unar rassegna stampa 21 luglio 2015
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Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per le Pari Opportunità Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali
Rassegna Stampa
MO NITOR AG G IO E AP P RO FO ND IME NTO
DE I FE NO ME NI D ISC R IM INATO R I NE I MED IA E SU L W EB
Anno IV
Roma, 21 Luglio 2015
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Anno IV
20 Luglio 2015
A cura di:
Fernando Fracassi
(Resp. Comunicazione
Contact-Center)
In collaborazione con:
Francesca Cerquozzi
Monica D’Arcangelis
Alessandro Tudino
Se vuoi segnalarci delle
iniziative scrivi a:
UNAR—Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali - ANNO IV - 21 Luglio 2015
Design: Fernando Fracassi
Rassegna Stampa MONITORAGGIO E APPROFONDIMENTO
DEI FENOMENI DISCRIMINATORI NEI MEDIA E SUL WEB
U na frase shock po-
stata in Facebook a
proposito di immigrati:
"Certo, io ne prendo 100
alla volta: tempo di spara-
re per farli cadere in una
buca e me ne date altri
100. In una giornata ne
faccio fuori quanti ne
sbarcano". E scoppia il
caso a Ferrara. L'autore
del post, Fabrizio Flore-
stano, coordinatore comu-
nale di Fratelli d'Italia a
Ferrara, si autosospende
dal partito, dopo che il
responsabile provinciale
Paolo Spath, gli aveva
chiesto le scuse "in mon-
dovisione". Scuse che an-
cora non sono arrivate.
"Non è Fratelli d'Italia che
non si riconosce più nelle
mie posizioni, sono io che
me ne vado. Mi autoso-
spendo dal partito perché
in questo momento non
mi riconosco più in una
linea troppo morbida sulla
questione degli immigra-
ti", ha spiegato in una
intervista alla Nuova Fer-
rara il militante di destra,
componente del direttivo
del suo partito, finito al
centro di polemiche dopo
l'agghiacciante commento
su Facebook. Florestano
ha spiegato di non avere
previsto che "una battuta
pubblicata come risposta
su Facebook al post di un
mio amico potesse avere
tutto questo risalto e che
per quelle parole potessi
essere sputtanato su tutti
i giornali. Era una battuta
e come tale deve essere
intesa. Qualcuno a sinistra
ha deciso di strumentaliz-
zarla per motivi politici
senza considerare che la
sua parte politica fa bat-
tute pesanti piene di odio
e violenza nei confronti
dei militanti di destra".
Frasi gravissime che in
realtà non sono passate
inosservate nel suo stesso
partito. "Sono un vero
delirio, assolutamente
inqualificabili dal punto di
vista umano", la reazione
di Paolo Spath, che è an-
che capogruppo di Fdi in
consiglio comunale a Fer-
rara. Quelle stesse parole
FERRARA, FRASE SHOCK SUGLI IMMIGRATI DI UN ESPONENTE DI
FDI: "NE FACCIO FUORI CENTO ALLA VOLTA"
Scoppia il caso. Il partito lo mette sotto "processo". Lui: "Era una bat-
tuta" e si autosospende
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UNAR—Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali - ANNO IV - 21 Luglio 2015
saranno al centro del "processo"
che il direttivo provinciale del par-
tito ha messo in programma per
domani. Florestano alla Nuova
Ferrara ha detto di non essere sta-
to convocato "per il direttivo, di
cui non so nulla" e spiegato che
"al momento non ho intenzione di
chiedere scusa, potrei farlo dopo
che Fdi avrà chiarito bene la sua
posizione sul continuo afflusso di
immigrati nel nostro Paese, perso-
ne che ricevono ogni assistenza
mentre gli italiani perdono la casa,
non arrivano a fine mese e dormo-
no nelle auto".
(fonte www.repubblica.it)
“SONO NERI, SPORCANO L’ACQUA…”
H anno pagato il biglietto per
entrare in piscina. Subito
dopo, li hanno rimborsati e sbattu-
ti fuori. Motivo: infastidivano i ba-
gnanti. Anzi. Il colore della loro
pelle infastidiva i bagnanti. Ilena
Caravello, gestore del Casone di
Graffignano, racconta arrabbiata
quello che è successo sabato mat-
tina a cinque dei suoi ragazzi afri-
cani, ospiti dell’agriturismo da un
anno. “Li hanno letteralmente cac-
ciati dalla piscina comunale senza
un valido motivo – spiega -. Avrei
potuto capire se avessero fatto
qualcosa di male, ma non ne han-
no avuto neanche il tempo. Sono
semplicemente entrati e usciti per-
ché qualcuno dal pregiudizio facile
si lamentava”.
