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Dieta mediterranea: strumento di prevenzione Dott.ssa biologo nutrizionista Marzia Manilia Dott.ssa Marzia Manilia - Biologo Nutrizionista

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Dieta mediterranea: strumento di prevenzioneDott.ssa biologo nutrizionista Marzia Manilia

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The Mediterranean Diet

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... definizione ieri

Primo tentativo di studio nel 1948 a Creta:• “le olive, i grani di cereale, i legumi, la frutta, i verdi

selvaggi e le erbe, insieme alle quantità limitate di carne e di latte di capra, ed ai pesci, sono costitutive l'alimentazione di base…. nessun pasto era completo senza il pane. Le olive e l'olio di oliva hanno un contributo pesante nell’introito energetico…Nel complesso, il loro modello e le loro abitudini alimentari erano estremamente buone, adattate alle loro risorse naturali ed economiche, così come i loro bisogni„.’’

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..adattate alle loro risorse naturali

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..definizione oggi

Si osserva che le popolazioni del mediterraneo hanno aumentato il loro consumo di carne e latticini mentre il consumo di olio di oliva e frutta è diminuito associato

ad un aumento significativo di olio di semi

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Lo studio EPICThe European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition

4 modelli dietetici dei partecipanti greci1. Alta assunzione dell’olio di oliva, verdura, legumi, frutta,

pesce2. Dieta vegetariana (olio di semi)3. Preferenza per i dolci4. Tipo occidentale

Valutazione dell’associazione di questi 4 modelli alla dieta mediterranea

..Il risultato

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• Forte associazione della dieta mediterranea al modello 1

• Essenzialmente indipendente dal modello 2,3• Negativamente collegato al modello 4• Modello 1 associato con il genere femminile, con l’età,

la formazione, l’attività fisica e la condizione non fumante..

Rappresenta la scelta dei greci istruiti e salute coscienti

Lo studio EPICil risultato

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DIETA e PREVENZIONE

Il concetto che la Dieta Mediterranea fosse un utile strumento per impedire mortalità e morbosità di

malattia coronarica è iniziato in Italia.

PUNTO DI PARTENZA DI TUTTI GLI STUDI

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Il ruolo preventivo della dieta mediterranea‘’Seven Countries Study’’

Ancel Keys

Coinvolse Italia, Finlandia, Grecia, Giappone, ex-Jugoslavia, Olanda e Stati Uniti d’America

(20 anni, 12 770 uomini di età fra 40 e 59 anni)

Per le nove coorti rurali europee si è notato che quelle mediterranee (Creta e Corfù in Grecia, Crevalcore e Montegiorgio in Italia e Dalmazia nella

ex-Jugoslavia) presentavano al venticinquesimo anno di riesame un tasso di

mortalità per cardiopatia coronarica di 978/10.000, mentre quelle non mediterranee (Finlandia orientale ed occidentale, Slavonia e

Velika Krsna nella ex-Jugoslavia)

Presentavano un tasso di mortalità più che doppio (1947/10.000).

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La dieta mediterranea italiana di riferimento

La dieta dei cittadini di Nicotera –area rurale del Seven Countries Study-

presenta un IAM ‘indice di adeguatezza mediterraneo’

ottenuto dividendo la somma della percentuale dell’energia totale fornita dai gruppi alimentari ‘mediterranei’ per la somma delle percentuali dell’energia totale fornita dai gruppi alimentari non ‘mediterranei’

superiore a quello delle aree rurali di Bologna, Ascoli Piceno, Perugia, Pollica e Rofrano

‘’Fidanza et al.’

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Componenti della dieta mediterranea di riferimento

• un alto consumo di olio extravergine di oliva• un alto consumo di legumi• un alto consumo di cereali• un alto consumo di frutta• un alto consumo di vegetali• un consumo moderato di vino, preferibilmente rosso• un consumo moderato di formaggi, latte e derivati• un basso consumo di carne e prodotti derivati

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I rapporti tra i macronutrienti energetici rispondono a quelli riconosciuti come adeguati:

12-15% da proteine (di origine animale e vegetale)

25-30% da lipidi ( olio d’oliva –oleico-, prodotti della pesca -acidi grassi essenziali-)

50-55% da carboidrati(pasta, pane, cereali, legumi)

Componenti della dieta mediterranea di riferimento

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La moderna scienza dell’alimentazione è andata oltre i concetti classici, consistenti nell’evitare carenze di nutrienti passando al concetto di alimentazione

"positiva" od "ottimale". La ricerca è oggi incentrata sull’identificazione dei componenti alimentari biologicamente attivi potenzialmente in grado di ottimizzare il benessere fisico e mentale e di ridurre anche il rischio di contrarre malattie. Si è scoperto che molti prodotti alimentari tradizionali, tra cui frutta, verdura, soia, cereali integrali e latte, contengono componenti potenzialmente benefici per la salute. Oltre a questi, si stanno sviluppando nuovi alimenti che rafforzano o incorporano tali benefici componenti utili per i loro effetti positivi sulla salute o per i favorevoli effetti fisiologici.

