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L’appuntamento del venerdì » Corriere del Ticino laRegioneTicino Tessiner Zeitung CHF 3.– con Teleradio dal 27 dicembre al 2 gennaio 53 numero 24 | XII | 09 REPORTAGE Meridiane | AGORÀ Estetica | KRONOS Calendario | TENDENZE Capodanno

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Numero 53 - Settimanale della Svizzera italiana

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REPORTAGE Meridiane | AGORÀ Estetica | KRONOS Calendario | TENDENZE Capodanno

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Agorà Medicina estetica. La soluzione dolce DI PATRIZIA MEZZANZANICA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4

Arti Fra Roberto Pasotti. Un fratello a Stans DI GIANCARLO FORNASIER . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6

Kronos Calendario. La ricerca dell’inizio DI ROBERTO ROVEDA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7

VVitaitaee Mascia Cantoni DI STEFANIA BRICCOLA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8

Reportage Le meridiane. Un tempo antico DI R. CAROBBIO; FOTO DI A. MENICONZI . . . . 33

Tendenze Capodanno. Una notte scintillante DI MARISA GORZA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38

Astri/GiochiGiochi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39

La fine (di un anno)

“Ticino7 reagisce all’articolo del Caffè sul futurodel settimanale di programmi radiotelevisivi. Fu-turo difficile se non incerto, quantomeno nella suaattuale forma, risulta dalle verifiche del nostrogiornale (checchè ne dica la redazione di Ticino7).Il Caffè sarà felice di essere smentito dai fatti,nonostante la dietrologia che permea l’articolo dirisposta di Ticino7. E comunque, naturalmente,auguriamo lunga vita a Ticino7”.

Gentili lettori,con le parole appena lette si chiudeva uneditoriale del 26 luglio scorso firmato dallavice direttrice, la gentile Simonetta Caratti,del settimanale “il caffè” (o “il Caffè oppureancora “Caffè”). Qualcuno forse si ricorderàdi una ben poco oculata e circoscritta “spa-rata” di poche settimane prima provenientedalle stesse pagine del domenicale, secondola quale Ticinosette – il nome della testata siscrive a tutte lettere da almeno 18 mesi, cioèda quando è stata rivista nella sua parte gra-fica e testuale; e a questo aggiungiamo pureche i “programmi radiotelevisivi” sono unadelle componenti del settimanale... – sarebbestato sul “punto di morte”. Anzi, secondoquanto sostenuto dai solidali colleghi diLocarno, quelli che state leggendo avrebberodovuto essere i nostri ultimi “respiri”. A ogginon sappiamo chi siano state le fonti “beneinformate” che hanno spinto il settimanalelocarnese a darci per spacciati, e non nascon-diamo una ben poco sopita curiosità. Qualeopportunità migliore dunque, essendo questol’ultimo numero di Ticinosette targato 2009,per far presente agli amici de “il caffè” cheil nostro settimanale è ancora vivo e vegeto.Con grande sollievo da parte nostra e, speria-mo, anche dei nostri lettori.

Che quello che sta per terminare sia statoun anno difficile nessuno lo nega: la crisiha toccato l’intero mondo economico, e illivello occupazionale in Svizzera come nelresto del pianeta ne ha risentito. Il settoredella stampa ha, naturalmente, seguito aruota. Purtroppo, secondo alcune fonti, ilpeggio dovrebbe ancora arrivare... Proprio pergarantire la presenza della nostra testata inedicola quale allegato al “Corriere del Ticino”,“laRegione Ticino” e “Tessiner Zeitung”, Edi-tori e Redazione hanno preso alcune misure“di risparmio” con un’ottimizzazione e unarazionalizzazione delle risorse a disposizione,oltre a un adattamento settimanale delle pa-gine in carta patinata della nostra rivista infunzione della presenza pubblicitaria. Questonon ha impedito negli scorsi mesi di inaugu-rare nuove rubriche, come pure di allargare ilnumero dei collaboratori (giornalisti, fotografie illustratori) la cui età media è certamentefra le più basse delle testate giornalistichecantonali. Anche in questo senso, lo sforzodi rinnovamento iniziato nei primi mesidel 2008 è proseguito, alla ricerca di temi,argomenti e reportage fotografici capaci dicatturare l’attenzione e il vostro interesse. Èdunque a voi che rivolgiamo, oltre ai nostrisentiti auguri di Buon Natale e Buone Feste,un ringraziamento per le tante dimostrazio-ni di affetto e di riconoscimento del lavorosvolto sin ora. A voi, come ai nostri Editori, alpersonale tecnico e grafico indispensabile allapubblicazione di Ticinosette, all’Amministra-zione e a tutti i collaboratori. Nella speranzache il prossimo sia un anno più prodigo diserenità, di pubblicità... e di buon senso.Dietrologicamente parlando, si intende...

