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COSTUME & SOCIETA’ - lunedì 5 novembre 2012 T rofittando della sospensione temporanea delle nostre pubblicazioni (per revisioni editoriali ndr), ci concediamo una “recensione” desueta, quella di un concerto improvvisato in un locale di San Felice Circeo, località rivierasca del Sud pontino dove amiamo bighel- lonare d’estate. Un manipolo di musicisti composto da Ramon Draven, Bruno Paolella, Jonhi Kai, Gianni Bruno e Giuseppe Bracaglia, si esibisce in un “concerto poetico” che fa il verso ai troubadours, menestrelli medioevali che animavano happening. Un sabato italiano – per dirla con una canzone di successo –, si traduce in una performance bislacca dai prota- TEATROFAX P gonisti plurimi: orchestrali, avventori, staff del bar Eea che ospita l’evento. E’ una kermesse contaminata dal “delirio” di una piccola comunità uma- na intenta a dipanare la matassa della propria esistenza all’interno di un locale sorseggiando boccali di birra, preda della perfida maga Circe (che ha soggiogato per sempre la popo- lazione del luogo). Sulla via della Colchide accadono altre storie, un’al- terità antagonista delle cosiddette persone perbene, nemiche giurate di quanti escono dagli schemi (i loro). Il danaro, sterco del demonio, è dive- nuto la “religione monoteista” di una società senz’anima che non guarda in faccia nessuno. (g.q.) RIPRODUZIONE CONSENTITA TEATROFAX

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an italian sunday in circeo,Latina province.. with an on-the go band formed by many interesting artists

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COSTUME & SOCIETA’ - lunedì 5 novembre 2012

T

rofittando della sospensione temporanea delle nostre pubblicazioni (per revisioni editoriali ndr), ci concediamo

una “recensione” desueta, quella di un concerto improvvisato in un locale di San Felice Circeo, località rivierasca del Sud pontino dove amiamo bighel-lonare d’estate. Un manipolo di musicisti composto da Ramon Draven, Bruno Paolella, Jonhi Kai, Gianni Bruno e Giuseppe Bracaglia, si esibisce in un “concerto poetico” che fa il verso ai troubadours, menestrelli medioevali che animavano happening. Un sabato italiano – per dirla con una canzone di successo –, si traduce in una performance bislacca dai prota- TEATROFAX

P gonisti plurimi: orchestrali, avventori, staff del bar Eea che ospita l’evento. E’ una kermesse contaminata dal “delirio” di una piccola comunità uma-na intenta a dipanare la matassa della propria esistenza all’interno di un locale sorseggiando boccali di birra, preda della perfida maga Circe (che ha soggiogato per sempre la popo-lazione del luogo). Sulla via della Colchide accadono altre storie, un’al-terità antagonista delle cosiddette persone perbene, nemiche giurate di quanti escono dagli schemi (i loro). Il danaro, sterco del demonio, è dive-nuto la “religione monoteista” di una società senz’anima che non guarda in faccia nessuno. (g.q.)

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