strade aperte ottobre 2012
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La rivista del Masci di ottobre 2012TRANSCRIPT
PERIODICO MENSILE DEL MASCI (MOVIMENTO ADULTI SCOUT CATTOLICI ITALIANI) DI EDUCAZIONE PERMANENTE, PROPOSTA E CONFRONTO
SPEDIZIONE IN A.P. 45%ART. 2 COMMA 20/B LEGGE 662/96 DAL C.M.P. PADOVA
EURO 2,00 LA COPIA
EDITORE, AMMINISTRAZIONE E PUBBLICITA’:Strade AperteSoc. coop. a.R.L.,Via Picardi, 6 - 00197 Roma,www.masci.it
SOMMARIO IN ULTIMA PAGINA
Da Salerno a...Bardonecchia
GIOVANNI MORELLO
N U M E R O 1 0 O T T O B R E 2 0 1 2 - A N N O 5 4
Nel momento che scrivo queste note mancano solo
16 giorni all’appuntamento di Salerno. Or-mai ci siamo. I preparativi organizzativi procedono a pieno ritmo. Saremo veramente numerosi. Forse è la prima volta che il MASCI si presen-ta in forza ad un appuntamento nazionale. Ci sarà il tempo per gli abbracci, i saluti, la gioia del ritrovarsi, ma deve esserci soprattut-to l’impegno di mostrare, di comunicare, di far partecipi tutti gli Adulti Scout e i cittadini di Salerno che vorranno partecipare ai nostri lavori, quello che il MASCI è, ma soprattutto quello che il MASCI sarà. Cioè l’impegno ad “abitare la città dell’uo-mo”, a compromettersi nelle realtà sociali, politiche ed ecclesiali, con le potenzialità di azione del nostro metodo dello scautismo per adulti.Questo numero, che si apre con l’ormai tradi-zionale “benvenuto” ad una nuova Comunità MASCI: questa volta quella del Taranto 4, è dedicato in gran parte all’Assemblea di Saler-no, con il saluto del nostro Presidente Nazio-nale, e diverse notizie utili e informazioni sui luoghi degli incontri: Trivi, Quadrivi, Amba-sciate, insieme alle prime indiscrezioni sulle attività delle Regioni nei Trivi e notizie sto-riche sui principali monumenti artistici della città. Il consueto commento alle scritture del mese successivo a quello dell’uscita della rivista, a cura di don Lucio Gridelli, apre la seconda parte del giornale in cui sono ampiamen-te presentati sia il decennale dell’Alpe Adria Scout che la conclusione della Router sulla Via Francigena. A p. 19 trovate un resoconto sull’impegno di
“Eccomi” per il sostegno scolastico ai bam-bini batwa del Burundi insieme all’invito a contribuire per estendere maggiormente que-sta benemerita iniziativa: bastano pochi euro per consentire a questi bambini un’istruzione adeguata, primo passo per la loro elevazione sociale. In questo numero presentiamo due libri. Uno è stato scritto da Enrico Capo, ben noto a molti dei nostri lettori, mentre l’altro contiene il “diario” che Mario Mazza, figura storica dello scautismo italiano e primo Presi-dente del MASCI, scrisse giorno dopo gior-no, dal 26 luglio 1943, il giorno dell’arresto di Mussolini e della caduta del regime, al 5 giugno 1944, seguente l’entrata delle truppe alleate in Roma.Il volume offre, una visione acuta e riflessiva sugli avvenimenti dell’occupazione nazista di Roma e “della guerra vissuta nella quotidiani-tà dei piccoli gesti ma anche nella generosità e nell’eroicità delle scelte che imponeva”. La lettura del diario permette – ed è la cosa più interessante per noi - di seguire, attra-verso le annotazioni di Mario Mazza, i primi contatti, i problemi che nascevano, gli scontri legati alla rinascita dello scautismo cattolico in Italia.Ricordiamo anche due amici scomparsi: don Francesco Cassol, scout e poi Assistente scout, ucciso da un bracconiere mentre dormiva du-rante un raid Goum nelle Murgie, a cui è sta-to intitolato il “bivacco” di Casera i Ronch, e Osvaldo Battelli, recentemente tornato alla casa del Padre.Con molti di voi che arriveranno a Salerno l’appuntamento è al Quadrivio della Stampa, in piazza Cavour, il giorno 20 ottobre, dalle 17.30 alle 19.30. Per tutti il prossimo appun-tamento è … Arrividerci a Bardonecchia.
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Anche se questa non è proprio una noti-
zia “fresca”, perché risale oramai ad alcuni
mesi fa, vale la pena di darla perché è una
di quelle belle: nel 2012 è nata una nuova
Comunità del M.A.S.C.I., il TARANTO 4.
La preparazione, o se preferite, la gestazio-
ne, come per tutte le cose di valore, non
è stata repentina, ma ponderata e durata
un anno. Ad essere onesti l’idea girava già
da un po’ di tempo, ma il primo incontro
“ufficioso” lo abbiamo tenuto solo il 23
Gennaio 2011 (e chi se lo dimentica!) . Ci
eravamo rivisti, con alcuni, dopo diversi
anni, da genitori, sotto la sede dello storico
Gruppo Taranto 5 dell’AGESCI, lì dove
molti di noi da ragazzi erano entrati a far
parte della grande Famiglia degli Scout. La
voglia di reindossare il fazzolettone è stata
dirompente. Nel contempo abbiamo lega-
to con altri genitori che erano affascinati da
quel mondo che aveva stregato i loro figli e
ci siamo detti che dovevamo fare qualcosa
anche noi. Dopo tante chiacchiere (e i pre-
ziosi incoraggiamenti del mitico Presidente
Gino, dell’indimenticabile Pino e della cara
Lorena) ci siamo dati quell’appuntamento.
Da quel giorno è stato come se ci fossimo
conosciuti tutti da sempre. Con la affettuo-
sa e paziente guida di Gianfranco, Remo e
Onofrio (già appartenenti al Movimento)
abbiamo conosciuto il M.A.S.C.I. e poi
abbiamo rispolverato (o scoperto) la vita
di B.P., abbiamo “studiato” il Patto Co-
munitario, lo Statuto, la Legge e la Pro-
messa Scout, con l’entusiasmo dei ragazzi,
ma con la consapevolezza della nostra età
adulta. Nelle nostre riunioni e nelle nostre
uscite non è mancato mai il gioco, la tec-
nica scout, ma sapevamo che stavamo im-
boccando e percorrendo una strada ricca e
articolata, che andava ben al di là del sem-
plice gioco. Le attività si sono susseguite
sino a quando, l’estate scorsa, abbiamo de-
ciso di formalizzare la nostra richiesta. Poi
il 13 Novembre è arrivata la lieta notizia:
il Consiglio Regionale aveva dato la sua
approvazione e quindi a Gennaio 2012 ci
siamo censiti.
Non abbiamo indossato subito il fazzolet-
tone, ma abbiamo voluto “gustare” anche
questa conquista e ci siamo ulteriormen-
te preparati alla Promessa anche con una
indimenticabile “Veglia d’Armi” presso il
Santuario della Madonna di Pasano e fi-
nalmente il 18 Marzo 2012, nella nostra
Parrocchia della Madonna del Carmine, in
una commovente cerimonia, abbiamo fatto
o rinnovato la nostra Promessa, entrando a
pieno titolo nel Movimento e nella grande
Famiglia degli Scout. In questi mesi pas-
sati, tutte le nostre attività sono state ca-
ratterizzate dallo sforzo di comprendere
ed interiorizzare i valori ed i principi della
Legge e della Promessa, di come poter-
li vivere concretamente nell’ età adulta e
sono state arricchite dalla gioia dello stare
insieme, dallo spirito fraterno che cresceva
quotidianamente tra noi .
La partecipazione, a Giugno scorso, al pri-
mo Campo Regionale ci ha poi fatto sen-
tire veramente e completamente parte del
Movimento, che ci ha calorosamente e fra-
ternamente accolto.
Possiamo dirlo, sperando di non pecca-
re d’immodestia, siamo proprio una bella
Comunità e speriamo, con l’aiuto della
Madonna degli Scout e dei nostri Fratelli
maggiori, di migliorarci sempre, di crescere
nella fede in Dio, nella carità verso gli altri
e nella speranza per un futuro migliore.
Sentirsi appagati non è per noi, perché la
Strada da percorrere è tanta, ma se lo fare-
mo insieme sicuramente sarà più divertente
e facile.
Se è vero che Semel scout semper scout è
anche vero che Estote Parati !
