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Il Business Game come strumento didattico
Università di UdineDipartimento di Ingegneria Elettrica,
Gestionale e Meccanica
• Breve introduzione sui Business Game
• I Business Game e la Teoria dei Giochi
• I Business Game all’interno della Formazione Manageriale
SOMMARIO
• Un valido ESERCIZIO di simulazione della vita di impresa
• Un GIOCO: in quanto prevede l’esistenza di uno o più giocatori interessati al raggiungimento di un obiettivo comune che li pone in competizione reciproca
• Una SIMULAZIONE in quanto sottende un modello economico atto a simulare una realtà aziendale nella sua totalità, o in una sua parte, e il mercato in cui essa è inserita
UN BUSINESS GAME E’:
• In ambito accademico per gli STUDENTI UNIVERSITARI
• In ambito post-accademico per preparare i NEOLAUREATI ad entrare nel mondo lavorativo aziendale
• In ambito aziendale per preparare o aggiornare personale già inserito in un contesto lavorativo aziendale: QUADRI, DIRIGENTI, TOP MANAGER
• In ambito scolastico (raro) per gli STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI
DOVE SI USA?
• Giochi di guerra (o war games)
• Marie Birshtein(fine anni Venti, primi anni Trenta; si tratta del primo Business Game in assoluto)
• Nascita degli elaboratori elettronici moderni
• AMA (American Management Association)1956. “Top Management Decision Simulation”. Si tratta del primo Business Game
basato sull’utilizzo di un computer
• Istituto di Tecnica Industriale e Commerciale dell’Università diNapoli
1959. Primo Business Game utilizzato in Italia
• Nel 1961Più di 100 business game creatiPiù di 30.000 executives avevano già partecipato ad almeno uno
• Al giorno d’oggiNella maggior parte delle business schools e degli MBA, e in molti corsi universitari e
di specializzazione
BREVE STORIA DEL BUSINESS GAME
“La Teoria dei Giochi ha come oggetto di studio l’analisi delle decisioni che coinvolgono più individui”
(Gibbons)
IPOTESI:
• individui “intelligenti” e “razionali”
• obiettivi non identici, spesso contrastanti.
CONFLITTO ANALISI DEI RISULTATI
DECISIONE OTTIMALE
COS’E’ LA TEORIA DEI GIOCHI?
CLASSIFICAZIONE DEI GIOCHI
La principale distinzione effettuata dalla Teoria dei Giochi è quella che suddivide i giochi in:
• Giochi NON COOPERATIVIogni singolo partecipante cerca di ottenere il meglio per sè
non c’è possibilità di accordarsi
eventuali comportamenti “cooperativi” riflettono interessi indipendenti
• Giochi COOPERATIVIunità di analisi è il gruppo, o coalizione
collaborazione produce maggiori guadagni per tutti
vero problema: ripartizione dei guadagni tra i singoli
1 anno di galera a tutti e due
collaboratore libero; chi non
confessa 10 anni
collaboratore libero; chi non
confessa 10 anni
5 anni di galera a tutti e due
Confessa
Confessa
Non Confessa
NonConfessa
Ladro 1
Ladro 2
1. Approccio di DOMINANZA
Esempio: il dilemma del prigioniero
non possono accordarsiciascuno desidera minimizzare la propria pena
LE SOLUZIONI DEI GIOCHI NON COOPERATIVI (1)
1. Approccio di DOMINANZA
in ogni caso il ladro se confessa riduce la propria pena
strategia dominante
L’approccio di dominanza si usa normalmente per eliminare un certo numero di strategie che non accadranno (ipotesi di razionalità).
LE SOLUZIONI DEI GIOCHI NON COOPERATIVI (2)
2. Principio MINIMAX
Si usa quando un giocatore (es. giocatore 1) deve amministrare un vantaggio:
giocatore 1
giocatore 2
massimizza minimo guadagno
minimizza massima perdita
LE SOLUZIONI DEI GIOCHI NON COOPERATIVI (3)
Esempio: Giapponesi vs. Americani
2. Principio MINIMAX
Nord
Sud
• il viaggio dura 3 giorni• a nord il tempo è nuvoloso (difficoltà di avvistamento)• gli americani devono annientare la flotta PRIMA che giunga alla
base
flottaricognitori
BASE
LE SOLUZIONI DEI GIOCHI NON COOPERATIVI (4)
2. Principio MINIMAX
3 giorni di combattimenti
2,5 giorni di combattimenti
1 giorno di combattimenti
2 giorni di combattimenti
Controlla a Nord
Va a Nord
Controlla a Sud
Va a Sud
Giapponesi
Americani
• Americani massimizzano minimo guadagno: controllano a Nord (almeno 2 giorni di attacco)
• Giapponesi minimizzano massimo danno: vanno a Nord (al massimo 2 giorni di danni)
LE SOLUZIONI DEI GIOCHI NON COOPERATIVI (5)
3. Equilibrio di NashUna soluzione strategica o Equilibrio di Nash in un gioco è un punto in cui nessun giocatore ha un incentivo a spostarsi da quel punto, assumendo che tutti i giocatori giochino in maniera logica e razionale.
