un mondo possibile 37

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È il nome della rivista trimestrale del VIS - VOLONTARITAO INTWRNAZIONALE PER LO SVILUPPO, strumento di informazione e incontro con i nostri sostenitori, ma anche e soprattutto luogo di confronto, approfondimento e analisi dei temi a noi cari, attraverso la testimonianza di missionari e volontari, l’approfondimento di docenti ed esperti, le immagini e le foto dei progetti e delle persone con cui lavoriamo per la promozione dei loro diritti.

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dal Direttoredi Luca Cristaldi, [email protected]

visti da Loro by RoBot

Andiamo avantiCari Lettori,ancora una volta mi ritrovo a occupare impropriamente la prima pagina della nostra rivista. State tranquilli, credo siaveramente l’ultima volta. Dal prossimo numero ritorno in fondo all’ultima pagina: “il mio posto”.Sono mesi di cambiamenti questi ultimi. Per l’Italia, per la cooperazione, per il VIS. Mesi di riorganizzazione e ripartenze.Quando la rivista arriverà nelle vostre case, avremo concluso da qualche giorno la nostra assemblea annuale, con il rin-novo di tutte le cariche elettive, dal Presidente ai Consiglieri.La nuova legge di stabilità, che nel momento in cui vi scrivo è ancora nella fase del pettegolezzo o poco più, sarà già statapresentata e forse approvata. Un passo importante per il Paese e, nella fattispecie, per la cooperazione allo sviluppo per-ché sapremo quante risorse questo Governo avrà allocato per la solidarietà internazionale.Intanto noi andiamo avanti, con i nostri progetti nel Sud del mondo, con le nostre campagne di sensibilizzazione, conle nostre attività educative, per ragazzi e adulti.Andiamo avanti verso Expo 2015, con nuovi strumenti didattici e materiali multimediali che troverete nel nostro sito.E proseguendo l’approfondimento in queste pagine, circa il legame che esiste tra istruzione/educazione ed Expo 2015,grazie a contributi di esperti del settore.Andiamo avanti verso il Natale e il Natale di quest’anno, mai come prima, ci spinge a non dimenticare chi vive in con-dizioni non più accettabili nel 2013.L’Italia si sta impoverendo e tutti noi viviamo sulla nostra pelle questa maledetta crisi economica. Ma fortunatamente(o sfortunatamente) non abbiamo la minima idea di cosa voglia dire vivere con meno di 2 dollari al giorno e neanchelontanamente riusciamo a cogliere quali difficoltà sociali, di salute, istruzione, di vita possano avere quei milioni di per-sone che vivono con meno di 1 dollaro al giorno.E allora vi vogliamo presentare, attraverso le parole dei nostri volontari, tutti i principali nostri progetti che poi sonoanche i vostri progetti. Vogliamo farvi capire, tramite un racconto, un aneddoto, una esperienza concreta di quotidia-nità cosa sia per noi la cooperazione e la solidarietà tra popoli e persone.E desideriamo coinvolgervi. Ci auspichiamo che il vostro sostegno non venga mai meno. Non venga meno soprattuttoin questi giorni, per poter dare seguito ad una nostra passata campagna che diceva: “Il Natale o è per tutti o non è!”

Vi auguro allora un Natale di coraggio e generosità. ■

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COOPERAZIONESPECIALE 2015

La prossima EsposizioneUniversale che si svolgerà a

Milano dal 1 maggio al 31ottobre 2015 dal tema

“Nutrire il Pianeta, Energiaper la Vita” rappresenta una

grande opportunità peraffrontare, illustrare,

discutere e promuovere itemi relativi alla nutrizione,al cibo e alle sfide globali

legate ad essi

utti i partecipanti, i Paesi, lasocietà civile, le organizzazioniinternazionali e le aziende in-

teressate a realizzare un proprio pa-diglione attraverso la propria pre-senza forniranno ai 20 milioni di vi-sitatori stimati un’esperienza unicaper apprendere, conoscere, ma an-che divertirsi. Al momento 138, tra Paesi e orga-nizzazioni internazionali, hannoconfermato la propria partecipazio-ne all’Expo. Anche le organizzazioni della societàcivile svolgeranno un ruolo di primopiano all’interno di Expo Milano2015. Non è possibile affrontare untema tanto centrale per il futuro del-l’umanità come “Nutrire il Pianeta,Energia per la Vita” senza la parteci-

Expo 2015: il ruolo della società civile

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pazione e il contributo della societàcivile, che avrà a disposizione all’in-terno del sito espositivo uno spazioimportante a questa dedicato, la Ca-scina Triulza, che sarà animato daeventi e iniziative sul tema.Inoltre, le organizzazione delle socie-tà civile appartenenti a network in-ternazionali potranno firmare conExpo 2015 un Accordo di Partecipa-

zione per realizzare un palinsesto cul-turale di almeno 30 eventi in lineacon il tema. Questa modalità di par-tecipazione, del tutto nuova nelleEsposizioni Universali, consentirà al-le organizzazioni di avere una presen-za trasversale nel sito favorendo nuo-ve collaborazioni con gli altri parte-cipanti. Ad oggi hanno firmato l’ac-cordo 10 network internazionali.

Le organizzazioni firmatarie di questotipo di accordo avranno così la possi-bilità di valorizzare la propria espe-rienza e attività, ponendo in rilievole best practices sul tema, promuoven-do le proprie attività di cooperazioneallo sviluppo, di educazione e sensibi-lizzazione sulle varie tematiche del-l’Esposizione Universale. Le organizzazioni della società civilepotranno allestire e gestire all’internodella Cascina un proprio spazio - pre-feribilmente a rotazione - e realizzareattività ed eventi durante i sei mesidell’Esposizione Universale.La Cascina Triulza, tipica cascina del-la campagna milanese ora in fase direstauro, verrà gestita, in collaborazio-ne con Expo 2015, dalla FondazioneTriulza, costituita da un raggruppa-mento di numerose organizzazioni dirilevanza nazionale ed internazionale,selezionato tramite bando di gara.La Cascina sarà quindi il luogo nelquale verranno valorizzate le best prac-tices e l’eccellenza sui temi della coo-perazione, dello sviluppo sostenibile,della salute e dell’alimentazione. ■

a cura dell’Ufficio Stampa di Expo 2015

pazione e il contributo della società

CIVIL SOCIETY

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COOPERAZIONE

di Andrea Iacomini, Portavoce UNICEF in Italia

Tutti a ScuolaObiettivo di Sviluppo n. 2

RAGGIUNGERE L’ISTRUZIONE PRIMARIA UNIVERSALE

SPECIALE 2015

utti i bambini e le bambine hannodiritto a un’istruzione di qualità.A riaffermarlo sono la Conven-

zione sui diritti dell’infanzia e dell’ado-lescenza del 1989 (art. 28), l’Obiettivodi Sviluppo del Millennio n. 2 e diver-si vertici mondiali organizzati su questotema negli ultimi decenni.Raggiungere il traguardo dell’istruzio-ne primaria universale è un sogno an-tico dell’UNICEF e delle NazioniUnite: eppure, nonostante i conside-

revoli progressi degli ultimi anni, de-cine di milioni di bambini nel mondorimangono fuori dall’aula alla qualeavrebbero diritto.Nel settembre 2000 il “Vertice delMillennio” dichiara aperta la guerra afame, povertà, mortalità infantile,AIDS e ad altri flagelli dei nostri gior-ni. A sancire questo impegno sonoposti 8 traguardi tematici per il 2015:gli Obiettivi di Sviluppo del Millen-nio (in inglese MDGs).

Gli Obiettivi si propongono di misu-rare il raggiungimento o il fallimentodi alcune sfide globali che la comuni-tà internazionale si è preposta, tra cuil’istruzione primaria universale, cherappresenta uno dei traguardi fonda-mentali per un futuro sostenibile ditutta l’umanità.Quasi tutti gli Obiettivi sono interdi-pendenti, ma il raggiungimento didue di essi - istruzione universale(MDG 2) e parità di genere ed empo-

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unmondopossibile 37-2013Partendo dagli MDGs, direzione Expo 2015

werment delle donne (MDG 3) - sonovitali per portare a compimento tuttigli altri.L’istruzione di tutti i bambini, e inparticolare delle bambine, contribui-sce a ridurre la povertà e a dare glistrumenti per combattere la povertà ele malattie. La scuola offre ai bambinianche un ambiente sicuro e la possi-bilità di socializzare. Nelle comunitàpiù povere i bambini che vanno ascuola possono ricevere vaccini salva-vita, acqua potabile e alimenti sup-plementari.

Chi rimane indietro?Nel mondo sono 57 milioni i bambi-ni esclusi dalla scolarizzazione prima-ria, 31 milioni dei quali femmine, cioèil 54%; le regioni più penalizzate sonol’Africa e l’Asia meridionale. Se si considera che nel 2000, con unapopolazione inferiore a quella di oggi,i bambini che non frequentavano lascuola erano circa 102 milioni, emer-ge con nitidezza l’importante opera diinclusione di cui siamo stati testimo-ni in questi anni. Nel 2010 l’iscrizio-ne alla scuola primaria nei Paesi in viadi sviluppo aveva raggiunto il 90%.Ma il rischio di abbandono scolasticorimane alto. Dei 137 milioni di bam-bini iscritti in prima elementare nel2011, 34 milioni rischiano di abban-donare la scuola prima di raggiungerel’ultimo anno, con un tasso di disper-sione scolastica del 25 per cento, lostesso del 2000. Portare in aula gli ul-timi richiede dunque un impegnosempre maggiore, perché sono loro ipiù poveri ed emarginati, spesso “in-visibili” anche alle autorità prepostead assisterli e sono anche i più a ri-schio di abbandono.

Per avvicinarsi a questo obiettivo,l’UNICEF lavora sul miglioramentodelle infrastrutture e sulla formazionedegli insegnanti, ma anche sulla ridu-zione delle tasse di iscrizione scolasti-ca, sulla qualità dell’insegnamento, suforme di istruzione non formale e su-gli ostacoli culturali ed economici cheimpediscono, soprattutto alle bambi-ne, di accedere agli studi.

Istruzione universale: una questionedi equitàMancano solo due anni al 2015, ter-mine ultimo per il raggiungimentodegli Obiettivi di Sviluppo del Mil-lennio e, come per gli altri sette, an-che quello dell’istruzione potrà essereraggiunto solo se non verranno esclu-si i bambini che vivono ai margini,quelli delle zone remote e impervie,geograficamente svantaggiate, e so-prattutto se tanto ai bambini quantoalle bambine verranno date le stesseopportunità.Investire nell’istruzione dei più svan-

taggiati in tutti i Paesi del mondonon è soltanto una questione di giu-stizia, ma anche di efficacia. Abolirele tasse scolastiche, sostenere le fami-glie povere e garantire acqua, serviziigienici e programmi di educazionesanitaria nelle scuole sono fattori de-terminanti per promuovere l’iscrizio-ne scolastica e la frequenza, soprat-tutto delle bambine, fattori che favo-riscono al tempo stesso lo sviluppodell’intera società.La povertà è da sempre la principalecausa dell’abbandono scolastico. An-dare a scuola è considerato da molte fa-miglie un mancato guadagno, perché ilbambino si sottrae a un’eventuale oc-cupazione precoce. Gli strati più de-boli della popolazione possono poi es-sere tagliati fuori dal diritto all’istru-zione di base anche soltanto per il co-sto dei libri o dell’uniforme scolasti-ca. Per questo la gratuità deve esserereale e possibilmente si devono age-volare i bambini appartenenti alle fa-sce economiche svantaggiate.