Functional food: alimento funzionale

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Dieta mediterranea modello più idoneo al mantenimento di un buono stato di salute

Modifica il profilo di rischio di un soggetto in prevenzione primaria e/o secondaria

Dieta mediterranea e stato di salute: evidenze scientifiche

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• 12 studi di popolazione (6 su popolazioni mediterranee, 5 su popolazioni Nord Americane, 1 su popolazione Australiana)

• 1 milione e mezzo di persone • Periodo di follow up da 3 ai 18 anni• Eventi clinici considerati: mortalità totale per ogni causa, mortalità o

incidenza per malattie cardiovascolari e tumorali, nonché incidenza di malattie neurodegenerative come il morbo di Alzhaimer e la sindrome di Parkinson

• Valutazione attraverso un indice numerico di aderenza

Dieta mediterranea e stato di salute: i risultati di una METANALISI

Francesco SOFI*°§, Francesca CESARI°, Rosanna ABBATE°, Gian Franco GENSINI°, Alessandro CASINI*#*Agenzia della Nutrizione, Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi, Firenze; ° Dipartimento di Area Critica Medico-

Chirurgica, S.O.D. Malattie Aterotrombotiche, Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi, Firenze; § Socio Ordinario SocietàItaliana di Nutrizione Umana; #Referente Sezione Regionale Toscana Società Italiana di Nutrizione Umana.Sofi F, Cesari F, Abbate R, Gensini GF, Casini A. Mediterranean diet and health status: a meta-analysis. BMJ

2008; 337: 673-675

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Figura 1. Rischio di mortalità per tutte le cause associato ad un incrementodi 2 punti del punteggio di aderenza

Dieta mediterranea e stato di salute: i risultati di una METANALISI

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Figura 2. Rischio di mortalità e/o incidenza di malattie cardiovascolari associatoad un incremento di 2 punti del punteggio di aderenza alla dieta

Mediterranea

Dieta mediterranea e stato di salute: i risultati di una METANALISI

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Dieta mediterranea e stato di salute: i risultati di una METANALISI

Figura 3. Rischio di mortalità e/o incidenza per malattie neoplastiche associatoad un incremento di 2 punti del punteggio di aderenza alla dieta

Mediterranea

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Dieta mediterranea e stato di salute: i risultati di una METANALISI

Figura 4. Rischio di incidenza di morbo di Alzheimer e sindrome di Parkinsonassociato ad un incremento di 2 punti del punteggio di aderenza alla dieta

Mediterranea

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Conclusioni

I risultati di questo studio, presentano importantiimplicazioni per la salute pubblica,

in particolar modo nel ridurre il rischiodi morte prematura nella popolazione generale

e confermano le raccomandazionidelle correnti linee guida delle più importanti

società scientifiche che incoraggiano

il profilo dietetico di tipo Mediterraneoper la prevenzione delle principali malattie

cronico-degenerative.

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GRAZIE PER L’ATTENZIONE

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Dieta Mediterranea -

Oncologia e Patologie

Neurodegenerative

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Salerno

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• Secondo le statistiche ISTAT 2012

❑ Malattie cardiache ❑ Malattie neoplastiche (trachea, bronchi e polmoni) ❑ Malattie neurodegenerative (6°causa)

Tra i principali fattori che influenzano il nostro stato di salute troviamo:• Biologici/Genetici• Fattori ambientali• Psicosociali• Stili di vita

• Consumo di tabacco• Sovrappeso e obesità• Cattiva alimentazione• Sedentarietà • Consumo eccessivo di alcol

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Intorno al 1950 alcuni ricercatori americani si chiesero come mai le persone che abitavano il bacino del Mediterraneo e si alimentavano di cibi ricchi di grassi, soffrissero molto meno degli americani di disturbi circolatori, infarti, ipercolesterolemia, tumori ecc.

Studiando il tipo di alimentazione emerse quanto fosse ricca diverdure, frutta e legumi.Questi cibi contengono infatti sostanze in grado di ridurre notevolmente i rischi di tali malattie.

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Le differenze sono notevoli:▪ il cancro dello stomaco in Giappone è 25 volte più frequente che in Uganda,▪ quello del colon negli Stati Uniti è 10 volte più diffuso che in Nigeria▪ il cancro del fegato in Mozambico è 100 volte più frequente che in Inghilterra

l'incidenza di cancro mammario varia nei diversi Paesi:elevata negli USA e nel mondo occidentale bassa nelle popolazioni asiatiche.Quando le donne appartenenti a popolazioni a basso rischio migrano verso paesi "civilizzati“, l’incidenza aumenta e si allinea azzerando il vecchio vantaggio.

