terzo millennio 20 - licio di biase · introdurrà: raffaele cavalluzzi (univ. bari, pres.te...

46
1 Terzo Millennio – periodico on line per l’organizzazione dei moderati www.terzomillennioabruzzo.it ; [email protected] ; ANNO XVI n.20 – on line Domenica 13 giugno 2010

Upload: duongminh

Post on 23-Feb-2019

216 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

1

Terzo Millennio – periodico on line per l’organizzazione dei moderati

www.terzomillennioabruzzo.it; [email protected];

ANNO XVI n.20 – on line – Domenica 13 giugno 2010

Page 2: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

2

Il 12 GIUGNO, si è aperta la prima edizione di “Vivi la tua Piazza” a cura della libreria Edison Bookstore con la presentazione del libro “La Grande Storia. Pescara-Castellamare dalle origini al XX secolo” di Licio Di Biase (Tracce, 2010), a cui sono intervenuti Saverio Occhiuto (Giornalista), Franca Minnucci (Attrice), Francesca Cermignani (Biblioteca Università G. d’Annunzio di Chieti e Pescara), Nicoletta Di Gregorio (Pres.te Edizioni Tracce), nelle foto con l’autore.

Page 3: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

3 jjjjjj

Page 4: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

4

via Carducci 102/104 (Palazzo Esplanade) Pescara 085.36215 www.edisonpescara.it

PROGRAMMA Edison BookSquare “Vivi la tua Piazza”

12 – 30 GIUGNO- PIAZZA SALOTTO (Pescara) Il 12 GIUGNO, si è aperta la prima edizione di “Vivi la tua Piazza” a cura della libreria Edison Bookstore con la presentazione del libro “La Grande Storia. Pescara-Castellamare dalle origini al XX secolo” di Licio Di Biase (Tracce, 2010), a cui sono intervenuti Saverio Occhiuto (Giornalista), Franca Minnucci (Attrice), Francesca Cermignani (Biblioteca Università G. d’Annunzio di Chieti e Pescara), Nicoletta Di Gregorio (Pres.te Edizioni Tracce) e l’autore. “Licio Di Biase ha racchiuso anni e anni di storia in seicento pagine, pagine che, peraltro, si leggono piacevolmente e che rappresentano il tentativo ben riuscito di un’ardua impresa. Si tratta di una pubblicazione che finalmente libera Pescara dal quel gravoso complesso di “città senza storia”, e anzi, è questo un testo che riscopre, riabilita e fa rinvenire tutto il gusto ed il sapore di una lunga storia; il merito dello scrittore è di aver tramandato la memoria di luoghi, realtà e personaggi appartenenti non soltanto alla Storia, bensì collocati nell’ambito di una microstoria, collezione di numerosi e variegati spaccati storici. Fondamentale è l’esercizio della memoria, pratica che presuppone la conoscenza, e l’intento perseguito dall’autore è quello di conoscere per apprezzare e diffondere una storia che appartiene a ciascuno di noi”. 13 GIUGNO, domenica Ore 18.30 – Presentazione del libro “I segreti di Tallinn (il quinto incarico)” di Diletta Nicastro (Passepartout Edizioni, 2010) Interverrà: Paolo Ferri (Giornalista) “Nella collana Tascabili è ospitata la serie “Il mondo di Mauro e Lisi”. I romanzi sono divertenti, allegri e leggeri. Il cuore del soggetto è l’avventura. Coraggio, intelligenza e conoscenza. Nessuna magia, nessuna bacchetta magica, nessuna pozione. Mauro, Lisi e Kieran vivono nel mondo di tutti i giorni, in luoghi sempre diversi, sempre stupefacenti, ma sempre veri: i luoghi più belli della nostra Terra. Quei luoghi che l’UNESCO difende giorno e notte per lasciarli in eredità alle generazioni future. Per risolvere i problemi che minacciano questi tesori, questi tre “eroi” non ricorrono a incantesimi o a creature fatate. Usano le loro qualità fisiche e mentali; qualità proprie di tanti ragazzi d’oggi. Amano viaggiare, conoscono le lingue, maneggiano le nuove tecnologie e si arricchiscono degli insegnamenti tramandati dal passato. Leggono, studiano, giocano, si informano e si assumono le responsabilità delle loro scelte, giuste o sbagliate che si rivelino. Si aiutano, litigano, falliscono, riflettono, discutono. Non hanno paura. Perché si battono per un mondo migliore. Perché imparano a crescere. I manoscritti sono inoltre accompagnati da disegni dell’autrice, che ha visitato personalmente tutti i siti descritti, per rendere i romanzi più piacevoli per i ragazzi e presentare anche visivamente i luoghi descritti dalla storia.”

Page 5: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

5

14 GIUGNO, lunedì Ore 18.30 – Presentazione del libro “Il «Verbo del mare». L'adriatico nella letteratura vol.1. Antichi prodromi, riletture moderne” di Marilana Giammarco (Palomar, 2010) Sarà presente l'autrice. Interverranno: Gian Mario Anselmi (Univ. di Bologna, Segr. Nazionale ADI), Lorenzo Braccesi (Univ. di Padova, Pres.te ISAd), Vincenzo De Caprio (Univ. della Tuscia, Pres.te CIRIV), Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria 15 GIUGNO, martedì Ore 18.30 – Presentazione del libro “La calligrafia come arte della guerra” di Andrea Tarabbia (Transeuropa, 2010) Sarà presente l'autore. Interverranno: Ugo Perolino (Docente Università “G. d'Annunzio”) e Giovanni Di Iacovo (Scrittore/Critico Letterario) “In una scuola posta al confine tra due stati in guerra, alcune bambine imparano "l'arte del messaggio, della disciplina e dell'amor patrio" calligrafando messaggi bellici sopra le testate dei missili. Sono orfane di una guerra di cui non si vede la fine, e le guida un maestro di calligrafia dal passato oscuro, Horatio. Sotto la scuola e la città che la ospita - il cui nome non è mai rivelato - c'è una seconda città speculare alla prima e le cui pareti sono dipinte di vernice al fosforo. Come in una spietata partita a scacchi, gli abitanti della città attendono la prossima mossa dell'avversario: un missile inoffensivo, che una notte porta al di qua del confine un misterioso messaggio. Il compito di interpretarne il contenuto è affidato a Horatio, ma non tutto andrà come dovrebbe.” 16 GIUGNO, mercoledì Ore 18.30 – partite 17 GIUGNO, giovedì Ore 17.30 – Presentazione del libro “Le mani sul TG1. Da Vespa a Minzolini: l'ammiraglia RAI in guerra” di Giulio Borrelli (Coniglio, 2010) Intervengono: Mario Ciampi (Direttore FAREFUTURO), Gianni Cuperlo (Pres.te Forum Naz. Centro Studi PD) Modererà: Pina Fasciani (Associazione Riformando) “Del 'caso Tgl' parlano da mesi, a torto o a ragione, tutta la stampa nazionale e quella internazionale. Sui social network (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza precedenti, sulla linea editoriale del più amato e odiato telegiornale italiano. Vi partecipano centinaia di migliaia di persone di ogni orientamento. Nessuno ha raccontato finora la vera storia di questa testata. Il libro di Giulio Borrelli svela, in modo documentato, meccanismi interni, retroscena, episodi sconosciuti o rimossi. Il lettore trova elementi di analisi e di interpretazione per comprendere le logiche di funzionamento della testata ammiraglia, legate non solo alla politica. La chiave narrativa è assolutamente originale e mai nostalgica. "Non c'era un bel mondo che fu... ma oggi - scrive Borrelli -la corretta informazione sta andando verso una deriva... Si è passati dai partiti ai salotti, alle lobby... Il servizio pubblico non è stato migliorato e neppure privatizzato. È diventato strumento di fazione, in nome e per conto di... Il presente scivola verso la militarizzazione e l'acchiappa acchiappa". Il racconto - attraverso anche una testimonianza autobiografica - fornisce una spiegazione motivata dell'azione svolta, da metà degli anni Novanta ad oggi, quelle che l'autore chiama 'lobby politico – editorial - giornalistiche'''

Page 6: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

6

18 GIUGNO, venerdì Ore 18.30 – “Porte dell’infinito” di Aa.Vv. (Italo Lupo, Etc….) Interverranno alcuni autori: Italo Lupo (Orafo), Claudio Innamorati (Docente), Valentino Ceneri (Psicoterapeuta), Mario Tocco (Medico), Francesco Di Nisio (Psicoterapeuta), Enzo Leve, (Docente) Lettura di alcuni brani a cura: Ilaria Cappelluti (Attrice) “Racconti di vita vissuta da tramandare alle nuove generazioni di Pescara e non solo…” 19 GIUGNO, sabato Ore 18.30 – Presentazione del libro “Il divino pallone. Filosofia dei piedi da Platone a Totti” di Giancristiano Desiderio (Vallecchi, 2010) Interverrà: Vincenzo Centorame (Giornalista), Giovanni Tontodonati (Giornalista Agenzia di stampa A.S.T.R.A.) “Heidegger era un’ottima ala sinistra, Derrida un buon centravanti, Camus giocava in porta ,come Giovanni Paolo II, e un numero non piccolo di filosofi ha utilizzato il calcio per fare filosofia: Sarte amava dire che il calcio è una metafora della vita, Wittgenstein giunse alla svolta del suo pensiero guardando una partita di calcio, Marleau-Ponty spiegava la fenomenologia parlando di calcio. Come mai? Il calcio si basa su un principio: il controllo di palla. Ma il principio non può essere finalizzato a se stesso. Per giocare bisogna necessariamente abbandonare la palla e “metterla in gioco”. Controllo e abbandono sono i due principi del calcio e della vita. La filosofia, come gioco della vita, si basa su regole calcistiche: per filosofare bisogna saper mettere la vita in gioco. È per questo motivo che nel Divino Pallone si spiega l’Idea di Platone con Pelé, la contraddizione del non-essere con Garrincha, la virtù e la bellezza con Platini, ma anche l’inverso: il genio di Maradona con la “logica poetica” di Vico, la visione di gioco di Falcao con il mito della Caverna, il cucchiaio di Totti con la metafisica di Aristotele. E tanto altro ancora. Il calcio, infatti, non è solo una metafora, ma un paradigma cognitivo che dà scacco matto perfino al fenomeno politico più drammatico della modernità: il totalitarismo. Hitler e Stalin pretesero di controllare tutto e ci riuscirono. Pretesero di controllare anche il pallone. E persero. Il calcio ci fornisce il modello per non ricadere più nel totalitarismo.” 20 GIUGNO, domenica Ore 18.30 – Presentazione del libro “Il Linguaggio del corpo in Psicoterapia. Glossario di Psicosomatica” di Fausto Agresta (Alpes, 2010) Sarà presente l’autore. Interverranno: Piero Parietti (Psichiatra/Psicoanalista/Pres.te Società Italiana di Medicina Psicosomatica - SIMPS), Vincenza Costantini (Psicologa /Psicoterapeuta / Analista) Modererà: Franco Farias (Giornalista Rai 3) “Ritengo che il dare particolare risalto alla dimensione corporea in psicoterapia, ove comunemente predomina la dimensione del mentale, costituisca una precisa scelta dettata dall'orientamento psicosomatista dell'autore. Questo in quanto la chiamata in campo del "corpo" pone in primo piano la duplice caratterizzazione dello stesso tra "corpo reale" fondato sul codice biologico e focalizzato sulla oggettività della osservazione clinica, e "corpo vissuto" o fantasmatico, basato su di un codice simbolico ed espresso dalla soggettività individuale della persona sofferente.” In libreria

