università della calabria la statisticala...

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09/05/2011 1 LA STATISTICA LA STATISTICA GIUDIZIARIA GIUDIZIARIA Università della Calabria Campus di Arcavacata RENDE RENDE a.a a.a 2010 2010-2011 2011 DOTT. MASSIMILIANO GIACALONE 2 STUDIO DELLA CRIMINALITA’ DOTT. MASSIMILIANO GIACALONE

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    LA STATISTICALA STATISTICA GIUDIZIARIAGIUDIZIARIA

    Università della Calabria

    Campus di Arcavacata

    RENDE RENDE a.aa.a 20102010--20112011

    DOTT. MASSIMILIANO GIACALONE

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    STUDIO DELLACRIMINALITA’

    DOTT. MASSIMILIANO GIACALONE

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    Con il termine devianza solitamente si intende quel comportamento che sidiscosta dalla media dei comportamenti standardizzati; cioè quelcomportamento che si presenta come un’anomalia statistica.Una particolare forma di devianza è la criminalità, cioè l’insieme deicomportamenti vietati dalle norme del Codice Penale.Statisticamente la criminalità può essere studiata sotto due aspetti:

    • Oggettivo; volto a studiare le manifestazioni esteriori della criminalità;• Soggettivo; orientato a studiare i caratteri degli individui che hanno

    compiuto gli atti di criminalità.

    Lo studio della Criminalità sotto l’aspetto oggettivo risulta più semplice inquanto i dati sono facilmente rilevabili. Tale studio può essere effettuatoattraverso l’approfondimento delle indagini:�Nel tempo�Nello spazio�Per singoli tipi di delitti�In relazione alla gravità dei delitti

    LA CRIMINALITA’ NELL’ AMBITO DELLA LA CRIMINALITA’ NELL’ AMBITO DELLA STATISTICA GIUDIZIARIASTATISTICA GIUDIZIARIA

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    Nel Tempo � Dove lo studio della criminalità avviene solitamente attraversoil confronto temporale dei dati contenuti nelle c.d. didati; confronto che deve essere effettuato tenendo in considerazione levariazioni demografiche, al fine di avere una corretta idea dell’andamento delfenomeno in esame. Nel caso specifico, essendo il fenomeno preso inesame formato dal numero dei delitti, il rapporto viene denominato“quoziente di criminalità”.

    Nello Spazio � Dove lo studio della criminalità può riguardare diversiaspetti. Rimanendo ad esempio nell’ambito di uno stesso Statonazionale; lo studio della criminalità nello spazio può riguardare ilraffronto dei dati fra le diverse realtà territoriali, sia sul piano delladivisione amministrativa (Regioni, Province, ecc.), sia sul piano dellecircoscrizioni giudiziarie (Tribunali, Corti d’Appello, ecc.).

    Per Singoli tipi di delitti ���� In tal caso, dato che l’analisi dei delitti indicatidal codice penale risulterebbe troppo estesa ai fini pratici; si preferisceprendere in riferimento le tabelle pubblicate dall’ISTAT negli Annuari distatistica giudiziaria. Il raggruppamento più cospicuo è rappresentato daidelitti contro il patrimonio, seguito dai delitti contro la persona, ed infinedai delitti contro l’economia pubblica, l’industria e il commercio.

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    In relazione alla gravità dei delitti � Nel quale occorre dimostrare se, inun periodo caratterizzato da una forte crescita quantitativa dellacriminalità, si possa affermare che la criminalità sia in aumento.Per poter affermare che la criminalità sia in aumento occorre tenerepresente non solo il numero dei delitti, ma anche la loro gravità.La presa in considerazione della gravità dei delitti costituisce tuttavia unproblema non indifferente, in quanto risulta difficile effettuarne una precisavalutazione.A tal proposito le soluzioni trovate fanno riferimento alla pena; infattiattraverso la quantificazione della pena per ciascun singolo delitto, èpossibile dare un peso a ciascun delitto.

    Ciò porta ad alcune conseguenze inerenti la scelta del tipo di pena daprendere in considerazione, e cioè:

    �La pena media edittale (che consentirebbe di lavorare anche sui delittiaccertati);�Le pene irrogate (attraverso le quali si otterrebbe invece una maggioreaderenza alla reale situazione della criminalità).

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    LoLo studiostudio delladella CriminalitàCriminalità sottosotto l’aspettol’aspetto soggettivosoggettivo,, risultarisulta essereessere inveceinvece piùpiùcomplessocomplesso inin quantoquanto i caratteri degli autori degli atti di criminalità, in generenon si presentano in immediata relazione con tali atti (di criminalità).

    Sono quindi i risultati delle indagini statistiche a costituire le verefondamenta dell’antropologia criminale, alla quale rimane il compito dideterminare se esista o meno un tipo criminale, oppure se esista unsoggetto che in particolari condizioni è propenso a divenire criminale.

    Lo studio sul gruppo statistico dei condannati, al fine di evidenziare lecaratteristiche presenti al suo interno, viene condotto sotto diversi punti divista, è cioè secondo:

    � Il sesso;� L’età;� Lo stato civile;� L’istruzione;� La professione.

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    LA CRIMINALITA’ MINORILELA CRIMINALITA’ MINORILE

    Il concetto di Criminalità ricomprende al suo interno anche la Criminalitàminorile. Dopo la seconda guerra mondiale, lo studio della Criminalitàminorile ha assunto una maggiore rilevanza a causa del suo incrementoverificatosi in ogni nazione.

    In Italia i minori di anni 14 non sono imputabili; mentre nei confronti deiminori di età fra i 14 e i 18 anni vengono applicati istituti particolari, qualila Sospensione condizionale della pena; la Riduzione della pena ed ilPerdono giudiziale.

    Altre Istituzioni, quali gli Istituti di osservazione, le Case di rieducazione ei Centri di rieducazione; svolgono invece una funzione scientifico-socialeimportantissima, e cioè quella di rieducare il giovane e di restituirlo sanoalla società.

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    Misure di Criminalità

    Le misure solitamente utilizzate per la descrizione dei fenomeni criminali Le misure solitamente utilizzate per la descrizione dei fenomeni criminali sono:sono:

    Rapporti:Rapporti: si ottengono dividendo una quantità per un’altra,

    e cioè: R = a/b

    Descrizione es. N° Maschi / N° Femminestatica

    Proporzioni:Proporzioni: particolari tipi di rapporti in cui il numeratore è una parte del denominatore.

    es. p = N. Femmine / (N. Femmine + N. Maschi)

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    TassiTassi:: cioè quelle misure di frequenza che, se usate con variabilidicotomiche, risultano essere associate alla dinamica delfenomeno studiato.

    Descrizionedinamica N. di casi o eventi accaduti in un dato periodo di tempo

    Definizione: Tasso = Popolazione a rischio durante tale periodo

    Il tasso misura quindi l’accadimento di un evento, nel tempo, inuna popolazione. Esso può essere definito come una misura di

    cambio di una quantità y, per unità di cambiamento di un’altraquantità t da cui dipende. Si distinguono:

    TASSO ASSOLUTO:

    TASSO ASSOLUTO MEDIO:

    TASSO ASSOLUTO ISTANTANEO:

    nx 10

    )()( tyttyy −∆+=∆

    t

    yR

    ∆∆=

    0→∆ t

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    N.di casiBorseggi 74 0,43 42,53Furti 32 0,18 18,39Rapine 13 0,07 7,47Sequestri 9 0,05 5,17Truffe 46 0,26 26,44Totali 174 1 100

    Crimini xi fi Pi = fi x 100

    Proporzioni

    Tabella 4.4.1

    (Elaborazione propria)

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    Il Tasso di IncidenzaSe consideriamo il fenomeno come un evento di cui valutare i nuovi casi verificatisi in un"intervallo di tempo prefissato" (da t

    jfino a t

    j+n), parleremo di "Tasso di Incidenza" o

    "Incidenza":

    Incidenza = {N. Nuovi Casi [Pi; (t

    j; t

    j+n)]}

    Popolazione x (tj+n

    - tj)

    Es:Su un totale di 3500 “giovani” esposti al “rischio di tossicodipendenza”, con etàcompresa tra 12 e 26 anni, sono stati registrati 28 “nuovi casi” di “denuncia per consumoe spaccio di droga” , in un intervallo di tempo di 2 anni; calcolando il tasso di incidenzaotteniamo:

    TI= [ 28 / ( 3500 x 2 anni) ] x 1000 = 4,0

    Ciò significa che ogni anno, su 1000 giovani, 4 vengono denunciati per “consumo espaccio”; oppure moltiplicando per 10.000, si ottiene un Tasso pari a :

    TI= 0,004 x 10.000 = 40 giovani

    che indica che su un totale di 10.000 giovani, 40 subiscono una denuncia per quel reato.

