tesi - dossier 1

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dossier di analisi SIMBIOSI TRA DUE REALTà indagine sulla possibilità di fondere una residenza creativa ed una struttura ricettiva Politecnico di Milano, Corso di laurea in Design degli Interni Relatore - Francesco Scullica Stefano Contini A.A. 2011-2012

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residenza creativa + struttura ricettiva simbiosi tra due realtà

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Page 1: Tesi - Dossier 1

dossier di analisi

SIMBIOSI TRA DUE REALTà

indagine sulla possibilità di fondere una residenza creativa ed una struttura ricettiva

Politecnico di Milano, Corso di laurea in Design degli InterniRelatore - Francesco Scullica

Stefano ContiniA.A. 2011-2012

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SIMBIOSI TRA DUE REALTà

Politecnico di Milano, Corso di laurea in Design degli InterniRelatore - Francesco Scullica

Stefano ContiniA.A. 2011-2012

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GENESI DELL’IDEA - pag 5Fasi di sviluppo - pag 9

introduzione

indice:

CAP. 01

i programmi di residenzaCAP. 02

ANALISI STORICA - pag 17

i PROGRAMMI DI RESIDENZA: introduzione - pag 15

Fondazione Bevilacqua la Masa

Fondazione Chinati

The Corporation of Yaddo

Woodstock Byrdcli�e Guild

isabella stewart gardner museum

il panorama internazionale - pag 27

Boisbuchet

Fundation Paul Rivet

Design Museum

Hotel Mariakaper

Bear Art CentreBear Art Centre

Mustarinda

Verbek Foundation

The Wassaic Project

In residence

NOSADELLI.DUE

bivaccourbano

le ville matte

viafarini

Atelier sul mare

REALTà A CONFRONTO - pag 57

IL PANORAMA NAZIONALE - pag 43

caratteri fondamentali delle residfene - pag 60

Page 5: Tesi - Dossier 1

TURISMO NELl'ERA POSTMODERNA - pag 85

riflessioni sul turismo contemporaneoCAP. 03

BREVE STORIA DEL TURISMO - pag 67

riflessioni sul turismo - pag 65

IL MARKETING TRIBALE - pag 79

LE TRIBÙ POSTMODERNE - pag 81

CARATTERI DEL TURISMO TRIBALE - pag 89

sostenibilità economica - pag 129

definizione del modello

definizione del modello - pag 99

CAP. 04

la struttura riocettiva - pag 103

la simbiosi mutualistica - pag 105

la residenza - pag 101

elementi chiave del modello - pag 109

funzionamento del modello - pag 127

1. la scelta del luogo 2. questione ecologica ambientale 3. principio di crescita graduale 4. impostazione della struttura ricettiva 5. impostazione della residenza 6. integrazione della comunitlocale 7. interazioni tra gli attori 8. identi�cazione degli spazi 9. comunicazione 10. organizzazione e gestione

1. analisi ricavi 2. analizi costi 3. capex & WC 4. CE & CEf

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Page 7: Tesi - Dossier 1

introduzioneCAP. 01 Genesi dell’idea e fasi di sviluppo

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Illustrazione ottenuta dalla rielaborazione de:Le chateau des Pyrénées (Il castello dei Pirenei) - René Magritte1961 - olio su tela (200,3 x 145 cm) - Israel Museum di Gerusalemme

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Illustrazione ottenuta dalla rielaborazione de:Le chateau des Pyrénées (Il castello dei Pirenei) - René Magritte1961 - olio su tela (200,3 x 145 cm) - Israel Museum di Gerusalemme

Cerare un luogo dove artisti e progettisti, possano vivere assieme, confrontarsi e collaborare, condividere esperienze e assieme generare uno spazio unico, magico, meraviglioso. L’idea nasce dalla volontà di ricreare una fucina stilistica, in grado di accogliere creativi delle nuove generazioni, ma anche un punto di partenza per giovani, spinti dalla voglia di sperimentare e guidati dalla necessità di costruire. Immaginare uno spazio ibrido, dove tutto ciò che viene realizzato, assume oltre ad un valore simbolico e stilistico anche uno funzionale, trovando una sua precisa collocazione, e soprattutto una specifica funzione. Per questa ragione parallelamente ad una attività di residenza per creativi si affiancheranno altre attività: una espositiva, che servirà da vetrina agli artisti e una ricettiva, che permetterà ai progettisti di immaginare oggetti e strutture che verranno utilizzate da fruitori reali. Proprio in quest’ultimo aspetto si ritrova l’innovazione dell’intero progetto: mettere a disposizioni di ragazzi non solo mezzi, attrezzature, materiali e consulenza, ma anche la possibilità di generare opere e oggetti che avranno un reale utilizzo.

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Alla base di questa tesi vi è la volontà di esprimere valori e principi assimilati nel corso di un cammino formativo, ma vi è anche la necessità di chiarire e definire quegli ideali che rappresenteranno un’etica personale nel corso di una vita dedicata al progetto. Il lavoro, assumerà quindi una conno-tazione metaforica, in grado di esprime, idee, pensieri e riflessioni personali, cercando però continue conferme ed un continuo riscontro con la realtà. Le radici da cui si sviluppa questo lavoro sono molte, talvol-ta complesse e frequentemente materia di dibattito. L’operazione, complessa e forse utopica è quella di riunirle sotto la campana di un unico sistema, di un unico spazio, che sia in grado di rappresentarmi, ma che in un certo senso possa rappresentare, forse con un po di presunzione una intera generazione di creativi. il primo elemento che caratterizzerà questo progetto è l’inscindibilità tra arte e progetto. Lungi da me dilungarmi su questa materia, che da decenni, è materia di studio e dibattito, preferisco quindi considerarlo come dogma,

GENESI DELL’IDEA

come un assioma, piuttosto che una possibilità. Secondo principio, che è fortemente legato al primo riguar-da la collaborazione e la condivisione. Interessa i continui e inevitabili flussi tra le persone, si che esse si occupino di materie affini, si che si tratti di universi opposti. vi è poi un terzo punto, a me caro, e che forse è la reale ragione che mi ha spinto ad affrontare questo progetto, il bisogno, mio, ma condiviso da molti, di creare qualcosa di reale, di creare qualcosa di effettivo e non solo di effimero e teorico. Gli anni trascorsi all’interno di questa facoltà, che io considero importantissimi ed essenziali alla mia forma-zione, uniti ad esperienze personali, mi hanno però portato a credere quanto per un progettista, per un disegnatore, sia fondamentale creare, e che le sue creazione, di qualsiasi natura esse siano, possano avere dei fruitori reali.Ed ecco da dove nasce l’idea: dal desiderio di cerare un luogo dove artisti e progettisti, possano vivere assieme, confrontarsi e collaborare, condividere esperienze e assieme generare uno spazio unico, magico, meraviglioso.

Alla base vi è la volontà di ricreare una fucina stilistica, in grado di accogliere creativi delle nuove generazioni, ma anche un punto di partenza per giovani, spinti dalla voglia di sperimentare e guidati dalla necessità di costruire. Immaginare un ambiente ibrido, dove tutto ciò che viene realizzato, sia in grado di assumere oltre ad un valore simbolico una qualità funzionale, trovando una sua precisa collocazione, e soprattutto una specifica funzione. Per questa ragione parallelamente ad una attività di residenza per creativi si affiancheranno altre attività: una espositiva, che servirà da vetrina agli artisti e una ricettiva, che permetterà ai progettisti di immaginare oggetti e strutture che verranno utilizzate da fruitori reali. Proprio in quest’ultimo aspetto si ritrova l’innovazione dell’intero progetto: mettere a disposizioni non solo mezzi, attrezzature, materiali e consulenza, ma anche la possibilità di generare opere e oggetti che avranno un reale utilizzo. Il progetto verterà sull’identificazione e definizione di un luogo in grado di ospitare artisti e progettisti, garantendo

loro attrezzature e materiali per il lavoro, ma anche spazi collettivi e ambienti di raccoglimento personale. La struttu-ra dovrà essere una sorta di isola all’interno del panorama artistico, architettonico e del design. Importante sarà anche la sua collocazione strategica, dovendo attirare dei visitatori e ospitare dei viaggiatori. Nel complesso i caratteri identificativi dello spazio saranno, oltre all’unicità, la totale immersione nell’arte e nella ricerca progettuale. l’obbiettivo ultimo sarà quindi la nasci-ta di uno spazio generato col tempo, dove tutto sarà da riferirsi alla creatività e dove ogni elemento verrà pensato e realizzato all’interno della struttura stessa.

In definitiva questa tesi si pone l’obiettivo di indagare sulla possibilità di affianchiate ad uno spazio dedicato all’attività creativa (intesa in tutte le sue sfaccettature) una struttura ricettiva, cercando di identifica-re quali siano i benefici che tale unione è in grado di apportare ad ambe due le attività.

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Alla base di questa tesi vi è la volontà di esprimere valori e principi assimilati nel corso di un cammino formativo, ma vi è anche la necessità di chiarire e definire quegli ideali che rappresenteranno un’etica personale nel corso di una vita dedicata al progetto. Il lavoro, assumerà quindi una conno-tazione metaforica, in grado di esprime, idee, pensieri e riflessioni personali, cercando però continue conferme ed un continuo riscontro con la realtà. Le radici da cui si sviluppa questo lavoro sono molte, talvol-ta complesse e frequentemente materia di dibattito. L’operazione, complessa e forse utopica è quella di riunirle sotto la campana di un unico sistema, di un unico spazio, che sia in grado di rappresentarmi, ma che in un certo senso possa rappresentare, forse con un po di presunzione una intera generazione di creativi. il primo elemento che caratterizzerà questo progetto è l’inscindibilità tra arte e progetto. Lungi da me dilungarmi su questa materia, che da decenni, è materia di studio e dibattito, preferisco quindi considerarlo come dogma,

come un assioma, piuttosto che una possibilità. Secondo principio, che è fortemente legato al primo riguar-da la collaborazione e la condivisione. Interessa i continui e inevitabili flussi tra le persone, si che esse si occupino di materie affini, si che si tratti di universi opposti. vi è poi un terzo punto, a me caro, e che forse è la reale ragione che mi ha spinto ad affrontare questo progetto, il bisogno, mio, ma condiviso da molti, di creare qualcosa di reale, di creare qualcosa di effettivo e non solo di effimero e teorico. Gli anni trascorsi all’interno di questa facoltà, che io considero importantissimi ed essenziali alla mia forma-zione, uniti ad esperienze personali, mi hanno però portato a credere quanto per un progettista, per un disegnatore, sia fondamentale creare, e che le sue creazione, di qualsiasi natura esse siano, possano avere dei fruitori reali.Ed ecco da dove nasce l’idea: dal desiderio di cerare un luogo dove artisti e progettisti, possano vivere assieme, confrontarsi e collaborare, condividere esperienze e assieme generare uno spazio unico, magico, meraviglioso.

Alla base vi è la volontà di ricreare una fucina stilistica, in grado di accogliere creativi delle nuove generazioni, ma anche un punto di partenza per giovani, spinti dalla voglia di sperimentare e guidati dalla necessità di costruire. Immaginare un ambiente ibrido, dove tutto ciò che viene realizzato, sia in grado di assumere oltre ad un valore simbolico una qualità funzionale, trovando una sua precisa collocazione, e soprattutto una specifica funzione. Per questa ragione parallelamente ad una attività di residenza per creativi si affiancheranno altre attività: una espositiva, che servirà da vetrina agli artisti e una ricettiva, che permetterà ai progettisti di immaginare oggetti e strutture che verranno utilizzate da fruitori reali. Proprio in quest’ultimo aspetto si ritrova l’innovazione dell’intero progetto: mettere a disposizioni non solo mezzi, attrezzature, materiali e consulenza, ma anche la possibilità di generare opere e oggetti che avranno un reale utilizzo. Il progetto verterà sull’identificazione e definizione di un luogo in grado di ospitare artisti e progettisti, garantendo

loro attrezzature e materiali per il lavoro, ma anche spazi collettivi e ambienti di raccoglimento personale. La struttu-ra dovrà essere una sorta di isola all’interno del panorama artistico, architettonico e del design. Importante sarà anche la sua collocazione strategica, dovendo attirare dei visitatori e ospitare dei viaggiatori. Nel complesso i caratteri identificativi dello spazio saranno, oltre all’unicità, la totale immersione nell’arte e nella ricerca progettuale. l’obbiettivo ultimo sarà quindi la nasci-ta di uno spazio generato col tempo, dove tutto sarà da riferirsi alla creatività e dove ogni elemento verrà pensato e realizzato all’interno della struttura stessa.

In definitiva questa tesi si pone l’obiettivo di indagare sulla possibilità di affianchiate ad uno spazio dedicato all’attività creativa (intesa in tutte le sue sfaccettature) una struttura ricettiva, cercando di identifica-re quali siano i benefici che tale unione è in grado di apportare ad ambe due le attività.

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L'elemento cruciale di questo elaborato sarà la definizione di un modello standardizzato di una struttura così compo-sta. Verranno identificati tutti i requisiti e le dinamiche volte alla buona riuscita del sistema ricettivo/residenziale. Il modello ottetto assumerà così la valenza di matrice concettuale applicabile un un infinito numero di casi, applicabili al territorio italiano. La definizione di questo schema affronterà diverse temati-che e fornirà altrettanti spunti progettuali. Verranno così fornite istruzioni specifiche sui luoghi geografici ed archi-tettonici idonei alla nascita delle strutture, saranno indica-te tutti gli spazi e le attrezzature necessarie ad un corretto sviluppo progettuale. Verranno poi fornite indicazioni riguardo ampiezza e capacità degli ambienti sopracitati, e alcuni spunti progettuali, atti a definire specifici universi stilistici. Particolare attenzione sarà rivolta alle dinamiche di comunicazione di queste strutture, sia per guanto riguarda la componente ricettiva, sia per quella creativa. In fine un approfondimento interesserà i flussi interni a questa strutture, si cercherà quindi di definire in maniere grafica e schematica le eventuali interazioni tra i soggetti protagonisti del progetto. La definizione di tale modello vedrà la sua nascita a segui-to di una approfondita attività di ricerca, che si svilupperà su due binari paralleli, per poi unirsi nella fase conclusiva. In primo luogo sarà analizzato lo stato dell’arte dei programmi di residenza, definendo l’evoluzione storica che ha portato all’attuale conformazione di queste iniziati-ve. Saranno analizzati dei casi specifici, che permetteran-no la definizione di un panorama completo. da questa analisi saranno identificati gli aspetti caratterizzanti dei programmi di residenze, la filosofia che guida queste

strutture e ne verranno sottolineati gli elementi di criticità. Questa prima fase di analisi avrà due scopi fondamentali: la definizione sintetica del panorama odierno e la schema-tica identificazione del modello sistematico sotteso ai vari programmi analizzati. Una successiva attività critica punterà lo sguardo verso le nuove forme di turismo, quindi le dinamiche di viaggio che contraddistinguono la società contemporanea. Anche in questo caso una parentesi storica, sugli sviluppi dei flussi turistici, a partire dal secondo dopoguerra, ci aiuterà a comprendere lo scenario attuale. Questa analisi sarà svolta con lo scopo di fornire una panoramica complessiva delle attuali esigenze di quelli che vengono in gergo definiti “viaggiatori tribali” ovvero un fenomeno in continuo sviluppo, fortemente radicato nella visione postmoderna del mondo. Lo stadio di ricerca, analisi, riferito al contesto odierno ed in particolare modo le relative riflessioni, saranno convolia-te in uno specifico capitolo dedicato alla definizione del modello di progetto in questione. In questa sezione verran-no nello specifico scomposti, studiati, analizzati ed in fine definiti tutti i soggetti protagonisti del complesso sistema in analisi.

L’intero progetto, ed i momenti di analisi ad esso connesso, vedranno una distinta e determinante attenzione al territorio nazionale. Questa scelta progettuale vede la sua ragion d’essere, in primo luogo, nell’estensione e nella complessità dei temi trattati, che rendono obbligatoria una ricerca mirata ad un contento geografico. Una seconda motivazione è legata alla volontà di tracciare uno schema codificato, che per ragioni culturali, economiche, paesaggistiche e legislative impone la limitazione ad un contesto nazionale, piuttosto che globale.

Fasi di sviluppo

FASE 1 Analisi e ricerca

Il lavoro si dividerà in tre fasi, distinte ma fortemente correlate tra loro: una fase teorica di indagine e di ricerca, seguita da una di progetto e da una conclusiva.

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Lo stadio precedente, il momento di analisi, avrà una valenza propedeutica a questa seconda fase, in cui centrale sarà la creazione di un prospetto pratico dove verrà appli-cato il modello precedentemente definito. Questa fase vedrà il suo inizio con la definizione di alcuni principi stilistici e etici che detteranno le basi dell’intero progetto. Difendo sin da subito gli intenti ed in particola modo la poetica dell’opera. Il primo step verterà verso l’identificazione di un luogo fisico in cui verrà applicato il progetto. Saranno quindi analizzati tutti gli aspetti geografici, morfologici, culturali e sociali di questo ambiente, giustificando la scelta e indivi-duando alcuni spunti progettuali, che garantiranno una contestualizzazione dell’intervento. A questa prima parte di individuazione geografica seguirà la composizione del sistema.servizio, ovvero la definizione degli ambienti, degli spazi e delle strutture, in relazione alle specifiche coordinate definiti nella prima fase e la loro

dettagliata applicazione al contesto geografico scelto. Tale operazione permetterà di plasmare un progetto efficace e coerente. Progetto che vedrà la sua esplicita definizione e rappresentazione alla luce delle considerazione fino a qui riportate.

Le operazioni progettuali rappresenteranno quindi la fase conclusiva dell’intero elaborato, e assumeranno così una valenza di illustrazione, spiegazione, chiarimento alle teorie espresse. Il progetto approccio con differenti livelli di dettaglio, vi saranno alcuni elementi e determinati spazi che vedranno una analisi approfondita, mentre altri interesseranno solo una definizione preliminare, e non vedranno un approfondimento di dettaglio. Questa scelta vede la sua ragione nella volontà di lasciare appositamente molte questioni aperte e nel non voler definire ogni aspetto del progetto, considerando fondamentale il continuo e costante intervento di più persone alla pratica progettuale.

La fase conclusiva dell’elaborato vedrà la sua ragion d’essere nella analisi critica del lavoro svolto, in relazione a quelli che erano gli elementi iniziali di partenza. Saronno sottolineati gli elementi critici e quelli di forza del progetto. Particolare perso avrà la definizione di possibili ed ulteriori sviluppi futuri dell’idea in relazione al contesto nazionale e a quelli che saranno gli scenari del territorio italiano nei prossimi anni.

FASE 2Progetto

FASE 3Conclusioni

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l’obiettivo di questa tesi è quello di creare un modello teoricoapplicabile ad un infinito numero di casie verificarlo mediante la pratica progettuale 11

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i programmi di residenzaanalisi del panorama storico e contemporaneo,identificazione delle caratteristiche e riflessioni sullo stato attuale

CAP. 02

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Con il termine programma di residenza si vogliono classifi-care tutte quelle iniziative volte allo sviluppo di un progetto creativo, in cui artisti, progettisti, cultori, studiosi, perfor-mers, grafici, attori, ballerini etc... vengono ospitati all’interno di apposite strutture, accompagnati da esperti, aiutati da tecnologie specifiche al fine di svolgere un proget-to creativo. Questa analisi è volta all’identificazione delle caratteristiche di tutti questi programmi e alla loro definizione. Lo scopo è quello di identificare le linee guida essenziali per progettare un programma di residenza e sottolineare le carenze delle iniziative esistenti. Oggi esistono infiniti programmi, rivolti ad ogni ambito della sfera creativa, di seguito varranno analizzati alcuni casi rappresentativi, con un occhio di riguardo a quello che è il panorama nazionale.

PROGRAMMI DI RESIDENZA

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Fondazione Bevilacqua la Masa Venezia, Italia

1898

La Fondazione Bevilacqua La Masa si definisce come “un disposi-tivo flessibile per promuovere l'arte contemporanea a Venezia”, non un semplice spazio espositivo, ma una culla dove giovani artisti possono coltivare creatività, idee e progetti. Nata dopo la morte di Felicita Bevilacqua la Masa, che per lascito testamentario donò al comune di Venezia il palazzo di Ca' Pesaro, a condizione che quest’ultimo fosse impiegato per agevo-lare i "giovani artisti ai quali è spesso interdetto l'ingresso nelle grandi mostre".Il testamento del 1898 fu quindi la premessa dei successivi statuti della Fondazione. Si andò così a formare nella città di Venezia un terreno fertile per la sperimentazione artistica esterna alle grandi esposizioni internazionali oltre che un'occasione favorevole per autori quali Boccioni, Casorati, Semeghini, Gino Rosso e Arturo Martini.

un dispositivo flessibile, nato a fine 800 per

promuovere l'arte contemporanea a Venezia

La lunga e movimentata attività è stata spostata nel corso degli anni in varie sedi tra cui la stessa Ca' Pesaro, il Lido e Piazza San Marco dove è ancora situato il principale spazio espositivo. Palazzetto Tito ospita invece gli uffici organizzativi ed ammini-strativi oltre che un particolare ambiente espositivo collocato in una zona meno turistica e più densamente universitaria della città, quella posta nel sestriere di Dorsoduro vicino a Campo San Barnaba.Jean-Michel Basquiat, Louise Bourgeois, Joseph Beuys, Milton Glaser, Shirin Neshat,Frida Kahlo, Sonia Delaunay, Maya Bajevic, Yoko Ono, William Kentrige, Jim Hodges sono solo alcuni degli artisti internazionali a cui la Fondazione ha dedicato mostre a partire dal 1999, anno del centesimo anniversario. Allestite negli stessi spazi dedicati alle collettive di artisti emergen-ti, le retrospettive sono infatti parte delle attività coordinate dalla Bevilacqua la Masa a fianco di convegni, presentazioni, seminari e proiezioni.Ancora fedele ai principi originari, l'intento principale rimane sempre e comunque quello di dedicarsi soprattutto a chi si trova agli inizi della propria ricerca in modo da cogliere e favorire le novità sul nascere.

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1900

Fondata nel 1900 dal finanziere Trask Spencer e sua moglie Katrina, Yaddo è una comunità di artisti inserita all’interno di una tenuta 400 acri a Saratoga Springs, nei pressi di New York. La sua missione è quella di nutrire il processo creativo, fornendo un'opportunità per gli artisti di lavorare senza alcuna interruzione in un ambiente favorevole e stimolante.Yaddo offre residenze a professionisti di tutte le nazioni, che operano nel campo della coreografia, del cinema, della letteratu-ra, della composizione musicale, della pittura, della performance art, della fotografia, dell’incisione, della scultura e dei video. Gli artisti vengono selezionati da gruppi di altri artisti professionisti. la residenza ha una durata che varia da due settimane a due mesi e comprende vitto, alloggio e la possibilità di usufruire di spazi di lavoro attrezzati.i Trasks decisero di lasciare in eredità la loro tenuta, alle future generazioni di scrittori, compositori, pittori e altri artisti. la conse-guenza di questa eredità furono storici. John Cheever, scrisse che non esiste appezzamento di terra al in America e forse nel mondo intero che è stato calpestato da un così alto numero di personalità artistiche”.Collettivamente, gli artisti che hanno lavorato a Yaddo hanno vinto 66 Premi Pulitzer, 27 borse di studio MacArthur, 61 Natio-nal Book Awards, 24 National Book Critics Circle Award, 108 Premi Roma, un premio Nobel (Saul Bellow, che ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura nel 1976), e innumerevoli altri riconoscimenti. Molti libri di autori ospitati a Yaddo sono stati trasformati in film. Oggi Yaddo ospita ancora artisti illuminati come coreografi, registi, performance artists. Tutti selezionati da gruppi di loro coetanei. Come sempre, Yaddo sostiene il processo di creatività senza riguardo per moda, commercio, o mezzi personali.Alcuni credono che la terra stessa a Yaddo è la fonte della mistica potere creativo. un tempo il luogo ospitava una fattoria e una taverna. quest’ultima più volte citata in testi dell’800, si dice che Edgar Allan Poe abbia scritto almeno una parte di "The Raven" mentre alloggiava in questi luoghi. Quasi 5.500 artisti hanno camminato tra i boschi trovando la pace e la privacy necessari per il lavoro creativo. Anche se molto è cambiato dal 1900, la missione rimane quella di garantire agli artisti buone condizioni di lavoro, e una comunità solidale. negli ultimi anni il Consiglio di Amministrazione aveva ribadito l'impe-gno originario Yaddo di estetica audace, egualitarismo sociale, l'internazionalismo e il sostegno di artisti a rischio politico.Yaddo oggi è suppurata ora in gran parte dai contributi di privati e organizzazioni. Più di un terzo di questo supporto viene da artisti che si sono stati ospiti a Yaddo.

The Corporation of YaddoUnion Avenue, Saratoga Springs, NY

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Yaddo ospita da sempre artisti illuminati, sele�zionati da gruppi di loro coetanei, soste�nendo il processo creativo senza riguar�do per moda, commer�cio, o mezzi personali

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1903

La Woodstock Byrdcliffe Guild è un centro regionale per l'arte situato a Woodstock, New York. la fondaione si estende su 250 acri e propone un programma integrato di mostre, performance, corsi, workshop, simposi, residenze estive, e alloggi per artisti. Byrdcliffe abbraccia tutte le discipline della ricerca artistica in uno spirito di collaborazione e continuo confronto con gli altri. La Woodstock Byrdcliffe Guild è una attività senza scopo di lucro, basata su principi educativi, fondata nel 1902 opera come organizzazione no-profit dal 1938. l’associazione è finanziato grazie ad iscrizioni individuali, lasciti, sovvenzioni della Fondazio-ne e sovvenzioni dell’agenzia governativa. nata nell'inverno del 1902, dalla volontà di una ristretta comunità di artisti e dalla lungimiranza di un ricco inglese di nome Ralph Radcliffe Whitehead, che acquistò il lotto di 1500 ettari, dando il via a questo utopico progetto di collaborazione creativa. contemporaneamente alla nascita della Woodstock Byrdcliffe Guild si sviluppò in europa, e più precisamente in territorio anglosassone il movimento Arts and Crafts, che si poneva come obiettivo la contrapposizione alla rapida urbanizzazione e industrializzazione. i suoi portavoce più illustri furono l'artista John Ruskin e William Morris. uniti, intrapresero questa campa-gna, ideale e utopica basata su una fratellanza di collaborazione artistica. Essi credevano che la vita avrebbe avuto un maggiore significato se il lavoro avesse avuto come base di partenza la nobiltà di pensiero. i due artisti si opponevano all’avvento delle macchine che oscuravano l’importanza delle lavorazioni artigiane e la loro simbiosi con il mondo dell’arte. la fondazione nata a Woodstock condivideva totalmente le ideologie su cui si basava il movimento del Arts and Crafts, anche se, ironicamente, furono proprio coloro i quali beneficiarono della grande ondata di industrializzazione del 19° secolo che avevano i mezzi finanziari per ribellarsi all’apparente inevitabile supremazia delle macchine. Whitehead, filantropo ideatore della comunità Woodstock, era figlio di un ricco industriale dello Yorkshire. l’uomo si forma in Inghilterra, studia con Ruskin a Oxford e poi viaggiato con lui in Europa. queste esperienze imprimono in Whitehead gli ideali utopici e visionari che lo porteranno, una volta giunto in America a fondare la sua “fratellanza di artisti”.il giovane inglese arrivato in America si sposò con Jane Byrd McCall nel 1892, lei figlia di un'importante famiglia di Philadelphia, ha condiviso sin da subito la visione del marito di una comunità di artisti-artigiani. Dopo incerti inizia in California e in Oregon, Whitehead e due conoscenti: Hervey White, uno scrittore, e Brown Bolton, un artista ed educatore, attraversarono il paese alla ricerca del luogo perfetto. Brown scoprì le bellezze naturali del Catskills e colse l’importanza della loro vicinanza alla città di New York. ritenne perfetto questo luogo per fondare una

Woodstock Byrdcliffe GuildWoodstock - NY, USA

scuola d'arte e laboratorio artigianale.la comunità di Byrdcliffe divenne completamente operativanell’estate del 1903. all’epoca la struttura era costituita da un grande studio, uno spazio dedicato alla lavorazione dei metalli, un laboratorio di ceramica, una falegnameria, dei fienili, degli spazzi dedicati alla lavorazione dei latticini, delle pensioni, un dormitorio per studenti, una biblioteca, e la casa di Whitehe-ad. l’impostazione architettonica Byrdcliffe si differenziò sin da subito dell'architettura vernacolare tipica della Hudson Valley, si preferì ricreare delle strutture che rimandassero agli chalet svizze-ri, riprendendo la dolcezza dei tetti spioventi e la ritmica delle finestre a nastro.il periodo compreso tra 1903, data di fondazione della comunità di comunità di Byrdcliffe e 1906 ha visto la nascita una straordi-naria quantità di attività ed iniziative. gli insegnanti e gli studenti si dedicarono alla costruzione di mobili, alla creazione di cerami-ca. la tessitura, la fotografia e pittura, divennero temi fondamen-tali, fonte di ispirazione, motivo di studio e di ricerca.Nel 1907, alcune lotte intestine, le tendenze autocratiche di Whitehead e forti disaccordi nati con le comunità adiacenti alla struttura contribuito alla fine della "fratellanza degli artisti".Nel corso degli anni, la fondazione ha continuato ad ospitare molti visitatori, moltissimi artisti, perpetrando il suo ideale di fratellanza e collaborazione, all’insegna dell’arte e della cultura.

