storia del software libero
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Che cos'è il Software Libero, Flavia Marzano
Chi sono
● @flavia_marzano● Informatica● Smart City e Smart Community● Openness: Open Government, Open Source,
Open Data, Open Innovation, Open Access, …● Insegno Tecnologie per la Pubblica
Administrazione● #SGInnovazione, #WISTER
● Tavolo Agenda Digitale Italiana,Presidenza del Consiglio
● Docente di Tecnologie per la PA,Sapienza Università di Roma
● Docente di Metodi e tecniche per la ricercasociale, Link Campus University
● Presidente dell'associazione Stati Generalidell'Innovazione
● Membro CdA Link Campus University
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Che cosa faccio
Programma a codice sorgente aperto
“…programma per elaboratore la cui licenza didistribuzione consente all'utente di accedere alcodice sorgente per studiarne il funzionamento,apportarvi modifiche, mantenerlo nel tempo,estenderlo e ridistribuirlo”
Legge Regionale Toscana 1/2004 - Art. 3 comma 1d
Attenzione
● Open Source
● Software Libero
● Free Software
● Codice aperto
● (FreeWare)
● …
… quali differenze?
● Open source, software i cui autori (più precisamente idetentori dei diritti) ne permettono e favoriscono il libero studioe l'apporto di modifiche da parte di altri programmatoriindipendenti. Questo è realizzato mediante l'applicazione diapposite licenze d’uso.
● Software libero è pubblicato con una licenza che permette achiunque di utilizzarlo e che ne incoraggia lo studio, lemodifiche e la redistribuzione; per le sue caratteristiche, sicontrappone al software proprietario ed è differente dallaconcezione open source, incentrandosi sulla libertàdell'utente e non solo sull'apertura del codice sorgente, che ècomunque un pre-requisito del software libero.
Liberamente tratto da Wikipedia
FLOSS… e facciamo pace J
Free Lib
re Open
Source
Software
FLOSS: definizioni 1 di 4 - fonte www.innovazione.gov.it
Open Source e Free Software
“I termini “open source” e “software libero” vengononormalmente utilizzati per identificare software il cui codicesorgente può essere liberamente studiato, copiato,modificato e ridistribuito.
In particolare, la definizione di software libero proposta dallaFree Software Foundation (FSF) recita testualmente:L’espressione “software libero” si riferisce alla libertàdell’utente di eseguire, copiare, distribuire, studiare,cambiare e migliorare il software. Più precisamente, esso siriferisce a quattro tipi di libertà per gli utenti del software:
FLOSS: definizioni 2 di 4 - fonte www.innovazione.gov.it
● Libertà di eseguire il programma, per qualsiasi scopo(libertà 0)
● Libertà di studiare come funziona il programma e adattarloalle proprie necessità (libertà 1). L’accesso al codicesorgente ne è un prerequisito.
● Libertà di ridistribuire copie in modo da aiutare il prossimo(libertà 2).
● Libertà di migliorare il programma e distribuirnepubblicamente i miglioramenti, in modo tale che tutta lacomunità ne tragga beneficio (libertà 3). L’accesso al codicesorgente ne è un prerequisito.
FLOSS: definizioni 3 di 4 - fonte www.innovazione.gov.it
Free software
Secondo la FSF di Richard Stallman ilsoftware deve essere libero non in quantogratuito, ma per una questione etica e diprincipio. Esistono una serie di diritti dell’utentedel software (indicati nella definizione propostain precedenza) che devono essereadeguatamente tutelati; il software deve essere“libero” per questi motivi prima ancora che permotivi di carattere economico e di mercato.
FLOSS: definizioni 4 di 4 - fonte www.innovazione.gov.it
Open source
La comunità del software OS condivide in largamisura le posizioni del mondo del softwarelibero, ma deenfatizza gli aspetti etici, fondandole proprie scelte e motivazioni su considerazionidi carattere tecnico-economico.
Secondo i sostenitori del software OS, talimotivazioni tecnico-economiche sono sufficientia giustificare la necessità del softwareaperto/libero.
Un po' di storia (1 di 4)
● Febbraio 2002: Senato: proposta di legge Cortiana DDL1188 www.senato.it/leg/14/BGT/Schede/Ddliter/16976.htm
● Marzo 2002: Camera: proposta di legge Folena DDL 2544 www.camera.it/_dati/leg14/lavori/stampati/sk3000/articola/2544.htm
● Ottobre 2002: Commissione per il software a codicesorgente aperto nella PA (c.d. Commissione Meo)
● Dicembre 2003: Direttiva “Sviluppo ed utilizzazione deiprogrammi informatici da parte delle pubblicheamministrazioni” http://www.innovazione.gov.it/ita/normativa/allegati/Dir191203.pdf
Un po' di storia (2 di 4)
● Febbraio 2004: pubblicazione in G.U. 31/2004
● Comuni, Province, Comunità Montane eRegioni: convegni, incontri, proposte, deliberedi indirizzo,…
● 2004 – 2008: Leggi Regionali: ToscanaL.1/2004, Emilia Romagna: maggio 2004,Umbria (estate 2006), Sardegna (ottobre 2008,approv. Giunta DDL)
Un po' di storia (3 di 4)Agosto 2006: Ministro Nicolais: “evitiamo di legarcialle grandi aziende di software. La pubblicaamministrazione ha bisogno di software liberi”.
Il dibattito è passato dalla discussione
sulle definizioni e sui possibili utilizzi
a quella dell'opportunità di adottarlo
nella Pubblica Amministrazione.
Un po' di storia (4 di 4)
Marzo 2009● DDL Vincenzo Vita, Luigi Vimercati:http://it.wordpress.com/tag/proposta-di-legge/
Software libero nella PA
● Che cosa deve garantire la PA quandoacquista software?
