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DELLA
G E O G R A F I A
D I
S T R A B O N EL I B R I X V I I
rOLGAMZZATl
DA FRANCESCO AHBROSOLI
VOLUME SECONDO
MILANO
coi tipi di Paolo Andrea llfolina
contrada dei Bossi, num. lySG
1832 .
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IL TRADUTTORE
Quando nel 1827 il Sonzogno s ac-
cinse a pubblicar lo Strabene, affidquesto difficile ed importante lavoroa queir erudito che tradusse nel primo volume di questa edizione iPro
legomeni del Goray. Dalla dottrina edall ingegno di s colto ellenista poteva r Italia ripromettersi un operadegna de nostri tempi; e il tipografo
ne dava non dubbia speranza conquel cenno demolti commenti critici,eruditi, scientifici, dei quali disse che
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sarebbesi parlato pi lungo nellaPrefazione del secondo volume. Ha poi
voluto il destino che n ilSonzognon quellerudito in cui egli avea poste s ragionevolmente le sue speranze, recassero a fine questo lavoro;
di che lItalia si dee veramente dolere,pensando a ci che poteva aspettarsi dalla dottrina di quel celebreletterato. In quanto a m e , che gli
son sottentrato, non senza conoscerela difficolt dellimpresa e la scarsitdelle mie forze , potrei forse passarmi dogni Prefazione, se non fossela necessit di far conoscere i limitidentro ai quali mi sono tenuto; affinch nessuno si aspetti da . me quello
eh io non potrei dargli, n promettergli pure.Gi il Sonzogno avea detto che la
sua edizione avrebbe per fondamento
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lo Strabene frncese, al quale appuntoio mi sono in generale attenuto. Le no
te raccolte dal Siebenkees, e il testo delCoray ( delle quali edizioni mi fucortese la gentilezza del eh. cav. donGaetano Melzi ) ed alcune osservazio
ni pubblicate ni Giornali francesie alemanni in questi ultimi tempi,mi autorizzarono qualche volta ad allontanarmi da quella scorta ; ci che
non ho fatto per quasi mai senzaavvertirne i lettori, parendomi checiascuno debba desiderar di conoscere r opinione di que colti e diligentitraduttori ed interpreti, massime dovela differenza sia di qualche momento.
Io dunque mi sono proposto di dare
una versione possibilmente fedele deltesto greco secondo le pi accreditateedizioni e glinterpreti di miglior fama.Ho anche qua e l raccolte e coni-
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vilipendiate le note che giudicai pi necessarie a ben intendere lAutore, va
lendomi (per usar le parole del Son-zogno) deWaltrui ricchezza;ma il ten
tare di accrescerla j come il tipografostesso promise, era impresa alla quale
soltanto il traduttore e\ Prolegomeniavrebbe potuto accingersi con buonsuccesso.
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D E L L A
G E O G R A F I ADI STRABONE
' i-zanc:
L I B R O P R I M O
C A P O P R I M O
logio della G togri^a. M otin che hanno indotto t Autorea tcrvert tju a t Opera.
A.LLO studio del filosofo stimiamo che appartenga quan
to verun altra cosa la Geografia, la quale noi ora ciproponiamo di venire considerando. E che non a tor^ocos stimiamo manifesto per molti argomenti. Perocrch que' primi che osarono trattarne furono filosofi :Omero, Anassimandro milesio ed Ecateo suo concittar
dine (siccome dice anche Eratostene), Democrito, Eu-dosso , Dicearco, Eforo ed altri parecchi : ed anchequelli venuti dopo costoro, Eratostene, Polibio e Po-sidonio, furono anch'essi filosofi. La varia dottrina poiper mezzo della quale soltanto pu compiersi questO'
Stujbose, tom. II. I
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studio, non propria d' altr uomo se non di colui chele divine e le umane cose abbia meditate : e la cognizione appunto di queste cose si chiama filosofia. Oltre
di che anche la moltiplice utilit che si trae dalla Geografia o vuoi per la vita civile (i) e per le pubblichefaccende , o vuoi per la cognizione delle cose celesti,degli animali di terra e di mare, delle piante, deifrutti, e di quantaltro si pu vedere in qualsivoglia luogo,annuncia anch essa un uomo occupato intorno all arte
del vivere ed alla felicit. Ma riassumendo ciascuna diqueste cose che abbiamo accennate, veniamole considerando un po meglio.
primamente mostriamo come a ragione e noi equelli che ci precdettero ( de quali anche Ipparco )
abbiam detto essere Omero il fondatore della scienzageografica: il quale non solamente nel valore poeticosoverchi tutti quelli che furono prima e dopo di lui,ma s fors anche nell esperienza della vita civile. Peregli non fu diligente soltanto intorno ai fatti per conoscerne il maggior numero chegli potesse e tramandarli
alla posterit ^ ma cerc anche le notizie de luoghi diciascuna regione, e quelle di tutta quanta la terra abitata (a) e del mare. Senza di ci egli non avrebbe
a DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE
(i) Il testo dice e potrebbes! tradurre /e cose
dello stato o della citt , la politica e. simili. Ma preferii quied altrove la breve espressione di vita civile sull esempio deitraduttori francesi.
(a) Strabene u s a di dire i thcttfeim>?, la terra abitata,dove
i geografi dicouu seiiipliccmeiite la terra.
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potuto spingerti coliimmaginatiobe fino alle estremitdella terra stessa discorrendone la circonferenza.
primamente la dimostr, qual essa nel vero,
tu tta circondata all 'intorno dall oceano. Delle variesue parti poi altre le nomin, altre le accenn con al*cun indilli : nomin espressamente la Libia, lEtiopia,i Sidonii e gli Erembj ( che ben si direbbero Trogloditi rabi)^ ma le parti orientali e delloccidente le de-sign con dire che sono circondate dalloceano. Perocch egli pone che dalloceano si leva ed in quello tra*monta il sole, e cos parimenti anche gli astri :
................ E gi dal quiftoGrembo del mare al del montando il sol*Co' rugiadosi lucidi suoi strali
Le campagne feria (i)...................In grembo al mar frattantoLa splendida cadea lampa del sole ,V atra notte traendo sulla terra (3 ).
E dice eziandio che gli astri si lavano Delloceano (3).Degli occidentali poi ci mostra la felicit e il buou
clima eh essi godono ; avendo per quanto pare saputodelle ricchezze (4) diberia , dove portarono 1 armi Ercole e poi i Fenci! (i quali vebbero anche grandissimasignoria) e finalmente i Romani. Perocch di quivi traggono i fiati di Zefiro : e quivi dove il poeta immagina
(i) IL, lib. VII, 4 3 1 > traduzione del Moati.(a) IL rlib. v i i i , 485.(3) IL , lib. V , 6.(4) li Silandro leggeva r it saSf la navigationet ma dopo il
CisauboDo leggono tulli x X iltt. Cos il Coray ed il Siebenkee*.
UB RO PRIMO 3
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i campo Elisio , nel quale dice che Menelao sar da-griddii inviato :
T t heW Elisio campo , ed ai confini
Manderan deila terra i Numi eterni,L ve risiede Radamanto , e scorreSenza cura o pensiero all uom la vita.Neve non m ai, non lungo verno o pioggiaRegna colk ; ma di Favonio il dolceFiato , che sempre V oceano invia ,
Que' fortunati ahltator rinfresca (i).Ed anche lIsole de beati (2 ) stanno rimpetto a quella
estremit della Maurusia che accenna alP occidente^ daquella parte dove anche lestremit dellIberi concorre.Ed manifesto dal nome, che le stimarono fortunate per
essere vicine a que luoghi.N ci solo , ma afferma che gli Etiopi sono gli ul-
(1) Odiss., lib. IV , 563; traduzione del Pindemoute..(3 ) Gli altri geografi le denominano Isole Fortunate; e sono
le Canarie della moderna geografa: del resto lAutore attribuisce
ad Omero alcune cognizioni eh egli non ebbe. Quel poeta nonfece menzione giaminai delle Isole de beati ; n conobbe piin l della Sicilia e delle parti meridionali d Italia. Erano poisinonimi le espressioni Isole de' beati , Isole fortunate , Giar~-dino delle Esperidi, e Campi Elisii; e gli antichi posero semprequesti luoghi all estremit occidentale del mondo conosciuto ;tramutandoli di paes in paese secondoch venivano allargando
le loro c(Jguizioni. ' probabile che Omero nel luogo qui citatoalluda all Eliso di CEtmpania piuttostoch a .quello- di. Spagna ;ma non per certo a quello delle Canarie che gli furono ignote. -La Maurusia poi de Greci, detta Mauritania dai Romani, comprende i paesi di Algeri e di Fez. (G.)
^4 DELLA g e o g r a f i a DI STRABONE
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timi suir oceano. Che siano gli ultimi il dice in queiversi :
Ma del mondo ai confini, e alla remota
Gente degli Etiopi m duo divisa (i):n dice oziosamente in duo divisa , siccome appressosi dimostrer. Cbe poi abitino sull oceano P aflrma dlrendo :
Perocch jeri in grembo alV oceanoFra gP innocenti Etiopi discese
Giove a convito (3).
Che poi anche 1 estremit settentrionale della terrasia circondata dalPocean iaccenn oscuramente, quando disse dell orsa,
Dai lavacri dei mar sola divisa (3);
perocch sotto lorsa e^ il carro signific il cerchio artico (4) : altrimenti, essendo in quello spazio tante
(i) Odiss., lib. 1 , 33.(a) 11., lib. i, 4 9 3 .(3) IL , lib. XVIII, 4 8 9 .
(4) Sotto il nome di cerchio artico , o cerchio^ delt orsa gliantichi intendeTano uo cerchio cbe , avendo il polo per centro,aveva per raggio l altezza del polo stesso nel luogo occupatodall osservatore ; o , se pi vuobi, la distanza dal polo al puntopi settentrionale dell orizzonte matematico. Era questo il pigrande fra i paralleli sempre visibili ; quello che abbracciavanella sua circonferenza gli astri che non tramontano mai. fa
cile a immaginare che questo cerchio dee variare a norma dellelatitudini, e che il suo diametro dehbe diminuire accostandosi al-lcqnatore, e ingrandirsi avanzandosi verso il polo. - Omero dunque scrivendo pei Crec dell Asia e del Peloponneso ha dovutodescrivere i fenomeni celesti chcgli vedeva verso il 38 di latitu-
LIBBO PKIHO 5
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stelle sempre visibli nelle loro rotazioni, non avrebbedetto die questa sola divisa dai lavacri del mare.Sicrcli non lo accuseremo pi dignoranza, quasi eh egli
abbia conosciuta una sola delle due orse ^ perocchnon probabile che di que tempi la seconda fosse giannoverata fra le costellazioni; ma solo dacch i Fe-in'ci r ebbero osservata e se ne valsero a navigare s introdusse anche fra i Greci questa distribuzione. Lo stessodee dirsi anche della chioma di Berenice, e di Canopo,
che ieri soltanto ebbe il suo nome (i), e di molte altrecostellazioni che sono anonime ancora, secondochArato dice. Quindi Cratete nou ebbe ragione di correggere sol eiso escluso dai lavacri (2 ), fuggendo ci
dine. Ora pr que luoghi il cerchio artico b al 5a oorH ; esiccome ai tempi di Omero la stella pi meridionale del carroaveva presso a poco 64" i5 ' di declinazione , cosi essa era diia i5 pi settentrionale del cerchio artico. Quindi non essaSola ma anche tutte le stlle pi settentrionali di queste di 1 3 i5 ' non tramontavano. Non dunque esatta 1 espressione diOm ero, quando egli'dice, f orsa essere la sola costellazione
che non si bagna nell oceano : e il coimnento che ne dStrahone accusa un soverchio entusiasmo dell Autore per quelpoeta. (G.)
