spreed the roots
DESCRIPTION
intervento in una scuola del villaggio di Balsapuerto in PerùTRANSCRIPT
SPREED THE ROOTS
The project is based on the preservation of Shawi people, whose survival and identity are in danger. We have chosen to plan a school system that can provide to the people the knowledge of their origins and the support to learn to interact, communicate and defend themselves from the outside world. Therefore, the two main objectives are to defend the roots (roots in the means of the origins and traditions) and spread the roots, to hand down their
culture to future generations.The originally village was made of groups of typical huts, to which later were added by intervention of the Spanish
conquistadors, and later by the missionaries, new buildings and a typical Spanish square regular pattern.The school spread, therefore, can not realize through an institution but it is the same village that offers the opportunity to learn: this is created through a series of interwoven networks that enable the school to spread and create a networks of connections that make it independent and sustainable. So was created a networks of spaces (laboratories) and a network of teaching (activity). The courses offered by the school have been chosen according
to the activities that were carried out traditionally by shawi.We plan to insert ourselves parallel to their context, supporting them in this process of education which aims to provide them with the tools and methods appropriate and not the subject, because they are already involved in their
traditions.For the construction of laboratories use local materials to ensure that the construction of the school is lower price by using the resources offered by the territory and local labour, using materials and tools know by the people, that
is able to work and use, and that they are readily available for repairs.From this was born the first general project of the laboratories in which I defined the basic shapes that are repeated in each laboratory. One of these design matrices are the openings, we full down the walls and we create open space and a better communication with the outside, considering that the nature, for the Shawi, is the source of all knowledge. We break the rectangular building plan with circular shapes, since in their ideology the circle is symbol of culture and because this form embrace, remind the shape of the group of people gathered around the elderly who tells, and encourages socialization. Give recognition to laboratories inserting elements visible from the outside that
telling activities carry out inside. We minimize the furnishings because is not present in their homes and so we create open and flexible spaces in
which we only suggest the use of it.
Thesis project “spread the roots”
- analysis of an existent school building in a third world country - analysis of the situation, the culture and the environment of that country- definition of the concept- design of the school - carrying out of 2D technical drawings and 3D model using computer- construction of a 3D masterplane
DIFFONDERE LE RADICIMarta Fabris
Diffondere le radici
Marta Fabris 733401
Design delgi interni sez I2Politecnico di Milano_A.A.2010/2011
ELABORATO DI LAUREA21 luglio 2011
Relatore Campolunghi Alberto
MORE WITH LESS, UNA SCUOLA PER IL TERZO MONDO,PERU' - VILLAGGIO BALSAPUERTO
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ANALISIBalsapuerto 7 luogo 9 popolazione 21 abitazioni 31
problemi 33obiettivi di progetto 37
PROGETTOConcept 41scuola diffusa 42 rete insegnamenti 44rete spazi 46rete percorsi 48sostenibilità 50organizzazione 52
Indice
Progetto generaleriferimenti dal mondo 60riferimenti dalle tradizioni locali 62integrazione con gli edifici esistenti 64matrici di progetto 66 abachi di analisi 74abachi di progetto 80
Progetto laboratori e piazzelaboratori progettati da Marta Fabris 86laboratorio pittura 88 laboratorio ceramica 102laboratori tessitura 118laboratori costruzioni 142laboratorio cucina - mensa 158
laboratori progettati da Monica Dragoni 174laboratorio cestria 176laboratorio colore 178forno 180laboratorio matematica-castigliano 182laboratorio medicina 186
le piazze 188piazza cultura 192piazza natura 194
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ANALISI
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Balsapuerto
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BRASILE
ECUADOR
COLOMBIA
PERU'
regione loreto
Perù è il terzo Paese del Sud America per estensione del
territorio (dopo Brasile e Argentina), che si trova nella sua interezza in un'area tropicale. Procedendo da ovest verso est si distinguono tre regioni: la Costa, la Sierra e la Selva. La Costa è una zona arida e semidesertica, ad eccezione delle vallate dei fiumi, dove è possibile l'irrigazione. La Sierra (la regione andina) è costituita da altipiani con vette che superano spesso i 6000 metri di altezza. La Selva è formata da un vastissimo bassopiano che è attraversato da grandi fiumi (Marañón, Ucayali) che danno origine al Rio delle Amazzoni; questa regione, dal clima caldo e umido, è ricoperta da un manto di foreste impenetrabili, ed è la zona meno abitata del Perù (meno di 1 abitante per chilometro quadrato).Il Perù è suddiviso in 25 regioni alle quali va aggiunta la provincia di Lima che non appartiene a nessuna regione. Le regioni sono a loro volta suddivise in 195 province le quali sono composte da 1832 distretti.Con una popolazione di oltre 29.000.000 di abitanti secondo un calcolo dell' INEI (Istituto Nazionale di Statistica
Perù
IL e Informatica) il Perù è il quarto paese più popolato del Sudamerica.Il Perù è un paese multietnico, formato dalla combinazione di diverse etnie nell'arco degli ultimi cinque secoli. Le popolazioni indigene vissero nell'attuale territorio peruviano per vari millenni prima della conquista spagnola del XVI secolo. Successivamente, a causa delle epidemie portate dagli europei, la popolazione dimunuì drasticamente: dai 9 milioni di abitanti stimati nel 1520, ai circa 600.000 intorno al 1620. Successivamente all'indipendenza si è avuta una graduale immigrazione europea, principalmente da Italia, Spagna, Inghilterra, Germania e Francia.Lo spagnolo è la lingua più parlata, essa coesiste con altre lingue ufficiali, tra le quali le più importante sono il quechua ed il Aymara. Cifre ufficiali dell'INEI sulla situazione dell'infanzia in Perù, indicano che due terzi dei bambini tra gli 0 ed i 17 anni di età, vivono al di sotto della soglia di povertà e circa la metà dei bambini tra gli 0 e gli 11 anni, risiedono nelle zone rurali. In Perù, in termini assoluti, ci sono 4,5 milioni di bambini con un'età inferiore agli 11 anni che vivono in povertà.
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ella regione Loreto, situata nell'area amazzonica del nord-
est del Perù (al confine con l'Ecuador, la Colombia e il Brasile), si trovano 345 comunità registrate che occupano 3.293 587,77 ettari di terreno assegnati di diritto per l'uso. In questa regione sono rappresentate tutte le famiglie linguistiche del Perù, con l'eccezione delle famiglie Harakmbet e Tacana, che si trovano solo nella Regione Inca. Loreto è la regione più estesa del Perù, con 884.144 abitanti, ed ha come capitale Iquitos; la regione è divisa in 7 province che sono composte da 48 distretti.Nella provincia di Alto Amazonas, che ha come capitale Yurimaguas, si trova il distretto di Balsapuerto.
Distretto
N Balsapuerto, situato nella selva amazzonica a 220m sul ivello del mare, è il distretto più povero del Perù: qui vivono 11.000 persone (la maggior parte bambini) ma non tutta la popolazione ha la carta di identità e spesso non figura nei registri, perciò per lo stato non esiste; la popolazione vive con meno di un Sol al giorno (30 centesimi di euro), si arriva al 45% di popolazione denutrita e al 24% di analfabeta, mentre il 90% è priva dei servizi di base (acqua, luce..).Nel distretto di Balsapuerto il principale mezzo di trasporto sono le imbarcazioni e le grandi distanze tra un villaggio e l'altro costringono gli abitanti a giorni di cammino per raggiungere un altro insediamento.
DISTRETTO DI BALSAPUERTO
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b a l s a p u e r t oPerù ha circa il 54% del suo territorio coperto dall'area
Amazzonica. Quest'area è localizzata nel più grande e vasto bacino amazzonico superiore che comprende tutta la rete di fiumi che dalla foresta tropicale ad est delle Ande confluisce nel Rio delle Amazzoni fino alla foce del Rio Madeira. Si distinguono due aree da un punto di vista climatico molto differenti: quella tra la foresta e le Ande, situata a quote che vanno dai 400 ai 1000 metri, con pesanti pioggie e temperature che subiscono una grande escursione tra il giorno e la notte e la foresta tropicale nel bacino amazzonico, situata tra gli 80 ed i 400 metri sul livello del mare con temperature molto alte (dai 24 ai 40°C), un alta umidità e violenti pioggie. I dipartimenti di Loreto, San Martìn, Ucayali e Madre de Dios giacciono nel bacino amazzonico, mentre una decina di altri dipartimenti fanno parte dei territori comunque
Foresta
IL coperti dalla foresta tropicale.
In Balsapuerto ci troviamo nel cuore della foresta amazzonica peruviana, dove il Rio Ucayali si collega con il Rio Marañon per formare il Rio delle Amazzoni, il più lungo ed ampio fiume al mondo. Il Rio delle Amazzoni scorre a nord di Iquitos per poi, dopo un lungo viaggio, sfociare nell'Oceano Atlantico.La vegetazione è caratterizzata da un superstrato di alberi che raggiungono i 50m o più in altezza; sotto questo strato se ne trova un altro, con alberi alti fino a 40m, poi un altro strato fino a 30m e ancora altri livelli di circa 20m di altezza. La vasta area amazzonica offre una lussureggiante vegetazione tropicale costituita in prevalenza da mogani, cedri, caucciù, alberi di china, piante di salsapariglia e vaniglia, oltre a innumerevoli specie di fiori tropicali, ma molte specie di piante sono ancora sconosciute dalla scienza.
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al punto di vista bioclimatico vi sono due stagioni distinte: dal
mese di dicembre fino a marzo il clima è caldo e umido, con una temperatura media di 17 ° C a 20 ° C ; durante i mesi da giugno a settembre la temperatura è più alta e raggiunge i 36 ° C. Anche se il clima è caldo durante questi mesi, questo periodo dell'anno è concepito come l'inverno. Il livello di umidità media è di 84%, con forti pioggie durante tutto l'anno. Al contrario, ogni tanto si verifica un periodo di siccità con conseguente distruzione delle coltivazioni regionali.
In questa zona tutto è magia, silenzio, misticismo, una sorta di sacro e profano, misto a cultura, riti, ostentazioni, tutto
Clima
D così disordinato nello stile, configuarato e contrapposto da sontuose ville in uno spaccato di baracche.I delfini rosa sono una specie di sacralità per questi popoli, sono l'essere nell'essere, spiriti benevoli che accompagnano le imbarcazioni lungo il Rio delle Amazzoni. L'Amazzonia è ancora terra di shamani, di guide spirituali, di silenzi e rumori inquietanti, di percorsi accompagnati da pipistrelli, tapiri, giaguari, oltre 400 specie di uccelli e milioni di leggende da narrare e tramandare.Le acque sono popolate, oltre che dai delfini rosa, da quelli grigi, dai paiche edai manatí, mammifero d'acqua lungo 5 metri a rischio di estinzione.
