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TI MANGIO CON GLI OCCHI!
E’ possibile mangiare con gli
occhi?
Per uno come Ferdinando
Scianna si. Nasce a Bagheria
il 4 Luglio del 1943 e di me-
stiere fa il fotografo. Si iscri-
ve alla facoltà di lettere e filo-
sofia presso l’università di
Palermo senza completare gli
studi. Nel 1963, a una delle
sue prime mostre fotografi-
che, partecipa per caso il noto
scrittore- politico Leonardo
Sciascia .Da questo incontro
nascerà una grande amicizia
che contribuirà alla sua bril-
lante carriera. Lascia la Sici-
lia per trasferirsi inizialmente
a Milano e successivamente a
Parigi, esperienze che gli per-
mettono di lavorare con im-
portanti quotidiani e conosce-
re personaggi famosi che lo
porteranno ad essere ricono-
sciuto nel 1892 tra i più gran-
di fotografi italiani. Collabora
con importanti marchi come
la Dolce & Gabbana e conti-
nua a scrivere molte opere ri-
guardanti temi religiosi e at-
mosfere della sua giovinezza
attraverso una ricerca nella
memoria individuale. Nel
2013, Scianna ci regala una
delle sue ultime e più belle
opere che hanno come centro
vitale la cucina e il cibo , evi-
denziandone il ruolo fonda-
mentale che rivestono
nell’esperienza e nella forma-
zione sua personale e di o-
gnuno noi. In questo libro tro-
viamo qualcosa di difficile da
descrivere, qualcosa che parte
da una fotografia, fatta anche
a mente, che ci riconduce a
memorie lontane, a come la
nostra vita si è fatta sorpren-
dere e influenzare dal cibo, e
da tutto ciò che ad esso è col-
legato ,che va ben oltre il
semplice atto di cucinare o
mangiare a tavola. Le storie
proposte sono dei veri e pro-
pri viaggi nella lontana Ba-
gheria dove noi ci immedesi-
miamo e ci abbandoniamo
all’idea che non è un libro di
cucina e di ricette ,ma è qual-
cosa di più , forse un espe-
rienza di vita…
Segue a p.2
IPSSAR “Ugo Tognazz i” - Vel le tr i NUMERO 2 -GENNAIO\ FEBBRAIO
Via S. D’Acquisto, 61 A-B-C 00049 VELLETRI (Roma) - Dirigente scolastico Dott.ssa Sandra Tetti
Sommario
Ti mangio con gli
Occhi...
1-2
L’appetito vien
Guardando..
3
Cibo,colori o
coloranti?
4
L’ecoturismo 5
Negli occhi di chi
guarda..
6
La bellezza per gli
artisti
7
Violenza sulle donne 8
Per non dimenticare 9
ReportStage 10
Natale per 11
Occhio ai nostri
artisti
12
Le scarpe del
benessere
13
Ricetta S. Valentino 14
Pagina 2 N U ME R O 2 - GE N NA I O \ F E B B R A IO
Per capire al meglio questo
concetto proponiamo una
breve storia che al meglio va-
lorizza il nostro paese, i no-
stri prodotti e la tradizione
che purtroppo sta scomparen-
do, ma che resta indelebile
nella nostra mente e nelle fo-
to che forse ci fanno vera-
mente e si fanno MANGIA-
RE CON GLI OCCHI
-l’astratto
Finchè c’è sucu
C’è Sicilia.
E perché ci sia sucu,
occorre preparare
l’estratto di pomodoro.
Lo si prepara in piena estate,
quando il pomodoro
è più saporito,
polposo e
a buon mercato.
In tutta la Sicilia, specialmen-
te nei paesi, ma beninteso in
maniera differente da paese a
paese, da provincia a provin-
cia, ogni famiglia- oggi so-
prattutto quelle che poi lo
commercializzano- prepara
l’astratto. Si spremono ton-
nellate di pomodori, la cui
polpa vermiglia viene posta
ad asciugare su larghe tavole
di legno: le maidde. Su que-
ste tavole , infaticabilmente,
famiglie intere – soprattutto
le donne, ma anche i bambini
- , per favorire l’asciugatura
della polpa, che dovrà com-
pletarsi nella giornata, la rim-
stano tracciando con le dite
ghirigori degni di Hartung o
dell’action painting america-
na. Non per niente si chiama
astratto. Le tavole vengono
orientate verso il sole incli-
nandole sempre più a mano a
mano che questo va calando.
