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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

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Iniziativa realizzata da Sviluppo Basilicata SpA nell’ambito del Progetto FIDIBE (wp 3.1)Programma SEE 2007-2013

Raffaele Ricciuti - Amministratore Unico

Responsabile attività locali di progetto:Vittorio Simoncelli - Responsabile Area Progetti Sviluppo Basilicata SpA Sviluppo Basilicata SpA Project Team:Valentino Abbatantuono, Maria Giovanna Lecce, Assunta Lo Tito,Gaetano Torchia, Annamaria Verrastro

Analisi ed elaborazione testi:Maria Giovanna Lecce - Area Progetti Sviluppo Basilicata SpA

Traduzione:Manuela Lapenta

Coordinamento editoriale:Annamaria Verrastro - Communication Service Sviluppo Basilicata SpA

Sviluppo Basilicata SpASede legale ed operativaVia Centomani, 1185100 PotenzaTel. +39 0971 50661Fax +39 0971 506664

Ufficio di MateraRioni Sassi Recinto I° Fiorentini75100 MateraTel. +39 0971 50661Fax +39 0971 506655 Incubatori d’impresa» Area Industriale Alta Val D’Agri di Viggiano 85050 Grumento Nova Tel. +39 0975 311343 Fax +39 0975 350174

» Rioni Sassi area Civita (in corso di avviamento) Via San Nicola del Sole 75100 Matera

[email protected]

Ci scusiamo anticipatamente per eventuali errori o inesattezze contenute nel testo

Progetto grafico: BEAT di Giovanni Brienza - Potenza

Finito di stampare nel mese di dicembre 2010

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Il progetto FIDIBE in Basilicata (Val d’Agri)

Il presente Studio è realizzato da Sviluppo Basilicata nell’ambito del Progetto comu-nitario FIDIBE - Sviluppo di Business Park Innovativi, finalizzato a favorire l’innova-zione e l’imprenditorialità nell’area di cooperazione transnazionale SEE South East Europe, attraverso l’attivazione di partnership transnazionali e di azioni congiunte su questioni strategiche.

In Basilicata l’azione del progetto FIDIBE viene espletata da Sviluppo Basilicata nel territorio target del Comprensorio della Val d’Agri.

Attualmente, mentre è ancora in corso l’attuazione del progetto, la società ha rea-lizzato:

• la presente pubblicazione costituita dallo Studio del potenziale innovativo della Basilicata e dalla Best practice Innovation Factory

• lo start up dell’Incubatore d’Impresa nella Zona Industriale Alta Val D’Agri la cui presenza può consentire di interpretare al meglio le esigenze dell’area.

È prevista inoltre la redazione del Manuale operativo dell’IBP (Innovative Business Park) che potrà essere utilizzato sia come guida per la creazione di nuovi parchi che per l’ampliamento di parchi già esistenti.

L’azione del progetto si colloca in coerenza con la Strategia Regionale per la ricerca e l’innovazione per il periodo di programmazione 2007-2013 che mira a “migliorare le condizioni di contesto” promuovendo azioni volte a sostenere progetti di ricerca ed iniziative innovative svolte, anche congiuntamente, da imprese e dagli attori della ricerca (Università, enti di ricerca, centri per l’innovazione, centri per il trasferimento tecnologico) verso i quali Sviluppo Basilicata pone particolare attenzione in relazio-ne all’attivazione di partnership con riferimento anche alla possibilità di realizzazione di un distretto energetico per lo sviluppo di imprese innovative.

Nel corso delle fasi di pianificazione delle attività locali del progetto, come previsto, è stato costituito un gruppo di lavoro (RNM - Regional Network Meeting) composto da appartenenti al sistema industriale, scientifico e della ricerca, delle istituzioni, dell’università, delle associazioni/fondazioni e delle imprese presenti sul territorio.

Il RNM è stato concepito sin dall’inizio come strumento a più voci in modo da potersi avvalere della molteplicità di contributi per orientare le proposte di progetto a livello territoriale e mantenere un’attenzione costante sulle tematiche dell’impresa innova-tiva nel territorio della Val D’Agri.

Si ringraziano tutti gli stakeholder aderenti all’iniziativa.

Raffaele RicciutiAmministratore UnicoSviluppo Basilicata SpA

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

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INDICE

PRESENTAZIONE 5

PARTE I - Executive Summary 8

PARTE II - Report sulla situazione regionale della Basilicata 24

II.1 Introduzione 24

II.2 Caratteristiche specifiche della regione investigata 34

II.2.1 Situazione generale ed indicatori regionali 34

II.2.2 Analisi SWOT della regione 56

PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata 62

III.1 Situazione generale del settore economico, con parti-colare attenzione rivolta all’imprenditorialità innovativa 62

III.2 Politiche imprenditoriali nella regione/stato, con par-ticolare attenzione rivolta agli impatti per le imprese innovative, start-up e spin-off 78

III.3 Attori principali che contribuiscono allo sviluppo del-la capacità innovativa della regione 99

III.4 Analisi SWOT concernente la situazione generale del settore economico con particolare attenzione ai pro-blemi che le imprese innovative devono fronteggiare 107

PARTE IV - Suggerimenti e proposte per superare i problemi legati all’imprenditorialità (PMI innovative) in Basilicata 112

PARTE V - Conclusioni 118

Fonti di riferimento 121

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PRESENTAZIONELo studio sul potenziale innovativo della Regione Basilicata ha come obiet-tivo primario quello di indagare la realtà socio-economica lucana rivolgendo un’attenzione particolare ai problemi legati allo sviluppo dell’imprenditorialità innovativa.

Gli autori si propongono di investigare, in primo luogo, lo scenario generale, relativamente alle caratteristiche specifiche della regione e ai principali indi-catori socio-economici, formulando una dettagliata analisi SWOT riguardan-te svariati elementi, quali: politiche, infrastrutture, programmi/legislazione vi-gente, fattori politico-legali-sociali, progresso tecnologico, presenza/assenza di parchi scientifici e tecnologici, incubatori di impresa.

Oggetto di studio sono le politiche imprenditoriali attivate sia in ambito re-gionale che nazionale dedicando un focus particolare agli impatti che tali politiche hanno e/o avranno per le imprese innovative, start-up e spin-off.

In seguito, gli autori analizzano il sistema dell’offerta scientifica in Basilicata ed in via generale sono presentati i principali attori territoriali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa della regione. Una ulteriore analisi Swot è focalizzata sulle problematiche concernenti l’innovazione e, in particolare, sui problemi che le imprese innovative devono fronteggiare sul territorio di riferimento.

Infine, nella parte conclusiva, formulano suggerimenti e proposte per supe-rare i problemi legati all’imprenditorialità in Basilicata, o meglio, indicano una possibile strada da percorrere affinché le piccole e medie imprese lucane possano finalmente svilupparsi e consolidarsi, uscendo dalla impasse.

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PARTE I

Executive Summary

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PARTE I - Executive Summary

L’obiettivo del presente studio inerente il potenziale innovativo della Regione Basilicata è principalmente quello di indagare la realtà socio-economica lu-cana rivolgendo un’attenzione particolare alle problematiche legate allo svi-luppo dell’imprenditorialità innovativa sul territorio di riferimento.

La metodologia adottata è un’indagine dal basso che si avvale di dati ed indicatori congiunturali per verificare lo stato dell’arte dell’innovazione in Ba-silicata. Sono state utilizzate tabelle e grafici per offrire un quadro lampante della situazione generale socio – economica della regione.

Quello che emerge dall’analisi condotta è che anche in Basilicata, come nel resto del Paese, l’epicentro dell’attuale crisi economica mondiale è rappre-sentato dal settore industriale, che ha chiuso il 2008 con i peggiori risultati assoluti di sempre. Nell’ultima frazione dell’anno, in particolare, l’attività ma-nifatturiera ha accusato una flessione del 4,5%, mentre il fatturato è diminu-ito del 5,4%.

Purtroppo, trend negativi caratterizzano pressoché tutti i principali comparti (oltreché un’ampia quota di imprese, a prescindere dalla dimensione), con cadute molto pesanti nell’industria del tessile/abbigliamento e del legno e mobile, dove la crisi ha assunto, ormai da tempo, carattere strutturale.

A certificare lo stato di profondo disagio dell’industria lucana sono i livelli record raggiunti dalle ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni: 5 mi-lioni e mezzo nell’intero 2008.

Inoltre, per quanto concerne il mercato del lavoro, quello appena trascorso è stato un anno tutto in salita: da una parte, la forte impennata della disoccu-pazione (+18,5%), quasi interamente ascrivibile ai processi di espulsione di manodopera dal sistema produttivo; dall’altra, un trend dell’occupazione che si è mantenuto positivo fin quando ha retto la crescita dell’occupazione nei servizi (soprattutto della componente “indipendente”), per accusare una forte contrazione negli ultimi mesi del 2008 (- 2,3%), in coincidenza con l’inaspri-mento della crisi economica.

Anche l’analisi del fatturato conferma le tendenze evidenziatesi per la produ-zione industriale: dopo un inizio d’anno (2008) con perdite contenute (-0,5%), il volume d’affari delle PMI manifatturiere ha registrato regressi sempre più marcati e nell’ultima frazione del 2008 ha accusato una flessione del 5,4%; nella media dei 12 mesi, invece, la variazione tendenziale è stata del -2,2%, contro il +0,2% dell’anno precedente.

Tale situazione riflette, evidentemente, la maggiore presenza nel tessuto produttivo regionale di imprese di piccola e piccolissima dimensione, che non hanno la forza, né finanziaria né manageriale, per una penetrazione commerciale sull’estero (in effetti, l’incidenza di imprese esportatrici non su-

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Parte I - Executive Summary

pera il 2% tra le unità produttive con meno di 10 addetti, ma raggiunge il 55% tra quelle con oltre 50 addetti).

La crisi che ha investito il sistema produttivo lucano a partire dal 2000 è quin-di in parte spiegabile dalla fragilità, sia economica che dimensionale, delle imprese le quali, essendo nella maggior parte dei casi a gestione familiare, manifestano delle difficoltà evidenti di accesso al credito, che frenano di fatto la programmazione di investimenti a lungo termine.

Una tabella riassuntiva dello scenario lucano che evidenzia i trend negativi relativamente alla produzione industriale, al fatturato, agli ordinativi, etc, è la seguente:

Tab. 1 - Principali indicatori della congiuntura economica regionale tassi di variazione % annua (salvo diversa indicazione)

Anno 2007 Anno 2008 IV trim. 2008Prodotto Interno Lordo 1,0 0,5 0,5Produzione industriale -0,1 -1,9 -4,5Fatturato industriale -0,2 -2,2 -5,4Ordinativi dell’industria -1,1 -2,2 -5,7Vendite commerciali al dettaglio -1,7 -3,4 -1,9Presenze turistiche 6,5 0,3 ...Esportazioni 22,00 -6,6 -43,5Importazioni 2,6 -11,2 -31,7Imprese extra-agricole (a) 0,78 0,48 0,00Prestiti bancari alle imprese 10,0 1,2 ...Prestiti bancari alle famiglie 11,5 -3,8 ...Prezzi al consumo 2,0 3,3 2,3Totale occupati -1,0 0,4 -2,3

• occupati nell’industria -1,8 -3,8 -8,7• occupati nei servizi 0,2 3,1 -0,1

Monte-ore di Cassa Integrazione (b) -7,7 159,2 283,8Tasso di disoccupazione (c) 9,6 11,1 11,5

a. saldi relativi di nati-mortalità aziendaleb. industria manifatturierac. livello assoluto

Fonte: Unioncamere, L’Economia della Basilicata nel 2008, aprile 2009

Dopo un biennio di crescita a ritmi molto sostenuti, le esportazioni regionali hanno accusato una battuta d’arresto nel 2008, scontando i minori volumi di fatturato estero realizzati dal settore auto che, in positivo (mercati in espan-sione) e in negativo (mercati in calo), continua a condizionare fortemente i consuntivi del made in Basilicata, costituendone la porzione di gran lunga più importante.

In flessione sono risultate anche le importazioni, il cui andamento ha risentito della minore domanda di materie prime e semilavorati da parte del sistema produttivo locale.

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

Parte I - Executive Summary

Sul bilancio negativo dell’export dello scorso anno ha influito il settore auto, le cui vendite sui mercati internazionali hanno subito un calo del 23,7% (oltre 330 milioni di euro in meno.

La Basilicata, inoltre, si caratterizza per una serie di problematiche legate all’orografia del territorio e negli ultimi anni la regione ha sperimentato un de-clino demografico che si è accentuato in particolare nel periodo 2000-2005, durante il quale la regione ha perso quasi l’1% della popolazione. A fronte di questa diminuzione si registra anche un progressivo processo di invecchia-mento nonché un aumento dei flussi migratori in uscita, in particolare della popolazione giovanile.

Infatti, la regione è strutturalmente penalizzata, oltre che da una posizione geografica molto lontana dai mercati più ricchi, anche da una orografia e da un assetto geologico estremamente accidentati e problematici.

Pertanto, gli investimenti necessari per rimuovere completamente le con-dizioni di isolamento e di difficile accessibilità sono praticamente fuori dalla portata finanziaria della Regione e, spesso, anche dello Stato. Senza parlare dell’entità e della diffusione delle aree a rischio idrogeologico, che coprono il 98% del territorio della regione.

Quanto sopra vale per le infrastrutture, ma anche i servizi di trasporto sono particolarmente penalizzati, essenzialmente a causa dei modesti numeri del bacino di mercato servibile, per cui risulta praticamente impossibile mantene-re in piedi servizi di trasporto, in assenza di consistenti aiuti pubblici a favore delle imprese (come purtroppo dimostrano casi recenti, quali la cancellazio-ne del treno Eurostar Taranto – Potenza - Roma, un servizio fondamentale per il territorio che solo dopo un lungo dibattito – persino in Parlamento – e numerose manifestazioni di protesta è stato ripristinato).

Inoltre, da sottolineare è l’assenza di un aeroporto che penalizza particolar-mente il turismo (che, grazie alla città di Matera ed alla fascia metapontina, avrebbe ottime potenzialità di valorizzazione sui mercati internazionali) e le produzioni ortofrutticole fresche del Metapontino.

In pratica, due delle principali vocazioni produttive specifiche del territorio provinciale materano hanno esigenze infrastrutturali particolarmente impor-tanti.

Per quanto riguarda, nello specifico, le infrastrutture viarie e ferroviarie re-gionali, ad inizio programma 2000-2006, la Basilicata si colloca agli ultimi posti della graduatoria delle regioni meridionali facendo registrare (fatto 100 il totale delle dotazioni nazionali) un indice pari al 45,1%. In particolare, ri-sulta al penultimo posto nel meridione per quanto riguarda il chilometraggio complessivo della rete viaria (circa 4.900 Km. di autostrade, strade statali e strade provinciali, pari a 48,78 Km/10.000 Kmq).

In materia di infrastrutture sociali, un punto di particolare attenzione riguar-da il sistema socio sanitario. La fotografia della situazione regionale appare connotata da diversi fattori di squilibrio, quali una popolazione che inizia ad invecchiare, in termini di età media.

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Parte I - Executive Summary

Stanti le criticità sopra descritte, il documento POR 2000-2006 della Regione Basilicata ha adottato una strategia mirata ad attenuare il gap di offerta di infrastrutture, non solo puntando sulla rete fisica, ma anche su quella imma-teriale; nell’economia dell’informazione, infatti, l’accessibilità al web diventa un fattore di inclusione fondamentale ed irrinunciabile. La situazione di par-tenza giustificava, poi, un’attenzione particolare su tale aspetto, posto che, nel 2000, solo l’11,4% delle famiglie in regione dichiarava di avere accesso ad Internet, a fronte di una media nazionale del 15,4%.

La Società dell’Informazione in Basilicata ha subito un forte impulso nel pre-cedente periodo di programmazione comunitaria grazie al Piano BASITEL. L’impegno della Regione nella promozione e diffusione di strumenti, servizi e applicazioni basati sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione ha trovato, nel ciclo 2000-2006, conferma nella implementazione del proget-to integrato BASITEL2.

Le innovazioni introdotte tramite Basitel 2 sono numerose. Tra queste, meri-tano di essere menzionate:

» la piena funzionalità della RUPAR (Rete Unitaria della Pubblica Ammi-nistrazione regionale), ovvero la interconnessione di tutti gli enti locali e strumentali, la dotazione di strumenti di connettività per oltre 40.000 famiglie ed un numero di cittadini stimabili in oltre 120.000 unità (circa il 20% della popolazione totale);

» il call center del CUP (centro unico di prenotazione dei servizi sanitari);

» un portale multicanale contact-center per il miglioramento dell’acces-sibilità ai servizi regionali;

» i servizi di sostegno all’e-commerce ed all’e-learning;

» la firma elettronica per l’autenticazione digitale necessaria per la frui-zione sicura dei servizi telematici.

Una parte consistente degli interventi sulla rete fisica previsti dal POR è stata ripresa, almeno per quanto riguarda la componente strategica degli stessi, dalla Legge Obiettivo, ed in particolare:

Tab. 2 - Interventi di preminente interesse nazionale nella Regione Basilicata: Legge Obiettivo

Corridoi ferroviari Tratta lucana Taranto – Sibari

Corridoi stradali Tratta lucana Salerno – Reggio Calabria (con intervento nel tratto Nova Siri – Metaponto)

Collegamenti trasver-sali stradali

Nord-Sud Tirreno Adriatico tra A3 ed A16 (Lauria – Potenza –Melfi – Candela)Salerno – Potenza – Bari (con intervento programmato tra bivio Vaglio ed innesto S.S. 96/S.S. 169)Pollino – Murgia (con interventi previsti tra Matera e Gioia del Colle, Pisticci e Valsinni e Ferrandina e Matera

Fonte: M. Spinedi, Regione Basilicata “Strategie nazionali e scenari regionali della Basilicata nella mobilità delle merci e dei passeggeri, 2006

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

Parte I - Executive Summary

Le Misure messe in campo dal POR Basilicata 2000-2006 per il potenzia-mento infrastrutturale sono di seguito illustrate:

» Potenziamento delle reti locali di trasporto: la misura è tesa al su-peramento del divario infrastrutturale esistente all’interno del sistema di trasporto regionale;

» Potenziamento delle Reti Immateriali: La misura è tesa a favorire l’impiego delle nuove tecnologie informatiche, a promuovere un più facile accesso dei cittadini ai servizi essenziali, a promuovere la co-noscenza delle potenzialità della società dell’informazione, nonché a sostenere i processi di internazionalizzazione e cooperazione tran-snazionale ed interregionale.

» Politiche per il rafforzamento e la riqualificazione delle aree ur-bane: la misura mira al rafforzamento della qualità del sistema urba-no regionale da perseguirsi, prioritariamente, nelle città di Potenza e Matera.

» Ciclo integrato dell’acqua: la Misura mira a garantire la disponibilità di risorse idriche adeguate per scopi civili e industriali,

» Rifiuti ed inquinamento: la misura è finalizzata alla salvaguardia e tutela dell’ambiente attraverso la riduzione della produzione dei rifiuti ed una gestione integrata degli stessi.

La strategia di sviluppo della Regione BasilicataGli ambiti prioritari attorno ai quali si sviluppa la strategia regionale per l’in-novazione, ruotano attorno a potenzialità già esistenti sul territorio, sia in termini di risorse geologiche che di insediamenti produttivi e di ricerca.

Infatti, gli ambiti di osservazione della terra, energia, mobilità, agro– bio-tecnologie, trovano il loro fulcro nei poli rispettivamente di Potenza e di Ma-tera, della Val d’Agri, di Melfi e del Metaponto. Il quinto ambito considerato, ovvero quello relativo ai materiali e nuove tecnologie di produzione è di fatto trasversale a tutti i comparti della ricerca e della produzione.

La strategia che sottende all’investimento in tali ambiti, non è solo quella di potenziare ciascun polo e ciascun ambito, ma soprattutto di sviluppare e incrementare tutte le possibili interconnessioni tra i quattro poli. Pertanto, le interconnessioni tra i diversi poli esistenti possono essere le seguenti:

Mobilità Osservazione della TerraLo sviluppo di interconnessioni tra il polo dell’automotive di Melfi e quello dell’osservazione della terra di Potenza e Matera, può dare origine a sviluppi di security e di infomobilità, ad esempio sviluppando sistemi di comunicazio-ne satellitare con tecnologie di radiolocalizzazione, via radio e da satellite, sistemi di assistenza alla guida attraverso sensori (loop, infrarossi, radar, ultrasuoni), ecc.

Mobilità Agro-biotechPer quanto concerne le possibili interconnessioni tra i poli dell’osservazione della terra e l’agro-biotech del Metaponto, possono riguardare lo sviluppo di

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

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Parte I - Executive Summary

tecnologie per contrastare i processi di desertificazione e di cambiamento climatico, l’agrometeorologia, il monitoraggio ambientale, ecc.

Energia Agro-biotechLe possibili interconnessioni tra i poli dell’energia della Val d’Agri e l’agro-biotech del Metaponto, riguardano investimenti in termini di ricerca e di svi-luppo di fonti energetiche rinnovabili quali l’energia fotovoltaica, eolica, le biomasse, e non ultima la produzione di oli da alghe.

Energia MobilitàLe possibili interconnessioni tra i poli dell’energia della Val d’Agri e l’automo-tive di Melfi, riguardano la mobilità sostenibile ovvero investimenti in termini di ricerca e di sviluppo di tecnologie di trasporto a basso impatto ambientale come i veicoli elettrici, ibridi a GPL, ecc.

Energia Osservazione della TerraLe possibili interconnessioni tra i poli dell’energia della Val d’Agri e i poli dell’osservazione della terra di Potenza e Matera, riguardano la security e le tecnologie estrattive.

Le attività di Ricerca e SviluppoLa debolezza del sistema produttivo lucano, in cui prevalgono imprese di piccola dimensione attive in settori tradizionali a bassa propensione innova-tiva, è evidente anche dalla modesta intensità degli investimenti in attività di Ricerca e Sviluppo (R&S).

La tabella successiva mostra come, nel periodo 2002-2005, il divario tra la Basilicata e l’Italia sia costante ed elevato, nonostante negli anni la Regione abbia concentrato una quantità crescente di risorse finanziarie in attività di ricerca scientifica e innovazione tecnologica.

Nel 2005, infatti, la spesa regionale per R&S intra muros1 è pari a 53 milioni di euro, che rappresentano lo 0,34% della spesa sostenuta in ambito nazio-nale.

Tab. 3 - Spesa per R&S intra muros sul PIL a prezzi correnti - Anni 2002-2005

SPESA R&S INTRA MUROS SUL PIL(a prezzi correnti)

Anni2002 2003 2004 2005

Italia 1,13% 1,11% 1,10% 1,10%Mezzogiorno 0,76% 0,78% 0,83% 0,80%Area Convergenza 0,76% 0,79% 0,85% 0,82%Basilicata 0,48% 0,51% 0,56% 0,53%

Fonte: Elaborazione su dati ISTAT – Anno 2005

Tale spesa è sostenuta principalmente da Università e centri di ricerca e dal sistema imprenditoriale rispettivamente con il 44,4% e il 37,8%; a seguire le

1 Spesa per attivita di ricerca scientifica e sviluppo tecnologico svolta dalle imprese e dagli enti pubblici con proprio personale ed attrezzature.

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

Parte I - Executive Summary

istituzioni pubbliche con il 17,7% e, infine, con una spesa nettamente inferio-re e pari allo 0,1%, il settore delle istituzioni private non profit.

Nel periodo 2002-2005 gli addetti alla R&S della Regione Basilicata (tabella 4) sono progressivamente aumentati, seguendo il trend positivo che ha ca-ratterizzato l’Italia nel suo complesso.

Tab. 4 - Addetti alla R&S - Anni 2002-2005 (Unità espresse in equivalenti tempo pieno*)

ADDETTI R&SValori assoluti

2002 2003 2004 2005Italia 164.023,0 161.827,8 164.026,3 175.247,6Mezzogiorno 32.201,0 32.730,8 33.801,2 35.675,9Area Convergenza 25.309,0 25.659,0 26.702,7 28.247,6Basilicata 678,0 707,9 708,9 726,4

*Unità espresse in equivalenti tempo pieno. I consulenti che operano all’interno di imprese, istituzioni pubbliche e istituzioni private non profit nello sviluppo delle attività di R&S vengono considerati a tutti gli effetti personale di ricerca. Il dato relativo al settore dell’università include anche coloro che svolgono la loro attività percependo un assegno di ricerca.

Fonte: Elaborazione su dati ISTAT – Anno 2005

Nonostante ciò, nel periodo considerato, la Basilicata presenta una situazio-ne di forte ritardo rispetto all’Italia. Infatti, nel 2005, la Basilicata con lo 0,41% di risorse dedicate ad attività di R&S sul totale nazionale, è ancora tra le Re-gioni italiane con il minor numero di risorse nel settore. Infatti, presentano un valore inferiore soltanto la Regione Molise e la Valle d’Aosta.

Analizzando la ripartizione per settore istituzionale, in Basilicata il contributo maggiore in termini di risorse umane addette alla R&S è dato dall’Università e dagli enti nazionali di ricerca (CNR, ENEA, CRA), in misura minore, dalle imprese.

Un possibile modo di guardare alla capacità innovativa della Regione Ba-silicata consiste nel misurare i brevetti ottenuti in rapporto alla popolazio-ne. Limitando l’analisi ai brevetti registrati presso lo European Patent Office, l’Italia nel complesso presenta un trend di crescita positivo passando da 58,2 brevetti pro-capite per milione di abitante del 2002 a 67,1 nel 2005. Il numero di brevetti realizzato in Basilicata, al di là della forte fluttuazione dal 2002 al 2003, pur essendo inferiore a quello medio nazionale, appare piuttosto in linea al dato medio delle Regioni del Mezzogiorno (tabella 5).

Tab. 5 - Numero di brevetti europei presentati all’EPO – Anni 2002-2005 Valori pro capite per milione di abitanti

BREVETTI EUROPEIPRESENTATI ALL’EPO

ANNI2002 2003 2004 2005

Italia 58,2 59,6 68,4 67,1Mezzogiorno 4,9 6,1 5,4 6,5Basilicata 6,7 3,3 3,3 3,4

Fonte: European Patent Office

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

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Parte I - Executive Summary

Tali evidenze vengono confermate anche dallo European Innovation Sco-reboard 20062, che rappresenta il livello di performance delle Regioni degli Stati membri UE in ambito di R&I attraverso l’indice RNSII3. Per la Regione Basilicata tale indice, che misura nel tempo la capacità di innovazione com-petitiva di ricerca, trasferimento tecnologico e modernizzazione dei sistemi territoriali, è pari allo 0,29 (dove 1 rappresenta il punteggio della Regione più innovativa della UE). Come già specificato, la Regione occupa una posizione inferiore rispetto al Lazio (0,57), alla Lombardia e al Piemonte (0,49), mentre appare meno negativa rispetto a quella delle altre Regioni meridionali, ad eccezione della Campania.

Al contrario, punto di forza della capacità competitiva della Basilicata si con-ferma il dato relativo all’occupazione manifatturiera nei comparti high tech, che raggiunge l’8,92% superando sia il dato nazionale (7,3%) che quello medio europeo (7,41%)4. Tale dato è legato alla presenza sul territorio di importanti gruppi nazionali nei comparti della chimica e dell’automotive.

Dotazione tecnologica regionaleNonostante i buoni esiti delle politiche fin qui attuate dall’Amministrazione per migliorare la dotazione tecnologica regionale, il gap infrastrutturale con le altre Regioni (in particolare del Centro-Nord) è sostanzialmente ricondu-cibile a tre fattori:

» una copertura ADSL limitata: nel giugno 2007 la popolazione totale servita da ADSL era pari al 74% (contro l’89% dell’Italia e l’86% di Sud e Isole) e su 131 comuni solo 50 avevano una copertura superiore al 95%;

» basso livello di competizione tra gli operatori: le centrali telefoniche ULL (Unbundling Local Loop) risultano essere ancora poco diffuse (12% della popolazione), contro una presenza in Italia del 51% e nel Mezzogiorno del 44%;

» prospettive poco chiare circa l’evoluzione della futura velocità di ac-cesso: nel dicembre 2006, sia relativamente alla densità di fibra ottica di infrastrutture backbone che di infrastrutture MAN, la Basilicata ha mostrato un evidente distacco rispetto alla media nazionale e alle altre Regioni del Mezzogiorno (relativamente al backbone 7Km/km2 contro i 15 Km/km2 dell’Italia e gli 11 Km/km2 del Mezzogiorno; per le MAN 2km/km2 contro i 12Km/km2 dell’Italia e i 7km/km2 del Mezzogiorno).

Nel 2007 la Regione presenta un numero elevato di uffici autonomi di infor-matica nell’ambito della propria struttura organizzativa, a fronte di percen-tuali più contenute rilevate sia nelle aree meridionali che in generale in Italia.

2 Lo European Innovation Scoreboard 6 uno studio realizzato dal Direttorato Generale per la Ricerca della Com-missione Europea volto alla verifica annuale dei progressi compiuti nel conseguimento degli obiettivi comunitari individuati nell’ambito della Strategia di Lisbona nel 2000.

3 Regional National Summary Innovation Index, indice composito calcolato sulla base di 25 indicatori di innovazio-ne, che dà una misura complessiva delle performance innovative di una Regione. In particolare gli indicatori di riferimento riguardano: istruzione, occupazione, R&S, brevetti, innovazione delle imprese, diffusione nuove tecnologie, performance dinamicità e qualità delle imprese, competitività, libertà economica.

4 Fonte: PO FESR Regione Basilicata 2007-2013

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

Parte I - Executive Summary

Altro dato positivo è rappresentato dal numero di dipendenti addetti all’ICT nelle amministrazioni lucane. La propensione delle amministrazioni lucane a formare i propri dipendenti in materia di ICT risulta molto inferiore rispetto alla media italiana. Infatti, i dipendenti che hanno partecipato a corsi di for-mazione in ICT sono solo il 3,3% di contro ad una media italiana dell’8,2%.

Sempre con riferimento al 2007, nelle amministrazioni comunali italiane vi sono in media 74,7 personal computer desktop o portatili ogni 100 dipen-denti, con un valore più elevato per la Regione Basilicata (80,3%) anche ri-spetto all’area Convergenza e al Mezzogiorno. Tali risultati positivi sono stati raggiunti anche per la rete Intranet. Infatti, il 39,2% delle amministrazioni regionali dispone di tale rete, a cui hanno accesso il 59,8% dei dipendenti.

Il collegamento ad Internet così come l’utilizzo di sistemi di posta elettronica è totale nelle amministrazioni locali della Basilicata e pressoché allineato alle altre amministrazioni delle aree del Paese.

La dotazione informatica nelle imprese lucane è in linea con la media nazio-nale. In particolare, risulta che il 94,4% delle imprese regionali utilizza il per-sonal computer e che il 92,1% dispone di una connessione alla rete Internet a fronte, rispettivamente, del 96,08% e del 92,4% a livello nazionale.

Un quadro positivo riguarda l’indice di diffusione dei siti web delle imprese (tabella 6) che, sebbene al di sotto del dato nazionale (55,6%), risulta esse-re in linea con la media del Mezzogiorno (44,2%) e dell’area Convergenza (44,0 %).

Tab. 6 - Dotazioni informatiche delle imprese – Anno 2006

IMPRESEDotazioni informatiche

Utiizzo PC Sito Web InternetItalia 96,0% 55,6% 92,4%Mezzogiorno 93,5% 44,2% 88,9%Area Convergenza 94,0% 44,0% 88,4%Basilicata 94,4% 44,6% 92,1%

Fonte: Elaborazione su dati ISTAT, Database delle principali variabili rilevate nella “Rilevazio-ne sull’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nelle impre-se”- Anno 2006

Politiche imprenditoriali nella regione/statoLe tabelle seguenti riassumono il Quadro normativo e programmatico nazio-nale e regionale in materia di Ricerca e Innovazione e Società dell’Informa-zione.

Come si può notare, gli strumenti utilizzabili nell’ambito delle Ricerca e dell’Innovazione sono svariati.

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

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Parte I - Executive Summary

Tab. 7 - Quadro normativo e programmatico nazionale in materia di Ricerca e Innovazione e Società dell’Informazione

QUADRO NORMATIVO E PROGRAMMATICO NAZIONALERICERCA E INNOVAZIONE SOCIETÀ DELL’INFORMAZIONE

PROGRAMMA NAZIONALE DELLA RICERCA 2005 – 2007 (PNR) PIANO DI AZIONE DI E-GOVERNMENT

PIANO PER L’INNOVAZIONE, LA CRESCITA E L’OCCUPAZIONE (PICO)

LINEE GUIDA DEL GOVERNO PER LO SVILUP-PO DELLA SOCIETÀ DELL’INFORMAZIONE NELLALEGISLATURA (31.5.02)

QUADRO STRATEGICO NAZIONALE (QSN) 2007-2013

QUADRO STRATEGICO NAZIONALE (QSN) 2007-2013

PROGRAMMA ATTUATIVO NAZIONALE (PAN) RICERCA E COMPETITIVITÀ 2007-2013

PIANO PER L’INNOVAZIONE, LA CRESCITA E L’OCCUPAZIONE (PICO)

PIANO STRATEGICO INDUSTRIA 2015 (PRO-GETTI DI INNOVAZIONE INDUSTRIALE)

PIANO DI AZIONE PER LA SEMPLIFICAZIONE (PAS 2007)

LEGGE FINANZIARIA 2007 PROGETTO PAESE

AIUTO DI STATO N. 302/2007 (CE 6461) INCENTIVI PER LO SVILUPPO DI IMPRESE INNOVATIVE (L. 388/00)

LEGGE FINANZIARIA 2008 LEGGE FINANZIARIA 2003

FONDO ROTATIVO PER L’INNOVAZIONE TEC-NOLOGICA (FIT)

E-GOVERNMENT NELLE REGIONI E NEGLI ENTI LOCALI:II FASE DI ATTUAZIONE

FONDO DI FINANZIAMENTO ORDINARIO PER LE UNIVERSITÀ (FFO)

DISPOSIZIONI IN MATERIA DI INNOVAZIONE TECNOLOGICA NELLA PA (L. 3/03)

FONDO PER LE AGEVOLAZIONI ALLA RICER-CA (FAR) LEGGE FINANZIARIA 2005

FONDO PER GLI INVESTIMENTI ALLA RICER-CA DI BASE (FIRB)

D.LGS. 82/05 (CODICE DELL’AMMINISTRAZIO-NE DIGITALE)

PROGETTI DI RICERCA DI RILEVANTE INTE-RESSE NAZIONALE (PRIN) L. 80/05 (DECRETO COMPETITIVITÀ)

FONDO ROTATIVO PER IL SOSTEGNO ALLE IMPRESE (FRI) D.L. 115/05

INCENTIVI PER LO SVILUPPO DI IMPRESE INNOVATIVE (L. 388/00) L. 296/06

L. 326/03 (TECNO-TREMONTI) L. 244/07

D.LGS 35/05 (START UP NELL’AMBITO DI DISTRETTI TECNOLOGICI)

DIRETTIVA DEL MINISTRO PERLA SOLIDARIE-TÀ SOCIALE DEL 23/07/07

L. 80/05 (DECRETO COMPETITIVITÀ) DELIBERA CIPE 17/03

DELIBERA CIPE 20/04 DELIBERA CIPE 20/04

DELIBERA CIPE 35/05 DELIBERA CIPE 35/05

DELIBERA CIPE 1/06 DELIBERA CIPE 3/06

DELIBERA CIPE 3/06 DELIBERA CIPE 83/03

DELIBERA CIPE 166/07 DELIBERA CIPE 35/05

DELIBERA CIPE 166/07

DELIBERA CIPE 1/06

Fonte: PO FESR Regione Basilicata

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

Parte I - Executive Summary

Tab. 8 - Quadro normativo e programmatico regionale in materia di Ricerca e Innovazione e Società dell’Informazione

RICERCA E INNOVAZIONE SOCIETÀ DELL’INFORMAZIONEQUADRO NORMATIVO E PROGRAMMATICO REGIONALE

LEGGE REGIONALE PER LO SVILUPPO E COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA PRODUTTIVO LUCANO

L.R. 53/96

L.R. 598/94 PO FESR 2007-2013

L.R. 28/2007 art. 18 comma 3 PO FSE 2007-2013

PROGRAMMA OPERATIVO FESR 2007-2013 APQ SOCIETÀ DELL’INFORMAZIONE

PROGRAMMA OPERATIVO FSE 2007-2013

PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALEF.E.A.S.R. 2007-2013

APQ RICERCA SCIENTIFICA

LINEE DI INDIRIZZO PER IL RILANCIO E LA COMPETITIVITÀ DELL’INDUSTRIA E DELL’AR-TIGIANATO LUCANO

STRUMENTI

PROTOCOLLO D’INTESA TRA MIUR, REGIONE BASILICATA E L’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELLA BASILICATA PER LA VALORIZZAZIONE E LO SVILUPPO DEL SISTEMA UNIVERSITA-RIO E DELLA RICERCA ACCORDO QUADRO TRA REGIONE BASILICATA E CNR (D.G.R. n. 915 del 18/06/2008)

ACCORDO QUADRO CON L’UNIVERSITÀ DELLA BASILICATA

PROTOCOLLO D’INTESA TRA REGIONE BASI-LICATA E REGIONE LOMBARDIA

ACCORDO QUADRO TRA REGIONE BASILICA-TA E CRA

ACCORDO QUADRO TRA REGIONE BASILICA-TA E CNR

CONVENZIONE TRA REGIONE BASILICATA E “CONSORTIUM GARR”

ACCORDO QUADRO TRA REGIONE BASILICA-TA, SVILUPPO ITALIA E INFRATEL ITALIA

CONVENZIONE TRA REGIONE BASILICATA E CNIPA

CONVENZIONE TRA REGIONE BASILICATA E BETWEEN SPA

Fonte: PO FESR Regione Basilicata

Il sistema dell’offerta scientifica e tecnologicaUn punto di forza del territorio lucano è sicuramente la rilevante presenza sul territorio regionale di produttori di conoscenza tecnico-scientifica - pubblici, privati e a partecipazione mista - in settori strategici per lo sviluppo socio-economico lucano. Essi, pur non giungendo ancora a delineare un sistema innovativo regionale compiuto, stanno realizzando le precondizioni affinché si articoli una rete dell’offerta di ricerca ed innovazione e del suo trasferimen-to al tessuto produttivo e sociale.