Page 7: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

7

21GIUGNO, lunedì Ore 18.30 – Presentazione del libro “Vox populi? Pratiche plebiscitarie in Francia, Italia, Germania” a cura di Enzo Fimiani (Direttore della Biblioteca Prov.le D’Annunzio) Interverranno: Stefano Trinchese (Storico, Preside della Facoltà di Lettere Filosofia, Univ. "G. d'Annunzio" di Chieti-Pescara), Sara Follacchio (Storica/Insegnante) Coordinerà: Maria Rosaria La Morgia (Giornalista RAI) “Il potere, quello dittatoriale e perfino totalitario, ha bisogno del popolo per giustificarsi: non è possibile governare senza il consenso, anche se fittizio o indotto con vari metodi. Le derive attuali verso il potere legittimato soprattutto perché sostenuto dalla maggioranza possono svuotare la democrazia e il paradosso è che sono le democrazie a poter produrre il totalitarismo. Sono alcune delle considerazioni che emergono dal libro curato dallo storico Enzo Fimiani” 22 GIUGNO, martedì Ore 18.30 – Presentazione del libro “Don Vito. Le relazioni segrete tra Stato e mafia nel racconto di un testimone d'eccezione” di Massimo Ciancimino e Francesco La Licata Saranno presenti gli autori Interverrà: Sandro Ruotolo (Giornalista Rai) Modererà: Saverio Occhiuto (Giornalista) “Un viaggio senza ritorno nei gironi infernali della storia italiana più recente. Quarant'anni di relazioni segrete e inconfessabili, tra politica e criminalità mafiosa, tra Stato e Cosa nostra. Perno della narrazione è la vicenda di Vito Ciancimino, "don Vito da Corleone", uno dei protagonisti della vita pubblica siciliana e nazionale del secondo dopoguerra, personaggio discutibile e discusso, amico personale di Bernardo Provenzano, potentissimo assessore ai Lavori pubblici di Palermo, per una breve stagione sindaco della città, per decenni snodo cruciale di tutte le trame nascoste a cavallo tra mafia, istituzioni, affari e servizi segreti. A squarciare il velo sui misteri di "don Vito" è oggi un testimone d'eccezione: Massimo, il penultimo dei suoi cinque figli, che per anni gli è stato più vicino e lo ha accompagnato attraverso innumerevoli traversie e situazioni pericolose. Il suo racconto riscrive pagine fondamentali della nostra storia: il "sacco di Palermo", la nascita di Milano 2, Calvi e lo Ior, Salvo Lima e la corrente andreottiana in Sicilia, le stragi del '92, la "Trattativa" tra pezzi dello Stato e Cosa nostra, la cattura di Totò Riina, le protezioni godute da Provenzano, la fondazione di Forza Italia e il ruolo di Marcello Dell'Utri. Attualmente la testimonianza di Massimo Ciancimino è vagliata con la massima attenzione da cinque Procure italiane e non è possibile anticipare sentenze. Una vera e propria epopea politico-criminale per troppo tempo tenuta nascosta.” 23 GIUGNO, mercoledì Ore 18.30 – Presentazione del libro “I Servizi Segreti in Italia. Dal Fascismo all'intelligence Del XXI Secolo” di Giuseppe De Lutiis (Sperling, 2009) Sarà presente l’autore. Interverranno: Nicola Trifuoggi (Proc. della Repubblica Tribunale di Pescara), Marco Alessandrini (Avvocato) Presenterà: Saverio Occhiuto (Giornalista) “Dall'Ovra al Sifar, primo servizio segreto della Repubblica; dalla Guerra fredda alla "strategia della tensione"; dalle deviazioni del Sismi ai legami con il terrorismo nero e rosso; dal caso Gladio alla strage di Bologna: il libro ricostruisce la storia dell'intelligence italiana, oltre settant'anni di trame e complotti, un lungo percorso che ha visto i "corpi separati" collocarsi, illegittimamente, fra i poteri istituzionali.”

Page 8: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

8

24 GIUGNO, giovedì Ore 18.30 – Presentazione del libro “La signora del caviale” di Michele Marziani (Cult, 2010) Interverranno: Adelchi De Collibus (Cons. Ente Manifestazioni Pescara), Simone D’Alessandro (Saggista/Copywriter), Marco Presutti (Docente) “Una comunità di pescatori di storioni sulle rive ferraresi del Po. Un intreccio di uomini, di storie e di amori, all'ombra della seconda guerra mondiale. A tenere le fila della vicenda la presenza discreta e distante della signora del caviale. Lei, ebrea, scompare con le leggi razziali e assieme a lei finisce per sempre l'epoca del caviale del Po. Un romanzo che racconta uno dei maggiori drammi del Novecento, le persecuzioni razziali, visto con gli occhi all'inizio ingenui e ignari di un bambino.” 25 GIUGNO, venerdì Ore 18.30 – Presentazione del libro “E’ difficile amare” di Mirella Casini (Edizioni Tracce, 2009) Sarà presente l’autrice. Interverranno: Enzo Girolami (Regista), Nicoletta Di Gregorio (Pres.te Edizioni Tracce), Ubaldo Giacomucci (Poeta/Critico Letterario) “Mirella Casini in questa raccolta di romanzi brevi ci offre una ricerca narrativa suggestiva e coinvolgente, sia per la forma letteraria comunicativa, che dal punto di vista delle trame di grande impatto emotivo. Il testo è senz’altro originale per i temi affrontati, che riguardano problemi attuali, che per la complessità nelle relazioni interpersonali e nei rapporti umani messa in evidenza dall’Autrice. Ogni protagonista, nella sua vicenda umana e personale, diviene anche il simbolo di una precisa condizione esistenziale e mostra al lettore come sia ricca di storie e di riflessioni, di ideali e di dilemmi etici quel quid che dà senso e ragione all’esistenza.” 26 GIUGNO, sabato Ore 18.30 – Presentazione del libro “Italiani a Chicago” di Dominic Candeloro (Edizioni Noubs, 2010) Sarà presente l'autore Interverranno: Massimo Pamio (Editore), Generoso D'Agnese (Giornalista), Meo Carbone (Artista), Adelchi De Collibus (Consigliere Ente Manifestazioni), Riccardo Chiavaroli (Consigliere CRAM) 27 GIUGNO, domenica Ore 18.30 – Presentazione del libro “AL. Che fine ha fatto Yude? Con DVD” di Alberto Fortis (Aliberti, 2009) Sarà presente l’autore. Interverranno: Paolo Talanca (Critico Musicale) “Una sconfinata passione per la musica germogliata in tenera età, a soli cinque anni, quando chiede in dono a Babbo Natale una batteria. Erano ancora gli anni dell'infanzia trascorsa nella casa paterna a Domodossola, dove Alberto amava giocare nel suo angolo segreto, il "giardino delle fragole". Poi la formazione della sua prima band, ancora tredicenne, e il debutto televisivo tre anni dopo. Sono le prime tappe della carriera di un artista a trecentosessanta gradi, spesso considerato "controcorrente" nel panorama musicale italiano. Questa biografia rivela un Alberto Fortis inedito, amante dei viaggi e della sperimentazione musicale, con una spiccata sensibilità per i temi sociali e umanitari. In Al si delinea il profilo di un artista poliedrico che ha vissuto esperienze uniche: dall'incontro con il Dalai Lama, all'impegno con l'Unicef in qualità di ambasciatore per i bambini della popolazione nativoamericana Navajo, fino al ruolo di testimonial di Aism (Associazione Italiana contro la Sclerosi Multipla, presieduta dal premio Nobel Rita Levi Montalcini). Senza mai trascurare l'importanza della sfera spirituale, Fortis, molto attratto dall'esoterismo, dai misteri della vita, si sofferma sui suoi incontri con artisti internazionali. Racconta i suoi grandi amori, la sua battaglia in favore dei più deboli, la sua incontenibile passione per gli Stati Uniti, svelando l'essenza e i valori di un artista

Page 9: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

9

internazionali. Racconta i suoi grandi amori, la sua battaglia in favore dei più deboli, la sua incontenibile passione per gli Stati Uniti, svelando l'essenza e i valori di un artista talvolta ribelle, che spesso fatica ad adeguarsi alle logiche che regolano il mercato discografico.” 28 GIUGNO, lunedì Ore 18.30 – Presentazione del libro “Bugia d'amore” di Lorenzo La Porta (Aliberti, 2010) Sarà presente l’autore Interverrà: Nadia Miriello (Giornalista) “È appena iniziato il quarto anno di liceo e l'estate romana ha lasciato nel cuore e nella mente di Chiara, diciassette anni appena compiuti e da poco fidanzata con Luca, una marea di dubbi e troppe domande. Sua sorella Olga, maggiore di due anni e bulimica, ha smesso improvvisamente di parlare. Il suo disagio innesca profonde lacerazioni domestiche, che rendono ancora più difficile condividere lo stesso tetto, e acuiscono le crepe del matrimonio dei genitori, ormai agli sgoccioli. Nel momento in cui tutto sembra crollare, Chiara trova invece il coraggio di affrontare il misterioso silenzio della sorella, e lo fa con una "bugia bianca", quando Olga le strappa la solenne promessa di farsi raccontare la sua prima volta. Ma non avendo mai fatto l'amore, Chiara spaccia per sua l'avventura di una studentessa "più navigata", dopo aver origliato i dettagli dell'incontro amoroso nei bagni della scuola. Tra gaffe, gimcane sentimentali, peripezie scolastiche e familiari, in un susseguirsi di colpi di scena le due sorelle finiranno per scoprirsi complici. Non solo: la strada dei sentimenti, a tratti incomprensibile, riserva ancora dolci sorprese.” 29 GIUGNO, martedì Ore 18.30 – Presentazione del libro “La terra è una palla che gira e che balla” di Annamaria Ferretti (Aliberti, 2010) Interverranno: Vittoriana Filoni (Psicologa dello sviluppo e dell’educazione, Pres.te dell’Associazione “L’Aquila nel mondo per l’Oncologia”), Rosalba Di Tomasso madre di Francesca Milani vittima del sisma : “Verrà presentato Il libro "La terra è una palla che gira e che balla" scritto dai bambini e ragazzi aquilani che hanno lasciato la loro testimonianza sulla tragedia del 6 aprile. Il lavoro di raccolta dei vissuti emotivi dei bambini è stato realizzato dalla professoressa Vittoriana Filoni che, all'indomani del 6 aprile, hanno incontrato ogni singolo bambino, costruendo così con ognuno di loro un rapporto di fiducia all'interno del quale ciascuno si è sentito sostenuto psicologicamente nel difficile processo di rielaborazione del trauma. Le testimonianze sono state passate poi alla giornalista AnnaMaria Ferretti che ne ha curato la sistemazione e la presentazione all'interno del libro.Il ricavato delle vendite del libro andrà in favore del progetto Foresteria ovvero una struttura di accoglienza per i figli e i parenti dei pazienti oncologici dell'ospedale di L'Aquila. Si tratta di un importante progetto dell'associazione L'Aquila nel mondo per l'oncologia che ,in collaborazione con F.a.v.o, ha inaugurato nel mese di aprile un Punto di Accoglienza e Informazione per i pazienti oncologici presso l'ospedale aquilano. IL 16 maggio a Roma , presso l'auditorium della Conciliazione, la professoressa Vittoriana Filoni è stata premiata, insieme a Gianni Letta, per l'impegno profuso nel settore del volontariato oncologico.L'associazione aquilana vede al suo interno come volontari proprio quelle persone che hanno subito le più gravi perdite nel sima del 6 aprile. In particolare la mamma e il fratello maggiore della piccola Francesca Milani, si adoperano nell'ambito del volontariato rivolto ai bambini figli dei pazienti oncologici. Inoltre L'avvocato Angelo Bonura, ex vicesindaco di L'aquila, sopravvissuto alla tragedia di Via Campo di Fossa, mette a disposizione la sua professionalà, prestando volontariamente consulenze legali ai familiari dei pazienti oncologici.” “Il 6 aprile 2009 rimarrà per sempre nella memoria dei bambini di L'Aquila. Il racconto del terremoto

Page 10: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

10

che ha devastato la provincia abruzzese e degli stravolgimenti che la catastrofe ha provocato nella vita dei suoi abitanti vengono ripercorsi attraverso le parole dei piccoli. Partendo proprio dalle loro emozioni più profonde, l'autrice ha deciso di suddividere questo libro non in capitoli, ma in sentimenti. A ciascuno corrisponde uno stato d'animo: la paura, l'angoscia, la disperazione, l'abbandono, le privazioni, i sacrifici, ma anche la speranza, la felicità di un sorriso strappato ai calcinacci, la capacità di ritornare a una vita normale in un luogo dove di normale è rimasto poco o nulla. Ogni capitolo-sentimento è nato dal confronto tra l'autrice e una maestra che ha vissuto in prima persona le scosse emozionali e i traumi psicologici dei bambini. Questo libro rappresenta una piccola opera di risarcimento al dolore dei piccoli testimoni, con l'auspicio che il racconto sia uno dei migliori antidoti contro i fantasmi, la paura del buio e l'incertezza della terra che improvvisamente incomincia a tremare. La perdita della casa e la tragedia del lutto sono al centro delle parole dei protagonisti. Eppure, nelle pieghe della memoria di questi piccoli "cantori", la speranza ha il sopravvento, a dimostrazione che nulla può togliere ai bambini il diritto e la voglia di sognare.” 30 GIUGNO, mercoledì Ore 18.30 – Presentazione del libro “Diventare nonni è un evento straordinario. Consigli e risposte per vivere al meglio il rapporto con i propri nipoti” di Antonio Vita e Domenica Daniele (Psiconline, 2010) Saranno presenti gli autori. Coordinerà: Rossella D’Oria (Critica Letteraria) “La famiglia di oggi è formata da genitori che, nella maggior parte dei casi, lavorano e tornano a casa tardi, tra le ore 18 e 19. I figli, in un periodo di tempo che va dal mattino sino a queste ore di rientro dei genitori, vengono affidati prevalentemente a strutture pubbliche, asili nido, scuole dell'infanzia, ma soprattutto ai nonni. Al mattino si vedono nonni che accompagnano a scuola i nipoti, che portano a passeggio i piccoli, sia nei giardini pubblici, sia nei negozi e centri commerciali. Ai nonni, quindi, vengono affidati i nipoti perché essi sono l'unico rifugio sicuro per i piccoli: i genitori dei bambini sono tranquilli perché i loro figli sono in mani sicure. Non ci sono scadenze di ore per i nonni.”