Benvenuto alla Comunità Taranto 4LORENZO M. FRANCOMASCI TA/4
Nuove Comunità
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Sto preparando lo zaino, sto met-tendo in ordine gli appunti: si ac-cavallano sogni, speranze e preoc-cupazioni.Il sogno che Piazze, Trivi e Qua-drivi aiuti a far crescere in tutti gli Adulti Scout del MASCI la con-sapevolezza di essere incamminati sul difficile ed incerto cammino dell’ “educazione per tutta la vita” portando nella piccola bisaccia, ma con la forza del bastone del pelle-grino, la ricchezza e l’esperienza dell’educazione degli adulti, che rappresenta la nostra specifica mis-sione: un sogno grande per una piccola realtà, per un frammen-to del grande movimento dello scautismo e del guidismo. Questo però non ci spaventa perché cono-sciamo la ricchezza, la fantasia, ed anche la fatica delle nostre comu-nità presenti un po’ ovunque. La speranza che Salerno rappresenti una tappa importante e significati-va della storia del MASCI come lo sono state recentemente Alghero per il Sinodo dei Magister, e Prin-cipina per l’Assemblea Nazionale, e come lo è stata, al livello mondiale, Como per la Conferenza Mondia-le dell’ISGF. Ancora oggi ricevo dalle mie amiche e dai miei amici di tante parti del mondo messag-gi e lettere in cui mi dicono che Como è stata la più bella Confe-renza Mondiale dell’ISGF mai rea-lizzata, e forse mai se ne realizzerà
un’altra così ricca di significati, di suggestioni, di insegnamenti e di prospettive.La preoccupazione perché nel-la nostra follia ci siamo inventati un’esperienza molto complessa, con tanti protagonisti: le Commis-sioni del Consiglio Nazionale, tutte le Regioni, il Comitato Esecutivo, le realtà associative nostre amiche e abbiamo chiamato tutti ad eser-citare la propria responsabilità, a presentare il loro cammino non nel chiuso di quattro mura ma tra la gente comune, nelle piazze e nelle strade di Salerno; tutto racchiuso in tempi ristretti in un accavallarsi di eventi e di opportunità. Tutto dovrebbe funzionare come un cronometro svizzero, ma non
sarà così, allora entrerà in gioco la nostra benevolenza, la nostra fles-sibilità, la nostra capacità di adat-tamento.Ai sogni, alle speranze, alle preoc-cupazioni si accompagna l’attesa e la curiosità. L’attesa e la curiosità delle Piazze, piazze che abbiamo voluto dedica-re a donne e uomini che sono stati capaci di sognare e di realizzare i loro sogni e che per realizzare que-sti sogni sono stati disposti a pa-gare prezzi altissimi, fino al dono della propria vita. In quelle Piazze rifletteremo sulle “tracce” che abbiamo costruito in questi anni: lo Scautismo per adul-ti, la spiritualità e la catechesi per adulti, “Entra nella storia”, come
Un altro sogno sta per compiersi…RICCARDO DELLA ROCCAPresidente Nazionale
Piazze, Trivi e Quadrivi
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Piazze, Trivi e Quadrivi
prospettiva di una cittadinanza at-tiva e responsabile, l’opzione della mondialità che deve essere indisso-lubilmente legata alla prospettiva di “fare strada nel creato” (è stato il nostro primo Quaderno); ascol-teremo la testimonianza e ci con-fronteremo con persone amiche che con noi condividono l’ansia per un mondo migliore e diverso.L’attesa e la curiosità per i Trivi, dove tutte le Regioni presenteran-no i frutti di anni di lavoro e di ri-flessione, non sarà né un esibizione né una mostra, sarà aprirsi al con-fronto con gli Adulti Scout delle altre regioni, ma anche con quanti passando accanto a noi vorranno fermarsi a dialogare e a confron-tarsi, sarà offrire i frutti del proprio lavoro perché diventi patrimonio comune di tutto il movimento.L’attesa e la curiosità per i Quadrivi dove il Comitato Esecutivo e tutti i responsabili delle nostre imprese e dei nostri progetti nazionali ci illustreranno la coerenza che c’è tra quanto quotidianamente viene realizzato, tra le nostre esperienze e gli indirizzi programmatici che abbiamo costruito con la parteci-pazione di tutte le comunità nel corso delle ultime Assemblee Na-zionali. I Quadrivi ci parleranno dello sviluppo, della formazione, della comunicazione, dell’impe-gno per la mondialità nei suoi vari aspetti; ci parleranno delle Vie Francigene, dei Foulard Blanc, della Luce di Betlemme, dei pro-getti di ECCOMI,…Anche qui ci apriremo non solo ad un confron-to interno al movimento ma anche con quanti passando accanto a noi vorranno fermarsi a dialogare e a confrontarsi.
L’attesa e la curiosità per le Am-basciate, gli spazi della città che abbiamo voluto mettere a disposi-zione dei nostri amici, delle realtà associative, ai gruppi ed ai movi-menti con i quali collaboriamo; per ascoltare le loro esperienze, per confrontarci, per apprendere, per aprirci a nuove prospettive.Vivremo tutto questo di gran fret-ta, passando da un appuntamento ad un altro ma il clima sarà quello della festa.E’ il clima con il quale ci accoglierà Salerno, città ricca di storia, bellis-
sima città che unisce il fascino della costiera amalfitana alla bellezza del Cilento pieno di storia, da Paestum a Palinuro.E’ il clima con il quale ci accoglie-ranno gli Adulti Scout della Cam-pania che da quasi due anni lavora-no per offrirci un ambiente ricco di festa e di fraternità.Ed ora è venuto il momento di chiudere lo zaino, di mettere gli appunti e i documenti nella loro cartella e di avviarmi verso Salerno con il cuore pieno di speranza: un altro sogno sta per compiersi.
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Piazze, Trivi e Quadrivi
Le Piazze, i Trivi, i Quadrivi a Salerno
AAA...VIDEOCERCASI...
A tutte le Comunità abbiamo biso-gno di voi per raccogliere foto e video delle Comunità Masci durante le varie attività.Potete consegnare a Salerno il DVD o CD con le foto ed i video, presso il quadrivio della comunicazione il 20 ottobre 2012.I video e le foto devono essere titola-te per argomento.
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1CHIOSTRO CATTEDRALE
FRIULI VENEZIA GIULIA
2CHIOSTRO CATTEDRALE
MOLISE
3PIAZZA ABATE CONFORTI
TOSCANA
4PIAZZA ABATE CONFORTI
SICILIA
5 PIAZZA CAVOUR CALABRIA
6 PIAZZA CAVOUR SARDEGNA
1CHIOSTRO CATTEDRALE
BANCO DELLA LUCE DI BETLEMME
2CHIOSTRO CATTEDRALE
BANCO DELLA SPIRITUALITA’/BIBBIA
3PIAZZA ABATE CONFORTI
BANCO FOULARD BIANCO
4 PIAZZA CAVOURBANCO DELLA LEGALITA’
5 PIAZZA CAVOUR BANCO DI SALA
1 ACLI CHIOSTRO CATTEDRALE
2 AZIONE CATTOLICA
CHIOSTRO CATTEDRALE
3 OPFB CHIOSTRO CATTEDRALE
4 CNAL CHIOSTRO CATTEDRALE
5 AGESCI PIAZZA CAVOUR
6 CNGEI PIAZZA CAVOUR
7 FSE PIAZZA CAVOUR
8 HARAMBEE PIAZZA CAVOUR
9 RS SERVIRE PIAZZA CAVOUR
10 REGGIO NON TACE PIAZZA CAVOUR
11 RETE DELLE BASI SCOUT
PIAZZA SPALLE CCIAA
12 FONDAZIONE BADEN
PIAZZA SPALLE CCIAA
13 CENTRO STUDI BADEN POWELL
PIAZZA SPALLE CCIAA
14 COMPAGNIA DI SAN GIORGIO
PIAZZA SPALLE CCIAA
15 ITALIA NOSTRA TEMPIO DI POMONA
7 PIAZZA CAVOUR LIGURIA
8 PIAZZA CAVOURTRENTINO ALTO ADIGE
9 PIAZZA CAVOUR LAZIO
10PIAZZA SPALLE CCIAA
PIEMONTE
11PIAZZA SPALLE CCIAA
BASILICATA
12PIAZZA SPALLE CCIAA
LOMBARDIA
6 PIAZZA CAVOURBANCO DELLO SVILUPPO
7 PIAZZA CAVOURBANCO DELLA COMUNICAZIONE
8 PIAZZA CAVOURBANCO DELLA STAMPA
9 PIAZZA CAVOURBANCO DELLA SOLIDARIETA’ INTERNAZ.
10PIAZZA SPALLE CCIAA
BANCO VIE FRANCIGENE
11PIAZZA SPALLE CCIAA
BANCO RESPONSABILITA’
13PIAZZA SPALLE CCIAA
EMILIA ROMAGNA
14TEMPIO DI POMONA
PUGLIA
15PIAZZETTA S.LUCIA
CAMPANIA
16VILLA COMUNALE
UMBRIA
17VILLA COMUNALE
ABRUZZO
18PIAZZAUMBERTO I
MARCHE
19VILLA COMUNALE
VENETO
12PIAZZA SPALLE CCIAA
BANCO DELLA FRATERNITA’ INTERN.
13PIAZZA SPALLE CCIAA
PROTEZIONE CIVILE
14VILLA COMUNALE
BANCO DELLA NATURA
15VILLA COMUNALE
BANCO DELLA COMPETENZA
16VILLA COMUNALE
FRATERNITA’ ALPE ADRIA
17 SANTA SOFIABANCO DEL CENTRO STUDI MARIO MAZZA
Trivi, Quadrivi, Ambasciate per abitare la città di Salerno
Piazze, Trivi e Quadrivi
TRIVI
QUADRIVI
AMBASCIATE
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Piazze, Trivi e Quadrivi
Prime notizie sui Trivi...Iniziano a filtrare le prime indiscrezio-
ni su quanto sarà proposte dalle sin-
gole Regioni nei Trivi di Salerno. Al-
cune informazioni qui di seguito. La
Regione Veneto invita i partecipanti a
confrontarsi sul tema: “Il coraggio di
vivere la speranza”, cioè imparare a vi-
vere uniti rispettandoci diversi. Il trivio
si terrà nel giardino della Villa Comu-
nale, nel primo pomeriggio di saba-
to 20 ottobre, per vivere pienamente
l’occasione di incontro e confronto
pubblico dell’intero movimento por-
tando i lavori scelti delle nostre comu-
nità e zone. “Porteremo in piazza, per
confrontarci, i valori dello scautismo
ed i contenuti dell’impegno delle no-
stre comunità ad essere uomini e don-
ne di speranza per un mondo migliore
e di fraternità, pur sapendo che questo
vuol dire andare contro corrente ri-
spetto all’attuale cultura individualista
e consumista.
Il tema del trivio sarà esplicitato attra-
verso quattro parole “chiave” che rac-
chiudono degli atteggiamenti o aspetti
che dobbiamo fare nostri per saper vi-
vere con coraggio la speranza ed im-
parare a vivere uniti nel rispetto del-
le diversità di ciascuno: accoglienza,
che significa ascolto, apertura, rispetto,
fratellanza, cortesia, accettazione, gra-
tuità, ospitalità, umanità; solidarie-
tà, che significa farsi carico, carità,
avere cura, partecipazione, appoggio,
amicizia, gratuità, collaborazione,
condivisione; identità, che significa
autenticità, dignità, carisma, vocazio-
ne, appartenenza, cultura, distinzione,
consapevolezza; perdono, che significa
comprensione, pace, pentimento, conci-
liare, cambiamento, speranza, giusti-
zia, empatia, compassione. Tutti sono
invitati a visitare il “giardino della spe-
ranza”. La Regione Friuli Venezia
Giulia organizza una rappresentazione
teatrale nel Chiostro della Cattedra-
le, sul tema della “Spiritualità ed edu-
cazione alla legalità secondo il metodo
scout”. Lo spettacolo, dalla durata di
circa 20 minuti, sarà ripetuta più volte
ad intervallo regolare.
Anche la Regione Lazio presenterà,
nella piazza alle spalle della CCIAA,
un’animazione scenica sul tema della
Accoglienza, che sarà ripetuta ad in-
tervalli regolari e lancerà una iniziativa
pubblica, per il 23 febbraio 20123, in-
titolata “Ramazza Arcobaleno” (vedi
scheda nel riquadro a fianco), con in-
vito alle altre Regioni di condividere
l’iniziativa.
La Regione Sicilia sarà impegnata, in
Piazza Abate Conforti, sul tema del-
la “Educazione alla pace e alla mon-
dialità”. Cantastorie e duetti recitativi
illustreranno il tema, mentre contem-
poraneamente verrà offerto all’atten-
zione dei visitatori un plastico che illu-
stra “Il Piano Regolatore del Masci. La
città dell’uomo”, che costituirà un’in-
dubbia interessante sorpresa per tutti
i visitatori. L’animazione avverrà in
quattro turni , di 30 minuti ognuno,
dalle 15,30 alle 17,30.