» La presenza pubblica nell’ambito del sistema scientifico è dovuta all’attività di alcuni importanti centri di ricerca quali: l’Università degli

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

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Parte I - Executive Summary

Studi di Basilicata, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), l’Ente per le Nuove Tecnologie e l’Ambiente (ENEA), l’Istituto Nazionale di Economia Agraria (INEA), l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), il Centro di Geomorfologia Integrata per l’Area del Mediterraneo (CGIAM), il Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura (CRA) e relativamente ai parchi scientifici e tecnologici: Tecnoparco Valbasen-to; Centro di Competenza ICT-SUD (CC ICT SUD); Consorzio TeRN; Impresambiente; CRC Basilicata.

Oltre ai summenzionati centri di ricerca pubblici, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università ed della Ricerca (MIUR) ha riconosciuto 27 laboratori di ricer-ca localizzati sul territorio lucano, che operano prevalentemente in società private (13), a seguire nell’ambito di enti pubblici nazionali (9) ed in ambito universitario (5) (cfr. tab. 9).

Tab. 9 - Laboratori di ricerca accreditati MIUR

Denominazione SedeLab. CNR - Analisi Minerali Argillosi - Istituto di Ricerca sulle Argille PotenzaLab. CNR - Depos. Laser Nuovi Materiali e Spettroscopia Applicata - Istituto per i

Materiali Speciali Ims Potenza

Lab. Cooperativa Edp La Traccia della Cooperativa Edp La Traccia a r.l. MateraLab. Enea - Centro di Innovazione Integrato Agroalimentare - Centro Ricerche

Trisaia Matera

Lab. Enea - Laboratorio Applicazioni Laser - Centro Ricerche Trisaia MateraLab. Enea - Laboratorio Impianti Sperimentali Biomasse e Solare Termico - Cen-

tro Ricerche Trisaia Matera

Lab. Enea - Laboratorio Impianti Trattamento e Recupero Rifiuti - Centro Ricer-che Trisaia Matera

Lab. Enea - Laboratorio Processi Chimici e Chimica Analitica - Centro Ricerche Trisaia Matera

Lab. Enea - Laboratorio Prove Dinamiche e Ambientali - Centro Ricerche Trisaia MateraLab. Enea - Laboratorio Radioprotezione - Centro Ricerche Trisaia MateraLab. I.R.S.A.Q. della I.R.S.A.Q. S.r.l. PotenzaLab. Inpes Prefabbricati della Inpes Prefabbricati S.p.a. PotenzaLab. Ittica Valdagri della Ittica Valdagri S.p.a. MateraLab. Metapontum Agrobios - Laboratori Chimici della Metapontum Agrobios

S.c.r.l. Matera

Lab. Metapontum Agrobios - Laboratori di Agronomia della Metapontum Agro-bios S.c.r.l. Matera

Lab. Metapontum Agrobios - Laboratori di Biotecnologia della Metapontum Agro-bios S.c.r.l. Matera

Lab. Polinea della Polinea S.p.a. PotenzaLab. R&S Management della R&S Management S.p.a. PotenzaLab. Sinter & Net della Sinter & Net S.p.a. PotenzaLab. Sniaricerche della Sniaricerche S.c.p.a. MateraLab. Tab Consulting della Tab Consulting S.r.l. PotenzaLab. Tecnoparco Valbasento della Tecnoparco Valbasento S.p.a. MateraLab. Università degli Studi della Basilicata - Dipartimento di Architettura Potenza

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

Parte I - Executive Summary

Lab. Università degli Studi della Basilicata - Dipartimento di Chimica PotenzaLab. Università degli Studi della Basilicata - Dipartimento di Scienza della Produ-

zione Animale Potenza

Lab. Università degli Studi della Basilicata - Dipartimento di Strutture, Geotecnica, Geologia applicata all'Ingegneria Potenza

Lab. Università degli Studi della Basilicata - Dipartimento Tecnico Economico per la gestione del territorio agricolo-forestale Potenza

Fonte: Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Suggerimenti e proposteDall’analisi sin qui condotta emergono alcune considerazioni rilevanti ai fini dell’indagine sul potenziale innovativo della Regione Basilicata e su come il territorio lucano possa sviluppare la propria capacità di innovazione.

La Basilicata ha l’esigenza di accelerare la dinamica del sistema produttivo regionale in toto, che ha subito dei rallentamenti negli ultimi anni, ma che si mostra in sensibile ripresa nel periodo più recente.

Questo può avvenire: (a) puntando sul rafforzamento dei poli produttivi di maggiore rilievo e produttività presenti in regione (in particolare nel settore manifatturiero e nell’agroalimentare), (b) contrastando i punti di debolezza dell’economia regionale ancora costituiti dalla frammentazione, dalla insuf-ficiente produttività e dalla scarsa propensione all’innovazione del tessuto produttivo; (c) promuovendo la diversificazione e l’articolazione del sistema economico, attraverso la diffusione dell’innovazione, la valorizzazione del patrimonio storico ed ambientale, l’irrobustimento e la qualificazione delle attività legate al turismo, in forte espansione negli ultimi anni; (d) migliorando i rapporti fra imprese e sistema bancario, che ancora costituiscono un punto di debolezza del sistema produttivo regionale.

Nonostante i progressi recenti, la diffusione delle attività di ricerca e svilup-po in Basilicata rimane molto contenuta, distante dai traguardi individuati nell’ambito della strategia di Lisbona.

L’accelerazione degli investimenti in ricerca ed innovazione del sistema pro-duttivo regionale è però una condizione essenziale rispetto all’obiettivo di accelerazione delle dinamiche produttive in Basilicata.

Questa accelerazione costituisce un obiettivo possibile delle politiche regio-nali, considerando i punti di forza di grande rilievo presenti nella regione: l’Università e diversi importanti Centri pubblici di Ricerca, in grado di agire proattivamente per la produzione, la mediazione e la diffusione di innovazio-ne a vantaggio del sistema produttivo regionale; un capitale umano partico-larmente qualificato, come dimostrano le rilevazioni dell’ISTAT sui laureati in discipline tecnico-scientifiche e sulla partecipazione alla scuola superiore; la forte diffusione della società della conoscenza, promossa in modo importan-te, negli ultimi anni, dalle politiche regionale, che ha condotto ad una signi-ficativa diffusione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione; l’esistenza di significativi potenziali di attrazione per investimenti in ricerca e sviluppo, legati alle esigenze di gestione innovativa delle risorse naturali

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

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Parte I - Executive Summary

(idriche, energetiche, biogenetiche ed ambientali) presenti in Basilicata non-ché a favorevoli condizioni di contesto.

E, infine, una delle migliori prassi e uno dei possibili suggerimenti che ser-viranno da strumento per trasferire le conoscenze e le esperienze comu-ni e per favorire la creazione di servizi di sostegno alle imprese innovative in Basilicata, potrebbe essere rappresentata attraverso l’analisi del caso di Innovation Factory, l’incubatore di “primo miglio” situato nell’AREA Science Park di Trieste, in Italia.

A differenza di altri incubatori d’imprese, Innovation Factory gestisce non solo l’aspetto finanziario, ma aiuta l’imprenditore in tutte le fasi dello sviluppo della società, fornendo assistenza tecnica in fase di pre-seed ed assistenza professionale nella gestione dei fondi, procurando le utility necessarie per la fase di incubazione, i tutor professionali interni ed esterni per l’intero proces-so di sviluppo fino alla fase di espansione della società (ingresso nel mercato e realizzazione delle quote di mercato); Innovation Factory esce dal proces-so di sviluppo una volta che il ciclo incubazione della società è completato e l’azienda è posizionata sul mercato.

IF fornisce assistenza in ogni fase di sviluppo, dall’idea imprenditoriale al business plan fino all’ingresso nel mercato, riducendo il rischio potenziale tramite lo sviluppo delle competenze imprenditoriali, con la conseguente tra-sformazione di un imprenditore “potenziale” in un imprenditore vero e pro-prio, promotore di un’idea capace di penetrare il mercato (cfr. la seguente rappresentazione).

Ciclo di vita e start up di un’impresa

Fonte: PolyTechnos Venture Partners

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

Parte I - Executive Summary

In questo modo, l’imprenditore non è mai solo anche quando si inserisce nel mercato, fase che rappresenta l’ultimo step di un lungo cammino di “tu-toraggio” che termina quando l’imprenditore ha acquisito le competenze per restare effettivamente da “solo”.

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

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PARTE II

Report sulla situazione regionale della Basilicata

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

PARTE II - Report sulla situazione regionale della Basilicata

II.1 Introduzione

La presente parte introduttiva intende delineare lo scenario generale relati-vamente alla imprenditorialità e alla capacità innovativa della Regione Basili-cata, rappresentando le maggiori problematiche e gli ostacoli che lo sviluppo dell’innovazione deve affrontare e presentando i programmi e gli strumenti regionali di supporto alle PMI locali.

Sotto la spinta della brusca inversione del ciclo economico nazionale e in-ternazionale che l’esplosione della crisi finanziaria globale ha contribuito ad innescare, l’economia lucana ha chiuso il 2008 in forte regresso.

I sintomi di un’economia decisamente avviata verso la recessione erano già presenti nella prima metà dello scorso anno (peggioramento di tutti i princi-pali indicatori dell’industria manifatturiera, persistente calo dei consumi, forte risalita della disoccupazione, marcata decelerazione dei prestiti bancari a imprese e famiglie); tuttavia, è negli ultimi mesi del 2008 che la crisi ha inizia-to a mostrare tutta la sua virulenza, non risparmiando quasi nessun settore dell’apparato produttivo regionale.

A preoccupare, oggi, non è soltanto l’intensità della recessione, ma anche la lentezza con la quale, presumibilmente, se ne uscirà. Se questo è vero per l’economia italiana (le stime più aggiornate ipotizzano un modesto recupero dell’attività economica soltanto a partire dal 2010), lo è ancor più per l’eco-nomia lucana che, alle difficoltà del ciclo, aggiunge una serie di debolezze strutturali che si riflettono in livelli relativamente bassi della produttività del lavoro, soprattutto nei settori più esposti alla concorrenza (in primis, l’indu-stria manifatturiera).

Ciò rende particolarmente impegnativo il compito delle policy locali, alle quali si richiedono non soltanto interventi per arginare la crisi, limitandone l’impatto negativo su imprese e famiglie, ma anche azioni volte a favorire e sostenere i processi di riorganizzazione e ristrutturazione, a livello aziendale e settoriale, in grado di innalzare efficienza e capacità competitiva delle imprese.

Negli ultimi anni, una parte significativa dell’industria italiana ha avviato una complessa trasformazione incentrata sull’innalzamento qualitativo, spostan-dosi su produzioni a maggiore valore aggiunto, cambiando la governance, potenziando l’innovazione, internazionalizzandosi e ricorrendo a manodo-pera più qualificata. Tali aggiustamenti strutturali risultano particolarmente urgenti per le imprese lucane che, su questo versante, hanno accumulato un certo ritardo; è significativo, in tal senso, il fatto che i divari in termini di pro-duttività tra la regione e il resto del Paese si siano ulteriormente accresciuti e che il ciclo degli investimenti abbia mostrato una maggiore debolezza a livello locale.

Le attuali condizioni di contesto (forte caduta della domanda aggregata, elevata incertezza, clima di fiducia ai minimi) rendono certamente proble-

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Parte II - Report sulla situazione regionale della Basilicata

matico il percorso di superamento delle carenze strutturali ancora esistenti nell’apparato produttivo regionale, dal momento che tendono a scoraggiare gli investimenti delle imprese; ma le prospettive di ripresa e di un nuovo svi-luppo dell’economia lucana dipenderanno molto dal “come” essa uscirà dalla recessione.

Anche in Basilicata, come nel resto del Paese, l’epicentro dell’attuale crisi è rappresentato dal settore industriale, che ha chiuso il 2008 con i peggiori risultati assoluti di sempre. Nell’ultima frazione dell’anno, in particolare, l’at-tività manifatturiera ha accusato una flessione del 4,5%, mentre il fatturato è diminuito del 5,4%; il minor grado di apertura internazionale dell’industria lucana ha consentito, peraltro, di contenere le perdite sul piano produttivo e commerciale che, a livello nazionale, sono state più consistenti per effetto della forte contrazione della domanda estera.

Trend negativi caratterizzano pressoché tutti i principali comparti (oltreché un’ampia quota di imprese, a prescindere dalla dimensione), con cadute molto pesanti nell’industria del tessile/abbigliamento e del legno e mobile, dove la crisi ha assunto, ormai da tempo, carattere strutturale.

A certificare lo stato di profondo disagio dell’industria lucana sono i livelli record raggiunti dalle ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni: 5 mi-lioni e mezzo nell’intero 2008 e già oltre 2 milioni nei primi 3 mesi del 2009.

Gli indicatori di valenza prospettica (andamento del portafoglio d’ordini e cli-ma di fiducia delle imprese) sembrano indicare, del resto, proprio nella prima metà del 2009 il periodo di maggiore intensità dell’attuale fase recessiva.

Una parziale attenuazione dello scenario negativo che si va delineando a breve potrà venire da un recupero dell’industria dell’auto; gli ecoincentivi pre-visti nel decreto anticrisi stanno determinando, infatti, una significativa ripre-sa delle nuove immatricolazioni e la FIAT è la casa automobilistica che, più di altre, sta beneficiando dell’inversione di tendenza della domanda interna.

Tab. 1 - Principali indicatori della congiuntura economica regionale tassi di variazione % annua (salvo diversa indicazione)

Anno 2007 Anno 2008 IV trim. 2008Prodotto Interno Lordo 1,0 0,5 0,5Produzione industriale -0,1 -1,9 -4,5Fatturato industriale -0,2 -2,2 -5,4Ordinativi dell’industria -1,1 -2,2 -5,7Vendite commerciali al dettaglio -1,7 -3,4 -1,9Presenze turistiche 6,5 0,3 ...Esportazioni 22,00 -6,6 -43,5Importazioni 2,6 -11,2 -31,7Imprese extra- agricole (a) 0,78 0,48 0,00Prestiti bancari alle imprese 10,0 1,2 ...Prestiti bancari alle famiglie 11,5 -3,8 ...Prezzi al consumo 2,0 3,3 2,3

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

Parte II - Report sulla situazione regionale della Basilicata

Totale occupati -1,0 0,4 -2,3occupati nell’industria -1,8 -3,8 -8,7occupati nei servizi 0,2 3,1 -0,1

Monte-ore di Cassa Integrazione (b) -7,7 159,2 283,8Tasso di disoccupazione (c) 9,6 11,1 11,5(a) Saldi relativi di nati-mortalità aziendale(b) Industria manifatturiera(c) Livello assoluto

Fonte: Unioncamere, L’Economia della Basilicata nel 2008, aprile 2009

Se l’industria manifatturiera è alle prese con la peggiore crisi di sempre, non va molto meglio all’industria delle costruzioni, in frenata già nel 2007, con investimenti in calo nel settore residenziale e non, come confermato anche dal recente crollo del mercato immobiliare. Molto forte l’impatto sui livelli oc-cupazionali che, negli ultimi due anni, hanno accusato perdite quantificabili nell’ordine di 3 mila unità.

La caduta della domanda aggregata sta facendo sentire i suoi effetti anche sul comparto dei servizi, che scontano soprattutto le difficoltà del commercio al dettaglio, penalizzato da una crisi dei consumi particolarmente intensa. Nel corso del 2008, il volume d’affari delle imprese commerciali è diminuito del 3,4% a livello regionale e, per la prima volta, i bilanci delle vendite hanno registrato il segno “meno” anche negli esercizi della grande distribuzione organizzata, che finora sono stati in grado di accrescere o, quantomeno, di mantenere invariati i propri livelli di fatturato sottraendo quote di mercato al piccolo commercio tradizionale.

Con riferimento al terziario non commerciale, se i dati relativi alle dinamiche imprenditoriali confermano una discreta vivacità dei servizi alle imprese e dei servizi alla persona e, viceversa, problemi di “tenuta” per il settore dell’auto-trasporto, gli indicatori del lavoro sembrano indicare, per l’insieme dei servi-zi, un tendenziale rallentamento dell’attività (nell’ultima frazione dell’anno la crescita degli occupati si è bruscamente interrotta).

Diversamente da quanto avvenuto in precedenti fasi negative del ciclo eco-nomico regionale (ultima, in ordine di tempo, la recessione del 2005), quan-do la crescita del terziario ha attenuato la caduta del PIL, nell’attuale con-giuntura il settore non sembra in grado di svolgere una funzione anti-ciclica, essendo investito anch’esso dalla crisi, che conferma così tutta la sua inten-sità e diffusività.

Per il mercato del lavoro quello appena trascorso è stato un anno tutto in salita: da una parte, la forte impennata della disoccupazione (+18,5%), quasi interamente ascrivibile ai processi di espulsione di manodopera dal sistema produttivo; dall’altra, un trend dell’occupazione che si è mantenuto positivo fin quando ha retto la crescita dell’occupazione nei servizi (soprattutto della componente “indipendente”), per accusare una forte contrazione negli ultimi mesi del 2008 (-2,3%), in coincidenza con l’inasprimento della crisi econo-mica.

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

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Parte II - Report sulla situazione regionale della Basilicata

L’aumento della disoccupazione ha stimolato, peraltro, la ricerca di nuovo lavoro; in altri termini, anziché scoraggiare, la crisi sta spingendo un nume-ro crescente di persone, prima genericamente disponibile a lavorare senza però far nulla per cercare lavoro, a mettersi attivamente in cerca di occupa-zione (in una fase di difficoltà dei redditi familiari, è del tutto evidente che rimanere inattivi e fuori dal mercato ha un costo troppo elevato).

Il “nodo” del credito condiziona fortemente le prospettive di tenuta dell’eco-nomia lucana nell’attuale scenario e, quindi, anche i tempi e le modalità di uscita dalla recessione. I timori di una stretta creditizia per imprese e fami-glie, dopo l’esplosione della crisi finanziaria, hanno trovato infatti puntuale conferma: in Basilicata il razionamento del credito è stato molto più marcato rispetto a quello registrato nel resto del Paese, penalizzando in modo par-ticolare le piccole imprese. Considerato che il sistema produttivo regionale è fondato proprio sulle attività imprenditoriali di dimensioni ridotte, ciò può avere conseguenze assai pesanti in termini di peggioramento degli effetti recessivi.

L’irrigidimento delle condizioni di offerta dei prestiti da parte degli istituti ban-cari fa il paio, del resto, con il crescente deterioramento della fisionomia fi-nanziaria delle aziende indotto dalla crisi economica, creando così un circolo vizioso molto pericoloso.

La presenza di una struttura industriale ancora poco propensa all’innova-zione e appesantita” da condizioni di contesto non favorevoli (si pensi, ad esempio, ai deficit nella dotazione infrastrutturale e al difficile rapporto tra imprese e sistema creditizio) accentua ulteriormente i problemi di “tenuta” del sistema produttivo lucano e rischia di comprometterne la capacità com-petitiva nel medio-lungo periodo, con ripercussioni anche sui tempi di uscita dalla recessione.

Sulla base delle indagini congiunturali condotte dal Centro Studi Unioncame-re Basilicata sulle imprese fino a 500 dipendenti, la produzione industriale ha accusato una flessione tendenziale dell’1,9% nel 2008, dopo essere rimasta pressoché ferma nel 2007 (-0,1%).

Gli andamenti trimestrali segnalano un progressivo peggioramento della si-tuazione nel corso dell’anno: se nel I trimestre il trend negativo è stato ab-bastanza contenuto (-0,7%), nella frazione successiva ha raggiunto il -1,6%, per rallentare lievemente nel III trimestre (-1,0%) e subire una forte intensifi-cazione negli ultimi tre mesi, quando l’indice della produzione è crollato del 4,5%.

Anche l’analisi del fatturato conferma le tendenze evidenziatesi per la produ-zione industriale: dopo un inizio d’anno (2008) con perdite contenute (-0,5%), il volume d’affari delle PMI manifatturiere ha registrato regressi sempre più marcati e nell’ultima frazione del 2008 ha accusato una flessione del 5,4%; nella media dei 12 mesi, invece, la variazione tendenziale è stata del -2,2%, contro il +0,2% dell’anno precedente.

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

Parte II - Report sulla situazione regionale della Basilicata

A tali andamenti ha contribuito il progressivo indebolimento sia del mercato interno che di quello estero; su quest’ultimo, la contrazione del fatturato è stata meno intensa: il valore delle esportazioni è diminuito, infatti, dell’1,2% nella media del 2008 e del 2,4% nel IV trimestre. Ad operare sui mercati in-ternazionali, tuttavia, è una quota assai modesta di imprese locali: soltanto il 5,9%, lo scorso anno, contro una media nazionale del 20,5%.

Tale situazione riflette, evidentemente, la maggiore presenza nel tessuto produttivo regionale di imprese di piccola e piccolissima dimensione, che non hanno la forza, né finanziaria né manageriale, per una penetrazione commerciale sull’estero (in effetti, l’incidenza di imprese esportatrici non su-pera il 2% tra le unità produttive con meno di 10 addetti, ma raggiunge il 55% tra quelle con oltre 50 addetti).

Nel corso degli ultimi due anni, la presenza delle PMI lucane sui mercati internazionali si è notevolmente ridotta: la quota di imprese con fatturato estero, infatti, si è quasi dimezzata, passando dal 10,1% del 2006 al 5,9% del 2008.

L’altro aspetto assai preoccupante dell’attuale crisi industriale, oltre all’eleva-to numero di imprese di tutte le dimensioni coinvolte, è rappresentato dalla pressoché generalizzata diffusione settoriale delle spinte recessive.

Particolarmente difficile la situazione del tessile/abbigliamento, dove il calo dei livelli produttivi ha raggiunto il 10,5% nell’ultima frazione dell’anno, men-tre il volume d’affari si è ridotto di oltre il 13%, nonostante i ritocchi al ribasso dei prezzi di vendita praticati dalle imprese.

Analogamente rilevante l’arretramento del settore del legno e mobile, che nel 2007 aveva pure mostrato qualche timido segnale di ripresa: dopo un inizio d’anno ancora lievemente positivo (+0,8%), l’indice della produzione ha subito una sensibile contrazione, sfiorando il -10% nell’ultimo trimestre (flessione che non ha impedito, peraltro, l’accumulo di crescenti scorte di invenduto nelle imprese). In entrambi i settori si rileva, inoltre, la quota più elevata di imprese con andamenti negativi dei livelli produttivi a fine 2008 (73% nel tessile/abbigliamento, 84% nel legno e mobile).

Molto superiore alla media anche la caduta dei volumi d’attività e del giro d’affari nell’industria dei minerali non metalliferi (intorno al -7,5% le relative variazioni tendenziali nel IV trimestre), che sta risentendo del forte rallenta-mento dell’attività edile, principale mercato di sbocco per il comparto.

Sui risultati negativi dell’industria della lavorazione dei metalli (uno dei settori più in difficoltà anche a livello nazionale) pesa, invece, la minore domanda di prodotti intermedi e semilavorati da parte della altre imprese industriali, effet-to del diffuso ridimensionamento dell’attività produttiva. Un’ulteriore criticità è rappresentata, inoltre, dai rincari di materie prime ed energia manifestatisi nel corso dell’anno, che costituiscono importanti voci di costo per le imprese del settore. La recrudescenza della crisi dell’industria dell’auto ha avuto for-ti ripercussioni sull’andamento del comparto meccanico, che aveva chiuso il 2007 con un bilancio moderatamente positivo (+1,8%). Anche in questo

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

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Parte II - Report sulla situazione regionale della Basilicata

caso, i peggiori risultati sono stati registrati nell’ultima frazione dell’anno, quando la produzione è diminuita del 5,7% (un calo che ha interessato, per la prima volta, anche le imprese di maggiori dimensioni).

Un comparto che, almeno finora, sta risentendo meno del forte peggiora-mento del quadro congiunturale è quello delle “macchine elettriche ed elet-troniche”, dove il trend produttivo ha chiuso il 2008 in calo soltanto dello 0,5% e ben il 90% delle imprese ha mantenuto invariati i volumi di attività e di fatturato rispetto all’anno precedente. Segnali positivi vengono, invece, dai settori estrattivo e della “chimica e materie plastiche”, gli unici a mostra-re incrementi della produzione anche negli ultimi mesi del 2008 che, come visto, sono stati contrassegnati da una marcata intensificazione delle spinte recessive.

Nell’industria estrattiva, in particolare, i livelli produttivi sono aumentati dell’1,8%, nella media dell’intero 2008, grazie soprattutto al forte rimbalzo registrato proprio nella parte finale dell’anno (+4,2%). Più contenuti ma co-munque significativi, considerate le difficoltà dello scenario complessivo, i re-cuperi messi a segno dall’industria della chimica e materie plastiche: +0,9% la variazione tendenziale della produzione (sempre nella media dei 12 mesi), dopo il -1,3% del 2007.

Relativamente all’artigianato, che rappresenta una componente rilevante della base produttiva della regione, concentra circa il 70% delle imprese ope-ranti nel settore industriale.

Nel corso degli ultimi anni, produzione e fatturato dell’artigianato manifattu-riero hanno registrato un trend negativo pressoché costante, che non si è interrotto neppure nelle fasi di ripresa dell’attività industriale (come quella del 2006), quando ha mostrato solo una parziale attenuazione. In effetti, oltre a subire gli effetti del ciclo economico generale, l’evoluzione del comparto sconta anche alcune criticità strutturali proprie (dalla piccola dimensione d’im-presa alla scarsa differenziazione e specializzazione delle funzioni aziendali, dalla bassa propensione all’innovazione all’elevata dipendenza dal mercato locale) che, nell’attuale scenario competitivo, costituiscono altrettanti fattori “frenanti”. Il 2008 ha confermato l’andamento più marcatamente sfavorevole dell’artigianato rispetto al sistema industriale nel suo complesso, sebbene nella parte finale dell’anno i relativi trend negativi siano risultati perfettamen-te sovrapponibili.

Nella media dello scorso anno, in particolare, la produzione delle imprese manifatturiere artigiane è diminuita del 4,8%, mentre solo di poco inferiore è stata la flessione del volume d’affari (-4,5%). In entrambi i casi, si tratta di perdite assai consistenti se confrontate con quelle dell’intero settore indu-striale, con un differenziale nell’ordine dei 2-3 punti percentuali.

Nel contesto di una forte debolezza della domanda di consumo, l’andamento del volume d’affari delle imprese commerciali al dettaglio in Basilicata ha continuato a permanere in zona negativa anche nel 2008, evidenziando inol-tre un netto peggioramento rispetto all’anno precedente.

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Parte II - Report sulla situazione regionale della Basilicata

La gravità della crisi è segnalata anche dal fatto che, per la prima volta, il calo delle vendite interessa la grande distribuzione organizzata, mostratasi finora in grado di accrescere o, quantomeno, di mantenere invariati i propri livelli di fatturato, a scapito del piccolo commercio tradizionale.

Le tabelle che seguono riassumono la numerosità e la tipologia delle impre-se lucane registrate presso la Camera di Commercio (dati al 30/06/2007).

Tab. 2 e 3 - Piccole e medie imprese presenti nella regione (numero, colloca-zione di settore, cooperazione tra le PMI)

Società iscritte nel registro delle imprese della Camera di Commercio Regionale (valori assoluti alla termine di un semestre)

I. II. I. II. I.2005 2005 2006 2006 2007

Industria mineraria 64 61 61 61 57

Energia, gas e acqua 28 28 28 29 29

Industria Manifatturiera 4.940 4.952 4.926 4.916 4.864• Agro-alimentare 1.266 1.277 1.276 1.288 1.283

• Tessile - abbigliamento 511 491 476 468 452

• Mobili 890 896 880 863 852

• Minerali 356 359 358 359 354

• Meccanica 1.506 1.517 1.525 1.525 1.509

• Chimica, gomma, plastica 132 132 129 129 129

• Altre industrie manifatturiere 279 280 282 284 285

Edilizia 6.228 6.326 6.375 6.427 6.465

Commercio / Esercizi pubblici 15.532 15.516 15.552 15.594 15.638

Trasporti 1.564 1.583 1.556 1.548 1.532

Credito / assicurazione 661 667 669 683 715

Servizi alle imprese 2.324 2.376 2.427 2.435 2.497

Altri servizi 2.301 2.312 2.356 2.379 2.391

Tot. Società non agricole 33.872 33.949 34.065 34.196 34.314Tot. Società industriali 11.196 11.306 11.329 11.372 11.358Tot. Società di servizi 22.385 22.454 22.560 22.639 22.773Tot. Società agricole 22.270 21.995 21.824 21.530 21.271

Fonte: Camera di Commercio di Potenza

Società iscritte nel registro delle imprese della Camera di Commercio Regionale (per condizione giuridica ed attività economica) dati al 30/06/2007

TotaleSocietà a re-sponsabilità

limitata

Società a re-sponsabilità

illimitataDitte Altre

società

Industria mineraria 57 61 61 61 57 Energia, gas e acqua 29 28 28 29 29 Industria Manifatturiera 4.864 4.952 4.926 4.916 4.864

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

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Parte II - Report sulla situazione regionale della Basilicata

• Agro-alimentare 1.283 1.277 1.276 1.288 1.283 • Tessile - abbigliamento 452 491 476 468 452 • Mobili 852 896 880 863 852 • Minerali 354 359 358 359 354 • Meccanica 1.509 1.517 1.525 1.525 1.509 • Chimica, gomma, pla-

stica 129 132 129 129 129

• Altre industrie manifat-turiere 285 280 282 284 285

Edilizia 6.465 6.326 6.375 6.427 6.465 Commercio / Esercizi pub-blici 15.638 15.516 15.552 15.594 15.638

Trasporti 1.532 1.583 1.556 1.548 1.532 Credito / assicurazione 715 667 669 683 715 Servizi alle imprese 2.497 2.376 2.427 2.435 2.497 Altri servizi 2.391 2.312 2.356 2.379 2.391 Tot. Società non agricole 34.314 3.641 4.469 24.821 1.383Tot. Società industriali 11.358 1.738 1.631 7.609 380Tot. Società di servizi 22.773 1.858 2.811 17.138 966Tot. Società agricole 21.271 100 258 20.687 226

Fonte: Camera di Commercio di Potenza

I poli industriali strategici per lo sviluppo del territorio regionale, identifica-ti dalla Regione Basilicata nel documento ‘STRATEGIA REGIONALE PER LA RICERCA, L’INNOVAZIONE E LA SOCIETÀ DELL’INFORMAZIONE – 2007-2013 sono quattro: osservazioni della terra, mobilità, agroalimentare ed energie rinnovabili, che, successivamente alla crisi economica che ha colpito l’Italia nel periodo 2000-2005, hanno fatto registrare una lieve ripresa dei rispettivi settori. Alla debolezza delle imprese si contrappone l’eccellenza del sistema scientifico regionale, caratterizzato dalla presenza dell’Universi-tà della Basilicata, di istituti di ricerca pubblici nazionali (CNR, ENEA, ASI, ecc.) e di laboratori di ricerca riconosciuti dal MIUR.

Nonostante la consapevolezza del territorio della rilevanza della ricerca e dell’innovazione quali fattori di crescita e competitività, la Basilicata non pre-senta ancora un sistema innovativo regionale compiuto. Infatti, in un con-fronto a livello nazionale sulla capacità innovativa delle regioni, il territorio lucano occupa una posizione inferiore soprattutto rispetto alle Regioni del Centro-Nord.

I principali punti di forza del sistema lucano della R&I sono rappresentati, da un lato, dalla elevata percentuale di occupati in settori ad alta e medio-alta tecnologia (la Basilicata è tra le dieci regioni più dinamiche per quanto riguarda l’aumento dell’occupazione nei servizi ad elevata conoscenza) e, dall’altro lato, dal numero di laureati in materie tecnico-scientifiche. Punti di debolezza, invece, sono sia la scarsa spesa per attività di R&S intra mu-ros, in particolar modo con riferimento agli investimenti delle imprese, sia il basso numero di addetti lucani alla R&S rapportato al totale addetti a livello

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

Parte II - Report sulla situazione regionale della Basilicata

nazionale. Anche con riferimento alla Società dell’Informazione, nonostan-te l’adozione da parte della Regione di piani per la diffusione sul territorio di infrastrutture e servizi basati sulle tecnologie ICT, si riscontrano alcune criticità. La Basilicata, infatti, si colloca tra le regioni che presentano una minore copertura a banda larga e una minore estensione delle fibre ottiche per km2 di superficie rispetto alla media italiana. Aspetto positivo è rappre-sentato dal livello di informatizzazione della Pubblica Amministrazione, che si contraddistingue per una elevata diffusione di dotazioni informatiche tra i dipendenti e per la creazione, da parte del totale dei comuni lucani, di un sito web istituzionale.

