tegole sulla testa di una consulenza errata
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SE UNA TEGOLA STESSE CADENDO SULLA VOSTRA TESTA
E VI CHIEDESSERO DI NON SPOSTARVI? LA CATTIVA
CONSULENZA FUNZIONA COSI’! ...E SE ESISTESSE SOLO LA
CONSULENZA INDIPENDENTE?
Immaginate che una
tegola stia per arrivare
dritto sulla vostra testa
ed un uomo vi dicesse di
non muovervi perché
FORSE il pericoloso pezzo
può cadere altrove… voi
che fareste? L’istinto di
autoconservazione e
sopravvivenza ci fa
spostare
immediatamente, altro
che “stai fermo che
magari non ti fai male”!!!
La cattiva consulenza funziona
esattamente così: quando il
cliente è in perdita gli si chiede
di rimanere ulteriormente
investito per recuperare. In
pratica, non solo s’ignora la
costante ansia
dell’investimento e lo shock di
vedere i propri guadagni in
fumo, ma addirittura si
pretende dal cliente un
ulteriore sforzo nel rischio di
vedere sparire anche il poco
capitale rimasto (perché il
recupero è incerto, mica
garantito!!!).
Ad onor di logica, chi pratica la
professione della consulenza in questa
maniera dovrebbe imbarazzarsi in
silenzio, invece parla, parla, parla. E la
chiacchiera fa miracoli: una baracca
viene spacciata per la Reggia di Caserta.
Poi il bivio: o con un pizzico di sana
diffidenza s’indaga per arrivare alla verità
dei fatti, o si arriva per inerzia ad una
bugia. La vita è così, la finanza anche.
Abbiamo davanti un colosso mediatico
con un gran numero di proseliti (sui
social si possono ottenere facilmente con
tanti mezzi che non comprendono un
reale interesse), ma sono consulenti e
basta. Non sappiamo neanche se
abbastanza bravi.
Ecco il focus della nostra domanda: se esistesse solo la consulenza
indipendente, chi sopravvivrebbe senza “mamma banca”? Per noi
sarebbe una felice realtà dove poter constatare la bravura effettiva di
un consulente. Ci sarebbe finalmente la resa dei conti, la giustizia
finanziaria che mette a nanna i chiacchieroni bugiardi. Finirebbe la
caccia al Nav del Fondo (inutile e privo di senso) e inizierebbe quella al
Nav del cliente (l’unico che appura la bontà di un protocollo), così
rimarrebbero in piedi solo i professionisti che hanno costruito un buon
futuro economico ai loro clienti. I sistemi sono sbagliati e la vita va al
contrario: ciò che abbiamo appena scritto come se fosse un’utopia, in
Inghilterra e negli Stati Uniti è reale vita professionale, qui è flebile
idea. Non è una novità che l’Italia sta indietro, ma quando si tratta di
avere la possibilità di progredire, molti fanno orecchie da mercante… e
mascherano la paura con argomentazioni debole o inesistenti.
La consulenza evoluta richiede delle abilità
gestorie al consulente: è una verità che sta
diventando necessaria, soprattutto perché i
clienti non possono bere a lungo le solite
frasi di circostanza… non sappiamo se ridere
o se piangere: quando i mercati vanno male,
il consulente dice che è colpa dei mercati;
quando i mercati vanno bene, il merito è
tutto del consulente, a suo dire; quando il
cliente è in perdita per dei prodotti bancari
raccapriccianti, gli si chiede di rimanere
ulteriormente investito per recuperare la
situazione. Sembrano testi satirici, ma se
sondate il terreno clientelare, trovate questa
frasi in testa alle statistiche. Il che è davvero
ridicolo.
Ci ritroviamo un cliente con l’ansia cronica in mano
ad un consulente che, perseverando in protocolli
errati, gli chiede di rimanere investito mentre è in
vorticosa perdita al fine di recuperare (senza alcuna
garanzia di riuscita, ndr).
I protocolli di maggioranza, invece di trasformare la
natura dei clienti in un parametro di operatività, la
considerano un bastone tra le ruote da togliere a
tutti i costi. La tegola farà sempre paura: questa è
l’unica vera certezza su cui poter sviluppare un
metodo operativo, ma tutti la scavalcano.
Il mercato è troppo
ricco di tegole che
cadono sui clienti e
non si può
pretendere che gli
investitori le
subiscano
passivamente.
Piuttosto, puntare
alla solidità del
prodotto
finanziario, al fine
di ridurre al
minimo gli eventi
pericolosi, è
l’ideale:
non solo il
cliente vivrebbe
in serenità
l’investimento
del proprio
capitale, ma
anche in tempi
di tegole
pericolanti gli si
chiederebbe di
venir fuori dalla
struttura prima
ancora che lui
possa
preoccuparsene.