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COOPERAZIONESPECIALE 2015

http://www.un.org/millenniumgoals/http://www.unicef.org/mdg/

http://www.childinfo.org/mdg.htmlhttp://www.unicef.it/doc/422/obiettivi-di-sviluppo-del-millennio.htm

La scuola in tempo di guerra: i bam-bini della SiriaSolo nell’ultimo anno scolastico qua-si due milioni di bambini siriani han-no dovuto abbandonare la scuola, cir-ca il 40 per cento di tutti gli alunniiscritti nelle classi dal primo al nonoanno. In Siria migliaia di scuole sonostate danneggiate, distrutte o utilizza-te per sfollati e l’UNICEF lavora perpermettere a tutti i bambini di prose-guire gli studi, sia attraverso l’allesti-mento di nuove classi prefabbricate,sia attraverso la fornitura di materialididattici.

Ma c’è anche un milione di bambinirifugiati nei campi profughi e nelle fa-miglie di accoglienza in Giordania,Libano, Iraq. Anche per loro ripren-dere le lezioni nei campi profughi etornare a scuola si sta rivelando mol-to impegnativo.In una recente dichiarazione, il Diret-tore regionale UNICEF per il MedioOriente e Nord Africa Maria Calivisha detto: “Per un Paese che era vicinoa raggiungere l’istruzione primariauniversale prima che iniziasse il con-flitto, i numeri sono impressionanti.Lasciare la propria casa, la violenza, lapaura e l’instabilità stanno derubandocentinaia di migliaia di bambini dellagioia di imparare”. ■

Infografica a cura di Francesco Loddo, studente Scuola di Giornalismo Fondazione Basso in tirocinio nel settore comunicazione VIS

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Lo speciale Natale vi farà fare il giro del mondo nei nostri progetti alla scoperta dei desideri che sotto l’albero VIS aspettano di essere esauditi.

Le lettere che lo compongono sono scritte dai nostri volontari internazionali e raccontano i sognie le necessità dei bambini, delle bambine, dei giovani, delle donne e degli uomini

che incontriamo in ogni realtà nella quale lavoriamo nel mondo. Raccontano anche i diritti che il VIS intende promuovere e proteggere attraverso la sua azione

quotidiana a favore delle persone più svantaggiate e vulnerabili. Sono molti (ma non troppi) e sarà possibile realizzarli se lo faremo insieme.

Ringraziamo il maestro Fabio Vettori per per aver fatto arrivare anche per questo numero della nostra rivista le “formichine” nel villaggio VIS.

SPECIALE

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PROGETTI NATALE

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VOLONTARIATO INTERNAZIONALE PER LO SVILUPPO8

PROGETTI NATALEPROGETTI NATALE•ANGOLA

Uno spazio di ascoltoper i bambini di strada

Natale, anche per i nostri bim-bi di strada. Un Natale certa-mente diverso da come gene-

ralmente ci aspettiamo quando pen-siamo a questa festa. Una festa chedovrebbe profumare di rinascita, difamiglia, di scambio, di unione fra-terna e spirituale, di dono.I bimbi nei nostri centri di acco-glienza alle periferie di Luanda sonosempre di più.La settimana scorsa ne abbiamocontati 64 e molti altri si presenta-no alle nostre porte per chiedere as-sistenza, per rispondere all’invitoche tutti i giovedì sera Padre Rober-to lascia loro sulle strade dimentica-te in una città come Luanda conpiù di cinque milioni di abitanti.Sono bambini nonabituati a parlare oad essere ascoltati:vorremmo per unattimo che provastead immaginare cosasignifichi trascorrereun solo giorno dellanostra vita in totalesilenzio, da quandovi svegliate a quandoandate la sera a dor-mire. Senza che nessuno vi

abbia salutato, guardato, ascoltato.Entrare in contatto con questi bam-bini e lasciare loro la possibilità diparlare, di raccontarsi, di ritrovarsi,è un’esperienza che anche per unapsicologa necessita di una grandecompetenza emotiva.Nel nostro Centro di Sambizanga edi Mota accogliamo i bimbi di stra-da abbandonati nell’obiettivo di ri-costruire in loro una dignità perso-nale perduta, restituire quel pocoche loro rimane dell’infanzia, ricor-dare loro che rinascere si può.Per fare questo abbiamo pensato adun accompagnamento personalizza-to per ogni bambino, perché ognibimbo è unico e necessita del suo

percorso, che rispetti la sua natura, isuoi desideri e i suoi sogni.Non è facile poter realizzare tuttoquesto quando lo spazio non lo per-mette; spesso gli educatori dei cen-tri si trovano a dover creare, siste-mare, organizzare attività senza po-ter trovare uno spazio per farlo, aconversare con i bambini nella con-fusione che altri bimbi a volte crea-no per attirare l’attenzione.Iniziando il servizio “spazio di ascol-to” per i bambini dei centri sono

È

SPECIALE

di Paola, Stefano, Lucas, Erika, Enrico, Volontari VIS in Angola

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IL DONO PER QUESTO NATALE

• Costruzione di uno spazio di ascolto in cui gli educatori possano seguire il

percorso di recupero sociale dei bambini di strada.

Il costo di una stanza 4m x 4m equipaggiata di tavolino, sedie e un arma-

dio per conservare i documenti di ogni bambino è di 8.500 euro

Per sostenere i bambini di strada di Luanda

puoi effettuare un bonifico bancario presso Banca Etica

IBAN IT 70F0501803200000000520000oppure

un versamento sul CCP n. 88182001

intestato a VIS Volontariato Internazionale per lo Sviluppo

Causale: Progetto bambini di strada di Luanda

Contribuisci anche tu!

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stata letteralmente sommersa di ri-chieste da parte di chi non è maistato ascoltato. Bimbi che si rac-contano a fatica, non abituati mai afarlo e che quando iniziano a rac-contare il loro dolore di bambinosembra non vogliano più fermarsi.Qui c’è tanto bisogno di ascoltare,di creare uno spazio tutto loro, do-ve un bimbo possa sentirsi protetto,contenuto e considerato.Paolucho è un bimbo di dieci anniche lotta segretamente contro le sueallucinazioni uditive e visive. Nellasua immaginazione è inseguito co-stantemente da cinque uomini chegli ordinano di scappare dal centroe di non frequentare la celebrazionedella messa. Paolucho è un bambi-no spaventato, come molti altri, egrazie a questo centro e al serviziodedicato ad ognuno è stato possibi-le prendere in carico la sua sofferen-

za mai comunicata e mai ascoltata.Il dono per questo Natale? È pro-prio questo, vorremmo costruire perPaolucho e tutti i nostri bimbi unospazio di ascolto, dove gli educatoripossano seguire il percorso di ognu-no in una stanza dedicata, dove sipossano conservare i documenti or-

dinati di ogni bimbo, seguire da vi-cino il loro percorso, dedicare loroun tempo e uno spazio di accoglien-za, un momento tutto per loro, rita-gliato secondo le loro esigenze.Vogliamo donare a questi bambini lapossibilità di recuperare il senso del-l’infanzia che nella vita è un mo-mento unico, un ricordo per sempre.Per fare tutto questo avremmo biso-gno di circa 8mila 500 euro, il costodi una stanza di metri 4x4 adibitaed equipaggiata di tavolino, sedie eun armadio per conservare i docu-menti di ogni bambino.Sembra che a gran voce sia questoil dono che si vorrebbe implicita-mente ricevere presso i nostri centriin questo Natale 2013 e che speria-mo tutti insieme di riuscire un gior-no ad ottenere.Cogliamo l’occasione per augurare atutti voi un Natale felice, che risco-pra il vero senso della comunione edella rinascita.

FELIZ NATAL PARA TODOS!

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VOLONTARIATO INTERNAZIONALE PER LO SVILUPPO10

PROGETTI NATALEPROGETTI NATALE

BURUNDI

SPECIALE

A sostegno degli artigiani

di Pascal, Giulio, Margherita, Volontari VIS in Burundi

IL DONO PER QUESTONATALE

• 60 macchine da cucire professionali 10.000 euro

Per sostenere il Centro di Formazione Professionale di Buterere

puoi effettuare un bonifico bancario presso Banca Etica

IBAN IT 70F0501803200000000520000oppure

un versamento sul CCP n. 88182001

intestato a VIS Volontariato Internazionale per lo Sviluppo

Causale: Progetto Burundi

Contribuisci anche tu!

il Natale arriva anche in Bu-rundi dove dall’aprile 2011 ilVIS sta portando avanti un

progetto a sostegno degli artigianiche operano nel settore informale,concentrandosi in particolare sullefiliere della meccanica, della fale-gnameria e della sartoria. Per quanto riguarda quest’ultima at-tività, a Bujumbura il VIS sta lavo-rando in collaborazione con il Cen-tro di Formazione Professionale DonBosco di Buterere e con il Ministerodell’Educazione al fine di rafforzare lecompetenze di un gruppo di 50 donneche vorrebbero sviluppare una picco-

la attività imprenditoriale per il so-stentamento delle loro famiglie. Per raggiungere questo scopo abbia-mo realizzato numerosi corsi di per-fezionamento, grazie anche al sup-porto di esperti nel settore che han-no testato le capacità delle nostresarte e le hanno coinvolte in un per-corso di acquisizione di competenzedi alto livello nel campo della sarto-ria e della serigrafia.L’obiettivo del progetto è di permet-tere a queste donne di sviluppare unapropria filiera produttiva, dal confe-zionamento dei prodotti alla vendita,in maniera che possano entrare a far

parte di una realtà economica dallaquale spesso vengono escluse. In que-sto modo, viste le disparità di genereancora fortemente presenti nel con-testo africano, queste donne potrannoguadagnare una propria autonomia erafforzare il loro ruolo all’interno del-la famiglia e della società.Al fine di supportare le attività delnostro gruppo di sarte, per questo Na-tale sarebbe bellissimo poter riceverein dono 10.000 euro, per acquistarealmeno 60 macchine da cucire pro-fessionali, che potranno aiutarci aconferire sostenibilità al nostro pro-getto anche dopo la sua conclusione. Sperando nel vostro sostegno, augu-riamo a tutti un felice Natale da Bujumbura. ■

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REP. DEM. del CONGO

Il Centro Don Bosco di Gomadove brulica la vita

Natale arriverà anche in uncontinente lontano chiama-to Africa. Arriverà anche in

un Paese che si chiama RepubblicaDemocratica del Congo.Questo Paese è talmente lontano dalnostro mondo che per immaginarlodobbiamo chiudere gli occhi. Nonbasta aprire un atlante per vederlobene, perché per poterlo guardare ve-ramente occorre farlo attraverso laluce del cuore. Solo così possiamoascoltare e capire questa storia. È una storia bella non perchè diver-tente, ma perchè sa di buono.

