united nnations mmine aaction ... - esercito italiano · israele ha fatto largo uso di queste armi...

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Poniamo la lente d’ingrandimento su come l’Esercito italiano impegnato nella missione UNIFIL in Libano svolga una costante e molto pericolosa opera di sminamento e decluste- rizzazione nell’ambito delle operazioni del United Nations Mine Action Coordination Centre (UNMACC). Tale attività consente di riaprire alla vita quotidiana aree di territorio precedentemente interdette alla popolazio- ne libanese e sta riscuotendo unanime con- senso e approvazione non solo in ambito locale, ma anche in campo internazionale.

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Poniamo lla llente dd’ingrandimento ssu ccomel’Esercito iitaliano iimpegnato nnella mmissioneUNIFIL iin LLibano ssvolga uuna ccostante ee mmoltopericolosa oopera ddi ssminamento ee ddecluste-rizzazione nnell’ambito ddelle ooperazioni ddelUnited NNations MMine AAction CCoordinationCentre ((UNMACC). TTale aattività cconsente ddiriaprire aalla vvita qquotidiana aaree ddi tterritorioprecedentemente iinterdette aalla ppopolazio-ne llibanese ee ssta rriscuotendo uunanime ccon-senso ee aapprovazione nnon ssolo iin aambitolocale, mma aanche iin ccampo iinternazionale.

SSPPEECCIIAALLEE

L’ESERCITO IITALIANONELLO SSMINAMENTOOPERATIVO EE LLA BBONIFICAUMANITARIA IIN LLIBANO

TECHNE

TECHNE - 3

Il Teatro operativo libanese ha visto schierati finoa circa 2 500 soldati italiani che, inquadrati nelJTF-L, operano in sinergia con partner stranieri inseno alla Forza di pace conosciuta col nome diUNIFIL. La Forza Internazionale in Libano delle Na-zioni Unite trae origine da una risoluzione del Con-siglio di Sicurezza dell’ONU nel 1978, a seguitodegli eventi bellici che caratterizzarono questa re-gione quello stesso anno, con il mandato di con-fermare il ritiro di Israele dal Libano, ripristinare lapace e la sicurezza internazionale e assistere il Go-verno Libanese nelle attività tese a ristabilirne lapiena autorità territoriale. Successivamente ai notieventi che scandirono l’estate del 2006, conosciutianche come «Terza guerra israelo-palestinese» ecaratterizzati da un conflitto militare durato 34giorni, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite,con la risoluzione 1701, decise di rafforzare UNIFILe ampliare il mandato conferendole ulteriori com-piti tra i quali quello di monitorare la cessazionedelle ostilità, supportare le Forze Armate Libanesi(LAF) nella fase di dispiegamento nel sud del Liba-no, estendere la propria assistenza al fine di assi-curare l’accesso degli aiuti umanitari alla popola-zione civile e di contribuire al rientro in sicurezzadei numerosi profughi.

L’operazione militare, condotta su vasta scaladall’Esercito israeliano durante l’ultimo conflitto,

è nata come risposta ad attacchi iniziati il 12 lu-glio 2006 da parte di militanti di Hezbollah e si èconclusa formalmente, con il cessate il fuoco perintermediazione delle Nazioni Unite in data 14agosto 2006, e definitivamente l’8 settembre2006 con la rimozione del blocco strategico nava-le del Libano da parte di Israele.

In genere gli effetti dei conflitti, indipendente-mente dall’intensità e dalla durata delle azionimilitari, si trascinano per molto tempo anche do-po la fine delle ostilità. E la guerra israelo-libane-se del 2006 (così come quelle precedenti) non faeccezione alla regola. Essa, infatti, a distanza diquasi quattro anni, palesa ancora oggi i suoi ef-fetti funesti, effetti che purtroppo colpisconoprincipalmente la popolazione civile del Libano,che dal conflitto ha ereditato campi minati lungoil confine con Israele e vaste aree di terreno dis-

LE CCLUSTER BBOMBS EELA BBONIFICA UUMANITARIA IIN LLIBANO

Sopra.Serie di fotogrammi che rappresentano la sequenza didisseminamento di alcune cluster bombs.In aapertura.Un geniere intento alla delimitazione dell’area di si-curezza.

Una cluster bomb modello M77 appesa ai rami di un al-bero in un’area clusterizzata.

S P E C I A L E

seminate di cluster bombs.Le cluster bombs, dette anche «munizioni a grap-

polo» o «bombe a grappolo», sono ordigni che fan-no la loro comparsa sui campi di battaglia durantela Seconda guerra mondiale e vengono lanciate daaerei o dal suolo tramite l’artiglieria, contenenti uncerto numero di sub munizioni che, all’esplosionedell’involucro principale (dispenser), vengono sca-gliate a distanza e si disperdono sul terreno. Impat-tando al suolo esse si attivano e, anche a distanzadi molti anni, esplodono per un semplice urto.

Il loro sistema di funzionamento è abbastanzasemplice: sul corpo del vettore che trasporta gli or-digni (dispenser) è posta una piccola carica esplosi-va atta a rompere l’involucro metallico dal qualefuoriescono, per gravità, le cluster bombs. Queste,mediante un procedimento di armamento eolico,esplodono per lo più per impatto al suolo. Vengonoutilizzate per impedire e ritardare il movimento ditruppe sul terreno ricorrendo alla saturazioned’area. Il loro impiego ha degli evidenti effetti colla-terali dal punto di vista umanitario. Le case costrut-trici prevedono una percentuale di inefficienza tra il3 e il 5%, ciò vuol dire che per ogni dispenser, il cuicontenuto in termini di ordigni è variabile, il 3-5% diquesti non esplodono ma rimangono sul suolo ine-splosi. La realtà però è diversa. Statistiche parlanodel 20% di inefficienze. Il perché di dati così diversiè da ricercare in più fattori: molte tipologie di ordi-gni è provvista di fettucce o di piccoli paracadutiche si impigliano e non consen-tono alla submunizione di im-pattare; alcune cluster necessita-no di un tempo tecnico di arma-mento che non sempre, per cau-se volute o accidentali, è inferio-re al tempo di caduta. I numeridelle submunizioni inesplose,che rendono le aree colpite similia dei campi minati, sono incalco-labili, si stima che nel mondo cisiano circa 440 milioni di clusterbombs inesplose.

Nel Libano del sud nel 2006si stima siano state lanciatequattro milioni di bombe agrappolo da Israele. I gruppi diricognizione dell’ONU hannoidentificato 359 siti nel Paese epiù di 100 mila cluster non sono ancora esplose.

Israele ha fatto largo uso di queste armi durantele ultime operazioni belliche, generando una dellepiù gravi contaminazioni di ordigni inesplosi sia asud del fiume Litani, che nelle aree a nord ed estdel Libano. Da allora sono stati registrati moltissimiincidenti che hanno coinvolto la popolazione civile,con un alto numero di bambini. Infatti, tra le zonemaggiormente bersagliate si trovano uliveti, agru-

meti e campi destinati a coltura che costituisconol’unica fonte di sostentamento per molte famiglie.