( 1) Ho conservato il modo greco a7r-
fixrft itt t i proverbio usitatissimo , dice il Casaubono , a signifi- 'care una cosa alTatto recente.
{1
) li testo omerico : t'iii i'ififttfit rh e Cratelecorresse t i t t afRnch sintendesse non 0111 i ifxltt (sola Vorsa),ma t i iifxliKts (sola il cerchio artico), e cosisi venisseroa comprendere tutte c due le costellazioni. Ma Strahone rigettalemendazione del grammatico, perch gli antichi quando disseroi f u l t t intesero non lorsa ma il cerchio aitico. (Casauh.) .
b DELLA O EO C RiP lA DI STRABO?!E
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che non era da fuggire. Ma gradito meglio di lai, e piomcricamente, nomin ancb egli Torsa invece del cerchio artico , dicendo : Del levante e dell occidente
termine 1 orsa, e di contro ad essa il siBo del se*reno Giove (i) : mentre non lorsa ma il cerchio artico limite dell occidente e del levante. Sotto il nomeadunque dellorsa, cui chiama eziandio carro, e dice cheaccenna ad Orione , Omero sigm'Bca il cerchio artico^e sotto il nome delloceeuo lorizzonte, cio quella spa/>
zio nel quale ha luogo il tramonto e il nascimento de*gli astri. Disse poi che l orsa fa la sua rotazione sopras stessa e non ifi lava nelloceano, sapendo che il cer^chio artico nella parte pi settentrionale delloi'izzon>te. Mettendo pertanto daccordo il testo dd poeta con
queste osservazioni, intenderemo detto dell orizzoqteterrestre ci ch egli dice delloceano^ e pel cerchio artico il quale , come pare ai sensi, tocca la te rra , intenderemo il punto estremo settentrionale ^ella terra'abitata : sicch anche quella parte del globo sia dallo*ceano circondata, secondo Omero. Egli poi conobbe ot
timamente anche gli uomini settentrionali, cui egli nonha menzionati nominatamente (perch n adesso purehanno un nome a tutti comune), ma si dal modo delvivere, dicendoli nomadi, preclari agitatori di cavaUi,e galattofagi, e poveri.
(i) Cio del mezzogiorno. Del resto i probabile che Strabonen OD abbia bene compreso il concetto di Eraclito, e che perconsegaenza non sia di veruD peso la testiroonianza di qaestoautore. (Ed. francese).
LIBRO PRIMO
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Ed anehe altrove dimostra che Poceano cinget'ofQO la terra j quando cosi parla appo lui Giunone :
.......................... . B e lt alma terra
A i fin i 'estrev a visitar men oado V antica Teti c POsean, de Numi
t^nerator (i) ;
perocch vine a dire con queste parole che a tutte lc-Strerah sf congiunge l oceano : e le estremit costitu-'seojao la cjrconferen^a. E nella Oplopea (a) colloca lo-ceno in cerchio intorno alla circonferenza dello scudodi Achille.
Avvi poi una prova del suo ambre d istruirsi anchenel BOB avere ignorato il flusso e riflusso dellocano,dacch lo chiam rifluente; e quando afferma che Ca-
riddi assorbe il mr , soggiunge :Tre fiale il rigetta , e tre nel giorno
'V assorhe orribUtnente (3).
Pei^occh se invece di tre volte ci accade soltanto dupu essere o abbaglio di o&servazine od error di scritlu*i-a; ma a questo fenomeno era volta la sua intenzione. Ed
anche laggiunto di lene-fluentedato all ocano ha qualche relazione col flusso e riflusso, che ha movimento pla-do -e noli punto impetuoso. Posidonio poi suppone cheOmero, dicendo che gli scogli tal fiata sono coperti dal-1 onde , tal fiala ne rimangono ignudi, e chiamando
(i) l i . , lib. XIV , 300.
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fiame IV>ceano, abbia votato significarne le correnti cagionate dal flusso e riflusso. Ma egli nella prima parte^ a ragione ( i ) , non gi nella seconda: perocch non
somiglia a correntia di fiume il flusso del mare, e menoancorai] riflusso. L'opinione di Crateteba qualche cosache pi persuade. Secondo lui Omero chiama profondo-corrente e retro-corrente ed anchefiume tntto loceano;ma d poi quest ultimo nome o quello di corrente difiume anche ad ona qualche sola parte dell oceano
stesso j cme allorch dice :Poich la nave uJ dalle correnti
, Del gran Jiwne oceano , ed all EaIsola giunse nell immenso mare (3).
Perocch qui non significa tutto T oceano , ma si
una corrente di fiume nell oceano di cui sia solo unaparte. E Gratete poi dice che trattasi di un seno ogolfo che dl tropico d inverno si stende vrso il polomeridionale ; giacch uscendo di cotal mare ben pos-
XIBRO PRIMO 9
(i) Io non trovo, dice il Gossellia, in nessuno di questi luoghi d Omero verun iadtzio cb egli abbia conosciuto il flusso e 'riflusso del mare. Sappiamo che questi movimenti sono quasiimpercettibili nel Mediterraneo. Bend neUEuripo si scorge che leacque s! muovono in contraria direzione pareccbie volte ognigiorno altmaDdo; avrebbe forse il poeta tolte di coti le bizzarreidee che qui si accennno ? O non potrebbe darsi, cbe la cor*
rente regolare dell Ellesponto , il quale versa le acque del marNero nel Mediterraneo, lo avesse indotto a credere che tutto intiero 1 Oceano o il Mediterraneo scorresse continuamente comele acque dei filimi ?
(a) Odiss., lib. xti, I.
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siamo trovarci tuttora nell oceano ; ma lasciare Pocea'no e trovarvici tuttavia gi non possiamo. Ora Omerodice : la nave usc dalle correnti deW oceano e giunse
nel mare , il quale non ^Itro die lo stesso oceano :.sicch a interpretarlo diversaineute, direbbe che uscendodell oceano entr nell oceano. Ma queste cose vorrebbero pi lungo ragionamento.
Che poi la terra abitata sia un isola s impara daisensi e dalla esperienza. Dovunque fu dato agli uomini
di pervenire sino alle estrenlit della terra trovaronoquel mare che chiamiamo oceano: e dove sensonon conceduto di accertarsene, lo dimostra il raziocinio : perocch lungo il lato orientale d i dallaparte dell India, e lungo 1 occidentale eh verso gll-
beri e i Maurnsii si pu navigare, ed anche lungo granparte dei lati di mezzogiorno e di settentrione. 11 restante, che noi diciamo non navigato finora perch nonmai s incontraron fra loro naviganti partiti da luoghiopposti , non molto ( i) , se noi poniamo a riscontrole distanze dei luoghi ai quali siamo arrivati. Non
poi verisimile che il pelago detto Atlantico (a) sia di-
(i) per altro lo spazio di 85oo leghe marine, computando aoleghe per ciascun grado, e senza contare il Baltico. (Ed. Tr.)
(^) Eratostene e Strabone chiamavano Atlantico tutto 1 oceano,e non avendo notizia dellAmerica supponevano che si stendesse
dall Europa e dall Africa sino all India , senza interruzione. -LAutore impugna qui unopinione dIpparco, il quale assegnavaall oceano due bacini isolati e senza veruna comunicazione fraloro ; secondo la quale ipotesi, accolta anche da Tolomeo , nonsarebbe stato possibile compiere navigando il viaggio intorno allaterrn. (G.)
IO DEI.L /l GEOGRAFIA DI STRADONE
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viso in due mari, o intercettalo da istmi cotanto strettida impedire la navigazione intorno alla terra^ ma si vuoltenere invece che sia un mare solo e continuato. Peroc
ch coloro i quelli avendo intrapresa quella navigazionenon vi riuscirono, non dissero gi di aver dato volta peravere trovato verun continente che loro si opponesse^ masibbene per mancanza di vettovaglie (i) e per essere iluoghi deserti : e non mai perch fosse venuto meno ilpassaggio del mare. E questo s' accorda assai meglio
cogli accidenti del flusso e riflusso dell'oceano : perocch da per tutto i cambiamenti s del crescere comedel diminuire tengono un medesimo modo o sol di pochissimo differente, come s il movimento nascesse daun solo mare e da una sola cagione. N credibile Ip-
parco ove contraddice a questa opinione, affermando chenon avvengono in tutto l'oceano gli stessi accidenti ^ eche quando bene questo si desse, non ne verrebbe cheil mare fosse tutto continualo intorno alla terra (a) : edel non avvenire per tntto gli stessi accidenti reca latestimonianza di Selenco babilonese. Ma noi per tutto
qnello che potrbbe dirsi di pi intorno all'oceano edni flusso e riflusso ci rimettiamo a Posidonio e ad Ate-iiodoro, i quali h^nno sufficientemente trattato questosuggello : e per ora aggiungiamo soltanto , che rispetto
(i) Nel Periplo di AnooDe, a cui Autore probabilmente al
lude , si dice appunto che la mancanza dei viveri costrinse i naviganti al ritorno.
{i) Leggo cl Coray : i f t 'i y tS
, Sr , f< ItVt, i x tX iv i t ln vlS TiS t if-f v i t T t m x i t T< r i A T t r X t t t t .
LIBRO PBIMO ' i l
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aUa conformit degli accidenti del mare da preferirela nostra opinione : perocch i corpi celesti possono attrarre a s maggiori esalazioni quanto pi copiosa
rumidit sparsa allintorno della terra (i).Omero poi, come conobbe e descrisse esattamentele estremit della terra abitata e le cose che stanno allasua circonferenza, cos fece altrettanto anche del mareinteriore (a). Perocch a cominciare dalle Colonne drcole (3) lo circondano la Lib ia , lEgitto e la Fenicia ;
poi le spiagge rimpetto a Cipro ; quindi i Solimi (4), iLic ii, i Carii ; e dopo costoro il lido eh fra Micale'e la T roade, e le isole circonvicine, tutte menzionateda lui ^ come anche ordinatamente' annovera quelleche giacciono lungo la Propontide e lEussino fino alla
Colchide, e della spedizione d Giasone. El egli conobbe anche il Bosforo Cimmerio (5), giacch parl
(i) Strabene appartenne alla filosofia stoica, secondo la qualei corpi celesti nulrTansi delle esalazioni delle acque. Ci posto naturale ch quanto meno 1 acqua del mare interrotta da
istmi e da continenti, tanto pi copiosa debbessere lesalazioneche sollevasi ad alimentare i corpi superiori.(a) 11 Mediterraneo.(3) Le Colonne d Ercole sono dette dai moderni Stretto di
Gibilterra.(4) 1 Solimi abitarono anticamente il monte Tauro.(5) Cio lo Stretto di Caff o di Zabacca, pel quale il mar Nero
(lo stesso che il Ponto Bussino) comunica col mare di Azof. Delresto il signor Gossellin ha dimostrato che Omero non parldei Cimmerii del Bosforo , ai quali non avrebbe potuto arrivarein un solo giorno di navigazione Ulisse, partitosi da Circe cheabitava presso al Capo Circeo nella Campania. I Cimmerii di
I 3 DELLA GE OG R FU DI STRBONE
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de' Gimmri ( e certamente non ne avrebbe sapnto ilnome se di loro medesimi non arasse avuto contezza);i quali al suo tempo, o poco prima di lui, discorsero
tutto il paese dal Bosfcnro sino all Ionia. Ed accennaanche il clima tenebroso del paese nel quale costoroabitavano, dicendo :
La ve la genie Cimmerj albergaCui nebbia e buio sempiterno involve.