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alsapuerto è un villaggio amazzonico peruviano, situato
Villaggio
Bsulle sponde del Rio Cachiyacu, affluente del Paranapura, dove l'ultima Cordigliera delle Ande, la più verde e con le cime spesso nascoste da nebbie perenni, cede il passo alla pianura del fiume più grande al mondo, e da lì solo foresta.Di origini antiche, è abitato da una popolazione denominata Shawi o ChayahuitaIl villaggio è raggiungibile solamente a piedi, attraverso la foresta amazzonica, o via fiume: in 10-12 ore di navigazione da Yurimaguas, centro vicino più importante. Un ponte sul fiume permette la comunicazione con gli insediamenti al di là del fiume stesso. Gli indigeni Shawi sono soliti scendere dalla parte alta del fiume, sulle loro zattere, per far baratto dei loro prodotti con pentole, cartucce, machetes... A Balsapuerto non c´é corrente elettrica, l'acqua si prende da alcuni pozzi artigianali, per bagnarsi si va al fiume.La popolazione arriva ai 2.000 abitanti e più della metà ha meno di 18 anni.Non è facile essere bambini: essendo
quasi tutte le famiglie legate a una agricoltura di sussistenza, la dura realtà quotidiana li strappa presto ai giochi e alla scuola per il lavoro dei campi; così che la loro aspirazione diventa andare in città, a Yurimaguas, a Iquitos o a Lima, nomi che li fanno sognare senza immaginare che per loro lì la vita potrà essere ancora più dura. Ed è dura anche per le donne: la gioventù finisce presto e lascia il posto a molti figli che esse devono gestire da sole, in piccole capanne di legno oscure, con cucine fumose che tolgono il fiato e fanno lacrimare gli occhi; il peso dell'acqua e dei prodotti del campo piega il loro corpo; le risorse sono poche e immensa è la fatica di tutti i giorni di pensare a come riempire il piatto dei bambini.Chi da fuori osserva Balsapuerto, a volte assolata, a volte piovosa, sente di stare come in una penisola che si protende in un immenso mare verde che quasi l' angoscia, perché non sai cosa ci può essere più in là, dietro agli alberi: il reale si confonde con l' irreale.
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nuclei aggiuntinu
cleo
orig
inar
io
fiume
alsapuerto nasce come un villaggio della foresta amazzonica,
costituito da gruppi di capanne a ridosso delle colline, ma piuttosto vicino al fiume, unica via di comunicazione, luogo di commercio e fonte primaria di sussistenza. Dal fiume, attraverso un dislivello, si raggiunge il villaggio. Come i tipici villaggi locali, le capanne sono circondate da vegetazione e collegate tra loro tramite sentieri di terra battuta. Nel tempo, ai nuclei più antichi si sono aggiunti altri, in parte per mano dei colonizzatori spagnoli, e poi in seguito per opera dei missionari.
Villaggio
B Il villaggio si è quindi ampliato (ed anche cementificato), seguendo una griglia regolare a quadrati tipica spagnola, con la creazione di tre altri grossi nuclei: quello della piazza principale, al cui centro è stata riprodotta la Cumpanamà, la pietra sacra, quello della piazza secondaria occupata principalmente da un campo da basket, e quel del campo da calcio con accanto relativa tribuna e gli edifici adibiti alla scuola secondaria. In questi tre nuclei si possono notare più edifici costruiti in cemento e lamine metalliche, adibiti a servizi pubblici, come scuole, municipio...
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Popolo Shawi
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ell'Amazzonia peruviana vivono oggi una cinquantina di popoli
indigeni, ognuno dei quali possiede un proprio linguaggio. Queste lingue sono raggruppate in più di una quindicina di famiglie linguistiche. Oltre il linguaggio, ognuno di questi popoli ha un territorio, un modo di vivere nella società, un modo di sopravvivere e modalità di interazione con l'ambiente. Tutti hanno, in ultima analisi, una filosofia individuale sulle cose, che è un patrimonio culturale unico. Differenze linguistiche e culturali non impediscono, tuttavia, che queste persone abbiano caratteristiche comuni, derivanti da fonti che condividono, l'intenso scambio culturale che mantengono e la vita che tutti condividono nell'ecosistema della foresta stessa.Alla famiglia etno-linguistica Cahuapana
Lingua
N appartengono gli Shawi e gli Shiwilu, situati principalmente nel triangolo compreso tra i fiumi Paranapura, Huallaga e la catena di colline che divide le acque dei fiumi Paranapura e Mayo. La famiglia Chauapana comprende attualmente le lingua Chayahuita e Jebero. La popolazione Shawi comunica, quindi, attraverso l'idioma Chayahuita, ma loro sono soliti identificarsi come “Shawi“ o “Kampu Piyawi“.La maggior parte dei bambini imparano la loro lingua ma spesso vengono incoraggiati dai genitori a parlare solo in spagnolo; in una comunità ci sono circa 30/40 persone che sanno leggere in Chayahuita, per questo è una lingua potenzialmente minacciata: basta considerare che esistono circa 10.000 parlanti di questo gruppo etnico dalle grandi dimensioni.
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lementi fondamentali della cultura Shawi sono l'armonia con
la natura e il concetto di proprietà collettiva della terra, che appartiene all'intera comunità e che viene coltivata secondo cicli di rotazione che evitano lo sfruttamento intensivo del suolo.Il territorio è la base della loro esistenza, il fondamento su cui gli antenati hanno sviluppato forme di vita, conoscenze e abilità. E' in questo grande spazio che essi infatti hanno acquisito la conoscenza di tutto ciò che esiste nel suolo, nelle acque sotterranee, nei fiumi, nei laghi, nei torrenti, nel cielo, e l'hanno trasmessa per via orale di generazione in generazione, così che tutto ha una spiegazione: ciò che si vede e ciò che non si vede, il materiale e lo spirituale.Di religione animista, credono nelle divinità naturali e nella sacralità di alcuni elementi come la pietra, la pioggia.., in quanto la natura è la fonte di tutte le conoscenze.
Religione
E Elemento sacro fondamentale è la gigantesca pietra (4,5 m di altezza, 14 m di larghezza e 17 m di lunghezza circa), che si trova nella foresta nei pressi di Puerto Libre, sul Río Yamorai, chiamata Cumpanamà, sulla cui superficie compaiono graffiti, risalenti a tempi diversi, prima e dopo il 1.000 d.C. ., che rappresentano animali, figure umane, spirali, gocce di pioggia.La vita di ogni membro della popolazione è segnata dai riti dei cicli di vita: nascita, pubertà, morte.,Hanno sviluppato forme di parentela spirituale in due diversi modi: uno è il rapporto che si stabilisce tra il neonato e l'adulto che è invitato a fare il taglio del cordone ombelicale alla nascita, l'altro è il rapporto che si instaura tra il bambino e l'adulto che gli dipinge il volto per la prima volta.Negli ultimi anni, con l'arrivo degli stranieri è stata introdotta la religione cattolica.
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Chayahuita basano la proprio soppravvivenza
sui frutti e sulle risorse date dalla naturaper cui diventa fondamentale l'utilizzo e la conoscenza delle a mbiente in cui vivono.I chayahuita occupano una serie di micro ambienti ecologici situati tra le sorgenti dei fiumi Sillay e Paranapura e la parte dei corsi inferiori degli stessi. I fiumi sono caratterizzati da una portata di acque relativamente bassa, che comporta limitate risorse biotiche. Di tutte le comunità della regione, il popolo Chayahuita è quello che presenta la situazione più svantaggiosa, per la sua posizione "centrale", lontano dalle sponde dei fiumi più grandi. Questo si riflette necessariamente nel modello di sussistenza, dove la pesca e la caccia
Sussistenza
I di animali di grandi dimensioni hanno un ruolo trascurabile. Man mano che si scende lungo il corso dei fiumi, la pesca diventa leggermente più significativa. Oltre alla caccia di animali di piccole dimensioni, alla pesca in certe località, alla raccolta di erbe selvatiche e frutti silvestri, al taglio del legname nella foresta, le attività produttive del popolo Chayahuita riguardano l'agricoltura (in particolare la coltivazione di yucca, mais e platani/banane), l'artigianato (in particolare di recipienti di ceramica variamente colorati e decorati, di tessuti per vestiti, ecc.) e un piccolo commercio (particolarmente nella forma del baratto con beni non disponibili sul territorio)L'utilizzo delle risorse e del baratto sono la prospettiva del popolo Shawi..
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sveglia ore 4 bagno
cacciaritorno ore 12
chiacchiere /lavori per il villaggio
agricolturaritorno ore 16-17
lavoro concentrato in lassi di tempo corto, per il resto riposo, masato
(non sempre)
sveglia ore 4 bagno masato
agricolturaritorno ore 16-17
sistemare la casa,fare legna,accendere il fuoco,cucinare
sveglia ore 4 bagno gioco in gruppi,caccia e pesca quando non vanno a scuola
sveglia ore 4 bagno aiuto in cucina, nei campi,e nelle faccende domesticherecupero acqua
pasto bagno dormireore 16-17
modo di affrontare la giornata e di vivere il tempo è molto
differente da quello occidentale.Il tempo per gli shawi è scandito dalle ore del sole, e si affida a tempi lunghi e non dipendenti dal trascorrere delle singole ore (orologio)..Per questo motivo la loro giornata inizia molto presto, verso le quattro, cinque del mattina, e perlo stesso motivo finisce altrettanto presto, infatti solitamente vanno a dormire verso le cinque, sei di sera.Le giornate trascorronoseguendo i ritmi della vita, svolgendo le attività lavorative necessarie per la loro soppravvivenza: procurarsi il cibo, cucinare, costruire attrezzi, e il resto del tempo è caratterizzato dal riposo; infatti sopratutto gli uomini, trascorrono molto tempo a chiacchierare, a bere il Masato con i propri amici e a riposarsi sdraiati sull'amaca.Come gli altri popoli dell' Amazzonia, l'ideologia Shawi associa la divisione del lavoro con l'opposizione uomini/donne, facendo corrispondere, per esempio, la caccia all'attività maschile e la cucina all'attività delle donne.
Ritmo giornaliero
IL È necessario distinguere, nella divisione del lavoro, un piano ideologico-simbolico e un piano empirico. Sul piano ideologico alcuni compiti sono contrassegnati dalla distinzione per genere (uomo/donna), mentre altri rimangono indifferenziati. Sul piano empirico, invece, succedono spesso delle eccezioni, per cui un compito assegnato all'uomo viene svolto da una donna, o viceversa. Per esempio, le coltivazioni sono tradizionalmente affidate alle donne, ma di fatto anche una gran parte del tempo degli uomini è occupata da lavori agricoli. Succede infine che compiti che quotidianamente appaiono indifferenziati diventano differenziati in contesti rituali.Con il sorgere del sole , il villaggio prende vita, le persone si risvegliano e vanno al fiume a fare il bagno mattutino per poi tornare alle loro capanne dove la moglie a preparato il masato, la giornata inizia cosi e viene scandita de tempi lunghi e indefiniti fino a quando il cielo comincia a rimbrunire , si accendono le candele e poco dopo il villaggio si spegne.Si potrebbe parlare di un luogo senza tempo, staccato dal mondo e da tutti i suoi ritmi frenetici e convulsivi.