Il nostro ricco mondo non può considerarsi estraneo alle situazioni di povertà che producono i fenomeni immigratori, come quello italiano. Anche per assumere consapevolezza e responsabilità verso la storia, i paesi ricchi dovrebbero vivere la presenza di persone di origine stranie-ra con spirito di accoglienza e impegno all’integrazione. Il Masci La-zio vede dunque nel fenomeno immigratorio una sfida per la società e un’opportunità di maturità per il Masci intero, al quale chiede oggi di “entrare nella città” per aprire un sentiero all’Accoglienza con l’iniziativa di “RAMAZZA ARCOBALENO”.
“RAMAZZA ARCOBALENO”, occasione per tutto il Masci
E’ dal 2007 che il Masci Lazio si è messo in discussione su questo ter-reno. Ora messo in cantiere l’organizzazione dell’evento “RAMAZZA ARCOBALENO-Spazziamo via le disuguaglianze”. Sabato 23 febbraio 2013 in occasione della Giornata del Pensiero Scout, italiani per nascita e nuovi italiani, insieme, puliranno alcune piazze importanti delle pro-vince del Lazio, a cominciare da Roma. Sarà una manifestazione in stile scout: silenziosa, non aggressiva, caratterizzata dalla mobilità ma non paralizzante per la cittadinanza, che promuove e non contrappone, che sensibilizza e non urla. L’evento fornirà occasione di coinvolgimento delle «forze buone» sul territorio e di incontro con le comunità etniche. Inoltre, la natura della manifestazione non richiede l’ottenimento di per-messi preventivi ma una semplice notifica a Questura e Comune.
L’iniziativa avrebbe grande risonanza se altre regioni del Masci decides-sero di animare delle proprie “Ramazze Arcobaleno”. Per questo pro-poniamo fin d’ora adesione al Manifesto dell’iniziativa. Ne riparliamo a Salerno!
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Breve guida ai monumenti di Salerno
Piazze, Trivi e Quadrivi
Salerno è un’operosa città, con oltre
136.000 abitanti, con un ricco patri-
monio storico, situata tra le colline e
il mare nell’omonimo golfo. La parte
antica della città conserva numerosi
resti medievali. Le origini della città
sono incerte, ma le sue origini si fanno
risalire al VI-V secolo a.C. Nel Museo
Archeologico Provinciale sono con-
servati numerosi reperti e opere d’arte
che testimoniano la storia del territo-
rio salernitano dall’epoca protostorica
ai giorni nostri. Municipio romano,
succedendo per importanza alla città
di Pestum, centro importante della
Magna Grecia, fu poi centro bizantino
e successivamente ducato longobardo.
Nel 1077 la città venne conquistata
da Roberto il Guiscardo che vi pose
la sede del suo regno normanno. Fu il
periodo del suo maggiore splendore,
non solo politico, ma anche culturale,
per la presenza della celebre Scuola
medica salernitana (in via dei Mercanti
72, si può visitare l’interessante Museo
didattico) che fu la più antica e famo-
sa istituzione medica medievale. Sorta
intorno al secolo IX, ebbe il suo mas-
simo sviluppo nei secc. XII-XIII, per
decadere via via con l’affermarsi delle
Università, principalmente quella di
Napoli. Venne soppressa nel 1812 da
Gioacchino Murat, allora re di Napo-
li.
Successivamente Salerno divenne cen-
tro importante del regno Svevo, e
quindi di quello Angioino ed Arago-
nese, e poi del Regno delle Due Sicilie
dei Borboni di Napoli. Durante il Ri-
sorgimento la città fu culla di forti sen-
timenti antiborbonici, partecipando
tra l’altro ai moti del Cilento del 1822.
Dal 12 febbraio al 15 luglio 1944 Sa-
lerno fu sede del primo governo post
fascista. Tra gli edifici più significativi di
Salerno sono da menzionare la Chiesa
del Crocifisso, in Piazza Matteotti, uno
slargo della via dei Mercanti, la più ca-
ratteristica arteria della città con molte
tracce medievali. La chiesa, costruita
nel X-XI secolo e poi rimaneggiata, la
cui facciata e relativo campanile sono
di fattura moderna, conserva nella pa-
rete di fondo l’affresco della Crocifis-
sione, risalente al sec. XIII.
Lungo la via dei Mercanti, che inizia in
piazza Sedile di Portanova, si giunge
all’Arco di Arechi, resto di un palazzo
costruito dal celebre principe longo-
bardo. Dalla via dei Mercanti piegando
nella via del Duomo si incontra la ba-
rocca Chiesa di San Giorgio, con ope-
re di Angelo e Francesco Solimena.
Il monumento più importante ed illu-
stre di Salerno è senza dubbio il Duo-
mo, dedicato a San Matteo, patrono
della città. Fatto costruire da Roberto
il Guiscardo e consacrato nel 1085 dal
pontefice Gregorio VII, venne suc-
cessivamente rimaneggiato nei seco-
li successivi e ripristinato nelle forme
originali negli anni Trenta del secolo
scorso. Da una scalinata a due rampe
si giunge al portale romanico del sec.
XI, detto Porta dei leoni, dai due leo-
ni accosciati che lo fiancheggiano. Da
qui si entra nel bellissimo Atrio, cinto
da un portico ad archi a tutto sesto.
Nel tratto destro del portico si innesta
il poderoso Campanile, alto 56 metri
e risalente al sec. XII (che può esse-
re osservato dalla vicina via Roberto
il Guiscardo). Il portale mediano, ri-
salente al tempo del Guiscardo, con-
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serva le imposte bronze, fuse a Co-
stantinopoli nel 1054, composte da 56
riquadri, con croci a rilievo e figure,
già ageminate. L’interno, maestoso è a
tre navate, e conserva numerose opere
d’arte, nonostante i rimaneggiamenti
che l’edificio ha subito. Nella navata
centrale, procedendo verso l’abside, si
incontrano i due monumentali ambo-
ni decorati a mosaico. A destra, quello
più monumentale, poggia su dodici
colonne di granito, risale al XIII seco-
lo; quello a sinistra è invece più antico
e risale al secolo precedente. Davanti
all’ambone maggiore è collocato un
candelabro pasquale, risalente alla stes-
sa epoca. Nelle tre navate sono conser-
vati diversi monumenti funerari, alcuni
realizzati utilizzando antichi sarcofagi
romani. Nella navata di sinistra è vi-
sibile l’architettonico Monumento a
Margherita di Durazzo,madre di La-
dislao d’Angiò, del XV secolo, men-
tre nell’abside di destra, nella cappella
detta delle Crociate, perché vi veniva-
no benedetti i crociati prima della loro
partenza per la Terra Santa, è custodita
sotto l’altare l’urna in cristallo ed ar-
gento, che custodisce le spoglie mor-
tali del santo pontefice Gregorio VII,
morto in esilio a Salerno il 25 maggio
1085. Uscendo dal Duomo si può vi-
sitare, nella contigua via mons. Mon-
terisi, il Museo del Duomo, ricco di
opere pittoriche di scuola napoletana,
come Sebastiano Conca e Francesco
Solimena. Nel Museo sono conservati
anche due eccezionali reperti medieva-
li come, il rotolo miniato dell’Exultet,
risalente al XIII secolo, lungo oltre
otto metri, che veniva srotolato dal
diacono dall’alto dell’ambone mentre
cantava, durante la veglia pasquale ap-
punto l’Exultet. Particolare interessan-
te, le scene miniate sono realizzate nel
senso contrario alla scrittura in modo
che i fedeli, mentre il rotolo scendeva
dal pulpito, potevano vedere le scene
nel verso rivolto a loro. Altro reperto
di eccezionale interesse è il paliotto
in avorio, del XII secolo, che è la più
grande opera di questo genere conser-
vata, ricco di ben 54 scene dell’Antico
e del Nuovo Testamento. Sulla collina,
a pochi minuti di auto, o con una bel-
la camminata di 40 minuti, in ascesa,
tra stradine e scalinate, si raggiunge il
Castello di Arechi, risalente all’epoca
bizantina e ampliato dai Longobardo.
Vi fu assediato l’ultimo longobardo,
Gisulfo II, da parte di Roberto il Gui-
scardo.
Piazze, Trivi e Quadrivi
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Piazze, Trivi e Quadrivi
DA SALERNOARRIVEDERCI A BARDONECCHIA
Assemblea Elettiva Masci18-21 ottobre 2013
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Avevo concluso l’articolo precedente
con la conclusione dell’ultimo viaggio,
geograficamente reale ma per noi me-
taforico, che Gesù compie per andare a
Gerusalemme dove sa che lo attendo-
no morte e risurrezione.
Per tre volte lo aveva preannunciato ai
suoi amici, suscitando sempre reazioni
negative.
Mentre erano sulla strada per salire a
Gerusalemme, Gesù camminava da-
vanti a loro ed essi erano sgomenti; colo-
ro che lo seguivano erano impauriti.
E avevo posto delle domande …
Noi, io, in quale posizione topografica
rispetto a Gesù mi colloco lungo que-
sto cammino?
La mia logica è quella di Dio o quella
degli uomini?
E il mio livello di “durezza di cuore”
qual è? Vivo un serio impegno di con-
versione?
L’episodio del cieco di Gerico ci mo-
stra che con la grazia del Signore nulla
è impossibile.
E mentre (Gesù) partiva da Gerico in-
sieme ai suoi discepoli e a molta folla, il
figlio di Timeo, Bartimeo, che era cieco,
sedeva lungo la strada a mendicare. …
E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha
salvato». E subito il cieco Bartimeo vide
di nuovo e lo seguiva lungo la strada.
Siamo giunti a Gerusalemme. È acca-
duta quella che noi chiamiamo la Do-
menica delle Palme.
Nell’articolo dell’ottobre scorso vi
avevo suggerito una riflessione sulle
“controversie” tra Gesù e i suoi vari
oppositori che Matteo, Marco e Luca
riuniscono per la maggior parte nell’ul-
tima settimana di vita di Gesù.
Nella domenica XXXI Marco (11,28ss)
ci racconta che allora si avvicinò a lui
uno degli scribi che li aveva uditi discu-
tere e, visto come aveva ben risposto a
loro, gli domandò: «Qual è il primo di
tutti i comandamenti?».
Questo tema è così importante che la
liturgia lo ripresenta tutti gli anni nelle
domeniche XXX A, XXXI B e XV C.
Avevamo commentato ampiamente
questa controversia nello stesso arti-
colo di ottobre, quando avevamo letto
l’episodio come raccontato da Matteo.
Vi rimando a quello.