Guardandolo da lontano, vedreteche salterà agli occhi un puntinorosso sulla mappa. Non è una ma-glietta rossa, non è un cono gelatoalla fragola, ma è il lago Kivu, fattodi lava perenne. Questo lago di lavaè vicino al vulcano Nyiragongo e aipiedi di questo vulcano c’è una cit-tà, la città di Goma. La città di Goma è un brulicare dipersone, macchine, biciclette di le-gno che si chiamano ciukudu, mam-me che portano in testa carichi pe-santi, uomini e donne che si incon-trano per salutarsi, negozi che ven-

dono la loro merce e tanti bambini.In questa città c’è un posto chiama-to Centro Don Bosco Ngangi contante bambine e tanti bambini cheaspettano il Natale.Il Centro Don Bosco Ngangi è unopera gestita dai Salesiani di DonBosco. I bambini sono tanti e simuovono all’interno di numerosiedifici. La scuola, le case dove vivo-no alcuni di questi bambini, l’abita-zione dei Salesiani e dei volontari in-ternazionali, i tre terreni di calcio,quelli di pallavolo e di pallacanestroe una sala molto grande chiamata

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VOLONTARIATO INTERNAZIONALE PER LO SVILUPPO12

PROGETTI NATALEPROGETTI NATALESPECIALE

•“Amani” che significa “pace”, dovecelebriamo la messa domenicale esvolgiamo le manifestazioni cultura-li e gli spettacoli.Ogni giorno il Centro si riempie di3800 persone tra bambini, ragazzi eadulti e ognuno di loro ha un biso-gno. Trovare la risposta a questi bi-sogni è la cosa che rende speciale ilCentro Don Bosco Ngangi.– C’è il bisogno della scuola, mater-na, elementare e media per i piùpoveri, per i bambini e le bambineche non potrebbero andare altrove,per i ragazzi e ragazze che voglionodiventare muratori, falegnami, sal-datori, elettricisti e sarti. Scuola ca-pace di dare una speranza eun’istruzione come base e fonda-mento di una vita degna e autenti-ca (la risposta è la scuola mater-na, elementare e media, le attivi-tà di recupero scolastico e la scuo-la professionale per 3800 bambinie bambine, ragazze e ragazzi);

– C’è bisogno di una casa dove unbambino appena nato possa essereaccolto, nutrito e curato, dove

una bambina o ragazza possa sen-tirsi al sicuro, essere ascoltata eaccudita (la risposta è la MaisonUshindi: 84 bambini piccoli, 45bambine e ragazze);

– C’è bisogno di una casa dove unbambino cacciato di casa, orfano opoverissimo possa avere, anche so-lo per una parte della sua vita, unluogo dove fermarsi, avere qualcu-no che si occupi di lui, avere un sa-pone e del cibo ogni giorno; oppu-re dove un ragazzo che non sa leg-gere e scrivere, che non ha potutofrequentare la scuola superiore,che non ha avuto l’esempio di unpapà responsabile, possa imparareun mestiere e diventare un uomo,avere un lavoro, potersi un giornosposare e mantenere i propri bam-bini ed essere un papà diverso daquello che ha avuto lui (la rispostaè la struttura Kizito e Bakanja:160 bambini e ragazzi);

– C’è bisogno di un centro diurno peri bambini e le bambine malnutrite(la risposta è il centro nutriziona-le: 90 bambini e bambine);

– C’è bisogno di un luogo dove chi hauna piccola attività e delle idee manon ha mezzi possa esaudire il suopiccolo sogno (la risposta è il ser-vizio di microcredito, 300 benefi-ciari ad oggi);

– C’è bisogno di un dispensario perchi è malato e non ha soldi per po-tersi curare o pagare una medici-na (la risposta è il dispensario,30 malati al giorno);

– C’è bisogno di una cucina dove cisia sempre una pentola sul fuoco(la risposta è la cucina, 4000pasti al giorno);

– C’è bisogno di una casa per le ra-gazze madri che hanno subito vio-lenza (la risposta è la casa mam-ma Margherita: 34 ragazze e i 13loro bambini);

– C’è bisogno di una casa per i bam-bini che vogliono lasciare la strada(la risposta è la casa Gahinja: 65bambini e 9 ragazzine);

– C’è bisogno di persone capaci cheabbiano energia, voglia di ascolta-re le difficoltà, le fatiche, i proble-mi; persone che non si abituino

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alla miseria, provino misericordiae non si stanchino di trovare solu-zioni; persone che riparino unamacchina, un tetto e guidino il ca-mion cisterna per portare l’acquaal Centro; persone che si siedano edecidano cosa fare domani pernon smettere di dare una speranza(la risposta è il personale diNgangi: 210 persone, inse-gnanti, assistenti sociali, psi-cologi, educatori, cooperatori,meccanici, autisti, Salesiani evolontari VIS).

Avete tenuto gli occhi chiusi?Certo che no! Altrimenti comeavreste fatto a leggere questa sto-ria? È una storia che mostra comeci sia un Natale anche al CentroDon Bosco Ngangi, magari diver-so, non il classico Natale che vi-viamo noi, fatto di regali, di atte-

se, ma un Natale fatto di amore, divita, di speranza e di sorrisi.Il regalo che vorremmo scartare quia Ngangi è fatto di cose semplici:vorremmo del latte per i più piccoli(al mese spendiamo 2000 dollari),vorremmo sostenere le tasse scola-stiche per un numero maggiore dibambini (il costo è di 7 dollari al

IL DONO PER QUESTO NATALE

Per sostenere le molteplici necessità quotidiane

del Centro Don Bosco Ngangi di Goma e l’Opera Mbuji Mayi

puoi effettuare un bonifico bancario presso Banca Etica

IBAN IT 70F0501803200000000520000oppure

un versamento sul CCP n. 88182001

intestato a VIS Volontariato Internazionale per lo Sviluppo

Causale: Progetto Rep. Dem. del Congo

Contribuisci anche tu!

Carissimi amici, finalmente mi faccio sentire. Natale è alle porte e io sono da unpaio di mesi qui nella nuova missione a Mbuji Mayi, città poveraed abbandonata al centro della povera Rep. Dem. del Congo, nelcuore dell’Africa. Sono a Don Bosco Mwetu, opera che esiste dapiù di 10 anni. Siamo tre Salesiani e abbiamo una parrocchia conpiù di 200mila persone, una scuola elementare, una scuola mediae superiore, un centro di formazione professionale, 3 aule di al-fabetizzazione e recupero scolastico e un pollaio adattato a strut-tura per bimbi. Quando sono arrivato non c’era acqua e lemacchine non funzionavano. Lo Stato non paga, sono le famigliea pagare per lo stipendio dei professori e per il funzionamentodelle scuole. Solo il 40% degli allievi può pagare l’iscrizione. I la-boratori hanno pochissime macchine senza impianto elettrico négli attrezzi di cui necessitano i ragazzi per lavorare. Le offertedella parrocchia non arrivano a coprire il vino e le ostie. L’annoscorso si dicevano due messe al giorno, ora una per poter averevino ed ostie sufficienti per tutta la settimana. La mancanzad’acqua è grave. Mbuji Mayi ha quasi 3 milioni di abitanti, mameno di 20 mila hanno elettricità ed acqua in casa. A volte lefile possono durare anche 2 giorni per comprare 20 lt. d’ac-qua. È più facile trovare la birra. Adesso le macchine funzio-

nano, un piccolo camion donato da Noi per Loro che ognigiorno trasporta acqua per tutti. Ecco le cose che dovremmofare urgentemente, noi e voi:1. Un fondo di 1.000 $ al mese per garantire lo stipendio del

personale.2. Garantire l’acqua e il pane quotidiano a ogni bambino, con 1

$ al giorno.3. Sostenere i ragazzi che vivono nel centro: 16 ora, ma si po-

trebbe arrivare a 50/60, con 20 euro al mese per alloggio,cibo, scuola, vestiti, medicine, etc...

4. Sistemare il pollaio in struttura per i bimbi con tutte le at-trezzature. Molti bambini sono orfani e alcuni sono accusatidi stregoneria e non possono più contare sulla famiglia.

5. Finire l’impianto elettrico dei laboratori e reperire alcunimacchinari e attrezzi affinché i ragazzi possano imparare unmestiere.

6. Installare l’energia solare in comunità, casa Don Bosco e par-rocchia e un purificatore per l’acqua.

Grazie per la speranza che mi aiutate a trasmettere ai nostri amicie che mi ritorna come esperienza di fede e di giustizia divinache ci farà trovare tutti in cielo. Don Mario Perez

Lettera di don Mario Perez

mese per bambino), acquistare deipalloni da calcio (costano 10 dolla-ri l’uno), acquistare del cibo (2.000dollari al mese).

Grazie e Buon NataleMonica, Giovanna, Laura,

(Volontarie VIS in R.D. Congo)e tutto il team

del Centro Don Bosco Ngangi di Goma

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VOLONTARIATO INTERNAZIONALE PER LO SVILUPPO14

PROGETTI NATALEPROGETTI NATALE

ETIOPIA

SPECIALE •

Quando un pozzoti cambia la vita

di Chiara, Marco, Lorenzo, Alessandro, Volontari VIS in Etiopia

Natale in Etiopia sarà diverso daquello in Italia. Niente freddo,niente neve, niente decorazioni

scintillanti e niente frenesia per l’ac-quisto dei doni. Ciò che rimarrà sarà laspiritualità e la magia del Natale, spo-gliato da tutti i surplus occidentali, ri-dotto alla sua essenza primitiva. Il suoapprossimarsi comporta inoltre il bi-lancio dell’anno che termina e la for-mulazione di propositi e desideri perl’anno che viene. Com’è stato il 2013per il VIS Etiopia? Sicuramente un an-no di cambiamenti, un anno intenso diprogetti e impegni portati avanti condeterminazione grazie a tutti i nostri

partner locali e grazie alle comunità do-ve interveniamo. Oltre al settore edu-cativo/formazione professionale, il VISin Etiopia lavora in quello idrico/sani-tario nelle regioni periferiche di Gam-bella, Somali e Tigray. In quest’ultimaregione, particolarmente problematicaperché al confine con l’Eritrea e sog-getta a periodi ciclici di siccità, abbia-mo realizzato oltre 30 pozzi e diversi in-terventi idrico-sanitari. Ma c’è ancoramolto da fare e troppe poche risorse ri-spetto ai bisogni. Il nostro partner lo-cale in Tigray - Segretariato Cattolicodi Adigrat - sta già organizzando le ri-sorse per far fronte nel 2014 all’aumen-

to di fabbisogno di beni primari per lapopolazione. Questo perché durantel’anno ha piovuto poco e in un brevelasso di tempo: le colture rischiano diessere per la maggior parte non produt-tive. A questo si associa un elevato nu-mero di comunità ancora senza ap-provvigionamento idrico. Ciò significache interi villaggi non hanno acqua: sesi visitano questi luoghi, è comune ve-dere interminabili file di donne e bam-bine che portano sulle spalle taniche diacqua (spesso non potabile) da 10 litriche probabilmente hanno riempito do-po diversi chilometri di cammino. Le comunità del distretto di Irob hanno

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IL DONO PER QUESTO NATALE• Un pozzo di acqua potabile 10.000 euro

Per sostenere la comunità del distretto di Irob

puoi effettuare un bonifico bancario presso Banca Etica

IBAN IT 70F0501803200000000520000oppure

un versamento sul CCP n. 88182001

intestato a VIS Volontariato Internazionale per lo Sviluppo

Causale: Progetto Etiopia

Contribuisci anche tu!

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Il 13 luglio nel campo sportivo di Preturo, in provincia de L’Aquila, si è gio-cata la finale del torneo di solidarietà intitolato a Giuseppe Magnifico, un gio-vane aquilano morto appena ventenne in un incidente stradale nel 2005.Il ricavato del torneo di 3400 euro è stato devoluto a favore di due proget-

ti del VIS in Etiopia: 1500 euro per la costruzione del sesto pozzo del progetto “Un pozzo per Andrea” per pro-muovere il diritto all’acqua nel villaggio di Buré e 1900 euro per il nuovo progetto “Giuseppe e l’arcobaleno neisuoi sogni”.Questo progetto si propone di realizzare un oratorio per i ragazzi del villaggio di Matar nella regione di Gambella. Inparticolare verranno donati ai giovani del villaggio e all’intera comunità una sala ricreativa al coperto e un campo dacalcio/pallavolo con una piattaforma di cemento. I beneficiari dell’intervento saranno circa 400 bambine e bambini, ado-lescenti e giovani (dai 7 ai 18 anni) di Matar che avranno accesso a degli spazi per attività ludico-ricreative ed extra-scolastiche, aperti alla partecipazione di tutti. La somma necessaria per realizzarlo è di 15.400 euro. Per contribuire alprogetto potete fare una donazione indicando nella causale Progetto in Etiopia “Giuseppe e l’arcobaleno nei suoi sogni”e scegliere tra varie modalità di versamento:• Bonifico Bancario intestato a VIS - Volontariato Internazionale per lo Sviluppo Banca Popolare Etica IBAN IT 70F0501803200000000520000

• Conto Corrente Postale intestato a VIS - Volontariato Internazionale per lo Sviluppo n. 88182001

• Donazione online www.volint.it/vis/donazioni

un desiderio per il Natale 2013, un de-siderio vitale per la sopravvivenza di ol-tre mille persone. C’è bisogno di unpozzo di acqua potabile che migliorisensibilmente le condizioni di vita del-l’intero villaggio. Il costo di un pozzo èdi 10.000 euro circa e comprende loscavo (fino a circa 60 metri di profon-dità), l’installazione della pompa mec-canica, la recinzione e i training igieni-co sanitari a favore della comunità be-neficiaria che accompagnano semprequesto tipo di intervento. Può sembra-re un costo elevato ma un pozzo cambiala vita di una comunità intera e dellagenerazione a venire: l’acqua è fonte di

vita, acqua pulita significa dimezzare ladiffusione di gravi malattie, significapermettere alle bambine di andare ascuola invece di camminare chilometriin cerca di una fonte. Ogni volta che apriamo il rubinettodell’acqua corrente a casa dobbiamo ri-cordarci che ancora oggi intere comu-nità in questa parte del mondo non co-noscono questo gesto per noi scontato.