In Italia: evidenze sulla influenza del cibo nella diffusione del cancro.Ad esempio, per il tumore dello stomaco i registri-tumori evidenziano che Forlì-Ravenna e Firenze sono aree ad alto rischio (incidenza doppia rispetto alla media italiana e 4 volte superiore rispetto al centro-sud) Uno dei fattori che spiega l’elevata incidenza in queste zone è il forte consumo di salumi e di insaccati

EPIDEMIOLOGIAstudi “di correlazione geografica”

confrontano l’incidenza delle malattietumorali rispetto aree geografiche

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“Questo modo di mangiare, sempre più ricco di calorie, di zuccheri semplici e di proteine ma in realtà povero di alimenti naturalmente completi, ha contribuito grandemente allo sviluppo delle malattie “da civiltà” :l’obesità, il diabete, l’ipertensione, l’aterosclerosi, l’infarto cardiaco, l’osteoporosi, la stitichezza, l’ipertrofia prostatica e molti tipi di tumori tra cui quello dell’intestino, della mammella e della prostata”Franco Berrino - responsabile del Servizio di Epidemiologia –Istituto dei Tumori di Milano

In molti casi è in gioco tutto lo stile di vita, non solo il modo di mangiare.Infatti le verdure esercitano una azione protettiva nei confronti del cancro del polmone: chi le assume regolarmente riduce della metà il rischio di ammalarsi rispetto a chi non le Consuma. Ma se continua a fumare il pericolo del cancro al polmone rimane comunque alto.

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Le malattie neurodegenerative

• sono malattie che coinvolgono il sistema nervoso centrale come la malattia di Parkinson e Alzheimer, SLA(sindrome laterale amiotrofica).

• Il morbo di Alzheimer è un disturbo fortemente invalidante che induce una graduale perdita delle facoltà mentali, fino a rendere IMPOSSIBILE lo svolgimento delle comuni attività quotidiane

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Prevenire la malattia di Alzheimer mangiando pesce e frutta secca oleaginosa come le nocciole, le mandorle o le noci e anche carne di pollo. Sono

alimenti che contengono acidi grassi polinsaturi omega-3, e che hanno la capacità di ridurre i tassi sanguigni della proteina beta-amiloide che è

associata ai problemi di memoria e alla malattia di Alzheimer.L'ipertensione arteriosa è il fattore di rischio vascolare principale e si controlla

diminuendo l'apporto di sale nella dieta. È importante anche limitare l'assunzione di grassi saturi, quindi trigliceridi e di colesterolo, facendo

attenzione ad alcuni tipi di carne, insaccati, formaggio stagionato e alcolici.

studio effettuato da ricercatori della Columbia University, condotto a New York, e pubblicato su Neurology.

Prevenzione

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• Le malattie neurodegenerative provocano spesso una riduzione delle capacità motorie. La riduzione della motilità intestinale è un problema strettamente connesso e comune a tutte. L'alimentazione deve prevedere almeno 1 litro e mezzo d'acqua al giorno, oltre a prediligere insalata, frutta e verdura, meglio se cotta. Nelle fasi avanzate della malattia subentra invece la disfagia: una difficoltà di deglutizione che allunga i tempi del pasto, interrotto anche da continui colpi di tosse. Una volta opportunamente diagnosticata, bisogna introdurre alimenti con una consistenza pastosa: né solida né liquida, tipo purè di patate o alimenti omogeneizzati.

Lo schema dietetico della dieta mediterranea è dunque il principale riferimento, essendo un elemento di riduzione di rischio delle malattie vascolari e quindi neurodegenerative.

• Riabilitazione specialistica-Disturbi neurologici, cognitivi e motori dell'IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano

Trattamento

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sono una classe di malattie caratterizzate da una incontrollata riproduzione di alcune cellule dell'organismoLa Lega Italiana per la lotta ai tumori afferma che il 30% dei tumori è causato da un errato comportamento alimentare

La causa che accomuna l’insorgenza di queste patologie è lo stress ossidativo. Esso è legato ad una produzione eccessiva da parte del nostro organismo,di radicali liberi il cui eccesso può essere causato anche da una errata alimentazione e/o da un cattivo stile di vita

Le malattie neoplastiche

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Identificato il modello alimentare o gli alimenti o i nutrienti che possono apportare un beneficio, è importante implementare tale modello. A questo scopo, le molecole che forniscono un effetto protettivo comprendono i folati da verdure a foglia verde, acidi cinnamici da caffè, cereali integrali, susine e kiwi, polifenoli come la epigallocatechina-3-gallato (Egcg) dal tè verde, resveratrolo da uve rosse e dai loro prodotti, isotiocianati da verdure crocifere, lignani di semi di lino, isoflavoni di soia, terpeni come il licopene del pomodoro, selenio, vitamina E e anche la vitamina D. Si pensa che queste molecole forniscano un effetto protettivo contro il cancro, influenzando modificazioni epigenetiche quali la metilazione del Dna, mutazioni istoniche e alterazioni a carico dell'Rna non codificante, talora con effetti organo-specifici.