Marco mette la conclusione in bocca
all’interlocutore: «Hai detto bene, Ma-
estro, e secondo verità, che Egli è unico e
non vi è altri all’infuori di lui; amarlo
con tutto il cuore, con tutta l’intelli-
genza e con tutta la forza e amare il
prossimo come se stesso vale più di tutti
gli olocausti e i sacrifici». Vedendo che
egli aveva risposto saggiamente, Gesù
gli disse: «Non sei lontano dal regno di
Dio». E nessuno aveva più il coraggio di
interrogarlo.
Così si concludono le controversie.
Amare Dio e amare il prossimo … vale
più di tutti gli olocausti e i sacrifici.
È una espressione questa che si incon-
tra più volte nell’AT specie nei Salmi
e nei Profeti. Richiama alla mente una
parola di Gesù: Se dunque tu presenti
la tua offerta all’altare e lì ti ricordi
che tuo fratello ha qualche cosa contro di
te, lascia lì il tuo dono davanti all’alta-
re, va’ prima a riconciliarti con il tuo
fratello e poi torna a offrire il tuo dono
(Mt 6,23-24).
La domenica XXXII ci presenta uno
dei tanti scontri tra Gesù e le classi
dirigenti di Israele, scontri ancor più
frequenti durante la “settimana santa”,
nella quale si verifica la rottura defini-
tiva.
Guardatevi dagli scribi, i maestri della
legge, che amano passeggiare in lunghe
vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere
i primi seggi nelle sinagoghe e i primi
posti nei banchetti. Divorano le case
delle vedove e pregano a lungo per farsi
vedere. Essi riceveranno una condanna
più severa.
Penso che il richiamo vada prima a me
che a voi, a me e a quelli che come me
hanno una esplicita responsabilità di
pastori. È bene comunque che, da cri-
stiani, ci ripensiamo tutti.
La prima lettura dal primo libro dei Re
(17,10-16) racconta l’episodio della
vedova di Sarepta di Sidone e così ci
invita a porre l’accento sulla seconda
parte del vangelo.
Alla prima lettura fa eco il Salmo 146:
Egli sostiene l’orfano e la vedova, ma
sconvolge le vie dei malvagi.
Gesù, seduto di fronte al tesoro, osser-
vava come la folla vi gettava monete.
Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma,
Commento alle scritture
Il Figlio dell’Uomo verrànella gloriaD. LUCIO GRIDELLI
OTTOBRE 2012
STRADE APERTE12
Commento alle scritture
venuta una vedova povera, vi gettò due
monetine, che fanno un soldo.
Presumibilmente egli si era seduto in
quella parte del cortile delle donne
dove, lun¬go il muro, erano situati
tredici tronchi cavi a forma di imbuto
per le offerte destinate a scopi di cul-
to. Le offerte di tanti ricchi dovevano
tintin¬nare rumorosamente. La ve-
dova offre due “leptà”. Sembra, tut-
to sommato, un fatto di scarso rilievo
eppure …
Allora, chiamati a sé i suoi discepoli,
disse loro: «In verità io vi dico: questa
vedova, così povera, ha gettato nel tesoro
più di tutti gli altri. Tutti infatti han-
no gettato parte del loro superfluo. Lei
invece, nella sua miseria, vi ha gettato
tutto quello che aveva, tutto quanto ave-
va per vivere».
Da tempi lontani il vangelo dell’ultima
domenica dell’anno liturgico riportava
brani del “discorso escatologico”, il
“discorso sulle cose ultime” traman-
dato con diverse varianti da Matteo,
Marco e Luca. Ora, da quando la festa
di Cristo Re è stata spostata all’ultima
domenica dell’anno, lo si legge nella
domenica XXXIII.
In Marco esso occupa tutto il capitolo
13. Per facilitarne la comprensione ve
ne do uno schema tratto da Fabris, I
Vangeli, CE:
1-4 introduzione, 5-23 annuncio e
ammonimenti, 24-27 venuta del Fi-
glio dell’uomo, 28-37 annuncio e
ammonimenti.
La fine di Gerusalemme e la fine del-
la storia umana si appiattiscono una
sull’altra e creano difficoltà di com-
prensione. E di fatto ne hanno create.
Ciò che importa non è 1‘individua-
zione del segno o la precisazione del
tempo. Noi dobbiamo accettare l’idea
che vivremo in mondo in cui ci saran-
no tensioni, violenze, ingiustizie.
In questo ambiente ciò che conta è
l’attesa della venuta del Figlio dell’uo-
mo!
Quando verrà per me? Fra cent’anni,
fra un anno, domani?
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: Ve-
gliate! (13,37).
E così siamo giunti al 25 novembre di
questo 2012, festa di nostro Signore
Gesù Cristo Re dell’Universo.
Lo scorso anno, anno A, il re veniva
presentato sul suo trono, giudice della
storia:
Quando il Figlio dell’uomo verrà nella
sua gloria, e tutti gli angeli con lui, sie-
derà sul trono della sua gloria. Davanti
a lui verranno radunati tutti i popoli.
Nell’anno B Gesù ci viene presentato
da Giovanni (18,33-37) in veste di
imputato proprio a causa della sua re-
galità.
Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giu-
dei?». Gesù rispose: «Dici questo da te,
oppure altri ti hanno parlato di me?».
Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La
tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno
consegnato a me. Che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di
questo mondo …».
Qui occorre fare una precisazione im-
portante.
Il mio regno non è ek tou kosmon tou
tou, de hoc mundo, da questo mondo.
Il mio regno non è di origine terrena,
viene da Dio, ma ha una fase inizia-
le, ancora imperfetta, che si realizza in
questo mondo.
Capite bene che non è una pignoleria:
cambia il significato dell’affermazione
di Gesù.
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei
re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono
re. Per questo io sono nato e per questo
sono venuto nel mondo: per dare testi-
monianza alla verità. Chiunque è dal-
la verità, ek tes aleteias, ascolta la mia
voce».
La prima lettura da Daniele (7,13-14)
è quella dalla quale probabilmente
Gesù trae l’espressione con la quale
spesso si autopresenta: Figlio dell’uo-
mo. È una scena di investitura!
L’Apocalisse (1,5-8) ci invita a solle-
vare lo sguardo da quest’uomo soffe-
rente, in piedi, davanti al procuratore
romano e guardare al futuro.
Gesù Cristo è il testimone fedele, il pri-
mogenito dei morti e il sovrano dei re
della terra.
A Colui che ci ama e ci ha liberati dai
nostri peccati con il suo sangue, che ha
fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo
Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza
nei secoli dei secoli. Amen.
Ecco, viene con le nubi e ogni occhio lo
vedrà, anche quelli che lo trafissero, e per
lui tutte le tribù della terra si batteran-
no il petto. Sì, Amen!
Dice il Signore Dio: Io sono l’Alfa e
l’Omèga, Colui che è, che era e che vie-
ne, l’Onnipotente!
Nell’anno C vedremo Gesù sul trono
della croce e risentiremo quel brevissi-
mo dialogo:
«Gesù, ricordati di me quando entrerai
nel tuo regno».
«In verità io ti dico: oggi con me sarai
nel paradiso».
È terminato un altr’anno. Stiamo per
iniziarne un altro ancora.
Gesù ci attende per farci “regnare”
eternamente con lui, ma ci chiede
adesso di seguirlo lungo la strada che
giorno per giorno traccia davanti a
noi.
OTTOBRE 2012
STRADE APERTE 13
Vita Associativa
Convegno Nazionale AssistentiEcclesiastici AGESCI-FSE-MASCIIl Convegno degli Assistenti Ecclesia-
stici di AGESCI, MASCI e FSE, con
il tema “Adulti testimoni in un mon-
do che cambia. Una sfida educativa”
, si terrà ad Assisi, alla Cittadella, dal
pomeriggio di lunedì 4 febbraio a
mezzogiorno di mercoledì 6 febbraio
2013. Sono previste quattro relazioni,
rispettivamente di S. E. Mons. Maria-
no Crociata, Segretario Generale della
Conferenza Episcopale Italiana, di S.
E. Mons. Cyril Vasil’ SJ, Segretario
della Congregazione per le Chiese
Orientali; di p. Alessandro Salucci OP,
Assistente nazionale Agesci, e di Ric-
cardo della Rocca, Presidente Nazio-
nale del Masci.
I partecipanti, per un numero massi-
mo di 400 sacerdoti, è riservato agli
Assistenti Ecclesiastici delle tre orga-
nizzazioni scout cattoliche, che sa-
ranno suddivisi in 10 gruppi di studio
(con un massimo di 40 persone per
gruppo).
I temi che si affronteranno sono i se-
guenti: aspetto sociale (famiglia, scuo-
la, lavoro); aspetto ecclesiale (parroc-
chie, carismi, catechismo); pedagogia
scout (spiritualità, morale servizio);
origini e fondamenti dello scautismo e
dello scautismo cattolico (B-P, Padre
Sevin).
Le conclusioni dei gruppi di studio
verranno recepite nella sintesi finale da
parte degli Assistenti Ecclesiastici Na-
zionali delle tre Associazioni.
La quota di partecipazione è fissata
in Euro 95 a persona (aumentabile o
riducibile a seconda della scelta di ca-
mera singola o multipla).
PROGRAMMA DI MASSIMA
Lunedì 4 febbraio 2013Arrivo entro le 16,0017,00 Saluti dei Presidenti delle tre Associazioni17,30 Relazione di Mons. Mariano Crociata con discussione20,00 cena21,00 “Animazione” (gruppo Agesci)22,30 Compieta
Martedì 5 febbraio08,00 Colazione08,30 Lodi09,00 Relazione di Mons Cyril Vasili S.J. con discussione11,00 Pausa11, 30 - 12,30 1a riunione dei Gruppi di Studio12,30 Pranzo15,00 Relazione Alessandro Salucci: Evangelizzazione, catechesi e metodo scout17,00 Pausa17, 30 – 18,30 2a riunione dei Gruppi di Studio19,00 S. Messa20, 00 CenaSerata libera
Mercoledì 6 febbraio 08,00 Messa in Basilica09,00 Colazione9,30 Relazione Riccardo Della Rocca: La catechesi degli adulti alla luce del Vaticano II11,30 Conclusioni: I tre AA EE NN12,30 Pranzo e partenza
OTTOBRE 2012
STRADE APERTE14
Vita Associativa
Per la ricorrenza del Decennale della
Fraternità Alpe Adria Scout il Consi-
glio della Fraternità ha pensato di ri-
tornare sui luoghi ove, il 12 maggio
2002, è avvenuto il primo incontro
ufficiale tra gli A.S. del MASCI, delle
PFADFINDER-GILDE Austriache e
del ZBOKSS Sloveno con la stesura di
un primo protocollo di impegno co-
mune tra diverse realtà.
