascita, tutta rinascimentale, della Prospettiva scientifica, basata per lappunto su specifiche regole matematiche. La realt diviene dunque luogo di perfezione e di pace filtrata in arte attraverso raffigurazioni del calibro della celebre Primavera di Botticelli secondo gli schemi ed i modelli tipicamente classici come delle Metamorfosi di Ovidio. Non poi un caso che tali raffigurazioni fossero commissionate agli artisti, da personaggi appartenenti al ceto dellillustre aristocrazia signorile che, oramai, non sente pi la necessit di un concreto impegno nella vita civile e culturale della collettivit, come ancora invece avveniva nel primo Quattrocento. Larte espressione dell otium di corte che, attraverso essa, si diletta e dimostra la propria magnificenza. 16. Focus La prospettiva Sicuramente laspetto pi caratteristico del periodo rinascimentale la nascita della cosiddetta Prospettiva scientifica. Tale innovazione non poteva che nascere sotto linflusso di movimenti artistici quali quelli Quattrocenteschi e Cinquecenteschi che pongono luomo al centro delluniverso come essere capace di comprenderlo e razionalizzarlo, portandolo poi allimportantissima conquista dello spazio. E proprio il sentimento di controllo rigoroso tramite canoni matematici alla base della scoperta della Prospettiva, a partire dalle applicazioni Brunelleschiane. che altro non che il conseguente ed inevitabile risultato artistico-figurativo, di un movimento che aveva coinvolto ogni singolo campo del sapere. La visione prospettica, dunque, si articola nella rappresentazione di un determinato spazio tramite lutilizzo di linee prospettiche rivolte tutte in un unico punto detto vertice prospettico o punto di fuga. In questo modo lartista potr modellare ogni singola figura della propria opera sulla base di uno schema armonioso e perfetto, che gli concede di avere un completo dominio sulla possibilit di creazione di spazi, spesso, completamente immaginari, basti pensare alle raffigurazioni delle citt ideali. Caratteristica intrigante e cruciale della visione prospettica sicuramente la vastissima conoscenza anatomica e matematica necessaria per poter attuare il processo sopra descritto. I primi artisti, che si cimentarono nella raffigurazione prospettica, incapparono immediatamente nellostacolo della forma tondeggiante dellocchio umano per il quale era impensabile una riproduzione fedele di ci che si vedeva. Infatti la maggior parte delle linee che allocchio risultano curve posseggono, al contrario, una natura retta. Pertanto possibile affermare che la prospettiva scientifica sostanzialmente unillusione ottica che induce locchio a trovare una natura tridimensionale in una raffigurazione bidimensionale. Cos possibile ritrovare il gusto rinascimentale per lidealizzazione della realt, e per la figura umana capace di dominare se stessa e la realt empirica. Ritorna alla prima pagina 17. La scuola di Atene Raffaello, 1509-1511, affresco, 500 x 770cm, Roma, Musei Vaticani 18. Historia vero testis temporum, lux veritatis, vita memoriae, magistra vitae, nuntia vetustatis La storia vera testimone dei tempi, luce della verit, vita della memoria, maestra di vita, messaggera dellantichit Marco Tullio Cicerone De Oratore . 19. DATI TECNICI Autore: Donatello Nome dellopera: Monumento equestre al Gattamelata Datazione: 1446-1453 Tecnica esecutiva: scultura a cera persa in bronzo Collocazione: Padova, Piazza del Santo DESCRIZIONE DELLOPERA Prima scultura equestre di periodo moderno, il Gattamelata doveva essere unopera dedicata allomonimo capitano di ventura del comune di Padova, su commissione e finanziamento della vedova Giacoma Bocarini Brunori. Linizio del lavoro era previsto da Donatello per il 1443 ma fu costretto ad iniziare a lavorare sullopera 3 anni pi tardi, nel 1446, a causa di svariati inconvenienti con i modelli della raffigurazione del cavallo e del cavaliere. La