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TESSUTO DEL MIOCARDIO 1. Masse atriali e ventricolari, costituite da tessuto muscolare contrattile con proprietà elettriche distinte. 2. Tessuto di conduzione, costituito da tessuto muscolare specializzato per la conduzione di potenziali dazione. 3. Nodi seno-atriale e atrio-ventricolare costituiti da tessuto muscolare specializzato per la generazione di potenziali (potenziali segna-passo). Innervazione Sistema nervoso autonomo e Sistema Endocrino con funzione modulatoria

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Page 1: TESSUTO DEL MIOCARDIO - - Università degli Studi di Cassino · Il cuore riceve ossigeno dalla ... (MVO2) Riduzione del flusso coronarico • Una lesione aterosclerotica di un ramo

TESSUTO DEL MIOCARDIO

1.  Masse atriali e ventricolari, costituite da tessuto muscolare contrattile con proprietà elettriche distinte.

2.  Tessuto di conduzione, costituito da tessuto muscolare specializzato per

la conduzione di potenziali d’azione. 3. Nodi seno-atriale e atrio-ventricolare costituiti da tessuto muscolare

specializzato per la generazione di potenziali (potenziali segna-passo).

Innervazione

Sistema nervoso autonomo e Sistema Endocrino con funzione modulatoria

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Il muscolo cardiaco: 40% del volume cellulare occupato da mitocondri Cellule ricche di mioglobina

SUBSTRATI ENERGETICI: ACIDI GRASSI LIBERI GLUCOSIO E LATTATO IN MINOR MISURA SI ADATTA ALLE DISPONIBILITA’, MA NON PUO’ FARE A MENO DELL’OSSIGENO

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•  Il miocardio è un tessuto strettamente aerobico, ossigeno-dipendente.

•  La determinazione del fabbisogno miocardico di O2 fornisce un indice accurato del suo metabolismo complessivo.

•  I principali determinanti del consumo miocardico di O2 sono: • frequenza cardiaca • contrattilità • tensione di parete

L’aumento della frequenza cardiaca aumenta il MVO2; inoltre la tachicardia agisce riducendo il flusso coronarico.

Quanto essa è maggiore, tanto più alto è il consumo di O2

Tensione di parete della cavità cardiaca (= postcarico) Dipendente da tre fattori:

•  la pressione sviluppata al suo interno •  il raggio medio della cavità •  Lo spessore parietale

Determinanti del consumo miocardico di O2

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PARETI CARDIACHE TROPPO SPESSE

Il cuore riceve ossigeno dalla circolazione coronarica

perché NON DALLE CAMERE CARDIACHE?

ENDOCARDIO: IMPERMEABILE

Discendente anteriore

Coronaria sn

Circonflessa

Aorta Coronaria dx

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FLUSSO CORONARICO: 70% DURANTE LA DIASTOLE 30% DURANTE LA SISTOLE

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ALL’AUMENTARE DELLA FREQUENZA CARDIACA (MAGGIOR RICHIESTA ENERGETICA) LA DURATA DELLA DIASTOLE DIMINUISCE RIDUCENDO “APPARENTEMENTE” IL FLUSSO CORONARICO.

Ø AUMENTA LA VELOCITA’ DEL FLUSSO CORONARICO (FINO A 5X)

Ø VASODILATAZIONE DEI VASI CORONARICI, SPECIALMENTE DURANTE DIASTOLE

N.B. A RIPOSO IL MIOCARDIO ESTRAE FINO AL 65% DELL’OSSIGENO DISPONIBILE (ALTRI TESSUTI A RIPOSO ESTRAGGONO CIRCA IL 25%; IN CASO DI NECESSITA’’POSSONO AUMENTARE L’ESTRAZIONE DI OSSIGENO)

NEL MUSCOLO CARDIACO AUMENTA LA PRODUZIONE E IL RILASCIO DI ADENOSINA ALL’AUMENTARE DELLE RICHIESTE ENERGETICHE L’ADENOSINA INDUCE VASODILATAZIONE DEI VASI CORONARICI (AGENTE PARACRINO)

Flusso coronarico/frequenza

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•  In condizioni basali il cuore consuma circa 6,5-10 ml/min/100 gr di tessuto di O2

Tale dispendio serve: •  3-5% per l’attività elettrica •  20% per il mantenimento dell’integrità cellulare •  72-75% per l’attività contrattile

Metabolismo miocardico

N.B: il post-carico (pressione sistemica) influenza in maniera significativa il lavoro del cuore

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Flusso coronarico

Consumo di Ossigeno del cuore: MVO2 (ml/min/g)

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•  A livello miocardico, data l’elevata estrazione di O2 (circa il 70%) l’unico meccanismo di compenso in caso di aumentato fabbisogno di O2 è rappresentato da un proporzionale aumento del flusso coronarico, determinato da una vasodilatazione del distretto coronarico arteriolare (vasi di resistenza).

La capacità massima di vasodilatazione secondaria a uno stimolo metabolico è definita

Riserva Coronarica

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Fattori che regolano il circolo coronarico

•  Anatomici (spessore parietale del ventricolo sn, presenza di circoli collaterali)

•  Meccanici (portata sistemica, resistenze vascolari, compressione sistolica, riflesso miogeno, viscosità ematica)

•  Neurogeni (recettori alfa, recettori beta2, azione vagale) •  Metabolici (pO2, pH, K+, adenosina, prostaglandine)

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I vasi coronarici possono essere suddivisi in: •  vasi di conduttanza (grossi rami epicardici e loro

diramazioni) •  vasi di resistenza (rami intramiocardici e arteriole) Le resistenze coronariche sono regolate da fattori estrinseci

(azione compressiva del miocardio ventricolare) e da fattori intrinseci (di natura neuro-ormonale, miogena e metabolica)

Fattori anatomici

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•  Il flusso coronarico si attua soprattutto in diastole poiché in sistole i rami intramurali vengono virtualmente occlusi dalla contrazione ventricolare.