In quella data il 1° Meeting dell’Alpe
Adria Scout si svolse nell’ambito della
Festa di Primavera del MASCI Vene-
to, con la consapevolezza che poteva
anche rivelarsi una “debacle”; così non
fu e ben 10 Sloveni con il loro Presi-
dente, 4 Austriaci con il responsabile
dei gemellaggi , i S.R. MASCI del Ve-
neto, Friuli V.G., Trentino A.A., Emi-
lia –Romagna, Umbria, Daria Gorlato
responsabile per i gemellaggi del MA-
SCI e naturalmente gli A.S. del Veneto
si ritrovarono insieme, presente il P.N.
MASCI Littorio Prezioso, per capire
se questa Fraternità poteva avere un
futuro. Sono trascorsi 10 anni e la Fra-
ternità di strada ne ha fatto moltissima
e i momenti di incontro, di condivisio-
ne e amicizia si sono moltiplicati: ben
11 momenti di Scambio della Luce di
Betlemme tenutisi a rotazione nelle
varie nazioni (partiti con 75 presenze
siamo arrivati a 450); 10 partecipazio-
ni alla Festa del Redentore a Venezia;
2 Campi Internazionali (chiamati
Jamborette) con la partecipazione di
oltre 150 di A.S. delle varie nazioni e
naturalmente tanti incontri organizzati
da singole Comunità o Bratov cine o
Gilde, e 3 Campi mobili (in Italia e in
Austria). Ad essere sinceri non sapeva-
mo come avrebbero risposto gli A.S.
alla proposta di ricordare il Decennale:
ma via via che arrivavano le prenota-
zioni ci siamo resi conto che sarebbe
stato un fine settimana “fantastico”.
Hanno partecipato ben 20 sloveni, 8
croati, 1 austriaco (per varie circostan-
ze avverse), 18 del Friuli-V.G., 11 dal
Trentino-A.A., 4 dall’Emilia Roma-
gna, 1 dalla Liguria e rappresentanti
di 10 Comunità MASCI del Veneto.
Si sono distinte per il grande lavoro di
servizio logistico, di ambientazione e
di animazione le Comunità dell’Alto
Vicentino: Santorso, Schio, Dueville
“Il gabbiano”, Dueville “La strada”,
Sarthi. Alla fine: sabato oltre 100 A.S.
hanno pernottato al Monte Summano
e domenica 9 sett. eravamo ben 180
Adulti Scout. Ma andiamo con ordi-
ne: sabato 8 sett. al Colletto di Velo
(950 mt. s.l.m.) alcune “damigelle”
hanno accolto i “viandanti” e dopo
averli rifocillati e naturalmente obbli-
gati al pagamento del “giusto pedag-
gio”, sono stati accompagnati a piccoli
gruppi dai “frati Gerolimini” (custodi
del Convento del Summano fino al
1936) lungo la mulattiera che porta al
Monte Summano (1294 mt. s.l.m.).
Strada facendo venivano loro raccon-
tate storia e curiosità di questo luogo
particolare. Nei pressi della Chiesa
di Maria del Summano i “viandanti”
hanno potuto dissetarsi e corroborarsi
dopo la non proprio corta ascesa (1h
e 30’ di cammino) non disdegnando,
chi era ancora “in forma”, di cimentar-
si alla giostra saracena ed altre attività
Dieci anni di fraternità:Alpe Adria ScoutPAOLO MODOTTI
OTTOBRE 2012
STRADE APERTE 15
ludiche medioevali a cui il Signorotto
del Summano assisteva compiaciuto.
Preso possesso ognuno del proprio
giaciglio c’è stato il cerchio di benve-
nuto e l’alza-bandiera da “brividi” : tre
file di bandiere, in uno sventolio mul-
ticolore, hanno cominciato a garrire al
vento fino alla sommità del campanile
della chiesa. Emozionante.
Ecco quindi che, formate le varie squa-
driglie (rigorosamente multietniche) è
iniziato il lavoro dei “laboratori”: di
origami (per costruire una scatoletta
di cartone); di pittura (su di un sasso
piatto doveva essere disegnato il logo
dell’Alpe Adria e colorato il fiore della
Sq. di appartenenza: aquilegia, gen-
ziana, giglio, narciso, orchidea, pe-
onia); di carta (costruire la borsa del
viandante); vegetale (costruire l’albero
del Summano con riviste); del legno
(adornare una matita); nessuno si è
sottratto, tutti si sono immersi nel co-
struirsi: il Ricordo (essenziale) del De-
cennale.
La Comunità di Sarthi si è poi supe-
rata nell’animazione del “fuoco di
bivacco”, in cui è stata presentata la
Fraternità dalla sua nascita ad oggi:
Momento clou l’arrivo di una “cico-
gna” con nel becco i fazzolettoni delle
4 nazioni presenti che si è “posata”
su di un nido vicino alla quale c’era-
no le 4 bandiere nazionali. Un ban di
movimento ha poi “scaldato” (anche
se non c’era la necessità) l’ambiente ed
ha preparato i partecipanti ad un mo-
mento di grande intensità e emotività:
due gruppi concentrici di partecipanti,
ognuno con un cero in mano, si muo-
vevano in senso opposto, al suono di
una lenta armonia di sottofondo: al
delicato suono di un “triangolo” ogni
partecipante si rivolgeva al proprio di-
rimpettaio e scambiava il cero; questi
ripetuti movimenti, stavano a simbo-
leggiare la consegna della Luce della
Pace a persone sempre diverse: sensa-
zioni emozionanti !
Con i ceri accesi siamo poi saliti in vet-
ta al Monte dove è collocata una croce
(18 mt. d’altezza) da cui abbiamo am-
mirato il bellissimo panorama nottur-
no della pianura vicentina e tenendoci
per mano, ognuno nella propria lingua
abbiamo recitato un “intenso” Padre
Nostro. Non è mancato un momen-
to di commozione quando Luciano
ha suonato, con l’armonica a bocca,
il silenzio in onore di tutti coloro che
in questi posti hanno sacrificato la loro
vita durante una inutile guerra.
Domenica 9 sett.: dopo i canonici riti
mattutini, ecco i momenti di diverti-
mento ed espressione: la tombola dei
fiori ha riscaldato gli animi per culmi-
nare poi con l’esibizione dei “cori”
che presentavano inediti “Inni” tra cui
scegliere “l’Inno ufficiale della Frater-
nità”. Il ZBOKSS, la Comunità di Sar-
thi ed il Friuli V. G. hanno presentato
il loro originale “inno”: un “compe-
tentissima” giuria ha poi decretato che
non riuscivano a stabilire un vincitore
e quindi salomonicamente è stato sta-
bilito che, a rotazione, l’inno dell’Alpe
Adria Scout saranno tutti e tre; a co-
minciare da quello sloveno (per chi lo
desidera li può ascoltare su Youtube).
Per la S. Messa la chiesa era gremita:
don Oreste Ferronato, parroco di San-
torso nell’omelia ha ricordato i mo-
menti salienti che hanno portato alla
denominazione dell’Alpe Adria par-
tendo proprio dalle radici cristiane che
hanno permeato i territori del Patriar-
cato di Aquileia (la più vasta area cri-
stiana d’occidente). Ma non ha trala-
sciato di ricordare l’impegno che come
Fraternità di Adulti Scout ci siamo dati
nella ricerca del bene comune e della
Pace. All’offertorio oltre al pane ed al
vino è stata portata una croce di Aqui-
leia costruita da Luciano della Comu-
nità di Bolzano sulle cui braccia sono
stati posti 4 listelli con incisa la dicitura
Alpe Adria Scout e le date del Decen-
nale. La croce rimarrà nel Santuario a
ricordo dell’evento. Il cerchio finale
con la simpatica “passerella” delle va-
rie realtà presenti all’incontro, animata
dall’instancabile Comunità di Sarthi,
ha concluso il Decennale dando ap-
puntamento a tutti gli A.S. per il tradi-
zionale scambio della Luce della Pace
il 22 dicembre a Parenzo (Croazia).
Vita Associativa
OTTOBRE 2012
STRADE APERTE16
Vita Associativa
Arrivare a Roma, al Mons Gaudii
(Monte della Gioia), oggi chiamato
Monte Mario, alle 4 di mattina, dopo
aver camminato per tre ore nel buio
della notte e ammirare in significativo
silenzio la Cupola di San Pietro, lumi-
nosa, che si protende verso il cielo, è
stato un momento di grande sugge-
stione e carico di significato: è stato
per noi il desiderio di raggiungere una
luce, dopo aver camminato nelle te-
nebre. Si stava raggiungendo la mèta
della lunga Route del MASCI lungo la
Via Francigena.
Questa Route è stata una delle attività
programmate e realizzate come impre-
sa nazionale per le Vie Francigene. Le
altre iniziative sono:
• La realizzazione della Guida
per pellegrini, con istruzioni, note sto-
riche, preghiere, cerimonie, riflessioni
e carte topografiche plastificate dei
percorsi dal Gran San Bernardo, Mon-
ginevro e Moncenisio fino a Roma. E’
stata realizzata grazie alla disponibilità
e spirito di servizio di alcune Comuni-
tà MASCI. Gli itinerari sono stati indi-
viduati da testi di studiosi storici
• La collaborazione con l’Uf-
ficio Nazionale per la Pastorale del
Turismo, Tempo Libero e Sport del-
la CEI, per dare impulso alla pratica
del pellegrinaggio a piedi, diffondere
la conoscenza della Via Francigena e
contribuire alla soluzione dei problemi
incontrati dai moderni pellegrini
• Ilserviziodatoperorganizza-
re e realizzare la marcia celebrativa dei
500 anni di fondazione delle Guardie
Svizzere Pontificie nel 2006
• La ricerca degli itinerari su-
gli altri tratti della Via Francigena del
Nord e della Via Francigena del Sud,
detta anche Via di Gerusalemme, che
da Roma arriva a Brindisi.
Tutto è iniziato alla Assemblea Na-
zionale di Brucoli nel 2001 quando la
proposta di progetto per il ripristino
della Via Francigena è stata accettata.
Nel 2002 il CN ha quindi approvato il
progetto dando così il via alla sua rea-
lizzazione.
Nel frattempo abbiamo fatto esperien-
ze di cammino di pochi giorni consta-
tando il vivo interesse di molti AS.