L’apparato normativo e programmatico regionale, sia per quanto riguarda la ricerca e l’innovazione che per la Società dell’Informazione, recepisce le indicazioni che sono state date in sede comunitaria e nazionale e viene ri-assunto nella tabella di seguito riportata (maggiori approfondimenti saranno forniti nelle sezioni successive):Tab. 4 - Quadro normativo e programmatico regionale in materia di Ricerca e

Innovazione e Società dell’Informazione

RICERCA E INNOVAZIONE SOCIETÀ DELL’INFORMAZIONE

QUADRO NORMATIVO E PROGRAMMATICO REGIONALELEGGE REGIONALE PER LO SVILUPPO E COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA PRODUTTIVO LUCANO

L.R. 53/96

L.R. 598/94 PO FESR 2007-2013

L.R. 28/2007 art. 18 comma 3 PO FSE 2007-2013

PROGRAMMA OPERATIVO FESR 2007-2013 APQ SOCIETÀ DELL’INFORMAZIONE

PROGRANMA OPERATIVO FSE 2007-2013PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE F.E.A.S.R. 2007-2013APQ RICERCA SCIENTIFICALINEE DI INDIRIZZO PER IL RILANCIO E LA COMPETITIVITÀ DELL’INDUSTRIA E DELL’AR-TUGIANATO LUCANO

STRUMENTIPROTOCOLLO D’INTESA TRA MIUR, REGIONE BASILICATA E L’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELLA BASILICATA PER LA VALORIZZAZIONE E LO SVILUPPO DEL SISTEMA UNIVERSITARIO E DELLA RICERCAACCORDO QUADRO TRA REGIONE BASILICA-TA E CNR (D.G.R. n. 915 del 18/06/2008)

ACCORDO QUADRO CON L’UNIVERSITÀ DEL-LA BASILICATA

PROTOCOLLO D’INTESA TRA REGIONE BASILI-CATA E REGIONE LOMBARDIA

ACCORDO QUADRO TRA REGIONE BASILICA-TA E CNRCONVENZIONE TRA REGIONE BASILICATA E “CONSORTIUM GARR”ACCORDO QUADRO TRA REGIONE BASILICA-TA, SVILUPPO ITALIA E INFRATEL ITALIACONVENZIONE TRA REGIONE BASILICATA E CNIPACONVENZIONE TRA REGIONE BASILICATA E BETWEEN SPA

Fonte: PO FESR Regione Basilicata

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Parte II - Report sulla situazione regionale della Basilicata

Parchi scientifici e tecnologiciRelativamente ai parchi scientifici e tecnologici, non si riscontrano sul territo-rio lucano delle realtà strutturate.

Si registrano, comunque, i seguenti centri tecnologici e di competenza/eccel-lenza che saranno successivamente analizzati nel dettaglio nella parte III.3:

» nella provincia di Matera:• Tecnoparco Valbasento;

» nella provincia di Potenza:• Centro di Competenza ICT-SUD (CC ICT SUD);• Consorzio TeRN;• Impresambiente;• CRC Basilicata.

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

Parte II - Report sulla situazione regionale della Basilicata

II.2 Caratteristiche specifiche della regione investigata

II.2.1 Situazione generale ed indicatori regionali

La Basilicata copre una superficie di 9.992 chilometri quadrati; i 594.086 abitanti sono divisi nei 131 comuni nelle province di Matera e Potenza: il territorio è caratterizzato per 7/10 da aree montuose, per 2/10 da colline, mentre solo il restante 1/10 è pianeggiante. Le montagne si trovano preva-lentemente a ovest, mentre la costa e l’area centrale sono collinose, l’area del Melfese risulta più alta e boscosa di quella della della Murgia, più arida, nel distretto di Matera.

La Basilicata gode di un clima molto vario, che dipende dalla latitudine e dall’altitudine. Essa offre attività da spiaggia dalla primavera all’autunno e, allo stesso tempo, la possibilità di sciare nel periodo autunno-inverno. Que-sto rende la regione unica e costituisce, di per sè, un importante fattore per il flusso continuo di turisti. La Basilicata è uno dei pochi punti di per gli sciatori di Roma e del Sud Italia. Le montagne offrono un clima tipicamente conti-nentale, mentre lo Jonio e la costa tirrenica godono di un piacevole clima

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Parte II - Report sulla situazione regionale della Basilicata

mediterraneo. Queste due diverse fasce climatiche si incontrano nel matera-no e nel vulture. La struttura del territorio influisce sulle precipitazioni atmo-sferiche: nel sud-ovest si registrano 1.400 mm di pioggia all’anno, tra i bacini dei fiumi Bradano e Basento almeno 600 mm. Ad ogni modo, le precipitazioni piovose sono caratterizzate da una forte irregolarità, che fa sì che i fiumi si riempiono e si svuotano con una certa rapidità.

Essendo una regione prevalentemente montuosa, la Basilicata presenta del-le caratteristiche che sono tipiche dei luoghi più alti: la tranquillità, l’aria pulita e la presenza di animali e piante selvatiche, spesso protetti.

La Basilicata è indiscutibilmente una regione dai contrasti forti, evidenti an-che nella struttura stessa del paesaggio naturale. Lo scenario è veramen-te unico. Principalmente montuoso, si affaccia a sud-ovest sul Mar Tirreno, dove è possibile ammirare la naturale bellezza del Golfo di Policastro. Al sud-est, invece, si estende fino al Mar Ionio e al Golfo di Taranto. Maratea è il gioiello indiscusso della costa tirrenica, mentre Metaponto e Policoro sono l’importantissimo punto di riferimento della Magna Grecia, a seguito della colonizzazione, da parte degli Antichi Greci, della fascia ionica. Le principali attrazioni turistiche oggi, come Matera e i famosi “Sassi”, focalizzano la loro attenzione e i loro sforzi sulla valorizzazione dell’ambiente naturale e del passato antico.

La Basilicata è strutturalmente penalizzata, oltre che da una posizione ge-ografica molto lontana dai mercati più ricchi, anche da una orografia e da un assetto geologico estremamente accidentati e problematici. Pertanto, gli investimenti necessari per rimuovere completamente le condizioni di iso-lamento e di difficile accessibilità sono praticamente fuori dalla portata fi-nanziaria della Regione e, spesso, anche dello Stato. Basti pensare che un traforo viario di una montagna può costare, in media, 400 milioni di euro, ovvero quasi sei annualità di royalty petrolifere incassate dalla regione. Sen-za parlare dell’entità e della diffusione delle aree a rischio idrogeologico, che coprono il 98% del territorio della regione, e che comportano un esorbitante incremento dei costi di manutenzione ordinaria e prevenzione e messa insi-curezza del sistema viario già esistente.

Quanto sopra vale per le infrastrutture, ma anche i servizi di trasporto sono particolarmente penalizzati, essenzialmente a causa dei modesti numeri del bacino di mercato servibile, per cui risulta praticamente impossibile man-tenere in piedi servizi di trasporto, in assenza di consistenti aiuti pubblici in conto gestione a favore delle imprese concessionarie (come purtroppo dimostrano casi recenti, quali la cancellazione del treno Eurostar Taranto-Potenza-Roma, un servizio fondamentale per il territorio che solo dopo un lungo dibattito – persino in Parlamento – e numerose manifestazioni è stato ripristinato).

L’assenza di un aeroporto (lo scalo di Pisticci, in provincia di Matera, è tut-tora in fase di discussione) penalizza particolarmente il turismo (che, grazie alla città di Matera ed alla fascia metapontina, avrebbe ottime potenzialità di valorizzazione sui mercati internazionali, ma ovviamente i turisti stranieri

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

Parte II - Report sulla situazione regionale della Basilicata

devono essere portati sul territorio con facilità e rapidità) e le produzioni or-tofrutticole fresche del Metapontino che, per poter essere portate sui mercati all’ingrosso internazionali, dovrebbero essere movimentate con una rapidità superiore rispetto al trasporto su gomma oggi prevalente. In pratica, due delle principali vocazioni produttive specifiche del territorio provinciale mate-rano hanno esigenze infrastrutturali particolarmente importanti.

Deve essere inoltre annoverata anche l’annosa questione dell’assenza di un collegamento ferroviario diretto nella città di Matera.

La Basilicata ha sperimentato negli ultimi anni un declino demografico che si è accentuato in particolare nel periodo 2000-2005, durante il quale la regione ha perso quasi l’1% della popolazione (passando da 599.404 a 594.086 uni-tà). A fronte di questa diminuzione si registra anche un progressivo processo di invecchiamento (nel 2005 il 19,6% della popolazione totale era composta da ultra sessantacinquenni), nonché un aumento dei flussi migratori in usci-ta, in particolare della popolazione giovanile, causato anche dalle caratteri-stiche morfologiche della Regione che determinano un’accessibilità difficol-tosa ai centri minori e per la ricerca di una occupazione.

Tab. 5 - La popolazione in Basilicata (ultimo censimento del 2001)

Popolazione 2001 Popolazione 1991 (%)

Italia 56.995.744 56.778.031 0,4

Regione 597.768 610.528 - 2,13

Provincia di Potenza (100 comuni) 393.529 401.543 - 2,0

Provincia di Matera (31 comuni) 204.239 208.985 -2,3

Fonte: Istat

Il 2008 si era aperto all’insegna di una forte rialzo della disoccupazione sul mercato del lavoro regionale, anche per effetto di un aumento dei tassi di offerta della popolazione femminile e giovanile, e di una discreta ripresa dell’occupazione (in calo nel 2007), alimentata soprattutto dalla vivacità della domanda di lavoro nei servizi.

Nel corso dell’anno, la situazione è progressivamente peggiorata: se, da un lato, la disoccupazione ha continuato a crescere a ritmi sostenuti, dall’altro, il trend dell’occupazione ha prima rallentato e poi è tornato negativo, sotto la spinta di una crisi industriale che ha determinato perdite sempre più con-sistenti di posti di lavoro. Sebbene i fenomeni di scoraggiamento della forza lavoro siano ancora molto diffusi, nel periodo più recente sembrano aver prevalso gli “stimoli” a presentarsi sul mercato del lavoro. Ciò si può ben comprendere, del resto, nell’ottica dei nuclei familiari, dove la perdita del lavoro da parte di un componente può spingere gli altri ad abbandonare la condizione di inattività per cercare un impiego. Da questo punto di vista, è certamente significativo l’aumento dei tassi di partecipazione della popola-zione femminile che, tra l’altro, è riuscita a sfruttare al meglio le nuove occa-sioni di lavoro createsi, lo scorso anno, nei servizi.

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Parte II - Report sulla situazione regionale della Basilicata

Passando al “dettaglio” dei dati, l’occupazione regionale ha fatto registrare un saldo lievemente positivo nella media dell’intero 2008: +0,4% la variazio-ne rispetto al 2007, per quasi un migliaio di unità lavorative in più.

Tale andamento è la risultante di una crescita dei posti di lavoro nei primi 9 mesi dell’anno e di un marcato regresso nell’ultimo trimestre, quando le persone occupate sono diminuite di ben 4,5 mila unità, sempre nel confronto su base annua.

La disoccupazione, per contro, ha mostrato un trend costantemente espan-sivo nei 12 mesi, con l’unica eccezione del II trimestre (che è coinciso, pe-raltro, con il periodo di maggior incremento dell’occupazione): nella media dell’anno, i senza lavoro sono aumentati così di 3,8 mila unità, il 18,5% in più rispetto allo stock registrato nel 2007.

Sull’ampliamento dello squilibrio occupazionale hanno pesato, quindi, an-che altri fattori, oltre alla contrazione dei posti di lavoro che, come visto, si è verificata soltanto negli ultimi mesi del 2008. In primo luogo, l’aumento del numero di persone disponibili a lavorare e impegnate nella “ricerca attiva” di un’occupazione; in secondo luogo, un fenomeno legato ai processi di ricam-bio della manodopera occupata. Il fatto che sia notevolmente aumentato il numero di persone espulse dal sistema produttivo in presenza di una lieve crescita dei posti di lavoro complessivi, fa ritenere che diverse imprese ab-biano sostituito una certa quota di manodopera occupata con nuovo perso-nale, con caratteristiche di maggiore flessibilità e “proveniente” direttamente dalle non forze di lavoro.

Considerato, tuttavia, che le perdite di posti di lavoro si sono concentrate nel settore industriale mentre i nuovi posti di lavoro si sono creati nei servizi, è anche probabile che l’apparente “paradosso” di persone che perdono il lavoro in un contesto in cui il volume di lavoro aumenta rifletta l’assenza di mobilità intersettoriale all’interno del mercato del lavoro regionale, per cui chi viene espulso dall’industria difficilmente si ri-colloca nei servizi.

Per effetto degli andamenti osservati, le forze di lavoro in Basilicata sono aumentate di ben 4,6 mila unità nel 2008 (+2,1%), bilanciando esattamente la flessione registrata nel 2007.

Solo un quarto di questo incremento è imputabile alla crescita della popola-zione in età lavorativa, la restante parte essendo riconducibile ad un innal-zamento dei tassi di partecipazione al mercato del lavoro, saliti al 55,8% (un punto in più rispetto all’anno precedente).

Il confronto con il resto del Paese evidenzia scostamenti non tanto nel “se-gno” quanto nell’”intensità” delle dinamiche delle principali componenti del- l’offerta di lavoro.

La Basilicata ha subito, in particolare, una crescita più accentuata della di-soccupazione, soprattutto rispetto al Mezzogiorno (+18,5 contro +9,8%, nel-la media del 2008), ma ha mostrato anche una maggiore “tenuta” dei livelli occupazionali (in lieve calo al Sud) e un aumento significativo della quota di popolazione presente sul mercato del lavoro.

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

Parte II - Report sulla situazione regionale della Basilicata

Il tasso di disoccupazione regionale ha registrato, quindi, una brusca impen-nata (dal 9,6% del 2007 all’11,1% del 2008), ma rimane pur sempre inferiore di un punto alla media meridionale (pari al 12,1%).

Favorevole alla Basilicata è anche il differenziale (sempre rispetto al Mez-zogiorno) nei tassi di occupazione (49,6 contro 46,1%) e nei tassi di attività (55,8 contro 52,5%).

Il saldo occupazionale lievemente positivo registrato nell’intero 2008 (+0,4%) è stato favorito dalla significativa espansione della domanda di lavoro nel settore dei servizi, tendenzialmente stazionaria nel 2007, che ha bilanciato le perdite di occupati in agricoltura e, soprattutto, nell’industria.

I servizi, in particolare, hanno creato quasi 4 mila nuovi posti di lavoro, che equivalgono al 3,1% dello stock di occupati dell’anno precedente.

Positivo il contributo del comparto commerciale, dove l’occupazione ha ri-preso a crescere dopo due flessioni annuali consecutive, grazie soprattutto alla componente del lavoro autonomo, cui è imputabile l’80% dell’incremento complessivo di occupati, pari a circa 1,2 mila unità 28.

Tale andamento appare in contrasto con le difficoltà economiche che il siste-ma distributivo, nel suo complesso, sta attraversando, per effetto della pro-lungata crisi dei consumi. Una possibile spiegazione è quella che rimanda al ruolo di “settore rifugio” del commercio, dove più facilmente si tenta l’intrapre-sa quando scarseggiano altre opportunità di impiego.

Tab. 6 - L’occupazione regionale per settori valori assoluti (in migliaia di unità) e variaz. annue

Media 2008 Var. ass. annue Var. % annue2007 2008 2007 2008

Agricoltura 15,2 -1,3 -1,0 -7,4 -6,0Industria 53,1 -1,0 -2,1 -1,8 -3,8

• in senso stretto 32,3 1,3 -1,2 4,0 -3,5• costruzioni 20,8 -2,3 -0,9 -9,6 -4,2

Servizi 127,5 0,2 3,9 0,2 3,1• commercio 26,9 -0,0 1,2 -0,1 4,5• altri servizi 100,6 0,3 2,7 0,3 2,7

Totale occupati 195,8 -2,1 0,8 -1,0 0,4

Fonte: Unioncamere

La maggior quota di nuova occupazione terziaria si è concentrata, tuttavia, nelle attività non commerciali: +2,7 mila unità (+2,7%), pari al 70% dell’incre-mento complessivo. Anche in questo caso, la componente più dinamica è risultata quella del lavoro autonomo (+5,4%), sebbene il contributo maggiore alla crescita della base occupazionale, in termini assoluti, sia venuto dai la-voratori dipendenti, aumentati di 1,6 mila unità.

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

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Parte II - Report sulla situazione regionale della Basilicata

Allo stato attuale, a pagare il prezzo più alto della crisi economica è il settore industriale, dove si sono persi oltre 2 mila posti di lavoro nel 2008, che si aggiungono al migliaio circa venuti a mancare nel 2007.

Continua a cedere, infine, l’occupazione agricola, costantemente in calo dal 2005: le perdite dello scorso anno ammontano a circa un migliaio di unità, ma risultano comunque più contenute (sia in termini assoluti che relativi) rispetto a quelle registrate nel recente passato.

Tab. 7 - Persone in cerca di occupazione e non forze lavoro valori assoluti (in migliaia di unità) e variaz. annue

Media 2008 Var. ass. annue Var. % annue2007 2008 2007 2008

Persone in cerca di lavoro 24,4 -2,6 -3,8 -11,2 18,5

• disoccupati in senso stretto 16,7 -0,2 3,1 -1,8 22,8

• in cerca di prima occupazione 7,7 -2,3 0,7 -25,2 10,0

Non forze di lavoro 174,2 6,3 -3,4 3,7 -1,9

• cercano lavoro non attivamente 21,0 -0,7 0,8 -3,3 3,8

• non cercano, ma disponibili al lavoro 23,7 6,0 1,3 36,4 5,7

• non cercano e non disponibili 129,5 1,0 -5,5 -0,8 -4,0

Fonte: Unioncamere

Da un punto di vista più “strutturale”, la disoccupazione regionale si distin-gue, rispetto a quella osservata nel resto del Paese, per i seguenti aspetti tra loro correlati:

» un più elevato tasso di disoccupazione giovanile, che supera di oltre 10 punti la media nazionale, nonostante un minor grado di partecipazione dei giovani lucani al mercato del lavoro;

» una maggiore incidenza dei disoccupati di lunga durata, vale a dire, le persone in cerca di occupazione da oltre 12 mesi;

» una maggiore incidenza delle persone in cerca di primo impiego e, quindi, senza esperienza lavorativa

Le componenti delle forze di lavoro e non forze di lavoro hanno mostrato andamenti abbastanza differenziati in base al genere, dai quali emerge una situazione di relativo maggiore svantaggio, sul mercato del lavoro, per la popolazione maschile.

In primo luogo, si può osservare come l’occupazione sia aumentata soltanto tra le donne (1,8 mila occupate in più nel 2008), mentre le opportunità di im-piego si sono ridotte per gli uomini, che hanno accusato un migliaio di occu-pati in meno. Tale dicotomia di andamenti è riconducibile, essenzialmente, al differente dinamismo occupazionale che ha caratterizzato i principali settori di attività economica, in considerazione della diversa incidenza del lavoro maschile e femminile all’interno di ciascuno.

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

Parte II - Report sulla situazione regionale della Basilicata

Tab. 8 - Forze di lavoro e non forze di lavoro per genere valori assoluti in migliaia di unità (media 2008)

valori assoluti var. % 2007/2008uomini donne uomini donne

Forze di lavoro 139,6 80,6 1,9 2,6

Occupati 127,5 68,3 -0,8 2,7

In cerca di lavoro 12,2 12,2 41,3 2,1

• disoccupati in senso stretto 9,0 7,8 49,3 1,9

• in cerca di 1a occupazione 3,2 4,5 22,9 2,3

Non forze di lavoro (15-64 anni) 58,7 115,5 -3,3 -1,2

• cercano non attivamente 7,5 13,6 -3,5 8,4

• non cercano ma disponibili 7,6 16,1 -0,8 9,0

• non cercano e non disponibili 43,6 85,9 -3,7 -4,2

Fonte: Unioncamere

La componente maschile, ad esempio, ha pagato fortemente la crisi occupa-zionale dell’industria, dove rappresenta quasi il 90% dell’intera forza lavoro occupata, subendo un calo di oltre 2 mila occupati. Per contro, la componen-te femminile ha beneficiato della significativa espansione dell’occupazione nei servizi, dove oltre il 70% dei nuovi posti di lavoro creati (circa 2,8 mila) sono stati appannaggio delle donne.

Tab. 9 - L’occupazione per genere e settori valori assoluti in migliaia di unità (media 2008)

valori assoluti var. % 2007/2008uomini donne uomini donne

Agricoltura 10,0 5,3 2,4 -18,7

Industria 46,7 6,4 -4,6 2,4

• in senso stretto 26,4 5,9 -5,5 6,4

• costruzioni 20,2 0,5 -3,3 -28,3

Servizi 70,8 56,7 1,5 5,3

• commercio 17,2 9,7 2,7 7,9

• altri servizi 53,6 47,0 1,1 4,7

Totale occupati 127,5 68,3 -0,8 2,7

Fonte: Unioncamere

Nel contesto di un sensibile innalzamento dei tassi di partecipazione al mer-cato del lavoro a livello di entrambi i generi (lo scorso anno, la quota di po-polazione attiva è salita dal 69,3 al 70,4% tra gli uomini e dal 40,3 al 41,2% tra le donne), le diverse dinamiche dell’occupazione hanno determinato un forte aumento della disoccupazione maschile, balzata a 12,2 mila unità (3,6 mila in più rispetto all’anno precedente) ed una sostanziale stazionarietà di quella femminile.

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Parte II - Report sulla situazione regionale della Basilicata

I dati relativi agli interventi della Cassa Integrazione Guadagni a tutela dei livelli occupazionali nel settore industriale sono certamente tra i più emble-matici della gravità dell’attuale crisi economica.

Nel 2008 sono state ben 5 milioni e 515 mila le ore complessivamente au-torizzate alle imprese manifatturiere lucane, contro i 2 milioni e 128 mila dell’anno precedente; mentre nel primo trimestre del 2009 si è già arrivati a quota 2 milione e 148 mila. Traducendo quest’ultimo monte-ore in occupati a tempo pieno, si può stimare una “eccedenza” di manodopera a carico delle imprese, all’inizio di quest’anno, pari a circa 4,6 mila unità 31.

A schizzare in alto sono stati soprattutto gli interventi ordinari (quelli con-cessi a fronte di difficoltà di natura congiunturale), ma anche il ricorso agli interventi straordinari ha fatto registrare una forte impennata, a segnalare un inasprimento delle situazioni di crisi strutturale già presenti nel tessuto produttivo regionale.

La CIG ordinaria ha mostrato una progressione quasi esponenziale nel cor-so del 2008, passando dalle 183 mila ore del I trimestre al milione e 818 mila del IV, per totalizzarne – nell’intero anno – quasi 3 milioni e 300 mila (il 60% circa del totale).

Gli interventi, tuttavia, si sono concentrati in larga parte in un settore sol-tanto, quello dell’industria metalmeccanica (dove incidono, evidentemente, i “numeri” della SATA di Melfi), che ha assorbito quasi l’85% del monte-ore complessivo autorizzato. L’altro settore che ha incrementato in misura signi-ficativa il ricorso alla CIG ordinaria è stato quello dell’industria chimica, dove si è passati dalle 77 mila ore del 2007 alle 256 mila del 2008, i due terzi delle quali concesse nell’ultima frazione dell’anno.

In flessione sono risultati, invece, gli interventi negli altri principali comparti del manifatturiero, compresi il tessile/abbigliamento e il legno e mobile, dove la crisi è ormai da tempo di natura strutturale e viene fronteggiata, quindi, con interventi della CIG straordinaria.

Alla CIG ordinaria stanno ricorrendo anche numerose imprese del compar-to edile, sia industriali che artigiane: sebbene in netto calo rispetto al 2007 (-34,6%), le autorizzazioni hanno comunque superato, lo scorso anno, le 860 mila ore.

Da un punto di vista territoriale, è interessante osservare che la quasi tota-lità della CIG ordinaria (93%) interessa la provincia di Potenza; al contrario, la stragrande maggioranza di quella straordinaria (85%) si concentra nella provincia materana. Nel contesto di una crisi produttiva generalizzata, le due aree si caratterizzano, quindi, per “accentuazioni” diverse della stessa, con un’ampia prevalenza di fattori di criticità strutturale (certamente più difficili da affrontare) nella provincia di Matera e di problemi di natura congiunturale in quella di Potenza.

Nonostante il mercato del lavoro sia caratterizzato ancora da difficoltà og-gettive, un dato confortante riguarda il livello di istruzione della popolazione; la percentuale di quest’ultima in età 20-24 anni che ha conseguito almeno il

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

Parte II - Report sulla situazione regionale della Basilicata

diploma di scuola secondaria superiore è pari al 76%. Si riscontrano tutta-via delle carenze relative all’offerta universitaria e l’indice di attrattività delle università5 sembra confermarlo (- 164,5 nel 2005 e -203,0 per l’anno 2006), favorendo fenomeni migratori di tipo intellettuale.

Inquadramento della questione infrastrutturale della BasilicataAll’inizio del ciclo 2000-2006, la Basilicata appare come una regione pena-lizzata da un grave gap di reti ed infrastrutture di connessione con l’esterno, ma anche di reti di connessione interne al territorio regionale stesso, sì da creare ulteriori squilibri interni nelle opportunità di accesso alle reti di traspor-to strategiche.

Data la frammentarietà e le carenze della rete infrastrutturale regionale, le aree di bordo sono quelle che, più facilmente delle altre, hanno realizzato processi di integrazione con i sistemi produttivi delle regioni limitrofe (Matera con Bari, il Vulture con Foggia, il Metapontino con Taranto, Lauria e Lagone-gro con il Vallo di Diano).

Questi processi hanno inevitabilmente accentuato l’isolamento delle aree interne (Pollino, Val d’Agri, Alto Bradano, Collina Materana, alto Basento, Senisese e Serrapotamo) dove i costi di insediamento sono aggravati dalle caratteristiche orografiche del territorio. Persino molti dei siti produttivi più importanti sono serviti da infrastrutture inadeguate sotto il profilo delle carat-teristiche di base: il polo Fiat di Melfi è servito da una strada statale ad una sola corsia, il polo del salotto di Matera è praticamente isolato da qualsia-si connessione logistica. La debole accessibilità con l’esterno, determinata dalla prevalenza del territorio montano, è aggravata da una dotazione nelle infrastrutture di trasporto che, a inizio del ciclo 2000-2006, colloca la Basili-cata fra le ultime regioni italiane in tal senso. Morfologia e debolezza della dotazione infrastrutturale concorrono, quindi, a rendere la Basilicata una re-gione che, pur avendo una posizione potenzialmente baricentrica fra Tirreno ed Adriatico, risulta in buona parte isolata rispetto ai principali flussi nazionali di trasporto di merci e persone.

Il sistema economico regionale risente della mancanza di un territorio ade-guatamente attrezzato per offrire alle imprese quelle esternalità positive, uti-li ad incrementarne il potenziale competitivo rispetto ad aziende operanti in altri territori. Vi è una generalizzata carenza di servizi alle imprese e di idonee infrastrutture di collegamento con il resto del Paese, in primis con gli snodi portuali ed aeroportuali di Bari, Brindisi,Taranto, Salerno, Napoli e Gioia Tauro, che costituiscono i terminali fondamentali di collegamento fra Mezzogiorno ed Europa centro settentrionale. Inoltre, l’assenza di un aero-porto regionale ed una rete ferroviaria particolarmente carente penalizzano ulteriormente le potenzialità di sviluppo della regione soprattutto nel compar-to turistico.

5 Rapporto percentuale tra saldo migratorio netto degli studenti (differenza tra gli immatricolati iscritti nelle sedi della Regione e gli immatricolati al sistema universitario residenti nella Regione stessa) e il totale degli studenti immatrico-lati

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Parte II - Report sulla situazione regionale della Basilicata

Per quanto riguarda le infrastrutture viarie e ferroviarie regionali, ad inizio programma 2000-2006, la Basilicata si colloca agli ultimi posti della gradua-toria delle regioni meridionali facendo registrare (fatto 100 il totale delle do-tazioni nazionali) un indice pari al 45,1%. In particolare, risulta al penultimo posto nel meridione per quanto riguarda il chilometraggio complessivo della rete viaria (circa 4.900 Km. di autostrade, strade statali e strade provinciali, pari a 48,78 Km/10.000 Kmq).

Va però sottolineato come il dato non tiene conto dell’orografia particolar-mente accidentata delle zone interne montuose.

Inoltre, la Basilicata è al penultimo posto anche per quanto riguarda il chi-lometraggio complessivo della rete ferroviaria (440 Km su una superficie di 9.992 Kmq e solo 15 comuni su 131 raggiungibili dal sistema ferroviario). Soltanto il 46,6% della rete, corrispondente alle linee Battipaglia – Potenza - Metaponto ed ai brevi tratti della Tirrenica e della Jonica, risulta elettrificato. In termini di peso sul totale nazionale va sottolineato, poi, che la rete ferro-viaria della Basilicata è pari allo 0,8% in termini di treni, all’1,2% in termini di treni/Km ed allo 0,7% in termini di posti/Km.; risulta, peraltro, frammen-tata sia in relazione alle aree servite che rispetto alla gestione differenziata (F.S., F.A.L.), circostanza questa che non ha consentito di configurare una rete di servizi integrata al territorio ed alla domanda da servire. Per contro, il sistema del trasporto su gomma favorito dall’ammodernamento del siste-ma stradale che la Regione ha dovuto portare avanti negli ultimi venti anni per sopperire alla carenza e/o mancanza di sistemi di trasporto alternativi, svolge un servizio diffuso con un livello di offerta accettabile per i soli servizi interni fondamentali (spostamenti scolastici e lavorativi pendolari), ma scon-ta rilevanti penalizzazioni per gli spostamenti di media e lunga percorrenza.

La carenza di un adeguato sistema infrastrutturale, viario e ferroviario, de-termina una limitata accessibilità alle città, alle aree industriali ed alle locali-tà turistiche, accentuando quell’isolamento geografico che tradizionalmente caratterizza la Basilicata.

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

Parte II - Report sulla situazione regionale della Basilicata

Fig. 1 - Assetto della rete di trasporto in Basilicata

Autostrade Strade Statali Ferrovie

Fonte: Istituto Tagliacarne – CNEL, Atlante delle infrastrutture

Inoltre, sul versante delle infrastrutture ambientali, particolari criticità si rile-vano nei seguenti ambiti:

» acque: La cospicua risorsa idrica disponibile (circa 900 milioni di mc annui) viene utilizzata principalmente per scopi irrigui (370 milioni di mc annui). Per quanto attiene agli usi idropotabili, la stima del rapporto tra i volumi immessi in rete ed i volumi effettivamente erogati evidenzia una perdita media pari al 63,9% attribuibile prevalentemente a perdite diffuse nel sistema di distribuzione (51,7%). Il servizio di fognatura as-sicura una copertura dell’88,8% della popolazione regionale, quello di depurazione il 74,7% con circa l’80% di impianti funzionanti sul totale

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Parte II - Report sulla situazione regionale della Basilicata

esistente. Si rilevano, quindi, ancora rilevanti carenze di offerta nella struttura integrata di trattamento delle acque, che non è integralmente chiusa;

» rifiuti: I rifiuti urbani oggetto di raccolta differenziata ammontano, nel 1999, a 4.919 t/anno pari al 2,25% del totale di rifiuti urbani prodotti. Lo smaltimento in discarica risulta essere la principale modalità di smalti-mento dei rifiuti sia urbani che speciali. La dotazione di impianti per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti urbani consiste in un impianto di selezione e compostaggio e in 37 discariche; vi sono inoltre 13 disca-riche per i rifiuti speciali e speciali pericolosi. Appare, quindi, carente sia il sistema di riciclo e riutilizzo dei rifiuti sia il sistema di eliminazione definitiva degli stessi.

In materia di infrastrutture sociali, un punto di particolare attenzione riguar-da il sistema socio sanitario. La fotografia della situazione regionale appare connotata da diversi fattori di squilibrio, quali una popolazione che inizia ad invecchiare, in termini di età media, e percepisce in misura sempre più cri-tica il suo stato di salute (tale dato è confortato dai più alti tassi di mortalità, rispetto al dato medio nazionale, registrati nel 2001 per specifiche patologie - diabete e malattie dell’apparato digerente, malattie infettive, malattie del sistema circolatorio).

Stanti le criticità sopra descritte, il POR 2000-2006 ha adottato una strategia mirata ad attenuare il gap di offerta di infrastrutture, non solo puntando sulla rete fisica, ma anche su quella immateriale; nell’economia dell’informazione, infatti, l’accessibilità al web diventa un fattore di inclusione fondamentale ed irrinunciabile. La situazione di partenza giustificava, poi, un’attenzione particolare su tale aspetto, posto che, nel 2000, solo l’11,4% delle famiglie in regione dichiarava di avere accesso ad Internet, a fronte di una media nazionale del 15,4%.

Quindi, una azione mirata a potenziare ed ammodernare il “backbone” - estendendo la banda larga a tutto il territorio regionale - ed ad estendere l’uso di Internet a tutte le famiglie regionali, avrebbe consentito di superare, almeno in parte, la condizione di perifericità ed isolamento fisico della regio-ne.

Coerentemente con tale visione, la Società dell’Informazione in Basilicata ha subito un forte impulso nel precedente periodo di programmazione comuni-taria grazie al Piano BASITEL. L’impegno della Regione nella promozione e diffusione di strumenti, servizi e applicazioni basati sulle tecnologie dell’in-formazione e della comunicazione ha trovato, nel ciclo 2000-2006, conferma nella implementazione del progetto integrato BASITEL2, a valere sull’Asse VI del POR, e riceverà ulteriore impulso dalla previsione nella successiva fase di attuazione del P.O. del progetto integrato BASITEL plus, che con-sentirà il completamento dell’allestimento di strumenti e servizi strettamente connessi con il Piano Nazionale del Governo per l ’e-government.

Le innovazioni introdotte tramite Basitel 2 sono numerose. Tra queste, meri-tano di essere menzionate:

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

Parte II - Report sulla situazione regionale della Basilicata

» la piena funzionalità della RUPAR (Rete Unitaria della Pubblica Ammi-nistrazione regionale), ovvero la interconnessione di tutti gli enti locali e strumentali, la dotazione di strumenti di connettività per oltre 40.000 famiglie ed un numero di cittadini stimabili in oltre 120.000 unità (circa il 20% della popolazione totale);

» il call center del CUP (centro unico di prenotazione dei servizi sanitari);

» un portale multicanale contact-center per il miglioramento dell’accessi-bilità ai servizi regionali;

» i servizi di sostegno all’e-commerce ed all’e-learning;

» la firma elettronica per l’autenticazione digitale necessaria per la frui-zione sicura dei servizi telematici.

Inoltre, con il progetto Entiloc@linrete si è attivato un investimento mirato per superare il “digital divide” relativo ai piccoli comuni, dimensione caratte-rizzante tanta parte della realtà istituzionale regionale, finanziando una dota-zione tecnologica minimale, l’alfabetizzazione informatica del personale, la costruzione di uno sportello informativo e di servizi al cittadino e potenziando le forme di aggregazione di enti sul territorio per la realizzazione di servizi comuni.

IL PIANO BASITEL

Il piano Basitel, si articolava in quattro sottoprogrammi integrati sotto deno-minati sinteticamente con le relative finalità:

INFRATEL il sottoprogramma mira allo sviluppo delle infrastrutture della rete telematica per la Pubblica Amministrazione sul territorio regionale

PASERVil sottoprogramma mira allo sviluppo di servizi di base e di servizi applicativi della Regione e delle Pubbliche Amministrazioni locali, resi accessibili ai cittadini ed alle imprese, sul territorio regionale

RISUPA

il sottoprogramma mira alla formazione delle risorse umane ed allo sviluppo dei contesti organizzativi della Regione e delle Pubbliche Amministrazioni locali, per i relativi processi di innovazione connessi allo sviluppo della So-ciety dell’informazione

INFOSOCil sottoprogramma mira a favorire lo sviluppo dei contesti economici, sociali e culturali del territorio regionale tramite il loro efficace inserimento nella So-ciety dell’Informazione

Naturalmente, la strategia complessiva non ometteva di potenziare i colle-gamenti fisici, con particolare attenzione alla rete viaria, e di colmare i gap ancora esistenti nella dotazione di infrastrutture ambientali e socio sanitarie. Sotto il profilo degli interventi sulla rete fisica, attraverso l’adozione del Piano Regionale di Viabilità, la Regione si è dotata di un ampio “parco progetti” ed ha dato avvio agli interventi. Inoltre, il Documento di Aggiornamento del Piano Regionale dei Trasporti evidenzia la necessità di procedere alla iden-tificazione di un sistema integrato delle diverse modalità di trasporto presenti sul territorio regionale capace di ottimizzare le prestazioni offerte, valorizzare il patrimonio complessivo disponibile in termini di infrastrutture e rispondere all’insieme delle esigenze della domanda di trasporto.

