t.v.b. ti voglio bere!

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PROGETTO DI RICERCA E RISULTATI stili di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di Caserta stili di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di Caserta PROGETTO DI RICERCA E RISULTATI T.V.B. Ti V glio o Be e r Ti V Be e glio r o sana facile conveniente leggera controllata ecologica disponibile libera trasparente Allegato a “La Vite & il Pioppo”. Reg. Tribunale di S. Maria C. V. n.611 23/12/03 - ISSN 2039-9510

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Stili di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di Caserta

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Page 1: T.V.B. ti voglio bere!

PROGETTO DI RICERCA E RISULTATI

stili di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto

nella Provincia di Caserta

stili di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto

nella Provincia di Caserta

PROGETTO DI RICERCA E RISULTATI

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stili di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di Caserta

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ecologica

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Il progetto di Ricerca “T.V.B. Ti voglio bere” è stato coordinato da:

Paola PascaleEsperta in economia delle risorse alimentari e dell’ambiente

Team di ricerca:

Giovanni D’ErricoBiologo, esperto nel trattamento acque

Orazio PascaleTecnico ambientale, esperto nel trattamento acque e 6sigma

Giancarlo ChiavazzoResponsabile scientifico Legambiente Campania

Antonio PascaleIngegnere chimico, Presidente del Circolo Legambiente Geofilos

Teresa UbaldiniResponsabile dello Sportello Ambiente e Legalità di Succivo

Hanno collaborato (analisi dati e Minitab):Raffaele Di Micco,Ing. Elettronico e MBB 6sigma

Federica MinutilloD.ssa in Scienze Ambientali

Si ringrazia:Stefano CiafaniResponsabile scientifico di Legambiente

Viviana ValentiniUfficio scientifico di Legambiente

Gennaro CastaldiPresidente C.S.V. Asso.Vo.Ce

T.V.B.

3. Bene comune o prodotto di largo consumo?4. Il CSV e i progetti di ricerca5. Acqua del rubinetto

6. L’acqua potabile in Campania

8. L’acqua in Provincia di Caserta Inquadramento amministrativo Competenze in materia di risorsa idrica e difesa del suolo Orografia del territorio Idrografia del territorio: le cinque arterie Le sorgenti e i pozzi10. I sistemi acquedottistici

12. Perchè una ricerca si chiama T.V.B.13. L’indagine demoscopica Gli obiettivi della ricerca La metodologia utilizza14. I risultati dell’analisi descrittiva Le caratteristiche socio-demografiche Il rapporto tra i cittadini e l’acqua La percezione dei consumi d’acqua Lo stile di vita Il consumo di acqua da bere Focus sull’acqua confezionata La conoscenza del referendum L’analisi multivariata: conclusioni

24. L’indagine sulla qualità dell’acqua di rubinetto

27. Il campionamento strutturato

30. Una ricerca nella ricerca, nella ricerca31. Alla ricerca dei dati di qualità dell’acqua “del Sindaco”

34. Il futuro dell’acqua - Riflessioni conclusive della ricerca TVB

Allegato al Periodico di Ambiente, Cultura e Sviluppo Locale del Centro Regionale per l’Educazione Ambientale e lo Sviluppo Sostenibile “La Vite & il Pioppo”. Registrato al Tribunale di S. Maria Capua Vetere n.611 del 23/12/03 Stampa Tipografia Bianco, Aversa

ISSN 2039-9510 La Vite & il pioppo

Iniziativa realizzata dai circoli di Legambiente Geofilos Succivo, A. Petteruti Sessa Aurunca e Pietramelara nell’ambito delle attività di ricerca del Centro di Servizi per il Volontariato della provincia di Caserta CSV Asso.Vo.Ce.

Indice

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Grandi calciatori e soubrette dal fisico perfetto ce la presentano come fonte della salute e an-tidoto per la bellezza. L’appello della particella

di sodio che cerca compagnia fa eco nella nostra mente e nel nostro vocabolario la plin plin ha preso il posto della pipì. Il bombardamento mediatico sulle proprietà delle acque minerali, da un lato, e l’assenza quasi tota-le di informazioni sulla qualità dell’acqua che esce dal rubinetto di casa, dall’altro, hanno costruito l’idea che quella che esce dal rubinetto è un’acqua di cui è bene non fidarsi. L’immaginario collettivo di una Provincia devastata dal punto di vista ambientale, della terra di Gomorra, poi, contribuisce ad accrescere dubbi e preoccupazioni su un gesto che solo qualche anno fa era tra i più spon-tanei nel nostro quotidiano: ho sete, apro la fontana, riempio il bicchiere, bevo.Oggi, tutto ciò non è più così scontato. Anche tra noi ambientalisti, diciamolo. Che acqua beviamo? Soprattutto, che acqua diamo da bere ai nostri figli? L’interrogativo si fa ancora più inquietante, per noi che abbiamo sempre sostenuto che l’acqua del rubinetto è buona, giusta, economica e controllata, che solo qual-che mese fa abbiamo portato 27 milioni di persone a votare contro la privatizzazione e che in tutti i rubinetti di casa abbiamo installato i riduttori di flusso. Allora, quel gesto che sarà pure naturale per un abi-tante delle alture del Matese o di Roccamonfina, per chi -come me- vive nel territorio aversano, assume tut-to un altro significato, quasi a diventare una sorta di sfida alle ecomafie che ci inquinano, alle istituzioni che ci ignorano, alle multinazionali che comprano i nostri gesti.Il progetto di ricerca “T.V.B., ti voglio bere” nasce per provare a sfatare questi stereotipi. Nell’anno dei referendum per l’acqua e i servizi pubbli-ci, nel momento forse più difficile di una crisi finanzia-ria che va a colpire soprattutto i ceti sociali più deboli, ci siamo cimentati in questa indagine, la prima di que-sto tipo in Italia, in cui le impressioni dei cittadini sono state “lette” insieme ai dati analitici dell’acqua. Un progetto che, oltre alla vasta rete dei circoli (in Pro-vincia di Caserta come in Italia, Legambiente rappre-senta l’organizzazione ambientalista di gran lunga più diffusa) e un centinaio di volontari di Legambiente, è entrato in 20 Comuni, negli uffici dell’ARPAC, nelle ASL e nei laboratori della SEA, società che ha sostenuto le analisi e partner tecnico del progetto, ma soprattutto si è basato sul dialogo con centinaia di nostri concit-tadini. Un progetto che ha raccolto e analizzato oltre 20.000 dati, con l’esperienza di chi conosce le proble-matiche del territorio ma senza rinunciare al rigore scientifico che caratterizza da sempre il nostro modo di interpretare l’ambientalismo.

Non ci sconvolge, quindi che, dall’indagine T.V.B. viene fuori che pregiudizi, pubblicità, sfiducia nei controlli e nei controllori, insieme ai problemi nella gestione fanno sì che una quantità impressionante di nostri conterra-nei, ben l’83%, beve acqua imbottigliata.Spendendo tra i 200 e i 500 euro all’anno. Se poi valorizziamo benzina e tempo impiegato per l’ac-quisto delle bottiglie e il trasporto a casa e chiudiamo il cerchio considerando anche lo smaltimento dei rifiuti prodotti, ci rendiamo conto di quali vantaggi per il por-tafoglio potrebbe portare un semplice cambiamento del nostro stile di vita.Tra l’altro, a ben guardare, i soldi spesi per la minerale servono non tanto a pagare la materia prima, ma tutte le altre voci che gravitano attorno al business dell'ac-qua: pubblicità, trasporto, imballaggio.Allora, che sia una questione economica, di comodità o di attenzione all’ambiente una cosa è certa: anche la qualità dell’acqua e il nostro approccio verso que-sto bene comune dipendono sì dalla nostra capacità di consumo critico ma anche e soprattutto dal modo di interpretare il nostro ruolo di cittadini. È bene che noi donne e uomini di Terra di Lavoro ini-ziamo a pretendere che le istituzioni facciano la loro parte, a cominciare dai Comuni, che ancora una volta appaiono essere l’anello debole della catena, ma allo stesso tempo costituiscono l’anello più importante per-ché più vicino al cittadino. Del resto, come vedrete dalle pagine che seguono, anche in fatto di acqua, l’informa-zione e la trasparenza sono la chiave del cambiamento. Allora, minerale o rubinetto? Rubinetto, grazie, anche in Terra di Lavoro.

Bene comune o prodotto di largo consumo?

Antonio Pascale

Stili di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di Caserta - T.V.B. ti voglio bere! - 3

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4 - T.V.B. ti voglio bere! - Stili di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di Caserta

IL CSV e I PROGeTTI dI RICeRCA

Il CSV Asso.Vo.Ce. - Associazione per il Volontariato Casertano - si è costituito nell’aprile del 2004, a conclusione di un complesso percorso regionale

avviato nel dicembre del 2001, che ha coinvolto oltre 60 Associazioni Regionali che diedero vita al Comitato Promotore per i Centri di Servizio in Campania.Il CSV di Caserta, denominato Asso.Vo.Ce., ha compiti relativi alla crescita della cultura della solidarietà, alla promozione del Volontariato, alla consulenza e all’as-sistenza qualificata a volontari ed associazioni, alla formazione e alla qualificazione, all’informazione e alla documentazione. In particolare al fine di fornire un sup-porto diligente alle associazioni in termini di conoscen-za e informazioni è stata istituita l’area ricerca, curata dalla dr.ssa Pasqualina Campagnuolo, che viene intesa come opportunità di governance, come risorsa per lo svi-luppo sociale, del sistema di welfare locale e regionale, in termini di produzione e utilizzo degli interventi e dei servizi, coerente con gli indirizzi della programmazione e di impatto efficace delle politiche. In tale area l’im-pegno del CSV Asso.Vo.Ce si dipana su due versanti : quello interno, realizzando e promuovendo ricerche che indagano fenomeni ritenuti sensibili per le Associazioni di volontariato (OdV) e quello esterno, supportando le associazioni ad impegnasi in azioni di ricerca attraver-so i bandi di idee ricerca. L’ iniziativa dei bandi di idee ricerca, mirata ad offrire opportunità e conoscenze alle organizzazioni di volontariato per orientare la proget-tualità e per trovare l’opzione che più efficacemente con-sente di perseguire un determinato obiettivo. Nell’ottica del CSV Asso.Vo.Ce., il bando di idee ricerca mette in connessione fenomeni, alimenta dubbi e opinioni, esplo-ra nuovi campi di intervento per dare risposte a nuovi bisogni. La prima ricerca realizzata dal CSV Asso.Vo.Ce dal titolo “ Attuazione della legge quadro 328/00. Le as-sociazioni di volontariato e le istituzioni si confrontano”, è stata una ricerca azione condotta dal prof. Salvatore D’Angelo dell’ IRS e dal prof Aldo Eramo dell’Università Federico II di Napoli, coadiuvati da un competente grup-po di giovani ricercatori. Il suddetto lavoro ha avuto l’o-biettivo di dare alle associazioni di volontariato (OdV) le informazioni e la formazione necessaria per riconfer-mare o diventare protagoniste della progettazione volta a realizzare il sistema integrato di interventi e servizi sociali. Il secondo lavoro di ricerca ha riguardato la realizzazio-ne del I° Report “Le associazioni di volontariato della provincia di Caserta” che ha esplorato la dimensione, complessa e sorprendente, del volontariato casertano : a dispetto di una visibilità spesso ridotta, infatti, è emerso chiaramente l’immagine di un mondo associa-tivo ben radicato, organizzato – a volte anche secondo modelli manageriali - e capillarmente diffuso su tutto il territorio. L’inchiesta ha permesso di realizzare una pa-noramica sulle attività, le finalità sociali e le modalità di azione delle associazioni di volontariato.

Naturale prosieguo del I° Report è stata la ricerca “Moti-vazioni e vissuti organizzativi. Un’indagine sui volontari della provincia di Caserta”, realizzata in collaborazione con la Facoltà di Psicologia della Seconda Università di Napoli. Il lavoro, condotto dal prof. Alessandro Lo Pre-sti, ha il pregio di aver indagato sulle motivazioni che spingono i volontari ad impegnarsi nel sociale, eviden-ziando criticità e potenzialità dell’azione volontaria. L’o-biettivo è stato quello di sviluppare una riflessione sulle strutture organizzative interne delle OdV, evidenziando che le associazioni di volontariato possiedono una loro specifica struttura interna che può promuovere o meno il benessere di chi opera all’interno delle stesse, con un’influenza anche sensibile sui “servizi” offerti. Attualmente, il CSV Asso.Vo.Ce con il patrocinio del-la Facoltà di Sociologia della Università degli Studi di Napoli “Federico II” ha avviato una ricerca dal titolo “La realizzazione del sistema integrato dei servizi socio-sanitari in provincia di Caserta”. L’obiettivo è quello di analizzare l’innovazione prodotta nel campo delle po-litiche sociali, ricostruendo lo stato dell’arte della pro-grammazione sociale nei dieci ambiti territoriali della provincia di Caserta.La ricerca intende promuovere la partecipazione di tutti i soggetti attivi nella realizzazione del welfare locale al fine di attivare sinergie che possano moltiplicare gli ef-fetti della ricerca nel medio e lungo periodo. La ricerca T.V.B.: ti voglio bere!, realizzata dall’associa-zione Circolo Legambiente “GEOFILOS” in partnership con i circoli Legambiente Petteruti e Pietramelara, costi-tuisce il primo esempio di ricerca sui comportamenti e sulle abitudini di consumo dell’acqua dei cittadini della provincia di Caserta, nonché sulla sua qualità. Tale ricerca presenta un duplice interesse, il primo è re-lativo alla sua unicità, soprattutto in relazione al territo-rio della provincia di Caserta; il secondo è connesso alla rilevanza della risorsa acqua e alla necessità di salva-guardarla, informando ed educando opportunamente i cittadini. L’aspetto stimolante è che tale ricerca aiuta nella comprensione, nella rappresentazione e nella pro-blematizzazione delle abitudini di consumo dell’acqua in provincia di Caserta, sistematizzando e ordinando gli elementi che compongono una questione sociale, inter-pretando la complessità del fenomeno, ma contempo-raneamente mettendo in dubbio ‘il senso comune’ e gli stereotipi per cui la “nostra acqua” è di pessima qualità, in un circolo virtuoso dove i dati rilevati scientificamente e la esperienza si alimentano a vicenda.Rivolgo un ringraziamento non formale a quanti han-no collaborato, a vario titolo, alla buona elaborazione di questa ricerca perché il volontariato ha nella salvaguar-dia e nella costruzione del bene pubblico la sua ragion d’essere elettiva.

Gennaro Castaldi Presidente di Asso.Vo.Ce. Caserta

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4 - T.V.B. ti voglio bere! - Stili di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di Caserta Stili di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di Caserta - T.V.B. ti voglio bere! - 5

GRUPPO SeA e SePA SUdIl Laboratorio Analisi di SEA vanta un’esperienza consolidata nelle analisi chimiche e chimico-fisiche su matrici ambientali tra le quali acque destinate al consumo umano, acque superficiali, acque sot-terranee, acque di scarico, emissioni in atmosfera, terreni, fanghi e rifiuti e analisi microbiologiche su acque destinate al consumo uma-no, acque superficiali, acque sotterranee, alimenti, superfici e aria ambientale con procedure analitiche in grado di soddisfare gli stan-dard normativi richiesti dalla clientela e dalla legislazione nazionale.

Nonostante l’acqua di casa sia controllata, econo-mica e rispettosa dell’ambiente, in Italia rimane alta la sfiducia nei confronti della qualità di ciò

che esce dai rubinetti. Secondo l’Istat (1), il 32,8% delle famiglie italiane non si fida a berla ma senza un motivo fondato. La normativa vigente in Italia in merito di qua-lità dell’acqua destinate al consumo umano (2) infatti garantisce controlli elevati e frequenti sui 62 parametri di qualità fisica, chimica e batteriologica indicati per de-finirne la potabilità, i cui valori limite stabiliti a prote-zione della salute sono stati individuati sulla base delle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. I controlli previsti sono duplici, sia a carico del Gestore del Servizio Idrico Integrato, sia delle ASL insieme alle Arpa territorialmente competenti, per una maggiore ga-ranzia di trasparenza e di tutela per i cittadini. Oltre ai cosiddetti controlli di routine, finalizzati a fornire a in-tervalli regolari informazioni sulla qualità dell’acqua, la normativa prevede ulteriori controlli di verifica per ac-certare che tutti i parametri siano rispettati e per capire l’eventuale necessità di interventi per riportare i valori sotto i limiti accettabili. Inoltre, il numero minimo di controlli annuali è stabilito secondo i volumi erogati, e si lascia la possibilità di procedere a controlli più frequenti in base alle caratteristiche degli impianti e dei sistemi di distribuzione. Molte delle aziende che gestiscono il ser-vizio idrico in Italia hanno scelto la strada della precau-zione effettuando un numero di controlli e di analisi di gran lunga superiore a quelli minimi previsti per legge, e i risultati di questi analisi in diversi casi vengono comu-nicati in modo trasparente ai cittadini in varie forme, al-legati alla bolletta dell’acqua, o tramite i tradizionali ca-nali di comunicazione (stampa locale, sito internet). Non appena uno di questi parametri viene superato, spetta ai Sindaci adottare specifiche ordinanze di limitazione del consumo di acqua potabile sotto indicazione delle Asl e delle Arpa, e di adottare misure per garantire comunque l’approvvigionamento idrico ai cittadini. La sfiducia dei cittadini deriva da molti fattori, tra cui la forte comunicazione pubblicitaria delle aziende imbotti-gliatrici che promuovono l’acqua minerale come un ri-medio quasi miracoloso a molti problemi di salute o di li-nea. Le aziende che imbottigliano acqua minerale fanno anche disinformazione sul problema del superamento di alcuni valori limite che hanno portato le autorità locali a richiedere la deroga per alcuni parametri, ma è bene ricordare che stiamo parlando di una porzione limita-tissima d’Italia. Le richieste di deroghe nel 2003 erano state avanzate da 10 Regioni su 10 parametri, nel 2010 questo numero si è ridotto a 6 su 3 parametri (arseni-co, boro, fluoro). Il problema riguarda solo 1,5 milioni di persone (quindi il 2% della popolazione italiana) e questa diminuzione dimostra che con adeguati interventi e in-vestimenti è possibile garantire a tutti i cittadini acqua potabile a tutela della salute. Oltre alla garanzia dei con-trolli, si deve anche ricordare che l’acqua del rubinetto ha un costo decisamente basso, che incide per meno dell’1% sulla spesa mensile di una famiglia media italia-na (3), e i notevoli vantaggi dal punto di vista ambientale in termini di rifiuti in plastica risparmiati e di emissio-ni di CO2 evitate sia dalla produzione che dal trasporto dell’acqua in bottiglia. Insomma sono tanti i motivi per bere acqua di rubinetto. E allora buona bevuta a tutti!

Acqua del rubinetto Controllata, economica e rispettosa dell’ambiente

1 - ISTAT, Focus Statistiche, Giornata Mondiale dell’acqua, 21 marzo 2011; 2 - Decreti legislativi n. 31/2001 e n. 27/2002, attuativi della Direttiva Europea 98/83/CE; 3 - Fonte: Utilitas 2007. Valutazione fatta per una famiglia di 3 com-ponenti. Il peso del servizio idrico incide per lo 0,7% sulla spesa media mensile totale, pari a circa €19,7.

Professionalità certificata, una pluralità di competenze e un’espe-rienza solida. Sono questi i requisiti che hanno dato vita a SEPA SUD, l’Azienda nata per l’ ambiente. Nello specifico, SEPA si occupa di consulenza ambientale, bonifica siti contaminati, progettazione, realizzazione e gestione impianti di depurazione e smaltimento ri-fiuti, monitoraggio ed analisi inquinanti, analisi ed emissioni in at-mosfera, inquinamento elettromagnetico, rumore ed inquinamento acustico, comunicazione e formazione nel settore ambientale e della sicurezza, smaltimento rifiuti industriali.