Ma unendo le nostre forze possiamocontribuire a un cambiamento radicale.La scadenza degli Obiettivi del Millen-nio si approssima, il 2015 è vicino: ab-biamo tutti il dovere di impegnarci af-finché entro quella data “la percentua-le di persone che non ha accesso all’ac-qua potabile e agli impianti igienici dibase sia dimezzata”. Insieme, per unmondo possibile. ■­­­­­­

Il progetto “Giuseppe e l’arcobaleno nei suoi sogni”Il 13 luglio nel campo sportivo di Preturo, in provincia de L’Aquila, si è gio-cata la finale del torneo di solidarietà intitolato a Giuseppe Magnifico, un gio-vane aquilano morto appena ventenne in un incidente stradale nel 2005.Il ricavato del torneo di 3400 euro è stato devoluto a favore di due proget-

ti del VIS in Etiopia: 1500 euro per la costruzione del sesto pozzo del progetto “Un pozzo per Andrea” per pro-

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VOLONTARIATO INTERNAZIONALE PER LO SVILUPPO16

SPECIALE PROGETTI NATALEPROGETTI NATALE•

ALBANIA

Le donne della valle del Kelmend

di Pierpaolo, Volontario VIS in Albania

amara, novembre 2013: con lavenuta dell’inverno anche laneve è arrivata in questo picco-

lo villaggio tra le montagne nelNord più estremo dell’Albania. Alfreddo del clima ed all’isolamentodella valle a causa di una strada im-praticabile, fa da contrasto la gioiadei bambini per l’arrivo del Natale.Da ormai quattro anni il VIS è pre-sente nella valle del Kelmend, lavo-rando per migliorare le condizioni

di vita dei suoi 6000 abitanti, ri-strutturando ponti, contribuendo altrasporto scolastico, organizzando

trainings di formazio-ne e campi estivi peri bambini, mettendoa disposizione una li-nea di credito agevo-lato e sostenendo leattività che promuo-vono lo sviluppo delturismo rurale.

Le proposte coinvolgono giovani eadulti, cercando di rafforzare la coe-sione sociale e valorizzando l’ospita-

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lità e vivacità della comunità. Cometutte le donne del Kelmend, ancheZina Vukçaj era abituata ad occupar-si della casa, a prendersi cura dei figlie dei suoceri. Poche le occasioni peruscire, ma tanta la voglia di condivi-dere e valorizzare i propri talenti. Lostaff del VIS ha potuto scoprire le suedoti culinarie durante una delle abi-tuali visite a casa. Con il sostegno delprogetto, ne nacque una piccola pro-duzione di marmellate, raki e scirop-pi, che il locale consorzio, sorto a con-clusione del progetto, sponsorizza par-tecipando a fiere ed eventi promozio-nali in Albania ed anche all’estero.Per Zina questa non è solo una picco-la fonte di reddito, ma una possibilitàpreziosa di contatto con gli altri e divalorizzazione delle sue doti e dellesue capacità. Non è abituale infattiper le donne di questa regione dispor-re di luoghi comuni di incontro. Da tempo il VIS è sollecitato a do-tare la comunità di una struttura chepossa soddisfare questa esigenza. Lacreazione di un centro ricreativo incui i bambini possano incontrarsi egiocare, diventerebbe anche una ri-sposta al bisogno di incontro dellemamme e delle donne in generale,una occasione di condividere espe-

IL DONO PER QUESTO NATALEPer realizzare questo progetto è prevista una spesa

di circa 14.400 euro. I costi sono sinteticamente così riassunti:

DESCRIZIONE QUANTITÀ COSTO PER UNITÀ COSTO TOTALEin euro in euro

Costruzione 40 m2 300/m2 12.000

Dotazione di varigiochi per bambini e di scivolo con altalena forfait 1.200 1.200

Mobili, arredi e sedie forfait 1.200 1.200

Totale 14.400

Per sostenere le iniziative del VIS nel Kelmendpuoi effettuare un bonifico bancario presso Banca Etica IBAN IT 70F0501803200000000520000

oppureun versamento sul CCP n. 88182001

intestato a VIS Volontariato Internazionale per lo Sviluppo

Causale: Progetto Albania

Contribuisci anche tu!

dizione che permette solo all’uomodi uscire e lavorare, sottolineanol’importanza di un centro dedicato adonne e bambini, i quali vivono inmodo più accentuato queste diffi-coltà pur rappresentando la maggio-ranza della popolazione. ■

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rienze e idee, sentendosi a proprioagio e coltivando piccole passioni,come il ricamo o recuperando atti-vità artigianali della tradizione loca-le, contribuendo in questo modo an-che a migliorare l’offerta turistica. L’isolamento della regione e la tra-

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SPECIALE PROGETTI NATALEPROGETTI NATALE •PALESTINA

Il Natale di Betlemme

di Marialuisa, Daniele, Luigi, Volontari VIS in Palestina

atale a Betlemme. Sembrastrano, nella città in cui è na-to Gesù e nella quale sono

ambientati tutti i presepi. Eppure,anche per i ragazzi del Centro Arti-stico Salesiano, che realizzano pre-sepi in legno d’ulivo, ceramica, emadreperla, l’arrivo del Natale è unmomento speciale. I ragazzi della Scuola Tecnica Sale-

siana sono in fermento, cristiani emusulmani, perché tutti sono coin-volti dall’atmosfera e dai preparativinatalizi. L’aria di Natale si respiraanche nell’Ufficio Formazione-La-voro, nato all’interno di un progettoVIS, dove Saliba, il responsabile, hadeciso di condividere con gli stu-denti l’arrivo del Natale.L’Università di Betlemme, con la

quale il VIS collabora per l’imple-mentazione del Master in Coopera-zione e Sviluppo (MICAD), è tuttaaddobbata, con un grande albero diNatale nel cortile principale.Natale è il periodo che comportamaggior lavoro per tutto lo staff delCentro Artistico. I ragazzi stanno la-vorando molto, per spedire in tempogli ordini ricevuti per Natale.

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Yousef, un ex studente ora divenutoinsegnante del laboratorio di traforodel legno d’ulivo, non si ferma unattimo, e così anche Basma, diplo-matasi durante il primo anno diapertura del Centro e ora insegnan-te di ceramica. Basma è una forzadella natura: i suoi problemi fisicinon l’hanno fermata e grazie alla suaesperienza al Centro Artistico è riu-scita a sfidare la società che l’avreb-be costretta a rinchiudersi in casa.Quest’anno però, il numero di stu-denti è diminuito. La situazione eco-nomica a Betlemme sta peggioran-do e la comunità salesiana, a suavolta colpita dalla crisi locale e in-ternazionale, non riesce a garantireborse di studio come aveva fatto pergli anni precedenti.Guardando Basma e Yousef, conten-ti di lavorare in un ambiente familia-re, nella scuola che li ha formati, nonpossiamo rassegnarci all’idea che adaltri ragazzi sia preclusa questa op-portunità. Il legame con gli ex stu-denti del Centro è un legame specia-le che non finisce mai: alcuni lavo-rano da casa agli ordini più grandi, al-tri sono assunti come assistenti degliinsegnanti e altri ancora vengono

accompagnati nel mercato del lavo-ro. Per far sì che non restino casi iso-lati, vorremmo aiutare sempre più ra-gazzi a iscriversi. Per questo Natale, sotto l’albero vor-remmo trovare delle borse di studio,per essere in grado di garantire lostesso futuro a nuovi ragazzi. 800 eu-ro a studente sono sufficienti a co-prire i costi di struttura, i materialididattici e di consumo, come stru-menti e materie prime, per un annoscolastico. Con 15 borse di studiopotremmo sfruttare al massimo lecapacità del Centro, garantendoneil sostentamento e la sostenibilità. Aiutare i ragazzi ad iscriversi al Cen-tro Artistico Salesiano è importantesia perché il Centro sostiene i grup-

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IL DONO PER QUESTO NATALE

• 15 borse di studio da 800 euro a studente

Per sostenere il Centro Artistico Salesiano di Betlemme

puoi effettuare un bonifico bancario presso Banca Etica

IBAN IT 70F0501803200000000520000oppure

un versamento sul CCP n. 88182001

intestato a VIS Volontariato Internazionale per lo Sviluppo

Causale: Progetto Palestina

Contribuisci anche tu!

pi più svantaggiati della società - ri-fugiati politici, donne vittime di vio-lenza, persone diversamente abili -sia perché garantisce la sopravvi-venza dell’artigianato tradizionalepalestinese. Il Centro, inserito in unnuovo progetto che mira a creare undistretto artigianale a Betlemme persostenere anche i piccoli produtto-ri, gioca un ruolo fondamentale inquesto campo. Sostenere questo progetto, sostenen-do il VIS a Betlemme, significa inse-gnare ai ragazzi un mestiere versatileche gli permetterà di entrare nel mer-cato del lavoro su più fronti. Con so-li 800 euro possiamo garantire ai no-stri ragazzi un futuro migliore. ■

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Per crescere un bambino

ci vuole un intero villaggio

Attiva un sostegnoa distanza con il VIS

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Con 0,80 centesimi al giorno, 25 euro al mese, 300 euro l’anno,assicuri alimentazione, scuola, salute, sostegno familiare, opportunità di lavoro a donne, bambini e giovani svantaggiatiaccolti presso i Centri Salesianidi Don Bosco in tutto il mondo.Il SAD è attivo in Albania, Angola, Bolivia, Burundi, Etiopia, Haiti, Madagascar, Palestina, Pakistan, Rep. Dem. del Congo,Rep. Dominicana, Sudan.

