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Sotto Traccia di della cultura periodico costume cronaca economia a cura banca di bedizzole turano valvestino numero 9 giugno luglio 2004 Poste Italiane spedizione in A.P.-70%-Brescia www.bedizzole.bcc.it Bedizzole 2 Centenaro 14 TRAGUARDO Questo il numero delle filiali che orgogliosamente riportiamo in copertina su questa edizione estiva di Sottotraccia. Ma è un orgoglio che intendiamo estendere a tutti i nostri soci che in questo momento guardano in diretta la loro Banca estendere il proprio raggio d’azione sul territorio. Cominciando da Bedizzole, dove alla storica sede si aggiunge la Filiale 2 per intervenute esigenze di mercato e di qualità dei servizi. Altra perla della collana BCC quella di Centenaro, popolosa frazione di Lonato che ha accolto con grande entusiasmo il nuovo sportello. In questo caso si tratta del tipico intervento del Credito Cooperativo all’interno del territorio. In uno schema gestionale che guarda a spazi di operatività lungo le direttrici economiche che vanno da Desenzano del Garda a Castiglione delle Stiviere. E la storia continua. Vanni Zecchi QUATTORDICI

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SottoTraccia

di

dellaculturaperiodico costume

cronaca economiaa cura banca di bedizzole turano valvestino

numero 9 giugno luglio 2004Poste Italiane spedizione in A.P.-70%-Brescia

www.bedizzole.bcc.it

Bedizzole 2

Centenaro

14TRAGUARDO

Questo il numero delle filiali che orgogliosamente riportiamo in copertina su questa edizione estiva di Sottotraccia. Ma è un orgoglio che intendiamo estendere a tutti i nostri soci che in questo momento guardano in diretta la loro Banca estendere il proprio raggio d’azione sul territorio. Cominciando da Bedizzole, dove alla storica sede si aggiunge la Filiale 2 per intervenute esigenze di mercato e di qualità dei servizi. Altra perla della collana BCC quella di Centenaro, popolosa frazione di Lonato che ha accolto con

grande entusiasmo il nuovo sportello. In questo caso si tratta del tipico intervento del Credito Cooperativo all’interno del territorio. In uno schema gestionale che guarda a spazi di operatività lungo le direttrici economiche che vanno da Desenzano del Garda a

Castiglione delle Stiviere. E la storia continua.

Vanni Zecchi

QUATTORDICI

Appassionate di territorio. Con la sfida che arriva dalla storia di una periferia che può diventare centro. Sono le Banche di Credito Cooperativo, ma noi le ricordiamo anche come Casse Rurali ed Artigiane. Da quarant’anni in Lombardia sono associate in Federazione, e Bergamo ha accolto i rappresentanti del sodalizio guidato da Alessandro Azzi per un’assemblea dal particolare significato storico. All’incontro anche i rappresentanti della Banca di Bedizzole Turano Valvestino. A cominciare dal Presidente Vanni Zecchi accompagnato dai vice presidenti Giovanni Ciolina e Claudio Gazzurelli, dal consigliere Angela Capelli Valentini e dalla responsabile dell’area Finanza Milena Averoldi, oltre a chi stende queste note. Un incontro dai connotati precisi. Quelli che rivelano la volontà di crescita parametrata negli ottimi risultati lombardi. Una raccolta diretta che arriva a 16,6 miliardi di euro ed impieghi che raggiungono i 13,5 sempre indicati in miliardi. Segnali importanti di crescita, confermati anche dal numero di sportelli presenti in Lombardia, ben 565 e riferiti a 48 diversi istituti, pari all’11% del totale regionale. Una rete sportelli che addirittura a livello nazionale arriva a 3.322, primato assoluto che supera gli oltre 3.200 di Unicredit. E tutto questo ancora oggi si amalgama nell’unica grande famiglia dalle motivazioni istituzionali “differenti”, come adeguatamente recita lo slogan di sistema. Questa la vitalità dei record. Ma forse la vera natura di crescita sta proprio nel non dare troppo risalto al risultato. Vecchia diatriba. Più importante il contenitore o il contenuto? Secondo la regola massmediologica classica, l’importanza della visibilità - contenitore - è fondamentale. Ti vedo perciò esisti. Non esisti perciò ti vedo. Eppure. Eppure proprio le Casse Rurali, oggi ben connotate da una visibilità di gruppo esemplare, hanno sempre percorso il sentiero che va dalla concretezza per poi passare alla

rappresentazione. Forse anche per questo quarant’anni orsono l’idea di unire le risorse mantenendo le autonomie locali, rappresentò un’idea costruttiva dai grandi orizzonti prospettici senza troppe fantasie aggiunte. Uno speciale universo di delega, rafforzato dalla rappresentatività minimale nel territorio. “La nostra mission - è il concetto esemplificato dal Presidente