Le principali metodiche utilizzate sono ufficiali nazionali e interna-zionali e sono accreditate SINAL, accreditamento che garantisce al cliente la conformità delle prove accreditate secondo la norma UNI CEI EN ISO IEC 17025. Il Laboratorio di SEA è inoltre accreditato presso il Ministero della Salute per il monitoraggio della sicurezza alimentare, e dunque per l’effettuazione di analisi chimiche e micro-biologiche, è in possesso di Certificazione ISO 9001 e ISO 14001 per la consulenza in materia di sicurezza e tutela dell’ambiente, per la certificazione dei sistemi di gestione volontari; gestione e manuten-zione di impianti di depurazione acque; laboratorio di analisi chimi-che, microbiologiche ed alimentari; servizio di medicina ed igiene del lavoro.

SEA è riconosciuta, su tutto il territorio nazionale, come partner globale nella consulenza e nella erogazione di servizi in materia di Ambiente, Qualità, Sicurezza sul lavoro ed Analisi di Laboratorio.

Stefano Ciafani e Viviana Valentini

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Con la legge Galli (L.36/94) in Italia si è sancita l’esigenza di ope-rare una profonda riforma dei Servizi Idrici con l’obiettivo di su-perare l’estrema frammentazione delle gestioni, integrare anche

funzionalmente il ciclo delle acque associando in maniera vincolante acquedotto, fognatura e depurazione, favorire gli ingenti investimenti necessari e rendere più efficienti le gestioni informandole ad un approc-cio industriale. In conseguenza, dal 1997 anche in Campania è stato disposto che i Servizi Idrici da fornire ai cittadini fossero organizzati unitariamente in territori vasti, i cosiddetti Ambiti Territoriali Ottimali (ATO), individuati sulla base prevalente di criteri tecnico funzionali con-nessi alle caratteristiche fisiografiche e allo sviluppo delle reti di infra-strutture idriche. In tal senso il territorio regionale è stato suddiviso in quattro ATO, “1 Calore Irpino”, “2 Napoli Volturno”, “3 Sarnese Vesuvia-no” e “4 Sele”, comprendenti ognuno comuni di più province. Oggi, co-munque, a parte la suddivisione in ATO, la riforma in Campania risulta essere rimasta al palo proprio negli aspetti fondanti: basta pensare che invece delle 4 gestioni unitarie previste (una per ogni ATO) se ne con-tano ancora ben oltre 200 solo considerando l’acquedotto (tabella 1)!

ATO Comuni Gestori di Acquedotto % frammentazione

1 Calore Irpino 195 44 (di cui 39 comunali) 22%

2 Napoli Volturno 136 92 (di cui 86 comunali) 67%

3 Sarnese Vesuviano 76 1 (di cui 0 comunali) 0%

4 Sele 144 81 (di cui 76 comunali) 56%

Tot Campania 551 218 (di cui 201 comunali) 39%

Questa estrema frammentazione costituisce causa di forte pregiudizio al conseguimento di adeguati livelli qualitativi e quantitativi del Servizio Idrico, nonché alla relativa efficacia, efficienza ed economicità. A complicare le cose ci si è poi messa la previsione, recata nella legge finanziaria regionale del 2007, della divisione di uno degli ATO, il “2 Na-poli Volturno”, in due distinti ulteriori ATO in corrispondenza del limite amministrativo delle province interessate di Napoli e Caserta, contrad-dicendo così il principio fondamentale della integrazione territoriale e funzionale (vedi figura in basso).

Attualmente, quindi, in Campania sono presenti, almeno formalmente, cinque ATO. Solo per i quattro ATO originari è stato tuttavia predisposto il Piano d’Ambito, cioè lo strumento previsto dalla normativa per definire: il modello gestionale e organizzativo, il piano finanziario degli investimenti, il programma degli interventi e i tempi di attuazione, la tariffa e la relativa ar-ticolazione, gli obiettivi e gli standard di qualità del Servizio Idrico. Piani tra l’altro non più aggiornati dalla prima stesura risalente al 2003.

L’acqua potabile in CampaniaDalla legge Galli alla Legge n.42 del 2010. Lo stato dell’arte dell’acqua potabile nel territorio regionale

tabella n.1 - Suddivisione in ATO del territorio regionale - elaborazione Legam-biente Campania su dati Piani di Ambito e Gestori

Giancarlo Chiavazzo

Solo in due dei quattro ATO è stata af-fidata, seppure parzialmente, la gestio-ne del Servizio Idrico Integrato, cioè si è individuato il soggetto attuatore del Piano d’Ambito. In tutti i casi, comun-que, la comparazione delle prestazioni che si rilevano sia sul fronte acquedot-tistico che fognario-depurativo non la-scia dubbi sul fatto che risulta ancora lontana la gestione unitaria dei Servizi Idrici e il conseguimento degli auspi-cati obiettivi di razionalizzazione degli usi della risorsa. Dulcis in fundo, nel frattempo, a peggiorare la situazione è sopraggiunta la Legge dello Stato n. 42 del 2010 con la quale si è disposto che gli Enti d’ATO, cioè i soggetti pubblici a cui era demandato di amministrare i Servizi Idrici, fossero soppressi.

6 - T.V.B. ti voglio bere! - Stili di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di Caserta

Page 7: T.V.B. ti voglio bere!

Quindi, ogni campano risulta disporre mediamente di circa 427 litri di acqua al giorno per l’uso idropotabile, una quantità de-cisamente di tutto rispetto. Purtroppo, quest’acqua non arriva tutta utilmente a destinazione in quanto si verificano rilevanti perdite di rete, sia reali, cioè dovute a rotture delle tubature e a sfiori da serbatoi, che per mancata fatturazione, come nel caso delle utenze pubbliche e degli allacci abusivi, che nel complesso ammontano a circa il 40% dei volumi immessi in rete. Entrambe le tipologie di perdite sono estremamente deleterie e se ne è chia-ro il motivo per quelle reali non lo è analogamente per quelle con-nesse alla mancata fatturazione. Per esse, infatti, occorre pensa-re che non agisce alcun disincentivo, come la tariffa, al consumo dissipativo della risorsa. D’altro canto è anche per tali motivi che continuano ad essere significative le evenienze di irregolarità nella erogazione, soprat-tutto nei periodi estivi in concomitanza della maggiore richiesta idrica. In Regione nel 2009 oltre il 14% delle famiglie risulta aver lamentato irregolarità nella erogazione dell’acqua (ISTAT - “La vita quotidiana 2009”).

- Trasferimenti totale

Trasferimenti idropotabile

Trasferimenti irriguo

Flussi Mm3/anno

m3/s Mm3/anno

m3/s Mm3/anno

m3/s

Molise > Campania 106.7 3.38 106.7 3.38 0.0 0.0

Lazio > Campania 114.5 3.63 114.5 3.63 0.0 0.0

Campania > Puglia 217.4 6.89 177.7 5.64 39.7 1.26

Campania > Basilicata 16.1 0.51 5.0 0.16 11.1 0.35

Molise > Puglia 106.6 3.38 61.0 1.93 45.6 1.45

Basilicata > Puglia 270.3 8.57 211.0 6.69 44.3 1.40

Basilicata > Calabria 11.1 0.35 1.9 0.06 9.2 0.29Uso IdropotabileVolumi prodotti alle fonti regionali: 866,0 Mm3/anno (27,46 m3/s)Volumi trasferiti in regione: 221,2 Mm3/anno (7,01 m3/s)Volumi trasferiti fuori regione: 182,7 Mm3/anno (5,79 m3/s)Disponibilità in regione: 904,5 Mm3/anno (28,68 m3/s)

tabella n.2 - Acqua potabile in Campania - Elaborazione Legambiente Cam-pania su dati Piano di Gestione del Distretto Idrografico dell’Appennino Me-ridionale

Passando alla qualità, si può affermare che dai rubinetti dei campani fuoriesce in gene-rale acqua potabile, che presenta cioè ca-ratteristiche conformi ai limiti disposti dalla normativa vigente in materia di acque de-stinate al consumo umano. Un’eccezione è invece rappresentata dal caso di 14 comu-ni dell’Area Vesuviana per i quali da anni sono adottate deroghe ai limiti del parametro Fluoro, presente in eccesso in ragione delle caratteristiche geologiche dell’area di produ-zione dell’acqua. Per risolvere il problema si dovrà attendere il completamento di una se-rie di interventi, in corso di realizzazione, che consentiranno la miscelazione delle acque locali con altre di diversa origine e quindi di mantenere sotto i valori limite la presenza del Fluoro. Sempre in termini di qualità, un’altro aspetto di estrema importanza è sicuramente quello della gradevolezza dell’acqua di rubi-netto, visto che purtroppo risulta talora in-sufficiente a causa della presenza di caratteri organolettici, quali torbidità, colore, odore o sapore, indesiderati. Queste disfunzioni van-no in generale imputate alla inadeguatezza delle reti di trasporto, sia quelle pubbliche (acquedotti) che quelle private (domestiche), e/o dei processi di potabilizzazione a cui sono sottoposte le acque. Le ottime acque alle sor-genti possono infatti modificare sensibilmen-te le caratteristiche organolettiche lungo il percorso che compiono fino al rubinetto. Per ovviare occorre provvedere al rinnovamento delle condutture vetuste e di scarsa qualità e all’aggiornamento degli impianti di potabi-lizzazione, la cui gestione deve inoltre essere affidata a personale con elevata competenza e adeguatamente organizzato. Per ottenere ciò è necessario far ripartire il settore idrico e re-alizzare gli importanti investimenti necessari. Come già detto, il fatto che i Servizi Idrici e la relativa riforma permangono in uno stato di stallo tende inesorabilmente ad allontanare il conseguimento degli obiettivi di qualità au-spicati e quindi anche la possibilità di dispor-re al rubinetto di acqua non solo potabile ma anche gradevole. Così, la più emblematica e al contempo paradossale conseguenza sta nel (eccessivo) ricorso alle acque in bottiglia, con quantità pro capite consumate che collocano l’Italia tra le prime nazioni al mondo.

Qualità delle acque campaneLa Campania risulta disporre di ottime fonti di approvvigiona-mento per fini idropotabili, essendo esse in prevalenza di origine sotterranea. Al riguardo, inoltre, la Regione si configura come “snodo”, poiché, oltre alla produzione endogena, si realizzano im-portanti trasferimenti idrici da e verso di essa. La Campania è infatti “creditrice” di acqua nei confronti della Puglia e, margi-nalmente, della Basilicata, mentre è “debitrice” nei confronti del Lazio e del Molise (Tabella 2).

6 - T.V.B. ti voglio bere! - Stili di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di Caserta Stili di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di Caserta - T.V.B. ti voglio bere! - 7

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Il territorio della Provincia di Caserta si estende su una superficie di circa 264 mila ettari ed è suddiviso in 104 comuni, con una popolazione residente pari a 897.820 unità. La popolazione residente si distribuisce in 4 ambiti in-sediativi in maniera disomogenea: l’87% circa si con-centra negli ambiti di Caserta (47%), Aversa (29%) e del Litorale Domitio (11%); il restante 13% è distribuito nei territori collinari di Teano, Mignano Monte Lungo e Piedimonte Matese (Istat ultimo censimento).

Risultano sul territorio della Provincia di Caserta:- n. 2 autorità di bacino operanti, l’Autorità di bacino nazionale “Liri, Garigliano e Volturno” che interessa il territorio nord occidentale, per un totale di 79 comuni; l’Autorità di bacino regionale “Nord Occidentale della Campania” che interessa la porzione Sud del territorio della Provincia, per un totale di 25 comuni;- n. 3 comunità Montane (Comunità Montana Zona del Matese, Comunità Montana Zona Monte Santa Croce, Comunità Montana Zona Monte Maggiore ) che riuni-scono 42 comuni; - n. 3 Consorzi di Bonifica ( Consorzio di Bonifica Au-runco, Consorzio di Bonifica Bacino inferiore del Vol-turno, Consorzio di Bonifica Sannio Alifano);- n. 2 Ambiti Territoriali Ottimali operanti: A.T.O. 2 Napoli-Volturno, A.T.O. 5 Terra di Lavoro (inizialmente incluso nell’ATO 2).

Nel complesso le aree montuose ricoprono l’8,7% del territorio, quelle collinari il 56,3% e quelle pianeggian-ti il 35,0%. L’altimetria del territorio varia dalla quota marina ai circa 1.500 m s.m. del massiccio del Matese. Procedendo da Nord verso Sud, il territorio è caratte-rizzato dalla presenza di numerosi rilievi montuosi, sia nella parte orientale (Monti del Matese, Monte Gallo), che in quella occidentale (Monte Sammucro, Monte Le-onardo, Monte Cesima). Procedendo verso Sud, nella parte orientale i rilievi degradano dolcemente nella pia-na di Alife-Alvignano-Caiazzo che termina in prossimi-

3. Orografia del Territorio

figura n.1 - Ambiti Insediativi Fonte: “Piano territoriale di coordi-namento provinciale – Rapporto Ambientale” del Gennaio 2010 della Provincia di Caserta

1. Inquadramento amministrativo

L’acqua in Provincia di CasertaUn territorio ricco, vasto, complesso e geomorfologicamente disomogeneo

Giovanni D’Errico

2. competenze in materia di risorsa idrica e difesa del suolo

figura n.2 - Autorità di bacinono Liri-Garigliano-Volturno (viola) e Campania Nord Occidentale (verde) dal “Piano territoriale di coordinamento provinciale – Rapporto Ambientale” del Gennaio 2010 della Provincia di Caserta

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tà dai rilievi di Monte Maggiore e Monte Maiulo; nella parte occidentale il territorio permane accidentato, a causa della presenza del massiccio di Roccamonfina e del Monte Massico, che giunge quasi ad affacciarsi sul mar Tirreno. Muovendosi ancora verso sud il paesaggio muta drasti-camente: la presenza di rilievi montuosi risulta confi-nata nella sola parte più orientale (Monte Durazzano, Monte Tifata, collina di Cancello); mentre la restante parte del territorio appare pianeggiante (Piana del Bas-so Volturno).

nella pagina accanto una foto di Lago di Gallo Matese

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Il fiume Volturno Con i suoi 6.342 km di superficie rappresenta, a livello nazionale, il sesto bacino idrografico per estensione, e l’undicesimo per lunghezza (175 km). Il fiume Volturno nasce nel versante sud orientale del Monte Mentuccia, nell’Appennino abruzzese, si svilup-pa attraversando i territori delle province di Campobas-so, Benevento e Caserta anche se il suo bacino imbri-fero completo interessa anche le regioni Lazio e Puglia.Lungo il suo percorso il fiume riceve l’apporto di nume-rosi affluenti, tra i quali i torrenti Torano e Titerno ed il principale affluente il fiume Calore Irpino. A valle di tale confluenza il Volturno defluisce verso Sud Ovest e sbocca nella pianura costiera, attraversa il comune di Capua e scorre costeggiando i centri abitati di S.Maria La Fossa, Grazzanise e Cancello ed Arnone. Il fiume sfocia nel mar Tirreno, nel territorio comunale di Castel Volturno.

Il fiume Liri-GariglianoIl reticolo idrografico del Garigliano è costituito da due aste fluviali principali: i fiumi Liri e Gari, dalla cui confluenza origina il fiume Garigliano. Il fiume Liri nasce dal versante settentrionale dei Monti Simbruini (Abruzzo) e, dopo aver percorso 120 km, si unisce al Gari, che proviene dai rilievi delle Mainarde e con il nome di Garigliano percorre i 38 km che lo sepa-rano dal Golfo di Gaeta (Mar Tirreno), segnando parte del confine regionale tra Lazio e Campania. Il reticolo idrografico del fiume Liri-Garigliano è costitu-ito dai seguenti corsi d’acqua: Sistema Fucino-Gioven-co; Sacco; Cosa; Melfa; Peccia; Fibreno, Rapido-Gari.

Il canale Agnena L’Agnena nasce nell’omonima frazione del comune di Vitulazio (Ce). Lungo un percorso di circa 30 km, solca in direzione Est-Ovest la piana situata in destra idro-grafica del Fiume Volturno, attraversando i comuni di Vitulazio, Pignataro Maggiore, Francolise, Grazzanise, Falciano del Massico, Cancello ed Arnone, Mondragone e Castelvolturno. Il fiume sfocia nel mar Tirreno, presso Torre di Pescopagano nel territorio di Castel Volturno.

Il fiume Savone Nasce sul versante Nord Est dell’edificio vulcanico di Roccamonfina; l’asta principale è lunga circa 42 km ed attraversa i comuni di Roccamonfina, Teano, Fran-colise, Carinola, Sessa Aurunca e Modragone. Il fiume sfocia nel Mar Tirreno in corrispondenza del comune di Mondragone.

I Regi LagniIl bacino sottende un’area molto vasta, compresa tra il bacino del Volturno, i Campi Flegrei, il versante set-tentrionale del Vesuvio ed i Monti di Avella, solcando a monte l’area montana e pedemontana del compren-sorio del nolano, prima di giungere nella piana con il Canale dei Regi Lagni. Dopo un percorso di circa 55 km attraverso le aree acerrana, casertana ed aversana, sfocia nel Mar Tirreno, poco più a Sud della foce del Volturno. Lungo il percorso esso raccoglie le acque di diversi lagni e canali i quali drenano le acque scolan-ti dai versanti circostanti, costituendo l’unico recapito delle acque meteoriche ricadenti sul territorio di ben 126 Comuni.

4. Idrografia del territorio: le cinque arterie

Le principali sorgenti sono ubicate ai margini dei rilievi carbonatici appenninici, essendo esse alimentate dagli stessi, e costituendone l’affioramento della loro falda basale in prossimità di ostacoli alla libera circolazione idrica sotterranea: Sorgente di Sant’Agata o Torcino, Sorgenti del gruppo Pratella, Sorgente Maretto e Tora-no, Sorgente Triflisco, Fronte acquifero di Monte Gallo, Sorgente Santa Sofia.

I principali pozzi: Campo pozzi S. Sofia (Castel Morrone), Campo Pozzi Ponte Tavano I (Maddaloni), Campo Pozzi Cancello (San Felice), Campo Pozzi di Montemaggiore (Pontelatone), Campo Pozzi Ponte Tavano II (Maddalo-ni), Campo Pozzi S. Giulianeta I (Teano), Campo Pozzi II S. Giulianeta II 3 (Teano), Campo pozzi di S. Pietro Ad Montes (Caserta), Campo Pozzi Vitulazio, Campo Pozzi in Località Zappativa (Rocca D’Evandro), Pozzo S. Iorio (Capua), Pozzo Coccogna (Casagiove), Pozzo Comunale (San Felice a Cancello), Pozzo Tuoro (Caserta), Pozzo Marzanello (Vairano), Pozzo Vaccheria (Caserta).

5. Le sorgenti e i pozzi

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Fu realizzato nel 1885 e costituisce tuttora una del-le principali fonti di approvvigionamento della città di Napoli, adducendo le acque delle sorgenti Serino, del gruppo sorgentizio Acquaro e Pelosi, ed Urcinoli. Il ca-nale del Serino ha origine a quota 323 m.s.l.m. e dopo circa 64 km raggiunge la collina di Cancello, ove giun-gono anche le acque dell’Acquedotto Campano e quelle emunte dai campi pozzi di Ponte Tavano I e II. Lungo il canale a pelo libero si innestano varie diramazioni per l’alimentazione dei Comuni di Atripalda, Paolisi, Arpa-ia, Forchia, Arienzo, S. Maria a Vico, S. Felice a Cancel-lo dell’Acquedotto Vesuviano.

