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STAGIONE 2017 | 18 martedì 17 ottobre 2017 | ore 20,30 SALA VERDI DEL CONSERVATORIO Daniil Trifonov PIANOFORTE © Dario Acosta / Deutsche Grammophon

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STAGIONE 2017 | 18 martedì 17 ottobre 2017 | ore 20,30

SALA VERDI DEL CONSERVATORIO

Daniil TrifonovPIANOFORTE

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SOSTENGONO LA SOCIETÀ DEL QUARTETTO

COLLABORANO CON LA SOCIETÀ DEL QUARTETTO

LA SOCIETÀ DEL QUARTETTO PARTECIPA A

MEDIA PARTNER

Di turno

Francesca Moncada di Paternò Antonio Magnocavallo

Direttore artistico

Paolo Arcà

È vietato, senza il consenso dell’artista, fare fotografie e registrazioni, audio o video, anche con il cellulare.

Iniziato il concerto, si può entrare in sala solo alla fine di ogni composizione. Si raccomanda di:

• disattivare le suonerie dei telefoni e ogni altro apparecchio con dispositivi acustici

• evitare colpi di tosse e fruscii del programma

• non lasciare la sala fino al congedo dell’artista

Il programma è pubblicato sul nostro sito web il venerdi precedente il concerto.

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Il concerto è dedicato a Sviatoslav Richter, a vent’anni dalla scomparsa

Frederic Mompou (Barcellona 1893 - 1987)

Variazioni su un tema di Chopin (ca. 24’)

Robert Schumann (Zwickau 1810 - Endenich 1856)

“Chopin” da Carnaval op. 9 (ca. 1’)

Edvard Grieg (Bergen 1843 - 1907)

“Hommage à Chopin” da Stimmungen op. 73 (ca. 2’)

Samuel Barber (West Chester 1910 - New York 1981)

Notturno (Hommage to John Field) op. 33 (ca. 4’)

Pëtr Il’ič Čajkovskij (Votkinks 1840 - San Pietroburgo 1893)

“Un poco di Chopin” da Morceaux op. 72 (ca. 3’)

Sergej Rachmaninov (Oneg, Novgorod 1873 - Beverly Hills 1943)

Variazioni su un tema di Chopin op. 22 (ca. 28’)

Intervallo

Fryderyk Chopin (Żelazowa Wola 1810 - Parigi 1849)

Sonata n. 2 in si bemolle minore op. 35 (ca. 23’) I. Grave-Doppio movimento II. Scherzo III. Marcia funebre. Lento IV. Finale. Presto

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I tributi musicali a Fryderyk Chopin, nel corso del tempo, sono numerosi e multiformi: dal semplice prestito di melodie all’imitazione stilistica, dall’evocazione di atmosfere all’adozione di peculiari tecniche e forme compositive. Il programma di stasera si muove all’insegna degli omaggi, più o meno noti, tutti segnati dall’ammirazione verso il “poeta del pianoforte”.

Le Variazioni su un tema di Chopin di Frederic Mompou si rifanno ad un genere prediletto dal musicista polacco. Molte e curiose sono le analogie biografiche tra i due, seppur figli di secoli diversi: musicalmente attivi, l’uno nella Parigi di Berlioz e Delacroix, l’altro in quella di Poulenc e Miró, sono entrambi pianisti, interpreti timidi e introversi, e compositori dalla scrittura armonicamente raffinata e ricca di echi del folklore dei paesi d’origine.

Le dodici variazioni in programma nascono da un preludio di Chopin, il n. 7 dell’op. 28, il più breve, di appena sedici battute divise in due semplici frasi simmetriche. Originariamente Mompou le concepì, nel 1938, per violoncello e pianoforte, poi vennero trasformate in un balletto (mai eseguito) su commissione del Royal Ballet di Londra, infine trovarono la loro forma definitiva destinata al pianoforte solo nel 1957. Ciascuna variazione possiede un titolo evocativo del contenuto e del carattere proprio di tali miniature. Dopo l’esposizione del tema originale, questo sembra ripetersi nella prima variazione, dolce e inalterato

Hommage a Chopin

Il programma di stasera si muove all’insegna degli omaggi segnati dall’ammirazione verso “il poeta del pianoforte”