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    Il Tasso di Prevalenza

    Quando il riferimento al “tempo” si limita a considerare un “istante temporale” dirilevazione come uno stato di fatto si utilizza il "Tasso di Prevalenza" o "Prevalenza":

    Prevalenza = N. soggetti con caratteristica A(al tempo tj) x10n

    Popolazione di riferimento al tempo tj

    Consideriamo il caso di un comune di 13000 abitanti e supponiamo che, in un anno, sisiano verificati 75 casi di “furti o scippi”; il tasso di “prevalenza” risulterà pari a:

    TP = [75 / 13000 ] x 1000 ) = 5,77

    Il valore ottenuto va interpretato dicendo che su 1000 abitanti circa 6 hanno subito unfurto o uno scippo; dove 1000 indica il fattore 10n per n=3.

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    QUANDO APPLICARE IL TASSO DI PREVALENZA O DIINCIDENZA?

    RIASSUMENDO:

    TASSO DI PREVALENZA=Numero di casi in un dato istante di tempo/numero di persone in unapopolazione in quel momento .

    TASSO DI INCIDENZA=Numero di nuovi casi insorti durante un periodo di tempo/numerototale(media)delle persone presenti durate lo stesso periodo.

    PREVALENZA = "tutti" INCIDENZA = "nuovi"

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    Rischio RelativoSi tratta di un indice relativo ottenuto rapportando due “tassi di incidenza”.Il rischio relativo (RR) è dato dal tasso di incidenza dei “soggetti possessori diuna data modalità del carattere in esame” [ TI(i) ], diviso quello dei “soggettipossessori di una modalità dello stesso carattere, presa come metro di paragoneper lo studio in oggetto” [ TI(0) ] .Per esempio si consideri il fenomeno di “denuncia per truffa”: supposto disapere che il “tasso di incidenza” dei soggetti colpiti da denuncia per truffa, econ età compresa tra 16 e 20 anni, sia pari a: TI(1) = 0,750; mentre quelloriferito a soggetti con classe di età non definita, oppure diversa dalla precedente,e preso come indice della “popolazione di controllo” è pari a: TI(0) = 0,056; ilcoefficiente di sintesi, detto Rischio Relativo (RR) è pari a:

    RR = TI(1) / TI(0) = 0,750 / 0,056 = 13,39

    In base al risultato si dirà che il “rischio di denuncia per truffa” è di circa 13volte più probabile per un giovane (con età tra 16 e 20 anni) che per soggetticon età diversa.

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    Rischio AttribuibileQuando la diversità tra popolazioni è dovuta ad un solo carattere, si può usare un indicerelativo, detto rischio attribuibile (RA) nel quale il rischio o “fattore di rischio” è propriola “caratteristica” che diversifica le due popolazioni.Il RA è calcolato come una differenza tra due tassi di incidenza: TI(E) (tra soggettiesposti al rischio in esame) e TI(NE) (tra soggetti non-esposti al rischio); che è resarelativa, dividendola per il “tasso dei soggetti esposti al rischio”:

    RA =[ TI(E) - TI(NE) ] / TI(E) Es: supponendo di volere studiare il fenomeno di “crimini contro il patrimonio”,focalizziamo l’attenzione su soggetti minorenni, per i quali l’età è ritenuta un “fattore dirischio”, e calcoliamo su di essi il TI degli “esposti”:

    TI(e) = 69,58Sia inoltre noto il “tasso di incidenza” degli adulti non-esposti al rischio

    TI(NE) 0 31,81.Il corrispondente indice relativo è pari a:

    RA = [ 69,58 – 31,81] / 69,58 = 0,5428È quindi del 54,28% la percentuale dei casi di “crimini contro il patrimonio” dovutiall’essere minorenni.

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    Quozienti StardadizzatiQuando la diversità tra le popolazioni è dovuta ad una diversa struttura (peresempio diversa composizione per età) si ricorre ai quozienti standardizzati(QA). La “standardizzazione può essere effettuata rispetto a qualsiasi “parametrodi interesse”:

    QA = [ AQ1 P1 + AQ2 P2 + ..........+ AQS PS ] / Pdove :P = popolazione di riferimentoPi = popolazione tipo per la classe i-esima dal carattere in esameAQi = quozienti della popolazione A, per la classe i-esima del carattere esaminato.La “popolazione tipo” è ottenuta dalla semisomma della “popolazione presentead inizio d’anno ed alla fine dello stesso anno”; e si ipotizza una egualestruttura, in base al carattere di interesse, sia per la “popolazione tipo” (P) cheper la “popolazione del collettivo A” (AP) per classi di modalità corrispondenti(con i =1,2,...n):

    APi / AP = Pi / P

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    I quozienti “generici”

    Per seguire l’evoluzione nel tempo del numero di imputaticondannati, è necessario – al fine di eliminare gli eventualieffetti distorsivi prodotti dalla popolazione – calcolare iconsueti quozienti, che (d’ora in poi) chiameremo“generici”:

    C 0-tq 0-t = (R0 + Rt ) / 2

    dove:

    C 0-t indica il numero di condannati nell’anno t ;

    R0 e Rt indicano i residenti ad inizio e fine anno.

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    I quozienti “specifici”

    Qualora si intenda analizzare la criminalità secondo il sesso, l’età, lostato civile, etc., è necessario calcolare i cosiddetti “quozienti dicriminalità specifici”.Tali quozienti si ottengono rapportando il numero di condannatisecondo un carattere i con la corrrispondente popolazione:

    iq = iC / iR

    dove:

    iC indica il numero di condannati di “tipo” i;

    iR indica la corrispondente popolazione media.

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    Un esempio...

    Si supponga di voler analizzare la criminalità secondo il sesso.In questo caso non ci si potrà limitare al calcolo del peso percentuale diogni singola componente sul totale dei condannati.Infatti, sarà necessario calcolare il tasso specifico di criminalità.I quozienti di criminalità specifici per sesso si calcolano nel modoseguente:

    M C 0-t F C 0-tM q 0-t = F q 0-t =

    (MR0 + MRt / 2) FR0 + FRt / 2

    dove: MC0-t e FC0-t indicano il numero di condannati nel corso dell’anno t, rispettivamente di sesso maschile e femminile.

    R0 e iRt indicano il numero di residenti di sesso i-esimo all’inizio e alla fine dell’anno.

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    Dal punto di vista della rilevazione, si distinguono diversi tipi di criminalità:

    • Criminalità reale; quella esistente realmente nel contesto sociale, la qualerisulta difficile da rilevare poiché una parte di essa sfugge alla rilevazione.

    • Criminalità legale; cioè l’insieme di reati che sono stati effettivamente portati agiudizio e per i quali è stata emessa sentenza.

    • Criminalità apparente; cioè quella che ricomprende i fatti criminosi giunti aconoscenza dell’Autorità giudiziaria.

    Dato che la criminalità reale è difficile da rilevare, e che la criminalità legaleesclude i reati che non vengono denunciati all’autorità di polizia; risulta quindiopportuno che lo studio della criminalità si basi sulla criminalità apparente, inquanto:

    la massa dei reati si avvicina maggiormente alla criminalità;

    la rilevazione dei delitti è più prossima all’anno del commesso delitto;

    vi sono compresi i delitti di autori ignoti.