Cordialmente, la Redazione

numero 5324 dicembre 2009

Tiratura controllata89’345 copie(72’303 dal 4.9.2009)

Chiusura redazionaleVenerdì 18 dicembre

EditoreTeleradio 7 SAMuzzano

Direttore editorialePeter Keller

Redattore responsabileFabio Martini

CoredattoreGiancarlo Fornasier

Photo editorReza Khatir

Amministrazionevia San Gottardo 506900 Massagnotel. 091 922 38 00fax 091 922 38 12

Direzione, redazione,composizione e stampa

Società Editrice CdT SAvia IndustriaCH - 6933 Muzzanotel. 091 960 31 31fax 091 968 27 [email protected]

Stampa(carta patinata)Salvioni arti grafiche SABellinzonaTBS, La Buona Stampa SAPregassona

PubblicitàPublicitas Publimag AGMürtschenstrasse 39Postfach8010 ZürichTel. +41 44 250 31 31Fax +41 44 250 31 [email protected]

Annunci localiPublicitas Luganotel. 091 910 35 65fax 091 910 35 [email protected]

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In copertinaChiesa di Santa Mariaa Banco di BediglioraFotografia di A. Meniconzi

Impressum

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Sei donne su dieci sono soddisfatte del loroaspetto fisico e, pur riconoscendo di avererughe e rughette, preferiscono tenersele.Ma cosa succede alle altre quattro? E qualisono le nuove tendenze dell’estetica?

Medicina estetica contro chirurgia? Non proprio.Non se si osservano i dati statistici che danno

comunque entrambe in crescita, anche se la percen-tuale della medicina è molto più alta. A tramontare èil vecchio concetto di chirurgia estetica. Le donne nonvogliono più bisturi, punti, cicatrici, sofferenze e lun-ghe degenze ospedaliere, ma continuano a desiderare,quasi ostinatamente, di apparire più giovani, più bellee più toniche. Così, la chirurgia si adegua e diventasoft e il confine fra le due scienze si fa sottile, spesso siconfonde tanto l’una diventa poco invasiva e l’altra sispecializza. Un trattamento richiede oggi i tempi di unapausa pranzo e gli effetti sono evidenti da subito. Forseper questo, negli ultimi anni, si è registrato un boom diinterventi light, punture, tecniche varie che permettonoalla nostra pelle di tendersi, rassodarsi, rimpolparsi,apparire fresca e idratata anche quando per età, o perla poca cura, così in forma non dovrebbe essere.“La storia della medicina estetica non è così recente comemolti sono portati a pensare” spiega Grazia Puglia, con-sulente di comunicazione di aziende e associazioni cheoperano in questo campo. “I primi tentativi risalgono aiprimi anni Sessanta. Venivano iniettate sostanze plastiche,come il silicone e il teflon, con risultati spesso discutibilie anche dannosi, tanto che poi sono state proibite. Neglianni Ottanta si usava il collagene di derivazione animale,che era assorbibile dai tessuti, ma richiedeva un doppio testdi tollerabilità. Il salto di qualità è avvenuto con l’avventodel botox e dei filler all’acido ialuronico. Entrambi moltorichiesti hanno però proprietà diverse. Il primo non riempie,ma inibisce l’uso dei muscoli mimici del viso responsabili,nel tempo, della formazione delle rughe. L’effetto è quellodella paralisi: limitando il funzionamento del muscolola pelle si distende. L’acido ialuronico, invece, così comei nuovi collageni più evoluti che non necessitano più ditest preliminari, è un vero e proprio filler (dall’inglese tofill, riempire, ndr.). È indicato non solo per attenuare lerughe ma per rimodellare il viso e il corpo. Oggi, infatti,con l’acido ialuronico è possibile correggere il naso, alzareil sopracciglio, rimpolpare lo zigomo, il polpaccio, sollevareil gluteo, arrotondare il seno, scolpirsi e ridisegnarsi a pro-prio piacimento. Con la tecnica dell’hydro-reserve, ancheristrutturare e idratare la pelle profondamente”.

Realtà e aspettativeNella medicina estetica, ricerca e tecnologia sono inperenne evoluzione. E non solo per farci più belli. Unfiller conosciuto anche dalla medicina curativa è l’acidopolilattico particolarmente adatto a riempire zone delviso lipo-atrofiche, cioè senza più grassi, come accadeai malati di Aids che assumono farmaci fortementedisidratanti. Nuovi studi sostengono, inoltre, che

trapiantando cellule di grasso autologo, debitamen-te trattato e preparato, si trapiantano anche cellulestaminali che attecchiscono e diventano parte stessedell’organismo.Più belli e più sani quindi, quasi una versione con-temporanea della locuzione latinamens sana in corporesano. Anche se non è sempre così. Sono molte, infatti,le donne anche giovani che ricorrono a interventi nonnecessari o ne hanno aspettative utopistiche. Donnefragili, desiderose di riempire un vuoto affettivo, piùche dar volume a un gluteo, capaci di entusiasmarsi perun pessimo risultato e di disperarsi per performance piùche apprezzabili. Donne che da belle si fanno bruttee che a furia di ricorrere a ritocchi e interventi sem-brano fatte in serie. “Molte sono vittime di un approcciodecisamente superato dalla chirurgia estetica”, spiega ildr. Eugenio Gandolfi, specialista in chirurgia plasticaa Lugano e Como, e professore a.c. all’Università diSiena. “Hanno iniziato quando gli strumenti a disposi-zione erano limitati, spesso deformanti, e non sanno cometornare indietro. Oppure si sono affidate a professionistidalla mano pesante che invece di consigliar loro tecnichemeno invasive, hanno assecondato uno squilibrio che conla patologia estetica ha poco a che vedere. Parlo di patologiadi proposito, perché mi capita spesso di vedere donne chevivono una reale sofferenza riguardo al loro aspetto fisico.Oggi il patrimonio della medicina e della chirurgia esteticaè vasto, abbiamo molti strumenti a disposizione e possiamooffrire un aiuto reale e sicuro, ma l’onestà è sempre neces-saria. Compito del medico è curare, non vendere, per cui ame capita di vedere una paziente due, tre volte, prima didecidere se e come intervenire”.