Latino-Martel P, Cottet V, Druesne-Pecollo N, Pierre FH, et al. Alcoholic beverages, obesity, physical activity and other nutritional factors, and cancer risk: A review of the evidence. Crit Rev Oncol Hematol. 2016 Mar;99:308-23.. Epub 2016 Jan 15.

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Nelle donne vegetariane è stata riscontrata una maggior perdita di estrogeni endogeni con le feci ed una consensuale riduzione del loro livello ematico, pertanto è stato ipotizzato che l'effetto carcinogenetico degli stessi a livello degli organi bersaglio (soprattutto mammella) ne fosse contestualmente ridotto.

la conversione di androstenedione (dalle surrenali) in estrone ad opera della aromatasi presente negli adipociti costituisce un importante fonte di estrogeni in post-menopausa, la leptina è in grado di aumentare l’attività dell’aromatasi

Il modello mediterraneo e le diete che prevedono un elevato consumo di vegetali, frutta, pesce e soia, sono associate a un ridotto rischio di contrarre il cancro del seno. Potrebbe invece esserci una relazione fra dieta di tipo occidentale e eccessivo consumo di alcol, nell'aumento del cancro al seno.

Messina M. Impact of Soy Foods on the Development of Breast Cancer and the Prognosis of Breast Cancer Patients. Forsch Komplementmed. 2016;23(2):75-80. Epub 2016 Apr 12.

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I fitoestrogeni-lignani ed isoflavoni –

"schermano" i recettori della mammella dall'azionecarcinogenica degli estrogeni endogeni.

I fitoestrogeni, sostanze vegetali simili agli ormoni femminili ma molto meno potenti, sono contenuti nei semi : ricchissimi ne sono la soia e il lino, in misura minore i cereali purché non raffinati, i legumi, la frutta, le noci, le mandorle.Attraverso diversi meccanismi di azione i fitoestrogeni abbassano il livello degli ormoni sessuali che a loro volta favoriscono il tumore

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Carotenoidi e cancro alla mammella In uno studio Università di New YorkCentro Internazionale sullo sviluppo del Cancro a Lione,è stato esaminato il rapporto fra i livelli sanguigni di carotenoidi e lo sviluppo di cancro alla mammella.I ricercatori hanno esaminato la quantità di carotenoidi in 540 donne, di cui la metà aveva cancro alla mammella.

le donne con tumore alla mammella avevano un livello di carotenoide molto più basso (11% - 21%) in confronto alle donne senza cancro.È risultata una probabilità due volte maggiore di sviluppare cancro al seno

carote, broccoli, mango e spinaci contengono

Beta Carotenei pomodori contengono

Alfa Carotene

Bakker MF, Peeters PH, Klaasen VM, Bueno-de-Mesquita HB, Jansen EH, Ros MM,Plasma carotenoids, vitamin C, tocopherols, and retinol and the risk of breast cancer in the European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition cohort. Am J Clin Nutr. 2016 Feb;103(2):454-64. Epub 2016 Jan 20.

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La leptina - ormone con molteplici attività biologiche in grado di stimolare la proliferazione in vitro di cellule cancerose, la cui presenza aumenta nei pazienti obesi - è in grado di aumentare la proliferazione cellulare.

Recenti studi ipotizzano come una situazione di insulino-resistenza secondaria a obesità ed assunzione di grassi animali possa favorire il cancro, per azione diretta dell'insulina come growth factor (IGF-I).L'IGF-I ha un ruolo anche nella crescita cellulare ed alcuni studi sperimentali mostrano come favorisca la crescita di cellule cancerose.Il tipo di dieta influenza in modo rilevante i livelli di IGF-I.Un eccessivo introito calorico o proteico aumenta i livelli circolanti di IGF-I

il valore di BMI è associato a tutte lepatologie.▪ il sovrappeso,tra 20 e 25, è un fattoredi rischio:▪ malattie cardiovascolari,▪ ipertensione▪ osteoartrosi,▪ alcune neoplasie

Alacacioglu A, Kebapcilar L, Gokgoz Z, Oztekin O, Bozkaya G. Leptin. Insulin and body composition changes during adjuvant taxane based chemotherapy in patients with breast cancer, preliminary study. Indian J Cancer. 2016 Jan-Mar;53(1):39-42.