Appare evidente, quindi, che le operazioni dibonifica del territorio da cluster bombs e da mine,assumono un’importante rilevanza e produconoun notevole impatto sociale e umanitario. Questoè il motivo per cui UNIFIL colloca tali attività in ci-ma alle sue priorità ed è questo il motivo per cui

anche la componente italianafornisce il suo contributo met-tendo in campo tutte le proprierisorse costituite da mezzi esoprattutto uomini di assolutaeccellenza e professionalità.

Al termine del conflitto del2006 che ha interessato il Suddel Libano, UNMACC (UnitedNations Mine Action Coordina-tion Centre), agenzia delle Na-zioni Unite che si occupa dellabonifica umanitaria delle areeminate e di quelle in cui è pre-sente un’alta densità di UXOs(ordigni inesplosi), come learee clusterizzate, ha iniziatola sua attività di deminingumanitario per salvaguardare

la sicurezza della popolazione civile, rilanciarel’economia locale connessa con la coltivazione deiterreni e garantire la libertà di movimento (Free-dom Of Movement) delle forze UNIFIL.

UNMACC si avvale, per le sue attività, di Teamsspecializzati di NGO e di unità militari del genio. Inparticolare il contingente italiano fornisce, dal 2007,un plotone di guastatori altamente specializzati,qualificati MINEX, che operano nella bonifica di aree

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Rivista Militare n. 4/2010

LLee cclluusstteerr bboommbbss......vveennggoo-nnoo llaanncciiaattee ddaa aaeerreeii oo ddaallssuuoolloo ttrraammiittee ll’’aarrttiigglliieerriiaa,,ccoonntteenneennttii uunn cceerrttoo nnuummeerrooddii ssuubbmmuunniizziioonnii cchhee,, aall-ll’’eesspplloossiioonnee ddeellll’’iinnvvoolluuccrroopprriinncciippaallee ((ddiissppeennsseerr)),, vveenn-ggoonnoo ssccaagglliiaattee aa ddiissttaannzzaa ee ssiiddiissppeerrddoonnoo ssuull tteerrrreennoo.. IImm-ppaattttaannddoo aall ssuuoolloo eessssee ssii aatt-ttiivvaannoo ee,, aanncchhee aa ddiissttaannzzaa ddiimmoollttii aannnnii,, eessppllooddoonnoo ppeerr uunnsseemmpplliiccee uurrttoo

La situazione dei campi minati e delle aree clusterizzatein Libano.

clusterizzate. Questo personale specializzato, con ilconcorso di un Team Sanitario (medico, infermiereprofessionale e ambulanziere) e un Team EOD (unEOD 2° livello, due EOD 1° livello e un conduttore)forma il Team BAC. Il Team deve superare un esa-me, accreditamento, da parte di una commissioneformata da personale di UNMACC e Ufficiali del-l’Esercito libanese prima di poter operare nella bo-nifica umanitaria. L’attività di bonifica, in rispettodelle norme nazionali italiane e libanesi, prevededue tipi di ricerca: di sottosuperficie e di superficie.

Durante la bonifica di sotto-superficie gli operatori (sear-chers) mantengono una distan-za minima di sicurezza di 25metri e indossano un indumen-to protettivo anti-schegge cheprotegge, oltre al tronco, anchele gambe, e un elmetto con vi-siera; bonificano un corridoio diun metro di larghezza, materia-lizzato sul terreno da una fet-tuccia (rossa o bianca e rossa)legata a picchetti di legno (di 60cm con la testa colorata di rosso), controllanodapprima visivamente e poi con il metal detector(il cerca mine in dotazione all’Esercito Italiano èl’AN 19). Nel momento in cui viene rilevato unsuono, l’operatore procede all’indagine medianteuno scavo che deve avere la profondità minima di20 cm (secondo gli standards previsti in Libano,dove, statisticamente, non è possibile trovare unasubmunizione al di sotto di questa profondità). A

tale scopo, la sensibilità del metal detector vieneregolata in base alla ferrosità del terreno ove si vaa effettuare la bonifica (per evitare falsi allarmi infase di ricerca) e con una submunizione del tipocercata, posta ad una profondità di 20 cm.

La bonifica di superficie è condotta in quei terre-ni la cui compattezza è tale da poter escludere concertezza che una submunizione non esplosa possaandare sottoterra (ad esempio, terreni rocciosi,strade battute o asfaltate); è normalmente com-piuta dagli operatori posti a una distanza di sicu-rezza di 10 metri, che hanno in dotazione dei si-stemi di marcatura temporanea (stecche di legnodi 40 cm) per materializzare sul terreno il corrido-io di un metro di larghezza appena bonificato.Qualora la superficie del terreno non sia chiara-mente visibile nella sua totalità a causa della vege-tazione, l’attività di ricerca delle submunizioni vie-ne condotta con l’ausilio del metal detector.

In accordo alla risoluzione 1701 e 1773 anchetruppe regolari dei Paesi partecipanti alla missioneUNIFIL stanno bonificando porzioni di terreno darestituire alla popolazione civile per poter ripren-dere le normali attività connesse con l’agricoltura.

A partire dall’agosto 2007 anche i genieri italianidell’8° reggimento genio guastatori paracadutistihanno iniziato i lavori di bonifica, nei siti B.A.C(Battle Area Clearance) nei territori martoriati dallaguerra del 2006. I primi sito bonificato è stato re-stituito al legittimo proprietario dai guastatoridell’«Ariete» durante l’operazione «Leonte 3».

È un lavoro minuzioso ed estenuante che richie-de una concentrazione continua durante il qualela protezione balistica dei militari è assicuratadalla pesante attrezzatura RABINTEX RAV 501.Superando la diffidenza iniziale della popolazione

che diventa presto riconoscen-te, i genieri cremonesi del 10°reggimento hanno ceduto leconsegne ai colleghi del 21°reggimento della Brigata «Gari-baldi». Il lavoro portato avanticon continuità da tutti i gua-statori italiani che si sono avvi-cendati nel teatro libanese haavuto un favorevole riflesso sulconsenso, da parte della popo-lazione locale, della missione edi tutti i contingenti di UNIFIL,

a volte culturalmente e geograficamente lontani.Il guastatori dell’Esercito nei 4 anni di attività

hanno bonificato più di 60 000 metri quadrati, ri-venendo e distruggendo migliaia di ordigni ine-splosi e in particolare cluster bombs.

Francesco VVetereCapitano, in servizio presso

il 10° reggimento genio guastatori

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ÈÈ uunn llaavvoorroo mmiinnuuzziioossoo eeddeesstteennuuaannttee cchhee rriicchhiieeddeeuunnaa ccoonncceennttrraazziioonnee ccoonnttii-nnuuaa dduurraannttee ii ll qquuaallee llaapprrootteezziioonnee bbaall iissttiiccaa ddeeiimmiilliittaarrii èè aassssiiccuurraattaa ddaallllaappeessaannttee aattttrreezzzzaattuurraa RRAA-BBIINNTTEEXX RRAAVV 550011

Un operatore effettua la ricerca con il metal detectorSchiebel AN19/2.