Page 11: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

11

66° anniversario della liberazione della città di Pescara

(ASTRA) - 9 giugno - Pescara – Ricorre il 66° anniversario della liberazione della città di Pescara da parte delle forze alleate, avvenuta il 10 giugno 1944: così la storia racconta, contornata dalle parole di uno storico tutto pescarese, Licio Di Biase, reduce dal suo ultimo capolavoro “La grande storia” e di Stefano Fratini, appassionato di storia locale. La presidenza del consiglio del comune di Pescara ha voluto ricordare gli eventi che determinarono la liberazione. L’Italia era in guerra dal 1940, i pescaresi pensavano fossero estranei alle contese belliche. Era il 31 agosto del 1943, un caldo giorno estivo qualunque, quando nel cielo terso di Pescara si materializzarono aerei statunitensi. E purtroppo non sono sempre gli obiettivi militari a essere colpiti. Fu una strage: circa 1.000/2.000 il bilancio dei morti, oltre gran parte delle strutture annientate, in primis Pescara centrale, il Tito Acerbo, il palazzo del governo e il palazzo delle poste. Le autorità cittadine decisero di trasferirsi nell’hinterland. Dal 14 settembre del 1943, giorno del secondo bombardamento, il capoluogo adriatico assunse le sembianze di una città fantasma, soprattutto in seguito all’ordine dei tedeschi di evacuazione della città. Il 1° giugno del 1944 segna un altro nefasto evento, il bombardamento esteso alla costiera pescarese. Bisogna attendere il 7 giugno per assistere alla ritirata dei tedeschi, che attuarono la tattica della “terra bruciata”, distruggendo ossia tutto ciò che incontravano sul cammino. Bilancio definitivo: tra le 4.000 e le 5.000 vittime, in maggioranza civili, da parte dei 40.000 tedeschi che avevano invaso il territorio; patrimonio artistico-culturale devastato. Le due date storiche che seguirono, 9 e 10 giugno, ripristinarono la libertà dei pescaresi con la liberazione rispettivamente di Francavilla e di Pescara da parte delle forze alleate, che autorizzarono il rientro dei pescaresi nella città dannunziana ferita. (S.D.M.)

Page 12: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

12

Riportiamo un passo tratto da “La grande storia. Pescara-Castellamare

dalle origini al XX secolo” di Licio Di Biase,

in merito alle vicende del 10 giugno 1944. Uno specchietto del Genio Civile indicò in 1265 gli edifici completamente distrutti e in 1335 quelli gravemente danneggiati; l’architetto Luigi Piccinato nel piano di ricostruzione, parlò del 69 per cento di fabbricati distrutti. Il 10 giugno 1944, gli Alleati e le forze del CLN liberarono Pescara, coadiuvate dalla divisione Nembo del Battaglione S. Marco e dalla quarta divisione indiana:

(le immagini delle macerie di Pescara sono tratte da “La grande storia. Pescara-Castellamare dalle origini al XX secolo” di Licio Di Biase – edizioni Tracce)

Page 13: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

13

La 7^ e la 11^ Brigata Indiana di fanteria erano animate da grande spirito di competizione tra loro. Ognuna di esse voleva conseguire un successo di prestigio liberando Pescara e per tale motivo ingaggiarono una tacita gara sportiva a chi riuscisse a raggiungere per prima il capoluogo adriatico; la corsa per Pescara entrò nella fase finale nei giorni 9 e 10 giugno. Nella storia del 2° Battaglione Queen’s Own Cameron Highlanders così viene descritta l’avanzata e l’entrata a Pescara: “Nella notte del 9 giugno sapemmo che la 7^ Brigata aveva preso Tollo, una piccola città a circa 5 miglia nell’interno. Da quel momento la marcia proseguì e, per la prima volta dall’arrivo in Italia, il Battaglione provò la gioia di spostarsi in avanti. Il plotone del ten. Collier (Compagnia “C”) fece un’operazione di sbarco in proprio a nord di Francavilla; i genieri saltarono sulla spiaggia dai mezzi anfibi, fecero esplodere circa 40 mine, i mezzi anfibi tornarono per il resto della compagnia e il ten. Collier si spinse verso Pescara, 5 miglia a nord. Nel frattempo il Battaglione, quale avanguardia della 11^ Brigata, raggiunse il fiume Alento nei dintorni settentrionali di Francavilla. Lì un ponte distrutto impedì la traversata alla colonna di veicoli, così che il Comandante, ten. Col. Hill, requisì una bicicletta, si spinse in avanti ed entrò in Pescara, il 10 giugno 1944, alle ore 15.15, alla testa di una sezione della Compagnia “C”, prime truppe alleate in città. La 7^ Brigata Indiana di fanteria ebbe l’ordine di procedere verso Pescara alle ore 11.30 del 10 giugno. Con una jeep le avanguardie trovarono una circonvallazione lungo la linea ferroviaria e dieci ponti distrutti. Alle ore 13.00 il 7° squadrone da ricognizione entrò a Pescara con un carro armato Honey e un distaccamento di genieri. Questo squadrone trovò i ponti sul Pescara completamente distrutti, ma entrò ugualmente nella città, da ovest, alle 15.30. Durante l’ingresso un carro Sherman distrusse due postazioni tedesche in cemento armato per cannoni dal 105 mm., di cui uno fu catturato intanto. Alle ore 17.00 i reparti del 7° squadrone della 7^ Brigata presero contatto con quelli del 2° Battaglione Cameron, arrivati da Francavilla. Pescara era completamente deserta e saccheggiata. Il porto conteneva numerose mine di mare.

Appena liberata la città, il CLN nominò Italo Giovannucci commissario e, dopo un po’, Sindaco del Comune di Pescara. Le elezioni amministrative si tennero il 31 marzo 1946. Giovannucci fu eletto nuovamente Sindaco, ma questa volta dal Consiglio Comunale, il successivo 24 aprile.

Il ritorno fra le macerie L’esilio dei Pescaresi, durato oltre sei mesi, ha così fine. Il ritorno in città è repentino! Ma uno spettrale e terrificante spettacolo si presenta sotto gli occhi dei “rimpatriati” il “flagellum dei bellico” ha ridotto la città ad un cumulo di macerie. In questa circostanza il popolo pescarese si imbatte con le truppe di occupazione: esse sono costituite, oltre che da Americani, da Inglesi, Canadesi ed Australiani, anche da uomini appartenenti a razze mai viste: Scozzesi col gonnellino a scacchi; Indiani di Ceylon, di Punnjab, del mysore con turbanti e capelli lunghi raccolti in truppe “tuppo”, Cinesi col caratteristico elmetto schiacciato, Irlandesi, Neozelandesi, Senegalesi, Africani della Rhodesia, del Basut, della Nubia e del Madagascar. Dapprima l’impatto è a livello di choc, poi, avendo tali truppe dimostrato amicizia ed offerto aiuto al popolo, non danno affatto l’impressione di essere invasori e i Pescaresi finiscono col simpatizzare e solidarizzare anche con negri ed indiani. Ha inizio, una prima operazione di sgombero ad esclusiva iniziativa dei cittadini, in quanto il governo civico non si è ancora ricostituito. Ma non tarda a ristabilirsi l’ordine dal momento che anche la V armata è entrata a Roma e, proseguendo, si è ricongiunta all’VIII, liberando gradualmente l’Italia dall’invasore tedesco. […]. Pescara affronta la competizione elettorale in un clima dimesso, è ancora vivo il ricordo delle atrocità della guerra. […]. Sindaco di Pescara Italo Giovannucci. Il suo compito è estremamente impegnativo: deve provvedere a sgomberare le macerie della città semidistrutta dai bombardamenti e dai combattimenti; deve ridare senso e vita ad una popolazione che tutto ha perduto. Certamente questa opera incontra grosse difficoltà, non ultima la mancanza di denaro, ma inizia lentamente e gradatamente fino a che l’agglomerato urbano non comincia a prendere un aspetto più decente. Poi il sindaco è costretto a dimettersi per contrasti sorti fra le varie forze politiche e viene nominato un commissario prefettizio il 17.11.47, nella persona di Sebastiano Sacchetti.

Page 14: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

14

L’associazione culturale “Il Parco”

organizza

“Giovedì è cultura” a cura di Licio Di Biase

Giovedì 8 luglio, ore 21.15 Presentazione del libro

“Il volontario” (Laterza) di Marco Patricelli Interviene: Marco Patricelli

Giovedì 15 luglio, ore 21.15 Prima parte

Presentazione del libro “La strategia della tartaruga. Manuale di sopravvivenza” (Mondadori)

di Maurizio Costanzo Seconda parte

“In ricordo di Ennio Flaiano” Intervengono: Maurizio Costanzo, Rodolfo De Laurentiis, Franco Farias

Giovedì 22 luglio, ore 21.15 Prima parte

Presentazione del libro “La ragazza di Maqueda” (Rizzoli) di Dacia Maraini

Seconda parte Presentazione del libro

“Colomba” (Rizzoli) di Dacia Maraini Intervengono: Dacia Maraini, Daniela Senepa, Giovanni Di Iacovo

Giovedì 29 luglio, ore 21.15 Presentazione del libro di Licio Di Biase

“La grande storia. Pescara-Castellamare dalle origini al XX secolo” (Tracce) “Narra” Licio Di Biase

PARCO DEI GESUITI – PARROCCHIA CRISTO RE VIA DEL SANTUARIO, 160

PESCARA

Le serate saranno coordinate da Licio Di Biase

Page 15: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

15

L’associazione culturale “Il Parco”

presenta

“La grande storia” “Pescara-Castellamare

dalle origini al XX secolo”

Licio Di Biase “narra” la storia della città di Pescara

dal 1000 a.C. al novecento

Giovedì 29 luglio 2010 - ore 21.15 Parco dei Gesuiti - Parrocchia Cristo Re

Via del Santuario, 160 – Pescara

“Se vuoi essere universale, parla del tuo villaggio” (L. Tolstoj)

Page 16: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

16

Page 17: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

17

Page 18: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza
Page 19: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

19

Da: Thema L’informazione – Quotidiano on line di informazione – (9 giugno 2010)

Liceo Statale G. Marconi: “Tracce di poesia”

Si è tenuto ieri mattina, presso la Sala Consiliare del Comune di Pescara, l’incontro “Tracce di poesia” lettura in versi, momento conclusivo delle “Giornate della bellezza”, il progetto didattico realizzato dal Liceo Statale G. Marconi di Pescara in collaborazione con le Edizioni Tracce. Relatori il Presidente del Consiglio Comunale Licio Di Biase, la Presidente dell’Associazione Editori Abruzzesi ed Edizioni Tracce Nicoletta Di Gregorio, il Preside Angelo Lucio Rossi e il Prof. Giancarlo Giuliani. Durante il corso dell’anno scolastico hanno avuto luogo, nell’Aula Magna dell’Istituto, appuntamenti mensili con affermati poeti, non solo abruzzesi, che hanno offerto la loro presenza in una creativa sinergia con le richieste degli studenti e con la loro aspirazione di sapere e crescere attraverso lo studio della poesia contemporanea italiana e lo scambio diretto con gli autori. Questa iniziativa si è materializzata in un vero laboratorio poetico di educazione alla bellezza come antidoto all’omologazione, coinvolgendo anche altri Istituti in una rete nazionale con numerose adesioni. Gli allievi hanno letto i loro versi, belli, in una importante verifica di confronto e dibattito aperto al territorio, che ha mostrato la validità di una operazione letteraria, come ha ricordato il Presidente Di Biase, all’insegna della citazione di Tolstoj “se vuoi essere universale parla del tuo villaggio” contro l’appiattimento delle scelte livellanti le identità e la propria storia. Coordinatore, infaticabile e discreto, durante tutto il corso dell’anno, è stato il Prof. Giancarlo Giuliani, raffinato poeta, che ha presentato la sua ultima opera “Liber Alchemicus”, un’esplorazione sul potere della parola nell’indagine dei percorsi esistenziali. È possibile visionare il lavoro compiuto durante l'intero anno scolastico nelle pagine del sito web www.webalice.it/ggiuliani. A cura di Daniela Quieti

Page 20: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

20

NEI SUOI PANNI Giovedì 10 Giugno 2010 06:02

Mettetevi nei mie panni, diceva l’altro giorno Berlusconi intervenendo alla convention di Federalberghi: provate ad aprire tutti i santi giorni i giornali, a guardare la tv e a scoprire che ce l’hanno sempre con voi. Già. Precari che faticate a sbarcare il lunario con 700 euro al mese, casalinghe frustrate che non sapete più dove sbattere la testa per trovare i soldi per la spesa e le bollette, pensionati al minimo dell’indennità, vedove dell’ultimo operaio volato da una impalcatura, imprenditori disperati del Nord Est con il chiodo fisso del suicidio. Provate a mettervi nei suoi panni. Che vita quella di Silvio. E a che serve consolarsi con il vulcano artificiale di villa Certosa per allietare le serate estive degli amici; festeggiare assieme a Piersilvio il varo di una barchetta di 38 metri; potersi permettere di pagare 300 mila euro al mese di alimenti alla ex moglie, viaggiare con 12 guardie del corpo, controllare cinque reti nazionali su sei della tv pubblica e privata, se poi quei delinquenti di Annozero e Ballarò non trovano di meglio che rovinarti la giornata? C’è da credergli: quella del nostro premier è davvero una vita da inferno! Non so voi, ma io ho una gran voglia di mettermi nei suoi panni per qualche giorno e sollevarlo da un simile travaglio (non quello di Santoro). L’unico problema è che da quando Minzolini conduce il Tg1 mi vergogno di dire in giro che faccio il giornalista e mi spaccio per un gelataio. Ecco, a pensarci bene nel rapporto con il direttore del Tg1 e con il folkloristico Emilio Fede avrei probabilmente qualche difficoltà a vestire i panni di Silvio. “Pronto, ragazzi, cosa mi combinate oggi di bello?” No, non credo proprio che con quei due ce la farei ad indossare sino in fondo la maschera del nostro premier. E alla fine l’animo del gelataio uscirebbe allo scoperto…

Da “abruzzoitalia.it” Il quotidiano degli abruzzesi

Page 21: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

21

Ufficio Stampa Gruppo Udc

Senato della Repubblica 06.6706.4185

MANOVRA:D'ALIA(UDC), DANNI IRREVERSIBILI ALLA SICUREZZA

Roma, 10 giu. -"Forse, il governo e la maggioranza non hanno ben chiari i danni irreversibili che la manovra finanziaria recherà al comparto sicurezza. A differenza di altri settori della Pubblica amministrazione, i tagli alle forze dell'ordine metteranno definitivamente in ginocchio l'intero settore, riducendone del 50% la funzionalità". E' quanto dichiara il capogruppo dell'Udc in Senato, Gianpiero D'Alia, a conclusione dell'incontro con i Cocer e i sindacati del comparto sicurezza.