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Consumo di latticini e livelli ematici di IGF-I Dopo uno studio a UK, su bambine dodicenni rilevava che un aumentato consumo di latticini comportasse un aumento dei livelli di IGF-IDue studi condotti presso l'Università di Harvard, negli Stati Uniti, hanno correlato un eccessivo consumo di formaggi grassi e latticini fin dall'infanzia a un rischio aumentato di sviluppare un cancro della prostata. Ci sono invece indicazioni preliminari che un consumo regolare di probiotici contenuti negli yogurt e nel latte fermentato possa contribuire a proteggere l'intestino.

Le donne in menopausa dovrebbero assumere calcio prevalentemente dai vegetali:ricchi ne sono il sesamo, le noci, le mandorle, i cavoli ed i legumi.Non “acidificano” l’organismo e quindi non impongono alle ossa di espellere calcio

Yu AQ, Li L The Potential Role of Probiotics in Cancer Prevention and Treatment. Nutr Cancer. 2016 May-Jun;68(4):535-44. Epub 2016 May 4.

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vino rossoil RESVERATOLO,

sostanza che si trova nella buccia dell’uva nera, sembra riesca a bloccare alcuni processi chimici alla base della formazione del cancro.

Tuttavia per più di 2 bicchieri di vino rosso al giorno l’effetto sembra essere al contrario.

Anche il vino bianco contiene alcuni antiossidanti, ma molto meno del vino rosso.

Un’alimentazione adeguata deve mantenere in equilibrio ossidanti e antiossidanti nel nostro corpo e combattere quindi i radicali liberi.

Kang YF, Qiao HX, Xin LZ, Ge LP. Chain elongation analog of resveratrol as potent cancer chemoprevention agent. J Physiol Biochem. 2016 May 10.

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Dott.ssa Federica Marchese - Biologo Nutrizionista

Le Malattie neoplastiche spesso sono su base genetica pertanto èimportante puntare su fattori protettivi e preventivisono stati riscontrati effetti antitumorali in alcuni cibi come:

frutti di bosco, fragole, mirtilli, lamponi.

Le sostanze contenute in questi alimenti sembrano interferire con glieffetti dannosi degli agenti cancerogeni, che non sono più in grado di legarsi al DNA e di causare mutazioni.

Thangthaeng N, Poulose SM, Miller MG, Shukitt-Hale B.Preserving Brain Function in Aging: The Anti-glycative Potential of Berry Fruit.Neuromolecular Med. 2016 May 11.

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Dott.ssa Federica Marchese - Biologo Nutrizionista

Ma attenzione…Dieta Mediterranea non vuol dire povera di alimenti di origine animale ricchi in grassi saturi e ricca in pane, pasta, dolci e zuccheri!Lo zucchero favorisce la proliferazione cellulare, fornisce l’energia alla cellula per crescere, quindi è un alimento cancerogeno e va assunto con moderazione.

Il discorso è molto diverso per i carboidrati complessi ed integrali, che possono fornire anche il 50-60% delle calorie della nostra dieta, gli zuccheri semplici solo il 10% (la dieta mediterranea)

E anche una dieta vegetariana o vegana, se troppo ricca di zuccheri e cereali raffinati perde tutto l’effetto protettivo e di riduzione del rischio di malattie neoplastiche

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Dott.ssa Federica Marchese - Biologo Nutrizionista

Assunzione di carneun consumo moderato di carne è positivo per ferro, proteine e vitamine del gruppo B, ma è sempre un alimento ossidante...Quindi sarebbe bene associare sempre frutta, verdura o qualche altro antiossidante quando si consuma la carne.Una ricerca condotta negli stati Uniti (Università di Chapel Hill) ha dimostrato che le persone che mangiavano più di una volta alla settimana la salsiccia di maiale hanno sviluppato il cancro al cervello del 50% in più di chi non aveva questa abitudine.Michell Gaynor Clinical assistent Professor Department of Medicine- Cornell’s University-U.S.A,“Dr. Gaynor’s Cancer Prevention Program”

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Dott.ssa Federica Marchese - Biologo Nutrizionista

Tutti gli studi concludono che una alimentazione più “naturale” e uno stile di vita più sano eviterebbero una percentuale di malattia superiore al 30%

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Dott.ssa Federica Marchese - Biologo Nutrizionista

La più grande ricchezza è la

salute (Virgilio)

Dott.ssa Federica Marchese – Biologo Nutrizionista

Salerno

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Dott.ssa Sonia Sorgente - Psicologa

Seminario del 13 maggio 2016

“Dieta Mediterranea – Prevenzione e Trattamento delle patologie con l’analisi dei risvolti psicologici”

PsicosomaticaDott.ssa Sonia Sorgente Psicologa –

Psicodiagnosta – Criminologa – Specializzanda in Psicoterapia

Psicoanalitica Breve

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Cibo e affettoIl bambino già dall’allattamento, sperimenta il

bisogno naturale di nutrirsi sia il piacere legato alla zona orale. In ogni poppata il bambino soddisfa sia il bisogno fisiologico che il desiderio di piacere e affetto. La madre rappresenta da un lato nutrimento e dall’altro si mostra come persona di riferimento che dà attenzione. Il cibo diventa un momento di condivisione emotiva. Ad esempio, per spiegare la relazione cibo-affetto, possiamo dire che una bambina di poche settimane, trovatasi in una sensazione di pericolo, cerca continuamente il seno; non perché avesse fame, ma solo per ridurre la tensione interiore, per sentirsi al sicuro, protetta.