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

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Parte II - Report sulla situazione regionale della Basilicata

Una parte consistente degli interventi sulla rete fisica previsti dal POR è stata ripresa, almeno per quanto riguarda la componente strategica degli stessi, dalla Legge Obiettivo, ed in particolare:

Tab. 10 - Interventi di preminente interesse nazionale nella Regione Basilicata: Legge Obiettivo

Corridoi ferroviari Tratta lucana Taranto – Sibari

Corridoi stradali Tratta lucana Salerno – Reggio Calabria (con intervento nel tratto Nova Siri – Metaponto)

Collegamenti tra-sversali stradali

Nord-Sud Tirreno Adriatico tra A3 ed A16 (Lauria–Potenza–Melfi–Can-dela)Salerno – Potenza – Bari (con intervento programmato tra bivio Vaglio ed innesto S.S. 96/S.S. 169)

Pollino – Murgia (con interventi previsti tra Matera e Gioia del Colle, Pi-sticci e Valsinni e Ferrandina e Matera

Fonte: M. Spinedi, Regione Basilicata “Strategie nazionali e scenari regionali della Basilicata nella mobilità delle merci e dei passeggeri, 2006

Un elenco più generale degli interventi infrastrutturali strategici previsti dal POR e dai documenti programmatici regionali per il 2000-2006 è invece il seguente:

Tab. 11 - Interventi infrastrutturali suddivisi per modalità di trasporto

Corridoi ferroviari

Completamento del tracciato ferroviario Ferrandina – Matera la Mar-tella – Venusto – Altamura – Bari

Razionalizzazione ed efficientamento della linea Matera – Bari delle Ferrovie Appulo Lucane (FAL)

Ammodernamento linea Potenza – San Nicola di Melfi

Sdoppiamento binario tratta Potenza – Avigliano (FS/FAL)

Variante progettuale Marinella – Venusto (FAL)

Corridoi stradali

Itinerari di connessione alla rete SNIT (Sistema Nazionale Integrato dei Trasporti)

Completamento asse Bradanico

Completamento A3 – Agrina (Paterno – Padula)

Collegamento Alto: Bradanica – Potenza – Melfi

Collegamento superiore: Bradanica – Ofantina

Collegamento lagonegrese – A3

Itinerari trasversali tra le fondovalli:

Collegamento Nord-Sud (Bradanica – Sinnica)

Collegamento Bradanica – Agrina

Collegamento Basentana – Sinnica

Collegamento alto Agrina – Sinnica

Collegamenti Centri – Fondovalli – Aree Industriali

Centri IntermodaliInterporto di Tito

Centro Intermodale di Ferrandina

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

Parte II - Report sulla situazione regionale della Basilicata

Mobilità Urbana

Completamento dell’Anello Metropolitano FAL (PZ)

Completamento stazione autolinee e percorsi pedonali (PZ)

Collegamento pedonale meccanizzato stazione

F.F.S.S. - stazione autolinee (PZ)

Realizzazione del collegamento meccanizzato Porta Salza – Monte Cocuzzo (PZ)

Miglioramento accessibilità carrabile e pedonale centro storico (PZ)

Realizzazione di Visitor’s Center negli Ipogei diPiazza Vittorio Veneto (MT)

Realizzazione area attrezzata per accoglienza camper (MT)

Piano strategico metropolitano dell’hinterland potentino (PZ)

Piano strategico metropolitano comune di Matera (MT)

Trasporto AereoAmpliamento dell’avio superficie di Grumento

Realizzazione dell’aeroporto civile della Basilicata

Fonte: M. Spinedi, Regione Basilicata “Strategie nazionali e scenari regionali della Basilicata nella mobilità delle merci e dei passeggeri, 2006

Le Misure messe in campo dal POR Basilicata 2000-2006 per il potenzia-mento infrastrutturale, con il relativo stato di avanzamento al 31.12.2006, sono di seguito illustrate.

(La fonte di riferimento principale è costituita dal Rapporto Annuale di Esecu-zione 2006 del POR Basilicata).

Misura VI.1 – Potenziamento delle reti locali di trasporto (FESR)

La misura è tesa al superamento del divario infrastrutturale esistente all’in-terno del sistema di trasporto regionale e si articola in sei differenti azioni che affrontano i seguenti tematismi: Viabilità a valenza regionale, Viabilità a valenza infraregionale, Aviosuperfici, Infrastrutture logistiche.

Lo stato di avanzamento fisico di detta Misura risulta insoddisfacente, so-prattutto se confrontato con il buon avanzamento finanziario. Di fatto, l’unica azione avviata è stata la realizzazione di 95 interventi sulla viabilità inter-na, ovvero sulle connessioni a esclusiva valenza infraregionale, ad anche questa azione appare ancora lontana dal realizzare quanto previsto da tale Misura, in termini di obiettivi iniziali.

Per quanto riguarda l’azione relativa alla realizzazione di uno scalo aero-portuale, tale intervento non è stato ancora realizzato, perché la gestazione della soluzione per garantire una maggior connettività ai traffici aerei della Basilicata è stata molto lunga e, per certi versi, non è ancora stata defini-tivamente risolta. La scelta della Regione è stata quella di ristrutturare e potenziare una pista aerea già esistente, la “pista Mattei” a Pisticci, che at-tualmente è utilizzata solo per voli turistici. Il progetto nasce da un percorso di tipo modulare che si indirizza, nella sua fase iniziale, al soddisfacimento principalmente di un’utenza di tipo turistico su base stagionale destinata alla costiera ionica della Basilicata e della Puglia ed all’area di Matera.

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Parte II - Report sulla situazione regionale della Basilicata

L’altro grande progetto previsto dalla Misura in questione, e non ancora at-tuato, è quello relativo all’interporto di Tito. L’interporto si colloca, nel Comu-ne di Tito (PZ), a circa 8 Km. dalla città di Potenza, lungo il raccordo auto-stradale Sicignano - Potenza e sulla linea ferroviaria di attraversamento della regione relativa al collegamento Roma – Taranto, a ridosso di una delle più vaste aree industriali della Regione, gestita dal Consorzio ASI, che assorbe più di 1.900 addetti.

L’Interporto di Tito intende qualificarsi come “Centro Servizi per la Logistica, la distribuzione ed il Commercio Internazionale”, al servizio – in particolare – delle produzioni agro-industriali.

Il progetto, nella sua configurazione finale, interessa una superficie di oltre 1 milione di mq, per un costo di investimento complessivo stimato intorno ai 160 milioni di Euro.

Misura VI.2 – Reti Immateriali (FESR)

La misura è tesa a favorire l’impiego delle nuove tecnologie informatiche, a promuovere un più facile accesso dei cittadini ai servizi essenziali, a promuo-vere la conoscenza delle potenzialità della società dell’informazione, nonché a sostenere i processi di internazionalizzazione e cooperazione transnazio-nale ed interregionale.

Come evidenzia il Rapporto Annuale di Esecuzione del POR, “la misura ha dimostrato di stare conseguendo gli obiettivi previsti, come attestato dal (...) perseguimento dell’obbiettivo di incremento del numero di famiglie in pos-sesso di personal computer”.

Per quest’ultima circostanza ha contribuito la conclusione nel corso dell’ano 2006 del progetto “Cittadinanza elettronica – Computer in ogni casa 2”, il cui impatto positivo è riconosciuto dall’ISTAT che attesta come la Basilica-ta sia tra le regioni italiane con la maggior diffusione di Internet. Nel corso del 2006 inoltre si è provveduto a potenziare ulteriormente il sistema dell’e-government e dell’informatizzazione della P.A. e a rafforzare i servizi alla cittadinanza fruibili attraverso il portale istituzionale, per il quale si è inoltre avviata una fase di reingegnerizzazione.

Si è inoltre avviata la sperimentazione di una piattaforma digitale terrestre finalizzata al potenziamento dei servizi di interattività con la popolazione re-sidente. Al fine della riduzione del digital divide si è inoltre provveduto nel corso del 2006 ad avviare attività di infrastrutturazione di telecomunicazioni in fibra ottica e reti wireless.

L’infrastrutturazione in ambito urbano è stata, invece, perseguita attraverso le Misure dell’Asse V del POR, programmate tramite i due Pisu (programmi integrati di sviluppo urbano) di Potenza e Matera. Al 31.12.2006, la situazio-ne è la seguente:

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

Parte II - Report sulla situazione regionale della Basilicata

Misura V.1 – Politiche per il rafforzamento e la riqualificazione delle aree urbane (FESR)

La misura mira al rafforzamento della qualità del sistema urbano regionale da perseguirsi, prioritariamente, nelle città di Potenza e Matera.

La realizzazione degli interventi è in fase avanzata, in modo particolare gli interventi di riqualificazione del verde urbano (100%). Gli interventi che il si-stema di monitoraggio definisce come “arredo urbano” che comprendono in realtà interventi di “riqualificazione del centro storico” e delle sue emergenze storico -culturali, si attestano su una percentuale di realizzazione fisica del 40% circa. Risulta consistente anche l’avanzamento dell’azione relativa alla realizzazione di sistemi di mobilità integrata mentre la realizzazione di par-cheggi è partita solamente nel 2007.

L’avanzamento delle infrastrutture di carattere ambientale è, invece, sintetiz-zabile come segue:

Misura I.1 – Ciclo integrato dell’acqua (FESR)

La Misura, in accordo con il Piano regionale degli acquedotti e con il Piano di tutela delle acque, mira a garantire la disponibilità di risorse idriche ade-guate per scopi civili e industriali, principalmente attraverso interventi di mi-glioramento e razionalizzazione delle condizioni di accumulo, vettoriamento, distribuzione e collettamento delle acque nonché la promozione di interventi di depurazione e riutilizzo delle acque reflue.

Misura I.3 – Rifiuti ed inquinamento (FESR)

La misura è finalizzata alla salvaguardia e tutela dell’ambiente attraverso la riduzione della produzione dei rifiuti - e del loro indice di pericolosità - ed una gestione integrata degli stessi. Per il raggiungimento di tali obiettivi, la Misura è stata articolata in quattro azioni che concernono la realizzazione di attività di accompagnamento e di supporto (Azione A), interventi volti a favorire la raccolta differenziata ed il riciclaggio di rifiuti (Azione B), la realizzazione di impianti di smaltimento di rifiuti urbani (Azione C) e il recupero di siti conta-minati (Azioni D).

Per ciò che concerne lo stato di realizzazione fisica, la misura evidenzia si-gnificativi avanzamenti sul fronte della realizzazione degli impianti di smalti-mento e della bonifica dei siti inquinati con particolare riferimento al recupero dei siti contaminati (Azioni C e D). Segnali confortanti sono arrivati anche da quegli interventi volti a favorire la raccolta differenziata dei rifiuti, ricadenti nell’azione “B”, che negli ultimi mesi dell’anno 2006 hanno fatto registrare l’avvio di due importanti progetti localizzati rispettivamente nei territori del Vulture-Melfese e del Lagonegrese Grazie ai significativi avanzamenti sul fronte della realizzazione delle operazioni di smaltimento e bonifica dei siti contenenti amianto, la Misura registra significativi avanzamenti in termini di risultati raggiunti.

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Parte II - Report sulla situazione regionale della Basilicata

Il mercato estero: l’interscambio commerciale: il quadro generaleDopo un biennio di crescita a ritmi molto sostenuti, le esportazioni regionali hanno accusato una battuta d’arresto nel 2008, scontando i minori volumi di fatturato estero realizzati dal settore auto che, in positivo (mercati in espan-sione) e in negativo (mercati in calo), continua a condizionare fortemente i consuntivi del made in Basilicata, costituendone la porzione di gran lunga più importante.

La “frenata” ha iniziato a manifestarsi a partire dalla scorsa estate, in coin-cidenza con il progressivo deterioramento della congiuntura internaziona-le, per assumere le dimensioni di un vero e proprio crollo nella parte finale dell’anno. In questo scenario negativo, non sono mancate tuttavia le ecce-zioni, con alcune produzioni (anche “tradizionali”) che sono riuscite, a dispet-to della crisi, a trovare nuovi sbocchi sui mercati internazionali e ad aumen-tare le vendite.

Le maggiori difficoltà per l’export lucano si sono registrate sui mercati dell’Unione Europea, che hanno evidenziato una forte contrazione, mentre si sono mantenuti espansivi i mercati extra-UE che, negli ultimi anni, sono diventati sempre più importanti nell’interscambio commerciale della regione e pesano oggi – per oltre un terzo sul flusso complessivo di merci esportate.

In flessione sono risultate anche le importazioni, il cui andamento ha risentito della minore domanda di materie prime e semilavorati da parte del sistema produttivo locale, effetto dei bassi volumi di attività che ne caratterizzano l’attuale fase congiunturale.

Il valore complessivo delle vendite all’estero del “sistema Basilicata” ha sfio-rato di poco i 2 miliardi di euro nel 2008, registrando una flessione del 6,6% rispetto al 2007 ma rimanendo pur sempre sui livelli più elevati degli ultimi anni. A livello nazionale, invece, l’export è rimasto pressoché fermo, mentre ha continuato a crescere – sebbene a ritmi molto ridotti – nel Mezzogiorno, dove ha fatto segnare un incremento tendenziale del 3,3%.

Sul bilancio negativo dell’export lucano dello scorso anno ha influito il set-tore auto, le cui vendite sui mercati internazionali hanno subito un calo del 23,7% (oltre 330 milioni di euro in meno), dopo due anni di forte espansione, con valori quasi raddoppiati rispetto a quelli registrati nella prima metà del decennio.

A compensare, almeno parzialmente, tale flessione ha contribuito il nuovo exploit dei prodotti petroliferi, favorito anche dal forte rialzo delle quotazioni internazionali: con 380 milioni di euro (circa il 90% in più rispetto al 2007), questa merceologia rappresenta ormai la seconda “voce” più importante dell’export regionale.

Tab. 12 - Esportazioni regionali per categorie merceologiche valori assoluti (in migliaia di Euro) e var. % su anno precedente

valori assoluti variaz. % annue2006 2007 2008 2006 2007 2008

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

Parte II - Report sulla situazione regionale della Basilicata

Mezzi di trasporto 1.166.242 1.395.007 1.063.963 86,4 19,6 -23,7Energetici 72.143 201.983 380.299 180,0 88,3Metalmeccanici 96.402 104.915 170.625 53,7 8,8 62,6Chimici 78.045 90.160 86.582 57,3 15,5 -4,0Mobili 148.673 123.216 84.104 -31,2 -17,1 -31,7Agroalimentari 33.596 39.661 61.821 3,7 18,1 55,9Gomma, plastica 48.308 57.938 45.333 0,2 19,9 -21,8Tessili, abbigliamento 34.648 37.485 38.240 33,8 8,2 2,0Pelli, cuoio, calzature 27.928 25.815 14.511 22,9 -7,6 -43,8Altri prodotti 15.535 24.296 15.707 3,9 56,4 -35,4Totale 1.721.520 2.100.476 1.961.185 56,5 22,0 -6,6Totale - mezzi trasporti 540.621 705.469 897.222 14,0 30,5 27,2

Fonte: Unioncamere

È proseguito, inoltre, il trend espansivo dei prodotti metalmeccanici in atto dal 2006: +62,6% la variazione su base annua, per un valore complessivo che ha superato i 170 milioni di euro.Analogamente rilevante l’incremento del fatturato estero del comparto agro-alimentare (+55,9%), grazie soprattutto ai prodotti agricoli non trasformati, il cui export è passato dai 18,8 milioni di euro del 2007 ai 37,3 del 2008; nell’in-dustria alimentare, invece, l’aumento è stato nell’ordine dei 3 milioni e mez-zo di euro 18. positivo è risultato l’andamento dell’export dei prodotti tessili (+2,0%), sebbene l’intero “sistema moda” abbia accusato una flessione, per l’andamento marcatamente negativo del comparto “pelli, cuoio e calzature”.

Cedimenti più o meno vistosi hanno caratterizzato le restanti merceologie, a partire dal mobile, in caduta libera negli ultimi 4 anni: nel 2008 il valore dell’export del settore è sceso a 84,1 milioni di euro, il 31,7% in meno rispet-to al 2007. Molto pesante anche il calo dell’export dei prodotti della gom-ma e materie plastiche (- 21,8%), mentre l’industria chimica ha contenuto le “perdite” al 4,0%, per effetto dei positivi risultati conseguiti nella prima metà dell’anno.Gli andamenti dell’export in termini monetari, finora analizzati, riflettono sia le variazioni delle quantità di merci esportate sia le variazioni del loro valore unitario.

Le importazioni regionaliAnche per l’altra componente dell’interscambio commerciale, il consuntivo del 2008 si è chiuso con il segno meno; le importazioni sono diminuite, in-fatti, dell’11,2%, dopo un biennio in discreta espansione. A determinare tale andamento hanno contribuito pressoché tutte le principali merceologie, con l’unica eccezione dei prodotti agroalimentari, i cui acquisti sono notevolmen-te aumentati (+48,4% rispetto al 2007), superando per la prima volta, i 100 milioni di euro (il 47% dei quali da mercati extraeuropei).

I cali più consistenti hanno riguardato, invece, le importazioni di parti e ac-cessori di autoveicoli e loro motori (classificate nella categoria dei mezzi di trasporto), che corrispondono alle lavorazioni intermedie effettuate dagli sta-

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Parte II - Report sulla situazione regionale della Basilicata

bilimenti del Gruppo FIAT localizzati in Polonia per conto della SATA di Melfi (-24,4%, pari ad oltre 100 milioni di euro in meno). Anche nel caso delle im-portazioni, trend espansivi si sono registrati soltanto sui mercati extra-euro-pei, che assumono quindi un’importanza sempre maggiore nell’interscambio commerciale con l’estero della Basilicata.

Tab. 13 - Importazioni regionali per categorie merceologiche valori assoluti (in migliaia di Euro) e var. % su anno precedente

valori assoluti variaz. % annue2006 2007 2008 2006 2007 2008

Metalmeccanici 306.704 349.603 340.160 77,8 14,0 -2,7Mezzi di trasporto 431.911 413.402 312.609 60,1 -4,3 -24,4Agroalimentari 72.592 70.700 104.887 2,6 -2,6 48,4Chimici 106.587 108.579 82.587 38,1 1,9 -23,9Mobili 57.251 43.016 32.159 19,1 -24,9 -25,2Gomma, plastica 16.394 33.123 27.233 -12,3 102,0 -17,8Carta, stampa 12.819 16.459 15.296 8,5 28,4 -7,1Pelli, cuoio, calzature 10.127 10.389 5.815 1,6 2,6 -44,0Tessili, abbigliamento 10.092 5.833 5.567 105,6 -42,2 -4,5Altri prodotti 13.806 14.560 19.942 56,0 5,5 37,0Totale 1.038.281 1.065.663 946.257 49,7 2,6 -11,2

Fonte: Unioncamere

La strategia di sviluppo della Regione BasilicataGli ambiti prioritari attorno ai quali si sviluppa la strategia regionale per l’in-novazione, come già evidenziato nella parte introduttiva, ruotano attorno a potenzialità già esistenti sul territorio, sia in termini di risorse geologiche che di insediamenti produttivi e di ricerca.

Infatti, gli ambiti di osservazione della terra, energia, mobilità, agro–biotec-nologie, trovano il loro fulcro nei poli rispettivamente di Potenza e di Matera, della Val d’Agri, di Melfi e del Metapontino. Il quinto ambito considerato, ov-vero quello relativo ai materiali e nuove tecnologie di produzione è di fatto trasversale a tutti i comparti della ricerca e della produzione.La definizione di tali ambiti non esclude tuttavia che la Regione Basilicata adotti misure di sviluppo e rafforzamento, anche attraverso processi di ri-conversione, di settori tradizionali (es. tessile e sanità), al fine di favorirne il posizionamento nell’ambito delle nuove sfide della competitività globale.

A tal proposito, si sottolinea che l’80% delle risorse finanziarie disponibili per l’attuazione della strategia regionale per l’innovazione sarà concentrato nei quattro settori ritenuti prioritari per lo sviluppo del territorio e il restante 20% ai settori tradizionali.

La strategia che sottende all’investimento in tali ambiti, non è solo quella di potenziare ciascun polo e ciascun ambito, ma soprattutto di sviluppare e incrementare tutte le possibili interconnessioni tra i quattro poli, coinvolgen-do in azioni di governo comune e accordi partenariali gli attori presenti sul

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

Parte II - Report sulla situazione regionale della Basilicata

territorio. Una rappresentazione delle possibili interconnessioni attivabili è rappresentata nella Figura di seguito riportata.

Fig. 2: Ricerca e Innovazione: poli esistenti, attori e principali opportunità di business

Fonte: strategia Regionale per la ricerca, l’innovazione e la società dell’informazione, Novem-bre 2008, Regione Basilicata

Pertanto, a livello esemplificativo, le interconnessioni tra i diversi poli esi-stenti possono essere le seguenti:

Mobilità Osservazione della TerraLo sviluppo di interconnessioni tra il polo dell’automotive di Melfi e quello dell’osservazione della terra di Potenza e Matera, può dare origine a sviluppi di security e di infomobilità, ad esempio sviluppando sistemi di comunicazio-ne satellitare con tecnologie di radiolocalizzazione, via radio e da satellite, sistemi di assistenza alla guida attraverso sensori (loop, infrarossi, radar, ultrasuoni), ecc.

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Parte II - Report sulla situazione regionale della Basilicata

Mobilità Agro-biotechPer quanto concerne le possibili interconnessioni tra i poli dell’osservazione della terra e l’agro-biotech del Metaponto, possono riguardare lo sviluppo di tecnologie per contrastare i processi di desertificazione e di cambiamento climatico, l’agrometeorologia, il monitoraggio ambientale, ecc.

Energia Agro-biotechLe possibili interconnessioni tra i poli dell’energia della Val d’Agri e l’agro-biotech del Metaponto, riguardano investimenti in termini di ricerca e di svi-luppo di fonti energetiche rinnovabili quali l’energia fotovoltaica, eolica, le biomasse, e non ultima la produzione di oli da alghe.

Energia MobilitàLe possibili interconnessioni tra i poli dell’energia della Val d’Agri e l’automo-tive di Melfi, riguardano la mobilità sostenibile ovvero investimenti in termini di ricerca e di sviluppo di tecnologie di trasporto a basso impatto ambientale come i veicoli elettrici, ibridi a GPL, ecc.

Energia Osservazione della TerraLe possibili interconnessioni tra i poli dell’energia della Val d’Agri e i poli dell’osservazione della terra di Potenza e Matera, riguardano la security e le tecnologie estrattive.

Si sottolinea, inoltre, che nel settore delle Osservazioni della Terra vi è una forte componente ICT (Web sensors, web services, interoperabilità e condi-visione dati, Location Based etc...) le cui applicazioni sono di forte interesse anche per i settori Mobilità, Energia e Security.

Al fine di valorizzare, sviluppare e potenziare i settori strategici della Regione Basilicata, la strategia regionale per la ricerca e l’innovazione si fonderà su un’azione strategica finalizzata a creare un network tra sistema produttivo e sistema scientifico attraverso la realizzazione di specifiche linee di interven-to, schematizzate nella figura seguente:

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

Parte II - Report sulla situazione regionale della Basilicata

Fig. 3: Linee di intervento della SRI Ricerca e Innovazione

Fonte: strategia Regionale per la ricerca, l’innovazione e la società dell’informazione, Novem-bre 2008, Regione Basilicata

II.2.2 Analisi SWOT della regione

La presente analisi SWOT rappresenta il compendio dello studio sino ad ora condotto nei precedenti paragrafi a riguardo delle caratteristiche specifiche della Regione Basilicata.

Potrebbe essere considerata come una sorta di base di partenza per i suc-cessivi capitoli.

Sono state identificati molteplici punti di forza e di debolezza interni e nume-rose opportunità e minacce relative al contesto territoriale preso in esame. Le quattro categorie sono state così rappresentate:

PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZAPresenza di poli produttivi rilevanti e in cre-scita automotive, chimica di base, estrattivo, agroalimentare relativamente alla fascia produttiva alta)

Fase di declino di alcuni comparti produttivi quali: mobile imbottito, corsetteria, costru-zioni e agro-alimentare per le produzioni di fascia bassa

Ricca dotazione di risorse idriche, ambientali ed agricole utilizzabili per la produzione di energie alternative e aprire la strada alla nascita di nuovi settori produttivi

Sistema produttivo caratterizzato da micro e piccole imprese prevalentemente sottocapi-talizzate e a gestione familiare

Buon livello di occupati che partecipano ad attività formative e di istruzione

Difficoltà di accesso al credito da parte delle imprese, in particolare con l’entrata in vigore degli accordi di Basilea

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Parte II - Report sulla situazione regionale della Basilicata

Maggiore consapevolezza del sistema produttivo del ruolo della R&I quali fattori di crescita e competitività

Specializzazione produttiva centrata su settori tradizionali maggiormente esposti alla concorrenza dei paesi emergenti

Rapido sviluppo del settore turistico Scarsa spesa per attività di R&S intra-muros e basso numero di addetti alla R&S

Presenza di importanti strutture pubbliche di formazione e ricerca in settori rilevanti a livello mondiale (osservazione spaziali, ambiente, energia)

Difficoltà ad attrarre investimenti dall’estero e scarsa propensione all’internazionalizza-zione delle imprese

Presenza di rilevanti giacimenti petroliferi in grado di generare benefici per la collettività lucana

Limitata attitudine delle imprese a collabora-re con altre realtà produttive e con il sistema scientifico

Significativa dotazione di risorse naturali per la produzione di energia rinnovabile

Trend negativo relativamente alla dinamica demografica delle imprese (tasso mortalità > tasso natalità)

Livello di istruzione secondaria superiore alla media nazionale Debolezza dei sistemi urbani regionali

Buon livello di occupati in settori ad alta e medio-alta tecnologia

Mancanza di adeguati collegamenti – ferro-viari, aerei, navali e stradali - di accesso alla Regione

Elevati livelli di diffusione dell’ICT nella Pub-blica Amministrazione Crescita delle importazioni da altri Paesi

Buona diffusione di dotazioni informatiche e collegamenti ad Internet nelle imprese

Sbilancio tra le esportazioni nette di energia primaria e le importazioni di energia secon-daria

Presenza di un potenziale di capitale umano qualificato e di una società regionale che ha superato i problemi più gravi di digital divide

Forte instabilità idrogeologica del territorio

Start –up di 2 Incubatori di imprese gestiti da Sviluppo Basilicata nell’area della Val D’Agri Viggiano ) e nella città di Matera

Assenza di imprese produttrici di componen-tistica energetica

Il trend dell’occupazione nel settore dei servizi è positive

Elevata quota di popolazione a rischio di digital divide di lungo periodo per scarsa appetibilità economica nei confronti degli investitori (aree interne e montane in condi-zioni di ‘fallimento di mercato’)

Alta percentuale delle persone impiegate nei settori dell’alta e medio - alta e tecnologia (la Basilicata si colloca tra le prime 10 regioni più dinamiche relativamente all’occupazione nei settori summenzionati)

Il sistema istituzionale di promozione degli investimenti Diretti Esteri necessita di miglio-ramenti

La percentuale di laureati in materie tecnico-scientifiche è più alta della media nazionale Mancanza di parchi industriali strutturati

Presenza insufficiente di spin-offLe relazioni tra la ricerca scientifica e i setto-ri economici sono ancora deboliIl trasferimento tecnologico e della cono-scenza funziona scarsamente tra il sistema dell’offerta educativa, i centri di ricerca e le attività imprenditoriali

OPPORTUNITÀ MINACCE

Collocazione geografica strategica per il col-legamento con le Regioni del Mezzogiorno

Produzioni tradizionali esposte alla concor-renza di economie emergenti, quali: Cina e India

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Parte II - Report sulla situazione regionale della Basilicata

Possibile aumento delle royalty petrolifere allo scopo di accrescere le risorse finanzia-rie destinate allo sviluppo locale

La persistente sopravalutazione dell’Euro si riflette negativamente su esportazioni ed investimenti

Disponibilità di rilevanti risorse agevolative nazionali e comunitarie

L’entrata a regime di Basilea 2 rischia di tradursi in un ulteriore vincolo per le piccole imprese che intendono ricorrere al credito bancario

Possibilità di esportare i prodotti lucani di qualità nei paesi con economie emergenti

Ingresso nell’Unione Europea di nuovi Paesi e conseguente riduzione di risorse agevolati-ve a favore del Mezzogiorno

Creazione di network tra il distretto tecno-logico sui rischi ambientali ed altre realtà produttive e scientifiche in ambito nazionale ed internazionale

La crescita dei prezzi di petrolio e gas si trasforma in un extra-costo per le imprese regionali

Assenza di criminalità, disagio sociale conte-nuto e alta qualità ambientale

Persistente tendenza allo spopolamento ed invecchiamento della popolazione

Presenza di una elevata propensione al volontariato ed all’associazionismo, che determina una buona capacità di sviluppo dei servizi sociali

Accentuati fenomeni di emigrazione della popolazione soprattutto giovanile

Porzione di rilievo del territorio regionale occupata da aree protette

Divario nello sviluppo socio-economico tra regionali interne ed aree di corona

Presenza di una elevata domanda turistica potenziale per il patrimonio di risorse am-bientali e storico-culturali della regione.

Presenza di fenomeni di povertà relativi a specifiche fasce di popolazione

Esistenza di produzioni agroalimentari di pregio, valorizzabili per nicchie di mercato qualificate nel turismo enogastronomico ed in filiere agroindustriali di qualità

Possibile incremento dell’emigrazione di risorse umane qualificate, in assenza di opportunità di lavoro adeguate in posizioni pertinenti.

Esistenza di opportunità di innovazione (ambiente, biogenetica) coerenti con le spe-cializzazioni del sistema di ricerca pubblica di eccellenza

Difficoltà a rendere efficienti ed efficaci le politiche di coesione, in assenza di azioni di sistema e di rafforzamento della governance

Vivacità e reattività della società civile lucana, in grado di condividere e sostene-re gli sforzi delle politiche pubbliche per la coesione

Possibile aumento delle emissioni di CO2 in correlazione allo sviluppo socioeconomico della regione

Esistenza di un potenziale di risorse umane ancora da valorizzare pienamente

L’orografia del territorio regionale preva-lentemente montano e collinare e la bassa densità demografica scoraggiano gli investi-menti infrastrutturali nel campo delle reti di servizio materiali ed immateriali per scarsa redditività

Presenza di un importante patrimonio storico-culturale ancora in buona parte da valorizzareDiffusione delle politiche europee concer-nenti l’innovazione

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Parte II - Report sulla situazione regionale della Basilicata

Matrice di Prioritizzazione

Prob

abili

tà d

i acc

adim

ento

Possibile impatto regionale

Alto Medio Basso

Alto

Sistema dei trasporti vecchio e malandato; attività di R&S (minori rispetto al potenziale economico)

Fornitura di capitale delle PMI; servizi in-novativi

Ruolo crescente della Society dell’Informazio-ne; diversità settoriale

Medio

Un “potenziale di risor-se umane” ancora non apprezzato comple-tamente; aumento di spin-off

Aumento nel n. degli Incubatori; adatta-mento alle politiche innovative dell’UE; miglioramenti nel si-stema istituzionale d i promozione degli inve-stimenti diretti esteri

Basso livello di valore aggiunto industriale

Basso

Decentralizzazione; sviluppo di Parchi Industriali; accesso al sistema bancario; spe-sa di R&S intra muros e numero di impiegati in R&S

Ability delle aziende di collaborare con altre realtà produttive e con il sistema scientifico; politiche di coesione efficaci ed efficienti (assenza di azioni di sistema e di rafforza-mento della gover-nante)

Scarsa propensione all’internazionalizzazione

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PARTE III

Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

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PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

III.1 Situazione generale del settore economico, con particolare attenzione rivolta all’imprenditorialità innovativa

La struttura produttiva regionaleSu un totale di 38.432 unità produttive locali presenti in Basilicata, il 25% circa è concentrato nei settori industria in senso stretto e nelle costruzioni (9.771), il 32% circa nel commercio (12.533), quasi il 7% nel comparto turi-stico e ristorazione (2.531) e il 35% è concentrato negli altri servizi (13.597).

Confrontando i tassi di iscrizione netti nel registro delle imprese6 (tabella 14), dal 2002 al 2006 si ha una riduzione del tasso di iscrizione netto sia in Basilicata che nel resto del Paese. Nel 2007, tuttavia, in Basilicata il tasso rimane costante rispetto all’anno precedente e supera non solamente il dato del Mezzogiorno e dell’Area convergenza ma anche il corrispondente dato italiano.

Tab. 14 - Tasso di iscrizione netto nel registro delle imprese - Anni 2000-2007

RIPARTIZIONITASSO DI ISCRIZIONE NETTO NEL REGISTRO IMPRESE/ANNI

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007Italia 2,5 2,6 2,1 2 2,2 1,9 1,4 0,4

Mezzogiorno 3,2 3,3 3,0 2,4 2,6 2,3 1,2 0,5

Area convergenza 3,3 3,3 3,2 2,3 2,7 2,4 1,1 0,5

Basilicata 1,7 2,9 1,7 1,3 1,3 1,1 0,8 0,8

Fonte: Elaborazioni ISTAT su dati Infocamere - Aggiornamento a giugno 2008

Le imprese lucane sono caratterizzate, in generale, da una situazione di sot-todimensionamento; infatti le unità locali composte da un numero di addetti da 1 a 9 risultano essere di gran lunga la maggioranza (tabella 15).

Tab. 15 - Unità locali delle imprese per classe di addetti e ripartizione geografica

RIPARTIZIONIUNITÀ LOCALI

1-9 addetti 10-19 ad-detti

20-49 addetti

50 addetti e più Totale

INDUSTRIA IN SENSO STRETTOItalia 501.986 54.627 27.178 13.203 596.994Mezzogiorno 134.190 9.006 4.139 1.715 149.050Area Convergenza 104.571 6.751 3.040 1.097 115.459Basilicata 3.995 272 138 97 4.502

6 = (imprese iscritte - imprese cessate)/imprese registrate nell’anno precedente*100

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PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

COSTRUZIONIItalia 501.986 54.627 27.178 13.203 596.994Mezzogiorno 145.445 6.065 1.574 351 153.435Area Convergenza 108.041 4.466 1.209 272 113.988Basilicata 4.984 217 54 14 5.269

COMMERCIOItalia 1.326.329 28.026 9.632 2.990 1.366.977Mezzogiorno 469.071 6.200 1.636 385 477.292Area Convergenza 381.668 4.814 1.244 281 388.007Basilicata 12.343 154 27 9 12.533

ALBERGHI E RISTORANTIItalia 282.660 11.765 3.497 989 298.911Mezzogiorno 78.826 2.321 836 244 82.227Area Convergenza 58.706 1.686 646 185 61.223Basilicata 2.446 59 19 7 2.531

ALTRI SERVIZIItalia 1.814.050 39.026 19.108 11.771 1.883.955Mezzogiorno 440.576 9.319 4.454 2.401 456.750Area Convergenza 341.231 7.161 3.512 1.868 353.772Basilicata 13.138 277 119 63 13.597

TOTALEItalia 4.519.367 154.744 65.435 30.237 4.769.783Mezzogiorno 1.268.108 32.911 12.639 5.096 1.318.754Area Convergenza 994.217 24.878 9.651 3.703 1.032.449Basilicata 36.906 979 357 190 38.432

Fonte: Elaborazione su dati ISTAT - Anno 2005

Naturale conseguenza di questa dimensione ridotta è la sottocapitalizzazio-ne della maggior parte delle imprese: l’incidenza delle società di capitali sul totale delle imprese nel 2005 è pari all’8,7% (Fonte Istat, 2005), con una netta prevalenza delle ditte di natura individuale. A metà del 2007 le ditte individuali risultano essere ancora le più diffuse, con un’incidenza sul totale delle imprese pari all’81,9% (Fonte Infocamere-Movimprese).