"Solo per fare un esempio, con l'art. 6 comma 12 del decreto legge n. 78/2010, sarà impossibile effettuare i rimpatri degli immigrati clandestini espulsi dal paese, perché viene tagliata l'indennità di missioni all'estero alle forze dell'ordine impiegate nelle predette operazioni. Se vogliamo poi fare un altro esempio di come viene trattato il comparto sicurezza da questa manovra, basta citare il comma 8 del medesimo articolo 6, in cui tutte le parate militari e le feste dei vari corpi armati dello stato possono essere celebrate a costo zero e fuori dall'orario di servizio, a differenza di mostre e manifestazioni che tutti gli altri ministeri possono sponsorizzare liberamente perché sottoposti a un taglio del 20%. Se volessimo scherzare - conclude D'Alia - diremmo che siamo davanti ad una manovra "pacifista" ma purtroppo non abbiamo la possibilità di farlo, soprattutto su argomenti seri come questo".

Sen. Gianpiero D’Alia

Page 22: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

22

Centro di Solidarietà "Associazione Gruppo Solidarietà" onlus

Messa in memoria di Don Mario Picchi Sabato 29 maggio è mancato Don Mario Picchi, alla vigilia dei suoi 80 anni, dopo una vita completamente spesa al servizio delle persone più emarginate e fragili. Il fondatore e presidente del Centro Italiano di Solidarietà di Roma-CeIS lascia un’eredità di migliaia di vite salvate dalla droga e dalla disperazione e di centinaia di comunità, centri d’accoglienza servizi e strutture a Roma e dintorni, in Italia e nel mondo, ispirate al suo “Progetto Uomo”. Anna Durante, grata al Signore per l’incontro avuto con Don Mario 30 anni fa, insieme con i collaboratori del Centro di Solidarietà, con i ragazzi e le loro famiglie, invita a partecipare alla messa di suffragio che si terrà giovedì 17 giugno alle ore 20 nella Chiesa di Sant’Antonio, celebrata da Don Giuseppe Comerlati, Vicario Generale. Centro di Solidarietà "Associazione Gruppo Solidarietà" onlus Viale Regina Margherita 154/1 - 65123 Pescara tel. 085 9430169 - fax 085 4225282 e.mail: [email protected] sito web: www.cespe.net CF 91002370681

Page 23: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

23

Page 24: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

24

Istituto Luigi Sturzo Via delle Coppelle 35 - 00187 - Roma

Martedì 15 giugno ore 16.45

Presentazione del romanzo di Luca Signorini

Appunti per una resurrezione musicale

Relatori: Valeria Alinovi, Giovanna Peduto Istituto Luigi Sturzo Via delle Coppelle 35 00186 Roma tel:06.6840421 fax:06.68404244 www.sturzo.it

Page 25: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

25

TEATRANDO ESTATE

laboratorio teatrale estivo per ragazzi dai 13 ai 18 anni

15 giugno-15 luglio 2010

al Florian Espace

martedì e giovedì dalle ore 10.30 alle ore 12.00 Flavia Valoppi, attrice del teatro ragazzi del Florian ed esperta animatrice, condurrà dal 15 giugno al 15 luglio un laboratorio teatrale in dieci lezioni concepito per allievi adolescenti, dai 13 ai 18 anni. Il lavoro proposto sarà di avvicinamento alle tematiche e ai personaggi dell'opera shakespiriana più vicini ai problemi dei ragazzi adolescenti: l'amore, la paura, il coraggio, l'inganno, prendendendo spunto proprio dalla vicenda di Amleto e di Ofelia. Un viaggio teatrale all'insegna dello stupore per accorgersi che la vita del teatro non è così lontana dalle inquietudini dei nostri ragazzi. Riscaldamento fisico e vocale ed improvvisazione: sono questi gli ingredienti fondamentali di questo laboratorio teatrale proposto dalla Valoppi, che non fornirà un insieme di tecniche e di esercizi già organizzati verso un unico itinerario, ma un insieme di stimoli, un percorso aperto allo scambio, per avvicinare i giovani al piacere del gioco teatrale, in un’atmosfera di gruppo non competitiva e di reciproco stimolo.

Costo del laboratorio €. 90,00 Chi fosse interessato al laboratorio estivo può contattare il Florian ai numeri:

085/4224087 oppure 085/4225129.

"Teatrando", i laboratori teatrali dedicati ai bambini della scuola primaria e della scuola media, divisi per fasce di età, dai 7 ai 13 anni, ripartono, invece, con la riapertura delle

scuole, nel prossimo ottobre. Ufficio Stampa Livia Tammaro 3387733854 [email protected]

Page 26: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

26

www.terrateatro.org

presenta gli spettacoli conclusivi del progetto

SCUOLA DI TEATRO 2009-2010 direzione:Ottaviano Taddei, Cristina Cartone

Sabato 12 Giugno ore 21 Piazza A. De Curtis SANT'OMERO (Te)

"La bottega del Caffè" liberamente tratto dall'omonima opera di C.Goldoni

Domenica 13 Giugno ore 21

Centro Socio Culturale Annunziata GIULIANOVA (Te) "Tempesta"

liberamente tratto da "La tempesta" di W. Shakespeare

Page 27: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

27

Fotografia per passione News letter n° 10 – 12 giugno 2010

Carissimi! Finalmente una galleria su Roma. Sono frammenti; punti di vista su una città semplicemente splendida ... Venitela a vedere all'indirizzo: www.claudiocecamore.it/pagine2010/roma/roma.html Ricordo inoltre, per chi non l'avesse già fatto, di scaricare il bando della seconda edizione del "Concorso letterario Il pontile" , per poesie e racconti originali aventi per tema <<Intemperie>>. Tutti i dettagli su www.claudiocecamore.it/ilpontile2010.html NB: ricchi premi ai vincitori... Diffondete questo messaggio. Esiste anche un gruppo su Facebook: cercate “Librincontri 2010” e partecipiamo in massa!!! Ciao. Grazie. Claudio Cecamore

Page 28: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

28

Page 29: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

29

Page 30: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

30

Verso il Partito della Nazione. L’Udc inizia un percorso per

costituire un nuovo soggetto di centro, moderato, che segni una discontinuità con la tradizione

democristiana, non per rinnegare la DC, ma solo per superarla in un’epoca diversa per storia,

cultura e sensibilità. Questo spazio è per esprimere

la tua opinione.

Su questo numero riportiamo gli interventi di Adornato e Cesa, tenuti a Todi ed altri contributi al

dibattito.

Page 31: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

31

Terzo Millennio – on line” per l’organizzazione dei moderati,

verso il partito della nazione.

di Licio Di Biase

Quando il 22 settembre 2007 abbiamo pubblicato il primo numero di “Terzo Millennio On line”, trasferendo dal cartaceo al telematico un’esperienza che persisteva dal 1993, avevamo ipotizzato un giornale mensile, definito “per l’organizzazione dei moderati”, e inviato a circa2000 amici, attraverso la posta elettronica. Dopo quasi tre anni, in cui la vita del Paese si è sempre più fatta on line, nella prospettiva dilagante della vicenda globale… “il villaggio”, come si diceva fino a qualche tempo fa, “globale” è divenuto a volte “invadentemente” globale, “tiriamo qualche somma”. Infatti, sull’onda della vicenda comunicativa questa nostra pubblicazione è cresciuta. Ora, gli indirizzi a cui viene inviato il giornale ha quasi raggiunto quota 6.000, inoltre, la periodicità è divenuta settimanale, e non più mensile, e siamo diventati anche luogo di incontro di una moltitudine di notizie culturali, editoriali e sociali. Una vicenda editoriale, senza una eccessiva organizzazione, che aveva, però, un’idea di fondo: essere una goccia nel mare del “moderatismo” italiano. Non abbiamo scritto sotto la testata… “per la riorganizzazione dei cattolici o dei democratici cristiani”, anche se lo siamo stati, lo siamo e lo saremo sempre…ma, “per l’organizzazione dei moderati”, proprio perché, tre anni fa, già avvertivamo il superamento del “reducismo” e del “postdemocristianesimo”, ripeto, anche se DC lo siamo stati, lo siamo e lo saremo sempre!!! Oggi, dopo Todi, l’Udc, partito a cui facciamo riferimento, guarda oltre. Non più, dunque, il partitino postdc, ma qualcosa di nuovo, che non faccia dello scudo crociato una reliquia, un feticcio, un simbolo a cui aggrapparsi di fronte alla dispersione (sarebbe stato meglio scrivere, “disperazione”) identitaria e post ideologica. Un Partito che si chiamerà, molto probabilmente, “della Nazione”, ovvero PdN. Un Partito postideologico, riferito alle ideologia del novecento, con al centro i temi della nuova ideologia: l’unità del Paese, la solidarietà tra il nord, il centro e il sud, il grave problema dell’egoismo regionale. Non più, dunque, al centro i comunisti e gli anti…ma questioni appartenenti al mondo della contemporaneità. Ci sarà sempre una destra, un centro e una sinistra. Non ci potranno essere due soli partiti, quando anche l’Inghilterra sta superando questa riduzione culturale, prima che politica. Noi vorremmo un sistema alla “tedesca”, mentre stiamo vivendo una fase di “pastrocchio all’italiana”. Ecco, il nostro giornale, in modo soft, come fanno i “moderati”, che non sono tali perché molli, ma perché hanno la capacità di fornire “una qualità della riposta al problema, mediata e meditata”, vuole sottolineare che c’era, c’è e ci sarà.

Page 32: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

32

Verso il partito della nazione

Idee e proposte per il nuovo simbolo

Prende il via il concorso per raccogliere idee e proposte in vista della formazione del nuovo soggetto politico. Suggerisci il nome e il simbolo

che ti piacerebbe fosse utilizzato come logo.

Se sei interessato a partecipare, puoi inviare le tue proposte (anche in formato grafico) all'indirizzo:

[email protected]

Per il vincitore sarà, naturalmente, previsto un premio!

Udc – Segreteria Nazionale

Page 33: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

33

Discorso tenuto il 20 maggio dall’on Ferdinando Adornato in apertura del Seminario nazionale di cultura politica dell'Unione di Centro

(UDC) “Verso il Partito della Nazione”

che si è tenuto a Todi. Ci sono momenti nella vita di una nazione nei quali si sente la Storia passare vicino, quasi la si può toccare con mano, respirare l’incombere delle minacce, l’affacciarsi delle speranze. Saperne afferrare le opportunità, evitando di essere travolti, è esattamente il compito di una classe dirigente. Ebbene, oggi la Storia sta attraversando il destino dell’Europa. E può cambiare, radicalmente, quello dell’Italia. Ma abbiamo una classe dirigente in grado di guidarci con mano ferma in questo incrocio di futuro? Già quattro anni fa, nel 2006, gli italiani manifestarono, con un voto senza chiara maggioranza, tutto il loro smarrimento intorno alla Seconda Repubblica. Non si era rivelata la Terra Promessa della modernizzazione: quanto piuttosto il regno del tempo perso, accumulando nuovi squilibri e ritardi. Non si era modellata lungo la strada post-ideologica della competizione programmatica: ma era diventata il teatro di una nuova “guerra civile ideologica” tra destra e sinistra. Non aveva segnato il riscatto della dignità e della nobiltà della politica: al contrario, ne aveva accentuato la decadenza oligarchica. Una vera classe dirigente avrebbe capito, già nel 2006, che l’Italia, spaccata in due dal ring di un bipolarismo inconcludente, stava chiedendo ad entrambi i pugili di levarsi i guantoni ed avviare una nuova fase nella quale l’interesse nazionale prevalesse sulle convenienze delle parti. Cooperare per rilanciare l’Italia. Ma Prodi non ebbe lo scatto dello statista. E diede luogo ad uno dei più confusi governi della Repubblica. Non ci fu dunque da stupirsi se, nel 2008, gli italiani, assai spaventati, tornarono a ripararsi dietro l’immagine di Berlusconi, assegnandogli una maggioranza schiacciante. E non fu neanche un caso che, proprio nel 2008, noi decidemmo di uscire dal teatro della guerra civile, creando l’Unione di Centro e assumendoci con coraggio la responsabilità di denunciare: così non funziona, lo scontro bipolare sta fiaccando l’Italia. Una denuncia che, purtroppo, è ancora oggi attuale. Non siamo profeti. Siamo normali uomini politici che non chiudono gli occhi di fronte alla realtà di un sistema bloccato che di nuovo, come alla fine della Prima Repubblica, rende cieco il gioco del potere. Tant’è che l’Italia del 2010, a soli due anni dalle elezioni, è di nuovo sull’orlo di un’implosione sistemica. Tre grandi emergenze, un vero e proprio triangolo delle Bermuda, minacciano oggi la tenuta del Paese: 1) La morsa sociale della crisi che ha cominciato a travolgere imprese e famiglie. 2) La paura del declino accelerata dal crack greco e della incompiutezza europea. 3) Il ritorno di un crescente discredito verso la politica, inversamente proporzionale alle mirabolanti illusioni di rinnovamento create dalla Seconda Repubblica. Alla luce di tutto ciò, la dichiarazione del presidente Casini “Prima o poi sarà inevitabile che si formi un governo di responsabilità nazionale”, ha spiazzato un po’ tutti perché in essa riuscivano a coincidere il semplice buon senso e il dimenticato passo della grande politica. Quale se non questo é il momento di sentirsi prima italiani e poi del Pdl, del Pd, dell’Udc, della Lega….? Cos’altro deve accadere perché scatti questo elementare amor di patria? Invece è partito il solito prevedibile polverone. Bossi non vuole Casini, Franceschini non vuole Berlusconi. Piccola politica. Quando il dito indica la luna solo lo sciocco guarda il dito. Ma siccome dentro al polverone si è intravisto anche qualche spiraglio di ragionevolezza, vale la pena, affinché non si disperda, di ribadire il nostro pensiero.