per info:

www.volint.it/vis/sad

scrivi a [email protected]

chiama il n. 06 51 629 1

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VOLONTARIATO INTERNAZIONALE PER LO SVILUPPO22

SPECIALE PROGETTI NATALEPROGETTI NATALE

•BOLIVIA

Oratorio e lavoro di strada:

un binomio vincentedi Paolo, Anna, Maria, Lorenzo, Andrea, Leonardo, Volontari VIS in Bolivia

ei 10 anni di sostegno del VISal Progetto Don Bosco a SantaCruz in Bolivia si sono realiz-

zate molteplici attività. Abbiamo raf-forzato la rete di Centri salesiani ri-volta all’accoglienza, al recupero e alreinserimento familiare e sociale dibambini e bambine, giovani in situa-zione di strada ed abbandono. Il VISaffianca i Salesiani di Don Bosco nelmiglioramento della selezione, dellaformazione e dell’accompagna-mento in loco degli operatori chelavorano nei Centri, cioè deglieducatori e dei volontari, stranie-ri e boliviani, nel coordinamentodell’area dedicata ai ragazzi in si-tuazione di strada e nell’appoggioall’Ispettoria boliviana con sedea Cochabamba. Esattamente un anno fa, un pa-io di giorni prima della notte diNatale, uno degli educatori del-l’equipe di strada formata grazieal supporto del VIS ha incontra-to Carlos, un ragazzo di 13 anni.Era vicino ad un semaforo. Dasei mesi era scappato di casa,fuggendo dall’estrema violenzainflittagli dal suo patrigno. Erafinito sulla strada a chiederel’elemosina e a subire le violen-

ze sessuali degli adulti con cui con-divideva la notte nel canale di sco-lo. L’operatore lo invitò a passare la notte nel centro di accoglienzaTecho Pinardi.La notte di Natale venne a messaed il mattino seguente partecipò alpranzo che condividemmo con i piùdi 600 bambini, adolescenti e gio-vani accolti nelle 7 strutture delProgetto Don Bosco: la Casa di ac-

coglienza per bambini in situazionedi strada “Patio Don Bosco”, la Ca-sa di accoglienza per adolescenti insituazione di strada “Techo Pinar-di”, il Centro di recupero per bam-bini ed adolescenti in situazione distrada “Hogar Granja Moglia”, ilCentro per bambini ed adolescentiin situazione di disagio familiare“Hogar Don Bosco”, la Casa dipronta accoglienza “Mano Amiga”,

il Centro per adolescenti e gio-vani “Barrio Juvenil” ed i ragaz-zi della tappa di prevenzione“Don Bosco en los Barrios” del-la zona popolare del Plan 3000. In tutte le strutture lavora unaequipe di educatori, psicologi,assistenti sociali, medico ed in-fermiere con l’obiettivo di ac-compagnare i bambini ed i gio-vani a superare le situazioni diviolenza, emarginazione, di-sgregazione familiare o abban-dono in cui si trovano. Carlos, nel mese seguente, si fi-dò delle persone incontrate neiCentri, rivelando il suo doloree abbracciando l’opportunitàdi una vita possibile rincorren-do il sogno di imparare a legge-re. Dopo aver passato un mese

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IL DONO PER QUESTO NATALE• Un educatore, uno psicologo e un assist

ente sociale preparati e forniti

degli strumenti necessari per l’equipe di strada del Progetto Don Bosco

10.000 euro

• Un educatore per l’oratorio nel quartiere Plan 3000 5.000 euro

Per sostenere i progetti di Santa Cruz

puoi effettuare un bonifico bancario presso Banca Etica

IBAN IT 70F0501803200000000520000oppure

un versamento sul CCP n. 88182001

intestato a VIS Volontariato Internazionale per lo Sviluppo

Causale: Progetto Santa Cruz

Contribuisci anche tu!

in Patio Don Bosco, per allontanar-lo dalla tentazione di uscire in stra-da e fare uso di droga con i piùgrandi, è stato portato nell’HogarGranja Moglia, dove oltre a studia-re riceve proposte terapeutiche co-me la pet therapy, l’orto-terapia edun accompagnamento psicologicopersonalizzato. La storia di Carlos ci ricorda comel’avventura di Don Bosco ebbe ini-zio proprio dalla strada. Strade dellaTorino industriale di metà ’800, chebrulicavano di adolescenti lustra-scarpe, venditori di zolfanelli, spaz-zacamini, giovani che vivevano allagiornata, disposti a qualsiasi mezzo

pur di sopravvivere. E GiovanniBosco divenne “Don Bosco” pro-prio andando in strada, avvicinan-do questi giovani, conoscendoli efacendosi conoscere con una alter-nativa: l’oratorio.Se potessimo desiderare un donoper questo Natale, ci piacerebbe re-stare sull’onda di questo binomiovincente lavoro di strada/oratorio,che nella realtà di Santa Cruz siconcretizzerebbe in due azioni: ilpotenziamento della già esistenteequipe di strada del Progetto DonBosco e l’avvio di un oratorio nelquartiere della zona sopra citata delPlan 3000.

Sotto l’albero sarebbe bello trovarele risorse necessarie perché la nostraequipe di strada prosegua nel suo la-voro, con sempre più competenza eprofessionalità: c’è bisogno di uneducatore, uno psicologo e un assi-stente sociale che siano ben prepa-rati e forniti degli strumenti neces-sari per la loro fondamentale attivi-tà! Una somma di 10.000 euro ren-derebbe tutto questo possibile. Inol-tre, con altri 5.000 euro, il Plan3000 avrebbe un educatore e ciòche, concretamente, rende un luo-go adatto ad essere un “oratorio”:giochi, scaffali e materiali ludico -educativi.Ciò che desideriamo per questo Na-tale è poter regalare a tanti ragazziche vivono ogni giorno situazioni dipericolo e violenza la speranza diuna vita dignitosa e felice, sia avvi-cinandoli alle strutture del ProgettoDon Bosco sia prevenendo quellasofferenza e quel disagio familiareche li porta a precipitare nell’abissodella strada. Si tratta di offrire nuove alternativepercorribili e possibilità di rea-lizzare i propri sogni, come per Car-los e il suo desiderio di imparare aleggere. ■

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PROGETTI NATALEPROGETTI NATALE

HAITI

SPECIALE •

Tornare a scuola e imparare un mestiere

di Sara, Armando, Irene, Volontari VIS ad Haiti

ragazzi ed i bambini di stradache frequentano il Centro diaccoglienza “Lakou” (che in

creolo significa “cortile”) da alcunimesi si stanno preparando a questomomento: quest’anno non è soloNatale, quest’anno è anche l’inau-gurazione del nuovo Centro. Un gruppo ha creato una danza,un altro gruppo ha composto unacanzone, un terzo gruppo ha im-parato dei numeri di giocoleria,

altri hanno pensato ai decori.Ognuno in base ai propri talentied interessi ha portato il proprioapporto per creare l’atmosfera difesta. Nell’ultimo anno i bambinied i ragazzi del Centro hanno do-vuto adattarsi a vivere in spazi ri-dotti e minimi perché era in corsoil cantiere di rifacimento. Ora ilavori sono terminati ed i bambi-ni avranno finalmente degli spazidignitosi in cui essere accolti: tre

nuovi dormitori, una bella saladove mangiare, una nuova cuci-na, un salone per le diverse attivi-tà ed uno spazio esterno attrezzatoper giocare a calcio ed a basket.Quello che serve ora è ristruttura-re la scuola professionale. Quellaattuale è fatiscente, piccola, ina-deguata.Quando parlo con loro, con Alex,con Bonhomme ed altri ancora,scopro che il loro desiderio più

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IL DONO PER QUESTO NATALE• Stipendio annuale di un assistente sociale

• Kit di reinserimento sociale per 30 ragazzi 15.000 euro

Per sostenere il Centro di accoglienza “Lakou”

puoi effettuare un bonifico bancario presso Banca Etica

IBAN IT 70F0501803200000000520000oppure

un versamento sul CCP n. 88182001

intestato a VIS Volontariato Internazionale per lo Sviluppo

Causale: Progetto Haiti

Contribuisci anche tu!

grande è quello di ritornare ascuola per imparare un mestiere.Alex ha 15 anni ed il suo sogno èdiventare falegname. Per questo èvenuto a Lakou. Ha incontratodiverse volte gli educatori cheoperano nella strada per creare uncontatto con i ragazzi che vi vivo-no ed ha deciso di venire perchégli hanno spiegato che può impa-rare un mestiere. Alex è vissutoin strada per 2 anni perché la suafamiglia è troppo povera per poternutrire e far studiare tutti i suoifratelli. Non potendo andare ascuola e sentendosi in dovere diaiutare economicamente la fami-glia, ha cominciato a stare in stra-da in cerca di piccoli espedienti elavoretti per raccogliere un po’ didenaro. Un giorno dopo l’altro, lasua permanenza in strada si è este-sa anche alla notte, fino a staccar-si completamente dalla famiglia. Ora comincia ad intravedere unaltro modo per aiutare la sua fa-miglia: vuole diventare qualcuno,vuole diventare un falegname,

non essere più costretto a dormireper strada, non vuole più essererespinto perché ritenuto un delin-quente; ogni giorno sta scoprendoche ci sono cose che può impara-re e che faranno di lui un uomoutile a se stesso, alla sua famigliaed alla società.Per il 2014 ci piacerebbe conti-nuare a sostenere Alex e tutti glialtri ragazzi nel realizzare il lorosogno personale. Sarebbe utilepoterli accompagnare al loro rien-tro in società dopo la formazioneprofessionale, poterli aiutare ad avviare il loro lavoro per com-

pletare l’accompagnamento fattofinora. Realizzare questo sogno costa 15mila euro. Con questa cifra po-tremmo pagare lo stipendio di unassistente sociale per un anno eprovvedere al kit di reinserimen-to sociale per 30 ragazzi (affittoper un anno di una casa e acqui-sto degli attrezzi necessari per av-viare un mestiere). Sarebbe un fantastico Natale, ric-co di speranza per un avvenireconcreto e migliore, se riuscissimoa rispondere ai sogni di tutti que-sti ragazzi. ■

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VOLONTARIATO INTERNAZIONALE PER LO SVILUPPO26

PROGETTI NATALEPROGETTI NATALE

PERÚ

SPECIALE

•Con gli Achuar nellaforesta amazzonica

di Francesca e Enrico, Volontari VIS in Perù

alle temperature proprio non sidirebbe, ma anche nella forestaamazzonica peruviana si avvi-

cina il Natale. Sono quattro anni che il VIS lavoracon le comunità indigene Achuar ein quest’ultimo anno abbiamo final-mente realizzato con loro un grandesogno: la costituzione legale dellaCooperativa Agraria Achuar Sha-kaim, che permette ad oltre 100 fa-miglie, escluse dal mercato tradizio-

nale, di commercializzare i propriprodotti ed ottenere un’entrata dalproprio lavoro.Noccioline e sacha inchi (frutto no-to come “l’arachide degli Inca”) so-no arrivati sui banchi dei mercati del-la regione; l’olio di ungurahui, estrat-to dai frutti di una palma amazzonica,è da poco sbarcato in Francia, doveun’azienda cosmetica sta studiandonuovi prodotti con quest’olio dalleelevate proprietà antiossidanti, che le

donne indigene usano da sempre perla cura dei capelli.Conciliare metodi tradizionali di pro-duzione e mercato è la nostra sfida.Una sfida ardua data la distanza, nonsolo geografica, che separa la realtàindigena amazzonica dal resto delmondo. E date le richieste sempre piùesige nti del mercato. Questa sfida im-plica uno sforzo quotidiano per mi-gliorare i prodotti e i processi produt-tivi, nel rispetto sia delle forme di vi-

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ta tradizionali che delle esigenze delmercato.Tra le ultime osservazioni degli ac-quirenti c’è quella legata all’olio diungurahui che, essendo estratto at-traverso un processo di cottura tradi-zionale su fuoco a legna, conserva untenue odore di fumo che l’industriacosmetica suggerisce di eliminare.Per questo abbiamo inventato e te-stato una stufa ecologica che con-centra il calore ed utilizza un sistema

di combustione che non produceemissioni di fumo. Un grande van-taggio anche per la salute dei nostriamici Achuar e della foresta amaz-zonica. Con 140 euro abbiamo realizzato laprima stufa. I produttori sono entu-siasti e sperano di trovarne qual-cun’altra sotto la loro ‘palma’ di Na-tale. Se ognuno di loro potesse con-tare su una stufa ecologica per l’annonuovo, la cooperativa ne trarrebbeun gran vantaggio. Le possibilità divendita dell’olio aumenterebbero eaumenterebbero le possibilità degliuomini e delle donne Achuar di vin-cere il loro isolamento economico ela loro esclusione dall’accesso al-l’educazione e alla salute.I produttori coinvolti nel progetto