A fine giornata si sarà ottenu-
ta una crema densa e un poco
bruna, dal profumo forte, in-
tenso. Una squisitezza di e-
state. Conservata in burnie di
terracotta o barattoli di vetro,
con sopra un velo d’olio a
proteggerla dall’ossidazione,
servirà poi in inverno, diluita
in acqua e variamente mani-
polata , a fare il sucu nella
cucina, e direi nella visione
della vita, dei siciliani biso-
gna leggere certi capitoli
dell’Ultima Provincia, scritto
da un’osservatrice esterna e
divertita come Luisa Adorno.
Possiamo concludere con una
bellissima frase che troviamo
all’epilogo del manoscritto in
cui l’autore esprime il suo
concetto di cibo e cucina e di
come spesso esso può cam-
biarci la vita…
-Cucinare è pratica eminen-
temente umana, profonda-
mente culturale. Cucinare è
vivere, è pensare, è nutrire.
Cucinare mi ha fatto capire
la metafora utilizzata da Fe-
derico De Roberto nell’
”Impero”, a proposito della
difficoltà della politica, quan-
do considera che anche in
politica, come in cucina, per
ottenere una pietanza degna
bisogna spesso sporcarsi le
mani.
Fabio Codini,
Giuseppe Lepore,
Luca SansoneV
Dcucina
Prof. Filippo Stirpe
Fotografia di
F.Scianna
T I MANGIO CON GL I OCCH I !
L’APPETITO VIEN…GUARDANDO?
ESTET ICA DEGL I AL IMENT I E BENESSERE
N U M E R O 2 - GE N N AIO \ F E BB R AI O Pagina 3
Il colore del cibo ne anticipa
in qualche modo il sapore e
ci spinge a comprare quelli
con il colore che ci piace di
più e che ci può sembrare
più esauriente delle nostre
n e c e s s i t à .
Il nostro cervello associa i
colori caldi come ARAN-
CIONE, GIALLO e ROSSO
al sapore ricco e nutriente
della pietanza che stiamo
guardando. Inoltre il ROS-
SO pare sia uno dei colori
che maggiormente favorisce
il senso di sazietà: le sostan-
ze poste in contenitori rossi
verrebbero assunte in quanti-
tà minori. Ciò sembrerebbe
dipendere dal fatto che que-
sto colore sia associato al
senso del pericolo, solleci-
tando quindi a finire il pasto
velocemente e a non deside-
rarne più, ma è un colore che
nei dolci risulta essere molto
invitante. Tutte le verdure e
la frutta di colore rosso svol-
gono azioni protettive nei
confronti del cuore, rafforza-
no la memoria e proteggono
le vie urinarie. Stiamo quindi
parlando di pomodori, pepe-
roni, ciliegie, fragole, angu-
rie, ribes, lamponi, ecc. Ad
esempio, i l pomodo-
ro contiene il un antiossidan-
te che aiuta a prevenire alcu-
ne forme tumorali e aiuta
a ridurre le infiammazioni
cardiovascolari. Il GIALLO
e l’ARANCIONE invece,
colore di Albicocche, pe-
sche, carote, peperoni, mais,
melone, ananas, ecc. tutti ali-
menti che rinforzano gli oc-
chi, il cuore e in generale
tutto il sistema immunitario,
grazie anche alla presenza
della vitamina C e vitamina
A .
Il colore VERDE viene asso-
ciato alla freschezza, inoltre,
l’azione protettiva di insala-
te, zucchine, piselli, aspara-
gi, broccoli, cavoli, ecc. si
concentra sulle ossa, denti e
occhi. Inoltre, proprio quei
fitonutrienti che danno il co-
lore verde aiutano a ridurre
lo stress oltre che prevenire
numerose forme di tumore.
Il BIANCO, simbolo della
purezza dell’alimento, è il
colore di cipolle, aglio, sca-
logno, finocchi, pesche bian-
che ecc. i cui fitonutrienti
favoriscono una corretta as-
similazione dei grassi conte-
nuti negli alimenti e, quindi,
a combattere il colesterolo. Il
NERO è particolarmente
consigliato per i soggetti in
fase di dieta dimagrante, in
quanto velocizza il senso di
sazietà . Mettendo, infatti,
una pietanza su di un piatto
nero, la porzione apparirà
più grande. Il GRIGIO-BLU
è un colore che, nella mag-
gior parte dei casi viene as-
sociato ai cibi in deteriora-
mento. Le ricerche rilevano
che questo colore provochi
anche l’abbassamento di al-
cuni parametri quali la pres-
sione e la frequenza cardia-
ca. Il VIOLA dà il colore alle
melanzane, ai fichi, all’uva,
alle prugne, alle more e ai
mirtilli, cibi che aiutano il
corretto funzionamento della
circolazione sanguigna e
svolgono un’importante a-
zione contro le malattie cir-
colatorie.