Durante l’Operazione «Leonte 6» in Libano, trai numerosi compiti assegnati all’Italian EngineerBattalion, su base del 10° reggimento guastatoridella 132a Brigata «Ariete», quello relativo allabonifica del campo clusterizzato denominatoCBU 572 (Cluster Bomb Unit 572) presso la Mu-nicipalità di Al Hinniyah ha assunto una partico-lare rilevanza, in quanto, oltre alla fase pretta-mente organizzativa e operativa, è stata svilup-pata un’innovativa fase concettuale per ottimiz-zare a livello plotone le risorse di tempo, di

mezzi e di personale. Al riguardo, sono stateidentificate inizialmente tutte le variabili incampo e successivamente, utilizzando un meto-do analitico-sperimentale, è stata studiata lacorrelazione tra di esse per apportare ciclica-mente gli opportuni correttivi all’organizzazionedelle operazioni di bonifica, al fine di aumentar-ne la produttività, ottimizzandone rendimento e

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ANALISI DDELLA PPRODUTTIVITÀNELLA BBONIFICA UUMANITARIA

Rivista Militare n. 4/2010

S P E C I A L E

Un guastatore MINEX nella fase di prodding.

tempi di esecuzione. Di fatto, nelquadro delle attività connesse conla bonifica sono stati presi in con-siderazione tutti i parametri tecnicirelativi all’operazione, allo scopo dianalizzare l’andamento del para-metro d’interesse costituito dallaproduttività lavorativa dei deminers(espressa in metri quadrati bonifi-cati/tempo impiegato). Prima diiniziare lo studio analitico-speri-mentale sono state individuate,quindi, le variabili (indipendenti,dipendenti e aleatorie), contestua-lizzate alla particolare situazioned’impiego nelle diverse fasi delleoperazioni di bonifica.

Le variabili indipendenti che hannoinfluenzato la produttività sono due:la prima è il numero di operatori i

quali, tuttavia, possono essereimpiegati contemporaneamentesull’area da bonificare mante-nendo una distanza di sicurezzadi almeno 25 metri l’uno dal-l’altro; la seconda variabile è ilnumero dei periodi di impiegomassimo, regolamentati dalleprocedure di bonifica delle areeclusterizzate e minate per evita-re pericolosi cali di attenzione,pari a 40 minuti consecutivi in-tervallati da periodi di recuperonon inferiore ai 20 minuti.

L’unica variabile dipendente ècostituita dal numero di metriquadrati bonificati, mentre levariabili aleatorie, riferite es-senzialmente alle «interferen-ze» esterne (presenza di conta-

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dini nei campi limitrofi, limitazioni di movimento)e all’occasionale stato psico-fisico dell’operatore(stress, concentrazione, stanchezza), non sonostate valutate nello studio in quanto è stato sti-mato un errore pari ± 5%.

Al fine di semplificare e snellire ulteriormente ilmodello studiato, sono stati considerati come fat-tori costanti, che incidano stabilmente in chiaveriduttiva sulla produttività giornaliera, gli ulteriorielementi riportati di seguito:• la presenza di minerali ferrosi nel terreno (ferro,

magnetite, ematite), detriti ferrosi (tappi, chiodi,

fil di ferro, stagnole) e schegge di ordigni;• la presenza di vegetazione spontanea e di alberi;• la resistenza che il terreno oppone alle azioni

intrusive con l’asta di sondaggio;• la pendenza longitudinale e trasversale del

terreno;• la temperatura e le condizioni atmosferiche.

In concreto, lasciando invariato il numero totaledi ore lavorate giornalmente dai deminers, sonostati valutati 2 tipi diversi di organizzazione:• Soluzione organizzativa «A»: i deminers opera-

vano a turno su un numero limitato di corridoi

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di bonifica, nei quali non sussistevano interru-zioni lavorative;

• Soluzione organizzativa «B»: i deminers opera-vano contestualmente su tutti i corridoi che po-tevano essere aperti contemporaneamente ri-spettando la reciproca distanza di sicurezza dialmeno 25 metri.Nella soluzione organizzativa di tipo «A», du-

rante il primo periodo di bonifica, i guastatorierano suddivisi in due teams e si davano il cam-bio all’interno degli stessi corridoi di bonifica.Tale organizzazione comportava che il lavoroproseguisse, senza soluzione di continuità, inogni corridoio aperto. Nell’analisi della produtti-vità si constatava che rendimento medio giorna-liero si attestava su valori pari a 115 metri qua-drati al giorno.

Nel secondo caso, durante un pe-riodo successivo di bonifica è stataanalizzata la produttività preveden-do l’impiego contemporaneo di tuttii deminers sul numero massimo dicorridoi apribili contestualmente. Intale organizzazione di lavoro, l’atti-vità veniva sospesa contemporanea-mente su tutti i corridoi al terminedei periodi di 40 minuti e successi-vamente veniva ripresa al terminedel previsto periodo di recupero.Nell’analisi della produttività si con-statava che rendimento medio gior-naliero si attestava su valori pari a173 metri quadrati al giorno.

Dal confronto dei dati ricavati enei limiti dei brevi periodi di osser-vazione, è emerso che a parità diore complessive lavorate giornal-mente la produttività aumentava

sensibilmente aprendo con-temporaneamente tutti i corri-doi possibili (secondo caso).Tale dato presumibilmente erastrettamente connesso con ilfatto che lo stesso deminer ri-tornando ad operare sullostesso corridoio riconoscevasul terreno con certezza il pro-prio stato di avanzamento e ri-prendeva l’attività di ricercacon maggiore celerità. Nel pri-mo caso, invece, l’avvicenda-mento di più deminers suglistessi corridoi comportava unacomprensibile isteresi inizialenella ripresa dell’avanzamentodei lavori di bonifica. Le sud-dette deduzioni, effettuate inmodo empirico nelle fasi ini-

ziali delle attività di bonifica, hanno consentito diindividuare la soluzione organizzativa più appro-priata che nel lungo periodo ha determinato deinotevoli aumenti di produttività, puntualmenterilevati nei controlli della Quality Assurance daparte dei responsabili di UNMACC, e ha permessodi completare, con notevole anticipo sui tempiprevisti, la bonifica dei 7 500 metri quadrati delsito CBU 572 tanto da meritare una specifica ci-tazione nel «Highlights of the Noon Briefing» dalportavoce del Segretario Generale dell’ONU il 25settembre 2009.

Leonardo LLizzioTenente, in servizio presso

il 10° reggimento genio guastatori

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A circa 4 anni dal conflitto tra Libano e Israele,la presenza dei militari di UNIFIL è ancora con-siderata determinante per il consolidamento deirisultati raggiunti fino ad oggi nel quadro delcomplesso processo di ricostruzione e di stabi-lità dell’area.

In una terra martoriata da anni di guerra civile,attacchi terroristici e conflitti armati, infestatada mine, bombe a grappolo(cluster bombs) e ordigni ine-splosi, continuano a operare iguastatori per la bonifica deiresiduati bellici e per la rico-struzione del Paese. La pre-senza di cluster bombs e dimine è uno dei più tangibiliproblemi che affliggono tutto-ra il Libano e, stando alle sti-me dell’ONU, il loro numeroancora disseminato sul terrenoè superiore alle 100 000 unità: purtroppo ognisingolo ordigno può rimanere inesploso per an-ni e costituire un pericolo per la popolazione ci-vile, soprattutto per i bambini.

