sviluppo del linguaggio nell’evoluzione umana [tesi]
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8/13/2019 Sviluppo del linguaggio nellevoluzione umana [Tesi]
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Universit degli Studi di SienaFacolt di Lettere e Filosofia
Corso di studi in Scienze dei Beni Archeologici
Sviluppo del linguaggio nellevoluzione umana
Relatore:prof. Massimo Squillacciotti
Candidato:
Francesco Fassina
Anno accademico 2010-2011
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Indice
5 Premessa
8 Capitolo primo
La ricerca delle origini
Modelli interpretativi
14 Capitolo secondo
Natura e funzionamento del linguaggio
Terminologia
Forme della comunicazione. Segnali, icone, im!oli
La doppia articolazione
"ervello e linguaggio
L#apparato vocale
$1 Capitolo terzo
%videnze foili dell#origine del linguaggio
%videnze paleoneurologic&e
'eti foili dell#apparato fonatorio
Studi genetici
(
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4) Capitolo quarto
*na teoria poi!ile. L#origine motoria getuale
La comunicazione mimica getuale
I neuroni pecc&io
+al geto alla parola
L#emergenza della intai
$ Capitolo quinto
"ome iamo diventati umani
Il grande !alzo in avanti
Linguaggio e uomo moderno
-8Bibliografia
$
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Premessa
'ealizzare uno tudio ull#origine e ullo viluppo del linguaggio
un compito arduo e affacinante. La vatit/ e la compleit/
dell#argomento non permettono infatti n0 di affrontarlo da un punto di
vita monodiciplinare n0 di eaurirne la trattazione in un ingolo aggio
o tei c&e ia. er includere tutte le 2uetioni c&e riguardano la genei
del linguaggio are!!e neceario uno pazio vatiimo, e ci3 andre!!e
a capito della frui!ilit/ del lavoro, oprattutto per i lettori non
pecialiti. L#alone di mitero c&e avvolge l#interpretazione dei dati circa
la filogenei della capacit/ linguitica lacia il di!attito aperto alle pi
variate interpretazioni, peo diametralmente oppote, motivo per cui
allo tato attuale delle conocenze ci impoi!ile trarre delle
concluioni definitive. llo teo tempo, proprio nella compleit/
dell#argomento c&e riiede la ua importanza. Negli ultimi anni, la
2uetione dell#emergenza della capacit/ linguitica ta con2uitando un
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poto di rilievo nell#interpretazione dei grandi enigmi dell#evoluzione
umana, tanto c&e i tende ormai a individuare nel linguaggio articolato
uno dei principali caratteri ditintivi dell#eere umano moderno.
L#arc&eologia cognitiva 2uella !ranca dell#arc&eologia c&e tudia le
origini e lo viluppo della cognizione umana. Il uo copo di capire
2uali iano tate le circotanze c&e &anno portato le prime pecie ominidi
a evolveri negli eeri umani moderni. In 2ueto eno, lo tudio della
filogenei della capacit/ linguitica i inerice nell#am!ito
dell#arc&eologia cognitiva nel tentativo di piegare il ruolo c&e
l#ac2uiizione del linguaggio &a avuto nello viluppo cognitivo, ociale e
culturale della pecie umana.
rima di proeguire con l#epoizione delle argomentazioni di 2ueto
lavoro, opportuno fare alcune preciazioni onde evitare fraintendimenti
riguardo la terminologia utilizzata. "on il termine linguaggio, 2uando
non accompagnato da attri!uti c&e ne pecific&ino la natura 6e. getuale,
mimico, ecc.7, #intender/, per comodit/, la capacit/ umana univerale di
comunicare attravero l#uo della parola econdo un itema
convenzionale importante, per 2ueto motivo, non confonderi con il
termine linguac&e indica invece una delle poi!ili manifetazioni del
linguaggio, ovvero il itema fonetico, leicale e grammaticale c&e
cotituice il mezzo di comunicazione ver!ale all#interno di una pecifica
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comunit/ per lo pi etnica1. In econdo luogo, i parler/ di gestualit e
di origine gestuale del linguaggio. Tali termini vengono impiegati per
eplicitare la !ae motoria oggiacente all#emergenza della parola. Si
parler/ di origine getuale del linguaggio coniderando la capacit/ di
controllare e2uenze di movimenti 6di geti7 come un re2uiito eenziale
e neceario alla comunicazione ver!ale articolata, piuttoto c&e intendere
il linguaggio come emplice derivato della comunicazione getuale. "on
2ueto non i vuole negare c&e forme di comunicazione c&e prevedevano
l#uo dei geti a!!iano preceduto l#uo della parola, tutt#altro9 la tei
epota in 2ueto lavoro conidera infatti c&e il linguaggio ver!ale i ia
evoluto a partire da forme comunicative mimic&e getuali, ree poi!ili
dalle funzioni di controllo motorio di 2uelle aree cere!rali c&e, in un
econdo momento dell#evoluzione, aranno coinvolte nel proceo
linguitico ver!ale.
Nei capitoli eguenti i prenderanno in coniderazione gli tudi di
alcune delle dicipline impegnate nella ricerca ulle origini del
linguaggio, cercando di mettere inieme i ripettivi riultati al fine di
delineare tra ei una orta di minimo comune denominatore. i c&e
proporre una nuova teoria, proveremo a eguire un percoro c&e i
1 La definizione del termine lingua tratta da Il Dizionario della lingua italiana De
Agostini, %dizioni 'emo Sandron, Firenze e Itituto :eografico +e gotini, Novara, 1))5.
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muova tra i differenti apporti di 2ueti ettori di ricerca co; da
viluppare un dicoro coerente e completo, enza per3 la pretea di
eere eautivo.
Nella teura di 2ueto lavoro, c&e parte da un interee di tipo
arc&eologico per l#evoluzione della pecie umana, i ritenuto neceario
pertanto affrontare la 2uetione dell#emergenza del linguaggio econdo un
approccio multidiciplinare per cercare di coniugare, in un dicoro
generale, le varie linee di ricerca. In ultima analii, evitando di entrare in
2uetioni troppo pecialitic&e c&e oltrepaere!!ero gli copi e gli
interei della notra trattazione, cerc&eremo di definire innanzitutto che
cos' e come funziona il linguaggio umano, per capire come i ia
evoluto e quale ruolo a!!ia giocato la ua apparizione nello viluppo
cognitivo, ociale e culturale della pecie umana.
L#ultimo capitolo di 2ueto lavoro rappreenta allo teo tempo il
punto di partenza e il punto di arrivo del percoro 2ui intrapreo. Come
siamo diventati umani< la domanda da cui parte la ricerca c&e trova
nel linguaggio la ua ripota, ma anc&elo copo di tale ricerca9 capire
come i ia viluppato il linguaggio per capire come siamo diventati
umani.
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Capitolo primo
La ricerca delle origini
Il linguaggio, dal momento della nacita, accompagna la vita di un
eere umano in ogni uo itante, tanto nelle relazioni con gli altri,
2uanto nella dimenione della notra interiorit/. +a 2ueto punto di vita
il linguaggio appare come un 2ualcoa di ovvio, di !anale, di congenito,
di intrineco alla notra natura, come il nutriri o il repirare. Il
linguaggio em!ra eere un 2ualcoa c&e fa parte dell#essenza tea
dell#eere umano. Se per3 volgiamo lo guardo alla notra toria
evolutiva, ci accorgiamo c&e la parola una con2uita a!!atanza
recente nella toria dell#umanit/. Molto peo i cade nell#errore di
credere c&e la cultura ia un prodotto della parola articolata, ma la
cultura molto pi antica della parola.
Il linguaggio, co; come lo intendiamo oggi, 2uai icuramente i
viluppato con la notra pecie,omo sapiens! e, molto pro!a!ilmente,
in un momento gi/ avanzato della notra vita ul pianeta. Si conidera
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c&e il ramo evolutivo c&e &a portato alla compara diomo sapiens i
ia eparato da 2uello degli cimpanz0 almeno ei milioni di anni fa per
un periodo di tempo c&e ci difficile anc&e olo concepire, nella vita
dei notri antenati il linguaggio, emplicemente, non eiteva.
In principio non era il ver!o, ma il ilenzio. rima dell#emergenza
della capacit/ linguitica, gli ominidi pro!a!ilmente comunicavano con
l#aiuto della getualit/. L#origine del linguaggio em!ra rialire ad un
periodo in cui l#uomo aveva gi/ perfezionato la tazione eretta e aveva
li!erato le mani dall#uo della locomozione, mani c&e, tra le altre coe,
ervirono per arricc&ire il ignificato dei geti com!inati con uoni molto
rudimentali e c&e ancora non cotituivano una forma di linguaggio.
Molto pro!a!ilmente, in 2uel periodo l#uomo diponeva gi/ di capacit/
cognitive e corticali mature per il controllo dell#articolazione e aveva gi/
viluppato 2uelle funzioni indipena!ili per l#ac2uiizione e la
memorizzazione di uno trumento nuovo, ma altamente funzionale per la
notra opravvivenza, c&e era la parola 6Tarta!ini e :iuti, (==7.
Nell#arco temporale compreo tra ei milioni di anni fa e l#emergenza
delle prime forme di comunicazione ver!ale, i ono viluppate le
caratteritic&e anatomic&e e cognitive necearie al linguaggio. llo tato
attuale delle conocenze em!ra per3 molto difficile poter ta!ilire
eattamente 2uando 2ueta facolt/ ia nata nell#uomo. *na via non certo
)
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pi agevole ma c&e, e non altro, oggetto di tudio di varie dicipline,
2uella c&e indaga da 2uale forma ancetrale a!!ia avuto origine il
linguaggio. >ueto perc&0, una volta trovata l#origine, ar/ pi facile
rialire alla nacita.
*no dei grandi enigmi nella toria evolutiva dell#umanit/ , infatti,
come ia apparo il linguaggio. rima ancora di "&arle +ar?in e dello
tudio dell#evoluzione delle pecie, la 2uetione dell#origine del
linguaggio e del uo ruolo nel peniero furono oggetto di indagine e
rifleione a partire almeno dai teti greci claici 6"onigliere, (==)7.
Fino al @I@ ecolo vi fu un proliferare di teorie riguardo alle poi!ili
origini del linguaggio una peculazione c&e a!!racciava tanto le
dicipline umanitic&e 2uanto 2uelle cientific&e, finc&0, nel 18, la
Soci0t0 de Linguiti2ue di arigi proi!;, nel uo tatuto, ogni dicuione
in materia. La ragione di tale divieto va fatta pro!a!ilmente rialire al
fatto c&e la maggior parte delle teorie propote erano pure uppoizioni
c&e non trovavano la minima verifica!ilit/ nell#evidenza empirica.
partire dalla econda met/ del Novecento, l#interee per la genei
del linguaggio rinace, timolato dai progrei paralleli dell#antropologia
e della linguitica. Aggi, grazie oprattutto alle con2uite della !iologia,
della genetica e delle neurocienze, iamo riuciti a fare luce u gran
parte di ci3 c&e, neanc&e due ecoli fa, appariva ocuro e impenetra!ile.