Page 34: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

34

Noi abbiamo in testa di dover aiutare l’Italia ad evitare il “rischio Grecia”. Non pensiamo per niente di voler aiutare il Pdl e il governo ad uscire dal “rischio Anemone” o ad aggirare il “rischio Fini”! Ciò di cui parliamo non è un trasformistico “allargamento della maggioranza”. Essa è già sufficientemente larga. Parliamo di una svolta politica da proporre con chiarezza al Paese: un nuovo governo di responsabilità nazionale che programmi la “messa in salvo” dell’Italia attraverso le riforme di cui essa ha bisogno. Per carità, nessun classico “pasticcio italiano”. Il governo di grande coalizione ha dato in Germania risultati straordinari. E inedite intese si stanno realizzando, sia pure in forma diversa, in Gran Bretagna. Le classi dirigenti europee, chi prima chi poi, stanno cominciando a capire che questo è il tempo storico della responsabilità. La nostra è un’ipotesi, una proposta, forse anche di più: una diversa idea dell’Italia. Ma se la maggioranza ritiene di essere autosufficiente, che non sia necessaria l’assunzione di una comune responsabilità di fronte al Paese, va bene così. Anche questa è un’ipotesi politica, legittima. La verifica la daranno, come sempre, i fatti. Ora la maggioranza pensa a una manovra da 25-30 miliardi di euro. Quando la conosceremo nei dettagli daremo le nostre valutazioni. Noi apprezziamo sinceramente l’opera del ministro Tremonti di “difesa” dei conti pubblici. Ma sentiamo che, accanto ad una buona difesa, è oggi indispensabile puntare su un efficace gioco d’attacco, aggredendo la crisi con interventi strutturali che, oltre che guardare all’oggi, preparino il domani. Il traguardo è uno solo: recuperare, nel tempo più rapido possibile, la competitività del sistema-Paese. E ci si può arrivare solo con cinque Grandi Modernizzazioni: 1- Tagliare strutturalmente la spesa pubblica. Con quattro voci-chiave: a) Riformare le pensioni, aumentando l’età di uscita dal lavoro e sostenendo le fasce più deboli. b) Eliminare tutta la burocrazia inutile a partire dalle province. c) Metter seriamente mano alle inefficienze del sistema sanitario. d) Esaminare con grande attenzione i costi del progetto federalista. 2- Agire immediatamente sulla leva fiscale per ridurre la pressione sulle imprese, soprattutto quelle piccole e medie, e per rimodulare quella delle famiglie, in favore dei nuclei più numerosi. 3- Aprire finalmente l’era delle liberalizzazioni, soprattutto quelle delle aziende collegate alle amministrazioni locali, spezzando il potere delle corporazioni che finora l’hanno impedito. 4- Elaborare e attuare un nuovo, serio piano di sviluppo della Ricerca, dell’Innovazione e della Formazione. La qualità del capitale umano è l’unico vero termometro di futuro del mondo globale. 5- Assumere il tema dell’energia come priorità dello sviluppo del Paese e della difesa della sua sovranità. Il ritorno del nucleare e l’apertura alle nuove fonti di energia, (e ciò che si chiama green economy) non sono progetti in contraddizione. La maggior parte di questi obiettivi sono chiari da oltre un decennio. Eppure l’Italia è rimasta immobile. Bankitalia con Draghi, Confindustria con Montezemolo e oggi con la Marcegaglia, i protagonisti della neonata Rete Imprese Italia, hanno più volte spinto i governi lungo la strada del coraggio. I sindacati più avvertiti, la Cisl e la Uil, hanno mostrato disponibilità. Niente da fare. Appunto: la Seconda Repubblica è stata il regno del tempo perso. Più di un decennio sprecato in nome del moloch bipolare, della guerra civile tra berlusconiani e antiberlusconiani. Ma, ecco il punto, bisogna aver chiaro che queste grandi modernizzazioni richiedono misure anche assai impopolari. Ciò che significa una classe dirigente capace di creare un consenso vastissimo in nome dell’interesse nazionale, un clima di mobilitazione culturale e civile in grado di piegare ogni corporativismo. Appunto: un nuovo governo di responsabilità nazionale. Di più: un nuovo patto tra gli italiani. L’Italia, esattamente come dopo la guerra, ha bisogno di una “seconda ricostruzione”. Di ritrovare quel clima di comune operosità politica, sociale e civile che caratterizzò il tempo iniziale della Repubblica. Solo così forse si potrà anche riscrivere insieme la Costituzione.

Page 35: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

35

Ora forse è più chiaro cos’è che noi davvero proponiamo: un nuovo patto per l’Italia. Ma non basta andare dal notaio o da Vespa per sottoscriverlo. Ci vuole un Nuovo Inizio. Uno scatto di reni di tutta la politica che rompa con le divisioni demagogiche, con le faziosità reciproche, con le litigiosità quotidiane. Uno scatto di reni che induca i cittadini a credere ancora, nonostante tutto, nella forza di una terra che, restando unita, sappia scrivere, come nel passato, una nuova pagina di riscatto. Un Paese che sappia afferrare la Storia che gli passa accanto. Tutto sta cambiando, nel mondo, in Europa, in Italia. Tutti noi dovremo cambiare: orizzonti, stili di vita, comportamenti. Tutti i partiti dovranno cambiare. Oppure, saranno cambiati. Prima o poi sarà inevitabile.

PREPARARSI A UN GRANDE MUTAMENTO Ebbene, cari amici, in attesa che l’insieme della politica sia capace di questo scatto, cominciamo a cambiare noi. Non siamo gente abituata a chiedere agli altri ciò che noi non siamo disposti a fare. Al contrario: vogliamo partire noi per primi. Il senso di queste giornate di Todi sta tutto qui: indicare al Paese una nuova strada, cominciare noi per primi a percorrerla. Occorre prepararsi a un Grande Mutamento. Due scenari sopra gli altri stanno modificando alcune convinzioni di fondo che hanno accompagnato il tempo della Seconda Repubblica. 1) Il confronto tra gli Stati-nazione. Verso la fine degli anni Novanta si diffuse come un dogma l’idea che la fine del Novecento, con la caduta delle ideologie e l’avvento della globalizzazione, avrebbe decretato il tramonto degli Stati-nazione. Abbiamo vissuto questi ultimi anni prigionieri di questa convinzione. Ebbene, dobbiamo liberarcene. L’arena della globalizzazione si sta rivelando sempre più come una partita a domino nella quale nuovi grandi Stati-nazione come la Cina, l’India e il Giappone si confrontano con lo Stato-nazione americano, mentre Putin cerca di ricondurre Mosca lungo la strada imperial-autoritaria-nazionalista. La globalizzazione attraversa le sovranità degli Stati-nazione. Ma gli Stati-nazione restano gli attori principali della sua governance. Ma anche volendo limitare lo sguardo alla vecchia Europa scorgiamo all’orizzonte un netto bivio: o la sovranità dei singoli Stati-nazione si deposita nell’autorità di un unico Stato europeo, come era nel sogno di De Gasperi e di Spinelli, oppure la storia tornerà drammaticamente indietro. La classe dirigente europea ha recentemente salvato l’euro, ricorrendo agli strumenti tradizionali di uno Stato-nazione: l’intervento di salvataggio della banca centrale, la solidarietà consapevole della classe politica. Ma l’emergenza non fa primavera. Non può resistere a lungo una moneta unica senza una comune politica economica, senza una comune autorità politica. O si procede lungo la strada del consolidamento di una sovranità democratica, legittimata da tutti i popoli e da tutti gli Stati, oppure il XXI secolo scriverà il declino del sogno di una stabile “pax europea”. E il rischio della guerra tornerà a farsi concreto. Perciò nazione italiana e nazione europea sono due facce della stessa medaglia: o si integrano o decadono, insieme. Simul stabunt, simul cadent. Perché l’Europa, se sarà, sarà Europa delle nazioni. E’ pura utopia pensare che le zoni più forti dell’Italia, quelle del Nord, possano avere convenienza ad accettare un patto con altre macroregioni continentali abbandonando il Sud al suo destino. L’Europa del futuro non si dividerà in macroregioni. O sarà uno Stato-nazione unitario o torneranno a prevalere, come in parte già accade, gli Stati-nazione più forti: la Germania e la Francia. La Storia riaprirebbe così il libro dell’Ottocento. E se, in questo scenario, l’Italia si dividesse, tornerebbe ad essere, proprio come allora, terreno di conquista. A cominciare dalla Padania. Perciò cari amici della Lega, per il Nord secessione non significa indipendenza. Al contrario, significa tornare a vecchie sudditanze: non più da Roma, ma da Berlino o da Parigi. Si può contestare lo Stato italiano e la sua organizzazione. Ma non si può dimenticare che la nazione italiana precede di molti secoli la nascita dello Stato, e che essa batte nei cuori delle donne e degli uomini di questa terra da Dante, da Petrarca, da Vico, da Campanella, da Manzoni, al Nord come al Sud, “una d’arme, di lingua, d’altar”. Il futuro chiede dunque partiti che tornino ad amare l’Italia, vivendo, con nuova passione, direi quasi con fede, il concetto di Stato e quello di Nazione, come in altri tempi della nostra storia non era successo, declinandoli nell’orizzonte di battersi, di una più grande patria europea.

Page 36: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

36

2) Il tramonto dell’era mercatista C’era una volta la deregulation. Il trionfo dell’idea che il mercato, gli animal spirits della società civile, una certa dose di anarchismo individualista, potessero essere la “nuova ideologia”. Intendiamoci: si trattò di una salutare boccata d’ossigeno per democrazie appesantite da decenni di statalismo burocratico. Ma ogni ideologia, presto o tardi, finisce per tradire anche le migliori intenzioni. Sulla sua scia, infatti, banchieri e operatori di mercato, ma anche molti governi, più inclini all’”animal” che allo “spirit”, hanno finito per colpire a morte in un colpo solo il mercato, lo Stato l’etica pubblica, il lavoro di milioni di persone. Un Bingo diabolico che ha travolto la nostra vita e le fondamenta stesse dell’Occidente. La recente crisi finanziaria ha chiuso definitivamente l’era mercatista. Stato, politica ed etica tornano ad essere centrali nel senso comune dei governi e dei popoli. Le decisioni “dirigiste” di Obama e dell’Unione europea, l’evocazione universale di nuove regole per banche e mercati stanno richiamando in vita metri di misura della realtà che l’era precedente aveva relegato negli archivi del giurassico politico. Chi ha sempre avuto come stella polare l’economia sociale di mercato non si sorprende più di tanto. Ma non può non colpire la superficiale volatilità con la quale classi dirigenti e opinioni pubbliche passano da decenni di infatuazione statalista ad altri di miraggio liberista senza riuscire a tenere il pendolo in equilibrio. La fine dell’era mercatista propone dunque, accanto a quelle più evidenti, una lezione di fondo: le culture di governo non possono dipendere dagli effimeri oracoli dei sondaggi e dei media. Il futuro chiede partiti consapevoli di questa verità. Vorrei dirlo nel modo più semplice: la Politica e l’Amministrazione richiedono serietà, studio, applicazione, competenza, onestà, rispetto delle regole. Esse non possono diventare branche della tecnica pubblicitaria. L’immagine è una componente indispensabile, ma non esclusiva della rappresentanza. Ritorno dello Stato e della Politica. Forte richiesta di Etica, di Responsabilità, di Regole. Primato dell’interesse nazionale. Senso del dovere. Coraggio civico. Rispetto delle autorità: tornano ad essere questi gli ingredienti indispensabili della vita pubblica. Per corrispondere a questa svolta l’Italia deve cambiare davvero tanto. Anche perché antipolitica e populismo hanno fatto ampiamente breccia, cosicchè oggi assistiamo a un curioso paradosso: sia parte del Popolo che parte del Palazzo si nutrono, magari l’un contro l’altro, degli stessi clichè. Antipolitici, antinazionali, antistatali. Il qualunquismo del potere, che contagia insieme settori della maggioranza e Di Pietro, sta diventando un fenomeno davvero preoccupante. Qui sta, cari amici, la nostra più grande difficoltà. Recitare fuori dal coro quando il coro è assordante. Proporre serietà in un surreale contesto di generale superficialità. Ma questo è anche, d’altra parte, ciò che dà grande forza alla nostra battaglia. VERSO IL PARTITO DELLA NAZIONE Il cambiamento non è dunque un capriccio. Il mondo, l’Europa, l’Italia, il mutamento dei vecchi paradigmi interpretativi: tutto chiede un salto di qualità. E noi oggi diamo inizio a questo salto. Ma sentiamo il bisogno di andare oltre l’Unione di centro anche per un’altra ragione: perché abbiamo vinto. Nel 2008 quando, da soli, abbiamo deciso di denunciare l’inadeguatezza del bipolarismo italiano, il Paese ufficiale celebrava i fasti del “veltrusconismo”, l’apogeo di un bipartitismo in via di presunta stabilizzazione. Sembrava che per noi non ci fosse più speranza. Che ci fosse solo da decidere se essere seppelliti dentro le mura o, come gli eretici, fuori. Lontano dagli occhi e dal cuore. Non è andata così. Solo due anni dopo in affanno non siamo noi: ma proprio i due giganti d’argilla. Prima è entrato in crisi il Pd: e non ne è ancora uscito. Francesco Rutelli ha condiviso molte delle nostre analisi ed ha creato l’Api. Molti ex popolari si chiedono se una riedizione dei Ds può essere la casa del loro futuro. Veltroni e Franceschini, come quei giapponesi che non avevano capito che la guerra era finita, continuano a inseguire una vocazione che di maggioritario, ormai, ha solo la testardaggine.