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nella linea melodica ma modificato armonicamente e gradualmente dissolto dall’aggiunta di note estranee. Il tema cangia e trascolora così di variazione in variazione: spensierato e spagnoleggiante nella seconda; intimo a solo per la mano sinistra nella terza; un tempo 2/4, non più valzer, nella quarta; mazurka scherzosa nella quinta; recitativo sofferto e misterioso, trasfigurato come un brano di Musica Callada (musica silenziosa) nella sesta; colorito, poi sognante, poi ancora grazioso nelle successive tre. La decima variazione, la più lunga, dal titolo “Evocazione”, rappresenta il centro espressivo della composizione. Mompou simbolicamente ed esplicitamente si avvicina al suo modello: nella variazione, l’autocitazione della sua Cançion y Danza n. 6 (dedicata ad Arthur Rubinstein) si combina con la citazione del tema centrale della Fantasia Improvviso di Chopin. Infine le due variazioni conclusive: l’una misteriosa e dolce, l’altra un galoppo, con l’alternanza di veloce e lento.

Il Carnaval op. 9 (1834-35) di Robert Schumann è l’apoteosi del mascheramento: ventuno Scénes mignonnes sur quatre notes, quadretti fantastici e ritratti musicali di sensazioni e personaggi reali, immaginari, trasfigurati: Pierrot, Arlecchino, Colombina, il virtuoso Paganini, la futura

moglie Clara Wieck-Chiarina, il compositore stesso nelle duplici sembianze di Eusebio e Florestano. Alla dodicesima scena, si pone Chopin, il coetaneo tanto ammirato, generosamente sostenuto da Schumann, entusiasta ed onorato di fare la sua conoscenza a Lipsia tra il 1835 e il 1836. Il brano ricrea in miniatura lo stile e l’inconfondibile idioma pianistico chopiniano: un primo piano melodico su uno sfondo di accompagnamento arpeggiato.

Una miniatura è pure l’omaggio di Grieg a Chopin, tratto dalla raccolta Stimmungen (1898-1905), ultima composizione per pianoforte del musicista norvegese e penultima del suo intero catalogo. Rappresenta un diario musicale degli ultimi anni, in cui confluiscono pensieri e schizzi di un’intera vita: in piccole forme è racchiusa una grande ricchezza di umori e stati d’animo, evocazione del mondo interiore del compositore

Chopin, il coetaneo tanto ammirato, generosamente sostenuto da Schumann, entusiasta e onorato di fare la sua conoscenza a Lipsia tra il 1835 e il 1836

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e della sua terra, la Norvegia. Il richiamo al folklore d’origine fu linfa vitale per il compositore di Bergen, capace di fondere melodie popolari da lui riscoperte con il linguaggio della tradizione colta e accademica. Nell’Hommage à Chopin, proprio una canzone popolare fa da ordito alle evoluzioni virtuosistiche di questo interludio, melodia figurata che, come in uno studio di Chopin, emerge sul semplice meccanismo tecnico. Anch’egli eccellente pianista, Grieg propone con abilità un virtuosismo che non rinuncia mai al lirismo e alla cantabilità.

Sinuosa e cromatica è la melodia che si snoda nel Notturno del compositore americano Samuel Barber, un palese richiamo a Chopin,

sotto le mentite spoglie di un omaggio a John Field. Quest’ultimo, compositore e pianista allievo di Clementi, è considerato l’inventore della forma del Notturno, che l’arte di Chopin riprenderà e renderà famosa: la tradizione italiana del bel canto è trasferita sulla tastiera in lunghe e ornate melodie che, come in un’aria, risaltano sullo sfondo di un accompagnamento arpeggiato e avvolgente. Nel Notturno, del 1959, Barber recupera proprio questa vena melodica e tali stilemi, adattandoli ad un linguaggio nuovo.