IL DONO PER QUESTO NATALE• 40 stufe ecologiche 6.000 euro

• 10 spolpatrici per estrazione a freddo 3.700 euro

Per sostenere la Cooperativa Agraria Achuar Shakaim

puoi effettuare un bonifico bancario presso Banca Etica

IBAN IT 70F0501803200000000520000oppure

un versamento sul CCP n. 88182001

intestato a VIS Volontariato Internazionale per lo Sviluppo

Causale: Progetto Perú

Contribuisci anche tu!

dell’olio di ungurahui sono 120, in 10comunità. L’ideale sarebbe che ognu-no di loro avesse una stufa, o per lomeno che ce ne fossero 4 per comu-nità. Considerando anche il traspor-to, calcoliamo 150 euro a stufa (to-tale per 40 stufe: 6.000 euro).Inoltre, date le modifiche recente-mente introdotte nel processo diestrazione dell’olio di ungurahui, ab-biamo ipotizzato anche l’acquisto dimacchine spolpatrici, che permetto-no un’estrazione a freddo e un pro-cesso molto più controllato, igieni-camente parlando. Ogni ‘despulpa-dora’ costa 370 euro e ne servirebbeuna per comunità (totale per 10spolpatrici: 3.700 euro). Il nostrodesiderio-regalo ha un costo totaledi 9.700 euro. ■

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VOLONTARIATO INTERNAZIONALE PER LO SVILUPPO28

PROGETTI NATALEPROGETTI NATALE

REP. DOMINICANA

SPECIALE •

Artigianato di qualitàdi Tomaso, Volontario VIS in Repubblica Dominicana

Natale è un momento moltospeciale nel Centro Canillitascon Don Bosco, situato in un

quartiere marginalizzato di Santo Do-mingo, nella Repubblica Dominica-na, e molte attività educative vengo-no organizzate per i 230 ragazzi desti-natari grazie anche al supporto delVIS. Per garantire la sostenibilità alungo termine di tale attività, dal2012 il VIS sta promuovendo all’in-terno del Centro un’iniziativa eco-nomica basata sulla produzione ecommercializzazione di prodotti arti-gianali in legno, disegnati ed elabo-rati dagli stessi ragazzi.L’idea è nata dall’esperienza fatta dalcentro Canillitas con il programmaeducativo “Sviluppo di manualità”che dal 2001 ha permesso la forma-zione di alcuni professori e ragazzinell’elaborazione di prodotti artigia-nali di ottima qualità. L’esibizione diquesti modelli in fiere ed eventi na-

talizi ha fatto sì che varie persone, tracui alcuni imprenditori nazionali,hanno chiesto di acquistarli all’in-grosso, permettendo al Centro di vi-sualizzare chiaramente un mercato edi definire le caratteristiche dei pro-dotti con maggiore potenzialità.Pensate che le immagine raffigurate neiprodotti sono disegni realizzati da duepittori ex frequentatori del Centro chehanno mantenuto i contatti nel corsodegli anni! Pedro Veras, in particolare,è entrato in Canillitas all’età di 8 an-ni, ha completato le scuole superiori el’Università di Belle Arti grazie a bor-se di studio pagate dal Centro e attual-mente è professore universitario di Pit-tura e Belle Arti presso l’Università Sta-tale di Santo Domingo. Pedro colla-bora all’iniziativa artigianale donandogratuitamente i suoi disegni. Quello chemanca per poter far partire concreta-mente l’attività produttiva sono le ri-sorse economiche, che abbiamo quan-tificato in 8.000 euro,per l’equipaggiamento

IL DONO PER QUESTONATALE

• Equipaggiamento di un laboratorio di produzione

8.000 euro

Per sostenere il Centro Canillitas di Santo Domingo

puoi effettuare un bonifico bancario presso Banca Etica

IBAN IT 70F0501803200000000520000oppure

un versamento sul CCP n. 88182001

intestato a VIS Volontariato Internazionale per lo Sviluppo

Causale: Progetto Rep. Dominicana

Contribuisci anche tu!

Ildi un laboratorio di produzione che siaseparato dalle normali aule didattiche.Presso il Centro Canillitas esiste unospazio idoneo ma mancano alcunimacchinari (pantografo, tornio, fu-stellatrice) e altri semplici equipag-giamenti (tavoli di lavoro, sedie, mo-bili espositori) che ci permetterebbe-ro di ridurre i tempi e i costi di produ-zione e poter rispondere agli ordini.Abbiamo bisogno di questo regalo diNatale in quanto crediamo forte-mente in questo progetto: abbiamoinvestito molto tempo e risorse nel-la formazione dei ragazzi e abbiamoattivato contatti significativi con im-prenditori “amici” del Centro che ciappoggerebbero nella commercializ-zazione. Tutto questo perchè consi-deriamo che tale attività avrebbe unimpatto molto significativo sui ra-gazzi e il quartiere marginalizzato incui si trova il Centro Canillitas conDon Bosco. ■

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Con quale spirito accogliete il Natalein Siria quest’anno?Natale è la festa della pace, della gioia edella speranza; bisogna dare fiducia allapopolazione. I Salesiani in Siria cercanodi trasmettere questi valori ai ragazzi e al-le loro famiglie tramite una proposta divita spirituale fatta di preghiere, veglie,celebrazioni. Le feste in Siria ormai man-cano da troppo tempo, quindi sarà unodei pochi momenti di gioia e musica. Pernoi cristiani del Medio Oriente la nasci-ta di Gesù è sempre segno di speranza e dipace; e ogni anno speriamo che arrivi lavera pace. C’è un famoso canto, “La Not-te di Natale”, che dice: “In questa vegliasi cancella l’odio, fiorisce la terra; in que-sta veglia si seppellisce la guerra; in que-sta veglia cresce l’amore”. Il nostro augu-rio è che durante questo Santo Nataleveramente sbocci l’amore e i giovanipossano uscire da questo periodo di mor-te. Ci piacerebbe che i nostri Centri di-ventino oasi di speranza, pace e di gioia:è questa la nostra grande missione in Si-ria, oltre alla missione educativa e ai tan-ti aiuti umanitari.

Quali sono le attività portate avantidalle comunità salesiane in questomomento di emergenza?Durante questi tre anni di violenza, diconflitto e d’insicurezza, i Salesiani diDon Bosco della Siria sono rimasti al lo-ro posto, vicini ai giovani, affrontandocon loro questa situazione di sofferenza.Nulla è rimasto di quanto c’era prima ela vita è diventata sempre più difficilee, talora, insopportabile. Nonostantequesto, i Salesiani durante l’estate han-no ripreso le loro attività estive. AdAleppo in collaborazione con la Chiesa

locale, abbiamo organizzato tre grandiincontri ricchi di attività per centinaiadi giovani cristiani. Purtroppo nel po-meriggio del 21 agosto un missile hacolpito l’oratorio. Il rumore è stato ter-rificante; tutte le finestre si sono scar-dinate e l’intero edificio ha tremato co-me se ci fosse stato un terremoto. Gra-zie a Dio nessuno è rimasto ferito. A Damasco il nostro Centro Don Boscoha potuto accogliere un numero rilevan-te di ragazzi e ragazze, provenienti da va-ri quartieri della città. I confratelli, conl’importante aiuto dei volontari, hannoorganizzato corsi di lavori manuali, di lin-gue, di informatica e di pronto soccorso.E poi una giornata in piscina, la più gra-dita, perché ha colmato di gioia tutti igiovani. A Kafroun, la cui casa salesianaè diventata luogo di rifugio per tanti sfol-lati, soprattutto cristiani, 300 ragazzi han-no partecipato alle attività estive, tutteincentrate sul tema della pace. La stagio-ne si è conclusa con una grande festa cheha coinvolto circa 1300 persone. Ora iconfratelli vorrebbero rilanciare l’inse-

gnamento del catechismo, sospeso l’an-no scorso per motivi di sicurezza.

Come vivono i bambini e ragazzi la si-tuazione di violenza?La situazione generale della Siria è duraper vari aspetti e permane nella instabili-tà con dolorosi episodi di violenza e dimorte. La gente si sente come se fosse rin-chiusa in una grande prigione. Non vi èalcuna possibilità di lavoro, mancano il ci-bo, le macchine, l’elettricità, le medicinee in qualche zona anche acqua e i combu-stibili. Le famiglie affrontano la situazionecome meglio possono. Molti hanno la-sciato la Siria e altri pensano di emigrareappena possibile. Naturalmente, questadolorosa situazione pesa soprattutto suigiovani, che non vedono possibilità di fu-turo o di uscita dalla loro situazione, percui vivono una vita senza scopo. Tuttavia,vi sono anche molti giovani che affronta-no la realtà con coraggio e determinazio-ne e si prestano volentieri come volonta-ri. Ancora oggi, la sfida maggiore rimanel’educazione della gioventù.

Quali bis ogni urgenti e come possia-mo darvi una mano (anche facendouna “lista della spesa”)?A causa della guerra sono venute a man-care tante cose e le poche che ci sonohanno dei prezzi proibitivi. Molte fami-glie hanno perso il lavoro e la casa e i be-ni di prima necessità sono venuti a man-care. Per questo ci servirebbero cibo, me-dicine, carburante, vestiti, libri, cancel-leria per la scuola, ma anche materassi,coperte, piccoli fornelli, stufe, ecc. Qualsiasi donazione è la benvenuta. Oltre a tutto questo, vi chiediamo unapreghiera, che è molto importante. ■

Natale in Siria: che sia di vera pace

Intervistaa don Munir, Ispettore del MedioOriente

Febbraio 2012. La cerimonia di insediamento di don MunirEl Rai, Superiore dell’Ispettoria del Medio Oriente (primo asinistra) con don Cereda, Consigliere della Formazione edon Spreafico, suo predecessore.

OGGI SI PARLA DI...

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VOLONTARIATO INTERNAZIONALE PER LO SVILUPPO30

Haiti - Rep. DominicanaREPORTAGE

• Nei Caraibiche non ti aspetti

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unmondopossibile 37-2013

Gli scatti realizzati da Margherita Mirabella di Sho-ot4Change per il VIS ci portano nei Caraibi che nonti aspetti. Sarebbe stato banale mostrarvi le spiaggebianche e il mare trasparente. Sarebbe stato altret-tanto stereotipato mostrarvi solo la povertà, il turi-smo sessuale di Santo Domingo e gli effetti del ter-remoto di Haiti. Preferiamo mostrarvi il volto che co-

nosciamo noi: quello della speranza, dell’educazione,del riscatto, della ricostruzione, del futuro. Vedretequelli che vengono chiamati “ultimi” (come i poveri, ibambini di strada, le donne sole) e per noi sono sem-pre i “primi”. Sono i protagonisti del cambiamento.Sono i bambini della scuola “27 de Febrero”, nel-l’omonimo e degradato quartiere di Santo Domingo,

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VOLONTARIATO INTERNAZIONALE PER LO SVILUPPO32

Haiti - Rep. DominicanaREPORTAGE

dove in una classe sono assiepati oltre 50 bambiniche altrimenti non riceverebbero nessuna istruzione.Sono le donne con il banchetto della frutta coinvoltenel programma che a Port au Prince le aiuta ad av-viare delle piccole attività generatrici di reddito ed es-sere autonome. Sono i bambini haitiani che la do-menica lasciano il lavoro, la strada e vengono al-

l’oratorio salesiano e insieme agli educatori vivonodelle ore di gioco all’aperto e sono sereni. Sono i ra-gazzi di Haiti che saltano il fuoco perchè hanno de-ciso di lasciare la strada e vengono accolti nel Cen-tro Lakay – Lakou dove potranno studiare, imparareun mestiere, dormire in un letto, mangiare, crescere.Sono i bambini seguiti dagli educatori del Centro sa-

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unmondopossibile 37-2013

lesiano Canillitas di Santo Domingo che vivono nellebaraccopoli della città, ma che possono, grazie aiSalesiani e al VIS, studiare e formarsi professional-mente. La ragazza della foto “Piensa en grande” erauno di loro, ora ha una laurea e lavora. Sono le ra-gazze madri del Centro Querebebe di Santo Domin-go che possono portare avanti serenamente la loro

gravidanza e poi affrontare la nascita e la crescita deiloro bambini. Sono i ragazzi e le ragazze che imparano il mestieredi sarta, cuoco, amministratore. Sono i nostri volon-tari internazionali, i missionari salesiani di Don Bosco, gli operatori locali senza i quali tutto questonon sarebbe possibile.