Page 37: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

37

Poi è entrato in crisi il Pdl. Fini si è ricordato di aver definito il partito del predellino una “comica finale” e la sua denuncia del populismo corrisponde ad un senso dello Stato da noi condiviso. Ma è l’insieme di quel partito a non avere più identità, diviso com’è tra quattro o cinque aree l’un contro l’altra armate. L’Unione di Centro e la Costituente sono stati strumenti decisivi per far precipitare la crisi del bipolarismo. Senza la nostra denuncia e il nostro esempio, senza il nostro costante appello a tutti i moderati, oggi la realtà sarebbe diversa e noi non saremmo tornati “centrali” nella vita politica italiana. Noi abbiamo indicato il sentiero a chi voleva mettersi in movimento. Ma oggi la crisi del “bipolarismo all’italiana” è entrata nella sua fase finale. E se non vogliamo che altri raccolgano i frutti dell’albero che noi per primi abbiamo scosso, dobbiamo cambiare. Da un partito nato per denunciare l’inadaguatezza del sistema, dobbiamo costruire un partito capace di governare il futuro del sistema. Due mutamenti sembrano preliminari. Il primo. L’insistente richiamo al Centro ha avuto un grande valore nel denunciare i limiti della destra e della sinistra. Ma oggi, se vogliamo rivolgerci a una più vasta platea di cittadini, non possiamo più riferirci solo alla geografia sistemica. Per la maggioranza degli italiani, soprattutto dei più giovani, le categorie di destra, di sinistra, di centro non sono più in grado di evocare visioni, passioni, immagini di futuro. La nostra cultura politica non può che restare centrista: l’equilibrio istituzionale, la moderazione, il rispetto per l’avversario, la ricerca dell’intesa, e soprattutto il primato dell’interesse nazionale, saranno sempre la colonna sonora della nostra identità. Ma i programmi, i valori, i miti che metteremo in campo, a partire dal nome, dovranno parlare di Italia, non di aree sistemiche. Del resto, la Democrazia Cristiana non ha avuto bisogno di battezzarsi con la parola Centro per diventare il più grande partito di Centro della storia d’Italia. Ebbene, si può dire che noi, da oggi, mettiamo al Centro la nazione. Il secondo. Il nostro non vuole più essere inteso come un partito di nicchia, di esclusiva affiliazione post-democristiana. Laici, cattolici, repubblicani, liberali, moderati del Pd e del Pdl, possono e debbono trovare nel nuovo partito una sponda libera, senza vincoli oltre quelli dell’adesione ai valori e ai programmi. No, la Dc non può rinascere. A maggior ragione non ha senso coltivare il reducismo. Il nostro è dunque un progetto del tutto nuovo, non un restyling dell’Udc: il progetto di un grande partito cristiano e liberale che si candidi a governare l’Italia del XXI secolo. Cristiana e liberale, con Gioberti, Rosmini e Mazzini, è stata la cultura che ha ispirato il processo risorgimentale. Cristiana e liberale, con De Gasperi e Einaudi, è stata la guida della ricostruzione italiana. Si è trattato di due momenti tra i più entusiasmanti della nostra storia, laddove Stato e Nazione vennero letti come una sola unità, spirituale e territoriale. Cristiani e liberali possono dar vita a una omogenea comunità politica, perché omogenea è la loro filosofia pubblica: entrambi credono nel primato della Persona, sullo Stato, sulla Classe, sulla Razza. Entrambi credono che il diritto naturale abbia forza di legge prima di qualsiasi contratto sociale. Saremo sempre un partito di ispirazione cristiana, ma non saremo il partito della Chiesa. La Chiesa è una comunità spirituale ma é anche un’istituzione che ha il diritto-dovere di intervenire sulla realtà temporale. E non è detto che tutti i suoi giudizi debbano necessariamente coincidere con i nostri. E viceversa. Noi però rispetteremo sempre la Chiesa, quale che siano le sue opinioni. Non siamo tra quelli che la “usano” a seconda delle convenienze. Che contestano il suo diritto alla parola quando non condividono, e la esaltano quando la possono “strumentalizzare” nello scontro politico. Non siamo e non saremo mai sepolcri imbiancati. Ci rivolgeremo con forza a quei movimenti cattolici che sappiamo esprimere ansie di rinnovamento vicine alle nostre, così come a tutte quelle realtà laiche, del volontariato e del no-profit, che si muovono non per brama di potere ma per compiere opera di servizio alla comunità. Questa volta non abbiamo invitato al nostro seminario esponenti di altri movimenti o soggetti politici. Non lo abbiamo fatto perché risulti chiaro che non vogliamo far nascere il nuovo partito come somma di organigrammi e di nomenklature. A Rutelli e all’Api, ad altri movimenti che sorgessero oltre il Pd, oppure alle eventuali novità

Page 38: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

38

che maturassero dalle divisioni del Pdl, lanciamo invece, qui da Todi, un progetto per le prossime politiche: lavoriamo per costruire insieme un grande rassemblement riformista, una nuova grande alleanza che si candidi, oltre Pd e Pdl, al governo del Paese. Marciamo oggi distinti (ma non distanti) per colpire domani insieme. Da qui ad allora, ciascuno coltivi la propria crescita, preparandoci a rendere ancora più forte e credibile la proposta di una nuova casa politica comune. LE QUATTRO METAFORE Le riflessioni della mia relazione sono solo spunti, mi auguro utili, per accendere la miccia di una aperta discussione tra tutti noi, che ci porterà a fine anno al congresso fondativo del nuovo partito. Il nome e il simbolo definitivi li decideremo lì, aprendo fin da subito un pubblico concorso di idee. Ma abbiamo comunque voluto evocare il nome “Partito della nazione” per rendere immediatamente trasparente la direzione di marcia, la narrazione politica, ma anche emotiva, che vogliamo ispiri l’identità del nuovo partito. Un partito che ama l’Italia. Pronto a difendere l’unità nazionale in qualsiasi momento essa tornasse ad essere minacciata. Ma anche un partito consapevole che non la si può difendere solo con la retorica: per il semplice motivo che essa non è ancora compiuta. Per noi italiani la storia non è stata lineare. Dapprima siamo stati costretti a gestire la gioia tanto attesa dello Stato unitario con il dolore dell’ostilità della Chiesa cattolica. Dolore non da poco, perché la religione è componente fondamentale dello spirito di una nazione. Così l’Italia unitaria si trovò ad essere Stato, ma senza sentirsi pienamente nazione. Viceversa, il fascismo fece leva proprio sul mito della nazione, ma al prezzo di strapparle il cuore: la libertà. Resistenza, Ricostruzione, Costituzione: il decennio postbellico riaccese la speranza di un nuovo Rinascimento italiano, ma durò poco. La Guerra Fredda tornò a consegnarci uno Stato diviso in due nazioni: quella atlantica e quella comunista. Infine, crollato il Muro di Berlino sembrò finalmente arrivato il tempo della riconciliazione, il traguardo di un Paese dai valori condivisi. La Presidenza Ciampi per questo si adoperò, ed essa resta ancora un faro per la nostra azione. Ma il selvaggio “bipolarismo all’italiana” lavorava, intanto, per riconvocare, in un nuova guerra civile ideologica tra destra e sinistra, i fantasmi del passato. Per di più l’evocazione leghista di due nazioni, quella padana e quella italiana, ha segnato l’eterno ritorno di una maledizione disunionista che sembra non darci pace. Non possiamo più attendere. E’arrivato il tempo della riconciliazione nazionale, della pacificazione di una terra che deve saper trovare le ragioni di una convivenza ricca di valori condivisi. Perciò la metafora del Partito della nazione guarda al futuro. Dice alla nostra generazione, ma sopratutto a quelle che verranno, una cosa terribilmente semplice: il nostro, il vostro compito è costruire, davvero e finalmente, l’Italia. “Partito della nazione” vuol dire anche “Partito di ricostruzione della Repubblica”. E’ saltato l’equilibrio previsto dalla nostra Carta. Ma finora tutte le ipotesi di Grande Riforma non si sono mosse nella direzione di creare un Nuovo Equilibrio, adattando con saggezza la Costituzione al nuovo spirito del tempo. Interessi personali e di parte e presuntuosi dilettantismi hanno forzato la costituzione materiale imponendo “riforme di fatto” che hanno finito per lacerare il tessuto di relazione tra esecutivo, legislativo, giudiziario, autorità di garanzia; la dialettica tra le Regioni e le categorie sociali. La rappresentanza di tutte le assemblee elettive, dal parlamento ai consigli comunali, è stata vilipesa e resa pleonastica. La forza di filtro dei corpi intermedi è stata irrisa e schiacciata. Il sistema è tutto da ricucire. Ma, appunto, per usare bene il filo e l’ago occorre un nuovo disegno politico. “Partito della nazione” vuol dire anche “Partito della modernizzazione liberale”. Un partito che sappia ritrovare le ragioni della propria presenza anche nel Nord del Paese, raccogliendo la sfida che Berlusconi aveva lanciato nei primi anni Novanta per poi abbandonarla nel girone degli annunci. La modernizzazione liberale è la chiave della possibile nuova Unità d’Italia perché essa significa insieme nuovo scatto del Nord e riscatto del Sud. Pdl e Lega fanno finta di non accorgersi che il popolo delle partite Iva, degli artigiani, delle piccole e medie imprese, il blocco sociale che finora ha sostenuto il centrodestra, si sente sostanzialmente tradito. Ma questo deve essere il nostro popolo, il popolo del “partito della nazione”. E’ il popolo dei tanti Renzo e delle tante Lucia che hanno fatto l’Italia. Lucia era un’operaia alla filanda, Renzo un lavoratore autonomo che diventerà piccolo

Page 39: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

39

imprenditore. Insomma Renzo e Lucia avrebbero fatto parte a pieno titolo della nuova Rete Imprese Italia. E ormai ci sono tanti Renzo e Lucia anche al Sud. Questo popolo aspetta una classe dirigente seria che sappia finalmente guidarlo con coraggio verso quelle riforme di sistema sempre rinviate. Vogliamo e dobbiamo essere noi l’avanguardia di questa classe dirigente. “Partito della nazione” vuol dire anche “Partito dell’etica pubblica”. Partito della legalità contro gli opposti estremismi dell’impunità e del giustizialismo. Partito della vita per un buon uso della scienza e della ricerca, che non tradisca il diritto naturale. Partito del limite, contro la dittatura della volgarità televisiva e mediatica, dello sfruttamento dei corpi femminili e infantili, della caduta di ogni senso della vergogna. Partito della sobrietà negli stili di vita e nei comportamenti privati e pubblici. Partito del senso dell’autorità ormai decaduto nella scuola, nella famiglia, nello Stato. Sono queste le quattro principali metafore o parole-chiave che noi vediamo fondamentali nell’identità del nuovo partito. Non vogliamo un partito “freddo”. Vogliamo al contrario un partito “caldo”. Che sappia animare di miti e di passioni l’immaginario dei più giovani. Perché non c’è solo Che Guevara, non c’è solo il Grande Fratello. Altri eroi popolano i sentimenti di chi ha speranza nell’umanità. Così, ci piacerebbe che i nostri ragazzi avessero nelle loro stanze il poster di Neda, la ragazza uccisa dalla polizia di Ahmadinejad mentre combatteva per la libertà dell’Iran. O quello del Dalai Lama che resiste con saggezza e moderazione alla violenza di Pechino. O quello di Chiara Lubich, vera fondatrice del partito dell’amore. O quello di Massimiliano Ramadù e Luigi Pascazio caduti a Bala Murghab, che come i loro colleghi a Nassiryia o i paracadutisti della Folgore a Kabul, hanno dato la vita per difendere la bandiera della loro nazione e la sicurezza del mondo. Storie di vita, piccole e grandi, tutte segnate dalla libertà, dall’altruismo, dalla genialità, dalla generosità: valori fondativi di ciò che chiamiamo Italia Vogliamo costruire un partito più giovane e più aperto. Un partito di regole e di valori. Un partito che sul territorio faccia valere il gioco di squadra e non l’interesse dei singoli. Non vogliamo più un partito autoreferenziale. Facciamo nostra la frase di Konrad Adenauer: ”Un partito esiste per il popolo, non per se stesso”. Abbiamo un leader cui non manca il coraggio. Abbiamo un gruppo dirigente unito, di donne e uomini che ormai si sentono davvero amici. Abbiamo una straordinaria comunità che ha saputo attraversare il deserto per la fede nei propri valori. Abbiamo un progetto politico che guarda al futuro dell’Italia. Perciò, cari amici, ce la faremo.