1=
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ditinguendo differenti componenti cotitutive del linguaggio 6meccanimi
auditivi, meccanimi cere!rali, meccanimi articolatori7, il cui viluppo
are!!e avvenuto econdo vari gradi di continuit/. l contrario, i
otenitori delle tei CcontinuiteD optano per uno viluppo unico e
continuo del linguaggio.
*na econda 2uetione di grande rilevanza cotituita dal pro!lema
del tempo evolutivo c&e &a marcato l#apparizione del linguaggio. lcuni
autori propongono una evoluzione graduale, riultato di una erie di
cam!iamenti minori ma cumulativi, come coneguenza di un meccanimo
elettivo c&e opera u ogni componente del linguaggio. er altri, la
natura tea della grammatica univerale, co; come tata decritta dal
linguita americano Noam "&omE, impedire!!e l#eitenza di tadi
intermedi tra una intai di tipo non com!inatorio e il linguaggio
umano, motivo per cui il paaggio a 2uet#ultimo are!!e tato unico.
*n#altra pro!lematica particolarmente importante 2uella c&e
riguarda la natura del meccanimo evolutivo c&e &a dato origine al
linguaggio. Le tei non gradualitic&e otengono c&e il linguaggio ia il
riultato di un eGattamento, cio il prodotto di un proceo evolutivo
differente, in cui un inieme di caratteritic&e dapprima caturite in un
conteto vengono impiegate ucceivamente in un altro per oddifare
una funzione differente. In 2ueto cao, il linguaggio are!!e il riultato
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di una riorganizzazione in c&iave linguitica di aree cere!rali dapprima
coinvolte nel controllo di e2uenze di movimenti. In oppoizione a
2ueto modello i trovano coloro c&e otengono c&e ia l#adattamento il
meccanimo evolutivo c&e meglio piega l#apparizione del linguaggio. In
coneguenza della ua evoluzione adattativa, il linguaggio i rivelere!!e
come una truttura eterogenea c&e i comporta come un#unit/ funzionale,
frutto della elezione naturale. Il vantaggio, dal punto di vita evolutivo,
del linguaggio come adattamento are!!e la poi!ilit/ di Hcomunicare
trutture propoizionali tramite un canale c&e opera in modo e2uenziale,
facendo corripondere ignificati a uoni pronuncia!ili e recupera!ili,
coa c&e permette all#eere umano di ac2uiire e cam!iare
informazioni, riguardo l#am!iente eterno e il proprio tato interiore, e
ripondere ai cam!iamenti dell#am!iente enza neceit/ di viluppare
nuovi caratteri adattativi mediante la mutazione e la elezione, un
proceo evolutivo molto pi lento 6BenJtez Burraco, (==$7.
Nella maggior parte dei cai, la celta tra una o l#altra delle opzioni
propote per piegare l#origine e lo viluppo del linguaggio umano
dipende, in pratica, dall#impotazione linguitica teorica aunta dal
ricercatore nell#affrontare la dicuione e non tanto dall#analii delle
evidenze empiric&e di tipo paleontologico o anatomico, la cui
interpretazione non riulta 2uai mai unanime 6BenJtez Burraco, (==$7.
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Capitolo secondo
Natura e funzionamento del linguaggio
*na volta accettata e riconociuta l#affinit/ evolutiva tra l#uomo e le
altre antropomorfe, la differenza pecifica degli eeri umani ripetto a
ogni altra forma animale tata individuata nella preenza del
linguaggio, ia a caua delle caratteritic&e peculiari c&e 2ueto preenta
ripetto alle altre forme di comunicazione animale, ia per via
dell#incremento cognitivo c&e eo conente 6"onigliere, (==)7. La
ditanza tra la comunicazione umana e 2uella animale em!ra eere
incolma!ile e i conidera il fatto c&e, per l#eere umano, il linguaggio
non rivete emplicemente il ruolo di codice comunicativo attravero cui
avviene lo cam!io di informazioni ovvero, il linguaggio non
olamente un mezzo, uno trumento di cui noi ci erviamo per
cam!iarci informazioni e interagire con gli altri individui o ancora, il
linguaggio non ta all#eere umano come le altre forme di
comunicazione tanno agli altri animali. Il linguaggio l#eenza tea
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della natura umana. Se eliminiamo il linguaggio dalla vita umana l#eito
c&e, pro!a!ilmente, are!!e difficile definire tale vita ancora umana. Il
linguaggio innanzitutto l#elemento fondamentale nella comprenione di
c&e co# 6e di coa non 7 un eere umano9
L#uomo non preeite al linguaggio, n0 filogeneticamente n0 ontologicamente.
Non poi!ile raggiungere uno tato in cui l#uomo ia eparato dal
linguaggio, c&e egli ela!orere!!e per CeprimereD 2uanto avviene in lui9 il
linguaggio a informare la definizione dell#uomo, e non il contrario 6Bart&e,
1)847(.
Il linguaggio non 2uindi un elemento etrineco o acceorio
dell#umano, n0 una caratteritica c&e i aggiunge a una umanit/
preformata, c&e ne completere!!e l#intelligenza o ne potenziere!!e le
pretazioni, ma la !ae tea della poi!ilit/ di 2uell#intelligenza e di
2uelle pretazioni 6"onigliere, (==)7.
La definizione del linguaggio e l#individuazione delle ue
caratteritic&e cotituicono un oggetto di tudio pro!lematico, poic&0 in
ogni cao il linguaggio cotituice anc&e, e inevita!ilmente, il mezzo
dell#oggetto di cui i parla e la rierva di concetti c&e ervono per
definirlo. La decrizione c&e nelle pagine eguenti i far/ del linguaggio
(Tutte le citazioni tratte da teti di autori non italiani ono 2ui riportate nella mia peronale
traduzione $%&d&(&
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e delle ue caratteritic&e 6ia dal punto di vita linguitico c&e da 2uello
!iologico7 non pretende, pertanto, di eere eauriente, in primo luogo
perc&0 n0 le competenze di c&i crive n0 lo pazio di 2ueto lavoro ono
idonei e ufficienti al completamento di tale compito in econdo luogo,
perc&0 gli argomenti trattati in 2ueto capitolo non rappreentano lo
copo 6la tei7 di 2ueto lavoro, ma vogliono eere un#introduzione c&e
aiuti il lettore a comprendere c&e coa i intenda per linguaggio umano e
2uali iano le caratteritic&e c&e lo rendono unico ripetto alle altre
forme di comunicazione del mondo animale.
)erminologia
Molto peo termini come comunicazione! linguaggio! lingua!
vengono uati come inonimi, il cui ignificato pu3 riultare confuo o
ovrappoto. K utile, ai notri copi, ditinguere i ignificati di alcuni dei
termini c&e verranno utilizzati$9
Informazione * "onite in una 2uantit/ ignificativa di dati
6egnale7, in grado di organizzare e attivare una traformazione entro un
itema inta!ile, riolvendone le tenioni. L#informazione pertanto ci3
c&e in grado di far cambiare fase a un itema, individuandolo.
$ Le definizioni dei termini ono tratte da "onigliere 6(==)7
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Comunicazione Nella decrizione pi emplice e claica, 2uella
propota dalla teoria dell#informazione, la comunicazione un proceo
in cui due individui cam!iano informazioni9 uno dei due, detto
emittente, produce un egnale c&e il econdo, detto ricevente, interpreta.
>ueta decrizione, pur utile, tralacia un fatto fondamentale9
l#informazione non lacia intatti gli individui ma, per definizione, ne
modifica lo tato, effettuando delle tranizioni di fae. er 2ueta
ragione, meglio penare alla comunicazione come al proceo in cui
due sistemi cam!iano informazioni c&e ne modificano lo tato. Nel
mondo vivente i egnali poono eere emei e ricevuti attravero
canali differenti9 c&imico, olfattivo, tattile, viivo, vocale.
+egno *n egno una 2ualiai entit/ c&e, per copi comunicativi,
indica rappreenta ta al poto di un altra entit/.
Codice comunicativo Agni egno appartiene a un codice, vale a
dire un itema c&e aocia dei egni a dei ignificati. Se il ricevente
ignora il codice comunicativo utilizzato dall#emittente fra i due non ar/
poi!ile alcuna tramiione di informazione.
,inguaggio Il linguaggio un codice comunicativo pecifico,
avente truttura doppiamente articolata, c&e negli eeri umani viene
implementato come lingua particolare. Nonotante la normale
aociazione tra ClinguaggioD e Clinguaggio vocalicoD, opportuno
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preciare c&e n0 il linguaggio n0 le lingue devono eere neceariamente
vocalic&e. La doppia articolazione pu3 fondari anc&e u geti, caratteri
critti, !it, ecc.
,ingua >ualiai realizzazione particolare del linguaggio generale.
'ealizzazioni toric&e del linguaggio umano ono tutte le lingue, ivi
inclui i dialetti, c&e i parlano nel mondo.
-orme della comunicazione& +egnali! icone! simboli
er comunicare molti animali uano un compleo itema di egnali,
realizzato tramite l#aociazione di egni e ignificati entro un codice. Si
peni ad eempio alla danza delle api. Si tratta di un codice dalla
emantica complea, incritto in 2ualc&e modo nella !iologia tea
delle api, c&e conente loro di comunicare informazioni dettagliate
riguardo alla ditanza e all#orientamento delle fonti di ci!o4. Nella danza
c# emantica 6i egni ono aociati a ignificati9 la fre2uenza della
danza sta per la ditanza, l#orientamento ripetto al ole sta per la
direzione7, ma non c# aociazione emantica9 il codice ignificativo
dato una volta per tutte, non amplia!ile n0 pu3 eere mutato. *n altro
4 La ditanza della fonte di ci!o viene comunicata dalla fre2uenza della danza la direzione,
dall#inclinazione dell#ae della danza ripetto alla poizione del ole.
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eempio ono i ric&iami delle vervet mon.e/s c&e dipongono di diveri
egnali per indicare il tipo di pericolo c&e le ta minacciando 6il
ric&iamo c&e indica Cpredatore dal !aoD induce le cimmie a alire
ugli al!eri, e co; via7.
*na differenza deciiva tra il linguaggio e i egnali utilizzati dagli
animali c&e i egnali i rifericono olamente a ci3 c&e preente
nell#am!iente dell#animale. Le api danzano olo dopo eere ritornate
direttamente all#alveare 2uando &anno trovato il nettare. Le vervet
mon.e/s egnalano con ric&iami olo 2uando il pericolo immediato.