La crisi che ha investito il sistema produttivo lucano a partire dal 2000 è quin-di in parte spiegabile dalla fragilità, sia economica che dimensionale, delle imprese le quali, essendo nella maggior parte dei casi a gestione familiare, manifestano delle difficoltà evidenti di accesso al credito (accentuate mag-giormente dall’entrata in vigore delle regole di Basilea 2), che frenano di fatto la programmazione di investimenti a lungo termine per lo sviluppo.

Specializzazioni settoriali/territoriali

L’economia lucana è caratterizzata da un discreto grado di diversificazione. A livello produttivo, la Basilicata è articolata nei seguenti poli/settori industriali:

» polo dell’automotive;

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

» osservazioni della terra;» filiera agroalimentare;» energie rinnovabili;» filiera estrattiva;» polo chimico della Val Basento;» polo del mobile imbottito di Matera;» polo della Corsetteria di Lavello;» costruzioni.

Il polo dell’automotive, sebbene localizzato su tutto il territorio regionale, vede una elevata concentrazione di imprese nella provincia di Potenza. In tale area sono insediate sia imprese impegnate nella progettazione e produ-zione di motori diesel, anche nautici e aeronautici per grandi aziende (quali: Peugeot, Porsche, ecc.), sia imprese collegate allo stabilimento SATA-FIAT di San Nicola di Melfi. L’indotto in termini di occupazione era pari a 7.971 ad-detti nel 2001 (Censimento Industria 2001) e a fine 2004 è aumentato fino a 8.192 addetti (rilevazioni ISTAT). Il destino del polo è essenzialmente legato all’andamento delle vendite FIAT. L’indotto, che riguarda essenzialmente la componentistica, la meccanica, l’elettronica, le parti di ricambio e i servizi di manutenzione, presenta un trend positivo in termini di esportazioni di auto-veicoli.

La Regione Basilicata attribuisce importanza strategica al settore della os-servazione della terra, finalizzato al monitoraggio e alla caratterizzazione del territorio al fine di prevenire i rischi naturali e/o ridurre i danni all’uomo e alle cose attraverso lo svolgimento di attività di acquisizione ed elaborazione dati satellitari. Un elemento a supporto di tale indirizzo politico regionale è la frequenza con cui si manifestano sul territorio lucano fenomeni atmosferici ed ambientali che ne minano l’integrità idrogeologica.

Alla luce di ciò, nel 2005 la Regione ha sottoscritto un Accordo di Program-ma Quadro in materia di Ricerca Scientifica con il Ministero dell’Università e della Ricerca e con il Ministero dell’Economia e delle Finanze per la realiz-zazione di un Distretto Tecnologico nel campo delle tecnologie di rilevazio-ne, monitoraggio sistematico, comunicazione, prevenzione e riparazione dei rischi ambientali connessi all’assetto idrogeologico, sismico e climatologico del territorio.

Tale accordo ha previsto l’assegnazione di fondi pubblici e privati per la rea-lizzazione di una piattaforma tecnologica pubblico-privata per lo sviluppo di tecnologie e metodologie innovative. In particolare, si prevede di sviluppare: tecnologie relative all’edilizia antisismica ed ai sistemi di rilevazione e mo-nitoraggio del rischio idrogeologico nella zona di Tito Potenza; tecnologie di rilevazione aerea e satellitare del rischio idrogeologico e climatologico per l’area della Valbasento - Matera. Nell’ambito della previsione-prevenzione-protezione-mitigazione dei rischi si ha l’esigenza di un utilizzo dei dati in tempo reale (RT) o quasi reale (NRT), inoltre, in numerosi casi gli stessi dati possono esser d’interesse per differenti applicazioni e che essi possono risiedere su supporti multi-piattaforma, ciò rende strettamente interconnes-

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PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

se queste problematiche con il settore dell’Information and Communication Technologies, in cui operano numerose PMI delle due province.

La filiera agroalimentare, nonostante si estenda per tutto il territorio regio-nale, si compone essenzialmente di due distretti importanti: il distretto del Metapontino e il distretto del Vulture. Solamente nella fase finale della tra-sformazione dei prodotti agricoli si contano circa 1.289 imprese, mentre nel comparto agricolo si contano circa 21.000 imprese.

Entrambi i distretti sono stati riconosciuti come tali da Leggi Regionali. Per quanto riguarda il distretto del Metapontino, esso si presenta come il mag-gior polo ortofrutticolo regionale e si distingue soprattutto per un’elevata ca-pacità produttiva, per un alto grado di meccanizzazione dei processi e per la capacità delle imprese di essere riuscite a “fare sistema”, creando delle inter-relazioni importanti con il sistema scientifico e tecnologico (ENEA). Il distret-to agroalimentare del Vulture è specializzato in particolare sulla produzione di vino, olio d’oliva, acque minerali e prodotti lattiero caseari; alcune delle imprese che operano al suo interno fanno capo ad industrie alimentari im-portanti a livello internazionale, quali la Barilla, e occorre ricordare che tutta l’area può fregiarsi del riconoscimento di D.O.P. (Denominazione di Origine Protetta). Si segnala, infine, la filiera vitivinicola dell’Agri-Sinni in riferimento ai vini, IGT di Roccanova e DOC Terre dell’Alta Val d’Agri (di Viggiano), pro-dotti realizzati da un nascente sistema agroalimentare locale, caratteristico di un’area che è stata qualificata dalla Regione come “Area di Eccellenza”.

A livello economico, i risultati del comparto agroalimentare sono stati par-ticolarmente negativi nel 2004-2005 per cause attribuibili a fattori ambien-tali (siccità che ha colpito la zona del Metapontino nel triennio 2001-2003) e a fattori di natura strutturale (scarsa presenza sui mercati internazionali, aziende per lo più scarsamente dimensionate e caratterizzate da una bassa capitalizzazione).

Di notevole rilevanza, soprattutto in chiave strategica futura, risulta il settore delle energie rinnovabili. Allo stato attuale, tali fonti rinnovabili rappresen-tano più di un quarto della produzione regionale complessiva di energia, nonostante si tratti per due terzi circa di energia idroelettrica e per un terzo di energia eolica. Sono trascurabili gli apporti del fotovoltaico, delle biomasse e delle colture agro-energetiche che, pur presentando costi di gestione ele-vati, costituiscono alcune tra le più valide forme di recupero energetico. Le strategie regionali, quindi, prevedono per il futuro una particolare attenzione allo sviluppo di filiere produttive basate sulle fonti rinnovabili, favorendo la crescita di imprese operanti nell’ambito della produzione di energia (fotovol-taico, biomasse e biocarburanti basati su colture energetiche) e della com-ponentistica energetica, e favorendo la collaborazione con centri di ricerca che possano mettere a disposizione dell’apparato produttivo i risultati della loro attività scientifica.

La filiera estrattiva è concentrata nell’area della Val d’Agri, nella quale si estrae più del 75% del petrolio totale estratto in Italia e si produce una quan-tità rilevante di gas sul totale nazionale. L’attore più importante di questo

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PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

comparto risulta essere l’ENI, ma assumono rilievo anche altre compagnie petrolifere internazionali (Total, Shell, Exxon). La presenza delle multinazio-nali dell’estrazione si traduce in una crescita costante delle royalty, grazie alle quali sono stati avviati interessanti programmi di sviluppo del territorio.

Il polo chimico della Val Basento è stato al centro di una lunga crisi pro-duttiva, a causa della chiusura di alcuni impianti industriali importanti. Allo stato attuale il polo si articola su poco più di 10 unità produttive, concentrate sopratutto nella produzione di polimeri e fibre sintetiche. Per cercare di argi-nare questa crisi, che ha causato fino ad oggi la perdita di circa un migliaio di posti di lavoro, sono state effettuate alcune iniziative di reindustrializzazione: Contratto di Programma avviato dal Consorzio Nuova Valsud; investimento di circa 30 milioni di euro nel comparto chimico; un’altra iniziative è rappre-sentata dal “Bando Val Basento” i cui obiettivi sono la riassunzione di buona parte del personale attualmente in mobilità o in CIGS.

Il polo del mobile imbottito si estende tra le province di Bari e Matera ed è costituto, relativamente al versante lucano, da circa 70 imprese. L’80% dei ricavi deriva dalle esportazioni e si stima che la produzione rappresenti il 10% di quella mondiale. Ciò nonostante, a partire dal 2002 è in atto una fles-sione commerciale attribuibile sia a motivazioni di carattere congiunturale (trend negativo internazionale e apprezzamento dell’euro sul dollaro) che a motivazioni di carattere strutturale (livello qualitativo non troppo elevato del-la produzione e concorrenza da parte dei paesi emergenti quali la Cina): il risultato è stato un dimezzamento delle esportazioni (- 49,4%) tra il 2003 e il 2006 e la perdita di circa 4000 posti di lavoro e 330 unità produttive dal 2002 al 2007. Per arginare questa crisi le imprese stanno cercando da una parte di innalzare la qualità delle produzioni, dall’altra di rafforzare la rete distributiva potenziando anche il servizio al cliente. Allo stato attuale però la crisi com-merciale continua e nel primo semestre 2007 l’export è calato ulteriormente del 19,6% sul corrispondente periodo del 2006.

Il polo della Corsetteria di Lavello è situato tra i comuni di Lavello, Venosa, Melfi e Ginestra ed è specializzato nella produzione di reggiseni. A fronte di circa 35 imprese che lavorano all’interno del polo, si registra un’occupazione di circa 250 addetti. Dopo una fase di forte espansione che ha caratterizzato tutti gli anni novanta (un quinto dell’intera produzione nazionale era concen-trato nell’area), il polo ha conosciuto un trend negativo che si protrae fino ad ora, a causa della forte concorrenza dei paesi asiatici (in particolare della Cina) e anche della riduzione della domanda. Gli imprenditori stanno cer-cando di far fronte a questa crisi delocalizzando la produzione verso i paesi dell’Est Europa, dove il costo del lavoro è più basso.

In ultimo merita attenzione il settore delle costruzioni. Le costruzioni rappre-sentano un settore strategico poiché il relativo valore aggiunto è al di sopra della media nazionale (8,9% contro il 6,1% dell’Italia); tuttavia anche questo comparto ha risentito della crisi iniziata nel 2000.

La debolezza del sistema produttivo lucano, in cui prevalgono imprese di piccola dimensione attive in settori tradizionali a bassa propensione innova-

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PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

tiva, è evidente anche dalla modesta intensità degli investimenti in attività di Ricerca e Sviluppo (R&S).

La tabella 16 mostra come, nel periodo 2002-2005, il divario tra la Basilica-ta e l’Italia sia costante ed elevato, nonostante negli anni la Regione abbia concentrato una quantità crescente di risorse finanziarie in attività di ricerca scientifica e innovazione tecnologica.

Nel 2005, infatti, la spesa regionale per R&S intra muros7 è pari a 53 milioni di euro, che rappresentano lo 0,34% della spesa sostenuta in ambito nazio-nale. Il livello medio di spesa in percentuale del PIL a prezzi correnti (indi-catore che esprime la capacità innovativa della Regione) è pari allo 0,53%, valore piuttosto basso se rapportato alla media dell’Italia (1,10%), dell’area Convergenza (0,82%) e del Mezzogiorno (0,80%).

Tab. 16 - Spesa per R&S intra muros sul PIL a prezzi correnti - Anni 2002-2005

SPESA R&S INTRA MUROS SUL PIL (a prezzi correnti)

Anni2002 2003 2004 2005

Italia 1,13% 1,11% 1,10% 1,10%

Mezzogiorno 0,76% 0,78% 0,83% 0,80%

Area Convergenza 0,76% 0,79% 0,85% 0,82%

Basilicata 0,48% 0,51% 0,56% 0,53%

Fonte: Elaborazione su dati ISTAT – Anno 2005

Tale spesa è sostenuta principalmente da Università e centri di ricerca e dal sistema imprenditoriale rispettivamente con il 44,4% e il 37,8%; a seguire le istituzioni pubbliche con il 17,7% e, infine, con una spesa nettamente infe-riore e pari allo 0,1%, il settore delle istituzioni private non profit. Questi dati da un lato rispecchiano la recente storia della Basilicata, caratterizzata dal consolidamento sul territorio dei dipartimenti universitari e di importanti centri pubblici di ricerca, e dall’altro lato mostrano una maggiore consapevolezza delle imprese di dover investire nella ricerca per dialogare proficuamente con il sistema scientifico ed essere competitive sul mercato internazionale.

La ripartizione della spesa lucana in R&S per settore istituzionale (tabella 17) è in linea con i dati rilevati nel Mezzogiorno e nell’area Convergenza, dove maggiore è il contributo all’innovazione del mondo accademico e di ricerca rispetto al sistema imprenditoriale; di contro, a livello nazionale, risulta di particolare rilevanza la spesa privata per la ricerca scientifica.

7 Spesa per attività di ricerca scientifica e sviluppo tecnologico svolta dalle imprese e dagli enti pubblici con proprio personale ed attrezzature.

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PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

Tab. 17 - Spesa per R&S intra muros per settore istituzionale – Anno 2005

SPESA R&S INTRA-MUROS (Valori %)

Settore istituzionaleAmm.

Pubbliche Università Istituzioni Private non profit Imprese Totale

Italia 17,3% 30,2% 2,1% 50,4% 100,0%Mezzogiorno 14,5% 53,9% 1,5% 30,1% 100,0%Area Convergenza 13,4% 55,0% 1,6% 30,0% 100,0%Basilicata 17,7% 44,4% 0,1% 37,7% 100,0%

Fonte: Elaborazione su dati ISTAT – La Ricerca e Sviluppo in Italia, 2005 (Statistiche in breve)

Nel periodo 2002-2005 gli addetti alla R&S della Regione Basilicata (tabella 18) sono progressivamente aumentati, seguendo il trend positivo che ha ca-ratterizzato l’Italia nel suo complesso.

Tab. 18 - Addetti alla R&S - Anni 2002-2005 (Unità espresse in equivalenti tempo pieno*)

ADDETTI R&SValori assoluti

2002 2003 2004 2005Italia 164.023,0 161.827,8 164.026,3 175.247,6Mezzogiorno 32.201,0 32.730,8 33.801,2 35.675,9Area Convergenza 25.309,0 25.659,0 26.702,7 28.247,6Basilicata 678,0 707,9 708,9 726,4

*Unità espresse in equivalenti tempo pieno. I consulenti che operano all’interno di imprese, istituzioni pubbliche e istituzioni private non profit nello sviluppo delle attività di R&S vengono considerati a tutti gli effetti personale di ricerca. Il dato relativo al settore dell’università include anche coloro che svolgono la loro attività percependo un assegno di ricerca.

Fonte: Elaborazione su dati ISTAT – Anno 2005

Nonostante ciò, nel periodo considerato, la Basilicata presenta una situa-zione di forte ritardo rispetto all’Italia. Infatti, nel 2002 le risorse addette alla R&S in Basilicata sul totale nazionale sono pari allo 0,41%, nel 2003 allo 0,44% e nel 2004 allo 0,43%. Tali dati vengono riconfermati nel 2005, anno in cui la Basilicata con lo 0,41% di risorse dedicate ad attività di R&S sul to-tale nazionale, è ancora tra le Regioni italiane con il minor numero di risorse nel settore. Infatti, presentano un valore inferiore soltanto la Regione Molise e la Valle d’Aosta.

Tab. 19 - Addetti alla R&S in Basilicata sul totale addetti R&S a livello nazionale

ADDETTI R&S BASILICATA SUL TOTALE NAZIONALE

Anni2002 2003 2004 2005

Basilicata/Italia 0,41% 0,44% 0,43% 0,41%

Fonte: Elaborazione su dati ISTAT

Analizzando la ripartizione per settore istituzionale (tabella 20), in Basilicata il contributo maggiore in termini di risorse umane addette alla R&S è dato dall’Università e dagli enti nazionali di ricerca (CNR, ENEA, CRA), in misura

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PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

minore, dalle imprese. Tale ripartizione appare in linea con quella dell’area Convergenza e del Mezzogiorno, mentre si discosta dai dati riferiti all’Italia, in cui si rilevano valori pressoché eguali tra sistema produttivo e mondo uni-versitario. Ciò consente di affermare che nelle zone del Sud Italia c’è una minore propensione delle imprese ad innovare prodotti, processi e l’orga-nizzazione con risorse interne soprattutto a causa delle ridotte dimensioni aziendali.

Tab. 20 - Addetti alla R&S per settore istituzionale e Regione Anno 2005 (Unità espresse in equivalenti tempo pieno)

ADDETTI R&SValori assoluti

Amm. Pubbliche Università Istit. Private

non profit Imprese

Italia 32.684,0 66.975,7 4.863,0 70.724,9Mezzogiorno 5.675,0 21.309,1 688,0 8.003,8Area Convergenza 4.378,0 17.215,3 536,0 6.118,3Basilicata 134,0 410,0 3,0 179,4

Fonte: Elaborazioni su dati ISTAT – La Ricerca e Sviluppo in Italia, 2005 (Statistiche in breve)

Punto di forza della capacità competitiva della Basilicata si conferma il dato relativo all’occupazione manifatturiera nei comparti high tech, che raggiunge l’8,92% superando sia il dato nazionale (7,3%) che quello medio europeo (7,41%)8. Tale dato è legato alla presenza sul territorio di importanti gruppi nazionali nei comparti della chimica e dell’automotive. Inoltre, come emerge dalla “Quinta relazione intermedia sulla coesione economica e sociale - Re-gioni in crescita, Europa in crescita” elaborata dalla Direzione Generale per le Politiche Regionali della Commissione Europea {SEC(2008) 2047 def.}, la Basilicata è stata tra le dieci Regioni in cui è maggiormente aumentata l’occupazione nei servizi ad elevata conoscenza (nel 2006 6,3 punti percen-tuali in più rispetto al 2000).Analizzando i dati relativi al sistema regionale di istruzione e formazione, emerge un quadro positivo del sistema lucano, dovuto alla consolidata presenza sul territorio dell’Università degli Studi della Basilicata, caratterizzata da facoltà a prevalente indirizzo tecnico-scientifico, e di centri nazionali di ricerca. Infatti, nel 2005 il tasso di laureati in discipline tecnico-scientifiche è pari al 52,9% a fronte del 33,7% registrato in ambito nazionale9. Un altro modo di guardare alla capacità innovativa della Regione Basilicata consiste nel misurare i brevetti ottenuti in rapporto alla popolazio-ne. Limitando l’analisi ai brevetti registrati presso lo European Patent Office, l’Italia nel complesso presenta un trend di crescita positivo passando da 58,2 brevetti pro-capite per milione di abitante del 2002 a 67,1 nel 2005. Il numero di brevetti realizzato in Basilicata, al di là della forte fluttuazione dal 2002 al 2003, pur essendo inferiore a quello medio nazionale, appare piuttosto in linea al dato medio delle Regioni del Mezzogiorno (tabella 21).

8 Fonte: PO FESR Regione Basilicata 2007-20139 Fonte: PO FESR Regione Basilicata 2007-2013

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

Tab. 21 - Numero di brevetti europei presentati all’EPO – Anni 2002-2005 Valori pro capite per milione di abitanti

BREVETTI EUROPEIPRESENTATI ALL’EPO

ANNI2002 2003 2004 2005

Italia 58,2 59,6 68,4 67,1Mezzogiorno 4,9 6,1 5,4 6,5Basilicata 6,7 3,3 3,3 3,4

Fonte: European Patent Office

L’analisi sino ad ora realizzata, insieme ai risultati di un’indagine condotta attraverso la somministrazione di un questionario a testimoni privilegiati in tema di R&I presenti sul territorio lucano, mostra una bassa capacità in-novativa della Basilicata, che, in un confronto a livello nazionale, occupa una posizione di debolezza soprattutto rispetto alle Regioni del Centro-Nord. Tali evidenze vengono confermate anche dallo European Innovation Score-board 200610, che rappresenta il livello di performance delle Regioni degli Stati membri UE in ambito di R&I attraverso l’indice RNSII11. Per la Regione Basilicata tale indice, che misura nel tempo la capacità di innovazione com-petitiva di ricerca, trasferimento tecnologico e modernizzazione dei sistemi territoriali, è pari allo 0,29 (dove 1 rappresenta il punteggio della Regione più innovativa della UE). Come già specificato, la Regione occupa una posizione inferiore rispetto al Lazio (0,57), alla Lombardia e al Piemonte (0,49), mentre appare meno negativa rispetto a quella delle altre Regioni meridionali, ad eccezione della Campania.Graf. 1 - Le performance della Basilicata in ambito di innovazione a

confronto con le Regioni italiane

*I dati relativi al Trentino Alto-Adige non sono disponibili.Fonte: Elaborazione di Invitalia (Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo

sviluppo d’impresasu dati European Innovation Scoreboard 2006

10 Lo European Innovation Scoreboard 6 uno studio realizzato dal Direttorato Generale per la Ricerca della Commissio-ne Europea volto alla verifica annuale dei progressi compiuti nel conseguimento degli obiettivi comunitari individuati nell’ambito della Strategia di Lisbona nel 2000.

11 Regional National Summary Innovation Index, indice composito calcolato sulla base di 25 indicatori di innovazione, che dà una misura complessiva delle performance innovative di una Regione. In particolare gli indicatori di riferi-mento riguardano: istruzione, occupazione, R&S, brevetti, innovazione delle imprese, diffusione nuove tecnologie, performance dinamicità e qualità delle imprese, competitività, libertà economica.

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PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

La consapevolezza della rilevanza strategica che può rivestire lo sviluppo della Società dell’Informazione ha indotto la Regione Basilicata a definire ed attuare un piano di azione che prevede la diffusione sul territorio di infrastrut-ture, strumenti e servizi basati sulle tecnologie dell’informazione e comuni-cazione (ICT), consentendo di recuperare il ritardo rispetto alle Regioni del Centro-Nord e di raggiungere in alcuni casi punte di eccellenza.

Il 20 Dicembre 2006 è stato istituito il Comitato per la diffusione della banda larga sul territorio nazionale con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.

Il Comitato ha svolto un’indagine sulla disponibilità di infrastrutture backbo-ne (reti ad alta velocità che collegano gli host più potenti e che veicolano la maggiore quantità di informazioni) in Italia.

Nel triennio 2002-2005, la fibra ottica di backbone è aumentata del 17% su-perando i 4,3 milioni di km. Il tasso di crescita rilevato nell’anno 2005 è pari al 4%, valore analogo a quello osservato nel 2004 e inferiore al 7% del 2003.

La figura sottostante mostra come il Nord-Est sia stato caratterizzato dai maggiori tassi di crescita in ciascuno degli anni considerati.

Fig. 4 - Backbone: estensione nazionale

Fonte: Osservatorio Banda Larga – Between, 2006

In termini di densità di fibra ottica per km2 di superficie, le Regioni in cui si rileva la maggiore estensione delle infrastrutture di backbone sono Liguria, Emilia Romagna, Lombardia, Lazio e Veneto. La Basilicata si colloca, inve-ce, tra le Regioni all’estremo opposto, con una densità di fibra ottica per km2 significativamente inferiore alla media nazionale.

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

Fig. 5 - Backbone: estensione e competizione regionale

Fonte: Osservatorio Banda Larga – Between, 2006

Considerando il numero di operatori in possesso di infrastruttura in fibra ot-tica, le condizioni più difficili dal punto di vista della competizione si rilevano nell’Italia Insulare, in Basilicata, Calabria e Valle d’Aosta, ossia proprio le Regioni caratterizzate dall’orografia più sfavorevole e dal minor potenziale di mercato.

Per quanto concerne la questione del digital divide12, analizzando sia quello di prima che quello di seconda generazione (Figure 6 e 7), si può osservare come la copertura a banda larga sia fortemente differenziata a livello territo-riale e, nonostante un alto livello di copertura nazionale, per alcune Regioni, fra cui la Basilicata, questa copertura risulta essere al di sotto della media.

12 Il termine digital divide indica il divario tra chi abita in zone provviste di infrastrutture e servizi a banda larga e chi abita in aree dove tali infrastrutture e servizi non sono disponibili. Il digital divide di “prima generazione” riguarda quei territori esclusi dal livello di servizio base (a partire da 640 Kbps fino a 4-7 Mbps resi disponibili dall’ADSL). Il digital divide di “seconda generazione” riguarda i territori esclusi dal servizio avanzato (fino a 20 Mbps).

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PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

Fig. 6 - Digital Divide di prima generazione

Fonte: Osservatorio Banda larga – Between, Dicembre 2007

Fig. 7 - Digital Divide di seconda generazione

Fonte: Osservatorio Banda Larga – Between, Dicembre 2007

Nonostante i buoni esiti delle politiche fin qui attuate dall’Amministrazione per migliorare la dotazione tecnologica regionale, il gap infrastrutturale con le altre Regioni (in particolare del Centro-Nord) è sostanzialmente ricondu-cibile a tre fattori:

» una copertura ADSL limitata: nel giugno 2007 la popolazione totale servita da ADSL era pari al 74% (contro l’89% dell’Italia e l’86% di Sud e Isole) e su 131 comuni solo 50 avevano una copertura superiore al 95%;

» basso livello di competizione tra gli operatori: le centrali telefoniche ULL (Unbundling Local Loop) risultano essere ancora poco diffuse (12% della popolazione), contro una presenza in Italia del 51% e nel Mezzogiorno del 44%;

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PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

» prospettive poco chiare circa l’evoluzione della futura velocità di ac-cesso: nel dicembre 2006, sia relativamente alla densità di fibra ottica di infrastrutture backbone che di infrastrutture MAN, la Basilicata ha mostrato un evidente distacco rispetto alla media nazionale e alle altre Regioni del Mezzogiorno (relativamente al backbone 7Km/km2 contro i 15 Km/km2 dell’Italia e gli 11 Km/km2 del Mezzogiorno; per le MAN 2km/km2 contro i 12Km/km2 dell’Italia e i 7km/km2 del Mezzogiorno).

Sul fronte della informatizzazione della Pubblica Amministrazione la Basili-cata ha fatto notevoli progressi negli ultimi anni, in linea con quelli dell’intero Paese.

Nel 2007 la Regione presenta un numero elevato di uffici autonomi di infor-matica nell’ambito della propria struttura organizzativa, a fronte di percen-tuali più contenute rilevate sia nelle aree meridionali che in generale in Italia. Altro dato positivo è rappresentato dal numero di dipendenti addetti all’ICT nelle amministrazioni lucane, che alla fine del 2006 è di gran lunga superiore rispetto alla media del Paese (pari a 1,9 addetti ogni 100 dipendenti). Una tendenza inversa si riscontra nell’ambito della formazione dei dipendenti. La propensione delle amministrazioni lucane a formare i propri dipendenti in materia di ICT risulta molto inferiore rispetto alla media italiana. Infatti, i dipendenti che hanno partecipato a corsi di formazione in ICT sono solo il 3,3% di contro ad una media italiana dell’8,2% (tabella 22).

Tab. 22 - Comuni con uffici informatici e che organizzano corsi di formazione ICT per i dipendenti (% dei comuni e dei dipendenti)

COMUNI

Livello di informatizzazione

Con uffici informatici

Con dipendenti ICT al 31.12.06

Che organizzano

corsi di formazione ICT

Con dipendenti che ricevono

formazione ICT

Italia 16,0% 1,9% 19,6% 8,2%Mezzogiorno 15,8% 2,5% 15,6% 5,1%Area Convergenza 18,3% 2,0% 19,2% 5,0%Basilicata 20,7% 3,1% 11,3% 3,3%

Fonte: Elaborazione su dati ISTAT, Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione nelle amministrazioni locali - Anno 2007 (Statistiche in breve)

Sempre con riferimento al 2007, nelle amministrazioni comunali italiane vi sono in media 74,7 personal computer desktop o portatili ogni 100 dipen-denti, con un valore più elevato per la Regione Basilicata (80,3%) anche ri-spetto all’area Convergenza e al Mezzogiorno. Tali risultati positivi sono stati raggiunti anche per la rete Intranet. Infatti, il 39,2% delle amministrazioni regionali dispone di tale rete, a cui hanno accesso il 59,8% dei dipendenti.

Il collegamento ad Internet così come l’utilizzo di sistemi di posta elettronica è totale nelle amministrazioni locali della Basilicata e pressoché allineato alle altre amministrazioni delle aree del Paese (tabella 23).

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

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PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

Tab. 23 - Dotazioni informatiche dei comuni (% dei comuni e dei dipendenti)

COMUNI

Livello di informatizzazione

PC ogni 100

dipendenti

AccessoIntranet

Dipendenti con accesso

Intranet

Collegamento Internet

Dipendenti con

accesso Internet

Utilizzo posta

elettronica

Italia 74,7% 29,8% 62,0% 99,9% 61,5% 98,5%Mezzogiorno 74,2% 26,8% 54,9% 99,9% 58,5% 97,4%Area Convergenza 62,0% 26,3% 46,2% 99,9% 48,6% 96,9%Basilicata 80,3% 39,2% 59,8% 100,0% 63,5% 100,0%

Fonte: Elaborazione su dati ISTAT, Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione nelle amministrazioni locali - Anno 2007 (Statistiche in breve)

Le connessioni telematiche esterne sono impiegate frequentemente dalle amministrazioni lucane per l’utilizzo di servizi forniti da altre pubbliche ammi-nistrazioni oltre che per lo scambio di dati, informazioni, documenti e applica-zioni informatiche. Di contro nel corso del 2006 appare ancora limitato il ricor-so a procedure di acquisizione elettronica di beni e servizi (e-procurement) da parte delle amministrazioni locali sia a livello nazionale che regionale.

Il sito web istituzionale è diffuso nella totalità dei comuni lucani consentendo alle amministrazioni di fornire servizi telematici a famiglie, imprese e istituzio-ni e realizzare le politiche di e-government. In tale ambito la Regione si col-loca ben al di sopra rispetto alla media dell’Italia e del Mezzogiorno. Infine, si registra una bassa disponibilità delle amministrazioni comunali a consentire ai cittadini e alle imprese di effettuare pagamenti online (tabella 24).

Tab. 24 - Servizi offerti ed utilizzati dai Comuni (% dei comuni e dei dipendenti)

COMUNI

Livello di informatizzazione

Utilizzo servizi

telematici di altre PA

Collegamento con tesoriere

bancario esterno

Acquisti in modalità

e - procurement

Sito web istituzionale

Pagamenti on line

Italia 88,2% 61,4% 13,9% 78,2% 9,4%Mezzogiorno 84,6% 50,8% 11,0% 79,8% 7,2%Area Convergenza 84,0% 47,9% 12,2% 81,0% 7,0%Basilicata 91,0% 39,0% 12,8% 100,0% 4,6%

Fonte: Elaborazione su dati ISTAT, Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione nelle amministrazioni locali - Anno 2007 (Statistiche in breve)

Con riferimento ai livelli di informatizzazione delle famiglie (tabella 25), i beni tecnologici più diffusi in Basilicata sono i televisori, presenti nel 95,7% delle famiglie e i cellulari (78,9%). Abbastanza diffusi rispetto alla media nazionale sono il personal computer (46,6%) e l’accesso ad Internet (34,1%), a fronte di una scarsa diffusione della banda larga (13,2%).

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

Tab. 25 - Famiglie per beni tecnologici posseduti (per 100 famiglie della stessa zona)

FAMIGLIELivello di informatizzazione

Possesso di PC Accesso ad Internet Connessione a banda largaItalia 47,8% 38,8% 22,6%Mezzogiorno 45,1% 34,5% 17,2%Area Convergenza 41,3% 34,1% 16,7%Basilicata 46,6% 34,1% 13,2%

Fonte: Elaborazione su dati ISTAT, Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione: disponibilità nelle famiglie e utilizzo degli individui - Anno 2007 (Statistiche in breve)

In linea con i dati rilevati in ambito nazionale, nel 2007 il 40% della popola-zione lucana di 3 anni e più utilizza il personal computer e il 32,3% della po-polazione di 6 anni e più naviga in Internet. Relativamente alla frequenza di utilizzo, si evidenzia che circa la metà di coloro che utilizzano il PC lo fanno tutti i giorni e che solo un terzo degli utenti che accedono ad Internet lo fanno tutti i giorni.

Il luogo privilegiato di utilizzo del personal computer (con riferimento agli ulti-mi tre mesi del 2007) per le famiglie lucane è la propria casa (86,3%). Segue il posto di lavoro (32,4%), il luogo di studio (28,1%), la casa di altri (20,8%) e altri luoghi

(17,7%). Per Internet si riscontra una situazione molto simile con il 77,9% degli utilizzatori che lo usa da casa, il 34,4% dal luogo di lavoro, il 26,5% da casa di altri, il 24,5% dal luogo di studio e il 18,5% da altro luogo.

Le persone di 6 anni e più che si sono connesse ad Internet negli ultimi 3 mesi hanno utilizzato la rete prevalentemente per comunicare attraverso l’uso della posta elettronica (68,4%), per cercare informazioni su merci e servizi (59,5%) e informazioni sanitarie (37,1%). Tali dati appaiono in linea con le rilevazioni in ambito nazionale (tabelle 26-27-28).

Tab. 26 - Persone di 6 anni e più che hanno utilizzato Internet negli ultimi tre mesi per la ricerca di informazioni (per 100 persone della stessa zona)

PERSONE DI 6 ANNI E PIÙRicerca di informazioni

Su merci e servizi Sanitarie Altre informazioniItalia 64,8% 37,8% 57,6%Mezzogiorno 58,7% 35,2% 56,0%Area Convergenza 57,2% 34,1% 53,2%Basilicata 59,5% 37,1% 60,0%

Fonte: Elaborazione su dati ISTAT, Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione: disponibilità nelle famiglie e utilizzo degli individui - Anno 2007 (Statistiche in breve)

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

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PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

Tab. 27 - Persone di 6 anni e più che hanno utilizzato Internet negli ultimi tre mesi per comunicare (per 100 persone della stessa zona)

PERSONE DI 6 ANNI E PIÙComunicazione

Spedire/ricevere email Telefonare su Internet Altre attivitàItalia 77,3% 13,7% 32,1%Mezzogiorno 73,0% 12,4% 35,9%Area Convergenza 73,1% 12,2% 40,6%Basilicata 68,4% 8,4% 30,1%

Fonte: Elaborazione su dati ISTAT, Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione: disponibilità nelle famiglie e utilizzo degli individui - Anno 2007 (Statistiche in breve)

Tab. 28 - Persone di 6 anni e più che hanno utilizzato Internet negli ultimi tre mesi per l’utilizzo di servizi (per 100 persone della stessa zona)

PERSONE DI 6 ANNI E PIÙUtilizzo di servizi

Relativi a viaggi e soggiorni BancariItalia 43,4% 27,9%Mezzogiorno 35,6% 19,5%Area Convergenza 35,1% 17,4%Basilicata 32,3% 18,9%

Fonte: Elaborazione su dati ISTAT, Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione: disponibilità nelle famiglie e utilizzo degli individui - Anno 2007 (Statistiche in breve)

In relazione all’adozione dell’ICT nel sistema imprenditoriale si fa riferimento alle imprese del settore industria e servizi con almeno 10 addetti nell’anno 2006.