Tiziano Furini
Fonte: Metodo 3 EMME
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C IBO , COLORI O COLORANT I? Ogni giorno, come bisogno primordiale, as-
sumiamo cibi e bevande per poter
"carburare" il nostro corpo.
Il colore è uno dei principali attributi
sensoriali di cibi e bevande in grado di in-
fluenzare la percezione del sapore o addirit-
tura della qualità da parte del consumatore:
esperienza di molti è preferire il tuorlo più
giallo o non sopportare cibi di uno specifico
colore. Per questo l’industria alimentare ri-
corre all’uso dei coloranti, che possono an-
che incrementare l’interesse e la vendita di
un prodotto, assecondando la nostra attra-
zione verso cibi dai colori accesi, decisi, de-
finiti, che spesso non corrispondo all'ali-
mento naturale ed originario a cui facciamo
riferimento.
Ma esattamente, cosa sono i coloranti? I co-
loranti alimentari sono sostanze che conferi-
scono un colore ad un alimento o ne restitui-
scono la colorazione originaria; essi inclu-
dono componenti naturali, o di origine natu-
rale, normalmente non consumati come ali-
mento né usati come ingrediente tipico degli
stessi.
Sono coloranti le preparazioni ottenute da
materiali commestibili di base, di origine
naturale, ricavati mediante procedimento fi-
sico e /o chimico che comporti l'estrazione
selettiva dei pigmenti, in relazione ai loro
componenti nutritivi o aromatici.
Queste sostanze, in quantità più o meno im-
portanti, sono presenti ormai nella maggior
parte di ciò che consumiamo quotidiana-
mente e condizionano moltissimo il nostro
gusto e le nostre scelte. Tuttavia esistono
prodotti per i quali l'Unione Europea ha vie-
tato totalmente l'utilizzo dei mitici coloranti
e sono i seguenti: il caffè, il cioccolato, il
torrone, l'aceto, i succhi di frutta, il vino, la
birra, l'olio, l'acqua, il pane, la pasta, il riso,
lo zucchero, il miele, la carne ed il pesce.
Questi prodotti devono essere proposti al
pubblico nella loro colorazione naturale; in
caso contrario si tratterebbe di una frode per
mascherare la mancata genuinità di un pro-
dotto o il suo stato di alterazione.
I coloranti modificano quindi la semplicità
del prodotto stesso rendendolo, secondo
molti migliore, ma alterandolo inevitabil-
mente.
Non dimentichiamo che la natura è nostra
alleata; dovremmo imparare a lavorare in
suo favore, cercando di rispettare invece che
distruggere e manipolare le sue opere.
4D Cucina
Pagina 5 N U ME R O 2 - GE N NA I O \ F E B B R A IO
La parola “ecoturismo” indi-
ca una forma di turismo basa-
to sull’amore e il rispetto del-
la natura. La motivazione più
grande dell’eco turista è
l’osservazione e
l’apprezzamento della natura
e delle forme culturali e tradi-
zionali dei popoli che la abi-
tano. Molti operatori appog-
giano l’ecoturismo. Tutti sia-
mo consapevoli dell’impatto
che i viaggiatori possono ave-
re nelle zone visitate e quindi
desideriamo preservarne i va-
lori ambientali e sociali. Con
l’ecoturismo è possibile so-
stenere la protezione di aree
naturali anche attraverso la
produzione di benefici econo-
mici per le comunità locali.
Cosa si propone
l’ecoturismo attraverso gli
operatori e i viaggiatori?
Proteggere l’ambiente natura-
le e il patrimonio culturale
del luogo, cooperare con le
comunità locali assicurando
dei benefici economici con la
presenza dei viaggiatori, ri-
spettare la natura e le popola-
zioni dei luoghi visitati, con-
servare flora e fauna e zone
protette, rispettare l’integrità
delle culture locali e delle lo-
ro abitudini e seguire leggi.