Monti pel Cielo stelleggiato , o scendaLo sfavillante H6r Sole , non guardaQuegFinfelici popoli, che tristaCirconda ognor pernitosa notte (i).
E conobbe anche lIstro (2 ), avendo fatta menzione de'Misii, nazione di Tracia che abita lungo quel fiume.
Conobbe eziandio Id spiaggia marittima che vien dopo,cio la Tracia fino al Peneo; perocch nomin i Peoniie lAto e lssio colle isole adiacenti a que'luoghi. Appresso viene 1^ marina degli Elleni fino ai Tesprozii, ditutta la quale fece parimenti menzione. Conobbe inoltre
Omero stavano presso al Iago dAverno. Rispetto poi aHoscuritdel clima nota lo stesso erudito avere Omero seguitate nella suadescrizione le idee degli Orientali, che risguardarono sempre leparti occidentali della terra come situate sotto un cielo nebbioso.Gli Arabi, dice egli, danno tuttora il nome di Uar tenebrosoall oceano Atlantico.
( 1) Odiss., lib. XI, i5.(p) L/ftro , i l Danubio. - La Tracia corrisponde alle pro
vince di Bulgaria e di Romelia. - Il Peneo un fiume dliaTessaglia dello ora Salampria. - L jissio dicesi ora Vardari cgettasi. in mare in fondo al Golfo Salonico. - La Tesprozia .nell Epiro rimpeltp a Corf.
LU RO PKIMO l 3
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anche le estremit dell Ita lia , giacch nomin Terae-so (i) e i Siculi: e le estremit dellIberia e la lorobuona natu ra, come poc anzi dicemmo. Ch se fra
mezzo a luoghi predetti ne vediamo alcuni lasciati ad>dietro si vuol condonare ; quando molte minute cosesogliono sfuggire anche al vero geografo. E gli si condoni eziandio se intrecci alcuni favolosi racconti allenarrazioni storiche ed istruttive ^ n di ci gli sia fattorimprovero. Perocch non vero quello che dice Era-tostene, che ogni poeta tende a dilettare e non adistruire : ma per lo contrario i pi assennati fra coloroche scrissero intorno alla poesia T hanno denominatauna certa primitiva filosofia. Ma contro Eratostene diremo altrove piii a lungo, quando parleremo di nuovo
anche di Omero. Qui intanto, a provare ch egli fu ilfondatore della Geografia , basti il gi detto.
Quelli poi che gli tennero dietro manifesto chu furono uomini ragguardevoli e versali nella filosofia : edice Eratostene che i due primi dopo Omero furonoAnassimandro discepolo e concittadino di Talete, ed
Ecateo milesio ^ l uuo dei quali diede fuori la primacarta geografica^ e laltro lasci un trattato attribuito alui per la somiglianza che ha colle altre sue scritture.
Moltissimi poi hanno detto che allo studio della geografia son duopo molte cognizioni (2 ): ma lo insegna pie-
(1) Tenieso (Temessa, Paits.) citt chc pi non sussiste, si credeche fosse dove ora Torre di Nocera nella Calabria. In quantoalla Spagna od Iberia gi si detto che Omero non la conobbe.
(t) Dopo aver provato la prima delle sue proposizioni , cioche la Geografia appartiene al filosofo , ora passa alla seconda
l 4 DELL GEOGRAFIA DI STRABONE
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namente Ipparco nel suo Trattato contro Eratostene ,dicendo : Che nello studio della geografia il quale siaddice a ciascun uomo, sia egli idiota o consacrato alle
lettere, impossibile far progressi, chi non osserva icorpi celesti e gli ecclissi. Cosi per cagione di esempionon possibile sapere se Alessandria d'Egitto pi settentrionale o pi meridionale di Babilonia, n quantasia in ci la difTerenza qualora non pongasi mente aiclimi (i). Parimenti nessuno potrebbe conoscere esattamente la maggiore o minore distanza de luoghi collocatiall oriente od all occidente, se non se confrontandogli ecclissi del sole e della luna. Cos Ipparco.
Tutti poi coloro i quali tolgono a descrivere le propriet di qualche luogo adoperano in ci acconciamente
le figure dei corpi celesti e della geometria per indicarnela grandezza, le distanze e le declinazioni, il caldo, ilfreddo, ed in breve la natura del clima. Perocch se ilmuratore fabbricando una casa, ol'architetto fondandouna citt sogliono prima considerare siffatte cose; comedovr trascurarle colui che fassi a considerare tutta
quanta la terra abitata? Esse gli sono per certo di moltomaggiore importanz. Perocch in piccolo spazio 1 essere inclinati un po pi a settentrione od a mezzogiornonon gran differenza ma in tutto il circuito della
e fssi a provare che la scienza geografica non s acquista senzail corredo di molte cognizioni.
(i) Gli antichi dvidevaDO il globo in zone parallele all equatore , det te climi o declinazioni, e se ne valevano per determinare le latiladini dei luoghi. I moderni sostituirono i gradi dielevazione dal polo.
LIBRO PRIMO l 5
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terra abitata stendendosi la parte settentrionale fino alleestremit della Scizia o della Celtica, e la parte meridionale fino a quelle delPEtiopia, dee di necessit la dif
ferenza essere grande. Cos parimenti assai diverso l'abitare fra glindi o fra griberi ^ dei quali sappiamo chei primi sono alP estremo levante e i secondi al ponente,e che in qualche modo (i) sono antipodi fra di loro.Ora tutte queste cose avendo il loro principio dal mo-viipento del sole e degli altri astri, ed anche dalla tendenza de corpi al centro, ci costringono a considerare,il cielo, e que fenomeni celesti che appariscono aciascheduno di noi ^ ed in questi si veggono differenzestragrandi delle varie posizioni. Chi mai dunque potrebbe saper bene ed esattamente descrivere le diversit
dei luoghi j senza avere considerati punto li poco icorpi celesti ? Perocch, sebbene per essere il nostro libro politico pi che altro, non sia possibile investigarea fondo ogni cosa, conviene peraltro^i fare quelle investigazioni nelle quali anche un uomo di Stato ci putener dietro.
Chiunque poi abbia gi tanto sollevato lo spirito, nonpotr astenersi dal considerare la terra nella sua intie-rezza : perocch sarebbe cosa manifestamente ridicola,:Se colui il quale os, per desiderio di ben descrivere laterra abitata , accostarsi ai fenomeni celesti e valersene
l 6 DELLA GSOGR FU 01 STRABOKE
(i) Dice in qualche, modo , perch veramente l india e I I-beria o Spagna non sono antipodi fra di loro, nou dandosi queysto nome se non a quei laoghi che si trovan sul globo in situazionidiametralmente opposte.
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a sna istnuone, teascurasse poi di conoscere la l e mtolta, di cui la terra abitala soltantoanaparte;e quanta esa sia, e in qaale situazione deli universo^
s ella sia abitata soltanto in quella parte che noi neconosciamo (i), od anche in altre, ed in quante: e cosipure quale ne sia la parte disabitata, e quanta e perch.Quindi ci pare che la scienza della geografia propriamente delta si unisca di qualche maniera collo studiodell astronomia, e con quello della geometria, ranno
dando insieme le cose terrestri colle celesti come se fossero vicinissime, e non gi tanto disgiunte,
Quanto va lungi dalla terra il cielo (a).
cos falla variet di dottrina aggiungasi inoltre la storia naturale, quella cio degli animali, delle piante, e
di quanti altri oggetti utili o nocivi producono la terraed il mare : e quello eh io dico (3) diventer, al pturerm io , sempre pi manifesto.
Che poi debba, avere grande utile chiunque avr appresa questa scienza chiaro s dalla testimonianza deUr antichit come dalla ragione. C primamente, i poeti
rappresentano come prudeatissimi fra gli eroi quelli iqali uscirono spesso del proprio paese ed andarono peregrinando. Perocch tengono in gran conto latr yc-,
(i) n testo potrebbe anche significare: Se quel lato dove noisiamo sia abitato soltanto in parie ; ti s 3- lif tUi lmt
fttf T iftSt.(3 ) Iliad. , lib. vili, 1 6 .(3) Cio che la scienza della geografia risaha da una gra tde
variet di cognizioni. - Di qui poi lAatore si apre il passo allaterza proposizione , cio allutilit delia geografia.
St ba bo k e , tom. II. 2
LIBBO PKIMO
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4tUe le citt di molti umini^ e Paverne conosciuti i ca-fturni (i)., E Nettore si gloria d 'aver csonverato coiI^apiti venendo a loro preghiera fin dall
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UBRO PMMO i g
I raotiumenti adunque dell antichit ed il raziociaiotestimoniano ci lie fa detto nel principio da noi : ma9 me poi sembra che sopra tutto comprovi quanto noi
siam venati diceodo lessere la mag^or parte della Geografa ntilissima alle cose politiche. E nel vero la (errad il mare dove abitiamo sono il luogo di tutte le azio>ni^ delle piccole piccoli Luoghi, delle grandini grandi:ma il maggiore dei luoghi tutta quanta la terra chenoi propriamente chiamiamo Terra Abitata^ sicch essa
il teatro proprio delle azioni pi gi'Wndi. massioaifra i capitani soqo quelli senta. E poich i diversi principi signoreggiano in diversi paesi, e da diversi luoghi movendosi alle loro
imprese disteadono la grandezza de^ propri! domini!,non possibile che n da loro tutti i luoghi siano ugualmente conoscinti, n ds geografi ; ma questi comea quelli aliiulii' luoghi sono pi noti, altri meno. Perocch tutte le parti della terra abitata appena 6i po>
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trebber ugualmente conoscere, quando essa tutta intiera venisse sotto una signoria sola ed ua solo governo^ e forse nemuianco allora^ giacch i siti pixi vi>
cini si conoscerebbero sempre meglio : e per verit ,importa cbe questi siano pii minutamente descrtti acciocch si conoscano meglio, siccome quelli dei quali anche maggiore il bisogno. Laonde non meraviglia seaglindi conviene un corografo (i) a parte, un altroagii Etiopi e un altro ai Greci ed ai Romani ^ mentre
che gioverebbe al geografo degl Indiani il descrivereanche la Beozia come Omero che nomina
Diria i coloni e iA ulido petrotaCn quei di Sceno e Scolo .,.{)?
Ma questa precisione ben giova a noi ^ e non cos io*
vece diremmo se si trattasse delle cose indiane, odaltre proprie d un luogo particolare: perocch nonvi abbiamo nessuna utilit, la quale la principale mi*sura in siffatto studio.