● Che cosa deve garantirsi la PA quandoacquista software?
● Quali vincoli e quali garanzie?
● …e i cittadini?
http://www.scomunicando.it/notizie/wp-content/uploads/2015/02/liberta-pensiero.jpg
Che cosa deve garantire la PA● pluralismo, concorrenza, sicurezza
● integrazione con il software già in uso
● la “continuità” e persistenza dei dati (lapossibilità di poterli leggere anche in futuro)
● interoperabilità e cooperazione
● disponibilità del codice
● sorgente almeno per ispezioni e tracciabilità(anche in caso di sw proprietario)
No vendor lock-in
http://www.flickr.com/photos/orsorama/48429731/
Che cosa deve garantirsi la PA
● essere proprietaria della “struttura dei dati”
● essere proprietaria del software custom
● ottenere soluzioni con il miglior rapportoprezzo/prestazioni
● ottenere manutenzione con il miglior rapportoprezzo/prestazioni
Vincoli e garanzie
● verificare il TCO (Total Cost of Ownership)
● Open Standard (per dati e documenti)
● garanzia di poter cambiare fornitore
● verificare che il software acquisto faccia tutto esolo quello per cui è stato comprato(backdoors…)
Garanzie per la PA (1 di 2)● Trasferibilità ad altre amministrazioni delle soluzioni
acquisite● Interoperabilità e cooperazione applicativa tra
amministrazioni● Non dipendenza da un unico fornitore o da un'unica
tecnologia (concorrenza e pluralismo delle soluzioni)● Disponibilità del codice sorgente (almeno per ispezione e
tracciabilità)● Esportabilità dei dati e documenti in formati aperti● Integrazione con il software già in uso
http://www.partito-pirata.it/wp-content/uploads/2013/07/[email protected]
Garanzie per la PA (2 di 2)
● Garanzie di sicurezza e rispetto della privacy
● Continuità dei dati
● Proprietà e disponibilità delle strutture dei dati
● Proprietà del sw custom (art.69 CAD)
● Qualità/Prezzo per acquisti e manutenzione e TCO
● Open Standard
● Accessibilità... le 4 libertà...
...e i cittadini? (1 di 2)
“La Repubblica riconosce e tutela il diritto di ognipersona ad accedere a tutte le fonti di informazionee ai relativi servizi, ivi compresi quelli che siarticolano attraverso gli strumenti informatici etelematici.”
Legge 4/2004
Fonte immagine: QuiFree
...e i cittadini? (2 di 2)
Nel fornire informazioni la PA deve garantire:
● Trasparenza
● Privacy
● Accessibilità (sia per quanto riguarda la disponibilitàdei documenti che per l’accesso ai diversamenteabili)
● Possibilità di leggere documenti pubblici (opartecipare a bandi pubblici) senza dover acquisirealcun software (o licenza)
Fonte: Angelo Buongiovanni
I miti del software libero
● Minori / Maggiori Costi
● Affidabilità / Inaffidabilità
● Sicurezza / Nessuna Sicurezza
● Sinistra / Destra
● Chi farà la manutenzione?
● Il sw “importante” non puòessere libero...
● La licenza, i diritti, ...di chi?
● ...
Prof. A. R. Meo
Le opportunità per la PA: perpassione o per dovere (1 di 3)
Tutti concordano che la PAquando compra softwaredeve poterlo:
● Studiare (università, scuole,centri di ricerca, …)
● Copiare e ridistribuire ad altreamministrazioni (principio disussidiarietà) e Codicedell’Amministrazione Digitale
Omaggio a Giulio ConcasOmaggio a Giulio Concas
Le opportunità per la PA: perpassione o per dovere (2 di 3)
● Modificare e adattare alle proprie esigenze…
● Mantenere nel tempo … (adeguamentinormativi e/o tecnologici)
● Estendere e migliorare (e rendere pubblici imiglioramenti in modo che ne possano fruireanche altri)
Le opportunità per la PA: perpassione o per dovere (3 di 3)
“rimuovere e prevenire gli ostacoli che di fattoimpediscono la piena parità di accesso alleinformazioni e alle tecnologie dell’informazionee della comunicazione, tenendo conto inparticolare delle situazioni di disabilità, disagioeconomico e sociale e diversità culturale.”
Legge Regionale Toscana 1/2004
Nuove norme nazionali? (1 di 2)
… e se applicassimo quelle che esistono?
E non solo quelle più “ovvie” come:
● Leggi Bassanini
● Direttiva 19 dicembre 2003 (G.U. 7 feb. 2004, n.31)
● Decreto Legislativo del 7 marzo 2005, n. 82 Codicedell’amministrazione digitale (CAD)
Nuove norme nazionali (2 di 2)
CAD: art. 69 comma 1
Le pubbliche amministrazioni che siano titolari diprogrammi applicativi realizzati su specifiche indicazionidel committente pubblico, hanno obbligo di darli informato sorgente, completi della documentazionedisponibile, in uso gratuito ad altre pubblicheamministrazioni che li richiedono e che intendano adattarlialle proprie esigenze, salvo motivate ragioni.
Legge 22 aprile 1941 n. 633
Art. 11
Alle amministrazioni dello stato, alle province ed aicomuni spetta il diritto di autore sulle opere create epubblicate sotto il loro nome ed a loro conto e spese.
software = operasoftware = opera
Il software e la conoscenza non sideteriorano con il riuso
http://www.flickr.com/photos/piermario/
www.millenium.org/images/contenu/actus/Annonces/annonce-merci.jpg
www.statigeneralinnovazione.it
www.wister.it
it.linkedin.com/in/flaviamarzano/
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