La dotazione informatica nelle imprese lucane è in linea con la media nazio-nale. In particolare, risulta che il 94,4% delle imprese regionali utilizza il per-sonal computer e che il 92,1% dispone di una connessione alla rete Internet a fronte, rispettivamente, del 96,08% e del 92,4% a livello nazionale.

Un quadro positivo riguarda l’indice di diffusione dei siti web delle imprese (tabella 29) che, sebbene al di sotto del dato nazionale (55,6%), risulta es-sere in linea con la media del Mezzogiorno (44,2%) e dell’area Convergenza (44,0 %).

Tab. 29 - Dotazioni informatiche delle imprese – Anno 2006

IMPRESEDotazioni informatiche

Utiizzo PC Sito Web InternetItalia 96,0% 55,6% 92,4%Mezzogiorno 93,5% 44,2% 88,9%Area Convergenza 94,0% 44,0% 88,4%Basilicata 94,4% 44,6% 92,1%

Fonte: Elaborazione su dati ISTAT, Database delle principali variabili rilevate nella “Rilevazio-ne sull’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nelle impre-se”- Anno 2006

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

In particolare, con riferimento alla connessione ad Internet, in Basilicata la diffusione della banda larga a scapito delle tecnologie più tradizionali, quali il Modem, è minore della media nazionale e del Mezzogiorno, così come è ancora limitato l’uso del sistema di comunicazione Intranet.

Infine, un dato positivo riguarda l’utilizzo della posta elettronica come stru-mento di comunicazione in azienda e con l’esterno, raggiungendo livelli in li-nea con la media nazionale e superiori a quelli del Mezzogiorno (tabella 30).

Tab. 30 - Tipologia di utilizzo delle connessioni informatiche – Anno 2006

IMPRESELivello di informatizzazione

Banda larga Modem Intranet Posta elettronicaItalia 68,6% 21,7% 32,6% 90,0%Mezzogiorno 61,9% 22,5% 28,4% 86,1%Area Convergenza 62,0% 22,8% 28,5% 85,9%Basilicata 52,6% 29,7% 27,4% 89,6%

Fonte: Elaborazione su dati ISTAT, Database delle principali variabili rilevate nella “Rilevazio-ne sull’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nelle impre-se”- Anno 2006

III.2 Politiche imprenditoriali nella regione/stato, con particola-re attenzione rivolta agli impatti per le imprese innovative, start-up e spin-off

Nei prossimi paragrafi è riportata una panoramica degli strumenti normativi e programmatici nazionali in materia di Ricerca e Innovazione e di Società dell’Informazione:

Tab. 31 - Quadro normativo e programmatico nazionale in materia di Ricerca e Innovazione e Società dell’Informazione

QUADRO NORMATIVO E PROGRAMMATICO NAZIONALE

RICERCA E INNOVAZIONE SOCIETÀ DELL’INFORMAZIONE

PROGRAMMA NAZIONALE DELLA RICERCA 2005 – 2007 (PNR) PIANO DI AZIONE DI E-GOVERNMENT

PIANO PER L’INNOVAZIONE, LA CRESCITA E L’OCCUPAZIONE (PICO)

LINEE GUIDA DEL GOVERNO PER LO SVILUP-PO DELLA SOCIETÀ DELL’INFORMAZIONE NELLALEGISLATURA (31.5.02)

QUADRO STRATEGICO NAZIONALE (QSN) 2007-2013

QUADRO STRATEGICO NAZIONALE (QSN) 2007-2013

PROGRAMMA ATTUATIVO NAZIONALE (PAN) RICERCA E COMPETITIVITÀ 2007-2013

PIANO PER L’INNOVAZIONE, LA CRESCITA E L’OCCUPAZIONE (PICO)

PIANO STRATEGICO INDUSTRIA 2015 (PRO-GETTI DI INNOVAZIONE INDUSTRIALE)

PIANO DI AZIONE PER LA SEMPLIFICAZIONE (PAS 2007)

LEGGE FINANZIARIA 2007 PROGETTO PAESE

AIUTO DI STATO N. 302/2007 (CE 6461) INCENTIVI PER LO SVILUPPO DI IMPRESE INNOVATIVE (L. 388/00)

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

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PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

LEGGE FINANZIARIA 2008 LEGGE FINANZIARIA 2003

FONDO ROTATIVO PER L’INNOVAZIONE TEC-NOLOGICA (FIT)

E-GOVERNMENT NELLE REGIONI E NEGLI ENTI LOCALI: II FASE DI ATTUAZIONE

FONDO DI FINANZIAMENTO ORDINARIO PER LE UNIVERSITÀ (FFO)

DISPOSIZIONI IN MATERIA DI INNOVAZIONE TECNOLOGICA NELLA PA (L. 3/03)

FONDO PER LE AGEVOLAZIONI ALLA RICER-CA (FAR) LEGGE FINANZIARIA 2005

FONDO PER GLI INVESTIMENTI ALLA RICER-CA DI BASE (FIRB)

D.LGS. 82/05 (CODICE DELL’AMMINISTRAZIO-NE DIGITALE)

PROGETTI DI RICERCA DI RILEVANTE INTE-RESSE NAZIONALE (PRIN) L. 80/05 (DECRETO COMPETITIVITÀ)

FONDO ROTATIVO PER IL SOSTEGNO ALLE IMPRESE (FRI) D.L. 115/05

INCENTIVI PER LO SVILUPPO DI IMPRESE INNOVATIVE (L. 388/00) L. 296/06

L. 326/03 (TECNO-TREMONTI) L. 244/07

D.LGS 35/05 (START UP NELL’AMBITO DI DISTRETTI TECNOLOGICI)

DIRETTIVA DEL MINISTRO PERLA SOLIDARIE-TÀ SOCIALE DEL 23/07/07

L. 80/05 (DECRETO COMPETITIVITÀ) DELIBERA CIPE 17/03

DELIBERA CIPE 20/04 DELIBERA CIPE 20/04

DELIBERA CIPE 35/05 DELIBERA CIPE 35/05

DELIBERA CIPE 1/06 DELIBERA CIPE 3/06

DELIBERA CIPE 3/06 DELIBERA CIPE 83/03

DELIBERA CIPE 166/07 DELIBERA CIPE 35/05

DELIBERA CIPE 166/07

DELIBERA CIPE 1/06

Fonte: PO FESR Regione Basilicata

La politica nazionale nel settore della ricerca in quest’ultimo decennio ha visto una profonda rivisitazione degli strumenti e delle procedure: la nuo-va attenzione alla programmazione, nonché il raccordo con la dimensione europea ed internazionale, si è manifestata nelle Linee guida per la politica scientifica e tecnologica, approvate dal CIPE nel 2002 e con l’adozione nel 2005 del Programma Nazionale della Ricerca (PNR) 2005-2007.

Il PNR predispone gli interventi necessari per la partecipazione al program-ma europeo sulle piattaforme tecnologiche e al VII Programma Quadro e persegue i seguenti obiettivi strategici:

1. rafforzare la base scientifica del Paese attraverso il sostegno alla ricerca di base, sia libera che “mission oriented”, favorendo le con-fluenze multidisciplinari e la cooperazione a livello internazionale;

2. potenziare la capacità innovativa e il contenuto tecnologico del siste-ma produttivo nazionale;

3. stimolare l’internazionalizzazione del sistema nazionale della ricerca;

4. promuovere, valorizzare e sviluppare il capitale umano.

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

L’azione sub 2 è quella che più direttamente si pone in rapporto con la defi-nizione di strategie regionali per l’innovazione; nel suo ambito sono previsti una serie di programmi nazionali volti al sostegno di settori produttivi ad alta tecnologia nonché un numero di interventi da effettuarsi di concerto con le Regioni per rafforzare la competitività dei sistemi territoriali (Distretti Tecno-logici).

Una parte rilevante degli interventi a carattere generale presenti nel PNR è stata recepita nel Piano per l’Innovazione, la Crescita e l’Occupazione (PICO), approvato dal governo nel 2005. Il Piano indica le riforme, le misure e gli interventi nazionali programmabili per perseguire gli obiettivi di Lisbo-na e rinnovarne le potenzialità. Più in particolare, tra gli interventi proposti nel PNR, il PICO recepisce quelli tesi a un generale riordino del sistema di ricerca nazionale attraverso l’adeguamento della struttura organizzativa del sistema pubblico di ricerca, la ridefinizione del sistema di ripartizione dei finanziamenti ordinari alle università e l’attuazione del Piano spaziale nazionale; alla predisposizione di incentivi (fondamentalmente a carattere fiscale) alla spesa in ricerca; al potenziamento degli Industrial Liaison Office (ILO) e rifinanziamento del Fondo per l’Innovazione Tecnologica; al sostegno all’innovazione industriale tramite l’agevolazione dell’evoluzione di imprese di piccola dimensione verso strutture ad alto valore aggiunto ed al potenzia-mento delle reti di trasferimento tecnologico anche con il coinvolgimento dei governi regionali.

Ai suddetti provvedimenti si affiancano altre misure, tese principalmente alla partecipazione a Piattaforme Tecnologiche settoriali Europee (PTE) e alla realizzazione di piattaforme tecnologiche a iniziativa italiana a sostegno del-la competitività in diversi settori innovativi; alla definizione di Memoranda di intesa per programmi di ricerca con partner esteri.

Tra i principali progetti del PICO aventi importanti ricadute nella definizione delle strategie regionali in tema di innovazione tecnologica e ricerca sono inclusi:

» il completamento del progetto Galileo per la creazione di una rete sa-tellitare europea;

» la realizzazione di piattaforme informatiche;» l’attuazione di 12 programmi strategici di ricerca;» la creazione di 12 laboratori di collaborazione pubblico-privati;» lo sviluppo di 24 distretti tecnologici.

La strategia nazionale individua le Intese Istituzionali di Programma e gli Accordi di Programma Quadro (APQ) quali strumenti atti a realizzare siner-gie nei programmi e complementarietà negli interventi finanziari. La Regione Basilicata ha identificato nell’APQ “Ricerca scientifica” uno strumento di at-tuazione delle politiche regionali, in materia di sviluppo dell’attività di ricerca scientifica e innovazione tecnologica e sostegno al trasferimento tecnologico tra l’università, centri di ricerca pubblici e privati e settori produttivi. Le Intese e gli APQ, come vedremo meglio in seguito, opereranno in maniera siner-gica e congiunta con i fondi strutturali comunitari; per il periodo 2007- 2013

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PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

le modalità di utilizzo di tali fondi, congiuntamente a quelli nazionali, sono determinate dal Quadro Strategico Nazionale (QSN).

Il QSN 2007-2013 rappresenta il documento unitario di programmazione in cui si definiscono priorità e strategie per la politica regionale di sviluppo in linea con gli indirizzi comunitari in materia. Il documento indirizza la politica regionale a obiettivi di produttività, competitività e innovazione da perseguire in tutto il Paese in un’ottica di sviluppo sostenibile, attraverso il miglioramen-to dei servizi collettivi, una maggiore concorrenza dei mercati dei servizi di pubblica utilità e dei capitali, l’erogazione di incentivi per favorire l’innova-zione e l’innalzamento delle competenze delle risorse umane e della qualità della vita.

La strategia assume quattro Macro obiettivi: a) sviluppare i circuiti della co-noscenza; b) accrescere la qualità della vita, la sicurezza e l’inclusione so-ciale nei territori; c) potenziare le filiere produttive, i servizi e la concorrenza; d) internazionalizzare e modernizzare l’economia, la società e le Amministra-zioni, e dieci Priorità tematiche.

Tra le dieci priorità del QSN 2007 - 2013 assume rilievo la Priorità 2 “Pro-mozione, valorizzazione e diffusione della Ricerca e dell’innovazione per la competitività”, che si inquadra nel più ampio obiettivo di promozione della società della conoscenza. Obiettivo generale di questa priorità consiste nel “rafforzare e valorizzare l’intera filiera della ricerca e le reti di cooperazione tra il sistema della ricerca e le imprese, per contribuire alla competitività e alla crescita economica; sostenere la massima diffusione e utilizzo di nuove tecnologie e servizi avanzati; innalzare il livello delle competenze e cono-scenze scientifiche e tecniche nel sistema produttivo e nelle Istituzioni”.

Tale priorità sarà attuata, oltre che con il Programma Operativo Naziona-le (PON) Ricerca e Competitività 2007-2013 per le Regioni dell’Obiettivo Convergenza, anche attraverso il Programma Attuativo Nazionale (PAN) Ricerca e Competitività 2007-2013, che si riferisce sia alle regioni del Mez-zogiorno che del Centro-Nord e che sarà finanziato con le risorse del Fondo per le Aree Sottoutilizzate (FAS).

Il PAN Ricerca e Competitività adotta un approccio sistemico finalizzato ad accrescere la capacità di produzione e valorizzazione delle conoscenze at-traverso la qualificazione dell’offerta di ricerca e il sostegno alla costituzione e all’irrobustimento delle reti tra atenei, centri di ricerca pubblici e privati e mondo della produzione. Nello specifico, gli obiettivi del PAN prevedono il “sostegno ai mutamenti strutturali e rafforzamento del potenziale scientifico-tecnologico per la transizione all’economia della conoscenza” e il rafforza-mento del contesto innovativo per lo sviluppo della competitività”.

In questa direzione opera anche il CIPE che, con le Delibere di riparto delle risorse FAS, ha assegnato fondi per il finanziamento di iniziative di ricerca del Mezzogiorno.

Il governo ha inoltre definito una serie di provvedimenti che, oltre a confer-mare l’impegno sui progetti citati, istituiscono nuovi programmi e strumenti

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

per il supporto alle attività di ricerca e innovazione, anche in relazione al loro finanziamento.

Nel settembre 2006 è stato presentato il Piano Strategico Industria 2015, che stabilisce le linee strategiche per lo sviluppo e la competitività del siste-ma produttivo italiano del futuro centrate su un concetto di industria esteso alle nuove filiere produttive che integrano manifattura, servizi avanzati e nuo-ve tecnologie.

Attraverso la decisione della Commissione europea C(2007) 6461 del 12 dicembre 2007 – Aiuto di Stato n. 302/2007, viene autorizzato il regime di aiuto per la concessione di agevolazioni in favore di programmi di ricerca, sviluppo e innovazione a favore dei progetti di ricerca fondamentale, di ri-cerca industriale e di sviluppo sperimentale, studi di fattibilità tecnica, spese relative ai diritti di proprietà industriale delle PMI, nuove imprese innovatrici, progetti di innovazione dei processi e dell’organizzazione nei servizi, servizi di supporto all’innovazione e poli di innovazione. Il regime si basa essenzial-mente sui Progetti di Innovazione Industriale (PII) le cui priorità perseguono obiettivi simili a quelli del VII Programma Quadro con il quale hanno diversi settori in comune quali: sanità, biotecnologie, TIC, nanotecnologie, materiali e processi produttivi, energia, ambiente e trasporti.

La strategia, attuata attraverso i Progetti di Innovazione Industriale (PII), mira ad organizzare e coordinare l’azione di grandi imprese pubbliche e pri-vate, reti di imprese (distretti industriali e tecnologici), centri di ricerca, istitu-zioni finanziarie ed università.

Coerentemente con tale strategia, la Legge Finanziaria 2007 prevede:

» l’istituzione di un Fondo per la Competitività e lo Sviluppo (FCS – art. 1 comma 841) finalizzato al finanziamento di Progetti d’innovazione industriale, individuati nell’ambito delle seguenti aree tecnologiche: efficienza energetica; mobilità sostenibile; nuove tecnologie della vita; nuove tecnologie per il made in Italy; tecnologie innovative per i beni e le attività culturali;

» l’istituzione di un Fondo per la finanza d’impresa (art.1 comma 847) il cui obiettivo è quello di favorire l’accesso al credito ed al mercato finanziario da parte delle imprese, in particolare quelle innovative, at-traverso interventi mirati a facilitare operazioni di concessione di ga-ranzie su finanziamenti e di partecipazione al capitale di rischio delle imprese stesse anche tramite banche o società finanziarie;

» l’istituzione di un Fondo per gli investimenti in ricerca scientifica e tecnologica (FIRST- art. 1 commi 870-874), che riunisce

» in un fondo unico i precedenti quattro fondi esistenti presso il Ministero per il sostegno alle attività di ricerca;

» la definizione di un Piano triennale di assunzione di 2000 ricercatori;

Oltre a quanto esposto è utile ricordare che, a livello nazionale, esistono una serie di incentivi e fondi gestiti direttamente dai Ministeri (alcuni già introdotti

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

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PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

precedentemente) con l’obiettivo di favorire la ricerca e l’innovazione. Tra questi ricordiamo:

» Fondo Rotativo per l’Innovazione Tecnologica;

» Fondo di Finanziamento Ordinario per le Università;

» Fondo per le Agevolazioni alla Ricerca;

» Fondo per gli Investimenti alla Ricerca di Base;

» Progetti di ricerca di Rilevante Interesse Nazionale;

» Fondo Rotativo per il sostegno delle Imprese;

» Incentivi per lo sviluppo di imprese innovative e interventi nel ca-pitale di rischio-credito d’imposta (legge n. 388/00 art. 103, 106 e 108): lo scopo è di favorire l’accesso al capitale di rischio di PMI delle aree svantaggiate e di nuove imprese innovative mediante la conces-sione di anticipazioni finanziarie e incentivi di tipo fiscale (credito d’im-posta) per l’agevolazione di investimenti e spese di R&I;

» Legge n. 326/03 art. 1: finalizzato a detassare gli investimenti in R&S e in tecnologie digitali;

» D.Lgs 35/2005: consente di finanziare nuove iniziative imprenditoriali (start-up) ad elevato contenuto tecnologico nell’ambito dei distretti tec-nologici definiti dal MIUR/Regioni;

» Legge n.80/05 art. 6 – Decreto Competitività: finalizzato a sostenere programmi e progetti strategici di ricerca e sviluppo svolti da imprese in collaborazione con università o centri di ricerca;

» P.I.A. Innovazione: il cui scopo è la promozione della ricerca indu-striale e l’applicazione industriale dei risultati conseguiti.

Il CIPE, inoltre, assegna risorse finanziare al MIUR con la finalità di favorire i progetti di ricerca industriale e gli interventi relativi ai distretti tecnologici, per il potenziamento del programma di realizzazione della rete nazionale per la diffusione dell’innovazione ed il trasferimento tecnologico alle imprese (RIDITT), per il finanziamento delle iniziative dirette a favorire il trasferimento tecnologico del sistema della ricerca a quello delle PMI.

Le azioni del Governo italiano per la Società dell’Informazione si sono foca-lizzate maggiormente nell’ambito dell’e-government.

Il Piano di Azione di e-government (giugno 2000) ha posto l’accento sulle riforme da avviare che prevedono una rivoluzione nella cultura organizzativa dell’amministrazione pubblica. Da una amministrazione dirigistica, verticale e segmentata, si vuole passare ad una amministrazione orizzontale, orienta-ta al servizio e caratterizzata da fitti scambi informativi tra le sue parti e verso l’ambiente esterno.

Le direttrici strategiche del programma di Governo prevedono la trasforma-zione della Pubblica Amministrazione tramite le ICT ed interventi infrastrut-

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

turali nel Sistema Paese per l’innovazione e lo sviluppo della Società dell’In-formazione.

Gli obiettivi generali sono di fornire:

» servizi online ai cittadini ed alle imprese (servizi prioritari online, carta d’identità elettronica, carta nazionale dei servizi, firma digitale);

» una maggiore efficienza della PA (tramite e-procurement, posta elet-tronica, impegni e mandati di pagamento gestiti online);

» valorizzazione delle risorse umane (alfabetizzazione dei dipendenti, formazione erogata tramite e-learning);

» trasparenza (2/3 delle pratiche della PA accessibili online da parte dei cittadini), qualità (sistema di soddisfazione dell’utente).

“L’e-government nelle Regioni e negli Enti locali: II fase di attuazione” appro-vato nel 2003, descrive obiettivi, azioni e modalità di realizzazione relative alla fase di attuazione dell’egovernment per le Regioni e gli Enti locali.

La seconda fase dell’e-government ha come prerequisito la definizione di una visione strategica comune tra Stato, Regioni ed Enti locali. Tale fase di attuazione dell’e government ha come obiettivo principale l’allargamento alla maggior parte delle amministrazioni locali dei processi di innovazione già avviati, sia per ciò che riguarda la realizzazione dei servizi per cittadini e imprese, sia per ciò che riguarda la realizzazione di servizi infrastrutturali in tutti i territori regionali.

In tale quadro si colloca anche la revisione del Piano per l’Innovazione, la Crescita e l’Occupazione (PICO) predisposto proprio come linea di attua-zione della Strategia di Lisbona per la crescita e l’occupazione. Le 37 misu-re inizialmente contenute nel PICO sono state razionalizzate ed accorpate, consentendo la definizione di un nuovo programma che prevede complessi-vamente undici misure mirate a realizzare quattro obiettivi prioritari:

» modernizzare la pubblica amministrazione, con particolare attenzione ai servizi per i cittadini e per le imprese (e-government);

» realizzare progetti di grande innovazione e impatto in aree come la scuola, la sanità, il turismo, l’infomobilità, il riconoscimento elettronico;

» favorire l’innovazione tecnologica del sistema produttivo, con partico-lare attenzione alle PMI;

» ridurre il digital divide.

Le undici misure incluse nel PICO sono sintetizzate nella tabella che segue:

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

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PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

Tab. 32 - Misure previste dal PICO

MISURE PREVISTE DAL PICO

Modernizzazione della PA E-government – miglioramento dell’efficienza della PAE-government – iniziative di alto impatto

Innovazione in settoristrategici

Piattaforma elettronica per il turismoICT e contenuti digitali per le scuoleICT@UniversitàPiattaforma nazionale per la sanitàPiattaforma per l’infomobilità

Innovazione del sistema produttivo

Azioni per favorire l’innovazione dei processi e dei prodotti, in particolare per le PMIPiani regionali per rafforzare la competitività industriale locale

Riduzione del digital divide

Diffusione dell’uso delle ICTAccesso per tutti all’educazione e alla formazione

Fonte: PO FESR Regione Basilicata

Il Programma Verso il sistema nazionale di e-government - linee strategiche e Il primo Piano d’azione per la semplificazione (PAS 2007) contiene impor-tanti innovazioni:

» coniuga innovazione organizzativa e innovazione tecnologica in modo da semplificare l’attività amministrativa, utilizzando le opportunità messe a disposizione dalle nuove tecnologie;

» adotta il metodo del coinvolgimento delle associazioni dei cittadini-utenti e dei consumatori attraverso l’uso della consultazione telema-tica.

Ai suddetti provvedimenti si affiancano altre misure di politica nazionale che istituiscono misure specifiche tese al sostegno della Società dell’Informazio-ne. Coerentemente con questa strategia:

L. n. 388 del 23 dicembre 2000, art. 103 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato legge finanziaria 2001). In particolare il comma 1, ha istituito un fondo destinato al finanziamento della ricerca scientifica e per il finanziamento di progetti per lo sviluppo della società dell’informazione relativi all’introduzione delle nuove tecnologie nella pubblica amministrazione.

L. n. 3 del 16 gennaio 2003, art. 27, (Disposizioni in materia di inno-vazione tecnologica nella Pubblica Amministrazione). Viene istituito il “Fondo di finanziamento per i progetti strategici nel settore informatico” per sostenere progetti, individuati i grande contenuto innovativo.

L. n. 311 del 30 dicembre 2004 art. 1 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato legge finanziaria 2005) al fine di assicurare una parziale assicurazione ai crediti concessi dagli istituti di credito per progetti innovativi.

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

D. Lgs n. 82 del 7 marzo 2005. Il “Codice dell’amministrazione digitale” dove sono fissate le norme generali per l’uso delle tecnologie dell’informa-zione e delle comunicazioni nell’azione amministrativa.

D.L. 115/2005 convertito con L. del 17 agosto 2005, n. 168, art. 2 bis, comma 1. Vengono stanziate somme per la fornitura alle università di stru-menti didattici innovativi fondati su reti di connettività senza fili nonché favori-re l’acquisto da parte degli studenti di personal computer idonei a connettersi alle predette reti.

Legge n. 296/2006. Nell’art. 1 comma 893 prevede l’istituzione di un fondo per finanziare i progetti relativi alla digitalizzazione dell’attività amministra-tiva. Infine all’interno del comma 925 vengono stanziate risorse per il so-stegno dei processi di realizzazione e ampliamento della banda larga, allo scopo di completare il “Programma per lo sviluppo della banda larga nel Mezzogiorno”.

Direttiva del Ministro della Solidarietà Sociale del 23/07/2007. La Diret-tiva sostiene rispettivamente progetti di informatizzazione di banche dati in materia di associazionismo sociale e progetti sperimentali elaborati dalle stesse associazioni per far fronte a particolari emergenze sociali.

Il CIPE, con le Delibere di riparto delle risorse FAS, ha assegnato fondi per il finanziamento di iniziative della Società dell’Informazione. In particolare:

» Delibera n. 17/2003: vengono assegnate risorse al MIUR per lo svilup-po della società dell’informazione nel Mezzogiorno;

» Delibera n. 20/2004: nel punto 4.1.2 si assegnano le risorse al Dipar-timento per l’Innovazione e le Tecnologie per interventi in favore del Mezzogiorno relativamente ad azioni di finanza innovativa per lo svi-luppo del”high-tech, per l’integrazione dell’e-government nelle Regioni per incrementare l’utilizzo della rete;

» Delibera n. 35/2005: si assegnano risorse finanziare a beneficio delle Regioni del Mezzogiorno; in particolare per favorire gli investimenti delle imprese in innovazioni digitali e per favorire la prosecuzione del Programma Banda Larga;

» Delibera n. 3/2006: vengono assegnate risorse al Ministro per l’In-novazione e le Tecnologie allo scopo di finanziare, nelle Regioni del Mezzogiorno, un programma integrato di azioni volte a promuovere la cultura dell’innovazione nei cittadini e nelle imprese, l’efficienza am-ministrativa (soprattutto nel rapporto con le imprese), la promozione di contenuti e servizi digitali e una nuova finanza per l’innovazione dei territori.

Relativamente alla questione dello sviluppo della banda larga, il CIPE ha previsto, tramite le Delibere nn. 83/2003 e 35/2005 (art. 7), lo stanziamento di risorse per la realizzazione di infrastrutture di rete di telecomunicazioni a banda larga al fine di eliminare il digital divide nelle Regioni del Mezzogiorno e nelle aree sottoutilizzate del Centro-Nord.

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

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PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

Il CIPE, infine, attraverso la Delibera n. 1/2006 assegna risorse al Ministero dell’Innovazione e delle Tecnologie per favorire gli investimenti delle imprese in innovazione digitale attraverso progetti presentati nell’ambito dei bandi “Poli Tecnologici” e “Distretti tecnologici” e per finanziare l’iniziativa “Compe-tenza in cambio di esperienza”.Nei prossimi paragrafi viene, invece, riportata una panoramica degli stru-menti normativi e programmatici regionali in materia di Ricerca e Innovazio-ne e di Società dell’Informazione:

Tab. 33 - Quadro normativo e programmatico regionale in materia di Ricerca e Innovazione e Società dell’Informazione

RICERCA E INNOVAZIONE SOCIETÀ DELL’INFORMAZIONE

QUADRO NORMATIVO E PROGRAMMATICO REGIONALE

LEGGE REGIONALE PER LO SVILUPPO E COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA PRODUTTIVO LUCANO L.R. 598/94

L.R. 53/96

L.R. 28/2007 art. 18 comma 3 PO FESR 2007-2013

PROGRAMMA OPERATIVO FESR 2007-2013 PO FSE 2007-2013

PROGRAMMA OPERATIVO FSE 2007-2013 APQ SOCIETÀ DELL’INFORMAZIONE

PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE F.E.A.S.R. 2007- 2013

APQ RICERCA SCIENTIFICA

LINEE DI INDIRIZZO PER IL RILANCIO E LA COMPETITIVITÀ DELL’INDUSTRIA E DELL’ARTI-GIANATO LUCANO

STRUMENTI

PROTOCOLLO D’INTESA TRA MIUR, REGIONE BASILICATA E L’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELLA BASILICATA PER LA VALORIZZAZIONE E LO SVILUPPO DEL SISTEMA UNIVERSITARIO E DELLA RICERCA ACCORDO QUADRO TRA REGIONE BASILICATA E CNR (D.G.R. n. 915 del 18/06/2008)

ACCORDO QUADRO CON L’UNIVERSITÀ DELLA BASILICATA

PROTOCOLLO D’INTESA TRA REGIONE BASILI-CATA E REGIONE LOMBARDIA

ACCORDO QUADRO TRA REGIONE BASI-LICATA E CNR

ACCORDO QUADRO TRA REGIONE BASILICA-TA E CRA

CONVENZIONE TRA REGIONE BASILICATA E “CONSORTIUM GARR”ACCORDO QUADRO TRA REGIONE BA-SILICATA, SVILUPPO ITALIA E INFRATEL ITALIACONVENZIONE TRA REGIONE BASILICATA E CNIPACONVENZIONE TRA REGIONE BASILICATA E BETWEEN SPA

Fonte: PO FESR Regione Basilicata

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PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

Per quanto riguarda la tematica della Ricerca e Innovazione, i principali prov-vedimenti normativi sono costituiti dalla “Legge Regionale per lo sviluppo e competitività del sistema produttivo lucano” art. 2 comma b e art. 4 comma 3 e la legge regionalizzata n. 598/1994.

Attraverso la Legge Regionale per lo sviluppo e competitività del sistema pro-duttivo lucano la quale ha abrogato e sostituito la L.R. n. 4 del 02/01/2003, la Regione Basilicata ha definito il quadro normativo di riferimento per tutte le scelte strategiche ed operative volte a sostenere lo sviluppo e la competi-tività del sistema produttivo lucano. La tematica della ricerca e innovazione è esplicitata in particolare nell’art. 2 comma b, sulla base del quale la Regione promuove e sostiene:

» la qualificazione della domanda di ricerca e innovazione delle imprese;

» l’incontro ed il raccordo stabile tra domanda ed offerta di ricerca e inno-vazione, stimolando l’orientamento dei programmi e delle attività delle strutture di ricerca verso ambiti tematici coerenti con la domanda delle imprese e del mercato e la collaborazione delle imprese;

» la ricerca industriale e lo sviluppo sperimentale, nonché il trasferimento tecnologico a favore delle PMI;

» gli investimenti in innovazione da parte delle imprese, in particolare le PMI;

» lo sviluppo del capitale umano, anche favorendo l’attrattività della Re-gione Basilicata nei confronti di studenti, studiosi e ricercatori italiani ed esteri;

» la diffusione delle tecnologie ICT nel sistema produttivo per lo sviluppo di nuovi modelli di organizzazione aziendale, di gestione dei processi produttivi, di promozione e commercializzazione dei prodotti;

» il rafforzamento della capacità delle imprese di fare rete attraverso l’at-tivazione ovvero il consolidamento di collaborazioni con altre imprese e con il mondo della ricerca in ambito nazionale ed internazionale.

La legge regionalizzata n. 598/1994 “Interventi per lo sviluppo precom-petitivo e il trasferimento tecnologico” ha la finalità di sostenere le attività di ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico. I beneficiari sono le PMI industriali, estrattive e manifatturiere, le PMI che esercitano attività diretta alla produzione di beni e/o servizi.

Infine, occorre ricordare la L.R. 28/2007 (Legge Finanziaria Regionale 2008) art. 18 comma 3 attraverso il quale la Regione concede aiuti per ricerca, sviluppo e innovazione nei limiti e secondo le modalità previste a livello nazionale e approvate dalla CE in data 12/12/2007 (Aiuti di Stato n. 302/2007).

A livello programmatico, i documenti principali sono costituiti da:

» Programma Operativo Regionale FESR 2007-2013;» Programma Operativo FSE 2007-2013;

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PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

» Programma di Sviluppo Rurale FEASR 2007-2013;» Accordo di Programma Quadro in materia di Ricerca Scientifica;» Linee di indirizzo per il rilancio e la competitività dell’industria e dell’ar-

tigianato lucano. Periodo 2007-2013.

Ecco nel dettaglio le specifiche dei documenti summenzionati:

Programma Operativo (PO) FESR 2007-2013Coerentemente con il Regolamento (CE) n. 1080/2006 e con gli indirizzi con-tenuti nel Quadro Strategico Nazionale 2007-2013, il Programma Operativo FESR è volto a promuovere la crescita economica e a migliorare la capacità di innovazione per qualificare la Basilicata come territorio aperto, attrattivo, competitivo, inclusivo e coeso, valorizzando in particolare le sue risorse am-bientali ed umane e sostenere la sua transizione verso l’obiettivo “Competi-tività ed occupazione”.

Il PO è costituito da otto assi:

I. AccessibilitàII. Società della conoscenzaIII. Competitività produttivaIV. Valorizzazione dei beni culturali e naturali; V.Sistemi urbaniV. Inclusione sociale

VI. Energia e sviluppo sostenibileVII. Governance e assistenza tecnica.

Riguardo alla tematica della ricerca e innovazione, l’asse II persegue l‘obiet-tivo generale di fare della Basilicata una società incentrata sulla “economia della conoscenza” attraverso il potenziamento della ricerca, la diffusione del-le innovazioni e lo sviluppo delle reti ICT. L’asse II è suddiviso a sua volta in due obiettivi specifici, in particolare con l’obiettivo specifico II.1 si sostiene la domanda di innovazione delle imprese finalizzata all’innalzamento della competitività del sistema produttivo regionale attraverso il rafforzamento del-le reti di cooperazione tra imprese ed organismi di ricerca.

A livello operativo, nell’ambito dell’obiettivo specifico II.1, verranno incentiva-ti gli investimenti in ricerca industriale e sviluppo sperimentale da parte di im-prese in collaborazione con organismi di ricerca prevalentemente nell’ambito di distretti tecnologici e cluster produttivi. Inoltre verranno rafforzate le attività di trasferimento tecnologico delle innovazioni dal sistema della ricerca quello delle imprese.

Programma Operativo (PO) FSE 2007-2013Coerentemente con il Regolamento (CE) n. 1081/2006 e con gli indirizzi con-tenuti nel Quadro Strategico Nazionale 2007-2013, il Programma Operativo FSE è volto a promuovere lo sviluppo, la piena occupazione e la qualità del lavoro, l’adattabilità dei lavoratori e delle imprese pubbliche e private, nonché l’integrazione sociale e le pari opportunità. Al fine di attuare tale stra-tegia, individua sette Assi prioritari su cui finalizzare la politica regionale in tema di occupazione, formazione ed istruzione nel prossimo settennio:

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PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

1. Adattabilità2. Occupabilità3. Inclusione sociale4. Capitale umano5. Transnazionalità ed interregionalità6. Assistenza tecnica7. Capacità istituzionale.

La tematica della ricerca e innovazione può essere individuata in particolare nell’ambito degli assi “Adattabilità” e “Capitale umano”.

Per quanto riguarda l’asse Adattabilità, uno degli obiettivi specifici è quello di favorire l’innovazione e la produttività attraverso una migliore organizzazione della qualità del lavoro, mentre nell’asse Capitale Umano l’amministrazione regionale si è posta, tra gli obiettivi, quello di creare reti tra università, centri tecnologici e di ricerca, mondo produttivo e istituzionale con particolare at-tenzione alla promozione della ricerca e innovazione.

