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EG I
SULL 'ATTUALI
ISANTAGOST I
ANNO ACCADEMICO 2003-2004
Agostino testimone della Tradizione«Ha ec e t m ea fid es e st, q ua nd o h ae c e st c ath olic a fid es »
(De T r in u at e I, 4, 7)
Quarta lezione
martedi 18 maggio 2004
Aula magna dell'Universita - Palazzo del Bo, Padova
Appunti presi e ordinati dagli studenti
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Vincenzo Milanesi,
Rettore dell'Universita di Padova
Sono lieto di salutare gli studenti, idocenti, le auto-
rita e tutte le persone presenti in sala per la condusio-.ne di questa settima tornata dei convegni sull'attualita
di sant' Agostino. ,
E un appuntamento cosi familiare per I'Universita e
anche per me personalmente che mi permetteretedi
esprimere con cstremabrevita il rnio compiacimento
per la formula della lectio (ehe dimostra di esseresem-
pre apprezzata), per l'organizzazione (che raggruppa
associazioni studentesche importanti e qualificate)e
per il riscontro di pubblico, oltre che delle autoritaJ~dei mass media.
Riflettere per un tempo cosi lungo su un
autore e un fatto singolare -.Abbiamo detto pili
che ci troviamo davanti a uri grande del ,_,........v.......
che della storia della Chiesa. Ma non e certo ilassommi queste due caratteristiche.
Sant'Agostino negli ultimi tempi sembra <::.Vu. ........'-.
una particolare fortuna anche sulle testate non
lizzate. Di lui molto si e parlato per la mostra"Ambrogio e Agostino" appena conclusa, 0 perche
ditrice Citta Nuova e giunta al termine con la J.J.HJ.Ln....••••
mentale edizione e traduzione italiana delle sue
Ma l'insistenza con cuianche iquotidiani
sulla sua figura sembra eccedere anche eventi pur
rilevanti. Mi colpiva in particolare, circa un paio di
timane fa, una serie di articoli dedicati al santo
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Agostino testimone della Tradizione
Ippona dal Sale 240re.· Tra i vari titoli, ce n' era uno
che mi pareva richiamare da vicino ilmodo con cui
sant' Agostino e stato letto nelle nostre aule in questi
anni: «"Nutre la mente soltanto cio che Ia rallegra": in
questa motto la chiave della sua attualita»,
In effetti la figura di Agostino, anche per il modo
con cui don Tantardini ci ha aiutato a riscoprirla in
questi anni, non ci comunica solo I'inevitabile senso di
rispetto e diammirazione che si potrebbe provare
davanti a una straordinaria figura di filosofo 0 anche di
teologo. C 'e una freschezza e una novita che sembrano
appartenergli come un dono del tutto personale e par-
ticolare, purche si voglia, come si e fatto in questi anni
con i convegni, stare di fronte aIle sue pagine,10 credo che il segreto del fascino di sant' Agostino
sia in questa freschezza, che le lezioni di questi anni ci
hanno comunicato, e che qui stia il motivo per cui tanti
- docenti e studenti di ogni facolta -Ie hanno apprez-
zate. Ed e per questa soprattutto che vi ringrazio e vi
auguro di continuare sulla strada intrapresa,
Vi assicuro percio fin da ora la simpatia e il sostegno
mid personali e dell'istituzione universitaria che rap-
presento, che sara lieta anche l'annoprossimo di avereospiti tutti voi, cominciando da don Giacomo, in que-
sta Aula magna, per l'ott avo ciclo delle letture di san-
t'Agostino.
don Giacomo Tantardini
Ringrazio anch'io tutti voi per la cordialita con
cui avete seguito questi incontri, perdonando anche
i mid limiti. Un poco mi conforta un pensiero di
sant' Agostino: «Melius est reprebendant nos gram-
matici quam non intelligant populi / E meglioche ci
critichino gli intellettuali piuttosto che non ci.capi-
scano Ie persone semplici»l~; Ringrazio in particola-
re il magnifico rettore anche Rer le parole che oggi
ci ha rivolto e per l' o spitalita cosi liberale in questa
Universita, .
Quella di oggi vorrebbe essere una lectio brevis,
anche perche questa e 1'ultimo incontro e ilmaggie e tempo di esami, tempo pre-vacanze.
Ieggere soltanto due brani. II primo e statoto a tutti, il secondo si trova nel Iibretto che
allegato all'ultimo numero della rivista
la trascrizione dell'ultima lezione, la terza di
st'anno.
II tema di questa incontro, delle letture di oggi r.r>TAn
be essere formulato cosl. L'ultima volta ho accenn
fatto che il soggetto della testimonianza cristianasiamo noi, rna e Gesu Cristo. La testimonianza e il £rc>c'i"ri
della Sua presenza, viva, operante. Questa e Ia '_-"_H~lV.
1Agostino, Enarratio in psalmum 138, 20.2 Convegni sull'attualitd di sant'Agostino, Appunti dalla
ne di don Giacomo Tantardini su "Agostino test imone dellazione" (Universita di Padova), 30Giorni, Roma 2004.
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1.__AJ1'lVl:'.U-l'll ~ULLA11 UALI1A 1)1 ::>AN'AGU::>TINU
nianza d i Cesu Cristo (efr. l .Cor 1, 6)3 . Se dun que il sog-
getto della testimonianza e I a sua presenza viva, operan-
te, in che senso anche noi, anche idiscepoli del Signore,
siamo di Lui testimoni, «testimoni della Sua resurrezio-
ne» (efr.At 1, 22)? La risposta a questa domanda e comeanticipata dalla frase di sant' Agostino che ho suggerito
di porre sotto l'immagine di copertina del libretto edito
da 30Giorni: «In parvulis sanctis ecclesia Christi diffun-
diturs", La Chiesa di Cristo si diffonde attraverso picco-
li santi, attraverso bambini santi. Le due letture di oggi
tenteranno di suggerire immagini e contenuto di questa
espressione. Bambini santi vuol dire piccoli, persone
umili', sul volto e nei gesti della vita dei quali si riflette la
presenza del Signore. La santita cristiana
eil riflesso di
una presenza, «Noi, come in uno specchio, riflettiamo la
presenza del Signore» (efr. 2eor 3, 18).