Verso metodi più naturaliDall’approccio classico della chirurgia estetica anniOttanta, quello del “taglio e tiro” per intenderci, sipassa a quello contemporaneo che interviene per gradi.Laser frazionati per illuminare la pelle senza bruciare,trapianti di grasso per ringiovanirla quando si asciuga, efili per tendere un viso che cade. C’è chi si porta avantie si sottopone ai primi interventi – o trattamenti, separliamo di medicina estetica – per prevenire, chi vuolequalcosa di più energico ed efficace, e chi continua arichiedere fianchi più snelli e seni più floridi.“L’intervento alla mammella è ancora il più richiesto” con-tinua, infatti, il dottor Gandolfi “mentre la liposuzioneè in calo per via di tecniche di medicina estetica che inalcuni casi danno discreti risultati. La novità, per quantoriguarda l’aumento del seno, sta nell’abbandono delleprotesi convenzionali a favore del trapianto di grasso: unmetodo naturale, senza tagli e cicatrici, che richiede soloanestesia locale”.

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gramma annuale dell’OSI e saranno invi-

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Arti

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privata che, come dimostrano anche le operepresenti in questa collettiva, raccoglie lavoridi notevole pregio: da Peter Paul Rubens(1577–1640) alla scuola toscana di FilippinoLippi (1457–1504) al realismo francese diGustave Coubert (1819–1877).La mostra – visitabile sino al 28 febbraio2010 – rappresenta dunque un’imperdibileopportunità per apprezzare sia la recenteproduzione del “frate del Bigorio” sia perscoprire gli ampliati spazi di questa piccolama “ricca” fondazione.

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»Da poche settimane si è inau-gurata presso la FondazioneFrey-Näpflin a Stans “Für Se-ele, Geist und Sinne” (PerAnima, Mente e Sensi), unamostra collettiva con opereprovenienti dagli archivi dellaFondazione stessa, lavori del-la bavarese Rosi Bauer – classe1942, artista e restauratrice – edipinti di frate Roberto Pasot-ti, artista al quale lo scorsoanno il nostro settimanale(Ticinosette n. 20, 2008) avevadedicato un approfondito Re-portage. La collettiva diventaun’occasione per apprezzare“materialmente” anche partedelle opere riprodotte nell’in-

teressante volume recente-mente pubblicato sull’operadi Pasotti (vedi Apparati),libro che mostra anche la“poliedricità” di fra Roberto,artista capace di esprimersiutilizzando tecniche figura-tive molto lontane fra loro;

dalle note vetrate (ricordia-mo l’evocativo gioco di lucipresente nella Cappella diCasa Rezzonico a Lugano) aimosaici, ai dipinti murali esu tela. Formatosi frequen-tando le botteghe di FeliceFilippini, Filippo Boldini eHans Stocker, nel 1966 il fratesi trasferisce al convento delBigorio (Capriasca); un ango-lo di pace dove la sua pittu-ra – che risente della scuolarinascimentale spagnola diEl Greco (1541–1614) ma, inparticolare, di Francis Bacon(1909–1992) e dei suoi tor-menti interiori – trova pienamaturazione.

Dopo la mostra del 2006 “Sa-krale Kunst von Dürer überRubens zu Fra Roberto Pa-sotti” (L’arte sacra da Dürera Rubens a Fra Roberto Pa-sotti), è la seconda volta chefra Roberto espone presso laFrey-Näpflin. Una fondazione

LibriL’arte di fra RobertoFontana Edizioni2009In poco più di 200 pagi-ne una carrellata delle ope-re di Roberto Pasotti. Concontributi scritti di GerardoRigozzi, Maria Will, GiuseppeCuronici e WolfgangW.Mül-ler dell’Università di Lucerna.

Internetwww.freynaepflinstiftung.chNella pagina internet della Fondazione (in tedesco einglese) è possibile trovare informazioni sulla storia, leopere e il calendario delle esibizioni, passate e future.