E quello che qui diciamo si manifesta anche nelle pie-cole cose , come a dir nelle catce: perocch meglio po>
tra cacciare colui il quale conosca la 6elva e ne sappiala grandezza e la condizione 5e cosi il fare con.buon successo una spedizione militare in qualche paese, e porvi
(1) Tolomeo insegoa in che differiscano la Geografia e. la G>-rografia; ma Slrabone (dice il CasauboDo) non riconosce veruna
differenza tra questi nomi. Non pu negarsi peraltro chegli noQusi qui colla debita distinzione cotesti nomi. La Corografia i ladescrizione di un luogo particolare, ed perci ma parte dellaGec^rafia, la quale comprende tutta la terra. (Ed. fr.^
(a) lliad., lib. n , 4g 6 .
a O SELL A GEOGRAFIA DI STRABONE
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oiLoscate, e riaggianri i proprio di chi n'abbia cogni*zione. Ma nelle cose grandi poi tutto ci tanto pi&manifesto , quanto pi in quelle e sono maggiori i Tan*
taggi della perizia e pi gravi i danni delPignoranza.Perocch Pesercito di Agamennone avendo saccheggialala Misia (i) crdendo che fosse la Troade, sene tornsvei^ognato: ed i Persiani ed i Libii per avere suppostoche gli Stretti fossero senza uscita (a), a stento poteronoliberarsi da grandi pericoli^ e lasciarono per monumento
della loro imperizia, i Persiani il sepolcro di Salganeolungo PEuripo di Calcide (3), cui essi uccisero perchaveva a tradimento traviato il loro esercito dal golfo diMalea (4) sino a quel fiume ^ ed i Libii (5) quel di Peloro da essi trucidato per somigliante cagione. nella
(t) Miiia. Parte (teli Asia minore vicina alla Troade.(3) Correggasi coi migliori interpreti il testo, e si legga iw -
ttiiMtTit < TvpXr cit0r9t.(3) Nel distretto di Negroponte. LAutore parla poi di Salga-
D6 0 pi distesamente nel lib. ix.(4) DaMaii popoli stanziati sulla marina in un angolo confi
nante colla Ftiotide si disse Maiaco quel golfo che fu poi detto'Lamiaco , ed ora si chiama Golfo di Zilun. (G.)
(5) Sotto il nome di Libii lAutore intende i Cartaginesi. Pomponio Mela e Valerio Massimo che raccontano questo fatto nonvanno ben d accordo fra loro. Secondo Valerio Massimo (lib. ix,c. 8) seguitato da Servio (ad lib. iii, neid., v. 4i')> Annibale
ritornando dall Africa , e vedendo che il piloto Peloro lo con-duceva verso le coste d Italia , credette di esserne tradito, e louccise. Annibaie ignorava che quel' nocchiero voleva passare perlo stretto di Sicilia ; ma avendo poi riconosciuto il proprio fallofece erigere una statua in onore dello sventurato Peloro. (G.)
LIBRO PBIMO a i
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spedizione di Serse per ignoranza de luoghi tutta laGrecia fu piena degli avanzi dei naufraghi*, e le coloniedegli Eoliie dei lonii sommioistrarono esempj di molte
consimili calamit. Cos per lo contrario accadde talvoltadi condurre a buon fine imprese di gran momento perla pratica dei luoghi: come si dice che Efialle neglistretti delle Termopili avendo mostrato ai Persiani unsentiero (i) a traverso ai monti, rec in poter loro i compagni di Leonida, e condusse i barbari al di dentro di
quello stretto; Ma lasciando in disparte le cose antiche,stimo che la recente spedizione dei Komani contro iFarti sia bastevole testimouio a ci eh' io sostengo : ecosi anche quella contro ai Germani ed ai Celti, dovei barbari- giovandosi de luoghi, in mezaf a paludi, a
boschi impenetrabili ed a deserti, facevano parer lontani i luoghi vicini ai nemici che uon ne avevano cdn-tezza, celavano loro le strade, le vittuaglie ed ogni altra cosa.
La Geografa dunque , come si dello , serve principalmente agli uomini di Slato ed ai loro bisogni : sic
come anche la maggior parte della 61osofia morale epolitica sei-ve agli uonjini di Stalo. E questo n indizio,che noi distinguiamo le soiel politiche econdo' lamaniera con cui sono governate ^ ed una chiamiamo
(i) Atiicts t i r Credono gl iuterpreti che il nomeappellativo ilfxx'tc sia qui nome proprio di quel tal sentiero ,perch Appiano dice jc7c r 'Arps->. Ad ogni
modo y significando quel vocabolo una via reit ed angusta,- ior hq tradotta col nome generico di enfiero.: >
a a DELLA g e o g r a f i a d i STHABONE
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LtRRO Pitnio a3
Monarcbta o Regno ; laltra Aristocrasia ^ la terza Democrazia: e stimianto he tante siano le maniere ilellc so^ciet, e le chaniamo con questi, nomi, perch tengono
essenzialmente dalla forma dei governo il loro .csratterparticolare. Perocch altra cosa la legge sella ordinata dal re , o invece dagli ottinati o dal popolo : ela legge il tipo e la forma deU'associazione poUtics sicch alcuni definirono il giusto : ci cht ^iova al pi
potente (i). Se dunque la filosofia politica rsguarda perla maggior parte gli uomini di Stato , e la Geografiaversa intorno alle cose lo ro , ma inoltre di nso^ior-naliero, essa potrebbe avere sopra di quella un qualchevantaggio ^ almcao rispetto alla pratica. '
Tuttavolta la Geografia non da spregiare nemmanca
nella sua parte teoretica, la quale o rsguarda le arti',la matematica e la fisica, o consiste nella storia e nelleivoIe, e pare che non tocchi punto la pratica dellavita. Cos chi raccontasse le peregrinazioni di Ulisse,di Menelao e di Giasone, non parrebbe contribuir nullaa quellk sapienza che luoijio operoso richiede, se pure
non vi frammischiasse , come un utile esempio , i casiche dovettero sopportare : e nondimeno darebbe non;volgare diletto a colui che fosse volto a considerare'i luoghi i quali furono la scena delle favole. La mitologia li ha renduti illustri, e le $ite attrattive li fanno
amabili anche alluomo operoso: non per oltre un
(i) Appena pu credersi necessario 1 avvertire che 1 oscuritdi questo luogo procede probabilmente dall essere guasto 1 originale.
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certo confine ; perocch ama di occuparsi, com nato-ra le , di preferenza intorno alle cose utili: e per anche al g'eografo si conviene aver cura dell utile {h che
del resto.Cosi panmenti si dica di ci che spetta alla storiaed alle matematiche ; perocch anche di queste sidebbepigliar sempre ci ch pi utile e pi credibile. Pare poi,come si detto , che al nostro proposito (i) faccia bisogno principalmente della geometria e dellastronomia:
e per verit n le figure, n i climi, n le grandezze,n 1^ altre cose di cotal genere si possono ottener benesebza di esse. Ma perch k misura di tutta la terra dimostrasi altrove (2), perci qui bisogna supporre e ere*dere ci chivi si trova provalo (3). vuoisi ammettere
eziandio che il mndo sferoideo, e che anche la su-
(i) A l nostro proposUo ; cioi, al fine a cui dirigismo il nostro libro.
(1) Altrove: il testo aAAifs e pu riferirsi tanto ad altre opere , quanto ad altre parti di questa.
(5) Di queste cose tratta 1 Autore nel lib. it. Qui volle diresoltanto che colui il quale si accosta allo studio della geografianon debb essere inesperto e imperito affatto di quelle cose chedai geometri e dagli astronomi sono o dimostrate o supposte.(Casaub.) - Osserviamo , soggiungono gli editori francesi , comeproceda il nostro Autore. Egli ha detto che vi sono parecchipunti nei quali il geografo debbe ammettere come dati certe
ipotesi, la cui verit dimostrata dai geometri e dagli astrouo-mi. Di questi punti egli ne ha menzionati tre, lefigure, i climie le grandette. Ora si accinge a parlarne particolarmente , matenendo un ordine inverso comincia dalla misura della terra cheappartiene alle grandezze, r
a 4 D L L i CEOGRAFI DI STRABONE
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perficie delia terra ha cotesta figura; e innanzi tutto (la ricoDOscere che i corpi tendono al centro ; la qualcosa la sola che si comprenda col mezxo dei sensi e
delle comnni nozioni. Ma dopo una breve riflessioneconosceremo eziandio che la terra di forma sferica,perocch ce ne persuadono non solamente alcune provemediate, come a dire la tendenza dei corpi al centroe Io sforzo di ciascun corpo per unirsi a quel punto ;ma alcune prove pi vicine altres e dedotte dalie appa*rizioni che si osservano nel mare e nel cielo, delie qualie il senso e le comuni nozioni possono fare tesUmo-uianza. Perocch la curvit del mare manifestamenteimpedisce ai naviganti di vedere da lungi i lumi postiair altezza medesima dei loro occhi; mentre quelli col
locati pi in alto li veggono quand'anche siano pi lon>tani. Oltre di che anche locchio innalzandosi a riguardare suole scoprire le cose che prima erano nascoste. lo afferma anche il poeta dicendo :
Ulisse allor , cui lev in allo un grossoFluito , la Urr non lonlana scrse (i),
E coloro che sopra una nave si vengono accostando allido vi scoprono sempre nuove parti ; e quelle cose cheda principio parevano basse a poco a poco si elevanoanchesse. Il movimento circolare poi de corpi celesti sifa evidente anche dalle ombre dei gnomoni; dalle quali
facilmente si raccoglie che se la profondit della terrafosse infinita, un, tale rivolgimento non potrebbe eflet-tuarsi (a).
(i) Odiss., lib. v , 3g3.(a) Questo si riferisce alle opinioD di Senofane di Colofone e
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Gi poi che spetta ai citmi dimostrasi ner trattatidelle posizioni abitabili (i).
V hanno dunque alcune cose gi dimostrate, dalle
quali noi dobbiamo pigliare principalmente quelle cbesono utili al politico ed al condottiero di eserciti. Perocch non debbe ignorare il sistema celeste n la posizione della terra per modo che amvando in luoghidove alcuni dei fenomeni del cielo siano diversi dal consueto se ne sgomenti, e dica :
Qui ,
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Ma d'akra parte non debb nemniTiDco investigare mi>nulamente cpali stana in ciascun luogo della terra gliastri che si levano insieme, o che insieme tramontano)^
o che si trovano insieme al meridiano; i gradi di eie*vazione del polo\ i punti del cielo corrispondenti alzenit di ogni luogo ^ e finalmente tutto ci che secondoil mutarsi delPorizzonte e del cerchio artico, si mata onell apparetusa 0 nella sua propria natura. Ma di quesle cose alcune non debbon esseri? da lui studiate punt
n poco, a meno cbe non le voglia considerare in qualit di filosofo; altre dee crederle sullaltrui fede, sebbenenon ne scorga la cagione: perocch linvestigarla spettaal solo filosofo, e luomo di Stato non h a , o certo al>meno non ha sempre tanto ozio, da potere attendere a
cosi fatte investigazioni. Cosi eziandio chi si fa a leggerequesto Jibtt>ntm debbessere n tanto sprovveduto do-gni istruzione n tanto inerte da non aver mai vedutal ina sfera, o i cerchi ch vi so&o descritti, e dei qualialtri sodo paralleli tra lo ro , altri li tagliano ad angoloretto, altri sono in obbliqna posizione; e da non cono
scere la posizione dei tropici, dei meridiani, e del zo^diaco pel quale cammina il sole regolando le differenzedelle stagioni e dei. venti. Perocch colui il quale ignorale cose spettanti ai variare dellorizzonte, al cerchio ar>tic o , ed a qaant altro viene insegnata nei primi ele
menti della matematica , come potr tener dietro allecose che in questo libro si dicono ? E chiunque ignorache cosa sia una linea retta o una curva, un circolo,una superfcie sferica o piana; chiunque non conoscenel cielo n r sette astri dell orsa maggiore , n cosa
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alcuna di cotal genere, costui o assolutamele non pugiovarsi del nostro libro, o per ora almeno, e finchnon abbia pigliata cognizione di quelle cose senza le
quali uon potrebbe mai essere acconcio allo studio dellageografia. In breve questo mio libro debb'essere di ge*nerale utilit , e giovevole alluomo di Stato del pariche al semplice cittadino, come il libro di storia da mecomposto. Ed anche in quello io chiamai uomo di Statonon colui eh' affatto ignorante , ma colui che ha qualche parte di quel corso di studi che sono usitati fra lepersne gentili ed amanti della sapienza. Perocch nonpotr n biasimar n lodare con ragione, n giudicarese siano degni di ricordanza gli avvenimenti passati colui che non siasi punto curato n della virt, u della
prudenza, n di quello che intorno a cosi fatti argomenti suol dirsi. Quindi anche coloro i quali han pigliato a descrivere i Pei?pli ed, i cos detti Porti feceroopera imperfetta, per non avervi frammesso ci chedelle matematiche e delle cose celesti sarebbe convenuto toccare (i). E per noi avendo pubblicati alcuni
Commentarii storici ( ), utili ( per quanto crediamo )
(i) Questa descriziooe di Porti e questi Peripli erano operesomiglianti ai moderni Porlulani; erano spesse volle semplici itinerari! che indicavano le distanze dei luoghi senza parlare delleloro astronomiche posizioni. Molte di queste opere si pubblicaronosotto il regno de Tolomei , perch quei principi fecero fiorirela navigazione. Ne sussistono per alcune pi antiche, e ve nhadi molto preziose per grande esattezza purch se ne sappia trarreprofitto. (G.) .