"on l#aiuto del linguaggio invece poi!ile comunicare coe c&e
non ono Cn0 2ui n0 oraD e c&e potre!!ero anc&e non eitere. Segnali e
im!oli ono entram!i trumenti della comunicazione c&e poono eere
eprei in vari modi, per eempio con uoni o geti. La differenza
fondamentale c&e un im!olo i riferice a una rappreentazione
iolata, mentre un egnale rappreenta un percezione o una enazione. I
egnali riguardano il mondo circotante, ono egni c&e i rifericono a
2ualcoa dell#am!iente in cui i vive9 il fumo un egnale c&e indica il
fuoco uno paro il egnale c&e indica ai corridori l#inizio della gara. Il
linguaggio im!olico invece riguarda peo il notro mondo interiore!
cio le notre immaginazioni, memorie, progetti e ogni 6:rdenfor,
(==7. I egnali di una pecie animale ono groomodo identici in tutti i
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mem!ri della pecie 6eccetto le differenze di eo e di et/7. :li animali
non scelgono c&e uono emettere. l contrario, un im!olo una
convenzione ar!itraria c&e !iogna imparare per poterla utilizzare come
trumento comunicativo. L#ar!itrariet/ infatti uno dei caratteri
fondamentali del linguaggio umano. nc&e nella comunicazione di
alcune pecie animali preente l#ar!itrariet/ 6vedi i ric&iami delle
vervet mon.e/s7 dal momento c&e l#aociazione tra egnali e ignificati
pu3 eere ar!itraria 6lo paro e l#inizio della gara7. Non nemmeno la
compleit/ della grammatica o il pro!lema di imparare un ampio
itema c&e rende il linguaggio inaccei!ile alle altre pecie animali,
ma il fatto c&e im!olico 6+eacon, 1))-7. Il mondo interiore degli
animali non ufficientemente ricco per getire la compleit/ di
rappreentazioni eparate 6iolate7 a cui il linguaggio fa riferimento
6:rdenfor, (==7.
La funzione predominante del linguaggio di comunicare ci3 c&e non n0
2ui n0 ora. *n cane pu3 #dire#9 &o fame, &o ete, voglio ucire, mi piaci ecc.
Ma non &a mezzi comunicativi c&e gli permettono di #dire#9 ieri avevo fame,
e neanc&e9 avr3 fame e anc&e tanotte mi c&iudi in caa, e granocc&ier3 il
tappeto. llo teo modo, il cane pu3 #dire#9 c# un topo 2uiO Ma non pu3
#dire#9 c# un topo nella tanza accanto. PQR "&iaramente, e vivi nel
preente, per comunicare principalmente ci3 c&e enti e ci3 c&e vuoi fare
nell#immediato, i egnali !iologici preenti in ogni pecie ono ufficienti. *n
(=
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linguaggio neceario olo per comunicare le tue rappreentazioni interne di
ci3 c&e potre!!e eere, ci3 c&e tato e di 2uelle coe e avvenimenti c&e
non ono preenti nel momento immediato 6Slander, 1))$7.
La filoofa Suanne Langer fa una c&iara ditinzione tra egnali e
im!oli9
*n termine uato come im!olo e non come egnale nonucita un#azione
appropriata alla preenza del uo oggetto. PQR I im!oli non ono otituti
dei loro oggetti, ma ono veicoli per la concezione degli oggetti. "oncepire
una coa o una ituazione non lo teo di #reagire in !ae a 2uella#
apertamente, o eere conapevoli della ua preenza. arlando delle coe noi
a!!iamo concezioni di 2uelle, non le coe tee e sono le concezioni! non
le cose! che i simboli direttamente 'significano'& Il comportamento in !ae
alle concezioni ci3 c&e le parole normalmente ucitano9 2ueto il tipico
proceo del peniero 6Langer, 1)487.
Il linguaggio ci permette di parlare non olo di coe c&e ono remote
in termini di pazio e di tempo, ma anc&e di coe non collocate nello
pazio e c&e non fanno riferimento ad avvenimenti determinati9
Il fatto c&e poiamo rendere comprensibile enunciati linguitici riguardo
pazio e tempo, giuto e !agliato, Uumpt +umpt5, e la radice 2uadrata di
meno uno, dimotra incontroverti!ilmente c&e il linguaggio pu3 trattare
5 Uumpt +umpt un peronaggio della favola Cttraverso lo specchio e quel che Alice
vi trov01 di Le?i "arrol.
(1
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elementi c&e non &anno niente a c&e fare con #timoli oerva!ili# PQR 6Von
:laerfeld, 1)--7.
Nella terminologia utilizzata da :rdenfor 6(==7, l#icona un
egno c&e assomiglia alla rappreentazione eparata indicata dal egno.
La il&ouette di una donna ulla porta del !agno femminile un#icona
per 2uelle perone a cui tale pazio riervato. *na freccia !ianca
orientata a detra u un cartello tradale di colore !lu in %uropa
un#icona per la direzione c&e !iogna eguire. differenza dei im!oli,
la celta delle icone non ar!itraria, ma dipendente dalla omiglianza tra
il egno e ci3 c&e indica.
In concluione, un itema comunicativo, per eere un linguaggio,
deve eere cotituito da im!oli. Ma 2ueto non ufficiente per
arrivare al tipo di linguaggio c&e utilizzano gli eeri umani. *n altro
preuppoto fondamentale c&e gli interlocutori a!!iano !en viluppato
un proprio mondo interiore 6:rdenfor, (==7.
,a doppia articolazione
Il linguaggio umano preenta due livelli di articolazione. %o
infatti componi!ile infonemi 6le unit/ !ae dell#emiione vocalica ad
eempio PaR, PuR, PrR, PfR c&e non veicolano ignificato, e inparole! c&e
((
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veicolano ignificato. In linguitica, il primo livello analizzato dalla
fonologia, il econdo dalla intai. partire da poc&e decine di elementi
!ae di tipo fonetico, il linguaggio umano dipone co; di una
produttivit/ preoc&0 infinita. La ragione per cui il linguaggio umano
accede a 2ueta potenza epreiva riiede nella digiunzione del primo
livello com!inatorio, 2uello dei fonemi, dalla emantica 2ueto fa ; c&e,
2uando i tratta di aociare i egni ai ignificati, non i &anno pi a
dipoizione appena 2ualc&e decina di uoni diveri, ma decine di
migliaia di uoni articolati diveri 6"onigliere, (==)7.
La prima articolazione del linguaggio umano dun2ue 2uella dei
fonemi, cio delle unit/ c&e non tramettono ignificato. I fonemi ono i
uoni ammei da una lingua pecifica. Non tutte le lingue uano gli
tei fonemi e, nel campo dei uoni produci!ili dall#apparato fonatorio
umano, ciacuna lingua ne eleziona oltanto alcuni. +opo la celta dei
uoni ammei, viene fatta una econda elezione, 2uella delle e2uenze
di uoni ammee. "iacuna lingua lega i fonemi tra loro in !ae a
precie regole morfologic&e c&e conentono alcune com!inazioni, ne
o!!ligano altre, e altre ancora vietano. partire da un numero
Le lingue c&e utilizzano il minor numero di uoni ono il 'otoEa della apua Nuova
:uinea 611 fonemi7 e l#Ua?aiano 61( fonemi7 2uella c&e ne utilizza di pi lo O@uW,
parlato nell#frica meridionale preo il deerto del Xala&ari, c&e arriva fino a 141 fonemi
6"onigliere, (==)7.
($
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etremamente limitato di uoni, in ogni lingua le regole di elezione e
com!inazione dei fonemi permettono di formare decine di migliaia di
parole. Le parole, intee come egni c&e rimandano ad un ignificato,
manifetano appieno l#ar!itrariet/ del linguaggio9 a parte le onomatopee
6c&e tuttavia, come i a, variano da lingua a lingua7 niente lega una
pecifica parola a uno pecifico oggetto del mondo e non una
convenzione condivia fra i parlanti di una lingua pecifica 6"onigliere,
(==)7.
La econda articolazione del linguaggio umano 2uella delle unit/
c&e tramettono il ignificato, ovvero delle parole. La intai l#inieme
delle trutture c&ematic&e ricorive per mezzo delle 2uali le parole
vengono com!inate in propoizioni e le propoizioni in periodi. %a
cotituice il econdo meccanimo moltiplicatore, 2uello c&e permette, a
partire da un numero gi/ alto di parole, di comporre un numero
preoc&0 infinito di enunciati.
Le regole della intai ono vincolanti e pecific&e per ciacuna
lingua. "o; come le regole fonologic&e e morfologic&e ta!ilicono
2uali e2uenze di fonemilettere ono accetta!ili entro una pecifica
lingua, co; le regole intattic&e ta!ilicono 2uali e2uenze di parole
iano accetta!ili entro 2uella lingua.
La intai un altro componente pecifico del linguaggio umano.
(4
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Neun altro animale vivente, inclue le cimmie a cui i provato a
inegnare il linguaggio, in grado andare oltre le pi emplici regole
intattic&e. *n !am!ino di tre anni upera comunemente le a!ilit/
intattic&e dello cimpanz0 pi eperto nell#uo del linguaggio dei egni
6Lie!erman, 1))(7.
Cervello e linguaggio
Nella competenza comunicativa glo!ale 6c&e non fatta olo da
intai e grammatica, ma anc&e di intonazione, di affettivit/, di
relazione, di epreioni, ecc.7 il cervello i comporta come organo
unitario, getendo 2uindi il compito compleivo della comunicazione
con l#interezza delle ue funzioni. Nondimeno em!ra c&e alcune aree
cere!rali pecializzate iano coinvolte nel proceo di produzione
linguitica. Non poi!ile tuttavia piegare il linguaggio olo con
l#eitenza di 2uete aree, poic&0 em!ra c&e l#a!ilit/ linguitica ia
trettamente intrecciata con altre funzioni del cervello. >ueta collegata
con funzioni cognitive filogeneticamente pi antic&e, oprattutto la
capacit/ di programmare e di eeguire sequenze di azioni 6:rdenfor,
(==7. >uello c&e poiamo affermare con certezza c&e la capacit/
linguitica coinvolge delle parti del cervello normalmente localizzate
(5
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Figura 17.Localizzazione delle aree di Broca e di YernicEe e del facicolo arcuato
nell#emifero initro, ma c&e tuttavia poi!ile trovare, in alcuni
mancini, anc&e nell#emifero detro. Si tratta di un compleo di aree
corticali fiicamente vicine e in tretta conneione neurale, c&e operano
ia tra loro c&e con il reto dell#encefalo. Le due aree principali c&e
partecipano al proceo linguitico ono 2uella di Broca e 2uella di
YernicEe, in aociazione con altre la cui funzione, per3, em!ra eere
meno pecifica.