Dott.ssa Sonia Sorgente - Psicologa

Page 47: UniSA Dieta Mediterranea

Cibo e affetto

L’apprendimento del comportamento alimentare, avviene già dalla nascita, per cui la mancanza di risposte adeguate ai suoi bisogni, crea nel bambino uno stato di confusione, di doppi messaggi tale da renderlo incapace di distinguere impulsi biologici da esperienze emotive che ne derivano. E’ fondamentale che si realizzi una continuità affettiva tra madre e figlio in modo tale da condurre il bambino a sviluppare il processo di “separazione-individuazione” senza traumi.

Dott.ssa Sonia Sorgente - Psicologa

Page 48: UniSA Dieta Mediterranea

Cibo e affetto: bulimia

I/Le pazienti bulimiche hanno difficoltà a separarsi dalla madre. Una madre “sufficientemente buona”permette al bambino di passare da una fase di dipendenza a una fase di graduale acquisizione dell’indipendenza, agevolandolo con la presenza di uno spazio di transizione, in modo da far sperimentare al bambino l’angoscia abbandonica. L’atto di abbuffarsi sta a rappresentare la difesa nei confronti di una inconscia paura di abbandono.

Dott.ssa Sonia Sorgente - Psicologa

Page 49: UniSA Dieta Mediterranea

Obesità

E’ solo un modo per riempirsi e svuotarsi. L’obeso mangia lentamente per cui nella sua

struttura psichica l’accento è posto sul piacere orale; non esiste il distacco tra piacere e bisogno.

L’obesità non ha un entità nosografica nelle diagnosi psichiatriche. Molti autori sostengono l’esistenza di una obesità psicogena; una situazione di grave incremento ponderale derivante da un profondo disagio psichico inserito in una particolare struttura di personalità.

Dott.ssa Sonia Sorgente - Psicologa

Page 50: UniSA Dieta Mediterranea

Psicogena: Oltre a fattori di origine psicologica, vi sono fattori biologici e socio-culturali predisponenti allo sviluppo dell’obesità stessa.

A corroborare questa ipotesi vi è il Disturbo da Alimentazione Incontrollata (DAI), il quale indica come necessaria per la diagnosi la sensazione di perdita di controllo. I pazienti obesi con DAI presentano una maggiore sofferenza psicologica, con presenza di disturbi d’ansia, dell’umore e di personalità.

Dott.ssa Sonia Sorgente - Psicologa

Page 51: UniSA Dieta Mediterranea

Obesita’ e alexitimiaAlessitimia (Sifneos, 1973): la difficoltà ad esprimere le emozioni e a trasformarle in

simboli per renderle comunicabili.

L’obesità è stata classificata come patologia psicosomatica da Buch (1957) e da Stunkard (1975); i soggetti obesi hanno la tendenza a percepire la loro vita affettiva in modo univoco e sempre uguale e ciò li spinge a nutrirsi eccessivamente per ridurre la tensione emozionale spiacevole e l’ansia. Il comportamento iperalimentare nel soggetto obeso è conseguenza di uno stress emozionale. Il cibo ha lo scopo di ridurre l’ansia. Il soggetto non è in grado di percepire che qualcosa lo sta disturbando e si sposta sulla ricerca del cibo, piuttosto che sull’analisi delle proprie sensazioni.

I soggetti obesi hanno una minore autostima, un minor livello di benessere e un maggior livello di stress.

Dott.ssa Sonia Sorgente - Psicologa

Page 52: UniSA Dieta Mediterranea

il diabete• Cosa e’?Malattia cronica del metabolismo che consiste in un aumento

del livello di zucchero nel sangue, dovuto a un’insufficiente produzione dell’ormone insulina da parte del Pancreas. Se ne distinguono due tipi:

• Tipo 1 insorge fra i 10 e i 16 anni, viene chiamato insulino-dipendente e si presenta con debolezza, sete intensa, brusco calo del peso, crisi ipoglicemiche, difficoltà immunitarie.

• Tipo 2 detto non-insulino-dipendente, insorge dopo i 30 anni in modo graduale, secondo una certa predisposizione familiare associata a sedentarietà e obesità; i sintomi sono più lievi e sfumati ma nel tempo le complicanze possono farsi importanti: insufficienza renale, disturbi nervosi e vascolari agli arti inferiori, problemi alla vista, e maggior rischio di infarto ed ictus.

