speciale giganti di monte 'e prama

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  • 8/12/2019 Speciale Giganti di Monte 'e Prama

    1/8

    Il ritorno dei

    Giganti

    VENERDI

    21 MARZO

    2014

    LA STORIA

    Il contadinoche ritrov il tesoro

    IL MUSEO

    Per il Sinisuna giornata storica

    DOPPIA MOSTRA

    Domani le statuea Cabras e a Cagliari

    APAGINA27

    APAGINA29

    APAGINA26

    ALLINTERNO

  • 8/12/2019 Speciale Giganti di Monte 'e Prama

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    Ilbracciodiuno degli Arcieririnvenutia MontePrama.Adestra,unodeiPugilatori

    diWalterPorcedda

    CAGLIARI

    I Giganti tornano tra la gente.La loro. Quelladi Cabras,quel-la di Cagliari. Della Sardegna.Domani, quaranta anni dopola loro fortunosa scoperta sa-ranno l di nuovo davanti agliocchi dei Sardi che cercheran-no, scrutando quelle formemaestose e affascinanti di im-maginare il proprio passato ecapirne meglio la storia. Fieridi essere qui. Domattina neglispazi del Museo Archeologiconazionale, al pomeriggio traquelledel Civico museo cabra-rese. E forse proprio qui sta ilsenso pervolarepi alto, supe-randole polemicheche infiam-mano i cuori. Le statue sonoricchezza di una regione e diuna civilt antica come quellanuragica. Ma anche oltre, unpatrimonio universale. Cometestimonia daltronde latten-zione della stampa internazio-nale che spinge ad ipotizzarepersino un biglietto da visitadella Sardegna allimminenteExp di Milano 2015. Cos co-me stato ventilato ieri matti-na in Cittadella dei Musei du-rantelapresentazioneufficialediMontePramasistemamu-seale unico tra Cagliari e Ca-bras.

    Resterun sistemaarticola-to su due poli fruibili haspie-gato il sovrintendente archeo-

    logico di Cagliari e OristanoMarco Minoja anche quandoi due spazi saranno completa-ti, quello di Cabras e la nuovaala del museo di piazza Indi-pendenza dove resteranno trestatue a figura umana assiemea un modello di nuraghe. Sta-ranno quia rappresentarenel-la lorounicit tutte le tipologiedei materiali di Monte Pramaesposti nella totalit a Cabras.Qui invece verr affrontato iltema del rinvenimento, quelloprettamente archeologico nel-la loro relazione con il luogo esede dello scavo e in terminipi ampi quello con la civiltnuragica e del Sinis. A questopunto,cos comesarcomple-tato, ilsistemaconsentira Ca-gliari di farcogliere le relazionitra le sculture in arenaria e la

    produzione artistica nuragica,dove guarda caso ritroviamotutti gli elementi iconografici

    presenti nelle statue di MontePrama. Chi dice che questa unalogica ottocentescaed este-tizzante evidentemente nonpensa chela storiadellartefac-ciapartedellaculturadi unaci-vilt come larchitettura adesempio. Noi crediamo inveceil contrario e vogliamo raccon-tare questo capitolo. Attenzio-ne: il patrimonio sar espostointeramente.Anche i pi picco-li frammenti di ceramica nura-gica che ancora non sono statistudiati. Qualcuno cos mi do-vr spiegare perch se di unatombasi pupubblicare un sin-golo oggetto ignorando tutto ilresto, e nessuno grida allosmembramento, sene parla in-vece quando si fa un sistemamuseale articolato e comples-so che documenta tutto, inte-

    gralmente fino lultimo reper-to.Sonobasitoenoncapisco!

    Nella futura ala del museodiCabras ha specificatoil sin-daco cabrarese Cristiano Car-rus sar esposto tutto il com-plessodi MontePramaad ecce-zioneditrestatueeunmodellodinuragheche resterannoa Ca-gliari. Questo labbiamo sem-predetto. Non vogliorisponde-re allepolemiche di tipo politi-co,quelletecnichesi sonorive-late senza fondamenti. Forselargomento di quelli che dmoltavisibilit,percuicstatoqualcunoche nonconoscendoi dettagli del protocollo dinte-sa ha voluto cavalcare la pole-mica.