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Una mostra collettiva presso la FondazioneFrey-Näpflin rappresenta un’occasione unicaper apprezzare la crescita espressiva della“sacralità” di fra Roberto Pasotti

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Una delle sale espositive della Fondazione Frey-Näpflin a Stans. Alle pareti alcune delle opere su tela di fra Roberto Pasotti (fotografia di Peter Keller)

Page 7: Ticino7

La ricerca dell’inizio»

Le date sono punti di riferimento posti dall’uomo in quelfiume in continuo scorrimento che è il tempo. Si tratta di con-venzioni, senza le quali però sarebbe ben difficile orientarsinel corso della vita, convenzioni che usiamo ogni santo giornosenza che riflettiamo troppo sulle loro origini. Perché, peresempio, diciamo che siamo nel dicembre del 2009 e non inun’altra data possibile? Perché affermiamo che il 25 dicembreè Natale, quasi che non vi siano altrepossibilità, né ci siano mai state?La nostra storia comincia conDionigiil Piccolo, un dotto monaco che vissea Roma tra il V e il VI secolo, circaun millennio e mezzo fa, quindi.Nel 525 ricevette l’incarico dal papadi elaborare un metodo matematicoper prevedere la data della Pasqua,che deve corrispondere sempre allaprima domenica di luna piena dopol’equinozio di primavera. Per compi-lare la sua tabella con le ricorrenzepasquali cominciò a contare gli anniin un modo nuovo, partendo nondalla data della fondazione di Roma– come si usava all’epoca – ma dallanascita di Cristo. Dionigi si basò sudocumenti storici e sulla testimonianza dei Vangeli e fissò lanascita di Gesù al 25 dicembre dell’anno 753 dalla fondazionedi Roma. Il nostro modo di contare gli anni inizia da quel mo-mento, tanto che siamo soliti dire “avanti Cristo” per le dateprecedenti a quel giorno, “dopo Cristo” per le date seguenti.Il bello è che Dionigi, per quanto fosse scrupoloso, si sba-gliò nei suoi calcoli, tanto che probabilmente la data dinascita di Cristo andrebbe retrodatata di sei o sette anni.Quindi, oggi, saremmo in realtà nel 2015 o 2016 dallavenuta al mondo di Gesù, ma ormai il danno è fatto. Gliuomini di Chiesa del Medioevo cominciarono ben prestoa contare gli anni partendo dai calcoli di Dionigi e l’eracristiana divenne a partire dall’VIII secolo l’era dell’Europa,per poi divenire con la conquista e la colonizzazione eu-ropea di buona parte del pianeta, la datazione più diffusa.Non l’unica però: per i musulmani in questo dicembre inizial’anno 1431 dell’era musulmana, cominciata con la fuga diMaometto dalla Mecca (corrispondente al 16 luglio del 622d.C.). Se poi avessimo conservato il calendario nato con laRivoluzione francese, la datazione corrisponderebbe alla pro-clamazione della Repubblica (22 settembre 1792) e quindi oggi

saremmo nell’anno 218. Insomma, c’è di che sbizzarrirsi…Un’altra data su cui c’è voluto del tempo per mettersi d’accordoè quella dell’inizio dell’anno. Dionigi, come detto, aveva sceltoil 25 dicembre che era considerato tradizionalmente il giornodella nascita di Cristo. Era appunto una tradizione, perchénessuno conosceva il giorno esatto, né lo conosciamo oggi.Molti storici moderni, per esempio, pensano più a una data del

primo autunno, che a una dicem-brina. Probabilmente la festa per lanascita di Cristo, la festa del Natale,andò a sostituire una importantefesta romana, quella per la nascitadel Sole, imposta a tutto l’Imperodall’imperatore Aureliano nel 273.Il 25 dicembre, l’inizio dell’annofissato da Dionigi, non venne accet-tato da tutti: in alcune zone l’annocontinuò a cominciare il 1. gennaio,come era previsto nell’antico ca-lendario romano, in altre il giornodell’incarnazione di Cristo, 25 mar-zo, come avveniva in buona partedella Svizzera fino al XVI secolo.Oppure il Capodanno era variabilee corrispondeva alla data di Pasqua.

A prevalere fu poi la data del 1. gennaio che venne impostadal nuovo calendario elaborato verso la fine del Cinquecentoper volere di papa Gregorio XIII. Il “calendario gregoriano”,quello ancora in uso oggi, riformava il “calendario giuliano”,voluto da Giulio Cesare, allora in uso in tutta la cristianità.Il nuovo calendario era molto preciso dal punto di vistaastronomico, un vero portento. Aveva però il grave difettodi essere imposto da un papa, cosa che non andava per nullabene al resto del mondo cristiano, protestanti e ortodossi intesta. Così si diffuse immediatamente, dal 1582, nei Paesitotalmente cattolici – Spagna e Italia, per esempio – mentrefaticò di più nel resto dell’Europa. In Svizzera cominciò a es-sere adottato dai cantoni di Lucerna, Friburgo, Uri, Schwytz,Soletta nel 1584. Da ultimi, qui da noi, lo adottarono i Gri-gioni tra il 1784 e il 1798 per terminare con il comune diSüs, in Engadina che resistette fino al 1811. L’ultimo Statoeuropeo a conservare il calendario giuliano è stato invece laGrecia, che si è adeguata solo nel 1932, mentre l’anno giulianoè ancora in vigore per la Chiesa ortodossa che celebra così ilNatale e il Capodanno con uno slittamento di alcuni giorni,esattamente al nostro 7 gennaio e al nostro 14 di gennaio.