Nel 2008 abbiamo così deciso di ini-
ziare la lunga Route e, in 29, siamo
partiti dal Gran San Bernardo dove
sono venuti ad accoglierci e poi ac-
compagnarci gli amici della Valle
d’Aosta; a Vercelli si è concluso questo
primo tratto, accolti con vera ospitalità
dagli amici del MASCI locale. L’anno
Si è conclusa la RouteLUCIANO PISONI
Incaricato Nazionale Masci per la Via Francigena e Vie Romee
STRADE APERTE
OTTOBRE 2012
17
successivo, con l’in-
tervento attivo e competente degli AS
del Piemonte, siamo partiti dal Mon-
ginevro e, arrivati a Vercelli, abbiamo
proseguito fino a Fidenza, anche qui
avvalendoci degli aiuti degli AS della
Lombardia e dell’Emilia-Romagna,
che hanno dato prova di sincera e ge-
nerosa ospitalità. E così, con tappe an-
nuali di circa 200 km, aiutati dagli AS
della Toscana e del Lazio, anche qui
con spirito di servizio loro propri, sia-
mo arrivati a Roma con più di 1200
km nelle gambe. E’ evidente che la
strada fatta è stata tanta, ma la fatica,
i disagi, il caldo non ce li ricordiamo
quasi più: è rimasta la gioia delle cose
viste, dei paesaggi incantevoli, degli
amici nuovi, delle persone che ci han-
no aiutato o che abbiamo incontrato,
dei percorsi in silenzio, dei momen-
ti di preghiera da soli o in gruppo o
in antiche abbazie, della vicinanza di
Gesù o del bisogno di chiamarlo vici-
no, di alcuni momenti di incompren-
sione e della pace scambiata. Abbiamo
conosciuto un’Italia meravigliosa per
storia, arte e cultura e con una natura
spettacolare, con il ritmo semplice ma
fecondo del cammino.
E’ stata una esperienza di “spirituali-
tà della strada”, vissuta da adulti sin
dall’inizio. Di anno in anno il nu-
mero dei partecipanti è aumentato
sino a raggiungere i 60 obbligandoci
a suddividerci in 2 gruppi per motivi
logistici e di pernottamento. Qualcu-
no si aggiungeva e altri si staccavano
nel corso di questi 5 anni ma le perso-
ne coinvolte nel cammino sono state
complessivamente 87. Le provenienze
sono delle varie regioni: Puglia, Lazio,
Toscana, Liguria, Emilia-Romagna,
Piemonte, Veneto, Trentino-Alto Adi-
ge, Slovenia, Lombardia e fra questi
molte persone non del MASCI, che
hanno dato notevoli contributi
di spiritualità, disponibilità ed entusia-
smo.
Le riflessioni ed i momenti di preghiera
avevano, ogni anno, un tema spirituale
e quello di quest’anno è stato: “Tu sei
Pietro….Pietro, uomo come me. Io,
uomo come Pietro”
E’ stata una occasione per conoscere
meglio la figura di questo pescatore,
chiamato da Gesù a guidare la Sua
Chiesa, nonostante le sue debolezze,
il tradimento e le paure. Lo abbiamo
conosciuto come uomo determinato
che ha saputo superare le grandi dif-
ficoltà della Chiesa nascente ma anche
coraggioso che, incontrando Gesù sul-
la Via Appia, dopo il “Quo vadis, Do-
mine”, è tornato alla capitale dell’im-
pero per proclamare il Vangelo fino
a farsi crocifiggere. Quindi la nostra
appartenenza alla Chiesa di Gesù, pur
con le nostre debolezze, mancanze,
tradimenti, è possibile mettendoci de-
terminazione e coraggio. Al mattino
del 23 agosto con l’arrivo alla Basili-
ca di San Pietro, anzi più esattamen-
te alla tomba di Pietro ognuno di noi
rifletteva su queste cose. Qui il card.
Angelo Comastri (Vicario Generale di
Sua Santità per lo Stato della Città del
Vaticano) ci ha accolti consegnando a
ciascuno il “Testimonium”, l’attestato
di fine pellegrinaggio. In ogni tratto
annuale di cammino abbiamo messo
una croce con il simbolo del MASCI
a testimonianza del nostro passaggio
e come incoraggiamento a coloro che
seguiranno. Ora che abbiamo conclu-
so l’impresa con l’arrivo a Roma, cosa
succederà? Il nostro Presidente Riccar-
do Della Rocca che è venuto a salutar-
ci a Roma, in una serata organizzata in
modo veramente memorabile dagli AS
del Lazio, ha ribadito che una tale espe-
rienza del MASCI va continuata, sug-
gerendo, fra l’altro, di proseguire sulla
Via Francigena del Sud fino a Brindisi
(e poi si vedrà …) e di far ripercorrere
il percorso già fatto con nuove parte-
cipazioni. Il materiale tecnico, logisti-
co, organizzativo, storico e documen-
tazioni varie sono a disposizione di
tutti e, se si vuole, possono essere un
riferimento per nuove proposte; sono
in fase di preparazione una raccolta di
documenti e riflessioni dei partecipanti
ed un DVD con le immagini più signi-
ficative, che verranno messi a disposi-
zione. Il buon risultato della Route è
frutto di un lavoro di varie persone che
hanno dato il meglio di sé nelle varie
esigenze sia organizzative, di condu-
zione del gruppo, di preparazione del-
le riflessioni e preghiere, dei supporti
storici e artistici, della logistica, della
preparazione dei pasti, dei trasporti,
dei contatti con le istituzioni locali, di
raccolta e classificazione dei documen-
ti e immagini: tutte persone che hanno
dato il meglio con spirito di servizio
e in modo disinteressato, alla maniera
scout. Inoltre i partecipanti, entrando
subito nel clima della Route, hanno
creato uno spirito di vera Comunità,
ccontribuendo a fare nostri i valori
di un pellegrinaggio di crescita per la
persona in “formazione permanente”.
Ad ottobre si aprirà l’ANNO DEL-
LA FEDE: quale occasione migliore
per riflettere su questo dono che tut-
ti, indistintamente, abbiamo ricevuto
ma che non sempre comprendiamo e
facciamo fruttare? Non c’è bisogno di
camminare per chilometri per capirlo,
ma l’andare a piedi aiuta molto anche
se a volte è fatica, sudore, stanchezza.
Tutte cose che passano presto ma ri-
mane uno spirito nuovo dentro di noi:
molti AS pellegrini ora lo sanno e se ne
ricorderanno sempre.
Buona Strada.
Vita Associativa
OTTOBRE 2012
STRADE APERTE18
La Via Francigena ovvero un viaggio transpersonaleGIUSEPPE TERMITE
Comunità MASCI Massafra
Vita Associativa
Per l’attivazione della dimensione spiri-
tuale presente nel DNA di ogni persona e
sulle orme dei pellegrini medievali, ho par-
tecipato alla Route organizzata dal Masci
nazionale lungo il tratto italiano della Via
Francigena.
Questa “esaltante impresa” è partita
nell’agosto del 2008 dal Gran San Ber-
nardo, in Val D’Aosta e si è conclusa il
23 agosto 2012 a Roma, centro della Cri-
stianità, impiegandovi in totale 65 giorni.
Lungo questo “viaggio francigeno” tra i
“camminatori” del mio gruppo ho potuto
incontrare:
chi lo ha utilizzato come pellegrinaggio
religioso per gustare in abbazie, conventi
e monasteri modalità di silenzio, di me-
ditazione, di contemplazione, condizio
sine qua non, non vengono fuori dal no-
stro “mondo interiore” le energie presenti
nella nostra dimensione spirituale chi ha
dato la priorità ai momenti di conoscenza
con le altre persone per la crescita umana
e culturale chi ha privilegiato le opportu-
nità storico–culturali presentateci quando
incontravamo città d’arte di cui è ricca la
“viam francigenam” chi invece è entrato
in sintonia con i suggestivi spettacoli della
Natura che mi hanno risvegliato aspetti più
profondi del mio Essere, quelli più sponta-
nei e vitali, legati a quella parte di noi stessi
che non è ancora stata “civilizzata”.
Cioè le albe rosate che ci vedevano già
pronti alla partenza mattutina, tramonti
arrossati o riposi notturni all’aperto dove,
ammirando la via Lattea, le “famose Orsa
maggiore e minore”, la biancheggiante
luna, i miei occhi si offrivano dolcemente
al sonno ristoratore; i torrenti chiacchiero-
ni da guadare e che davano ai nostri corpi
un ristoro per la calura estiva che ci accom-
pagnava; gli inebrianti profumi della vege-
tazione boschiva e i frutti selvatici (more,
susine, mele, prugne, fragoline) che ci invi-
tavano a gustare i loro aromi e sapori.
In questa eccezionale “peregrinatio” alla
ricerca di noi stessi e del divino che è in
noi, ho viaggiato a contatto con i due
grandi Santuari, ricchi di silenzi, di pace e
di serenità interiore, ingredienti indispen-
sabili per l’attivazione della nostra trascen-
denza: il primo di questi santuari è stato
rappresentato da ambienti religiosi (abba-
zie, conventi, monasteri), invitanti a forme
meditative e relazionali più vicine alla cre-
scita integrale ed armonica di ognuno di
noi; il secondo santuario è stato costituito
dall’ambiente naturale incontaminato con i
suoi torrenti montani ora impetuosi ed ora
placidi, le montagne alpine ed appennini-
che, le sue dolci colline e pianure, il caldo
torrido dei pomeriggi.
In questo “cammino” verso un mio più
completo modo di Essere, la Natura si è
posta come “ponte” tra il finito e l’infinito,
tra il materiale e lo spirituale.
In entrambi questi ambienti antropico-na-
turalistici ho assaporato i rigeneranti silenzi
che invitavano a profonde riflessioni intro-
spettive su “cosa noi vogliamo dalla vita e
che cosa vuole la vita da noi” e su ciò che
ci trascende per vivere in una condizione
di benessere fisico, mentale, emotivo e spi-
rituale.
Per la prima volta in Italia il MASCI na-
zionale è riuscito a percorrere interamente
la Via Francigena italiana, strada millenaria
percorsa nei secoli da religiosi, pellegrini e
sovrani, che si recavano alla tomba di Pie-
tro a Roma lungo l’itinerario realizzato
dall’arcivescovo di Canterbury e poi prose-
guivano per la Terra Santa.
La storia narra che nel 990 Sigerico, di ri-
torno da Roma dove si era recato in pel-
legrinaggio, per ricevere direttamente dal
Papa Giovanni XV il “pallio” (la stola di
lana bianca, emblema del suo incarico ar-
civescovile), aveva annotato nel suo “diario
di bordo” le 79 submansiones (tappe) che
lo separavano dalla sua Canterbury, dando
inizio ad uno dei più importanti itinerari di
pellegrinaggio religioso con un percorso di
circa 1800 km. e con una precisa descrizio-
ne delle “mansio”, i luoghi delle sue soste.
Io, ed il gruppo di cui facevo parte, ab-
biamo superato monti, abbiamo guadato
torrenti, siamo stati ospiti di abbazie, con-
venti, canoniche e strutture religiose di
meditazione spirituale, abbiamo incontra-
to paesaggi suggestivi, città d’arte, solitari
borghi, sperduti tra monti e valli, dove si
respirava l’aria fresca e pulita e il sorriso
accogliente dei pochi abitanti, lontano dai
ritmi frenetici e stressanti della nostra vita
urbana.