    Tipi di criminalità

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    Per quanto riguarda i delitti non denunciati ricompresi nella criminalità reale (e cioèla c.d. criminalità sommersa); diverse indagini campione hanno cercato di darneuna precisa dimensione, giungendo alla conclusione che i delitti denunciati sonocomplessivamente oltre il 50% di quelli effettivamente commessi.Uno dei motivi per cui molti delitti non vengono denunciati è che gran parte dei reatirestano ad opera di "autore ignoto". Ciò scoraggia le vittime dallo sporgeredenuncia, soprattutto per i reati minori.

    Per annullare l'influenza dell'aumento della popolazione sulla comparabilità dei dati,è stato introdotto da parte degli studiosi della statistica il c.d. "quoziente dicriminalità", e cioè il numero di delitti denunciati ogni 100.000 abitanti.

    Stante il lieve incremento della popolazione italiana degli ultimi anni e il notevoleaumento del numero dei delitti a partire dal 1969, non vi è sostanziale differenza trala curva del numero assoluto dei delitti e quella del "quoziente di criminalità", comesi può rilevare dai Grafici che seguono.

    Un elemento perturbatore dei dati che non è possibile eliminare, è dato dal numerodi immigrati clandestini (e quindi non quantificabili) presenti nel nostro Paese. Ciòfa si che risulti difficile stabilire quale dei due grafici in questione possa ritenersi ilpiù significativo.

    Il quoziente di criminalità

    22Grafico 1 Delitti denunciati in Italia dal 1900 al 2004, quantità assolute.DOTT. MASSIMILIANO GIACALONE

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    23Grafico 2 Delitti contro la persona ( OMICIDI ) in Italia dal 1900 al 2004.

    24Grafico 3 Quoziente di criminalità (delitti denunciati ogni 100.000 abitanti) in Italiadal 1900 al 2004.

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    Quindi per avere un’ idea corretta dell’andamento del fenomeno in esameanche in termini relativi rapportati al variare della popolazione, occorretenere conto delle variazioni demografiche.Il quoziente può essere utilizzato sia per normalizzare i confronti nel tempoche quelli fra diverse realtà territoriali.Esso si calcola:

    Q(0-t) = [D (0-t)] / [(R0 + Rt)/2]Dove:

    D (0-t) (numero dei delitti registrati nel corso dell’anno t);R0,Rt (numero dei residenti all’inizio e alla fine dell’anno considerato).

    Tale quoziente si calcola quindi effettuando dei rapporti fra l’ammontare delfenomeno nei singoli anni e l’ammontare della popolazione negli stessianni; oppure calcolando le variazioni delle popolazioni intervenute rispettoall’anno preso come base per le serie storiche; oppure calcolando unquoziente costituito dal rapporto fra l’ammontare del fenomeno nei singoliperiodi e la corrispondente popolazione.

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    Se si segue l’evoluzione nel tempo del numero di imputati condannati,risulta più opportuno, per eliminare eventuali effetti distorsivi, calcolare ic.d. quozienti detti “quozienti di criminalità generici”.Essi si calcolano:

    q 0-t = C 0-t(R0 + Rt)/2

    Dove:C 0-t (indica il numero dei condannati nell’anno t):R0 e Rt (indicano i residenti ad inizio e fine anno)

    Se invece si analizza la criminalità secondo il sesso, l’età, lo stato civile,ecc.; si calcolano i cosiddetti “quozienti di criminalità specifici”.Essi si ottengono rapportando il numero dei condannati secondo uncarattere i, con la corrispondente popolazione.Più precisamente:

    Iq = iC/iRDove:iC (indica il numero di condannati di tipo i);iR (indica la corrispondente popolazione media)

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    Indicatori e Misure della Criminalità

    Per indicatore si intende un’informazione quantitativa indiretta su undeterminato fenomeno. Quindi la traduzione numerica del fenomenoconsiderato.

    Costruire un indicatore significa collegare un indice ad un concetto nonmisurabile statisticamente in modo diretto.

    Per quanto riguarda il concetto di Indicatore Statistico, non esiste unadefinizione univoca, in quanto le diverse definizioni proposte scaturisconoda punti di vista diversi, connessi con il ruolo e gli scopi che hanno e conla natura del problema da studiare.

    Si può quindi affermare che:

    ““gli indicatori sono statistiche con obiettivigli indicatori sono statistiche con obiettivi””

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    Le Le osservazioniosservazioniDatiDati

    che contengono le informazioni di base e possono essere sintetizzate con

    StatistichStatistiche

    che a loro volta vengono elaborate

    per ottenereIndicatoriIndicatori

    impiegati per esprimereStrutture Strutture

    o cambiamentio cambiamenti

    di fenomeni messi in relazione conInteressi sociali o scientifici

    Organizzate sistematicamente forniscono

    Articolazione del sistema concettuale degli indicatori

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    LA STATISTICA DELLA

    CRIMINALITA’

    È quella statistica che si occupa di rilevare le

    fattispecie penali legate ai reati più rappresentativi.

    Tale rilevazione possiede un elevato grado di rappresentatività.

    Essa ha una cadenza mensile.

    LA STATISTICA DELLA

    DELITTUOSITA’

    È quella statistica che si occupa di rilevare i delitti previsti dal codice penale.Tale rilevazione ha una

    cadenza mensile.

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    STATISTICA DELLA CRIMINALITA’

    LaLa statisticastatistica delladella criminalitàcriminalità èè didi grangran lungalunga lala parteparte piùpiùimportanteimportante didi tuttatutta lala statisticastatistica giudiziariagiudiziaria;; essaessa costituiscecostituisce ililnucleonucleo storicamentestoricamente piùpiù anticoantico didi osservazioniosservazioni aa caratterecarattere organico,organico,criticocritico ee scientificoscientifico..GuerryGuerry ee QueteletQuetelet furonofurono tratra ii primiprimi grandigrandi fautorifautori delladella statisticastatisticadelladella criminalitàcriminalità..LaLa statisticastatistica delladella criminalitàcriminalità rilevarileva ii datidati suisui delittidelitti didi autoreautoreignotoignoto ee quelliquelli didi autoreautore noto,noto, perper ii qualiquali l’Autoritàl’Autorità GiudiziariaGiudiziaria hahainiziatoiniziato l’azionel’azione penalepenale..NelNel casocaso didi personapersona denunciatadenunciata perper piùpiù reati,reati, l’autorel’autore vieneviene presopresoinin considerazioneconsiderazione concon riferimentoriferimento alal delittodelitto perper ilil qualequale èè previstaprevistadaldal CodiceCodice PenalePenale ee dalledalle altrealtre leggileggi lala penapena piùpiù gravegrave.. II datidativengonovengono desuntidesunti direttamentedirettamente daldal sistemasistema informativoinformativo perper lalagestionegestione deidei procedimentiprocedimenti inin funzionefunzione pressopresso lele ProcureProcure delladellaRepubblicaRepubblica (Re(Re..GeGe..))..

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    La Statistica della Criminalità� OGGETTO: La Statistica della Criminalità ha per oggetto i delitti per i quali la magistratura ordinaria ha iniziato l’azione penale (esclusi i reati di tipo amministrativo o di competenza della magistratura non ordinaria).� ANNI DI ATTIVITA’: Essa opera sin dalla fine del XIX secolo (infatti costituisce il tipo di Statistica più antica).� AMBITO DI OPERATIVITA’: La Statistica della Criminalità opera principalmente a livello comunale; anche se i dati vengono resi pubblici a livello provinciale.� PREGI: Essa presenta come pregi, serie storiche alquanto lunghe.� LIMITI: Tra i suoi limiti vi è il fatto che molti tipi di delitti non hanno una appropriata articolazione interna. Essa rileva la “criminalità apparente”; cioè i fatti criminosi giunti a conoscenza dell’Autorità giudiziaria (esclusi quindi i reati non denunciati; cioè il c.d. NUMERO OSCURO).