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Aspetti psicologici del diabete: “darsi da soli la dolcezza negata dalla vita”

L’iperglicemia è il primo modo con il quale ognuno di noi sente la presenza concreta della madre. Ad ogni poppata, da neonati, lo zucchero sale nel sangue e noi sentiamo che la mamma c’è.

E’ un imprinting fondamentale su cui si costruiscono, man mano, le forme più mature dell’idea di essere amati e della fiducia di base. Il latte materno è la pietra miliare su cui si fonda il nostro modo di essere al mondo.

Se questo latte-amore, però, è insufficiente o poco nutriente, l’imprinting che riceviamo sarà controverso e inadeguato a farci sentire amati, così potrà restare in noi una paura ancestrale.

Il cervello che ha ricevuto un imprinting inadeguato reagisce come davanti a una carenza di zucchero nel sangue (ipoglicemia): cioè sente un’assenza d’amore, un vuoto insopportabile e angoscia di morte. E’ questo il terreno di base di entrambi i tipi di diabete, anche quando la componente genetica è forte.

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• Nel diabete di tipo 1: il ragazzo ha spesso un rapporto di forte dipendenza con la madre. Il suo amore per lui, che quando tutto va bene crea quasi un “incanto”, può arricchirsi di uno sguardo tagliente - e psicologicamente castrante - quando lui non “rispetta le consegne”.il ragazzo fa di tutto per evitare il “muso” della mamma, la discussione e il conflitto, tutte cose che sente ipoglicemiche, fredde e quindi insostenibili. Questo schema viene esteso dal giovane a tutte le relazioni che hanno una qualche importanza, nelle quali si può ottenere amore o stima, due elementi che per lui coincidono. Il corpo e l’inconscio sentono tutto questo, e proprio negli anni della tardo-adolescenza, in cui dovrebbero essere fatte scelte autonome, si procurano una forza materna interiore e continua fino al diabete. Il prezzo per restare dipendenti da una forma materna è quello di non avere energia sufficiente per affermarsi nella vita.

• Trattamento: e’ consigliata una psicoterapia che abbia due finalità: far accettare la dipendenza dall’insulina; aiutare l’individuo ad emanciparsi psicologicamente dalla figura materna e dalla famiglia di origine, per poter affrontare il mondo adulto senza timore delle situazioni non accoglienti e delle figure autoritarie.

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• Nel diabete di tipo 2: la persona di mezza età o l’anziano è riuscito in qualche modo a superare indenne la fase critica della tardo-adolescenza; ha sviluppato una certa autonomia, spesso è sposato con i figli ed è stato in buon equilibrio, finchè un evento ha rotto il grembo esistenziale che si era costruito. Anche in questo caso il diabete è il tentativo di darsi dall’interno quella dolcezza materna appagante e incondizionata di cui c’è bisogno per affrontare la vita.

• Trattamento: con l’aiuto dei familiari è utile ricreare una cerchia di affetti e di amicizie dove sentirsi amati e considerati. E’ importante evitare di chiudersi in se stessi.

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Cuore e malattie cardiacheIl cuore non viene trattato come una semplice “pompa

che può incepparsi”, ma come il “centro simbolico dell’affettività” di ogni individuo.

Tra le disfunzioni psicosomatiche dell’apparato cardiovascolare:

1) Le turbe funzionali: manifestazioni somatiche delle emozioni fondamentali, dell’ansia e della depressione; e comportare tachicardia, exstrasistoli, pressioni, fitte, punture;

2) Le malattie psicosomatiche maggiori: come l’infarto del miocardio e l’ipertensione.

Stress: “risposta aspecifica dell’organismo ad ogni richiesta effettuata su di esso” (Selye, 1979).

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• Stress acuto: attivazione biologica-comportamentale indotta dallo stimolo stressante, si instaurarapidamente e si esurisce in breve tempo;

• Stress cronico: può essere la causa dell’insorgere della malattia psicosomatica, poiché permane.

La malattia coronarica ha comorbilità con i disturbi dello spettro ansioso-depressivo.

• Disturbi depressivi: tristezza, mancanza di interesse e piacere, pensieri di inadeguatezza e di colpa, da riduzione dell’appetito e del peso (talvolta aumento), da sintomi gastrointestinali e da disturbi del sonno.

• Disturbi dell’ansia: vanno distinti in acuta e cronica.

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• Attacco di Panico (ansia acuta): periodo preciso, in cui vi è insorgenza di intensa apprensione, paura, terrore, spesso associata alla sensazione di catastrofe imminente. I sintomi: dispnea, palpitazioni, dolore o fastidio al petto, sensazione di asfissia o di soffocamento, e paura di “impazzire” o di perdere il controllo.