L#area di Broca i trova nel lo!o frontale, nella porzione poteriore
della terza circonvoluzione frontale inferiore. reiede all#articolazione
vocalica e alla com!inazione di fonemi in parole. Nelle cimmie la
- Immagine tratta da &ttp9arcuatefaciculu.!logpot.com.
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http://arcuatefasciculus.blogspot.com/http://arcuatefasciculus.blogspot.com/http://arcuatefasciculus.blogspot.com/ -
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porzione analoga alla notra area di Broca preiede al controllo di alto
livello dei movimenti della !occa e della faccia.
L#area di YernicEe i trova preo il olco laterale 6ciura di
Silvio7, ovvero la zona di contatto tra lo!o temporale e lo!o parietale
comprende la circonvoluzione temporale uperiore, c&e circonda la
corteccia uditiva, e il lo!ulo parietale inferiore. reiede
all#identificazione dei uoni ver!ali e, pi in generale, alla comprenione
del linguaggio.
>uete due aree ono collegate tra loro per mezzo di fi!re nervoe
c&e cotituicono il coiddetto Cfacicolo arcuatoD e c&e conentono il
paaggio delle informazioni fondamentali per l#emiione di un
linguaggio c&iaro e compreni!ile. Le frai c&e i CformanoD nell#area di
YernicEe vengono, per co; dire, tramee all#area di Broca per mezzo
di 2uete fi!re. >ui i ela!ora la e2uenza delle parole c&e viene a ua
volta inviata alla corteccia motoria per la pronuncia e il loro controllo
6Tarta!ini e :iuti, (==7. La zona corticale c&e corriponde all#area di
Broca controlla infatti i mucoli della vocalizzazione, dei movimenti
delle la!!ra, della mandi!ola, della lingua, del palato molle, delle corde
vocali, oia di tutti gli organi fondamentali per rendere compreni!ile il
linguaggio umano. L#area di Broca, includendo i circuiti corticali e
u!corticali c&e la collegano alle altre parti del cervello, i preenta come
(-
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un#area pecializzata e funzionale c&e em!ra eere una delle
caratteritic&e unic&e del cervello umano 6Lie!erman, 1))(7. "ome
confermato dagli tudi ull#afaia di Broca8, l#area di Broca molto
vicina alle parti del cervello c&e controllano direttamente i mucoli della
faccia, delle mani e delle !raccia, ed in 2ualc&e modo collegata a
2uete parti del cervello.
,'apparato vocale
er l#articolazione linguitica le trutture neuronali di controllo non
ono ufficienti9 neceario un apparato fiico di produzione del
linguaggio vocale. L#effettiva produzione materiale dei uoni affidata
all#apparato compoto dalla laringe, dalla faringe e dalla !occa.
L#originaria funzione fiiologica della laringe 2uella di fintere9
erve a proteggere la trac&ea durante la deglutizione e a eparare il
depoito d#aria polmonare dall#am!iente eterno. Ma 2uando la laringe
8 L#afaia di Broca, dovuta a leioni dell#area corticale omonima, un ditur!o del linguaggio
c&e provoca generalmente la perdita di fluidit/ nel parlare, alterazioni dell#articolazione
vocale e l#incapacit/ di ricorrere a trutture intattic&e e grammaticali corrette. L#afaia di
Broca provoca anc&e deficit motori9 il parlato eitante e ditorto e il uo controllo
pontaneo peo aente. Soprattutto, riulta molto danneggiata la capacit/ di coordinare
le attivit/ motorie. I oggetti affetti dall#afaia di Broca &anno difficolt/ nel pronunciare le
cononanti occluive 6p, !, t, d, E, g7 c&e neceitano di una precia coordinazione tra i
movimenti della lingua o delle la!!ra e della laringe.
(8
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Figura (). L#apparato fonatorio.
non completamente c&iua la fuoriucita dell#area dai polmoni, per un
meccanimo di vi!razione delle mem!rane laringee, produce un uono.
Le mem!rane laringee cotituicono, per l#appunto, le corde vocali
ee i aprono a eguito dell#aumento di preione nella colonna d#aria
emea dai polmoni e i ric&iudono per forza elatica.
Il tratto opralaringeo 6compoto da faringe, !occa e nao7 erve, ai
fini fonatori, come caa di rionanza per i uoni emei dalla laringe e,
oprattutto, come meccanimo di articolazione. La faringe era in origine
un tratto del canale alimentare per 2uanto riguarda le emiioni vocali,
ea funziona da prima caa di rionanza e da primo meccanimo
) Immagine tratta da &ttp9???.maetramica.it?e!la!ricerc&eapprep.&tml.
()
http://www.maestramica.it/weblab/ricerche/appresp.htmlhttp://www.maestramica.it/weblab/ricerche/appresp.htmlhttp://www.maestramica.it/weblab/ricerche/appresp.html -
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articolatorio9 nel paaggio attravero la faringe il uono, proveniente
dalla laringe, viene amplificato olo u certe fre2uenze. La !occa, la cui
funzione primaria 2uella maticatoria, un econdo rionatore, ditinto
e autonomo ripetto alla faringe, e fa ; c&e l#apparato vocale umano
funzioni come organo a due canne. Il comportamento articolatorio
com!inato di faringe e !occa controlla l#emiione delle vocali le
cononanti vengono invece prodotte dai movimenti occluori della lingua
e delle la!!ra.
$=
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Capitolo terzo
%videnze foili dell#origine del linguaggio
>ualun2ue affermazione legittima riguardo il percoro evolutivo di
un particolare tratto !iologico deve partire neceariamente dalla
comparazione, in termini anatomici e funzionali, di tale tratto con altri
omolog&i, eitenti in pecie vive imparentate con 2uella c&e i analizza,
o anc&e dall#analii delle evidenze foili delle tappe intermedie di tale
percoro 6:ould, 1))17. Tuttavia, nel cao del linguaggio la prima
poi!ilit/ analitica riulta impratica!ile, dal momento c&e i ono etinte
le pecie di ominidi c&e potre!!ero aver poeduto un itema
comunicativo imile al notro, e poic&0 le pecie di primati pi vicine a
noi in termini filogenetici mancano di una facolt/ e2uivalente neuna di
2uete preenta, in particolare, un itema di comunicazione di natura
com!inatoria c&e utilizzi imultaneamente come elementi com!inali unit/
c&e poiedano un valore im!olico 6Bot&a, (==(7. er 2uanto riguarda la
econda poi!ilit/, riulta evidente c&e n0 il linguaggio, n0 le principali
$1
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trutture !iologic&e relazionate con 2ueto 6circuiti neuronali, parti molli
dell#apparato fonatorio, ecc.7 laciano reti foili. er 2ueto motivo, i
ricori convenzionalmente all#analii di determinate evidenze econdarie
preenti nel regitro foile per cercare di ta!ilire e determinate pecie
di ominidi poedeero una facolt/ linguitica e2uivalente a 2uella
umana moderna, o 2uanto meno per provare a mettere luce ul percoro
filogenetico della capacit/ linguitica.
Tradizionalmente, le divere ipotei c&e ono tate propote riguardo
l#origine del linguaggio i ono !aate, in !uona miura, u evidenze
apportate dalla Linguitica. Tuttavia, in ultima analii il linguaggio il
riultato dell#attivit/ di un inieme interconneo di trutture neuronali
6BenJtez Burraco, (==-7, il 2uale poiede, per nderon e Lig&tfoot
6(===7, la categoria di organo, nel eno c&e cotituire!!e una truttura
pecializzata diegnata per oddifare una funzione determinata, anc&e e
non avre!!e una localizzazione anatomica facilmente individua!ile.
"&iederi 2ual# l#origine del linguaggio ignific&ere!!e pertanto cercare
di ta!ilire la provenienza evolutiva di tale Corgano linguiticoD 6BenJtez
Burraco, (==-7. llo teo modo in cui i fatto nel cao di altri organi
corporei e di altre pecie, eite una linea di ricerca c&e i interea delle
evidenze foili dell#origine del linguaggio. +al momento c&e il
linguaggio in 0 non foilizza, tali evidenze i rifericono
$(
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fondamentalmente a 6i7 l#evoluzione trutturale e funzionale del cervello,
6ii7 l#evoluzione dell#apparato fonatorio e le trutture della vocalizzazione,
e 6iii7 l#apparizione del peniero im!olico.
2videnze paleoneurologiche
Nel coro dell#evoluzione umana i prodotto un incremento
notevole del volume cere!rale, ia in termini aoluti c&e relativi. Le
conocenze c&e oggi a!!iamo ull#anatomia del cervello, i dati
paleoantropologici raccolti attravero lo tudio dei reti foili e la
dimotrazione del cammino evolutivo degli ominidi cui 2ueti reti ono
appartenuti, ci conentono di affermare c&e l#encefalizzazione &a
certamente favorito la nacita e lo viluppo del linguaggio articolato
nell#uomo. Non tato il olo contri!uto, ma certamente il pi
importante 6Tarta!ini e :iuti, (==7. rima dell#eploione encefalica
c&e i regitra a partire daomo habilis! per 2ualc&e milione di anni, in
corripondenza con le pecie del genereAustralopithecus! l#incremento
encefalico tato lentiimo e fore pi correlato alle modificazioni
corporee c&e a un aumento vero e proprio della maa cere!rale.
partire dall#apparizione del genere omo praticamente tutte le pecie
motrano incrementi cere!rali al momento della loro compara. *n
$$
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Figura 310. Variazione della capacit/ cranica degli ominidi negli ultimi 4 milioni di anni.
econdo momento di accelerazione dell#epanione cere!rale i regitra
con l#apparizione imultanea in %uropa e frica delle pecie pi evolute
del genere omo! ripettivamente omo neanderthaliensis e omo
sapiens 6ruaga, (===7. reumi!ilmente, l#aumento dell#indice di
encefalizzazione &a implicato un incremento della compleit/ cere!rale,
ponendo le !ai per l#apparizione di a!ilit/ cognitive complee. Lo
viluppo della maa encefalica in proporzioni maggiori ripetto a 2uelle
del corpo coniderato epreione del grado di attivit/ pic&ica della
1= Immagine tratta da &ttp9???.?orEinapien.com(=1111=$iZmoltiZvoltiZdelZgenereZ&omoZ
apien[aGzz1Efn'\1Ul.