L’Acquedotto della Campania Occidentale

I sistemi acquedottisticiGli schemi acquedottistici presenti nella Provincia di Caserta

Fu pensato per provvedere integralmente alle necessità idriche di 71 Comuni delle province di Napoli e Caserta, per una popolazione di circa 3.800.000 abitanti. L’ac-quedotto attinge le sue risorse in tre diverse regioni: Campania, Lazio e Molise. Il territorio di competenza diretta dell’A.C.O. può individuarsi nell’area campa-na compresa tra la città di Napoli, il litorale Domitio e Massicano, la provincia di Caserta, ad esclusione dell’alta valle del Volturno. L’Acquedotto, muove dal Lazio con la captazione iniziale dalla sorgente del Gari ed il prelievo dalle falde del Peccia e di Sammurco; a queste si aggiungono le acque della sorgente Molisana di San Bartolomeo e quelle dei campi Pozzi di Monte-maggiore, San Prisco e Santa Sofia, fino a terminare ai serbatoi di San Prisco posti a Nord di Caserta per una portata complessiva massima di circa 7900 lt/sec. Dai serbatoi di San Prisco si derivano le condotte principali ed importanti per l’alimentazione idropotabile della Cit-tà di Napoli, e di gran parte dei comuni casertani posti a Nord del capoluogo. Durante il percorso da Cassino a S. Prisco è prevista la diramazione per l’alimentazione dell’area Domitiana e Massicana, mentre la portata che raggiunge il nodo di S. Prisco si divide in quattro grandi condotte principali che alimentano i serbatoi di Capodi-monte e Scudillo dell’Acquedotto di Napoli ed i serbatoi dell’Acquedotto Campano di S. Clemente e di Melito.

L’Acquedotto di Roccamorfina

L’Acquedotto del Matese

L’Acquedotto Campano

L’Acquedotto del Serino

Muove dal Molise alimentato dalle sorgenti del fiume Biferno, che lungo il percorso, in corrispondenza del-la vasca di Auduni, sono integrate dalle acque captate dalle sorgenti del Torano e del Maretto in agro di Pie-dimonte Matese. Il sistema, termina il suo percorso ai serbatoi di San Clemente (Ce), dai quali si diramano una serie di grandi condotte per l’alimentazione dei ser-batoi di distribuzione della Città di Napoli, della Zona Flegrea, delle isole di Procida e Ischia e l’area Vesuvia-na, quest’ultima interconnessa con lo schema dell’Ac-quedotto del Sarno. Sempre a questo acquedotto, ap-partiene il cosiddetto Nodo di Cancello, costituito da un complesso di tre campi pozzi Pontetavano I, Pontetava-no II, Pelvica che alimentano la Centrale di Sollevamen-to di Cancello a servizio di un sistema di Serbatoi di distribuzione, che alimentano la Città di Napoli, la zona Sarnese e l’area Vesuviana. Sono alimentati essenzial-mente dall’Acquedotto Campano: l’Acquedotto di Terra di Lavoro e l’Acquedotto Aversano.

Alimenta otto Comuni della provincia di Caserta: Ca-priati al Volturno, Ciorlano, Fontegreca, Gallo, Prata Sannita, Letino, San Gregorio Matese, e Castello d’Ali-fe. L’approvvigionamento avviene mediante le sorgenti Molini e Letino, lo schema acquedottistico ha una lun-ghezza di circa 19 km.

L’Acquedotto della Media Valle del Volturno

L’Acquedotto di Terra di Lavoro

L’Acquedotto Aversano

Serve cinque Comuni della provincia di Caserta: Caia-niello, Conca della Campania, Marzano Appio, Rocca-morfina, Tora e Picilli. È approvvigionato dalle sorgenti Cerchiara I, II e III, Ortali, Vallamati nell’area di Roc-camonfina. L’Acquedotto di Campate e Forme è un si-stema idrico gestito dall’E.R.I.M. (Ente Risorse Idriche Molisane) che serve alcuni Comuni della regione Moli-se e che alimenta i Comuni della provincia di Caserta: Mignano Montelungo e San Pietro Infine. Esso viene alimentato dalle sorgenti del Volturno.

Serve tredici Comuni della provincia di Caserta: Ai-lano, Alife, Alvignano, Baia e Latina, Castel di Sasso, Dragoni, Formicola, Liberi, Pietravairano, Raviscanina, San Gregorio Matese, San Potito Sannita, Sant’Angelo di Alife. L’alimentazione principale dell’acquedotto av-viene dalle sorgenti del Torano e Maretto, dalle quali si dipartono tre diramazioni. La prima alimenta la stazio-ne di sollevamento a servizio di Castello del Matese e poi con un successivo sollevamento il serbatoio di San Gregorio Matese. La seconda alimenta mediante un sol-levamento le acque dei serbatoi di San Potito Sannitico. La terza derivazione dà luogo a due condotte, di cui la prima va ad alimentare il serbatoio ed il sollevamento di Alife, mentre la seconda serve il serbatoio di Dragoni.

Serve ventuno Comuni della provincia di Caserta: Bel-lona, Caiazzo, Calvi Risorta, Camigliano, Cancello Ar-none, Carinola, Casagiove, Casapulla, Castel Volturno, Curti, Francolise, Giano Vetusto, Grazzanise, Mondra-gone, Pastorano, Piana di Monte Verna, Pignataro Mag-giore, Portico di Caserta, Santa Maria la Fossa, Sapara-nise, Vitulazio. L’acquedotto si approvvigiona da quello Campano nonché da pozzi (campo pozzi di Teano) e sorgenti locali.

Alimenta diciassette Comuni ubicati lungo la zona sud della provincia di Caserta: Aversa, Carinaro, Casal di Principe, Casaluce, Frignano, Gricignano, Lusciano, Orta di Atella, Parete, San Cipriano di Aversa, San Marcellino, Succivo, Teverola, Trentola, Ducenta, Villa Literno, Casapesenna. L’Acquedotto Aversano è parte integrante dell’Acquedotto Campano, dal quale ha ori-gine, previo innesto dall’adduttrice principale.

10 - T.V.B. ti voglio bere! - Stili di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di Caserta

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TiV gliooBe er

indagine sulle abitudini di consumo dell’acqua da rubinetto tra i cittadini

della provincia di Caserta

TiVBe e

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T.V.B.

sana

facile

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2 0 d o m a n d e p e r u n a b u o n a a c q u a p u b b l i c a

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Iniziativa realizzata - dai circoli di Legambiente Geofilos Succivo, A. Petteruti Sessa Aurunca e Pietramelara - nell’ambito delle attività di ricerca del Centro di Servizi per il Volontariato della provincia di Caserta CSV Asso.Vo.Ce. 10 - T.V.B. ti voglio bere! - Stili di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di Caserta

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Il progetto parte dalla considerazione che l’acqua è una risorsa rinnovabile e quindi, per definizione, sempre disponibile purché la velocità di prelievo

non superi la velocità di riproduzione e crescita della risorsa stessa. L’acqua si rinnova continuamente at-traverso il suo ciclo naturale, tuttavia, l’inquinamento, l’incuria, la superficialità e gli sprechi hanno distorto il ciclo idrico compromettendone la sostenibilità della risorsa. Oggi, l’acqua è una risorsa sempre più preziosa e averne di buona qualità diventerà sempre più difficile.Disporre di acqua da bere è un diritto fondamentale dell’uomo ma, ancora oggi quasi 4 miliardi di persone sono a rischio per insufficienza d’acqua e ogni anno 5 milioni di persone muoiono per malattie legate alla sua scarsità o per mancanza di servizi igienico-sanitari di base. Tutto ciò accade mentre il 12% della popolazione mondiale da per scontato che l’acqua sia disponibile in ogni momento e per qualsiasi uso e/o spreco. Nel 2008 il consumo pro capite dell’acqua per uso do-mestico in Italia è 68,4 m3 per abitante, in diminuzione dell’1,9% rispetto al valore del 2007 (dati ISTAT). In tale contesto, tuttavia, la provincia di Caserta si caratte-rizza per un trend inverso rispetto alle altre province italiane: il consumo di acqua è aumentato di oltre l’8% rispetto all’anno precedente. Nel 2009 continua la diminuzione dei consumi a livello nazionale, che risultano pari a 68,1 m3 (186,6 litri), segnando un decremento dello 0,7% rispetto al valore del 2008. A livello provinciale è stata registrato un con-sumo medio giornaliero di 60,2 m3 per abitante ed un decremento del 3,6% sull’anno precedente. Nonostante la contrazione dei consumi di acqua che si è verificata negli ultimi anni e che testimonia una mag-giore attenzione all’utilizzo della risorsa idrica, a livello europeo ci distinguiamo negativamente per la quantità di acqua potabile consumata. A tutto ciò si aggiunge la scarsa fiducia dei cittadini nella qualità dell’acqua da rubinetto, che genera un al-tro primato del quale certamente non andare fieri: sia-mo i maggiori consumatori di acqua in bottiglia.

Il progetto di ricerca “Ti voglio bere!” nasce con l’obiettivo di analizzare i profili comportamentali dei cittadini della provincia di Caserta in relazione al consumo della risorsa acqua e di approfondire le relazioni esistenti tra i modelli di consumo, gli stili di vita e le attitudini verso le tematiche ambientali.

La sfiducia nella qualità dell’acqua di rubinetto deri-va principalmente dalla mancanza di informazioni sui controlli e sulle severe normative che disciplinano il settore delle acque potabili. Tuttavia, contribuiscono ad incrementare la sfiducia dei cittadini gli esiti delle operazioni delle forze dell’ordine (vedi operazione “ac-que chiare” della G. F. e del Tribunale di S. Maria C.V.) che hanno svelato un perverso sistema di intrecci tra illegalità – corruzione – inquinamento – mancanza di controlli, che ha portato lo scorso maggio 2010 a 26 arresti e il sequestro di diversi impianti di depurazione. Inoltre, con cadenza quasi quotidiana la cronaca ci ri-porta casi in cui le autorità vietano l’utilizzo dell’acqua da rubinetto per usi alimentari: emblematico è stato il “caso” dei metalli pesanti scoperti dalle analisi della U.S.Navy presso le abitazioni del casertano alimentate da pozzi locali; non ultimo il recente manifesto del Co-mune di S.Nicola La Strada che intima di non utilizzare le acque dai pozzi in zona Saint Gobain a Caserta in quanto inquinate da arsenico e altri metalli pesanti. Per reagire a questa tendenza diventa necessaria una corretta informazione sulla qualità dell’acqua che scor-re dai rubinetti delle nostre case. Il cittadino, infatti, ha il diritto di conoscere la composizione chimico fisica dell’acqua che beve ma ha il dovere di attivare un cam-biamento di rotta rispetto agli attuali livelli di consumo, deve essere consapevole della scarsità della risorsa ac-qua e adottare un nuovo stile di consumo orientato alla responsabilità. Per il raggiungimento degli obiettivi prefissi, il progetto è stato articolato in due attività principali: • la realizzazione di un’indagine diretta ad un campione di 600 cittadini della provincia di Caserta; • il prelievo e l’analisi di 20 campioni d’acqua in zone diverse della provincia, realizzato da una società specializzata.Le attività progettuali hanno evidenziato importanti ri-sultati: l’indagine diretta ha permesso di analizzare le abitudini dei cittadini in relazione alla risorsa acqua, mentre l’attività di analisi dell’acqua del rubinetto ha consentito di individuare le caratteristiche qualitative dell’acqua e la conformità alle disposizioni legislative. I dati raccolti, di seguito dettagliati, rappresentano un punto di partenza fondamentale per costruire delle li-nee guida utili alla realizzazione di una campagna edu-cativa sull’uso responsabile dell’acqua di rubinetto.

Perchè una ricerca si chiama T.V.B.

Paola Pascale

1 dalla pagina a lato - L’analisi dei fattori ha come scopo l’identificazione di una struttura sottostante ad un insieme di variabili osservate. Il suo uso implica lo studio di correlazioni tra variabili allo scopo di trovarne un nuovo insieme, di dimensioni minori rispetto a quello delle variabili originarie, che esprima ciò che è in comune fra le variabili originarie stesse. Si cerca quindi di “condensare” e “ridurre” i dati, cercando di perdere la minore quantità possibile d’informazione. L’obiettivo dell’analisi dei fattori è quello di identificare i fattori non direttamente osservabili sulla base di un insieme di variabili osservabili. L’assunzione di base è che i fattori, ovvero le dimensioni sottostanti, possano essere usati per la spie-gazione di fenomeni complessi.

12 - T.V.B. ti voglio bere! - Stili di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di Caserta

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Per la realizzazione del progetto è stata eseguita un’in-dagine diretta. La raccolta dei dati è stata effettuata mediante la somministrazione di un questionario, at-traverso la tecnica d’intervista diretta “face to face” ad un campione di 600 cittadini residenti nella provincia di Caserta. La predisposizione del questionario è sta-ta preceduta, in primo luogo, da un’analisi desk sullo stato dell’arte delle indagini già realizzate in altri conte-sti geografici, sulle abitudini di consumo della risorsa acqua e sulla percezione della qualità dell’acqua di ru-binetto. Successivamente, la realizzazione di un focus group ha permesso l’esplicitazione dei fabbisogni dei cittadini in relazione al consumo d’acqua. Al focus hanno partecipato dieci persone, tra cui un rappresentante dei circoli Legambiente, un moderato-re/ricercatore, alcuni cittadini e giovani, in qualità di consumatori. I risultati del focus group hanno permes-so di realizzare una prima versione del questionario, il cui processo di validazione e la costruzione della ver-sione definitiva dello stesso sono stati articolati in due step successivi. Dapprima, il questionario è stato vali-dato dai partner del progetto, ossia i rappresentanti dei Circoli Legambiente - Geofilos di Succivo, A. Petteruti di Sessa Aurunca e di Pietramelara – e successivamente è stato sottoposto ad un test pilota, attraverso la sommi-nistrazione dello stesso ad un campione di 30 cittadini. L’obiettivo del test pilota è identificare le criticità del questionario, capire se le domande siano comprensibili e/o ridondanti ed, eventualmente, modificarle. L’attività di rilevamento dei dati è stata preceduta da una fase di “formazione” dei rilevatori, attraverso la re-alizzazione di un seminario informativo sulle finalità del progetto e sulla tecnica d’intervista diretta. La somministrazione dei questionari è stata effettuata nel periodo compreso tra Gennaio e Marzo 2011.

L’indagine demoscopica

Le interviste sono state condotte in giorni diversi del-la settimana, in differenti fasce orarie e presso diversi punti delle città della provincia di Caserta. In particola-re, in alcune occasioni di somministrazione, sono stati predisposti degli stand informativi dai volontari di Le-gambiente, durante i quali oltre alla somministrazione del questionario, era prevista la distribuzione, a titolo gratuito, di materiale informativo e di un kit “risparmio acqua”, consistente in un frangigetto da applicare al rubinetto di casa. Il questionario è stato somministrato secondo uno schema casuale: i cittadini si sono sotto-posti volontariamente e a titolo gratuito all’intervista. Al termine dell’intervista, il rilevatore ha consegnato agli intervistati una brochure informativa sul rispar-mio d’acqua. Il questionario è strutturato in 30 doman-de, organizzate in 5 sezioni. Le domande sono a rispo-sta sia chiusa che aperta e, per lo studio di particolari variabili è stata utilizzata la scala di Likert a 4 livelli. In particolare, a parte una domanda iniziale di contat-to, la prima sezione (dom. 2 – 4) include domande sui consumi d’acqua relativi alle diverse attività domesti-che quotidiane al fine di verificare se i cittadini hanno una corretta percezione e se sono consapevoli dei volu-mi d’acqua di rubinetto effettivamente consumati ogni giorno per i diversi usi domestici. La seconda sezione del questionario (dom. 5 – 11) ri-guarda il consumo di acqua da bere (in casa) e le moti-vazioni al consumo dell’acqua di rubinetto e dell’acqua confezionata. Tale sezione, inoltre, include domande sulle caratteristiche dell’acqua di rubinetto e ciò al fine di determinare i giudizi dei cittadini. Un’ ulteriore sezione (dom. 13 – 14) è volta a verificare la conoscenza dei consumatori della campagna referen-daria “L’acqua non si vende”, il cui fine è promuovere tre referendum abrogativi di tutte le norme che hanno privatizzato l’acqua in Italia. La quarta sezione (dom. 15 – 19) si focalizza sull’acqua confezionata e sulle deter-minanti all’acquisto al fine di determinare gli attributi rilevanti nella scelta dell’acqua minerale confezionata e la conoscenza degli elementi riportati in etichetta. Infine, l’ultima sezione (dom. 20 – 30) riguarda dati re-lativi all’età, al grado d’istruzione, alla professione, ai componenti del nucleo familiare, al reddito e allo sti-le di vita, al fine di inquadrare il livello socioculturale e socioeconomico dei cittadini intervistati. Le risposte sono state informatizzate in un unico database realiz-zato appositamente mediante i tool on-line di google forms. Le risposte sono state codificate numericamente ed elaborate mediante l’impiego del software statistico SPSS 15.0. L’analisi dei dati è stata svolta in due fasi: la prima, di natura puramente descrittiva, ha previsto una lettura della frequenza delle risposte; la seconda fase di analisi è stata condotta utilizzando le tecniche statistiche multivariate. In particolare, l’Analisi per Componenti Principali (1), Factor Analysis, è stata impiegata per verificare l’esi-stenza di variabili latenti in grado di riassumere l’in-formazione derivante dai giudizi dei consumatori sul livello d’importanza relativo a diverse variabili. Il metodo utilizzato è l’ACP con rotazione dei fattori varimax. Infine, si è provveduto all’individuazione dei diversi profili dei consumatori, attraverso l’analisi dei gruppi, Cluster Analysis (2), che fornisce una divisione in gruppi di un collettivo di osservazioni seguendo il criterio generale di massimizzare sia l’omogeneità in-terna al gruppo sia l’eterogeneità tra i gruppi.

L’analisi è stata condotta sullo studio dei comportamenti dei cittadini riguardo il consumo dell’acqua di rubinetto al fine di giungere ad una segmentazione della domanda.

Obiettivo dell’indagine è fornire una risposta alla se-guenti domande: Qual è la percezione sul livello di consumo della risorsa acqua? I cittadini si fidano dell’acqua del rubinetto? I cittadini sono informati dei controlli sull’acqua di rubi-netto? Qual è l’orientamento dei cittadini riguardo il referendum sull’acqua? Qual è il livello di sensibilità al tema del risparmio idrico?

L’obiettivo ultimo è quello di fornire delle indicazioni utili ai policy maker per promuovere un nuovo approc-cio al consumo dell’acqua, più consapevole e maggior-mente orientato alla responsabilità nell’uso della risor-sa. Ciò attraverso la predisposizione di linee guida per la corretta impostazione di specifiche azioni di comuni-cazione, finalizzate all’educazione al consumo sosteni-bile della risorsa acqua, con particolare attenzione alle fasce più giovani della popolazione.

ii. La metodologia utilizzata

i. Gli obiettivi della ricerca

12 - T.V.B. ti voglio bere! - Stili di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di Caserta Stili di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di Caserta - T.V.B. ti voglio bere! - 13

2 Tale tecnica di segmentazione si propone di individuare, all’interno di una popolazione eterogenea, dei sottogruppi omogenei, caratterizzati da similarità tra gli elementi all’in-terno dei gruppi e da elementi di differenziazione tra gruppo e gruppo. Perché ciò sia possibile, vi deve essere una sufficiente eterogeneità tra gli elementi di differenziazione tra gruppo e gruppo. Partendo da dati classificati secondo un numero elevato di variabili, l’obiettivo della Cluster Analysis è quello di individuare gruppi omogenei (cluster) di dati in base ai valori di queste variabili. L’omogeneità (o similarità) dei dati è definita in base alla loro distanza sullo spazio multidimensionale (le cui dimensioni sono definite dalle variabili considerate). Le tecniche per raggruppare i dati in cluster sono numerose, per il presente studio è stato utilizzato il metodo delle k medie, particolarmente utile quando il numero delle variabili e soprattutto dei casi è molto elevato.

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I risultati dell’analisi descrittiva

Il campione intervistato, in relazione al sesso, si di-stribuisce equamente tra donne (51%) e uomini (49%). Riguardo l’età, si rileva una maggiore concentrazione nelle classi 41-50 e 51-60 che hanno riportato rispet-tivamente il 23,17% e il 22%. I giovani fino a trenta anni rappresentano oltre il 20% del campione, mentre le classi 61 – 70 e oltre 70 rappresentano complessiva-mente il 13% degli intervistati (grafico n. 1).