• Disturbo d’Ansia Generalizzato (ansia cronica): caratterizzata da almeno 6 mesi di ansia e preoccupazione persistente ed eccessive.

I tratti di una personalità coronopatica: persone ambiziose, disciplinate, determinate, che si impegnavano nel lavoro e che tendevano ad assumersi grandi responsabilità, disponendosi a grandi sacrifici per raggiungere i propri obiettivi.

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• Aritmia: è un disturbo del ritmo cardiaco (pulsazioni) come il battito del cuore troppo veloce (tachicardia), troppo lento (bradicardia) o irregolare. Durante la psicoterapia, i pz hanno attraversato momenti conflittuali e ansiogeni, e di conseguenza l’artmia e/o la tachicardia esprimono il segnale che qualcosa che era sopito si è “risvegliato”. Nei sogni angosciosi aumenta il ritmo cardiaco e la “messa in allarme”del sistema cardiocircolatorio è un segno della vitalità e della conflittualità del soggetto.

• Nell’infarto da spasmo coronarico prevale la componente dello stress: tale patologia rappresenta il “no” che il corpo oppone all’utilizzo esasperato del proprio cuore, inteso sia in senso affettivo, che come modo di darsi alle varie attività della vita.

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• Ipertensione arteriosa: “assassino silenzioso”. Secondo la teoria del mosaico di Page l’ipertensione “è una reazione alla tensione eccessiva che interviene in soggetti predisposti a somatizzare i conflitti con le persone significative; inibisce le tensioni aggressive ed è responsabile della diminuzione delle aspettative di vita dei pazienti affetti. Durante la psicoterapia hanno manifestato ansia e aggressività, a volte repressa, con disturbi di personalità accompagnati ad altre malattie, come diabete, ulcera e insonnia. Il training Autogeno aiuta notevolmente ad abbassare la tensione e a favorire il rilassamento totale.

• Nevrosi Cardiaca: riferendosi alle sensazioni cardiache accompagnate da ipercinesia cardiaca, aritmia, tachicardia, senso di oppressione, depressione, paura della morte. Gillieron: “E’ come se questi pazienti avessero fame d’aria, vivendo una paura intensa e profonda di soffocamento”.

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• Sincope: “svenimento”. E’ spesso associata a Isteria: in questo caso il sintomo esprime valore, esprime un conflitto, una scarica emozionale in vista di un legame troppo simbiotico e spesso assume i tratti di una vera e propria crisi teatrale.

• Tachicardia: quando il battito cardiaco accelera significa che il “cuore di fa sentire”, ovvero sentimenti ed emozioni messi a tacere per lungo tempo chiedono di essere espressi; come ad esempio dei pianti trattenuti, ecc… questo accade perché si ha paura delle emozioni, per eccesso di pudore, per timore di scoprirsi. E’ presente un eccesso di razionalità. La tachicardia è presente negli stati d’ansia.

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PsicooncologiaLa psicooncologia è una disciplina che studia la correlazione tra fattori

psicologici ed esordio e decorso della malattia neoplastica, attraverso un indagine condotta su i suoi potenziali legami con stati emotivi, stile di riuscita/difesa e tratti di personalità, rapporti interpersonali, eventi

stressanti della vita ed interventi psicosociali.

La malattia neoplastica ha importanti implicazioni non solo sul paziente, ma sull’intero nucleo familiare.

I pz possiedono una personalità che:Tendenza a negare, a rimuovere e a minimizzare i propri conflitti, le

esperienza spiacevoli, gli avvenimenti dolorosi; incapacità ad esprimere i propri sentimenti, accettazione stoica, mancanza di spirito di lotta, incapacità di reagire ed incapacità di sperare.

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Secondo Culberg il processo reattivo della crisi si evolve attraverso quattro fasi:

1. Fase di shock: avviene subito dopo la diagnosi, ed è vissuta come una catastrofe; il pz mette in atto meccanismi di difesa che gli permettono di dilazionare il confronto con la realtà.

2. Fase di reazione: la realtà si impone attraverso le cure mediche, la chemioterapia e la radio; i quali suscitano sentimenti di angoscia, rabbia e disperazione. Meccanismi di difesa: maniacalità, regressioni a comportamenti infantili e aggressività contro i medici.

3. Fase di elaborazione: inizia alla fine dei trattamenti, e il pz sembra aver perso la sua progettualità.

4. Fase di riorientamento: successiva ad ogni check-up di controllo e ripropone le problematiche esistenziali.

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Vi è un risultato basso del disturbo post-traumatico da stress; ma le sindromi affettive più frequenti nei pz neoplastici sono sintomi ansiosi, depressione maggiore, ipocondria, distimia, reazione mista ansiosa-depressiva.

• Trattamento: psicoterapie individuali, psicoterapie di coppia, psicoterapie familiari, psicoterapie di gruppo.

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