Ancora Un poco di Chopin nella raccolta Morceaux op. 72 di Čajkovskij, ultima opera per pianoforte solo (1893), composta per “guadagnar qualche soldo” parallelamente alla Sesta Sinfonia, di cui utilizza alcuni frammenti scartati. L’op. 72 contiene diciotto pezzi ed unisce gli accenti delle danze (come la Valse bluette o la Mazurque pour danser) insieme all’evocazione di atmosfere più riflessive (come in Méditation), oltre che Un poco di Chopin (n. 15) e Un poco di Schumann (n. 9). Chopin era molto popolare presso i salotti russi già dal 1830 e Čajkovskij fece conoscenza della sua musica

Anch’egli eccellente pianista, Grieg propone con abilità un virtuosismo che non rinuncia mai al lirismo e alla cantabilità

John Field, compositore e pianista allievo di Clementi, è considerato l’inventore della forma del Notturno

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sin da piccolo, senza mai diventarne un grande estimatore; affini per stile e temperamento, Čajkovskij ritrovava specchiati in Chopin pregi e difetti della sua stessa musica. Nel brano in programma, viene riproposto un Tempo

di mazurca, con il caratteristico accento spostato sul secondo ottavo della battuta e con una parte centrale ricca di scorrevolezza, com’è tipico della giravolta nella danza popolare.

Dalla Russia viene anche l’omaggio di Rachmaninov a Chopin nelle Variazioni op. 22 sul tema del Preludio op. 28 n. 20. Completate tra 1902 e il 1903, furono composte, come la maggior parte delle sue opere pianistiche, prima che la rivoluzione costringesse il musicista a emigrare negli Stati Uniti e a dedicarsi principalmente all’attività concertistica, con cui ottenne fama internazionale. Esse rappresentano la prima grande opera per pianoforte solo e appartengono allo stesso mondo compositivo dei Preludi op. 23 e del secondo concerto, ultimato due anni prima, di cui contengono alcuni richiami. Dopo l’esposizione del tema originale, le variazioni si susseguono, snocciolandosi l’una dopo l’altra senza soluzione di continuità, con la sensazione di una progressiva crescita in volume, complessità ed estensione delle singole variazioni. Lo stesso materiale è richiamato e sviluppato da una variazione all’altra: la singola linea, dal sapore un po’ bachiano, della prima variazione, diventa controsoggetto nella seconda e spunto per il canone della terza. Le variazioni sembrano ricomporsi all’interno di una struttura su grande scala, dal profilo di una sonata in quattro movimenti.

Durante la carriera concertistica, Rachmaninov fu anche un grande interprete di Chopin, da lui eseguito al Quartetto nei suoi concerti del 1928 e 1937. Rimane celebre l’esecuzione alla Carnegie Hall nel 1930 della Sonata n. 2 op. 35, in seguito alla quale il compositore russo rimise mano alla propria seconda sonata per snellirla sul modello chopiniano, di appena “diciannove minuti [ma in cui] tutto è detto...”.

La Seconda sonata venne composta da Chopin tra il 1838 e il 1839 durante il soggiorno con George Sand presso la Certosa di Valldemossa a Maiorca. Fu la prima pubblicazione dopo i Preludi e fin da subito

Chopin era molto popolare presso i salotti russi già dal 1830 e Čajkovskij fece conoscenza della sua musica sin da piccolo

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molto discussa; già dalle prime critiche si formò l’opinione poi diffusa e persistente sull’impaccio del musicista polacco dinanzi a brani di ampia costruzione formale. “Capriccio, se non tracotanza l’averla chiamata sonata” sentenzierà Schumann: non ne metteva in dubbio la bellezza del contenuto musicale, ma soltanto la sua atipicità formale. Già il primo movimento (Grave-Doppio movimento), dopo alcune battute introduttive di recitativo, riserva delle sorprese nell’Allegro in forma sonata: l’esposizione dei due temi contrastanti, l’uno agitato e ritmicamente incalzante, l’altro sereno e cantabile, è seguita da un insolito sviluppo, interamente basato sul primo tema, e da una ripresa