Lo spirito da cui nacque Byrdclif�fe, ovvero la volontà di creare

una fratellanza artistica, basata sulla collaborazione e su ideali comuni. la scelta di collocare le

strutture in un ambiente dal forte impatto naturalistico e la

volontà di inserire attività legate al mondo dell’agricoltura

fanno della fondazione un coe�rente antecedente storico del

progetto ce si vuole sviluppare in questa tesi

Gli specifici e ovvi motivi che hanno portato alla frattura della già fragile fratellanza, sono un perfetto spunto di riflessione. il proget-tò dovrà quindi cercare di ovviare tutti quei problemi che hanno portato ala morte della fratellanza.

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isabella stewart gardner museumBoston, USA

1903

Grande collezionista d’arte e viaggiatrice, una delle figure più emblematiche e caratterizzanti della scena artistica di iniziò novecento isabella Stewart Garden aprì la sua casa museo nel 1903. L’edificio, interamente concepito per contenere e mostrare l’arte, rappresenta in pieno lo spirito visionario, colto e raffinato della donna. Una casa privata ma anche un luogo pubblico, dove la gente, gli americani, potessero vivere ed assaporare i capolavori d’arte del passato. Isabella Intuì l’importanza dell'aspetto educati-vo legato agli spazi museali, trasformando una parte della sua casa-museo in studio per artisti e storici dell’arte. Fu la Gardner stessa ad iniziare il programma di artist in residen-ce, assegnano delle borse di studio agli studenti più meritevoli della facoltà di Boston. questo programma si è perpetuato sino ai giorni nostri, e ha permesso a moltissimi artisti e storici di vivere in un ambiente totalmente fatto d’arte. Quest’ultimo è il maggior pregio dell’intera struttura, l’assoluta immersione nell’arte, e nella storia.

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L’analisi di questi quattro casi ci permette di capire alcuni elementi fondamentali che hanno caratterizzato i primi programmi di residenza, e che vedremo successivamente ritornano nei casi più recenti. In primo luogo possiamo riscontrare come i casi citati siano accomunati dalla forte motivazione dei fondatori, i quali credevano fortemente nella necessità di accogliere e supportare delle menti brillanti, permettendo loro lo svolgimento del lavoro. Altro elemento caratterizzante fu l’intuizione di dover ricreare un ambiente che consentisse una totale immersione nell’universo artistico o manifatturiero, questo si tradusse nella costruzione di ambienti ricercati e dalla forte connotazione stilistica, in grado di amplificare ulteriormente l’esperienza e migliorare l’approccio lavorativo. Particolare attenzione va poi rivolta al caso specifico della Woodstock Byrdcliffe Guild, e più precisamente alle ragioni che hanno portato al suo fallimento. L’isolamento forzato delle strutture hanno fatto si che la comunità locale non vedesse di buon occhio le attività svolte dalla fondazione. Questo fattore portò molto rapidamente alla definitiva morte del programma. Possiamo in definitiva affermare che già dalla loro nascita nei programmi di residenza si potevano riscontrare i fondamentali principi che ancora oggi sono alla base di questo genere di iniziative. un occhio di riguardo va posto sulla volontà di consentire ai giovani talenti di sperimentare, crescere, riflettere e creare.

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il panorama internazionaleresidenze nel mondo

Fondazione Chinati1979

Marfa-texas, USA

Boisbuchet1986

Domaine de Boisbuchet - Lessac. Francia

Fontation Paul Rivet1987

Cuenca, Equador

The Wassaic Project2008

New York, USA

Design Museum1989

Londra, UK

Bear art Center2010

Hofdastrond - Iceland

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Mustarinda2010

Kehys-Kainuu, Finlandia

1979

Verbek Foundation1990

Westakker - Kemzek, Belgio

Hotel Mariakaper2003

Hoorm, Holanda

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Fondazione chinatiMarfa-texas, USA

1979

Fondazione Chinati è un museo di arte contemporanea basata sulle idee del suo fondatore, Donald Judd. Il preciso intento di Chinati è quello di preservare e presentare al pubblico installa-zioni permanenti, di grandi dimensioni, realizzate da una vasta selezione di artisti. L'accento è posto sulle opere in cui l'arte e il paesaggio circostante sono indissolubilmente legate.La Chinati Foundation sponsorizza programmi di arte e di educazione, stabilendo stretti legami con la comunità locale, le istituzioni culturali e le università. Artists in Residence:un programma di sostegno agli artisti fu fortemente voluto da Judd, “Artists in Residence” fu istituito nel 1989 con lo scopo di sostenere lo sviluppo di artisti di età e discipline differenti. Ad oggi, la Chinati Foundation ha ospitato più di 75 artisti prove-nienti da più di quindici paesi.il programma offre l'opportunità per gli artisti provenienti da tutto il mondo a lavorare in un suggestivo ambiente naturale. consentendo loro di esporre le opere all’interno del programma della fondazione, diventano una componente molto importante del programma di esposizioni temporanee del museo, fornendo così una alternativa all’esposizione permanente, e garantendo una continua diversificazione delle mostre. La Chinati Founda-tion fornisce un appartamento ammobiliato e garantisce agli artisti residenti un accesso illimitato all’archivio e alla collezione. garantisce in oltre la totale disponibilità del personale del museo e degli stagisti (uno stipendio di 1.000 dollari è previsto per assistervi e di materiali artistici).

La fondazione Chinati, è il secondo caso studiato, conosciuto in tutto il mondo, il capolavoro artistico ed architettonico concepito da Judd a Marfa è oggi uno degli esempi più celeberrimi di come i programmi di residenza debbano rappresentare uno scrigno evocativo per i giovani creativi ospitati. A Marfa ci si immerge totalmente nello spirito minimalista dell’artista e in quello razionalista della moglie, a cui si deve gran parte dell’opera architettonica. Questo vuole essere un’esempio di residenza per artisti, allestitori e curatori in cui l’arte è totalizzante, ma viene letta in chiave meno storicizzata ad esempio dell’Isabella Stewart Gardner Museum.

La Chinati Foundation mantiene un ambiente informale, ed è compito degli artisti sviluppare un proprio pro�gramma di lavoro. Marfa è una piccola città in una zona scarsamente popola�ta del lontano West Texas, e gli artisti possono trascorrere molto tempo in solitudine. Una permanenza presso Chinati è ideale per quegli artisti che cercano un ambiente tranquillo, stimolante e con poche distrazioni

La residenza ha una durata media di due o tre mesi, periodo che viene valutato secondo le esigenze individuali e le risorse del museo.Internship: dal 1990, il programma di tirocinio della Chinati Foundation ha fornito ospitato più di 240 tra studenti, neolaure-ati e giovani professionisti provenienti da una varietà di contesti e discipline. durante lunghi soggiorni in Marfa, gli stagisti acquisiscono esperienza e dimestichezza con vari aspetti della vita e delle dinamiche quotidiane del museo, lavorando a stretto contatto con il personale, gli artisti, gli studiosi e dei museografi professionisti.come compenso, il Museo offre agli stagisti uno stipendio di $ 100 a settimana e un appartamento

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immagine fondazione chinatifoto di marfa texas

immagine fondazione chinatifoto di marfa texas

immagine fondazione chinatifoto di marfa texas

immagine fondazione chinatifoto di marfa texas

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1986

Caso singolare è quello di Boisbuchet, un celebre programma di residenza fortemente legato al mondo del design, un’iniziativa organiz-zata da Vitra in collaborazione con il centro Pompidu. rispetto ai casi visti in precedenza qui centrale è il tema del progetto, in tutte le sue sfaccettature, dal design allo spazio architettonico. il centro organizza una serie di workshop estivi, dedicati a giovani progettisti, che svolgono operazioni creative sotto l’occhio esperto di celebri esponenti della scena progettuale internazionale.

Sito vicino alla città di Lessac, è una grande proprietà di 150 ettari, circondato da uno splendido parco, da boschi, un lago.acquistata nel 1986 dal direttore del Vitra Design Museum, Alexander von Vegesack, la tenuta è diventata un simbolo per l’architettura contemporanea.le intenzioni della proprietà furono quelle di recuperare per prime le parti esterne al castello, come il vecchio mulino e il granaio (che ora può ospitare fino a 80 persone). Un vero confronto tra tradizione e modernità. Ha poi invitato architetti di fama mondiale ad insediarsi nell’enorme spazio con fabbricati di stampo contemporaneo, sempre però nel pieno rispetto dell’ambiente. Shigeru Ban, nel 2001, firma un piccolo padiglio-ne, Simon Velez, realizza la sala conferenze, ideale per incontri sotto il sole. Altri progetti, più temporanei, vengono aggiunti durante l'estate. Alexander von Vegesack decide di rendere aperto al pubblico l’intero spazio, rendendolo visitabile, proprio come un museo. il complesso è gestito da Vitra e dal Centre Pompidu, e dal 1996 ogni estate organizza dei workshop per giovani progettisti, mettendo loro a disposizione, non solo tecnologie avanzate e molteplici materili, ma soprattutto la guida di figure di spicco nel campo del design e della progettazione. dal primo giugno a fine ottobre, degli incontri della durata di una settimana permettono a studenti e professionisti di confrontarsi con il progetto e la manua-lità, portandoli a realizzare manufatti di svariati materiali. L'obiettivo di un laboratorio per la progettazione non è solo un "prodotto finito perfetto" Piuttosto lo scopo di fornire uno sguardo nel processo di progettazione, di affinare la creatività e la manualità. Boisbuchet pone nei suoi laboratori l’attenzione verso la pratica e la manualità e il lavoro creativo. le attività svolte comprendono la progettazione del prodotto, le arti grafiche, la fotografia, la moda, l’architettura e gli allestimenti, fino ad arriva-re al design del gioiello.

Boisbuchet Domaine de Boisbuchet - Lessac. Francia

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1987

La fondazione Paul Rivet, un esempio sudamericano, ritrova le sue radici nella cultura e nelle tradizioni locali, e consente a giovani creativi di sperimentare e realizzare prodotti legati all’universo delle arti applicate. Questo esempio sottolinea come siano essenziali la storia e le tradizioni all’interno dei programmi di residenza, oltre ad aprirci le porte verso iniziative differenti, come le arti applicate.

Fondazione non-profit nata nel 1987 come "ONG-D" (Organismo no Gubernamentl de Desarollo) a Cuenca, capitale culturale dell’Ecuador e regione importante per le arti applicate, in particolare ceramica, tessile, gioielli. Dal 2000 ha sede nella bellissima villa storica "Casa Chaguarchimbana".Promuove lo sviluppo delle arti e dell’artigianato locale. Program-mi: attività educative, mostre storiche e contemporanee, incontri e conferenze, centro di documentazione sulle arti e sulla cerami-ca, scuola e laboratoridi ceramica, residence per artisti, commer-cio alternativo. Sta organizzando il Museo de la Tierra y las Artes del Fuego.L’Internship è finalizzata a creare rapporti di collaborazione tra gli artisti ospiti e critici, curatori e altri professionisti locali. Preve-de: introduzione alla vita quotidiana di Cuenca, workshop (ceramica, gioiello, tessile, scultura, pittura, installazioni, fotogra-fia, storia dell’arte, organizzazione museale) guidato da un istruttore specializzato, presentazione finale del lavoro e discussio-ne di gruppo. Altri servizi: contatti con gli artisti locali di Cuenca e dell’Ecuador, e con enti culturali a livello nazionale; attività varie (seminari, laboratori, mostre, ecc.); corso di spagnolo per stranieri; utilizzo laboratori e altre facilitazioni della Fondazione. La Fondazione non ha appartamenti, ma aiuta gli ospiti a trovare un alloggio in città, presso famiglie o ostelli.

Fundation Paul RivetCuenca, Equador

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1989design museum

Londra, UK

Il progetto di residenza promosso dal Design Museum di Londra è forse il più celebre esempio di programma dedicato interamente a tematiche progettuali. centrale con il tema di questo elaborato è la sua analisi critica, in relazione a tutti i programmi analizzati in preceden-za.

Fondato nel 1989 il Design Museum di Londra, vanta il merito di essere stato il primo spazio espositivo moderno interamente dedicato al design, alla grafica e alla pratica architettonica.Situato sulla riva del Tamigi e nei pressi del Tower Bridge. Ogni anno ospita fino a 200.000 visitatori, che contribuiscono mediante il pagamento di un biglietto alla crescita dell’istituzione. Sin dalla sua fondazione il museo organizza dei programmi di residenza dedicati a giovani progettisti della scena internazionale. Questa iniziativa che ha ricorrenza annuale si sviluppa secondo l’assegnazione di un tema da parte della direzione stessa. I proget-tisti sono quindi invitati a realizzare delle opere che troveranno posto all’interno delle gallerie espositive. A disposizione dei progettisti sono messe tutte le tecnologie e le competenze necessa-rie, come in ogni programma di residenza che si rispetti.

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2003HOTEL MARIAKAPER

Hoorn, Holanda

Hotel MariaKapel è uno spazio espositivo attivo già dalla metà degli anni ottanta, ma che solo dal 2003 ha introdotto tra i suoi servizi quello di residenza per creativi. Interessante di questo struttura, oltre alla qualità delle opere, che si concentrano prettamente sull’arte ambientale e l’istallazione sono le dinamiche cha ne hanno visto la nascita: Furono appunto un piccolo gruppo di giovani artisti ad inizia-re il progetto, portandolo ad un livello di visibilità internazionale.

Hotel Mariakapel è una residenza gestita da artisti e uno spazio espositivo a Hoorn, a 40km a nord di Amsterdam; è nato con l’idea di concentrare il lavoro e il luogo di presentazione dello stesso, dove il dialogo e la collaborazione danno forma a progetti artistici sperimentali e fortemente legati al contesto. E’ stato creato e tuttora è gestito da un team di artisti, assistiti da volontari locali e internazionali. Il programma coinvolge artisti che opera-no con molti media, ma soprattutto sull’installazione e sui lavori basati sul contesto, video/film, e performance. I progetti sono sia sviluppati negli spazi pubblici sia nello spazio espositivo adibito nella cappella. Gli artisti giungono sia in gruppi sia individual-mente, ma lo scopo è sempre quello di creare nuovi lavori e durante il processo di guadagnare dalla visione di ognuno doman-de ed esperienze.

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Il Baer Art Center e Mustarinda, sono due esempi che di affine non hanno solo la data di fondazione, ma anche una chiara scelta di collocazione, entrambi gli esempi hanno sono appunto inseriti in contesti naturalisti, quasi estremi. Molto recenti sono la testimonianza di come la coscienza ecologica collettiva abbia influenzato anche l’apertura di nuovi centri di residenza. Interessante in questi due casi è anche la partecipazione alle residenze di ragazzi interessati alle più svariate discipline, testimonianza quest’ultima di una sempre più fusione delle discipline.

2010

L'obiettivo dell'Associazione Mustarinda è quello di promuovere i valori stile legati ad uno stile di vita sostenibile, diversità ecologica e culturale, ma anche quello di esaltate diverse discipline dell'arte e della scienza, con un’occhio di riguardo al mondo dell'arte contemporanea.L'Associazione nasce a seguito di una profonda ed accurata riflessione sulla omologazione culturale e naturalistica che sta caratterizzando la società contemporanea. i creatori di Mustarin-da ritengono essenziale la ricerca di una cultura individuale, radicata però nello spirito di collaborazione, ed identificabile solo con un ritrovato rapporto con la natura selvaggia. le antiche foreste che circondano la struttura offrono a questo proposito una rara opportunità per osservare le forme della natura, il linguaggio delle piante, l’architettura del bosco e i cicli della sfera faunistica. questa immersione nel verde ha lo scopo di fornire argomenti, spunti di riflessione ed evocazioni a ricercatori ed artisti, favorendo lo scambio di informazioni e la collaborazione. Le attività principali dell'associazione sono l’arte indipendente, la ricerca e l'istruzione. vengono offerti ad artisti e ricercatori alloggi, spazi collettivi e di lavoro, ma anche spazi espositivi e un fitto calendario di mostre ed esposizioni. Mustarinda non offre un programma gratuito di residenza per gli artisti, propone invece dei pacchetti di soggiorno, a prezzi modici. questi pacchetti comprendono la sistemazione in camere, l’uso di spazi di lavoro collettivi e la possibilità di usufruire delle aree comuni. tra i servizi offerti vi è anche la possibilità di riservare sale riunioni e convegni. la struttura vive in totale contatto con l’arte, sono quindi molte le iniziative intraprese in questa direzione. fondata nel 2010 ha dimostrato la capacità di offrire un ricco panorama culturale, basato su esposizioni temporanee che mostrano il lavoro degli artisti locali e di alcune personalità internazionali.

mustarindaKehys-Kainuu, Finlandia

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Baer Art Center è situato in una fattoria a nord-ovest dell'Islanda, sulla costa orientale di Skagafjordur, in un grande fiordo di fronte al Circolo Polare Artico, a circa 400 km dalla capitale, Reykjavik.la sua collocazione geografica fa si, che nei mesi estivi, si possa godere del celebre sole di mezzanotte e di uniche condizioni di luce.La regione di Skagafjordur ha svolto un ruolo importante nella storia islandese da quando i primi coloni arrivarono alla fine del nono secolo, molti siti storici sono ancora visibili nelle zone limitrofe alla struttura.Baer, storicamente era considerata una delle aziende leader nel Skagafjordur, grazie anche al suo pesante coinvolgimento nella politica e al suo forte contributo, socio-economico nello sviluppo della regione. all’epoca in cui la fattoria era attiva, erano la produ-zione di latte, la pastorizia e la pesca, le attività principali. Ora Baer sta assumendo un nuovo ruolo, quello di centro culturale, mantenendo però la sua connotazione agricola e valorizzando l’aspetto naturalistico entro cui è inserita, leggendo e approcian-dosi all’ambiente circostante come una sorta di santuario natura-le. Baer Art Center offre oggi ad artisti visivi e ad architetti, l'opportunità di approfondire e sviluppare il loro lavoro creativo,

Bear Art CentreHofdastrond - Iceland

grazie ad un ambiente stimolante, all’aiuto di personale qualifica-to. Il centro d'arte offre ai suoi residenti l'esperienza unica di vivere lontano dalla società urbanizzata, in totale solitudine e immersi in un sublime spazio naturale. il collettivo che ha voluto la nascita del Baer Art Center, è mosso dalla volontà di offrire ad architetti stranieri e locali, nonché ad artisti visivi, la possibilità di condividere intuizioni, idee e esperienze culturali. la fondazione offre residenza temporanea per persone che cercano un ambiente unico di lavoro e un luogo di ispirazione, fornendo loro attrezzature e spazi dedicati alla meditazione. le strutture fornite dal Baer Art Center sono: 5 monolocali di circa 40 m2 ciascuno, dotati di uno spazio di studio privato, camera da letto e un bagno. un ampio spazio espositivo e un’area di lavoro collettiva.una zona collettiva da cui è possibile godere di uno straordinario panorama Uno spazio laboratorio dove sono presenti materiali e tecnologie per la lavorazione di legno, metallo e ceramica. una sala da pranzo, con cucina annessa, dove gli ospiti posso socializzare.

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Geert Verbeke e Carla-Lens iniziato a collezionare opere d'arte nei primi anni 1990. il loro interesse è stato inizialmente redatto dalla pittura astratta, per poi estendersi nei primi anni del nuovo millenio verso nuovi panorami artistici. con l’avvento del nuovo millenio la bio-arte e l’arte ambientale interessano sempre più le due collezioniste, al punto di spingerle ad istituire la fondazione Verbeke, un luogo dove conservare, esporre e soprattutto crare arte. Nata nel 2007, oggi ospita circa duemila tra installazioni ed opere, collezionate oppure commissionate direttamente dalla fondazione. La Fondazione Verbeke vuole essere un luogo dove cultura, natura ed ecologia si fondono l'uno nell'altro. Le opere di bio-artisti e di artisti che lavorano con materiali viventi (piante, animali, odori) vivono le une con le altre senza soluzione di continuità. il risultato è un luogo mistico, estremamente affasci-nante, dove poter perdersi in sentieri tortuosi tra arte e natura. Dall'apertura della Fondazione Verbeke nel 2007, la collezione è stata ampliata con opere e installazioni contemporanee che sono state costruite prevalentemente in sito e allestite all’interno di padiglioni. nel gennaio 2008 è stato istituito un programma di residenza per gli artisti. questi hanno la possibilità di realizzare le propri opere nel luogo che li ospita. La Fondazione fornisce un laboratorio, pasti e posti letto per i residenti che a loro volta forniscono alla fondazione il loro estro creativo.In futuro, la Fondazione Verbeke vuole espandere il suo program-ma ad artisti-scienziati, permettendo loro di studiare le parti della collezione d'arte e archivi.a questa attività espositiva si affianca quella ricettive, artisti e progettisti hanno infatti realizzato delle micro architetture, che fungono da stanze per chiunque voglia alloggiare una notte all’interno del parco. l’intera esposizione è poi visibile liberamen-te come un qualsiasi altro museo. Questa scultura in poliestere è un ingrandimento del sistema digestivo umano, realizzata dall'artista Joep van Lieshout.permette di ospitare due persone, la struttura è costituita da un letto matrimoniale un tavolo, una doccia e servizi igienici, riscaldamento illuminazione, acqua ed elettricità.Una notte in CasAnus costa 120 euro per due persone, nel prezzo è compresa anche la prima colazione. una torre alta dodici metri, realizzata in tubi da ponteggio, su cui sono poste, ad altezza differente, una tenda ed un falò, il tutto rivestito con una rete. una notte di pernottamento costa in media 35 euro

Verbek FoundationWestakker - Kemzek, Belgio

1990

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Il prgetto si basa su due punti cardine, la multidisciplinarità dell’arte e la sostenibilità ambientale. a questi aspetti si unisce la volontà di coinvolgere la comunità locale, mediante iniziative quali convegni, esposizioni, discussioni e festival, volte ad attuare fenomeni di connessione e di scambio tra più soggetti. il progeto vede la nascita nel 2005, quando Tony Zunino e il suo socio in affari Richard Berry, decisero di salvare il vecchio mulino simbolo della città di Wassaic, struttura che sarebbe da li a poco stata demolita. i due filantropi, spinti dall’amore per gli edifici storici e convinti dell’importanza sociale di questa struttura agricola intrapresero un cammino di recupero che tre anni. riuscirono così a salvare l’architettura originaria, valorizzando i tratti storici e le caratteristiche architettoniche. il progetto di recuperò interessò anche altri edifici adiacenti, tutti accomunati da un’aspetto rurale. all’inizio dei lavori non era ben chiaro a Tony Zunino e a Richard Berry quali attivitè avrebbero ospitato gli edifici, ma vollero imbarcarsi ugualmente in questo lungo e dispendioso progetto. nel 2008, a livori terminati si decise di ospitare un piccolo festival dedicato all’arte contemporanea all’interno del mulino. il succes-so fu inaspettato, la comunità locale reagì con entusiasmo all’iniziativa, tanto che divenne un’appuntamento fisso, in costan-te crescita. la prima edizione del festival ospitò una quarantina di artisti e richiamò oltre cinquecento spettatori. l’edizione del 2009 quintu-plicò i visitatori e spinse gli organizzatori ad ampliare il progetto, trasformando alcune strutture del complesso in residenze per artisti. creando alloggi, laboratori, spazi comuni e ambienti destinati all’esposizione delle opere d’arte.oggi alla base del progetto vi è la ricerca continua di connessioni tra artisti di qualsiasi disciplina e la volontà di far interagire esponenti dell’arte contemporanea con la popolazione locale. gli organizzatori sfruttano l’importanza storica dgli edifici in cui sono ospitati per attirare nuovi visitatori, e per generare una nuova coscienza artistica. il wassaic project ha come fine ultimo la nascita di un’arte comu-nitaria, ecosostenibile e collaborativa. la speranza è quella che le creazioni aiutino gente inesperta a comprendere i processi, complessi e sofisticati, che generano l’arte contemporanea.l’intere are è aperta al pubblico, consentendo così un continuo flusso di persone e un costante scambio di idee, esperienze e conoscenze. il festival estivo, dedicato all’arte contemporanea è in costante crescita, tanto da aver spinto gli organizzatori a istituire un camping dedicato, dove i visitatori possono pernottare.

The Wassaic ProjectNew York, USA

2008

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I due casi analizzati Sono la testimonianza tangibile di una possibile fusione tra struttura ricettiva e residenza per creativa, va sottolineato come questi due esempi siano però lontani dall’idea di unione che questo elaborato si propone di sviluppare. La residenza rimane un luogo destinato agli artisti, che poco interagiscono con i clienti, i quali assumono una funzione marginale, se non nulla in relazione ai programmi di residenza. Questi due casi, i più rappresentativi a livello internazionale, testimoniano la necessità di creare un luogo dove il turista possa sentirsi partecipe e attivo nei confronti delle attività creative.

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seconda capitale del design, dopo il capoluogo lombardo. Questo progetto ne è la conferma. IN residenc nasce come culla del progetto, e nello specifico del design. Un Progetto annuale di residenza permette a giovani Designer italiani e internazionali di sviluppare i loro progetti. La cornice è quella di un’architettura modernista molto importante, confermando la tendenza di immergere le iniziative di residenza in ambientazioni idonee e caratterizzanti.

IN Residence è un progetto con cadenza annuale che ha come obiettivo quello di analizzare e approfondire diversi aspetti della ricerca contemporanea legata alla cultura del design, stimolando un dialogo tra alcuni protagonisti chemettono a confronto le proprie esperienze progettuali e le proprie idee.IN Residence si articola in diverse fasi correlate che delineano un programma composto da un workshop, una mostra collettiva, una collana di pubblicazioni tematiche edite da Corraini Edizioni e un sito web pensato come strumento informativo e di aggiorna-mento periodico sulle quattro fasi del progetto che, pur risultando caratterizzate da un'identità specifica singola e autonoma, si integrano tra loro per creare un percorso di approfondimento sul tema di ciascuna edizione.Ad ogni edizione i giovani designer invitati di fama internaziona-le, accomunati dall'interesse per la ricerca e per il carattere sperimentale del loro lavoro, si relazionano durante le giornate di incontro con alcuni studenti selezionati, provenienti dai corsi di design di istituti torinesi come: Disegno Industriale - Politecnico di Torino, IED (Istituto Europeo di Design), IAAD (Istituto d'Arte

Applicata e Design) e Accademia Albertina delle Belle Arti.IN Residence si svolge negli ambienti del Du Parc Residence di Torino, location dedicata non solo all'ospitalità ma anche alla promozione della creatività contemporanea.Noto come uno dei più riusciti esempi dell'architettura moderni-sta torinese, il residence è un luogo unico nel suo genere, ospitan-do negli ambienti comuni e negli appartamenti dove è previsto il soggiorno dei designer protagonisti dell'evento un'importante collezione d'arte moderna e contemporanea.Il progetto IN Residence è ideato, diretto e curato da Barbara Brondi e Marco Rainò architetti fondatori di brh+, studio costitu-ito nel 2002 a Torino che si dedica alla progettazione architettoni-ca e al design inteso come processo ad ampio spettro, includendo nella propria ricerca lavori di sperimentazione e indagini teoriche di critica e di curatela.Il Du Parc Residence a Torino è il luogo dove il progetto IN Residence è nato e dove, in occasione della quarta edizione del workshop, si rinnova l'incontro annuale tra studenti attivi in città e designer internazionali per un confronto sui temi del design sperimentale contemporaneo.Questo edificio suggestivo, costruito all'inizio degli anni Settanta su progetto degli architetti Laura Petrazzini e Corrado Levi, è considerato a tutt'oggi una delle presenza simbolo nel panorama dell'architettura moderna torinese, coniugando in perfetta sintesi un razionalismo intenso a un brutalismo espressivo di rara originalità.In definitiva il Du Parc Residence si candida come uno spazio unico nel suo genere, esprimendo in un'inedita sintesi una doppia vocazione: struttura di soggiorno di alta qualità e luogo dedicato a favorire l'interesse per espressioni culturali di eccellenza.