Tale situazione contingente assume non solouna rilevanza sociale per la popolazione locale acausa del rischio latente di incidenti, ma ha ancheun impatto estremamente negativo dal punto di

vista dell’economia dei piccoli centri nel Sud delLibano, in quanto non permette la coltivazione deiterreni agricoli e la necessaria ripresa della pro-duttività. Tra l’altro, gli ordigni inesplosi e, inparticolare le bombe a grappolo, rappresentanouna grave minaccia anche per gli sminatori ap-partenenti ai contingenti militari in ambito UNIFILe alle numerose NGO per le complesse operazioni

di bonifica e per la notevole li-mitazione alla libertà di movi-mento per le truppe.

L’Italia, come è noto, parteci-pa e sostiene da tempo incampo internazionale le inizia-tive per la messa al bando dellecluster bombs, su un doppiotavolo negoziale: il primo, nel-l’ambito della convenzione diGinevra, il secondo, all’internodel cosiddetto «Processo di

Oslo», mentre sul campo ha concretamente af-frontato la problematica della bonifica delle clu-ster bombs fin dall’Operazione «Leonte 2» (nel2007), impiegando gli assetti MINEX dell’Arma delgenio del contingente italiano in Libano. I militarihanno portato avanti una costante quanto difficileattività di bonifica sul territorio, riscuotendo lagratitudine della popolazione locale e contribuen-do significativamente a rinforzare la cooperazionetra le numerose organizzazioni internazionali e ilcontingente UNIFIL.

Nel complesso sistema di bonifica degli ordigniesplosivi gli assetti MINEX sono, tuttavia, parteintegrante della più ampia struttura organizzati-va costituita da unità specialistiche ACRT (Ad-vanced Combat Reconnaissance Team), EOD (Ex-plosive Ordnance Disposal), IEDD (ImprovisedExplosive Device Disposal) e cinofile, che hannosupportato tutte le attività svolte in teatro fun-gendo da moltiplicatore delle capacità espressedall’intero contingente.

L’operato dei genieri, rappresenta l’atto finale diun processo che inizia in Patria, con la formazione

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DALLA BBONIFICA UUMANITARIAALLO SSMINAMENTO OOPERATIVO

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......ggllii oorrddiiggnnii iinneesspplloossii ee,, iinnppaarrttiiccoollaarree llee bboommbbee aaggrraappppoolloo,, rraapppprreesseennttaannoouunnaa ggrraavvee mmiinnaacccciiaa aanncchheeppeerr ggllii ssmmiinnaattoorrii aappppaarrttee-nneennttii aaii ccoonnttiinnggeennttii mmiilliittaarriiiinn aammbbiittoo UUNNIIFFIILL......

S P E C I A L E

Un colpo di mortaio inesploso nel sud del Libano.

del personale presso la Scuola del Genio, prose-gue nei reparti, con l’amalgama del personale, esi esplica in Teatro tramite la catena di Comandoe Controllo. L’attività di bonifica in Teatro Opera-tivo rappresenta, inoltre, la naturale continuazio-ne all’estero di quello che in Italia è uno dei com-piti svolti dall’Arma del genio: la bonifica del ter-ritorio da ordigni inesplosi e da residuati bellici.

Ma l’Operazione «Leonte 6» ha visto i militariitaliani, per la prima volta dopo l’ultimo conflittomondiale, impiegati nella delicata e impegnativaattività di sminamento operativo sulla «Blue Line»,quella linea di recesso identificata nel 2000 dalleNazioni Unite in collaborazione con funzionari li-banesi e israeliani, al fine di confermare il ritirodell’IDF (Israel Defense Forces) in applicazionedella risoluzione 425 del Consiglio di Sicurezzadell’ONU. Pertanto, a seguito di una specifica va-riante dell’iniziale Direttiva Operativa Nazionale,durante il mandato è stato gestito il ricondiziona-mento degli assetti per il passaggio dalla bonifica

umanitaria (humanitarian demining) dei campiclusterizzati allo sminamento operativo (operatio-nal demining).

Questa fase ha comportato lo svolgimento dinumerose attività di carattere sperimentale, for-mativo e operativo, al fine di individuare essen-zialmente le procedure più idonee in funzione deimateriali, mezzi e attrezzature in dotazione al-l’Esercito Italiano e nel pieno rispetto di quantoprevisto dalla normativa nazionale e dalle racco-mandazioni dell’agenzia dell’ONU deputata al

controllo dello sminamento nel Sud del Libano.In tale contesto, l’attività di refreshment svolta in

teatro libanese dai guastatori con qualifica MINEXha assunto una particolare valenza per ampliare leconoscenze su ordigni di specifico interesse, persviluppare la necessaria sensibilità nell’approcciomanuale e per acquisire tutti gli automatismi indi-spensabili per lo sminamento di campi minati.

In questa delicata fase, sono stati determinantigli incontri con il personale di UNMACC (UnitedNations Mine Action Coordination Centre) per iltravaso delle esperienze acquisite sul campo re-lative alle mine rinvenute in Libano, per lo studiodei specifici dossier sulle mappe dei campi mi-nati, i cui progetti completi di tutti i dati di regi-strazione sono stati consegnati recentementedagli israeliani, e per il proficuo confronto sulleprocedure, tecniche di sminamento e segnala-zione degli ordigni.

La verifica delle capacità esprimibili dai gua-statori con qualifica MINEX è stata effettuata,congiuntamente agli istruttori inviati dalla Scuo-la del Genio di Roma in teatro operativo, dalpersonale di UNMACC attraverso una complessaattività di accreditamento svolta in due fasi: laprima chiamata pre-accreditation e la secondafinal accreditation.

L’accreditamento internazionale, ancorché non

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Sopra ee aa ddestra.(Fonte del grafico: Rivista «Landmine action», Countingthe cost: the economic impact of cluster munition con-tamination in Lebanon, 27 maggio 2008, www.landmi-neaction.org).

La zona dell’attività di sminamento operativo fra il BluePillar 44(2) e il Blue Pillar 44(3) a ridosso del confine ar-mistiziale israelo-libanese.

necessario per lo sminamento operativo, è inveceobbligatorio per la bonifica umanitaria al fine dicertificare che il personale è abilitato allo specifi-co impiego ed è in possesso delle competenzenecessarie per operare con elevati standardsqualitativi. In particolare, la Commissione inter-nazionale verifica il livello diaddestramento simulando sulterreno le situazioni reali e va-lutando le reazioni comporta-mentali del personale e i tempidi reazione: l’estrazione di unpotenziale ferito in un area mi-nata, il ritrovamento e ricono-scimento di un ordigno, le pro-cedure di approccio all’ordignoinesploso, la bonifica con i te-ams EOD, l’evacuazione del-l’area in caso di incidente, il ri-levamento dei dati informativi necessari per lamappatura dell’area in merito al rischio UXO(Unexploded ordnance).