•  Ne consegue che la tachicardia predispone allo sviluppo di ischemia, poiché, accorcia il tempo di diastole

•  Gli strati subendocardici sono generalmente i più esposti all’ischemia, soprattutto perché maggiormente esposti alla pressione diastolica endocavitaria

Fattori meccanici

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110

100

90

80

70

Sistole Diastole Zero Flow

Zero Flow

Flusso attraverso la coronaria destra

Flusso attraverso la coronaria sinistra

Chiusura della valvola aortica Pr

essi

one

aort

ica

(mm

Hg)

Fattori meccanici: Ciclo cardiaco e flusso coronarico

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•  L’aumentato della richiesta metabolica del miocardio determina idrolisi di ATP e conseguente liberazione di adenosina (prodotta da AMP) nell’interstizio.

•  L’adenosina induce una vasodilatazione (antagonizzando l’ingresso dello ione Calcio all’interno delle cellule muscolari lisce) soprattutto a livello dei vasi di resistenza, con un conseguente aumento del flusso coronarico proporzionale all’aumento delle richieste metaboliche.

•  Fattori metabolici locali con azione vasodilatatrice: prostaglandine, ioni idrogeno, ioni potassio, CO2 e NO

Fattori metabolici

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Fattori neurogeni

•  Le arterie coronarie sono innervate dal SNA (simpatico: noradrenalina = vasocostrizione (recettori alfa) e nervo vago: acetilcolina = vasodilatazione) con scarica tonica. N.B. Fattori metabolici dominanti su attività nervosa

•  La stimolazione dal ganglio stellato (simpatico) induce vasodilatazione (mediata dai recettori Beta), ma al contempo aumento della contrattilità e della frequenza cardiaca. Il blocco recettoriale Beta induce la comparsa di effetti alfa-mediati (vasocostrizione)

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Metabolismo cardiaco

Quantità di ATP consumato: 3,5-5,0 Kg/die

A digiuno: lipidi (60-70%), acidi grassi liberi (60%, da tessuto adiposo), trigliceridi (10%); glucosio convertito in glicogeno

Dopo un pasto ricco in carboidrati: diminuendo gli acidi grassi liberi, aumenta il consumo del glucosio

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Fisiopatologia

Due sono i fattori che intervengono nella genesi delle coronopatie (ischemia

miocardica): •  La riduzione del flusso coronarico

•  L’aumento del consumo miocardico di ossigeno (MVO2)

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Riduzione del flusso coronarico •  Una lesione aterosclerotica di un ramo

epicardico determina a valle della stenosi una caduta di pressione proporzionale alla riduzione del calibro vasale.

•  Il gradiente pressorio che si crea stimola la dilatazione dei vasi di resistenza, allo scopo di mantenere un flusso adeguato in condizioni basali. (Tale meccanismo è, ad esempio, alla base del quadro clinico dell’Angina Stabile)

•  Se la stenosi riduce la sezione del ramo epicardico di oltre l’80%, si ha una riduzione del flusso anche in condizioni basali; in questa situazione l’albero coronarico impegna gran parte della sua “riserva” per mantenere un apporto metabolico adeguato.

Coronaria normale

Placca ateromasica subocclusiva (>75%)

Placca stenosante (< 50%)

Placca ateromasica associata a vasospasmo

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ATEROSCLEROSI

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•  In caso di aumento delle richieste metaboliche, il circolo coronarico non è più in grado di far fronte alle richieste con comparsa di ischemia.

•  L’ischemia interessa inizialmente gli strati subendocardici

•  Una modulazione del tono coronarico legato a fattori neuroumorali può modificare temporaneamente la riserva coronarica; questo spiega la variabilità della soglia ischemica che abitualmente si osserva in clinica anche nello stesso soggetto.

Riduzione del flusso coronarico

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COMPLICANZE DELL’ATEROSCLEROSI

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Spettro di malattie a diversa eziologia, in cui il fattore fisiopatologico unificante è rappresentato da uno squilibrio tra la richiesta metabolica e l’apporto di

ossigeno al miocardio. Questo squilibrio causa un alterazione dell’attività

elettrica e della capacità contrattile delle zone colpite

La Cardiopatia Ischemica Definizione

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Determinanti del consumo miocardico di O2

La pressione sviluppata è determinata dalle resistenze all’eiezione del sangue.

Il raggio medio è determinato dal riempimento della cavità, sarà tanto

maggiore quanto più alto è il ritorno venoso (=precarico). L’ aumento della tensione della parete di una cavità cardiaca (postcarico)

determina la sua ipertrofia e quindi l’aumento della massa miocardica, a cui consegue un incremento del consumo di O2.

In clinica è possibile rilevare alcune variabili, come la frequenza cardiaca e

la pressione arteriosa sistolica. Il prodotto tra queste due variabili (FC × PA sistolica) × 10–3 si chiama doppio

prodotto ed è l’indice di MVO2 utilizzato nella pratica clinica.

Tensione di parete della cavità cardiaca (postcarico) ovvero

Pressione di distensione x raggio della cavità/(2xspessore parietale)