Page 40: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

40

Todi, 21 maggio 2010

INTERVENTO

DELL’ ON. LORENZO CESA - Segretario Nazionale Udc

Ho riflettuto molto nei giorni scorsi sulle parole, sui toni da utilizzare in questo mio intervento. Non so se ci riuscirò, ma quelli che vorrei provare a trasmettervi sono due sentimenti anche un po’ contrastanti con i quali convivo da qualche tempo. Il primo è un sentimento che assomiglia alla nostalgia. Quella di chi ha accudito e cresciuto un figlio ed ora si prepara a salutarlo. Come per molti di voi - forse in qualche caso, permettetemi un pizzico di presunzione, anche un po’ più di molti di voi - non c’è stato giorno degli ultimi anni in cui non mi sia dedicato anima e corpo al nostro partito, in cui non abbia lavorato per tenere insieme i nostri amici sul territorio, in cui non mi sia sforzato di ascoltare, capire e portare ad una sintesi le ragioni di tutti, dei nostri dirigenti locali, dei nostri quadri di partito, degli amici che abbiamo incrociato magari solo per qualche breve periodo. Ho dato tutto me stesso all’Udc. E oggi che da quella storia, insieme ad altre, sta per nascerne una nuova. Non sarei umano se non vi dicessi che provo forti emozioni dentro di me. Ma c’è un altro sentimento che avverto. Assolutamente prevalente, più forte di quello che ho appena descritto. Ed è di entusiasmo e di voglia di lanciarmi insieme a voi verso una nuova sfida, più grande, più appassionante: la sfida per il Governo del Paese. Per quattordici anni con l’Udc e le sigle che lo hanno preceduto abbiamo compiuto ogni sforzo per rendere più mite, più ragionevole il bipolarismo italiano. Prima degli altri avevamo capito che un Paese diviso da un muro collocato giusto nel mezzo tra i due schieramenti era un Paese destinato a perdere. Due anni fa, preso atto che quel sistema non si poteva cambiare dall’interno, abbiamo deciso di collocarci fuori, di contestarlo, di metterci al lavoro per superarlo. Abbiamo accettato il rischio di pagare un prezzo altissimo, rinunciato al potere e messo a repentaglio la nostra stessa esistenza in Parlamento. Abbiamo perso una fetta consistente della nostra classe dirigente sul territorio che non se l’è sentita di seguirci in quella che a molti pareva una follia suicida. Ma non abbiamo perso gli elettori, anzi nell’arco di due anni li abbiamo rivisti crescere. E oggi siamo qua, non siamo né impauriti né irrilevanti. Al contrario, siamo corteggiati da una parte e dall’altra. Quelli in crisi dunque non siamo noi, ma sono proprio i grandi contenitori – non li chiamo partiti perché i partiti veri sono assai diversi – quelli che avevano fatto di tutto per cancellarci e dividersi le nostre spoglie, il Pd e il Pdl. E in crisi è tutto il sistema. Le nostre previsioni si stanno rivelando, purtroppo per l’Italia, azzeccate. Ma allora, qualcuno mi ha chiesto, perché volete andare oltre l’Udc? Perché oggi che i fatti vi stanno dando ragione progettate un nuovo partito? La mia risposta è che dobbiamo chiudere con il passato proprio perché abbiamo avuto ragione. Dobbiamo farlo perché sarebbe troppo comodo ora metterci a fare le maestrine e segnare con la matita blu e rossa tutti gli errori di un governo e di una maggioranza in affanno e di un’opposizione confusa e in crisi di senso e di identità. Sarebbe troppo comodo, ma soprattutto sarebbe da irresponsabili. La storia ha già bocciato questo sistema e questi mega contenitori senza identità. Questo bipolarismo verrà ricordato per aver scaraventato l’Italia agli ultimi posti della crescita dei Paesi europei

Page 41: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

41

dall’inizio degli anni ’90 ad oggi, per avere ridotto paurosamente il potere d’acquisto dei nostri lavoratori, per avere aumentato anziché diminuire il gap di competitività che divide le nostre imprese dalle loro concorrenti europee ed americane – e non parlo di quelle dei Paesi emergenti come la Cina che godono di un vantaggio competitivo incolmabile -, per aver prodotto montagne di promesse, di riduzione delle tasse, di modernizzazione liberale, di riforma della macchina dello Stato, di maggiore giustizia sociale senza aver mai realizzato nemmeno una collinetta di novità positive. Questo è un Paese in cui ognuno si è conquistato il suo fortino, si è scelto un nemico e tira a campare spaventando i suoi col messaggio: “Stiamo uniti se no vince il nemico”. Che tristezza! E’ un Paese in cui Di Pietro esiste perché c’è Berlusconi e dietro a questo paravento si trascina pure una buona fetta di Pd. E’ un Paese in cui Berlusconi esiste perché deve difenderci dai comunisti. E’ un Paese in cui la Lega esiste perché ha tirato una riga tra nord e sud e gioca a mettere gli uni contro gli altri. Possiamo andare avanti con l’Udc e metterci a fare le maestrine mentre l’Italia rischia di fare la fine della Grecia? Io dico di no. Se, come amava ripetere uno dei tanti italiani che ha unito questo Paese attorno alle sue passioni più ingenue magari ma anche più genuine, “l’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare”, allora dobbiamo sapere che bisogna andare oltre questo schema, oltre questa realtà e dunque anche oltre l’Udc. Non darci una riverniciata. Andare oltre! Il nostro è un Paese che con la fine della Prima Repubblica, con la fine delle ideologie, ha pensato di poter fare a meno della politica. L’onda peraltro – lo ha detto bene Adornato nel suo intervento di apertura di ieri che condivido ed apprezzo in pieno – non ha riguardato solo l’Italia ma un po’ tutto il mondo, con l’economia e la finanza che spesso hanno ridotto in un angolo la politica. Ma noi in particolare abbiamo pensato addirittura di poterne fare a meno. Ci siamo affidati all’imprenditore più grande che avevamo proprio perché non era un politico e di questo si vantava e su questo ha fatto campagna elettorale. Abbiamo costruito tutta la storia degli ultimi sedici anni intorno a questa distanza dalla politica. E solo oggi ci stiamo finalmente accorgendo che un Paese che rifiuta la politica è un Paese senza guida, che se ne va alla deriva. Certo, se la politica è quella che ha perso ogni freno etico, che punta solo sulle divisioni per tenere fermo il Paese, mantenere le proprie posizioni di vantaggio e arricchirsi ad ogni livello, è chiaro che non serve, anzi è un danno. Ma quella non è politica. Mai come oggi l’Italia ha bisogno di politica vera, di una guida che metta al centro l’interesse generale del Paese, che sappia ricondurre ad unità le infinite pulsioni e tensioni che provengono da una società civile complessa e variegata come la nostra. Ho letto ed interpretato l’iniziativa dei giorni scorsi di Rete Imprese Italia come un grido d’aiuto e insieme un ultimo avvertimento alla politica: due milioni di piccoli imprenditori, artigiani e commercianti che si mettono insieme per dirci: “Guardate che così non ce la facciamo più. Guardate che così salta il Paese, che non ne possiamo più delle vostre beghe, dei vostri litigi, dei vostri scandali. Ci avete stancato tutti. Noi abbiamo bisogno di rimetterci a produrre, a crescere, e se non lo facciamo insieme, tutti insieme andiamo a fondo”. I segnali che arrivano da Rete Imprese Italia, gli applausi a scena aperta delle donne e degli uomini della Confindustria a Parma per le parole di responsabilità del sindacato, della Cisl di Bonanni e della Uil, ci dicono che una quota sempre più consistente di questo Paese ha voglia di voltare pagina. Lo vogliono le sue categorie produttive, ma lo vogliono anche quel 36,5% di italiani che alle ultime elezioni regionali non è andato a votare, un numero di astenuti che non si era mai registrato in precedenza. E ce lo chiedono i nostri elettori. Domenica scorsa ho letto questa agenzia: <<“Casini tutti i giorni combinava un pasticcio e frenava, e' come Fini. Per questo non so se è utile''. Lo ha detto Bossi intervenendo a una gara di tiro alla fune sul fiume Ticino>>. A Bossi abbiamo già risposto con chiarezza che nessuno ha mai chiesto di entrare nell’attuale maggioranza e non siamo interessati a farlo, dunque può dormire sereno. Ma non è questo il punto.

Page 42: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

42

Il punto è che se vogliamo davvero voltare pagina, non abbiamo più bisogno di ministri che se ne vanno alle gare di tiro alla fune mentre il Paese è sull’orlo di una crisi drammatica. Non abbiamo più bisogno di ministri che girano con un’ascia in mano e si fanno fotografare felici mentre bruciano montagne di carte. E non abbiamo più bisogno di un’opposizione che passa le sue giornate ad insultare tutto e tutti come fa Di Pietro. Non abbiamo più bisogno del suo braccio armato in tv Santoro che fa la morale al mondo intero e poi si mette in tasca dieci milioni di euro di soldi pubblici di buonuscita per chiudere Annozero alla faccia di tutti quelli che lo osannavano come paladino pronto a immolarsi per la libertà di stampa. Come non abbiamo più bisogno di giornalisti militanti, da qualunque parte stiano, che di questo modo di fare politica che intendiamo sconfiggere sono ormai parte integrante. Abbiamo bisogno di giornalisti che tornino a fare il loro mestiere e basta. Vuol dire che abbiamo arruolato la Marcegaglia, o Montezemolo, o il sindacato e le categorie produttive? Certo che no, non siamo così ingenui. Ma siamo convinti che quando, da posizioni diverse, si condividono le stesse analisi, si invocano le stesse soluzioni, prima o poi trovare un luogo d’incontro e di dialogo sia naturale. Nonostante la situazione sia difficilissima voglio dirvi che sono ottimista. La storia di questo Paese insegna che gli italiani, nei momenti del bisogno, nelle fasi più dure, sanno unirsi e trovare insieme la via d’uscita. L’hanno fatto dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando il Paese era lacerato e distrutto e si è risollevato. L’hanno fatto negli Anni di Piombo, quando la guerra civile pareva dietro l’angolo e quando Aldo Moro aveva compreso prima degli altri che era necessaria una nuova pacificazione per far progredire l’Italia. Per frasi come queste: “Nessuna persona ai margini, nessuna persona esclusa dalla vitalità e dal valore della vita sociale… Niente che sia morto, niente che sia condannato, niente che sia fuori della linfa vitale della società. Questo è il problema immane della piena immissione della masse nella vita dello Stato, tutte presenti nell’esercizio del potere, tutte presenti nella ricchezza della vita sociale… Non uno Stato di alcuni, ma lo Stato di tutti; non la fortuna dei pochi, ma la solidarietà sociale”, per frasi come queste – dicevo - Moro pagò con la vita. Ma il suo sacrificio compì davvero il miracolo, l’Italia tornò ad unirsi e trovò la via per sconfiggere il terrorismo e ritrovare la speranza nel futuro. L’Italia si è unita nel 1992, quando di fronte alla crisi della lira, di fronte al rischio della bancarotta di Stato, ha pagato una manovra fatta di lacrime e sangue da 93 mila miliardi per rimettersi in piedi. Questo è un Paese che ce la può fare anche oggi. Ma ha bisogno di tornare coeso, di riconciliarsi, tra nord e sud, tra politica e magistratura, tra le categorie sociali e produttive, tra chi qui è nato qui e ci vive e chi è arrivato qui per lavorare rispettando le nostre leggi. Quello che serve lo sappiamo tutti. L’ha ricordato bene ieri Adornato nel suo intervento: riduzioni della spesa pubblica specie sui versanti di pensioni e sanità, riduzione del carico fiscale per le piccole imprese e le famiglie, liberalizzazioni, ricerca e innovazione, un nuovo modello di sviluppo basato sulla green economy. Riforme che questa politica non ha avuto il coraggio di fare, sia quando ha governato il centrosinistra, sia quando ha governato il centrodestra. Si è preferito inseguire i sondaggi piuttosto che affrontare la realtà delle cose da fare. Si sono preferite le facili promesse alla verità anche cruda dei nodi da sciogliere. E oggi agli italiani viene presentato il conto. Questa politica e questo bipolarismo non sono più credibili e non sono in grado di portarci fuori dalla tempesta perfetta in cui ci siamo cacciati. Di fronte all’emergenza naturalmente mi auguro che il Governo e Tremonti riescano a tappare la falla con questa manovra da 26 miliardi di euro ed esamineremo con attenzione e senza pregiudizi, ma con rigore, le misure che verranno presentate in Parlamento. Un’opposizione repubblicana non può esserlo a intermittenza. Tanto più nei momenti difficili e cruciali in cui è in gioco la credibilità e il destino di un Paese. Nelle missioni internazionali di pace, siamo stati accanto ai nostri soldati che rischiano la vita per difendere la bandiera. E ancora oggi li ricordiamo e dobbiamo farlo tutti i giorni. Allo stesso modo, in questo momento di crisi non possiamo rassegnarci a vedere la nostra Nazione andare nel