In residenceTorino

2002

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Questo esempio di residenza è assolutamente rilevante per via della sua conformazione domestica, Nosadellidue nasce appunto all’interno di un appartamento di bologna, al cui interno avvengono tutte le attività artistiche, curatoriali e di residenza. Una caso nazionale molto particolare che si dedica all’arte allo studio e alla curatela.

Altro caso italiano, nato nel 2006, che denota una conformazione assolutamente domestica, si può ritrovare nella città di Bologna. questa è l’esperinza di nosadelli.2, un progetto nato dalla volontà di lavorare a stretto contatto con artisti e curatori provenienti da tutto il mondo all’interno, come già detto, di una dimensione intima, autonoma e sperimentale, capace di favorire un confronto autentico. Situata presso una struttura privata in pieno centro storico a Bologna, la residenza per artisti si propone come proget-to unico nel suo genere in città e sul territorio, in cui dare spazio alle espressioni più attuali dell’arte e della cultura contempora-nea. I suoi 250 mq ospitano spazi di lavoro e ambienti per il pernottamento. In questi locali si alternano o vivono insieme artisti e critici stranieri della generazione emergente, per un periodo temporaneo che può durare fino a tre mesi, invitati a realizzare progetti ad hoc scaturiti dalla permanenza in residenza. Nosadella.due si basa su un’esperienza collettiva e si presenta sostanzialmente come una casa, una situazione domestica in cui si mettono in moto dinamiche di condivisione ogni volta differenti. L’intento è creare un vero laboratorio di cultura contemporanea in cui far confluire e sviluppare le ricerche più attuali in ambito visivo, artistico e critico, mettendo in relazione gli ospiti con addetti ai lavori così come con un pubblico generico di cittadini. L’attività della residenza si svolge attraverso la ricerca, la produ-zione e l'esposizione in città dei progetti artistici realizzati, in sintonia e dialogo con il territorio e le sue istituzioni per pomuove-re interventi di arte pubblica.A ciò si aggiunge il desiderio di creare un laboratorio di sperimentazione artistica aperto alla cittadinanza e di sostenere la mobilità internazionale, per stimola-re l’interazione tra differenti espressioni e fornire al bacino culturale locale un’opportunità di scambio con il sistema interna-zionale dell’arte contemporanea.Nosadella.due ha sede in un’antica casa del centro storico di Bologna, dove la dimensione lavorativa si sposa a quella umana e relazionale. La residenza si presenta prima di tutto come esperienza di condivisione, che intreccia gli spazi della vita privata con quelli dello scambio collettivo.Se l’interno della residenza è un luogo di studio e lavoro, l’esterno diventa l’ambito in cui agire. Open studio, tavole rotonde, azioni pubbliche, performance, studio visit, workshop in collaborazione

con Accademia e Università, sono infatti gli strumenti per dialogare col contesto circostante. L’arte diventa lo strumento per interpretare il territorio e il valore aggiunto nei processi di cambiamento in atto. Attraverso gli interrogativi che la sua visione è in grado di offrire si rivolge a un pubblico mirato ma il più ampio e variegato possibile, per restituirgli la responsabilità di testimone attivo e mente pensante.Il periodo di residenza oscilla da 1 a 3 mesi secondo il progetto e può prevedere la residenza di uno, due o tre artisti per volta. I periodi di residenza vanno indicativamente dalla metà di settem-bre alla metà di dicembre e dalla metà di aprile alla metà di giugno.Per ogni sessione gli artisti sono invitati a sviluppare in residenza un periodo di ricerca che, in stretta collaborazione con lo staff curatoriale e tecnico di Nosadella.due che affianca gli artisti, si orienti alla realizzazione di un progetto ad hoc in stretta connessione con il territorio, locale e/o nazionale.I progetti realizzati diventano infatti  "ritratti" che godono dello sguardo di autori "esterni" su Bologna come sull'Italia sviluppan-dosi spesso anche  come progetti d'arte partecipata e/o nel contesto pubblico.La scelta degli artisti avviene su invito. Durante il periodo di permanenza gli artisti hanno la facoltà di proporre interventi, workshop e ogni attività che desiderano sviluppare in corso di residenza, in città o sul territorio, e di sottoporla allo staff di Nosadella.due, che ne vaglia le ipotesi di fattibilità. Allo stesso modo, gli artisti possono essere coinvolti in laboratori con studen-ti, in studio visit con curatori, critici, galleristi, direttori, così come in momenti pubblici che ne prevedano un intervento, affinché il loro lavoro venga divulgato il più possibile e offra inoltre nuove occasioni di crescita professionale.I lavori prodotti dagli artisti in residenza o parte di essi, entreran-no a far parte della collezione di Nosadella.due.Nosadella.due offre la possibilità di usufruire di diversi servizi presso la propria sede: - consultazione di un archivio di artisti italiani, con una selezione specifica dedicata alla produzione video- consultazione di una biblioteca di settore che raccoglie saggi, riviste e cataloghi, italiani e stranieri- consultazione di un database aggiornato sulle strutture che operano nelle arti visive contemporanee per la mobilità interna-zionale- consulenza a professionisti, artisti ed esperti in cerca di partner, supporti, scambi, bandi, opportunità- ospitalità ai forestieri in visita a Bologna per progetti culturali o turismo

NOSADELLI.DUEBologna

2006

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Bivaccourbano, il progetto fortemente voluto e sponsorizzato dal collettivoDiogene è forse uno dei più caratterizzati esempi di residenza presenti sul territorio nazionale. L’iniziativa è rivolta a giovani proget-tisti che desiderano intervenire sulla città di Torino.

Il progetto di Residenza “Diogene Bivaccourbano” nasce da un gruppo di artisti che hanno avviato un percorso di riflessione e confronto sul ruolo dell’artista e sull’arte intesa come forma di conoscenza. In quest’ottica i componenti del gruppo hanno deciso di mettere se stessi a disposizione di altri artisti per attivare una collaborazione condivisa e partecipata. tale iniziativa è aperta a tutti gli artisti operanti nel settore specifico delle arti visive, senza restrizioni di genere o tecnica.La Residenza Bivaccourbano si pone all’interno del panorama di residenze internazionali con l’intenzione di abitare e lavorare sfruttando gli spazi interstiziali della città. Come i bivacchi montani, adattandosi alla morfologia dei luoghi, usano le forme preesistenti fornite dai ripari naturali, Diogene-bivaccourbano prende forma usufruendo dei vuoti tra il costruito e il disabitato, tra l’interno e l’esterno.Il Bivacco Urbano diventa una sorta di botte di Diogene, nella quale l’abbandono di tutto ciò che è superfluo lascia spazio alla pratica dell’ascolto, della pratica e della riflessione partecipata tra artisti.Il progetto Diogene Bivaccourbano intende favorire lo scambio e la mobilità

degli artisti, riducendo le strutture dedicate a tale scopo a pochi elementi essenziali, individuando e avvalendosi della rete preesi-stente di servizi pubblici che caratterizza un particolare ambito urbano, al fine di limitare i costi e convogliare le risorse nella realizzazione di una struttura abitativa essenziale, evitando la costruzione e la gestione di sistemi permanenti complessi.L’intenzione è di attivare un programma di residenza internazionale sfruttando le risorse che già esistono nelle città; creare la possibilità di contatti e scambi tra artisti, pubblico, curatori, critici e operatori culturali che gravitano nella zona torinese; approfondire la conoscenza delle realtà istituzionali del territorio piemontese e costruire un dialogo.Il programma Dioge-ne Bivaccourbano potrà ospitare da uno a tre partecipanti che verranno selezionati da una commissione formata dagli artisti componenti il gruppo Diogene. Il periodo di residenza avrà una durata massima da tre a nove settimane. L’organizzazione offrirà ai partecipanti tutto il supporto logistico ed economico necessario per la realizzazione del proprio progetto e lavorerà alla creazione di una rete di relazioni con le istituzioni e i soggetti dell’arte contemporanea del territorio.Gli artisti invitati, durante la permanenza in città, risiederanno all’interno del bivacco (Tram) progettato e costruito dal gruppo Diogene e avranno a disposizio-ne un kit che garantirà l’autosufficienza del modulo abitativo (un pannello fotovoltaico a 12 volt, una stufa e un fornello a gas, un wc portatile), una mappa della città con le indicazioni dei servizi esistenti.

bivaccourbanoTorino

2007

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Uno tra gli ultimi progetti di residenza è legato alla regione Sardegna e vede protagonista la performance art, con un occhio di riguardo al territorio e alle bellezze storiche sarde.

Le Ville Matte è una rete di residenze d'artista promossa dalla Provincia di Cagliari, in collaborazione con diversi Comuni della Provincia medesima. Ponendo attenzione sull'evoluzione continua dei linguaggi artisti-ci e sulla necessità dell'artista di sperimentare e confrontarsi, il progetto promuove soggiorni di studio e ricerca in territori accomunati dalle pregevoli caratteristiche ambientali e paesaggi-stiche, incentivando le nuove produzioni artistico-culturali e offrendo agli artisti partecipanti la possibilità di arricchire il proprio percorso, approfondire la propria formazione e sviluppa-re nuovi progetti.Le Ville Matte si distinguono per offrire un’esperienza di vita in piccoli centri in cui è possibile ritrovare una dimensione di lavoro e avere uno stretto contatto con la cittadinanza locale, al fine di agevolare lo scambio tra artisti e territorio. Per questo motivo, Le Ville Matte rappresentano al contempo un vero e proprio strumento di attivazione sociale. Si parte infatti dalla considera-zione che promuovere la creatività e inserire i linguaggi contem-poranei nella dimensione del quotidiano possa contribuire allo sviluppo di una cittadinanza attiva, consapevole del proprio presente e aperta al futuro.Nell’edizione 2010 l'attività di formazione e produzione si è concentrata in 3 comuni della Provincia di Cagliari: Villasor (arti visive), Teulada (musica) e Orroli (scrittura), coinvolgendo gruppi composti da un massimo di 10 artisti di provenienza nazionale ed internazionale e offrendo loro spazi di lavoro e studio per un mese di tempo.L’edizione 2011 dedicata alla Performance art, si è solta nel Comune di Villasor e ha ospitato 7 artisti che, attraverso il coordi-namento del visiting professor Serge Pey, hanno effettuato un percorso di studio teso a individuare e realizzare un dialogo tra società e arte sul tema “Crisi dell’arte e Arte della crisi”.il progetto vede le attività di residenza come uno spazio di incon-tro e confronto, un “cantiere d’arte” in cui interrogarsi e affronta-re tematiche e problemi contemporanei. La finalità è quella di concretizzare la riflessione sul tema in una forma estetica che unisca, relazionandole, l’installazione plastica con la performan-ce.Il progetto prevede che durante la residenza abbiano luogo momenti di scambio con la comunità, nonché con gli  artisti locali e gli operatori del settore attraverso incontri periodici di illustra-zione del lavoro degli artisti in residenza.

le ville matteCagliari

2010

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viafariniMilano

1990

Viafarini è lo spazio espositivo, a cui si affianca una residenza per artisti, più noto in italia e certamente più attivo sul fronte internazio-nale. Una associazione no profit nata agli inizi degli anni novanta, che ha ospitato moltissimi artisti internazionali e che ha permesso a molti giovani italiani di portare la propria arte per tutto il mondo, grazie alla sua politica e ai servizi offerti. Viafarini, ha sviluppato un portale multimediale che si occupa di censire i programmi di residenza nazionali ed internazionali, ponendosi come obbiettivo oltre a quello residenziale ed espositivo anche uno legato alla catalogazione ed archiviazione. Oggi il centro rappresenta il punto di rifermento nazionale dei programmi di residenza, data la sua costante attività di ricerca e di promozione.

Viafarini nasce all’inizio degli anni Novanta nella città di Milano, con l’intento di favorire la crescita professionale dei giovani artisti e di sensibilizzare il pubblico rispetto all’arte contemporanea, unendo attività espositiva e didattica e servizi di documentazione sulle arti visive. lo spazio, anche grazie alla collaborazione con Careof, iniziata nel 1994, diventa in pochi anni uno dei nuclei culturali della nazione.nata sul modello delle organizzazioni non profit americane e dei Kunstverein europei, quando tale concetto era nuovo per l’Italia. Fra le idee più innovative, lo spazio espositivo come project room, lo sviluppo di rapporti con l’estero e la presenza di un progetto di residenza per artisti. questo progetto si rivolge artisti, critici e curatori interessati a spendere un periodo di ricerca e lavoro a Milano. Dal 2008 VIR opera negli spazi della storica sede di via Farini 35 con lo scopo di esporre, documentare e mettere a confronto esperienze artistiche

e pratiche curatoriali diverse, promuovendole presso il pubblico italiano. Artisti e curatori stranieri e italiani condividono lo stesso contesto progettuale e tracciano il perimetro delle loro sperimen-tazioni, sia attraverso le studio visit che nel momento espositivo finale dell'Open Studio.Il residence è costituito da quattro appartamenti completamente indipendenti e uno spazio di 240 mq dove gli artisti possono lavorare fianco a fianco. Ciascun appartamento è costituito da un bilocale di circa 40 mq, composto da zona pranzo con cucina, zona studio e un soppalco per la zona notte. Gli artisti e i curatori sono selezionati tenendo conto sia delle candidature inviate autonomamente che di segnalazioni di prestigiosi centri di residenza internazionali e alcuni artisti e critici con i quali Viafarini ha collaborato nei suoi 20 anni di attività.la durata della residenza varia da 1 a 3 mesi sulla base degli interessi del candidato e della disponibilità. mentre i costi costi sono quantificati in 3.000 euro al mese, che vengono all'occorren-za sostituiti attraverso la donazione a Viafarini di un lavoro dell'artista invitato

in parallelo alle attività espositive e a quelle di residenza viafarini accoglie regolarmente stagisti provenienti da contesti universitari, al fine di formare professionisti da inserire nel mondo dell'arte.L’obiettivo per lo stagista è quello di conoscere le metodologie di lavoro e le problematiche relative alla gestione di un’organizzazione artistica non profit e all’organizzazione di eventi artistici, nonché quello di approfondire la conoscenza della scena artistica contemporanea italiana.Lo stagista affianca i responsabili delle attività di Viafarini nell'esecuzione delle stesse, in funzione delle esigenze che emergo-no durante il periodo di stage.

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Atelier sul mareCastel di Tusa (ME)

1992

L’Atelier sul Mare è un progetto promosso da Antonio Presti, una nota personalità della scena culturale italiana, che ha creato un albergo concepito Come tela per artisti. Nel corso degli anni sono stati ospitati creativi che hanno contribuito allo sviluppo della struttura ricettiva.

L’atelier sul Mare è una struttura ricettiva, posta sulle coste sicilia-ne, dove è possibile immergersi completamente nel mondo dell’arte. Fortemente voluto dal suo ideatore, Antonio Presti, personaggio noto della scena culturale nazionale, già promotore della fiumana d’arte. L’hotel si compone di 40 camere di cui 20 hanno visto l’intervento di artisti, nazionali e internazionali che hanno contribuito al decoro e alla realizzazione degli arredi. il progetto artistico non si limita solo alle stanze, ma va ad interessare le zone comuni e quelle di accoglienza. la vicinanza allo skulpturpark promosso da Presti fa si che si ricrei un continuom con l’arte contemporanea. Una delle caratteristi-che espresse nel progetto è la correlazione con il territorio, fornendo molti spunti artistici e quindi molte immagine suggesti-ve. Conosciuto in tutto il mondo L’hotel di presti è una perla della cultura italiana, che dimostra la possibilità di far incontrare l’arte alla pratica ricettiva. va sottolineato che il progetto di residenza per artisti non è strutturato come in tutti i casi precedentemente visti, ma si limita ad ospitare giovani, e meno giovani, creativi per il tempo necessa-rio alla realizzazione delle opere. Non vengono qui fornite tutte le competenze, le strutture e le tecnologie che generalmente identifi-cano i programmi di residenza.

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L’analisi svolta ha sottolineato molteplici punti in comune tra i programmi di residenza italiani e quelli appartenenti ad un contesto internazionale. Lo scenario nazionale non può quindi essere considerato eccessivamnte arretrato, data l’enorme quantità di iniziative presenti e la grande varietà di queste. Due aspetti vanno però sottolineate, due elementi che evidenziano una sorta di diversità tra i due mondi - quello italiano e quello internazionale - In primo luogo vi è una sostanziale diversità dal punto di vista delle sovvenzioni, statali, che tendono ad essere inferiori rispetto a quelle di altri paesi, e che portano le realtà della penisola a dover investire molte risorse nella ricerca di mecenati esterni, che possano consentire il lavoro. Una seconda differenza, forse più interessante e rappresentativa, va ad interessare i contesti entro cui le attività di residenza sono organizzate. Se all’estero, ed in particolare modo nelle regioni nord europee e in quelle sud americane iniziano a fiorire molte iniziati-ve che prendono l’aspetto naturalistico come Leitmo-tiv dell’intera esperienza, in Iaalia vi è ancora una notevole concentrazione, di tali programmi all'inter-no di scenari urbani. Milano, Bologna, Torino ma anche Roma, Napoli, Firenze sono i luoghi in cui maggiormente vediamo nascere e crescere i program-mi di residenza, lasciando le aree naturali e i contesti “selvaggi” ancora inesplorati.

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ELEMENTI RICORRENTINEI PROGRAMMI DI RESIDENZA ANALIZZATI

L’analisi svolta ha in definitiva evidenziato la presenza di moltissime iniziative volte alla crescita artistica dei giovani, iniziative svolte sia in territorio internazionale che in quello nazionale e tutte accomunate dalla presenza di programmi di residenza. ogni caso specifico si differenzia dall’altro, ma si possono identificare alcuni elementi comuni, che si ritrovano in ogni esperienza e che assumono la valenza di linee guida di un progetto mirato a ricreare una residenza creativa. la condivisione e la collaborazione sono forse il maggiore spunto di riflessone, unito all’importanza dell’integrazione con la comunità. La ricerca ha poi portato alla definizione di alcuni elementi che serviranno in un secondo momento alla definizione specifica del servizio, e degli spazi ad esso correlati.

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strutture: le strutture essenziali alla nascita di una residenza per artisti sono appunto gli spazi residenziali, quindi destinati alla notte. molto importanza assumono anche gli spazi collettivi, quelli dedicati alla preparazione e al consu-mo del cibo. questi ambienti generano tutti quei processi fondamentali di scambio e di condivisione, processi che avvengono anche nei laboratori. questi ultimi assumono un ruolo da protagonista e diventano il centro nevralgico dove avviene la creazione. ogni struttura è dotata di laboratori, officine e spazi per il lavoro, attrezzate con materiali e tecnologie in grado di soddisfare tutte le esigenze. ai laboratori si affiancano spazi destinati allo studio e alla ricerca, che molto spesso si presentano come vere e proprie biblioteche. tutti i casi analizzati hanno poi evidenziato la presenza di ambienti espositivi, dedicati a mostre tempora-nee o permanenti, in grado quindi di contenere le opere degli artisti.tematiche: le residenze per artisti possono essere suddivise in due macro gruppi, quelle specializzate, ovvero che dedica-no il loro lavoro e le loro risorse ad un singolo settore, questi esempi si contrappongono a quelle strutture che operano in tutti settori dell’arte, arrivando ad integrare architettura e design. nel primo caso il risultato è l'eccellenza, e questi luoghi diventano veri e propri centri di studio e ricerca per quel determinato settore. le iniziative che appartengono al secondo caso possono invece vantare un’assoluta varietà stilistica e tematica, rendendo uniche le collezioni da essi custodite.servizi offerti: sono molteplici i servizi offerti dalle residenze, ogni esempio ha rivelato la volontà delle singole strutture di diversificarsi le une dalle altre. in generale ad accomunare tutte le esperienze vi è la presenza di esperti e di tecnici, che assicurano un continuo consulto agli artisti ospitati. candidature: i soggetti ospitati sono nella maggior parte dei casi selezionati in seguito ad un bando redatto da ogni residenza. questi presentano un portfolio ed un curriculum vitae e sono selezionati da una specifica commissione. alcuni caso hanno però rivelato che determinate strutture, quelle d maggior pregio, preferiscono invitare direttamente gli artisti, piuttosto che accettare candidature spontanee. durata delle residenze: in tutti i casi le residenze offrono ospita-

lità per un periodo di tempo limitato, che non è mai inferio-re ad una settimana e mai maggiore ai tre mesi.numero partecipantequesto dato è molto variabile e dipende dalla grandezza e dalle disponibilità economiche della struttura. essendo però fondamentale la condivisioni e la collaborazione il numero minimo di partecipanti non è mai inferiore a treobiettivi costo: quasi sempre irrisorio, il costo delle residenze, altro non è che una quota di partecipazione. solo alcuni casi hanno mostrato costi elevati. ma in ogni esempio si è potuto riscontrare che le opere realizzate durante la residenza restano all’interno della struttura, come a rappresentare una sorta di baratto. risultati: il risultato di un’esperienza vissuta all’interno di una residenza per artisti è sempre una mostra dedicata, quindi un’evento che tende a sponsorizzare sia l'artista che la struttura stessa. in molto casi le opere entrano a far parte di un’archivio specifico e diventano materiale didattico per artisti del futurofinanziamenti: la quasi totalità delle residenze vive grazi a finanziamenti, sino essi statali o di provati, ma sempre fondamentali alla sopravvivenza delle strutture. Va sottoli-neato come la natura e la provenienza di questi finanzianti non debbano in alcun modo influenzare e compromettere l’indipendenza delle strutture. interazione con il territorio: l’ interazione con il territorio e lo spazio è forse da leggere come il punto di forza di tutte le iniziative di residenza. essenziale è la comprensione delle dinamiche socio culturali della zona in cui si è ospitati, ma anche la totale immersione negli ambienti naturali e in quelli architettonici. lo scopo di tutte queste iniziative è appunto la nascita di una collezione artistica o di una serie di prodotti che in primo luogo comunichino con il luogo e con le strutture, ma che ne raccontino anche l’essenza e le caratteristiche.interazione con la popolazione: questa analisi ha potuto confer-mare l'importanza che ha la popolazione indigena all’interno di questi progetti di residenza. sottolineando come un rapporto simbiotico tra artisti e locali possa scatu-rire in un reciproco scambio di conoscenze e di competenze.

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I CARATTERI FONDAMENTALI DEI PROGRAMMI DI RESIDENZAAnalizzando nello specifico molteplici esempi di residenza, e a seguito di un incontro con dei rappresentanti dello staff di Viafarini, ho potuto definire i caratteri generici che contraddistinguono tutte queste iniziative, indipendentemente dalla tipologia e dalla tematica a cui queste sono dedicate. i caratteri delle residenze sono da leggere come l’anima comune di tutte le iniziative, ovvero l’ossatura che avvicina ed unisce esempi anche molto diversi tra loro, inseriti in contesti culturali e geografici lontani.

Ogni iniziativa e ogni programma deve la sua nascita alla passione e alla vocazione della persona fisica, dell’ente, dell’associazione che ne ha fortemente voluto la creazione. Sia che si tratti di una ricca collezionista, come Isabella Stuart Grardner, sia che ci si si riferisca ad un gruppo di giovani volonterosi e coraggiosi o ad una illuminata azien-da svizzera, tutte le residenze vedono scorrere nel loro sangue la passione dei sui creatori e la lungimiranza delle loro idee.

al primo punto si lega fortemente questo, l’indipendenza è essenziale nel mondo dell’arte e in tutti gli universi ad esso affini, ed è proprio l'indipendenza che rende unici tutti questi programmi e che li porta ad un livello differente rispetto al mecenatismo come tutti lo conosciamo.

LA PASSIONE E VOCAZIONE DEI FONDATORI

l'INDIPENDENZA

Ogni programma di residenza, ha come elemento cardine il tema della mobilità, ovvero il costante flusso di persone provenienti da contesti socio culturali differenti

LA MOBILITÀ

Ogni istituzione si propone una valenza didattica nei confronti degli ospiti, non fornendo solo spazi, materiali e tecnologia, ma anche documenti, seminari e continui confronti con esperti.

LA NATURA DIDATTICA

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al tema della mobilità si collega quello dell’interazione, ovvero la pretesa di far nascere continui collegamenti tra i soggetti ospitati, incentivando uno spirito di collaborazione e di condivisione. Le interazioni non avvengono solo tra i membri interni alle strutture, ma anche con la comunità e con soggetti esterni.

LE INTERAZIONI

Ogni iniziativa volta ad ospitare giovani creativi e studiosi si pone come obbiettivo quello di fornire una forte visibilità ai soggetti ospitati, e ai risultati ottenuti dell’attività di residenza. Questo fondamento porta certamente benefici a chi viene ospitato, ma anche alla struttura stessa, che accre-sce così la sua fama internazionale anche agli occhi di possibili investitori

LA VISIBILITÀ

Essenziali alle pratiche creative e di studio sono le dotazioni e gli spazi che una struttura è in grado di fornire. Ogni iniziativa cerca di fornire ai suoi ospiti il massimo delle dotazioni e delle competenze possibili.

LE DOTAZIONI

Essenziale in ogni programma di residenza è il contesto storco, geografico e culturale in cui questo viene svolto. Ogni struttura cerca di esaltare questi elementi, facendoli divenire evocativi ed ispiratori per i soggetti ospitati.