    Senon avessimotutti credu-to tutti fino in fondo nella vali-dit scientifica di questo pro-

    getto ha chiosato infine As-suntaLorraidirettoreregionaledeibeni culturali e paesaggisti-ci le Statue sarebbero ancorachiuse a Li Punti che non unluogo giusto per valorizzarle.La cosa importante che que-stesianofinalmenteofferteallavisionepubblica.

    E domani il grande giorno:doppia esposizione, a CagliarialMuseo archeologico(a parti-redalle10)eaCabrasalMuseoCivico (il pomeriggio alle 17 iltagliodelnastro).

    Unadoppia casaper iColossiIeri il soprintendenteMarcoMinojahapresentatoi dueeventie rispostoallepolemiche

    diSimonettaSelloni

    CABRAS

    MontePrama potrebbe custodi-re altri giganti. Dalle ricerchecon il georadar, nellambito delprogetto Archeologia di MontePrama (Universit di Cagliari eSassari e Soprintendenza),attra-

    verso il quale vengono scanda-gliate le aree vicine a quelle deirinvenimenti delcorpus origina-

    riodelle statue,stannoemergen-do quelle che i geofisici defini-scono anomalie. Il georadarsta restituendo le immagini diconcentrazioni estremamenteintensee di dimensioni notevo-li, incompatibili con la strutturageomorfologica del territorio.Non azzardatopensareche ol-

    tre alle 28 statue gi scoperte,possano essercene altre, facentipartedi uncomplesso che, nelle

    sue figure, non ha ancora unprincipe, pur disponendo di ar-cieri,opliti,pugiliatori.Una que-stione,questa dellassenzadi uncapotrib,postagidal1997an-che da Giovanni Lilliu. Per lar-cheologoRaimondoZuccasonoimprescindibilinuoviscavi. Ildi-battitoscientifico su MontePra-

    ma una necropoli monumen-tale, o un grande santuario conancheunanecropoli,aperto.

    LARICERCA

    Ilgeoradarevidenzia anomalie: altre statue?

    lemostreaCagliarieaCabras

    OrarimostraaCagliari:

    sabato22,ore 1013/1618

    domenica23, ore10.3013/1618

    OrarimostraaCabras:sabato22,inaugurazioneore17

    domenica23,ore1113/ 1618

    IL RITORNODEI GIGANTI

    26 DossierMontePrama LANUOVASARDEGNA VENERD 21MARZO 2014

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    diRobertoPetretto

    ORISTANO

    C qualcosa di romantico, ol-tre che di misterioso, nelleespressioni del viso dei Gigan-ti.Comeromanticalideachenella grandestanza cheli acco-glie, sullala norddel museo ci-vico, possano volgerelo sguar-do oltre lo stagno, che sta l apochi metri dalle finestre, espingerlo verso lacollina, dovehanno riposato per millenni,primadi essereriportatialla lu-ce dallaratro di un inconsape-volemezzadro.

    Questa, lungo la strada cheda Cabras conduce alle spiag-ge del Sinis, sar la loro nuova

    casa.In sei, perora,fanno ritor-noaCabras(oltreaduemodel-li di nuraghe). Ritornano nonneicampidiMontePrama,do-vesonostatiritrovati,ormai40annifa, manelmuseo civico. Enon senza polemiche. Il parti-to che avrebbe voluto tenereunita la famiglia dei Gigantiesce sconfitto dal dibattitochesi alimentato negli ultimian-ni. Alcuni Giganti a Cabras, al-tri a Cagliari. Il museo laguna-re,statodetto,nonfattoperaccogliere una collezione tan-to vasta e importante, ancheper le dimensioni. E comun-que il museo archeologico diCagliari quello a cui la leggeaffida la custodia dei reperti.Unalegge un po datata, perlaverit: Un regolamento del1913 stabilisce che i beni ar-

    cheologicitrovati devono affe-rire al museo pertinente perterritorio ricorda larcheolo-

    go Raimondo Zucca . In que-sto caso Cagliari. Solo il mini-steropuderogare.