1. Sermo 284,6
Iniziamo a leggere. II primo brano e tratto da un' o-
melia che Agostino tenne a Cartagine. Era stato invita-
to dal vescovo di quell a Chiesa per la festa dei santimartiri Mariano e Giacomo, che si celebrava il 6 mag-
3 Cfr, L. Giussani, Un a o ue n im e n to d i vita cioe una storia, Edit-IlSabato, Roma 1993, p. 346: «Noi rendiamo presente Cristo attraversoilcambiamento che EgHopera in noi. E ilconcetto di testimonianza»:
4 Agostino, Enarratio i n p sa lm um 112,2. ,
5 Cfr. Agostino, Se rmo 67, 5,8: «Qui sunt parvuli? Humiles».
Agostino testimone della Tradizione
gio, Agostino va a Cartagine, presiede l'Eucaristia, e
durante l'Eucaristia tiene questa omelia. brano che
leggiamo e la conclusione dell' omelia tenuta allagran-
de comunita di Cartagine, Rispetto alla piccola Ippona,
Cartagine era veramente una metropoli.
«Propter nos pati voluit Christus. / Cristo ha »oluto pati-
re per noi, / Ait apostolus Petrus: "Pro vobis passus est, relin-
quens vobis exemplum, ut sequamini vestigia eius". / Dice I 'A-
postolo Pietro: "Per ooiCristo ha patua, lasciandoci
un esempio; perche possiate 'seguire i suoi passe'. / Pati
te docuit, / Ti ha insegnato asopportare la sofferenza/~
etpatiendo te docuit [come ti ha .insegnato a sopportare.la
sofferenza? ] / e ti ha insegnato questo soffrendo:lui
stesso la sua passione, / Parum erat verbum, nisi adderetuFexemplum. / Sarebbe stata poca coso laporola,
fosse stato aggiunto Tesempio, / Et quomodo ,-,,,/v·LVuu.
tres? / E in che modo ci ha insegnato, 0
debat in cruce, / Era appeso alia croce, /ludaei
/ i Ciudei infierioano», Qui il termine giudei
tanto coloro che sotto la croce volevano la sua m()rH~~>
perche giudeo era anche Gesu. Maria sua maore.sesse
primi discepoli erano tutti giudei'. Quindi giudei
indica qui la totalita di un popolo, rna solo singolesone di que! popolo;
«in asperis clavis pendebat, sed lenitatem non
era appeso olla croce tutraoerso duri ehiodi, ma
abbandonaea la mitessa, / Illi saeviebant, illi .
6 efr. Concilio ecumenico Vaticano II, dichiarazione Nostra
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CONVEGNI SULL'ATTUALITA DI SANT'AGOSTINO Agostino testimone della Tradizione
bant, illi pendenti insultabant; / Essi infierioano, 10 cir-
cotulaoano con grida cattioe, 10 insultaoano mentre
peruieua tlalla croce; / quasi uno summa medico in media
constituto, phrenetici, circumquaque saeviebant. / Tunico
sommo medico era in mezzo a pazzi·· che .tutt 'intorno
infierioano su. di lui [summa, che non ha eguali, che
non ha nessun paragone; medico, come uno cap ace di
sanare il loro cuore]. / Pendebat ille, et sanabat. / Egli
petuleoa dalla croce, e risanooo [Ma come risanava?]
/ "Pater" inquit "ignosce illis, quia nesciunt quid faciunt". /
((p d "d' " d ·1' h " IIre ESse, per ona t, perc e non sanno que 0
che fanno "» . Risanava cost, perdonando. La natura
umana ferita dal peccato origin ale puo essere risanata
non attraverso una lunga ascesi etico-religiosa, rnaattraverso un fatto di perdono: «Padre, perdona».
«Petebat, et tameti perulebat»: Agostino parla da grande
retore. La conversione di Agostino, com' e proprio della
conversione cristiana, ha valorizzato tutte le sue qualita
umane, naturali, anche di .cultura, di competenza.·
«Petebat, et tamen petulebat; / Preguoa [domandava] e
tuuaoia petuleeo dalla=croce; / non descendebat / non
discendeoa dalla croce / quia de sanguine suo medica men-
turn phreneticis facie bat I perche rendeoa il suo=sangue
medicina per coloro che infierioano furiosi. I Den ique
quia verba petentis Domini, eiusdemque misericordiam exau-
dientis, quia C Patrem. petiit, et cum Patreexaudivit; / I nfine
per il fatto che le parole del Signore che domandaca
misericordia [«Padre, perdonali, perche non sanno
quello che fanno»] erano pure le parole di Colui che
[come Dio] le oscoluuxi, perche [come uomo] prego il
Padre e [come DioJcon il Padre esaud'i [came uomo
chiese perdano e come Dio esaudi questa domanda di
perdono], I quia illa verba non potuerunt inaniter fundi I
per ii fatto che quelle parole non poterono essere pro-
[erite innano Ipost resurrect ionem suam sanavit quos pendens
insanissimos toleravit / dopo la sua risurresione gaar'i
coloro cite, mentre pendeoa dalia croce, aueoa sop-
portato quando furiosi gridaoano eontro di lui».
E qui inizia ilbrano per cuHha letto questa discorso
di Agostino. Faccio solo un piccolo accenno diattuali-
tao Si e parlato in questi ultimi giorni, ancheda partedi
autorita civili, come per esernpio il presidente del .Sena:
to, di verita, di timidezza nell' affermare la verita, dnrela ..
tivismo, dicendo cose che si possono liberamentedividere 0 meno. Volevo solo accennare che la
della fede puo offrire una novita di intelligenza
rispetto al contenuto delle parole che pure il ......,'hrlk
usa, come la parola vedra. Nelle frasi di
adessoleggeremo potrete intuire questa novita di
ligenza rispetto agli schemi del mondo (cfr, Rm 12 .«u: , ( f · · · . · ·
,.«Ascetulu in coelum, misit Spiritum Sanctum; /
eielo; mando 1 0 Spirito Santo / nee se ill is
resurrectionem, I e non si mostro oisibilmente
risurresione a coloro cite 1 0 aoeoano erocifisso, I
solis fidelibus discipulis suis, Ima [si mostro visibilm
soltanto ai suoi disc epoli fedeli / ne quasi insultare se
dentibus uoluisse videretur I perche non sembrasse
»olesse quasi sfidare coloro che Taoeoano
Plus enini erat arnicas docere humilitatem, quam . .