LA CONTESTUALIZZAZIONE

In tutti i casi presi in analisi vengono ricreati degli ambienti fortemente caratterizzati dal tema della residenza, arte, design, musica, studio, performance diventano quindi il motivo ricorrente che identifica gli spazi della struttura.

l'IMMERSIONE TEMATICA

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riflessioni sul turismo contemporaneoviaggio verso la nascita di un nuovo turismo analisi delle nuove tribù

CAP. 03

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L’universo delle vacanze ha subito un notevole e drastico cambiamento, trasformandosi da momento puramente rigenerativo, quando il tempo libero era opposto e residua-le al tempo della produzione, assumendo la valenza di pratica interattiva dove vivere l'individualità delle emozio-ni, la soggettività delle esperienze e la comunità degli stili di vita e delle pratiche relazionali di consumo. Si può affermare quindi che la vacanza si sia individualizzata, personalizzata e definitivamente tribalizzata. Oggi il turismo è divenuto uno degli ambiti in cui maggior-mente si rappresentano e prendono forma bisogni e deside-ri di una società complessa e pulviscolare. E' diventata un ambiente sempre più perturbato da sensibilità e culture che alimentano nuove e diverse rappresentazioni e visioni del mondo. In relazione a questo processo evolutivo che interessa la molecolarizzazione dei comportamenti di vacanza, il confronto tra località turistiche si espande superando la “bellezza del luogo” per ridefinirsi nei concet-ti di qualità dell'offerta turistica, di specificità e caratteriz-zazioni situate del sistema turistico locale, di risorse e di abilità comunicative – relazionali dei suoi abitanti. Al centro di questo complesso passaggio vi è quindi una nuova e diversa semantizzazione del territorio: ambiente naturale ed ecologico, ma anche luogo antropomorfo, luogo dell'e-sperienza segnata dall'incontro, dall'ibridazione, dal muta-mento. In questo senso il territorio assume un nuovo valore che rimanda alla sua capacità di offrirsi come risorsa finalizzata alla realizzazione di e sperienze culturali . Forse, e per questo, i sistemi turistici locali sono chiamati a valorizzare il territorio secondo nuove prospettive che non ripercorrano “ tardi e male” ciò che è stato sperimentato e superato altrove, ma assumano consapevolezza delle risorse di natura ambientale, culturale, sociale e - in relazio-ne a questo processo di ri/assunzione di una propria identi-tà - si aprano alla sperimentazione, all'innovazione ed alla produzione di immagini e di percorsi di futuro nei quali il turistare identifichi nuovi e creativi sentieri di sviluppo socioeconomico per le comunità locali.La strada del successo deve, quindi, dirigersi verso la riqua-lificazione e l'arricchimento dell'offerta turistica, mettendo in campo strategie mirate all'integrazione tra la tradiziona-le offerta ricettiva e quella di prodotti o servizi inerenti l'enogastronomia, le produzioni tipiche del territorio, l' arti gianato, ma anche i servizi di wellnesss e culturali. Alcune esperienze concrete locali e nazionali ci dimostrano che prosperano, tra gli altri, chi ha orientato la propria offerta verso il salutismo, chi offre esperienze ben segmentate (ad esempio, cicloturismo, enogastronomia,…) e chi è riuscito a spettacolarizzare e a teatralizzare attività e lavori ormai

distanti dal vissuto comune (produzione di prodotti tipici, pescaturismo,…). Soprattutto trova successo chi correda questa attività di comprensione dei bisogni e delle peculiari sensibilità dei clienti con una efficace attività di promozio-ne e soprattutto con l'offerta di sperimentare nuove esperienze di qualità.

Oggi, più che in passato, infatti, quote consistenti di consu-mo si trasferiscono dall'acquisto di beni materiali alla spesa per soddisfare esigenze culturali, affettive, sociali e, appun-to, esperienziali. L'esplosione, nel corpo sociale, d'identità molteplici, abilita l'emergere di una domanda di consumi pluridimensionale, che alimenta le forme stesse del ricono-scimento sociale. Non a caso, nel corso degli ultimi decen-ni, si sono create le basi materiali per neologismi quali " comunità del gusto ", " comunità del sentire "….. Il tipo di consumo, in altri termini, definisce i confini delle aree di appartenenza di gruppi sociali sempre più ristretti, genera-tisi attraverso un processo di " specializzazione funzionale " del mercato a una dimensione. Si tratta di un processo di differenziazione orizzontale del consumo. E' quindi eviden-te come le esigenze dei nuovi utenti-clienti siano molteplici e differenti tra loro, e questo abbia portato alla gemmazio-ne di nuovi turismi, tra essi in rapporto complesso, abitati da un insieme eterogeneo di operatori. Il modello tradizio-nale convive oggi con un'infinità di stili di vivere la vacanza e ha dato vita ad una molteplicità di operatori che detengo-no esigenze ed aspettative differenti, poiché servono turismi differenti. Per questo, realtà come i parchi a tema, i locali innovativi, le fiere, gli eventi sportivi e culturali, i centri benessere, i tour operators e le amministrazioni pubbliche locali hanno la comune necessità di comunicare e di rendersi maggiormente visibili. Operare nel settore del turismo/intrattenimento, significa posizionarsi all'interse-zione tra relazioni di mercato e relazioni sociali. Nel defini-re l'offerta, pertanto, è determinante che i produttori sappiano intercettare i flussi e le pulsioni incubate dalla società, per mutuarli in fattori che alimentino l'innovazio-ne. Nell'economia delle esperienze, agire economico e agire sociale devono necessariamente trovare un punto di equilibrio. In modo speculare, il cliente non è più solo un fruitore di servizi di intrattenimento, ma allo stesso tempo, un " produttore di segnali " ed una rappresentazione viven-te delle merci che consuma. Il cliente diventa, dunque, sia produttore di segnali da cogliere e trattare come informa-zioni strategiche da immettere nel sistema dell'offerta, ma anche rappresentazione della merce in qualità di " consum-attore ", " produttore di stili e tendenze che deter-minano la produzione ".

L'economia del turismo/intrattenimento, in seconda istanza, è socialmente e territorialmente situata. Social-mente, perché i desideri individuali si ricompongono lungo linee di appartenenza verticali ed orizzontali, che generano una domanda internamente arti colata e polimorfa. Terri-torialmente, perché s'intreccia con le caratteristiche cultu-rali, sociali ed economiche dell'area che le ospita o che riesce a raggiungere col proprio raggio di mercato. Ne consegue che nell'offerta di turismo/intrattenimento, l'esperienza che, concretamente, è proposta, deve contene-re prerogative congrue alla popolazione di riferimento. I gruppi sociali e le aggregazioni territoriali, com'è ovvio, presentano caratteristiche differenti per gusti culturali, tradizioni e modi della socialità, tuttavia non è l'impresa dell'intrattenimento ad adeguarsi e modellarsi al territorio, ma tende ad avvenire il contrario. Ha successo, quindi, chi determina in maniera attiva il flusso dei clienti, disegnando una proposta di valore differenziata e mirando la propria comunicazione a target di potenziali clienti ad alto ritorno sull'investimento promozionale.Infine, la crisi strutturale che attraversa il sistema turistico italiano deve alimentare nuovi approcci, più connessi ai temi dell'incremento del software territoriale, ad esempio, in termini di formazione e qualificazione degli operatori in relazione all'adeguamento delle strutture ricettive ai nuovi standard quali la bioarchitettura, il risparmio energetico e l'utilizzo di biomasse, il ciclo integrato delle acque, la raccolta differenziata dei rifiuti, il turismo responsabile…... Una evoluzione che investe non solo la singola impresa turistica, ma rimanda alla dimensione associativa e di partnership tra le imprese localizzate in determinato territorio, cioè alla capacità di " fare sistema " e formare una adeguata " massa critica " di risorse e servizi che confe-risca all'area territoriale riconoscibilità e facile individuabi-lità. Le esperienze più avanzate e di successo evidenziano in forma più immediata la necessità di porre al centro dell'attenzione le potenzialità di una cooperazione basata su sinergie, specializzazioni complementareri e coordina-mento istituzionale. E' infatti anche su questa base che si vanno delineando differenziali competitivi non trascurabili tra aree nelle quali è diffusa la consapevolezza dell'impor-tanza dei fattori di contesto di sistema ed aree (specie nel Mezzogiorno), nelle quali questo processo non è ancora giunto ad uno stato di maturazione apprezzabile. Il succes-so di un sistema turistico locale dipende proprio dalla capacità di progettare e governare una realtà complessa, agendo nel contempo almeno sui cinque fronti distinti: l'accessibilità, la ricettività, l'accoglienza, la produzione di eventi e di esperienze, l'idea forza e l'identità territoriale.

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L’universo delle vacanze ha subito un notevole e drastico cambiamento, trasformandosi da momento puramente rigenerativo, quando il tempo libero era opposto e residua-le al tempo della produzione, assumendo la valenza di pratica interattiva dove vivere l'individualità delle emozio-ni, la soggettività delle esperienze e la comunità degli stili di vita e delle pratiche relazionali di consumo. Si può affermare quindi che la vacanza si sia individualizzata, personalizzata e definitivamente tribalizzata. Oggi il turismo è divenuto uno degli ambiti in cui maggior-mente si rappresentano e prendono forma bisogni e deside-ri di una società complessa e pulviscolare. E' diventata un ambiente sempre più perturbato da sensibilità e culture che alimentano nuove e diverse rappresentazioni e visioni del mondo. In relazione a questo processo evolutivo che interessa la molecolarizzazione dei comportamenti di vacanza, il confronto tra località turistiche si espande superando la “bellezza del luogo” per ridefinirsi nei concet-ti di qualità dell'offerta turistica, di specificità e caratteriz-zazioni situate del sistema turistico locale, di risorse e di abilità comunicative – relazionali dei suoi abitanti. Al centro di questo complesso passaggio vi è quindi una nuova e diversa semantizzazione del territorio: ambiente naturale ed ecologico, ma anche luogo antropomorfo, luogo dell'e-sperienza segnata dall'incontro, dall'ibridazione, dal muta-mento. In questo senso il territorio assume un nuovo valore che rimanda alla sua capacità di offrirsi come risorsa finalizzata alla realizzazione di e sperienze culturali . Forse, e per questo, i sistemi turistici locali sono chiamati a valorizzare il territorio secondo nuove prospettive che non ripercorrano “ tardi e male” ciò che è stato sperimentato e superato altrove, ma assumano consapevolezza delle risorse di natura ambientale, culturale, sociale e - in relazio-ne a questo processo di ri/assunzione di una propria identi-tà - si aprano alla sperimentazione, all'innovazione ed alla produzione di immagini e di percorsi di futuro nei quali il turistare identifichi nuovi e creativi sentieri di sviluppo socioeconomico per le comunità locali.La strada del successo deve, quindi, dirigersi verso la riqua-lificazione e l'arricchimento dell'offerta turistica, mettendo in campo strategie mirate all'integrazione tra la tradiziona-le offerta ricettiva e quella di prodotti o servizi inerenti l'enogastronomia, le produzioni tipiche del territorio, l' arti gianato, ma anche i servizi di wellnesss e culturali. Alcune esperienze concrete locali e nazionali ci dimostrano che prosperano, tra gli altri, chi ha orientato la propria offerta verso il salutismo, chi offre esperienze ben segmentate (ad esempio, cicloturismo, enogastronomia,…) e chi è riuscito a spettacolarizzare e a teatralizzare attività e lavori ormai

distanti dal vissuto comune (produzione di prodotti tipici, pescaturismo,…). Soprattutto trova successo chi correda questa attività di comprensione dei bisogni e delle peculiari sensibilità dei clienti con una efficace attività di promozio-ne e soprattutto con l'offerta di sperimentare nuove esperienze di qualità.

Oggi, più che in passato, infatti, quote consistenti di consu-mo si trasferiscono dall'acquisto di beni materiali alla spesa per soddisfare esigenze culturali, affettive, sociali e, appun-to, esperienziali. L'esplosione, nel corpo sociale, d'identità molteplici, abilita l'emergere di una domanda di consumi pluridimensionale, che alimenta le forme stesse del ricono-scimento sociale. Non a caso, nel corso degli ultimi decen-ni, si sono create le basi materiali per neologismi quali " comunità del gusto ", " comunità del sentire "….. Il tipo di consumo, in altri termini, definisce i confini delle aree di appartenenza di gruppi sociali sempre più ristretti, genera-tisi attraverso un processo di " specializzazione funzionale " del mercato a una dimensione. Si tratta di un processo di differenziazione orizzontale del consumo. E' quindi eviden-te come le esigenze dei nuovi utenti-clienti siano molteplici e differenti tra loro, e questo abbia portato alla gemmazio-ne di nuovi turismi, tra essi in rapporto complesso, abitati da un insieme eterogeneo di operatori. Il modello tradizio-nale convive oggi con un'infinità di stili di vivere la vacanza e ha dato vita ad una molteplicità di operatori che detengo-no esigenze ed aspettative differenti, poiché servono turismi differenti. Per questo, realtà come i parchi a tema, i locali innovativi, le fiere, gli eventi sportivi e culturali, i centri benessere, i tour operators e le amministrazioni pubbliche locali hanno la comune necessità di comunicare e di rendersi maggiormente visibili. Operare nel settore del turismo/intrattenimento, significa posizionarsi all'interse-zione tra relazioni di mercato e relazioni sociali. Nel defini-re l'offerta, pertanto, è determinante che i produttori sappiano intercettare i flussi e le pulsioni incubate dalla società, per mutuarli in fattori che alimentino l'innovazio-ne. Nell'economia delle esperienze, agire economico e agire sociale devono necessariamente trovare un punto di equilibrio. In modo speculare, il cliente non è più solo un fruitore di servizi di intrattenimento, ma allo stesso tempo, un " produttore di segnali " ed una rappresentazione viven-te delle merci che consuma. Il cliente diventa, dunque, sia produttore di segnali da cogliere e trattare come informa-zioni strategiche da immettere nel sistema dell'offerta, ma anche rappresentazione della merce in qualità di " consum-attore ", " produttore di stili e tendenze che deter-minano la produzione ".

L'economia del turismo/intrattenimento, in seconda istanza, è socialmente e territorialmente situata. Social-mente, perché i desideri individuali si ricompongono lungo linee di appartenenza verticali ed orizzontali, che generano una domanda internamente arti colata e polimorfa. Terri-torialmente, perché s'intreccia con le caratteristiche cultu-rali, sociali ed economiche dell'area che le ospita o che riesce a raggiungere col proprio raggio di mercato. Ne consegue che nell'offerta di turismo/intrattenimento, l'esperienza che, concretamente, è proposta, deve contene-re prerogative congrue alla popolazione di riferimento. I gruppi sociali e le aggregazioni territoriali, com'è ovvio, presentano caratteristiche differenti per gusti culturali, tradizioni e modi della socialità, tuttavia non è l'impresa dell'intrattenimento ad adeguarsi e modellarsi al territorio, ma tende ad avvenire il contrario. Ha successo, quindi, chi determina in maniera attiva il flusso dei clienti, disegnando una proposta di valore differenziata e mirando la propria comunicazione a target di potenziali clienti ad alto ritorno sull'investimento promozionale.Infine, la crisi strutturale che attraversa il sistema turistico italiano deve alimentare nuovi approcci, più connessi ai temi dell'incremento del software territoriale, ad esempio, in termini di formazione e qualificazione degli operatori in relazione all'adeguamento delle strutture ricettive ai nuovi standard quali la bioarchitettura, il risparmio energetico e l'utilizzo di biomasse, il ciclo integrato delle acque, la raccolta differenziata dei rifiuti, il turismo responsabile…... Una evoluzione che investe non solo la singola impresa turistica, ma rimanda alla dimensione associativa e di partnership tra le imprese localizzate in determinato territorio, cioè alla capacità di " fare sistema " e formare una adeguata " massa critica " di risorse e servizi che confe-risca all'area territoriale riconoscibilità e facile individuabi-lità. Le esperienze più avanzate e di successo evidenziano in forma più immediata la necessità di porre al centro dell'attenzione le potenzialità di una cooperazione basata su sinergie, specializzazioni complementareri e coordina-mento istituzionale. E' infatti anche su questa base che si vanno delineando differenziali competitivi non trascurabili tra aree nelle quali è diffusa la consapevolezza dell'impor-tanza dei fattori di contesto di sistema ed aree (specie nel Mezzogiorno), nelle quali questo processo non è ancora giunto ad uno stato di maturazione apprezzabile. Il succes-so di un sistema turistico locale dipende proprio dalla capacità di progettare e governare una realtà complessa, agendo nel contempo almeno sui cinque fronti distinti: l'accessibilità, la ricettività, l'accoglienza, la produzione di eventi e di esperienze, l'idea forza e l'identità territoriale.

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gruppi sociali e le aggregazioni territoriali, com'è ovvio, presentano caratteristiche differenti per gusti culturali, tradizioni e modi della socialità, tuttavia non è l'impresa dell'intrattenimento ad adeguarsi e modellarsi al territorio, ma tende ad avvenire il contrario. Ha successo, quindi, chi determina in maniera attiva il flusso dei clienti, disegnando una proposta di valore differenziata e mirando la propria comunicazione a target di potenziali clienti ad alto ritorno sull'investimento promozionale.Infine, la crisi strutturale che attraversa il sistema turistico italiano deve alimentare nuovi approcci, più connessi ai temi dell'incremento del software territoriale, ad esempio, in termini di formazione e qualificazione degli operatori in relazione all'adeguamento delle strutture ricettive ai nuovi standard quali la bioarchitettura, il risparmio energetico e l'utilizzo di biomasse, il ciclo integrato delle acque, la raccolta differenziata dei rifiuti, il turismo responsabile…... Una evoluzione che investe non solo la singola impresa turistica, ma rimanda alla dimensione associativa e di

IL VIAGGIO CULTURALEUN FENOMENO NATO NEL XVII

partnership tra le imprese localizzate in determinato territorio, cioè alla capacità di " fare sistema " e formare una adeguata " massa critica " di risorse e servizi che confe-risca all'area territoriale riconoscibilità e facile individuabi-lità. Le esperienze più avanzate e di successo evidenziano in forma più immediata la necessità di porre al centro dell'attenzione le potenzialità di una cooperazione basata su sinergie, specializzazioni complementareri e coordina-mento istituzionale. E' infatti anche su questa base che si vanno delineando differenziali competitivi non trascurabili tra aree nelle quali è diffusa la consapevolezza dell'impor-tanza dei fattori di contesto di sistema ed aree (specie nel Mezzogiorno), nelle quali questo processo non è ancora giunto ad uno stato di maturazione apprezzabile. Il succes-so di un sistema turistico locale dipende proprio dalla capacità di progettare e governare una realtà complessa, agendo nel contempo almeno sui cinque fronti distinti: l'accessibilità, la ricettività, l'accoglienza, la produzione di eventi e di esperienze, l'idea forza e l'identità territoriale.

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oggi il mondo del turismo, e tutti i servizi ad esso correlati devono affrontare nuove sfide, legate alla nascita di una nuova tipologia di viaggiatori, che ricercano ricercano aspetti sempre più genuini e storicizzati. il viaggio, inteso come esperienza personale, di crescita e sotto certi punti di vista mistica, non si restringe più ad un picco-la cerchia di avventurosi viandanti, ma trova il consenso di un pubblico vastissimo, e sempre più esigente. gli senari correlati, a questa nuova frontiera, sono estremamente diversificati, e vivono grazie alla continua ricerca di nuove proposte. Giancarlo Dall’Ara classifica diverse generazioni di turisti cha anno portato alla nascita di una nuova categoria di viaggiatori.

SECONDA GENERAZIONE

la seconda generazione di turisti è quella nata negli anni 60 del secolo scorso, e che corrisponde all’avvento del “turismo di massa”. il viaggiatore si fa più esigente, e richiede delle strutture alberghiere dotate di tutti i comfort di cui è dotata la propria casa. nasce in questi anni l’albergo così come lo intendiamo noi. un luogo dove poter passare del tempo senza sentire la mancanza dei piccoli e grandi oggetti di cui riempiamo le nostre case. anche le località meta di questo turismo si adattano, e si trasformano in perfette riproduzio-ni in scala ridotta delle città, dotate di tutti i servizi necessa-ri. una omologazione geografica che abbatteva tutte le caratteristiche locali, e che non lasciava trasparire nulla del contesto soci-culturale, storico-naturalistico, in cui ci si trovava. Sono quindi questi gli anni in cui prende piede la vacanza organizzata, ovvero un’esperienza dove nulla è lasciato al caso, e dove nessun imprevisto può e devo distur-bare la quiete del “dolce far niente”. queste vacanze, preve-dibili, ma certamente sicure, sono ad oggi scelte da quei turisti che pretendono un servizio tutto incluso, senza nessun intralcio alla vacanza, rassicurati dalla presenza di tutti i comfort presenti nelle case.

PRIMA GENERAZIONE

il turismo, così come lo intendiamo noi, nasce in Italia, ma anche nel resto dell’europa nel secondo dopoguerra, quando l’aspirazione della gente era quella di “andare in vacanza”. fondamentale in quell’epoca era l’aver raggiunto un benessere tale da potersi permettere una parentesi dalla vita vera, qualche settimana all’insegna del relax. in questi anni la destinazione, struttura turistica in cui soggiornare, il mezzo con cui raggiungere il luogo designato, assumevano un ruolo secondario rispetto all’atto stesso dell’andare in vacanza. il turista degli anni ’50 era un cliente poco esigente, che si accontentava, e le strutture alberghiere nate in quegli anni ne sono la testimonianza. era anche un viaggiatore inesper-to, che considerava solo la meta da raggiungere, escluden-do la possibilità di godere del tragitto che lo avrebbe porta-to nel luogo tanto sognato. venivano così escluse, dall’economia del turismo, tutte quelle località che si trovavano “sulla strada”, se non nei casi di lunghi viaggi. Ad oggi questi comportamenti, che alto non era se non la sete di vacanza, sono nella quasi totalità dei casi scomparsi.

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QUATTRO GENERAZIONI di turistiDAL SECONDO DOPOGUERRA AD OGGI

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riscoperta della natura

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TERZA GENERAZIONE

le esperienze acquisite in materia di viaggi, hanno portato negli anni 90 dl secolo scorso alla nascita di una nuova generazione di turisti, la terza. questi nuovi viaggiatori si distinguevano da quelli “di massa” grazie ad una ritrovata capacità critica, ottenuta con gli anni e alla capacità di scegliere e di confrontare differenti offerte. questa nuova generazione preferisce autoorganizzarsi, ricercano il vero e il genuino, ponen-dosi in maniera diffidente verso tutto ciò che appare falso o artefatto. a cavallo tra anni ottanta e novanta si coglie l’importanza del patrimonio umani, che viene considerato di eguale importanza a quello storico ambientale, nasce così un turismo fatto di connessioni tra le persone, di scambi, di dibattiti. il viaggio diviene così un’esperienza, non banale, non più una semplice vacanza. nasce quindi una nuova tipologia di turista, che l’antropologo Canestrini ha parlato di turista “permeabile”. Il turista permeabile è “chi si lascia toccare dallo spirito del luogo, dai proble-mi, dagli imprevisti; chi non si limita a scattare foto, ma perde tempo a parlare con le perso-ne. È permeabile chi cerca, nei limiti entro cui è possibile, di instaurare un rapporto di reciprocità con chi incontra”.Dall’Ara, autore del libro manuale dell’Albergo Diffuso definisce cinque pinti chiave che caratterizzano e identificano il turista della terza generazione:

Le esperienze di vacanza portano ad un raffinamento dei gusti ed alla richiesta di personalizzazione che diventa un tratto caratteristico della domanda turistica di terza generazione.

1 necessità di ottenere servizi personalizzati

La ricerca di autenticità si inserisce nel filone della ricerca identitaria, diretta conseguenza del senso di sradicamento che caratterizza la società moderna e dell’idealizzazione del tempo trascorso, lontano dai fenomeni di globalizzazione.

2 costante ricerca di esperienze autentiche

immergersi nella cultura dei luoghi, essere considerati non tanto turisti o consumatori, ma residenti, seppure temporanei

3 ricercare un continuo legame con la cultura locale

Le relazioni sono il cuore dell’esperienza di vacanza. Il turismo vive di relazioni e la relazione è la parte essenziale del prodotto e del servizio turistico, e questi turisti vedono le vacanze come occasioni di socializzazione e incontri con i residenti, e con gli altri visitatori.

5 bisogno di relazioni

Conoscere le mete, prevedere le visite, comparare le offerte e cercare il prezzo migliore, il viaggiatore diventa un cliente accorto, non sprovveduto. ma comprende anche la necessità di vivere le vacanze anche come l’occasione per apprendere e aumentare le proprie conoscenze.

4 richiesta di maggiori iformazioni relative al viaggio

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QUARTA GENERAZIONE

con l’avvento del nuovo millennio, di nuovi media, come Internt e la nascita dei voli low cost si è affermata una nuova generazione di turisti, caratterizzata soprattutto da una notevole esperienza in tema di viaggi. La nascita di questa nuova generazione di turisti è avvenu-ta con una rapidità sorprendente, e mostra già ora dimen-sioni significative generata grazie al notevole ampliamento delle possibilità di scelta. Appartengono alla quarta generazione i temi del turismo slow, del turismo filantropi-co, del turismo di conoscenza, del turismo emozionale, dei turismi cioè che vengono definiti oggi come i nuovi turismi.

Caratteristiche comuni ai turisti di quarta genera-zione sono:

Il bisogno di nuovo e di innovazioneI nuovi turisti esprimono stili di vacanza innovativi, da pionieri, si caratterizzano cioè per adottare forme di turismo con un bisogno del nuovo più forte rispetto alla terza generazione.

Scelte di alloggio non tradizionalicon una marcata preferenza per le forme di ospitalità sostenibili, diffuse, originali, tipiche e autoctone, ma senza disdegnare contaminazioni con arredi e servizi di design o tecnologici.

Una maggiore ritualità comportamentalela vacanza in un certo luogo diventa un feticcio, viene cioè vista anche per il valore simbolico che dà a chi la sceglie.

Approccio intimo e personale alla vacanzaun atteggiamento lontano da quello rigido, impegnato (e a volte fondamentalista) che ha caratterizzato fenomeni recenti quali ad esempio l’ecoturismo, e basato più su aspetti personali, immateriali ed intimi. La vacanza non è più concentrata sui must, sulle cose cioè da fare assoluta-mente e da vedere, ma è fatta piuttosto di esperienze perso-nali affrontate con una “cultura del momento”.

Desiderio di comunitàil bisogno di fare esperienze assieme, di creare reti amicali, di sentirsi parte di un gruppo e di avere legami, anche se tenui. Bernad Cova, studioso dei fenomeni di neotribali-smo, ha rilevato che in questi casi il legame conta più del bene in sé. E le interazioni si fondano su veri e propri rituali e minicermonie.

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Al fine di comprendere a pieno le dinamiche e i comporta-menti delle nuove generazioni di turisti, dobbiamo amplia-re il nostro campo di indagine, ed introdurre il concetto di “marketing tribale”. Turismo e marketing sono due materie che storicamente hanno sempre attinto esperienze e concetti l’una dall’altra, garantendosi in questo modo una reciproca crescita ed una sempre più consistente definizione. I nuovi viaggiatori, quelli che Dall’Ara identifica come “turisti della quarta generazione” vengono anche identifi-cati come viaggiatori tribali, ossia come esponenti massimi di un concetto prettamente postmoderno che vede la nasci-ta di neo-tribù, di aggregazioni tra più soggetti, uniti da comuni passioni, interessi, stili di vita e valori. La definizio-ne di queste nuove tribù ha interessato per anni i cultori di una disciplina speriemntale e certamente non convenzio-nale: il marketing tribale. Definito sinteticamente come «una strategia volta a creare comunità intorno ad un prodotto o un servizio», è stato proposto come alternativa mediterranea al pensiero domi-nante “classico” di stampo americano. Mentre il marketing americano obbedisce essenzialmente ad una richiesta di individualizzazione e di personalizzazione dei consumato-ri, infatti, la proposta mediterranea mira invece a risponde-re al nuovo e postmoderno bisogno dei consumatori di ristabilire un legame sociale comunitario. Secondo la scuola mediterranea tale legame sociale comunitario viene cercato e trovato dai consumatori in seno a raggruppamen-ti che hanno l’aspetto di tribù, intese come comunità emozionali in cui si condividono passioni comuni. La strategia che questo nuovo approccio propone è dunque non tanto quella di stabilire un legame personale con il cliente, quanto piuttosto quella di alimentare e sostenere il legame fra i clienti stessi, aiutandoli a condividere le proprie passioni e a sentirsi parte di un gruppo. Nel marke-ting tribale, di conseguenza, l'intimità con il cliente passa attraverso il coinvolgimento dell'azienda nella tribù: sostenendo e partecipando ai suoi rituali l'azienda ne diventa un membro a tutti gli effetti. In questo modo il consumatore smette di essere “cliente” e diventa “fan”,

sviluppando una vera e propria fedeltà affettiva nei confronti dell'azienda e/o della marca. I principali esponenti del marketing tribale sono i francesi Michel Maffesoli e Bernard Cova, il secondo dei quali è ritenuto il massimo teorico del tribalismo. Entrambi hanno sostenuto questo approccio come alternativa mediterranea al marketing più tipico e ortodosso, ossia quello di stampo americano.Bernard Cova, sostenie che oggi viviamo in una situazione unica, siamo per la prima volta davvero liberi. La postmo-dernità sarebbe infatti caratterizzata da un estremo indivi-dualismo, “logico punto di arrivo della modernità, durante la quale si è perseguito in ogni modo l’affrancamento da tutti i legami sociali”, per questo motivo molti hanno definito l’epoca attuale anche come l’era dell’individualismo. Al tempo stesso appaiono chiari i tentativi dell’individuo post moderno, sempre più isolato e incerto, di riaggregazione sociale e di ristabilimento di legami sociali arcaici e comunitari, sulla base di libere scelte emotive e passionali, più che razionali. Ecco che quindi entrano in gioco quelle che Cova chiama neotribù o tribù postmoderne, ovvero gruppi che presentano una doppia identità, insieme primaria e secondaria, che rende possibile agli individui mantenere alto il livello di autono-mia pur facendone parte.Le tribù postmoderne sono più effimere, fragili e instabili di quelle tradizionali, ogni indivi-duo infatti può far parte di più tribù, in cui svolge più ruoli, indossa maschere molto diverse fra loro e può uscire dal gruppo quando vuole. Si mantiene quindi molto alto il livello di libertà e autonomia in comunità in cui il controllo esercitato sui membri è molto più debole e non esistono regole troppo rigide o pesanti, regole che gli individui postmoderni non avrebbero intenzione di rispettare. Se il marketing tradizionale si è dedicato, per decenni, all'identificazione del target, cercando di definire un approccio sistematico e quasi scientifico da applicare allo studio di specifici soggetti, il marketing tribale sta cercando di ribaltare queste dinamiche, aviando un cammino di analisi e di ricerca, verso un nuovo universo, quello delle tribù, o per meglio dire delle neo tribù.