In relazione allo stato civile, circa il 70% del campione è coniugato, contro un 27% di single. Riguardo il nucleo familiare, il 55% del campione vive in nuclei familiari molto ampi, ossia composti da quat-tro a sei persone, il 41% vive in famiglie da 1 a 3 perso-ne. Il 27% dichiara di non avere figli, mentre il 12% ha figli fino a 5 anni e il 40% ha figli oltre i 15 anni. Con riferimento alla variabile istruzione, il 53% degli intervistati dichiara di essere in possesso del diploma, mentre il 30% è laureato (tabella n. 1 a lato). Relativamente alla professione, le frequenze maggiori si registrano per impiegati (22%), insegnanti (20%) e liberi professionisti (12,5%) (grafico n.2).

1. Le caratteristiche socio-demografiche

grafico 1

grafico n.1 - distribuzione % del campione per classi di età

grafico n.2 - distribuzione % del campione per impiego

tabella n.1 - caratteristiche socio-demografiche del campione intervistato

variabile modalità %

sesso uomo 49

donna 51

età fino a 20 3.5

21-30 17.5

31-40 20

41-50 23

51-60 22

61-70 10

oltre 70 4

stato civile nubile/celibe 27

coniugato/a 70

separato/a o divorziato/a 3

nucleo familiare da 1 a 3 persone 41

da 4 a 6 55

oltre 6 4

età dei figli da 0 a 5 anni 12

da 6 a 10 10

da 10 a 15 11

oltre i 15 40

non ho figli 27

grado di istruzione elementare 2

media 15

diploma 53

laurea 30

reddito annuo familiare fino a 15.000 euro 25

da 15.000 a 30.000 40

da 30.000 a 45.000 10

oltre 45.000 5

non saprei 20

14 - T.V.B. ti voglio bere! - Stili di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di Caserta

Il 40% ha dichiarato un reddito annuo familiare tra i 15.000 ed i 30.000 €, mentre il 25% dichiara un reddito inferiore a 15.000 €

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Secondo la percezione dei cittadini, l’acqua è un bene da tutelare e rappresenta la fonte della vita: con tali affermazioni concordano rispettivamente il 39% ed il 37% degli intervistati, mentre per il 20% l’acqua è una risorsa di tutti e per il 4% l’acqua è una risorsa inquinata (grafico n. 3). Appare evidente che i cittadini sono consapevoli dell’esistenza di una questione di ordine etico relativa alla tutela della risorsa acqua.

2- Il rapporto tra i cittadini e l’acqua

grafico n.3 - i cittadini e l’acqua - distribuzione %

Al fine di analizzare se i cittadini posseggono una cor-retta percezione dei volumi d’acqua di rubinetto che vengono consumati ogni giorno per i diversi usi dome-stici, abbiamo chiesto di indicare quanti litri d’acqua si consumano ogni giorno in famiglia. Il 49% dei cittadini ha dichiarato che, complessivamente, ogni giorno in fa-miglia si consumano dai 100 ai 400 litri d’acqua, men-tre il 20% ha dichiarato un consumo giornaliero che arriva fino a 700 litri. Circa 200 cittadini, pari al 25% del campione, hanno dichiarato un consumo domestico giornaliero d’acqua inferiore a 100 litri (grafico n. 4). Considerando che il consumo procapite in Italia am-monta a ben 68,1 metri cubi (dati ISTAT riferiti all’anno 2009), pari a circa 190 litri al giorno, è evidente come i cittadini della provincia di Caserta non abbiano una corretta percezione dei consumi domestici d’acqua del-la propria famiglia.

3. La percezione dei consumi d’acqua Successivamente, abbiamo segnalato una serie di at-tività domestiche ed abbiamo chiesto agli intervistati di stabilire una graduatoria da 1 a 5 indicando con il numero 1 l’attività che ha una maggiore rilevanza sui consumi d’acqua della famiglia e con il numero 5 l’at-tività meno rilevante in termini di consumo d’acqua. Come si evince dal grafico n. 5, il 36% degli intervistati ha indicato la pulizia personale (doccia, bagno, denti, ecc) al primo posto della graduatoria, come attività a cui è associato un maggiore consumo di acqua. Al secondo posto, l’attività segnalata dal 32% dei cit-tadini è fare il bucato e la lavatrice, mentre cucinare e lavare le stoviglie è stata indicata al terzo posto, regi-strando ben 176 frequenze. L’utilizzo dello scarico del gabinetto è indicato al quarto posto della graduatoria con il 35% delle preferenze; infine, l’attività meno rile-vante in termini di consumo d’acqua per quasi il 60% degli intervistati è innaffiare il giardino o l’orto.

grafico n.4 - i cittadini e l’acqua - distribuzione % grafico n.5 - le attività domestiche rilevanti per i consumi

14 - T.V.B. ti voglio bere! - Stili di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di Caserta Stili di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di Caserta - T.V.B. ti voglio bere! - 15

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Con l’obiettivo di verificare la percezione dei cittadini in relazione ai consumi d’acqua abbiamo chiesto di indi-care il consumo di acqua in litri delle seguenti attività: cucinare e lavare le stoviglie, lavatrice ciclo di lavaggio a 90 °C, lavatrice ciclo di lavaggio a 30 °C, un bagno nella vasca, una doccia di 5 minuti, azionare lo sciac-quone. La domanda era a risposta aperta, quindi è stato possibile calcolare il valore medio. L’analisi dei risultati, riportati nella tabella n. 2, ha fatto emergere chiaramen-te che la maggioranza dei cittadini non ha la minima conoscenza di quanta acqua viene consumata nello svol-gimento delle attività quotidiane. In particolare, il 48% non ha nozione di quanta acqua viene utilizzata in casa propria per cucinare e lavare le stoviglie; il 53% non è a conoscenza di quanti litri sono necessari per riempire la vasca da bagno; il 44% non ha cognizione dell’acqua necessaria per fare una doccia di 5 minuti; il 45% ignora la quantità d’acqua consumata ogniqualvolta viene uti-lizzato lo scarico del gabinetto. Inoltre, se si considerano i consumi d’acqua della lavatrice, la percentuale di co-loro che non conoscono i volumi d’acqua necessari per i diversi cicli di lavaggio arriva oltre il 60%. Allo stesso tempo, anche chi ha dichiarato di conoscere i consumi d’acqua delle diverse attività non ha una corretta per-cezione degli stessi. In particolare, secondo i cittadini, per un bagno nella vasca in media si consumano 66 litri d’acqua, mentre il consumo di una doccia di 5 minuti è di circa 30 litri. Inoltre, per cucinare e lavare le stoviglie vanno via, in media, 42 litri d’acqua. Infine, in relazione ai consumi della lavatrice, secondo gli intervistati un ci-clo di lavaggio a 90 gradi impiega circa 47 litri d’acqua mentre un lavaggio a 30 gradi consuma 40 litri.

Se si confrontano i dati relativi ai consumi d’acqua per le diverse attività è evidente come i cittadini intervistati non hanno una chiara percezione dei consumi d’acqua. In particolare, l’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto ha realizzato un volumetto informativo sul risparmio idrico (3) in cui vengono confrontati i consumi di acqua necessari per il bagno nella vasca e per la doccia. In particolare: “Il con-sumo d’acqua per un bagno può essere fino a quattro volte superiore rispetto a quello per una doccia: ovvia-mente, dipende dalla durata della doccia, tuttavia una vasca da bagno contiene 100-160 litri d’acqua, men-tre una doccia di 5 minuti fa consumare 75-90 litri ed una di 3 minuti 35-50 litri. Per un ulteriore risparmio, sono in vendita nuove doccette dotate di riduttori di portata”. Relativamente ai consumi della lavatrice, un ciclo di lavaggio a 30 °C richiede grosso modo 80 li-tri di acqua, mentre a 90°C la richiesta è praticamente doppia (dati pubblicati da municipalizzata gas/acqua di Reggio Emilia) (4) . In conclusione, l’analisi dei dati ha evidenziato che i cittadini hanno una corretta perce-zione dei consumi d’acqua solo in relazione allo scarico del wc. Questi ultimi infatti, sono pari a: 12 litri con la cassetta tradizionale a zaino; 10 litri con la vecchia cassetta in porcellana sistemata in alto; 7 – 3 litri con la cassetta a doppio pulsante (5).

Attività domestiche consumi dichiarati (media delle risposte), Litri consumi reali, Litri % Non saprei

Cucinare e lavare le stoviglie 42 48.6

Lavatrice ciclo di lavaggio a 90 °C 47 160 62

Lavatrice ciclo di lavaggio a 30 °C 39 80 60.3

Un bagno nella vasca 66 100-160 53.6

doccia di 5 minuti 30 75-90 44.5

Azionare lo scarico del gabinetto 9 3-10 45.1

tabella n.2 - media (in litri) dei consumi dichiarati, per le diverse attività domestiche e % di coloro che hanno risposto “non saprei”

7. Posiziona un accumulo per il recupero dell’acqua piovana e di-vidi gli scarichi delle acque “scure” da quelle “chiare”.8. Annaffia il giardino con acqua piovana e quella del lavaggio della verdura.

3 ARPAV: Consigli per il risparmio idrico, disponibile su: http://www.arpa.veneto.it/acqua/htm/acque_potabili_5.asp; 4 Fonte: Guida al consumo critico dell’acqua, disponibile su: www.retelilliput.org/versilia/docs/MicroguidaAcqua.pdf; 5 Fonte: progetto Water Against CLImate Change, finanziato dal programma: LIFE+ infor-mation, www.wataclic.eu.

L’accesso all’acqua è un diritto fondamentale dell’uomo

> Non aprire l’acqua al massimo e non lasciarla scorrere inutilmente è il principio base.

> Chiudi il rubinetto quando spazzoli i denti.

> Applica ai rubinetti un “aeratore” un dispositivo che miscela l’aria al flusso dell’acqua: risparmi fino al 50% d’acqua.

> Installa uno scarico del water a due carichi che usa a ogni getto 10-15 litri: risparmi 26mila litri all’anno.

> Fai la doccia (25-50 litri) anziché il bagno (150-200 litri) e risparmi almeno 100 litri d’acqua per volta.

> Sfrutta il pieno carico della lavatrice (il ciclo di lavaggio a 60° e a 30°C usa circa 60 litri) e della lavastoviglie: si possono risparmiare fino a 11.000 litri l’anno.

Migliora il tuo stile in 10 mosse

> Nelle case di nuova costruzione, posiziona un accumulo per il recupero dell’acqua piovana e dividi gli scarichi delle acque “scure” da quelle “chiare”.

> Annaffia il giardino con acqua piovana e quella del lavaggio della verdura.

> Non sprecare l’acqua potabile per il lavaggio dell’auto: utilizzando il secchio, ad ogni lavaggio risparmi circa 130 litri.

> Chiedi al tuo Comune di dotare di rubinetti antispreco tutte le fontanelle di acqua potabile.

un nuovo approccio all’uso dell’acqua

una risorsa per tutti

è una risorsa rinnovabile

sempre disponibile purché la velocità di prelievo non superi la velocità di rinnovo continuo

attraverso il ciclo naturale

l’inquinamento, l’incuria, la superficialità e gli sprechi hanno distorto il ciclo idrico e ne stanno compromettendo la sostenibilità

è sempre più preziosa e averne di buona qualità diventerà sempre

più difficile

L’acquaTiV gliooBe erTiV

Be eglio

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T.V.B.

sana

facile

convenienteleggera

controllata

ecologica

disponibilelibera

trasparente

Per reagire a questa tendenza è necessario un cambiamento di rotta dei nostri livelli di consumo con una maggiore consapevolezza della scarsità dell’acqua di qualità ed un stile di consumo responsabile.

L’accesso all’acqua è un diritto fondamentale dell’uomo

Tuttavia quasi 4 miliardi di persone sono a rischio per insufficienza d’acqua e ogni anno 5 milioni di persone muoiono per cause legate alla sua scarsità. Tutto questo mentre solo il 12% della popolazione mondiale dà per scontato che l’acqua sia disponibile in ogni momento e per qualsiasi uso e/o spreco.

Iniziativa realizzata - dai circoli di Legambiente Geofilos Succivo, A. Petteruti Sessa Aurunca e Pietramelara - nell’ambito delle attività di ricerca del Centro di Servizi per il Volontariato della provincia di Caserta CSV Asso.Vo.Ce.

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9. Non sprecare l’acqua potabile per il lavaggio dell’auto: utiliz-zando il secchio, ad ogni lavaggio risparmi circa 130 litri.10. Chiedi al tuo Comune di dotare di rubinetti antispreco tutte le fontanelle di acqua potabile.

1. Non aprire l’acqua al massimo e non lasciarla scorrere inutilmente: è il principio base.2. Chiudi il rubinetto quando spazzoli i denti.3. Applica ai rubinetti un “aeratore” un dispositivo che miscela l’aria al flusso dell’acqua: risparmi fino al 50% d’ac-qua.4. Installa uno scarico del water a due carichi che usa a ogni getto 10-15 litri: risparmi 26mila litri all’anno.5. Fai la doccia (25-50 litri) anziché il bagno (150-200 litri) e risparmi alme-no 100 litri d’acqua per volta.6. Sfrutta il pieno carico della lavatri-ce (il ciclo di lavaggio a 60° e a 30°C usa circa 60 litri) e della lavastoviglie: si possono risparmiare fino a 11.000 litri l’anno.

Migliora il tuo stile in 10 mosse!un nuovo approccio

all’uso dell’acqua

16 - T.V.B. ti voglio bere! - Stili di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di Caserta

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Lo stile di vita

I dati riguardanti le variabili dello stile di vita nel com-plesso dimostrano che i cittadini intervistati adottano dei comportamenti responsabili dal punto di vista am-bientale e sociale: effettuano la raccolta differenziata dei rifiuti (87%); utilizzano detersivi ecologici (38%); si interessano dei problemi dei paesi del sud del mondo (64%); preferiscono i prodotti a Km zero (57%); dimo-strano un elevato livello di sensibilità ai temi del rispar-mio idrico e del risparmio energetico. In particolare, se consideriamo il tema del risparmio energetico, si evincono dei risultati molto positivi: il 90% degli intervistati utilizza lampadine a risparmio energetico, l’89% preferisce acquistare prodotti con tec-nologie a risparmio energetico, come gli elettrodomesti-ci di classe A. In relazione al risparmio idrico, dall’in-dagine emerge che: l’80% nel lavare i denti o in cucina, presta attenzione a chiudere il rubinetto quando non ne ha bisogno; solo il 52% dei cittadini ha installato un frangigetto ai rubinetti di casa; il 26% possiede il dop-pio scarico del gabinetto; il 20% raccoglie l’acqua pio-vana e quella del lavaggio dell’ortofrutta per innaffiare

Dal confronto dei dati emerge che i dispositivi per il risparmio idrico, che consentono un risparmio enorme dei volumi d’acqua consumati, non sono diffusi quanto quelli per il risparmio energetico. In particolare, il frangigetto (aeratore a basso flusso) un dispositivo che miscela l’aria al flusso dell’acqua, consente di risparmiare fino al 50% d’acqua, mentre è stato calcolato che i wc predisposti al doppio scarico abbattano il consumo di acqua da 10 (valore medio) a 3 lt, con un risparmio di 7 lt. Ne deriva una importante considerazione: da un lato i cittadini hanno acquisito una consapevolezza maggiore in riferimento al tema del risparmio energetico, dall’al-tro lato sono meno sensibili al problema del risparmio idrico. Ne deriva che i comportamenti virtuosi risultano maggiormente diffusi in relazione ai consumi energetici rispetto a quelli idrici. Questo importante risultato dell’indagine suggerisce diverse implicazioni e sicuramente impone una rifles-sione sulla necessità di realizzare campagne di educa-zione e di sensibilizzazione sulla tematica del risparmio idrico e sulla sostenibilità della risorsa acqua e sull’uso responsabile di quest’ultima.

Tabella n. 3 – variabili esplicative dello stile di vita % SI % NO

Faccio andare la lavatrice solo a pieno carico 86.3 13.7

Installo i “frangigetto” nei rubinetti 52.5 47.5

Quando lavo i denti, o in cucina, chiudo l’acqua quando non ne ho bisogno 80.0 20.0

Utilizzo detersivi Ecologici 38.1 61.9

Preferisco acquistare prodotti con tecnologie a risparmio energetico (ad es: elettrodomestici classe A) 89.9 10.1

Faccio la doccia al posto del bagno nella vasca 87.5 12.5

In casa ho installato il doppio scarico del gabinetto 26.5 73.5

Raccolgo l’acqua piovana e quella del lavaggio dell’ortofrutta per innaffiare 20.4 79.6

Svolgo attività di volontariato ambientale e/o sociale 28.0 72.0

In casa utilizzo lampadine a risparmio energetico 90.0 10.0

Quando faccio la spesa sono sempre di corsa 52.6 47.4

Effettuo la raccolta differenziata dei rifiuti 87.5 12.5

Mi interesso dei problemi dei paesi del sud del mondo 64.1 35.8

All’atto d’acquisto cerco il prodotto meno caro 64.3 35.6

Acquisto solo quello che mi piace 67.9 32.1

Preferisco i prodotti pubblicizzati in tv 13.4 86.6

Al ristorante chiedo l’acqua del rubinetto 11.0 89.0

In genere, preferisco i prodotti a Km zero 56.9 43.1

una immagine della campagna di sensibilizzazione di AMIacque ATO Milano

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18 - T.V.B. ti voglio bere! - Stili di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di Caserta

Che tipo di acqua preferiscono bere i cittadini della pro-vincia di Caserta? Complessivamente, oltre l’80% degli intervistati beve l’acqua confezionata: di questi il 62% beve sempre ac-qua confezionata, mentre il 21% la beve spesso. Al con-trario, solo il 14% degli intervistati beve sempre acqua del rubinetto, mentre ben il 40% dichiara di non bere mai l’acqua del rubinetto di casa propria (grafico n.6).

3.1 Il consumo di acqua da bere

Quindi abbiamo chiesto le motivazioni della preferenza accordata all’acqua confezionata rispetto a quella del rubinetto e viceversa. I cittadini bevono acqua confezio-nata (grafico n. 7) principalmente perché ritengono sia più controllata (25%) e per l’impossibilità di bere acqua del rubinetto (25%). A tali motivazioni seguono que-stioni legate al gusto in quanto l’acqua in bottiglia ha un sapore migliore per il 15% degli intervistati, mentre l’8% beve acqua confezionata per questioni di salute. Infine, la preferenza accordata all’acqua confezionata non viene data nè a causa della pubblicità, indicata dall’1% degli intervistati, nè per la possibilità di leggere in etichetta maggiori informazioni sulla composizione; tale motivazione è indicata solo dal 7% degli intervi-stati.

Allo stesso tempo, come si evince dal grafico n. 8, i cit-tadini che bevono acqua di rubinetto la preferiscono prevalentemente perché è sempre disponibile (32%), perché è più controllata (25%) e perché è gratuita (20%). Complessivamente oltre il 10% ritiene che ha un buon sapore e un altro 12% la ritiene più sicura delle altre.

Cosa pensano i cittadini dell’acqua del rubinetto? Oltre il 40% è d’accordo con la considerazione che l’acqua del rubinetto sia di buona qualità e quasi il 70% dichiara che l’acqua del rubinetto non è pericolosa per la salute. Tuttavia, allo stesso tempo, quasi il 60% di cittadini dichiara che la composizione dell’acqua del rubinetto

grafico n.6 - quale acqua preferisco bere (a lato)

grafico n.7 - motivazioni della preferenza alla confezionata

grafico n.8 - motivazioni della preferenza all’acqua di rubinetto(a lato)

grafico n.9 - motivazioni della preferenza alla confezionata

è ignota. Inoltre, un cittadino su due dichiara che l’ac-qua del rubinetto ha un odore di cloro (6), mentre oltre il 50% dei cittadini ritiene che il servizio di erogazione dell’acqua sia poco o per nulla efficiente. Infine, quasi il 70% ritiene che le tubazioni attraverso cui passa l’ac-qua siano vecchie e/o sporche (grafico n. 9).