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    Le fonti statistiche sulla Criminalità

    Le principali statistiche sulla criminalità si distinguono in:

    � Statistiche giudiziarie “ufficiali”, le quali provengono da rilevazioni:- Civili ed amministrative;- Penali e penitenziarie (di cui le più importanti sono la

    Statistica della criminalità e la Statistica della delittuosità).

    � Indagini di vittimizzazione; cioè attraverso indagini campionarie adhoc, eseguite per studiare il fenomeno in questione.

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    Indicatori e Misure della Criminalità

    Le fasi in cui si articola il processo di traduzione dei fenomeni socialicomplessi in indicatori empirici, sono:• La definizione astratta del fenomeno sociale (o concetto);• La scomposizione del concetto in dimensioni o in sub-dimensioni;• La scelta degli indicatori osservabili corrispondenti a ciascuna dimensioneindividuata;

    • E la eventuale sintesi degli indicatori sociali in indici sintetici aggregati.

    Gli indicatori che ne derivano possono essere:• IndicatoriIndicatori SempliciSemplici; i quali si riferiscono a fenomeni singoli, cioè alledimensioni direttamente osservabili in cui è scomposto un fenomeno

    socialecomplesso.IndicatoriIndicatori CompostiComposti; i quali si ottengono aggregando e ponderando gliindicatori semplici che sono alla base della misura dei fenomeni complessi.

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    STATISTICA DELLA DELITTUOSITA’STATISTICA DELLA DELITTUOSITA’

    LaLa statisticastatistica delladella delittuositàdelittuosità haha perper oggettooggetto lele denuncedenunce perper ii fattifattidelittuosidelittuosi presentatipresentati all’Autoritàall’Autorità GiudiziariaGiudiziaria dalladalla PoliziaPolizia didi Stato,Stato, daidaiCarabinieriCarabinieri ee dalladalla GuardiaGuardia didi FinanzaFinanza..QuestiQuesti datidati riguardanoriguardano ii delittidelitti ee lele personepersone denunciatedenunciate concon riferimentoriferimentoalal momentomomento delladella comunicazionecomunicazione all’Autoritàall’Autorità GiudiziariaGiudiziaria dada parteparte delledelleForzeForze dell’ordinedell’ordine..II delittidelitti rilevati,rilevati, alal paripari delladella statisticastatistica delladella criminalità,criminalità, sonosono quelliquelliprevistiprevisti daldal CodiceCodice PenalePenale ee dalledalle altrialtri LeggiLeggi specialispeciali inin materiamateria PenalePenale..DaDa questequeste rilevazionirilevazioni sonosono escluseescluse lele contravvenzioni,contravvenzioni, nonchénonché ii delittidelittidenunciatidenunciati allaalla suddettasuddetta AutoritàAutorità GiudiziariaGiudiziaria dada altrialtri PubbliciPubblici UfficialiUfficiali eedada privatiprivati..L’esclusioneL’esclusione didi questiquesti ultimiultimi delitti,delitti, ee ilil diversodiverso momentomomento delladellarilevazione,rilevazione, costituisconocostituiscono alcunialcuni deglidegli elementielementi perper cuicui nonnon èè possibilepossibileporreporre aa raffrontoraffronto ii datidati inin questionequestione concon quelliquelli relativirelativi allaalla statisticastatisticadelladella criminalitàcriminalità..

    DOTT. MASSIMILIANO GIACALONE

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    La Statistica della Delittuosità

    � OGGETTO: La Statistica della Delittuosità ha per oggetto i delitti di cui vengono a conoscenza le tre Forze dell’ordine (cioè Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza) tramite le denuncie dei cittadini, o attraverso l’attività investigativa.� ANNI DI ATTIVITA’: Essa opera sin dal 1955;� AMBITO DI OPERATIVITA’: La Statistica della Criminalità opera principalmente a livello provinciale.� PREGI: Essa presenta una articolazione dettagliata su alcuni tipi di reato (quali ad esempio i reati di furto, rapina, omicidio, e sequestri di persona).� LIMITI: Essa presenta come limiti, serie storiche alquanto brevi; e il fatto di non rilevare il “NUMERO OSCURO” di reati non denunciati alle Forze dell’Ordine.

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    Gli indici di delittuosità

    Rapportando a 100 il quoziente di criminalità di un dato anno, è possibile per glianni successivi costruire degli "indici di delittuosità“; attraverso i qualil'aumento o la diminuzione del fenomeno criminale sono più immediatamentepercepibili.

    Gli indici di criminalità Un metodo più sofisticato per stabilire la reale portata del fenomeno criminaleconsiste nell'attribuire un peso ai delitti denunciati; in modo da determinare inmaniera più esatta, se ci si trova dinanzi ad aggravamenti o a miglioramenti(reali o fittizi) del fenomeno.

    In un determinato anno, ad esempio, potrebbero venir commessi un numeromaggiore di reati rispetto all'anno precedente, ma di gravità assai inferiore.Potrebbero cioè essere cresciuti i furti, e nel contempo essere diminuiti gliomicidi. In tal caso il quozientequoziente didi criminalitàcriminalità sarebbe aumentato, mentrel'indicel'indice didi criminalitàcriminalità sarebbe diminuito.

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    IL TOTALE DEI REATI NEGLI ULTIMI 20 ANNI: GRAFICI E TABELLE

    Fig.1 - Totale delitti denunciati dalle Forze dell'ordine all'Autorità giudiziaria. Confronto Italia e Sicilia. Tassi ogni 100.000 abitanti. Periodo 1986-2004

    0

    500

    1000

    1500

    2000

    2500

    3000

    3500

    4000

    4500

    5000

    1986

    1987

    1988

    1989

    1990

    1991

    1992

    1993

    1994

    1995

    1996

    1997

    1998

    1999

    2000

    2001

    2002

    2003

    2004

    Sicilia

    Italia

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    Fig.2 - Lesioni dolose denunciate dalle Forze dell'ordine all'Autorità giudiziaria. Confronto Italia e Sicilia. Tassi ogni 100.000 abitanti. Periodo 1986-2004

    0

    10

    20

    30

    40

    50

    60

    70

    80

    90

    100

    1986

    1987

    1988

    1989

    1990

    1991

    1992

    1993

    1994

    1995

    1996

    1997

    1998

    1999

    2000

    2001

    2002

    2003

    2004

    Sicilia

    Italia

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    Fig.4 - Furti in appartamento denunciati dalle Forze dell'ordine all'Autorità giudiziaria. Confronto Italia e Sicilia. Tassi ogni 100.000 abitanti. Periodo 1986-2004

    0

    50

    100

    150

    200

    250

    300

    350

    400

    450

    500

    1986

    1987

    1988

    1989

    1990

    1991

    1992

    1993

    1994

    1995

    1996

    1997

    1998

    1999

    2000

    2001

    2002

    2003

    2004

    Sicilia

    Italia

    40

    Fig.5 - Totale Rapine denunciate dalle Forze dell'ordine all'Autorità giudiziaria. Confronto Italia e Sicilia. Tassi ogni 100.000 abitanti. Periodo 1986-2004

    0

    20

    40

    60

    80

    100

    120

    140

    160

    180

    200

    1986

    1987

    1988

    1989

    1990

    1991

    1992

    1993

    1994

    1995

    1996

    1997

    1998

    1999

    2000

    2001

    2002

    2003

    2004

    Sicilia

    Italia

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    Fig.6 - Truffe denunciate dalle Forze dell'ordine all'Autorità giudiziaria. Confronto Italia e Sicilia. Tassi ogni 100.000 abitanti. Periodo 1986-2004

    0

    50

    100

    150

    200

    250

    300

    35019

    8619

    8719

    8819

    8919

    9019

    9119

    9219

    9319

    9419

    9519

    9619

    9719

    9819

    99

    2000

    2001

    2002

    2003

    2004

    Sicilia

    Italia

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    TABELLA DATI REALI

    Anno Totale delitti Lesioni dolose Furti in negozioFurti in

    appartamentoRapine Truffe

    Italia Sicilia Italia Sicilia Italia Sicilia Italia Sicilia Italia Sicilia Italia Sicilia