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e abitazioni sono costruite interamente con materiali
della zona: legno e bombonaje per il tetto (foglie molto lunghe e robuste che vengono intrecciate per creare una fitta copertura impermeabile). Alcuni nativi hanno la casa separata dalla cucina, altri hanno un'unica costruzione. L'abitazione più tradizionale ha il pavimento di terra battuta, la pianta di forma ovale e due porte alle estremità; è di grandi dimensioni ed è molto simile alle capanne degli altri gruppi nativi dell' Amazzonia. Solo poche capanne però sono costruite così, essendo più frequente la casa con emponado, un sopraelevamento dal suolo che può riguardare l'intera base dell'abitazione o solo una parte e cha ha la funzione
Abitazioni
L di proteggere dall'umidità e dagli animali. L'emponado ha solitamente più lati aperti, cioè senza pareti, tranne che la zona vicina al "letto". Nelle abitazioni a terra è presente un grande tavolo, che rappresenta l'unico arredo praticamente esistente; il tavolo ha la funzione di letto per tutta la famiglia, di base su cui sedersi e riposarsi di giorno, e prendere i pasti, ecc.Queste costruzioni presentano una struttura piuttosto solida, che sembra essere un ricordo di epoche passate quando occorreva difendersi da scorribande di popolazioni nemiche.È abitudine costruire la casa nella parte alta delle colline, accanto ai terreni coltivati.
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Problemi
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GOVERNO E MULTINAZIONALI
ESPROPIAZIONE
MALNUTRIZIONE
EROSIONE CULTURALE
terreni
cultura
lingua
acqua
malattie
coltivazioni
distanza
fuga
lingua
identità Shawi e la loro stessa sopravvivenza sono oggi
minacciate dallo sfruttamento intensivo promosso dal governo e attuato con espropriazioni/depredazioni, inganni e apertura incondizionata alle multinazionali (tra le quali quelle del petrolio sono le più interessate)Balsapuerto è una delle zone più incontaminate e intatte della regione dell'Amazzonia, che meriterebbe di essere dichiarata una riserva naturale, ma che sta invece per essere distrutta dal l'estrazione del petrolio. I veri tesori di Balsapuerto sono infatti: ruscelli con acqua limpida, un gran numero di cascate d'acqua, una specie rara di liana e importanti piante contenenti alcaloidi curativi unici, oltre alla fondamentale vegetazione in generale dell'Amazzonia, la quale non è necessaria solo per la sopravvivenza della popolazione locale, ma dell'intera terra, in quanto eco- elemento in grado di mantenere l'umidità insostituibile nell'atmosfera. Tutta questa ricchezza può essere distrutta dalle depredazioni e dalle attività
Problemi
L’ delle multinazionali, minerarie, edili, idroelettriche, del legno e in particolare del petrolio. Non è difficile capire che le trivelle petrolifere finiscono per avvelenare l'acqua dei fiumi, quell'acqua che da sempre i nativi usano, senza dover prendere mai alcuna precauzione, per bere, cucinare, lavarsi. L'inquinamento dell'acqua inoltre impedisce anche il sostentamento alimentare derivante dalla pesca, e comporta alla lunga anche devastazione temuta e contrastata.
Le barriere della scolarità sono molteplici, principalmente si tratta di distanza geografica tra comunità e scuole e di scarsa pertinenza della proposta educativa. È necessario garantire risorse al collegio e creare nuovi posti-occasioni di lavoro, incentivando i membri della comunità a rimanere nei villaggi e a non abbandonarli per cercare fortuna nella capitale.L'insegnamento in catalano, e non nella lingua nativa, allontana i ragazzi dallo studio perché non capiscono e perché lo sentono "come un imposizione".
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Favorire il recupero del patrimonio culturale immateriale dei popoli dell'ammazzonia peruviana,
unicità da salvaguardiare come pa-trimonio dell'umanità
recupero lingua, tradizioni e cultura locali
riproporre le caratteristiche dei villaggi tradizionali
automantenimento e sostenibilità
Salvaguardia della foresta Amazzonica
Insegnare nuovi metodi di costruzione in base ai materilali e alle tradizioni locali
Fornire istruzione, educazione alimentare e sanitaria, avviamento ad una professione
nostro progetto pone le sue basi sulla salvaguardia
della popolazione Shawi, la cui sopravvivenza ed identità sono messe fortemente a rischio.Abbiamo scelto di intervenire tramite un sistema scolastico, che possa offrire alla popolazione la consapevolezza delle proprie origini e i supporti per imparare ad interagire, comunicare e difendersi dal mondo esterno.Gli insegnamenti della scuola raccontano la loro cultura e il loro patrimonio immateriale, facendo in modo che anche i bambini se ne riapproprino e li facciano loro. Saper intrecciare le foglie, andare a caccia, distinguere le piante velenose da quelle medicinali è alla base dello loro sopravvivenza, ma anche saper contare, contrattare, comunicare con altre popolazioni è molto importante. Per questo abbiamo progettato una scuola che fonde la cultura locale con materie a loro più estranee, ma decisive per sopravvivere ai cambiamenti. Prevediamo quindi l'insegnamento dell'educazione alimentare e sanitaria, necessarie ormai in un luogo dove fino a poco tempo fa tutto era naturale e puro, ma dove oggi le acque sono inquinate, sporcate e abbassate a causa delle estrazioni petrolifere e dei motori delle imbarcazioni.
Obiettivi
IL L'insegnamento dovrà essere fatto in due lingue, non solo cioè in castigliano, ma anche in cayapuana, in modo che i bambini possono capire ed essere stimolati ad imparare.Ci proponiamo che l'intero villaggio divenga racconto e museo di loro stessi: la natura, le capanne, l'intersecarsi dei laboratori.Vogliamo quindi creare un sistema che sia sostenibile e automantenibile, che loro stessi possano portare avanti, proteggere e ristrutturare. Ci prefiggiamo che gli stessi edifici siano fabbricati con il materiale locale, e che siano gli stessi abitanti del villaggio a costruirli, in modo che possano sentirli propri ed imparare tecniche nuove per migliorarsi.Diffondendo questo approccio culturale e difendendo questa popolazione, come le altre di questi territori, non solo si salvaguarda una popolazione che sta per scomparire, incalzata com'è da minacce e mondi da cui non è capace di difendersi, ma si irrobustisce un corpo di guardiani della foresta amazzonica, capace di opporsi alla distruzione della foresta da parte di persone e di potenze economiche che non hanno nessun interesse al futuro di questi popoli, e neanche a quello del mondo intero.
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PROGETTO
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Concept
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RETE INSEGNAMENTI
RETE PERCORSIscuola diffusa scuola sostenibile
museo diffuso
er aiutare questa popolazione a difendersi dai numerosi problemi che
stanno mettendo fortemente a rischio la sopravvivenza della stirpe, l'unico mezzo efficace è portare la conoscenza e la consapevolezza necessarie per difendersi autonomamente e, allo stesso tempo, coltivare le tradizioni come base della loro identità. Perciò i due obiettivi principali del progetto sono il difendere le radici (intese come origine e tradizione) e il diffondere le radici, per tramandare la loro cultura anche alle generazioni future.Questi motivi portano alla necessità di creare una scuola come strumento di educazione, ma non una scuola come siamo abituati ad immaginarla: una scuola diffusa.
La scuola si stacca dal modello occidentale e si integra con la realtà locale: con il nostro intervento, infatti, non vogliamo imporci o imporre una cultura e un modo di vivere che non appartengono a questi popoli, ma puntiamo ad inserirci parallelamente al loro contesto, affiancandoli in questo percorso di educazione che punta a
Scuola diffusa
P fornire loro gli strumenti e i metodi adeguati e non i contenuti, perchè questi sono già insiti nelle loro tradizioni, vanno solamente aiutati a riconoscerli e utilizzarli al meglio.
La scuola diffusa, pertanto, non si realizza attraverso un istituto ma è il villaggio stesso che offre l'opportunità di imparare: questa si crea tramite un insieme di reti intrecciate tra loro che consentono alla scuola di "diffondersi" e di creare una maglia di collegamenti che la rendono autonoma e sostenibile.L'intecciarsi di una rete di spazi, costituita dagli edifici in cui sorgeranno i diversi laboratori, e di una rete di insegnamenti, costituita dalle attività che si svolgeranno, diverse ma tutte collegate tra loro, genera una rete di percorsi che attraversano l'intero villaggio: questi sono percorsi di conoscenza ma anche percorsi esperienziali, che consentono a tutti gli abitanti e non solo agli alunni di entrare in contatto con le attività svolte e di imparare da esse, provando o anche solo osservando; si viene così a formare anche una sorta di "museo diffuso", un museo delle tradizioni del popolo Shawi.
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AGRICOLTURApiante commestibili, piantemedicinali, piante per colori, piante per costruzioni, piante per tele e tessuti, piante per cesteria
CACCIA - PESCAcattura di animalinel bosco e nei fiumi
CUCINAcorretta alimentazione,preparazione e consumo cibi
MEDICINA NATURALEcure naturali
IGIENE(acqua)
COSTRUZIONIedifici, attrezzi, barche
COSTRUZIONIintrecciofoglie e piante
CASTIGLIANOper comunicarecon l'esterno,per il commercio
MATEMATICAinseganta in duelingue (Chayapana,Castigliano)
CERAMICApreparazioneterra,formatura,cottura
COLOREE PITTURApreparazione colori (da piante)per la pitturazione della ceramica e dei tessuti
TESSITURAfilatura, preparazionee colori fili, tessitura con telai
Cultura e tradizioni Shawi
li insegnamenti offerti dalla scuo-la sono stati scelti in base alle
attività che venivano svolte tradizion-almente dagli Shawi e che, di genera-zione in generazione, sono state sempre più abbandonate e spesso quasi dimen-ticate. L'obiettivo è, infatti, quello di recuperare questi saperi e ri-insegnarli allo stesso modo in cui i loro antenati li avevano imparati dalle tradizioni origi-narie. Per questo tra le attività tro-viamo l'agricoltura, la caccia e la pesca, cesteria, medicina naturale, ceramica, preparazione del colore e pittura, tes-situra, costruzioni e cucina.
Le diverse attività sono tutte collegate tra loro e implicano la conoscenza l'una dell'altra: se non sai preparare i colori dalle erbe non potrai dipingere le cio-tole e se non sai realizzare la ceramica non avrai nemmeno le ciotole su cui dip-ingere, così come se non sai coltivare le piante commestibili o se non sai cacciare e pescare non potrai cucinare!Oltre ai collegamenti tra di loro e poichè ogni insegnamento sarà svolto nella loro lingua nativa, queste attività si colle-gano tutte alla cultura e alle tradizioni
Rete insegnamenti
G Shawi, che può essere considerata come un'altra "materia" di insegnamento data da tutte le altre, una sorta di insegna-mento latente.
Abbiamo ritenuto necessario inserire, oltre alle tradizioni, delle materie a loro "estranee" ma fondamentali per garan-tire un futuro migliore:- igiene: per insegnare le norme basilari di igiene ed evitare di contrarre malattie e infezioni per loro spesso incurabili ma facilmente prevenibili con un minimo di conoscenza; un'attenzione particolare all'acqua, vista l'abitudine di abbever-arsi e prendere l'acqua per cucinare dal fiume, oggi non più pulito ma inquinato dalle multinazionali del petrolio e quindi fonte di devastanti epidemie.- castigliano: per la comunicazione con il mondo esterno e in particolare per dare la possibilità di comprendere e dialogare con il governo e i "nemici".- matematica: fondamentale per il commercio e il baratto ma anche per lo svolgimento di qualsiasi attività, dall'agricoltura alla cucina alle costru-zioni.