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6 Questa sgradevole sensazione può essere facilmente eliminata lasciando l’acqua all’interno di una brocca prima di servirla; ciò al fine di agevolare la volatilizzazione dei composti a base di cloro; 7 Per informazioni: www.zooplantlab.btbs.unimib.it;

Dal quadro appena delineato emerge un’importante considerazione: i cittadini non hanno una visione po-sitiva del servizio di erogazione dell’acqua, nonostante il fatto che la rete idrica e gli enti di controllo garan-tiscano ai cittadini una fornitura di acqua potabile in ottimo stato qualitativo e sopratutto assicurano che questa rispetti i parametri previsti dalla legge. Infatti, sebbene l’acqua che raggiunge le nostre abitazioni ven-ga controllata con minuziose analisi chimiche, fisiche e microbiologiche da diversi enti di gestione (acquedotti pubblici o privati e società di gestione), permane nel-la maggior parte delle persone un senso di insicurezza verso la qualità dell’acqua che fuoriesce dai rubinetti delle case. In particolare, anche se talvolta l’idea di avere un’ac-qua di cattiva qualità deriva dalle pessime condizioni delle tubazioni delle strutture private, una ricerca dello ZooPlantLab, Università degli Studi di Milano Bicocca, nell’ambito del progetto “Milano da Bere”, ha evidenzia-to che nella maggior parte dei casi l’acqua passa inva-riata anche la rete domestica e sgorga dai rubinetti in buono stato qualitativo (7). Successivamente, abbiamo chiesto di indicare quale è l’ente preposto alle analisi sull’acqua potabile nei Comuni. Al riguardo, la mag-gioranza dei cittadini (45%) ha indicato le ASL, mentre il 22% degli intervistati ha dichiarato di non essere a conoscenza degli enti preposti per le analisi sull’acqua potabile (grafico n. 10).A tale riguardo, è utile sottolineare che la legge vigen-te (D.l. n. 31 del 2001), oltre a stabilire i valori limite

Ad avvalorare la tesi che i cittadini non ricevano alcuna informazione sulla composizione dell’acqua e sui controlli ef-fettuati c’è l’evidenza che ben l’88% dei cittadini della provincia di Caserta non ha mai visto i risultati delle analisi sulle acque potabili del Comune di residenza. Al riguardo, l’84% dei cittadini ha dichiarato di preferire l’acqua del rubinetto se ne fosse nota l’analisi e se questa risultasse equivalente all’acqua in bottiglia (grafico n. 11).

Per completare questa sezione, abbiamo chiesto ai cit-tadini se siano favorevoli all’installazione di fontanelle pubbliche in diversi punti delle città. I risultati (grafico n. 12) evidenziano che l’82% degli in-tervistati è favorevole a tale iniziativa; di questi, in par-ticolare, il 19% le ritiene importanti, il 3% ha richiesto al proprio Comune di installare fontanelle pubbliche, il 60% auspica che siano dotate di dispositivi antispreco. Al contrario, il 14% è contrario perché ritiene che le fontanelle sprechino acqua mentre il 3% non è interes-sato all’iniziativa.

grafico n.10 - le risposte dei cittadini su chi effettua le analisi

grafico n.11 - esigenza di informazioni sulla qualità dell’acqua di rubinetto

per le diverse sostanze che possono essere presenti in acqua, definisce anche dove devono essere effettuati i controlli. In particolare, le ASL hanno il compito di eseguire quelle che sono note come “verifiche esterne”, ossia garantire la qualità dei corpi idrici per le acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile, oltre che dei punti di distribuzione. In conclusione, l’acqua che giunge alle nostre case viene controlla-ta almeno da due enti: il gestore e l’Asl.

18 - T.V.B. ti voglio bere! - Stili di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di Caserta Stili di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di Caserta - T.V.B. ti voglio bere! - 19

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20 - T.V.B. ti voglio bere! - Stili di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di Caserta

Una sezione del questionario è finalizzata ad approfon-dire il tema del consumo di acqua confezionata. A tal fine abbiamo chiesto di indicare quanto costa me-diamente l’acqua in bottiglia rispetto all’acqua di rubi-netto. Tralasciando le considerazioni per le risposte “meno co-stosa” e “hanno lo stesso costo”, emerge che il 35% de-gli intervistati considera l’acqua in bottiglia cento volte più costosa, il 21% la considera mille volte più costosa mentre un terzo degli intervistati dichiara che l’acqua confezionata costi dieci volte più dell’acqua di rubinetto (grafico n. 13). Considerando tali risposte emerge che la maggioranza degli intervistati non ha una corretta percezione dell’en-tità del sovrapprezzo dell’acqua in bottiglia rispetto a quella di rubinetto. Al riguardo, infatti, come emerge dal progetto “Acqua, una risorsa da conoscere”, l’acqua di rubinetto costa da 0,50 a 1 euro a metro cubo (da 0,05 a 0,1 centesimi di euro al litro), mentre un litro di minerale costa in media da 10 a 30 centesimi: da 200 a 300 volte tanto. “A ben guardare, i soldi spesi per la minerale servono non tanto a pagare la materia prima, ma tutte le al-tre voci che gravitano attorno al business dell’acqua: pubblicità, trasporto, imballaggio. Così ci troviamo a pagare spesso anche molto cara una risorsa che sgorga naturalmente dalla sorgente e che di per sé ha un costo irrisorio ” (8).Abbiamo chiesto ai cittadini di indicare il livello di im-portanza di alcune caratteristiche determinanti la scel-ta dell’acqua da acquistare.

3.2 Focus sull’acqua confezionata

grafico n. 13 - l’acqua in bottiglia è in media mille volte più co-staosa

grafico n. 14 - l’acqua in bottiglia è in media mille volte più costaosa

3.3 – La conoscenza del referendum

Per indagare quale fosse l’orientamento dei cittadini riguardo il referendum sull’ac-qua, abbiamo chiesto se questi erano a conoscenza della campagna referendaria “L’acqua non si vende”, il cui fine è promuo-vere dei referendum abrogativi di tutte le norme che hanno privatizzato l’acqua in Italia. Come si evince dal grafico n. 18, circa il 75% degli intervistati conosce tale cam-pagna referendaria e tra questi, circa 200 cittadini intervistati hanno sottoscritto le proposte referendarie. Al contrario, il 21% degli intervistati non ne è a conoscenza.

8 “Acqua, una risorsa da conoscere” è un Programma generale di intervento 2005-2006 della Regione Lazio realizzato con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello Sviluppo Economico, in collaborazione con Altroconsumo.

L’analisi dei risultati (grafico n. 14) ha evidenziato che, sommando le frequenze registrate per i giudizi “estrema-mente importante” e “molto importante”, le caratteristi-che più importanti per i consumatori risultano, nell’or-dine: la composizione (80%), le proprietà salutiste (77%) ed il prezzo (71%). Anche la zona di provenienza risulta discriminante per quasi il 70% degli intervistati. Particolarmente importanti risultano le variabili che pos-sono rappresentare un indicatore dell’impatto ambien-tale del prodotto acquistato: nello specifico, ossia la di-stanza percorsa dalla bottiglia (dalla fonte al bicchiere) è importante in quasi il 60% dei casi mentre la tipologia del contenitore è discriminante per oltre la metà degli intervistati. Sicuramente la scelta dell’acqua in bottiglia non dipende dalla pubblicità; tale variabile è considerata per nulla importante da un intervistato su due.

Page 21: T.V.B. ti voglio bere!

Successivamente, abbiamo chiesto agli intervistati di indicare cosa guardano nell’etichetta durante l’acqui-sto di acqua minerale. Un elemento indicato dalla metà degli intervistati è la data dell’ultima analisi, mentre caratteristiche quali la durezza ed il residuo fisso non vengono lette in etichetta da circa il 50% del campio-ne. Per verificare se i consumatori conoscono gli ele-menti riportati in etichetta, abbiamo chiesto di fornire una definizione dei termini “durezza” e “residuo fisso a 180°C”. In relazione al termine durezza (grafico n. 15),

Per concludere il focus sull’acqua minerale, abbiamo chiesto di indicare la spesa mensile della famiglia per l’acquisto di acqua in bottiglia. I risultati, sintetizzati nel grafico n. 17, evidenziano che il 35% dei cittadi-

grafico n. 15 - meno della metà ha fornito la corretta definizione grafico n. 16 - solo un terzo conosce la definizione

grafico n. 17 - la spesa annua dichiarata per l’acqua in bottiglia va dai 200 ai 500 euro, con una media pari a 280 euro superiore alla media nazionale

Le rilevazioni si sono concluse a soli tre mesi dalla data che sarà poi fissata per il voto referendario (n.r.)

Inoltre, l’86% degli intervistati ha dichiarato che andrà a votare a tali referendum. da tale dato si evince che i cittadini sono consape-voli di doversi pronunciare su una grande batta-glia di civiltà, ossia decidere se l’acqua debba es-sere un bene comune, un diritto umano universale e quindi gestita in forma pubblica e partecipativa o una merce da mettere a disposizione del merca-to (grafico n. 19).

il 42% degli intervistati ha fornito la corretta definizione indicando la durezza come una stima del livello di cal-cio e magnesio; il 35% ha dichiarato di non conoscere cosa significhi tale termine, mentre il 23% ne ha fornito una definizione errata. In riferimento al termine “resi-duo fisso a 180°C”, ossia la quantità di sali minerali depositati da un litro di acqua fatto evaporare a 180°, quasi la metà degli intervistati non ha fornito una de-finizione, mentre il 33% ne conosce correttamente la definizione (grafico n. 16).

ni spende dai 20 ai 30 € al mese, circa il 40% spen-de meno di 20 € mentre solo il 6% affronta una spesa mensile superiore a 40 €.

20 - T.V.B. ti voglio bere! - Stili di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di Caserta Stili di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di Caserta - T.V.B. ti voglio bere! - 21

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9 - Basata sull’autovalore maggiore di uno; 10 - Gli attributi di qualità del prodotto vengono distinti, in letteratura, in attributi “ricerca”, “esperienza” e “fiducia”. Si fa riferimen-to ad attributi di tipo “ricerca”, quando i consumatori riescono a verificare la qualità del prodotto prima dell’acquisto. Si parla invece di attributi “esperienza”, nel caso in cui la qualità può essere verificata solo dopo l’acquisto e il consumo del bene stesso, attraverso una “prova”. Infine, gli attributi “fiducia” sono relativi a quegli aspetti della qualità che restano ignoti anche dopo il consumo; 11 - La rotazione ha raggiunto i criteri di convergenza in 5 iterazioni. Metodo di estrazione: analisi delle componenti principali. Metodo di rotazione Varimax con normalizzazione di Kaiser; 12 - Tutte le variabili sottoposte a riduzione fattoriale sono espresse secondo una scala di Likert a 4 intervalli.13 - La comunalità indica l’ammontare di varianza di ogni variabile spiegata dalla soluzione fattoriale. Questa misura può variare da un minimo di zero (i fattori comuni non spiegano niente della variabilità) ad un massimo di uno (tutta la variabilità è spiegata dai fattori comuni).Valori piccoli indicano variabili che non sono particolarmente utili per la soluzione fattoriale e che quindi possono essere escluse.

4. L’analisi multivariata: conclusioni

Variabili (12) Numero di fattori Comunalità

fattore 1 fattore 2

Prezzo 0.785 0.156 0.641

Composizione (etichetta)

0.807 0.032 0.652

È sicura sotto un profilo sanitario

0.683 0.303 0.558

Proprietà salutiste 0.241 0.624 0.448

Ha un gusto soddisfacente

0.067 0.862 0.747

Servizio di erogazione efficiente

0.115 0.755 0.583

Provenienza 0.459 0.333 0.321

Tubazioni sporche e/o vecchie

0.342 0.610 0.489

Etichetta fattore informazione percezione

% varianza spiegata

28.78 26.71

Tabella n. 4 – matrice delle componenti ruotata (11)

Al fine di verificare l’esistenza di gruppi di cittadini (clu-ster) caratterizzati da comportamenti omogenei in rela-zione al consumo dell’acqua di rubinetto, partendo dai fattori estratti tramite l’analisi fattoriale, si è proceduto con la realizzazione della Cluster Analysis che fornisce una suddivisione in gruppi di un collettivo di osser-vazioni seguendo il criterio generale di massimizzare l’omogeneità interna e massimizzare l’eterogeneità tra i gruppi. L’interpretazione dei cluster e la descrizione dei profili dei cluster è stata eseguita utilizzando il con-fronto tra medie e le tabelle di contingenza con le va-riabili significative, inserite nel questionario. Sono stati individuati ed interpretati 3 gruppi diversi di cittadini caratterizzati da profili omogenei (grafico seguente).

Tabella n 5 - Centri dei cluster finali

Cluster 1 Cluster 2 Cluster 3

Informazione 0.283 1.683 -4.923

Percezione 1.251 -3.849 1.578

Mediante l’analisi fattoriale si è cercato di riassumere l’informazione esplorando l’esistenza di variabili la-tenti che esprimono i giudizi e le preferenze sull’ac-qua da bere.

Attraverso l’applicazione dell’Analisi per Componenti Principali (9) (ACP), sono stati individuati ed inter-pretati 2 fattori con una varianza totale spiegata del 55,5%.

Il primo fattore Spiega quasi il 29% della varianza e si riferisce alle in-formazioni sulle caratteristiche qualitative dell’acqua direttamente osservabili dai cittadini. Tale fattore è spiegato dalle seguenti variabili: il prez-zo; la composizione chimica riportata in etichetta; la provenienza; la sicurezza sotto il profilo sanitario, in termini di conformità alla legislazione in materia.

Il secondo fattore Riguarda la percezione e la fiducisulle caratteristiche qualitative dell’acqua, rappresentando una sintesi de-gli attributi qualitativi dell’acqua che il consumatore non riesce a verificare neanche dopo il consumo del bene stesso (10). Il fattore è infatti sintetizzato dalle variabili riguardanti sia le proprietà salutistiche ed il gusto, sia giudizi sullo status delle condutture che sul servizio di erogazione dell’acqua. Quest’ultimo fattore spiega una varianza del 26,7%.

22 - T.V.B. ti voglio bere! - Stili di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di Caserta

L’analisi dei cluster ha evidenziato l’esistenza di gruppi di cittadini che si distinguono in base a comportamenti omogenei; ogni gruppo esprime un’attitudine particola-re verso “l’acqua del sindaco”. Se il gruppo dei consapevoli dimostra una buona pro-pensione verso l’acqua pubblica, ciò è dovuto non solo dalla maggiore informazione sui controlli ma anche dalla sensibilità al tema del risparmio idrico. Al contrario, i disinteressati si caratterizzano per l’in-differenza al tema dell’acqua pubblica: tale indifferen-za si declina sia nella mancanza di interesse verso i volumi d’acqua consumati sia nell’acquisto di acqua confezionata per motivazioni che possiamo ricondurre all’abitudine. Infine, il cluster degli sfiduciati esprime un giudizio ne-gativo sull’acqua pubblica e ciò si riflette nella scarsa attenzione verso l’uso consapevole di tale risorsa. Concludendo, si può affermare che “informazione” e “percezione” rappresentano le parole chiave per ren-dere consapevoli i cittadini che la tutela della risorsa acqua rappresenta un valore etico ed il consumo della stessa deve rispondere a criteri di responsabilità.

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Cluster 1 - I disinteressati

Quello dei disinteressati è il cluster più nu-meroso, in quanto include circa il 40% del campione. Il cluster è formato da una buona percentua-le di giovani dai 31 ai 40 anni (30% dei casi), con un elevato livello di istruzione (42%) e coniugati (45%). In relazione allo stile vita, i disinteressati si caratterizzano per un basso grado di coinvolgimento nelle tematiche ambientali, sociali ed etiche e per una com-ponente edonistica della domanda.

I disinteressati si caratterizzano per la scarsa informazione sui consumi d’acqua relativi alle diverse attività domestiche; tale cluster dimostra anche un limitato interesse nel conoscere i volumi reali dell’acqua che ogni giorno viene consumata nelle proprie abitazioni. I disinteressati bevono acqua confezionata principalmente per l’impossibilità di bere acqua di rubinetto; a quest’ultima, infatti, associano non solo un basso livello di qua-lità e un odore di cloro ma anche la considerazione che la com-posizione chimica dell’acqua di rubinetto sia ignota. In effetti, i cittadini rientranti in questo cluster dichiarano di non conosce-re quale ente effettua le analisi sull’acqua di rubinetto.Sembrerebbe che le motivazioni presentate derivino più da una scarsa conoscenza delle normative e dei controlli che da un’im-possibilità oggettiva di bere acqua di rubinetto. L’acqua confe-zionata viene scelta in base alla provenienza e non si registra una reale percezione del sovrapprezzo dell’acqua in bottiglia rispetto a quella di rubinetto.

Cluster 2 - I Consapevoli

Raggruppa circa il 23% degli intervistati. Questo cluster è formato da una maggioran-za maschile, cioè il 70% del gruppo. Questo è l’unico gruppo che preferisce bere l’acqua di rubinetto perché è più controllata rispetto all’acqua confezionata, è sempre di-sponibile, oltre che di buona qualità. Nell’ac-quisto dell’acqua confezionata, la scelta si basa soprattutto sul prezzo. Completa il profilo del cluster l’elevata atten-zione posta al risparmio idrico: i consapevoli, infatti, in casa hanno installato sia il doppio scarico del gabinetto sia il “frangigetto” nei rubinetti.

Per i consapevoli l’acqua è un bene da tutelare. Questi si di-stinguono dagli altri cluster sia per una corretta percezione dei consumi d’acqua delle proprie famiglie in relazione alle diverse attività domestiche sia per un buon livello d’informazione sulle tematiche che interessano l’acqua di rubinetto; in relazione a quest’ultimo aspetto, i cittadini appartenenti a questo cluster hanno conoscenza degli enti che effettuano le analisi sull’acqua potabile. I consapevoli sono sostenitori dell’acqua pubblica, non solo perché sono favorevoli all’installazione di fontanelle pubbliche in diversi punti delle città, ritenute molto importanti per i cittadini residenti, ma anche perché hanno dichiarato una profonda conoscenza della campagna referendaria “L’acqua non si vende”, il cui fine è promuovere dei referendum abroga-tivi di tutte le norme che hanno privatizzato l’acqua in Italia. In relazione alle variabili esplicative dello stile di vita, questi citta-dini evidenziano un elevato interesse per le tematiche ambien-tali, sociali ed etiche: svolgono attività di volontariato ambien-tale e/o sociale e si interessano dei problemi dei paesi del sud del mondo (51% e 37% dei casi); utilizzano detersivi ecologici (30%); in genere, preferiscono i prodotti a Km zero (42%).

Cluster 3 - Gli Sfiduciati

Rappresentano il 36% degli intervistati. Una buona percentuale è donna, di età compresa tra i 41 e i 60 anni, in possesso di diploma su-periore e svolge la professione di impiegato. Bevono acqua confezionata principalmente perché ritenuta più controllata e perché ha un sapore migliore (rispettivamente 32% e 24% dei casi). Inoltre, nella scelta dell’acqua confezionata, il gruppo si fa guidare princi-palmente dalle proprietà salutiste dichiarate dalle diverse etichette.

Gli sfiduciati si caratterizzano per un basso livello di coinvol-gimento nell’uso consapevole della risorsa acqua: gli apparte-nenti a questo gruppo dimostrano una errata percezione dei volumi di acqua consumati quotidianamente in famiglia per le diverse attività domestiche e una scarsa conoscenza di quali sono le attività che hanno una maggiore rilevanza in termini di consumi d’acqua. I giudizi sull’acqua di rubinetto non sono positivi: gli sfiduciati, infatti, ritengono che il servizio di erogazione dell’acqua non sia efficiente e, inoltre, che le tubazioni attraverso cui passa l’acqua siano vecchie e/o sporche. In relazione allo stile di vita, anche questo cluster si caratterizza per una maggiore consapevolezza ai temi del risparmio energetico rispetto al risparmio idrico sia per un sufficiente interesse nel volontariato e nelle tematiche ambientali, sociali ed etiche.