    Cisar tempo, eventualmen-te, per ridiscutere questiaspet-ti.I Gigantisono gente pazien-te: hanno atteso per millennisottoterra e per decenni neimagazzini dellaSoprintenden-za, in un lungo e anonimo esi-lioal terminedelqualesonota-ti trasferiti nella clinica di LiPunti, dove i restauratori han-nosvoltounlavorochehadatorisultati stupefacenti. Ora i Gi-ganti avranno lonore del pal-

    coscenico.Anzi: deipalcosce-nici.UnoaCabraseunoaCa-gliari.

    Il museo civico di Cabras stato inaugurato il 28 dicem-bre1997. stato realizzatoallaperiferiadel paese, proprio sul-la riva dello stagno. gestitodallacooperativaPenisoladelSinis. Nelle sale del museo in esposizione una raccolta dimaterialiarcheologiciche pro-vengono in maggior parte da-gli scavi effettuati nelarea delsito di Cuccuru Is Arrius e ov-viamentedallareadiTharros.

    Tharros, Monte Prama e ilmuseo diventano cos i verticidi un triangolo magicodi ar-

    cheologia e storia che spaziadal nuragico sino al periodoGiudicale.Da questeparti fa-

    cile sollevare una pietra e tro-vare una scheggia scaraventa-ta dinnanzi agli occhi dellos-servatoreattentodaunremotopassato. I popoli dei nuraghi, ifenici, i romani hanno vissutoe scritto pagine della loro sto-riatraquestebasseedolcicolli-ne. E se larea archeologica diTharros, in parte ancora ine-splorata, da lungo tempo unsitonotoeimportante,nonsiancora riusciti a dare organiz-zazionee forza di sistema auncomplessodi monumenti lega-ti allarcheologia, alla storia eallacultura cheha pochi egua-li.

    Tharros,maanchelazonadiCuccuru Is Arrius, lipogeo diSan Salvatore, di origine nura-gicae dedicatoal culto paganodelle acque. E ancora la chiesadiSanGiovannidiSinis, diepo-ca Paleocristiana, oltre a cin-que torri costiere. Un veroEldoradodellacultura.

    Nel 1974 c stato il fattonuovo: la scopertadei misterio-si Giganti, statue enormi ritro-vate in modo casuale nella zo-na di Monte Prama, lungo lastrada che da San SalvatoreportaaPutzuIdu.

    Crocevia di questo intricatosviluppodistradechearrivanoda diverseepochestoriche do-vrebbe essere il museo in rivaallo stagno. Inadeguato, sdetto. Lattuale impianto sta-to adattato per accogliere gli

    ospiti illustri. Quella che peranni stata usata come salaconferenze stata riadattata.Sono sparite le poltroncine e iltavolodellapresidenza.

    Ma esiste un progetto perampliare la struttura. Previstauna nuova ala: lo spazio nonmanca, la progettazione allafase finale, dovrebbero essercianchei soldi:duemilioni dieu-ro. Linaugurazione di sabato diceil sindacodi Cabras,Cri-stiano Carrus rappresenta ilprimo passo alla valorizzazio-ne del patrimonio di MontePrama.Un processochesi con-cludercon lesposizione defi-nitivadituttele statue, adecce-zione delle tre che sarannoesposte nel museo nazionalediCagliari.

    C da attendere ancora,

    quindi. Ma attenzione a nonsfidare la millenaria pazienzadeiGiganti.

    Il tesoro inuna sede

    chedevecrescere

    al centro di un sistemaCunprogettoperlampliamentodelmuseodiCabras

    Serviravalorizzare ilpatrimonioarcheologicodelSinis

    IGigantiallineatialMuseoCivicodi Cabras

    BATTEZZATI IN SARDO

    I Pugilatori Gli Arcieri I Guerrieri

    Lussurgiu

    Isperanzosu

    Langiu

    Bustianu

    Pantzosu

    Manneddu

    Crabarissu

    Sisinnio

    Brotu

    Bainzeddu

    Larentu

    Bobore

    Antine

    Balente

    Fastigiadu

    Efis

    Longu

    Isbentiau

    Componidori

    Cabillu

    Prexau

    Sirboniscu

    Segundu

    Gherreri

    Scudu

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    Inalto,

    unafoto

    deiprimi

    scavi

    perriportare

    allaluce

    iresti

    deiGiganti

    delSinis

    Asinistra,Battista

    Meli,

    loscopritore

    dellestatue

    diClaudio Zoccheddu CABRAS

    Unastorianellastoria. Unrac-conto talmente incredibileche potrebbe tranquillamenteaprire una commedia degliequivociin perfetto stileshake-speariano.La vicendadel con-tadino cabrarese che, nel1974, scopri guerrieridi Mon-