exprobrare veritatem. / Era infatti piu importatue
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LUNV.tGN ~ULL'Al"l'UALlTA DI SANT'AGOSTINO Agostino testimone della Tradizione
gnare agli amici Pumilia eke sfidare i nemici con la
oerita», La verita non e un possesso che uno puo usare
come una sfida. E pura con /ess io , pure riconoscimento',
Questa frase di sant' Agostino mi sembra avere un' at-
tualita evidente e sorprendente. Era pili importante
insegnare agli amici l'umilta, che non sfidare coloro che
l'avevano ucciso, inernici, con la verita,
«Resurrexit: plus fecit quam illi exigebant, non credendo, sed
insultando, / E risorto; ha fatto di piit di quanto quelli
esigeoano, non credendo; ma insuluuulo /et dicendo: "Si
filius Dei est, descendat de cruce". I.e dicendo: "Se e if
Figlio di Dio, discetula dalla croce", / Et qui de ligno
descendere noluit, de sepulcro surrexit. / E colui eke non
volle discendere dalla croce; e risorto dal sepolcro, /Ascendit in caelum, misit inde Spiritum Sanctum; implevit dis-
cipulos, / E asceso al cielo, lui nuuulato dal cielo [dal
Padre] 1 0 Spirito Santo, ha riempito [di grazia] i disce-
poli; / correxit timentes, fecit fidentes / ha corretto coloro
che aoeuano paura [tutti 1 0 hanno abbandonato per
paura. Agostino parlera di Pietro, della sua paura e del
suo tradimento. Ha corretto, cioe ha sollevato coloro
che avevano paura. Correggere nel senso di sollevare] e
li ha resi credenti in lui [fiduciosi in lui]. «Petri trepida- .
tio in fortitudinem praedicatoris repente conversa est. / E la
paura di Pietro in un istante [repente]
esuua trasfor-
mala nella [orteszo del testimone», Questo repen te euna delle cose pili stupende dell' avvenimento cristiano.
Due mesi fa sono stato a vedere gli scavi dell'anticobat-
tistero di San Giovanni alleFonti sotto il duomo cii
Milano dove Ambrogio nella notte di Pasqua deL387
ha battezzato Agostino. Ai tempi di Ambrogio=i] .
duomo di Milano, dedicato a santa Tecla, una mactine
dell' Asia Minore, si estendeva nell' attuale
Duomo, e il battistero si trovava sotto il sagratotuale duomo. Oggi, dopo gli scavi, su una
marmo sono stati riportati iversi composti da
gio per il battistero incui Agostino e stateLa poesia termina con questa immagine: « N a m ' l 1 l /. k V W ' /
d ivin ius isto / Che cosa c' e di pili divino di
puncto exiguo / che in un piccolo istante / cu lpa
popu li? / crolli la colpa di tutto un popolb?»8~
ex iguo e identico a repen te: in un piccolo
. tempo, in un istante, nel gesto del Battesimo,
colpa di tutto un popolo. Rispetto a tutta l'ascesi
giosa e morale e una cosa sconvolgente. In un
istante. Non il termine di un lunge cammino, ma
7 Cfr. Agostino, Con/essiones VII, 20, 26: «lam enim coeperam velievideri sapiens plenus poena mea et non flebam, insuper et inflabarscientia. Ubi enim erat ilia aedificans caritas a fundamento humilitatisquod est Christus Iesus? Aut quando illi libri me docerent eamr Inquos me propterea, priusquam Scripturas tuas considerarem, credo
voluisti incurrere ut imprimeretur memoriae meae quomodo ex eis
affectus essem et, cum postea in libris tuis mansuefactus essem etcurantibus digitis tuis contrectarentur vulnera mea, discernerem atquedistinguerem quid interesset inter praesumptionem et confessionem;inter videntes quo eundum sit, nee videntes, qua .et viam ducentem adbeatificam patriam non tantum cernendam sed et habitandam»,
. 8 Cfr. 1.Bianchi, «Nam quid divinius isto ut puncto exiguo
cadatpopuli?», in 30Giorni, n. 3, marzo 2004, pp. 70-73.
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CUNVnG-Nl SULL:ATTUALITA DI SANT'AGOSTINO Agostino testirnorie della 'Lradrzrone
9 Cfr. Antica liturgia ambrosiana, Breviario, feria III hebdomadae
IV in Quadragesirna, ad Matutinum: «Rogamus te, Domine Deus;quia peccavimus tibi: veniam petimus, quam nonmeremur. Manum
t~am porrige lapsis, qui latroni confitenti paradisi ianuam aperuisti.Vita nostra in doloresuspirat, et in opere non emendat. Siexspectas .non. corripimur; et·si vindicas,non duramus. .Manum tuam porrig~lapsis, qui latroni confitenti paradisi ianuam aperuisti»,
10 Cfr. L. Giussani, Carisma e storia, in 30Giorni, n. 2, fe2001, pp. 44-48: «Posizione giusta di fronte al Signore non edi chi non sbaglia 0 non ha sbagliato, ma quella di chi non
(pre-tende); non pretende qualche cosa prima, primavenuta. Per questo la parola misericordia deve essere LV<Jl0"!-"VW+
mente innalzata davanti agli occhi del popolo cristiano il pilibile» (p. 46).
piccolo memento di tempo. E Agostino non poteva
non conoscere e non rimanere stupito dell'inno di
Ambrogio per la Pasqua Hie est dies uerus Dei. L'inno
di Pasqua di Ambrogio e l'espressione dello stupore
per ilfatto che illadrone buono, l'assassino buono, cro-
cifisso alIa destra del Signore, immediatamenre entra inParadiso. «... Iesum brevi quaesiit fide». L'assassino
buono ha cercato Cesu con una fede piccola, breve, di
un solo istante, «iustosque praeuio gradu / praevenit in
regnum Dei» e COS1 con un piccolo passo ha anticipato
tutti igiusti nelregno di Dio. Questo e ilcristianesimo.Basta un istante. Un istante di riconoscimento, di
domanda, supplici confessione: «Gesu, ricordati di me, .
quando entrerai nel tuo regno» (L e 23,42).Estato COS1
per quell' assassino. E COS1 per ognuno di noi nell'istan-
te del sacramento del Battesimo e nell'istante del sacra-
mento della Confessione. Repente. Non e il termine diuna lunga conquista, ma un istante di domanda e digrazia".
E poi Agostino descrive l'istante in cui Pietro dalIapaura e passato alIa testimonianza.
«Unde hoc homini? / Da dove »iene questo all'uomo?
[da dove viene a Pietro che passi dalla paura alla
testimonianza, dal rinnegare all'essere testimone?] /
Quaere Petrum praesumetitem, invenis Petrum negantem ...
[presumere puo anche non essere, diciamo COS1, una
cosa cattiva. Presumere vuol dire pre- tendere qualco-
sa. Quindi anticipare. Pretendere qualcosa prima.
Prima del dono del Signore"] / Cerca Pietro che pre-
sume e trooi Pietro che nega; / quaere Deum adiuvan-
tem, Petruni invenis praedicantem. / cerca Dio che aiuta
[la grazia di Dio che si china verso Pietro J e trooi.Pie-
tro ch.e testimonia». Segue ' un brano sullapaura.di
,Pietro e su questo essere resi testimoni in un istanre.