statua riesce a coniugare sia un'idealizzazione imponente, sia un sensibile realismo, che conferiscono all'insieme la caratteristica espressivit. Sia il cavallo che il cavaliere sono ritratti con connotazioni psicologiche che arricchiscono l'opera di significati e possibile letture. La figura del cavallo possente e chiaramente in tensione, presentando, inoltre, delle proporzioni leggermente superiori a quelle del cavaliere al fine di sottolineare la difficolt dellatto di cavalcare un animale tanto pi grande. Landatura dellanimale si rivela stabile ed in perfetta armonia con la sicurezza del suo cavalcatore il quale raffigura la vittoria della razionalit umana. Nel Gattamelata invece si scorge la passione di Donatello per la ritrattistica che giustifica lassenza dellelmo da battaglia che avrebbe annientato laspetto psicologico del cavaliere. Il volto quello di un uomo ormai avanti con gli anni, ma non l'uomo anziano e ammalato dei suoi ultimi giorni, morto poco prima dell'arrivo di Donatello a Padova. Ma ci non toglie che il ritratto sia somigliante al vero condottiero, vista la profonda caratterizzazione espressiva dei lineamenti. L'effigie, che si ispira innegabilmente alla ritrattistica romana, raggiunge quindi un equilibrio tra realismo fisionomico e idealizzazione psicologica. Il gruppo equestre una profonda meditazione sullantichit, a partire dal modello a cui Donatello fece riferimento per la realizzazione della propria opera: quel grandioso Marco Aurelio che ebbe modo di ammirare nel corso del suo viaggio a Roma, certificatoci dal Vasari. 20. [] debbe un uomo prudente intrare sempre per vie battute da uomini grandi, e quelli che sono stati eccellentissimi imitare, acci che, se la sua virt non vi arriva, almeno ne renda qualche odore [] Niccol Machiavelli Principe 21. DATI TECNICI Autore: Antonio del Pollaiolo (incerto) Nome dellopera: Gemelli (aggiunta rinascimentale alla Lupa Capitolina) Datazione: tardo XV secolo Tecnica esecutiva: scultura bronzea Collocazione: Roma, Musei Capitolini DESCRIZIONE DELLOPERA La coppia di amorini rappresentanti i due gemelli della mitica leggenda di Romolo e Remo , come facilmente intuibile, unaggiunta rinascimentale alla scultura della Lupa Capitolina. Le due sculture bronzee si presentano allosservatore in posizione cosiddetta orante nellatto dellallattamento. Si notino i dettagliatissimi particolari anatomici con cui lartista tratta la raffigurazione dei gemelli, eseguiti col particolare virtuosismo tipicamente rinascimentale. E sicuramente particolare lidea di fondo che spinge a tale aggiunta: un recupero di unopera-simbolo della classicit pi squisitamente romana, seppur sia dubbia la datazione della Lupa. Lautore probabilmente idealizza la presenza dei mitici fondatori grazie ad alcune loro raffigurazioni precedenti, come, ad esempio, quella celebre dellopera Mirabilia Urbis Romae. 22. La concezione della storia Muta completamente lassetto di approccio alla storia da parte delluomo rinascimentale in comparazione a quello, invece, medievale. La storia non pi un susseguirsi di eventi calcolati al fine di giungere al piano divino, secondo quella che era stata la cosiddetta visione provvidenziale; ma diviene un universo a s stante costellato da azioni di uomini illustri e cruciali. A suo modo poi la storia pu manifestarsi come un gigantesco contenitore di esperienze da cui possibile ricavare degli importanti esempi o, al contrario, un qualcosa di rilegato al passato e caratterizzato solamente dalle grandi individualit di cui possibile cogliere laspetto pi specificatamente psicologico. Historia magistra vitae La storia prende, sotto questa particolare ideologia, una sfumatura che la classifica come luogo migliore in assoluto da dove possibile trarre degli esempi tra i pi illustri in assoluto. Tale il tipico pensiero in merito alla storia del grande Niccol Machiavelli, il