OTTOBRE 2012
STRADE APERTE 19
www.eccomi.org
Da circa due anni Eccomi sostiene, nell’ambito del progetto di promozione del popolo Batwa in partenariato con la Ca-
ritas della Diocesi di Muyinga, la scolarizzazione dei ragazzi alle scuole secondarie e di alcuni ragazzi all’università.
Quest’anno il progetto si è ampliato con il sostegno alla scolarizzazione di 71 ragazzi orfani di due parrocchie.
PROGETTO : Scolarizzazione ragazzi Batwa e orfani di due parrocchie della provincia di Muyinga
Nr. Persone Categoria Scuola Contributo annuo in FB
Totale in FB Totale Euro
1 Batwa Università 300.000 900.000 508
170 Batwa Secondarie 90.000 15.300.000 8.644
20 Orfani Parrocchia Gasorwe Secondarie 80.000 1.600.000 904
21 Orfani Parrocchia Gisanze Secondarie 80.000 1.680.000 949
30 Orfani Parrocchia Gisanze Primarie 15.000 450.000 254
1 Spese di gestione (benzina-ufficio) forfait 500.000 500.000 282
245 TOTALE 20.430.000 11.542
Cambio 1 euro = 1770 FB (Franchi Burundesi)
Dona la possibilità a questi ragazzi di andare a scuola:
Con 17 euro permetti a due orfani della parrocchia di Gisanze di frequentare la scuola primaria per un anno
Con 45 euro permetti ad un orfano della parrocchia di Gasorwe o della Parrocchia di Gisanze di frequentare la scuola
secondaria per un anno
Con 51 euro permetti ad un ragazzo Batwa di frequentare la scuola secondaria per un anno
http://miaassociazione.wordpress.com/sostienici/modalita-per-effettuare-le-donazioni/
È possibile effettuare il versament,o specificando nella causale’Burundi:scolarizzazione ragazzi’, tramite:
• contocorrentepostale:n°78044310
• bonificobancarioalseguenteIBAN:IT77Q0501803200000000118601
Importante: Se farete versamenti tramite bonifico bancario Vi saremo grati se potete informarci tramite e.mail ad: info@
eccomi.org . Con bonifico bancario non ci pervengono i Vostri dati per poterVi ringraziare e/o rispondere. Grazie.
Anche in Burundi è tempo di tornare a scuola
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STRADE APERTE20
Il volume che ci piace segnalare ai no-
stri lettori è di straordinario interesse,
non solo per la storia del movimento
scout in Italia, ma in generale perché
permette uno sguardo diretto su un
periodo cruciale della storia italiana.
Viene infatti finalmente pubblicato in-
tegralmente il diario che Mario Maz-
za tenne quotidianamente nei giorni
tragici della caduta del fascismo e del-
la successiva occupazione tedesca di
Roma; l’originale è conservato presso
il Centro Studi M. Mazza, a Genova.
Il diario inizia infatti il 26 luglio 1943,
giorno successivo a quello in cui il Gran
Consiglio votò il famoso “ordine del
giorno” che portò alla caduta di Mus-
solini e del regime fascista, e termina il
5 giugno 1944, il giorno dopi l’entrata
delle truppe alleata in Roma.
Mario Mazza, come è noto, è stato
all’origine dello scautismo in Italia,
con la fondazione delle “Gioiose” ge-
novesi, confluite poi nel REI (Ragazzi
Esploratori Italiani) di Francis Vane,
e fu uno dei promotori dell’ASCI nel
1916, dopo l’inutile tentativo di con-
vivenza nel CNGEI. Dopo lo sciogli-
mento dello scautismo da parte del
regime, dopo un infruttuoso tentativo
di introdurre il metodo scout nel mo-
vimento dei Balilla, Mazza si dedicò
completamente alla sua professione di
maestro, introducendo i principi ed il
metodo dello scautismo nel suo inse-
gnamento.
Notevole fu l’esperimento della scuola
L. Franchetti di Roma.
Mazza fu al centro dei contatti per
la ripresa dello scautismo cattolico e
dirigente centrale della nuova ASCI.
Nel 1954 fondò il MASCI, di cui fu
il primo Presidente. Morì a Verona,
dove a Villa Buri aveva ripreso l’espe-
rienza didattica alla luce del metodo
scout, nel 1959. Il volume offre, oltre
che una visione acuta e riflessiva sugli
avvenimenti dell’occupazione nazista
di Roma e “della guerra vissuta nella
quotidianità dei piccoli gesti ma anche
nella generosità e nell’eroicità delle
scelte che imponeva”.
La lettura del diario permette – ed è
la cosa più interessante per noi - di
seguire, attraverso le annotazioni di
Mario Mazza, i primi contatti, i pro-
blemi che nascevano, gli scontri legati
alla rinascita dello scautismo cattolico
in Italia.
M. Mazza, Diario di un educatore
durante l’occupazione nazifascista,
Roma 1943-1944. Edizione critica
e apparati a cura di P. Agostini e M.
Gecchele. Milano, Franco Angeli,
2012. Pg. 480, Euro 50,00.
Il volume affronta la ricerca sociale
professionalizzata, cioè la ricerca rea-
lizzata dagli operatori sociali quali ad
esempio gli assistenti sociali, gli edu-
catori professionali, i dirigenti dell’as-
sistenza infermieristica, in funzione del
“conoscere per meglio operare”.
Non si tratta di un vero e proprio ma-
nuale di ricerca, quanto piuttosto di
un tentativo di evidenziare le differen-
ze tra la ricerca attuata dagli scienziati
sociali e quella – spesso misconosciuta
– realizzata dagli operatori sociali.
Numerosi esempi concreti arricchisco-
no l’opera per facilitarne la lettura e ri-
valutare così una ricerca che rappresen-
ta, appunto, “l’altra faccia della luna”.
Enrico Capo, già docente di Meto-
dologia della ricerca sociale presso la
Libera Università Maria SS. Assunta
di Roma (LUMSA) e presso l’Univer-
sità Cattolica del S. Cuore di Roma, è
Adulto Scout del MASCI, di cui è sta-
to anche Segretario Nazionale.
E. Capo, L’altra faccia della luna:
operatori sociali e ricerca. Per una
“professionalizzazione” della ricerca
sociale. Roma, Aracne editrice. Pg.
340, Euro 18,00.
Per l’acquisto del volume, inviare una
e-mail a: [email protected]
La Biblioteca della Comunità
STRADE APERTE
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21
Hanno lasciato una traccia
Chiunque l’abbia provato sa bene che il
cammino a contatto con la natura è un
modo per “fare strada nel cuore” oltre
che nel creato. Un’idea bene espressa
in un pensiero di don Francesco Cas-
sol, il sacerdote scout ucciso con una
fucilata mentre dormiva in un sacco a
pelo, per terra, all’aperto, nella notte
del 22 agosto 2010, mentre partecipa-
va ad un raid Goum, fra i luoghi deserti
del Parco Nazionale dell’Alta Murgia,
in Puglia. L’anno prima, nell’agosto
2009, così diceva ai partecipanti del
suo Goum: “Andremo fuori per poter
andare dentro; percorreremo prati disa-
bitati e raggiungeremo confini lontani,
ammirando ampi panorami per poter
camminare dentro noi stessi e scoprire
orizzonti interiori che non pensavamo
esistessero. Buon cammino, nelle assolate
Murge e nel vostro cuore”.
Il cammino a contatto con la Natura
spesso favorisce la meditazione e la pre-
ghiera personale; si parla di spiritualità
della strada, una proposta fatta propria
dallo scautismo. All’interno dello scau-
tismo bellunese era nata e cresciuta la
vocazione al servizio e al sacerdozio di
don Francesco Cassol, che, negli ultimi
anni, era diventato un Maestro di Cam-
mino e spiritualità. Don Francesco era
parroco di Longarone, il paese segnato
dal disastro del Vajont; proprio a Lon-
garone, il 26 febbraio 2012, nel corso
della tradizionale Giornata del Ricordo
(Thinking Day), le Associazioni dello
Scautismo bellunese (AGESCI, FSE e
MASCI), assieme alla sezione CAI di
Belluno, hanno lanciato la proposta di
intitolare alla sua memoria una case-
ra situata nel territorio del Parco Na-
zionale Dolomiti Bellunesi: “Casera i
Ronch”, posta in un luogo isolato, sul
versante Nord del monte Serva, a po-
che ore di cammino da Belluno.
Il Comune di Belluno, proprietario di
questa casera, restaurata nel corso del
2009, ha accolto in tempi rapidi que-
sta proposta ed è stato quindi possibile
programmare la cerimonia con cui la
Casera i Ronch diventerà presto il “Bi-
vacco don Francesco Cassol”.
Casera i Ronch è un luogo caro alla
memoria della famiglia Cassol, perché,
durante il periodo della Resistenza,
qui trovava spesso rifugio Francesco
Casagrande, fratello di Anita, mamma
Casera i Ronch / Bivacco don Francesco Cassol COMUNITA’ MASCI BELLUNO
OTTOBRE 2012
STRADE APERTE22
Hanno lasciato una traccia
di don Francesco, che scelse di dare a
suo figlio proprio il nome del fratello
partigiano ucciso dai tedeschi. La stes-
sa signora Anita, di recente scomparsa,
ricordava di aver passato da bambina
presso questa casera delle piacevoli
estati all’alpeggio. Il papà di don Fran-
cesco, Arcangelo, ricorda poi che la sua
famiglia fu proprietaria di questa casera
per circa tre anni, agli inizi del Nove-
cento. Lo scopo di questa cerimonia
è però soprattutto quello, sull’esem-
pio di don Francesco, di promuovere
esperienze di cammino e spiritualità.
I luoghi che circondano la casera ben
si prestano infatti per proporre attività
che facciano vivere e sperimentare la
spiritualità della montagna; fra questi
monti, a circa quindici anni, durante
un’uscita di Alta Squadriglia, Fran-
cesco passò la sua prima ed indimen-
ticabile notte all’aperto, esperienza
ricordata anche durante un’intervista
per la trasmissione televisiva “A Sua
immagine”, in qualità di responsabile
diocesano del Cammino delle Dolo-
miti (www.camminodelledolomiti.it),
una proposta di itinerari di riscoperta
di fede, arte e natura fra le Dolomiti
Bellunesi.
Durante questa trasmissione, don
Francesco aveva risposto così alla do-
manda: “Perché la montagna avvicina
a Dio?”
“Primo perché tradizionalmente si pensa
che Dio è in cielo, quindi la montagna è
salire verso il cielo, quasi arrivare a toc-
care Dio, non con la pretesa di Babele.
Secondo perché per andare in montagna
si fa fatica e la fatica purifica e aiuta a
liberarsi di tante cose inutili.
Terzo perché in montagna si vedono da
lontano tutte le cose che normalmente
occupano la nostra vita, non cose cattive,
ma cose che ci ingombrano, ci riempiono;
quindi staccarsi per un po’ dalle cose che
quotidianamente impegnano la nostra
mente e il nostro cuore aiuta a scoprire
qualcos’altro di più importante”.