In un istante / repente.
«Ad horam trepidavit infirmitas, / Quando
momenta; lo debolezza [di Pietro] ebbe paura,praesumptio vinceretur, non ut pietasdeleretur / e
chI! il suo pretetulere [il suo voler anticipate] tO~~Si3
.»into; non perche la pieta fosse cancellata», E' , ; l i ' mo questo. Infatti anche quando Pietro 1 0 ha
gli voleva bene. E una cosa commovente. COS1 SO It rQ ) ;, I! ii .
peccati cristiani, ipeccati della nostra fragilita.
quando 1 0 ha tradito, Pietro voleva bene a Gesu,
tradito per Iragilita, ma non e stata distrutta la
che 1 0 legava al Signore. Ed e una cosa
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sta. Peguy dice che la tragedia moderna e che ipeccati
non sono pili peccati cristiani!'. Ipeccati cristiani sono
peccati, e possono essere anche peccati rnortali cioe che
privano della grazia di Dio12, eppure non cancellano
quest' ultimo sentimento di affetto verso Colui che ha
riempito di grazia e di letizia il cuore.«lmplet ille Spiritu suo, /Gesu riempie del suo Spirito /
etfacit praedicatorem fortissimum, / e retule testimone for-
tissimo / cui praesumenti praedixerat: "Ter me negabis". /
colui al quale quando presumena [quando voleva anti-
cipare, forte del suo buon proposito] aoeo«predetto:
"M" herai I" /rtnneg. erat tre »o te ", Praesumpserat enim ille de
viribus suis / Pietro aoeoa infatti presunto delle sue forse
[aveva confidato nelle sue forze] / non de Dei dono / non
della grazia di Dio / sed de Liberaarbitrio / ma della sua
capaeita di scelta. / Dixerat enim: "Tecum era usque ad
mortem". / Aveva infatti detto [a Gesu, prima della Pas~
sione]. "Stari» con te fino alla morte", / Dixerat in abun-
dantia sua: / Aveva detto nel suo impeto buonoi [in
abundantia sua: credo che si possa tradurre cost: non
11 Cfr. Ch. Peguy, Veronique. Dialogo della storia e dell'anima car-nale, 30Giorni-Piemme, Roma 2002, pp. 147-148.
12 Cfr. Cate~hismo d~lla dottrina cristiana pubblicato per ordine delsommo pontefice san PtO X, n. 143: «Cbe cos 'e il peccato mortale? IIpeccato m~rtale e una disubbidienzaalla legge di Dio in cosa grave;
fatta con plena avvertenza e deliberate consenso»; n. 144: «Percbe il
peccato grave si chiama mortale? IIeccato grave si chiama mortale
perche priva l'an.i~a ?ella grazi~ divin.a che e la sua vita, le toglie i'menn e Ia capacita di farsene di nUOVl,e la rende degna di pena 0
morte eterna nell'inferno». '
c' era di per se cattiveria in questa suo presumere, era
espressione di un impcto buono] / "Non movebor in aeter-
tium". / "Non vacillero mai" [qui Agostino cita il
salmo 29J. / Sed qui in oolunuue sua praestiterat decori eius
virtutem / Ma Colui eke nel suo disegno aoeoa donato a
Pietro 1 0 splesulore della virtu I avertit faciem suam, et
factus est conturbatus. I ha distolso do lui ' 0 sguardo e
Pietro e caduto, I "Avertit" inquit "Dominus faciem suam";
/ "It Signore" dice "ha distolso 1 0 sguardo"; I ostendit
.Petro Petrum I e cosi Iui mostrato Pietro a Pietro»;
'reso evidente a Pietro e m era Pietro, doe un poveretto
, che tradiva. Ha fatto vedere' a Pietro chi era, che forza
aveva ilsuo buon proposito;
«sed postea respexit Ima dopo 1 0 lui guardato
Petrum firmavit in petra I e [guardandolo J ha
to Pietro nella pietra [nella grazia della fede]».
bello questa respexit. E un riflesso di questafede di Pietro, le lacrime di Pietro. «Quem -'-'''.I,U ..LUJ.,-!''''
respicit salvat». Cosl sant'Ambrogio".
«lmitemur ergo, fratres mei, quantum possumus, in
passionis exemplum / Per quanta possiamo; fratelli mi,ei~;.i
imitiamo nel. Signore Tesempio della passione. !
poterimus, si ab illo poscamus adiumentum, I Ma l]Iotnrn't.~rj}
13 Ambrogio, Enarrat io in psalmum 45,15: «Quem Dominus
cit, salvatDenique in Domini passione cum titubaretPetrus
ne, non mente (licet ipse Petri sermo titubantis fidelior sitt rina multorum), respexit eum Christus, et Petrus £levit; quoprium lavit errorem. Ita quem vivus est voce denegare, lacrymisbatur».
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imitare l'esempio se a lui chiederemo aiuto, [Ie parole
che sto per Ieggere descrivono tutta la vita cristiana] /
nonpraeveniendo sicut Petrus praesumens, / non anticiposulo
[non volendo pre-venire, non volendo anda re o lt re quel-
10 che ilSignore dona] come Pietro quando presumeva
I sed sequendo et orando I ma seguetulo e domandando
[pregando] / sicut Petrus proficiens I come Pietro quando
camminaoa crescendo». Mi ha colpito anche l' espres-
sione proficiens. Perche si cresce cosi. Si cresce non
volendo anticipare. Nella vita cristiana si cresce seguen-
do e pregando. SeguendoT accadere della grazia e
domandando. S i cresce cosi. E questo, rispetto a criteri
del mondo, ai criteri, diciamo pure, buoni, della religio-
sita, dell' etica, dell ' educazione della citta degli uornini,
e una cosa imparagonabi le" , Nella vita cristiana non si
cresce anticipando qualcosa, possedendo come proprio
qualcosa. Si cresce seguendo e domandando.
«Quando enim Petrus ter negavit, quid evangelista dicit,
attendite: / Quando Pietro rinnego la terza volta, state
attenti a cosa dice l'Evangelista: I "Et respexit eum Domi-
nus, et recordatus est Petrus". I "II Signore 10 guardi» e Pie-
tro si ricordo". / Quid est: "respexit eum"? ICosa ouol dire
"1 0 guardo"? [non so se l'esegesi di Agostino di questopasso evangelico sia la pili esatta, Suggerisce com un que
una cosa che e la pili commovente dal punta di vista
14 Cfr, Agostino, De civitate Dei V, 19: «Quanturnlibet autem lau-detur atque praedicetur virtus, quae sine vera pietate servit hominumgloriae, nequaquam sanctorum exiguis initiis comparanda est, quo-rum spes posita est in gratia et misericordia veri Deb.