(3 ) Ne fa menzione anche Plutarco nella vita di Lucullo.
a 8 DELLA GEOGRAFIA DI STJlABONE
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alla Slosofia morale e politica, credemmo bene di aggiungervi anche il presente trattato, composto secondolo stesso disegno , e per le stesse persone, cio princi
palmente per quelle che sono collocate in gradi emi*nentr. E come in que Gommentarii menzionai le cosespettanti agli uomini illustri ed alle loro vite, e tralasciai le piccole ed oscure ^ cos nel presente libro ponendo in disparte le minute descrizioni e le cose dipoco momento, mintratterr nelle famose e grandi, ed
in quelle che abbiano qualche parte di pratica utilit ,e degna che se ne faccia menzione, e piacevole. comenelle statue colossali non sogliamo cercare la finitezzadi ciascheduna parte ^ ma attendiamo piuttosto all intiero , e guardiamo se nel tutto essa ben fatta o no ^
cos vuol essere giudicato anche questo mio nuovo lavoro. Perocch anche questo libro qualcosa di colossale ; e descrive le cose grandi com' elleno sono, male altre lascia in disparte , eccetto se ve nabbi qualcuna anche tra le piccole che possa muovere il desiderio dello studioso ed interessare luomo dato agli af
fari. Ma ci basti a mostrare che lopera da noi ideata insertante e tale da essere coaveuiente al filosofo.
C A P O li.
Esame crtico delle principali opere geografichepubblicate innanzi a quella d JStrabone.
Rispetto poi all aver noi intrapreso di scrivere coseintorno alle quali gi molti ci faan. preceduti non po-
LIBRO PRIMO a Q
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3o DELLA GlUGRAFU DI STRABOJXK
tremo esserne censu rati ragioiievolinentc, a oieoo cbc
non ne paiUatno nello stesso modo con cui |;li altro ne
ha nn o trattato. Ma noi portiam o opinione che m entre
costoro in alcune parti liauno dirittamente parlato , la*sciassero nondimeno in alcune altre non poco da fere:
e dove noi potessimo aggiungere pur qualche cosa alle
opere di chi ci h a p re ced u ti, stimiamo c he gi baste*
rbbe a giustificare la nostra imprsa. Ora egli certo
c h e le conquiste dei Romani e dei P art i ha an o di molto
am pliate in siffatto studio le cognizioni degli nomini
d loggd ^ siccome , al dire di E ra to stene , avvenne a
coloro che sono vissuti dopo la spedizione di Alessan
dro . Perocchi quel conquistato re i discoperse molta
parte deH'Asia, e tutio i l settentrione deirEtxropa fino
all ls tr o : ed i Romani poi ci ha nn o & tto conoscerel occiden te europeo sino al fiume Albi {l) che divide
scor ren do la Germ an ia in due piu-ti ^ oltre a i paesi che
sono al di l dall Isb'o sino al fiume Tira (^). 1 Ictghi
che vengono app resso fino ai Meoti (S ), e la spiaggia
che finisce nel paese de Colobi (4) ce li fecero noti Mi
tridate saprahoom ato E np atore, e i suoi generali. 1 Par ti
poi'banano fatto s che Aoi conoscessinlo mglio lirca'sparte , ai quali non sarebbe convenevole di tener die*tro ^ e far poi giudizio di quelli i quali sappiamo che
d' ordinacio dissero il vero. Non cosa degna di un firlosoSo il disputar contro tutti ma bello contenderecon Eratostene, Bosidonio, Ipparco, Polibio, e cogli altri di cotal fatta.
Innanzi tutto adunque dobbiamo esaminare Eratostene , recando in mezzo anche la confutazione che oe ha
fatta Ipparco. !Kon peraltro Eratostene tanto spregevole , da poter dire ch egli non abbia mai n vedutapure Atene , come tolse a mostrar PolemOne ^ e nem-manco tanto credibile quanto si pensano alcuni, sebbene siasi incontrato a vivere , com egli medesimo dice,
con molti eruditi. Perocch ve n erano ( dice Eratostene ) allora quanti forse non ne furono mai in nstesso circuito di mura e in una stessa citt , e fra glialtri Aristone ed Arcesilao e quelli che fioriron conloro. V Ma questa fortuua , al parer mio , non basta ;
LIBRO p x r a o ' 3
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dovendosi inoltre saper eleggere bene a quali principal>niente di qaesti dotti convenga farsi scolari. Ora Erato>stene pone come capi di coloro che fiorirono alla sua
et Arcesilao ed Aristone : e nel suo giudizio sono grancosa Apelle e Bione , che fu il primo ( egli dice ) a infiorare alcun poco la filosofia; sebbene per ci appuntoqualcuno avrebbe potuto dire di lui : Qual coscia ilvecchio lascia vedere di sotto a suoi abiti (i) / E inquesto egli mostra assai chiaro la debolezza del suoingegno ; perocch dopo essere stato uditore di Zeno*ne cizioo in Atene, non ricorda nessuno de seguacidi Ini, ma ci fa invece sapere che fiorirono in quellaet coloro che tennero opinioni contrarie , e dei qualinon rimasta saccessione. Lopera poi chegli pubblic
Intorno ai ben i, e \e Meditationi(a), e qualche altraconsimile, fanno conoscere qual^ fosse la sua educazione.Perocch tenne quasi una via di mezzo fra il desideriodi filosofare, e il timore di non abbandonarsi a siffattostudio pi di quello che pu bastare per far conoscere diavervi atteso, o per giovarsene come sollievo e diversionedagli altri suoi enciclopedici studi. Qualunque poi sia1 argomento di cui tratta , egli tiene sempre uno stessomodo. Ma di queste cose ci basti quello che abbiamo
3 a D E U i . GEOGRAFIA DI STRABONE
( ) Odiss., lib. xviii, v.7 3
. Ma presso Omero i proci antmi-rano la coscia bella e vigorosa cbe apparisce di sotto agli abiliDiiserabili di Ulisse : e qui invece Strabone vuol dire che Bionesotto ai fiori lodati da Eratostene non aveva poi nulla d'importante.
(3 ) McA7i.
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Jctto ^ e piglierenio invece a parlare di quelle che po Dunque era da dire piuttosto:Che ogni poeta descrive le cose sue , in parte con animo di dilettare soltanto, in parte per istruire; ma Era
tostene invece asserisce che il poeta cerca solo il dilettoe non l istruzione. E si studia di confermarlo domandando, che cosa contribuisce al valore di Omero, Tessere lui stato pratico di molti luoghi, della strategia,agricoltura, rettorica, e di quaute altre cose alcuni so-
tuQse geste ( come a dire le fatiche di Ercole o di Teseo ) e le ricompense a quelle dagli 'Dei coacedote ^ oquando veggono pittore , statoe, o plastiche , le spialirappresentano qnaicnno di questi mitologici avvenimenti. sono invece ritratti dal vizio quando o per raccontio per immagini non mai vedute conoscono o si persua*dono che gli Dei puniscono, spaventano e minacciano.Perocch la turba delle femmine e del basso popolonon pu essere da filosofico ragionamento guidata, neccitata alla piet, alla religione, alla fede ^ ma d'uopoimpiegare a tal fine anche la superstizione, la quale non
mai senza favole e senza portenti. Quindi sono fa*vele il fulmine , legida , il tridente , le fiaccole, i draghi , i tirsi , armi degli D ei, e tutta insomma l anticateologia ; e queste favole vennero accolte da coloro chefondarono Stali, come tanti mormolici ospauracchi pergli uomini d'ingegno debole e fanciullesco. Poich dun
que la mitologia sifTatta che riesce profittevole alla so-
anguicriaita, che uccideva col solo aspetto convertendo in pietrachiunque la riguardava. - EGalte il nome di uno di que giganti, i quali tentarono di cacciar Giove dal troDo: e questo nome vale quanto I Incubo dei Latini. - 1 Mormolici finalmeate
erano i m ani, le larve , gli spettri con cui si spaventavano ifanciulli.
( ) Mi paruto di dover adottare la congettura espressa inuna nota dagli editori francesi Dtomo al siguiBcato della fraseusata qui da Strabone *i rlr ttt wixtif
I. IBRO PRIMO 4 '
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ciet , alla politica forma del vivere ed alla verit , gli.antichi tennero il modo della puerile istruzioae anco negli anni maturi, e stimarono che ogni et potesse abba*
stanza istruirsi per me^zo della poesia. Col tempo si pro-dnssro poscia la storia e, quella filosofia che ora possediamo. Ma questa pure appartiene a pochi ^ mentre lapoesia ha un utilit pi popolare, ed pi acconciaad empire i teatri (i) 5e principalmente la poesia dO-mero. Oltre di che furono mitografi anche i primi storici ed i primi fisici.
Omero pertanto adoperando le favole a fine d ammaestramento, ebbe in pensiero per la maggior partela verit, alla quale frammischia poi qualche volta anche il falso, 0 per guadagnarsi, o per muovere e go
vernare la moltitudine. EQual se dotto mastro ................Sparge all' argento il liquidi oro intorno (9 ) ;
cos egli ai fatti veri intratesse la favola rendendo piacevole e ornata la dizione , e guardando a quel medesimo fine a cui guarda lo storico nel raccontare avvenimenti reali. Laonde avendo tolta a narrare la guerrailiaca, ladorn poi coll invenzione di molte favole ^ ecos fece anche rispetto agli errori dUlisse : perocchnon sarebbe omerico il recare in mezzo vani portentiche non si collegassero con qualche verit. Quelle cose
de 1 uomo inventa riescono naturalmente pi credibili
(i) Strabene risguardava dunque i teatri come pubbliche scuoledove la moltitudine poteva istruirsi.
(a) Odls*., lib. VI, a3a.
DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE
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se vi si frammischia qualche parte di vero ; siccome afferma anche Polibio parlando degli errori dUlisse. Eda ci si conforma anche qflei detto ;
Cos fingea, menzogne molte al veroSimili proferendo (i).
E nel fatto Ulisse nel suo racconto a Penelope dissemolte cose false, ma non tatte^ perocch non sarebbero state mili al vero.Omero dunque tolse dalla sto
ria i fondamenti de suoi poemi : perocch anche lastoria dice che Eolo regn sulle isole circonvicine aLipari ; che dei paesi vicini all Etna ed a Leontinafurono abitatori certi Ciclopi e Lestrigoni, e che percagione di costoro i luoghi presso allo stretto eranotali da non potervi approdare; che Gariddi e lo sco
glio Scilleo erano da ladroni occupati: e cos via viaabbiamo nella storia notizie di tutti gli altri luoghimenzionati dal poeta. Sapendo che i Cimmerii abitavano il Bosforo cimmerio (2), paese settentrionale etetro , egli li trasport in un luogo tenebroso e vicinoallAverno , in acconcio di una favola da lai inventata e introdotta negli errori dUlisse. Che poi egli liavesse conosciuti lo comprovano anche gli scrittori diannali, dicendo che o poco prima di Omero o pr*prio nella sua et i Cimmerii fecero un escursione nellAsia. Cosi anche , avendo saputo dei Golchi, e di Gia
sone che navig ad Ea (3), e ci che fu scritto di fa-
(i) Odiss., lib. XIX , 9o 5.{n) Lo stretto di Zabacca.(5) Citt della Colchide sul Fasi.
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voloso e di storico intorno a Circe e a Medea, intornoalte .venefiche loro arti ed alla coaformit di tutti i lorocstmi ^ il poeta v'aggiunse del proprio l invenzione
della parentela fra queste due donne disgiunte da tantalontananza di luoghi (dacch 1una stava nelf ultimoseqo del Ponto e laltra in lu l ia ) , e le colloc tutte edue nelloceano esteriore, E forse Giasone si spinse nesuoi viaggi fino all Italia^ e si mostrano alcuni monumenti presso i monti Cerauni (i), lungo il mare Adria*tico, nel golfo Posidoniate , e nelle isole adiacenti allaTirrenia (2), che attestano il passaggio degli Argonauti.Anche le isole Ciaaee (3), dette da alcuni Scogli Sim*pleiadi, le quali fan malagevole il navigare per lo strettodi Bizanzio, suggerirono anch esse qualche cosa al no
stro poeta; perocch sussistendo realmente una citt diEa, e le Simplegadi, e Gariddi e Scilla, diventarono verisimili tutte le favole intorno all isola di Ea , agli sco-
4 4 DELLA GEOGRAFI DI STRBONE
(1) Oggid monti di Chimera nell Albania. - 11 golfo Posido
niate a noi il golfo di Salerno.(2 ) Cos i Greci chiamarono il paese detto poi Tuscia dai
Latini, e da noi Toscana.(3) Le Cianee sono piccole isolette , o piuttosto scogli , nel
raar Nero sull ingresso al Bosforo di Tracia od allo stretto diBizanzio , detto al presente di Costantinopoli. Le sinuosit dellanavigazione in quello stretto fanno si che le dette isole , veduteda varii punti, qualche volta paiano vicine, qualche volta lontanefra loro; e di qui h nata la credenza, o meglio la finzione, chessefossero mobili e si urtassero l una contro l altra in modo daschiacciare le navi che ne tentassero il passaggio. Di qui poi ilnome di simplegadi ossia urlanlisi fra loro. (G.)
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gli erranti, al pericolo che Giasone vi corse, al passaggio di Ulisse fra Scilla e Cariddi. In generale gli uominidi quella et credevano che il Ponto fosse un altro oCea*
n, e che coloro i quali vi navigavano si allontaDasseroal pari di quelli che uscivano di gran tratto dalle Co*lnne. Perocch era tenuto il massimo dei nostri mari,donde per eccellenza lo nominavano il Ponto (i)^come dicevano il poeta a significare Omero. E forseegli per questa cagione trasport le cose del Ponto al-lOceano, sapendo che ci sarebbe facilmente approvato per la opinione ricevuta asnoi tempi. Per un somigliante motivo mi penso che abitando i Solimi le sommit pi eccelse del Tauro dalla Licia fino alla Pisidia (a),ed essendo il loro paese il luogo pi alto che si presenti
verso il mezzogiorno a chi abita al di qua da quel monte (principalmente a coloro che stanno lungo la costadel mar Bussino), perci egli seguendo una certa somiglianza abbia collocato un popolo di ugual nome anchepresso alloceano : e per cos disse di Ulisse che navigava sopra una zattera :
Sin dai monti di Solima lo scorseFeleggiar per le salse onde tranquille
I l possente Ifeitun (3).
fors anco que Ciclopi da un occhio solo h' trasport
( 1) Cio: il mare; cfa tanto suona il greco' vocabolo TlS/tt.{1) La Licia e la Pisidia erano dae province dellAsia minore
circondate al mezzogiorno dal Mediterraneo ed al nord dalla catena del Tauro. (G.)
\5) Odiss., lib. v, aSa.
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dalla storia di Scizia ; dacch fama che tali fosserocerti Arimaspi, descritti da Aristeo Proconnesio nel suopoema degli Ari maspi.
Queste cose si devono premettere prima di considerare quella che dicano e coloro i quali mantengono cheOmero fece navigare Ulisse intorno alia SiciUa e all I-talia , e coloro che hanno contraria opinione : e nelvero le parole dei poeta si possono interpretare nelPunoe nellaitro modo; ma luno diritto, laltro errato. Diritto, qualora suppongasi che Omero, persuaso che Ulisseabbia viaggiato in cotesti luoghi, pigliasse questo fonda*mento di verit per adornarlo poscia poeticamente : perocch questo pu dirsi, trovandosi non solo in Italia mafin anco nelle ultime parti dIberia alcune tracce del viag
gio di quell eroe, e di altri parecchi. Errato, qualora siconsiderino come storia gli adornamenti^ mentre manifesto che Omero frammischi di portenti la descrizionedellOceano , lAvemo , i buoi del Sole, gli ospizii delleD ee , le metamorfosi, la grandezza dei Ciclopi e deiLestrigoni, le mostruosit di Scilla, le lunghe navigazioni , ed altre cose non poche. N sarebbe pur degnodi essere confutato chi accusasse in modo si apertamente falso il poeta, come farebbe chi dicesse eh eglispaccia per verit le circostanze da lui narrate nel ritorno di Ulisse in Itaca , 1 uccisione dei proci, e la
battaglia degl Itacensi nel campo contro di lui : nd altra parte potrebbe aver luogo alcun giusto litigiocon chi interpretasse coleste cose in modo convenientea un pouta. Ma Eratostene malamente contrasta adamendue queste interpretazioni : alla seconda perch
4 6 DELLA GEOGR AFU DI STRABONE
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consuma laiight ragionamenti per abbattere cose ma-uifestamente iU ed indegne di considerazione : allaprima, ,'perch accusa di frvolezza ogni poeta, e sli
ma che la perizia dei luoghi e delle arti non ne ac*cresca ponto il merito. E poich delle favole alcunesi ascrivono a luoghi non finti ( i) , quali sono Ilio ,Pelio ed Ida ^ altre in luoghi fin ti, quali sono queidelle Gorgoni e d Gerione, Eratostene afTerma che diquest ullima sorta son quelli spettanti agli errori diUlisse. E dice inoltre che coloro i quali sostengono nonavere il poeta immaginati que luoghi, ma essersi valutodella cognizione che ne aveva , sono accusati falsidalla propria loro discordanza. Perocch collocano leSirne (a), gli uni presso al Peloro, gli altri a due mila
stadii e pi, verso le Sirenuse , le quali sono,uno scoglio con tre vertici che divide il golfo Cumeo dal Posi-doniate. Cos Eratostene. Ma lo scoglio di cni qui siparla , non che avere tre vertici, non ha sito alcunonel quale ad alto si levi, spingendosi invece a guisa diun gomito lungo e stretto dai luoghi presso a Sorentofino allo stretto di Gapria (3), avendo da un lato eh
(i) Leggo col Coray ir ritrcif i wur^ap/u im t. La mancanzadella negazioDe reode Dotelligibili le precedenti edizioni. - Iliopoi un nome dato a Truja da Ilo figliuolo di Trae - Pelio una montagna della Magnesia nella Tessaglia - Ida una montagnadella Troade.
(a) Le Sirene sono tre piccole isolette vicine al capo Sirenusio,detto ora capo di Minerva.
(3) Capria ora dicesi Capri , ed una piccola isoletta rim-pelto al golfo di Salerno.
u k i t m m o 4 7
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montuoso il tempio delle Sirene, e daHaltro verso ilgolfo Posidoniate tre isolette adiacenti, deserte e petrose, le quali chiamano le Sirenuse ^ e nella punta ha
lAteneo (i) di cui porta il nome. Oltre di che , se coloro i quali ci han tramandata la descrizione di qualcheluogo non sono in ogni punto d'accordo fra loro, nonper questo couviene rigettarla tutta quanta ; mentrequalche volta invece essa ne diviene ansi pi degna difede. Cosi per esempio chi cerca se gli errori d'Ulissefurono intorno all Italia ed alla Sicilia , domanda se inqualche parte di questi paesi si conoscono le Sirene.Ora colui che le colloca al Peloro e colui che le ponealle Sirenuse si contraddiconoj tna n luno n l altropoi dilferiscono da chi le colloca verso la Sicilia e lIta
lia : che anzi gli accrescono fede, in quanto che, sebbene non accennino tutti e due uno stesso luogo, nonsi sono allontanati peraltro dallItalia e dalla Sicilia..Ese qualcuno aggiungesse che in Napoli mostrano namonumento di Partenope, la quale fu una delle Sirene,farebbe nascere vie maggior fede, sebbene recherebbe in
mezzo un terzo luogo : perocch stando anche Napoliin quel golfo che da Eratostene detto Cumeo e eh formato dalle Sirenuse, tanto piii diviene credibile chele Sirene siano state verso que luoghi. E certo n ilpoeta cerca ogni cosa con esattezza, n questa esat
tezza noi pretendiamo da lui : ma non dobbiamo peraltro supporre eh egli contasse gli errori di Ulisse senzaessersi punto informato n del modo n del luogo.
(i) Ateneo; tempio di Miaerva.
4 B DELLA GEO GIU FIA DI STRABONE
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Rispetto poi ad Esiodo, sappone Eratosteoe eh egliabbia sentito parlare dei viaggi di Uiisse come avTeautiverso l Italia e la Sicilia, e che prestando fede a tal
&ma, non solo abbia fatta, menzione dei luoghi nominati da Omero, ma s anche dell Etna, di Ortigia iso-letta vicina di Siracusa, e dei Tirreni: ma Omero (e^ltdice) n conobbe cotesti luoghi, n sebbe pur in animodi far errare Ulisse in . paesi conosciuti. Ma forse chelEtna e la Tirrenia sono luoghi conosciuti ; e tali non
sono lo scoglio Scilleo e Garddi e il Circeo e le Si-renuse ? O forse non s addiceva ad Esiodo l inventarcosa alcuna, ma s piuttosto seguitare in tutto le opinioni approvate ^ e*d Omero invece avr detto tutto ciche gli veniva in pensiero o che gli suggeriva l imper
tinente sua lingua ? Ma lasciando anche in disparte ciche abbiam detto intorno alla convenienza delle favoleinventate da Omero, il gran numero degli storici concordi nel riferire quelle cose medesime, e la &ma pre*valsa ne luoghi da lui menzionati, possono dimostrareche queste non sono finzioni de poeti o degli storici,
ma ricordanze di fatti e di uomini veri. E Polibio (i) interpreta dirittamente ci che risguarda gli errori dU-lisse, dicendo: Che Eolo per aver insegnato a navigare ne luoghi vicini allo stretto i quali sono tortuosi edifficili a navigarsi a inotivo del flusso e riflusso, fu
detto governatore dei venti e tenuto in conto di re. Dital - maniera Danao ed Argo, per avere dimostrato ilprimo alcune sorgenti nellrgolide, il secondo il re-
(i) Il luogo qui citato apparlieue alle cose di Polibio perdute.