Azzi - rimane il sostegno alle piccole e medie imprese e l’investimento nelle realtà locali anche in momenti in cui l’economia è in difficoltà.”Quindi la data del 14 giugno 1964, quando nella bassa bergamasca, a Treviglio, si costituisce la Federazione Lombarda, il grande dado della solidarietà che cresce veniva tratto sulla base di esperienze concrete nate sul finire dell’ottocento. Oggi questa strada ultra centenaria (la Banca di Bedizzole Turano Valvestino nel 2005 festeggerà il suo 110° anniversario) continua con coerenza d’intenti che guardano a Federlombarda, ma anche alle sue diramazioni nazionali

che si chiamano ICCREA Banca, ICCREA Holding e società di servizi informatici

ISIDE. E proprio ISIDE rappresenta la continuazione ideale di consorzio e solidarietà nei servizi di gruppo. “ISIDE - puntualizza Alessandro Azzi - è oggi un’azienda affermata, solida e riconosciuta che può guardare al futuro con fiducia e coscienza delle proprie potenzialità con 154 Banche Clienti, rispetto alle 76 iniziali, con un incremento dal 2001 ad oggi pari al 102,63%.”L’esempio serve a dare corpo ad un messaggio di crescita come sempre autonomamente devoluta a livello delle singole BCC, ma con grandi valenze a carattere di impegno nazionale. E a questo proposito è interessante notare la presenza proprio di Vanni Zecchi all’interno del Consiglio di Amministrazione sia della Federazione Lombarda

che di ISIDE. Per un orgoglio tutto bedizzolese in questa importante chiave di associazionismo federale.

Mario Pizzatti

2federassemblea

Quarantanni di Federazione a sostegno del Credito Cooperativo

A Bergamo l’annuale assemblea di gruppo

FEDERAL RURAL RESERVE

Anche una rappresentanza della Banca di Bedizzole Turano Valvestino e di altre BCC bresciane, oltre ad alcuni Soci della BCC in veste di associati AIB, ha presenziato all’Assemblea Generale dell’Associazione Industriali Bresciani del 31 maggio scorso. Una gustosa occasione per ascoltare, oltre che il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, particolarmente a suo agio dinnanzi alla platea di imprenditori, anche Luca Cordero di Montezemolo nella nuova veste di Presidente della Confindustria e fresco dell’incarico di Presidente della FIAT. L’assemblea degli industriali bresciani si è quindi incentrata sugli interventi dei due illustri intervenuti con una particolare attesa sul discorso di Montezemolo dopo le reazioni all’intervento di insediamento in Confindustria e la particolare congiuntura attraversata dall’industria italiana. E le parole dell’ex responsabile corse della Ferrari non hanno deluso le aspettative dei presenti. Tra inviti agli imprenditori

a “rimboccarsi le maniche, rifiutando la cultura del lamento” e i riferimenti alla propria esperienza nella scuderia del Cavallino (“quando la Ferrari non vinceva non ce la siamo presa con il regolamento o con la sfortuna; abbiamo messo in fila uno per uno i problemi affrontandoli”) il discorso ha toccato i temi dell’innovazione, della formazione, delle infrastrutture e dell’internalizzazione. Ma la riflessione del Presidente di Confindustria, come nel giorno del suo esordio, è lungamente tornata sul tema della concertazione, della necessità di non chiudersi ma viceversa di aprire canali di collaborazione con gli attori istituzionali e il sistema bancario. Una concertazione strategica che diviene metodo per raggiungere l’obiettivo dello sviluppo. Per quanto riguarda la nostra realtà di Credito Cooperativo, la lieta sorpresa che quanto ascoltato non fa che sostenere il modello intrapreso da tempo dalle BCC. Parole come Sistema o integrazione sono d’uso corrente nella cooperazione di credito. Il modello delle Banche locali cooperative ha da tempo adottato una politica “di sistema” sia a