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In che anno siamo? In che giorno cade ilNatale? Quando inizia l’anno? Domandebanali, all’apparenza, a cui tutti rispondo-no prontamente. Ma chi ha stabilito questedate e quando? Il discorso si fa allora piùcomplicato e la storia un po’ più lunga.Bisogna andare a circa 1500 anni fa, aglialbori dell’età medievale…

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Sono stata la prima an-nunciatrice della Tsi. Ho

iniziato a fare televisione nel1960 a Zurigo. Ai tempi era-vamo in pochissimi e ci occu-pavamo di tutto, dal mandarele linee per avere la diffusio-ne a cambiare le bobine deifilm. La televisione è statauna grande avventura. Tuttiabbiamo dovuto imparare ilmestiere facendolo. Nel 1961ci siamo trasferiti a Luganodove Peppino Longoni avevaadattato una rimessa dei trama studio televisivo. Non c’era-no le cabine annunci. Aveva-mo solo un carro di reportagecon la regiamobile. Quindi se,per esempio, c’era una partitadi calcio, (poiché era tutto indiretta) dovevo andare sulcampo per fare l’annuncio conqualsiasi condizione atmosfe-rica. Sono nata a Lugano, damadre svizzera francese e dapadremalcantonese. Mi sentosvizzera, ma anche internazio-nale. Ho sposato un italiano eho passaporto europeo. Dopoil matrimonio sono andata avivere per tre anni a Milano.Lì ho votato per la prima vol-ta con grande soddisfazionequando in Svizzera il votoalle donne non era ancoraconcesso. Ho lavorato moltoin Italia dove fra l’altro allaradio ho condotto Il gamberoe Il gioco dei cinque Cantoni suabitudini e differenze di vitanella Confederazione. Sonostata la prima conduttrice allarete 1 della Radiotelevisioneitaliana del fortunato quiz Chiti ha dato la patente nel 1968.Ricordo anche il successo ri-scosso per quindici anni conCorrado con la trasmissioneUn‘ora per voi dedicata agliitaliani oltre Gottardo e inizia-ta nel 1964. Ci occupavamodella parte ricreativa per laquale incontravamo cantantie attori. Quando fu possibilela diffusione dei programmidella Tsi nella Svizzera internagli autori e i produttori del-la trasmissione pensarono diinterromperla. Invece accadequalcosa di impensabile. Gliitaliani organizzarono un refe-rendum affinchéUn’ora per voicontinuasse, ma sempre con

la presenza di Mascia e Cor-rado. Fin dall’inizio del miolavoro ho sempre avvertitola simpatia della gente anchese, quando mi sono sposata,qualcuno rimase deluso e dis-se:”Mah… la spusà un talian”.Non mi sono mai sentita unastar. Ho sempre considerato ilmio lavoro come tale. Certosarei ipocrita se dicessi chenon mi fa piacere quando miriconoscono per strada, manon ho mai puntato alla po-polarità. Credo che il segretodel mio successo sia dovutoa una perenne sfida con mestessa che mi ha portato adaffrontare in televisione tuttii ruoli possibili del mestiere dasegretaria ad annunciatrice eda conduttrice a regista. L’in-contro che ha determinatola mia vita è stato quello conla volontà. Ogni tappa dellamia carriera è stata perseguitacon testardaggine combatten-do contro una timidezza chenessuno sospetta. Da bambinami imponevo di fare quelloche più mi intimoriva. Avevoil terrore del telefono? Via al-lora a telefonare! Poi nel corsodella vita ho sempre cercatodi superare le mie paure. Holasciato la televisione molto

tempo prima del pensiona-mento per via dei postumidi un grave incidente d’autoavvenuto nel 1992. Mi sonodetta che non poteva esserequesto a mettermi ko. Horipreso la pittura, ho studiatopsicografologia, ho coltivatopassioni che il lavoro in te-levisione mi aveva precluso.In seguito ho conosciuto percaso dei membri della Fonda-tion Suisse Madagascar (www.fsmsuisse.org) attiva sull’isoladi Nosy Be. Mi è stato chie-sto di fare qualcosa perchéla situazione laggiù non eradelle migliori. Ed eccomi daotto anni presidente dellaFondazione con un comita-to direttivo completamenterinnovato. L’attività è portataavanti da soli volontari tra cuiFiorenzo Melera che vive inMadagascar per seguire e fargiungere a termine i progetti.Il nostro è un impegno a tuttocampo per garantire salute

e istruzione attraverso la realizzazione diacquedotti e scuole sull’isola di Nosy Be. Èimportante che i giovani malgasci imparinoa camminare con le loro gambe e per questoè nata la scuola di formazione alberghiero-turistica CFTH, che comprende un hotel diapplicazione. Spendersi per una buona causami ripaga un po’ del rammarico di aver toltotempo prezioso alla famiglia per gli impegnitelevisivi. All’epoca della scomparsa di miomarito però il lavoro e la simpatia delle gentemi hanno aiutata ad andare avanti. Anchenell’esperienza umanitaria in Madagascarposso dire di incontrare persone che hannofiducia in me e per questo ringrazio tutti.Credo nel Destino anche se non concepiscol’idea di stare ad aspettare la buona sorte.Sono molto combattiva. Non a caso la miabiografia-intervista, raccolta da GiuseppeZois, s’intitola Mascia di guerra. Ovviamentenon tutto nella vita si riesce a realizzare. InItalia mi chiesero di girare un film con An-thony Perkins in cui avrei avuto il ruolo dellagiornalista impicciona. Accettai. Avevamo giàscelto i costumi, ma poi la casa di produzionefallì. Una bella sfida e un’attrice mancata!Come quando agli inizi degli anni Novantastavo concretizzando il sogno di fare la regiadi un lungometraggio con protagonista Mar-the Keller, ma poi l’incidente automobilisticome lo impedì. La vita è quella che è. Puoi fareprogetti, tuttavia poi… sono convinta che,quando sei a un bivio il libero arbitrio ti portaa scegliere la strada che credi sia la migliore,ma agli appuntamenti importanti non puoimancare: il nostro Destino li conosce già.