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CUCINA
CULTURA SHAWI
CERAMICA
CUMPANAMA'
COSTRUZIONI
MEDICINAPIAZZANATURA
TESSITURA
CESTERIA
MATEMATICACASTIGLIANO
gni attività prevista necessita di uno spazio appropriato e specifico
per essere svolta al meglio.Abbiamo quindi deciso di creare dei veri e propri laboratori, pensati ognuno in base agli spazi e alle attrezzature nec-essarie per l'insegnamento a cui è dedi-cato.
I laboratori sono stati progettati all'interno di edifici esistenti, la mag-gior parte oggi abbandonati e in disuso o adibiti all'attuale scuola primaria e secondaria. La scelta di attribuire un determinato insegnamento ad un certo edificio non è stata casuale ma calco-lata in base alle dimensioni dell'edificio stesso, e quindi alla sua capienza, per avere gli spazi sufficienti alle attrez-zature previste e al numero di alunni, e soprattutto in base alla sua collo-cazione: abbiamo, infatti, ritenuto fon-
Rete spazi
O damentale la vicinanza fisica degli in-segnamenti strettamente collegati tra loro (come ad esempio ceramica, colore e pittura, o il forno e la mensa) e la vici-nanza ai campi o ai boschi degli inseg-namenti che si basano sulla raccolta e sull'utilizzo di piante, erbe, fiori e frutti (come medicina naturale, tessitura, ces-teria e la cucina).In questo modo, la precisa collocazione di ogni laboratorio e i collegamenti di-retti tra uno e l'altro creano la rete degli spazi, in cui si incastra perfetta-mente la rete degli insegnamenti.
Inizia così a formarsi quel tessuto, quella trama che può essere vista come le fondamenta della nostra scuola dif-fusa, la base su cui si crea un "villaggio educativo" parallelo al villaggio reale di Balsapuerto.
48 49
all'unione della rete degli spazi e della rete degli insegnamenti si
vengono a creare dei collegamenti ef-fettivi che attraversano gran parte del villaggio.Questi collegamenti portano all'identificazione di strade, di sentieri realmente percorribili negli spostamenti tra i vari laboratori, sentieri che non sono soltanto dei passaggi ma sono col-legamenti fisici ed ideologici tra gli spazi e gli insegnamenti.L'intreccio di questi sentieri forma la rete dei percorsi: questa rete è una sorta di tramite tra il "materiale" e il "culturale".
Gli abitanti del villaggio, in questo modo, attraversano (anche involontariamente) questi percorsi entrando in contatto con
Rete percorsi
D le attività della tradizione, affrontando quindi un percorso di conoscenza e di esperienza.Lo stesso vale per le persone estra-nee al villaggio che, passeggiandovi all'interno, possono osservare e venire a conoscenza di una nuova cultura e di nuove tradizioni, come in una sorta di museo: un museo diffuso.
Come in un tradizionale museo, infatti, in questi percorsi si può trovare "es-posto" il patrimonio culturale degli Shawi, che sarebbe altrimenti rimasto celato nelle capanne e nei ricordi delle persone più anziane, ma in questo caso non si tratta di sculture o opere d'arte: si tratta del loro patrimonio culturale immateriale.
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COSTRUZIONI TESSITURA
AGRICOLTURA
CESTERIA
CUCINAFORNOCOLORE
CERAMICA
CACCIAPESCA
MEDICINANATURALE
mercato
mensa
aule
telaiattrezzi barche
frutta verduraciotole
colo
ri
cont
enito
ri pe
r ra
ccol
ta
vegetazione
vegetazione
coto
ne
attr
ezzi
frutta verdura cereali
carne pesce
pentole
cott
ura
pane
frutta
verdu
ra cer
eali
stuoie
aspetto molto importante nel progetto della scuola è
l'intento quello di creare una struttura autonoma, che, una volta avviata, possa sopravvivere anche senza l'aiuto esterno. La peculiarità essenziale del nostro progetto, infatti, consiste nel rendere la popolazione del villaggio indipendente dall'esterno e riarricchita dei propri punti di forza, svincolata da materiali, muratori, denaro estranei alla propria vita, in modo che sia la sua cultura a propagarsi, e non per forza la nostra.Siamo quindi partite dal desiderio che la costruzione dei laboratori della scuola sia realizzata dagli stessi abitanti del villaggio, perché li possano sentire loro e sappiano aggiustarli. Ma questo non è sufficiente perché la scuola sia sostenibile e viva di se stessa, senza bisogno di continui finanziamenti, ecc. Abbiamo voluto creare allora una rete tra i vari laboratori presenti, in modo che ciascuno sia legato ad altri. Così, le attrezzature necessarie per svolgere l'attività di un laboratorio verranno realizzate in un altro laboratorio, proprio come nella vita di tutti i giorni in Balsapuerto, in cui per pescare devi costruirti la rete, per cucinare il pesce devi andare a raccogliere la legna,
Sostenibilità
UN per raccogliere la legna hai bisogno di distinguere la piante da frutto da quelle velenose o da quelle usate per fare i tetti, ecc. In questo modo, ad esempio, nel laboratorio di ceramica si modelleranno delle ciotole, che poi verranno colorate nel laboratorio del colore, e che poi verranno usate per mangiare nella mensa o per miscelare le erbe nel laboratorio di medicina, ecc.Prevedendo che la produzione, soprattutto col passare del tempo, diventerà molto elevata e che una certa quantità di articoli prodotti nei laboratori sarà maggiore di quanto possa servire agli altri laboratori, la sovrapproduzione potrà quindi far entrare nel mercato esterno, costituendo così anche una possibile fonte di guadagno e un'utilità per il baratto con prodotti non locali (tra cui alcuni tipi di verdure, prodotte nei territori vicini).Un altro aspetto non secondario della sostenibilità è la possibilità di usufruire di questi spazi scolastici non solo da parte dei bambini e ragazzi studenti, ma da parte di tutta la popolazione del villaggio, non solo come luogo di incontro, ma in particolare per le attività laboratoriali.
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fascia 1da 2 a 4 anni
fascia 2da 5 a 7 anni
fascia 3da 8 a 10 anni
fascia 4da 11 a 13 anni
fascia 5da 14 a 20 anni
fascia 6da 20 in sù
1a
1b
1c
1d
2a
2b
2c
2d
3a
3b
3c
3d
4a
4c
5a
5c
6a
6c
ogni "classe" è composta da 29 bambini
ogni "classe" è composta da 20 bambini
ogni "classe" è composta da 15 bambini
ogni "classe" è composta da 25 bambini
ogni "classe" è composta da 10 bambini
tutti gli abitanti del vil-laggio
nostro scopo non è quello di creare una scuola sul modello
occidentale, ma una scuola adatta al contesto in cui interveniamo.Siamo partite dal modo di organizzare la giornata degli Shawi, partendo dalla loro gestione del tempo, e da come questa si basa sul ritmo circadiano, ossia sulle ore di luce garantite dal sole.In base a questi punti di partenza abbiamo previsto che le ore di lezione si distribuiscano principalmente di mattina, e che l'attività sia la stessa per tutta la mattinata, sia perché le attività programmate sono lunghe, sia perché non volevamo introdurre, nell'alternarsi delle varie attività, il ritmo incalzante delle ore.I bambini vengono raggruppati per fasce di età, non quindi in precise classi che rimangono sempre le stesse, ma in gruppi di bambini e ragazzi che a seconda dei laboratori si riuniscono e si separano.I gruppi sono stati pensati in base al tipo di attività, che saranno diverse
Organizzazione
IL a seconda dell'età dei partecipanti e in certi casi del loro sesso, per assecondare la divisione tradizionale dei compiti affidati all'uno o all'altro sesso.Per fare in modo che ogni gruppo di bambini possa partecipare a tutti i laboratori, abbiamo pensato ad una programmazione ciclica, in modo che se anche il numero di alunni varia, almeno fino ad un certo punto, non sia necessario creare altri edifici, ma sia sufficiente riprogrammare i cicliPer avere il tempo necessario ai vari gruppi per seguire i diversi laboratori, abbiamo ipotizzato 3 cicli di 5 giorni ciascuno. Nel primo ciclo ogni gruppo di bambini svolge tutti o una parte dei laboratori; nel secondo ciclo svolge quei laboratori che prima non ha svolto o ripete gli stessi; nel terzo ciclo ogni gruppo ha un solo effettivo giorno di lezione, in orario notturno, dedicato all'osservazione del cielo e delle stelle, mentre i restanti 4 giorni sono di vacanza.
54 55
CICLO 1 CICLO 2 CICLO 1 CICLO 2 CICLO 3
giorni di scuola
giorni di vacanza
ROTAZIONE CICLI
na volta organizzata la gestione generale della scuola, cioè la
suddivisione in gruppi e l'utilizzo di cicli a rotazione, abbiamo provato a creare un calendario che permetta di incrociare le attività svolte dai vari grupppi, dando a tutti la possibilità di usufruire dei laboratori.Il calendario permette che ogni gruppo abbia a sua disposizione un laboratorio e che durante il ciclo si sposti da uno all'altro, potendo così svolgere tutte le diverse attività, senza ripetersi o rimanendo fisso su una.Questo permette di ottenere dei periodi
Cicli e orario
U di tempo in cui i laboratori sono liberi, cioè quei momenti in cui non sono utilizzati per le lezioni e che quindi sono a disposizione della popolazione del villaggio, che può usufruirne a proprio piacimento e sfruttando gli strumenti dati dalle strutture.Il calendario non è un calendario fisso, è solamente un ipotesi stilata, in quanto il sistema dei cicli che abbiamo studiato permette di poter sfruttare i laboratori anche se il numero di allievi cambia, basterà riprogrammare il calendario, senza dover intervenire con la costruzione di nuovi edifici.