Agostino testimone della Tradizione
anche di esperienza umana] I Non enim Dominus in facie
corporal i eum. tamquam commemorando r es pe xii / Signore
non 10 guardo fisicamente in oolso come per ricordargii
il peccato». Com'e bello questo. Capita COS1 anche al
papa e alIa mamma nei confronti del figlio. Si puo guar-
dare il bambino per ricordargli i capricci e COS1 10 S1
rende pili triste e 10 si conferma nei capricci. IISignore
non ha guardato cosi Pietro, non ha guardatoPietro
quasi per dirgli: «Hai visto? Mi hai tradito», NonIo ha
guardato COS1 per ricordargli che 10 aveva tradito.
«Non sic est: Evangeliwn legite. INon···e cosi: legget'eiil
Vangelo, I Dominus in interioribus domus iudicabatur,j
Gesu era giudicato all'interno del palazzo, I Peuus.in
atrio tentabatur IPietro nenioatentato neli'atrio, / Ergo
"respexit eum Dominus" non corpore, sed maiestate; /
il Signore Tha guartlato non con il corpo rna Tha " ' ' ' ' 'I V ' ' ' ' ' ' ,- C .
'dato con la sua divinita; I non oculorum. camis
misericordia altissima Inon con 10 sguardo degli
carne, ma con grandissima misericordia». E un u"'.~~~'Vj ;;;}j
sguardo 10 sguardo della misericordia". La
.della misericordia genera lamemoria di una
15 Cfr, Francesco d'Assisi, Lettera a un ministro, in K . Esser ofm,scritti di san Francesco d'Assisi, Edizioni Messaggero Padova,1982, p. 281: «Da questa voglio conoscere che ami il Signore eservo suo e tuo, se t i comporterai cost: cioe che non esista a lun fratello, il quale abbia peccato quanto e possibile peccare,dopo che avra visto iuoi.occhi , se chiede perdono, mai se nesenza iltuo perdono. E se non ti chiedesse perdono, domanda tuse vuol essere perdonato. Ese mille volte, in seguito, peccasseti ai tuoi occhi, amalo pili di me, al fine di trarlo a l Signore».
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CONVEGNI SULL'ATTUALITA DI SAN'l"AGUSTINU
una gratitudine. La memoria del primo incontro, di
tutte lc volte che Cesu in quei tre anni l'ha guardato
cosi. Lo sguardo invece che ricorda ilpeccato genera la
memoria dei peccati (cfr. Eb 10,3), quindi soltanto una
tristezza pili grande.
«Ille qui averterat}aciem suam, respexit eum, et factus est
liberatus. I Colui eke aoeoo distoh» il suo sguardo 1 0
guardo, e Pietro fu reso libero», E bello questo factus
I . lib 16est iberatus. «Ipsa est entm vera et sana z ertas» .
Liberta sana, doe guarita dana ferita del peccato.
Liberta vera, che corrisponde ~ioe alla sua propria
natura. E la liberta abbracciata. E la liberta del deside-rio soddisfatto, compiuto.
16 Agostino, Ena rra ti o i n p salmum 67, 13: «Animalia tua in~abita-
bunt in ea. Tua, non sua; tibi subdita, non sibi libera; ad te egentia, non
sibi sufficientia. Denique sequitur:Parasti in tua suavitate egenti Deus.
In tua suavitate non illius facultate. Egens est enim, quoniam infirma-
tus est, ut perliciatur: agnovit se indigentem, ut repleatur. Haec est ilia
suavitas de qua alibi dicitur: Dominus dabit suavitatem, et terra nostra
dabit fructum suum: ut bonum opus fiat non timore, sed amore; non
formidine poenae, sed delectatione iustitiae. Ipsa est enim. ver~ et sana
libertas. Sed Dominus hoc egenti paravit, non abundanti, CUl 0rpro~
brio est ista paupertas; de qualibus alibi dicitur: Opprobrium his 9l~1
abundant, et despectio superbis. Hos enim dixit supe~bos,. quos dixitqui abundant». Cfr. Ena rra ti o i n p salmum 67, 18: «Quid entm sunt vel
ipsae alae, nisi duo praecepta caritatis, in quibus tota ~ex .pendet et
Prophetae? Quid ipsa sarcina levis, nisi ipsa caritas quae in his duobus
praeceptis impletur? Quidquid enimdifficile est in praecepto, leve est
amanti. Nee ob aliud recte intellegitur dictum: Onus meum leve est
nisi quia dat Spiritum sanctum per quem diffunditu~ caritas in .cor~i-
bus nostris ut amando liberaliter faciamus, quod timendo qui facit,
serviliter facit nee est amicusrecti, quando mallet, si fieri posset, id
quod rectum est non iuberi». '
Agostino testimone della Tradizione
«Ergo praesumptor periisset, nisi Redemptor respexisset. IE
cosi Pietro che aoeoa pres unto sarebbe perito se il
Redentore non Tuoesseguardato, I Et ecce lEd ecco
[perche l'ha guardato cosi] I lacrymis suis ablutus, I lava-
to dalle sue lac rime [lacrime di Ietizia, lacrime di grati-
tudine per essere guardato cos117 J , I correptus ei ereptus
praedicat Petrus. I corretto e rialeato, Pietro testimonia.
I Praedicat qui negaverat; I Testimonia colui che prima
aoeoo negato; I credunt qui' erraverant. I e' coloro=che
prima si erano allontonati, credono, 1Valet in phrenetic is
medic ina illa sanguinis Domini. I E efficace oereo-i.cauioi
lo medicina del sangue deiSignore, I Bibunt credetues
quod fuderunt saevientes I Credendo beoono quelsangue
che aoeoano »ersato con il loro furore».
Questo era ilprimo brano. Agostino aveva V .....L~~_~
nelle Confessioni: «Perche, 0 Signore, mi hai
. gere i libri dei filosofi neoplatonici? Pcrche poi, "1.....'~.." ••
do ho letto l'apostolo Paolo e quando Ie
hanno curato Ie ferite del mio cuore, io
la differenza inter praesumptionem et
tra il presumere e il riconoscerex-". Con/essio e ilriconoscimento di un avvenimento presente.