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dal concetto di marketing tribale arriviamo a definire cos’è una comunità tribale, e quindi ad identificare i caratteri delle neotribù

dal

alla definizione delle

(tribù post moderna)

MARKETING TRIBALE

NEOTRIBÙ

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“Una tribù postmoderna (o neotribù) è un insieme di individui non necessariamente omogeneo (in termini di caratteristiche sociali obiettive) ma interrelato da un’unica soggettività, una pulsione affettiva o un ethos in comune. Tali individui possono svolgere azioni collettive intensa-mente vissute, benché effimere” 1

Le tribù postmoderne possono avere diversa natura, legata alla diversa passione che accomuna i vari membri. Esistono comunità formatesi intorno ad uno sport estremo o ad una fede calcistica, intorno ad un hobby come il giardinaggio o l’astrologia, le associazioni ambientaliste o in difesa dei diritti umani, così come possono esistere tribù formatesi intorno ad un marchio o un prodotto. Ciò che accomuna tutte queste tribù però è la reintegrazione di rituali, assistia-mo infatti alla proliferazione di rituali di ogni tipo, ognuno dei quali necessita dei propri supporti.secondo questa concezione di tribù si può affermare una importantissima rivoluzione semantica dove le cose diven-tano oggetti di culto, gli abiti si trasformano costumi rituali, gli spazi tornano ad essere luoghi del culto, le parole assumono la valenza di formule magiche e le immagini si traducono in idoli e icone. 2Le nuove tribù contemporanee, infatti, non hanno un fine da raggiungere, non si riconoscono in un progetto econo-mico, politico o sociale da realizzare: la loro sola ragion d’essere è il desiderio, unito alla necessità, di vivere esperienze collettive. In primo luogo, quindi, una neo-tribù è un gruppo di persone fra loro diverse, in termini di carat-teristiche obiettive e di appartenenza primaria (età, sesso, razza, origine, tratti fisici, posizione professionale, ecc.) ma unite da una passione comune e condivisa, in nome della quale possono svolgere azioni collettive. le neo-tribù sono vere e proprie comunità emozionali, aggregazioni effemire di soggetti indefinibili, unite tra loro da legami sottilissimi.

aspetti essenziali di una neo tribù:

dalla definizione di tribù e dall’analisi del marketing ad esse correlato possiamo identificare alcuni aspetti cruciali che caratterizzano le neo tribù.

LE TRIBÙ POSTMODERNE

1. RICERCA COSTANTE DI CONNESSIONI Se raggruppamenti emozionali sono sempre esistiti, è anche vero che la novità «consiste nell’ampiezza del fenomeno e nel tipo di persone (tutte?) coinvolte».cova pag 19le neotribù, insomma, non sono semplici gruppetti di adolescenti, aggregazioni più o meno pittoresche in cui i giovani si rifugiano per opporre un’identità collettiva al mondo degli adulti. Tutti noi – adolescenti ed adulti – cerchiamo di sfuggire all’angoscia causata dalla fine delle grandi organizzazioni tradizionali (i partiti, la Chiesa, l’azienda). Cerchiamo e troviamo in questi piccoli gruppi di nostri simili una conferma dei nostri gusti, del nostro sentire, del nostro stile di vita, riuscendo così a “dare un senso” alla nostra esperienza individuale.

2. LA NATURA EFFIMERA E FLUIDAa differenza di ciò che ha prevalso negli anni Settanta, con i punti forti della contro, cultura californiana e delle comu-nità studentesche europee, oggi non si tratta di aggregarsi a una banda, a una famiglia, a una comunità, ma di saltellare da un gruppo. In effetti, in opposizione alla stabilità indotta dal trialismo classico, il neotribalismo è caratterizzato dalla fluidità, dai raggruppamenti puntuali e dallo sparpaglia-mento; è così che possiamo descrivere lo spettacolo della strada nelle megalopoli moderne. L’adepto dello jogging, il punk, il look rétro, l’uomo perbene, gli intrattenitori di strada, ci invitano a un costante travelling. Ognuno, quindi, può appartenere a più neotribù contemporaneamente, investendo in ciascuna una parte non trascurabile di sé e ricoprendovi ruoli anche molto diversi fra loro. Questo fluttuare da una tribù all’altra è certamente una delle caratteristiche essenziali dell’organizzazione sociale

che si sta delineando e rende comprensibilmente più diffici-le – quando non impossibile – l’individuazione e la classifi-cazione di questi microgruppi da parte delle tradizionali indagini e categorie sociologiche. La neotribù, quindi, non è un oggetto facilmente identificabile. È «un evento cristal-lizzato, è effervescenza sociale, più che un oggetto socioe-conomico ben definito: un’aggregazione momentanea, emotivamente galvanizzata, fra persone che sono dissimili a priori. Non è mai un oggetto chiuso, ma un sistema aperto: ne fa parte tutto e niente»

3. LA RITUALITÀ LAICAreintegrazione dei rituali nella quotidianità. La ricerca dell’emozione e della condivisione sociale ha portato, infatti, ad un ritorno dei riti, fondato però su un modo profano e non religioso di risacralizzare il quotidiano. Se è vero, infatti, che il ritorno del “desiderio di comunità” ha portato con sé una rinnovata religiosità, è anche vero tuttavia che questa va intesa nel suo senso più semplice: quello – etimologico – di religare, ossia collegare, unire, “tenere assieme”. La religione, quindi, nella Postmoderni-tà, non riguarda tanto il legame degli uomini con il divino, quanto piuttosto il legame degli uomini fra loro. Ecco allora che laddove «il progetto, il futuro e l’ideale non servono più da cimento alla società, il rituale, confortando il sentimento di appartenenza, può giocare questo ruolo e permettere così ai gruppi di esistere»19. I riti, infatti, rinno-vano e vivificano la fede nei valori comuni ed agiscono sull’integrazione dei membri nel gruppo. Così come ogni relazione sociale necessita di rituali per svilupparsi e conso-lidarsi – dicono le scienze umane – ogni gruppo sociale necessita di rituali per affermare e ribadire la propria esistenza e per rinsaldare la fedeltà dei propri membri. Questo vale in particolare per le neotribù, le quali – a differenza delle comunità tradizionali – sono fragili e non esplicite ed hanno quindi un maggiore bisogno di sostegni per assicurare ed enunciare la propria permanenza.

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“Una tribù postmoderna (o neotribù) è un insieme di individui non necessariamente omogeneo (in termini di caratteristiche sociali obiettive) ma interrelato da un’unica soggettività, una pulsione affettiva o un ethos in comune. Tali individui possono svolgere azioni collettive intensa-mente vissute, benché effimere” 1

Le tribù postmoderne possono avere diversa natura, legata alla diversa passione che accomuna i vari membri. Esistono comunità formatesi intorno ad uno sport estremo o ad una fede calcistica, intorno ad un hobby come il giardinaggio o l’astrologia, le associazioni ambientaliste o in difesa dei diritti umani, così come possono esistere tribù formatesi intorno ad un marchio o un prodotto. Ciò che accomuna tutte queste tribù però è la reintegrazione di rituali, assistia-mo infatti alla proliferazione di rituali di ogni tipo, ognuno dei quali necessita dei propri supporti.secondo questa concezione di tribù si può affermare una importantissima rivoluzione semantica dove le cose diven-tano oggetti di culto, gli abiti si trasformano costumi rituali, gli spazi tornano ad essere luoghi del culto, le parole assumono la valenza di formule magiche e le immagini si traducono in idoli e icone. 2Le nuove tribù contemporanee, infatti, non hanno un fine da raggiungere, non si riconoscono in un progetto econo-mico, politico o sociale da realizzare: la loro sola ragion d’essere è il desiderio, unito alla necessità, di vivere esperienze collettive. In primo luogo, quindi, una neo-tribù è un gruppo di persone fra loro diverse, in termini di carat-teristiche obiettive e di appartenenza primaria (età, sesso, razza, origine, tratti fisici, posizione professionale, ecc.) ma unite da una passione comune e condivisa, in nome della quale possono svolgere azioni collettive. le neo-tribù sono vere e proprie comunità emozionali, aggregazioni effemire di soggetti indefinibili, unite tra loro da legami sottilissimi.

aspetti essenziali di una neo tribù:

dalla definizione di tribù e dall’analisi del marketing ad esse correlato possiamo identificare alcuni aspetti cruciali che caratterizzano le neo tribù.

1. RICERCA COSTANTE DI CONNESSIONI Se raggruppamenti emozionali sono sempre esistiti, è anche vero che la novità «consiste nell’ampiezza del fenomeno e nel tipo di persone (tutte?) coinvolte».cova pag 19le neotribù, insomma, non sono semplici gruppetti di adolescenti, aggregazioni più o meno pittoresche in cui i giovani si rifugiano per opporre un’identità collettiva al mondo degli adulti. Tutti noi – adolescenti ed adulti – cerchiamo di sfuggire all’angoscia causata dalla fine delle grandi organizzazioni tradizionali (i partiti, la Chiesa, l’azienda). Cerchiamo e troviamo in questi piccoli gruppi di nostri simili una conferma dei nostri gusti, del nostro sentire, del nostro stile di vita, riuscendo così a “dare un senso” alla nostra esperienza individuale.

2. LA NATURA EFFIMERA E FLUIDAa differenza di ciò che ha prevalso negli anni Settanta, con i punti forti della contro, cultura californiana e delle comu-nità studentesche europee, oggi non si tratta di aggregarsi a una banda, a una famiglia, a una comunità, ma di saltellare da un gruppo. In effetti, in opposizione alla stabilità indotta dal trialismo classico, il neotribalismo è caratterizzato dalla fluidità, dai raggruppamenti puntuali e dallo sparpaglia-mento; è così che possiamo descrivere lo spettacolo della strada nelle megalopoli moderne. L’adepto dello jogging, il punk, il look rétro, l’uomo perbene, gli intrattenitori di strada, ci invitano a un costante travelling. Ognuno, quindi, può appartenere a più neotribù contemporaneamente, investendo in ciascuna una parte non trascurabile di sé e ricoprendovi ruoli anche molto diversi fra loro. Questo fluttuare da una tribù all’altra è certamente una delle caratteristiche essenziali dell’organizzazione sociale

che si sta delineando e rende comprensibilmente più diffici-le – quando non impossibile – l’individuazione e la classifi-cazione di questi microgruppi da parte delle tradizionali indagini e categorie sociologiche. La neotribù, quindi, non è un oggetto facilmente identificabile. È «un evento cristal-lizzato, è effervescenza sociale, più che un oggetto socioe-conomico ben definito: un’aggregazione momentanea, emotivamente galvanizzata, fra persone che sono dissimili a priori. Non è mai un oggetto chiuso, ma un sistema aperto: ne fa parte tutto e niente»

3. LA RITUALITÀ LAICAreintegrazione dei rituali nella quotidianità. La ricerca dell’emozione e della condivisione sociale ha portato, infatti, ad un ritorno dei riti, fondato però su un modo profano e non religioso di risacralizzare il quotidiano. Se è vero, infatti, che il ritorno del “desiderio di comunità” ha portato con sé una rinnovata religiosità, è anche vero tuttavia che questa va intesa nel suo senso più semplice: quello – etimologico – di religare, ossia collegare, unire, “tenere assieme”. La religione, quindi, nella Postmoderni-tà, non riguarda tanto il legame degli uomini con il divino, quanto piuttosto il legame degli uomini fra loro. Ecco allora che laddove «il progetto, il futuro e l’ideale non servono più da cimento alla società, il rituale, confortando il sentimento di appartenenza, può giocare questo ruolo e permettere così ai gruppi di esistere»19. I riti, infatti, rinno-vano e vivificano la fede nei valori comuni ed agiscono sull’integrazione dei membri nel gruppo. Così come ogni relazione sociale necessita di rituali per svilupparsi e conso-lidarsi – dicono le scienze umane – ogni gruppo sociale necessita di rituali per affermare e ribadire la propria esistenza e per rinsaldare la fedeltà dei propri membri. Questo vale in particolare per le neotribù, le quali – a differenza delle comunità tradizionali – sono fragili e non esplicite ed hanno quindi un maggiore bisogno di sostegni per assicurare ed enunciare la propria permanenza.

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la condizione individualista della società contemporanea spinge le persone a creare delle neo-tribù, dove ricercare continue conferme e infinite connessioni fisiche

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“il turismo identifica l’attività delle persone che per diletto, vaffari o per qualsiasi altro motivo viaggino e soggiornino in un luogo al di fuori del loro ambito abituale e per la durata minore di un anno”Il comitato Statistico dell’ONU nel marzo 1993 definisce con queste parole la pratica turistica. questa definizone verrà fatta propria dalla Com-missione Europea e approvata dal Consiglio d’Europa, confermata dalla Deliberazione del Parlamento Europeo del 18.02.2001

Il turismo è un settore che ha prospettive di crescita mondiale molto buone, grazie allo sviluppo demografico dei Paesi avanzati, alla maggiore convenienza offerta dai viaggi low cost. Ma, viaggi più frequenti, di durata sempre più breve, hanno cambiato il tradizionale concetto di vacanza sul quale era nata "l'industria delle vacanze" in Italia. Sebbene i quindici giorni estivi continuino ad essere una pratica diffusa, emergono nuovi modelli di fruizione desincronizzata. Il "sistema turismo" si trova ad affrontare una domanda che sta cambiando strutturalmente: oltre al "dove stare", per il turista diviene decisivo il "cosa fare", con il crescere di una domanda nuova e diversamente segmentata, i cui flussi sono inclini alle vacanze brevi e diversificate, sempre più influenzati da fattori inerenti alla qualità e soprattutto dagli elementi di ordine culturale, edonistico ed ambientale. La vacanza tende sempre più ad essere coniugata con qualche forma di impegno, sia esso intellettuale, culturale, sportivo o formativo. L'elemento di sperimentazione si amalgama con il riposo e la rigenerazio-ne ed è legato alla richiesta di vivere un'esperienza spesso a diretto contatto con la natura, per recuperare un rapporto autentico con il contesto ambientale teatro del viaggio/vacanza.

TURISMO NELl'ERA POSTMODERNA

IL VIAGGIATORE TRIBALEQuesti fenomeni provocano modificazioni strutturali ed organizzative nelle imprese: aumentano le richieste di case, villaggi, appartamenti-hotel-residence, b&b e cambia il modo di fornire ospitalità e servizi per il ricettivo alberghie-ro.Oggi, a differenza di un passato non molto lontano quando il tempo libero era opposto e residuale al tempo della produzione, il turismo è uno degli ambiti in cui si rappre-sentano e prendono forma bisogni e desideri di una società complessa e pulviscolare. La vacanza si è trasformata; da momento rigenerativo a pratica interattiva dove vivere l’individualità delle emozioni, la soggettività delle esperien-ze e la comunità degli stili di vita e delle pratiche relazionali di consumo. La vacanza si è quindi individualizzata, perso-nalizzata, tribalizzata. E’ diventata un ambiente sempre più perturbato da sensibilità e culture che alimentano nuove e diverse rappresentazioni e visioni del mondo. In relazione a questo processo evolutivo che interessa la molecolarizzazione dei comportamenti di vacanza, il confronto tra località turistiche si espande superando la retorica della “bellezza del luogo” per ridefinirsi nei concetti di qualità dell’offerta turistica, di specificità e caratterizzazione del sistema territoriale, di risorse e di abilità comunicative - relazionali. Al centro di questo complesso passaggio vi è quindi una nuova e diversa semantizzazione del territorio: ambiente naturale ed ecolo-gico, ma anche luogo antropomorfo, luogo dell’esperienza segnata dall’incontro, dall’ibridazione, dal mutamento. In questo senso il territorio assume un nuovo valore che rimanda alla sua capacità di offrirsi come risorsa finalizzata alla realizzazione di esperienze culturali.1Oggi, più che in passato, infatti, quote consistenti di consu-mo si trasferiscono dall'acquisto di beni materiali alla spesa per soddisfare esigenze culturali, affettive, sociali e, appun-to, esperienziali. Questo nuovo stadio della valorizzazione è stato definito da Pine e Gilmore, con l'espressione "economia delle esperienze".2 L'economia delle esperien-ze, nella prospettiva adottata dai due autori, non è un'evo-

luzione dell'economia dell'informazione, ma è giustapposta ai tre gruppi merceologici tradizionali: commodities (materie prime), beni e servizi. Se le commodities sono fungibili, i beni tangibili e i servizi intangibili, le esperienze sono memorabili e l'offerta di esperienze ha luogo "ogni qualvolta un'impresa utilizzi intenzionalmente i servizi come palcoscenico e i beni come supporto per coinvolgere un individuo". In altri termini, "l'impresa - il regista di esperienze - non offre più soltanto beni e servizi, ma l'espe-rienza che ne deriva, ricca di sensazioni, creata nel cliente" (Pine e Gilmore, 2000:14). L'esplosione, nel corpo sociale, d'identità molteplici, abilita l'emergere di una domanda di consumi pluridimensionale, che alimenta le forme stesse del riconoscimento sociale. Non a caso, nel corso degli ultimi decenni, si sono create le basi materiali per neologismi quali "comunità del gusto", "comunità del sentire", e via di seguito. Il tipo di consumo, in altri termini, definisce i confini delle aree di appartenen-za di gruppi sociali sempre più ristretti, generatisi attraver-so un processo di "specializzazione funzionale" del mercato a una dimensione. Si tratta di un processo di differenziazio-ne orizzontale del consumo.

E' quindi evidente come le esigenze dei nuovi utenti-clienti siano molteplici e differenti tra loro, e questo abbia portato alla gemmazione di nuovi turismi, tra essi in rapporto complesso, abitati da un insieme eterogeneo di operatori. Il modello tradizionale convive oggi con un'infinità di stili di vivere la vacanza e ha dato vita ad una molteplicità di operatori che detengono esigenze ed aspettative differenti, poiché servono turismi differenti. Per questo, realtà come i parchi a tema, i locali innovativi, le fiere, gli eventi sportivi e culturali, i centri benessere, i tour operators e le ammini-strazioni pubbliche locali hanno la comune necessità di comunicare e di rendersi maggiormente visibili. La possibilità, parimenti diffusa tra i ceti abbienti e meno abbienti, di accedere alle medesime tipologie di beni (inclusi quelli effimeri ed edonistici, quali viaggi, spettacoli,

merci culturali, abbigliamento di moda, tecnologie informative e comunicative), ha trasferito la stratificazione dei modelli di consumo dalla "possibilità di accesso" alla "qualificazione" del bene medesimo. Risulta quindi chiara la nascita di nuove forme turistiche che mirano ad attrarre altrettanto nuove tipologie, o per meglio dire tribù, di viaggiatori. Evidenti, alla luce delle analisi riportate nelle pagine prece-denti, sono le infinite possibilità che la nuova cultura tribale è in grado di offrire al settore turistico. La svolta è da consi-derarsi epocale. In primo luogo va ridefinito l’aspetto semantico di queste pratiche, non dobbiamo più parlare di turisti, ma piuttosto di viaggiatori, reintroducendo un termine proprio del passato. il viandante contemporaneo, è colto , ricercato e soprattutto esigente, affamato di cultura e di esperienze. A questa prima differenza ne segue, direttamente, una seconda, volta a definire il nuovo obbiettivo che muove e motiva il viaggiatore tribale: che oggi non si chiede più “dove stare, ma bensì “cosa fare”. questo aspetto è emble-matico e ci permette di comprendere lo scopo ultimo dei viaggiatori: la conoscenza. La vacanza non è più un momento di relax, ma si trasforma in un’esperienza. Esperienza che deve essere condivisa, e a questo proposito si introduce il terzo grande cambiamento, quello fortemen-te legano al concetto di neo tribù: “con chi fare”. Fonda-mentale è oggi, più che mai, vivere l’esperienze del viaggio con persone che condividano le stesse passioni, e con cui vivere il viaggio. Ed ecco il vero cambiamento, oggi, non possiamo più parlare di target, ma bensì di tribù. questo è vero per ogni prodotto e per ogni servizio, ma è essenziale per la pratica ricettiva, soprattutto se questa vuole differenziarsi della “ordinarie” strutture alberghiere. Possono essere interessa-te un infinito numero di tribù, che soddisfano le esigenze di chiunque. Quindi sport, natura, enogastronomia, arte, archeologie etc. diventano temi essenziali da cui partire nel concepire un servizio ricettivo.

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“il turismo identifica l’attività delle persone che per diletto, vaffari o per qualsiasi altro motivo viaggino e soggiornino in un luogo al di fuori del loro ambito abituale e per la durata minore di un anno”Il comitato Statistico dell’ONU nel marzo 1993 definisce con queste parole la pratica turistica. questa definizone verrà fatta propria dalla Com-missione Europea e approvata dal Consiglio d’Europa, confermata dalla Deliberazione del Parlamento Europeo del 18.02.2001

Il turismo è un settore che ha prospettive di crescita mondiale molto buone, grazie allo sviluppo demografico dei Paesi avanzati, alla maggiore convenienza offerta dai viaggi low cost. Ma, viaggi più frequenti, di durata sempre più breve, hanno cambiato il tradizionale concetto di vacanza sul quale era nata "l'industria delle vacanze" in Italia. Sebbene i quindici giorni estivi continuino ad essere una pratica diffusa, emergono nuovi modelli di fruizione desincronizzata. Il "sistema turismo" si trova ad affrontare una domanda che sta cambiando strutturalmente: oltre al "dove stare", per il turista diviene decisivo il "cosa fare", con il crescere di una domanda nuova e diversamente segmentata, i cui flussi sono inclini alle vacanze brevi e diversificate, sempre più influenzati da fattori inerenti alla qualità e soprattutto dagli elementi di ordine culturale, edonistico ed ambientale. La vacanza tende sempre più ad essere coniugata con qualche forma di impegno, sia esso intellettuale, culturale, sportivo o formativo. L'elemento di sperimentazione si amalgama con il riposo e la rigenerazio-ne ed è legato alla richiesta di vivere un'esperienza spesso a diretto contatto con la natura, per recuperare un rapporto autentico con il contesto ambientale teatro del viaggio/vacanza.

Questi fenomeni provocano modificazioni strutturali ed organizzative nelle imprese: aumentano le richieste di case, villaggi, appartamenti-hotel-residence, b&b e cambia il modo di fornire ospitalità e servizi per il ricettivo alberghie-ro.Oggi, a differenza di un passato non molto lontano quando il tempo libero era opposto e residuale al tempo della produzione, il turismo è uno degli ambiti in cui si rappre-sentano e prendono forma bisogni e desideri di una società complessa e pulviscolare. La vacanza si è trasformata; da momento rigenerativo a pratica interattiva dove vivere l’individualità delle emozioni, la soggettività delle esperien-ze e la comunità degli stili di vita e delle pratiche relazionali di consumo. La vacanza si è quindi individualizzata, perso-nalizzata, tribalizzata. E’ diventata un ambiente sempre più perturbato da sensibilità e culture che alimentano nuove e diverse rappresentazioni e visioni del mondo. In relazione a questo processo evolutivo che interessa la molecolarizzazione dei comportamenti di vacanza, il confronto tra località turistiche si espande superando la retorica della “bellezza del luogo” per ridefinirsi nei concetti di qualità dell’offerta turistica, di specificità e caratterizzazione del sistema territoriale, di risorse e di abilità comunicative - relazionali. Al centro di questo complesso passaggio vi è quindi una nuova e diversa semantizzazione del territorio: ambiente naturale ed ecolo-gico, ma anche luogo antropomorfo, luogo dell’esperienza segnata dall’incontro, dall’ibridazione, dal mutamento. In questo senso il territorio assume un nuovo valore che rimanda alla sua capacità di offrirsi come risorsa finalizzata alla realizzazione di esperienze culturali.1Oggi, più che in passato, infatti, quote consistenti di consu-mo si trasferiscono dall'acquisto di beni materiali alla spesa per soddisfare esigenze culturali, affettive, sociali e, appun-to, esperienziali. Questo nuovo stadio della valorizzazione è stato definito da Pine e Gilmore, con l'espressione "economia delle esperienze".2 L'economia delle esperien-ze, nella prospettiva adottata dai due autori, non è un'evo-

luzione dell'economia dell'informazione, ma è giustapposta ai tre gruppi merceologici tradizionali: commodities (materie prime), beni e servizi. Se le commodities sono fungibili, i beni tangibili e i servizi intangibili, le esperienze sono memorabili e l'offerta di esperienze ha luogo "ogni qualvolta un'impresa utilizzi intenzionalmente i servizi come palcoscenico e i beni come supporto per coinvolgere un individuo". In altri termini, "l'impresa - il regista di esperienze - non offre più soltanto beni e servizi, ma l'espe-rienza che ne deriva, ricca di sensazioni, creata nel cliente" (Pine e Gilmore, 2000:14). L'esplosione, nel corpo sociale, d'identità molteplici, abilita l'emergere di una domanda di consumi pluridimensionale, che alimenta le forme stesse del riconoscimento sociale. Non a caso, nel corso degli ultimi decenni, si sono create le basi materiali per neologismi quali "comunità del gusto", "comunità del sentire", e via di seguito. Il tipo di consumo, in altri termini, definisce i confini delle aree di appartenen-za di gruppi sociali sempre più ristretti, generatisi attraver-so un processo di "specializzazione funzionale" del mercato a una dimensione. Si tratta di un processo di differenziazio-ne orizzontale del consumo.

E' quindi evidente come le esigenze dei nuovi utenti-clienti siano molteplici e differenti tra loro, e questo abbia portato alla gemmazione di nuovi turismi, tra essi in rapporto complesso, abitati da un insieme eterogeneo di operatori. Il modello tradizionale convive oggi con un'infinità di stili di vivere la vacanza e ha dato vita ad una molteplicità di operatori che detengono esigenze ed aspettative differenti, poiché servono turismi differenti. Per questo, realtà come i parchi a tema, i locali innovativi, le fiere, gli eventi sportivi e culturali, i centri benessere, i tour operators e le ammini-strazioni pubbliche locali hanno la comune necessità di comunicare e di rendersi maggiormente visibili. La possibilità, parimenti diffusa tra i ceti abbienti e meno abbienti, di accedere alle medesime tipologie di beni (inclusi quelli effimeri ed edonistici, quali viaggi, spettacoli,

merci culturali, abbigliamento di moda, tecnologie informative e comunicative), ha trasferito la stratificazione dei modelli di consumo dalla "possibilità di accesso" alla "qualificazione" del bene medesimo. Risulta quindi chiara la nascita di nuove forme turistiche che mirano ad attrarre altrettanto nuove tipologie, o per meglio dire tribù, di viaggiatori. Evidenti, alla luce delle analisi riportate nelle pagine prece-denti, sono le infinite possibilità che la nuova cultura tribale è in grado di offrire al settore turistico. La svolta è da consi-derarsi epocale. In primo luogo va ridefinito l’aspetto semantico di queste pratiche, non dobbiamo più parlare di turisti, ma piuttosto di viaggiatori, reintroducendo un termine proprio del passato. il viandante contemporaneo, è colto , ricercato e soprattutto esigente, affamato di cultura e di esperienze. A questa prima differenza ne segue, direttamente, una seconda, volta a definire il nuovo obbiettivo che muove e motiva il viaggiatore tribale: che oggi non si chiede più “dove stare, ma bensì “cosa fare”. questo aspetto è emble-matico e ci permette di comprendere lo scopo ultimo dei viaggiatori: la conoscenza. La vacanza non è più un momento di relax, ma si trasforma in un’esperienza. Esperienza che deve essere condivisa, e a questo proposito si introduce il terzo grande cambiamento, quello fortemen-te legano al concetto di neo tribù: “con chi fare”. Fonda-mentale è oggi, più che mai, vivere l’esperienze del viaggio con persone che condividano le stesse passioni, e con cui vivere il viaggio. Ed ecco il vero cambiamento, oggi, non possiamo più parlare di target, ma bensì di tribù. questo è vero per ogni prodotto e per ogni servizio, ma è essenziale per la pratica ricettiva, soprattutto se questa vuole differenziarsi della “ordinarie” strutture alberghiere. Possono essere interessa-te un infinito numero di tribù, che soddisfano le esigenze di chiunque. Quindi sport, natura, enogastronomia, arte, archeologie etc. diventano temi essenziali da cui partire nel concepire un servizio ricettivo.