$4
http://www.workinsapiens.com/2011/11/03/i-molti-volti-del-genere-homo-sapiens/#axzz1kfnRJ1Hlhttp://www.workinsapiens.com/2011/11/03/i-molti-volti-del-genere-homo-sapiens/#axzz1kfnRJ1Hlhttp://www.workinsapiens.com/2011/11/03/i-molti-volti-del-genere-homo-sapiens/#axzz1kfnRJ1Hlhttp://www.workinsapiens.com/2011/11/03/i-molti-volti-del-genere-homo-sapiens/#axzz1kfnRJ1Hl -
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pecie in 2uetione. In altre parole, e il cervello aumenta pi di 2uanto
ia neceario per controllare le nuove zone derivate dall#aumento
corporeo, vi aranno nell#encefalo dei neuroni ovrannumerari, Cli!eriD di
organizzari in c&emi pi complei, non ecluivamente dipendenti
dall#apparato motorio e percettivo 6"onigliere, (==)7. L#accrecimento
relativo dell#encefalo &a indotto coneguentemente un aumento delle
capacit/ cognitive dell#uomo, inclue ovviamente 2uelle per viluppare il
linguaggio articolato, per controllare il tratto vocale e oprattutto per una
fonazione c&iara e intelligi!ile 6Tarta!ini e :iuti, (==7.
L#evoluzione del cervello degli ominidi &a prodotto una progreiva
differenziazione da 2uello degli altri primati. "i3 &a determinato un
incremento della ua pecializzazione morfologica e funzionale, lo
viluppo di una marcata aimmetria tra i due emiferi, rifleo di 2ueta
pecializzazione, e un aumento delle dimenioni e compleit/ del lo!o
frontale. La parte dell#encefalo umano c&e, in proporzione, creciuta di
pi infatti la neocorteccia, ovvero la zona dove i volgono le funzioni
cognitive uperiori come il peniero creativo, la pianificazione a lungo
termine, l#epreione artitica, il controllo motorio 6Semendeferi et al&!
1))-7. In !ae a tudi endocranici, ovvero gli tudi della uperficie
interna delle oa del cranio, alcuni autori come Uollo?a 61)8$7 e
To!ia 61))7 coniderano c&e la morfologia cere!rale moderna i trovi
$5
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gi/ in omo habilis! c&e are!!e il primo ominide dotato delle !ai
neuroanatomic&e necearie per il linguaggio. To!ia, in particolare,
avre!!e individuato l#eitenza dell#area di Broca nell#impronta
endocranica dei reti foili di habilis& er 2ueti e altri autori
l#apparizione del linguaggio dal punto di vita neuroanatomico i
pieg&ere!!e con la riutilizzazione a fini linguitici delle aree di Broca e
di YernicEe eitenti gi/ nei primati, dove ono adi!ite a funzioni
motorie non linguitic&e 6MacNeilage, 1))87.
In ogni cao, !iogna tenere in coniderazione c&e l#analii delle
impronte cere!rali foili fornice informazioni unicamente ulla porzione
uperficiale della corteccia cere!rale, motivo per cui, per alcuni autori,
riulta metodologicamente dicuti!ile la validit/ di affermazioni
ull#organizzazione neuroanatomica glo!ale del cervello e ulla ua
organizzazione funzionale, anc&e per 2uanto riguarda la capacit/
concettuale delle aree di Broca e di YernicEe 6Bot&a, (==(7. La ragione
c&e le funzioni cognitive complee non em!rano corripondere in
forma co; univoca 6come i credeva7 alle trutture neuroanatomic&e.
Infatti, la tradizionale relazione !iunivoca ta!ilita tra le aree corticali di
Broca e di YernicEe e il linguaggio riulta eere un#agile
emplificazione, incapace di comprendere la compleit/ dei circuiti
neuronali c&e, ditri!uiti per tutta la neocorteccia e le trutture
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u!corticali, regolano la codificazione, la comprenione e la
decodificazione dei meaggi linguitici, potendo intervenire allo teo
tempo in altri apetti del comportamento 6BenJtez Burraco, (==-7.
Nonotante allo tato attuale delle ricerc&e non poiamo 2uantificare
realmente l#entit/ dei cam!iamenti cere!rali c&e avvennero durante
l#ac2uiizione della competenza linguitica, 2ueto tipo di evidenze
uggericono c&e determinati elementi neurofiiologici neceari per il
linguaggio ono molto antic&i e furono modificati progreivamente nel
coro dell#evoluzione aumentando le a!ilit/ cognitive e linguitic&e
dell#eere umano 6Lie!erman, (==(7.
In accordo con la viione dar?inita econdo cui il proceo
evolutivo tende a erviri di parti Cantic&eD, modificandole per adattarle a
nuove funzioni, generalmente accettata l#ipotei c&e l#evoluzione del
cervello non a!!ia comportato la nacita di nuove funzioni a partire da
nuove parti di maa cere!rale ac2uiita, ma piuttoto c&e il proceo di
encefalizzazione a!!ia provocato una riorganizzazione dei circuiti
eitenti in funzione anc&e della capacit/ linguitica. La 2uetione
dell#evoluzione del linguaggio infatti non pu3 eere piegata e riolta
potulando l#aggiunta di nuove aree corticali pecializzate per il
linguaggio, n0 c&e il emplice ingroamento del cervello a!!ia prodotto
un aumento generale dell#intelligenza 6+eacon, 1))(7.
$-
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Lie!erman 61))(7, per eempio, conidera c&e il linguaggio poa
aver avuto origine dal meccanimo lateralizzato del controllo motorio
manuale. %videnze ignificative c&e tetimoniere!!ero un uo preferente
della mano detra nella manipolazione di oggetti appaiono documentati
gi/ daomo ergaster6ruaga, (===7. differenza di altre pecie di
primati, nella notra pecie la prevalenza dell#uo della mano detra
ocilla intorno al )=]. L#emifero initro del cervello, c&e controlla
l#uo della mano detra, controlla anc&e la produzione del linguaggio.
Aggi appiamo c&e la lateralizzazione cere!rale del controllo manuale
non una caratteritica ecluivamente umana, e e!!ene il cervello dei
primati non ia lateralizzato come 2uello umano, la differenza olo una
2uetione di gradi 6:ec&?ind e Be&an, 1)847. ertanto econdo
Lie!erman, dal momento c&e una 2ualc&e forma di lateralizzazione
cere!rale are!!e tata preente gi/ nell#antenato comune tra ominidi e
cimmie antropomorfe, la elezione naturale dar?iniana aument3
gradualmente la gi/ eitente lateralizzazione fino alla moderna
condizione umana, tato in cui i meccanimi lateralizzati della
neocorteccia cere!rale c&e controllano la produzione linguitica permiero
la comunicazione vocale volontaria. ^ pro!a!ile c&e il modello umano di
lateralizzazione a!!ia poto le ue !ai inomo ergaster3erectus! dal
momento c&e i reti foili di 2uete due pecie ono aociati con
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certezza alla lavorazione di manufatti in pietra. La manipolazione degli
trumenti, una volta ac2uiita, avre!!e migliorato l#adattamento !iologico
di 2uei meccanimi cere!rali c&e produero una pi precia a!ilit/
manuale. "i3 potre!!e aver cotituito la !ae preadattativa del controllo
volontario del linguaggio 6Lie!erman, 1))(7.
esti fossili dell'apparato fonatorio
*n altro tudio coniderevolmente ignificativo riguardo l#origine del
linguaggio 2uello relativo all#analii dei reti foili dell#apparato
fonatorio, le cui parti principali per3 non foilizzano, poic&0 ono
trutture molli. L#ac2uiizione del linguaggio articolato, oltre c&e grazie
all#evoluzione cere!rale, avvenuta anc&e grazie alla contemporanea
evoluzione morfologica delle trutture dell#apparato vocale, della !occa e,
econdo alcuni paleoantropologi, di alcune oa, in particolare dell#oo
ioide. Su 2uet#oo i articolano molti mucoli importanti del palato e
della mandi!ola, della lingua, laringe, faringe ed epiglottide, 2uindi
mucoli fondamentali ed indipena!ili per la fonazione.
La formazione dell#apparato vocale moderno em!ra eere da un
lato, il riultato di un lungo proceo di traformazione, dall#altro, un
fenomeno evolutivamente recente, legato all#apparizione della notra
$)
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Figura 411. pparato fonatorio diomo sapiens e di cimpanz0 a confronto.
pecie, all#incirca (==mila anni fa 6+eacon, 1))(7. L#apparato fonatorio
diomo sapiens caratterizzato dalla !aa poizione della laringe e
dell#epiglottide nella gola, ripetto alla lingua e al palato molle. >ueto
a!!aamento della laringe &a permeo la formazione di una camera
faringea molto etea al di opra delle corde vocali, grazie alla 2uale
diventa poi!ile modulare una ampliima gamma di uoni. Tali
modificazioni, tuttavia, comportano alcuni vantaggi9 l#impoi!ilit/, a
differenza delle altre cimmie, di deglutire e repirare
contemporaneamente ci3 aumenta notevolmente il ric&io di
offocamento, poic&0 e ci!o o li2uidi finiero nella laringe
otruire!!ero le vie c&e portano l#aria ai polmoni.
11 Immagine tratta da &ttp9pu!page.un&.eduWelimagevocal_tract_c&imp.gif.
4=
http://pubpages.unh.edu/~jel/images/vocal_tract_chimp.gifhttp://pubpages.unh.edu/~jel/images/vocal_tract_chimp.gifhttp://pubpages.unh.edu/~jel/images/vocal_tract_chimp.gif -
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+al momento c&e le parti molli della gola e del collo non
foilizzano, la preenza di un apparato vocale moderno nelle pecie
etinte i pu3 6in parte7 dedurre olo indirettamente dal grado di fleione
della !ae cranica. La com!inazione laringe !aa Z faringe alta i
manifeta infatti in una curvatura delle oa della !ae cranica. Le
ricerc&e ulle pecie del genere Australopithecus 6Laitman, 1))$7
em!rano indicare c&e la loro !ae cranica foe eenzialmente non
flea in modo molto imile alle cimmie attuali, il c&e, unito alle ridotte
dimenioni del cervello, le rendere!!e anatomicamente incapaci ad una
modulazione dei uoni articolata. Le complee correlazioni tra le miure
delle relative ditanze tra le trutture oee della !ae cranica permettono
di dedurre gli attaccamenti e le dimenioni dei mucoli, dei legamenti e
di altri teuti molli c&e opendono l#oo ioide e la laringe otto la !ae
del cranio cotituicono inoltre un metodo per dedurre la poizione della
laringe nelle pecie foili per cui non ono diponi!ili analii dei teuti
molli. Laitman conidera c&e l#apparato vocale cominci3 a diverificari
da 2uello tipico delle cimmie intorno al periodo in cui fecero la loro
compara i primi eemplari della pecie omo& %emplari di omo
erectus data!ili intorno a ( milioni di anni fa preentere!!ero un tratto
vocale CintermedioD, non ancora pienamente moderno, ma gi/ non pi
cimmieco 6Laitman, 1)85 e Laitman, 1))$7. er Tatterall 6(==(7 i
41
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poono oervare evidenti prove della curvatura della !ae cranica in
omo ergaster! praticamente ( milioni di anni fa, e in un cranio di
omo heidelbergensis originario dell#%tiopia, c&e dimotrere!!e di aver
raggiunto virtualmente il uo grado moderno circa ==mila anni fa.