Turismo sostenibile, respon-
sabile, ecosostenibile, ecotu-rismo … sono tutti termini
che cercano di descrivere il
rapporto esistente tra turismo
di sostenibilità. Nel turismo
ecologico ci sono alcuni com-
portamenti da rispettare:
Quando si va in gita fuori
porta bisogna tenere nello
zaino un sacchetto per mette-
re poi i rifiuti nei bidoni di-
sponibili;
Al posto delle bottiglie di
plastica preferite il termos, i
sacchetti idratanti e la borrac-
cia;
Portatevi dietro alimenti privi
di contenitori utili;
Se si va in campeggio, ripor-
tate l’ambiente al suo stato
naturale quando smontate la
tenda;
Non lasciate nessun tipo di
rifiuti in giro;
Per le gite al mare cercate di
mantenere la spiaggia pulita
senza lasciare buste, bottiglie
insomma rifiuti come se fosse
una discarica in cui abbonda-
re i rifiuti, mozziconi di siga-
retta compresi;
Non fate la doccia in spiaggia
con shampoo e bagnoschiu-
ma;
Rispettate gli habitat naturali
dei fondali e non raccogliete
cavallucci, stelle marine o co-
ralli;
se possedete una barca rispet-
tate i divieti di navigazione a
motore e segnalate alla capi-
taneria di porto eventuali sca-
richi abusivi.
E l’ecoturismo come si pra-
tica?
Si comincia con i mezzi di
trasporto, treni, pullman e
mezzi pubblici in generale,
carsharing se è necessario lo
spostamento in auto, sono ov-
viamente da prediligere. Op-
pure la bicicletta: ci si gode la
natura e i luoghi di vacanza
muovendosi da un luogo
all’altro in modo veloce, eco-
logico e salutare!
Marika Della Vecchia
(Prof.ssa Capretto)
L’ecoturismo
Un occhio di riguardo per l’ambiente …
Pagina 6 N U ME R O 2 - GE N NA I O \ F E B B R A IO
LA BELLEZZA È NEGL I OCCHI D I CHI GUARDA ?
Come dice il teologo Sant'A-
gostino, la valutazione esteti-
ca è strettamente individuale,
pur essendoci una tendenza
che potremmo definire “ og-
gettiva” e universale a prefe-
rire le forme simmetriche e
regolari.
Tuttavia, i fattori che in-
fluenzano la nostra valutazio-
ne del bello sono molteplici e
complessi. La maggioranza
delle donne, ad esempio,
percepisce la propria bellezza
in modo direttamente propor-
zionale alla maggiore o mino-
re sicurezza in se stesse. Tut-
te noi sappiamo, abbiamo
sperimentato, che quando ab-
biamo una buona autostima
siamo più sciolte, più fluide
nei movimenti e più seducen-
ti, probabilmente perché con-
sideriamo con indulgenza
quelle imperfezioni che ci
rendono perfette. E’ ben no-
to, d’altronde, che i canoni di
bellezza cambiano nel tempo
e nelle culture.
Secondo la rivista "Nature"
invece, esiste anche la bellez-
za oggettiva e il nostro cer-
vello è in grado di ricono-
scerla.
Anche se si tenta di negarlo,
siamo, chi più chi meno, tutti
ossessionati da una presunta
idea di perfezione che è
frutto dei dettami e dei gusti
imposti dall’epoca storica in
cui viviamo. La bellezza è il
risultato di evoluzioni geneti-
che, storiche, culturali. In O-
ceania ,ad esempio vi è un'i-
sola di nome Nauru, dove il
90% della popolazione è obe-
sa, e il bello in una persona
per loro è rappresentato
dall'essere grassi, opinione
condivisa dagli indiani e…da
Rubens o da Botero! Si po-
trebbe fare un interessante
giro del mondo attraverso tut-
te le tradizioni che, in nome
della bellezza, hanno mutila-
to, deformato, decorato e
quant’altro il corpo umano.
In conclusione, tutto ciò mi
porta a dire che la bellezza è
un concetto soggettivo ed in-
fluenzabile da canoni sociali,
culturali e, forse mai come
oggi, anche economici. Attra-
verso i media, ci bombarda
quotidianamente ogni sorta di
interesse commerciale, propi-
nandoci un modello ideale di
bellezza rappresentato dall'as-
sunzione di pillole dimagran-
ti, diete farlocche e prodotti
inutili che non danno mai i
risultati promessi.
La bellezza è imposta ed è
anche il nostro "biglietto da
visita". Ma fino a che punto
possiamo e dobbiamo essere
influenzati da tutti questi ste-
reotipi?