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INDAGARE NUOVI SCENARIESPLORARE NUOVI PANORAMICREARE DELLE NUOVE OFFERTE TURISTICHE

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chi èil turistatribale?

dove vuole andare?

cosa cerca?

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Le analisi fino a qui svolte ci saranno utili ora per definire in maniera schematiche i caratteri che identificano il turismo tribale. Identificare i soggetti interessati, le attività e i luoghi ci permetterà di delineare un profilo delle nuove tribù di viaggiatori, operazione essenziale alla definizione e alla progettazione di una struttura ricettiva innovativa.

chi sono i soggetti:La prima domanda è volta a definire quali sono i soggetti che interessano il turismo tribale. La risposta alla domanda, benché potrebbe apparire banale e scontata, racchiude al suo interno la reale complessità dell’intera questione. Il postmodernismo, e la conseguente nasci-ta delle neo tribù è un fenomeno sociologico che interessa tutta la società e che inevitabilmen-te va a colpire tutte le persone. In precedenza è stata più volte sottolineata la possibilità della nascita di un’infinità di tribù, anche molto differenti tra loro. Questo aspetto sancisce, forse definitivamente, la morte del concetto di “target” tradizionale, aprendo le perte ad una nuova disciplina, legata al nuovo fenomeno tribale, disciplina che si concentra all’identificazione di un legante, che possa unire più soggetti, piuttosto che un’utente tipo. ad accomunare più soggetti non sono più fasce sociali, possibilità economiche o aspetti anagrafici, ma passioni, interessi, conoscenze e credenze. Questo ci permette di introdurre la seconda domanda, ovvero cosa è in grado di riunire persone molto diverse tra loro.

quali sono i leganti: La risposta rimane la stessa, ovvero qualsiasi cosa. In una società multisfaccettata e multicul-turale come la nostra possono essere infinite le materie e le tematiche in grado di raggruppa-re persene anche molto diverse tra loro. si parla però sempre di passioni, interessi, credenze, convinzioni, ovvero aspetti effimeri, legami molto sottili, che devono essere esaltati, che devo diventare unici protagonisti dell’esperienze. Deve, in definitiva, essere talmente grande, e talmente preponderante, il collante, da riuscire a superare qualsiasi divergenza socio-economico-anagrafica. Ogni aspetto deve rimandare inevitabilmente alla tematica di parten-za, gli spazi, le strutture, gli aspetti caratterizzanti del sistema ricettive devo essere correlati e studiati in relazione a questo. Fondamentale sarà anche il luogo, e questo ci rimanda alla terza questione.

quali sono i luoghi:I luoghi destinati ad accogliere le tribù saranno inscindibilmente correlati alla ragione che ha formato queste tribù. Dovranno essere il corretto sfondo sociale, economico e culturale entro cui la tribù più dedicarsi alle proprie attività. Il contesto ambientale riuscirà così a consolidare il legante, rendendolo ancora più forte, evitando il collasso dell’intero sistema.

CARATTERI DEL TURISMO TRIBALE

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Questi tre elementi sono strettamente correlati agli aspetti caratterizzanti delle neotribù: dove quella che è stata definita come ricerca costante di connessioni, da parte di tutti noi, è la ragione per cui qualsiasi soggetto della società occidentale potrà essere interessato ad una determinata esperienza di viaggio piuttosto che un altra. La natura effimera e fluida delle connessioni, dovuta appunto alla varietà delle persone, va letta come conseguenza del primo punto, e come causa del terzo, ovvero la ricerca di una la ritualità. introdurre rituali, gerarchie, totem, luoghi di culto (laici e non) consentirà il consolidamento degli effimeri legami che collegano le persone. Il lavoro cruciale ed essenziale sarà quindi in un primo luogo definire il legante, ovvero la connessione, seguito poi dalla creazione di strutture in grado di soddisfare la fame rituale delle neotribù. La natura polivalente dei soggetti che potranno appartene-re ad una tribù piuttosto che ad un altra, fa nascere un ulteriore aspetto, essenziale allo sviluppo di un sistema ricettivo così complesso: la comunicazione.

questa analisi, prende spunto delle teorie e dalle definizione che Bernard Cova da nel suo “ il marketing tribale”, in relazione all’identificazione delle neotribù.

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ELEMENTIESSENZIALIPER I NUOVILUOGHIDEDICATI AIVIAGIATORI

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Vitale a qualsiasi iniziative turistica che ha come obbiettivo la creazione di una tribù sarà l’identificazione dell'oggetto di culto, ovvero il legante, la matrice che legherà le persone. Questo elemento dovrà sia essere fortemente diffuso, quindi riscontrare un alto tasso di gradimento, sia idonea alle pratiche di viaggio, conforme quindi alle aspettative e alle richieste del viandante contemporaneo. La definizione del culto non dovrà prescindere dalle carat-teristiche tipiche e caratterizzante del viaggio, in particola-re modo da quegli aspetti che, secondo Dal’Ara hanno conquistato, e continuano ad attrarre, la terza generazione di turisti. La genuinità dell’esperienza, la simbiosi tra componente ludica e componente formativa, il forte rapporto con il contesto e le tradizioni e ultimo, ma non meno importante la relazione con la popolazione indigena. Un sistema destinato ad una tribù deve quindi essere concepito amalgamando le esigenze del turista contempo-raneo a quelle delle neotribù postmoderne.

IL CULTO

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Alla definizione del culto seguirà la creazione dei totem, ossia delle strutture destinate all’attività ricettiva. I luoghi destinati alla collettività, quelli dedicati all'accoglienza e pure gli spazi per il pernottamento dovranno assumere una fortissima valenza simbolica, trasformarsi in elementi in grado di esprimere e palesare l'oggetto di culto, ovvero la tematica che tiene unita la tribù. tutti gli spazi si dovranno quindi caratterizzare e tematizza-re, non perdendo però di vista le esigenze e i bisogni che una struttura ricettiva deve soddisfare, per sua stessa definizione. pito amalgamando le esigenze del turista contemporaneo a quelle delle neotribù postmoderne.

I TOTEM

Molte attività dovranno essere integrate all’interno del sistema alberghiero, per soddisfare sia la fame di esperienze degli ospiti, sia per contribuire ai fenomeni di socializzazio-ne all’interno della tribù stessa. tali attività dovranno ovviamente essere indirizzate alla pratica del culto, dovranno quindi diventare dei veri e propri rituali.

/3I RITI

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Questo termine vuole essere una metafore che esprima tutte le attività di comunicazione e di marketing relative alla struttura ricettiva. Saranno interessati tutti i media, e tutti i canali che appartengono ai culti specifici. Di vitale impor-tanza saranno queste attività, data la natura così variegata dei membri delle tribù. fondamentali saranno i canali specializzati, che andranno ad informare direttamente gli interessati. anche i metodi e gli stili di propagazione e sponsorizzazione delle attività dovranno variare in funzione della tipologia di culto che unisce la tribù. A questo proposito sarà utile e consigliato usufruire di tutte le nuove tipologie di marketing, quelle non tradizionali, come il viral, il guerrilla, e soprattutto il tribal marketing

/4I SEGNALI DI FUMO

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definizione del modello

CAP. 04

genetica del progetto

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Conclusa la fase di analisi, verranno nello specifico definiti i soggetti interessati al modello, la a tribù e i creativi a cui questo progetto è rivolto. Identificare nello specifico gli attori e definire un loro prospetto schematico ci aiuterà a identificare le esigenze e conseguentemente a costruire il modello. In una prima fase sarà affrontato il tema della residenza, verranno quindi identificati i creativi, strutturando le dinamiche idonee a soddisfare tutti i loro bisogni e le loro caratteristiche. Successivamente ad essere analizzati saran-no i viaggiatori, gli ospiti della struttura ricettiva, che analogamente ai creativi saranno soggetto di analisi e studio. Conclusa la fase analitica rivolta agli attori del sistema si passerà all’identificazione dei luoghi idonei ad ospitare un modello così strutturato. verranno interessati differenti livelli di analisi, puntando l’attenzione sia questione geo-politiche che topografiche e climatiche. Conclusa la fase di analisi, e confrontati i risultati con le riflessioni riportate nelle pagine precedenti avrà inizio la definizione sistematiche del modello. questa fase, sarà composta da differenti indagini, che ci aiuteranno a identi-ficare ogni elemento essenziale alla creazione di una struttura come quella in questione.

struttura ricettiva

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programma di residenza

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La residenza che si sta immaginando in questo elaborato vuole distinguersi sotto molti aspetti da quello che è lo scenario nazionale, avvicinandosi ad alcuni esempi internazionali, ma mantenendo sempre una vena innovati-va e di sperimentazione. Uno dei primi elementi che vuole chiarire queste diversità sta proprio nella scelta della tipologia di residenza, nel tema che si vuole affrontare, nelle tecnologie che si voglio-no fornire. In primo luogo non si vuole strutturare un modello monotematico, ma bensì uno spazio multidiscipli-nare, in grado di generare un costante flusso di soggetti anche molto differenti tra loro, e una continua interazione e fusione di competenze, di stili, di modi di pensare. proprio in questa idea si può chiaramente leggere la prima componente innovativa dell’intero progetto, ovvero nel aver concepito uno spazio fluido e dinamico, non settorial-lizzato. in questi termini si traduce la scelta di aver sin qui definito questa una “residenza per creativi” piuttosto che una residenza per progettisti, per designer, per artisti ecc... La parola creatività, oggi abusata e molto spesso fraintesa, in realtà racchiude nella sua natura etimologica il suo significato più profondo: il creativo è colui che fa, colui che crea, il creatore in definitiva. in questa parola, bellissima e sacra, è racchiuso il cuore di tutto il mio lavoro. Questo luogo si pone come rifugio per chiunque abbia la voglia, la necessità, la pulsione, di creare qualcosa, di costruire qualcosa, di inventare qualcosa, di decorare qualcosa, di dipingere qualcosa, di scolpire qualcosa, di comporre qualcosa, di scrivere qualcosa o semplicemente di riflettere su qualcosa. Innegabile è che la parola creatività, proprio per la sua odierna inflazione, possa generare un po di confusione sugli intenti di questo spazio, ma se la si intende e la si legge nella sua concezione più pura diventa chiaro l’intento della residenza. L’anali dei programmi di residenza svolta, ed in particolare

- creativi -IL PROGRAMMA DI RESIDENZA

lo studio delle dotazioni fornite da questi organismi mi ha portato ha riflettere sulla necessità di offrire un insieme di elementi in grado di consentire il lavoro e la crescita dei soggetti ospitati, e quindi l’impossibilità di aprire la residen-za a chiunque. in seguito a queste analisi e queste riflessioni si è arrivati alla definizione della residenza stessa, sceglien-do di percorrere una strada differente dalla norma: la residenza non sarà quindi rivolta ad una specifica categoria di persone, ma saranno le dotazioni interne, esplicitate e ben illustrate a fare una naturale scrematura dei soggetti che decideranno di parteciparvi. Per meglio spiegare questo concetto dobbiamo fare riferi-mento a delle strutture esistenti, che si rivolgono ai giovani e che hanno, come nel nostro caso, l’ambizione di sostenere i giovani creativi: i FablAbI Fablab sono una realtà internazionale, ben inserita anche nel nostro paese, che mettono a disposizione le loro loro specifiche tecnologie, a chiunque voglia sviluppare un progetto. A queste realtà si avvicinano solo i creativi che vogliono usufruire delle attrezzature offerte. Possiamo quindi affermare che il programma di residenza che si sta cercando di immaginare non imponga una speci-fica tematica, ma delle attrezzature tecniche, dei materiali, degli esperti, degli spazi specifici e non una tematica speci-fica. Quali saranno questi spazi e queste attrezzature sarà una questione analizzata a successivamente. In seconda battuta va specificata un’ulteriore linea guida che la residenza imporrà ai suoi ospiti, ovvero l’obbiettivo di ogni operazione creativa. Comune a tutti i progetti sarà la volontà di far crescere e sviluppare la struttura stessa e le dotazioni a questa correlate. Quest’ultimo aspetto, che potrebbe essere letto come una sbagliata e limitante impo-sizione nella realtà rappresenta l’anima dell’intera iniziati-va, ovvero la volontà di generare uno spazio sperimentale, un tempio della creatività e dalla cultura.

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Il verbo italiano "creare", al quale il sostantivo "creatività" rimanda, deriva dal "creare" latino, che condivide con "crescere" la radice KAR. In sanscrito, "KAR-TR" è "colui che fa" (dal niente), il creatore

“Qualsiasi cosa sia la creatività, è una parte nella soluzione di un problema”

Brian Aldiss

- ci scusi Enzo Mari -

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- tribù di viaggiatori -

STRUTTURA RICETTIVA

Analizzando nello specifico le caratteristiche di nuovi turisti, quelli di quarta generazione, e avendoli identificati e caratterizzati con l’accezione postmoderna di neotribù, risulta inevitabile la ricerca di quello che abbiamo qui definito il culto, ovvero il legante. Cosa spingerà i viaggiato-ri ad avvicinarsi a questa struttura ricettiva e cosa li unirà? la risposta a questa domanda la si può ritrovare nel programma di residenza stesso, nelle sue caratteristiche, ed in particolare nelle creazioni che da questo scaturiranno. Sarà appunto la passione per il progetto, per l’arte, per il lavoro creativo, per la ricercatezza e varietà stilistica del luogo ad attirare i viaggiatori, ad unirli. Il culto diventerà quindi il progetto stesso e l’idea alla base di questo. E’ quindi impossibile tracciare un profilo chiaro e definito dei membri della tribù, essendo questa composta da soggetti molto differenti tra loro possiamo dobbiamo affrontare lo studio nelle necessità degli ospiti in maniera alternativa rispetto al più ordinario processo che vede protagonisti i bisogni e che trova i mezzi per soddisfarli. Dall’Ara nei suoi testi sottolinea un aspetto fondamentale del turista, che in questo progetto non può essere tralascia-to, ovvero il non voler mai rinunciare ai traguardi raggiunti nel passato, al non dimenticare le esperienza che l’anno portato a crescere. Questo è il primo elemento da conside-rare, ovvero guardare alla storia, alle varie generazioni che si sono susseguite. Il comfort, ad esempio, è un elemento che le attività ricetti-

ve hanno iniziato a fornire ai propri clienti non è certamen-te una caratteristica sottovalutare, ma da da considerare come base progettuale. Altro aspetto centrale è la connota-zione naturalistica ed ecologica, che è diventata protagoni-sta nei viaggi e nelle esperienze turistiche degli anni passati. A questo ultimo punto si collegano direttamente tutte quelle esperienze progettuali che hanno indagato su forme diverse di ricezione, come l’albergo diffuso, e che possono essere lette come spunto progettuale. In fine vanno consi-derati tutti gli elementi che caratterizzano le neo tribù, trasformandoli in ambienti e servizi propri della struttura ricettiva Una della maggiori sfide quindi connessa all'impossibilità di definire un target, una tipologia standard di cliente. il concetto stesso di tribù sottintende l'inesistenza di un profilo standardizzato di utente, introducendo una infinità di differenti soggetti, che devono riuscire a vivere assieme, a condividere un’esperienza, a crescere grazie alla colletti-vità. A questa sfida ne segue poi una seconda, sempre inerente al tema della convivenza, ovvero il far coesistere dei viaggiatori, con tutte le loro pretese, speranze e bisogni, con dei soggetti attivi il cui scopo è quello di creare. La questione in definitiva ruota attorno alle passioni e agli interessi che uniranno i protagonisti della struttura ricetti-va: arte, design, architettura, materie espresse secondo tutte le loro declinazioni possibili saranno dunque i leganti di tutta la struttura e di tutti i soggetti che la vivranno.

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residenza per creativi + STRUTTURA RICETTIVA

L’intera questione progettuale verte attorno alla fusione di questi due universi, quindi all’unione di una struttura ricettiva e di una residenza per artisti. La convinzione è che questa unione sia in grado di apportare benefici ad entrambi gli universi, senza vederli collidere, ma all’opposto coesistere e reciprocamente migliorarsi. Questa unione va letta come una sorta di simbiosi mutualistica, dove i due i due organismi coinvolti, residenza creativa e attività ricetti-va, riescono a trarre benefici reciproci, migliorando le rispettive vite, e garantendone una sopravvivenza. Anche in questo caso va identificato un legante che colleghi le due attività, tale collante è il motivo centrale di tutto il progetto, ovvero la creatività: soggetti attivi che la generano e che hanno attribuito alle pratiche creative una ragione di vita e attori passivi ( o per meglio dire apparentemente passivi) che la apprezzano, che amano i prodotti delle menti geniali e che decidono di immergersi in un mondo dove, la sfera creativa sia totalizzante.

Deve quindi essere concepito uno spazio in grado accogliere da un lato dei creativi, con tutte le loro esigenze e che deve soddisfare tutti i bisogni di un gruppo di viaggiatori tribali. deve quindi assumere le fattezze di uno spazio indirizzato verso un programma di residenza e contemporaneamente avvicinarsi ad una tipologia alberghiera ben definita. Questo dovrà fornire ai creativi tutti gli strumenti per lavorare, studiare, riflette e ragionare, ma anche per esporre e comunicare le opere realizzate. Ricevendo, come moneta di scambio, dai creativi, un continuo e costante apporto di attrezzature, strutture, opere ed attrazioni, che andranno ad incrementare la sua valenza stilistica e culturale. Questo mondo si caratterizzerà quindi di moltissimi modelli stilistici e innumerevoli attrezzature, in grado di soddisfare ogni bisogno e ogni richiesta dei viaggiatori, Che riceveranno dalla struttura la possibilità di soggiornare in un luogo unico ed indimenticabile. Uno spazio in cui essere travolti da un’onda di cultura e di bellezza. un luogo in continua mutazione ed in costante crescita, sempre diverso e sempre migliore, ricco di spunti di riflessione e soprattutto unico, dove vivere esperienze singolari e fortemente caratterizzate. I viaggiatori dal canto assumeranno due ruoli essenziali all’intero meccanismo: in primo luogo quello di finanziatori, si trasformeran-no in mecenati tribali, che grazie al loro apporto economico potranno finanziare l’intera struttura, in seconda battuta diventeranno dei fruitori reali delle creazioni e rappresenteran-no un folto pubblico per le esposizioni artistiche ( la loro presenza riuscirà a motivare e incen-tivare il lavoro dei creativi).L’incontro tra i due attori del sistema, ovvero i creativi e i viaggiatori, rappresenterà uno degli aspetti principali e diventerà l’aspetto fondamentale e caratterizzante di entrambe le esperienze, quella creativa e quella di viaggio. i clienti della struttura ricettiva potranno entra-re in contatto con la sfera artistica e costruttiva, osservando direttamente il lavo degli ospiti, invertendo, consigliando e all'occorrenza partecipando direttamente all’attività creativa. Questo renderà attivi e partecipi gli ospiti permettendo di soddisfare alcune delle esigenze fondamentali del turista di quarta generazione. Questo incontro apporterà notevoli benefici anche all’attività creativa, in quanto garantirà un confronto diretto con il fruitore finale delle opere e delle creazioni. una caratteristica fondamentale, sarà in fine il rapporto che si verrà a creare tra la struttura, nel suo complesso, e la comunità indigena in cui questa verrà inserita, facendo si che si venga ad instaurare un ulteriore rapporto simbiotico. La struttura porterà visibilità, prestigio, innovazione ed una ventata culturale, ricevendo un impagabile patrimonio di conoscenza, di tradizione, di tecniche locali. Il progetto non può quindi prescindere da una forte contestua-lizzazione, che dovrà assumere un aspetto centrale divendo un ulteriore spunto di indagine

la simbiosi

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LA SIMBIOSI MUTUALISTICA: dal greco: συν = insieme; βιος = vita La simbiosi mutualistica rappresenta la stretta relazione fra oggetti, azioni o persone diverse, per trarne un beneficio reciproco.Il termine fu coniato da Heinrich Anton de Bary nel 1879 per qualificare la natura dei licheni, ch'egli dimostrò essere un'associazione fra un'alga e un fungo. Egli definì la simbiosi come “... Zusammenleben ungleichnamiger Organismen …” cioè “….il vivere insieme di organismi con diverso nome…”.Oscar Hertwig l'adottò poi per indicare associazioni simili tra due organismi di diversa specie.

- Wiki -

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residenza

CREATIVI

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Il contatto tra creativi e viaggiatori garantirà a questi ultimi un continuo confronto e quindi una forte crescita personale, data dalla conoscenza dei soggetti che con il loro lavoro e la loro creatività sono attivi nello sviluppo della struttura.

I creativi fanno si che la struttura ricettiva sia in grado di crescere autonomamente, in maniere continua e consen-tono una sua rigenerazione costante. Saranno loro ad attribuire al progetto una varietà stilistica unica, ed una valenza artistica altrimenti irraggiungibile

cosa i creativi apportano alla struttura ricettiva

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struttura ricettiva

VIAGGIATORI

i viaggiatori e i visitatori porteranno un costante afflusso di fondi all'attività creativa, rendendola così il più indipendente possibile, e permettendo il suo sviluppo anche senza la presenza di un mecenate diretto.

I viaggiatori ed i visitatori, assumeranno la valenza di fruitori reali nei per i creativi attribuendo ai manufatti scaturita dalle residenza una valenza funzionale, oltre che simbolica molto più concreta. Artisti, progettisti ed artigiani potranno così confrontarsi continuamente con quelli che saranno gli utilizzatori o i visitatori delle loro opere.

cosa i viaggiatori apportano alla residenza

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DEFINIZIONE DEGLI ELEMENTICHIAVE DEL MODELLODefiniti i soggetti e chiarita la natura della simbiosi che garantirà la vita della struttura, si passa ora all’identificazione e alla definizione di tutti gli elementi che ci permetteranno di costruire un modello standardizzato. I dieci punti definiti rappresenteranno la spina dorsale del servizio. Saranno concetti fondamentali da cui partire per sviluppare un progetto coerente e soprattutto sensato. Assumeranno quindi una valore importantissimo e saranno essenziali alla buona riuscita della struttura. Questi elementi, e la loro definizione altro non sono che la sintesi di tutto il lavoro svolto sin qui, in particola modo saranno la conseguenza diretta delle conclusioni nate dai capito-li dedicati alla ricerca e delle osservazioni fatte in relazione alla natura simbiotica della struttura.

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5. IMPOSTAZIONE DELLA RESIDENZA

6. INTEGRAZIONE DELLA COMUNITLOCALE

1. LA SCELTA DEL LUOGO

8. IDENTIFICAZIONE DEGLI SPAZI

7. INTERAZIONI TRA GLI ATTORI

2. QUESTIONE ECOLOGICA AMBIENTALE:

3. PRINCIPIO DI CRESCITA GRADUALE

4. IMPOSTAZIONE DELLA STRUTTURA RICETTIVA

9. COMUNICAZIONE

10. ORGANIZZAZIONE E GESTIONE

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Fondamentale nella realizzazione di questo progetto sarà la scelta di un luogo, ovvero il contesto in cui inserire la struttura. questa dovrà riuscire ad integrarsi alla perfezione in un ambiente composto da un complesso intreccio di elementi, geografici, culturali, storici e paesaggisti. la scelta del luogo è il primo step da analizzare ed affrontare se si vuole intraprendere un progetto come quello che qui è descritto. Una premessa è d’obbligo: L’analisi fino qui svolta si è concentrata sul territorio nazionale, ed è ragionevole limitare al territorio italiano lo spazio geografico in cui inserire questi progetti. La definizione di uno modello generico deve considerare aspetti come il jet-lag culturale, la questione giuridica e normativa.

CARATTERISTICHE DEL LUOGO

di seguito sono elencate le caratteristiche che il luogo designato alla nascita della struttura deve assolutamente rispettare

Luogo di Interesse turistico: la scelta del luogo non può prescindere da questo elemento. la regione scelta deve essere soggetta ad un notevole flusso turistico, sia stagionale che annuale, per garantire una continua affluenza di visita-tori. Data la natura estremamente caratterizzata della struttura in analisi non si può non inserirla all’interno di un circuito vacanziero già ben strutturato e definito, sfruttan-done i flussi e le infrastrutture, come strade, aeroporti e portiLuogo di interesse culturale: inevitabile sarà la presen-za di un circuito culturale già ben consolidato nel territorio. l’area geografica designata dovrà essere fornita di tutti quei servizi a cui un’attività culturale deve appoggiarsi. Il conte-sto culturale sarà fondamentale e diventerà uno degli elementi pregnanti della struttura, caratterizzandola e contestualizzandola, usi e costumi potranno essere ripresi e rielaborati, come anche materiali e tradizioni, icone e stili, Garantendo, sia ai turisti che hai creativi una immersione nella storia e nella cultura. Oltre all'aspetto storico e tradizionale dovrà essere presente e ben radicato un circui-to dedicato all’arte contemporanea. Questo ultimo aspetto vede due motivazioni: la prima ha un carattere sociale, e

1. LA SCELTA DEL LUOGO

quindi la popolazione autoctona deve essere già stata avvicinata dai temi della contemporaneità (per evitare rigetti). Altro aspetto ha delle motivazioni più pratiche rivolte alla presenza di enti ed associazioni che possono aiutare sotto molti aspetti la nascita e la crescita del sistema.

natura o città?Vi è poi un terzo elemento, che concerne la natura dell’area, che pone la decisione dinnanzi ad un bivio, ovvero se inserire il modello di struttura in un contesto naturale oppure se focalizzare l’attenzione sulle aree urbane. Questa scelta è cruciale e definirà l’impronta stilistica e tematica sia della struttura ricettiva, sia quella della residenza. Sono molteplici le considerazioni che vanno pesate e analizzate al fine di prendere una strada piuttosto che un’altra. In primo luogo vi è la struttura ricettiva, che sicuramente potrebbe assumere un valore significativo, inserita in entrambi gli scenari. Sia un conte-sto urbano che uno naturalistico possono offrire le caratte-ristiche sopracitate, quindi infrastrutture e servizi a cui affiancarsi. Va però ricordata un aspetto fondamentale che contraddistingue il viaggiatore tribale, e che si può ricolle-gare anche ai turisti di terza generazione, ovvero l’importanza del contatto con l’ambiente naturale e la riscoperta della vita rurale. Svolgendo una seconda analisi, riferita alla componente creativa del sistema, si deve invece considerare lo stato dell’arte di queste iniziative nel territorio italiano e confrontato con lo scenario globale. questo paragone sottolinea una inversione di tendenza dell’Italia rispetto al resto del globo. Se nel continente americano e nel nord dell’Europa iniziano a nascere iniziative che si contestualiz-zano in scenari verdi, nel nostro paese continuano a concentrarsi strutture nei nuclei urbani. Milano, Torino, Bologna Sono gli emisferi più prolifici su questo fronte, e quindi sarebbe interessante concertare l’attenzione su aree verdi, rurali, periferiche alle zone urbane. Questo approccio naturalistico potrebbe, se si considera la parte di residenza, generare alcuni problemi, legati alla lontananza dai circuiti artistici e culturali più vivi (Milano, Torino, Bologna, Roma). Ma forse sarebbe questa lonta-nanza forzata a portare verso la nascita di una creatività più spontanea e meno retorica, più ecologica, e certamente più genuina.