22 - T.V.B. ti voglio bere! - Stili di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di Caserta Stili di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di Caserta - T.V.B. ti voglio bere! - 23

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L’indagine sulla qualità dell’acqua di rubinetto

La normativaI riferimenti normativi principali per le qualità delle acque desti-nate al consumo umano sono:- decreto Legislativo 2 febbraio 2001, n. 31 (Attuazione della di-rettiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al con-sumo umano) e successive integrazioni e modificazioni; - decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia am-bientale) - Parte III – Sezione II - Titolo II “Obiettivi di qualità” – Capo II – articolo 80 e seguenti (Acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile); - Regolamento CE 178/2002 del Parlamento e del Consiglio del 28 gennaio 2002 che stabilisce i principi e i requisiti generali del-la legislazione alimentare, istituisce l’autorità europea per la si-curezza alimentare e fissa procedure nel campo della sicurezza alimentare.

Parametri di Mineralizzazione

durezza - Il termine durezza fu originariamente coniato per de-finire la capacità di un’acqua di determinare la precipitazione di saponi. Questo fenomeno è dovuto agli ioni calcio e magnesio presenti in un’acqua. Anche altri ioni multivalenti possono dar luogo allo stesso fenomeno, ma spesso si trovano sotto forma di complessi e il loro contributo alla durezza si può considerare trascurabile. La durezza totale è la somma delle concentrazioni di ioni calcio e magnesio espressa come mg/L di CaCO3. I risultati possono essere espressi in gradi francesi (1 grado francese °F = 0,100 mmol/L = 10 mg/L come CaCO3 o in gradi tedeschi (1 gra-do tedesco °D = 0,179 mmol/L = 10 mg/L come CaO). In genere, le acque vengono classificate in base alla loro durezza come segue: - fino a 7 °F: molto dolci - da 7 °F a 14 °F: dolci - da 14 °F a 22 °F: mediamente dure - da 22 °F a 32 °F: discretamente dure - da 32 °F a 54 °F: dure - oltre 54 °F: molto dureIl valore consigliato per le acque potabili è tra i 15 – 50 °F, una durezza media o elevata potrà determinare variazione nel gusto.

Principali Fonti di Contaminazione Le principali fonti di contaminazione dell’acqua sono rappresen-tati da: deterioramento nel corso del trattamento di potabilizza-zione e della distribuzione o rilascio di sostanze da tubazioni e/o serbatoi; rilascio di sostanze da depositi geologici naturali; inqui-namento industriale; fattori antropogenici;

La normativa indica che le acque destinate al consumo umano sono salubri se non contengono microrganismi e parassiti, né altre sostanze in quantità o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute , soddisfano i requisiti minimi indicati per parametri microbiologici e chimici , sono conformi ai parametri indicatori. Per il progetto T.V.B. relativo alla Provincia di Caserta, per una valutazione delle caratteristiche di qualità delle acque destinate al consumo umano, sono stati individuati i seguenti gruppi di parametri indicatori: parametri di mineralizzazione; indici di contaminazione, elementi in traccia, microinquinanti organici.

Riepilogo Campioni Numero 71128 71129 71130 71131 71132 71133 71134 71135 71136 71332 71333 71334 71335 71336 71337 71338 71339 71340 71341 71342

SEPA s.r.l. Data Prelievo 8 febb 8 febb 8 febb 8 febb 8 febb 8 febb 8 febb 8 febb 8 febb 16-feb 16-feb 16-feb 16-feb 16-feb 16-feb 16-feb 16-feb 16-feb 16-feb 16-feb

Maddaloni San Felice a Cancello

San Nicola La Strada Marcianise Succivo Sant Arpino Gricignago Cesa Orta di

Atella CapuaS.Maria Capua Vetere

Pietramelara Sessa Aurunca Mondragone Cancello

ed Arnone Villa

Literno Castel

Volturno Ailano Pratella Piedimonte Matese

Nome Metodo Unità limiteTemperatura acqua (al prelievo) APAT CNR IRSA 2100 Man 29 2003 °C 12,0 12,0 14,0 12,7 12,0 14,0 12,0 14,0 13,0 11,0 13,0 7,0 12,0 12,0 11,0 11,0 12,0 10,0 7,0 8,0 Temperatura aria (al prelievo) APAT CNR IRSA 2100 Man 29 2003 °C 15,0 15,0 20,6 20,7 20,0 22,0 18,0 20,0 18,0 1 2,0 16,0 10,0 15,0 15,0 14,0 14,0 15,0 18,0 8,0 10,0 Calcio APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 mg/l 100 72,3 161,4 150 147 139 141,1 146 141 126,0 130,0 162,0 27,5 126,0 130,0 143,0 129,0 95,7 96,1 59,2 Cloruri APAT CNR IRSA 4020 Man 29 2003 mg/l 6,3 6,3 63,0 34,9 23,0 14,7 7,1 30,6 19,9 23,8 7,3 10,2 24,2 16,7 50,6 35,9 11,8 4,4 3,7 4,1 250,0Solfati APAT CNR IRSA 4020 Man 29 2003 mg/l 6,1 6,3 17,7 11,1 10,0 9,3 7,7 10,9 9,8 10,9 7,8 3,1 8,9 10,5 3,3 11,8 6,4 2,4 2,5 1,8 250,0Nitrati APAT CNR IRSA 4020 Man 29 2003 mgNO3/l 4,0 4,1 4,8 8,3 6,2 4,9 2,7 7,5 5,7 7,7 2,7 9,0 25,1 13,6 4,9 8,7 6,6 2,3 2,6 1,7 50,0Nitriti APAT CNR IRSA 4020 Man 29 2003 mgNO2/l < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 0,1 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 0,5Potassio APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 mg/l 5,01 4,24 7,29 7,97 6,51 4,49 2,35 7,02 5,48 8,0 2,5 16,4 32,0 19,6 28,3 7,9 17,5 0,8 0,9 0,8 Sodio APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 mg/l 12,4 8,1 41,5 27,0 20,9 13,6 7,6 24,3 17,8 18,6 7,4 18,3 27,1 21,7 67,1 24,0 19,8 4,1 3,8 3,9 200,0Durezza totale APAT CNR IRSA 2040 A Man 29 2003 °f 32,1 22,4 55,2 46,2 46,4 45,3 47,3 45,5 45,4 40,3 42,6 51,2 9,9 38,8 47,5 43,2 39,2 30,8 27,7 16,4 Arsenico APHA SME ed 21st 3113+ 3500-As A µg/l < 1 1 3 2 1 1 2 1 1 < 1 2,0 2,0 7,0 5,0 4,0 < 1 5,0 < 1 < 1 < 1 10,0Benzene APAT CNR IRSA 5140 Man 29 2003 µg/l < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 1,0Cromo APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 µg/l < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 1,0 < 1 1,0 < 1 1,0 < 1 1,0 1,0 1,0 2,0 < 1 50,0Piombo APHA SME ed 21st 2005 3113 B + 3500-Pb A µg/l < 1 < 1 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 10,0Nichel APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 µg/l 1 1 2 1 1 < 1 < 1 < 1 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 20,0Antiparassitari azotati APAT CNR IRSA 5060 Man 29 2003 Atrazina µg/l < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 0,10 Desetilatrazina µg/l < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 0,10 Desetilterbutilazina µg/l < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 0,10 Propazina µg/l < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 0,10 Simazina µg/l < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 0,10 Terbutilazina µg/l < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 0,10Antiparassitari clorurati APAT CNR IRSA 5090 Man 29 2003 Aldrin µg/l < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 0,03 Dieldrin µg/l < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 0,03 DDT µg/l < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 0,10 Endrin µg/l < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 0,10 Eptacloro µg/l < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 0,03 Eptacloro epossido µg/l < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 0,03 Esaclorobenzene µg/l < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 0,10 Esaclorocicloesano µg/l < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 0,10 Isodrin µg/l < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 0,10Epicloridrina APAT CNR IRSA 5090 Man 29 2003 µg/l < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 0,10Idrocarburi policiclici aromatici APAT CNR IRSA 5080 Man 29 2003 µg/l < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 0,10 Benzo(b)fluorantene µg/l < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 Benzo(k)fluorantene µg/l < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 Benzo(g,h,i)perilene µg/l < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 Indeno(1,2,3-c,d)pirene µg/l < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 Benzo(a)pirene APAT CNR IRSA 5080 Man 29 2003 µg/l < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 0,01Tetracloroetilene e tricloroetilene EPA 5030 C 2003 + EPA 8260 C 2006 µg/l < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 0,20 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 10,00Trialometani - totale EPA 5030 C 1996 + EPA 8260 C 2006 µg/l 2,3 2,9 0,8 4,0 2,5 2,7 1,7 5,3 3,7 1,70 1,10 0,40 1,00 0,80 < 0,2 1,50 0,70 1,10 < 0,2 < 0,2 30,00 Cloroformio µg/l < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 Bromoformio µg/l 1,4 1,4 0,6 3,5 2,0 2,1 1,1 4,8 3,1 1,10 0,50 0,20 0,80 0,60 < 0,1 1,10 0,50 0,40 < 0,1 < 0,1 Dibromoclorometano µg/l 0,8 1,4 < 0,1 0,4 0,4 0,5 0,5 0,4 0,5 0,50 0,50 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 0,30 < 0,1 0,60 < 0,1 < 0,1 Bromodiclorometano µg/l < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1

Giovanni D’Errico

24 - T.V.B. ti voglio bere! - Stili di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di Caserta

Page 25: T.V.B. ti voglio bere!

Riepilogo Campioni Numero 71128 71129 71130 71131 71132 71133 71134 71135 71136 71332 71333 71334 71335 71336 71337 71338 71339 71340 71341 71342

SEPA s.r.l. Data Prelievo 8 febb 8 febb 8 febb 8 febb 8 febb 8 febb 8 febb 8 febb 8 febb 16-feb 16-feb 16-feb 16-feb 16-feb 16-feb 16-feb 16-feb 16-feb 16-feb 16-feb

Maddaloni San Felice a Cancello

San Nicola La Strada Marcianise Succivo Sant Arpino Gricignago Cesa Orta di

Atella CapuaS.Maria Capua Vetere

Pietramelara Sessa Aurunca Mondragone Cancello

ed Arnone Villa

Literno Castel

Volturno Ailano Pratella Piedimonte Matese

Nome Metodo Unità limiteTemperatura acqua (al prelievo) APAT CNR IRSA 2100 Man 29 2003 °C 12,0 12,0 14,0 12,7 12,0 14,0 12,0 14,0 13,0 11,0 13,0 7,0 12,0 12,0 11,0 11,0 12,0 10,0 7,0 8,0 Temperatura aria (al prelievo) APAT CNR IRSA 2100 Man 29 2003 °C 15,0 15,0 20,6 20,7 20,0 22,0 18,0 20,0 18,0 1 2,0 16,0 10,0 15,0 15,0 14,0 14,0 15,0 18,0 8,0 10,0 Calcio APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 mg/l 100 72,3 161,4 150 147 139 141,1 146 141 126,0 130,0 162,0 27,5 126,0 130,0 143,0 129,0 95,7 96,1 59,2 Cloruri APAT CNR IRSA 4020 Man 29 2003 mg/l 6,3 6,3 63,0 34,9 23,0 14,7 7,1 30,6 19,9 23,8 7,3 10,2 24,2 16,7 50,6 35,9 11,8 4,4 3,7 4,1 250,0Solfati APAT CNR IRSA 4020 Man 29 2003 mg/l 6,1 6,3 17,7 11,1 10,0 9,3 7,7 10,9 9,8 10,9 7,8 3,1 8,9 10,5 3,3 11,8 6,4 2,4 2,5 1,8 250,0Nitrati APAT CNR IRSA 4020 Man 29 2003 mgNO3/l 4,0 4,1 4,8 8,3 6,2 4,9 2,7 7,5 5,7 7,7 2,7 9,0 25,1 13,6 4,9 8,7 6,6 2,3 2,6 1,7 50,0Nitriti APAT CNR IRSA 4020 Man 29 2003 mgNO2/l < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 0,1 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 0,5Potassio APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 mg/l 5,01 4,24 7,29 7,97 6,51 4,49 2,35 7,02 5,48 8,0 2,5 16,4 32,0 19,6 28,3 7,9 17,5 0,8 0,9 0,8 Sodio APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 mg/l 12,4 8,1 41,5 27,0 20,9 13,6 7,6 24,3 17,8 18,6 7,4 18,3 27,1 21,7 67,1 24,0 19,8 4,1 3,8 3,9 200,0Durezza totale APAT CNR IRSA 2040 A Man 29 2003 °f 32,1 22,4 55,2 46,2 46,4 45,3 47,3 45,5 45,4 40,3 42,6 51,2 9,9 38,8 47,5 43,2 39,2 30,8 27,7 16,4 Arsenico APHA SME ed 21st 3113+ 3500-As A µg/l < 1 1 3 2 1 1 2 1 1 < 1 2,0 2,0 7,0 5,0 4,0 < 1 5,0 < 1 < 1 < 1 10,0Benzene APAT CNR IRSA 5140 Man 29 2003 µg/l < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 1,0Cromo APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 µg/l < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 1,0 < 1 1,0 < 1 1,0 < 1 1,0 1,0 1,0 2,0 < 1 50,0Piombo APHA SME ed 21st 2005 3113 B + 3500-Pb A µg/l < 1 < 1 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 10,0Nichel APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 µg/l 1 1 2 1 1 < 1 < 1 < 1 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 20,0Antiparassitari azotati APAT CNR IRSA 5060 Man 29 2003 Atrazina µg/l < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 0,10 Desetilatrazina µg/l < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 0,10 Desetilterbutilazina µg/l < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 0,10 Propazina µg/l < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 0,10 Simazina µg/l < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 0,10 Terbutilazina µg/l < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 0,10Antiparassitari clorurati APAT CNR IRSA 5090 Man 29 2003 Aldrin µg/l < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 0,03 Dieldrin µg/l < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 0,03 DDT µg/l < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 0,10 Endrin µg/l < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 0,10 Eptacloro µg/l < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 0,03 Eptacloro epossido µg/l < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 0,03 Esaclorobenzene µg/l < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 0,10 Esaclorocicloesano µg/l < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 0,10 Isodrin µg/l < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 0,10Epicloridrina APAT CNR IRSA 5090 Man 29 2003 µg/l < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 0,10Idrocarburi policiclici aromatici APAT CNR IRSA 5080 Man 29 2003 µg/l < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 0,10 Benzo(b)fluorantene µg/l < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 Benzo(k)fluorantene µg/l < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 Benzo(g,h,i)perilene µg/l < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 Indeno(1,2,3-c,d)pirene µg/l < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 Benzo(a)pirene APAT CNR IRSA 5080 Man 29 2003 µg/l < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 0,01Tetracloroetilene e tricloroetilene EPA 5030 C 2003 + EPA 8260 C 2006 µg/l < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 0,20 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 10,00Trialometani - totale EPA 5030 C 1996 + EPA 8260 C 2006 µg/l 2,3 2,9 0,8 4,0 2,5 2,7 1,7 5,3 3,7 1,70 1,10 0,40 1,00 0,80 < 0,2 1,50 0,70 1,10 < 0,2 < 0,2 30,00 Cloroformio µg/l < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 Bromoformio µg/l 1,4 1,4 0,6 3,5 2,0 2,1 1,1 4,8 3,1 1,10 0,50 0,20 0,80 0,60 < 0,1 1,10 0,50 0,40 < 0,1 < 0,1 Dibromoclorometano µg/l 0,8 1,4 < 0,1 0,4 0,4 0,5 0,5 0,4 0,5 0,50 0,50 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 0,30 < 0,1 0,60 < 0,1 < 0,1 Bromodiclorometano µg/l < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1

Cationi e anioni

Sodio e Potassio: Il sodio ed il potassio hanno importanti funzioni fisiologiche so-prattutto nella regolazione dei fluidi extracellulari e dell’equili-brio acido-base del plasma e delle cellule. In considerazione della relazione tra la presenza di sodio nell’acqua potabile e la possibi-le insorgenza di ipertensione, viene fissato per il sodio nell’acqua potabile un valore parametrico di 200 mg/l, anche associato agli aspetti organolettici delle acque con concentrazioni di sodio su-periori a tali valori.Il potassio è presente nelle acque mediamente in quantità intor-no ai 2 mg/l e non è stato definito un limite per l’assunzione di questo elemento dalle acque.

CalcioIl calcio è il minerale più largamente rappresentato nell’organi-smo umano: nell’adulto è contenuto nella misura di 1200 g circa, il 99% del quale nello scheletro e nei denti. La quantità di calcio presente nelle acque potabili italiane variano generalmente tra i 20 mg/l e i 200 mg/l, non è stato definito un limite per l’assunzio-ne di questo elemento dalle acque.

CloruriNumerosi cloruri si trovano in natura come minerali, fra questi i più abbondanti sono: salgemma e sale marino (NaCl), silvite (KCl), carnallite (KMgCl3•6H2O). Lo ione cloruro costituisce lo 0,045% della crosta terrestre, men-tre l’acqua di mare contiene 19,4 g Cl/L. È contenuto in numerosissimi composti inorganici di interesse industriale (sodio, calcio e alluminio cloruro).

Soluzioni acquose di acido cloridrico trovano larghissimo impie-go nelle attività manifatturiere; il cloruro di sodio viene utilizzato in metallurgia, nella concia delle pelli, nelle produzioni del vetro e delle ceramiche. Concentrazioni eccessive di cloruri accelerano la corrosione dei metalli nei sistemi di distribuzione, in funzione dell’alcalinità dell’acqua. Ciò può condurre ad un aumento della concentrazione di alcuni metalli nell’approvvigionamento idropo-tabile. Per tale ragione nelle acque potabili viene fissato un valore parametrico di 250 mg/L.

SolfatiI solfati presenti in natura derivano in larga misura dalla trasforma-zione dei solfuri naturali. Si ritrovano prevalentemente nei sedi-menti evaporitici come gesso o anidride.Un importante veicolo di diffusione dei solfati nell’ambiente sono le emissioni gassose di ossidi di zolfo (SO2, SO3), causate da nume-rose attività (consumo di combustibili per uso energetico, produ-zioni industriali, ecc.). Tra i solfati di maggior interesse industriale, il sodio solfato viene impiegato nell’industria vetraria, in tintoria e nella produzione di cellulosa, l’ammonio solfato [NH4)2SO4] viene impiegato come fertilizzante, il magnesio solfato trova applicazio-ne nell’industria della carta e tessile, il calcio solfato viene usato in edilizia ed infine il rame solfato è impiegato come anticrittogamico e nei processi galvanoplastici.Quando i solfati sono associati al magnesio e sono in quantità piuttosto elevate, le acque possono manifestare proprietà purga-tive. Viene fissato un valore parametrico di 250 mg/L per la qualità dell’acqua potabile.

in tabella si riportano il riepilogo dei campioni analizzati dai laboratori Seatutti i valori dei parametri analizzati rientrano nei limiti di potabilità

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Indici Chimici di Contaminazione delle Acque

NitratiI nitrati rappresentano uno stadio di ossidazione dei composti azotati provenienti dalla decomposizione di sostanze organiche. Sono presenti in tracce nelle acque superficiali e negli scarichi domestici, e possono raggiungere concentrazioni significative nelle acque sotterranee. Quantità elevate di nitrati nelle acque sono imputabili all’azione dei fertilizzanti azotati: dopo lo spargi-mento sul terreno essi vengono dilavati dalle piogge e trasferiti nelle acque superficiali o infiltrati in quelle sotterranee. Dal punto di vista igienico-sanitario l’accumulo di nitrati pone una serie di problematiche associate ad un effetto metaemoglo-binizzante e più recentemente a quello cancerogeno, non con-fermato da studi analitici più probanti. Il valore limite fissato per i nitrati nelle acque potabili è di 50 mgNO3/l.