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Favole•

La fiera di Tsingy*

gatto e un topo, che non si co-noscevano, desidera-vano molto andare

alla fiera di Tsingy, la più bella e grandedell’isola che si teneva ogni anno ai pri-mi di maggio. Ma bisognava attraversa-re il grande fiume e nessuno dei due riu-sciva da solo a costruire una barca perandarci; quindi, trovandosi entrambisulla riva, si guardarono e si capirono alvolo e fecero un patto: “Senti – disse iltopo – io so come costruire una barca,purtroppo sono piccolo ma con la tuaforza riuscirei. Però promettimi che nonmi mangerai una volta passati all’altrariva”. “Va bene. Te lo prometto!” – affermò ilgatto.Di buona energia così i due soci comin-ciarono a costruire una barca che, unavolta finita, fu messa in acqua con a bor-do il gatto e il topo. La traversata fu lun-ga tre giorni durante i quali ognuno deidue faceva dei pensieri sull’altro com-pare: “Appena sono di là – pensava ilgatto – mi faccio un ben pranzetto conquesto rompiscatole e me ne vado in fie-ra con la pancia piena”. “Questo gattofa il furbo – pensava il topo –sono tre giorni che

non mangiamo e quando mi guarda si lecca i baffi sbadigliando di fame: de-vo liberarmi di lui altrimenti alla fiera di Tsingy ci arrivo sì, ma dentro la suapancia!”.E così il topo cominciò di nascosto a ro-sicchiare il fondo della barca e, rosicchiarosicchia, di colpo si aprì un buco sulfondo della barca che colò a picco. Co-me sappiamo il topo è un buon nuotato-re mentre il gatto quasi per niente; quin-di il topo arrivò sulla riva assai bene,mentre il gatto rischiò di annegare macon gran fortuna si salvò e, seppure mez-zo morto e con la pancia piena d’acquaper le grandi bevute d’acqua di fiume,arrivò anch’esso alla riva. “Senti topo – disse il gatto appena ripre-sosi – adesso io ti mangio per il bruttoscherzo che mi hai fatto!”.“Caro gatto – rispose il to-po – è vero quel chedici ma vedi

come sono messo? Sono tre giorni chenon mangio e pranzeresti con pelle e os-sa e non ti sazieresti. Andiamo alla fiera,fammi saziare di cibo e appena sarò in-grassato allora sì che farai un bel pran-zetto con me grasso!”. “È una buona idea – disse il gatto – manon fare scherzi perché questa volta ap-pena me ne accorgo ti mangio in un so-lo boccone, subito!”.E i due soci si confusero fra i tanti visi-tatori della bella fiera con il gatto che pa-gava da mangiare al topo per ingrassar-lo ma non perdendolo mai di vista. As-sistettero anche alla gara tra il potentecinghiale e la quieta rana, corsa che dal-la mattina era stata annunciata a tutti gliavventori con grande propaganda dalgruppo dei lemuri che, saltando da un al-

Un

* La fiaba è di Waider Voltaper conto di Solidaid Onlus

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ra e mi metto lì dentro cosìpotrai tenermi d’occhio, an-zi ti darò una lanterna cosìmi vedrai anche al buio”.Il gatto pensando fosse unabuona idea acconsentì e il topo cominciòa raspare il terreno facendo un bel buco.“Senti gatto, farò il buco un po’ più lar-go così anche tu potrai entrare e nonpassare la notte al freddo e domattinami mangerai!”.“Va bene!”, disse il gatto e dopo un po’si infilò nello stesso buco con la testa e tenendo nelle zampe la lanterna per vedere il topo. Ma il topo furbo continuò a scavaresempre più giù e, sentendole proteste del gatto,scavò anche per luima sempre piùstretto, finché ilgatto non riuscìpiù ad andarené avanti néindietro e restòincastrato nelbuco,

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La Congregazione Salesiana è radicata in Madagascar da più di trent’anni (dal 1981) e si articola con una vasta presen-za sul territorio grazie alle opere presenti in varie parti del Paese.Le 10 case salesiane operano in favore della gioventù malgascia più vulnerabile con interventi sia pastorali che sociali,con una progettualità molto varia ed interessante nella sua molteplicità. Luoghi e metodologie classiche della vita salesiana a fianco dei giovani, come la vasta rete di oratori che attraversa tut-ta l’isola, centri pulsanti di educazione e formazione giovanile, si combinano alla perfezione con un importante impegnonel settore dell’istruzione primaria (con le decine di scuole di brousse, istituti di educazione elementare costruiti e ge-stiti dai Salesiani in zone profondamente rurali), secondaria e professionale, della comunicazione sociale – Radio DonBosco è il centro di una rete di radio estesa su tutta l’isola ed è uno dei media più ascoltati dalla popolazione locale grazie alla qualità educativa dei suoi programmi e all’indipendenza nella presentazione della situazione socio-politica delPaese – e della sanità, grazie ai diversi dispensari gestiti dalle comunità salesiane. Il VIS accompagna e sostiene questa varietà di impegni ed interventi con una coppia di volontari chesupportano lo sviluppo dell’Ufficio Progetti dell’Ispettoria del Ma-dagascar ad Ivato – Antananarivo, affinché questa bella realtà pos-sa continuare a prosperare e a svilupparsi in maniera sostenibile infavore della gioventù malgascia e con una volontaria ostetrica chemette la propria professionalità al servizio delle opere di ambito sanitario nel nord dell’isola.

Madagascar

buona idea acconsentì e il topo cominciò

Per sostenere le attività del VIS

in Madagascar

puoi effettuare un bonifico bancario presso Banca Etica

IBAN IT 70F0501803200000000520000

oppureun versamento sul

CCP n. 88182001

intestato a VIS Volontariato Internazionale per lo Sviluppo

Causale: Progetti VISbero all’altro con frenesia, raccoglieva-no scommesse su chi sarebbe stato ilvincitore. Quando la corsa stava per iniziare, il gat-to mise tra le sue zampe la coda del to-po, perché non gli venisse l’idea di scap-pare, tra la ressa generale. Appena la ga-ra ebbe inizio il cinghiale abbassò la te-sta, drizzò i peli del dorso e partì comeuna furia, mentre la rana facendo ungran balzo si infilò tra i peli del cinghia-le e lì stette aggrappata per tutta la cor-sa. Alla fine il cinghiale si fermò un mo-mento prima del traguardo e sbuffandocon insolenza gridò forte: “Dove sei pre-suntuosa rana?” “Cra, cra! Son qua!”disse lei compiendo un balzo dalla grop-pa del cinghiale oltre la linea del tra-guardo e vincendo la corsa tra gli evvi-va degli animali più piccoli!Venne sera e il topo era già bello tondo.“Ora ti mangio!” esclamò il gatto. “Ma sei matto – rispose il topo – cosìgrosso ti starò indigesto tutta la notte.Mangiami domattina appena sveglio esarai sazio per tutta la giornata! Oraper tua sicurezza scavo un buco per ter-

mentre il topo, gran scavatore, se ne uscìda un’altra parte salvo e il gatto finì permorire di fame nel buco. Ecco perché da quel giorno, appena untopo vede un gatto, scappa come un ful-mine e il gatto lo rincorre per farglielapagare! ■

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VOLONTARIATO INTERNAZIONALE PER LO SVILUPPO36

NON CI SONO PIÙ LE MEZZE STAGIONIPREVISIONI DEL TEMPO ATTRAVERSO LE NOTIZIE DI WWW.VOLINT.IT

CIELO TERSO

CIELO NUVOLOSO

PIOGGIA

24 ottobre 2013 La società civile (CINI, AOI, LINK2007) esprime apprezzamentoper la Legge di Stabilità 2014 in riferimento agli sforzi profusi per salvaguardare la cooperazione internazionale del nostro Paese. Nel testo unico è prevista la som-ma di 231 milioni di euro per il 2014.

23 ottobre 2013 Appello per la liberazione di Giovanni e Bernd, cooperanti rapiti in Pakistan 1 anno e 9 mesi fa.

21 ottobre 2013 Il più alto magistrato cinese, Zhou Qiang, ha invitato i tribunali del Paese ad avereil coraggio di seguire la verità. Il Presidente della Corte Suprema del Popolo ha anche esortato i tribunali ad emettere un minor numero di condanne a morte.

22 ottobre 2013 Nasce la Casa dei Raccontastorie di Shoot4Change, un luogo di aggregazione creativa e di formazione su fotografia, video, giornalismo per chi nonha i mezzi per accedere ai canali educativi tradizionali.

8 settembre 2013 Domenico Quirico, l’inviato del quotidiano La Stampa, è libero. Era stato rapito in Siria agli inizi di aprile.

2 novembre 2013 Ennesima tragedia nel Mali: due giornalisti francesi di Radio FranceInternationale sono stati rapiti e assassinati nella città di Kidal, nel Nord del Paese.

16 ottobre 2013 La malnutrizione cronica colpisce 870 milioni di persone. La FAOrilancia un appello per migliorare e rendere sostenibili i sistemi agricoli e alimentari.

3 ottobre 2013 Nuova tragedia del mare a Lampedusa. Un barcone carico di migranti ènaufragato, rovesciandosi e prendendo fuoco. Perdono la vita 366 persone. 110 i superstiti.

5 agosto 2013 Tragico incidente avvenuto in India, 23 bambini hanno perso la vita dopo aver man-giato un pasto contaminato con il monocrontophos. La FAO chiede che i pesticidi altamente pericolosi vengano ritirati dai mercati dei Paesi in via di sviluppo.

25 luglio 2013 Più di 125 milioni di donne nel mondo hanno subito mutilazioni genitali. Una su cinque vive in Egitto. Più di 30 milioni rischiano di subire mutilazioni nel prossimo decennio. Tutto nel rapporto UNICEF sulle mutilazioni genitali.

a cura di Alessandra Tarquini

In questa rubrica raccogliamo e ripercorriamo le news apparse su volint.it negli ultimi mesi,

che ci aiutano a leggere il nostro Paese e il mondo

www.volint.it/vis/archivionews36

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www.volint.it/vis/archivionews37

VOLONTARI

HARAMBÉE:l’incontro gioioso

La parola Harambée è una parola swahili che significa comunità che si riunisce e che lavora insieme. E l’Harambée è proprio questo, un grande incontro gioioso tra giovani che provengono dal mondodell’Animazione Missionaria salesiana di tutta Italia, accomunati da un grande interesse e impegnocomune: l’interesse per il Sud del mondo, sperimentato in prima persona attraverso le esperienzeestive nei Paesi poveri e l’impegno a prendersi cura gli uni degli altri, a camminare e agire insiemeper costruire “un mondo possibile”. Harambée vuol dire anche 300 giovani che dopo un mese trascorso in Africa, America Latina, Europa dell’Est o anche nelle periferie dimenticate della nostra Italia, si ritrovano per scambiarsi riflessioni e progetti per il futuro attraverso canti, danze, testimonianze missionarie. Harambée vuol dire anche missionarietà, non come proselitismo ma come impegno a umanizzare ilmondo, come ha sottolineato il Rettor Maggiore dei Salesiani don Pascual Chávez che, con queste parole,ha conferito il mandato missionario a 36 Salesiani, 16 suore salesiane Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA) e 5 volontari laici, di cui 4 del VIS.