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CERAMICAPITTURA
COLORE C.CESTERIATESSITURACOLORE E FILATURAMEDICINA NATURALEIGIENEMEDICINA-CASTIGLIANOCOSTRUZIONE BARCHECOSTRUZIONE ATTREZZICUCINAFORNOAGRICOLTURA
CULTURACACCIA-PESCA
CERAMICACESTERIAMEDICINA NATURALEIGIENEMATEMATICA-CASTIGLIANOCULTURA
Giorno1 Giorno2 Giorno3 Giorno4 Giorno5
3c 3d
2b 2c
4c
4a
3a 3b 3c 3d 2b3c
2a 2b 2c
3a 3b4a 5a
4c 5c
2a 2d 3a 4c 4a2a 2d 2b 2c 3b 4a 4c
4a5c 3d
3a 3b 2a 2b 2c 2d 3c 3d
5a 2c 5c 3c 3d 3a 3b2a 2b 2d
5a
2c 2d3a 3b
3a 5a 4a
5a 5c2a 2d 2b 2c
MATT
INA
POME
RIGG
IO
MATT
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POME
RIGG
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CICLI 1CERAMICAPITTURA
COLORE C.CESTERIATESSITURACOLORE E FILATURAMEDICINA NATURALEIGIENEMEDICINA-CASTIGLIANOCOSTRUZIONE BARCHECOSTRUZIONE ATTREZZICUCINAFORNOAGRICOLTURA
CULTURACACCIA-PESCA
CERAMICACESTERIAMEDICINA NATURALEIGIENEMATEMATICA-CASTIGLIANOCULTURA
Giorno1 Giorno2 Giorno3 Giorno4 Giorno5
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2a 2d 3b 3d 3c2a 2d 2b 2c 3a 3c 3d
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4a2a 2b 2d
2c 2d3a 3b
3a 5a5a 5c
2a 2d 2b 2c
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3c 3d
5c3c
CICLI 2
NATURASCIENZE
VACANZE
Giorno1 Giorno2 Giorno3 Giorno4 Giorno53a 3b3c 3d 1a 1d
SERA
CICLI 3 notturno
1b 1c 5a 5c4a 4c
2a 2b2c 2d
1a 1d1b 1c 2a 2b 2c 2c 4a 4c 5a 5c
1b 1c 2a 2b 2c 2c 3a 3b 3c 3d 4a 4c 5a 5c
1a 1d 2a 2b 2c 2c 3a 3b 3c 3d 4a 4c 5a 5c
1a 1d1b 1c 2a 2b 2c 2c 3a 3b 3c 3d
1a 1d1b 1c 3a 3b 3c 3c 4a 4c 5a 5c
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Progetto generale
60 61
Osservandoci attorno, abbiamo cercato delle strutture che
avessero delle caratteristiche in comune con gli edifici che volevamo progettare, per cui come primo aspetto abbiamo considerato il legno, in quanto è l'elemento essenziale e principale del nostro progetto.Le Case walser sono risultate un ottimo riferimento in quanto sfruttano i tronchi di legno per creare una struttura che regge solamente grazie ad incanstri, senza l'utilizzo di chiodi o altri elementi metallici. Aspetto molto interessante, in quanto permette di oltrepassare strutture di legno più semplici, in cui i tronchi sono sorretti tra loro grazie a corde e nodi; l'incastro infatti permette
Riferimenti dal mondo
IL di creaere strutture molto solide e grandi. Inoltre presenta un interessante utilizzo del legno come elementistrutturali e compositivi della facciata.Un' altra tipologia di struttura analizzata è la casa giapponese: nella quale compare come elemento principale e caratteristico il porticato perimetrale esterno, che circondatutta la casa. Il porticato è unito all'interno grazie alla continuità della pavimentazione in legno tra l'esterno e l'interno.Oltre alla possibilità di unire e separare questi due spazi grazie al l'apertura o chiusura di parete mobili.
62 63
na nostra volontà è quella di rendere lo stile degli edifici su cui
interveniamo più vicino e in relazione con quello delle capanne locali, le Malocas: tipiche capanna delle popolazioni indigene della Foresta Amazzonica Peruviana caratterizzata da pianta ovoidale, pareti chiuse con legni e tetto in Crisnejas,strutture più simili a quelle che risalgono ai primi popoli indigeni dell'Amazzonia,
Riferimenti dalle tradizioni locali
U in cui la pianta era circolare e la copertura presentava un foro centrale.Cercando di intermediare con strutture locali più recenti come la Casa con emponado, caratterizzata da uno spazio aperto davanti ad essa, "l'emponado", e generalmente sopraelevata.La parte superiore della struttura è chiusa su tre le lati, mentre uno rimane completamente aperto.
64 65
li edifici su cui interveniamo, sono edifici realizzati negli ultimi
decenni, grazie ad inteventi esterni.Sono tutti edifici pubblici, attualmente utilizzati come scuole o in disuso.Edifici costruiti interamente in cemento e mattoni, con tetto prevalentemente in lamiera.Strutture totalmente estranee per forma, materiale e colore al luogo.Per cui il nostro obiettivo è quello di rendere più fluido ed organico l'inseriemnto di questi edifici nel
Integrazione con gli edifici esistenti
G territorio, creando spazi più vivibili, maggiormente legati alla terra e all' origine della popolazione, e che permettano di essere ristrutturati dagli stessi abitanti del luogo, senza la necessità di portare in modo costoso e difficile materiali completamente estranei al luogo (bisogna infatti tenere presenti che è molto complicato trasportare via fiume e sulle imbarcazione locali materiali così pesanti e ingombranti).
66 67
ntegrando i riferimenti presi dal mondo e dalle costruzioni
tradizionali locali con gli edifici esistenti e tenendo in considerazione forme e caratteristiche presenti nella cultura Shawi, è nato il primo progetto generale dei laboratori, che sarà poi sviluppato singolarmente per ogni attività. Da questo progetto abbiamo estrapolato quattro caratteristiche fondamentali che si ripetono in ogni laboratorio e stanno alla base della forma e dei criteri di progettazione di ognuno di essi: le matrici progettuali.
Una di queste matrici è l'apertura,
Aperture
I fortemente presente in tutti gli edifici.Abbiamo deciso di sfondare le pareti, di creare facciate aperte e maggiore comunicazione con l'esterno,poichè per gli Shawi la natura è fonte di tutte le conoscenze e perchè tra natura e cultura c'è un confine sottile, che permette loro di essere a contatto; da questo si può comprendere come sia importante che gli edifici si fondano con l'esterno. Inoltre, in questo modo, riprendiamo e richiamiamo le strutture tradizionali, che generalmente sono aperte su più lati (almeno su tutto un lato); oltre a riprendere i tetti delle capanne, impermeabili e realizzati con i materiali locali.
68 69
n'altra matrice è la forma del cerchio, che richiama
la casa tradizionale, la malocas; nell’ideologia Chayahuita il cerchio è il simbolo della cultura, per questo abbiamo voluto utilizzarlo come forma base per i laboratori, che saranno i luoghi della cultura.Questa forma accoglie, abbraccia, e richiama la forma del gruppo di persone riunite attorno all’anziano che racconta: il cerchio, perciò, crea
Cerchio
U uno spazio aperto, di facile utilizzo e che favorisce la socializzazione.Scegliendo la forma circolare, rompiamo la pianta rettangolare degli edifici, e utilizziamo per evidenziare questo concetto un arredo semicircolare, che si ripete in tutti i laboratori variando leggermente la sua funzione. Facciamo in modo che questi cerchi che si intersechino con le pareti degli edifici, completandosi all' esterno con dei tendaggi.
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etrine" intese come possibilità di riconoscere e osservare anche
esternamente i laboratori: i vari edifici diventano così riconoscibili dall'esterno e comunicano la loro funzione. Il principale elemento di riconoscimento è il colore: presente tramite le tende e le parti caratteristiche dei singoli edifici, come le cappe o le cisterne per l'acqua. il colore identifica la funzione stessa dle laboratorio (ad ogni tipologia di laboratorio è
Vetrine
“ V attribuito un colore differente).Inoltre, strumenti e oggetti tipici delle attività svolte nel laboratorio sono visibili anche dall'esterno, vedi le cataste di legno nel lab. costruzioni, i fili di cotone stesi nell'emponado del lab. tessitura, le cisterne del acqua che spuntano dal tetto del lab. ceramica e colore, ecc... Si creano così delle vere e proprie "vetrine" che caratterizzano il museo diffuso.
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na caratteristica fondamentale di tutti i laboratori è l'essenzialità
degli arredi che sono flessibili e multiuso.Abbiamo cercato di riprendere il loro stile, mantenendo quel carattere di minimalismo totale, per il quale nelle loro capanne non c'è nulla se non il fuoco , il tavolo-letto e a volte l'amaca.Gli spazi che abbiamo progettato sono spazi liberi in cui vengono inseriti solamente gli elementi essenziali per svolgere l'attività (come nelle case è presente il fuoco per cucinare e il tavolo per dormire, niente altro).inseriamo però degli elementi che suggeriscono l'utilizzo dello spazio, dando
Arredo
U al fruitore degli stimoli, ma lasciandolo a lui la libertà di gestirlo e utilizzarlo a proprio modo, senza imporre un modello occidentale.Un elemento d'arredo che si ripete in tutti gli edifici è lo scaffale semicircolare presente ai lati della struttura, e che nei vari laboratori si adatta a vari bisogno, divenendo una volta tavolo, una volta scaffale, armadio, ecc..; inoltre crea un cerchio che favorisce la disposizione a gruppo durante le lezioni e l'utilizzo degli spazi.Con il suo colore e la sua forma, richiama la natura all'interno dell'edificio.
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Abachi
opo aver stabilito le caratteristiche generali per il
progetto, la ricerca si è focalizzata sulla popolazione, per cercare di progettare degli spazi che rispondano alle loro reali necessità ad esigenze, ma mai tralasciando le loro abitudini, i loro modi di vivere, le loro tradizioni. Abbiamo, quindi, svolto un'accurata analisi di tutti gli aspetti del mondo Shawi che avrebbero potuto darci delle linee guida o d'ispirazione per il progetto, sia per essere ripetuti sia per essere riproposti ad un livello più altro, con maggiore funzionalità e progettazione. Dall'osservazione delle abitazioni abbiamo ricavato una suddivisione in due tipologie principali: le case sollevate e quelle a terra. All' interno di ognuna di esse ci sono elementi sempre presenti, come la struttura portante formata da pali fissati nel terreno, dei lati chiusi da canne o da legni per proteggersi dalla pioggia e creare delle zone "private", dei lati aperti per consentire alla luce e all'aria di entrare e mantenere un contatto visivo con la natura esterna, i tetti formati da foglie di Crisnejas fittamente intrecciate e fissate su travetti di legno, l'emponado, le amache
D e i mosquitos appesi ai pali o al soffitto, il fuoco in cui si poggiano le pentole per cucinare su una base di legni o pietra, e così via. Per tutte queste caratteristiche abbiamo estrapolato delle icone, dei simboli identificativi che ci hanno permesso di classificare questi elementi e di raccoglierli in un abaco.
Lo stesso procedimento è stato segui-to per l'analisi dei gesti abituali, che abbiamo suddiviso in "modi di sedersi", fondamentalmente accovacciati, se-duti a terra o sdraiati sulle amache, "viste", considerando i diversi punti di vista e di osservazione dovuti alla va-rietà di altezze delle strutture abita-tive e di quote a cui si trovano a se-conda di dove ci si siede o di dove ci si arrampica, e "gesti quotidiani", ovvero gli atteggiamenti, i riti, i modi di fare e le attività che appartengono alla loro realtà di tutti giorni e che sono prin-cipalmente il bere il Masato, riunirsi in cerchio, chiacchierare e arrampicarsi. Abbiamo tradotto anche i ge-sti abituali in icone di progetto e li abbiamo raggruppati in abachi.Dall'unione dell'abaco delle abitazioni e di quello dei gesti abituali con i nostri
intenti progettuali, abbiamo ricavato un abaco di progetto che classifica gli elementi dei laboratori allo stesso modo in cui abbiamo classificato gli elementi della tradizione, e indica anche da quali icone e quindi da quali caratteristiche derivano e hanno tratto ispirazione.
Un esempio è la mediazione che abbia-mo praticato inserendo nelle aperture delle pareti delle tende molto leggere e semi-trasparenti che possono fungere sia da chiusura e separazione, che da apertura e comunicazione con l'esterno.