>uete evidenze, aieme a 2uelle di una ignificativa riorganizzazione
del cervello data!ile allo teo periodo, pingono a collocare le origini
del linguaggio approimativamente a ( milioni di anni fa, groo modo
in coincidenza con la prima apparizione del genereomo e la prima
apparizione della tecnologia litica 6+eacon, 1))(7. Tutto ci3 non
ignifica c&e gli ominidi delle fai pi antic&e del aleolitico Inferiore
poedeero un linguaggio, co; come noi lo intendiamo. Le evidenze
opra epote ci conducono a penare piuttoto c&e in 2uegli ominidi
foero preenti le prime modificazioni a partire dalle 2uali nacer/,
2uai ( milioni di anni dopo, il linguaggio articolato. er 2uanto
appiamo oggi infatti la curvatura del !aicranio comparve e poi
peritette per un periodo di tempo molto lungo prima di eere
capitalizzata in virt delle ue 2ualit/ linguitic&e. ^ molto pro!a!ile c&e
in 2uel lungo arco di tempo ea a!!ia conferito dei vantaggi nella
produzione di forme di linguaggio pi arcaic&e 6protolinguaggio7, forme
c&e difficilmente i in grado di caratterizzare 6Tatterall, (==(7.
La capacit/ linguitica come caratteritica unica diomo sapiens,
4(
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Figura 512. Ao ioide.
em!ra eere confermata dal fatto c&e la pecie etinta a noi pi imile,
omo neanderthalensis! non foe anatomicamente in grado di produrre
un linguaggio articolato. Sicuramente neanderthal poedeva una 2ualc&e
forma di comunicazione linguitica, come em!rere!!e ric&iedere la
compleit/ della cultura muteriana, e come lacia ipotizzare il
ritrovamento del 1)8$, nella grotta di Xe!ara in Iraele, di un oo ioide
neandert&aliano praticamente identico all#oo ioide umano 6"onigliere,
(==)7.
Tuttavia la pea truttura facciale di 2ueta pecie avre!!e poto un
limite alle traformazioni dell#apparato fonatorio c&e, come a!!iamo
1( Immagine tratta da &ttp9???.!cnlp.ac.t&natompageapic&at!onepage&oid.&tml.
4$
http://www.bcnlp.ac.th/Anatomy/page/apichat/bone/page/hyoid.htmlhttp://www.bcnlp.ac.th/Anatomy/page/apichat/bone/page/hyoid.htmlhttp://www.bcnlp.ac.th/Anatomy/page/apichat/bone/page/hyoid.html -
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vito, erano gi/ preenti a 2ueto livello dell#evoluzione, ma c&e i
are!!ero perfezionate olo in sapiens& Si co; ipotizzato c&e i
neandert&aliani poteero produrre un#ampia gamma di uoni, ma non
tanto vata come la notra. La prova di tale ipotei venuta dal prezioo
eperimento di Lie!erman 6Lie!erman e "relin, 1)-1 Lie!erman et al&!
1)-(7 c&e &a ela!orato un itema per verificare le poi!ilit/ fonatorie,
oltre c&e di cimpanz0, gorilla e neonati umani, anc&e di omo
neanderthalensis& ttravero un ela!oratore elettronico e gli tudi di
anatomia comparata, Lie!erman &a dimotrato l#impoi!ilit/ di
neanderthal di articolare le vocali PaR, PiR, PuR, cio 2uelle vocali c&e i
linguiti definicono univerali e c&e riultano le pi facilmente
percepi!ili dall#udito umano. Tale retrizione articolatoria da un lato
avre!!e influito ulla corretta percezione dei uoni linguitici, dall#altro
avre!!e poto importanti limiti nella produzione linguitica di omo
neanderthalensis! c&e pro!a!ilmente i erviva di un itema di
codificazione non illa!ico dei meaggi linguitici tutto ci3 ridurre!!e
notevolmente la 2uantit/, la compleit/ emantica e intattica delle
informazioni trametti!ili, in confronto al linguaggio umano attuale
6Lie!erman et al&! 1)-(7. *n#ipotei plaui!ile c&e potre!!e eere
tata proprio la riduzione della faccia a permettere 2uel definitivo
riaetto del tratto fonatorio c&e avre!!e conentito la produzione di tutti
44
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i uoni c&e rendono articolato e compreni!ile il linguaggio umano
6Tarta!ini e :iuti, (==7.
I riultati ottenuti ottenuti a partire dallo tudio delle evidenze foili
non em!rano tuttavia ufficienti per azzardare neuna concluione
definitiva ul proceo evolutivo c&e &a condotto all#apparizione del
linguaggio nell#uomo moderno. "o;, per eempio, riultere!!e poco
plaui!ile dal punto di vita evolutivo il mantenimento, per un periodo di
tempo co; prolungato, di una truttura energicamente dipendioa come i
cervello umano e di una laringe, diegnata per la fonazione, c&e per3
comporta una pericoloa poi!ilit/ di offocamento durante la
maticazione, enza c&e la propriet/ per la 2uale em!rano eere tati
indirizzati, il linguaggio, i manifetae realmente 6Uolden, 1))87. llo
teo modo non riultere!!e poi!ile piegare le ragioni per cui un
fenomeno adattativo c&e determin3 un incremento progreivo delle
a!ilit/ cognitive degli antenati di omo sapiens non e!!e effetti
ricontra!ili ul comportamento o ulla tecnologia durante l#ampio
intervallo temporale in cui i produe 6circa ( milioni di anni7, come
em!ra uggerire l#aenza di evidenze foili di un comportamento
moderno durante 2ueto prolungato periodo 6BenJtez Burraco, (==$7.
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+tudi genetici
ccanto allo tudio del regitro foile, un metodo alternativo per far
luce ul proceo evolutivo c&e portato all#emergenza delle capacit/
cognitive particolari della pecie umana conite nell#analii delle
mutazioni avvenute in alcuni dei geni c&e intervengono nella regolazione
dello viluppo e del funzionamento del itema nervoo centrale9 in
generale, 2uelle mutazioni c&e ono tate oggetto di una elezione
poitiva nel coro della notra recente toria evolutiva, e in particolare,
2uei geni la cui mutazione nella notra pecie modifica le caratteritic&e
generali di organizzazione e attivit/ cere!rale 6volume, lateralizzazione
funzionale, modularit/ anatomica eo funzionale7 c&e are!!ero rilevanti
per l#apparizione del linguaggio in termini filogenetici 6BenJtez Burraco,
(==-7.
L; dove l#eame dei reti paleoneurologici pu3 laciare incertezze, le
tecnic&e di cui fa uo la !iologia molecolare, partendo dall#analii delle
differenze genetic&e eitenti tra le e2uenze dei geni umani e dei geni
omolog&i dei primati uperiori, permettono di datare cronologicamente,
con particolare eattezza, i cam!i genetici c&e ono avvenuti nel coro
della notra peciazione. In 2ueto modo i pu3 arrivare a individuare le
poi!ili caue delle modificazioni neuroanatomic&e e neurofunzionali
c&e em!rano aumere una certa importanza nell#apparizione del
4
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linguaggio. L#interee i concentrato ulla toria evolutiva di
determinati geni la cui mutazione nella pecie umana genera alterazioni
del linguaggio di divera indole. *n cao particolarmente rilevante
2uello del gene -45P6 6forE&ead !oG (7 c&e em!ra eere
fondamentale per lo viluppo del linguaggio nell#uomo. La modificazione
di tale gene da luogo a ditur!i di divera natura ed entit/ c&e ono al
tempo teo di tipo motorio e linguitico e c&e riguardano tanto il
componente recettivo del linguaggio 2uanto 2uello epreivo 6BenJtez
Burraco, (==-7. Inoltre em!ra c&e il -45P6 ia il repona!ile
principale di 2uelle aree corticali c&e controllano la elezione e il
concatenamento dei fini movimenti oraliZfacciali 6Tarta!ini e :iuti,
(==7 e c&e intervenga nella regolazione del funzionamento di
determinati circuiti aociati alla pianificazione motoria, al
comportamento e2uenziale e all#apprendimento procedurale 6Marcu e
Fi&er, (==$7. +ue mutazioni c&e &anno colpito preumi!ilmente la
funzione della proteina codificata da 2ueto gene ono tate elezionate
in coincidenza con l#apparizione diomo sapiens! intorno ai (==mila
anni fa 6%nard et al&! (==(7 o fore nell#antenato comune a omo
sapiens e a omo neanderthalensis! tra i $==mila e 4==mila anni fa
6Xraue et al&! (==-7. In ogni cao, in relazione al calo di attivit/
dell#area di Broca c&e i regitra negli individui c&e preentano una copia
4-
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mutata del gene, i ipotizzato c&e tali mutazioni avre!!ero permeo
alla nuova proteina di amplificare le funzioni inizialmente aociate a
2ueta regione corticale, facilitando, in particolare, l#emergenza della
intai e ottimizzando il proceo fonologico eo la memoria ver!ale.
'iulta inoltre plaui!ile, in relazione alla dipraia1$ orofacciale
oervata in coloro c&e preentano una mutazione del gene, c&e tali
mutazioni a!!iano permeo di CreclutareD l#area di Broca per il controllo
volontario e pi precio dei movimenti orofacciali, coa c&e riulta
imprecindi!ile per lo viluppo del dipoitivo articolatorio di cui i
erve la pecie umana per la codificazione ed emiione dei meaggi
linguitici 6BenJtez Burraco, (==-7.
>uete concluioni em!rano uggerire c&e lDorgano del linguaggioD
ia in !uona miura il riultato di un riciclo di elementi gi/ preenti in
un momento dato nel notro organimo come riultato della toria
evolutiva, e non tanto una truttura !iologica creata da zero. In 2ueto
eno, la modificazione della e2uenza di poc&i geni regolatori 6come il
cao di -45P67 avre!!e permeo, in un !reve lao di tempo in
termini evolutivi, il rimodellamento di determinati circuiti neuronali in
favore dell#ela!orazione linguitica im!olica.
1$ La dipraia un ditur!o c&e riguarda la coordinazione e il movimento c&e pu3
comportare pro!lemi nel linguaggio. In neurologia i definice come la difficolt/ di
compiere geti coordinati e diretti a un determinato fine.