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Volto caro ai telespettatori, ha vissutola stagione più avvincente e pionieristi-ca nella storia della televisione. Oggi èimpegnata in un progetto umanitario digrande importanza

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Meridiane. Un tempo anticodi Raffaella Carobbio; fotografie di Alessandra Meniconzi

Cantato dai poeti, quantificato dalla scienza, meditato dai filosofi… il trascorrere del

tempo attanaglia l’uomo fin dall’antichità. Tempo che fugge e tempo che sembra non

passare mai. Siamo andati a riscoprire alcune delle meridiane ancora presenti sul nostro

territorio: orologi che non frantumano il tempo in secondi, ore che non scoccano

inesorabili ma che sono lì da leggere, per chi vuole e per chi sa ancora decifrarle

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in queste pagine: a Muzzano, nella casa Bernardoni, è presente una rarità: uno specchietto riflette la luce solare sulla meridiana all’interno dell’abitazione

in apertura di reportage: la meridiana costruita dagli allievi della Scuola d’arti e mestieri di Bellinzona: ponendoci con i talloni in corrispondenza delladata incisa sulla lastra, il corpo funge da gnomone e la nostra ombra indica l’ora...

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Meridiane: luci e ombre del tempo“Che cos`è, allora, il tempo? Se nessuno me lo chiede, lo so; se do-vessi spiegarlo a chi me ne chiede, non lo so: eppure posso affermarecon sicurezza di sapere che se nulla passasse, non esisterebbe unpassato; se nulla sopraggiungesse, non vi sarebbe futuro; se nullaesistesse non vi sarebbe un presente” così Sant'Agostino riflette-va sul tempo, un concetto sfuggente… ma anche il tempo,per sua natura, fugge e l’uomo da sempre tenta da un lato direnderlo a sé familiare e amico mentre dall’altro cerca di cattu-rarlo, quantificandolo. Nella storia umana si sono avvicendatimodi diversi di considerare e quindi di misurare il tempo e,strettamente correlate a questa variabilità, sono stati svilup-pati metodi e strumenti differenti. Insomma, dalla sempliceosservazione del susseguirsi di luce e buio, giorno e notte, agliorologi atomici! Tra le prime tecniche adottate per misurareil trascorrere del tempo – forse si tratta addirittura della più

antica in assoluto – c’è la meridiana: questo strumento era giàin uso presso i Babilonesi e, grazie a loro, si diffuse in tutto ilbacino del Mediterraneo. In realtà, questo modo di determi-nare il passare del tempo osservando la proiezione dell’ombraaccomunamolte civiltà, dalla Cina all’America precolombiana.L’Europa per esempio è ricca di complessi megalitici preistorici,i cromlech (allineamenti di dolmen o menhir), che svolgevanouna funzione di questo genere, e fra i quali è particolarmentenoto il sito di Stonehenge in Inghilterra.

La gnomonicaIl principio della meridiana è apparentemente molto semplice.Si tratta infatti di osservare il percorso tracciato dall’ombradurante l’intera giornata: cammino dell’ombra e dunque cam-mino del Sole… o della Terra? In effetti, ciò che noi oggi diamoper scontato – ovvero che la Terra orbita attorno al Sole e non

a destra: in Ticinole meridiane sono

una presenza antica,alcune risalgono al XVIsecolo. Questa si trova

sul campanile dellachiesa di Muzzano

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viceversa – per i nostri antenati, prima del XVI secolo, tantoevidente non era. Questa antichissima forma di misurazionedel tempo dunque si fonda sulla gnomonica, la scienza chestudia il movimento del sole osservando l’ombra proiettatadallo gnomone (dal greco gnomon, “ciò che indica” ma anche“colui che possiede conoscenza”) sulla raggiera disegnata su unpiano in cui esso è conficcato. Il primo a illustrarne le leggi fuVitruvio (I secolo a.C.) che dedicò alla costruzione degli orologisolari il nono capitolo del trattato De architettura.Esistono meridiane di diverso genere, le più frequenti sonoverticali, dipinte sulle facciate di edifici sacri o sulle abitazioni.Meno frequenti ma non certo rare sono lemeridiane orizzontaliche spesso si trovano nelle piazze o in altri luoghi pubblici.in alcuni casi sono costruite in maniera che la persona possaleggere l’ora proiettando la propria ombra direttamente sulquadrante e fungendo quindi essa stessa da gnomone.