    1986 1403214 137811 16084 948 42089 2088 128246 9146 24734 6791 25175 1539

    1987 1867035 163468 18270 827 47583 2345 158305 9928 31230 7539 27850 1686

    1988 1894327 149990 18964 856 47969 2598 160860 9777 28868 6408 32022 2461

    1989 2053522 172328 18198 832 51667 3010 175408 12345 29724 6733 34119 4079

    1990 2501640 226484 19412 1089 67390 3922 210835 15626 36830 8074 30146 2920

    1991 2647735 245218 19748 997 69051 3829 206216 16901 39206 9278 34545 2399

    1992 2390539 203277 20781 927 64432 3320 193790 15444 31735 7386 35157 3237

    1993 2259903 183804 20961 880 61591 3437 192141 15648 31515 7008 40166 2964

    1994 2173488 188242 20873 1055 63158 3701 198401 17723 29981 6454 40604 2181

    1995 2267488 176286 21448 1355 65096 3517 212477 19146 28614 4973 39295 1874

    1996 2422991 182458 23716 1412 76041 3568 230258 20182 31244 5186 53043 2816

    1997 2440754 186796 25184 1850 79760 3970 237445 18527 32896 4864 62952 2521

    1998 2425748 180301 26732 1954 87980 3594 246804 17889 37782 5459 56952 2009

    1999 2373966 185199 29942 2171 90238 3811 234252 17522 39401 5148 63796 2863

    2000 2205782 186776 29068 1854 84222 3530 207317 14866 37726 4991 33564 2656

    2001 2163826 163505 30693 1809 80955 3338 183496 13439 38056 3975 38934 2784

    2002 2231550 156174 28699 1636 84838 3565 169430 13267 40006 3814 54328 2668

    2003 2456887 173653 30644 1745 81001 3359 173097 12055 41747 3726 187858 13753

    2004 2417716 164622 51823 3498 46265 4030 66294 4905

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    TABELLA DATI RAPPORTATI AL TASSOReati

    PopolazioneX 100.000

    Anno Totale delittiLesioni dolose

    Furti in negozio

    Furti in appartamento

    Rapine Truffe

    Italia Sicilia Italia Sicilia Italia Sicilia Italia Sicilia Italia Sicilia Italia Sicilia

    1986 2479 2696 28 19 74 41 227 179 44 133 44 301987 3299 3179 32 16 84 46 280 193 55 147 49 331988 3345 2904 33 17 85 50 284 189 51 124 57 481989 3623 3331 32 16 91 58 309 239 52 130 60 791990 4410 4358 34 21 119 75 372 301 65 155 53 561991 4665 4938 35 20 115 77 363 340 69 187 61 481992 4209 4067 37 19 113 66 341 309 56 148 62 651993 3976 3657 37 18 108 68 338 311 55 139 71 591994 3824 3703 37 21 111 73 349 349 42 127 71 431995 3989 3460 38 27 114 69 374 376 50 98 69 371996 4261 3577 42 28 134 70 405 396 55 102 93 551997 4290 3657 44 36 140 78 417 363 58 95 111 491998 4263 3536 47 38 155 70 434 351 66 107 100 391999 4171 3640 53 43 158 75 412 344 69 101 112 562000 3874 3679 51 37 148 70 364 293 66 98 59 522001 3797 3293 54 36 142 67 322 271 67 80 68 562002 3904 3141 50 33 148 72 296 267 70 77 95 542003 4265 3471 53 35 141 67 300 241 72 74 326 2752004 4156 3284 99 70 80 80 114 98

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    -- OSSERVAZIONI E PRECISAZIONI OSSERVAZIONI E PRECISAZIONI --

    Se si vogliono osservare i dati della tabella precedentemente espostapossiamo analizzarli sia da un punto di vista trasversale che da un punto divista temporale.Da un punto di vista trasversale, notiamo immediatamente come nel totale“delitti” esposti, l’unico dato che supera i valori riferiti all’Italia è quellorelativo al totale delle “rapine” avvenute in Sicilia, dove per l’appunto vi èun più alto tasso rilevato.Occorre registrare come il numero delle “lesioni dolose” si presenta convalori più bassi, sia in Italia che in Sicilia, rispetto ai valori dei rimanentireati; mentrementre valori molto alti vengono riportati sia nei “furti inappartamento”, dove i dati indicanti l’Italia superano i dati della Sicilia; siacome già evidenziato nelle “rapine”.Infine anche le “truffe” misurano valori più alti in Sicilia rispetto all’Italia;proprio per questo si può affermare che nella Regione Sicilia il totale deidelitti si avvicina molto al totale dell’Italia.

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    Diversamente, da un punto di vista temporale, si evincono diverseosservazioni. In primo luogo il “totale dei delitti” è cresciuto quasi deldoppio nel corso del ventennio analizzato, dove i dati relativi alla Siciliasuperano quelli mostrati in Italia solo nell’anno 2001.Nelle “lesioni dolose”, come su indicato, nonostante si evinci una ascesadei valori, i dati relativi all’ Italia non vengono superati dai valori dellaSicilia.Analizzando i “furti in negozio”, si assiste anche in questa circostanza adun aumento dei dati; anche rispetto al volume di incremento degli altridelitti osservati, tale aumento non si presenta sproporzionato.Anche in questo caso, i valori della Regione Sicilia non superano, neglianni analizzati, i valori dell’ Italia.Nei “furti in appartamento”, i valori sia dell’Italia che della Sicilia sonomolto simili. Nell’anno 1994 si evince un medesimo valore; mentre nel1995 si assiste ad un superamento della Sicilia; per poi ritornare allainiziale situazione di stabilità.

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    Osservando invece le “rapine”, si assiste ad un escalation dei valori inSicilia fino al 1991, il quale segna il picco massimo.A partire dal 1992 fino al 2004, i valori tendono a ridursi drasticamente.In questa serie storica i valori dell’Italia si presentano più bassi ma conuna sensibile crescita.Infine; nelle “truffe” si nota un sensibile aumento dei valori sia perl’Italia che per la Sicilia.I dati della Sicilia superano quelli dell’Italia negli anni 1989, 1990 e nel1992.Si evidenzia come sia per l’Italia che per la Sicilia, il volume dei valorinell’anno 2003 sia soggetto ad un aumento sproporzionato, per poiritornare a valori che rientrano in quell’aumento costante analizzato nelventennio.

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    L’unità di studio dell’analisi oggettiva della Criminalità è rappresentatadal fatto (o evento) che costituisce violazione delle leggi penali(avvenuto in un dato periodo), il quale si configura come delitto.

    La criminalità dal punto di vista oggettivo può essere approfonditaattraverso lo studio di aspetti connessi alla:

    �Distribuzione temporale dei delitti; la quale si utilizza per analizzare la criminalità nel tempo e quindi per effettuare confronti temporali per mezzo di: Serie storicheSerie storiche o Quozienti di criminalitàQuozienti di criminalità;

    �Distribuzione spaziale dei delitti;

    �Gravità dei delitti.

    Analisi oggettiva della criminalità

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    DISTRIBUZIONE TEMPORALE: SERIE STORICHESERIE STORICHE

    Le serie storiche sono una sequenza di dati omogenei riferiti ad un insieme, più o meno consistente, di anni generalmente consecutivi. Tali serie storiche hanno però un limite e cioè quello di non tener conto del variare della popolazione alla quale il fenomeno si riferisce.

    Quando si prende in esame una serie storica, si individuano alcuni andamenticaratteristici, quali:

    • L’andamento tendenzialeL’andamento tendenziale; il quale riguarda la tendenza alla crescita, o alladiminuzione, che non dipende da cause eccezionali od occasionali.