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nuovo o vecchio?Un altro aspetto che merita una approfondita riflessione riguarda la possibilità di inserirsi all’interno di una struttu-ra architettonica già esistente, affrontando quindi una politica conservativa e di restauro, piuttosto che decidere di realizzare una struttura ex novo. Quest’ultima opzione garantirebbe una assoluta libertà progettuale, e una totale libertà progettuale. Permetterebbe inoltre di ricreare degli spazi concepiti appositamente per le funzioni che sono destinati a soddisfare. Va però considerato che un interven-to conservativo non solo sarebbe affine con le molteplici esperienze analizzate nel capitolo dedicato ai programmi di residenza ma rispecchierebbe una logica di responsabili-tà ecologica contemporanea affine alle tematiche naturali-stiche. Certamente una ristrutturazione, accompagnata da un cosciente intervento architettonico aggiuntivo accentue-rebbe il valore simbolico dell’intera struttura.

questioni aperte:vi sono poi degli elementi che necessiteranno di una specifi-ca analisi e che influenzeranno molto il progetto, ma che sono correlate all’are designata. Questi elementi sono: l’analisi storica, l’analisi climatica e quella dei flussi turisti-ci.Analisi storica: l’analisi storica, che si lega molto al contesto culturale, può fornire molti spunti spunti al progetto, che per ragioni di coerenza e di correttezza dovrà rifarsi alla tradizione e alla cultura del luogo. questo andrà a giovare sia alla componente ricettiva sia a quella residen-ziale. Analisi climatica: fondamentale alla progettazione e allo sviluppo del servizio. Sarà uno degli elementi da consi-derare in fase operativa, sia per quanto riguarda la creazio-ne delle strutture e la definizione degli ambianti, sia per quanto concerne la definizione del programma residenzia-le e alberghieroanalisi dei flussi: Analogamente al punto precedente questa analisi fornirà indicazioni utili riguardo a tempisti-che e alla definizione di un calendario programmatico

Sarà quindi doveroso, una volta identificato un sito idoneo all’inserimento della struttura dedicare molto tempo e molta attenzione al contesto che fa da cornici all’area.

POSSIBILI SCENARI DI SVILUPPO:Alla luce delle considerazioni sin qui fatte è possibile defini-re alcuni ipotetici scenari di sviluppo della struttura. Una analisi del su più livelli aiuterà a comprendere quali saran-no le are che meglio si presteranno ad ospitare il sistema descritto. il primo livello va ha definire la macro aree nazionale, ovvero il territorio italiano. La scelta di limitare il campo di indagine ad una nazione specifica, l’Italia appunto, è dovuta a molteplici fattori, già analizzati, e che vanno riferiti a questioni culturali, socio-economiche e turistico-ricettive. Successivamente l’attenzione va spostata al livello regiona-le, prendendo in considerazione quelle regioni che assumo-no un ruolo protagonista sia a livello turistico sia a livello culturale. a questo punto si arriverà a identificare una serie di luoghi, legati a contesti urbani precisi, ma che presenta-no una forte valenza naturalistica. Ultimo fattore sarà l'individuazione di specifiche strutture che potranno ospita-re tutti i servizi definiti in precedenza. Saranno quindi individuate tutte quelle realtà agricole ed ex-industriali in stato di abbandono, ma anche contesti abitativi periferici disabitati e vecchie strutture alberghiere in stato di degra-do. Una rappresentazione grafica di queste zona ci potrà aiutare a definire più precisamente queste aree.

Si è deciso di limitare il campo di indagine su possibili ed eventuali scenari di sviluppo al territorio italiano per poter sviluppare un modello più coerente e reale. Le diversità culturali, amministrative e legislative tra diverse nazioni rendono questa una scelta quasi obbligata. Lo scenario nazionale presenta inoltre un terreno fertile per lo sviluppo di questa struttura, si sul fronte turistico, che su quello culturale: nel 2010 la World Tourism Organization, identifica L’Italia come il quinto paese più visitato al mondo, in relazione ai dati relativi all’anno precedente. Questo studio quantifica il numero di turisti stranieri approdati nella nazione in 43,2 milioni, una cifra importante se si considera la popolazione nazionale, ed in linea con i flussi turistici degli anni precedenti ( 2007 - 42,7 milioni di turisti e 2008 - 43,7 milioni di turisti). Anche i dati relativi al patrimonio culturale italiano avvalorano la possibilità di sviluppo della struttura, uno su tutti, riportato dal Sito ufficiale del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca , sottolinea come In Italia ci sia la più alta presenza di siti patrimonio dell'Umanità dell'UNE-SCO: 47, ovvero il 5% del totale mondiale.

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il luogo

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2. QUESTIONE ECOLOGICA AMBIENTALE:

Fortemente legata alla scelta dell’area si ricollega la questione ecologica, aspetto questo che vede un ruolo centrare anche in relazione alla tipologia di fascia turistica interessata. La struttura si rivolge, per quanto concerne la sua componente alberghiera ad un pubblico estremamente esigente ed orientato verso stili di vita verdi ed ecologici. Questo aspetto dovrà essere considerato in ogni elemento del progetto ed in ogni caratteristica del servizio offerto. La collocazione prettamente naturale spinge ulteriormente il progetto ad adottare una politica verde, assumendo in definitiva un valenza positiva anche per la componente creativa della struttura. La scelta di adottare una politica ecoturistica risulta quindi quasi obbligata, in relazione a molteplici aspetti ed ai principi espressi precedentemente. La questione vede inoltre molte conferme e evidenzia un ottimo potenziale economico se si vanno ad analizzare i dati relativi a queste pratiche in riferimento al territorio nazionale. Un documento redatto nel 2002 dalla World Tourism Organization quantifica con una percentuale del 2% le attività legate al turismo con impronta ecologica nel nostro paese, con uno sviluppo annuo costante previsto del 20%.L’Associazione Italiana per il Turismo Responsabile (AIRT) ha adottato nel 2005 la seguente definizione: “il turismo responsabile è il turismo attuato secondo principio di giustizia sociale ed economica e nel pieno rispetto dell'ambiente e delle culture.”Dagli anni ottanta, quando i concetti di ecoturismo e turismo sostenibile hanno iniziato a diffondersi e ad interessare sia operatori che viaggiatori si è visto un incre-mento esponenziale di queste pratiche e si è arrivati ad una definizione sempre più efficace di queste pratiche. Oggi

l’interesse di queste attività rivolge l’attenzione su due aspetti: L’ambiente e la comunità. Quindi la salvaguardia del patrimonio ecologico e culturale e il rispetto e la cresci-ta delle comunità locali interessate ai flussi turistici.

Il progetto della struttura e dei servizi ad essa correlati dovranno quindi rispettare tutti i principi di sostenibilità descritti, seguendo un’etica di rispetto verso il patrimonio naturale, culturale e sociale. in riferimento a questi aspetti andrà rivolta una particolare attenzione al metodo archi-tettonico, alla questione alimentare e a quella energetica

progetto architettonico:

Il primo elemento che soddisferà gli aspetti ecologici sarà l'inserimento della struttura all’interno di un contesto esistente, attuando quindi una politica di conservativa e di restauro, piuttosto che realizzare una costruzione nuova. La scelta di materiali e tecnologia dovrà poi essere fortemente legata al luogo, adottando una politica di chilometro ero anche nella scelta di materiali, e favorendo così la contestualizzazione all’interno di dello scenario storico locale. Anche dal punto di vista stilistico e funziona-le dovranno essere adottati degli accorgimenti che favori-scano lo sviluppo sostenibile della struttura.

food & beverage:

Le forniture di cibo e bevande, dovranno rispettare tutte le caratteristiche e i principi della filiera corta, adottando anche in questo caso la politica del Km0. Le forniture di cibo dovranno così riferirsi alle aziende locali e alle culture

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stagionali, inserendo la struttura all’interno delle reti alimentari del territorio. Non solo le materie prime dovranno rappresentare un rimando alla cultura territoriale, ma anche le pietanze preparate dovranno ricollegarsi alla tradizione locale. La coltivazione di determinati vegetali e l’allevamento di piccoli animali domestici direttamente in loco, ovvero all’interno della struttura potrebbe essere un elemento di forte richiamo turistico e di risparmio economico. Attuare una politica di autoproduzione alimentare comporterà però l’inserimento di una nuova area di competenze nel servizio.

produzione agricola in loco: l'inserimento della struttura in un contesto naturale, favorirà lo sviluppo di pratiche agricole all’interno della struttura stessa, fornendo così un fortissimo elemento di richiamo per la componete turistica e consentendo al progetto di collocarsi all'interno del panorama agrituristico nazionale. Notevoli saranno però gli sforzi necessari per consentire la nascita e garantire il perpetuarsi di tali iniziative agricole, Andranno quindi ben valutate, soprattutto dal punto di vista economico, tali possibilità .Una delle strade che si potrebbero percorrere, potrebbe essere quella di sfruttare la sempre più frequente tendenza, che vede protagoniste le nuove generazioni, di intraprendere esperienze di vita agricola con lo scopo di apprendere mestieri e pratiche rurali. Una fitta rete di scambi è gestita da siti come helpx.net, che ogni anno permette la mobilità di centinaia di migliai di persone, da una parte all’altra del globo.

questione energetica:

All’interno di un discorso ecologico più ampio la questione energetica non può certamente essere tralasciata, ma dovrà

assumere un carattere centrale, apportando all’intero sistema benefici sia economici che di visibilità e prestigio. le linee guida per una corretto sviluppo energetico sosteni-bile sono: - orientamento dell'edificio in rapporto al percorso del sole- distribuzione delle funzioni secondo le diverse zone termi-che create dall'orientamento rispetto al percorso del sole; distribuzione dei volumi anche in rapporto alla circolazio-ne delle correnti d'aria esterne- criteri di integrazione fra l'interno e l'esterno- recupero, depurazione e riutilizzo delle acque- produzione di energia non inquinante da fonti rinnovabili- applicazione di tecnologie solari passive e attive- massimo risparmio energetico - condizioni di traspirabilità e di dispersione dell'umidità- applicazione dei materiali per evitare sbalzi di temperatu-ra e favorire il microclima interno- valutazione dei fattori di inerzia termica e di isolamento nella scelta dell'involucro edilizio- applicazione di tecnologie appropriate per il riscaldamen-to e il raffreddamento dell'edificio- utilizzo della vegetazione come elemento di regolazione microclimatica- massimo sfruttamento dell'illuminazione naturale- ottimizzazione della risorsa acqua nel suo intero ciclo di utilizzo- impiantistica elettrica e sistemi di illuminazione interna che consentano il risparmio energetico- uso di materiali e componenti che richiedano un basso consumo di energia in fase di produzione, trasporto, messa in opera e smaltimento e derivanti da materie prime rinno-vabili

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3. PRINCIPIO DI CRESCITA GRADUALE

Questo punto è mirato ad identificare e descrivere uno dei principi essenziali dell’intero progetto, ovvero la crescita costante e graduale della struttura. Il fatto che si parli di un’esperienza estremamente nuova, unica sul territorio nazionale, impone un suo sviluppo ed un incremento delle strutture graduale. Questo aspetto favorirà quindi il lavoro dei creativi, che si troveranno a dover continuamente ricreare nuovi oggetti, nuove opere e nuovi spazi. wLa struttura, nei sui primi anni di vita, potrà ospitare quindi un limitato numero di ospiti, ed un ancora più ristretto numero di creativi, incrementando però via via, di anno in anno, di residenza in residenza, tale numero. fino ad arrivare ad un punto di massima affluenza, oltre il quale, per ragioni ecologiche ed ambientali non si potrà arrivare. La definizione effettiva del numero di creativi, piutto-sto che quello di viaggiatori interesserà i punti succes-sivi, per ora sarà necessario identificare un rapporto di proporzione tra i due attori. Il numero di Artisti o progettisti ospitati sarà quindi indicato dal numero di ospiti paganti che la struttura sarà in grado di acco-gliere. per questioni economiche e organizzative è logico ipotizzare questo rapporto in 1 a 5 quindi per ogni cinque viaggiatori che potranno essere ospitati vi sarà la possibilità di accogliere un creativo. all’aumento dei viaggiatori seguirà quindi un aumen-to dei creativi. Anche questo aspetto illustra la forte simbiosi che si verrà ad instaurare tra i vari attori del servizio

la struttura nasce per crescere e generarsi autonomamente, grazie alla componente creativa ad essa legata. varietà stilistica

creatività mirata

ricercatezza

mutazioni costanti

unicità

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crescita delle struttura

incremento delle dotazioni

rigenerazione costante

varietà stilistica

unicità

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4. IMPOSTAZIONE DELLA STRUTTURA RICETTIVA

Tipologia di struttura: La struttura ricettiva in questione interesserà una tipologia di viaggiatori molto variegata, e quindi indefinibile, rendendo impossibile identificare un modello ricettivo standard in cui identificarsi. L’assenza di un target specifico comporterà la necessità di soddisfare i bisogni di più soggetti possibili, varieranno al massimo l’offerta. anche la natura dei differenti viaggi non consente nessuna classifica-zione, nessuna formula standard. La struttura dovrà quindi soddisfare ospiti più o meno esigenti, offrendo strutture e attrezzature a livelli di prestigio differenti. Ma anche formule alberghiere diversificate, passando dalla formula B&B a quella di pensione completa o mezza pensione. Avremo quindi da un lato degli spazi dedicati al pernotta-mento e all’intimità in grado di accogliere ospiti anche molto diversi tra loro e dall’altro spazi comuni, di svago e di ristorazione che possano soddisfare esigenze e richieste tra le più variegate. La presenza di un ristorante sarà quindi necessaria, e dovrà caratterizzarsi con i principi di ecologia e località definiti. Lo spazio dedicato alla ristorazione dovrà accogliere tutti gli ospiti negli orari della colazione e dovrà permettere il consumo del pranzo e della cena a chiunque lo voglia. A questo proposito le aree di ristoro potranno essere aperte, all’occasione anche a soggetti esterni, come visitatori temporanei e agli abitanti del luogo.

Quantificazione dei soggetti:la quantificazione dei viaggiatori che potranno essere ospitati dalla struttura dovrà certamente prendere in consi-derazione molteplici aspetti, quali la grandezza delle strutture esistenti, il flusso turistico dell’area scelta e la collocazione strategica del progetto. Sarà logico e chiaro, alla luce delle considerazioni riportate nel capitolo prece-dente, che nelle prime fasi di sviluppo, quindi nei primi anni di vita della struttura, il numero di ospiti sia da consi-

La definizione della struttura ricettiva sarà guidata delle riflessione delle osservazioni fio a qui fatte. Dovranno essere consi-derate quindi le esigenze e le caratteristiche proprie del turismo tribale, quelle dello sviluppo graduale e tutti gli aspetti legati alla natura ecologica del servizio. La questione economica, e quindi della sostenibilità monetaria del sistema avrà un ruolo centrale in questo studio, essendo necessariamente la componente ricettiva la maggior fonte di introiti della struttu-ra. Questa analisi verterà nella sua fase iniziale nella definizione della tipologia di struttura ricettiva, successivamente sarà quantificato il numero di viaggiatori ospitati, arrivando quindi all’identificazione delle strutture a questi dedicati e del personale necessario e delle competenze richieste a quest’ultimo.

derare compreso tra quindici e venti. Il numero di ospiti paganti previsto si giustifica per ragioni economiche, garantendo un giusto introito alla struttura, gestionali, quindi non richiedendo un eccessivo dispendio di personale e di energie. Vede anche una ragione sociale, consentendo la nascita di una tribù interna, senza però eccedere con i numeri. Al fine di diversificare maggiormente l’offerta ricettiva si dovranno affiancare a delle strutture per il pernottamento come le camere degli spazi che consentano attività di campeggio, con tutte le dotazioni e le strutture ad esse correlate.

Identificazione degli spazi: per quanto riguarda la componente ricettiva della struttura sono state definiti degli ambienti necessari, che sono stati estratti dall’analisi dei nuovi turismo. a questi vanno aggiunte tutte quelle aree appartenenti per definizione ad uno spazio destinato all’accoglienza di turisti:

Spazi destinati all'accoglienza:reception

spazi destinati al pernottamento:camere (diversificate per fasce di prezzo) spazi per tende

spazi destinati allo svago e alla socializzazione:spazi collettivizona pranzo zona relax spazi evocativi e mistici (ritualità)

A questi spazi vanno poi aggiunte tutte le dotazioni tecni-che proprie di una struttura ricettiva completa (parcheggi, lavanderia ecc.)

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Page 125: Tesi - Dossier 1

SPAZI COMUNI

Data la natura dei viaggiatori e di un particolare modo l’assoluta varietà di questi ultimi dovuta all’assenza di un target preciso, è necessario diversificare il più possibile i sevizi offerti. L’obbiettivo è quello di ottenere una struttura il più flessibile possibile in grado di soddisfare il maggior numero possibile di esigenze. Fondamentale sarà quindi la creazione di camere diversifi-cate, che possano interessare fasce economiche differenti. Per questa ragione si è deciso di concentrare l’attenzione verso tre tipologie di stanza:

STANZA UP X 2 PERSONE

la più pregiata, pensata per ospitare fino a due persone (principalmente coppie). Questa stanza dovrà essere in grado di offrire un massimo confort e una privacy assoluta.

STANZA DOWN X 4 PERSONE

pensata per soddisfare le esigenze di giovani (e meno giova-ni), fornendo loro i servizi tipici di una sistemazione più spartana, ma comunque confortevole. La scelta del numero di persone che potranno occupare questi spazi va letta in relazione alla capacità media di una automobile.

PIAZZOLEUn servizio di questo tipo dovrà necessariamente mettere a dosposizione degli utenti delle piazzole per tende, diversifi-cando in ampliando modo ulteriormente l’offerta ricettiva

Le aree comuni, quindi gli spazi dedicati alla socializzazio-ne, non vedranno una classificazione netta come invece è previsto per le stanze, questo per favorire ulteriormente la socializzazione e per garantire un continuo scambio ed una continua socializzazione. Dovranno essere inserite oltre alle ben note aree destinate al consumo del cibo e al relax, altri spazi dedicati al culto, ovvero degli spazi dove creativi e viaggiatori possano incontrassi e socializzare. Questi luoghi dovranno conno-tarsi dii un carattere fortemente mistico ed estremamente caratterizzato. Questi luoghi dovranno permettere una sorta di ritualità laica, e diverranno uno degli elementi caratterizzanti dell’intera struttura. alcune possibilità: spazio per falò, spazio per mediazione, spazio per il ballo, spazio per la recitazione, area per il te etc. ( tutte attività in cui si possono riconoscere forteiradici rituali e storiche )

Il seguente prospetto mostra il numero di stanze e conseguentemente di viaggiatori che la struttura sarà in grado di ospitare nel lasso di tempo di dieci anni. Questi dati vano letti in relazione allo studio di fattibilità economica

PRIMO ANNO

stanza upstanza downpiazzola

SECONDO ANNO

stanza upstanza downpiazzola

TERZO ANNO

stanza upstanza downpiazzola

QUARTO ANNO

stanza upstanza downpiazzola

QUINTO ANNO

stanza upstanza downpiazzola

SESTO ANNO

stanza upstanza downpiazzola

SETTIMO ANNO

stanza upstanza downpiazzola

OTTAVO ANNO

stanza upstanza downpiazzola

NONO ANNO

stanza upstanza downpiazzola

DECIMO ANNO

stanza upstanza downpiazzola

22persone

24persone

28persone

30persone

34persone

36persone

40persone

42persone

46persone

48persone

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definire i servizi offerti :Coerentemente con le inattive di residenza analizzate ad ogni ospite verranno offerte tutte quelle strutture e quegli spazi che possano consentire la vita e il lavoro all’interno della struttura.

spazi destinati al pernottamento, allo svago e alla socializzazione:alloggi (dormitori e servizi igienici)spazi collettivicucinazona pranzo spazio relax

spazi destinati al lavoro, alla ricerca, allo studio e alla riflessione:officina e magazzinobiblioteca e archivio spazio di ritiro e di raccoglimento intimoarea informaticaspazi destinati all’esposizione e all’archiviazione:spazio espositivo archivio

definire il periodo di attivitàLe iniziative inerenti la residenza interesseranno l’intero anno, e si svilupperanno in parallelo all’attività ricettiva. Non è infatti pensabile di diversificare le due attività, data la valenza simbiotica alla base del progetto.

definire la durata della residenza:Come per tutti i programmi di residenza presi ad esame il periodo specifico varierà per ogni caso specifico, in relazio-ne al progetto creativo e alle possibilità della struttura. Bisogna però ricordare che le residenze genericamente non superano mai i tre mesi di durata, questo limite è giustifica-to da ragioni gestionali, ma anche legislative e quindi relati-ve ai permessi di soggiorno concessi da stati extraeuropei. definire numericamente quante persone: il numero di soggetti ospitati dalla residenza dovrà, come detto, dipendere da quelli dei viaggiatori protagonisti della struttura ricettiva. per ragioni gestionali ed economiche è logico ipotizzare in un massimo di tre il numero di creativi che contemporaneamente possono partecipare al programma.

5. IMPOSTAZIONE DELLA RESIDENZA

PRIMO ANNO

Il seguente prospetto mostra il numero di residenti che la struttura sarà in grado di ospitare nel lasso di tempo di dieci anni. Questi dati vano letti in relazione allo studio di fattibilità economica

SECONDO ANNO

TERZO ANNO

QUARTO ANNO

QUINTO ANNO

SESTO ANNO

SETTIMO ANNO

OTTAVO ANNO

NONO ANNO

DECIMO ANNO

IPOTESI DI INCREMENTO IN 10 ANNI

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Page 127: Tesi - Dossier 1

il terzo attore

6. INTEGRAZIONE DELLA COMUNITà LOCALE

Lo studio e L’analisi dei programmi di residenza, ed in particolare dei casi storici, ha sottolineato la necessità di integrare, all’interno dei meccanismi delle residenze la comunità locale, ovvero la popolazione autoctona del luogo in cui la residenza viene inserita. Viene così ad essere inserito un terzo attore, gli indigeni, che dovranno necessa-riamente integrarsi con la struttura, e divenire protagonisti al suo interno. L'esclusione di questi, e quindi un totale isolamento del sistema rispetto alla comunità locale, porterebbe certamen-te alla morte della struttura, per svariate ragioni. Il terzo attore verrà quindi coinvolto in molte della attività organizzate, assumendo un ruolo sia passivo, si attivo, a seconda delle occasioni.

Il terzo attore sarà quindi rappresentato da tutti i membri autoctoni delle zone limitrofe la struttura, che a loro piacimento e discrezione potranno essere coinvolti con le attività svolte e usufruire dei servizi offerti, rendendoli participi e soprattutto protagonisti in svariati modi:

attivamente: Saranno coinvolti nelle attività creative in molti modi, come workshop a loro dedicati (per scuole e associazioni), ma anche in maniera didattica, approfittando delle tradizioni storiche e delle maestranze artigianali, che potranno diventare consulenti, docenti, e insegnare così ai creativi ospitati.

passivamente:Tutte le attrezzature dedicate ai viaggiatori potranno essere utilizzate anche dalla popolazione locale, la quale sarà invitata ad assistere alle mostre, alle performance e le attivi-tà culturali organizzate dalla struttura. Ma anche gli spazi destinati alla ristorazione e allo svago saranno aperti al pubblico, diventando così un punto di ritrovo e di incontro per la popolazione.

In definitiva sarà quindi centrale il ruolo del terzo attore, che si troverà a socializzare con i viaggiatori, aspetto questo che aumenterà notevol-mente il valore dell’esperienza di quest’ultimi.

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Page 128: Tesi - Dossier 1

7. INTERAZIONI TRA GLI ATTORI

La buona riuscita di una struttura ibrida come questa sarà condizionata dal coretto studio dei flussi e delle interazioni dei vari soggetti. vi saranno quindi della aree collettive di scambio e di incontro, gli spazi di confronto, altri di lavoro e altri ancora di esposizione. ma ad essi si dovranno affiancare luoghi intimi, personali e di ritiro. In questa sezione si cercherà di definire schematicamente e graficamente i diversi flussi e le diverse collocazioni di tali luoghi. Questa Analisi ci aiuta inoltre ad introdurre il terso attore, ovvero la popolazione autoctona all’interno del modello di studio. L’interazione sarà di due tipi: attiva e passiva. Gli indigeni parteciperanno quindi all’attività creativa sia con workshop specifici sia con programmi di studio visit didattici. Ma anche passivamente, partecipando alle iniziative culturali, quindi alle mostre o le performance e usufruendo eventualmente di zone collettive come bar e ristorante. il grafico di seguito riportato illustra le tre grandi categorie di attori, le loro compenetrazioni e il collocamento delle varie aree e zone della struttura.

VIAGGIATORI CREATIVI

POPO

LAZIO

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officina e magazzino

spazio espositivo

archivio e biblioteca

spazio di ritiro

alloggi per creativi

area ristorante

cucina

camere

spazio relax

spazi per la ritualità

bar

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Page 129: Tesi - Dossier 1

8. IDENTIFICAZIONE DEGLI SPAZI

L’analisi fino a qui svolta ha portato all’identificazione e alla classificazione di alcune aree essenziali al funzionamento del meccanismo della struttura. tutte queste aree, benché tra loro distinte sono l’una collegata all’altra e interessano soggetti diversi. al loro interno verranno a crearsi flussi di persone che garantiranno un continuo confronto scambio ed una costante crescita personale.

Area pubblica:Questa zona è il luogo di incontro di tutti e tre gli attori protagonisti del sistema, qui viaggiatori, creativi e indigeni si potranno incontrare e confrontare. all’interno di questo spazio sono stati inseriti quei luoghi destinati al consumo del cibo e al relax, quindi una zona ristorante e un’area bar. La scelta di riunire tutti i soggetti in questo spazio è stata condizionata dalla volontà e dalla necessità di coinvolgere il più persone possibili in quei momenti che per antonomasia, e che per loro stessa definizione, riescono a raggiungere i più alti livelli di socializzazione e quindi di confronto e dibattito. Questo spazio diventerà il fulcro sociale della struttura e rappresenterà un punto di incontro fondamentale. Spazi comuni: Questi saranno i luoghi di incontro e di ritrovo degli attori diretti, ovvero dei creativi e dei viaggiatori, se è vero che qualsiasi spazio della struttura potrebbe assumere questa funzione è anche importante riprendere il tema della tribalità e della ritualità verso cui il progetto gravita. Sarà quindi importante immaginare delle aree fortemente evocative dove incentivare una socializzazione ed un confronto più profondo, quasi mistico. Questi ambienti dovranno rappresentare la chiave di lettura di tutto il progetto, diventando delle veri e propri punti di riferimento. La socializzazione in questi ambienti verrà quindi agevolata reinterpretando alcuni riti propri della storia dell’uomo, che da sempre hanno rappresentato dei momenti di convivialità, di festa, di gioia, ma anche delle indagini personali profonde e collettive. Il ballo, la musica, ma anche il falò e altre pratiche mistiche e dal forte carattere esoterico, dovranno riuscire a rafforzare i rapporti e a rendere unica l'esperienza. Aree di lavoro: Gli spazi dedicati alla creazione artistica e progettuale e quindi il laboratorio, i magazzini e tutte le dotazioni del caso vedranno l’interesse principalmente dei creativi ospitati. Ciò non togli che i membri della popolazione autoctona e i viaggiatori possano intervenire in maniere attiva alla fase creativa. in particolare i primi potranno essere interessati direttamente tramite workshop e programmi di internship. Va poi riportata la necessità di fornire una componente didattica ai partecipanti al programma di residenza, a tal proposito artigiani, maestri ed esperti del luogo potranno collaborare con la struttura in funzione di cultori, attivando così un programma di studio visit. Spazi di studio e ricerca:Ogni Residenza offre ai suoi ospiti un luogo di ricerca, uno spazio di studio. Questo luogo sarà fondamentale per i creativi, e diventerà una sorta di archivio della struttura stessa. Anche i viaggiatore e i visitatori dovranno poter accedere a questi luoghi, sia per questioni didattiche, sia per ragioni informative e didascaliche nei confronti della struttura e dei programmi di residenza ad essa collegati. Spazi espositivi:Anche se l’intera struttura diventerà un enorme spazio espositivo, dovranno essere destinate delle aree ad accogliere delle mostre (temporanee o permanenti). Queste saranno un enorme elemento di richiamo per i viaggiatori e per la comunità locale. Saranno in definitiva molto importanti anche per i creativi, che avranno così la possibilità di mostrare i loro lavori in uno spazio definito è più “istituzionale”

Alle aree appena analizzate si uniscono due spazi che necessariamente dovranno caratterizzarsi con un livello di intimità maggiore. questi luoghi sono quelli destinati ad ospitare i viaggiatori e i creativi nelle ore notturne. Spazi riservati ai viaggiatori:La zona dedicato al pernottamento dei viaggiatori dovrà necessariamente garantire a questi un livello di intimità e di sicurezza assoluto, per questa ragione sarà accuratamente posizionate. A questa piccola parentesi andrà aggiunta una riflessione più approfondita una volta chiarita la reale ubicazione della struttura, la sua capacità e la natura del viaggio. è chiaro però che in questi spazi si dovranno riunire tutte le caratteristiche dei una ordinaria camera d’albergo e tutte le nuove esigenze del viaggiatore tribale.