quale ipotizza, anzitutto, una condizione delluomo assolutamente particolare. Questi difatti uomo in quanto fenomeno di natura e, come tale, destinato a manifestarsi sempre con le stesse peculiarit, facendo dunque della storia un susseguirsi di azioni portate avanti da uomini con le stesse aspirazioni allinterno di situazioni analoghe. Sono ovviamente presenti delle forti ripercussioni di questa visione sostanzialmente pessimistica delluomo che portano poi alla composizione del singolare pensiero politico. E proprio cos che la storia pu e, anzi, deve diventare un esempio da seguire. Ritrovando le medesime situazioni nel passato, luomo pi moderno pu imitare quelle di successo ed evitare di commettere gli stessi errori. Si possono allora creare delle leggi di validit universale. Il tutto si sposa sicuramente bene con la tensione di imitatio tipicamente rinascimentale. Luomo deve guardarsi indietro ed imparare, proprio come lo stesso Machiavelli ci propone pi volte allinterno della sua pi celebre opera, vale a dire il Principe. Una visione laica e del particulare In controtendenza al pensiero Machiavelliano possiamo trovare sicuramente quello espresso dal vero e proprio primo storico, inteso in senso moderno: Guicciardini. Egli, infatti, esprime una visione della storia che esclude assolutamente il principio di imitazione ipotizzato, invece, da Machiavelli, al fine di adottare una visione di insieme pi specifica e dai tratti pi scientifici. Bisogna, ancora una volta, partire dallidea della condizione delluomo intesa da Guicciardini come tesa in continuazione al particulare, ovvero, alla sostanziale impossibilit di ripetersi nel corso del tempo. Questo concetto, pi ottimistico di quello Machiavelliano, porta alla razionale conclusione di impossibilit nel creare leggi universali che regolino la politica e la vita stessa delluomo ed anche nel poter trovare esempi da poter seguire nella storia. Puntualizza attentamente Guicciardini, infatti, che sar impossibile il verificarsi di situazioni assolutamente identiche o lesistere di due uomini con le medesime idee. Da ci sicuramente lattenzione focalizzata sulla psicologia e sulla ritrattistica dei vari personaggi, e su determinati eventi storici sulla base dei modelli annalistici del periodo classico sia greco che latino. 23. Focus Il principio di imitatio Principio rinascimentale di stampo sia artistico che letterario senza alcun dubbio quello dell imitatio. La riprese di forme e stili esemplari un tentativo di rintracciare nel passato le pi elevate manifestazioni artistiche da cui trarre modelli illustri ed immortali nel tempo a cui sar poi possibile ispirarsi. Tale fenomeno per non va confuso con un ritorno, per cos dire, totale al mondo classico tipicamente greco e latino; la classicit non il fine, il punto di arrivo, ma pi che altro il mezzo grazie al quale lartista pu esprimere tematiche affini al proprio periodo. In questo caso dunque ritroviamo una volont di portare a livelli estremamente elevati, sotto ogni punto di vista, elementi affini agli interessi ed alle ideologie del tempo. Non un caso, infatti, che il modello diventi proprio il mondo classico. Luomo rinascimentale luomo artefice delluniverso, colui che con la propria razionalit ed intelligenza capace di orientarsi nella realt, comprenderla e farla sua. Lidealizzazione ed il perfezionamento su basi di armonia e perfezione era stato un qualcosa nato e sviluppatosi a partire dallantica Grecia. In periodo rinascimentale dunque possibile ritrovare esempi di tal gusto in ogni singolo campo artistico, figurativo o letterario che sia: a partire dalla riscoperta del linguaggio classicheggiante adoperato, ad esempio, da Guicciardini nella celebre opera Historie dItalia, sino al riadattamento dei canoni di proporzione, identificabili in svariate opere tra cui il celebre David di Michelangelo. Ritorna alla prima pagina