La nostra speranza è che molti scout,
giovani e adulti, possano frequentare
in futuro questo bivacco di montagna,
per fare esperienze forti di cammino
nel creato e nel cuore.
Casera i Ronch (Belluno), 17.06.2012
Ciao don Francesco,sono due anni che sei partito per il Grande Viaggio ma ti sento più vicino di prima. Ho messo una tua fotografia da goumier sulla scrivania, vicino al computer e spesso ti parlo. E’ bella questa foto, sei appena tornato da un goum, indossi ancora la djellaba e sei ripreso dal basso verso l’alto perciò si vede il tuo viso raggiante e dietro il cielo az-zurro.Hai due occhi da innamorato di Dio che sono uno spettacolo!Me lo ricordo quel goum (2008), tu ci avevi detto che ne avevi fatti tanti ma uno così significativo per la tua vita mai. Era successo che la prima notte, ho sbagliato il punto del bivacco, era talmente buio che mi sono confusa zona e ho fatto dormire tutti sulla terra smossa di un campo arato. Il giorno dopo Jean Marc ci aveva detto che gli era piaciuto dormire così, si era sentito come un seme piantato dal Signore nella nuda terra e che solo se muore può dare frutto. A te don Francesco, aveva colpito tanto questa cosa, ce l’hai rivelato nella condivisione dell’ultimo giorno. Ti ha ronzato in testa per una settimana quest’immagine del seme piantato nella terra che deve morire per dare frutto e così ci hai detto di avere capito il futuro della tua vita. Avevi capito che dovevi fartene una ragione e rinunciare al gran-de desiderio di voler andare in missione in Africa, ogni anno lo chiedevi al Vescovo e lui te lo negava sempre. Avevi capito che il Signore ti aveva messo a Longarone, così come un seme nella terra nuda, ed era lì la tua missione, era lì dove Lui ti aveva pian-tato che dovevi dare frutto, tra i tuoi parrocchiani, tra la tua gente. Eri veramente felice di questo messaggio che ti portavi a casa!Adesso che sono passati due anni dal tuo ultimo goum, da quel 22 agosto 2010, dove sei davvero morto, nudo nella terra nuda di un campo, penso a quanto è stata profeti-ca questa immagine del seme piantato nella terra che muore per dare frutto.Appena dopo il Natale di quell’anno, io e Paola siamo volute tornare al Pulo, avevamo bisogno di rivederlo quel campo, ti avevamo lasciato lì e da lì volevamo ripartire. Sono stata così stupita di vedere quel campo tutto verde con i germogli del grano, qui al nord a dicembre la natura dorme ancora, eppure li, dove mesi prima era tutto arido, proprio li dove eri tu, dove eravamo tutti noi, stava crescendo il grano, il germe di una nuova vita. Penso al goum che abbiamo fatto l’estate scorsa, il primo senza di te, penso a tutte le persone del posto che ho incontrato lì nelle Murge, che hanno ringraziato me e gli altri per essere tornati a camminare nelle loro terra ma soprattutto penso a quelle persone che, mi hanno confidato, commosse, che loro vanno spesso a pregare in quel campo dove sei morto.Penso a come ti gustavi quelle giornate durante un goum in cui riuscivi a camminare da solo e a pregare per le persone. Sentivi proprio questo grande desiderio di solitu-dine e preghiera. Grazie don Francesco per tutte le volte che hai pregato per me! (…)Ti ricordi che mi hai sempre detto che tutta la fatica che si fa a lanciare un goum vale la pena anche se è per il bene di uno solo? “Ne basta uno!” dicevi , e tu questo lo mettevi in pratica sempre non solo per il goum.Ecco io mi sento quell’uno, mi sento che mi hai fatto e mi fai tuttora del bene, mi sembra a volte di vedere la tua firma su alcuni avvenimenti che mi capitano.Penso che soprattutto adesso, in questa nuova vita tu stai intercedendo continuamen-te per tante persone!Mi viene in mente la preghiera semplice di San Francesco, l’avevamo letto proprio alla fine del goum, quell’anno in cui ti sei sentito un seme piantato nella tua terra , poco prima di scattarti quella splendida fotografia.Questa preghiera inizia dicendo:“Signore, fa di me uno strumento della tua pace”. E termina dicendo: “E’ morendo si risuscita alla vera vita”Grazie don Francesco, Nicoletta
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STRADE APERTE 23
Hanno lasciato una traccia
Papà se ne è andato, ma non ci ha la-
sciato a mani vuote.
Ci ha tramandato l’amore per i libri,
la lazio, gli scout, gli sport in genere e
la musica.
Per i giochi di carte e i puzzle e le parole
crociate.
Per le passeggiate in montagna e la ri-
cerca di telline al mare.
Ci ha trasmesso la curiosità di conoscere
cose, luoghi e sapori.
La pazienza di ragionare e la costanza
e l’onestà.
La gioia di stare tutti insieme e di di-
vertirci con poco, magari anche solo per
intonare un coro.
Ci ha lasciato una famiglia.
Ci ha lasciato il suo amore, dimostrato
in mille modi diversi anche senza paro-
le, con i suo abbracci, i suoi sorrisi sotto
i baffi, le sue rinunce non dette, il suo
sostegno costante dal momento in cui
siamo venuti al mondo sino ad ora, ci
ha lasciato il suo meglio e oltre.
Papà se ne è andato, ma ci ha lasciato
un mucchio di ricordi talmente vividi
che sembra impossibile che non sia più
con noi.
Ma non sono solo ricordi, sono una parte
di noi. Sono i semi che hanno fatto cre-
scere e fiorire le nostre vite... Papà non se
n’è andato. E’ parte di noi.
E ci accompagna la certezza che tutto
quello che ci ha donato non finisce qui,
perché che senso avrebbe la vita se non
potessimo di nuovo rivederlo dove tutto
è puro e perfetto nell’infinito amore di
Dio?
I tuoi figli
Osvaldo Battelli è tornato alla casa del Padre
LA MORTE NON È NIENTE
La morte non è niente.Sono solamente passato dall’altra parte:è come fossi nascosto nella stanza accanto.Io sono sempre io e tu sei sempre tu.Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora.Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare;parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste.Continua a ridere di quello che ci faceva ridere,di quelle piccole cose che tanto ci piacevanoquando eravamo insieme.Prega, sorridi, pensami ! Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima:pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza.La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto:è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza.Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista ?Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo.Rassicurati, va tutto bene. Ritroverai il mio cuore,ne ritroverai la tenerezza purificata.Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami:il tuo sorriso è la mia pace.
Henry Scott Holland
Da Salerno a...Bardonecchia Giovanni Morello Benvenuto alla Comunità Taranto 4 Lorenzo M. Franco Un altro sogno sta per compiersi... Riccardo Della RoccaLe Piazze, i Trivi, I Quadrivi a SalernoTrivi, Quadrivi, Ambasciate per abitare la città di Salerno Prime notizie dei Trivi delle Regioni Breve guida ai monumenti di Salerno Arrivederci a Bardonecchia Il Figlio dell’Uomo verrà nella gloria d. Lucio Gridelli Convegno Nazionale Assistenti EcclesiasticiAGESCI-FSE-MASCIDieci anni di Fraternità: Alpe Adria Scout Paolo Modotti Si è conclusa la Route Luciano Pisoni La Via Francigena ovvero un viaggio interpersonaleGiuseppe Termite Anche in Burundi è tempo di scuola La biblioteca della ComunitàCasera i Ronch / Bivacco don Cassol Comunità Masci BellunoOsvaldo Battelli è tornato alla Casa del PadreControcorrente Alberto Albertini
OTTOBRE 2012
STRADE APERTE24
L’occasione fa l’uomo ladro. Sarò sempre ladro di uomini e donne per il MASCI: è questo il tempo di apertura dei gruppi per riprendere l’attività dopo la pausa estiva. Vi voglio racconta-re una cosa vissuta poco tempo fa.Eravamo stati invitati dalla co-munità di Zeminiana a vivere una esperienza che vale la pena raccontare. Questa comunità è situata in un paesino, all’inter-no del graticolato romano nella zona del veneziano, di soli 1000 abitanti dove, forse per una illu-minazione celeste, nel 1992 un sacerdote con l’aiuto di un capo scout di Scorzè ha fondato il gruppo scout nel paese più pic-colo d’Italia. Ora dopo vent’an-ni hanno voluto festeggiare in modo particolare e mi hanno chiesto di vivere con loro un momento speciale, che vorrei
condividere con tutti. Un capo scout, punto di riferimento del gruppo, in un incidente di lavo-ro rimane definitivamente para-lizzato. L’incidente comunque non lo ferma, e utilizzando solo il capo riesce a muoversi e a scrivere per mezzo di un ditta-fono (una diavoleria che messa nel computer scrive quello che dici). Bene quest’uomo ha de-ciso di diventare scout adulto e dare vita ad una comunità di adulti scout .... Alla cerimonia hanno partecipato il branco dei Lupetti, gli Esploratori e le Gui-de, i Rover e tutti hanno letto i messaggi indirizzati a Leopoldo Spolaore, nuovo adulto scout di Zeminiana. Eravamo in molti noi del MA-SCI presenti e debbo dire com-mossi e orgogliosi di poter esse-re utili. Basta poco, non vi sembra?.
STRADE APERTE
N° 10 . Anno 54 Ottobre 2012
SCRITTO AL TRIBUNALE DI ROMAAl n°. 6920/59 del 30/05/1959
PERIODICO MENSILE DEL MASCI(MOVIMENTO ADULTI SCOUTCATTOLICI ITALIANI) DI EDUCAZIONEPERMANENTE, PROPOSTA ECONFRONTO
PRESIDENTE NAZIONALE:Riccardo della RoccaSEGRETARIO NAZIONALE:Alberto AlbertiniDIRETTORE RESPONSABILE:Pio CerocchiDIRETTORE:Giovanni MorelloVia Ludovico Micara, 3400165 RomaTel. 06. 68193064Fax 06. 68131673Cell. 320. 5723138 - 339. 6541518e-mail: [email protected]
COLLABORANO IN REDAZIONEGiorgio ArestiCarlo BertucciPaola Busato BertagnolioMatteo CaporaleGaetano CecereCarla CollicelliPaola Dal TosoMaurizio de StefanoRomano ForleoDora GiampaoloMario MaffucciFranco NerbiMario SicaSergio ValzaniaAnna Volpe
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ASSOCIATO ALL’USPI
TIRATURA: 5.000 copie
Chiuso in redazione il 3 ottobre 2012
QUESTO NUMERO È STATO SPEDITO DALL’ UFFICIO POSTALE DI PADOVA CENTRALE IN DATA
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ControcorrenteDI ALBERTO ALBERTINI
Sommario