    te Prama unastoria impreci-sa sin dalla prime righe. Unequivoco spunta fuori subito,quando il primo atto dellipo-teticacommedia appenaagliinizi. Il nome dello scopritoredei giganti di pietra, infatti,non quello a cui viene attri-buitoil ritrovamento. Sullacar-ta didentitdelluomoche ha effet-tuato uno deipi clamoro-si ritrovamen-ti dellarcheo-logia mediter-ranea ci sonole generalitdi BattistaMeli, contadi-no cabrarese

    classe 1947.Sisinnio Pod-di, il collega di Meli a cui perquarantanni stato attribuitoil ritrovamento, entra nellacommediadi MontePramapa-recchi minuti dopo linizio.Battista aveva gi ripulito dalfango la testa di pietra chesera incastrata tra le lame delsuo aratro quando dalloriz-zonte era sbucata lauto di Si-sinnio.

    Daltra parte, Sisinni erasolito recarsi sui campidellamicoper scambiarequat-tro chiacchiere e per ammaz-zare il tempo. La discussionedi quel giorno, per, non eraun dialogo di circostanza. Ilbreve discorsotra i due conta-diniavrebbeinnescatouna vi-cendache durada quarantan-

    nie chepotrebbeavercambia-tola storiadellarcheologianelMediterraneo. Una possibilit

    cheBattista e Sisinnio non po-tevano nemmeno immaginarequel giorno. La testa di pietrafinnellemani dellallora cura-toredellAntiquariumArboren-se, lo studioso Peppetto Pau.Daltra parte, cera bisogno diun reperto leggibile per po-terattribuireunvaloreaquellache sembrava semplice pietraarenaria. Nonostante il Sinis

    fosse una zona archeologicagiconclamata.

    Nel 1974 Battista aveva 27anni e coltivava, a mezzadria,uncamposulla collinadi Mon-te Prama.Una zonadellapeni-soladel Sinis chesi affaccia sulversante nordoccidentale del-lo stagno di Cabras, a pochi

    chilometridalla spiaggiadi Mari Ermi.Il lavoro eraduro, comes em pre i ncampagna, eil trattore diBattistaarran-cava su uncampo tantofertile quantodifficile da se-

    minare. Lepietre erano troppe e saltava-no fuori a ogni colpo di aratro:Nondavo nessunaimportan-za a quello che trovavo. Am-massavo tutto ai confini delterreno e poi seminavo ha ri-cordatoBattista durante il rac-conto dellepisodio fatto du-rante una conversazione cari-cata su Youtube dallo staff diTeleindipendentia.

    Peranniho aratoquelleter-re e ho visto sparire le pietreche gettavo lungo il confine.Qualcuno se le portavavia, maio non mi ero reso conto diquello che stava succedendo,non ci badavo. Una personachedicevadi saperne sostene-va che sotto il mio terreno cifosse unantica discarica.Quindi, ero tranquillo. Per me

    erano solo scarti di lavorazio-ne. Antichi, certo, ma semprescarti.

    Una svista nemmeno tantoclamorosa, per i tempi. Nel1974 non era facile associare iblocchidiarenaria quellichenon avevano sembianze an-tropomorfe al mondo della

    scultura. Ufficialmentenon lofacevanessunoe anchegli stu-diosi dellepoca erano prota-

    gonistidi equivocida comme-dia:Barrecadicevache i nura-gicinon scolpissero larenaria,Lilliu sosteneva il contrario,ha aggiunto Battista che evi-dentemente seguiva il dibatti-

    to tra i due illustri archeologi,seppure in disparte e alla suamaniera.