monca, che ripropone solo il secondo. Ai contemporanei suonavano come difetti tanto l’apparente discontinuità quanto la mancanza di contrasti tra i movimenti, tutti in tonalità minore. Se lo Scherzo fu l’ultimo ad essere composto, la successiva e celeberrima Marcia funebre è il nucleo originario attorno al quale si costruisce la Sonata. È un brano particolarmente intenso: il lugubre ostinato ritmico della mano sinistra richiama “all’improvviso dal pianoforte le apparizioni maledette” della Certosa, le stesse che costrinsero Chopin a interrompere la propria esecuzione del 1848 nel castello scozzese di Johnstone. E sarà la stessa musica, tanto luttuosa quanto struggente del Trio, ad accompagnare le esequie del compositore, come da lui esplicitamente richiesto e come vorrà per sé pure Grieg. Infine “l’ironico sorriso” - di Sfinge - del IV movimento (Presto), il più bizzarro e problematico: due minuti di terzine all’unisono delle due mani, senza una vera melodia o armonia, ma solo fusione tra destra e sinistra. “Eppure, quanta bellezza nasconde anche questo pezzo”, scriverà Schumann, profeta della genialità autenticamente romantica di questa musica.

Maria Grazia Campisi

Conservatorio “G. Verdi” di Milano Laureanda in Discipline storiche, critiche e analitiche della musica

E sarà la stessa musica, tanto luttuosa quanto struggente del Trio, ad accompagnare le esequie del compositore

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Daniil Trifonov pianoforteNato a Nizhny Novgorod nel 1991, Trifonov ha iniziato a studiare musica all’età di cinque anni con Tatiana Zelikman all’Accademia di musica Gnessin di Mosca per poi proseguire i suoi studi negli Stati Uniti al Cleveland Institute of Music con Sergei Babayan.

La sua ascesa nella firmamento internazionale inizia nella stagione 2010/11 con il terzo premio al Concorso Chopin di Varsavia, il Primo premio al Concorso Rubinstein di Tel Aviv e il Primo premio e il Grand Prix al Concorso Čaikovskij di Mosca. Nel 2013 ha ricevuto il prestigioso Premio Franco Abbiati quale miglior solista dall’Associazione nazionale dei critici italiani.

Le sue esecuzioni combinano tecnica straordinaria con rara sensibilità e profondità di pensiero

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Le sue esecuzioni combinano tecnica straordinaria con rara sensibilità e profondità di pensiero. Si è esibito con le maggiori orchestre e direttori di primo piano in tutto il mondo ospite di prestigiose sale da concerto e dei maggiori festival. Si dedica anche alla composizione. Nel 2014 ha debuttato in questa veste presentando il suo Primo Concerto per pianoforte al Cleveland Institute of Music.

Nella stagione 2015/16 ha debuttato alla Walt Disney Hall di Los Angeles, è stato artist in residence alla Wigmore Hall, ha eseguito il suo Concerto per pianoforte con la Philadelphia Orchestra, è stato eletto nel Board della New York Philharmonic. Ha inaugurato la stagione 2016/17 con una tournée con la Filarmonica della Scala e Riccardo Chailly e una serie di recital in Germania e Austria. Tra gli altri impegni della stagione appena passata ricordiamo anche il recital alla Carnegie Hall, i concerti con la Chicago Symphony Orchestra e Riccardo Muti (Primo Concerto di Čaikovskij), la torunrée con Valery Gergiev (integrale dei Concerti di Rachmaninov), un progetto da camera con Anne-Sophie Mutter e i Mutter’s Virtuosi al Salzburg Whitsun Festival, i concerti con Yannick Nézet-Séguin e la Philadelphia Orchestra, con Andris Nelson e la Boston Symphony Orchestra al festival estivo di Tanglewood e con i Wiener Philharmoniker al Festival di Salisburgo.

La stagione 2017/18 si è aperta con una tournée in Giappone e Cina in settembre. Dopo la tournée europea sarà protagonista di una serie di concerti negli Stati Uniti nei quali eseguirà il suo Concerto per pianoforte e tornerà alla Philharmonie di Berlino dove eseguirà il Concerto di Schumann con i Berliner Philharmoniker e Mariss Jansons.

Dal 2013 incide in esclusiva per Deutsche Gramophone. Nel 2014 esce “The Carnegie Recital”, registrato dal vivo alla Carnegie Hall nel 2013 che merita una nomination ai Grammy Awards e l’Echo Klassik Award. Tra le altre incisioni ricordiamo un CD dedicato a Chopin per Decca e il Primo Concerto di Čajkovskij con Valery Gergiev e l’Orchestra del Teatro Mariinskij, “Rachmaninov Variations” inciso con la Philadelphia Orchestra e Yannick Nezet-Seguin che gli è valso il premio Artist of the Year 2016 della rivista Gramophone, “Trascendental”, doppio album dedicato a Liszt (Echo Klassik 2017), “Preghiera” dedicato ai Trii di Rachmaninov con Gidon Kremer e Giedrè Dirvanauskaité e la recentissima pubblicazione di “Chopin Evocation”.