48
http://it.wikipedia.org/wiki/Coordinazione_motoriahttp://it.wikipedia.org/wiki/Linguaggiohttp://it.wikipedia.org/wiki/Coordinazione_motoriahttp://it.wikipedia.org/wiki/Linguaggio -
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Capitolo quarto
*na teoria poi!ile. L#origine motoria getuale
L#inieme delle ricerc&e linguitic&e, paleontologic&e, antropologic&e,
cognitive e neuropicologic&e ull#origine del linguaggio, pur preentando
numeroe teorie e modelli interpretativi peo divergenti tra loro, ono
generalmente d#accordo nel coniderare il linguaggio, co; come noi lo
intendiamo, ovvero il linguaggio im!olico doppiamente articolato, come
una caratteritica ecluiva diomo sapiens& Tuttavia, coniderare c&e
2ueto ia emero improvviamente come coneguenza della compara
della notra pecie em!ra eere una oluzione emplicitica e,
oprattutto, poco pro!a!ile. La lenta evoluzione delle trutture
anatomic&e e neurali oggi necearie per il linguaggio deve eere tata
accompagnata da un cam!iamento delle forme comunicative. Il
linguaggio umano moderno il mezzo di comunicazione pi potente del
mondo animale e penare c&e i ia originato da un giorno all#altro enza
eguire un proceo evolutivo a partire da 2ualc&e arcaica forma di
4)
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comunicazione non em!ra credi!ile.
In 2ueto capitolo prenderemo in coniderazione un modello
interpretativo c&e prova a tracciare il poi!ile cammino eguito dal
linguaggio nel coro della notra toria evolutiva. >ueto modello
conidera c&e la getualit/, e non la vocalizzazione, ia tata la trada u
cui i incamminata l#evoluzione del linguaggio articolato nell#uomo.
,a comunicazione mimica gestuale
"i ono molte forme di comunicazione c&e non ric&iedono la
vocalizzazione. L#eempio pi c&iaro rappreentato dal linguaggio dei
egni. >ueto tipo di linguaggio non olamente iconico ma cotituito
anc&e da im!oli. Nella comunicazione dei egni tra i ordomuti, ono le
configurazioni e i movimenti delle mani ad aumere una rilevanza
fondamentale. 2ueti egni fatti con le mani i aegnano dei
ignificati intellegi!ili, come facciamo, d#altra parte, con l#uo delle
parole nel linguaggio articolato. Il linguaggio dei egni dipone infatti di
una grammatica pienamente viluppata e di un eteo voca!olario. l
pari del linguaggio parlato, 2uello dei egni deve eere imparato, poic&0
i fonda, tolti i poc&i egni iconici c&e ono intuitivamente pi
compreni!ili, ull#ar!itrariet/.
5=
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%ite tuttavia una forma pi primitiva di comunicazione dei egni
c&e pu3 eere comprea da c&iun2ue9 il linguaggio dei geti o la
mimica. I geti mimici in un certo modo assomigliano a ci3 a cui i
rifericono, e per 2ueto ono iconici. L#iconicit/ della comunicazione
mimica , da un lato, un limite alla 2uantit/ di informazioni tramii!ili,
poic&0 non tutte le coe ono rappreenta!ili con i geti delle mani, ma
dall#altro rappreenta un vantaggio, poic&0 i geti mimici ono
intuitivamente compreni!ili 6aomigliano all#oggetto a cui i
rifericono7 e non 2uindi neceario c&e gli interlocutori condividano
una lingua n0 c&e a!!iano un apparato fonatorio funzionante.
La comunicazione mimica come neceario precurore del linguaggio
parlato l#oggetto della teoria dello picologo Merlin +onald 14. er
2ueto autore il mimo rappreenta l#uo intenzionale di tutto il corpo per
comunicare le proprie intenzioni. >ueta a!ilit/ preuppone c&e colui c&e
mima, affinc&0 la comunicazione a!!ia ucceo, ia in grado di
immaginare i movimenti prima c&e iano eeguiti, ovvero immaginare
come i propri geti appariranno agli altri.
Il mimo una capacit/ fondamentale a cui ricorriamo pi
intenamente di 2uanto ci accorgiamo. Agni2ualvolta la comunicazione
vocale otacolata, ia 2uando non pu3 eere acoltata, ia 2uando, e
14 Il contenuto della teoria di Merlin +onald tratto da :rdenfor 6(==7.
51
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acoltata, non pu3 eere comprea, gli eeri umani di ogni cultura
invaria!ilmente ritornano alla geticolazione 6lace, (===7. *n altro
apetto dello teo fenomeno c&e anc&e le perone non vedenti
geticolano 2uando parlano anc&e 2uando i rivolgono a un altro
interlocutore non vedente. Nella normale comunicazione ver!ale, le
perone ricorrono peo, ia in pu!!lico c&e in privato, pi o meno
conapevolmente, alla getualit/9 il geto pu3 infatti, da una parte,
otituiri alla parola e dall#altra pu3 anticiparla, rafforzarla,
accompagnarla e compierla.
La comunicazione mimica getuale porta il cervello ad adattari per
getire com!inazioni di movimenti 6:rdenfor, (==7 e 2ueto, econdo
+onald, avre!!e preparato il cervello al linguaggio parlato. "ome
a!!iamo vito precedentemente, tudi ull#organizzazione del cervello
rivelano c&e la capacit/ di eeguire com!inazioni motorie localizzata
molto vicino all#area dove riiede la capacit/ di formare e2uenze di
parole. Secondo alcuni autori, come il neurocienziato 'amac&andran, la
tretta correlazione tra geto e parola, tra e2uenze motorie e controllo
vocalico, are!!e dovuta al fatto c&e ci3 c&e all#inizio i evoluto
nell#area corticale prepota al controllo motorio, per eempio, nell#uo
degli trumenti, tato poi aimilato e adattato nell#area di Broca
affinc&0 potee eere utilizzato per la cotruzione della intai nel
5(
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linguaggio articolato 6Tarta!ini e :iuti, (==7. La comunicazione
mimica getuale pu3 aver preparato la trada all#emergenza del
linguaggio parlato e conideriamo c&e le parole poono eere intee
come geti vocali. ll#inizio il linguaggio parlato non avre!!e otituito
la comunicazione mimica, ma avre!!e cotituito un#epanione di tale
capacit/. La comunicazione getuale e la capacit/ di controllare le
e2uenze di movimenti cotituire!!ero 2uindi una condizione necearia
e cronologicamente precedente per l#emergenza della parola, poic&0
il linguaggio parlato implica il controllo perfetto di alcune funzioni
motorie, oprattutto i mucoli facciali e le corde vocali. Merlin +onald
conidera c&e l#emergenza della comunicazione mimica getuale ia da
attri!uire aomo erectus! c&e era un a!ile cotruttore di trumenti litici
e c&e icuramente perimentava forme di colla!orazione ociale.
I neuroni specchio78
gli inizi degli anni #)=, un gruppo di ricercatori dell#*niverit/ di
arma regitr3 c&e la microtimolazione dell#area premotoria F5 delle
cimmie, c&e corriponde, nell#uomo, all#area 44 6l#area di Broca7,
15 Il contenuto di 2ueto paragrafo tato tratto da un lavoro di :ianfranca "otti "ometti,
dell#*niverit/ degli Studi di :enova, intitolato CI neuroni pecc&io e il linguaggioD.
5$
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determinava dei movimenti della mano e della !occa dell#animale. In
2uet#area vennero coperti un particolare tipo di neuroni c&e preentano
un comportamento divero ripetto ai neuroni canonici9 i attivano ia
2uando la cimmia eegue una azione con la mano o con la !occa, ia
2uando oerva direttamente un altro individuo c&e eegue la tea
operazione. >ueto tipo di cellule ono tate c&iamate neuroni
Cpecc&ioD, poic&0 una azione oervata CriuonaD nell#oervatore
analogamente ad una azione eeguita. Nell#uomo il itema Cpecc&ioD
tato dimotrato in maniera indiretta attravero apparecc&i diagnotici e
comprende molteplici aree cere!rali, inclue 2uelle del linguaggio,
intervenendo, oltre c&e nella comprenione delle azioni, anc&e nella
capacit/ di riprodurre il movimento oervato da altri. L#area di Broca
poiede propriet/ motorie c&e non ono ecluivamente riconduci!ili a
funzioni ver!ali e, analogamente all#area F5 delle cimmie, dotata di
meccanimi c&e legano la percezione e la produzione dell#azione. +a
2uete premee egue c&e il linguaggio potre!!e eeri evoluto da un
meccanimo finalizzato al riconocimento delle azioni, cio da un
itema di comunicazione getuale9 acoltare epreioni linguitic&e c&e
decrivono azioni motorie, determinere!!e l#attivazione degli tei
neuroni pecc&io c&e i attivere!!ero eeguendo le tee azioni motorie9
una orta di imulazione neurale delle azioni comunicative.
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In termini di movimenti mucolari, parlare una operazione imile a
compiere una azione 6parole come geti vocali7. Secondo lo copritore
dei neuroni pecc&io :iacomo 'izzolatti 6'izzolatti e Sinigaglia, (==7 il
itema pecc&io &a delle implicazioni ul tema dell#origine del
linguaggio, dal momento c&e la capacit/ di organizzare la produzione e
l#emiione di uoni o il compimento di geti a copo comunicativo i
are!!e viluppata a partire dal conteto in cui i im!oli utilizzati erano
collegati ad operazioni manuali.
L#ipotei dell#origine motoria del linguaggio rafforzata dal fatto c&e
l#area F5 della cimmia analoga, nell#uomo, all#area di Broca.
L#analogia anatomica tra 2uete due aree uggerice c&e vi ia una !ae
comune neurale ia per la percezione ia per la produzione di movimenti
linguitici e getuali. Le trutture nervoe connee all#eecuzione di
alcune azioni avre!!ero un ruolo nella comprenione di epreioni
linguitic&e c&e decrivono 2uelle tee azioni.
P...R le indagini neurofiiologic&e c&e ono tate condotte ulle cimmie, ci
danno un 2uadro compleivo dell#evoluzione del linguaggio c&e ino a poco
tempo fa era difficile immaginare. Non a cao, tato coperto c&e nella
corteccia cere!rale di una cimmia c&e oerva l#azione di un#altra cimmia i
trova un circuito nervoo c&e coinvolto nella comprenione di 2uete
azioni, ovvero dei movimenti c&e non ono i propri ma degli altri. Tale
comprenione i attua attravero un meccanimo di comparazione delle azioni
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oervate con il repertorio motorio interno dell#oervatrice. >ueto
meccanimo potre!!e aver cotituito la !ae evolutiva per l#origine del
itema comunicativo nell#uomo, in cui la comprenione delle coneguenze
acutic&e e viive del geto ver!ale era un re2uiito fondamentale 6Tarta!ini
e :iuti, (==7.