    • L’andamento periodicoL’andamento periodico; il quale riguarda i periodi di crescita, o didiminuzione, caratterizzati da una certa periodicità. Periodicità che può essere:ciclica, se la periodicità è annuale; stagionale, se invece la periodicità è mensile.

    • L’andamento oscillatorioL’andamento oscillatorio; il quale riguarda i periodi in cui si osservano dellevariazioni, dovute a cause accidentali, di intensità piuttosto contenuta.L’andamento oscillatorio è facilmente riconoscibile, perché - graficamente –assume il caratteristico aspetto a “denti di sega” o “a zig zag”.

    • L’andamento occasionaleL’andamento occasionale; il quale riguarda i periodi in cui si registrano bruschevariazioni di notevole intensità, dovute a cause eccezionali che occasionali.

    DOTT. MASSIMILIANO GIACALONE

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    DISTRIBUZIONE TEMPORALE: QUOZIENTI DI CRIMINALITAQUOZIENTI DI CRIMINALITA’

    Per avere un’idea sufficientemente corretta dell’andamento nel tempo delfenomeno in esame occorre tener conto delle variazioni demografiche.Ciò si attua costruendo dei rapporti fra l’ammontare del fenomeno nei singoli annie l’ammontare della popolazione negli stessi anni, o calcolando le variazioni dellapopolazione intervenute rispetto a l’anno preso come base per le serie storiche;oppure calcolando un quoziente costituito dal rapporto fra l’ammontare delfenomeno nei singoli periodi e la corrispondente popolazione.Nel caso particolare, poiché il fenomeno in esame è costituito dal numero deidelitti; il rapporto in questione viene denominato quozientequoziente didi criminalitàcriminalità.Tale quoziente può essere utilizzato sia per “normalizzare” i confronti nel tempo, che quelli fra diverse realtà territoriali.Quoziente di criminalità:

    Q (0 – t) = [D (0 – t) ] / [(R0 + R t )/2]oppure

    Q (0 – t) = [D (0 – t) ] / R tdove: D (0 – t) = numero di delitti registrati nel corso dell’anno t

    R0 ,R t = numero de residenti all’inizio e alla fine dell’anno considerato

    50

    DISTRIBUZIONE SPAZIALE: I CONFRONTI SPAZIALII CONFRONTI SPAZIALI

    Lo studio della criminalità nello spazio può avvenire a diversi livelli, ognuno deiquali porta con sé problematiche specifiche.

    I confronti possono essere più o meno estesi, a seconda che si vogliano effettuaredelle comparazioni fra più Stati, o - all’interno di uno stesso Stato - tra diverseripartizioni territoriali.

    Per quanto riguarda i confronti più estesi, è possibile confrontare i dati relativi allacriminalità di un Paese con quelli di uno o più Paesi stranieri.

    Confrontare in modo corretto e significativo i dati sulla criminalità di Paesi diversiè piuttosto complesso, a causa delle differenze inerenti:

    – La legislazione vigente;

    – Le pene previste per la stessa fattispecie di reato;

    – Le procedure giuridiche adottate;

    – I metodi di raccolta e di presentazione dei dati.

    DOTT. MASSIMILIANO GIACALONE

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    Diversamente, risultano relativamente meno problematici i confronti trale statistiche giudiziarie relative a coppie di Paesi con ordinamentigiuridici “vicini”.

    Alcuni esempi sono:

    •Francia e Belgio;

    •Germania ed Austria;

    •Gran Bretagna e Stati Uniti.

    I confronti che si prestano meno a critiche sono quelli basati sulle“statistiche giudiziarie internazionali”, le quali vengono rilevateattraverso una scheda costruita ad hoc.

    52

    I confronti spaziali entro i confini nazionali

    Entro i confini italiani i confronti spaziali possono essere condotti conriferimento alle divisioni amministrative tradizionali, quali :

    – Le grandi ripartizioni (nord, centro, sud e isole), regioni, province, comuni;

    – Le circoscrizioni giudiziarie: distretti di Corte d’Appello, circondari, mandamenti.

    Tra questi due livelli, la scelta generalmente ricade sul primo, poichéesso corrisponde al livello di disaggregazione dei dati demografici,economici, etc.; necessari per i confronti.

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    Quozienti di criminalità nei confronti spazialiAnche nell’ambito dei confronti effettuati sul piano spaziale, così come quellieffettuati sul piano temporale; risulta necessario “depurare” i dati sullacriminalità dalla componente demografica.

    Proprio per questo, se si vogliono confrontare i livelli di criminalità tra due areegeografiche a e b; occorre rapportare il numero di denunce registrate in un annoin tali aree, alla corrispondente popolazione.Indicando con:••DDaaoo--tt e e DDoo--t t il numero di delitti registrati nel corso dell’anno t nelle aree il numero di delitti registrati nel corso dell’anno t nelle aree -- rispettivamente, rispettivamente, aa e e bb; ;

    ••RRaa00 ee RRaat t il numero di residenti all’inizio e alla fine dell’anno considerato, nell’area il numero di residenti all’inizio e alla fine dell’anno considerato, nell’area aa;;

    ••RRbb00 ee RRbbt t il numero di residenti all’inizio e alla fine dell’anno considerato, nell’area il numero di residenti all’inizio e alla fine dell’anno considerato, nell’area bb;;

    I confronti andranno fatti tra:

    Da0-t

    Ra0 + Rat

    2

    Db0-t

    Rb0 + Rbt

    2

    Qa0-t =

    Qb0-t =

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    GRAVITA’ DEI DELITTI: IL PROBLEMAIL PROBLEMA

    Se in una comunità in un anno, vengono rilevati 2 omicidi, 40 aggressioni, 13rapine, 95 furti; e l’anno successivo le statistiche riportano 8 omicidi, 30aggressioni, 72 furti, 35 rapine, e 15 reati a sfondo sessuale; nonostante ilnumero di reati sia rimasto invariato (150), la criminalità è aumentata,diminuita, oppure rimasta invariata?

    Se, come è evidente, non è possibile dare lo stesso peso a delitti diversi,“quanti furti vale un omicidio”?

    Per tenere conto della gravità dei delitti denunciati è necessario individuare unopportuno sistemasistema didi ponderazioneponderazione (peso) da correlare al numero dei delitti.

    Un possibile sistema di ponderazione è costituito dalla pena; la quale vienequantificata in giorni, mesi e anni.

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    La pena quale sistema di ponderazione

    La valutazione della gravità dei delitti sulla base della pena può essereeffettuata con riferimento alla:

    • pena media edittale: cioè alla pena prevista dal Codice penale per ciascun reato;

    • pena inflitta: cioè alla pena effettivamente applicata.

    Quale pena?

    La valutazione della gravità dei delitti sulla base della pena deve esserepreferibilmente calcolata con riferimento alla penapena mediamedia edittaleedittale, in quantole pene inflitte, oltre ad essere spesso cumulate tra loro nel caso in cui ilprocedimento comprenda più delitti; solitamente non consentono di considerareil volume dei reati di autore ignoto.

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    Gli indicatoriQuale che sia il sistema di ponderazione adottato, esso può essere utilizzato per il calcolo dei seguenti indicatori:

    • L’indice di criminalità (o di gravità)L’indice di criminalità (o di gravità); il quale si calcola rapportando l’ammontare complessivo delle pene relative denunciate in un anno, con il corrispondente valore riferito ad un anno assunto come base.

    E cioè: o I t = Σ i (Di,t * E i,t ) Σ i ( Di,0 * E i,0 )

    Dove: D i,t e D i,0 indicano i delitti di tipo i denunciati nell’anno t e 0;E i,t ed E i,0 indicano le pene edittali previste per il generico reati i nell’anno t e 0.

    • Il rapporto di gravitàIl rapporto di gravità; il quale fornisce una misura più specifica della gravità complessiva dei delitti denunciati in un anno; e si calcola con il numero di delitti cui l’Autorità giudiziaria è venuta a conoscenza.