/acit f i dem" . Se e l'attrattiva di un avvenimento
17 Cfr. Ambrogio, De e xc es su / ra tr is s ui S at yr i I, 10.18 Cfr. supra nota 5.
19 Cfr. Tommaso d'Aquino, Summa t he o lo g ia e II-II, q. 4, a. 4«Gratia facit fidem non solum quando fides de novo incipit
homine, sed etiam quamdiu fides durat. Dictum est enim
Deus semper operatur iustificationem hominis, sicut sol semper
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sente che desta il riconoscirnento, la fede non puo
essere usata come contenuto di sfida. Lo sguardo di
Gesu (<<Re sp exit e um e t fa ctu s e st lib er atu s» ) non puo
essere qualcosa che possediamo noi, can cui sfidiamo
gli altri, Com' e attuale questa semplicita cristiana, que-st'inermita cristiana,
2.Sermo 213,8
crede "nella" Chiesa, si crede "la" Chiesa. Si afferma
un dato. La fede propriamente e solo nel Signore", Perquesta in molti codici 1'In non c' e . E COS1 anche noi nel
Credo che recitiamo nella rnessa diciamo: «C redo la
C h ie sa ) u na ) s an ta ) c atto lic a e a po sto lic a» .
«Sancia Ecclesia nos sumus / La santa Chiesa siamo noi/
sed non sic dixi "nos", quasi ecce qui sumus, qui me modo audi-
stis. / rna non ho detto "noi" come per indicare.i.presen-
ti; »oi che mi aoete appena ascoluuo». La santa Chiesa
siamo noi, Ma non e come dire noi qui presenti.inque-st' aula. E un noi dentro un orizzonte che al del confina.
«Quotquot hie sumus Deo propitio christiani [ideles.induu:
ecclesia, id est, in ista cioiuue /Quanti siamo qui
Ora leggiamo il brano contenuto nella nota 53 di
pagina 27 del libretto edito da 30Giorn i . Agostino sta
commentando il Credo degli Apostoli, in cui tutto cio
che occorre credere e contenuto". Nel piccolo Credodegli Apostoli e contenuto tutto d o che dobbiamo cre-
dere. Agostino sta ora commentando Ie ultime espres-
SlOn1.
«lam quod sequitur ad nos pertinet. / Quello che ora
segue riguarda noi, / In" sanctamEcclesiam». Vedete che
vicino a In c'e un asterisco; questa perche in molti codi-
ci In non c' e . Anche questa eignificative. Infatti S 1
crede in Dio Padre, si crede in Gesu Cristo suo unico
Figlio, si crede nello Spirito Santo; di per se non si
ratur illuminationem aeris. Unde gratia non minus facit adveniens
Iideli quam adveniens infideli, qu~a.inutr~que.operatur fidem, in unoquidem confirmando eam et perflC1en~~, 111 alio de r:ovo creando».
20 Cfr. Agostino, Se rmo 212, I n t ra d it io n e S ym b o lz : «Tempus est ut
Symbolum accipiatis quo continetur breviter, propter aeternam salu-
tem, omne quod creditur».
21 Cfr. Agostino, I n I oa nn em 29, 6: «Quis nesciat hoc
.voluntatem Dei, operari opus eius, id est, quod illi placet?
Dominus aperte alio loco dici t: Hoc est opus Dei, ut L"-...La..1"quem ille misit, Utcredatis in eum; non, ut credatis ei. :;e4:tslL(tis in eum, creditis ei: non autem continuo qui credit ei,eum. Nam et daemones credebant ei, et non credebant insus etiam de Apostolis ipsius possumus dicere: Credimus
non: Credimus in Paulum: Credimus Petro; sed non: 'V1C;UH.lH
Petrum. Credenti enim in eumqui iustificat impium,eius ad iustitiam. Quid est ergo credere in eum? docredendo diligere, credendo in eurn ire, et eius membrisrio Ipsa est ergo fides quam de nobis exigi! Deus: et nonquod exigat, nisi donaverit quod inveniat, Quae fides, nisi
definivit alio loco Apostolus plenissime dicens: Naliquid valet, neque praeputium,sed fides quae perratur? Non qualiscumque fides, sed fides quae perratur: haec in te si t, et intelleges de doctrina. Quid enim.Quia doctrina ista non est mea, sed eius qui misit me: id est, in
ges quia Christus Fil ius Dei, qui est doctrina Patris, non est ex
so, sed Filius est Patris». '
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sia di Dio cristiani [edeli in questa ehiesa doe in que-
sta dUa [di Ippona], / quotquot sunt in ista regione, /
quanti sono [per grazia di Dio cristiani fedeli] in que-
sta regione, / quotquot sunt in ista provincia / quanti sono
[per grazia di Dio cristiani fedeli] in questa prooineio:
[dell'Africa], / quotquot sunt et trans mare / quanti sono
[per grazia di Dio cristiani fedeli] oltre tl mare, / quot-
quot sunt in toto orbe terrarum / quanti sono [per grazia di
Dio cristiani fedeliJ in tutta Laterra / quoniam a solis ortu
usque ad occasum laudatur nomen Domini / perche dal sor-
gere del sole fino aL tramonto e Lodato il nome del
Signore». Vorrei aprire una piccola parentesi. E molto
bello quello che dice sant'Agostino. Ha detto che la
santa Chiesa siamo noi. Ma questa "noi" ha un oriz-zonte cattolico. Indica e abbraccia tutti coloro che rico-
noscono la presenza del Signore. Indica anche "noi",
rna dentro questa orizzonte, E allora e diverse dire
"noi", e dentro un abbracdo pili grande. Questo "noi"
non e solo dentro un abbracdo pili grande, cattolico,
doe che raggiunge la totalita di coloro che riconoscono
ilSignore, rna questa "noi" (e anche questa e una cosa
che nei Padri della Chiesa e nell'esperienza cristiana e
evidente) puo brillare sul volto del pili piccolo tra dinoi. Agostino dice per esempio «Petrus totius ecclesiae
personam meruit gestares", Pietro ha meritato di porta-
re, rappresentare, rendere presente la persona di tutta
la Chiesa. E cOS1puo capitare anche tra noi. Magari il
pili piccolo tra noi, per l' evidenza della grazia del
Signore, porta, rende presente, rende evidente, in quel
momento, cosa sia la Chiesa: testimonianza, trasparen-
za di Cesu Cristo. Come Pietro quando con le lacrime
Lo testimoniava. Lacrymis /atebatur / con le lacrime
diceva la Sua presenza". COS!quel "noi" abbraccia la .totalita della Chiesa, abbraccia anche la Chiesa del
Paradiso, e puo essere reso presente, reso evidenteda
una sola pers?na in cui il rijlesso della Suagrazia e
splendente". E un "noi" sui generis, il "noi" cristiano,
la Chiesa che siamo noi; .