    Quindi, la misteriosa scom-parsa delle pietre era quasiuna manna dal cielo. I cumuliammassati di giorno spariva-nodinotteeandavabenecos.Anche se, in realt, il raccontoche esplora uno dei capitolimai scritti della commedia diMonte Prama, quello sullascomparsa di centinaia di re-perti trafugati dai tombaroli.Trai tanti episodiallepoca in-spiegabilice nuno cheBatti-sta ricorda meglio degli altri:Una mattina sono stato rin-corso da un capellone. Michiedeva,urlando, cosaavessifatto. Non mi ero accordo diaver arato affianco a una lapi-de di pietra che aveva appenaripulito. Poi mi ha detto di es-sere della soprintendenza. I

    raccontisono tantie spessoin-trecciati tra loro. Tutti perconvergono su uno stesso

    punto: il Sinis era il paradisodei tombaroli. Unposto preli-bato, per dirla con Battista.Tanto cheil viavaidi tombaro-li continuanchedopo la sco-perta. Il primo scavo fu aperto

    nel 1975, un anno dopola pri-ma segnalazione. Fu alloracheiniziacircolareunavoce,

    Ilmezzadroaravail terreno

    e accumulava le pietrecheritenevasenza valoreMaqualcunole facevaspariredurante la notteEraunposto prelibatoper i tombaroli

    ilritrovamento

    Eccodopoquarantanniil nomedel vero scopritoreFuBattistaMelienonSisinnioPoddi a trovare laprima testadipietra

    IL RITORNODEI GIGANTI

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    rassicurante per i diretti inte-ressati: Ci avevano detto cheogni statua valeva 700 milionia che allo scopritore sarebbespettato il 10 per cento, rac-conta ancora Battista Meli.

    Dopoun podi tempoaveva-modatodiecimilalirea unav-vocatoper scrivere allasoprin-

    tendenza.Non cihannomairi-sposto. Lultimo equivocodellastoria, dunque, in piedida quarantanni. Nel frattem-po,i frammentidi arenariain-travisti da Battista e Sisinnio

    sono diventati venticinque digiganti di pietra e tredici mo-dellidinuraghe.

    diMarcelloMadau

    I kolossoi sono finalmentevisibili. Nonuna madue gran-di mostre.Delocalizzati,o for-seuniti inquellochesi volu-to definire nuovosistemamu-seale. Monte Prama era luogodi relazioni vivaci fra le cultu-reche gravitavanonelsuo are-ale di intenso popolamento:altissimala densitnuragica evicina la citt di Tharros,dovealcuni signoridi tradizionenu-ragicaebberoa farsiseppellirenello spazio cimiteriale feni-cio,tralarocciaeilmare.

    Le statue, che in grandi e

    piccoli frammenti ricopriva-noun sepolcretodatabilefra ilIX e l'VIII secolo a.C., si collo-canofraquest'ultimoe i primidecennidel secolosuccessivo.Unastoria artisticanon esauri-ta in una generazione. Altreipotesi cronologiche spingo-no, con immotivato orgoglioetno-rialzista, sino all'annomille a. C. e oltre, cercandomagari di ricongiungersi ai mi-ticiSherdeno all'isolanon tro-vata.Ma gliindizipisolidiindirezione dell'VIII-VII secoloa.C. sono prevalenti, quasiesclusivi.

    Laletturacambia a secondadelle ipotesi di collocazionedelle statue: in un tempio co-perto il racconto appare piampio e meditativo; disposte

    su ogni tomba, configura unaparata direttamente rivoltaallesterno. Un discorso aper-toche siperde,ma risiede,nel-le differenziazionisociali e po-liticheentro le comunit.

    Le sculture sono mirabili.Alle lisce superfici e ai modulicircolari, che rendono magne-ticii celebri occhi e lo schemache compongono assieme afrontee naso,si sovrappongo-no, rendendo il geometricotradizione, raffinatesottoline-ature decorative ed elementistilistici precisi. Le coppie ditrecceche scendono sul petto,coi tagli angolari dei visi, ri-chiamano davicinolo stile de-dalico. Alcune notazioni calli-grafiche nel vestiario sonotraccia vicino-orientale, forseaddirittura di un artista den-

    tro una bottega scultorea sar-da.