Studioa E , tom. II. 4
LIBRO PRIMO
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trogrado corso del sole, di semplici indoTDi furoDo reproclamati ^ e i sacerdoti egiziani, i Caldei, i Maghidistinguendosi dagli altri per la loro sapienza otten
nero presso i nostri maggiori imperio ed ondre ^ e cosanchie ciascuno degli Dei fu onorato come inventore diqualche utile cosa, n Polibio pertanto avendo premessecoleste osservazioni, non consente dinterpretare comefavoloso tutto ci che il poeta dice di Eolo o degli errori dDIisse^ ma sostiene eh egli vabbia aggiunte soloalcune piccole parti di favolosa invenzione, siccome feceanche nella guerra di Troja : e che in generale vannodaccordo con lui rispetto alla Sicilia tutti quegli scrit*tori che hanno parlato dei luoghi appartenenti allItaliae a quell isola. N loda punto quel motteggio di Era-
tostene, il quale dice che si trover il luogo degli errorid Ulisse quando si trovi colui il quale cuc 1 otre deiventi.
Cosi anche (aggiunge Polibio) tutto ci che Omerodice intorno a Scilla ed alla pesca delle galeote s accorda con ci che accade intorno allo scoglio Scilleo.
Egli dice che Scilla
Con la met di s neW incavatoSpeco profondo ella sattuffa , e fuori Sparge le teste , riguardando intorno,Se Delfini pescar, lupi o alcun puoteDi que mostri maggior che a mille a milleChiude Anfitrite ne suoi gorghi e nutre (i).
Perocch i tonni che vanno a schiere lungo l Italia
(i) Odiss., lib. XII, g5.
5 o DELLA GEOGRAFIA DI STRBOME
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I4BKO FKUfO 5 l
quando entrano nello Stretto e sono tenuti lontano dellaSicilia s 'abbattono nei pesci di maggior mole, comesono i delfini, i cani e gli altri cetacei ; e della costoro
caccia ingrassano le galeote, le quali diconsi anchepesce spada, ed i cani. Ed accade quiri e negli stirari-pamenti del Nilo e delle altre acque, ci che suole ac>cadere quando una selva sia incendiata: perocch glianimali fuggendo a torme dal fuoco o dalPacqua diventano preda dei pi vigorosi.
Dopo di ci descrive Polibio la caccia delle galeote,la quale ha luogo presso lo scoglio Scilleo. Ui) osservatore comune dirige tutti i pescatori. Questi vanno adue a due in molte piccole barchette, e Puno attendeal remare, l'altro sta sulla prora armato di lancia. Los
servatore annuqzia che la galeota scoperta (questoanimale solleva una terza parte del corpo al di sopradellacqua ) , e tosto come la barca le giunge vicino,colui ch armato le scaglia incontro la lancia. Appressopoi ne la ritrae, lasciandovi peraltro il ferro eh uncinato ; il quale a tal fine suol essere leggermente at
taccato all asta , ed invece legato ad una corda, chesi allenta all animale ferito finch dibattendosi e sforzandosi di fuggire stasi spossato. Allora poi lo traggonoa terra o lo sollevano nella barca, a meno che non siadi smisurata grandezza. quand anche succeda che
1 asta cada nel mare, non va perduta: perocch fattamet di quercia e met d abete ; d onde la parte diquercia dal peso tirata all ingi, ma il restante come leggiero soprast allacqua, e pu facilmente afferrarsi. Accade poi qualche volta che il rematore sia fe-
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5 2 DEI.LA g e o g r a f i a DI STRABONE
rito anche a traverso della barca, tanto lunga ?aspad delle galeote ; e in generale questa caccia pelvigore della belva soniiglia a quella dei cinghiali. Di qui,
dice , pu congetturarsi che secondo Omero gli erroridi Ulisse furono intorno alla Sicilia ^ perch egli attribuisce a Scilla la pescagione or ora descritta, la quale propria specialmente dello scoglio Scilleo , e perchquelle cose chei dice rispetto a Cariddi sono conformiai fenomeni che si osservano nello Stretto. Perocch in
quel verso :Tre fia le il rigetta e tre nel giornoV assorbe , . . .
crede che per errore di scrittura o di osservazione siastato scritto tre volte invece di due. Cos anche quelle
cose che si veggono nellisola Meninge consuonano conquelle che il poeta dice dei Lotofagi : e se in qualcheparte non sono concordi bisogna recarne le differnzeo alla mancanza di cognizioni precise, od alla propriet della poesia, che si compone di storia, di disposizione e di favola. Il fine poi della storia la verit ;
come fece il poeta nell enumerazione delle navi assegnando a ciaschedun luogo le qualit ad esso proprie,sicch quale citt disse pietrosa, quale ultima , qualeabbondante di colombe, e quale vicina al mare. Delladisposizione fine 1 evidenza , come quando introduce
dei personaggi a combattere. E la favola finalmentetende al diletto cd alla meraviglia. Ora il fingere tuttonon n credibile n omerico : perocch la poesiadi lui da tutti considerata come veramente filosofica , allontanandosi da Eratosteue il quale comanda
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d non giudicare i poemi dal lato della ragione, u cercare in essi la storia. , . Quando Ulisse dice :
Per nove infausti di sai mar pescoso
l venti rei mi trasportaro . . . . (i)queste parole si debbono interpretare probabilmente diun viaggio non lungo ( dacch i venti rei o perniciosinon giovano al ben viaggiare ) , e non credere invecech'egli sia uscito fuori sin nellOceano, come se lauregli fossero sempre soffiate in favore. Oltre di che poi,computando la distanza da Malei (a) alle Colonne diventidue mila e cinquecento stadii, se noi poniamo( dice Polibio ) che lo abbia compiuto in un corso uniforme di nove giorni, dovremo dire che navigasse ognigiorno due mila e cinquecento stadi!. Ma chi ha mai
raccontato che dalla Licia o da Rodi qualcuno arrivasse ad Alessandria in due giorni (3)? A coloro poi iquali domandano come mai Ulisse venuto tre volte inSicilia, n una volta pure attraversasse lo Stretto, risponderemo , che anche dopo di lui evitarono tutti dinavigarvi .
Queste cose dice Polibio , ed altre ancora dirittamente: ma quando nega che Ulisse sia uscito fuori a navigar nell Oceano, ed esamina il suo viaggio con unaccurata misura dei giorni e delle distanze , allora non
(i) Odiss., lib. IX , 8 2 .
(a) Il capo Maleo dell antico Peloponneso, ora capo Malienella Morea.
(3) la tutte queste misure Polibio non va pienamente d accordo colle osservazioni pi esatte dei moderai; ma la dilTerenzaper non tale da togliere all argomento il suo valore.
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5 4 DELtA GEOGRAFIA DI STnABONE
sa evitare un eccessiva incongruenza. Per egli cita ilpoeta ove dice:
...................................Sili mar pescoso
1 venti rei mi trasporlaro .................e nel tempo stesso pu afTermarsi. che non lo cita,giacch Omero disse eziandio :
Poich la oavt usc dalle correntiDel gran Jiame Oceano ( i ) .............
e disse anche che nell' isola Ogigia il centro delmare ] e che quivi abita la figlinola di Atlante. E deiFeaci poi disse :
. . . . In sen dell ondeggiante mareSolitarj viviam , viviam divisi
Da tutto l'altro della stirpe umana (a).
I quali versi alludono tutti manirestamente ad un nomoche navighi nel mar Atlantico (3) : ma Polibio dissimulando vorrebbe levar via ci che il poeta dice apertamente ^ ed in ci egli ha il torto. Ma nspetto per al*r essere stati intorno alla Sicilia e all Italia gli erroridi Ulisse, in questo egli dice bene, e vien confermalo
anche da Omero. Altrimenti qual poeta od istoricoavrebbe persuasi o i Napoletani a vantare il monumentodella sirena Pai*tenope ^ o quei di Cuma, di Dicearchiae del Vesuvio a celebrare il Flegctonte c la palude
(i) Odiss., lib. XII, I.
{a) Odiss., lib. VI , ao4>(3) 11 Gossellin invece considerando le parole .stesse di Omero,
e i venti dei quali parla , e i luoghi e i popoli che sono men-zioaati da lai ha mostrato che qui Strabene s Dgamia, e cheil poeta non fece punto allusione all Atlantico.
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Acheru$ia e il Neciomanteo d'Aorno , ed alcuni deicompagni di Ulitse, come Baio e Miseoo(i)? E lostesso dicasi ricetto alle Sirenuse, allo Stretto, a Scilla,
a Cariddi, ad Eolo : le qaali cose n si debbono esa>minar tutte minutamente, n trascurarle come prive diradici e di fondamenti, e disgiunte perci da ogni veroe da ogni utilit.
E lo stesso Eratostene, adottando siflatta opinione,dice, potersi credere che il poeta abbia voluto trasferire i viaggi di Ulisse nei paesi occidentali, allontanandosi da quelli a cui avrebbe dovuto assegnarli^in parte per non averne avuta esatta notizia, in parteperch non credette di doverli preferire, volendo sollevar sempre ogni cosa al grande ed al portentoso.
in quanto a ci che Omero fece egli tocc nel se*gno ; ma del perch poi abbia fatto cos non reca inmezzo plausibii ragione; essendo che Omero non attese in questo al mero diletto, ma alP utile. Laonde sipu giustamente riprendere Eratostene s in questoproposito, come allorquando afferma che Omero finse
in paesi lontani i portentosi avvenimenti chegli racconta , per essere pi agevol cosa il mentire trattandosi di
(i) Il Capo MUeno ricevette il suo nome da quel Hiseno dicui Virgilio racconta la morte nel lib. vi dellEneide. Ba'io compagno di Ulisse diede il proprio nome alla citt di Baia, Al
nord di questa citt avvi il lago d A verno od orno , doveraun tempio destinato allevocazione dei morti (ch tanto suona ilgreco vocabolo La Palude Acherusia dicesi
ora Mar Morto. Dkearchia i Pozzuolo : e Parienope fu deltaprimamente la citt di Napoli.
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sili non conosciuti. Perocch i portenti narrati di luoghi lontani sono pochissimi rispetto a quelli eh i diceavvenuti nellEllade o nepaesi circonvicini^ quali sono
le imprese drcole e di Teset>, le invenioni spettanti a Creta, alla Sicilia ed alle aht>e irale, al Gitrone,all Elicona , al Parnaso, al Pelio , a tutta I ttica edal Peloponneso (i): n alcun mai pigli dalle favoleoccasione per accasare dignoranza chi le compose.