È per la prima volta ospite della nostra Società.

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Tel 02 795 393 | [email protected]

via Durini 24 - 20122 Milano |

www.quartettomilano.it

Per la stagione 2017/18 la Società del Quartetto ha attivato i seguenti progetti in collaborazione con: CONSERVATORIO “G. VERDI” Biennio di Discipline storiche, critiche e analitiche della musica

PROGETTO NOTE DI SALA

Maria Grazia Campisi, Giulia Ferraro, Lorenzo Paparazzo, Paola Rossetti, Creusa Suardi, Maurizio Tassoni

Supervisori: Pinuccia Carrer docente di Discipline musicologiche e Antonio Schilirò ex docente di Storia della musica

FONDAZIONE ARNOLDO E ALBERTO MONDADORI

PROGETTO EDITORIALE SOCIAL NETWORK

Alice Gualandris, Marta Mazzucchelli, Irene Milazzo, Valerio Talevi

Docente: Marco Cadioli

IED, ISTITUTO EUROPEO DI DESIGN

PROGETTO GRAFICO PROGRAMMA DI SALA

Camilla Agazzone, Alessia Arrighetti, Antonija Bubalo, Edoardo Campagner, Arianna Cassani, Tommaso De Bonis, Federico A. Fava, Sofia Fonda, Alice Porcella, Federico Sartori, Giulia Sigismondi

Staff: Dario Accanti coordinatore del corso triennale in Graphic Design, Sara Canavesi assistente triennale

Docente: Silvia Lanza, Studio 150up

PROGETTO FOTOGRAFICO Cristiana Cappucci, Valentina Colombo, Ilaria Cutuli, Eleonora Dottorini, Angela Guastaferro, Alessio Keilty, Marta Lunardi, Andrea Puxeddu, Luca Taddeo

Staff: Silvia Lelli coordinatrice del corso di formazione avanzata, Sabrina Radice assistente Master

Docente: Silvia Lelli

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Trio di ParmaIntegrale dei Trii con pianoforte di Beethoven – IIILa bella sequenza di artisti che tornano al Quartetto si apre con il Trio di Parma. Ricordiamo le interpretazioni di tutti i trii di Dvořák nel 2012 e dei due grandi trii di Schubert nel 2014. Nella stagione scorsa è stato ospite nelle prime due tappe dell’integrale beethoveniana. Ora anche questo ciclo si conclude, con l’ultimo e monumentale Trio op. 97, dedicato all’allievo, amico e mecenate arciduca Rodolfo d’Asburgo. Di poco precedente è il Trio op. 70 n. 2, che appare solare solo perché adiacente a quello “degli spettri” (op. 70 n. 1). Completano il programma le giovanili Variazioni op. 44, elaborazioni di un tema che il Beethoven ancora violista nell’orchestra di corte di Bonn coglie da un’operina di Dittersdorf.

PROSSIMO CONCERTO martedì 7 novembre 2017 | ore 20,30

SALA VERDI DEL CONSERVATORIO

2 CD 4797518 / 3 LP 4798177 / DIGITALE

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DANIIL TRIFONOVCHOPIN EVOCATIONSMahler Chamber Orchestra - Mikhail Pletnev - Sergei Babayan

Il fenomenale pianista russo registra in prima mondiale i Concerti per pianoforte di Chopinnell’affascinante orchestrazione di Mikhail Pletnev.

Chopin Concerti per pianoforte n. 1 e 2 Variazioni su “La ci darem la mano” (piano solo) Rondo per due pianoforti, op. 73Fantasia-Improvviso n. 4Schumann Chopin (da Carnaval)Grieg Studio n. 5 “Hommage à Chopin”Barber Notturno, Op. 33Tchaikovsky Un poco di ChopinMompou Variazioni su un tema di Chopin

DANIIL TRIFONOV sarà lieto di incontrare il pubblico al termine del concerto presso il banco CD nel foyer