In particolare, abbiamo progettato del-le sedute specifiche, per i diversi la-boratori, che tengono conto dell'abi-tudine di stare accovacciati e a terra e ripropongono quindi questi modi di sedersi uniti ad una maggiore fun-zionalità e flessibilità nell'utilizzo.
In ogni laboratorio si potranno per-ciò ritrovare le icone progettuali di riferimento e, consultando gli aba-chi, si potrà risalire alla loro origine, cioè da dove derivano, quali aspetti della tradizione ripropongono e qua-li aspetti sono, invece, innovativi.
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Pali fissati nel terreno
Spazio per difen-dersi da animali e pioggia:-inutilizzato-utilizzato come deposito barche, pentole, fuoco ecc.
Pavimento in legno sostenuto da travetti
Lati chiusi in canne o legno per pioggia e privato
Lati aperti per luce, aria, vi-sta
Scalette scava-tenei tronchi
Tetto in cri-snejas su tra-vetti di legno
Emponado
Zona letto
Tavoli alti perappoggiare pen-tole
Amache e mosqui-to appese ai pali o al sof-fitto
Pareti diviso-rie
Fuoco con pen-tola su legni o su pietra
ABACO ABITAZIONICASE SOLLEVATE
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Pali fissati nel terreno
Pavimento in terra battuta
Lati chiusi in canne o legno per pioggia e privato
Lati aperti per luce, aria, vi-sta
Scalette sca-vate nei tron-chi (interni)
Tetto in cri-snejas su tra-vetti di legno
Amache e mosquito appese ai pali o al soffitto
Tavolo/letto in legno per dormi-re, proteggersi da animali, pioggia, fango, per seder-si, per appoggia-re pentole e altri oggetti
Panca "chiude" casa, rialzata per isolare
Mensole
Fuoco con pentola su legni o su pie-tra
CASE A TERRA
ABACO ABITAZIONI
78
Accovacciato/in ginocchio
Accovacciato su sgabellino in legno
Seduto su panca
Seduto a gambe incrociate
Seduto a gambe distese
Seduto a gambe penzoloni
Seduto sull'ama-ca
Sdraiato sull'amaca
Bere il masato
Riunirsi in cerchio
Chiacchiere
Arrampicarsi
MODI DI SEDERSI
ABACO GESTI ABITUALI
GESTI QUOTIDIANI
79
1,60
m
Omino standard di riferimento
Seduti a terra
Seduti su tavoli
Seduti su palafitte
In piedi
In piedi su pala-fitte
Su alberi
VISTE
80
Scaffali
Passerelle
Fuoco su base con cappa
Tende
Porticato
ABACO DI PROGETTO
81
Seduta totem
Seduta componibile
Cuscini
Teli multiuso
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legno intonaco muri esterni
intonaco muriinterni
Lab. matematica castigliano
Lab.medicina
Azzurro: ri-chiama il co-lore del fiu-me, unica via di comunica-zione con gli altri popoli e gli altri vil-laggi, luogo del "merca-to"
Giallo: nel-la tradizio-ne Shawi è il colore asso-ciato alla fe-sta e quindi ai momenti di condivisione
Viola: colo-re usato dal "brucho", lo s t r e g o n e , per dipin-gersi quan-do effettua i riti di gua-rigione
S 3005-Y50R
S 1040-R50BS 0530-B S 0520-Y
S 0505-Y S 0502-Y
S 0570-Y S 1060-R
S 0570-Y S 0550-Y20R S 0570-Y30R S 0530-Y40R S 0520-Y7
Lab.pratici Piazza Natura
Rosso: nella tradizione Shawi è il colore associato allacerimonia del masato in cui la donna serve la be-vanda alla comunità, indos-sando la "pampanilla" rossa
Colore pittura Ceramica Costruzioni Cesteria Tessitura
ABACO COLORICODICE CROMATICO
Cucina MensaForno
er tutti gli elementi dei laboratori i materiali mantengono i loro
colori naturali e per gli intonaci interni ed esterni delle pareti abbiamo scelto delle tonalità del beige che possano unformarsi con i colori della natura e non contrastare con essi.Soltanto le tende e alcuni elementi caratteristici di ogni laboratorio assumono una colorazione specifica: l'intento è, infatti, quello di creare un vero e proprio codice cromatico, per cui ogni laboratorio ha il suo specifico colore di riferimento che permette di riconoscerlo e capire quale attività si svolge al suo interno senza necessariamente entrare.La scelta di attribuire un certo colore ad un determinato laboratorio non è casuale, ma richiama l'utilizzo dei colori nelle diverse attività della tradizione e rimanda ad aspetti
Colori
P del loro background culturale.Abbiamo quindi scelto di assegnare l'azzurro ai laboratori di matematica e castigliano poichè richiama il colore del fiume che è l'unica via di comunicazione con gli altri popoli e con gli altri villaggi ed è il luogo del mercato; il giallo per la cucina, la mensa e il forno poichè nella tradizione Shawi è il colore delle "pampanilla" indossate in occasione delle feste ed è quindi associato ai momenti di condivisione; il viola per il laboratorio di medicina poichè è il colore con cui il "brucho", lo stregone, si dipingeva quando effettuava i riti sacri di guarigione utilizzando erbe e piante come medicinali; il rosso per la piazza natura piochè è il colore associato alla cerimonia del Masato in cui la donna serviva la bevanda alla comunità indossando una "pampanilla" rossa.
84 85
ABACO MATERIALICODICE CROMATICO
Legno CementoIntonacoTerroso
CeramicaPietra
Crisnejas
Stuoia Tessuto
ella scelta dei materiali da utilizzare per la realizzazione
dei laboratori non abbiamo voluto inserire nessun materiale "importato" proveniente dall' esterno e non appartenente alle loro conoscenze, ma soltanto materiali locali.Questo per diversi motivi, primo fra tutti il costo: la realizzazione di questa scuola deve essere quasi a costo zero e per ottenere ciò è necessario sfruttare le risorse che offre il territorio e la manodopera locale.Bisogna quindi utilizzare materiali e strumenti che la popolazione conosce, che è in grado di lavorare e utilizzare, e che siano facilmente reperibili per eventuali riparazioni. E' infatti, necessario che la scuola e i laboratori si mantengano nel futuro e l'unico modo per ottenere ciò è fornire alla popolazione gli strumenti e le competenze necessarie per poterla gestire, riparare e mantenere autonomamente, senza dover richiedere interventi esterni e quindi senza alcun costo supplementare.
I laboratori, inoltre, non devono provocare alcun impatto ambientale, nè
Materiali
N dal punto di vista dell'inquinamento nè da quello visivo: non vogliamo di certo creare degli eco-mostri nel verde della foresta amazzonica, ma vogliamo creare degli edifici che si integrino perfettamente con il contesto ambientale e culturale in cui si inseriscono, come se dovessero sembrare costruzioni autoctone senza alcun intervento esterno.
Tra i materiali ritroviamo, perciò, il legno, presente in grandissime quantità e che i locali sanno già abilmente utilizzare, il cemento già presente negli edifici in cui interveniamo che vogliamo però "mimetizzare" e rendere meno "occidentale" ricoprendolo con un intonaco terroso nelle tonalità naturali del beige, la ceramica, di cui gli Shawi sono esperti conoscitori e abilissimi formatori, la pietra, elemento sacro per loro, la Crisnejas, pianta da cui ricavano le foglie che vengono intrecciate per creare le coperture delle capanne, la stuoia, che sfrutta proprio le abilità di intreccio delle piante, e i tessuti, altro materiale realizzato da questa popolazione con enorme maestria, fin dai tempi più antichi.
85
Laboratori e piazze
86 87
Progetti laboratori
Laboratorio cucina - mensa
Laboratorio pittura
Laboratorio ceramica
Laboratorio tessitura
Laboratorio costruzioni
88 89
el laboratorio di pitturavengono colorati le ceramiche,
i tessuti e le tele ottenute dalla lavorazione della corteccia.I colori utilizzati sono quelli precedentemente prodotti nel lab.colore, e sono ottenuti dalla lavorazione di erbe e terre varie.Ogni diverso gruppo indigeno ha un differnte modo di pitturare: c'è il popolo che crea disegni molto sottili e articolati prediligendo i colori del terreno, (sfumature di marrone), e c'è il polpolo che crea forme morbide e piene scegliendo colori forti come il giallo e il bianco.Per quello che abbiamo poturo verificare gli Shawi dipingono le loro ciotole con colori pieni e accostando più sfumature di colore.Le forme geometriche vengono disegnate con piume sull'argilla bianca, marrone e
Laboratorio pittura
N gialla che diventa rossa quando si cuoce. Il carbone viene mescolato all'argilla per la decorazione. Per il resto siutilizzano per dipingere la mani o si aiutano con delle palette.E' possibile ricoprire la cermica cotta e ormai fredda con la leche caspi, una resina, che lo impermeabilizza e lo rende lucido.Per questi motivi ho pensato ad uno spazio molto aperto, in cui i diversi prodotti da colorare, ciotole grandi e piccole, tessuti e piccoli stoffe possano essere disposte su dei piani o sul pavimento a seconda della grandezza e dell' altezza e in modo che ci si possa girare attorno.Per questo motivo ho ipotezzito dei tavoli-piani di lavoro che si possano togliere e mettere e che siano disponibili a diverse altezze e grandezze, tenendo anche presente le diverse età dei fruitori.
90 91
STATO DI FATTO
superficie: 160 mlati: 20m, 8m
92 93
Nel lab.pittura vengono colorate le ciotole prodotte in lab. ceramica, e i tessuti prodotti in lab.tessitu-ra, per colorarli vengono utilizza-ti i colori prodotti nel lab.colore.
Localizzazione e collegamen-to non diretto con ciò che gli è prossimo, ma collegamento con gli elementi, i luoghi, i laboratori che si legano a lui per funzione.
FUNZIONI E COLLEGAMENTI
raccolta acqua piovana
l a v o r a z i o n e creta
preparaz ione creta
94 95
ELEMENTI TRADIZIONALI DI RIFERIMENTO E RIELABORAZIONE NELLA PROGETTAZIONE
Riunirsi in cerchio
GESTI QUOTIDIANI
Accovacciato/in ginocchio
Accovacciato su sgabellino in legno
Seduto su panca
Seduto a gambe incrociate
Seduto a gambe distese
MODI DI SEDERSI
1,60
m
Omino standard di riferimento
Seduti a terra
Seduti su tavoli
In piedi
VISTE
Seduti su tavoli
S 0570-Y colore distintivo del lab.pittura
COLORE
MATERIALI
96 97
Spazio multiuso
Zona libera che permetta un uso flessibile dello spazio, garan-tendo una liberta nella gestione di questo, senza imposizioni, ma solo suggerimenti
Contenitori
Destinati alla conservazioni dei materiali primi per l'attività (co-lori e ciotole) e per i manufatti in corso di lavorazione
Emponado
spazio libero che circonda l'inte-ro edificio, creando un filtro tra esterno ed interno e creando tra questi una via di comunicazione
ATTIVITA' E FUNZIONI
98 99
SPAZIO MULTIUSO
con pochi elementi, componibili e smontabili, è oppibile ottenere tavolii, tavolini, sgabelli...