«sic se habet Ecclesia .catholica, mater nostra vera, vera
illius Sponsi coniunx. / Cosi' e La Chiesa cauolica,
madre di noi; vera sposa di un. coei grandeHonoremus eam, quia tanti Domini matrona est; / Onoria ..
mola; perche e Lasignora di un. cosi grande
et quid dicam? Magna estSponso et singularis
che diro? Grande e singolare e Lacotuliscetuietusa a.er(~~fei i> i\
sposot / meretricem invenit, virginem fecit / Fha
prostiuua, Tho resa oergine». Questo e il misteroChiesa. L'ha trovata prostituta e con il suo ~,_,~~~
resa vergine. «Ex maculatis immaculataw", L'ha
22 Agostino, Sermo 295,2.
23 Cfr. supra nota 13.
24 Cfr. Concilio ecumenico Vaticano II, costituzione cozman
Lumen gentium, n. 31: «Ibi a Deo vocantur, ut suum pmunus exercendo, spiritu evangelico ducti, fermenti instar adsanctificationem velut ab intra conferant, sicque praeprimismonio vitae suae, fide, spe et caritate fulgentes, Christummanifestent» .
25 Ambrogio, In Lueam I, 17.
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ta come ha guardato Pietro, non per rinfacciarle ehe era
prostituta, rna per destare speranza, memoria di quan-
to fosse amata da Lui.
«Quia meretrix Juit non debet negare / Perche non deoe
negare di essere stata prostiuua [non dobbiamo neg are
di essere poveri peeeatori (cfr. lTm 1 , 1 5 )2 6JI ne oblioi-
scatur misericordiam liberantis / per non dimenticare la
misericordia di Colui che Lalihern [non per ricordare e
quindi essere fissati sui peccati]. / Quomodo non erat mere-
trix quando post idola et daemonia Jomicabatur? / Non era
forse una prostituta infaui. quando fornicooa con gli
idoli e con i demoni? / Fomicatio cordis in omnibus [uit; /
La fornieasione del cuore [con gli idoli e con i demoni]
fu di tutti; / inpaucis cam is, in omnibus cordis / di pochi fu
Lafornicasione della carne [con gli idoli e idemoni], di
tutti la fornicazione del cuore. / Et venit / E Gesu
uenne», Rieordate Peguy: «E Gesu venne, Non incrimi-
no. Non accuse nessuno. Sa1vo»27.Non accuse nessuno:
non guardo per aeeusare. Guardo per abbraeciare (efr.
Lc 15,20). Salvo: «... et virginemfecit / e la rese »ergine»;
«Ecclesiam virginem fecit / Rese la sua Chiesa »ergine,
/ In fide virgo est: / E resa »ergine nella [ede: / in came
paucas habet virgines sanctimoniales; / nella carne eonta
poche »ergini consacrate; / in fide omnes virgines debet
habere, et[eminas et oiros / t"efla [ede deve aoere tuttisnet»
gini, sia le donne che gli uomini», Essere vergini.nella
fede vuol dire ehe 1afede non e il risultato di
gno dell'uomo, rna e puro riflesso dellaSignore. E l 'essere guardati da quello sguardo.vergine per questo, 1a fede e casta per questo. l \ l ( ' ) t l . · · · . e
prodotto della volonta dell'uomo (efr.Gv 1, 13) U\VCLV0.:>'''"'
prodotto della volontadell'uomo non sarebbe
La fede e vergine perche e riflesso di pura grazia, diiilP>t1.~i~;,(attrattiva, della Sua attrattiva (cfr. Gv 6, 43.
prio perche e cosi, non va oltre, rna si attiene allana di Cristo (efr. 2Gv 9 ) 2 9 ;
26 Cfr. Giovanni Paolo I, Udienza generale, mercoledi 6 settembre1978: «Ci sono i piu piccoli di noi, vi sono ibambini, imalati, perfino ipeccatori. Io sono stato molto vicino, come vescovo, anche a quelli chenon credono ll1 Dio. Mi son fatto l'idea che essi combattono, spesso,non Dio, ma l'idea sbagliata che essi hanno di Dio. Quanta misericor-
dia bisogna avere! E anche quelli che sbagliano... Bisogna veramenteessere a posto connoi stessi. Mi limito a raccomandare una virtu, tanto. cara al Signore: ha detto: imparate da me che sono mite e umile di
cuore. 10 rischio di dire uno sproposito, ma 10 dico: il Signore tantoama l'umilta che, a volte, permette dei peccati gravi, Perche? Perche
quelli che li hanno commessi, questi peccati , dopo, pentiti , restinoumil i , Non vien voglia di credersi dei mezzi santi, dei mezzi angeli,quando sisa di aver commesso.delle mancanze gravi.Il Signore ha tantoraccomandato: siate umili. Anche se avete fatto delle grandi cose, dite:siamo servi inutili. Invece la tendenza, in noi tutti, e piuttosto al contra-rio: mettersi in mostra. Bassi,bassi: e la virtu cristiana che riguarda noistessi» ( In se gn am en ti d i G io va n ni P ao lo I, L ib re ria E ditr ic e V a tic an a,
Citra del Vaticano 1979, pp. 51-52).
. 27 Cfr. Ch. Peguy, Ve ro ni qu e . D i al og o d el la s to r ia enate , op . cit. , p. 161.
28 Cfr. Giovanni Paolo I, Udienza generale, mercoledi 13bre 1978: «... quando sitratta di fede, il grande regista e Dio,Gesu ha detto: nessuno viene a me se il Padre mio non 1 0( In s eg nam e nt i d i G io va n ni P ao lo I, op . cit. , p. 64).
29 Cfr. supra nota 20. .. .
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«ibi enini debet esse castitas et puritos et sanctitas. / E Ii[nel cuore] che ci deoe essere costith.; purezza e san-
tith, I Nam vultis nosse quam virgo sit? / Volete sapere
come la Chiesa e »ergine? / Apostolum Paulum. audite,
amicuni sponsi audite, zelantem. sponso, non sibi. Aptavi vos,
inquit, uni viro. / Ascoltate Tapostolo Paolo, ascoltote
I'amico dello sposo, che e geloso per 10 sposo, non per
s e stesso; che dice: Vi ho promessi a un. unico sposo, /
Ecclesiae dicebat: et cui Ecclesiae? / Lo diceoa alia Chie-
sa, e a quale Chiesa? / Quocumque litterae illae pervenire
potuerunt / Doounque quelle parole [ossero potute
giungere [e quindi anche a noi]. / [ o o . ] Virgo est ergo
Ecclesia. / c . . . ] La Chiesa dunque e »ergine, / Virgo est,
virgo sit: /
Energine; sia »ergine: / caveat seductorem, ne
inveniat corruptoreni / stia lontana da chi la seduce [dal
diavoIo. Prima Agostino aveva accennato, citando
Paolo (efr. 2Co r 11, 2-3), al serpente che sedusse Eva]
perche non trooi chi la corrompe; / Virgo est Ecclesia. /
La Chiesa e »ergine [la Chiesa e nella fede purorifles-
so di attrattiva di grazia]. / Dicturus mihiforte: Si virgo est,
quomodo parit filios? / Ta [orse mi dirais se e oergine;
come mai partorisce figli? / Aut si non parit filios, quomo-
do dedimus nomina nostra / E se non partorisce figli,
come mai ohbiamo dato i nostri nomi [prima del Bat-
tesimo coloro che chiedevano di ricevere ilsacramen-
to davano ioro nomi] / ut de eius visceribus nasceremur?