I ragazzi, ventenni somali, sono
ospiti al Casone da un anno, nell’-
ambito di un programma di acco-
glienza per richiedenti asilo. L’a-
griturismo ha vinto il bando della
prefettura un anno fa. Ieri matti-
na, volevano solo andare a fare un
bagno alla piscina comunale. Alla
signora Ilena si è stretto il cuore
quando li ha visti ritornare. “Ci
hanno raccontato che alcuni ba-
gnanti dicevano che, essendo di
colore, avrebbero sporcato l’acqua
– dice -. Non avevo mai sentito
nulla di simile finora… Ho mandato
sul posto uno dei miei mediatori
culturali.
Poi sono andata anch’io a parlare
di persona con il gestore della pi-
scina. Al mio tentativo di stringer-
gli la mano, mi ha risposto: ‘Che
vuole?’. Gli ho ricordato cos’era
successo e chiesto spiegazioni.
Diceva che, trattandosi di un’asso-
ciazione sportiva, i ragazzi dove-
vano iscriversi. ‘Bene’, ho risposto.
‘Li iscrivo immediatamente. Quan-
to costa?’. A quel punto, mi ha
negato l’iscrizione, dicendo che lui
non li voleva e che potevo portarli
da un’altra parte, visto che erano
di diversa cultura: da lui c’erano
famiglie con bambini. Infatti una
donna ospite da noi con il suo
bimbo, pakistani, sono stati fatti
entrare. Allora non ho capito: co-
s’è stata? Una discriminazione per
il colore della pelle? Per l’età? Per
il fatto di essere un gruppo di gio-
vani, anziché una famiglia? In ogni
caso, sono basita, perché i miei
ragazzi sono educati e sanno come
devono comportarsi. E comunque,
essendo residenti a Graffignano
hanno tutto il diritto di entrare
nella piscina comunale”.
Per la signora Ilena, che ospita da
un anno profughi di tutte le età,
religioni e nazionalità, certi episodi
sono coltellate. Dall’estate scorsa,
ha trasformato il suo agriturismo
in un’isola felice di multiculturali-
smo e integrazione. In 25 allog-
giano al Casone: vengono da Paki-
stan, Somalia, Nigeria, Mali e To-
go. “Ci sono anche sei famiglie con
bambini. E tra i 25, anche una
mamma insegnante che ha visto
trucidata la sua intera classe di
bambini, decapitati dai talebani –
racconta Ilena -. Lei è riuscita a
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fuggire. Ma le hanno sparato a un
occhio e una scheggia le è rimasta
dentro. In Pakistan ha lasciato il
figlio e il marito ed è in ansia per
loro”.
I suoi ospiti, per Ilena, sono come
25 figli che cresce amorevolmente.
Loro la chiamano mamma. Anche
per questo ieri mattina si è precipi-
tata alla piscina comunale, appena
ha visto i ragazzi tornare a casa
tristi e prima del tempo. “Mi sono
anche sentita dire che, con tutti i
soldi che prendo, posso tranquilla-
mente riportarmeli a casa e costrui-
re una piscina per loro. A dir poco
incredibile. Non mi arricchisco sulle
disgrazie altrui”. I soldi che prende
per loro sono 33 euro al giorno, che
bastano appena per i pasti e per le
piccole incombenze del quotidiano.
Le visite specialistiche le paga lei di
tasca sua. Figurarsi se col niente
che avanza può costruire una pisci-
na. “Sono cattolica – spiega -. Fac-
cio quello che faccio perché lo desi-
dero, non me l’ha ordinato nessu-
no. Sono stata in certe zone e so
cosa significa scappare da quei pa-
esi. L’Italia, checché se ne dica, sta
svolgendo un grande lavoro di soli-
darietà. Su questo esempio, con
grande fatica, ma anche con im-
mensa soddisfazione, lavoriamo
giornalmente a un progetto di soli-
darietà sociale. Da noi i ragazzi si
dividono tra volontariato, sport,
lezioni di italiano ed educazione
civica. Cerchiamo di insegnargli il
rispetto per gli altri ogni giorno, al
di là delle differenze. Da noi, mu-
sulmani e cristiani vivono sotto lo
stesso tetto e c’è chi ha avuto e-
sperienze terribili e un vissuto du-
ro. Allora mi chiedo: come si fa a
essere così crudeli proprio con que-
ste persone? Perché?”.
