testi plida

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1 PLIDA Progetto Lingua Italiana Dante Alighieri Certificazione di competenza in lingua italiana Testi per la recitazione delle prove di ascolto dei livelli A1, A2, B1. A1 ascoltare (I parte) Situazione: voce maschile (M) e voce femminile (F); sette piccole conversazioni. Ogni dialogo dev’essere introdotto da un numero, pronunciato dalla voce femminile; va lasciata una breve pausa tra il numero e il dialogo. Istruzioni: dizione impeccabile, velocità ridotta rispetto a quella naturale. Testo: F: Uno F: Mi scusi? M: Signora, mi dica, tutto bene? Volete un dolce? F: No, grazie. Le chiedo il conto, per favore. Posso pagare con la carta di credito? M: Certo, le chiamo subito il cameriere, un attimo. F: Due F: Mi scusi? M: Prego. F: È questa la fermata del 19? M: Sì, adesso si ferma qui. F: Ah, bene, sa tra quanto passa? M: Di solito passa verso le otto e dieci. F: Tre M: Signora, anche il vino è suo? F: Sì, grazie. M: Allora, sono 12 euro e 20 centesimi. F: Quattro: F: Mi scusi? M: Prego.

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Page 1: Testi PLIDA

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PLIDA Progetto Lingua Italiana Dante Alighieri

Certificazione di competenza in lingua italiana Testi per la recitazione delle prove di ascolto dei livelli A1, A2, B1. A1 ascoltare (I parte) Situazione: voce maschile (M) e voce femminile (F); sette piccole conversazioni. Ogni dialogo dev’essere introdotto da un numero, pronunciato dalla voce femminile; va lasciata una breve pausa tra il numero e il dialogo. Istruzioni: dizione impeccabile, velocità ridotta rispetto a quella naturale. Testo: F: Uno F: Mi scusi? M: Signora, mi dica, tutto bene? Volete un dolce? F: No, grazie. Le chiedo il conto, per favore. Posso pagare con la carta di credito? M: Certo, le chiamo subito il cameriere, un attimo. F: Due F: Mi scusi? M: Prego. F: È questa la fermata del 19? M: Sì, adesso si ferma qui. F: Ah, bene, sa tra quanto passa? M: Di solito passa verso le otto e dieci. F: Tre M: Signora, anche il vino è suo? F: Sì, grazie. M: Allora, sono 12 euro e 20 centesimi. F: Quattro: F: Mi scusi? M: Prego.

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F: Sa dov’è via Siena, per favore? M: Sì, deve andare sempre dritto, è la prima a sinistra. F: Grazie. F: Cinque F: Buongiorno, posso vedere quella maglietta bianca per favore? M: Sì, se vuole c’è anche marrone e rossa. F: Ah, grazie, ma no, mi piace questa qui. F: Sei F: Fabrizio, puoi dirmi che ore sono per favore? M: Sì, è mezzogiorno meno un quarto. F: Sette F: Fabrizio, scusami, mi puoi dare le chiavi per favore? M: Sì… dove sono? F: Sono lì sul tavolo, vicino al piatto. F: Otto F: Daniele? M: Sì? F: Puoi chiudere la porta per favore? M: Certo.

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A1 ascoltare (II parte) Situazione: la presentazione di un signore a un gruppo di persone. Istruzioni: dizione perfetta e velocità ridotta rispetto a quella naturale; mantenere i toni naturali. Testo F: Cari amici, buonasera, vi presento il nostro nuovo vicino, Giovanni. M: Buonasera a tutti, piacere di conoscervi, mi chiamo Giovanni D’Agostino, ho 35 anni. Ora vivo qui a Roma, lavoro a Napoli, insegno lingua spagnola all’università. Mia moglie è quella ragazza alta con i capelli corti neri, che si chiama Luisa… lei è un medico, lavora in un ospedale qui a Roma. Abbiamo una bambina, Gaia, ha tre anni, ed è meravigliosa. E.. basta, nel tempo libero ci piace molto andare a teatro… F: Bene, il signor Giovanni sta al secondo piano, di fronte ai signori Vassalli… M: Sì, ci vediamo tutte le mattine. Stasera però non ci sono… F: Sì, è strano… adesso li chiamiamo. M: Chiamo io, ho il loro numero. F: Va bene, allora aspettiamo cinque minuti.

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A2 ascoltare (I parte) Situazione: voce maschile (M) e voce femminile (F); sette piccoli dialoghi. Ogni dialogo dev’essere introdotto da un numero, pronunciato dalla voce femminile, lasciando poi una breve pausa tra il numero e il dialogo. Istruzioni: dizione perfetta, velocità naturale ma moderata. Testo:

F: Uno

F: Paolo, sei andato alle poste stamattina? M: Sì, ci sono andato ma il computer era rotto… F: Allora non hai pagato la luce e l’acqua? M: No, non ho potuto, ci rivado domani. Però ho ritirato il pacco che ti ha inviato tua sorella. Eccolo lì.