NitritiI nitriti (azoto nitroso) rappresentano uno stadio intermedio nel ciclo dell’azoto. Generalmente si originano dall’ossidazione dell’ammoniaca proveniente da processi di biodegradazione di sostanze proteiche; più raramente possono derivare da processi di riduzione di nitrati. Poiché i nitriti sono trasformati facilmente e rapidamente in nitrati, la loro presenza, anche in tracce, è indizio di processo biologico in atto nell’acqua. Inoltre, i nitriti possono essere veicolati nelle acque superficiali da scarichi di industrie.Il valore limite fissato per i nitrati nelle acque potabili è di 0,5 mgNO2/l.

elementi presenti in tracceGli elementi presenti in tracce comprendono elementi presenti in minime quantità che sono sempre presenti nelle acque naturali e alcuni metalli (ad esempio Piombo, Cromo, Nichel, Arsenico)I metalli possono essere di origine naturale (geologica) o di ori-gine antropica. In quest’ultimo caso, l’immissione nell’ambiente può avvenire in seguito alla presenza di sorgenti di contamina-zione puntuale (smaltimento di rifiuti, attività industriali, aree intensamente urbanizzate, ecc.) oppure a fenomeni di inquina-mento diffusi (pratiche agricole e di allevamento, scarichi, ecc.). Molti metalli oltre a trovarsi naturalmente nelle rocce possono essere immessi nelle matrici ambientali attraverso le polveri e i gas vulcanici; alcuni di essi costituiscono inoltre gli oligoelementi utilizzati nei processi metabolici di animali e piante.In questo studio T.V.B. sono sati ricercati i seguenti metalli:

Piombo Il piombo è presente in natura come carbonato (cerussite), sol-fato (anglesite), clorofosfato (piromorfite), cromato (crocoite) e solfuro (galena). Il piombo è usato nell’industria petrolchimica come additivo antidetonante delle benzine, anche se questo uso tende a diminuire con la diffusione delle benzine verdi, nella pro-duzione di batterie, di schermi di protezione contro le radiazioni ionizzanti, di esplosivi, di vernici e come pigmento nell’industria chimica. Il D.Lgs. 31/2001 concernente la qualità delle acque de-stinate al consumo umano fissa una concentrazione massima ammissibile di 10 µg/l.

ArsenicoL’arsenico è ampiamente distribuito nella crosta terrestre con una concentrazione media di 1,8 mg/kg. Gli usi principali riguarda-no la fabbricazione del vetro, la produzione di leghe con rame e zinco e la produzione di semiconduttori. Composti dell’arsenico sono anche utilizzati in medicina veterinaria, come pesticidi e come conservanti per il legno. La fusione di minerali contenen-ti solfuri e la combustione di combustibili fossili (specialmente carbone) sono tra i processi principali che rilasciano arsenico, ma non vanno trascurati i processi di erosione naturale. Per le acque destinate al consumo umano la direttiva europea, recepita con D.Lgs. 31/2001, ha abbassato il limite e fissa una con-centrazione massima ammissibile di 10 µg/l.

CromoIl cromo è presente, nei minerali conosciuti, sempre allo stato tri-valente se si escludono i rarissimi rinvenimenti di cromati, come ad esempio la crocoite (PbCrO4). Il cromo ha impieghi principali in siderurgia, galvanica, industria chimica (catalizzatori, coloranti, fungicidi), medicina (isotopo radiattivo), concia delle pelli, mor-denzatura e stampa dei tessuti, fotografia e litografia, produzione di abrasivi, refrattari per altiforni. Il cromo può esistere in nove stadi di ossidazione (da - II a + VI). Negli ambienti acquatici, la for-ma esavalente è più tossica di quella trivalente. Il D.Lgs. 31/2001 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano fissa una concentrazione massima ammissibile di 50 µg/l.

NichelIl nichel è abbastanza diffuso in natura e risulta uniformemente distribuito nell’ambiente. È molto usato in leghe metaliche; sotto forma di granuli viene impiegato come catalizzatore nell’idroge-nazione degli oli vegetali, nel “cracking” del petrolio e nella purifi-cazione del gas di cockeria. Fra i sali i più importanti troviamo gli ossidi, impiegati nella fabbricazione degli accumulatori (Ni-Cd e Ni-Fe), i solfati ed i nitrati impiegati nei processi galvanici. Il D.Lgs. 31/2001 per le acque destinate al consumo umano fissa una concentrazione massima ammissibile di 20 µg/l.

Microinquinanti organiciI principali inquinanti organici sono divisi in quattro categorie: antiparassitari; Idrocarburi Policiclici Aromatici; Solventi Organo-alogenati e Trialometani; In questo studio sono state ricercate le seguenti sostanze:

Antiparassitari Sono anche classificati in funzione del loro utilizzo: insetticidi, anticrittogamici o fungicidi, diserbanti ed erbicidi, acaricidi, an-tigermoglianti, conservanti, ecc. Il rilascio nelle matrici ambien-tali può avvenire occasionalmente in corrispondenza dei siti di produzione e, più normalmente, a seguito delle pratiche agricole. Il valore parametrico è 0,1 μg/litro per singolo composto e 0,5 μg/litro per la somma degli antiparassitari.

Idrocarburi Policiclici AromaticiGli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) sono dei composti co-stituiti da atomi di carbonio e idrogeno (idrocarburi) in cui gli atomi di carbonio costituiscono più anelli (poli-ciclici) uniti tra loro. Gli idrocarburi policiclici aromatici possono avere un’origine naturale legata a incendi dei boschi, emissioni gassose durante le eruzioni vulcaniche, biosintesi ad opera di batteri, funghi ed alghe. Gli IPA possono costituire i componenti minori in alcuni giacimenti petroliferi. L’origine antropica degli IPA è invece con-nessa ad attività industriali di diversa natura quali produzione/lavorazione di combustibili (particolarmente gasolio ed oli com-bustibili), cokerie, produzione e lavorazione grafite, trattamento del carbon fossile. Le principali sorgenti sono individuabili nelle emissioni da motori diesel, da motori a benzina, da centrali ter-miche alimentate con combustibili solidi e liquidi pesanti; essi possono derivare anche da reazioni secondarie a carico della so-stanza organica nei processi di smaltimento dei rifiuti solidi (di-scariche e inceneritori). A causa di queste numerose fonti, gli IPA sono ubiquitari e si dif-fondono in tutti i comparti ambientali. Durante ogni processo di formazione, gli IPA sono sempre presenti come classe (mai come composti singoli) in miscele complesse contenenti anche altre sostanze e classi chimiche. Per lo stesso motivo, si ritrovano come classe nei vari comparti ambientali e matrici (aria, acqua, suolo e alimenti) alle quali è comunemente esposta la popolazione. La presenza d’IPA nell’acqua potabile è generalmente trascurabi-le e occasionalmente riconducibile alla cessione dai rivestimenti, in catrame o bitume, delle condutture di distribuzione dell’acqua stessa. Il valore parametrico è 0,1 μg/litro nelle acque potabili.

Solventi Alogenaticomposti di sintesi utilizzati in ambito industriali come tricloro-etilene e il tetracloroetilene. I composti alifatici clorurati sono essenzialmente di origine antropica. In particolare la loro immis-sione nell’ambiente è dovuta sia ad attività industriali (settori farmaceutico, cosmetico, automobilistico, ecc.), sia a pratiche agricole. Il tricloroetilene e il tetracloroetilene sono ottimi sol-venti per molti composti organici. Il loro impiego principale si ha per la pulizia a secco e nelle operazioni di sgrassaggio dei metalli. Vengono immessi principalmente nell’atmosfera, ma tramite ef-fluenti industriali possono contaminare anche acque superficiali e sotterranee. Sono composti molto persistenti che agiscono en-trambi sul sistema nervoso centrale.Il D.Lgs. 31/2001 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano fissa una concentrazione massima ammissibile di 10 µg/l come somma di Tricloroetilene e Tetracloroetilene.

Trialometani (TMH)Sono sottoprodotti della clorazione delle acque e si formano a partire dalla presenza nelle acque di sostanze naturali cosiddet-ti precursori: acidi umici e fulvici. I composti specifici considerati sono cloroformio, bromoformio, dibromoclorometano e bromo-diclorometano. I trialometani sono sospettati di creare danni al fegato, reni e al sistema nervoso centrale. Il D.Lgs. 31/2001 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano fissa una concentrazione massima ammissibile di 30 µg/l come somma dei THM.

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Il campionamento strutturatoOrazio Pascale e Federica Minutillo

La seconda parte della ricerca è stata incentrata sul monitoraggio della qualità dell’acqua di rubinetto dei Comuni della Provincia di Caserta. Grazie alla collabo-razione della società SEA, che ha messo a disposizione i propri laboratori di analisi, abbiamo provveduto a rac-cogliere e analizzare 20 campioni in altrettanti Comuni della Provincia, prelevati a metà febbraio 2011.In una situazione, ben descritta dall’indagine demosco-pica precedentemente presentata, di sfiducia nell’at-tività di controllo degli Enti preposti, ci siamo dotati, quindi, di dati “nostri”, per poi confrontarli con quelli rilevati da ARPAC. A tale scopo sono stati utilizzati i dati messi a disposizione dall’Agenzia per una recente ricerca di Legambiente, risalenti al 2009 e relativi agli stessi Comuni presi in esame da T.V.B.E’ bene precisare che una analisi puntuale o momen-tanea è una fotografia di quell’istante che può conte-nere una serie di sorgenti di variabilità. Pensiamo ad esempio a cosa cambia solo relativamente al periodo del campionamento: la piovosità dei mesi invernali così come la necessità di adduzioni temporanee da altri sol-levamenti possono rendere molto diversi due campioni d’acqua prelevati nello stesso punto in momenti diversi.Pertanto la comparazione tra i nostri dati con i dati dei campionamenti su anni precedenti ci permetterà di creare un quadro statisticamente più robusto.Su un territorio così vasto e geomorfologicamente va-rio come quello della Provincia di Caserta e avendo a disposizione un numero limitato di campionamenti, ci siamo quindi posti le seguenti domande:- ci sono dati precedenti che ci fanno escludere l’in-fluenza di fattori temporali sui prelievi?- esistono differenze tra le aree “sorgive” e le aree in pianura o la qualità dell’acqua risente della “distanza” della distribuzione?- all’interno di una stessa aree “omogenea” i territori comunali hanno più o meno la stessa acqua ?- c’è differenza tra l’acqua di un rubinetto di casa e quella di una fontana pubblica?Per rispondere a queste domande il campionamento è stato “strutturato” individuando nella Provincia di Ca-serta 2 zone distinte (alta e bassa) e in ognuna di que-ste due macroaree per un totale di 4, e selezionando, per ciascuna, 5 comuni dove si è proceduto a prelevare un campione da rubinetti di civili abitazioni o da fon-tane pubbliche.

fig 1 - la mappa di TVB con le macroaree dei campionamenti per colori

Una particolare metodologia di analisi che coniuga un uso efficace degli strumenti statistici con la conoscenza è quella che viene definita six-sigma: attraverso i ri-sultati di un campionamento strutturato permette, con software dedicati, di rispondere alle domande con la massima significatività statistica: una delle teoria su cui si fonda questo ragionamento è chiamata “ciclo del-la conoscenza”. In particolare è stato utilizzato il sof-tware Minitab ver.15.La prima comparazione statistica dei risultati Arpac e Sea-Legambiente ha lo scopo di individuare ed esclude-re differenze macroscopiche (tra 2009 e 2011) al fine di dimostrare che i laboratori hanno analizzato le acque in maniera “simile”. Questa semplice tecnica si basa sulle distribuzioni “normali” dei dati e ci permette di stabilire se eventuali valori non sono realisticamente probabili: i diagrammi che si ottengono si chiamano “carte di con-trollo”. Realizzando quindi una carta di controllo per ogni macroarea, risulta che complessivamente l’anda-mento delle distribuzioni è di tipo normale e che i due laboratori diversi vedono i dati allo stesso modo (fig.2).

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fig 2 - carta di controllo con il complessivo delle determinazioni sull’acqua, sei parametri e doppia misura (Arpa e Sea)

Abbiamo raggruppato le due serie di dati da comparare in colonne differenti (campionamento 2009 dati Arpa e cam-pionamento 2011 dati Sea-Legambiente) inserendo nelle righe, per ogni indicatore disponibile, i risultati dei Comuni (da 1 a5) aggregati per macroaree (fig.3) a conferma visiva di quanto detto sopra.

fig 3 - le distribuzioni dei valori degli indicatori per anno

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fig. 4. andamento in diminuzione della media delle concentrazioni di alcuni anioni nella macroarea 4

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Abbiamo aggregato i dati per avere una risposta visiva delle indicazioni numeriche che ci ha suggerito il programma di statistica. Affiancando i risultati delle analisi Arpac 2009 (CE) con quelli di Sea-Legambiete (TN) 2011 e mettendo in successione le diverse macroaree, come visto in preceden-za, non ci sono differenze nelle dispersioni.

Se invece ci riferiamo alla sola componente anionica (rap-presentata nei dati a disposizione da cloruri, solfati e ni-trati) si legge una diminuzione delle concentrazioni nei co-muni dell’area 4 (aversana-atellana) rispetto ai campioni più recenti (fig.4).Questi valori sono mediamente dimezzati.

Siamo passati successivamente all’analisi dei dati di Sea-Legambiente: il laboratorio ha confermato che tutti i para-metri analizzati (oltre 40) rientrano ampiamente nei limiti di potabilità; le distribuzioni numeriche degli stessi, in ef-fetti, non generano alcuna “attenzione” neppure dal pun-to di vista statistico. Ci limitiamo quindi a valutare alcuni aspetti caratteristici: il programma di statistica ci indirizza nella selezione di alcuni indicatori (calcio, cloruri, solfati, nitrati, potassio, sodio, durezza e trialometani totali). Ancora un volta ci serviamo di diagrammi per una sintesi grafica dei risultati (fig. 5).I riquadri tratteggiati racchiudono le concentrazioni dei 5

fig.5 - andamento di singoli indicatori nelle diverse macroaree - dati Sea-Legambiente 2011

Comuni nelle diverse 4 macroaree, i risultati limitatamen-te aggregabili sono cerchiati a parte: per i cloruri: area 2, Cancello e Arnone quasi tre volte la media; area 3, S.Nicola la strada quasi quattro volte la media; per il sodio: area 2, Cancello e Arnone quasi quattro volte la media; area 3, S.Nicola la Strada quasi tre volte la media; per i solfati: area 3, S.Nicola la strada quasi il doppio della media; per i nitrati: area 2, Sessa Aurun-ca, concentrazione quasi tripla rispetto la media; per il potasso: anomalia macroarea 3 vs 4; per l’arsenico: macroarea 2 Villa Literno sotto il limite di rilevabilità e Sessa Aurunca valore 1,5 volte superiore.

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fig.6 - diversa salinità nelle macroaree: in termini di durezza l’area 4 ha valori 5 volte superiori all’area 1 (mediamente)

fig.6 - trialometani totali - le diverse concentrazioni per area

28 - T.V.B. ti voglio bere! - Stili di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di Caserta Stili di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di Caserta - T.V.B. ti voglio bere! - 29

Un ulteriore approfondimento che ci viene suggerito dall’a-nalisi statistica viene ancora una volta dalla comparazione dei dati Arpa e SEA: si tratta della diversa salinità com-plessiva nelle quattro macroaree. In particolare questo fenomeno può essere descritto chia-ramente da due indicatori disponibili: la durezza e i solfati.Utilizzando un diagramma di sintesi grafica (fig. 6), aggre-gando i dati per Comuni (da 1 a 5) per anno (da 2009 a 2011) e per macroarea, si riesce ad avere una percezio-ne anche visiva dell’andamento crescente dall’area 1 alla macroarea 4. La tendenza, in figura, è evidenziata con un vettore tratteggiato di colore rosso.La durezza espressa in gradi francesi °f indica il totale dei sali carbonati di Calcio e Magnesio per cui è direttamente correlabile alla presenza di questi.

Un’altra tendenza che ci viene segnalata dal software ri-guarda la variazione di concentrazione del parametro tria-lometani totali, sintetizzato col grafico in fig.6. Come abbiamo anticipato in precedenza, si tratta di sotto-prodotti della clorazione delle acque e si formano a partire dalla presenza nelle acque di sostanze naturali. Questo vuol dire che non sono presenti nelle acque ma si generano a seconda del trattamento scelto dal gestore per garantire un livello basso di inquinamento batteriologico, nella fattispecie l’utilizzo di alcuni ossidanti a base cloro. Incidono su questo indicatore: una attenta gestione in ter-mini di scelta e dosaggio degli ossidanti, la consapevolezza dei tempi di ritenzione dei flussi acquedottistici.Chiaramente sono auspicabili azioni volte alla riduzione della probabilità di formazione di questi composti. Il D.Lgs. 31/2001 concernente la qualità delle acque desti-nate al consumo umano fissa una concentrazione massi-ma ammissibile di 30 µg/l come somma dei THM.

fig.7 - le similitudini dei parametri tra rubinetto e fontana pubblica

Fontana pubblica o rubinetto di casa? Di certo non dovevamo fare ricorso alla statistica per le riflessioni che ci apprestiamo a fare ma il supporto dei nu-meri chiaramente aiuta, in un contesto così ampio.Raggruppando gli indicatori il software non segnala alcuna “anomalia” . A titolo di esempio si riportano solfati, sodio, arsenico e trialometani tot (fig. 7).Tranne per qualche eccezione localizzata, quindi, resta una variabilità per macroarea degli indicatori maggiore della differenza tra i Comuni: vale a dire che tra i Comuni nelle stesse macroaree bere dai rubinetti di casa o da fon-tanelle pubbliche è sostanzialmente equivalente.

Macro-area Comune Campione

Pratella Fontana pubblica

Piedimonte Matese Rubinetto casa

Ailano Rubinetto casa

Pietramelara Fontana pubblica

S.Felice a Cancello Fontana pubblica

Sessa Aurunca Fontana pubblica

Cancello Arnone Fontana pubblica

Mondragone Rubinetto casa

Villa Literno Rubinetto casa

Castel Volturno Rubinetto casa

Capua Rubinetto casa

S.Maria Capua V. Fontana pubblica

S.Nicola la Strada Rubinetto casa

Maddaloni Fontana pubblica

Marcianise Rubinetto casa

Succivo Fontana pubblica

Cesa Rubinetto casa

S.Arpino Rubinetto casa

Gricignano Fontana pubblica

Orta di Atella Rubinetto casa

1: Area Montana

2: Area litoranea

3: Area Casertana

4: Area aversana-

atellana

tab1 - le macroaree e i Comuni individuati per il campionamento strutturato

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Una ricerca nella ricerca, nella ricercaLa disponibilità dei dati sulla qualità delle acque potabili dei Comuni della Provincia di Caserta.

Se il progetto “Ti voglio bere” nasce con l’obiet-tivo di studiare la propensione al consumo di acque da rubinetto da parte dei nostri con-

cittadini, lo svolgimento dell’indagine in merito ai dati qualitativi delle acque potabili, distribuite dalle condutture dei comuni casertani, ha portato a ben più interessanti e a volte inattesi risultati, di per sé degni di un indagine altrettanto approfondita. L’eclatante risultato dell’indagine demoscopica, se-condo cui -in merito al consumo di acqua da rubi-netto- la semplice conoscenza dei dati sulla quali-tà delle acque farebbe cambiare idea anche ai più scettici, unitamente alla disponibilità di dati analiti-ci, ottenuta grazie al supporto tecnico della società SEPA Sud s.r.l. e dei suoi laboratori, ci ha spinti a “curiosare” nella organizzazione degli uffici comuna-li, in merito alle attività di monitoraggio della quali-tà delle acque. Ci sembrava, questo, un aspetto molto interessante, visto che gli stessi intervistati lo avevano ritenuto tale e –diciamocelo- noi stessi, cittadini dei Comu-ni casertani e conoscitori del funzionamento degli uffici tecnici o ambientali degli Enti locali nostrani, nutrivamo “qualche dubbio” sulla capacità dei Co-muni nella gestione dei controlli alle acque distribu-ite dagli acquedotti. Ebbene, questa nostra curiosità da ambientalisti “impiccioni” ha dato vita all’attività forse più in-teressante di questo progetto; una sottoricerca, nell’ambito della parte analitica di questo interes-sante progetto di ricerca. Per parlarne, abbiamo bisogno di fare qualche cen-no alla normativa.