Nessuno può giudicare la no-
stra persona da peso, vestia-
rio, apparenza. Dopotutto il
mondo è bello perché è vario
e perché non siamo stati crea-
ti da fotocopiatrici. Se, come
sostiene la rivista “Nature”
una bellezza oggettiva esiste
e il nostro cervello, pare, sia
in grado di riconoscerla,
quella è la bellezza della no-
stra singolarità, Siamo unici
e le nostre scelte devono es-
sere conseguenti a questa af-
fermazione. La bellezza è
dunque negli occhi di chi sa
amare la vita nella sua infini-
ta diversità, nella sua irriduci-
bile unicità?
Beatrice Lipperi V M
Ricevimento
Pagina 7 N U M E R O 2 - GE N N AIO \ F E BB R AI O
F.Botero,
Ballerina alla sbarra(1988)
LA BELLEZZA È NEGLI OCCHI DI
CHI GUARDA . . .
S.Botticelli,
La nascita di Venere(1482-1486)
E.Munch
La Pubertà (1894-1895)
P.Rubens
Venere al bagno(1612-1615)
Pagina 8 N U M E R O 2 - GE N N AIO \ F E BB R AI O
Giornata internazionale
per l’eliminazione della
violenza contro le
Donne
Ricorrenza istituita dall’Assemblea Gene-
rale delle Nazioni Unite il 17 Dicembre
1999.
Questa data fu scelta in ricordo del brutale
assassinio nel 1960 delle tre sorelle Mira-
bal, considerate rivoluzionarie perché ten-
tarono di contrastare l’allora regime della
Repubblica Dominicana. Furono, infatti,
torturate, massacrate, strangolate per poi
essere gettate in un precipizio.
A scuola abbiamo dedicato un’ intera lezio-
ne a parlare di questo e ci siamo tristemen-
te resi conto, che esistono delle percentuali
inquietanti; ne indichiamo solo un paio:il
35% delle donne nel mondo ha subito una
violenza fisica o sessuale e solo 119 paesi
hanno approvato delle leggi punitive a tal
pro-
posito.
Tutto ciò, ci fa riflettere su quanto sia im-
portante l’aver istituito questa giornata, so-
prattutto perché ci costringe a fermarci un
attimo, nel contesto della nostra vita frene-
tica, a pensare ad un problema così grave.
Ogni forma di violenza è orribile! Ma quel-
la sulle donne è un atto deplorevole che
provoca nel soggetto che lo subisce, un
trauma permanente oltre che fisico, anche
psicologico.
Non manca l’informazione: Tg, quotidiani,
social network ne parlano spesso, nono-
stante ciò ogni giorno molte donne, a volte
anche giovanissime, ne sono vittime.
Ci siamo domandati perché? Forse l’uomo
non è in grado di gestire le proprie emozio-
ni? E le malcapitate, per quale motivo spes-
so non denunciano? Per amore? Per paura?
Non abbiamo una risposta, in fondo non ci
interessa!
QUELLO CHE CONTA E’ SOLO MET-
TERE FINE ALLA VIOLENZA.
Classe V C
Giaccherini M. Moretti G.
Soprano S. Sciotti C.
Forte F. Torsello D.
Abbafati C. Campanile I.
(Prof.ssa Paluzzi Barbara)
N U ME R O 2 - GE N NA I O \ Pagina 9
Per non dimenticare…
Giornata della memoria
2016 Anche noi, “italiani brava gente’’ , abbiamo
avuto delle colpe e non così piccole ed insi-
gnificanti come si vorrebbe far credere. Ci
sono carte a testimonianza delle leggi raz-
ziali antiebraiche e per ‘’la pulizia della raz-
za ariana’’ in Italia. Si tratta di leggi applica-
te con burocratica precisione, consenso e a-
trocità. Il servilismo verso i potenti è nega-
zione della nostra umanità, sensibilità e in-
telligenza.
Per non dimenticare questa giornata Bertold
Brecht scrisse:
«Prima di tutto vennero presi gli zingari
E fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
E stetti zitto, perché mi stavano antipa-
tici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali
E fui sollevato , perché erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
e io non dissi niente perché io non ero
comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c’era rimasto nessuno a protesta-
re»
In quest’ultimo verso Brecht riflette
sull’indifferenza di chi ci circonda, vivendo
con la regola “se non fa del male a me non
mi interessa” . Solo nel momento in cui ci si
ritrova a stare “dalla parte sbagliata” si capi-
sce che magari aver qualcuno dalla tua par-
te, che lotta per i tuoi e i suoi diritti, anche
se di etnia, religione, pensiero politico o ses-
sualità diversa dalla tua è sempre meglio che
lottare da solo.