    Il senso profondo di Monte

    Prama nelsuoessere santua-rio e paesaggio della memo-ria.Sardicheandarono allari-cerca di un mito fondante perrappresentare una loro me-moria culturale: i grandi co-struttori diuna volta, deiqualisi proclamavano discendentie custodi. Un'epopea espres-sa da statue gigantesche diguerrieri, betili, modelli diquei nuraghi che da oltre duesecoli(neanche moltegenera-

    zioni)nonsicostruivanopi.Findaepochepiantichela

    Sardegnafu attraversata, e ca-

    ratterizzata, da spazi di pae-saggio culturale percepibili,ancheadistanza,comeluoghiconnessial ricordo.E nelmon-do nuragico l'organizzazionedella memoria ebbe forme evisibilit assai diffuse. Nei se-coli di Monte Prama i luoghimemoriali, legati ai morti insepolture individuali, supera-rono la precedente dimensio-neconfinariae collettiva dellacomunite degli antenati,pro-

    pria delle pi antiche tombedigiganti.I ricchigruppi nura-giciemergenti ricorseroa mo-

    dalit autocelebrative definen-doradici ditipo eroico:tempe-rieculturaleaffinea quelle delmondo greco, fenicio ed etru-sco, e in grado di dialogarecon esse. A chi era destinato ilmessaggio? Solo ai Fenici?Quanto era ampio, era condi-visoda altre comunitnuragi-che? Chi si riconosceva inMontePrama?

    Questo il racconto silenzio-so delle statue. Un contestopotente. Ed un serio errorenegarlo, per sminuire l'erroredelladivisione.Se uncontestonon chiaro nell'interpreta-zione, se potr accrescersi

    come succede in archeologia non significa che non sia ta-le.Un libronon compreso,an-che incompleto, resta un li-bro. Perci, pur nella fascina-zionedelle tecnologie avanza-te che aiutano alla compren-sione e sono un grande stru-mento cognitivo, la scissionein duesedi musealifa perderela lettura e la percezioneunita-riadatadalcomplessoin gran-dezza naturale. Il restauropidelicatoinizia da oggi, indire-zione di quel nuovo spaziomuseale, bello e suggestivo,del progetto vincitore delconcorso di idee, che puben contenere tutte le statue.Le copie delle tre tipologie distatuee dimodellodi nuraghepotrebbero stare nel Museo

    Nazionale di Cagliari. Moltidiquelli che vedranno a Cagliarigli originali "pi rappresenta-tivi" non destineranno tempoper le altre statue. Cabras, e ilSinis, che oggi festeggiano enoi con loro, non dovrebberoaccontentarsidella divisione.

    La ripresa degli scavi, nonsenzala volont dellacomuni-t di ricomporre il contesto,potrannodare molterisposte.Ci si augura che esse siano ingrado di animare una nuovaricchezza, quel bene comuneche lacultura,capacedicon-solidare le comunit residentie dare nuove speranze. E' an-che tramite i nostri kolossoichesipumettereinattoquelmodello di sviluppo locale,composto di paesaggio, areemarineprotette,prodottibuo-

    ni e gradevole ospitalit, alquale la politica deve pensareconben maggioreattenzione.

    Irestidi unGiganteal MuseoarcheologicodiCagliari

    Imisteri ancorada svelaredi unacivilt raffinataLatradizionenuragicaal tramontosiconfrontaconlacivilizzazionefeniciaInunsitoaccantoaTharroscheeraunluogodivivacirelazionifraculture

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    Unodegliarcieriricostruitial centro direstaurodiLi Punti

    Irepertiprovenienti

    dagliscavinellazona

    diMonte

    Prama

    coscome

    sonostatiesposti

    alCentro

    diLi Punti

    dopo

    illavoro

    di restauro

    diAntonioMeloni SASSARI

    Lastoria avvincentedi unadel-lescoperte piaffascinantide-gli ultimiquarantanni comin-cia per caso nella primaveradel1974,quandol'aratro diSi-sinnio Poddi, un contadinoche lavora nel terreno dellaConfraternita del Rosario, inlocalit Monte Prama, a Ca-bras,cozzacontro ciche sem-braun banale masso sommer-so. Nel 2005 il ministero per iBeni culturali e la Regionestanziano un milione e due-centomila euro per finanziareil restauro avviato nel 2008 econcluso nel 2011. Tre anni dilavorocertosinodurante i qua-