Contestualmente è stata effettuata un’attivitàsperimentale speditiva per testare tecniche, pro-cedure e metodi alternativi per interventi su ter-reni impervi e non accessibili con attrezzature emezzi meccanici per lo sminamento, sulla basedelle direttive nazionali, e comunque nel pienorispetto degli standards delle NTSG libanesi (Na-tional Technical Standards Guidelines Lebanon).Le prove empiriche e le esperienze effettuate «sulcampo» nel Poligono di Kunin (avente la stessamorfologia del terreno del campo minato da bo-nificare) effettuate dal personale specializzato nelsettore EOD/IEDD del 10° reggimento genio gua-statori sono risultate determinati per verificarel’efficacia dei metodi alternativi e hanno permes-

so di avere un quadro di valutazione più ampio.Nello specifico, durante le prove eseguite dagli

esperti del settore, è stato esaminato anche ilmetodo di bonifica con l’impiego di alcuni tappetiesplosivi, realizzati dagli stessi guastatori conl’ausilio di telai in legno a maglia quadrata utiliz-

zando 80 metri circa di micciadetonante alla pentrite aventedensità di caricamento 10 g/m.

Le prove erano finalizzatealla verifica degli effetti in-dotti dall’esplosione dei tap-peti detonanti in varie situa-zioni, al fine di ottimizzarnel’eventuale impiego durante leattività di demining operativolungo la Blue Line.

In sintesi, sono state effet-tuate cinque tipologie di prove:

• la prima prova, tesa a determinare i possibili ef-fetti incendiari a seguito dell’esplosione del tap-peto detonante posizionato a contatto con dellavegetazione bagnata (simile a quella presentelungo la Blue Line), ha avuto un esito soddisfa-cente in quanto non si sono generati focolai;

• la seconda prova ha riguardato gli effetti dellaproiezione delle schegge: è stato posizionatodel pietrisco di piccola e media pezzatura è sta-to collocato nelle immediate vicinanze del tap-peto detonante e si è constatato che l’ondad’urto generata dall’esplosione ha proiettato isassi a una distanza massima di circa otto metrinella direzione opposta all’innesco;

• la terza prova, avente lo scopo di studiare glieffetti indotti sulle cariche da 100 grammi diTNT (trinitrotoluene, comunemente chiamatotritolo, che risultava essere per tipologia e per

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......èè ssttaattaa eeffffeettttuuaattaa uunn’’aattttii-vviittàà ssppeerriimmeennttaallee ssppeeddiittiivvaappeerr tteessttaarree tteeccnniicchhee,, pprrooccee-dduurree ee mmeettooddii aalltteerrnnaattiivvii ppeerriinntteerrvveennttii ssuu tteerrrreennii iimmppeerrvviiee nnoonn aacccceessssiibbiillii ccoonn aattttrreezz-zzaattuurree ee mmeezzzzii mmeeccccaanniiccii ppeerrlloo ssmmiinnaammeennttoo......

quantitativo identico alla carica presente nellemine impiegate nel campo minato in questione),ha avuto un esito parzialmente soddisfacente, inquanto nella verifica post-esplosione, dopo i 30minuti previsti per il tempo di saturazione, lestesse cariche (prive di innesco e poste, a pro-fondità variabile da due cm a 20 cm, al centrodel tappeto detonante) nella quasi totalità sonostate deformate dall’onda d’urto e solo alcunesono detonate per simpatia;

• la quarta prova, simile alla terza con l’aggiuntadi detonatori nelle cariche da 100 grammi diTNT, ha avuto un esito parzialmente soddisfa-cente in quanto nella verifica post-esplosione,dopo i 30 minuti previsti per iltempo di saturazione, le stes-se cariche nella quasi totalitàsono state deformate dall’on-da d’urto e solo in parte sonodetonate per simpatia;

• la quinta prova, avente lo sco-po di analizzare gli effetti del-l’esplosione del tappeto deto-nante su cariche poste ai lati,sempre a profondità variabili,con e senza detonatori, ha avuto un esito insod-disfacente, in quanto tutte le cariche sono statesolo deformate dall’onda d’urto e non sono de-tonate per simpatia.Tutte le prove effettuate hanno evidenziato una

limitata proiezione di schegge, a una distanza nonsuperiore agli otto metri, e un effetto termico sol-tanto sulle sagome poste a distanze inferiori ai cin-que metri; gli effetti dell’onda di sovrappressionehanno interessato tutte le cariche (innescate enon), mentre l’esplosione per influenza delle cari-che di TNT è avvenuta solo in situazioni particolar-

mente favorevoli presumibilmente per l’insufficien-te azione innescante del limitato quantitativo dipentrite per centimetro quadrato di superficie e perla scarsa attitudine del tritolo all’esplosione per in-fluenza («esplosivo sordo»). In conclusione, analiz-zati e valutati gli effetti indotti, è apparso opportu-no prevedere l’impiego dei tappeti detonanti, comeultima scelta e solo in particolari terreni, nell’attivi-

tà di demining allo scopo comunque di disarticola-re l’eventuale mina.

Al termine della fase sperimentale, è stata com-pletata l’attività concettuale, verificando il quadronormativo di riferimento a livello nazionale, le pro-cedure tecniche di sminamento e le caratteristichedei materiali in dotazione, esaminando le risultanzedelle ricognizioni effettuate congiuntamente con ilpersonale della cellula J3 Combat Engineer e rece-pendo ogni possibile informazione sulle problema-

tiche inerenti i siti e sui rapporticon la popolazioni presenti inprossimità delle zone minate.Successivamente, è stato redattonell’estate 2009 la prima versio-ne dello specifico SOP (JTF «Le-banon» Sector West, StandardOperating Procedures - MineClearance Lebanon - Edition31st August 2009) che, qualepunto di sintesi della normativa

nazionale e delle National Technical Standards Gui-delines Lebanon, individua la procedura manualecome quella più attagliata al contesto operativo, aimateriali in dotazione e al terreno, prevedendo insuccessione le seguenti fasi: la ricerca visiva, la ri-cerca col feeler, il taglio della vegetazione, lo scavodi 20 cm (standard di sicurezza di UNIFIL), il prod-ding e infine la verifica con il metal detector.

Sul terreno lo «sminamento operativo» (opera-tional demining) è stato condotto impiegando unassetto di specialisti, denominato MC Team (MineClearance Team) composto da un Assetto MINEX

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......ii rriissuullttaattii ppoossiittiivvii ccoonn-sseegguuiittii nneellllaa pprrooggrreessssiioonneeddeell llaavvoorroo hhaannnnoo ccoonnffeerr-mmaattoo ddii vvoollttaa iinn vvoollttaa ll’’eeff-ffiiccaacciiaa ddeellllee pprroocceedduurree iinn-ddiivviidduuaattee iinniizziiaallmmeennttee......

Sopra ee aa ddestra.Un tappeto detonante appena steso e la sua successivadetonazione durante le prove empiriche.

(1 Site Supervisor - Ufficiale, un Deputy Site Su-pervisor - Sottufficiale, due Team Leaders - Ser-genti, due squadre guastatori MINEX), un TeamEOD (in supporto), un Nucleo antincendio, un As-setto sanitario e un Team di Force Protection.