    E cioè: R t = Σi D i,t . E i,tdove viene mantenuta la notazione precedentemente adottata. ΣiD i,t

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    L’indice di criminalità “corretto”L’indice di criminalità può anche essere “corretto”, al fine di considerare anchele variazioni demografiche registrate tra l’anno base e quello corrente.

    Tale correzione si ottiene semplicemente moltiplicando l’indice di criminalitàper il rapporto tra i residenti nell’anno base e quelli nell’anno t.

    Σ i (Di,t * E i,t ) R 0In formula: o I t = *

    dove: Σ i ( Di,0 * E i,0 ) R tR 0 e R t indicano la popolazione mediamente residente nell’anno t e 0

    Un approccio diversoUn approccio del tutto diverso alla valutazione di gravità della criminalità, èquello adottato da Sellin e Wolfgang, ripreso in Italia da Delogu e Giannini.

    Tale approccio si basa su un procedimento di graduazione scalare (scalingscaling)piuttosto complesso.

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    Analisi soggettiva della criminalità

    L’unità di studio dell’analisi soggettiva della Criminalità, è l’individuo che si è reso responsabile di uno o più delitti.

    L’analisi soggettiva si riferisce esclusivamente agli imputati condannati, cioè agli imputati per i quali si è giunti ad una condanna definitiva.

    L’interessamento ai soli imputati condannati (piuttosto che suidenunciati), dipende dal fatto che tra gli imputati denunciati vi è unnumero, generalmente cospicuo, di persone che, alla fine delprocedimento, risulteranno innocenti.

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    Indicatore dei delitti di autori ignotiL'elevata incidenza dei delitti i cui autori risultano ignoti si presenta comegiustizia negata e questo genera un sentimento di profonda sfiducia nellagiustizia. Per questo motivo è di fondamentale importanza avere degli indicatoriche ci permettano di stabilire quale percentuale di delitti rimane senza colpevole,nonostante l'avvio dell'azione dell'Autorità Giudiziaria.Tale indicatore si calcola rapportando il numero di reati a carico di autori ignoticon il numero di reati totali, moltiplicando per 100.

    Delitti di autore ignoto = n°°°° di reati autore ignoto x 100n° reati totali

    es: 2.312.185 x 100 = 812.854.550

    Questo dato ci dice che ben l'81 % del totale generale dei reati denunciati nel 1997erano imputabili ad autore ignoto.

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    Indicatore di genere dei denunciati

    Questo indicatore ci permette di fare subito una prima distinzione di genere fra le personedenunciate. E' risaputo che i maschi sono denunciati con una frequenza notevolmentemaggiore rispetto alle femmine, tuttavia conoscere oggettivamente questa percentualeaiuta a comprendere un aspetto del fenomeno criminalità. Esso si ricava dal rapporto frail numero di denunciati di genere femminile (o maschile) e il totale delle personedenunciate, moltiplicato per 100.Pertanto, l'indice di genere dei denunciati si calcola così :

    Indicatore di genere = n°°°° denunciati femmine x 100totale numero denunciati

    es: 84.911 x 100 = 16,8506.280

    Quindi nell’esempio il 16,8 % del totale dei denunciati è di genere femminile, il restante 83,2 % sono maschi.

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    Indicatore di età dei denunciati

    In questo caso la variabile che ci interessa è l'età. Questo indicatore è salito allaribalta negli Stati Uniti, quando è aumentato notevolmente il numero di autori direato minorenni. E' possibile, nonché opportuno, costruire delle classi, così dapoter fare dei confronti. Esso si ricava dal rapporto fra il numero di denunciatiappartenenti ad una determinata classe di età (es. minorenni; dai 18 ai 25 anni,ecc) ed il totale delle persone denunciate, moltiplicato per 100.

    Indicatore di età = n°°°° denunciati appart. ad una classe x 100totale numero denunciati

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    Le serie temporali dei condannati

    Le serie storiche dei condannati possono essere analizzate con riferimento:

    • All’ammontare complessivo del fenomeno;

    • Alle caratteristiche socio-demografiche degli imputati, cioè: sesso, età, stato civile, grado di istruzione, professione.

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    Forme di criminalità� ATTIVITA’ PREDATORIA COMUNE: La quale riguarda le azioni illecite condotte con la forza o con l’inganno, al fine di impadronirsi dei beni mobili altrui. Tale attività comporta un contatto fisico con almeno uno di coloro che compiono l’azione illecita. Tra questi tipi di reato rientrano:- senza interazione offensore-vittima: taccheggio, borseggio, furto di auto o in appartamento;- con interazione (violenta): scippo e rapina.� OMICIDI: Per omicidio si intende l’uccisione di una persona da parte di un’altra. Esistono diversi tipi di omicidio: - DOLOSO, cioè quello commesso con volontà di uccidere (pena: non meno di 21 anni); - COLPOSO, cioè quello non voluto, il quale si verifica a causa di negligenza, imprudenza, imperizia, o inosservanza di leggi o regolamenti; - PRETERINTENZIONALE, cioè quello commesso da una persona che vuole colpire o ferire qualcuno, senza tuttavia avere intenzione di ucciderlo (pena: da 10 a 18 anni).� REATI DEI COLLETTI BIANCHI: Cioè quei reati commessi da una persona rispettabile e di elevata condizione sociale. Essi si distinguono in:- Reati di occupazione: quali ad es. l’appropriazione indebita, la corruzione o la concussione;- Reati di organizzazione: quali ad es. le frodi aziendali, il falso in bilancio, etc ….� CRIMINALITA’ ORGANIZZATA: Cioè l’insieme di imprese che forniscono beni e servizi illeciti, e che si infiltrano nelle attività economiche lecite (es. vendita di droga, armi, ...). Tali imprese possono mirare ad acquisire sia dei profitti finanziari, che un potere politico. Esse solitamente prendono nomi diversi a secondo del luogo in cui operano, e a secondo delle modalità da esse utilizzate; ad es. Mafia in Sicilia; ‘Ndrangheta in Calabria; Yakuza in Giappone.

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    ATTIVITA’ PREDATORIA COMUNEATTIVITA’ PREDATORIA COMUNE

    -- COMPARAZIONE TRA PAESI COMPARAZIONE TRA PAESI --

    • FURTI IN APPARTAMENTO: Più diffusi nei Paesi anglosassoni edell’Europa settentrionali;

    • FURTI DI OGGETTI DALLE AUTOMOBILI: Più diffusi in Spagna(9,6%), Italia (7%), Nuova Zelanda e Australia (6,9 % e 6,8%);

    • RAPINE: Più diffuse in Spagna (3,1%), livelli medi in Italia (1,3%) e in Inghilterra (1,2 %);

    • L’Italia ha avuto, e conserva, un tasso di borseggi e rapine contro le banchemolto più elevato rispetto agli altri Paesi dell’Unione Europea.

    • Nell’ultimo decennio si è assistito a tendenze simili, per alcuni reati, anche negli altri Paesi dell’Unione Europea.

    • Risulta tuttavia alquanto difficile, stabilire se esista una convergenza di tendenze in questo settore.

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    ANDAMENTO NEL TEMPO DEI ANDAMENTO NEL TEMPO DEI

    FURTI IN ITALIAFURTI IN ITALIAPer quanto riguarda i furti tra il 1953 e il 2002 si sono susseguiti 3 cicli:

    • TRA IL 1953 E IL 1986: Si è avuta una lenta espansione fino al 1969; dal 1969 al 1976 si è assistito ad una rapida espansione; mentre a partire dal1976 si è avuta una contrazione sino ad arrivare al 1986.

    • TRA IL 1987 E IL 1994: Si è avuta all’inizio una rapida ascesa (il cui picco è stato nel 1991), mentre dopo si è avuta una contenuta diminuzione fino al 1994.

    • TRA IL 1995 E IL 2002: Si è avuta una crescita fino al 1999 (il cui picco è stato nel 1991), mentre dopo si è avuta una moderata diminuzione fino al 2002.