Page 43: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

43

baratro. Come ha detto oggi Stefano Folli: “Non possiamo stare alla finestra in attesa del peggio. Sarebbe un imperdonabile errore politico”. Ma per cambiare passo serve un’altra politica, un altro governo, un governo di unità nazionale, chiamatelo come volete, e altri protagonisti. Guardate quello che è successo proprio in questi giorni: mentre i mercati si aspettano segnali precisi da Paesi con un debito pubblico alto come il nostro, il Parlamento ha approvato un decreto sul federalismo demaniale che sottrae dalla disponibilità dello Stato una parte importante di quei beni che erano destinati proprio a garantire la solvibilità del nostro debito. Un pasticcio che ha visto non solo la maggioranza come al solito a rimorchio della Lega, ma pure il populismo di Di Pietro, che ha scavalcato un Pd sempre più tremante impegnati in una gara ad ingraziarsi la Lega pensando di poterle rubare qualche voto al nord scimmiottandola. E’ l’ennesima dimostrazione che serve ben altro. Serve un partito che sappia parlare agli italiani con il linguaggio della verità e che sappia riunirli intorno ad una missione che non può che essere comune: quella di riprendere il cammino verso un’Europa più unita e più coesa, non solo sul piano economico, ma anche sul piano politico. Un’Europa in grado di affrontare le grandi sfide che partono dagli Stati Uniti, dalla Cina e dagli altri Paesi emergenti e che la stanno marginalizzando. A questo proposito nei prossimi giorni saremo promotori nel Ppe di un confronto sulla linea del rigore in sede di Unione Europea per tracciare attraverso il Parlamento europeo una linea comune anticrisi. Questo comunque è il partito della nazione che vogliamo costruire. Un partito che guarda al futuro, moderno, europeista. Che sappia dare spazio ai giovani e costruire una nuova classe dirigente, ma con radici solide, fatte di storia, tradizione e valori. Un partito laico, che si riconosca nella comune identità cristiana dell’Italia e dell’Europa e nel messaggio di uguaglianza e giustizia della dottrina sociale della Chiesa. Un partito liberale, riformatore, aperto alle innovazioni della scienza ma fermo nella tutela di valori irrinunciabili come quello alla vita. Non so che faranno Rutelli, i Popolari del Pd, ma anche i tanti moderati che non si riconoscono più in questo Pdl così cupo. Sono convinto che guarderanno con attenzione a quello che stiamo preparando. E immagino che prima o poi ci ritroveremo a dialogare insieme: in che modo e da quali posizioni non lo so. Ma ci ritroveremo insieme. Ma a loro e, ancora di più, a tutti gli italiani di buon senso che vogliono qualcosa di diverso rispetto a quanto hanno visto negli ultimi sedici anni, mi sento di dire che qui sta per nascere una casa completamente nuova. Che siamo pronti a costruirla con chiunque sia disponibile. E lo vogliamo fare da pari a pari, senza invocare primogeniture. Nei giorni scorsi ho azzerato l’esecutivo nazionale del partito proprio per dimostrare che ci incamminiamo verso un terreno nuovo, senza volerci presentare con i gradi da generale o da maresciallo. Ma io, Pier, Rocco...tutti noi la nostra parte l’abbiamo già fatta. Ora siamo convinti che dobbiamo dare spazio e portare in prima linea una nuova generazione alla guida del nuovo soggetto. Abbiamo grandi risorse interne, e molte altre, siamo certi, ne arriveranno. Ai giovani però chiediamo più coraggio e meno tatticismi. Mettete faccia, cuore e impegno in questo progetto e avrete tutto il nostro sostegno e un ruolo da protagonisti. Ai nostri dirigenti locali voglio innanzitutto esprimere tutta la mia gratitudine e ammirazione per lo straordinario lavoro svolto in questi anni. Sapete quanto lo apprezzo. E comprendo anche il dispiacere di alcuni di voi per la chiusura di questa fase. E’ lo stesso dispiacere che provo io e che ho provato ad esprimere in apertura del mio intervento. Peraltro, se è vero – e sappiamo tutti che è vero – che l’Udc ha una sua forza e presenza radicate sul territorio, questo lo dobbiamo al vostro impegno e a quello dei tantissimi amministratori locali che si fanno in quattro ogni giorno nelle giunte e nei consigli comunali, provinciali e regionali per portare avanti le nostre battaglie. A tutti questi nostri amici voglio dire però che è arrivato, come per i dirigenti nazionali, il momento di fare un passo indietro prima di compierne due avanti.

Page 44: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

44

Non si tratta di punire nessuno, voglio sottolinearlo con forza. Si tratta semmai di dimostrare all’esterno che il percorso che ci accingiamo a compiere è davvero aperto a tutti. Troppe volte in passato, e su questo credo che nessuno possa evitare di fare autocritica, ci siamo rinchiusi nel nostro orticello e ci siamo preoccupati più di impedire che altri venissero a dissodare la terra insieme a noi che di far crescere la pianta del partito. Oggi tutto questo non potrà più essere possibile. Mi aspetto semmai che i nostri dirigenti locali si impegnino sul territorio a contattare nuove risorse, nuovi interlocutori, specie giovani, con i quali avviare il cammino verso il nuovo partito. Se merito e concorrenza sono alcuni dei messaggi chiave rivolti all’esterno del nostro progetto, non possiamo pensare di non applicarli con il massimo rigore anche al nostro interno. Non ci sarà più spazio per le incrostazioni e per gli sguardi rivolti all’indietro. Questo è il tempo della generosità e del coraggio. Da qui parte il tesseramento verso il nuovo partito. Il cui nome lo decideranno gli italiani. Dai prossimi giorni sarà attivo un sito internet a cui tutti potranno mandare idee e proposte per il simbolo e per il nome. Senza rinunciare e chiudere in un armadio la parte più esaltante della nostra storia. Il tesseramento verso il nuovo soggetto rimarrà aperto fino a fine novembre. Tutti potranno aderire. I singoli naturalmente, ma anche i movimenti, le liste civiche, i gruppi locali o regionali o nazionali che si riconosceranno nei valori del partito e che risponderanno ai requisiti del codice etico che entro pochissimi giorni vareremo e renderemo noto. E a questo proposito, credo che un primo passo potrebbe essere quello di non rendere compatibile la candidatura alle elezioni con il ruolo di segretario regionale e provinciale. Oltre al codice etico, chi ha incarichi amministrativi e vorrà aderire dovrà anche sottoscrivere il Decalogo dell’amministratore del partito della Nazione. Ogni adesione comunque verrà valutata da un Coordinamento nazionale di garanti che vareremo qui a Todi entro domani. A questo Coordinamento la prossima settimana verrà affiancato un Comitato promotore con il compito di sollecitare iniziative ed incontri sul territorio per far conoscere la novità e stimolare nuove adesioni. Chiuso il tesseramento avvieremo subito la fase delle assemblee congressuali che dovranno poi condurci al congresso fondativo tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011. Mi rendo conto che tutte queste regole, procedure, organismi che ho elencato ora sommariamente possano apparire noiose. Ma noi vogliamo dar vita ad un partito vero e per realizzarlo e per garantire la democraticità al suo interno, le regole sono indispensabili. Altrimenti avremmo scopiazzato gli altri. Ma la cronaca degli ultimi anni dimostra che i partiti finti possono anche funzionare per qualche tempo, ma hanno il respiro corto. Noi invece vogliamo guardare lontano. Quella che stiamo per lanciare è la sfida per il governo dell’Italia del domani. E se sapremo lanciarla con il rigore che traspare dalle parole che sto per leggervi ho la certezza che la vinceremo: “Voi costituite bensì un Partito, cioè una parte della Nazione, ma questa parte non è accampata nella Nazione per dominarla o per dividerla, ma è collocata in mezzo ad essa per servirla e precisamente per servirla secondo i criteri di convivenza, i quali prima che dalla Costituzione scritta, derivano dalle esigenze del nostro regime libero, dalla necessità primordiale di difendere all'interno le pubbliche libertà, sul binario della morale e della giustizia sociale; e di tener alto all'estero l'onore dell'Italia e di proteggerne gli interessi. Ecco che più che come parte, voi sentite la responsabilità di agire come centro, come il nucleo più solido di una democrazia, distinta in vari autonomi settori, ma uniti tutti nell'impegno, di consolidarla e garantirla nei suoi sviluppi a venire”. Sono parole di Alcide De Gasperi. Teniamocele strette, facciamole nostre. E guardiamo al futuro con fiducia. Grazie.

Page 45: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

45

On. Lorenzo Cesa e Licio Di Biase

UDC: COSTITUENTE CENTRO NOMINA GARANTI E COMITATO ETICO VERSO NUOVO PARTITO -

DE POLI E BINETTI GUIDANO NUOVE STRUTTURE Roma, 25 mag. (Adnkronos) - "Il comitato promotore della Costituente di Centro, riunitosi questa mattina presso il gruppo parlamentare dell'Unione di centro alla Camera, ha preso le prime concrete decisioni per avviare il processo che, in linea con quando definito nel seminario di Todi, portera' l'Udc al congresso nazionale previsto per gennaio 2011". Si legge in una nota. "E' stato istituito -si spiega- un Comitato dei garanti del processo di adesione, aperto a movimenti, associazioni, liste civiche e singole persone, che sara' presieduto dal portavoce nazionale dell'Udc Antonio De Poli. L'onorevole Paola Binetti e' stata invece nominata presidente del Comitato etico, che avra' il compito di stilare un codice etico per gli aderenti al nuovo partito. Intanto, sul sito ufficiale dell'Unione di Centro (www.udc-italia.it) e' attivo e aperto a tutti il concorso di idee per definire il nome e il simbolo del nuovo soggetto politico'. http://www.antoniodepoli.it

Page 46: Terzo Millennio 20 - Licio Di Biase · Introdurrà: Raffaele Cavalluzzi (Univ. Bari, Pres.te CUTAMC) In Libreria ... (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza

46

Il tuo indirizzo e-mail è stato rilevato da elenchi di pubblico dominio, da siti internet o da e-mail ricevute. In ottemperanza della Legge 675 del 31/12/96 così come modificata dal decreto legislativo 196 del 30/06/2003, per la tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento di dati personali, in ogni momento è possibile modificare o cancellare i dati, rispondendo CANCELLAMI all'indirizzo: [email protected] oppure [email protected] ricordando di usare lo stesso nome e la stessa e-mail, da cui risulta di aver ricevuto le nostre informazioni e non riceverai più alcun messaggio. Grazie della collaborazione. Se invece vuoi continuare a ricevere la nostra newsletter, ma hai cambiato indirizzo, puoi comunicarcelo e noi aggiorneremo la nostra mailing list. Puoi, inoltre, comunicarci e-mail di persone interessate a ricevere “Terzo Millennio News – on line”.

Ai lettori

“Terzo Millennio”, settimanale on line Il nostro giornale on line viene inviato a 5.878 contatti soprattutto di Pescara e della nostra Regione. Siamo coscienti che e-mail indesiderate sono oggetto di disturbo, quindi la preghiamo di accettare le nostre più sincere scuse se la presente Mail non è di Suo interesse. Gli indirizzi di posta elettronica presenti nel nostro archivio provengono da contatti personali o da elenchi e servizi di pubblico dominio o pubblicati o attraverso e-mail o adesioni da noi ricevute. In ottemperanza della Legge 675 del 31/12/96 così come modificata dal decreto legislativo 196 del 30/06/2003, per la tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento di dati personali, in ogni momento è possibile modificare o cancellare i dati, rispondendo CANCELLAMI all'indirizzo: [email protected] ricordando di usare lo stesso nome e la stessa e-mail, con cui risulta aver ricevuto il nostro giornale on-line e non riceverà più alcun messaggio. Grazie della collaborazione.

Direttore responsabile: Andrea Giampietro Capo redattore: Alessandro Di Biase Redazione: Sonia Di Massimo, Roberta Galizia, Rita Pagliata, Giampiero Di Biase, Lorenza Fazzini, Terzo Millennio News–on line Edizione scep services sas – via di sotto, 41 – 65100 – Pescara – Tel./ fax 085411658 Registrato presso il Tribunale di Pescara n.1/93 del 6 febbraio 1993 Iscrizione registro nazionale della stampa n. 4220 del 14 maggio 1993