L#omologia anatomica tra i circuiti di controllo motorio nella
cimmia 6area F57 e nell#uomo 6area di Broca7 confermere!!e, come
a!!iamo vito, l#ipotei dello tretto legame tra linguaggio nell#uomo e
geto animale o umano c&e ia.
ertanto, la differenza c&e i regitra a livello funzionale, tra l#uomo
e gli altri primati, in 2uete aree del cervello imili dal punto di vita
anatomico, em!ra uggerire c&e durante l#evoluzione della pecie umana
ia avvenuta una riutilizzazione con fini linguitici delle aree omolog&e
preenti nei notri antenati tali aree conervano pro!a!ilmente una
funzione imile a 2uella di origine nei primati, dove ono coinvolte in
compiti di controllo motorio non linguitico. L#eitenza, in 2uete aree
corticali dei primati, di neuroni pecc&io preenti in circuiti incaricati del
controllo manuale, em!ra confermare l#ipotei c&e durante 2uella
tranizione 6la riorganizzazione con fini linguitici dell#area di Broca7 ia
eitita una tappa intermedia dove la comunicazione are!!e avvenuta
per mezzo dei geti 6"or!alli, (==(7.
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Dal gesto alla parola
Secondo 2uanto epoto fino ad ora, poiamo affermare c&e la
capacit/ di eeguire e2uenze di movimenti precede la capacit/
linguitica. La produzione un manufatto implica c&e il uo cotruttore
appia eeguire e controllare una erie di movimenti manuali, e 2ueta
capacit/ &a preceduto il linguaggio parlato nell#evoluzione umana.
!!iamo anc&e vito c&e, dal punto di vita neurologico, l#emifero
initro del cervello, ia dei primati c&e dell#uomo, normalmente
controlla la cotruzione delle e2uenze di movimenti. er creare un
nuovo trumento, neceario c&e e2uenze di azioni gi/ ac2uiite iano
com!inate in un nuovo modo. ^ plaui!ile pertanto ipotizzare c&e nel
momento in cui gli ominidi a!!iano imparato a utilizzare i im!oli,
l#a!ilit/ pratica di com!inare i movimenti manuali ia tata fruttata per
produrre e2uenze di im!oli. ll#inizio !revi e2uenze com!inazioni
di due parole e ucceivamente, in modo graduale, e2uenze pi
lung&e, regolate da im!oli particolari con funzione di particelle
grammaticali 6:rdenfor, (==7.
La teoria dell#origine motoria getuale del linguaggio i coordina con
l#ipotei, portata avanti da alcuni autori, econdo cui, prima
dell#ac2uiizione del linguaggio moderno, i era affermato un
protolinguaggio. Se, come em!ra eere, olo omo sapiens &a
5-
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viluppato un linguaggio vocale moderno, icuramente il paaggio dal
geto ad un linguaggio grammaticalmente e intatticamente avanzato &a
ric&ieto molto tempo. +ereE BicEerton 61))=, 1))57, in particolare,
uggerice c&e nell#evoluzione umana ia comparo dapprima un
protolinguaggio e poi, olo con la compara dell#uomo moderno, il
linguaggio vero e proprio co; come lo conociamo. nc&e 'a
\acEendoff 6(==(7 accetta 2uet#ipotei, otenendo c&e il
protolinguaggio, dalle ue forme pi arcaic&e, i evoluto gradualmente
in maniera empre pi complea fino al linguaggio articolato compoto
da grammatica e intai, c&e are!!ero caratteritic&e ditintive e unic&e
della pecie sapiens& Secondo la teoria di BicEerton, omo erectus
are!!e tato in poeo di un protolinguaggio contenente olo la
componente emantica del linguaggio, mentre olo conomo sapiens
are!!e apparo un linguaggio grammaticalmente trutturato. >ueta
teoria em!ra eere compati!ile con la tei di Merlin +onald econdo
cuiomo erectus comunicava attravero un linguaggio mimico getuale,
dove i geti erano accompagnati da uoni. eter :rdenfor concilia co;
la teoria di +onald con 2uella di BicEerton9
La differenza c&e i geti e i uoni mimici Pdi +onaldR ono iconici, mentre
BicEerton parla di un protolinguaggio cotituito da epreioni im!olic&e.
Ma in linea di principio i pu3 concepire una variante evolutiva iniziale del
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protolinguaggio, dove le parole ono olamente icone 6indipendentemente dal
fatto c&e iano mimate o parlate7. La tranizione dalle epreioni iconic&e ai
im!oli ar!itrari tata preumi!ilmente graduale 6:rdenfor, (==7.
L#ipotei c&e omo erectus! accanto alla comunicazione getuale,
avee perimentato una prima forma di linguaggio parlato, trova
appoggio nel fatto c&e, come a!!iamo vito nel capitolo terzo, 2ueto
ominide em!rava poedere un tratto vocale CintermedioD 6non pi
arcaico ma non ancora moderno7 c&e gli avre!!e permeo di articolare
un certo numero di uoni, dando vita a una orta di CprotofonologiaD.
>ueta forma arcaica di linguaggio, ia pure emplificata e rudimentale,
avre!!e comun2ue attivato capacit/ im!olic&e pi avanzate nell#uo di
egni dal ignificato ar!itrari. >ueta accentuata attitudine im!olica
potre!!e eere congruente al maggiore grado di encefalizzazione di
omo erectus e alla ua pi avanzata tecnologia 6Tarta!ini e :iuti,
(==7.
,'emergenza della sintassi
Secondo +onald, la forza principale dietro l#emergenza del
linguaggio, e 2uindi il paaggio dalla mano alla parola come mezzo
comunicativo, non ta nell#a!ilit/ di emettere i uoni linguitici, 2uanto
5)
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nella capacit/ di inventare nuove parole. La parola infatti molto pi
efficace del geto come trumento comunicativo. La parola &a permeo
all#uomo di uperare i limiti dell#iconicit/ dei geti, creando
rappreentazioni di 2uegli oggetti non direttamente ricontra!ili
nell#am!iente circotante, eliminando cio il vincolo del qui e ora& Il
voca!olario ver!ale diventa pertanto molto pi ricco di 2uello getuale,
mentre la !occa un canale pi agile e veloce della mano, c&e viene
rea li!era per altre occupazioni, non eendo pi reclutata come unico
mezzo comunicativo. *n altro vantaggio c&e la parola permette la
comunicazione anc&e in aenza di un contatto viivo tra i due
interlocutori Z la comunicazione diviene poi!ile anc&e al !uio Z,
condizione c&e invece necearia nel linguaggio getuale.
>uando i arricc&ice di grammatica e intai, il linguaggio in
grado di li!erare tutte le ue potenzialit/. "ome avviene a 2ueto punto
il paaggio dalle prime forme di comunicazione ver!ale al linguaggio
compleo proprio della notra pecie< L#emergenza della truttura
intattica trova pro!a!ilmente la ua origine nella crecente compleit/
delle eigenze comunicative c&e andata aumentando con forza empre
maggiore dal momento in cui gli ominidi &anno cominciato a erviri
della parola. L#aumento della compleit/ ociale deve aver ric&ieto un
adattamento delle forme comunicative. +opo un primo tadio in cui
=
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preumi!ilmente il linguaggio getuale i accompagnava a 2uello vocale,
il primo comincia a perdere progreivamente di importanza, di fronte ai
vantaggi offerti dall#uo di un linguaggio vocale. L#emergenza della
intai pro!a!ilmente legata al carattere fonico dell#epreione
linguitica, c&e neceariamente i epande in una e2uenza lineare.
L#uo ecluivo del canale vocaleZuditivo allontana la poi!ilit/ di
ricorrere all#uo di egni iconici, pingendo in 2ueto modo l#ominide a
creare nuove trategie per codificare le ue rappreentazioni9 2uete
diventano pi im!olic&e, atratte, ar!itrarie e dipendenti pi da trutture
temporali c&e paziali 6Luana, 1)887.
PQR tramite la intai il itema diviene pi potente, rapido, economico, pu3
pori in competizione con il itema cognitivo creando trutture fraali prive
di eno, pu3 ganciari dal conteto e togliere dall#am!iguit/ frai altrimenti
ocure. La intai permette una gamma di meaggi molto pi vata di
2uella fornita dalla emplice omma dei ignificati delle parole tee
permette di fare inferenze, porre relazioni, mentire, inventare 6Luana,
1)887.
*no dei grandi vantaggi comunicativi del linguaggio intattico
2uello di rendere il meaggio meno am!iguo, poic&0 la grammatica
rende il linguaggio pi indipendente dal conteto. SavageZ'um!aug& e
'um!aug& 61))$7 crivono9
1
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umentando compleivamente l#intelligenza, timolata dal empre crecente
uo del linguaggio per pianificare attivit/ future, la comunicazione divent3
empre pi complea e empre pi indipendente dal conteto. >uando idee
complee cominciarono a ric&iedere gruppi di parole per eere epree,
divenne neceario trovare un mezzo per pecificare 2uali parole in un
gruppo modificavano 6o erano in relazione con7 2uali altre parole. Le regole
intattic&e furono viluppate per riolvere 2ueto dilemma. Tali regole
rappreentavano l#inevita!ile coneguenza di una complea comunicazione
im!olica c&e comprendeva molteplici im!oli.
Il punto terminale del proceo di evoluzione delle forme
comunicative l#uomo moderno con il uo linguaggio im!olico
intatticamente articolato, c&e, molto pro!a!ilmente, &a determinato 2uel
alto enza precedenti nei modelli di vita e di peniero caratteritico della
notra pecie.
(
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Capitolo quinto
"ome iamo diventati umani
rrivati a 2ueto punto della trattazione, dopo aver definito le
caratteritic&e e il funzionamento del linguaggio e dopo aver coniderato
i dati provenienti dalle evidenze paleoantropologic&e, a!!iamo provato a
individuare il poi!ile cammino evolutivo eguito dal linguaggio, al fine
di capire 2uale ia tata la ua origine. l pari delle altre, 2uella epota
in 2ueta ede una interpretazione, non eente da lacune e imperfezioni
e pertanto oggetta a reviione. K evidente c&e, allo tato attuale delle
ricerc&e, ci iano ancora molti du!!i riguardo la filogenei della capacit/
linguitica. >uello c&e per3 em!ra eere certo c&e il linguaggio
articolato ia una caratteritica ecluiva di omo sapiens. Sulla !ae
degli tudi effettuati nell#am!ito delle varie dicipline c&e i occupano di
2ueto tema e coniderata l#aenza di evidenze materiali, non poiamo
affermare c&e a