“Come ti cambia” è stato il titolodell’Harambée 2013. “Come ti cambiail cuore” ha aggiunto il Rettor Maggio-re proprio durante l’Harambée, mentrevenivano presentati i missionari e i vo-lontari internazionali in partenza.Questa frase racchiude, come in un va-so, tutte le emozioni, le sensazioni cheogni partecipante a questo “incontrofestoso” ha potuto raccogliere e vivere.Siamo arrivati a Torino mossi dall’in-teresse, dalla curiosità e dal desideriodi condividere con altri l’esperienzavissuta la scorsa estate in un Paese invia di sviluppo. A Colle Don Bosco abbiamo ascolta-to cinque missionari che hanno tra-scorso parte della loro vita in terra dimissione. Dai loro occhi e dalle loroparole è stato facile capire quanta fe-

licità vi era nel loro cuore e come sta-va cambiando. “Abbiate il coraggio dimettere in discussione la vostra vita.La missione vi sorprende e vi cam-bia”. Esperienza di queste parole l’ab-biamo fatta nei successivi gruppi di la-voro. A parlare non sono stati solo deitestimoni specifici ma ogni parteci-pante. Siamo diventati testimoni gliuni degli altri. Custodi di un cambia-mento che solo il Signore è in gradodi operare in ognuno. La giornata si è conclusa con un mo-mento di danze prima della “Buona-notte” di Madre Yvonne, Madre Ge-nerale delle FMA, che ha consegnatosimbolicamente ai tutti noi parteci-panti tre frasi chiave da conservare perla nostra vita: Non abbiate paura, la fe-de è un dono che non si può tenere so-

lo per sé ma deve essere condiviso;prendersi cura, non si può essere felicida soli, bisogna donarsi al proprio fra-tello; fate della vostra vita un capolavo-ro, essendo persone disponibili edaperte.“Oggi voi siete inviati da questo luogodove Don Bosco iniziò e sviluppò la suaopera. Oggi siete chiamati a continuareil suo sogno. Diventate missionari deigiovani, abbiate a cuore i più poveri,portate loro il lieto messaggio della sal-vezza”, con questo augurio del RettorMaggiore si è chiuso l’Harambée 2013.E ognuno di noi ha portato con sé que-sto cambiamento in modo da trasmet-terlo e condividerlo con gli altri. Perchéinsieme è più bello. ■

Tratto da una riflessione di Stefania Postiglione (Ispettoria Meridionale)

“Come ti cambia... il cuore”

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VITA ASSOCIATIVA

Classe 1969. Nato a Campi Salentina nella provincia di Lecce, una laurea in Scienze dell’Educazione, attualmente responsabile

per la formazione dei Salesiani in Italia, don Guido Errico è il nuovoVicepresidente del VIS e delegato del Centro Nazionale Opere

Salesiane. Ve lo presentiamo attraverso 7 domande e 7 risposte

Diamo il benvenuto a don Guido Er-rico, neo Vicepresidente delegatoCNOS al VIS. Si aspettava questonuovo importante incarico? Come èarrivata la notizia?La notizia è giunta improvvisa e inat-tesa, per bocca del mio Superiore donPierfausto Frisoli. Aveva consultatogli Ispettori d’Italia e, entrato nel mio

ufficio di via Marsala a Roma, mi hachiesto se avessi il passaporto e se fos-si pronto a usarlo molto di frequente.L’idea di viaggiare per conoscere nuo-vi frammenti di vita della Congrega-zione Salesiana nel mondo mi ha sem-pre affascinato, insieme alla possibili-tà di esercitare maggiormente il mioinglese che corre il rischio di spegner-

si del tutto. Ho apprezzato la pos-sibilità di condividereparte della ormai lun-ga storia del VIS, de-

gli amici della sede romana e dei tan-ti volontari sparsi nel mondo.

Quali ruoli e funzioni ha svolto primadi arrivare al VIS? Cosa si aspetta diricevere da questa nuova esperienza?Sono originario dell’Ispettoria Salesia-na Meridionale, con sede a Napoli, do-ve ho prestato diversi servizi, soprat-tutto nel campo della formazione edell’accompagnamento vocazionale.L’esperienza da Vicario dell’Ispettore,dal 2005 al 2011, mi ha arricchito mol-to, abilitandomi di più ad accompa-gnare percorsi di discernimento e dicomunione tra i confratelli salesiani ei membri degli altri gruppi della Fami-glia Salesiana. Da ultimo, ho avuto lagioia di accompagnare un breve trattodel cammino della casa salesiana diAndria, nella responsabilità verso iconfratelli e nell’oratorio.In questo nuovo servizio mi auguro disperimentare la bellezza del servizioche il VIS realizza nell’accompagnaretante Ispettorie salesiane nel mondo,di maturare uno stile di cooperazione

si del tutto. Ho apprezzato la pos-sibilità di condividereparte della ormai lun-ga storia del VIS, de-

gli amici della sede romana e dei tan-

Il volto nuovo del VIS e dell’Animazione

Missionaria

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a cura di Alessandra Tarquini, VIS - Responsabile Ufficio [email protected] Francesco Loddo, Tirocinante settore comunicazione VIS

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da spendere anche nei nostri contesti edi trasferire la sensibilità per i più po-veri anche nei processi formativi deiconfratelli in Italia.

Tre pregi e tre difetti del suo carattere?Tra i pregi indicherei subito che sonocontento della mia vocazione salesia-na. Inoltre, una buona capacità diascolto e, terzo, il desiderio di miglio-rarmi.Vedrete subito i miei difetti. Ma speroche siano solo questi: il disordine, lalunghezza nel parlare e risolvere i pro-blemi all’ultimo momento.

Il VIS si occupa di cooperazione e sviluppo da oltre 27 anni. Che si-gnificato dà a questa scelta?È stata una giusta intuizione inizialeche non deve assolutamente spegner-si. La visione di sviluppo integrale diDon Bosco è sale dell’azione quoti-diana del VIS da oltre 27 anni ed èstraordinario il lavoro che insieme,VIS e Ispettorie salesiane nel mondo,riescono a realizzare per e con le per-sone più svantaggiate e vulnerabili.Lavorare nella cooperazione è sicura-mente ogni giorno più complesso, maabbiamo delle forti motivazioni ecompetenze da investire. Il solco è

tracciato e abbiamo intenzione dicoltivarlo nel modo migliore.

Perché chi legge questa rivista dovrebbe continuare a sostenere illavoro del VIS con i Salesiani di DonBosco?Perché Don Bosco è garanzia di servi-zio privilegiato per i piccoli e i giova-ni del mondo, anche in contesti mol-to diversi dai nostri ed in culture chenon hanno radici cristiane. L’azioneeducativa dei Salesiani è apprezzataper il suo sguardo complessivo sullarealtà dell’uomo a partire dal suo de-siderio di costruire un futuro dove siadi casa la dignità di ciascuno.Perché il desiderio di un futuro mi-gliore si inizia a realizzare in scelte at-tuali in favore dei giovani e che li ve-dano come protagonisti. Non si pos-sono più rimandare alcune scelte, an-zi è necessario investire nell’educazio-ne integrale presso ogni contesto.Perché il VIS ha maturato una grandecompetenza e professionalità nei suoi27 anni di prezioso ser-vizio. È diventato unorganismo ampiamentericonosciuto, partnerordinario dell’UnioneEuropea, del Ministero

Affari Esteri e della Conferenza Epi-scopale Italiana. La sua azione capil-lare può raggiungere i più diversi con-testi grazie alla presenza dei figli diDon Bosco presso tanti popoli.

Lei ha avuto modo di visitare moltiPaesi del Sud del mondo: una imma-gine, una storia, un episodio che civuole regalare perché particolarmen-te significativo?Il VIS è presente anche in Albania e,precedentemente, anche in Kosovo.Ho visitato più volte quelle terre. Conorgoglio possiamo constatare che, incirca 20 anni di presenza della Fami-glia Salesiana lì, sono numerosi i Sale-siani e le Suore Salesiane FMA origi-narie di quelle terre. Don Bosco ha as-sunto alcuni tratti del volto albanese.

Qual è il mondo possibile che immagina?Credo in un mondo migliore frutto divalidi percorsi educativi. Quindi im-magino che ogni giovane possa vive-re la sua crescita in una comunità

significativa conadulti maturiche abbiano as-sunto la sfida diessere accom-pagnatori. ■

significativa conadulti maturiche abbiano as-sunto la sfida diessere accom-pagnatori.

37-2013unmondopossibile

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40 VOLONTARIATO INTERNAZIONALE PER LO SVILUPPO

R c s noi iE Ne

annuario italianodei diritti umani

2013Chi si avvicina alla complessa architettura dei diritti umani a livello nazionale o

internazionale si trova davanti ad uno scenario complesso spesso disorientante. Questa insicurezza non è una esperienza solo della persona comune, ma anche dellospecialista che si ritrova a sperimentare questo passaggio, quasi un rito di iniziazione.

straordinario è che, superatoil momento iniziale, ci si sco-pre proiettati in un modello

armonioso dove ogni pezzo del rompi-capo ha significato, collocazione e pre-cisa ragione di esistere e senza il qualel’insieme finirebbe per perdere in coe-renza. Si comprende allora il disegnosviluppatosi nel tempo grazie al lavorocostante di tanti e al sacrificio di molti,che hanno alimentato la perseveranzadei primi nella costruzione di un idealeuniversale capace di abbracciare tuttinel rispetto delle molteplici sfaccetta-ture della realtà umana.Lungo questo percorso di scoperta, ciritroviamo nuovamente oggi fra le ma-ni, al termine del terzo anno consecu-tivo, un patrimonio di informazionee di aggiornamento sugli elementifondamentali del grande paradigmadei diritti umani: l’Annuario italia-no dei diritti umani del Centro Di-ritti Umani dell’Università di Pa-dova.La pubblicazione rappresenta unostrumento completo per una visio-ne integrata dei dispositivi a favoredella promozione e protezione deidiritti umani. È possibile concreta-

mente sperimentare lo stato dell’artenel nostro Paese sia a livello nazionaleche sub-nazionale, a livello regionale inEuropa e al macro delle Nazioni Unitedove le politiche planetarie vengonoprogettate con il contributo degli Stati.L’Annuario, realizzato da una squadradi esperti di altissimo livello coordina-ta dal prof. Antonio Papisca e dal prof.Marco Mascia, figure centrali del no-stro mondo accademico, è affiancatodalla regione Veneto che prima fra leregioni italiane opera organicamentenel settore della promozione dei dirittiumani, della cultura, della pace e dellacooperazione internazionale.Particolare enfasi in questa ultima edi-zione viene posta sulla Revisione Pe-

riodica Universale a cui verrà sottopo-sta l’Italia nel 2014. La procedura rien-tra fra i meccanismi di tutela dei dirittiumani a cui sottostanno gli Stati ade-renti al sistema delle Nazioni Unite,per riconoscere il grado di adempimen-to degli impegni assunti in materia a li-vello internazionale da parte dello Sta-to in revisione. L’Annuario, nell’osservare lo scenarioitaliano, si sofferma anche sul ruolo gio-cato dalla società civile e in particolarericorda il lavoro portato avanti dal Co-mitato per la promozione e protezionedei diritti umani di cui il VIS è uno dei

fondatori. E proprioin questo ambito vie-ne riconosciuto l’im-portante lavoro dimonitoraggio e di ad-vocacy portato avan-ti dal VIS e dalle al-

tre 88 organizzazioni non governati-ve nella lotta per realizzare anche inItalia una commissione nazionaleindipendente per i diritti umani,istituzione fondamentale per la pro-mozione e protezione dei diritti fon-damentali di cui ancora oggi il no-stro Paese è mancante. ■

Lo

Antonio Papisca Marco Mascia

di Barbara Terenzi, VIS - Coordinatrice Ufficio Diritti Umani e [email protected]

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