Molti ragazzi, ancora oggi, disegnano sva-
stiche sui muri. Questi giovani dovrebbero
immaginare, soltanto per un secondo, una
piccola vecchia di sei anni, senza nome né
sorriso, che vaga tra i cadaveri. I suoi occhi
sono corrosi dalle lacrime, come se sapesse
già che l’indomani sarebbe diventata fumo e
cenere. E come disse Primo Levi: «se com-
prendere è impossibile, conoscere è necessa-
rio».
È ora di
dire ba-
sta a tut-
to questo
dolore;
basta
fingere
che tutto
vada be-
ne, sem-
pre tutto
bene, basta voltare le spalle a chi è in diffi-
coltà.
Nella giornata della memoria scriviamo
“MAI PIÙ” – “NEVER AGAIN” – “PLUS
JAMAIS” – “NIE WIEDER”. Scriviamolo
in più lingue, ma soprattutto scolpiamolo
nelle nostre menti: “MAI PIÙ TUTTE
QUESTE MORTI INNOCENTI, MAI PIÙ
AZIONI CHE L’UOMO HA FATTO E CHE
NON AVREBBE MAI DOVUTO NEMME-
NO IMMAGINARE DI POTER FARE’’.
Alessia Mecozzi 4 M (prof Andrea
Malagamba)
N U M E RO 2 - G E N N A I O \ F E B B RA I O Pagina 10
Ciao a tutti! Mi chiamo Beatrice Cugi-
ni e frequento il VM ricevimento.
Il mese scorso ho avuto la possibilità di
concludere il progetto di alternanza
scuola-lavoro con il mio terzo ed ulti-
mo stage.
Quest’anno ho scelto di rimanere a Ro-
ma e di andare all’Hotel Barberini. Si
tratta di un albergo di quattro stelle si-
tuato in Via Rasella, via rinomata per
l’attentato dei partigiani contro le trup-
pe tedesche avvenuto durante la Secon-
da Guerra Mondiale.
Sin dall’inizio mi sono trovata benissi-
mo. Ho avuto la fortuna di incontrare
uno staff meraviglioso, con delle perso-
ne davvero gentili e pazienti in grado
di svolgere il proprio lavoro con la
massima professionalità.
L’albergo aveva una clientela interna-
zionale e quindi, lavorando al front
desk, mi sono trovata quotidianamente
a parlare sia l’inglese che il francese,
avendo la possibilità di perfezionare
entrambe le lingue.
Grazie alle dimensioni ridotte
dell’hotel ho, inoltre, potuto seguire
passo per passo il cosiddetto “ciclo cli-
ente”, prendendomi cura del cliente dal
check-in fino al momento della sua
partenza.
Ciò che ho trovato di fondamentale im-
portanza è stata l’opportunità che ho
avuto di mettere in pratica tutto quello
che nel corso degli anni ho studiato tra
i banchi di questa scuola.
È stata un’esperienza indimenticabile,
che consiglio vivamente a tutti in quan-
to oltre a proiettarti nel mondo del la-
voro ti dà anche la possibilità di inve-
stire sul futuro e di arricchire il proprio
bagaglio culturale.
Beatrice Cugini VM Ric
REPORSTAGE
Pagina 11 NUMERO 2-GENNAIO\ FEBBRAIO N U M E R O 2 - GE N N AIO \ F E BB R AI O
Natale per….
18 Dicembre 2015, ore 8:20, come
ogni giorno al Tognazzi suona la
campanella.
Ma ad attendere gli alunni è stata
una giornata diversa. Una giornata
destinata alla solidarietà e alla
condivisione.
A distanza di poco più di un mese
dagli attacchi di Parigi, tutti noi ci
siamo chiesti quale fosse il miglior
modo per manifestare il nostro
sostegno.
E forse la risposta sta nel concetto
di “aiutare il prossimo”.
Proprio per tale ragione,
quest’anno la nostra scuola ha de-
ciso di dare un aiuto concreto alle
persone più bisognose. Infatti, in
occasione delle festività natalizie,
l’Alberghiero di Velletri ha orga-
nizzato un pranzo presso la mensa
sociale nella parrocchia di San
Martino in collaborazione con
l’Associazione San Girolamo E-
miliani Velletri ONLUS.