Programma di Sviluppo Rurale (PSR) FEASR 2007-2013

Coerentemente con il Regolamento (CE) n. 1698/2005, il Programma di Svi-luppo Rurale FEASR persegue le seguenti priorità:

» l’aumento della dotazione di servizi per la popolazione e l’economia rurale;

» il sostegno alla multifunzionalità;

» la diffusione di azioni di marketing territoriale;

» la maggiore integrazione all’interno delle filiere produttive;

» la valorizzazione della Montagna, del patrimonio storico culturale ed enogastronomico;

» l’implementazione della qualità dei prodotti tipici e di qualità.

Tali priorità saranno implementate attraverso quattro assi di intervento:

1. Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale;

2. Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale;

3. Interventi sulla qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale;

4. Attuazione dell’approccio Leader.

L’ambito dell’innovazione può essere individuato in particolare nell’Asse 1 “Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale”, all’interno del quale, tra le varie misure, sono previste azioni di ammodernamento delle aziende agricole (misura 121) e azioni di cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie, nel settore agricolo e alimentare ed in quello forestale (misura 124).

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PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

Accordo di Programma Quadro in materia di Ricerca ScientificaIl Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Ministero dell’Istruzione, dell’Uni-versità e della Ricerca Scientifica e Tecnologica e la Regione Basilicata han-no stipulato, in data il 22 dicembre 2005, l’Accordo di Programma Quadro in materia di Ricerca Scientifica (Distretto Tecnologico).

Tale Accordo ha lo scopo di attuare gli indirizzi della strategia regionale per la ricerca scientifica e lo sviluppo tecnologico e mettere in atto il Piano Re-gionale della Ricerca e Sviluppo Tecnologico e dell’Innovazione (PRR & STI) 2003-2005, mediante interventi nel campo delle tecnologie di rilevazione, monitoraggio sistematico, comunicazione, prevenzione e riparazione dei ri-schi ambientali connessi all’assetto idrogeologico, sismico e climatologico del territorio.

Gli obiettivi dell’Accordo sono così sintetizzati:

» realizzazione di una piattaforma tecnologica pubblico-privata per lo sviluppo di tecnologie e metodologie innovative;

» osservative dal suolo, da aereo e da satellite per il monitoraggio, la previsione e la prevenzione di fenomeni di dissesto idrogeologico;

» prevenzione e la mitigazione di calamità naturali;

» informatiche per lo sviluppo di SDI (Spatial Data Infrastructures) anche per la condivisione e l’interoperabilità dei dati e lo sviluppo di tecnolo-gie GRID di Osservazione della Terra.

Ad integrazione dell’Accordo di Programma Quadro in materia di Ricerca Scientifica, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Ministero dell’Istru-zione, dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica e la Regione Basilicata, hanno stipulato, in data 26 giugno 2006, un ulteriore Accordo, con l’obiettivo della realizzazione di un Campus di ricerca e alta formazione collegato con il sito produttivo della FIAT-SATA.

Linee di indirizzo per il rilancio e la competitività dell’industria e dell’ar-tigianato lucano. Periodo 2007-2013Le linee di indirizzo per il periodo 2007-2013, coerentemente con gli orien-tamenti strategici assegnati dalla “Legge Regionale per lo sviluppo e com-petitività del sistema produttivo lucano” all’azione regionale a sostegno del sistema produttivo, perseguono l’obiettivo generale di promuovere lo svilup-po e migliorare la competitività del settore industriale e l’artigianato lucano.

Tale obiettivo generale si declina nei seguenti obiettivi strategici di promozio-ne e sostegno di:

» crescita e sviluppo dell’imprenditorialità;

» investimenti in ricerca, sviluppo, innovazione e trasferimento tecnolo-gico;

» espansione commerciale e internazionalizzazione delle imprese, non-ché attrazione di investimenti esteri;

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

» gestione delle crisi aziendali e di settore;

» uso sostenibile delle risorse ambientali;

» efficienza e governo dei processi decisionali.

Con riferimento alla Ricerca e Innovazione, le linee di indirizzo puntano a stimolare la propensione delle imprese, in particolare le PMI, ad investire in ricerca, sviluppo e innovazione, a rafforzare l’ambiente in cui queste opera-no, nonché a migliorarne la capacità di creare e consolidare reti di dialogo, collaborazione e scambio con gli altri attori del sistema, in Italia e all’estero, in un’ottica di una maggiore cooperazione pubblico-privata.

Gli obiettivi che ispirano la strategia del documento vengono perseguiti attra-verso un complesso di misure articolate in sei assi:

» ASSE 1 – Imprenditorialità

» ASSE 2 - Ricerca e innovazione

» ASSE 3 - Mercato, internazionalizzazione e attrazione investimenti

» ASSE 4 - Gestione delle crisi

» ASSE 5 - Uso sostenibile delle risorse ambientali

» ASSE 6 - Efficienza e governo dei processi decisionali.

L’attuazione delle misure spetta alla Giunta Regionale che, con propria deli-berazione, ne definisce puntualmente gli aspetti di merito e quelli procedura-li. Tale definizione avviene con il concorso di tutti gli stakeholder del territorio e con gli apporti tecnico-specialistici necessari. Infatti, la visione che ispira le linee di indirizzo è quella di un sistema industriale nel quale le diverse componenti si coordinano e si integrano convergendo verso il rilancio ed il rafforzamento competitivo del tessuto produttivo.

Il documento di policy costituisce, pertanto, un riferimento strategico e d’azio-ne contestualizzato, organico e di medio periodo, sia per l’amministrazione regionale che per i potenziali destinatari degli interventi previsti.

La Regione Basilicata, nell’attuazione del piano normativo programmatico, si è dotata dei seguenti strumenti:

Protocollo d’Intesa tra MIUR, Regione Basilicata e l’Università degli studi della Basilicata per la valorizzazione e lo sviluppo del sistema universitario e della ricerca

In seguito alla D.G.R. n. 1927 del 28/12/2007 con la quale è stato approvato il Piano Triennale 2007-2009 per il sostegno dell’Università della Basilicata, sulla base della L.R. n. 12 del 24/07/2006, la Regione ha sottoscritto nel marzo 2008 un Protocollo d’Intesa con il MIUR e l’Università degli Studi della Basilicata allo scopo di valorizzare e sviluppare il sistema universitario e del-la ricerca lucano. La finalità dell’Accordo è quella di definire e implementare un programma di interventi finalizzati al sostegno dell’alta formazione, della ricerca scientifica e dell’internazionalizzazione, alla valorizzazione dei risul-

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PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

tati della ricerca, al potenziamento del sistema della ricerca e del sistema industriale e dei servizi.

Le finalità sopra elencate sono conseguite attraverso l’individuazione dei se-guenti settori prioritari di intervento:

» integrazione tra ricerca e sviluppo della società, dell’economia e del territorio;

» interventi a favore degli studenti, potenziamento di servizi a supporto della didattica e della ricerca usufruibili da studenti e corpo accademi-co dell’Università della Basilicata;

» sistema dell’apprendimento permanente della Regione Basilicata;

» consolidamento e internazionalizzazione dell’ateneo lucano.

Tra gli obiettivi del Protocollo vi è quello di favorire l’integrazione tra il siste-ma della ricerca ed il sistema sociale, economico e territoriale, mediante la promozione di iniziative in settori di interesse tra i quali la valorizzazione dei beni culturali ed ambientali, delle scienze della vita e delle tecnologie per la salute. In relazione a questi due ultimi settori, verranno realizzati due Centri di eccellenza: il primo, localizzato a Matera, finalizzato all’innovazione del campo delle arti, dell’ambiente e dell’archeologia, il secondo, localizzato a Potenza, finalizzato all’attività di ricerca nel campo delle scienze della vita e delle tecnologie della salute.

Accordo Quadro tra Regione Basilicata e CNRLa D.G.R. 915 del 18/06/2008 ha approvato lo schema di accordo tra Regio-ne Basilicata e CNR in materia di ricerca scientifica e innovazione tecnologi-ca. Attraverso questo Accordo, la Regione e il CNR concordano di cooperare per l’attuazione di programmi di ricerca e di sviluppo finalizzati ai bisogni so-ciali ed economici della regione. A tal fine i due attori intendono in particolare promuovere la partecipazione di altri Enti locali, delle imprese pubbliche e private, delle Agenzie regionali, degli Enti ed Istituti di ricerca e loro consorzi, dell’Università, nonché delle forze sociali presenti nella Regione.

La collaborazione tra la Regione e il CNR sarà incentrata prioritariamente sulle seguenti azioni:

» consolidare un sistema scientifico competitivo a livello internazionale e di dimensioni significative rispetto agli standard internazionali;

» formulare congiuntamente progetti di ricerca, di sviluppo industriale e di dimostrazione individuati attraverso una attenta analisi della struttu-ra e dell’evoluzione attesa per ciascun settore applicativo (es: salute, energia, sistemi di produzione, beni culturali, ambiente, valorizzazione culturale, sicurezza) e l’individuazione delle tecnologie correlate (es: ICT, nuovi materiali);

» partecipare congiuntamente alla formulazione di proposte di progetti di ricerca, di sviluppo e di dimostrazione in sede nazionale, comunitaria ed internazionale;

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

» potenziare l’organico del personale di ricerca attraverso il reclutamento di giovani ricercatori, lo sviluppo di interventi di informazione, formazio-ne professionale ed Alta Formazione e la valorizzazione delle compe-tenze del personale in organico;

» sviluppare infrastrutture di ricerca di livello europeo;

» promuovere attività di innovazione e trasferimento tecnologico anche mediante il sostegno alla creazione di spin-off.

Protocollo d’Intesa tra Regione Basilicata e Regione Lombardia

È in corso di formalizzazione un accordo di collaborazione con la Regione Lombardia finalizzato a:

» analizzare le esperienze normative e legislative dei rispettivi territori regionali in materia di ricerca e competitività;

» realizzare programmi di ricerca congiunti;

» condividere il sistema di accreditamento dei centri di ricerca;

» mettere in rete specifici strumenti e iniziative finalizzate al trasferimen-to tecnologico e all’innovazione;

» condividere metodi e sistemi di valutazione.

L’accordo di collaborazione tra le due Regioni nasce dalla necessità di po-tenziare le competenze favorendo in tal modo il raccordo tra il sistema della ricerca e le imprese, con l’obiettivo di sostenere concretamente la domanda di innovazione da parte del tessuto produttivo basandosi, per quanto riguar-da la Regione Basilicata, sulle esperienze già avviate nel territorio lombardo.

Accordo Quadro tra Regione Basilicata ed il Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura

In data 19 ottobre 2008 è stato stipulato l’Accordo tra la Regione Basilicata e il CRA al fine di attivare una cooperazione per l’attuazione di programmi di ricerca e di sperimentazione in agricoltura finalizzati ai bisogni della Regio-ne. A tal fine intendono promuovere, in particolare, la partecipazione di altri Enti locali, delle imprese pubbliche e private, delle Agenzie regionali, degli Enti ed istituti di ricerca e loro consorzi, delle Università, nonché delle forze sociali, presenti nella regione.

In riferimento al territorio regionale, e con particolare riguardo al settore agri-colo, agroalimentare, agroambientale e forestale, la collaborazione fra CRA e la Regione si caratterizzerà prioritariamente per le seguenti tipologie di azioni:

» intese programmatiche con Istituzioni e/o ALSIA nella pianificazione e razionalizzazione delle attività di ricerca;

» tutoraggio tecnico-scientifico per imprese innovative;

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PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

» definizione e presentazione di progetti di ricerca a valere su Program-mi nazionali e comunitari;

» realizzazione dei progetti di ricerca;

» attività di consulenza alla Regione.

Il CRA, su richiesta della Regione, potrà inoltre svolgere attività di monito-raggio e controllo su attività di ricerca svolte da terzi e sostenute con fondi regionali.

Quadro normativo e programmatico regionale per Società dell’Informa-zione

Per quanto riguarda la Società dell’Informazione, la principale normativa è la legge regionale n. 53/1996 “Promozione e sviluppo della società dell’informa-zione e del telelavoro”: tale provvedimento, i cui beneficiari sono le imprese, i cittadini e la Pubblica Amministrazione, ha come finalità il potenziamento della competitività industriale, la promozione della creazione di nuovi posti di lavoro, di nuove competenze e abilità professionali, la promozione di nuove forme di organizzazione del lavoro nel settore pubblico e privato; attraverso la promozione della società dell’informazione e del telelavoro inoltre si in-tende aumentare l’efficienza e l’efficacia dei servizi pubblici erogati in favore della cittadinanza e del sistema delle imprese, rispondendo in tal modo sia ad esigenze di inclusione sociale che di miglioramento della competitività del sistema economico.

Il quadro programmatico è costituto dai seguenti documenti:

» Programma Operativo Regionale FESR 2007-2013

» Programma Operativo Regionale FSE 2007-2013

» Accordo di Programma Quadro (APQ) per la Società dell’Informazione.

Programma Operativo (PO) FESR 2007-2013

Per quanto concerne il PO FESR 2007 – 2013, si possono individuare dei chiari riferimenti nell’ambito dell’asse II “Società della conoscenza”: posto che l’obiettivo generale dell’asse è contribuire a fare della Basilicata una società incentrata sull’economia della conoscenza; la tematica della Società dell’Informazione è esplicitata attraverso l’obiettivo specifico II.2 “Diffusione delle nuove tecnologie e dei servizi avanzati connessi all’impiego dell’ICT, rafforzando i processi di modernizzazione della Pubblica Amministrazione e di innovazione delle PMI.

Tale obiettivo specifico mira, da una parte, a migliorare e potenziare la do-tazione infrastrutturale regionale delle reti ICT eliminando il digital divide e garantendo la connettività regionale ai principali network nazionali e interna-zionali, dall’altra all’ampliamento e diversificazione della gamma di servizi veicolati attraverso la società dell’informazione in modo tale da assicurare la fruibilità dei servizi online da parte degli utenti quali la PA, i cittadini, le impre-se ecc. A livello operativo, per attuare tali finalità la Regione si propone di:

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

» potenziare le reti regionali dell’ICT;» rafforzare i processi di innovazione della PA mediante il ricorso alle

nuove tecnologie della società dell’informazione;» sostenere l’innovazione di prodotto e di processo nelle PMI e nelle

microimprese mediante il ricorso alle nuove tecnologie della società dell’informazione.

Programma Operativo (PO) FSE 2007-2013

Nel Programma Operativo (PO) FSE, la questione della Società dell’informa-zione può essere individuata negli assi prioritari I) Adattabilità e IV) Capitale Umano. In particolare l’asse prioritario IV prevede, nell’ambito dell’obiettivo specifico h), di “elaborare e introdurre riforme dei sistemi di istruzione, for-mazione e lavoro per migliorarne l’integrazione e sviluppare l’occupabilità con particolare attenzione all’orientamento”, attraverso l’utilizzo delle nuove tecniche dell’ICT.

Accordo di Programma Quadro (APQ) per la Società dell’Informazione

Nell’ambito dell’obiettivo di sviluppo della Società dell’Informazione, consi-derato dalla Basilicata uno degli strumenti determinanti per superare la si-tuazione di marginalità del sistema produttivo regionale, è stato firmato il 25 marzo 2004 il primo Accordo di Programma Quadro in materia di Società dell’Informazione, al quale sono seguiti, nel triennio 2005-2006, quattro atti integrativi: il primo il 31 marzo 2005, il secondo il 30 giugno 2005, il terzo il 30 maggio 2006, il quarto il 28 novembre 2007.

La Regione Basilicata, nell’attuazione del piano normativo programmatico, si è dotata dei seguenti strumenti:Accordo Quadro con l’Università della Basilicata per l’attuazione del piano strategico “Basitel”

All’accordo, stipulato il 19/03/2002, hanno fatto seguito anche delle speci-fiche convenzioni per la conduzione di alcuni progetti del piano strategico, quali:

» il progetto SAXP (sistemi avanzati di connettività sociale) con l’atti-vazione degli ISP (internet social point) sull’intero territorio regionale (convenzione firmata il 21/09/2004 con atto integrativo firmato in data 22/05/2006, conclusione dicembre 2008);

» il progetto ICAR (interoperabilità e cooperazione applicativa tra le re-gioni) per la definizione delle piattaforme operative per l’interoperabilità e la cooperazione applicativa interregionale. La convenzione appro-vata con DGR n° 2098 del 29/12/200 6 ha una durata di 36 mesi ed è stata sottoscritta dal dirigente generale del dipartimento presidenza della giunta e dal direttore del dipartimento di matematica ed informa-tica dell’Università di Basilicata. L’oggetto della convenzione è lo svol-gimento delle attività di ricerca, studio per la realizzazione prototipale, sperimentazione e valutazione di soluzioni innovative per la coopera-

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PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

zione applicativa in ambiente di e-government, nell’ambito del progetto nazionale ICAR.

Le forma di collaborazione con l’Università di Basilicata sono sancite inol-tre da una specifica legge regionale (LR n° 12 del 24/07/2006): “Sostegno all’Università degli Studi della Basilicata per la promozione di uno sviluppo regionale di qualità”.

Accordo quadro con il CNR per il supporto ai progetti di sanità elettro-nica

L’Accordo quadro, della durata di 4 anni, è stato approvato con delibera di giunta regionale (DGR n° 439 del 27/03/2006) e sottoscritt o dal Presidente della Regione Basilicata e dal Presidente del Consiglio Nazionale delle Ri-cerche. La finalità è quella di supportare la Regione Basilicata nell’attuazione di programmi di ricerca e di sviluppo, comunicazione, formazione e realizza-zione di applicativi finalizzati ai fabbisogni sanitari e ambientali della regione. Al questo accordo hanno fatto seguito anche delle specifiche convenzioni per la conduzione di alcuni progetti nell’ambito dell’e-health:

» Con il CNR – ITB (Istituto di Tecnologie Biomediche) per il progetto LUMIR finalizzato alla realizzazione del fascicolo sanitario elettronico (convenzione del 15/12/2006 e durata fino a giugno 2009).

Convenzione tra Regione e Basilicata e “Consortium Garr”

La convenzione ha come oggetto la cooperazione da svilupparsi tra la Re-gione il Consortium Garr e l’Università di Basilicata per l’interconnessione delle rispettive reti telematiche e, in particolare, per la interconnessione della rete Rupar (Rete Unitaria della Pubblica Amministrazione Regionale) alla rete Garr nell’ambito dell’attuazione del piano regionale Basitel+, nelle parti che risultano di mutuo interesse e per la interconnessione al sistema pub-blico di connettività. La convenzione è stata sottoscritta il 22/05/2006 dal Presidente della Regione Basilicata, dal presidente del consortium Garr, dal rettore dell’Università della Basilicata; la sua durata è di 5 anni.

Accordo quadro tra Regione Basilicata, Sviluppo Italia e Infratel Italia

L’accordo, finalizzato allo sviluppo della rete a larga banda sul territorio della Regione Basilicata è stato sottoscritto in data 15/12/2005 dal Presidente del-la Regione Basilicata, dall’Amministratore Delegato di Invitalia (già Sviluppo Italia S.p.A.) e dal Presidente di Infratel S.p.A. (Infrastrutture e Telecomuni-cazioni per l’Italia) e, a Luglio del 2006, è stato sottoscritto un atto integrativo. La durata è di 36 mesi. Gli obiettivi principali sono la realizzazione di specifici interventi per la realizzazione della rete secondaria della GigaRupar di Ba-silicata, una quota del progetto per i servizi regionali a larga banda in ottica SPC nonché tutti gli interventi previsti per lo sviluppo della larga banda nel mezzogiorno e affidati direttamente a Infratel (delibera Cipe 17/2003).

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PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

Convenzione tra Regione Basilicata e CNIPA (Centro Nazionale per l’In-formatica nella Pubblica Amministrazione) per lo sviluppo e il consoli-damento del CRC (Centro Regionale di Competenza per l’e-government e Società dell’Informazione)

La Convenzione è stata sottoscritta il 14/06/2006 dal Presidente della Regio-ne Basilicata e dal Presidente del CNIPA e si prefigge di supportare la rete nazionale del CRC con la finalità di:

» contribuire alla promozione dell’innovazione nella pubblica ammini-strazione locale contribuendo sia alle iniziative di collaborazione inter-regionale che di livello territoriale in particolare nei confronti dei piccoli comuni;

» contribuire alla promozione e comunicazione dei nuovi servizi di e-go-vernment;

» contribuire a migliorare la conoscenza e la misurazione dell’innovazio-ne.

Convenzione tra Regione Basilicata e Between SpA

La convenzione è finalizzata alla costituzione di un osservatorio sulla larga banda e al supporto per la definizione e l’attuazione di una politica regionale sulla larga banda. La convenzione è stata sottoscritta dal dirigente dell’ufficio società dell’informazione, opportunamente delegato dalla Giunta Regionale di Basilicata (DGR n° 883 del 01/04/2005) e dall’amministratore d elegato della società Between S.p.A. La data di ultimazione dei lavori è dicembre 2008. La convenzione segue quella già stipulata dalla stessa società Betwe-en e il Ministero delle Comunicazioni e il Ministro per l’innovazione e tecno-logie già nel 2002 con la finalità di istituire un osservatorio nazionale sulla banda larga. Gli obiettivi principali sono:

» affiancare la Regione nella messa a punto della strategia sulla banda larga nel territorio regionale;

» razionalizzazione dei progetti esistenti, oltre ad un supporto sulla valu-tazione tecnico-economica dei diversi progetti infrastrutturali presentati in regione;

» valutazione del sistemi di servizi pubblici locali.

Spin off in Basilicata

Il Programma Operativo 2000-2006 della Regione Basilicata, tramite l’Avviso Pubblico n. 1/2006 ha stanziato 3.331.098,00 Euro per le attività di spin - off nell’ambito del cosiddetto “Patto con I Giovani”.

La misura in oggetto mira a sviluppare il potenziale umano nel campo della ricerca, dello sviluppo tecnologico e dell’innovazione agevolando la creazio-ne di nuove attività imprenditoriali tramite meccanismi di spin-off al fine di mi-gliorare la produzione e la commercializzazione di prodotti provenienti dalla ricerca, dallo sviluppo tecnologico e dall’innovazione. L’azione è finalizzata a

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PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

stimolare la creazione di nuove imprese da parte di soggetti che operano nel mondo della ricerca, del trasferimento tecnologico e dell’innovazione nonché da soggetti esterni (esperti, consulenti con competenze tecniche, manage-riali e gestionali) che intendono partecipare in qualità di soci apportatori di competenze complementari alle nuove iniziative imprenditoriali.

75 il numero delle domande presentate; 35 le domande ammissibili e sol-tanto 22 le finanziate. I settori di applicazione sono nove: Tecnologia (9 do-mande pervenute), Ambiente (7), Informatica (7), Turismo (4), Servizi (3), Agricoltura (3), Medicina(1), Editoria (1), Altro (1).

III.3 Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della ca-pacità innovativa della regione

Il sistema dell’offerta scientificaLa Basilicata si caratterizza per una rilevante presenza sul territorio regiona-le di produttori di conoscenza tecnico-scientifica - pubblici, privati e a parte-cipazione mista - in settori strategici per lo sviluppo socio-economico lucano. Essi, pur non giungendo ancora a delineare un sistema innovativo regionale compiuto, stanno realizzando le precondizioni affinché si articoli una rete dell’offerta di ricerca ed innovazione e del suo trasferimento al tessuto pro-duttivo e sociale.

La presenza pubblica nell’ambito del sistema scientifico è dovuta all’attività di alcuni importanti centri di ricerca quali: l’Università degli Studi di Basilicata, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), l’Ente per le Nuove Tecnolo-gie e l’Ambiente (ENEA), l’Istituto Nazionale di Economia Agraria (INEA), l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), il Centro di Geomorfologia Integrata per l’Area del Mediterraneo (CGIAM), il Consiglio per la Ricerca e la sperimenta-zione in Agricoltura (CRA).

L’Università degli Studi della Basilicata, con sede a Potenza, è uno dei nodi centrali del sistema lucano della ricerca. L’attività scientifica è articolata in 8 facoltà, di cui 6 scientifiche (Economia, Farmacia, Architettura, Ingegne-ria, Scienze Matematiche Fisiche e Naturali, Agraria) e 2 umanistiche (Lette-re e Filosofia, Scienze della Formazione), e 12 dipartimenti. Inoltre, l’ateneo ospita 6 centri di servizio interdipartimentali e 3 centri di ricerca.

L’offerta universitaria è ricca e diversificata, sia per quanto riguarda i corsi undergraduate sia per quelli di specializzazione post lauream.

Nell’anno accademico 2005/2006 gli immatricolati13 risultano 1.237 e gli iscritti14 7.809, che rappresentano lo 0,4% del totale iscritti a livello naziona-le. Dalla tabella 34 emerge una lieve diminuzione sia degli immatricolati che degli iscritti nell’anno accademico 2006/2007, così come è rilevabile anche a livello nazionale.

13 Immatricolati: Studenti iscritti per la prima volta ad un corso di livello universitario in un qualsiasi Ateneo italiano.14 Iscritti: Studenti che in un dato Anno Accademico risultano iscritti ad un Ateneo indipendentemente dall’anno di corso.

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PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

Tab. 34 - Iscritti, immatricolati e laureati presso l’Università degli Studi della Basilicata* (A.A. 2005-2006/A.A. 2006-2007)

FACOLTÀA.A. 2005-2006 A.A. 2006-2007 A.A. 2007-2008

Immatricolati Iscritti Laureati o diplomati Immatricolati Iscritti Laureati o

diplomati Iscritti Laureati o diplomati

Agraria 195 1.476 158 171 1.438 149 1.377 138Ingegneria 348 2.088 254 295 2.087 272 2.038 244Lettere e Filosofia 464 2.972 225 427 2.913 372 2.325 297

Scienze M.F.N. 230 1.273 107 265 1.360 129 1.333 126

Economia 499Farmacia 101Scienze dellaFormazione

139

TOTALE 1.237 7.809 854 1.158 7.798 922 7.812 805

* Le facoltà di Economia, Farmacia e Scienze della Formazione sono attive dall’a.a. 2007-2008.

Fonte: Elaborazione su dati MIUR – Ufficio di Statistica

Nel 2006 il numero di docenti (ordinari, associati e ricercatori) dell’ateneo lucano risulta pari a 318, in lieve aumento rispetto al 2005 (+3,2%) per l’in-gresso di nuovi ricercatori nel sistema accademico. Con l’aumento del nu-mero dei docenti si è ulteriormente ridotto il rapporto studenti/docenti, che costituisce una potenziale leva per l’aumento della qualità della didattica e dei servizi offerti.

Il Consiglio Nazionale delle Ricerche è presente in Basilicata, nell’area industriale Tito Scalo a Potenza, attraverso tre istituti: l’Istituto di Metodo-logie per l’Analisi Ambientale (IMAA), l’Istituto di metodologie inorgani-che e dei plasmi (IMIP) e l’Istituto per i beni archeologici e monumentali (IBAM).

Le attività di ricerca dell’IMAA sono rivolte allo sviluppo ed all’integrazione di tecnologie di “Osservazioni della Terra” da satellite, da aereo e dal suolo finalizzate allo studio di processi geofisici ed ambientali, con una attenzione particolare rivolta ai rischi naturali, security e beni culturali.

In tale ambito vi è una forte componente inerente le ICT (gestione e l’inte-roperabilità di dati geospaziali, web services e web sensors, grid technolo-gies). I prodotti sviluppati sono largamente trasversali a vari ambiti applicativi come in generale i Location Based Services. L’attività di ricerca scientifica e di trasferimento tecnologico è svolta da un gruppo composto da circa 130 ricercatori di cui circa 50 di staff.

L’IMAA si caratterizza per la presenza di numerose facilitiy quali l’Osserva-torio Atmosferico, l’Hydrogeosite (per la misura di processi idrogeologici in condizioni controllate), un sistema di mezzi mobili, il sistema di ricezione ed

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PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

archiviazione di dati satellitari; coordina il network europeo Earlinet-ASOS per il monitoraggio degli aereosol con tecniche lidar.

L’IMIP, composto da 8 ricercatori e 3 tecnici, svolge attività di ricerca sulle applicazioni delle metodologie laser per la produzione di materiali innovativi e la rilevazione di inquinanti ambientali.

L’IBAM svolge attività di ricerca sulle metodologie innovative per la cono-scenza dei paesaggi antichi, per la diagnostica finalizzata alla conservazione del patrimonio architettonico ed archeologico nel bacino del Mediterraneo e per la conservazione, il restauro e la presentazione del patrimonio archeolo-gico e monumentale.

Nel comune di Policoro, in provincia di Matera, è presente l’Istituto di Ge-netica Vegetale (IGV), che svolge ricerche nel settore agrario finalizzate a soddisfare la domanda di tecnologie innovative proveniente dal settore far-maceutico, chimico ed alimentare.

Tutti gli istituti menzionati partecipano a progetti di ricerca nazionali ed in-ternazionali, collaborano con organismi di ricerca ed imprese e promuovono programmi di alta formazione e dottorati di ricerca in collaborazione con uni-versità italiane ed internazionali.

L’ENEA, Ente per le Nuove tecnologie, l’Energia e l’Ambiente, con sede in Basilicata presso il Centro Trisaia a Matera, opera nei settori dell’energia, dell’ambiente e delle nuove tecnologie a supporto delle politiche di competi-tività e di sviluppo sostenibile del Paese. I suoi compiti principali sono legati alla promozione e allo svolgimento di attività di ricerca e di innovazione tec-nologica, anche mediante la realizzazione di prototipi e la collaborazione con enti ed istituzioni di altri Paesi.

L’Istituto svolge le proprie attività di ricerca attraverso 19 laboratori, che spa-ziano dalle agro-biotecnologie al trattamento rifiuti, dalla metrologia alle fonti rinnovabili.

L’Istituto Nazionale di Economia Agraria (INEA), con sede a Potenza, effettua analisi socioeconomiche dei comparti agricoli, forestali ed agroali-mentari. Inoltre, svolge attività di assistenza e monitoraggio di programmi comunitari, nazionali e regionali nel settore agricolo e sviluppo rurale.

L’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) è impegnata in svariati settori scientifici, promovendo ricerche sia nel campo delle osservazioni spaziali che di quelle terrestri.

Il Centro di Geodesia Spaziale con sede a Matera, attraverso una orga-nizzazione di 100 dipendenti, sviluppa sistemi finalizzati alla gestione dei disastri naturali ed, in particolare, degli incendi, frane e smottamenti. Inoltre, è impegnato in attività di telerilevamento, robotica spaziale e missioni inter-planetarie. Tutte le attività sono svolte in collaborazione con centri di ricerca, quali il Centro Interdipartimentale per il Monitoraggio Ambientale (CIMA).

Il Centro di Geomorfologia Integrata dell’Area del Mediterraneo (CGIAM) persegue quale scopo principale la caratterizzazione del territorio al fine di

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

ridurre i danni per l’uomo e le cose da rischio sismico e dal rischio idrogeo-logico-ambientale, mediante attività di ricerca finalizzata all’individuazione di nuove tecnologie e metodologie avanzate ed avvalendosi delle esperienze maturate e delle competenze riconosciute a livello nazionale ed internazio-nale.

Inoltre, il Centro sviluppa attività di alta formazione e diffusione della cultu-ra scientifica e supporta le pubbliche amministrazioni nel recepimento/im-plementazione di direttive comunitarie nel campo della Protezione Civile e dell’Ambiente.

Il Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura (CRA), con sede nazionale a Roma, nella Regione Basilicata opera con tre Unità di ricerca: a Bella con l’Unità di ricerca per la zootecnia estensiva e a Me-taponto, con l’Unità di ricerca per lo studio dei sistemi colturali e con l’Unità di ricerca per la genomica e postgenomica, entrambe ubicate nell’Azienda Pantanello di Metaponto in filiera con Metapontum Agrobios ed ALSIA.

Unità di ricerca per la zootecnia estensiva – si occupa di allevamento bovino estensivo, di allevamenti ovini e caprini per le produzioni di carne e latte. Studia i fabbisogni nutritivi e le relazioni tra l’alimentazione e la qualità dei prodotti, con particolare attenzione alla valorizzazione delle produzioni case-arie dell’area meridionale del Paese.

Unità di ricerca per lo studio dei sistemi colturali – ha competenza della genomica funzionale, nella transcrittomica, nella proteo mica e nella me-tabolomica vegetale finalizzate ad un ampliamento delle conoscenze sulla funzione dei geni e dei loro prodotti, all’applicazione di tecniche di biologia molecolare al miglioramento genetico delle specie vegetali e allo sviluppo di tecniche diagnostiche per il miglioramento della sicurezza alimentare, della qualità dei prodotti, della tracciabilità nei processi produttivi.

Unità di ricerca per la genomica e postgenomica – sviluppa studi e speri-mentazioni riguardo alla gestione tecnica dei sistemi colturali con particolare riguardo all’uso delle risorse agro ambientali, alla pianificazione di sistemi e tecniche produttive ecocompatibili, agli schemi di coltivazione integrata e biologica, in un’ottica di ottimizzazione dell’impiego dei mezzi tecnici e dei fattori della produzione, di protezione dell’ambiente e di salubrità delle pro-duzioni.

Oltre ai summenzionati centri di ricerca pubblici, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università ed della Ricerca (MIUR) ha riconosciuto 27 laboratori di ricer-ca localizzati sul territorio lucano, che operano prevalentemente in società private (13), a seguire nell’ambito di enti pubblici nazionali (9) ed in ambito universitario (5).

I settori di ricerca scientifico-tecnologica sono molteplici: dalla chimica all’am-biente, dall’informatica alle scienze naturali.

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PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

Tab. 35 - Laboratori di ricerca accreditati MIUR

Denominazione SedeLab. CNR - Analisi Minerali Argillosi - Istituto di Ricerca sulle Argille PotenzaLab. CNR - Depos. Laser Nuovi Materiali e Spettroscopia Applicata - Istituto per i

Materiali Speciali Ims Potenza

Lab. Cooperativa Edp La Traccia della Cooperativa Edp La Traccia a r.l. MateraLab. Enea - Centro di Innovazione Integrato Agroalimentare - Centro Ricerche

Trisaia Matera

Lab. Enea - Laboratorio Applicazioni Laser - Centro Ricerche Trisaia MateraLab. Enea - Laboratorio Impianti Sperimentali Biomasse e Solare Termico - Cen-

tro Ricerche Trisaia Matera

Lab. Enea - Laboratorio Impianti Trattamento e Recupero Rifiuti - Centro Ricer-che Trisaia Matera

Lab. Enea - Laboratorio Processi Chimici e Chimica Analitica - Centro Ricerche Trisaia Matera

Lab. Enea - Laboratorio Prove Dinamiche e Ambientali - Centro Ricerche Trisaia MateraLab. Enea - Laboratorio Radioprotezione - Centro Ricerche Trisaia MateraLab. I.R.S.A.Q. della I.R.S.A.Q. S.r.l. PotenzaLab. Inpes Prefabbricati della Inpes Prefabbricati S.p.a. PotenzaLab. Ittica Valdagri della Ittica Valdagri S.p.a. MateraLab. Metapontum Agrobios - Laboratori Chimici della Metapontum Agrobios

S.c.r.l. Matera

Lab. Metapontum Agrobios - Laboratori di Agronomia della Metapontum Agro-bios S.c.r.l. Matera

Lab. Metapontum Agrobios - Laboratori di Biotecnologia della Metapontum Agro-bios S.c.r.l. Matera

Lab. Polinea della Polinea S.p.a. PotenzaLab. R&S Management della R&S Management S.p.a. PotenzaLab. Sinter & Net della Sinter & Net S.p.a. PotenzaLab. Sniaricerche della Sniaricerche S.c.p.a. MateraLab. Tab Consulting della Tab Consulting S.r.l. PotenzaLab. Tecnoparco Valbasento della Tecnoparco Valbasento S.p.a. MateraLab. Università degli Studi della Basilicata - Dipartimento di Architettura PotenzaLab. Università degli Studi della Basilicata - Dipartimento di Chimica PotenzaLab. Università degli Studi della Basilicata - Dipartimento di Scienza della Produ-

zione Animale Potenza

Lab. Università degli Studi della Basilicata - Dipartimento di Strutture, Geotecnica, Geologia applicata all'Ingegneria Potenza

Lab. Università degli Studi della Basilicata - Dipartimento Tecnico Economico per la gestione del territorio agricolo-forestale Potenza

Fonte: Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Tra i laboratori accreditati MIUR segnaliamo il Metapontum Agrobios, so-cietà a responsabilità limitata tra la Regione Basilicata e l’Agenzia Lucana per lo Sviluppo e l’Innovazione in Agricoltura (A.L.S.I.A.) con sede a Mate-ra.Il laboratorio è impegnato in attività di ricerca, sviluppo e trasferimento dell’innovazione in agricoltura e nel sistema agro-industriale attraverso pro-getti e servizi analitici nel settore delle biotecnologie vegetali e dell’ambiente.