3,24,40,0
0,21,29,3
1,80,24,3
Strategia 1
Strategia 1
Strategia 2
Strategia 2
Strategia 3
Strategia 3
Giocatore A
Giocatore B
LE SOLUZIONI DEI GIOCHI NON COOPERATIVI (6)
• Giochi non cooperativi
• Giochi dinamici
• Ad informazione incompleta e simmetrica
• Presenza (nella maggior parte dei casi) della Natura
TEORIA DEI GIOCHI
BUSINESS GAME
Nei business game, come nella Teoria dei Giochi, il profitto di un giocatore dipende anche dalle decisioni degli altri. L’obiettivo del proprio profitto contrasta con il profitto degli altri
I BUSINESS GAME E LA TEORIA DEI GIOCHI
Esperienza di Apprendimento
Creazione ValorizzazioneApprofondimento
Conoscenze, Capacità e Strumenti Manageriali
COS’E’ LA FORMAZIONE MANAGERIALE
Il mondo aziendale attuale è caratterizzato da:
• Incertezza• Imprevedibilità• Competitività• Complessità• Sovrabbondanza di informazioni• Globalizzazione
e richiede quadri, dirigenti e manager che sappiano gestire tali aspetti e che sappiano confrontarsi con essi.
PERCHE’ LA FORMAZIONE MANAGERIALE
1) Esperienza concreta (EC)
EC: coinvolgimento dell’individuo in una esperienza concreta di una certa realtà
2) Osservazione eriflessione (OR)
OR: l’individuo fa le sue debite osservazioni e riflessioni sull’esperienza
3) Formulazione diconcetti astratti e di generalizzazioni (CA)
CA: a partire da tali osservazioni e riflessioni l’individuo elabora le sue idee
4) Verifica dei concetti innuove situazioni (EA)
EA: l’individuo verifica le idee elaborate in nuovi contesti reali
IL MODELLO ESPERIENZIALE DI KOLB
ASSIMILATORCONVERGER
DIVERGERACCOMODATORConcretezza(EC)
Astrazione(CA)
Azione (EA) Riflessione (OR)
ACCOMODATOR: tipico dei manager aziendali; tende alla realizzazione e all’adattamento nei confronti della realtà circostante; la domanda caratteristica è “What if?”
DIVERGER: stile degli artisti; tende all’immaginazione emotiva e creativa, interessato più ai problemi umani che a quelli tecnici; la domanda caratteristica è “Why?”
CONVERGER: forte propensione verso l’applicazione pratica di idee e concetti; tipico degli ingegneri; la domanda caratteristica e “How?”
ASSIMILATOR: tipico dei matematici; tende allo sviluppo di modelli teorici senza particolare applicazione pratica; la domanda caratteristica è “What?”
STILI DI APPRENDIMENTO PER KOLB
•Role-Playing
•Casi••Business GameBusiness Game•Simulazioni•Microworlds
•Esercitazioni•Aule Virtuali
Sperimentazione Attiva (EA)
•Lezioni•CdRom•Videoconferenze
Concettualizzazione Astratta (CA)
•In-Basket•Seminari•Chat
Osservazione e Riflessione (OR)
•T-Group•Incidents•Brain-Storming
Esperienza Concreta (EC)
AtteggiamentiAbilitàConoscenzeArea di Apprendimento
Tipo di Apprendimento
(Pepe, 1981)
CLASSIFICAZIONE DEI METODI DIDATTICI
Studente al centro delprocesso di apprendimento
Apprendimento
1
2
Esperienziale CollaborativoAttivo
Decision-MakingProblem-solvingTeam-Working
IL BUSINESS GAME NELLA FORMAZIONE MANAGERIALE