A dare vita a quest’iniziativa sono
stati i ragazzi dei tre settori del
mondo alberghiero: cucina, sala
bar ed accoglienza turistica.
I ragazzi di cucina si sono dedicati
alla preparazione dell’intero pran-
zo partendo da deliziosi gâteaux di
patate fino ad arrivare a svariati
tipi di dolci.
Nel frattempo gli alunni di sala si
sono occupati dell’allestimento
della mensa utilizzando per la mi-
se en place del buffet e dei tavoli i
colori tipici natalizi.
Gli studenti di ricevimento, inve-
ce, nonostante le numerose verifi-
che a scuola, non hanno voluto
rinunciare a far sentire la propria
presenza e la propria solidarietà.
Hanno, infatti, accolto nei migliori
dei modi le persone che pian piano
entravano nella mensa per pranza-
re.
Anche la preside dell’istituto, la
dott.ssa Sandra Tetti, ha tenuto a
far visita alla mensa per dimostra-
re il suo sostegno e complimentar-
si con i suoi allievi.
All’inizio gli ospiti, come i ragaz-
zi, erano un po’ tesi e nervosi ma
nel corso dei pasti l’atmosfera è
andata pian piano ad addolcirsi
quasi a raggiungere la perfezione.
Durante il pranzo si sono alternati
numerosi applausi rivolti ai ragaz-
zi per ringraziarli del loro contri-
buto ma anche per congratularsi
per i piatti riusciti benissimo.
L’evento si è concluso con
l’immagine degli studenti che han-
no consegnato in dono alle perso-
ne meno fortunate un sacchetto
contenente dei cantucci.
Ciò che ha emozionato di più è
stata l’esclamazione finale di un
signore che, tra una battuta e
l’altra, ha espresso il suo desiderio
di rivederci ancora e di organizza-
re altri eventi come questo.
Recandosi verso l’uscita della
mensa si rimane colpiti da un qua-
dro con su scritto: “Nel momento
delle difficoltà nascono le oppor-
tunità”, famosa citazione di Albert
Einstein.
E forse è proprio su questa frase
che dovremmo pensare ogni gior-
no. Tutti noi dovremmo fermarci
un attimo e riflettere su ciò che ci
circonda.
È difficile tradurre in parole cosa
si prova quando si dà in dono
qualcosa a chi non ha nulla e si
riceve in cambio un semplice sor-
riso che vale più di mille regali.
Dovremmo impegnarci quotidia-
namente ad aiutare il prossimo
attraverso piccoli gesti che riem-
piono l’anima di felicità.
Ed è proprio questo quello che i
ragazzi dell’Alberghiero hanno
ricevuto: occhi pieni di amore e di
speranza per un futuro migliore.
Beatrice Cugini
VM Ric
Si ringraziano: le classi III
E, V B, V I, V L e VM
i rappresentanti d’istituto,
i professori che hanno col-
laborato,
Un ringraziamento
particolare al nostro
dirigente scolastico
Dott.ssa Sandra Tetti.
Pagina 12 N U M E R O 2 - GE N N AIO \ F E BB R AI O
LE SCARPE DEL
BENESSERE! Finalmente l'ora di educazione fisica è arri-
vata! Si preannunciano scenari fatti di lezio-
ni a suon di musica , muscoli sempre più so-
di, sudore versato nel nome del benessere e
magari, al contempo tanta soddisfazione.
L'abbigliamento non è un problema; c'è chi
trova pane per i suoi denti in un negozio
specializzato e chi,invece se la cava in po-
che mosse con canotta e pantaloni della tuta.
Ma adesso arriviamo al dunque: quale scar-
pe scegliere?
in questa scuola i certo non manca l'idea di
voler apparire, tanto chè l'ora di educazione
fisica diventa una vera e propria passerella
di colori: dalle scarpe fluorescenti a quelle
con i fiori, leopardate e chi più ne ha più ne
metta!
Ma, con questa scelta di colori , si fa caso
anche alla qualità? Fare ginnastica significa
sollecitare ogni parte del corpo compresi i
talloni, le caviglie, la piante del piede, le
articolazioni.
Un modello di scarpa sbagliato o di bassa
qualità ,perciò, può creare microtraumi alle
articolazioni, danni alla spina dorsale e altri
tipi di inconvenienti fisici. Ecco perchè l'ac-
quisto deve essere il più possibile oculato e
"consapevole".