livello organizzativo, il gruppo cooperativo opera secondo un modello “a rete” con vari livelli di integrazione e sinergia, sia come “cultura delle relazioni” nei riguardi del territorio e delle istituzioni. La BCC è conscia di fare parte di una realtà economico-sociale composita nella quale vengono ad interagire vari soggetti: dalle famiglie alle imprese,

dagli enti pubblici alle realtà territoriali passando dai corpi intermedi. Proprio da questa consapevolezza nasce l’esigenza e la

volontà di rapportarsi correttamente e proficuamente con tali realtà. Al termine Montezemolo ha inteso ringraziare il Presidente dell’AIB Bonomi per l’occasione di tornare in una terra a lui congeniale per operosità e creatività e ha ribadito il proprio legale con Brescia e la sua realtà industriale. Da lui, l’impressione di una forte carica emotiva e un impegno a rispondere con determinazione alle gravi sfide che attendono l’industria italiana e bresciana per il prossimo futuro.

A.C.

Il Presidente di Confindustria per una politica di sistema stile BCC

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MONTEZEMOLO TARGETLuca Cordero e Berlusconi all’assemblea di AIB

PROGETTO BEDIZZOLE 2-CENTENAROLa Banca di Bedizzole Turano Valvestino, rilancia con due nuovi sportelli

BCC più visibile con Bedizzole 2. Centenaro per crescere territorialmenteDue nuovi sportelli per la Banca di Bedizole Turano Valvestino. Due nuove realtà che proseguono la ponderata dinamica di sviluppo

nel territorio da parte dell’istituto di Credito. Da una parte la nuova agenzia collocata nel comune di Bedizzole. Un atto dovuto soprattutto per dare maggiore risalto ed unicità di posizionamento sulla direttrice Ovest in direzione Brescia. Dall’altra la realtà di Centenaro di Lonato che offre il trampolino di lancio per lo sviluppo della Banca nell’importante triangolo Castiglione delle Stiviere, Lonato, Desenzano. Il progetto di sviluppo nasce da approfonditi studi di settore. Il Piano strategico triennale infatti, nel solco della continuità storica della BCC, ha sottolineato la necessità di continuare l’espansione territoriale della Banca individuando nuove direttrici di sviluppo che siano coerenti con il profilo economico-sociale delle piazze già servite dalla BCC. Nello specifico, l’individuazione del nuovo sportello di Centenaro di Lonato si pone nell’ottica di offrire un servizio in un’area compresa tra i Comuni di Lonato e Desenzano che pur presentando un’alta concentrazione di attività produttive, commerciali e agricole non è servita attualmente da alcun sportello bancario. Una scelta precisa quella di insediarsi in una zona con forti potenzialità di sviluppo e al centro di importanti direttrici viarie che non è nuova nella strategia di radicamento della BCC sempre attenta a guardare in prospettiva rispetto alle condizioni di mercato e alla situazione della concorrenza. La Banca di Bedizzole Turano Valvestino ha ritenuto di indirizzarsi in una zona la cui vocazione artigianale e agricola può sposarsi con le caratteristiche proprie del Credito Cooperativo, vicino alle piccole e medie imprese e particolarmente attento a seguire e sostenere lo sviluppo delle attività. Nello stesso tempo è stata rivelata la necessità di dare sempre maggiore sostegno e incisività alla presenza sul territorio di competenza. Ciò si è di fatto attuato con l’apertura di ben 6 nuovi punti bancomat, cinque dei quali fuori dall’influenza dello sportello di riferimento con il chiaro intento di completare la vicinanza, anche fisica, della Banca alla clientela. In quest’ottica si colloca anche l’apertura del secondo sportello di Bedizzole che intende andare incontro, oltre alle necessità operative di una Banca in continua espansione, a migliori condizioni di accessibilità e fruibilità di una parte della clientela. Il secondo sportello di Bedizzole è infatti collocato nella zona ovest di Bedizzole, area soggetta a un intenso sviluppo di attività artigianali e commerciali sulla direttrice del capoluogo di provincia. Vanno inoltre considerate le oggettive ragioni di miglioramento dell’accesso ai servizi da parte della clientela, anche in relazione alle difficoltà di parchegggio attuali all’interno del centro storico, dove è situata la sede centrale. Parcheggi che in previsone saranno ulteriormente incrementati, viste le iniziative di opzione di acquisto su terreni confinanti gli spazi della nuova agenzia. Infine è di caratteristiche storiche la contemporanea apertura dei due nuovi sportelli. Un lavoro complesso che ha assorbito l’impegno volitivo di tutte le componenti dell’organizzazione generale della Banca di Bedizzole Turano Valvestino. Una doppia messa in opera che conferma altresì la fiducia delle istituzioni di settore nella potenzialità operative dell’istituto di credito bedizzolese.