Nella fase esecutiva, condotta nella seconda partedel mandato nell’ambito dell’Operazione «Leonte6», i risultati positivi conseguiti nella progressione

del lavoro hanno confermato di volta in volta l’effi-cacia delle procedure individuate inizialmente e, tral’altro, i riscontri sul terreno hanno avvalorato ap-pieno la veridicità delle informazioni sui campi mi-nati ricevute dagli israeliani e quelle dei dettagliatidossier preventivamente redatti dal personale di

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Sopra aa ssinistra ee aa ddestra.Nell’ordine: un corridoio nel campo minato e l’individua-zione di una mina n. 4 israeliana e registrazione delle co-ordinate.

Missione UNIFIL: In primo piano il Generale di Corpod’Armata Claudio Graziano, all’epoca in cui Divisio-nario assolveva l’incarico di Force Commander diUNIFIL, con accanto il Generale di Brigata Carmelo DeCIcco, Comandante del la Joint Task Force SWLebanon, in secondo piano il Colonnello GiuseppePoccia Comandante della Task Force genio.

UNMACC in merito alle coordinate, alle procedure diapproccio, alle mappe schematiche della zona, allefoto aeree, agli incidenti avvenuti e alle informazionigenerali sull’area di intervento.

Tuttavia, la vetustà delle mineposate nel 1981 nella partico-lare zona d’intervento, la vege-tazione, l’impervia conforma-zione del terreno e la sua mo-dificazione nel tempo, sia perfenomeni naturali sia a seguitodi eventi bellici, hanno resoparticolarmente difficoltosol’approccio manuale, in quantogli ordigni sono stati ritrovati inposizioni non regolamentari e nello specifico coni piatti di pressione non paralleli alle superficie.Si tratta di un’attività delicata che viene svolta incostanza di pericolo, i cui rischi possono essereabbattuti solo con la preparazione, la conoscenzae la sensibilità manuale dell’operatore. D’altro

canto la determinazione e la risolutezza nellosvolgere un compito così insidioso, tuttora incorso, è compensato dal fatto che l’apertura deicorridoi nei campi minati, il marcamento certo econcordato dalle parti con il posizionamento dei«Blue Pillars» a ridosso della Blue Line e la com-pleta attuazione del Progetto «Blue Line Marking»

consentiranno di effettuare unaltro concreto passo in avantisulla lunga via della stabilizza-zione e del consolidamentodella pace che si aggiunge aquelli già effettuati con le nu-merose attività di ricostruzionedi infrastrutture e di bonificadi campi clusterizzati perscongiurare il ripetersi di inci-denti spesso mortali per la po-polazione locale, e soprattutto

bambini, e per restituire i terreni nel sud del Li-bano ai legittimi proprietari.

Giuseppe PPocciaColonnello,

Comandante del 10° reggimento genio guastatori

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......llaa vveettuussttàà ddeellllee mmiinnee......llaavveeggeettaazziioonnee,, ll’’iimmppeerrvviiaa ccoonn-ffoorrmmaazziioonnee ddeell tteerrrreennoo ee llaassuuaa mmooddiiffiiccaazziioonnee nneell tteemm-ppoo......hhaannnnoo rreessoo ppaarrttiiccoollaarr-mmeennttee ddiiffffiiccoollttoossoo ll’’aapppprroocc-cciioo mmaannuuaallee......

Esempio di un modulo di registrazione di un campominato posato nel 1981.

Qual èè iil rruolo ddi UUNMACC nnel LLibano MMeridio-nale? EE ccome ss'interfaccia ccon ggli oorgani ppolitici eemilitari ppresenti ssul tterreno?

Dopo il passaggio tra UNMACC e LMAC (Leba-non Mine Action Centre) nel dicembre 2008, e lafondazione di RMAC (Regional Mine Action Cen-tre) a Nabatiyah nel gennaio 2009, UNMACC ètransitata alle dipendenze di UNIFIL.

L'agenzia, tramite RMAC, coordina e media conl'Autorità civile nazionale libanese che si occupadelle mine (LMAC), per conto di UNIFIL, in coope-razione con la Cellula Militare del genio (UNIFIL J3CES - Combat Engineer Sec-tion). Essa fornisce assistenzatecnica contro le mine sia aLMAC sia alla Sezione genio,conduce e valuta il controllo diqualità e l'accreditamento, con-dotto da LMAC, degli sminatoriprovenienti dai Paesi che parte-cipano alla missione UNIFIL, equalora richiesto, per le orga-nizzazioni civili di sminamento.

Inoltre, UNMACC parteciparegolarmente alle riunioni in-dette dal Comando di UNIFIL, unitamente adRMAC ed LMAC, e fornisce rilevanti elementi d'in-formazione sulle mine, dando consulenze a UNI-FIL e ad altri Enti.

Dopo uuna llunga eesperienza, iin qqualità ddi CCapodelle OOperazioni ddi UUNMACC, ssi rritiene ssoddisfattodel llavoro ssvolto nnel ssuo pperiodo ee ddei ssuccessirealizzati nnel ccampo ddella bbonifica?

UNMACC, sin dalla sua costituzione all'internodi UNIFIL avvenuta nel 2000, ha mantenuto ottimerelazioni con la popolazione libanese, con LMAC,con UNIFIL e con gli altri Enti, rafforzate successi-vamente con l'apertura degli Uffici a Tiro nell'anno2002. Attraverso la pianificazione il coordina-

mento e l'ottima collaborazione con le organizza-zione civili e militari per lo sminamento, è statopossibile ottenere rilevanti risultati in tempi ac-cettabili. È grazie agli sforzi di tutto il personalepreposto alla bonifica e ai contributi internazio-nali che sono stati ridotti gli incidenti da mina esono stati riconsegnati alla popolazione locale iterreni bonificati. Durante le operazioni di bonifi-ca si sono verificati, sfortunatamente, alcuni inci-denti e infortuni che hanno coinvolto gli sminatorie, sebbene sia risaputo che esiste una certa tolle-ranza di rischio associata all'attività di sminamen-to, solo in pochissimi casi si potevano evitare.

Secondo llei èè ppossibile mmi-gliorare iil ssistema pper lla bboni-fica nnel SSud ddel LLibano?

UNMACC è stata parte inte-grante nello sviluppo degli stan-dards nazionali libanesi (Natio-nal Mine Action Standards -NMAS) e delle procedure opera-tive di standardizzazione (Stan-dard Operating Procedures -

SOP) sullo sminamento. Generalmente, le proceduredi sminamento utilizzate (ad esempio per la bonificadi aree clusterizzate - Battle Area Clearance - BAC)sono standardizzate, ma devono essere implemen-tate con l'impiego di mezzi meccanici. Tuttavia c'èsempre spazio per un miglioramento e per appro-fondire la conoscenza degli strumenti adeguati (peresempio il rilevatore «Large Loop Detector» per laBAC) e delle attrezzature meccaniche (per esempio ifrantumatori e i flagellatori per lo sminamento). Ciòdovrebbe aumentare la sicurezza e il rendimentonelle operazioni di sminamento. UNMACC ha intro-dotto delle procedure di sminamento più generiche,emerse dalle «migliori esperienze» sul campo, con-sigliando tutte le Nazioni coinvolte nella missioneUNIFIL ad utilizzarle, al fine di assicurare più coe-renza, autorità e operatività di impiego.