Perciò ragazzi, facciamo si che la bellezza e
la qualità siano alla base dei nostri prossimi
acquisti! Certo, è anche vero, che con le at-
trezzature che ci ritroviamo in palestra an-
drebbero bene anche un paio di pantofole!
Silvia Pace VF Pasticceria
(Prof Cristina Izzo)
Le vitamine vengono classificate in due
gruppi:
le liposolubili sono solubili in sostanze
grasse
Le idrosolubili sono solubili in acqua. Le
vitamine liposolubili tendono ad accumu-
larsi nei tessuti soprattutto nel fegato, di
conseguenza se sono introdotte in eccesso
si verifica una ipervitaminosi.
Tuttavia, le vitamine idrosolubili provoca-
no difficilmente ipervitaminosi in quanto
l’ eccesso è eliminato con le urine.
L’ ipovitaminosi. invece, è la sindrome da
carenza parziale di vitamine. Le possibili
cause di tali carenze possono riguardare
abitudini alimentari poco corrette, assun-
zione di farmaci o stati fisiologici partico-
lari.
La carenza totale di una o più vitamine
viene detta avitaminosi, è poco comune
nei paesi industrializzati, mentre è ancora
frequente nei paesi in via di sviluppo.
Tra le vitamine liposolubili c’è la vitamina
A conosciuta come Retinolo. E’ contenuta
nel burro, nel latte, nello yogurt, nei for-
maggi, nelle uova e sotto forma di provi-
tamina (precursore della vitamina A) Beta
-Carotene nelle carote, nelle pesche, nelle albi-
cocche e nei vegetali di colore giallo-arancio e
a foglia verde scuro (spinaci).
Essa è un costituente dei pigmenti visivi della
retina ed è necessaria per il buon mantenimento
delle mucose e degli epiteli.
La carenza di vitamina A provoca disturbi nella
crescita e può essere causa di lesioni diffuse a-
gli epiteli e mucose. Può causare danni alla vi-
sta.
L’eccesso di vitamina può causare nausea, vo-
mito e disturbi visivi.
Andrea Valvoli
Giorgia Battisti
(Prof. Filippo Stirpe)
OCCHIO ALLA VITAMINA A
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Artisti
Alessandro Fermanti 4O Ric
Professor Giuseppe Casaluci
Professoressa Liliana La Rosa
Si usano gli specchi per guardarsi il viso,
e si usa l’arte per guardarsi l’anima.
(George Bernard Shaw)
Ricetta per gli innamorati: semplice, veloce e buonissima per fare una golosa
sorpresa a San Valentino.
-Cioccolatini ripieni-- -Ingredienti-
200 gr di cioccolato fondente
100 gr di cioccolato bianco
50 ml di panna per dolci
-Tempi di Preparazione- Tempo di preparazione: 20 min
Tempo di cottura: 10 min
Tempo totale: 30 min più 2 ore di frigo
-Preparazione- Sciogliete il cioccolato fondente a bagno maria. Spennellare l’interno degli stampini per
cioccolatini con il cioccolato e mettete nel congelatore per 10 minuti. Riprendete gli stampi
dei cioccolatini e spennellate con altro cioccolato, rimettete in freezer per altri 10 minuti.
Nel frattempo preparate la ganache al cioccolato bianco. Mettete la panna in un pentolino e
non appena avrà raggiunto il punto di ebollizione, aggiungete il cioccolato bianco tritato e
mescolate. Una volta raffreddata, riempite gli stampini fino ad arrivare quasi al bordo dello
stampo e Mettete ancora in freezer per 20 minuti. Riprendete e coprite con altro cioccolato
per sigillare e fate riposare nel congelatore per 30 minuti. Battere lo stampino con un movi-
mento deciso per far staccare il cioccolato della base in eccesso ed estrarre i cioccolatini,
quindi serviteli.
REDATTORI: Moroni Giordano,Mecozzi Alessia,De Angelis Veronica, Di Cori
Nevia, Lepore Giuseppe,Cugini Beatrice, Furini Tiziano,Cinerelli Chiara,
Lipperi Beatrice,Sansone Luca ,Codini Fabio, Agatiello Raffaele e
Petrizzelli Alice DOCENTE COORDINATORE DEL PROGETTO:
Prof.ssa Luigina Ruffolo
Si ricorda che chiunque voglia potrà inviare lavori, proposte, articoli e
quant’altro ai seguenti indirizzi:
La redazione, formata da studenti e docenti, si riserva di valutare il materiale
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