    In conclusione, si può osservare che vi è stata una tendenza generale che ha portato ad una crescita del tasso di furti. Tasso che oggi risulta essere più alto rispetto agli anni ‘50.

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    ANDAMENTO NEL TEMPO DELLE ANDAMENTO NEL TEMPO DELLE

    RAPINE IN ITALIARAPINE IN ITALIA

    Per quanto riguarda le rapine:

    • Nel 1953: Si è avuto il tasso più basso.

    • Dal 1954 al 1991: Si è avuta una lunga fase di crescita che portato il

    tasso di rapine da 5,4 a 119 per 100 mila abitanti).

    • Dal 1991 al 2002 : Si è avuta inizialmente una fase di regressione sino

    al 1995; mentre in seguito si è avuta una notevole crescita che ha portato

    nel 2002 – 2003, al tasso più alto di questo ultimo mezzo secolo.

    DOTT. MASSIMILIANO GIACALONE

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    OMICIDIOOMICIDIO

    -- COMPARAZIONE TRA PAESI COMPARAZIONE TRA PAESI --

    • I tassi di omicidio superiori, si riscontrano in Paesi contrassegnati da forti

    disuguaglianze sociali (cioè inerenti la redistribuzione delle ricchezze),

    quali ad esempio la Colombia, l’El Salvador e il Brasile.

    • Tra i Paesi occidentali sono gli Stati Uniti ad avere il più alto tasso di omicidio.

    ANDAMENTO NEL TEMPO DEGLI OMICIDI IN ANDAMENTO NEL TEMPO DEGLI OMICIDI IN

    ITALIAITALIA

    • Tra il 1950 e il 1970: Si è avuta una notevole diminuzione. • Dal 1971 al 1982: Si è avuta inizialmente una crescita, mentre successivamente si è avuta una contrazione sino al 1986.

    • Dal 1987 al 1991: Si è avuta una rapidissima crescita, seguita poi da un’altrettanto rapidissima diminuzione dal 1992 al 2002.

    In conclusione, si può osservare che il tasso di omicidi, nonostante le varie impennate, alla fine ritorna ai valori moderati degli anni ‘60. Tale fluttuazione dipende in gran parte dall’andamento dei delitti commessi dalla Criminalità organizzata.

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    MUTAMENTO NEL TEMPO DEGLI OMICIDI (MUTAMENTO NEL TEMPO DEGLI OMICIDI (11))

    Per quanto riguarda l’andamento del tasso di omicidio, in Europa si è avuta una tendenza plurisecolare che ha portato ad una diminuzione del tasso di omicidio, soprattutto nel periodo che va dal ‘600 al 1960-1970.

    Successivamente, invece, si è avuta una crescita di tale tasso.

    Quindi il tasso di omicidio ha avuto un andamento a “U”; andamento tuttavia non del tutto simmetrico visto che il tasso di omicidio attuale risulta essere più basso rispetto a quello di un secolo fa.

    Durante questo periodo, tale andamento a “U” ha subito delle oscillazioni in corrispondenza delle guerre.

    Tale andamento ha avuto ritmi diversi a secondo dei diversi Paesi presi in considerazione:

    Si sono infatti avuti valori bassi prima in Inghilterra, Belgio, Olanda e Scandinavia; successivamente invece in Germania e Svizzera; infine in Italia.

    DOTT. MASSIMILIANO GIACALONE

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    MUTAMENTO NEL TEMPO DEGLI OMICIDI (MUTAMENTO NEL TEMPO DEGLI OMICIDI (22))

    Per lungo tempo l’Italia si è trovata in una posizione anomala (in negativo) per quanto riguarda i tassi di omicidio, rispetto al resto dei Paesi europei occidentali.

    Da qualche anno la situazione è cambiata, e l’Italia si è conformata al resto d’Europa.

    Negli ultimi ’30 anni in Europa si sono diffuse tendenze simili a quella italiana, anche se con caratteri più contenuti (soprattutto se si considera la mancanza, in tali Paesi, della Criminalità organizzata, presente invece nella realtà italiana).

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    DIMINUZIONE E OSCILLAZIONE DEI DIMINUZIONE E OSCILLAZIONE DEI

    TASSI DI OMICIDIOTASSI DI OMICIDIO

    -- ALCUNE SPIEGAZIONI ALCUNE SPIEGAZIONI --

    Le ragioni che hanno portato ad un calo dei tassi di omicidio possono essere individuate nel processo di civilizzazione, in quanto:

    � La pluralità dei poteri e le guerre continue, sono state sostituite dall’affermarsi dello Stato e del monopolio della violenza legittima;

    � Inoltre, l’aggressività e la soppraffazione (tipiche del periodo precedente il processo di civilizzazione), sono state sostituite dalle “buone maniere” nelle relazioni interpersonali.

    Diversamente, le ragioni che hanno provocato le oscillazioni dei tassi di omicidio nei periodi post-bellici, possono essere individuate:

    o Nella disorganizzazione sociale (disgregazione familiare, perdita delle case, ...)

    o Nei fattori di natura economica (scarsità dei beni, disoccupazione);

    o Legittimazione della violenza.DOTT. MASSIMILIANO GIACALONE

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    -- CAMBIAMENTI NEI TASSI DI CAMBIAMENTI NEI TASSI DI

    CRIMINALITA’ IN ITALIACRIMINALITA’ IN ITALIA –– LE RAGIONILE RAGIONI

    Le ragioni cha hanno portato ad un cambiamento, in Italia, dei tassi di criminalità possono essere individuate:

    � Nel ruolo dei Governi (per quanto riguarda i cambiamenti non direttamente riconducibili a provvedimenti o leggi).

    � Nelle leggi sull’immigrazione (Turco - Napolitano 1998; Bossi - Fini 2002), le quali incidono sulla criminalità straniera bloccandone la crescita, senza tuttavia riuscire ad imporre un cambiamento di tendenza.

    � Nell’attività delle Forze dell’ordine; la cui efficienza sembra non essere mutata.

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    � Nella crisi della Mafia; dovuta ad una efficiente riorganizzazione delle Forze dell’ordine (Direzione Investigativa Antimafia); a delle nuove norme di protezione e tutela dei pentiti; e ad una modernizzazione del Meridione, la quale ha reso difficile la trasmissione del Codice d’onore.

    � Mutamenti delle opportunità; come ad es. al Nord, dove si è avuto un aumento dei furti in appartamento a causa della crescita del numero di case vuote.

    � Composizione per età della Popolazione; in quanto il tasso di alcuni reati (omicidi, scippi, borseggi, …) dipende dal “peso” demografico dei giovani.

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    BIBLIOGRAFIA• BENINI RODOLFO, “Lezioni di statistica giudiziaria”, Sampaolesi, Roma 1917.

    • CANOSA ROMANO, “Storia della criminalità in Italia 1845-1945 (Piccola Biblioteca Einaudi); e Storia della criminalità in Italia dal 1946 a oggi (Feltrinelli)

    • CORRADO SEBASTIANO “Statistica giudiziaria”, Maggioli Editore, Rimini 1993.

    • DI PASQUALE ARMANDO, “Lineamenti di statistica giudiziaria”, Milano 1961

    • ISTAT Statistiche Giudiziarie Penali Anni 2005

    • ISTAT Statistiche giudiziarie Civili Anno 2005

    • ISTAT Annuario Statistico Italiano 2006

    • ISTAT Osservatorio sulla Criminalità in Italia Anno 2004

    • ISTAT Sistemi giudiziari e statistiche in Europa Anno 2004

    • LOMBARDI L. “Nozioni Di Statistica Giudiziaria” Anno 2004

    • PONTI G. “Compendio Di Criminologia”

    • SIMONDI MARIO, “Introduzione allo studio della statistica giudiziaria”, Dipartimento statistico della Università di Firenze, 1972.

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    SITOGRAFIA• www.istat.it• www.gdf.it• www.giustizia.it• www.poliziadistato.it• www.mininterno.it• www.studiorebecca.it• www.osservatorio.it• www.giudiziaria.it• www.lucianolombardi.it

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