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INTERVISTA AA MMARC BBONNETPROGRAMME MMANAGER DDI UUNMACC

UNIFIL, NNAQURA - LLIBANO

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ÈÈ ggrraazziiee aaggllii ssffoorrzzii ddii ttuuttttooiill ppeerrssoonnaallee pprreeppoossttoo aallllaabboonniiffiiccaa ee aaii ccoonnttrriibbuuttii iinn-tteerrnnaazziioonnaallii cchhee ssoonnoo ssttaattiirriiddoottttii ggllii iinncciiddeennttii ddaa mmiinnaaee ssoonnoo ssttaattii rriiccoonnsseeggnnaattii aall-llaa ppooppoollaazziioonnee llooccaallee ii tteerr-rreennii bboonniiffiiccaattii

S P E C I A L E

Qual èè iil rruolo ddel ggenio ddelleLAF nnell'attività ddi ssminamento eebonifica?

Gli assetti di bonifica delle LAF,sono impiegati in supporto alleattività di costruzione della stradadi pattugliamento lungo il confi-ne. Un Team di verifica delle LAF,addestrato dal personale di UN-MACC nel 2007, ha il compito diverificare gli standards di bonificaal termine delle operazioni. Inol-tre, nei compiti di reazione rapi-da, le LAF hanno la capacità dibonificare gli ordigni esplosivi(EOD), all'interno della loro area dioperazioni.

Quali ssono ggli eeffetti ddell'attività ddi ssminamentosulla rripresa eeconomico-ssociale ddel LLibano MMeri-dionale aa ttre aanni ddalla ffine ddella gguerra?

Si sono avuti i seguenti effetti: il rientro dellapopolazione evacuata (dopo la bonifica di strade,case e terreni); costruzioni (case, infrastrutture);coltivazione dei terreni (piantagioni di banane,agrumeti, e campi di tabacco); stabilità e ripresadelle normali attività (del commercio, delle scuole,dei trasporti, dell'elettricità); vite salvate, riduzio-ne di morti e feriti.

Qual èè lla ppercezione ddi UUNMACC ssul llavorosvolto ddai ggenieri iitaliani?

I genieri italiani hanno sempre evidenziato un

approccio positivo e professionale durante il loroimpiego nello sminamento. Sono stati estrema-mente disponibili e collaborativi nelle attivitàsvolte con UNMACC (addestramento, supervisionee nelle operazioni di bonifica e sminamento). GliItaliani sono stati impiegati nelle operazioni dibonifica di aree clusterizzate nell'area di Al Hin-nayah fino al settembre 2009, permettendo in talmodo la riconsegna ai proprietari di importantiterreni agricoli, per la successiva e sicura coltiva-zione. Nel settembre 2009, gli italiani hanno ini-ziato le operazioni di bonifica dei corridoi di ac-cesso alla Blue Line per permettere il posiziona-mento dei Blue Pillars, in aderenza agli accordi

trilaterali (Libano - UNIFIL -Israele) per la demarcazione delconfine tra Israele e Libano. Gliitaliani hanno dimostrato la pro-pria versatilità nel passaggio dallabonifica di area clusterizzate allosminamento operativo e hannorecentemente raggiunto il loroobiettivo.

Crede ssia ppossibile uuna ccoope-razione ttra ii ggenieri llibanesi eegenieri IItaliani pper llo ssviluppocomune ddelle pprocedure ddi ssmi-namento?

Una buona cooperazione tragenio Italiano e Libanese, è pos-sibile ed è sostenibile. Per quanto

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Sopra, ssotto ee nnella ppagina aa ffianco.Tabelle delle principali submunizioni ritrovate in Libano.

riguarda le procedure, c'è sempre un vantaggionel condividere la conoscenza, tuttavia, bisognarendersi conto che le procedure operative delleLAF non sono approvate formalmente da LMAC.Al fine di sviluppare le loro procedure, i Teamsdelle LAF non accreditati, dovrebbero affiancarsinelle attività di bonifica e sminamento degli ita-liani. Come precedentemente menzionato, UN-MACC ha introdotto delle linee guida che dovreb-bero essere usate (in aggiuntaagli standards Libanesi) per losviluppo delle procedure. Laprincipale limitazione che ri-guarda l'attuale procedura ita-liana sullo sminamento in Li-bano consiste nel fatto che es-sa deve attenersi anche ai re-golamenti nazionali italiani,che limitano l'uso di alcunetecniche di sminamento in par-ticolari circostanze.

Nel ppiù aampio ccontesto ddellabonifica ssvolta dda ii ddiversi PPaesi ccontribuenti,quali ssono sstati ggli eelementi ssignificativi ddel rrap-porto pprofessionale cche ssi èè iinstaurato ttra UUN-MACC ee ii ggenieri iitaliani?

In generale, sembra esserci un chiaro intendi-mento da parte dei Paesi contribuenti, sul ruoloche riveste UNMACC all'interno di UNIFIL, sul pro-gramma contro le mine in Libano, sui benefici do-vuti cooperazione tra le varie Nazioni e UNMACC.Per quanto riguarda le relazioni tra UNMACC e igenieri italiani bisogna sottolineare che: i genieriitaliani sono estremamente disponibili al coinvol-gimento e collaborazione con UNMACC, che ne ri-conosce gli sforzi e la correttezza; nel tempo èstata instaurata una buona relazione lavorativa,con sforzi da entrambe le parti,consentendo una grande coope-razione durante la fase addestra-tiva e operativa. Questo ha apertola strada per la collaborazione trale agenzie, infatti, un esempio diciò è stata l'attività IEDD (Improvi-sed Explosive Device Disposal),organizzata dal Team IEDD italia-no e UNMACC il 1° Marzo 2010,per UNMACC, UNIFIL e RMAC.

Ritiene CChe ll'opera ddi ssmina-mento aabbia ggià aavuto ii ssuoi eef-fetti ppositivi ssulla ssicurezza ddel-la ppopolazione nnel LLibano MMeri-dionale ee ssulla rripresa ddel ccom-

mercio ee ddelle aattività aagricole?

Si, come già accennato, le attività di sminamen-to hanno raggiunto risultati positivi.

Qual èè iil rruolo ddi UUNMACC nnel ssettore ddellabonifica nnel mmondo? QQuali ssono lle pprincipalimansioni ddi UUNMACC?

In breve, UNMACC coordinale operazioni umanitarie dibonifica coinvolgendo le or-ganizzazioni civili e militariper conto di UNMAS (UnitedNations Mine Action Services)e rappresenta NMAA (NationalMine Action Authority) in suaassenza. UNMACC, inoltre,assiste la bonifica umanitariain conformità con gli stan-dards internazionali contro lemine (IMAS - International Mi-ne Action Standards), svilup-

pa, amministra e supervisiona i criteri per ga-rantire sicurezza, rendimento ed efficienza nelleoperazioni di bonifica. Per maggiori delucida-zioni riferirsi all'attinente documentazione ONUo visitate il sito web dell'ONU.

Cos'ha ffatto UUNMACC ddal ttermine ddegli sscontridel 22006 aad ooggi?