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PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

In particolare, vengono studiate nuove tecniche per la protezione delle col-ture da virus e insetti, per il miglioramento della qualità di piante di interesse agrario ed industriale e per l’ottenimento di sostanze ad alto valore aggiunto da specie vegetali.

Inoltre, sul fronte ambientale è impegnata in programmi di monitoraggio del territorio (acqua, aria e terreno) e di valutazione della sicurezza d’uso e dei rischi legati al rilascio di prodotti geneticamente modificati.

Fig. 8 - Distribuzione provinciale degli organismi di ricerca pubblici

Fonte: Elaborazione Invitalia

Parchi scientifici e tecnologici, centri tecnologici.

Relativamente ai parchi scientifici e tecnologici, non si riscontrano sul territo-rio lucano delle realtà strutturate, così come anticipato nell’introduzione alla presente analisi.

Si registrano, comunque, i seguenti centri tecnologici:

» nella provincia di Matera:• Tecnoparco Valbasento;

» nella provincia di Potenza:• Centro di Competenza ICT-SUD (CC ICT SUD);• Consorzio TeRN;• Impresambiente;• CRC Basilicata.

Tecnoparco Valbasento S.p.A si definisce come parco industriale, opera in Basilicata dal 1 settembre 1990 ed ha sede a Pisticci Scalo, in provincia di Matera.

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PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

Consta di una superficie di 500.000 mq con 1500 mq di edifici e 120.000 mq di strade, piazzali e verde.

I servizi offerti sono di tre tipi:

» servizi ambientali: attività di trattamento e depurazione dei reflui;

» servizi specialistici: controllo di acque sotterranee, superficiali, civili, industriali e reflue, di suolo e sottosuolo, di emissioni gassose e qualità dell’aria, di materie prime, chemicals e prodotti industriali, caratteriz-zazione dei rifiuti ai fini della classificazione per il recupero e lo smalti-mento, controllo analitico, individuazione e determinazione dei fattori di rischio chimico e fisico negli ambienti di lavoro, mappe di rischio negli ambienti di lavoro (rumore, polvere, microclima, ecc.);

» servizi collettivi: sala mensa per i lavoratori giornalieri pi quali ossono usufruire di una cucina, servizio navetta per il trasporto di personale da e per gli impianti, pronto intervento antincendio, sorveglianza, pronto soccorso.

Il Centro di Competenza ICT-SUD (CC ICT SUD) è una società consortile cosituitasi nel 2006 che ha presentato al Ministero dell’Univeristà e della Ri-cerca un progetto per la realizzazione e l’avvio di un Centro di Competenza a rete nelle 6 Regioni dell’area Obiettivo 1. In Basilicata è stato attivato uno sportello tecnologico presso l’Università di Basilicata. L’obiettivo primario è la realizzazione e l’avvio di un centro di competenza per l’erogazione di servizi di trasferimento tecnologico mirati alla qualificazione o riqualificazione della domanda e dell’offerta, di soluzioni che impiegano tecnologie nel settore ICT.

La domanda riguarda il sistema produttivo in generale, che impiega ICT al fine di una maggiore efficacia dei propri processi e dell’aumento della com-petitività e la Pubblica Amministrazione per migliorare la propria organizza-zione e la gestione dei servizi e funzionare da motore dello sviluppo del com-parto. La qualificazione dell’offerta è rivolta alle imprese ICT operanti nelle Regioni Meridionali nell’ottica di rispondere adeguatamente alla domanda ICT non solo regionale, in modo da permetterne l’inserimento in un mercato nazionale ed internazionale

Il Consorzio TeRN, ”Tecnologie per le Osservazioni della Terra e i Ri-schi Naturali”, è un consorzio pubblico (51%) – privato (49%) costituitosi nel 2005 i cui partner sono: l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Regione Basilicata - ARPAB”, il Consiglio Nazionale delle Ricerche - CNR, la REte dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica – RELUIS, TELESPAZIO S.p.A., il Consorzio CREATEC “Consorzio per l’Ambiente e l’Innovazione Tecnologica”.

Il Consorzio TeRN ha come obiettivo strategico lo sviluppo di attività di ri-cerca industriale e di sviluppo precompetitivo finalizzata alla creazione di un distretto tecnologico in Regione Basilicata nel campo delle tecnologie di rilevazione, monitoraggio sistematico, prevenzione e mitigazione dei rischi naturali ed ambientali, nello specifico:

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

» sviluppo ed integrazione di tecnologie osservative dal suolo, da aereo e da satellite per la previsione, il monitoraggio e la mitigazione dei ri-schi naturali;

» sviluppo di tecnologie innovative per la salvaguardia di beni monu-mentali ed architettonici ed il controllo di infrastrutture civili di interesse strategico in aree ad elevato rischio sismico ed idrogeologico con par-ticolare riguardo all’edilizia antisismica e le tecniche diagnostiche non distruttive.

ImpresAmbiente è una Società Consortile a capitale misto pubblico-privato costituitasi nel 2006. La compagine societaria è costituita da numerose e qualificate università meridionali, i principali enti di ricerca, grandi imprese, società consortili, consorzi e PMI con sedi operative e/o attività nelle re-gioni Obiettivo 1. La Società è il soggetto attuatore del progetto del Mini-stero dell’Università e della Ricerca inerente la costituzione di un Centro di Competenza Tecnologica sulla tematica “Analisi e prevenzione del rischio ambientale”, nell’ambito del Programma Operativo Nazionale per le Regioni dell’Obiettivo 1 “Ricerca Scientifica, Sviluppo Tecnologico, Alta Formazione” 2000-2006; Asse II.

Il Centro di Competenza Tecnologica si inquadra in un modello “a rete” costi-tuito da un numero limitato di nodi: il nodo principale ha sede in Regione Ba-silicata e gli altri 5 nodi secondari sono dislocati nelle altre Regioni Obiettivo 1. Il CCT ha il compito di promuovere l’innovazione tecnologica nel campo dell’analisi dei rischi ambientali alle imprese, alla Pubblica Amministrazio-ne e alle grandi utility, trasferendo servizi ad elevato contenuto scientifico-tecnologico, attivando processi formativi, svolgendo un ruolo di supporto nei campi della qualità e certificazione, stimolando azioni di brokeraggio tecnolo-gico in coerenza con la proposta di Programma Quadro per la Competitività e l’Innovazione (2007-2013).

I collegamenti che le realtà scientifiche coinvolte nel CCT hanno con le inizia-tive europee (GMES, Galileo) e nazionali (COSMOSky-med, Industria 2015) consentono di aumentare la competitività delle imprese, favorire processi di internazionalizzazione e, più in generale, creare condizioni per lo sviluppo di una “industria di qualità”, concorrenziale nel mercato europeo, nel ba-cino Mediterraneo e nel contesto internazionale. Il CCT svolge dunque la funzione di interfaccia tra la domanda e l’offerta di innovazione tecnologica mediante il potenziamento di un networking fra soggetti tecnico-scientifici, mondo imprenditoriale ed utenti finali. Il ruolo degli utenti finali è quello di dettare le priorità degli sviluppi tecnologici, quello dei soggetti scientifici è di trasferire know-how ed attivare processi di alta formazione, mentre il ruolo del sistema delle imprese è di sviluppare ed ingegnerizzare prodotti e servizi innovativi per soddisfare il sistema della domanda.

Il CRC Basilicata, Centro Regionale di Competenza, è stato istituito a se-guito di una convenzione sottoscritta tra il Ministro per l’innovazione e le Tecnologie e la Regione Basilicata con la finalità di aumentare la coopera-zione interistituzionale e rafforzare le competenze sull’e-government a livello

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PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

territoriale. Il Centro ha il compito di affiancare gli enti locali al fine di facilitare l’azione di sviluppo dei piani e dei progetti di e-government, la diffusione della società dell’informazione a livello territoriale, l’innovazione dei servizi agli utenti.

Il Centro Regionale di Competenza di Basilicata è costituto da un Team di progetto composto, oltre che da rappresentanti della Regione e da consu-lenti messi a disposizione dal Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, da personale dell’Università della Basilicata, delle Aziende Sanitarie Locali, dei Comuni, delle Province e delle Comunità Montane.

Le finalità del progetto Centri Regionali di Competenza per l’e-government e la società dell’informazione sono:

» sviluppare la cooperazione tra il Dipartimento per l’Innovazione e le Tecnologie e i sistemi regionali, mettendo in rete i CRC nazionali in un network;

» supportare gli Enti Locali e rafforzarne le competenze nella definizione ed attuazione di programmi e progetti per l’e-government e la società dell’informazione, in coerenza con gli obiettivi fissati, in materia, a livel-lo regionale, nazionale e comunitario;

» definire e diffondere modelli, approcci e strumenti condivisi e integrati sugli aspetti critici della realizzazione dei processi di innovazione;

» sviluppare la cooperazione ed il coordinamento tra diversi livelli di go-verno nei sistemi regionali e favorire scambi e azioni comuni su scala interregionale.

III.4 Analisi SWOT concernente la situazione generale del setto-re economico con particolare attenzione ai problemi che le imprese innovative devono fronteggiare

PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA

Presenza di capitale umano qualificatoForte indebolimento delle dinamiche di sviluppo e di trasformazione dell’economia regionale avvenuto in questi ultimi anni

Buona diffusione della società dell’informa-zione

Modesta apertura verso il sistema este-ro e mancanza, da parte dell’economica regionale, di attrazione di investimenti esteri diretti

Presenza di importanti strutture pubbliche di ricerca e formazione

Declino della capacità rigenerativa del siste-ma delle imprese, così come dimostrato dal declino dei tassi di natalità

Crescente presenza di ICT

La tendenza dei governi locali a formare i propri dipendenti in materia di ICT è molto più bassa rispetto alla media italiana: i dipendenti che hanno partecipato a corsi di formazione ICT sono solo il 3,3% contro l’8, 2% della media nazionale

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

Rapido sviluppo dell’industria turisticaPersistente tendenza allo spopolamento e all’invecchiamento della la popolazione soprattutto nelle zone interne

Buona qualità della vita in termini di basso svantaggio sociale, scarsa diffusione della criminalità, qualità ambientale, assenza di gravi fenomeni di congestione e saturazio-ne

Percentuale elevata della popolazione a rischio di digital divide per l’attrattiva econo-mica a lungo termine

Presenza di petrolio, che può produrre benefici per la comunità

Relazioni critiche persistenti tra le imprese e le banche

Considerevoli quantità di risorse naturali per la produzione di energia rinnovabile

Forte fenomeno di emigrazione della popo-lazione, in particolare dei giovani

Presenza di centri regionali di eccellenza in settori specializzati quali l’osservazione dello spazio, lo sfruttamento di energia da fonti rinnovabili e il risparmio energetico

Basso grado di accessibilità al territorio re-gionale, carenza e scarsa qualità della rete viaria e ferroviaria

Crescente propensione all’innovazione all’interno delle PMI

Forte frammentazione del sistema delle piccole e medie imprese nelle diverse aree regionali

Buon livello di sviluppo di reti associazioni-stiche tra le imprese

I parchi industriali necessitano di considere-voli migliorie

Infrastrutture educative ben sviluppate ed accessibili Mancanza di incubatori d’impresa

Forte capacità competitiva della Basilicata nei settori ad alta tecnologia, dove l’oc-cupazione raggiunge il 8,92%, con valore superiore sia a livello nazionale (7,3%) che alla media europea (7,41%).

Imprese meno competitive rispetto agli altri stati membri

Crescita delle imprese impegnate nella pro-duzione di energia (fotovoltaico, biomasse e biocarburanti basati su colture energetiche)

Problemi di accesso alla conoscenza nel caso di piccole e medie imprese rurali

Presenza delle multinazionali minerarie che producono una crescita costante delle royalty, grazie alle quali sono stati avvia-ti interessanti programmi di sviluppo sul territorio

Basso livello tecnologico delle micro, picco-le e medie imprese locali

La Basilicata è una delle dieci regioni con il maggiore aumento dell’occupazione nei servizi ad alta conoscenza (nel 2006 6,3 punti percentuali in più rispetto al 2000)

Insufficiente propensione a “innovazioni complesse”

La diffusione dei siti istituzionali in tutti i comuni della regione, ha consentito al governo di fornire servizi di telecomuni-cazione per le famiglie, per le imprese e per le istituzioni, e di realizzare politiche di e-government

Mancanza di una rete stabile tra gli operato-ri: interni ed esterni al territorio

Buona diffusione delle aree Intranet: il 39,2% delle amministrazioni regionali han-no questa rete, con un accesso del 59,8% dei lavoratori

Ridotta cooperazione tra i centri di ricerca e tra i centri di ricerca e il sistema produttivo locale

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PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

Il tasso di laureati in discipline scientifiche e tecniche nel 2005 è pari a 52,9 % (contro il 33,7% registrato a livello nazionale)

La Basilicata è una delle regioni con minore copertura a banda larga e con la più bassa estensione di cavi in fibra ottica (2 km meno della media nazionale)

Limitando l’analisi ai dati dell’Ufficio Euro-peo dei brevetti, l’Italia mostra un trend di crescita positivo

Basso numero di persone occupate in attivi-tà R & S rispetto al livello nazionale.

Il numero dei dipendenti che operano in amministrazioni regionali ICT è molto più elevato rispetto alla media nazionale (pari a 1,9 operatori per ogni 100 dipendenti)

Prevalenza di micro-imprese, operanti soprattutto nei settori tradizionali di produ-zione, caratterizzata da un basso tasso di innovazione e da un basso valore aggiunto

Sulla media nazionale di 74,7 personal computer o computer portatili per ogni 100 dipendenti di governi locali, la Regione Basilicata registra un valore più elevato (80,3%), anche rispetto alla media della zona di convergenza e del Sud Italia

Prospettive poco chiare circa l’evoluzione della futura velocità di accesso (nel dicem-bre del 2006 la Basilicata ha mostrato una netta separazione rispetto alla media nazio-nale e alle altre regioni del Sud in termini di diffusione di fibre ottiche)

Basso livello di concorrenza tra gli opera-tori: le centrali telefoniche ULL (Unbundling Local Loop) sono ancora poco diffuse (12% della popolazione), rispetto ad una presen-za del 51% in Italia e del 44% nel Sud

Una copertura ADSL limitata: a giugno 2007 il totale della popolazione servita da ADSL era pari al 74% (contro il 89% in Italia e l’86% di Sud e Isole) e, su 131 Comuni, solo 50 avevano una copertura di oltre il 95%

Scarsi investimenti per attività di R & S, in particolare per quanto riguarda gli investi-menti delle imprese

OPPORTUNITÀ MINACCE

Domanda significativa per la creazione di incubatori d’impresa locali

Una maggiore esposizione alla concorren-za dei paesi con basso costo del lavoro, in assenza di un modello di rigenerazione riguardante la specializzazione della produ-zione regionale nei confronti dell’innovazio-ne e della R & S

Presenza di cibo e vino di alta qualità, da valorizzare e sfruttare all’interno di mercati di nicchia e nel settore del turismo enoga-stronomico

Possibile aumento dell’emigrazione da par-te di risorse umane qualificate, mancanza di adeguate opportunità lavorative in posizioni di rilievo

Accessibilità di programmi e strumenti comunitari di sostegno alle PMI Invecchiamento della popolazione

Politiche di supporto all’imprenditoria privata Peggioramento di fenomeni idrogeologici dovuti al progressivo spopolamento

Presenza di processi di internazionaliz-zazione qualificati attivati dalla pubblica amministrazione

Peggioramento di fenomeni idrogeologici dovuti al progressivo spopolamento

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

PARTE III - Attori principali che contribuiscono allo sviluppo della capacità innovativa e all’imprenditorialità della Basilicata

Crescente capacità di cooperazione inter-nazionale

L’orografia del territorio regionale e la bassa densità di popolazione scoraggiano gli inve-stimenti nel settore dei servizi e delle reti di infrastrutture materiali e immateriali a causa della scarsa redditività

Lancio di programmi regionali/nazionali a sostegno dell’innovazione

Possibile aumento delle emissioni di CO2 in relazione allo sviluppo socio-economico della regione

La Regione Basilicata ha dimostrato negli ultimi anni particolare attenzione all’innova-zione

Salari bassi nel settore R & S nazionale e regionale

Iter lungo per ottenere un brevetto

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PARTE IV

Suggerimenti e proposte per superare i problemi legati all’imprenditorialità

(PMI innovative) in Basilicata

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

PARTE IV - Suggerimenti e proposte per superare i problemi legati all’imprenditorialità (PMI innovative) in Basilicata

Dall’analisi sin qui condotta emergono alcune considerazioni rilevanti ai fini dell’indagine sul potenziale innovativo della Regione Basilicata e su come il territorio lucano possa sviluppare la propria capacità di innovazione.

La Basilicata ha l’esigenza di accelerare la dinamica del sistema produttivo regionale in toto, che ha subito dei rallentamenti negli ultimi anni, ma che si mostra in sensibile ripresa nel periodo più recente.

Questo può avvenire: (a) puntando sul rafforzamento dei poli produttivi di maggiore rilievo e produttività presenti in regione (in particolare nel settore manifatturiero e nell’agroalimentare); (b) contrastando i punti di debolezza dell’economia regionale ancora costituiti dalla frammentazione, dalla insuf-ficiente produttività e dalla scarsa propensione all’innovazione del tessuto produttivo; (c) promuovendo la diversificazione e l’articolazione del sistema economico, attraverso la diffusione dell’innovazione, la valorizzazione del patrimonio storico ed ambientale, l’irrobustimento e la qualificazione delle attività legate al turismo, in forte espansione negli ultimi anni; (d) migliorando i rapporti fra imprese e sistema bancario, che ancora costituiscono un punto di debolezza del sistema produttivo regionale.

Lo sviluppo della Basilicata è tuttora condizionato dalla difficile accessibilità della regione e dall’incompletezza della rete delle infrastrutture regionali per la logistica ed il trasporto delle merci e delle persone. Il completamento de-gli importanti investimenti compiuti negli ultimi anni dalle politiche strutturali regionali, in un quadro di qualificazione e ulteriore diffusione dei servizi ai cittadini ed alle imprese, è quindi una condizione rilevante per accrescere la dinamica produttiva del sistema regionale.

La realizzazione degli investimenti necessari per accrescere l’accessibilità e completare le maglie infrastrutturali non può prescindere da una fortissima integrazione delle politiche regionali con piani e programmi di livello nazio-nale.

Partendo da tali presupposti, la Regione dovrà sviluppare sistemi di mobili-tà integrata di persone e merci, rafforzare l’interoperatività e l’intermodalità delle reti trasportistiche e logistiche in direzione di una mobilità sostenibile e rispettosa dell’ambiente.

Il sistema economico della Basilicata rimane ancora poco aperto agli scambi commerciali con l’estero, anche se vanno segnalate le rilevanti eccezioni che riguardano i settori produttivi di punta della regione. La capacità di at-trazione di investimenti è molto modesta. Accrescere l’apertura della Basi-licata, diffondere la propensione ad esportare, rendere attrattivo il territorio per nuovi investimenti sono compiti prioritari delle nuove politiche strutturali, sia sul versante del rafforzamento del sistema produttivo che su quello della qualificazione dei contesti economici e territoriali.

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PARTE IV - Suggerimenti e proposte per superare i problemi legati all’imprenditorialità (PMI innovative) in Basilicata

Nonostante i progressi recenti, la diffusione delle attività di ricerca e svilup-po in Basilicata rimane molto contenuta, distante dai traguardi individuati nell’ambito della strategia di Lisbona.

L’accelerazione degli investimenti in ricerca ed innovazione del sistema pro-duttivo regionale è però una condizione essenziale rispetto all’obiettivo di accelerazione delle dinamiche produttive in Basilicata.

Questa accelerazione costituisce un obiettivo possibile delle politiche regio-nali, considerando i punti di forza di grande rilievo presenti nella regione: l’Università e diversi importanti Centri pubblici di Ricerca, in grado di agire proattivamente per la produzione, la mediazione e la diffusione di innovazio-ne a vantaggio del sistema produttivo regionale; un capitale umano partico-larmente qualificato, come dimostrano le rilevazioni dell’ISTAT sui laureati in discipline tecnico-scientifiche e sulla partecipazione alla scuola superiore; la forte diffusione della società della conoscenza, promossa in modo importan-te, negli ultimi anni, dalle politiche regionale, che ha condotto ad una signi-ficativa diffusione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione; l’esistenza di significativi potenziali di attrazione per investimenti in ricerca e sviluppo, legati alle esigenze di gestione innovativa delle risorse naturali (idriche, energetiche, biogenetiche ed ambientali) presenti in Basilicata non-ché a favorevoli condizioni di contesto.

La scarsa incidenza della criminalità e gli alti livelli di sicurezza, la qualità del clima sociale complessivo, l’assenza di fenomeni gravi di congestionamento e saturazione, la capacità di sviluppo dei servizi sociali (indicatore di un ele-vato capitale sociale) continuano a caratterizzare fortemente la Basilicata (in particolare rispetto alle altre regioni del Mezzogiorno) ed a costituire impor-tanti fattori potenziali di attrazione. Questi fattori vanno messi a valore dalle politiche regionali, in un quadro complessivo di accrescimento della capacità di attrazione della regione.

Permangono nella regione alcuni elementi di ostacolo alla coesione sociale e territoriale: una persistente tendenza allo spopolamento in alcuni territo-ri interni; l’esistenza di aree, per quanto limitate, di povertà e disagio; uno squilibrio economico e demografico tra aree interne ed aree di corona della regione; una situazione occupazionale (misurata sia dai tassi di disoccupa-zione che dai tassi di occupazione) ancora sfavorevole rispetto alla media nazionale e comunitaria.

Questi elementi portano a sottolineare l’importanza che, nelle politiche strut-turali regionali, le azioni per la competitività e l’innovazione siano costante-mente affiancate ed integrate da strategie per la coesione sociale e territo-riale. Queste strategie devono, fra l’altro, scongiurare i rischi rappresentati dall’insorgere di nuovi fenomeni migratori, in particolare delle forze di lavoro più giovani e specializzate, di una ulteriore senilizzazione della popolazione, dello spopolamento delle aree interne e della conseguente possibile com-promissione degli assetti territoriali e socioeconomici di queste aree.

La Basilicata ha accresciuto, negli ultimi anni, la quantità di energia prodotta da fonti rinnovabili. Questa tendenza va confermata ed accelerata attraverso

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

PARTE IV - Suggerimenti e proposte per superare i problemi legati all’imprenditorialità (PMI innovative) in Basilicata

l’azione delle politiche strutturali volte a migliorare il bilancio energetico regio-nale – che presenta uno squilibrio tra energia primaria ed energia secondaria importata - e che si muovano in direzione del risparmio energetico, dello sviluppo dell’utilizzo delle fonti rinnovabili, della costruzione di filiere produt-tive poggianti sia sull’utilizzo di colture agro-energetiche per la produzione di energia e biocarburanti sia sulla nascita di una nuova imprenditorialità nel campo della produzione di energia e della componentistica energetica.

Innovation Factory “un incubatore di primo miglio”

Nel 2006, l’AREA Science Park ha istituito Innovation Factory, un incubatore per i futuri imprenditori interessati alla realizzazione del progetto: “creare una società da un’idea innovativa”. L’attività principale dell’incubatore è la creazione e lo sviluppo di nuove imprese attraverso l’assistenza continua (di capitale, professionale e di utility), che porta un’idea innovativa (un sogno di “business”) a diventare un modello di business adeguato (un “business plan”) e coerente con le esigenze del mercato potenziale (“clienti potenziali”).

L’idea di creare Innovation Factory è nata dalla convinzione che in Italia, e in particolare nella Regione Friuli Venezia Giulia, esistano sia capitali di rischio che investitori informali. Ci sono molti programmi regionali, nazionali ed internazionali che forniscono supporto finanziario allo sviluppo di “idee innovative”, ma l’assistenza professionale ai futuri imprenditori manca tanto nella fase di creazione dell’idea imprenditoriale, quanto nella fase di effettiva creazione della società e di ingresso sul mercato. Questa mancanza di as-sistenza e di sostegno determina una percentuale abbastanza significativa di fallimenti di “nuove idee”, sia nella fase di avvio che in quella di sviluppo, anche a causa della mancanza di specifiche competenze professionali, ne-cessarie per il successo di un nuovo imprenditore.

Innovation Factory interviene proprio nella fase più cruciale per lo svilup-po, quella di pre-incubazione (pre-seed) e continua fino a quella di sviluppo aziendale (start-up) cha corrisponde con l’ingresso nel mercato con la realiz-zazione delle quote di mercato.

A differenza di altri incubatori, Innovation Factory gestisce non solo l’aspetto finanziario, ma aiuta l’imprenditore in tutte le fasi dello sviluppo della società, fornendo assistenza tecnica in fase di pre-seed ed assistenza professionale nella gestione dei fondi, procurando le utility necessarie per la fase di incuba-zione, i tutor professionali interni ed esterni per l’intero processo di sviluppo fino alla fase di espansione della società (ingresso nel mercato e realizza-zione delle quote di mercato); esce dal processo di sviluppo una volta che il ciclo incubazione della società è completato e l’azienda è posizionata sul mercato.

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PARTE IV - Suggerimenti e proposte per superare i problemi legati all’imprenditorialità (PMI innovative) in Basilicata

Ciclo di vita e start-up imprenditoriale

Fonte: PolyTechnos Venture Partners

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PARTE V

Conclusioni

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Studio del potenziale innovativo della Basilicata

PARTE V - Conclusioni

Nella Regione esistono tutti gli elementi necessari per costruire un polo di competitività regionale, dai centri di ricerca di livello nazionale, a un tessuto d’impresa ad elevato contenuto tecnologico, a insediamenti universitari con specifica vocazione scientifica.

Lo sviluppo della capacità di innovazione del sistema produttivo regionale deve essere sostenuto perseguendo obiettivi di:

» veicolare l’economia della conoscenza mediante una forte integrazio-ne con le politiche sviluppate in tema di Ricerca e Innovazione, a mon-te, ed un’estesa e pervasiva diffusione delle tecniche e delle tecnologie proprie della Società dell’Informazione all’interno dei principali ambiti del programma operativo, a valle;

» stimolare e accompagnare le PMI per incrementare il livello di innova-zione creando le condizioni per un efficace trasferimento di conoscen-ze fra organizzazioni di ricerca ed imprese;

» indirizzare gli investimenti verso una strategia coordinata di interventi.

D’altra parte la ricerca scientifica e l’innovazione rivestono un ruolo prioritario per lo sviluppo dell’economia mondiale. I risultati della ricerca e i processi in-novativi si pongono come strumenti cardine a disposizione delle imprese per far fronte alla sempre più intensa concorrenza internazionale conseguente all’ingresso sui mercati mondiali di economie emergenti particolarmente di-namiche.

L’innovazione, la ricerca e, quindi, la conoscenza sono alla base dello svilup-po nelle economie più avanzate. I poli di sviluppo della new economy non a caso sono situati intorno ai migliori centri di ricerca. Ciò nonostante, in gran parte dell’Europa, e ancora di più in Basilicata, la ricerca versa in una situa-zione di disagio.

I grandi processi di cambiamento innescatisi nel mondo produttivo e negli enti di ricerca, e la elevata disponibilità di risorse economiche messe a di-sposizione dall’UE, con le politiche di coesione comunitaria, sono un’occa-sione per costruire un solido rapporto tra le imprese e la ricerca anche in Basilicata.

Questo rapporto, dove è stato costruito, ha permesso lo sviluppo socio-eco-nomico, soprattutto di quelle aree a basso tasso tecnologico come la Basili-cata, il potenziamento degli enti di ricerca presenti sul territorio e la nascita di altri organi di ricerca orientati a dare un supporto scientifico e tecnologico al sistema produttivo e agli organi di governo del territorio.

Tuttavia, se è vero che il modello europeo di sviluppo, cosi come quello della Regione Basilicata, è soprattutto old economy, la new economy è un’occa-sione di sviluppo per le aree più deboli solo se si lega alla old economy.

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PARTE V - Conclusioni

In Basilicata il mercato su cui combinare domanda ed offerta di conoscenze e tecnologie deve essere ancora creato.

Raggiungere tale obiettivo significa promuovere ed innalzare la propensione all’innovazione da parte dell’impresa. In particolare, significa incentivare il numero degli insediamenti high-tech e di tutte quelle attività che utilizzano processi tecnologici avanzati e che trovano riscontro sullo scenario interna-zionale.

Il mondo dell’impresa deve sostenere un maggiore sforzo economico sia nella direzione dell’innovazione organizzativa e gestionale che in quella della ricerca e dell’innovazione tecnologica.

Stimolare la creazione di consorzi, come quello per le Tecnologie per le Os-servazioni della Terra e dei Rischi Naturali (TeRN), nato in Basilicata tra al-cuni enti di ricerca presenti sul territorio regionale (CNR, ENEA Telespazio, Università), l’Agenzia Regionale per l’Ambiente e alcune imprese lucane as-sociate (Createc), completare l’iter costitutivo del Distretto Tecnologico sulle Tecnologie innovative per la tutela dei rischi idrogeologici, composto dalle istituzioni scientifiche (CNR e Università della Basilicata), dalle istituzioni di governo (MIUR e Regione Basilicata) e dalle associazioni di categoria (ASI – Consorzio per lo sviluppo industriale di Potenza) ed incentivare la nascita di altri distretti tecnologici su tematiche di interesse regionale, (agroalimen-tare, arredamento, automotive, energia, etc.) e quindi rispondenti alle linee prioritarie indicate dal Quadro Strategico Nazionale 2007-2013 e dal VII Pro-gramma Quadro dell’UE, sono condizioni indispensabili per competere sul mercato internazionale e poter accedere ai finanziamenti dedicati dall’Unio-ne Europea.

Queste iniziative, se in Basilicata si agganciassero sempre alle linee consi-derate prioritarie dalle politiche nazionali e comunitarie permetterebbero di creare un continuo ed efficace sistema sinergico tra le istituzioni di governo del territorio, gli istituti di eccellenza e le imprese più vocate all’innovazione e sarebbero il giusto approccio per creare da un’eccellenza un’opportunità.

La diffusa presenza in Basilicata, di enti di ricerca (Agrobios, ASI, CNR, ENEA, ISTAT, Università, etc.) è uno dei punti di forza della Regione per promuovere saperi e innovazione.

Occorre, quindi, accelerare quello che in Italia, ma ancora di più in Basilica-ta, è in una fase di start-up, la promozione di spin-off; ossia vere e proprie aziende costituite da ricercatori.

Gli spin-off sono una delle modalità più diffuse con cui le università e gli enti di ricerca stranieri trasferiscono all’esterno dei laboratori i risultati delle loro ricerche. Negli Usa, ma ormai anche in altri paesi europei, da tempo i pro-fessori e i ricercatori diventano imprenditori. Il MIT di Boston ne ha costituite oltre 4000 di aziende di questo tipo e molte di queste sono state acquistate da importanti gruppi industriali. In Basilicata non esistono simili esempi.

La creazione di spin-off in questo momento, in Basilicata può essere favorita dal processo di riordino degli enti di ricerca che tenta di far crescere una

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PARTE V - Conclusioni

maggiore cultura manageriale tra i ricercatori, di modificare un atteggiamen-to di chiusura verso l’esterno, che soprattutto in passato ha caratterizzato i rappresentati del mondo della ricerca, e di accompagnare per alcuni anni le attività di spin-off di questi all’interno degli enti, e dalla incentivazione eco-nomica data dalla regione, che purtroppo è esigua rispetto ai costi che ha la realizzazione di uno spin-off.

Appare, quindi, indispensabile creare collegamenti tra il sistema ricerca, il mondo produttivo e le istituzioni.

Infine, la best practice “Innovation factory – “Da un sogno imprenditoria-le ad un progetto imprenditoriale”, presentato nella parte precedente, può servire da buon esempio in Basilicata al fine di motivare i nuovi potenziali “imprenditori ad apprendere come diventare imprenditori”.

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Fonti di riferimento1. http://www.istat.it/

2. http://www.basilicatanet.it/

3. http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/statistics/themes

4. http://it.wikipedia.org/wiki/Basilicata

5. http://www.bas.camcom.it/

6. http://www.bancaditalia.it/

7. Programma Operativo Regionale FESR 2007-2013

8. Programma Operativo Regionale FSE 2007-2013

9. Accordo di Programma Quadro sulla Società dell’Informazione

10. Centro Studi Unioncamere (a cura di), “L’economia della Basilicata nel I semestre 2008”, ottobre 2008

11. Istituto Tagliacarne, “Prodotto lordo e investimenti per regione (anni 2000- 2007)”, Collana “Le Ricerche”, 2008

12. Banca d’Italia, Bollettino Economico, aprile 2009

13. Rapporto ISAE, “Le previsioni per l’economia italiana”, febbraio 2009

14. OECD, Economic Outlook, marzo 2009

15. ISAE, “Le imprese italiane e l’accesso al credito durante la crisi finan-ziaria”, Nota mensile, febbraio 2009

16. Osservatorio Banche Impresa, “Rapporto 2008 – Impresa e competi-tività”, Giannini editore

17. Istituto Tagliacarne, “Il ruolo delle infrastrutture nello sviluppo econo-mico della Basilicata”, Rapporto di ricerca, 2009

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Iniziativa realizzata nell’ambito del Pro-getto Fidibe Programma di cooperazione transnazionale SEE South East Europe, finalizzato a migliorare il processo di inte-grazione territoriale, economica e sociale dei Paesi coinvolti contribuendo alla com-petitività dell’area attraverso lo sviluppo di partnership transnazionali ed azioni con-giunte su questioni strategiche. Il Progetto è co-finanziato dall’UNIONE EUROPEA.

FIDIBE project was selected within the European programme SEE-South East Europe co-financed by EUROPEAN UNION. It is a transnational cooperation programme that aims to improve the ter-ritorial, economic and social integration process in the participating Countries by contributing to the area competitiveness through the development of transnational partnerships and joint actions on strategic issues.

www.fidibe.eu

La società, partner italiano del progetto FIDIBE, interamente partecipata dell’ente Regione Basilicata, opera a sostegno dello sviluppo, della ricerca e della competitività del territorio della regione Basilicata.The company, italian partner of FIDIBE project, in house of the Basilicata Region, works as a regional agency by fostering development, research and competitiveness in Basilicata.

Iniziativa realizzata nell’ambito del Progetto FIDIBE Program-ma di cooperazione transnazio-nale SEE South East Europe, finalizzato a migliorare il proces-so di integrazione territoriale, economica e sociale dei Paesi coinvolti contribuendo alla com-petitività dell’area attraverso lo sviluppo di partnership trans-nazionali ed azioni congiunte su questioni strategiche. Il Progetto è co-finanziato dall’UNIONE EUROPEA.

www.fidibe.eu

La società, partner italiano del progetto FIDIBE, interamente partecipata dell’ente Regione Basilicata, opera a sostegno dello sviluppo, della ricerca e della competitività del territorio della regione Basilicata.