OBIETTIVI:- spazio flessibile- spazio per sedersi e lavorare, ma che non sia fisso.- spazio che come i loro ambienti sia privo di arredi, se non dei po-chi elementi essenziali per svol-gere l'attività- possibilità di sedersi in ginoc-chiandosi, con gambe distese, ac-covacciati...
100 101
102 103
el laboratorio di ceramica, vienelavorata la terra per la produzione
della creta con cui verranno poi plasmate ciotole, contenitori, ecc..Tradizionalmente viene usatala terra che viene impastata manualmente con l'acqua.Per realizzare le ciotole e i manufatti di ceramica non viene utilizzato il tornio. Le donne lavorano l'argilla (mischiata a polvere di legna bruciata per rendere più solido l'impasto) a colombini che vengono disposti a comporre la forma desiderata; successivamente, con uno strumento sottile e piano (generalmente
Laboratorio ceramica
N un frammento di conchiglia o di pietra), il lavoro viene lisciato e quindi cotto in una fogata di legna di yanabara.Le forme utilizzate nella selva sono essenzialmente tre:-la mocahua, una tazza piccola che si usa per servire il masato ( la bevanda ricavata dalla fermentazione della yuca).-la callana, un piatto grande dove vengono serviti yuca, platano, banana cotta e carne.-la tinaja, un' anfora con la bocca larga per conservare il masato, la chicha (bevanda ricavata dalla fermentazione del mais) e l'acqua.
104 105
STATO DI FATTO
superficie: 128mqlati: 16m, 8m
106 107
FUNZIONI E COLLEGAMENTI
la creta con la terra raccolta nei territori vicino.I prodotti realizza-ti sono inseguito cotti nel focola-re e successivamnete colorati nel lab.pittura, per poi essere usati o venduti nel commercio via fiume.
Localizzazione e collegamen-to non diretto con ciò che gli è prossimo, ma collegamento con gli elementi, i luoghi, i laboratori che si legano a lui per funzione.Nel lab.ceramica viene prodotta
raccolta acqua piovana
l a v o r a z i o n e creta
preparaz ione creta
108 109
ELEMENTI TRADIZIONALI DI RIFERIMENTO E RIELABORAZIONE NELLA PROGETTAZIONE
Riunirsi in cerchio
GESTI QUOTIDIANI
Accovacciato/in ginocchio
Accovacciato su sgabellino in legno
Seduto su panca
Seduto a gambe incrociate
Seduto a gambe distese
MODI DI SEDERSI
1,60
m
Omino standard di riferimento
Seduti a terra
Seduti su tavoli
In piedi
VISTE
Seduti su tavoli
S 0550 - Y20R colore distintivo del lab.ceramica
COLORE
MATERIALI
110 111
Spazio multiuso
Spazio flessibile e adattabile alle diverse esigenze, che garantisce libertà nella sua gestione, senza imposizioni, ma solo suggerimenti. Spazio libero organizzabile gra-zie a dei tavoli-sgabelli combina-bili.
Cisterna acqua Raccolta dell'acqua piovana, usa-ta direttamente nel laboratorio
Vasche decantazione argilla
Adibite alla lavorazione del-la terra, per ottenere la creta utilizzata per la realizzazione di ciotole e pentole
Contenitori
Emponado
Spazio libero che circonda l'inte-ro edificio, creando un filtro tra esterno ed interno e creando tra questi una via di comunicazio-ne. Impedisce che la pioggia entri dalle aperture
Scaffali destinati alla conserva-zioni dei materiali necessari per l'attività (creta, terra, strumenti vari) e per i manufatti in corso di lavorazione
ATTIVITA' E FUNZIONI
112 113
SPAZIO MULTIUSO
con pochi elementi, componibili e smontabili, è possibiile ottenere tavoli, tavolini, sgabelli...
OBIETTIVO- spazio flessibile- spazio per sedersi e lavorare, ma che non sia fisso.- spazio che come i loro ambienti sia privo di arredi, se non dei pochi elementi essenziali per svolgere l'attività- possibilità di sedersi in ginocchiandosi, con gambe distese, accovacciati...
114 115
VASCHE DECANTAZIONE ARGILLA
Le vasche per la decantazione dell'argilla, permettono di amalgamare la terra con l'acqua, lasciandole riposare per il tempo necessario.La miscela si separa dalle impurità e defluisce da una vasca all'altra tramite dei canali, fino ad arrivare alla situazione definitiva
ACQUA
Cisterna per l'acqua piovana.L'acqua viene raccolta nella cisterna, quando questa è piena defluisce grazie ad un canale.L'utilizzo dell'acqua può essere regolato da un rubenetto "artiggianale" che permette di bloccare l'uscita dell'acqua
116 117
118 119
el laboratorio tessitura vengono prodotti i tessuti, partendo dalla
fase della lavorazione del cotone naturale, il quale viene lavato e poi filato. Una volta ottenuti i fili di cotone,si passa alla colorazione di questi, tramite immersione in grnade vasche di acqua colorata.I fili vengono stesi ad asciugare e poi avvolti in gomitoli.la tessitura vera e proprio, è un attività caratteristica del perù, che prevede l'utilizzo di telai fatti manualmente e privi di una grossa struttura, sono infatti costiutiti dai sonli legni a cui vengono elgati i fili che ciostituiscono la base del telaio, in quale durante la tessitura viene appeso ad un palo.Gli oggetti classici realizzati tessendo sono essenzialmente due:
Laboratorio tessitura
N -la pampanilla: gonna utilizzata dalle donne-la pretina, fascia per portare oggetti, impiegata da donne e uomini in diverse parti del corpo.Terminato il tessuto, lo si può tinge con colori di differenti piante:-giallo: guisador con limone-rosso: foglia di yanaponga-nero: la stessa pianta, corteccia di yanabara, creta nera.I tessuti vengono poi decorati utilizzando legnetti sottili o ossa fini di animali.Al bordo inferiore della gonna si mette una sorta di piccola frangia multicolore che viene realizzata con quattro coppie di fili da una donna utilizzando mani e piedi, mentre un'altra donna inserisce piccoli anelli colorati di lana.
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STATO DI FATTO
superficie: 256mqsuperficie: 192mq
122 123
FUNZIONI E COLLEGAMENTI
Nel lab.tessitura si lavora il cotone raccolto nei campi, lo si lavora e poi si colora con i pigmenti prepa-rati nel lab.colore. Una volta cre-ati i tessuti, si possono dipingere.
Localizzazione e collegamen-to non diretto con ciò che gli è prossimo, ma collegamento con gli elementi, i luoghi, i laboratori che si legano a lui per funzione.
colorazione cotone
tessiturapreparaz ione e co l o raz i one
cotone
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ELEMENTI TRADIZIONALI DI RIFERIMENTO E RIELABORAZIONE NELLA PROGETTAZIONE
Riunirsi in cerchio
GESTI QUOTIDIANI
Accovacciato/in ginocchio
Accovacciato su sgabellino in legno
Seduto su panca
Seduto a gambe incrociate
Seduto a gambe distese
MODI DI SEDERSI1,
60 m
Omino standard di riferimento
Seduti a terra
Seduti su tavoli
In piedi
VISTE
Seduti su tavoli
S 0550 - Y7colore distintivo del lab.ceramica
COLORE
MATERIALI
126 127
Spazio multiuso
Spazio funzionale 2Destinato all' sciugatura dei fili di cotone, una volta filati e co-lorati
Spazio funzionale 1
Spazio adibito alla colorazione dei fili di cotone
Contenitori
Emponado
Spazio flessibile e adattabile alle diverse esigenze, che garantisce libertà nella sua gestione, senza imposizioni, ma solo suggerimenti.
Spazio libero che circonda l'inte-ro edificio, creando un filtro tra esterno ed interno e creando tra questi una via di comunicazio-ne. Impedisce che la pioggia entri dalle aperture
Scaffali destinati alla conserva-zioni dei materiali necessari per l'attività (fili, pigmenti, strumen-ti) e per i manufatti in corso di lavorazione
ATTIVITA' E FUNZIONI
128 129
SPAZIO MULTIUSO
OBIETTIVO::- spazio flessibile- spazio che come i loro ambienti sia privo di arredi, se non dei pochi elementi essenziali per svolgere l'attività- spazio per sedersi e lavorare,- possibilità di sedersi in ginocchiandosi, con gambe distese, accovacciati...
130 131
ASCIUGATURA FILI
asciugaturafili
I fili appesi per asciugare diventano parte distintiva del laboratorio, attribuendogli un carattere personale.La rastrelliera diventa vetrina del laboratorio.
VASCHE COLORAZIONE COTONE E ASCIUGATURA
Le vasche di ceramica, prodotte dalla stessa scuola in altri laboratori, vengono utilizzate per mettere in ammollo i fili di cotone per la loro colorazione.
132 133
134 135
ELEMENTI TRADIZIONALI DI RIFERIMENTO E RIELABORAZIONE NELLA PROGETTAZIONE
Riunirsi in cerchio
GESTI QUOTIDIANI
Accovacciato/in ginocchio
Accovacciato su sgabellino in legno
Seduto su panca
Seduto a gambe incrociate
Seduto a gambe distese
MODI DI SEDERSI1,
60 m
Omino standard di riferimento
Seduti a terra
Seduti su tavoli
In piedi
VISTE
Seduti su tavoli
S 0550 - Y7colore distintivo del lab.ceramica
COLORE
MATERIALI
136 137
Spazio multiuso
Contenitori
Emponado
Spazio flessibile e adattabile alle diverse esigenze, che garantisce libertà nella sua gestione, sen-za imposizioni, ma solo suggeri-menti> le stuoie circolari e i pali centrali
Spazio libero che circonda l'inte-ro edificio, creando un filtro tra esterno ed interno e creando tra questi una via di comunicazio-ne. Impedisce che la pioggia entri dalle aperture
Scaffali destinati alla conserva-zioni dei materiali necessari per l'attività (fili, matasse, telai) e per i manufatti in corso di lavo-razione
ATTIVITA' E FUNZIONI
138 139
SPAZIO MULTIUSO
Spazio flessibile e adattabile alle diverse esigenze, che garantisce libertà nella sua gestione, senza imposizioni, ma solo suggerimenti.Gli unici elementi presenti sono le stuoi circolari e dei pali di legno al centro di queste.Elementi che suggeriscono la disposizione a gruppo durante
l'attività, che permette ai tessitori di relazionarsi metre lavorano e di non disporsi in fila come in una fabbrica.Lo spazio di lavoro si estende all'esterno, nel portico. Spazio in cui si può tessere, ma anche preparare le matasse di filo, con l'aiuto di bastoni infilabili nel terreno.
140 141
142 143
el laboratorio costruzioni ven-gono realizzati gli strumen-
ti utili per altri laboratori , si par-tecipa alla costruzione di capanne e strutture pe ril villaggio, oltre alla realizzazione delle imbarcazioni.in questa disciplina è fondamenta-le la conoscenza del legno, mate-ria prima e praticamente unica per la realizzazione di molti strumenti.é quindi importante riconoscere le qua-
Laboratorio costruzioni
N lità e le caratteristiche del materiale per poterlo sfruttare pienamente, ad esempio la cataua è un legno fine che si utilizza per canoe e barche, la sua resina è molto forte, una sola goc-cia a contatto con la pelle può essere dannosa, il Peresosos si usa special-mente per i trasporti perchè la cor-teccia è liscia e permette lo scivo-lamento anche di una barca pesante.