    li gli specialisti del Centro diconservazione archeologica diRoma, diretto dallarcheologoRoberto Nardi, lavorano ala-cremente sotto la direzionedeitecnicidel Centrodi restau-ro di Li Punti, struttura dellaSoprintendenza di Sassari chefinoallanno scorso ha ospita-to le sculture, le ha custoditeed esposte al pubblico per laprima volta. La direzionescientifica,affidata a Antoniet-ta Boninu, Gonaria Demontis,Alba Canu e LuisannaUsai, hauna missione speciale: gestirele operazioni di ripulitura, ca-talogazione e ricomposizionedi un gigantesco puzzle di5178 frammenti. Lo studio deireperti, il pi grande pesa 200chili,il pipiccolo0,2 grammi,

    permette agli specialisti diclassificare 12 teste, 27 busti,176 frammenti di braccia, 143digambe,784di scudi.

    Intanto procede il lavoro dicatalogazionecon limpiegoditecnologiaavanzata:un primoesame, evidenzia tracce di co-lore e tecniche di lavorazione,mentre successivi esami di la-boratorio permettono di rile-vare, sulle spalle di alcuni ar-cieri e sui modellini di nura-ghe, tracce di piombo prove-nientedalle minieredi Monte-poni. Ma la fase pi delicata la ripulitura dei frammenti incalcaresedimentario che dalleanalisirisultacompatibile conquello presente nellarea traCornuse SantaCaterina diPit-tinuri.

    I tecnici indossano tute,

    guantie mascherine,chi entraal Centro di Li Punti, in quelperiodo, ha la sensazione di

    trovarsi sul set di un polizie-sco.La pulituraavviene secon-do un ciclo che prevede fasiprogressive, da operazioniblande a interventi pi invasi-

    vi. Prima la rimozione a seccodeideposititerrosi conpennel-li, bisturi e aspiratori, poi i re-

    perti vengono trattati sotto ungetto dacqua vaporizzata,unasortadi aerosol,che senzaimpregnare la pietra permettedi rimuovere i materiali dalla

    superfice.I cicli di esposizione allac-

    qua atomizzata variano da

    duea quattroore,seguitida in-terventicon pennellie spazzo-lini.Le ultimeparticelle vengo-no infine rimossecon bisturiestecchini di legno. Limpiego

    di solventi chimici limitato acasiparticolari,tecnicache co-munque tiene conto della fra-

    gilit del calcare e permette diindividuaretraccedi lavorazio-ne. I restauratori rilevano an-che i segni di un incendio chepuavere alterato la superfice

    e il colore della pietra.Questultimo elemento con-sentir agli archeologi di for-

    mulare ipotesi assai suggesti-ve legate al probabile tragicoepilogo a cui possono essereandateincontro lesculture:unrogo appiccato da un esercitonemico al culminedi unasan-guinosa battaglia o la distru-

    zionedel tempioper motivire-ligiosi.Ipotesi che contribuiscono

    ainfittire fascinoe misterochea tuttoggi aleggiano suireper-ti. Grazie al programmacantiere aperto, i visitatoriseguono le operazioni e tra il2008 e il2011, sul Centrodi re-stauro di Li Punti piovonotrentamila prenotazioni cheassieme alle migliaia di visitesul sito web, testimoniano ilgrande interesse per il restau-ro. La fase del montaggio per-mette diricomporrele sagomedicinquearcieri,quattro guer-rieri, sedici pugilatori e tredicimodellidi nuraghe.A lavorofi-nito, le trentotto sculture sa-ranno montate su supportimetallici senza luso di pernipassanti, strutture speciali,

    progettate ad hoc, grazie allequali oggi si pu assistere allospettacolodellarte ritrovata.

    Il lungo e delicatomontaggioper

    ricomporre le sagomedi cinque arcieri,quattroguerrieri,sedici pugilatorie tredicidiversimodellidi nuraghe

    Cos aSassari le antiche statue sono rinateNel 2005 comincia la storia del certosino lavororealizzato dagli studiosi e dai tecnici del Centro di Li Punti

    ilrestauroIL RITORNODEI GIGANTI

    VENERD21 MARZO 2014 LANUOVASARDEGNA DossierMontePrama 31

  • 8/12/2019 Speciale Giganti di Monte 'e Prama

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