M.P

Ritrovarsi a parlare di “bene comune” e di valori in una platea formata nella maggior parte di bancari e amministratori di banche è un fatto che, per fortuna, continua a far notizia. Se poi l’occasione è la presentazione di uno strumento di valutazione sulla Responsabilità Sociale, un Bilancio sociale, redatto da un gruppo di Banche consorelle che operano, gomito a gomito, sullo stesso territorio, l’interesse o perlomeno la curiosità degli “uomini di buona volontà” non può venire meno. Come da tre anni a questa parte il Centro Paolo VI di Brescia, ha accolto il Convegno di presentazione del Bilancio aggregato delle BCC Bresciane 2003. Un appuntamento che coinvolge un movimento di 11 banche, 21.107 Soci, 1239 dipendenti con una forte prevalenza di giovani, e oltre 200.000 clienti. Un totale di raccolta diretta pari a 4.404 milioni di euro e 4.014 milioni di euro di impieghi con una dinamica di crescita rispetto all’anno scorso rispettivamente del 13 e 17 per cento. L’annuale a p p u n t a m e n t o bresciano si è aperto con l’intervento del neo riconfermato Presidente della Provincia Alberto Cavalli che ha sottolineato l’autorevolezza del Credito Cooperativo e la sua capacità di fondare il proprio operato sulla costante riaffermazione dei valori e dello spirito originari. Sono poi seguiti gli interventi di Fabio Capra, assessore ai Servizi sociali del Comune di Brescia e del prof. Provasi dell’Università Statale di Brescia con una riflessione sul Terzo settore o come oggi viene definito sul “privato sociale”. Di particolare emozione per il nostro istituto l’intervento-testimonianza del Socio Cherubini Lionello, invitato a fornire a illustrare la propria esperienza diretta con il Credito Cooperativo nella veste di presidente della Cherubini Spa. Pochi ma

vibranti minuti di discorso per rivedere e condensare il lavoro di una vita: dalla prima attività artigianale di riparazioni all’azienda attuale già proiettata a futuri investimenti e progetti di sviluppo. “Tutto questo non avrebbe potuto esistere – ha dichiarato Cherubini - senza la presenza costante e quotidiana della BCC di Bedizzole, che mi ha sempre sostenuto in questi anni e che ha permesso e permette l’accesso al credito anche a piccole società artigiane, commercianti o persone fisiche anche

quando i numeri e i bilanci sembrerebbero sconsigliarlo. Questo modo di operare è certamente un modo tangibile, di vivere i valori della cooperazione e della solidarietà, senza rinunciare peraltro a quelli che sono i criteri basilari di garanzia del credito stesso. Una concretezza che ho sperimentato e sperimento ogni giorno”. E infine un invito rivolto al credito cooperativo ”Noi imprenditori auspichiamo che questi valori siano ben presenti nelle BCC anche in futuro, come lo furono in passato. Chiediamo che le BCC sappiano supportarci con la stessa attenzione del passato ma anche con strumenti e prodotti adatti e competitivi ai nuovi mercati europei e mondiali”. A corollario

e conclusione degli interventi degli ospiti, il discorso dell’avv. Azzi, Presidente della Federazione Lombarda delle BCC il quale ha inteso aprire lo sguardo della riflessione sugli scenari socio-economici che attendono l’economia e in fin dei conti la nostra quotidianità. Dopo l’Unione Europea, la moneta Unica, l’allargamento dei confini continentali i temi presenti riguardano la Carta Costituzionale Europea e l’Unione politica della nuova Europa. Temi che riportano paradossalmente