Orologi senza ticchettioIn passato le meridiane scandivano i ritmi di vita delle co-munità ed erano profondamente legate al contesto storico-sociale e alle sue esigenze: per esempio, ne esistono alcune chesuddividono il giorno in “ore canoniche”, ossia nei momentidi preghiera dettati dalla regola di San Benedetto; altre, diderivazione astrologica, attribuivano ogni ora e giorno dellasettimana a un pianeta (denominazione che è giunta immuta-ta fino a noi). Anche la collocazione dipendeva dalle relazionie dai ruoli sociali insiti nella comunità: infatti, le troviamosulle facciate delle case comunali, dei monasteri e delle chiese,delle ville padronali di campagna e dei castelli.Le accomuna, invece, l’ammonimento morale o il motto chesi trova scritto sulla maggior parte delle meridiane, che invitaa riflettere sull’incessante fuga del tempo e a non dimenticarel’effimera condizione umana.

a sinistra: Ciona:“Cernis qua vivis quamoriere latet” (vedi l’orache vivi quella morta ènascosta). La meridianaspesso reca un mottoo un ammonimentomorale

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Luccichii di stelle e riverberi di luna… la notte di Capodannoè fatta per brillare di luce propria, ma anche riflessa. Sceglien-do un abitoVersace (sopra a sinistra) lo splendore è garantito,specialmente con la lunga toilette costruita nel jersey laminatoe lucenti micro cristalli. Oppure con il mini-dress plasmatosulle curve da paillettes “liquide”. E non scherzano nemmenole toilettes grande soirée di Angelo Marani, un patchwork dibroccati, tulle e organza punteggiato di lustrini. Irresistibile lagiacca con revers in merletto scintillio, da abbinare alla cortagonnella millestrati di veli trasparenti.Allora lungo-lungo o corto-corto? L’eterno dualismo, tipico diquesto season mood, spesso convive; però Coveri by France-sco Martini esorta a festeggiare una mezzanotte da sballo eda ballo con l’abitino di raso decisamente corto, dal corpettodecorato dai semi rossi delle carte da gioco e la parte inferiorea palloncino sfaccettato come un diamante. Mini-mini sonopure alcune mise di Blumarine (a destra) in charmeuse diseta in tinte accese, strutturate su drappeggi asimmetrici af-fastellati da pietruzze. Focus sulle gambe svettanti su sandalivertigo con cavigliera di Swarovski.La notte incantata riscopre con Lorenzo Riva il glamoursofisticato del nero di un lungo, infinito abito-bustier digeorgette che si conclude in uno strascico a ricche volute.Il buio profondo e misterioso è però squarciato qua e là dalampi siderali. Mentre la proposta glam di Parah Noir peruna nottata travolgente s’infiamma di un rosso esuberantee benaugurante. Linea sinuosa e dettagli dorati nei puntistrategici la rendono preziosa e sensuale. Nondimeno la seradi Brunello Cucinelli va contro corrente per l’eterea so-vrapposizione di sete e chiffon di abiti lunghi e impalpabili.

Tonalità rigorosamente neutre e chiare, tanto da ricordare levesti delle delicate fanciulle dipinte dal Botticcelli.Insomma, ognuna brinderà al Nuovo Anno calata nella tenutache meglio interpreta e, come suggerisce We Are Replay,uno smoking, classico maschile declinato al femminile, puòassumere un coté disinvolto e spiritoso. Come? Sostituendoil tradizionale mikado nero con la tela blue-black denim deijeans. Più il tocco divertente e brillante di un papillon oversizein jais e perline.Di sicuro lo smoking è l’abito che ha sempre fatto scintille nelguardaroba maschile. Oltre ad adombrare l’aplomb rigoroso,è l’alleato di propositi gaudenti e magari trasgressivi. Deci-samente “da sera”, non può mancare in questa speranzosafine anno. Un po’ reazionario e noiosetto? Macché! Le nuoveinterpretazioni lo hanno reso più democratico (non nel prez-zo...), tanto da comparire in ambienti insospettati. Edizionetutt’altro che severa quella “spezzata” di Dolce&Gabbanadal pantalone trapuntato e la giacca in seta doppiata chiusada alamari (ottima pure per il brindisi sulle terrazze di SaintMoritz). Convinto che l’adagio in vino veritas funzioni – an-cor meglio se si tratta di un rosso – Kean Etro (al centro)addobba il suo buontempone con un tuxedo nelle vellutatesfumature del Merlot e del Barolo. Che la notte di Capodannosia anche quella di rilassato bicchiere in compagnia?E se qualcuno avesse nostalgia per la mai ripudiata versionenell’eterno binomio bianco/nero può rivolgersi a CostumeNational e alle sue rielaborazioni dello smoking della tradi-zione. Dissacrate da cuciture termosaldate, parti siliconate,linee slim e colletto della camicia candida così altero dasnobbare il “vecchio” papillon...