144 145
STATO DI FATTO
superficie: 32mqsuperficie: 96mq
146 147
FUNZIONI E COLLEGAMENTI
Nel lab.costruzioni si creano artefat-ti, strumenti e barche, prevalente-mente con il legno che viene raccolto nella foresta. Alcuni prodotti vengono rifiniti e completati nel lab.cesteria.
Localizzazione e collegamen-to non diretto con ciò che gli è prossimo, ma collegamento con gli elementi, i luoghi, i laboratori che si legano a lui per funzione.
lavorazioneprodotti
legnotagliare
148 149
ELEMENTI TRADIZIONALI DI RIFERIMENTO E RIELABORAZIONE NELLA PROGETTAZIONE
Riunirsi in cerchio
GESTI QUOTIDIANI
Accovacciato/in ginocchio
Seduto su panca
Seduto a gambe incrociate
Seduto a gambe distese
MODI DI SEDERSI1,
60 m
Omino standard di riferimento
Seduti a terra
Seduti su tavoli
In piedi
VISTE
S 0570-Y30Rcolore distintivo del lab.ceramica
COLORE
MATERIALI
150 151
Spazio multiuso
Contenitori
Emponado
Spazio flessibile e adattabile alle diverse esigenze, che garantisce libertà nella sua gestione, senza imposizioni, ma solo suggerimenti.Spazio libero organizzabile gra-zie a dei tavoli-tavolini combina-bili.
Spazio libero che circonda l'inte-ro edificio, creando un filtro tra esterno ed interno e creando tra questi una via di comunicazio-ne. Impedisce che la pioggia entri dalle aperture
Scaffali destinati alla conserva-zioni dei materiali necessari per l'attività (legni, corde, strumenti) e per i manufatti in corso di la-vorazione
ATTIVITA' E FUNZIONI
152 153
SPAZIO MULTIUSO
154 155
156 157
158 159
utto ciò che mangiano viene raccolto, cacciato, pescato
dalle loro mani, o barattato con altri popoli in cambio di altra verdure o frutte non presenti nei loro terreni.I pasti sono solitamente costituiti dal riso , accompagnato dal platano cotto o da altre verdure, la carne viene mangiata meno sovente.Tutto viene cotto direttamente sul fuoco, che si trovo solitamente nello spazio sotto alla casa, nel caso di strutture con emponado, e direttamnte in casa nel caso delle Malocas, e tipica infatti la descrizioni di queste abitazioni come piene e avvolta dal fumo del fuoco.
Laboratorio cucina - mensa
T
160 161
STATO DI FATTO
superficie: 64mqsuperficie: 240mq
162 163
FUNZIONI E COLLEGAMENTI
Nel lab.cucina vengono usa-ti i prodotti naturali dei cam-pi coltivati e dei boschi, la car-ne e il pesce dei fiumi, oltre al pane prodotto nel forno.
Localizzazione e collegamen-to non diretto con ciò che gli è prossimo, ma collegamento con gli elementi, i luoghi, i laboratori che si legano a lui per funzione.
imparare a cucinare
fuoco, acquamangiare
164 165
ELEMENTI TRADIZIONALI DI RIFERIMENTO E RIELABORAZIONE NELLA PROGETTAZIONE
Riunirsi in cerchio
GESTI QUOTIDIANI
Accovacciato/in ginocchio
Accovacciato su sgabellino in legno
Seduto su panca
Seduto a gambe incrociate
Seduto a gambe distese
MODI DI SEDERSI
1,60
m
Omino standard di riferimento
Seduti a terra
Seduti su tavoli
In piedi
VISTE
In piedi su tavoli
S 0520-Ycolore distintivo del lab.cucina
COLORE
MATERIALI
166 167
Spazio multiuso
Serbatoio acqua
Fonte interna dell'acqua (fil-traggio acqua piovana e del fiu-me)
Spazio per lezioni cucina
Spazio con tavoli per cucinare, leggermente curvati in modo da faciltare la comunicazione duran-te le lezioni
Contenitori/ripiani
Emponado
Fuoco
Spazio per la cottura del cibo, realizzato aggiungendo una so-letta di pietra (in modo da rende-re più sicuro il luogo e la cappa, per impedire la dispersione del fumo in tutto l'ambiente
Spazio multiuso
Scaffali che contengono le ciotole utile per mangiare (ogni studen-te ne può usufruire facilmente).Contenitori che svolgono simul-taneamente la funzione di separè tra zona cucina e zona mensa
Spazio flessibile e adattabile alle diverse esigenze, che garantisce libertà nella sua gestione, senza imposizioni, ma solo suggerimenti.Privo di qualsaisi elemento di ar-redo è il semplice paviemtno che innalzandosi a livelli diversi crea dei possibili appoggi, tavoli, se-dute..
Spazio libero che circonda l'inte-ro edificio, creando un filtro tra esterno ed interno e creando tra questi una via di comunicazio-ne. Impedisce che la pioggia entri dalle aperture
Scaffali destinati alla conserva-zioni dei materiali necessari per l'attività (cibi, pentole, ciotole, legno per il fuoco)
ATTIVITA' E FUNZIONI
168 169
SPAZIO MULTIUSO
OBIETTIVI- spazio flessibile- spazio per sedersi e mangiare, ma che non sia fisso, che come i loro ambienti sia privo di arredi, se non dei pochi elementi essen-ziali- possibilità di sedersi in ginoc-chiandosi, con gambe distese, ac-covacciati...
170 171
OBIETTIVI- ridurre al minimo gli arredi pre-senti- non introdurre il concetto occi-dentale di armadio-utilizzare gli strumenti, le ri-sorse, e gli elementi locali
FUNZIONE CONTENITORECAPPA PER IL FOCOLARE
172 173
174 175
Progetti laboratoriapprofonditi da Monica Dragoni
Laboratorio cesteria
Laboratorio colore
Forno
Laboratorio medicina
Laboratorio castigliano-matematica
176 177
Spazio multiuso
Contenitori
Spazio per lezioni cucina
Funzione dispensa
Emponado
Laboratorio cesteriadi Monica Dragoni
178 179
Spazio multiuso
Contenitori
Piani di lavoro
Fuoco
Acqua
Laboratorio coloredi Monica Dragoni
Emponado
Attività 2
cesti
sgabelli
180 181
Spazio multiuso
Contenitori
Piani di lavoro
Forno
Acqua
Fornodi Monica Dragoni
Emponado
cesti
sgabelli
182 183
Spazio multiuso
Contenitori
seduta/tavolo
Laboratorio matematicadi Monica Dragoni
Emponado
cesti
sgabelli
184 185
Spazio multiuso
Contenitori
seduta/tavolo
Laboratorio castiglianodi Monica Dragoni
Emponado
186 187
attivita'
Contenitori
Piani di lavoro
Fuoco
Acqua
Laboratorio medicinadi Monica Dragoni
Emponado
attivita'
cesti
sgabelli
188 189
Progetti piazze
Piazza cultura
Piazza natura
190 191
e piazze nascono dalla volontà di riproporre gli spazi
pubblici presenti tradizionalmente nella cultura Shawi, ma che attualmente si stanno perdendo.Gli abitanti continuano ad incontrarsi, per trascorrere del tempo insieme, chiacchierare e bere il Masato, ma non c'è più un luogo fisico, uno spazio per tutta la comunità.Abbiamo quindi ripreso il concetto base della loro casa pubblica: capanna aperta generalmente costiutita dalla solo tettoia e da delle panche per sedersi.Abbiamo sviluppano due diverse tipologie di piazza.La piazza cultura riprende la struttura tipica della casa della festa, capanna dalla pianta ovale, con ai due estremi opposti due porte, molto importanti per lo svolgimento dei rituali cerimoniali. All'interno lo spazio è suddiviso in tre parti, la zona per gli uomini, la zona per i bambini e la zona centrale per ballare; i balli rituali sono solitamente balli di gruppo che si svolgono muovendosi circolarmente.Per questo la nostra piazza presenta una zona centrale molto ampia e con forma circolare, al cui centro è posto un grande tamburo, in modo che la musica diventi il vero fulcro degli incontri.Lo spazio attorno al cerchio centrale si innalza, creando degli scalini
Piazze
L utilizzabili come panche; la copertura si apre agli estremi, facendo penetrare la luce e richiamando le due porte della pigtapuei (casa della festa) .Tutto attorno alla piazza si sviluppa la vegetazione, come richiamo alla concenzione concentrica per cui la cultura è al centro e tutto intorno c'è natura.La piazza natura è realizzata per i momenti di relax, e potendo attribuire come maggior simbolo di questa "attività" il Masato, abbiamo deciso di porre al centro della piazza il focolorare, su cui si possa appunto prepare la bevanda. Lo spazio della piazza si divide tra esterno ed interno; l'interno è uno spazio libero in cui dei grandi teli colorati fungono da separè, in modo da poter creare dei piccoli gruppi e un proprio spazio famigliare , ma funzionano anche da tappeti e da amache. Sui lati della struttura sono presenti degli scaffali in cui vengo no riposte le ciotole per bere il Masato e i cuscini per sedersi.Lo spazio esterno permette di sostare all'aperto sotto un'albero e magari sull'amaca, ma l'elemento che caratterizza maggiormente questa piazza è la possibilità di utilizzare "il tetto" della struttura coperta per salire in alto ed avere un punto di vista privilegiato per l'osservazione della natura e del cielo con le sue stelle.
192 193
Piazza cultura
194 195
Piazza natura
196 197
AMACHE/ SEPARE'
198 199
com/2007/02/es-injusta-la-educacin-en-loreto-loreto.html-http://www.panoramio.com/pho-to/5536935-http://www.coica.org.ec/sp/aia.html
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- Henry Lister Maw (1829), Diario di un passaggio dal Pacifico all'Atlantico: at-traversando le Ande nelle province del nord del Perù, e scendendo il fiume Ma-rañon o Amazon, J. Murray
- G. C. Marras (2008) Intrecci di culture. Marginalità ed egemonia in America La-tina e Mediterraneo, Meltemi Editore srl
- Lorenzo Hervás (1784) Catalogo delle lingue conosciute e notizia della loro af-finità, e diversità, Per Gregorio Biasini all' Insegna di Pallade,
MATERIALE FOTOGRAFICOfotografie messe a disposizione da Licio De Clara, partecipante al progetto "tre popoli un unico pan" del FVG
Bibliografia
SITI
Politica-problemi- http://www.svibrescia.it/svi/cms-page-with-articles.htm?cmsPageId=ProjectsPeruInfoPolitica- http://www.giorgiobongiovanni.it/in-dex.php/politica-mondiale/3607-peru-non-dimentica.html- http://elcomercio.pe/peru/341889/noticia-shawis-etnia-que-se-recupe-ra-si-misma- http://quieteaccesa.altervista.org/
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200