e inevitabilmente al nostro territorio bresciano, fucina di personaggi che hanno creduto nell’ideale Europeo. Ma anche alle nostre BCC, chiamate a dare sostanza nel locale al mondo globale perché, come ha sintetizzato l’avv. Azzi, “non può esistere un Globo se non ci sarà un luogo”. La BCC intende così il proprio ruolo in questo contesto di grandi cambiamenti, interpretando il proprio localismo senza alcun eccesso di autoreferenzialità ma sapendo che le due dimensioni non possono essere impermeabili. Tutto questo per poter meritare fiducia e restituirla: in poche parole e non vuole essere uno slogan, dare “credito” al bene comune.

Alberto Comini

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Bilancio Sociale delle BCC bresciane: dare credito al bene comune

ATTIVI SOCIALI A BILANCIOL'emozionante e simbolico intervento del "nostro" Lionello Cherubini

convegni

L’Europa: come la vorresti? E chi lo sa? Però ci si prova. Magari con le idee giovani dei ragazzi radunati a concorso dal Lions Club distretto 108 Ib2, presieduto da Luciano Aldo Ferrari. Premiazioni e commenti importanti riferiti alla tematica proprio de “L’Europa come la vorresti” concorso letterario che ha premiato i lavori degli studenti dell’ultimo biennio delle Scuole Medie Superiori delle Province di Brescia, Bergamo e Mantova. Primi Classificati Letizia Bozzolini, Davide Tononi, Lorenzo Benzoni e

Federica Pizzuto. Insieme a tanti altri riconoscimenti e ad un palcoscenico di relatori di tutto rispetto presentati dalla verve del Cerimoniere dei Lions Giuseppe Marcotriggiano. A cominciare dal Professor Sandro Fontana, Ordinario di Storia Contemporanea all’Università di Brescia che ha intrattenuto i presenti su “L’Europa ieri…oggi…domani” e il Professor Alfredo Bonomi, Dirigente Scolastico ed esperto di Storia che si è soffermato su “Quale identità e prospettive per la nuova Unione Europea”. Carteggio di idee esperte a

confronto con il pensiero dei ragazzi. Che ce l’hanno messa tutta per raccontare dal loro punto di vista quest’Europa di popoli, denari, storia e contraddizioni. Un vortice espressivo collimante con l’impegno e il patrocinio degli enti che hanno collaborato con i Lions all’organizzazione ed alla promozione del convegno. Anche la Banca di Bedizzole Turano Valvestino, presente alle premiazioni con il Presidente Vanni Zecchi, il Direttore Generale Mario Pizzatti, il Vice Presidente Giovanni Ciolina e il direttore della Filiale di Salò Arturo Goffi, ha contribuito insieme a Provincia di Brescia, Comunità del Garda, all’Ufficio Scolastico per la Lombardia e ai Comuni di Salò e di Toscolano Maderno, a quest’ipotesi tematica che si incentra sull’Europa. Ed è stato interessante raccordare il pensiero degli scritti dei ragazzi, con quello autorevole dei

relatori Fontana, Bonomi e Ferrari. Da una parte le prolusioni

accademiche di tonalità e registro senza conturbamenti cattedratici. Dall’altra la voce dell’attore

Andrea Giustacchini a dare vita alle interpretazioni originali made in Europa, concepite dai ragazzi. E la grande barca europea sembra andare. Un vascello solidamente fragile nella sua versatilità. Una versatilità

attraente e motivata da un impegno

collettivo che è sembrato non limitarsi alla riunificazione di confini economici e geopolitici. Per studenti e professori sembra doverci essere di più. Più fatti che scivolano via decisi dalle parole sterili. Parole invece utili per ricordare la storia lontana di quest’Europa. Da Carlo Magno e il Sacro Romano Impero ai giorni nostri marchiati dall’Euro. In

questo modo i confini, almeno su questo tavolo aperto alle opinioni senza età, sembrano sciogliersi al sole di una civiltà che evidenzia volontà di unificazione sostanziale. L’Europa diventa così intensamente colorata in un disegno di avvenente molteplicità di interessi. Sempre più, almeno dalle notazioni del concorso, la voglia d’Europa dei popoli, piuttosto che di esclusiva competenza dei danari. Processo complesso, ma possibile. Con qualche dubbio sul cammino che forse, come spiegato in un brillante pamphlet dell’antropologa Ida Magli provocatoriamente intitolato “Contro l’Europa”, andava percorso al contrario: prima Europa come popolo e poi come economia. Opinioni diverse, per un Europa… come la vorremmo tutti assieme.