Oltre di che, siccome i poeti non creano un tuttofavoloso, ma piuttosto ne aggiungono qualche pai-te atvero, e cos fa Omero pi che niun altro ; perici chicerca qual cosa eglino aggiunser di favoloso^ non deb-be indagare se queste parti favolose abbiano aVuto unavolta od abbian tuttora alcun fondamento di l'eall, ma
s piiuttsto investigare il vero di que luoghi e di quellepersone alle quali coteste favolose invenzioni dai poetifurono aggiunte: per esempio se Ulisse abbia viaggiato,ed in qual luogo.
In generale poi non giusto di mettere a un fasciole poesie d Omero con quelle degli altri, come nel re
sto cos principalmente nelle cose che qui accennammo,cio nella geografia. Perocch quando bene mancasseogni altra prova, chiunque scorra il Trittolemo di Sofocle, od il prologo delle Baccanti dEuripide, poi consideri la diligenza dOmero in siffatte cose, potr facil
mente conoscerne la differenza e la superiorit. Dovun-(i) Il Peloponneso la Morea. \\ Pelio un monte della
Magesia nella Tessaglia. Il Parnaso , V Elicona ed \\ durone SODO altrettante m o n tag n ela prima nella Focide presso Delfo,le altre due nella Beozia. Creta poi 'l isola di Candia (G).
5 G DELLA GEDG BAFIll lt)I STRABONO
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LIBHO PRIMO 5 7
que mestieri di ordine nei luoghi eh er viene men--zinando , Omero' P ossenra, o che si tratti di paesi^ eci o di stranieri :
V Ossa sovra P Olimpo, e sovra P OssaV arborifero Pelio impor tentare-{).
. ..................................................GianoFrettolosa lasci Volimpie cim e,.
E la Peria sorvolando,, e i lieti
Emazii campi, le nevose vette
Varc de' Tracii monti, e non toccavaCol pi santo la terra. Indi delVAto
Superate le rupi, alV estuoso
Ponto discese .......................(a)
Nella enumerazione delle navi non ricorda, a dir vero,
per ordine le citt ( n questo era necessario ) , ma si
peraltro le nazioni ^ e la sua attenzione sempre la
stessa anche rispetto ai luoghi lontani.
Cipri, vagando , e la Fenicia io vidi,
E ai Sidonj, agli F ^izj, e agli Etiopi
Giunsi, agli Erembi, in Libia.
E questo fu notato anche da Ipparco. Ma Sofocle ed
Euripide per lo contrrio, sebbene 1 ordine fosse per
loro importante ( dacch questi introdusse a parlare
Bacco dopo aver visitate parecchie nazioni, quello'pone
sulla scena Trittolemo che semin le terre) nondimeno
fanno esser vicini luoghi molto distanti, ed i vicini disgiungono.Lasciato ^aurifero suolo de' Lidj e de Fri^,
(1) Odiss., tib. XI, 3i4.
(3) li., lib. xvr, aa5.
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e la pianura della Persia irradiata dal sole^ e le muradi Battra ^ venni alla fredda terra dei Medi ed aWA-rabia felice. Cos dice Bacco, e cos poi anche Tritto-
lemo. Ed anche rispetto ai climi ed ai venti, Omero famanifesta la sua molta perizia della geografia, parlandone spesse volte nella descrizione dei luoghi.
Dulicho, Samo e la di selve brunaZacinlo. A ll orto e al mezzogiorno questeItaca al polo si rivolge , e meno
Dal continente fogge ( ) .........................................................Due porteMettono ad esso. A d Aquilon si volgeV una e schiiulesi all uom: V altra che NotoGuarda ha pii del divino ( 2 ) .............
Ed altrove :Se volino alla dritta, ove^ il sol nasce,O alla sinistra , dove muor (3) . . . .
considera come suprema delle sventure il non averenotizia di queste cose :
Qui d onde V Austro spira o V Aquilone,
E in qual parte il sole alza , in qual declinaNoto non ( 4 ) ................................
Oltre di che mentre il poeta dice dirittamente: QuandoBorea e Zefiro spirano dalla Tracia : Eratostene nonavendolo ben compreso ne lo censura, come se avesse
detto che ordinariamente Zefiro spira dalla Tracia. Ma(1) Odiss. , llb. IX, a 5.(2) Odiss., lib. XIII, 109.
(3) 11. , lib. xir , a36.(4) Odiss. , lib. X , 190.
5 8 DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE
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qaesto non dice il poeta, ed accenna soltanto jl casoin cui questi venti concorrono al golfo Melano (i) nelmar di Tracia eh parte dell Egeo. Perocch la
Tracia in quella parte dov essa troncandosi si nniscealla Macedonia , si volge a mezzogiorno ; e perch sispinge addentro nel nare, perci agli abitanti di Taso,di Lemno, d Imbro e di Samotracia (a) e di tutto ilmare all intorno si pare che i Zefiri spirino da quellaparte : come agli abitatori dell Attica sembra che spirino dalle rocce Scironie, dalle quali eziandio tutti iZefiri, ma sopra tutti gli Argesti si chiamano Scironii.Questo non comprese Eratostene, sebbene avrebbe do*
(i) La descrizione die II nostro Autore avea scritta di questogolfo si b perduta. Erodoto ne parla nel lib. vn , cap. 58 : e
pi ampiamente lo descrive Dionigi Periegeta , v. 538. - Ordicesi Golfo di Saros. i r Mar Egeo poi I Arcipelago.
(q) Ora dicoDsi Taso, Stalimeoe, Im bro , Samotraki. - Lerocce Scironie menzionate poco appresso sono sul territorio diMegara fra questa citt e 1 istmo di Corinto.
Del resto osserva il Gossellin che Strabone e il Casaabono
nelle note a questo passaggio non hanno saputo ben difendereOmero. Tutta la difficolt procede dal non essersi questi scrittorial par di Eratostene ricordati , che al tempo di Omero noasussisteva it nome di Macedonia , e che quel paese al quale fupoi attribuito apparteneva alla Tracia. Ci posto ben si comprende come, trovandosi la Pieria , 1 Emazia e la grande penisola di Calcidica dov il monte A tos, all ouest e quasi allastessa altezza della Troade , mentre quella parte di Tracia eh vicina all Ellesponto al nord di T roja, Omero ebbe ragionedi dire che rispetto al Greci , i quali erano situati di contro aquesta c itt , Zefiro e Borea (cioi i venti dell ouest e del nord)spiravano dalla Tracia tutti e due. (G.)
LIBBO PBIMO 5 f)
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vuto almen sospettarlo, poich riferisce quel rivolgimento della Tracia del quale parlai : ma per avere interpretate in senso assoluto le parole del poeta lo accus
d'imperizia, osservando che il Ze6 ro trae dalle regionioccidentali e dall Iberia, e che la Tracia non si sten*de fin l. Dunque Omero ignor che Zefiro spira dal-r occidente ? eppure gli assegna il suo proprio luogoove dice :
avventuro sul mar quasi ih un groppoEd Euro e Nolo e il celere Ponente ,E Aqmlon che pruine aspre su t ali
Reca , ed immensi flu tti innalta e volve (i).
O forse non seppe che la Tracia non si distendeoltre i monti Peonie! e Tessali (a)? Eppure egli co
nobbe le genti che vengono ordinatamente dopo la Tracia , si le marittime, come le mediterranee , e le nomin. Tali sono alcuni dei Magneti, i Malii, gli Ellenitutti per ordine fino ai Tesproti, e cosi anche i Dolopiconfinanti coi Peonii, ed i Selli che abitano presso aDodona fino all cheloo (3) : u fa punto menzione diTraci al mezzogiorno di queste nazioni. Pi volentieripoi si trattiene a parlar del mare che gli era pi pressoe pi conosciuto ^ come in que' versi :
...........................A quella guisa
(1) Odiss., lib. V, agS.(2 ) Accenna qui la parte occidentale della Tracia denominala
poi Macedonia : essa aveva la Peonia dalla parte del nord, e laTessaglia da quella di mezzogiorno. (G.)
(3) Oggi dicesi Aspro-polamo , od anche Fiume bianco , edentra in mare dove coiuiacia il golfo di Corinto.
6o DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE
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Che deir Icario mare i vasti JhttliSi confondono....................... ... (i)
E v hanno alcuni eziandio qnali sostengono che
due sono i venti principalissimi, Borea e Noto (a), eche gli altri ne dilTeriscono solo un cotal poco pr unalieve declinazione nel loro corso 5 perocch lEuro viene dal levante estivo, lpeliote dal levante dinverno;il Zefiro dal ponente d estate, e 1 Argeste da quellod inverno. E dell essere soltanto due i venti ne recano in testimonio Trasialce (3) e lo stesso Omero,il quale unisce 1 rgeste con Noto, dicendo deW rgeste Noto, e il Zefiro con Borea ove dice : QuandoBorea e Zefiro spirano dalla Tracia.
Ma Posidonio dice non essere stati mai distribuiti i
venti cos da nessuno (K coloro che ne hanno maggioresperienza j come a dire Aristotele, Timostenc e BioneJ astrologo : giacch tutti affermano che dal levanteestivo soffia il Cecia, e diametralmente opposto ad esso,cio dal ponente invernale , lAfrico ; e 1 Euro dall o-riente dinverno , e dal termine opposto ( cio dal ponente d estate ) 1 Argeste\ e soggiungono che i dueventi intermedii sono il Zefiro e lApeliote. In. qaantopoi al poeta il Zefiro violento essere quel medesimoche da noi chiamasi Argeste : 1 Africo dal piacevolemormorio il nostro Zefiro propriamente detto ; e il
Noto Argeste il Leuconoto: perocch questo il solo
LIBRO PHIMO. 6 l
(i) II., Ub. II, i44-(a) Cio , il vento del nord ed il vento di mezzogiorno.^3) Strabono lo dice anteriore ad Aristotele (lib. xvn).
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che possa raccogliere alcune nubi, mentre tutti gli al>tri venti meridionali sono compresi fra gli Euri^ e perad esso risguardan que versi :
..............................Come quandoDi Ponente il soffiar V umide figlie Di Nolo aggira ........................(i).
Perocch il poeta accenna qui il violento Zefiro chesuol dissipare le leggiere nubi raccolte del Leuconoto,soggiungendo poi soltanto come un aggiunto del Notoil nome di Argeste. Cos abbiamo rettificate le coseeh Eratostene dice nel principio del primo libro digeografia.
Continuando poi nelle sue false opinioni intorno adOmero dice anche questo, Ch egli non seppe n che
le bocche del Nilo son molte, n il nome pur di quelfiume ^ mentre Esiodo invece lo seppe , e ne fa men>zione (2 ). E in quanto al nome probabile che nelPetdi Omero non fosse per anco ricevuto : in quanto poi
(1) II. , lib. XI , 3o6. II traduttore usa spesso il nome di Po~
nenie in vece di Zefiro. - Il nome poi di Leuconolo, o veniabianco del sud Io composero i Greci a cagione delle cubi bianche e soUili eh esso raccoglie.
(a) naturale ehe Esiddo vissuto circa quaraut anni dopoOmero avesse in fatto di geografia pi estese cogniziooi d> lui,portale verosimilmeote' in Grecia dai Cartagioesi. Oltre a cipare che la voce Nilo fosse uo nome appellativo ; e come talesi adopera tuttavia in molte parti dell ladia invece di acqua.Ci posto quello che nei tempi posteriori ad Omero fu detto
Nilo d Egilto non signific forse a suoi tempi se non V acqua,il fiume d JBgitto , ovvero il fiume Egitto ; ed appunto sottoquesto nome c