Una notte scintillante| p. 38 Tendenze | di Marisa Gorza |

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Lasoluzion

everràpu

bblicatasuln

umero2 Orizzontali 1. Era denominato

anche Pirro • 10. Lo dice il rasse-gnato • 11. Il noto Ramazzotti• 12. Un’andatura del cavallo •14. Prep. semplice • 15. I confinidel Ticino • 16. Città del Canada• 18. Solitario, deserto • 20. Lanota Mazzini • 21. Cortile agreste• 22. Dittongo in pietra • 23. Pariin virgola • 25. Un ballo appassio-nante • 28. Nord-Est • 29. Fiumedell’Estremo Oriente • 31. Navimedievali • 33. Sono dodici inun anno • 34. Bagna la Baviera •35. Un ruolo del calciatore • 36.Un commissario dei gialli • 38.Gara automobilistica (Y=I) • 40.Ghiaccio inglese • 41. Escursioni-sti Esteri • 42. Lo sputa il drago •44. Vi è anche quello a muro • 47.Tiro centrale • 48. Nominativo inbreve • 49. Lo dice chi rimanda •50. Coro a due • 53. Il nocciolodella pesca • 54. I limiti di Asterix• 55. Azzurri, celesti.

Verticali 1. Noto romanzo diGiuliana Morandini • 2. Sbagli •3. Il fiume di Bottego • 4. Nonmanca al diplomatico • 5. Il nomedi Schipa • 6. Art. femminile • 7.Nacquero dal sangue di Urano •8. Sistema montuoso dell’AmericaSettentrionale • 9. Rosa nel cuore

• 13. Ancoraggio • 17. Dittongoin Coira • 19. Il longevo figlio diEnoch • 22. Nel cuore della Cina• 24. Il noto Marvin • 26. Gigari •27. Vi sosta la carovana • 30. Unfrutto • 32. Altro nome del Lagodi Como • 36. Cuor di tapino •37. Dottrinali • 39. Il nome dellaMassari • 42. Francia e Italia • 43.Mezzo uovo • 45. Biologo tedesco• 46. La porta in dono la sposa •49. Il noto di Carota • 51. TouringClub • 52. In mezzo al coro.

Soluzione n. 51»

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C A T E G O R I C A

A R E N A I R A N

P I T O N E R S

P E R C R E O L I

U T I L I T A R I E

C E O O C A T

C I C A O R M A

E S T A S I E A

T E O R I C O T C

T T E N T R A T A

O T T O U I A R

R E S A S E R R A

O M E R O T U E

S B S C A T O L A

S R L C A L L I

O E T R E I O R

ariete

San Silvestro e inizio d’anno segnatidal transito di Marte e da una di-namica Luna in Gemelli. Atmosferedivertenti in compagnia di personepiù giovani. Evitate di parlare a spro-posito di questioni di lavoro.

bilancia

San Silvestro si presenta come unmo-mento fantastico per abbandonarsitra le braccia del partner. Inquietudinisentimentali per i nati in settembre.Atmosfere magiche e sensuali per inati nella terza decade.

vergine

San Silvestro, fino alla mezzanotte,caratterizzato da forti sbalzi umorali.Godetevela senza pensarci troppo!Dopo la “mezza” tutto andrà a gonfievele. Inaspettati cambiamenti di vitaper i nati nella terza decade.

pesci

Gli ultimi giorni del 2009 potrannoessere turbati da una passeggera Lunanei Gemelli. Non preoccupatevi! SanSilvestro divertente in compagnia del-le persone a voi più care. Preparatevia un miracoloso 2010.

toro

Incontri sentimentali di una certaimportanza in vista. I nati nella terzadecade devono comunque stareattenti a non cedere di fronte ai lorodesideri illusori. Momento karmica-mente decisivo.

scorpione

Fine d’anno movimentata a causadegli aspetti tra Luna e Urano. Incon-tri inaspettati con persone alquantooriginali. Momenti di tensione per inati nella seconda decade provocatidal transito di Marte.

gemelli

San Silvestro spumeggiante per i natinella terza decade. Grazie ai transitilunari e a un’ottima congiunturaastrale potrete mettere le ali ai vostridesideri. Particolarmente fortunati ipiù creativi.

sagittario

Un po’ d’inquietudine a causa delpassaggio lunare. San Silvestro co-munque frizzante e allegro se con-trollate le vostre ansietà. Momentofavorevole per i nati nella terza deca-de favoriti dai transiti planetari.

cancro

San Silvestro caratterizzato dall’in-gresso della Luna nel vostro segno.Questo passaggio potrebbe ampli-ficare l’entità di alcune vostre paureriguardo al futuro. Rilassatevi perchésono del tutto ingiustificate.

capricorno

Grazie al transito del Nodo Lunare inaspetto con Urano si aprono possibi-lità inaspettate per voi. Incontri im-prevedibili. Venere, Plutone e Saturnocongiunti per i nati nella prima deca-de. Importanti scelte sentimentali.

leone

Fino alla mezzanotte di San Silvestro,nonostanteMarte, dovrebbe filar tuttoper il verso giusto. Poi dovrete sforzarvidi esercitare più controllo sulle vostresensazioni. Situazione più tranquillaper quelli della prima decade.

acquario

Fine d’anno segnato dal cambio diLuna. A mezzanotte l’astro lasceràl’amico segno dei Gemelli per entrarenel Cancro. Divertitevi ma ricordatevidei vostri cari. Transizione importanteper i nati nella terza decade.

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