F: Due F: Paolo, guarda che le prenotazioni per lo spettacolo finiscono oggi pomeriggio. M: Lo so, ma non sono più sicuro di andare a teatro. E poi sabato sera il gruppo di Marco suona in un locale qui in centro, voglio andare a sentirli. F: Ma scusa, non vuoi vedere i tuoi attori preferiti? M: Sì, sì, ma li ho visti tante altre volte. No, sabato vado a sentire Marco e i suoi amici…

F: Tre

F: Paolo, finalmente! Dai, siamo in ritardo! M: Lisa, scusami, ma ho lasciato il mio casco da Laura… F: Oh mamma mia! Adesso l’altro che ho io, non so se ti sta bene, che facciamo? M: Senti, tu intanto vai, io vi raggiungo in autobus. F: Quattro F: Buongiorno. M: Buongiorno, mi dica. F: Le devo dare una camicia solo da stirare, e una giacca che invece ha proprio una bella macchia, guardi qui… M: Non si preoccupi, va bene per mercoledì sera?

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F: Sì, grazie, passo verso le sette. F: Cinque F: Paolo, scusami, ma mi hai chiamato tu stamattina verso le undici? P: No, credo di no. F: C’è una chiamata dal tuo numero sul mio cellulare. P: Forse è partita una telefonata per sbaglio, non so. F: Sei M: Pronto, Paolo, hai telefonato a Luca per la partita di oggi? F: Certo. Abbiamo un appuntamento alle quattro. M: Ma come alle quattro? Il campo è occupato fino alle quattro e mezza, me l’ha detto il responsabile. F: Guarda, si è sicuramente sbagliato. M: Ok allora lo richiamo e ci vediamo lì.

F: Sette F: Buongiorno. M: Buongiorno, avete ancora le tovaglie per il tavolo rotondo, quelle da 19 euro? F: No, mi dispiace, le abbiamo vendute tutte. M:Ah, peccato. F: Ma ha guardato le altre offerte del mese? Ci sono vari oggetti a partire da 35 euro.

F: Otto F: Paolo, mi passi quella scatola per favore? M: Sì ecco.

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A2 ascoltare (II parte)

Situazione: la pubblicità delle mele Melinda. Istruzioni: dizione perfetta e velocità naturale ma moderata. Testo:

F Le mele Melinda sono molto famose perché sono mele di grande qualità. Per noi Melinda è più di una mela: è il frutto di un’unione felice. L'unione tra la natura della Val di Non, ricca di acqua e di sole, e la passione di 5200 famiglie del Consorzio. Il Consorzio Melinda è un’associazione che unisce più di 5000 piccoli coltivatori di frutta, che raccolgono cinque varietà di mele per cinque diversi momenti e sapori. Durante i mesi di settembre ed ottobre le aziende raccolgono le mele Gala, poi vengono la Renetta Canada, le Red Delicious e le Golden. Quando le cime delle montagne sono piene di neve, arrivano le mele Fuji, che crescono, in Trentino, sotto il cielo di montagna e nel rispetto della natura. Nel 2003 la Comunità Europea ha dato alle mele Melinda un premio molto importante, la “Denominazione di Origine Protetta Mela Val di Non”. Sono le prime mele italiane che hanno questo premio internazionale: in Europa sono poco più di venti le Denominazioni di Origine Protetta per la frutta fresca.

Melinda ha da poco inventato prodotti per le persone che vogliono una mela con una “buccia” diversa. È così che sono nati Melinda Snack, Melinda Succo e i Biscotti alla mela Melinda. Che cos’è Melinda Snack? Sono piccoli pezzi di mela Golden Delicious senza buccia e senza zuccheri. Con la sua comoda confezione singola è perfetta in ogni momento della giornata. Ma la grande novità è la mela nel bicchiere. Si tratta di Melinda Succo, fatto con diverse varietà di mele, più o meno dolci (Golden e Renetta) senza acqua, zucchero e conservanti. Buono da gustare da solo, ma anche con altri frutti e ingredienti, per preparare ottime torte. Infine, i Biscotti alla mela Melinda, deliziosi biscotti ottimi per la merenda, tipicamente trentini, preparati con farina, zucchero, uova, burro e succo di mela.

Ricordiamo che oggi il centro visitatori del Consorzio Melinda offre visite guidate del territorio e tante altre informazioni sulle mondo delle mele Melinda. E finiamo con alcuni consigli per conservare le mele in casa: mettete le mele in una cassetta di legno in un luogo fresco e al buio, al riparo dall’umidità e dal caldo.