/ per nascere dalie sue »iscere [dal suo grembo]? /
Respondeo: Et virgo est, et parit / Ti rispotulo: e oergine e
partorisce».
E COS1 termino con queste ultime righe, che sono
esempio anche dell' affezione di Agostino verso la ver-
gine Maria, la madre del Signore.
«Mariam imitatur, quae Dominum peperit. / Chiesa
imita Maria [assomiglia a Maria] che ha partorito il
Signore. / Numquid non virgo sancta Maria et peperit / None [orse »ergine santa Maria, eppure ha partorito / et
virgo permansit? / e »ergine e rimasux? / Sic et Ecclesia et
para, et virgo est / Cosi anehe la Chiesa, partorisce ftgli e
rimane »ergine», Non si partoriscono figli a Dio se non
nella verginita della fede. Si partoriscono figlia Dio solo
per riflesso, trasparenza della grazia. Altrimentisi-aggre-
gano militanti, conniventi. Ma non si partoriscono figli
a Dio se non per ritlesso di grazia, per riflesso della Sua
grazia, nel volto e nella vita, nel cuore e nelle. opere. .
Nelle opere buone doe belle. Come lc lacrime diPietro.
Lacrymis /a teba tur. Opere buone della Sua grazia.edella
nostra Iiberta. Della nostra Iiberta resa v e ra e t s ana li b~ r -
ta s dalla Sua grazia'". E COS1 possiamo gratui tament .e ,
30 Cfr. Concilio di Trento, Decretumde iusti/icatione,(Denzinger 1582): «Si quis dixerit hominis iustificati bona
esse dona Dei ut non sint etiam bona ipsius iustificati merita,iustificatum bonis operibus, quae ab eo per Dei gratiam et
meritum (cuius vivum membrum est) fiunt, non vere mereritum gratiae, vitam aeternam et ipsius vitae aeternae (si tamendecesserit) consecutionem, atque etiam gloriae augmentum:sit». AlIafine del canone 1 0 stesso Denzinger rimanda al '-''JHV.lVJDecreto dal titolo De/ructu iusti/icationishocest de meritoope rum .deque ip si us meriti ratione(Denzinger 1545-1550) e inlare rimanda al paragrafo (Denzinger 1548) che riportiamo:vero illud omittendum est quod, licet bonis operibus in sacris
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liberamente" voler bene. E uno puo rimanere stupito
da questo riflesso di grazia. Da questa Iiberta. Per que-
sto, la condizione di scristianizzazione in cui viviamo
offre una possibilita di bellezza unica. Perche e comepili evidente in questo tempo che una persona, giovane
o adulto che sia, non diventa ragionevolmente cristianose non per attrattiva, se non quindi per liberta. E l'at-
trattiva non puo essere prodotto nostro, altrimenti non
e attrattiva. L' attrattiva non puo che essere avvenimen-
to gratuito. Non puo che essere sorpresa gratuita, stu-
pore gratuito. Per questo si e attratti alla fede solo ver-ginalmente. Solo verginalmente si puo partorire figli a
Dio, come Maria. Et concepit de Spiritu Sancto. Come
Maria ha concepito verginalmente de Spiritu Sancto il,Figlio di Dio, cOS1de Spiritu Sancto si generano figli a
Dio. Verginalmente, per puro riflesso di una grazia, di
una bellezza, di una liberta, di una gratuita di cui i
primi ad essere stupiti siamo noi. 0no; possono stu-
pirsi prima gli altri che non noi stessi. Di una bellezza
non nostra, non prodotto nostro, non possesso nostro.
Eppure nulla e cOS1nostro, cosi libero, COS1 corrispon-dente al cuore.
«et si consideres, Christum parit / e se guardi bene par,·
torisce Cristo». Partorisce Cristo nell' altro (cfr. Gal 4,
20). Partorisce la stessa presenza, la stessa attrattiva, 1 0
stesso riflesso, la stessa sorpresa, 1 0 stesso stupore. La
stessa liberta. Comunica la stessa bellezza di grazia":
«quia membra eius sun,t qui baptizantur. / perche sono
membra di Cristo colofo che oengono battezzati. / Vos
estis, inquit Apostolus, corpusChristi et membra. / Voi siete,
dice I'Apostolo, corpo di Cristo e sue membra. / Si . ergo
membra Christi parit, Mariae simillima est. / Se dunque par~
torisce membra di Cristo, la Chiesa
ecome "Alaria».
Cosi con questo accenno alla Madonna, in quesre
mese di rnaggio, concludo e vi ringrazio,
usque adeo tribuatur ut etiam qui uni exminimis suis potum aquae fri-
gidae dederit promittat Christus eum non esse sua mercede cariturum[efr.M t 10, 42; Me 9, 41J et Apostolus testetur "id quod in praesentiest momentaneum et leve tribulationisnostrae supra modum in subli-mitate aeternum gloriae pondus operari in nobis" [2eor 4, 17J, absittamen ut christianus homo in se ipso vel confidat vel glorietur et non
inDomino [efr. lear 1,31; 2eor 10, 17J cuius tanta est erga omneshomines bonitas ut eorum velit esse merita quae sunt ipsius dona».
31 CfrDante, Paradiso, XXXIII, 16-18:«La tua benignita non pursoccorre / a chi domanda, rna molte fiate / liberamente al dimandarprecorre».
32 Cfr. Tommaso d'Aquino, S up er E pis to la m B . P au li a dtura, cap. IV, 1.6: «Quando ergo fides in homine efficitur In' rormts
peccatum, Christus non est in eo formatus. Et ideo, quia inerat fides formata, indigebant iterum parturiri, donec Christusformaretur per fidem formatam, scilicet quae per dilectionem " , , . . . , , , , , . , , 1 - 1
Vel donee Christus formetur in vobis, id est, formosus aliisappareat».