Spazi riservati ai creativi: Anche i protagonisti del programma di residenza, come i viaggiatori, necessiteranno di spazi intimi e riservati, ben distinti dalle aree collettive e degli spazi di lavoro. Gli alloggi, ovvero gli spazi per la notte, e per il ritiro dei creativi. Questi saranno concepiti come un luogo di riposo e di distacco dal lavoro e dalle operazioni creativi, dovranno in tutto e per tutto garantire tranquillità e privacy ai fruitori.

AREA RICETTIVAspazi esclusivi dei viaggiatori:questi luoghi questi spazi saranno destinati esclusivamente ai soggetti interessai all’attività ricettiva. Qui sarà garantito il loro relax e la loro privacy. Saranno principalmente le camere ed i servizi a queste correlati a rientrare all’interno di quest’area.

AREA CREATIVAspazi riservati ai creativi: Alcuni spazi della struttura vedranno un uso esclusivo dei creativi, garantendo un isolamento e una privacy maggiore rispetto ai luoghi della collettività. In questi spazi provati saranno inseriti gli alloggi e le aree destinate al raccoglimento e alla riflessione.

AREA TRIBALEspazi ad uso esclusivo di creativi e viaggiatori:Alcuni ambienti verranno destinati ai viaggiatori ed ai creativi, permettendo loro di svolge all’interno di determinate strutture specifiche attività in grado di amplificare l’idea del culto e rafforzare il legame che li ha spinti a riunirsi in quel determinato luogo.

AREA LAVORATIVAspazi destinati al lavoro e alla creazione:In questi spazzi verranno svolte tutte le attività creative e pratiche, e vedranno un utilizzo sia degli ospiti della residenza, sia di alcuni dei membri della comunità locale, qualora questi fossero interessati a partecipare alle attività lavorative della struttura. I viaggiatori, non parteciperanno attivamente a queste attività, ma potranno assistere al lavoro e, all'occorrenza aiutare e consigliare.

AREA PUBBLICAspazi aperti a tutti gli attori: Questi spazi saranno il centro nevralgico di tutta la struttura, interessando il maggior numero di flussi e diventando quindi lo sfondo di tutte le attività di socializzazione. I tre attori qui di incontreranno, in ambienti dove lo scambio e il confronto è per loro stessa definizione congeniale, come sale da pranzo e zone per il relax.

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Page 130: Tesi - Dossier 1

9. COMUNICAZIONE

le attività di comunicazione saranno vitali al funzionamen-to della struttura e dovranno essere mirate e accuratamente studiate per ogni attore protagonista del progetto. Da queste dipende la buona riuscita di tutto il sistema e condi-zioneranno la sua crescita ed il suo sviluppo. In primis Dovranno essere raggiunti i creative, che dovran-no arrivare conoscere il programma di residenza e riuscire a capire gli scopi e le modalità di funzionamento. A questo proposito assumeranno un ruolo essenziale tutte quelle piattaforme telematiche mirate alla pubblicazione e alla sponsorizzazione dei programmi di residenza. A queste operazioni si dovrà sviluppare parallelamente una parte più attiva e diretta volta all’organizzazione di specifici workshop mirati sia alle istituzioni nazionali, sia alla popo-lazione locale. La quale dovrà necessariamente essere resa partecipare delle iniziative, sia in veste di soggetto attivo, collaborando quindi allo sviluppo dell’attività creativa. I membri delle comunità limitrofe dovranno poi essere partecipi di tutte le attività culturale ed eventualmente commerciali della struttura, un apposito programma di mostre ed eventi dovrà fungere da calendario sistematico, in moda da informare con largo anticipo delle attività proposte. in fine vi sarà una massiccia campagna di sponsorizzazione mirata ai viaggiatori, quindi alla tribù. A questo proposito dovranno essere ripresi tutti i precetti del marketing tribale, e quindi saranno interessate tutte quelle forme di comuni-cazione fisiche e telematiche (riviste, giornali e web) che rientrano a far parte della sfera creativa. il Web in definitiva sarà il principale protagonista protago-nista della parte comunicativa sarà proprio il web, con tutte le sue enormi possibilità. La rete permetterà di raggiunge-re, in maniera diretta e semplice ogni attore del sistema. Saranno interessati siti dedicati alle residenze, blog di stampo culturale, artistico e progettuale. Ad essere analiz-zati saranno poi i siti culturali dell’area di progetto, della regione designata. Anche i viaggiatori dovranno essere raggiunti principalmente mediante la rete, e nello specifico dovranno conoscere la struttura non tanto come “albergo” ma piuttosto come spazio creativo pubblico, in cui poter trascorrere dei momenti di vita e soprattutto in cui poter soggiornare. La specifica definizione delle attività di comunicazione sarà uno degli elementi sviluppati in seguito, come conclusione della parte progettuale.

125

Page 131: Tesi - Dossier 1

Complessa ed articolata sarà l’attività gestionale, data la fusione di molteplici elementi all’interno della stessa struttura. Si dovranno prevedere due principali classi di operatori interventi alla struttura, una inerente alla parte residenziale-creativa ed una a quella ricettiva.

10. ORGANIZZAZIONE E GESTIONE

Gestione attività creativa:

Tutte le iniziative riferite a programmi di residenza si contraddistinguono da una accurata e ben strutturata attività gestionale, dovendo non solo coordinare e ammini-strare il lavoro, ma fornire alle persone ospitate un servizio didattico ed una grande visibilità internazionale. Dovran-no essere molteplici le funzioni svolte dai soggetti che si occuperanno dell’attività di residenza, e saranno così suddivise:attività organizzativa e gestionale: in primo luogo dovran-no essere selezionati dei creativi, dovranno essere contatta-ti, accolti, indirizzati, e aiutati nella comprensione del lavoro. Chi svolgerà questi compiti dovrà quindi occuparsi di tutta la componente gestionale della residenza, organiz-zando tutte le attività.attività comunicativa: uno dei precetti dei programmi di residenza è la mobilità culturale e creativa che questi sono in grado di offrire, sarà quindi centrale il ruolo di che si occuperà di far conoscere il progetto al mondo intero. Altro compito sarà la sponsorizzazione e diffusione delle creazio-ni realizzate durante le residenzeattività didattica: uno dei principali servizi offerti dal programma sarà rivolto ad aspetti di didattica, rivolti soprattutto alla tradizione e al lavoro manuale. per questo motivo protagonisti di questa attività saranno le maestran-ze locali, ma anche artigiani e artisti del posto.

Gestione attività ricettiva:

La gestione della attività ricettiva dovrà seguire i modelli già ben oliati e strutturati. La tipologia di struttura ricettiva che sarà adottata aiuterà a definire le attività necessarie e quindi ad individuare i soggetti indispensabili al funziona-mento della struttura. Adottare una formula del B&B, piuttosto che quella della pensione completa, sviluppare una struttura ricettiva verticale tradizionale o una struttura orizzontale, saranno alcuni degli elementi definiti una volta individuata l’area di progetto e diventeranno essenziali alla definizione delle attività gestionaliLa definizione effettiva dei soggetti destinati all’organizzazione del servizio, ed in particolare modo il numero di questi sarà strettamente correlato alla grandez-za dell’intero impianto. Sarà quindi un tema sviluppato successivamente, anche alla luce della necessità di creare degli alloggi per queste persone.

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FUNZIONALENTO DEL MODELLO

STRUTTURA RICETTIVA

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Tutte le iniziative riferite a programmi di residenza si contraddi-stinguono da una accurata e ben strutturata attività gestionale, dovendo non solo coordinare e amministrare il lavoro, ma fornire alle persone ospitate un servizio didattico ed una grande visibilità internazionale. Dovranno essere molteplici le funzioni svolte dai soggetti che si occuperanno dell’attività di residenza, e saranno così suddivise:attività organizzativa e gestionale: in primo luogo dovranno essere selezionati dei creativi, dovranno essere contattati, accolti, indirizzati, e aiutati nella comprensione del lavoro. Chi svolgerà questi compiti dovrà quindi occuparsi di tutta la componente gestionale della residenza, organizzando tutte le attività.attività comunicativa: uno dei precetti dei programmi di residen-za è la mobilità culturale e creativa che questi sono in grado di offrire, sarà quindi centrale il ruolo di che si occuperà di far conoscere il progetto al mondo intero. Altro compito sarà la sponsorizzazione e diffusione delle creazioni realizzate durante le residenzeattività didattica: uno dei principali servizi offerti dal programma sarà rivolto ad aspetti di didattica, rivolti soprattutto alla tradizio-ne e al lavoro manuale. per questo motivo protagonisti di questa attività saranno le maestranze locali, ma anche artigiani e artisti del posto.

STRUTTURA RICETTIVA

La gestione della attività ricettiva dovrà seguire i modelli già ben oliati e strutturati. La tipologia di struttura ricettiva che sarà adottata aiuterà a definire le attività necessarie e quindi ad indivi-duare i soggetti indispensabili al funzionamento della struttura. Adottare una formula del B&B, piuttosto che quella della pensio-ne completa, sviluppare una struttura ricettiva verticale tradizio-nale o una struttura orizzontale, saranno alcuni degli elementi definiti una volta individuata l’area di progetto e diventeranno essenziali alla definizione delle attività gestionaliLa definizione effettiva dei soggetti destinati all’organizzazione del servizio, ed in particolare modo il numero di questi sarà strettamente correlato alla grandezza dell’intero impianto. Sarà quindi un tema sviluppato successivamente, anche alla luce della necessità di creare degli alloggi per queste persone.

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STRUTTURA RICETTIVA

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La gestione della attività ricettiva dovrà seguire i modelli già ben oliati e strutturati. La tipologia di struttura ricettiva che sarà adottata aiuterà a definire le attività necessarie e quindi ad indivi-duare i soggetti indispensabili al funzionamento della struttura. Adottare una formula del B&B, piuttosto che quella della pensio-ne completa, sviluppare una struttura ricettiva verticale tradizio-nale o una struttura orizzontale, saranno alcuni degli elementi definiti una volta individuata l’area di progetto e diventeranno essenziali alla definizione delle attività gestionaliLa definizione effettiva dei soggetti destinati all’organizzazione del servizio, ed in particolare modo il numero di questi sarà strettamente correlato alla grandezza dell’intero impianto. Sarà quindi un tema sviluppato successivamente, anche alla luce della necessità di creare degli alloggi per queste persone.

SPAZIO ESPOSITIVO

La gestione della attività ricettiva dovrà seguire i modelli già ben oliati e strutturati. La tipologia di struttura ricettiva che sarà adottata aiuterà a definire le attività necessarie e quindi ad individuare i soggetti indispen-sabili al funzionamento della struttura. Adottare una formula del B&B, piuttosto che quella della pensione completa, sviluppare una struttura ricettiva verticale tradizionale o una struttura orizzontale, saranno alcuni degli elementi definiti una volta individuata l’area di progetto e diventeranno essenziali alla definizione delle attività gestionali

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o di

por

tare

in

pare

ggio

il

bila

ncio

del

sis

tem

a en

tro

la d

ata

pref

issa

ta.

Asp

etto

cru

cial

e ch

e va

sott

olin

eato

è l’

incr

emen

to c

osta

nte

di p

osti

lett

o, e

di

co

pert

i, ch

e ve

drà

cres

cere

an

nual

men

te

la

stru

ttur

a, si

no a

d ar

riva

re a

d un

mas

sim

o ch

e co

inci

-de

rà c

on l’

anno

dec

imo.

Si è

vol

utam

ente

dec

iso

di

limita

re l

o st

udio

eco

nom

ico,

e t

utte

le

prev

isio

ni

logi

stic

he i

n un

a fa

scia

di

tem

po c

orri

spon

dent

e a

due

lust

ri,

prop

rio

per

imm

agin

are,

te

rmin

ato

ques

to p

erio

do,

una

nuov

a vi

ta d

ella

str

uttu

ra,

che

oggi

non

sar

ebbe

cor

rett

o ip

otiz

zare

. In

con

clus

ione

va

nuov

amen

te r

icor

dato

che

que

sto

mod

ello

vuo

le s

empl

icem

ente

ess

ere

uno

stru

men

to

indi

cativ

o at

to a

def

inir

e il

num

ero

degl

i att

ori

che

la

stru

ttur

a po

treb

be e

sser

e in

gra

do d

i os

pita

re.

Sarà

co

nsig

liato

rip

ropo

rre

tale

mod

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, co

n le

dov

ute

corr

ezio

ni, u

na v

olta

iden

tific

ato

un lu

ogo

di s

vilu

p-po

pre

ciso

. Fac

endo

si c

he tu

tti i

dat

i e tu

tte

le v

aria

-bi

li po

ssan

o ve

nire

a c

oinc

ider

e co

n va

lori

con

cret

i le

gati

all’a

rea

d’in

tere

sse.

130

Page 136: Tesi - Dossier 1

L’an

alis

i de

i ri

cavi

è v

olta

ad

anal

izza

re l

'am

mon

tare

dei

gu

adag

ni e

ffett

ivi d

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str

uttu

ra, i

n re

lazi

one

alla

com

po-

nent

e ri

cett

iva,

a q

uella

agr

ituri

stic

a ed

a q

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esp

ositi

va.

Tal

e an

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once

ntra

su

un la

sso

di te

mpo

di d

ieci

ann

i, co

nsid

eran

do il

cos

tant

e in

crem

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di s

trut

ture

ed

attr

ez-

zatu

re c

he l’

attiv

ità c

reat

iva

port

erà

al s

iste

ma.

AN

ALI

SI

DEI

RIC

AV

I

131

Page 137: Tesi - Dossier 1

Lo

stud

io d

ei r

icav

i del

la s

trut

tura

ric

ettiv

a, v

ede

la s

ua a

nalis

i in

su la

sso

di te

mpo

di 1

0 an

ni, d

ove

si p

uò n

otar

e il

cost

ante

incr

emen

to d

elle

att

rezz

atur

e, e

qui

ndi d

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pos

sibi

lità

dell’

albe

rgo

Stri

ttur

a ri

cett

iva

Stri

ttur

a ri

cett

iva

Stri

ttur

a ri

cett

iva

Stri

ttur

a ri

cett

iva

Stri

ttur

a ri

cett

iva

Stri

ttur

a ri

cett

iva

Stri

ttur

a ri

cett

iva

Stri

ttur

a ri

cett

iva

Stri

ttur

a ri

cett

iva

Stri

ttur

a ri

cett

iva

Stri

ttur

a ri

cett

iva

12

34

56

78

910

# st

anze

9,0

10,0

11,0

12,0

13,0

14,0

15,0

16,0

17,0

18,0

Stan

za u

p2,

03,

03,

04,

04,

05,

05,

06,

06,

07,

0St

anza

dow

n2,

02,

03,

03,

04,

04,

05,

05,

06,

06,

0Pi

azzo

le5,

05,

05,

05,

05,

05,

05,

05,

05,

05,

0

# pe

rson

e22

,024

,028

,030

,034

,036

,040

,042

,046

,048

,0St

anza

up

2,0

2,0

2,0

2,0

2,0

2,0

2,0

2,0

2,0

2,0

Stan

za d

own

4,0

4,0

4,0

4,0

4,0

4,0

4,0

4,0

4,0

4,0

Piaz

zola

2,0

2,0

2,0

2,0

2,0

2,0

2,0

2,0

2,0

2,0

Cost

o pe

r pe

rson

aSt

anza

up

110,

011

2,2

114,

411

6,7

119,

112

1,4

123,

912

6,4

128,

913

1,5

Stan

za d

own

50,0

51,0

52,0

53,1

54,1

55,2

56,3

57,4

58,6

59,8

Piaz

zola

20,0

20,4

20,8

21,2

21,6

22,1

22,5

23,0

23,4

23,9

Rica

vi t

otal

i1.

040,

01.

285,

21.

519,

01.

782,

82.

035,

02.

318,

62.

590,

22.

894,

73.

186,

93.

513,

6St

anza

up

440,

067

3,2

686,

793

3,9

952,

51.

214,

51.

238,

81.

516,

31.

546,

61.

840,

4St

anza

dow

n40

0,0

408,

062

4,2

636,

786

5,9

883,

31.

126,

21.

148,

71.

406,

01.

434,

1Pi

azzo

la20

0,0

204,

020

8,1

212,

221

6,5

220,

822

5,2

229,

723

4,3

239,

0

Coef

fici

enti

occ

upaz

ione

Coef

fici

enti

occ

upaz

ione

Stan

za u

p70

%70

%70

%70

%70

%70

%70

%70

%70

%70

%St

anza

dow

n70

%70

%70

%70

%70

%70

%70

%70

%70

%70

%Pi

azzo

la25

%25

%25

%25

%25

%25

%25

%25

%25

%25

%

Gio

rni a

pert

ura

360

360

360

360

360

360

360

360

360

360

Rica

vi t

otal

i22

9.68

0,0

290.

822,

434

9.07

5,0

414.

889,

947

7.74

2,3

548.

507,

361

6.23

6,1

692.

243,

976

5.14

0,4

846.

699,

2St

anza

up

110.

880,

016

9.64

6,4

173.

039,

323

5.33

3,5

240.

040,

230

6.05

1,2

312.

172,

238

2.09

8,8

389.

740,

846

3.79

1,5

Stan

za d

own

100.

800,

010

2.81

6,0

157.

308,

516

0.45

4,6

218.

218,

322

2.58

2,7

283.

792,

928

9.46

8,8

354.

309,

836

1.39

6,0

Piaz

zola

18.0

00,0

18.3

60,0

18.7

27,2

19.1

01,7

19.4

83,8

19.8

73,5

20.2

70,9

20.6

76,3

21.0

89,9

21.5

11,7

L’H

otel

Pri

ce I

ndex

, ana

lisi s

ull’a

ndam

ento

dei

pre

zzi d

egli

albe

rghi

di t

utto

il

mon

do e

ffett

uata

da

Hot

els.c

om,

evid

enzi

a ch

e ne

lla p

rim

a m

età

del

2011

i

prez

zi m

edi

degl

i ho

tel i

n It

alia

rim

ango

no s

osta

nzia

lmen

te i

nvar

iati

risp

etto

al

lo s

tess

o pe

riod

o de

l 20

10,

arri

vand

o ad

un

amm

onta

re d

i ci

rca

105

€. V

a so

ttol

inea

ta la

pre

senz

a di

var

iazi

oni a

nche

sos

tanz

iali

di ta

le m

edia

in r

elaz

io-

ne a

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go p

reci

so d

i int

eres

se. I

n qu

esta

fase

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nalis

i ci s

i dov

rà n

eces

sari

a-m

ente

rife

rire

alla

med

ia n

azio

nale

. i

prez

zi d

elle

cam

ere

indi

cati

nella

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son

o ri

cava

ti an

che

quin

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n fu

nzio

ne d

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med

ie n

azio

nali,

e d

iver

sific

ati i

n re

lazi

one

alla

div

ersa

tipo

logi

a di

sta

nza,

piu

ttos

to c

he a

lle p

iazz

ole

per

le te

nde.

L’O

FFE

RT

A S

I C

AR

AT

TE

RIZ

ZA

DI

TR

E V

AR

IAN

TI

Una

sta

nza

up il

cui

pre

zzo

stim

ato

è di

110

€ a

nott

e, d

edic

ata

alle

cop

pie

e qu

indi

in

grad

o di

osp

itare

un

mas

sim

o di

2

pers

one,

una

sta

nza

dow

n da

50€

, che

si r

ivol

ge a

d un

pub

blic

o gi

ovan

e e

che

ospi

terà

fino

a q

uatt

ro p

erso

ne e

del

le p

iazz

ole

per

tend

e, a

l pre

zzo

di 2

0€ a

not

te.

nel p

rezz

o di

ogn

i sta

nza

e di

ogn

i pia

zzol

a è

com

pres

a la

pri

ma

cola

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e, a

dott

ando

una

pol

itica

sim

ile a

que

lla d

ei b

en n

oto

B

&B

132

Page 138: Tesi - Dossier 1

com

e si

può

faci

lmen

te n

otar

e al

l’int

erno

del

la ta

bella

son

o pr

esen

ti de

lle

voci

in n

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ivo;

che

nel

lo sp

ecifi

co r

appr

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tano

le sp

ese

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tive

al v

itto

dei c

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ivi,

i que

lli c

ome

già

dett

o si

trov

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no a

d us

ufru

ire

delle

med

esi-

me

attr

ezza

ture

dei

turi

sti e

dei

clie

nti d

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str

uttu

ra a

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rist

ica.

è ch

iaro

che

i p

rezz

i ri

port

ai i

n re

lazi

one

al c

osto

di

ogni

pr

anzo

e d

i og

ni c

ena

vann

o le

tti

com

e m

edia

ipo

tetic

a ba

sata

su

alcu

ni d

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tatis

tici d

efin

iti d

alla

FE

DE

RC

ON

-SU

MA

TO

RI

che

iden

tific

a in

cir

ca 3

2 €

il pr

ezzo

med

io d

i un

a ce

na e

di u

n pr

anzo

(non

lavo

rativ

o) a

ll’in

tern

o di

una

st

rutt

ura

com

e qu

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che

qui

è p

resa

in a

nalis

i.

Agr

itur

ism

oA

grit

uris

mo

Agr

itur

ism

oA

grit

uris

mo

Agr

itur

ism

oA

grit

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mo

Agr

itur

ism

oA

grit

uris

mo

Agr

itur

ism

oA

grit

uris

mo

Agr

itur

ism

o

12

34

56

78

910

Post

i a s

eder

e27

,229

,433

,836

41,4

43,6

4850

,254

,656

,8O

spiti

22,0

24,0

28,0

30,0

34,0

36,0

40,0

42,0

46,0

48,0

Post

i ext

ra c

reat

ivi

33

33

44

44

44

Post

i ext

ra fo

rest

i2,

22,

42,

83

3,4

3,6

44,

24,

64,

8

Mul

tipl

o ut

ilizz

oO

spiti

1,5

1,5

1,5

1,5

1,5

1,5

1,5

1,5

1,5

1,5

Crea

ttiv

i2

22

22

22

22

2Po

sti e

xtra

fore

sti

11

11

11

11

11

Prez

zi m

edi

Osp

iti30

3131

3232

3334

3435

36Cr

eativ

i-2

5-2

6-2

6-2

7-2

7-2

8-2

8-2

9-2

9-3

0Co

lazi

one

-5-5

-5-5

-5-6

-6-6

-6-6

Pran

zo-1

0-1

0-1

0-1

1-1

1-1

1-1

1-1

1-1

2-1

2Ce

na-1

0-1

0-1

0-1

1-1

1-1

1-1

1-1

1-1

2-1

2Po

sti e

xtra

fore

sti

3031

3132

3233

3434

3536

Coef

fici

enti

occ

upaz

ione

Coef

fici

enti

occ

upaz

ione

Osp

iti70

%70

%70

%70

%70

%70

%70

%70

%70

%70

%Po

sti e

xtra

cre

ativ

i10

0%10

0%10

0%10

0%10

0%10

0%10

0%10

0%10

0%10

0%Po

sti e

xtra

fore

sti

40%

40%

40%

40%

40%

40%

40%

40%

40%

40%

Gio

rni a

pert

ura

360

360

360

360

360

360

360

360

360

360

Rica

vi r

isto

rant

e20

4.98

4,0

233.

098,

628

6.75

0,9

317.

471,

035

5.30

6,2

388.

406,

844

9.20

3,7

485.

232,

455

0.10

8,1

589.

247,

6O

spiti

249.

480,

027

7.60

3,2

330.

347,

836

1.02

3,0

417.

342,

545

0.72

9,9

510.

827,

354

7.09

6,0

611.

184,

465

0.51

2,8

Post

i ext

ra c

reat

ivi

-54.

000,

0-5

5.08

0,0

-56.

181,

6-5

7.30

5,2

-77.

935,

1-7

9.49

3,8

-81.

083,

7-8

2.70

5,4

-84.

359,

5-8

6.04

6,7

Post

i ext

ra fo

rest

i9.

504,

010

.575

,412

.584

,713

.753

,315

.898

,817

.170

,719

.460

,120

.841

,823

.283

,224

.781

,4

*

*

133

Page 139: Tesi - Dossier 1

Ris

ulta

ov

viam

ente

im

poss

ibile

pr

eved

ere

l’affl

uenz

a m

edia

che

pot

rebb

e in

tere

ssar

e la

com

pone

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spos

itiva

de

lla s

trut

tura

. In

que

sto

caso

si

è vo

luto

app

osita

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te

man

tene

re u

n pr

ofilo

app

osita

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te b

asso

, ce

rcan

do d

i no

n co

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erar

e ec

cess

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ri

leva

nti,

ai

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della

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sten

ibili

tà e

cono

mic

a ge

nera

le,

gli

intr

oiti

rica

vati

dalle

es

posi

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i (pe

rmea

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tem

pora

nee)

.C

oere

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ente

con

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ea d

i cr

esci

ta g

radu

ale

e co

stan

te

dell’

inte

ra s

trut

tura

si

è co

sì i

potiz

zata

un

cost

ante

inc

re-

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to, s

u ba

se a

nnua

, anc

he d

el n

umer

o de

i vis

itato

ri.

Espo

sizi

one

Espo

sizi

one

Espo

sizi

one

Espo

sizi

one

Espo

sizi

one

Espo

sizi

one

Espo

sizi

one

Espo

sizi

one

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13.2

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15.1

84,7

17.2

09,3

134

Page 140: Tesi - Dossier 1

L’an

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135

Page 141: Tesi - Dossier 1

STRUTTURA AGRITURISTICA

La gestione della attività ricettiva dovrà seguire i modelli già ben oliati e strutturati. La tipologia di struttura ricettiva che sarà adottata aiuterà a definire le attività necessarie e quindi ad indivi-duare i soggetti indispensabili al funzionamento della struttura. Adottare una formula del B&B, piuttosto che quella della pensio-ne completa, sviluppare una struttura ricettiva verticale tradizio-nale o una struttura orizzontale, saranno alcuni degli elementi definiti una volta individuata l’area di progetto e diventeranno essenziali alla definizione delle attività gestionaliLa definizione effettiva dei soggetti destinati all’organizzazione del servizio, ed in particolare modo il numero di questi sarà strettamente correlato alla grandezza dell’intero impianto. Sarà quindi un tema sviluppato successivamente, anche alla luce della necessità di creare degli alloggi per queste persone.

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15,1

136

Page 142: Tesi - Dossier 1

L’an

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137

Page 143: Tesi - Dossier 1

L’an

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bibliografia

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Politecnico di Milano, Corso di laurea in Design degli InterniRelatore - Francesco Scullica

Stefano ContiniA.A. 2011-2012

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