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B1 I parte Situazione: un servizio giornalistico sul salone del gusto. Istruzioni: dizione perfetta, velocità naturale. F: Roberto, il Salone del gusto anche quest’anno si svolge insieme alla quarta edizione di Terra Madre, un evento unico nel suo genere che ospita a Torino le comunità del cibo mondiale e che sottolinea il forte rapporto tra cibo e territorio. M: Saranno 162 paesi quest’anno. Raggiungiamo così il massimo di tutta la storia di Terra Madre. In apertura presenteremo l’importanza delle lingue indigene. Parlare le lingue madri è necessario non soltanto perché così si conservano ma perché le lingue contengono dei saperi che altrimenti senza le parole della tradizione si possono perdere. Un altro evento importante è un documento politico che le comunità di Terra Madre produrranno in quattro giorni e presenteranno in chiusura del Salone per spiegare qual è la nostra visione sul futuro del cibo. F: Terra madre porterà a Torino circa 4000 tra contadini e pescatori. Ma qual è l’itinerario ideale? M: Il Salone quest’anno propone itinerari per ogni paese o regione quindi il visitatore entra in un territorio e trova insieme tutti i produttori. Poi ci sono aree di relax e di approfondimento, per esempio l’enoteca con una banca del vino, una sala dedicata alle vecchie annate e ai vini che arrivano da tutto il mondo. E c’è una zona internazionale con curiosità da tutto il mondo, per citare alcune cose, questa ci sarà il sale di canna del Kenya, un prodotto di antichissima tradizione e di eccellente qualità, oppure per esempio la pecora degli zulù dal Sudafrica, e ancora prodotti dall’estremo oriente e dal Sudamerica. E poi c’è anche un bel programma di conferenze, di seminari, di proiezioni, di momenti in cui grandi personaggi vengono per confrontarsi con il pubblico di Torino sui temi cari a Slow Food. Chiuderemo lunedì sera con alcuni grandi cuochi che prepareranno dei piatti con i prodotti avanzati dei cinque giorni del salone: non li buttiamo via, i grandi chef li preparano, e soprattutto distribuiremo gran parte di questo prodotto in luoghi dove c’è bisogno di dare una mano, come case di riposo e centri sociali di Torino. F: i numeri sono grandi, aspettate 180.000 visitatori e oltre 1000 giornalisti, quindi, che dire, l’appuntamento è a Torino, dal 21 al 25 di ottobre, con il salone del gusto e Terra Madre.

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B1 II parte

Situazione: un’intervista al pianista Giovanni Allevi. Istruzioni: dizione perfetta, velocità naturale. Testo F: Senti ma è vero che tu a casa non hai il pianoforte? M: È vero. F: E perché? M: Ho scelto già da anni di scrivere musica lontano dalla tastiera. Perché se mi siedo alla tastiera e provo a improvvisare qualcosa le dita vanno a ripercorrere sempre le stesse melodie; mentre se mi allontano devo per forza seguire la musica totalmente… F: Tu sei stato anche un maestro di musica... M: Sì, ma la mia esperienza di insegnante è stata davvero negativa. Io non sono un tipo autorevole, quindi non sapevo catturare l’attenzione dei ragazzi per tutto il tempo. Mi stavano molto simpatici ma dopo cinque minuti iniziava il disastro. Invece pensa che adesso c’è un gruppo su Facebook: “quelli che hanno avuto Allevi come professore”… F: Ma è vero che sei stato poverissimo? M: Beh, quando vivevo da solo a Milano non avevo l’appoggio economico dei miei genitori. Facevo supplenze a scuola e se non insegnavo facevo il cameriere. Però non mi sono mai sentito povero perché per me la musica è sempre stata una ricchezza enorme. F: Che bambino sei stato? Ti hanno messo al pianoforte subito, a cinque anni? M: No, al contrario. Quando avevo cinque anni il pianoforte a casa mia era chiuso a chiave, solo mia sorella più grande lo poteva suonare. Però avevo scoperto dove era nascosta la chiave e quando non c’era nessuno così io di nascosto… F: Quando hai detto tutto ai tuoi? M: Cinque anni dopo. Alla fine della recita della quinta elementare tutti i bambini salivano sul palco per ringraziare e io sono salito per ultimo. Allora ho visto che sul palco c’era un pianoforte e ho suonato un breve movimento del notturno in la maggiore di Chopin, quella melodia dolcissima... Poi il pensiero è tornato nella mia mente, avevo paura di fare arrabbiare mio padre, e sono scappato; ma lui non mi ha rimproverato... Quel pomeriggio mi ha portato alla scuola di musica. E lì è iniziato lo studio matto e disperatissimo. Dai dieci ai vent’anni ho studiato pianoforte. A vent’anni appena diplomato ho fatto il mio primo concerto di musica classica davanti a un pubblico di cinque persone. Sempre a vent’anni ho iniziato a studiare composizione, e poi mi sono diplomato in composizione a trent’anni. Quindi io fino a trent’anni ho passato la vita a studiare. F: So che hai uno strano animale domestico. M: Sì, si chiama Maciste, è un gamberetto. Vive in una bolla di vetro con un’alga. F: Ma ti riconosce? M: No. Lui è completamente indifferente, per quello andiamo d’accordo F: E tu ti identifichi un po’ in Maciste? M: Un po’ sì. Rappresenta il silenzio. Per esempio mi dà fastidio ascoltare la musica contro la mia volontà. Quando c’è una musica di sottofondo il mio cervello parte e inizia a fare un’analisi, non riesco più a parlare con la persona che ho di fronte. Al ristorante se sento una musica di sottofondo chiedo di toglierla, ma mi rispondono sempre di no perché è nella politica del locale.