1 D. L.vo 2 febbraio 2001, n. 31. Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano.2 Alla data di effettuazione della ricerca, ci risultano attivi, sui Comuni Casertani, i tre gestori: Consorzio Idrico Terra di Lavoro, Eniacqua Campania, Acquedotti scpa.

Gli articoli 7 ed 8 del D.Lgs. 31/2001 (1) , che rap-presenta il riferimento normativo per le attività di cui stiamo discutendo, impongono un doppio livello di con-trolli, distinguendo tra controlli interni ed esterni. Sono controlli interni, i controlli effettuati dal gestore del servizio idrico integrato per la verifica della qualità dell’acqua destinata al consumo umano. Per quanto riguarda i controlli interni, la legge prevede che: • L’ente gestore (nel nostro caso, il Comune o il soggetto a cui sia stato affidato (2) il servizio) è obbligato ad ave-re laboratorio di analisi interno, o a convenzionarsi con laboratori di altri gestori idrici, al fine di garantire un controllo adeguato e continuo, anche se poi il giudizio di conformità dell’acqua spetta all’ASL.• I risultati dei controlli devono essere conservati per un periodo di almeno cinque anni;• La norma, poi, vieta esplicitamente che tali controlli interni possano essere effettuati dai laboratori di ana-lisi delle Agenzie Regionali per la Protezione dell’Am-biente (ARPA).Per quanto riguarda i controlli esterni, la normativa prevede che: • siano svolti dall’ASL territorialmente competente, per verificare che le acque destinate al consumo umano soddisfino i requisiti definiti dal decreto, sulla base di programmi elaborati secondo i criteri dettati dalla re-gione.• Per le attività di laboratorio le aziende unità sanitarie locali si avvalgono delle agenzie regionali per la prote-zione dell’ambiente.

Chi deve controllare l’acqua destinata al consumo umano?

Antonio Pascale

30 - T.V.B. ti voglio bere! - Stili di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di Caserta

La frequenza dei controlli

Per le acque dell’acquedottoIl Decreto 31/2001 individua un numero minimo di controlli annui che aumenta a se-conda del volume di acqua distribuito ogni giorno. Come valore di riferimento, si con-sidera un acquedotto che eroga ogni giorno circa tra i 100 e 1.000 m3 di acqua e che serve circa 5.000 abitanti, per il quale la norma individua 4 controlli/anno di routine e 1 controllo/anno di verifica. I controlli sono distribuiti uniformemente durante l’anno. L’Asl può tuttavia prevedere maggiori frequenze di campionamento in relazione alla lunghezza e alla complessità dell’acquedotto stesso, al grado di vulnerabilità delle fonti (se maggiormente esposte a rischio di contaminazione), alla numerosità degli impianti e alla frammentarietà della rete idrica.

Per le acque mineraliLe prescrizioni normative per l’acqua minerale prevedono la realizzazione di una sola analisi all’anno (Decreto 29 dicembre 2003, art. 3) da parte degli stessi soggetti titolari della concessione, che viene inviata al Ministero della Salute insieme ad una autocerti-ficazione relative al mantenimento delle caratteristiche delle acque. Sull’etichetta, poi, le aziende possono pubblicare i risultati delle analisi fatte fino a 5 anni prima.

L’acqua di rubinetto è più controllata

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Alla ricerca dei dati di qualità dell’acqua “del Sindaco”

Caro Sindaco, che acqua mi dai? Que-sta la domanda a cui, impersonandoci in comuni cittadini, abbiamo cercato di dare risposta. Cosa fa un cittadino per conoscere la qualità dell’acqua che beve (o meglio, vorrebbe o dovrebbe bere)?

La risposta è semplice: si rivolge al Comune. Subito, però, il primo ostacolo.A chi chiedere i dati di qualità dell’acqua e, soprattutto, dove trovare i recapiti? Abbiamo limitato l’attività di ricerca ai 20 Comuni dove abbiamo analizzato i campioni di acqua, in maniera tale da avere anche un campione di riferimento, a conforto e confronto dei nostri dati. Ove il numero telefonico dell’ufficio tecnico era reperibile -con un “ragionevole sforzo”- dal sito internet del Comune, abbiamo direttamente contattato questo ufficio, chiedendo i dati e –quando indirizzati ad un altro ufficio- abbiamo proseguito la nostra indagine. In altri casi, la nostra ricerca è partita dal centralino comunale. La sola ricerca del recapito (e-mail o fax) a cui inviare la nostra richiesta, è durata circa 2 settimane. Dal 2 al 9 marzo sono state inviate, quindi, le richieste ai Comuni di cui eravamo riusciti a reperire tali recapiti. Tra questi, purtroppo, non figura il capoluogo: la città di Caserta, infatti, è stata difficile da contattare, i numeri ricavati dal sito risultavano occupati o disattivati. La richiesta dei dati è stata inoltrata ai Co-muni facendo riferimento alla normativa che in Italia regola il diritto di accesso in materia ambientale, il D.Lgs. 18 agosto 2005, n. 195. Secondo tale decreto, il di-ritto di accesso alle informazioni di natu-ra ambientale può essere esercitato da chiunque, senza necessità di dimostrare uno specifico interesse.La recente giurisprudenza in materia, inol-tre, ha stabilito che non solo non è neces-saria la puntuale indicazione degli atti ri-chiesti, ma risulta sufficiente una generica richiesta di informazioni sulle condizioni di un determinato contesto ambientale per costituire in capo all’amministrazione l’obbligo di acquisire tutte le notizie rela-tive allo stato della conservazione e della salubrità dei luoghi interessati dall’istanza, ad elaborare e a comunicarle al richieden-te (Consiglio di Stato, sez. VI, 16 febbraio 2011, n. 996; TAR Campania, Salerno, sez. II 25 marzo 2010, n. 2354).

30 - T.V.B. ti voglio bere! - Stili di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di Caserta Stili di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di Caserta - T.V.B. ti voglio bere! - 31

il modello di fax inviato alle amministrazioni interessate dall’indagine TVB

Teresa Ubaldini

L’acqua di rubinetto è rispettosa dell’ambiente

L’impatto ambientale, in ogni fase del ciclo dell’acqua di rubinetto, è asso-lutamente ridotto. Non ha bisogno di imballaggi e si evita l’uso del petrolio per fabbricare le bottiglie di plastica. L’acqua poi arriva direttamente nelle nostre case senza percorrere un metro su strada, è quindi a “chilometri zero”, risparmiando all’ambiente le emissioni di inquinanti prodotte ad esempio dal trasporto dell’acqua in bottiglia per diverse centinaia di km percorsi quotidianamente dai Tir, evitando il consumo di combustibili fossili, l’emis-sione di CO2 e di polveri sottili.In sintesi questi i principali impatti ambientali delle acque in bottiglia:- solo un terzo delle bottiglie di plastica utilizzate per l’acqua minerale viene raccolto in modo differenziato e destinato al riciclaggio, mentre i restanti due terzi finiscono in discarica o in un inceneritore;- il consumo annuo di 12 miliardi di litri di acqua imbottigliata comporta, per la sola produzione delle bottiglie, l’utilizzo di 350mila tonnellate di po-lietilene tereftalato (PET), con un consumo di 665 mila tonnellate di petrolio e l’emissione di gas serra di circa 910 mila tonnellate di CO2 equivalente;- la fase del trasporto dell’acqua minerale infine influisce non poco sulla qualità dell’aria: solo il 18% del totale di bottiglie in commercio viaggia sui treni, tutto il resto viene movimentato su strada.nei box ai lati due riflessioni tratte dal dossier

di Legambiente “Acqua di rubinetto? Si, grazie!”

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32 - T.V.B. ti voglio bere! - Stili di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di Caserta

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Altri comuni più piccoli invece, sono stati contattati più facilmente, ma tra tutti quelli contattati (Piedimonte Matese, Pratella, Ailano, Pietramelara, S. Felice a Cancello, Capua, S. M. Capua Vetere, Maddaloni, Marcianise, Sant’Arpino, Succivo, Cesa, Gricignano, Orta di Atella, Sessa Aurunca, Mondragone, Villa Literno, Recale) solo tre hanno soddisfatto la nostra richiesta.Dei Comuni di Sessa Aurunca, Marcianise, Santa Maria Capua Vetere, più i Comuni di Sant’Arpino e Succivo, per i quali abbiamo avuto un contatto de visu con i relativi uffici tecnici, i primi due ci hanno risposto dicendo di non essere in possesso dei dati e in particolare il comune di Marcianise ci ha riferito di aver inoltrato la nostra richiesta alla sua ASL mentre i Comuni di Sant’Arpino e Succivo ci hanno risposto inviandoci la copia dei rapporti di potabilità prodotti dall’ASL (il primo ci ha fornito i dati rilevati dall’ASL CE2 nel 2008) di potabilità per i parametri batteriologici. Immagini a lato.Tra tutti i Comuni contattati, solo S.M. Capua Vetere ha evaso la nostra richiesta, fornendo l’indirizzo web del Comune (www.comune.santa-maria-capua-vetere.ce.it), dove sono reperibili e costantemente aggiornati i risultati dell’esame di potabilità. Va comunque evidenziato che, anche per quanto riguarda i dati messi a disposizione da questo comune, le analisi non risultano effettuate dal laboratorio di un gestore, come previsto dalla normativa. In nessuno dei casi, comunque, siamo riusciti a reperire le analisi relative a tutti i parametri (controlli di “verifica”).In conclusione, il quadro che deriva da questa attività di ricerca dei dati è alquan-to desolante, per numerosi motivi, che per forza di cosa finiscono con l’accrescere la diffidenza da parte del comune cittadino nella capacità delle amministrazioni co-munali di gestire la rete idrica e il moni-toraggio della qualità dell’acqua erogata. In particolare, elenchiamo le principali problematiche riscontrate:• difficoltà nell’individuare l’ufficio compe-tente e detentore dell’informazione;• ignoranza normativa da parte degli uffici comunali;• scarsa attenzione dei Comuni alle rela-zioni con i cittadini e le associazioni e an-cor più scarsa trasparenza nelle informa-zioni relative alla qualità delle acque.

Nella pagina precedente alcune risposte inviateci dalle amministrazioni:- da Marcianise la richiesta passa alla ASL nel territorio comunale, che a oggi non ha datao seguito.- da Sessa Aurunca ci dicono che non hanno fondi per risponderci ma che ne hanno fatto richiesta.

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Il futuro dell’acqua

I risultati del progetto “TVB: ti voglio bere” offrono importanti spunti di riflessione sulla rapporto tra cittadini e istituzioni nei confronti del bene comune acqua. Il progetto di ricerca infatti, articolato su due filoni principali, ha analizzato il comportamento dei citta-dini verso l’uso consapevole dell’acqua pubblica ed ha indagato sulla qualità delle acque potabili distri-buite dalle condutture di comuni casertani. Un’ulte-riore attività, effettuata parallelamente all’indagine demoscopica e allo studio della qualità delle acque, è stata incentrata sull’analisi della disponibilità di dati sulla qualità dell’acqua pubblica presso gli uffi-ci comunali nonché della relativa attività di comuni-cazione di tali dati alla cittadinanza casertana.L’analisi della propensione dei cittadini verso l’ac-qua pubblica ha evidenziato l’esistenza di tre tipo-logie di cittadini che si distinguono in base a com-portamenti omogenei: i consapevoli, i disinteressati e gli sfiduciati. Ogni gruppo esprime un’attitudine particolare verso “l’acqua del sindaco”. Se il gruppo dei consapevoli dimostra una buona propensione verso l’acqua pubblica, ciò è deter-minato non solo dalla maggiore informazione sui controlli ma anche dalla sensibilità al tema del ri-sparmio idrico. Al contrario, i disinteressati si carat-terizzano per l’indifferenza al tema dell’acqua pub-blica: tale indifferenza si declina sia nella mancanza di interesse verso i volumi d’acqua consumati sia nell’acquisto di acqua confezionata per motivazioni che possiamo ricondurre anche all’abitudine. Infine, il gruppo degli sfiduciati esprime un giudizio nega-tivo nei confronti dell’acqua pubblica e ciò si riflette nella scarsa attenzione verso l’uso consapevole di tale risorsa. Dall’indagine emerge, quindi, che “informazione” e “percezione” rappresentano le parole chiave per ren-dere consapevoli i cittadini che la tutela della risor-sa acqua rappresenta un valore etico ed il consumo della stessa deve rispondere a criteri di responsa-bilità. Nella formazione delle scelte sull’utilizzo dell’acqua di rubinetto, risulta comunque incidere più significativamente ciò che i cittadini percepisco-no empiricamente, cioè basandosi sui sensi e sulle sensazioni, a prescindere dalle informazioni anali-tiche sulle caratteristiche dell’acqua che sono più o meno rese effettivamente disponibili per loro. È, infatti, particolarmente interessante quanto viene rivelato dalle risposte al questionario su “che tipo di acqua si preferisce bere” e sul “perché si preferisce bere l’acqua confezionata/del rubinetto”. La forte prevalenza dell’utilizzo dell’acqua confezio-nata (preferita dall’83% del campione) risulta essere essenzialmente la conseguenza della presunzione, in quanto derivante da valutazioni appunto empi-riche, che essa sia più controllata e quindi salubre.

Giancarlo Chiavazzo e Paola Pascale

La torbidità, il colore, l’odore e il sapore, i cosiddetti caratteri organolettici dell’acqua, quando presenti e indesiderati (anche se solo occasionalmente, come ad esempio in relazione ad interventi di manuten-zione sulle tubature) sono da ritenersi infatti tra i principali fattori che orientano i cittadini a diffidare dall’uso dell’acqua di rubinetto. Viene di conseguen-za un po’ sfatata l’idea che la martellante pubblicità dei produttori di acqua confezionata sia in grado di indurre a preferirle fortemente rispetto a quelle del rubinetto, mentre è più verosimile pensare che la pubblicità possa incidere sulla scelta di una specifi-ca marca rispetto ad altre. Quello che serve per controvertire le deleterie abi-tudini instauratesi è, quindi, da un lato intrapren-dere azioni di informazione e sensibilizzazione, vol-te a promuovere la conoscenza delle caratteristiche dell’acqua di rubinetto e le tecniche e i comporta-menti per utilizzarla in modo responsabile, dall’altro lato procedere alla messa a regime dei Servizi Idrici Integrati, in modo che si possano realizzare i neces-sari investimenti su infrastrutture e gestioni e così consentire anche il miglioramento della gradevolez-za delle acque di rubinetto.

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il volantino della campagna nazionale “Imbrocchiamola!” a cura di Legambiente e AltraEconomia per l’uso dell’acqua di rubinetto

Riflessioni conclusive della ricerca TVB

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Piuttosto che rivoluzioni, serviranno serie e ponde-rate riforme. Alla Regione è demandato il compito di assicurare con trasparenza, partecipazione ed efficacia la creazione o l’adeguamento degli organi istituzionali deputati all’amministrazione, alla re-golazione e al controllo dei Servizi Idrici alla scala territoriale. Allo Stato invece il compito di definire su base na-zionale un adeguato Sistema di Regolazione (Au-thority), assicurare la qualità della Governance, prevedere la misura e il controllo delle prestazioni, disporre i termini e le condizioni per l’informazione e la partecipazione del pubblico, porre le condizioni per la gestione industriale ed efficiente dei Servizi Idrici unitariamente nell’area vasta corrispondente all’Ambito Territoriale Ottimale (ATO). ATO che, per la Provincia di Caserta, ancora non riesce a staccare il cordone ombelicale dall’ATO2, totalmente centra-lizzato sulla città di Napoli.Un’ultima considerazione riguarda l’attività dei Co-muni, quando impropriamente impegnati nella ge-stione diretta del servizio, riguardo alla disponibilità di dati sulla qualità dell’acqua. Se, infatti, al gestore spetta il compito di svolgere i controlli (interni) sulla qualità dell’acqua, succede che quando è il Comune a gestire spesso non rende disponibili tali dati alla collettività, o peggio in alcu-ni casi non li rileva affatto.

Emerge, quindi, un problema di “carenza del flusso informativo”. Purtroppo i dati sulla qualità della no-stra acqua si fermano spesso sulla scrivania degli uffici comunali competenti e a noi cittadini non è dato sapere quali siano le caratteristiche qualitati-ve, ossia l’etichetta, delle acque comunali. Ne deriva che i cittadini non hanno elementi per va-lutare la qualità dell’acqua del sindaco, né possono fare un confronto tra acqua pubblica e acqua con-fezionata che sia basato sulle rispettive caratteristi-che qualitative. In questo scenario, ove l’incapacità di informare in merito alla qualità dell’acqua dell’ac-quedotto deve misurarsi con gli ingenti investimenti in pubblicità delle multinazionali dell’acqua, la si-tuazione è –se possibile- peggiorata dal fatto che le uniche informazioni che il cittadino riceve dall’ente locale sono quelle previste per legge in caso di non conformità dei parametri di qualità (1).La mancanza di informazione sui controlli effettuati sulle acque del rubinetto e sui parametri che ven-gono analizzati si riflette sulle decisioni di consumo dell’acqua. Per i cittadini della provincia di Caserta esiste un problema di “asimmetria informativa” in relazione alle caratteristiche dell’acqua del rubinet-to, la cui qualità è garantita da norme che elevano la nostra acqua tra le migliori d’Europa. E anche dalla nostra ricerca risulta che non c’è al-cuna ragione di dubitare della qualità dell’acqua che sgorga dai nostri rubinetti. I 41 parametri chimici analizzati da Legambiente per i venti campioni d’ac-qua, sono tutti, di gran lunga al di sotto dei limiti di qualità imposti dalla legge. Sarebbe auspicabile, quindi, la realizzazione di cam-pagne educative in grado di informare e sensibiliz-zare la cittadinanza sia sulle caratteristiche qualita-tive dell’acqua pubblica, sia all’utilizzo consapevole di tale risorsa, in modo da fornire agli sfiduciati e ai disinteressati gli elementi necessari ad acquisire una maggiore consapevolezza.In molti casi, per raggiungere quest’obiettivo, è ba-stato pubblicare e comunicare la “carta d’identità” delle acque comunali. Un ulteriore elemento da non sottovalutare in un’a-zione informativa, ancor più in un periodo di cri-si come quello attuale, è l’abnorme rapporto tra il prezzo dell’acqua imbottigliata rispetto a quella da rubinetto. Con una spesa dichiarata di 280 euro all’anno per l’acqua minerale, che pone i consu-matori Casertani al di sopra della media italiana, sarebbe di sicuro impatto l’informazione che per la stessa quantità di acqua da rubinetto, la spesa sa-rebbe pari a poco più di un euro!In conclusione, in perfetta linea con gli obiettivi che ci eravamo posti, il progetto “Ti voglio bere” ha trac-ciato il solco in cui innestare una iniziativa corale che coinvolga e metta a sistema i Comuni, l’Autorità d’Ambito, gli Enti addetti ai controlli, il volontaria-to ambientale e i gestori dei servizi, partendo dal principio -che prendiamo in prestito proprio da una campagna di Mineracqua, associazione delle azien-de imbottigliatrici- che “da un’informazione traspa-rente nascono scelte libere”.

34 - T.V.B. ti voglio bere! - Stili di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di Caserta Stili di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di Caserta - T.V.B. ti voglio bere! - 35

1 - Al fine di garantire la sicurezza sanitaria per i cittadini, sono svolti ulteriori controlli (esterni) da parte dalle ASL che, allorquando i parametri superano i limiti di legge, dichiarano la non potabilità dell’acqua pubblica: in tal caso, infatti, viene attivata la procedura di non potabilità ed il sindaco emana un’ordinanza in cui dispone il divieto d'uso temporaneo dell'acqua a scopo potabile. Di tale provvedimento viene data diffusione alla popolazione a mezzo degli organi di stampa, con la pubblicazione all’albo pretorio comunale e sul sito istituzionale dell’ente.

immagine di Itinerariadalla campagna “chiediAMO l’acqua di rubinetto”

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