Dalla guerra del 2006 fino a dicembre 2008,UNMACC con base a Tiro, ha coordinato (pianifi-cato e monitorato) le operazioni di bonifica e, inparticolare, le organizzazioni di sminamento civileper conto di LMAC. Da gennaio 2009 ad oggi,UNMACC è passata alle dipendenze di UNIFIL.

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GGllii iittaalliiaannii ssoonnoo ssttaattii iimm-ppiieeggaattii nneellllee ooppeerraazziioonnii ddiibboonniiffiiccaa ddii aarreeee cclluusstteerriizzzzaa-ttee nneellll’’aarreeaa ddii AAll HHiinnnnaayyaahhffiinnoo aall sseetttteemmbbrree 22000099,,ppeerrmmeetttteennddoo iinn ttaall mmooddoo llaarriiccoonnsseeggnnaa aaii pprroopprriieettaarrii ddiiiimmppoorrttaannttii tteerrrreennii aaggrriiccoollii,,ppeerr llaa ssuucccceessssiivvaa ee ssiiccuurraaccoollttiivvaazziioonnee

Quali ssono ii pprossimi oobiettivi pprogrammati ddaUNMACC?

Alcuni esempi di obiettivi futuri proposti da UN-MACC sono i seguenti: accantonare risorse per gliassetti di sminamento al fine di assistere la boni-fica dei campi minati situati a Nord della strada dipattugliamento delle LAF e di valorizzare la boni-fica condotta da UNIFIL per la demarcazione dellaBlue Line con gli assetti meccanici.

Secondo lla SSua eesperienza ppresso iil CComando ddiUNIFIL, lla rroad mmap individuata ffino aad ooggi ppuòessere iimplementata pper rrisolvere iil pproblemadelle clussterr bbommbss?

Esistono dati esaurienti che riguardano il pericolodelle cluster bombs in Libano i quali sono stati rac-colti, durante la bonifica, prima e dopo il conflittodel 2006. Queste informazioni sono state inserite eregistrate da UNMACC, LMAC e le organizzazioni disminamento nella banca dati del sistema gestionaledi informazioni per le azioni contro le mine (IMSMA

- Information Management System for Mine Action)che è gestito da RMAC. Ulteriori informazioni suibombardamenti sono stati forniti dalle Forze Israe-liane a UNIFIL lo scorso maggio 2009, che hannocontribuito al processo di razionalizzazione dei da-ti, delle mappe e delle registrazioni dei campi mi-nati. Questi dati sono a disposizione di UNMACC,UNIFIL e delle organizzazioni di sminamento civilial fine di agevolare il processo di pianificazionedella bonifica.

Quali ssono ii pprincipali aaccorgimenti pper rridurre iirischi ddi iincidenti nnella bbonifica cche ppurtroppohanno mmietuto vvittime ssia ttra lla ppopolazione llo-cale mma aanche ttra ggli ssminatori?

Esempi per ridurre gli incidenti nella bonificapossono essere: procedure esaustive e pertine-ti; personale sufficientemente addestrato equalificato (accreditato) e che conosca le pro-cedure; equipaggiamento e procedure provate(testate); miglioramenti accurati nelle procedu-re, monitoraggio e supervisione; controllo e ve-rifica della qualità (QA), interna ed esterna; va-lutazioni accurate della minaccia.

Esempi per ridurre gli incidenti da mina tra i

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Inaugurazione della Battle Area Clearance (BAC).

civili possono essere: consapevolezza del peri-colo (educazione e informazione sui rischi dellemine); comunicare la presenza di aree minatee/o pericolose per la successiva demarcazione;conoscenza dei segnali di aree pericolose e de-gli indicatori di pericolo; stretto collegamento ecooperazione con le autorità locali, con NMAA,con UNIFIL, con le organizzazioni di sminamen-to e con tutti gli altri Enti.

Da uun ppunto ddi vvista sstrettamente ttecnico, rritie-ne cche ooggi ppossano eessere aadottati ssistemi ppiùspeditivi nnelle ooperazioni ddi bbonifica ddi aaree cclu-sterizzate?

Generalmente, le procedure per BAC (visive estrumentali), sviluppate e implementate in Libanosono condotte, per quanto possibile, in relazionealla minaccia (tipo di ordigno esplosivo - EO), allaprofondità della bonifica e al terreno. Oltre ai me-todi di bonifica manuale, sono stati utilizzati imezzi meccanici per implementare la bonifica,che hanno fornito maggiore sicurezza e rendi-mento nella bonifica. Le tecniche e le attrezzatureutilizzate per la bonifica, sebbene siano tutte inaderenza agli standards, possono variare di pocotra le varie organizzazioni di sminamento.

Per valorizzare i processi di bonifica, dovrebbe-ro essere condotti addestramenti adeguati (incondizioni di terreno realistici) e valutate appro-priate minacce (procedure/tecniche corrette perl'impiego).

Può ddescrivere ii pprincipali pproblemi pper lla sstan-dardizzazione ddella pprocedura ddi ssminamento iin-dicato nnel ddocumento NNTSG ccon qquelle ddei ssingoliPaesi ccontribuenti?

Innanzitutto lo scopo non dovrebbe esserequello di standardizzare le NTSG alle procedure,ma quello di assicurare che esse siano conformiagli standards. La difficoltà principale nell'ottene-re ciò è generalmente l'incomprensione deglistandards nazionali Libanesi e dei requisiti di unaprocedura. Gli standards nazionali libanesi sonoscritti in conformità con quelli internazionali eforniscono i requisiti minimi e gli esempi dellemigliori tecniche/procedure. Non ci dovrebberoessere difficoltà nell'ottenere i requisiti minimi inquanto, essi sono realistici e sono emersi dopoanni di esperienza sul campo. Il requisito princi-pale per redigere le procedure è descrivere «cosa»(procedure e tecniche) e «come» (processi e re-quisiti) raggiungere l 'obiettivo (bonifica dimine/UXO), in conformità agli standards richiesti(NMAS e IMAS). Le procedure dovrebbero essere

abbastanza esaurienti da permettere all'utente ealle altre parti coinvolte di capire chiaramente irequisiti per poter raggiungere gli obiettivi (adesempio rilevamento, demarcazione e bonifica) edovrebbero essere usati come riferimento durantel'addestramento. Generalmente le principali limi-tazioni sulle procedure delle Nazioni sono «auto-imposte», nel senso che non contengono suffi-cienti informazioni (tecniche) e neppure le lezioniapprese nazionali. Questo potrebbe, a sua volta,portare a incoerenze e incomprensioni, soprattut-to durante l'avvicendamento del personale (TOA).

L'attività ddi demminninng, ssecondo lla SSua pplurienna-le eesperienza, dda qquali aaspetti èè ccaratterizzata?

In sintesi: Dedizione al lavoro; buona volontà edisponibilità a imparare e condividere le cono-scenze; accurata comprensione e implementazio-ne nelle procedure; e obiettività.

cura di Marco CCiampiniBrigadier Generale,

Direttore di «Rivista Militare»

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Un guastatore MINEX durante le fasi della calibrazio-ne del cercamine.