(fonte www.tusciaweb.eu)
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L ei, Francesca Iacono, 22enne
di Padova, dice di essere po-
vera. Lo ha scritto su Facebook,
aggiungendo di non sentirsi sca-
valcata da rom e profughi: "I mi-
granti non mi stanno togliendo il
pane di bocca - scrive - le popola-
zioni rom e sinti non hanno più
diritti di me". Opinione leggitima,
ma che mette sotto lo zerbino le
altrettanto legittime proteste degli
italiani che non riescono ad otte-
nere il posto gratuito all'asilo per-
ché nelle graduatorie vengono
scavalcati in povertà da rom, pro-
fughi e immigrati. Non è una sto-
riella raccontata dai razzisti, ma
una verità in gran parte d'Italia.
Perché avrebbe "rotto il cazzo" chi
con dignità ha piazzato delle tende
davanti ad un casale che l'Italia ha
ristrutturato per poi donarlo all'ac-
coglienza dei profughi e non a lo-
ro?
Non è razzismo chiedere al gover-
no di dare prima la casa a chi è
cittadino in questo Stato e in que-
sto Stato paga o ha pagato le tas-
se, quando aveva un lavoro. Nel
post Francesca ha raccontato la
sua esperienza di ragazza di Al-
ghero in Sardegna, poi studentes-
sa fuorisede a Padova. "Una fami-
glia umile, con una povertà nor-
male e gestibile". Ticket gratuiti,
la richiesta per la casa popolare, i
"corsi Oss offerti dalla regione, ma
a Sassari senza avere i soldi per la
benzina per raggiungere il capo-
luogo". E poi ancora i lavori della
madre a 2.50 euro l'ora, la mac-
china di quinta mano e i libri in
comodato d'uso. Nulla da dire.
Se Francesca non si sente scaval-
cata dagli immigrati, buon per lei.
"Sono un'italiana che vive da se-
coli al di sotto della soglia di po-
vertà - scrive su Facebook - e no, i
migranti non mi stanno togliendo
il pane di bocca". Frasi sufficienti
per diventare in poco tempo l'idolo
della sinistra che urla al razzismo
degli altri e lo compie nei confronti
degli italiani. Una sinistra che con-
divide il pensiero di chi chiama
"stronzi" chi crede "alle minchiate
di Salvini" e sulla sua pelle vive il
disagio della povertà senza alcun
aiuto dallo Stato. Ripeto, non è
razzismo dire: "Prima gli italiani".
È buonsenso. Sarebbe lodevole
politica di uno Stato che prende le
difese dei suoi cittadini e quando
può accoglie gli altri.
A Casale San Nicola non c'erano
razzisti, non c'erano "stronzi". C'e-
rano "profughi" anche lì: profughi
a casa loro. Quattro milioni di ita-
liani sotto la soglia di povertà sono
un dato reale che un Paese non
può non prendere in considerazio-
ne. Non basta elevare a eroina
una di questi che dice di non sen-
tirsi scavalcata dai profughi, di-
menticando chi invece si sente
scaricato dallo Stato in cui vive.
"Scusa Sara, sono di sinistra e
pongo la solidarieta'al primo posto
- scrive Efisio Loddo in risposta al
post di Francesca - ma ho famiglia
e so quanto costa garantire solo il
pane giornaliero. Bene, non ho
mai capito come fanno i rom a
girare tutto il giorno con macchine
e furgoni, avere sempre i denti in
oro e accertati conti in banca a
vari zeri". Poi conclude: "Non c'en-
tra nulla il razzismo".
Chissà se Francesca darà dello
"stronzo" pure a lui.
(fonte www.ilgiornale.it)
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"VOI RAZZISTI SIETE STRONZI". IL NUOVO
IDOLO DELLA SINISTRA FA LA RAZZISTA CON
GLI ITALIANI Francesca Iacono, 22enne di Padova, sproloquia su Fb contro chi non vuole i profughi: "Non ci porta-
no via il lavoro". È la nuova icona della sinistra
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