5 convegniMENABO’ DI GIOVANE EUROPAInsegnati, politologi e studenti tutti d'accordo sulla voglia di unità

A Salò i Premi dei Lions per i lavori degli studenti sull'argomento UE

Da piccolo volevo fare l’imprenditore. Già ma imprenditore di cosa? Tutti mi dicevano che dovevo essere bravo in qualche cosa per poterlo fare. E un ragazzino in cosa può diventare bravo se non in quello che vede fare gli altri? Si sa i bimbi sono delle spugne, assorbono tutto quello che vedono intorno a sé. Così guarda in su e guarda in giù lo sguardo non tarda molto a posarsi su degli strani autocarri, (i cambios come li chiama il mio amico Pedro) che trasportano altrettanti strani blocchi di pietra. Ricordo che una volta la maestra li aveva presi ad esempio per spiegarci cos’era un parallelepipedo. Ecco ho trovato il mio business, da grande farò una sacco di soldi con quei massi. Già immagino i miei cavatori con degli enormi martelli pneumatici bucare la montagna per estrarli, già perché come ho spiegato ai miei compagni di classe, quei massi mica li comprano al supermarket. Il gioco dell’imprenditore non è un gioco semplice. Bisogna masticare le leggi, sapere di economia, conoscere il mercato, l’etica e soprattutto essere rispettosi dell’ambiente come dice sempre la maestra. Tutte cose molto importanti per riuscire nel gioco. Un gioco in cui esistono regole scritte e non scritte. Mi viene in mente quella figura che vive di appropriazione indebita, non paga la propria parte, guadagna a spese altrui, se ne infischia delle regole e pensa soltanto al successo personale. Mio zio mi ha spiegato che in economia questa figura viene chiamata “Free Rider” o per dirla in italiano “Cavaliere Solitario”, cioè colui che cavalca da solo, che non ha un’etica, che trasgredisce gli accordi presi con i concorrenti per trarne vantaggio personale. Io voglio essere proprio così, perché vincere al gioco mi piace. Bene a questo punto le idee cominciano a schiarirsi. Ho deciso quale sarà il gioco e ho anche capito quale sarà il mio ruolo. Ricordo che fin dalla prima elementare la maestra diceva alla mamma che ho buone capacità per riuscire nella vita ma il problema è l’impegno. A suo dire non mi

impegno mai abbastanza e rendo meno di quel che potrei. Stavolta non sarà così l’ho già detto e me lo ripeto, voglio vincere. Per cui, viste le buone capacità di cui sono dotato credo proprio che non mi fermerò alla sola estrazione dei parallelepipedi di pietra, ma andrò oltre. So che con i sassi si possono portare a termine tante altre lavorazioni, si possono fare i sassolini bianchi con cui papà di tanto in tanto sistema il vialetto di casa, si può produrre la polvere per le lavorazioni industriali delle case farmaceutiche e

per gli zuccherifici. E cos’altro ancora? Osservo e riosservo casa nostra. Pare fatta tutta di pietra. I gradini in giardino

sono di pietra, i davanzali delle finestre sono di pietra, certo anche il pavimento è di pietra. Non ci avevo mai pensato, le mattonelle sono fatte con la pietra. E i muri? Certo anche i muri sono di pietra anzi no, sono di cemento. Ma è pur sempre pietra. Vicino casa c’è anche una

grande fabbrica che produce cemento, mi piacerebbe avere una fabbrica così tutta mia, perché no? Okay sono a buon punto. Il gioco è quello dell’imprenditore, sarò un Cavaliere Solitario e gestirò una fabbrica di cemento grande, ma così grande che finalmente Monica la ragazza del banco di fronte dovrà accorgersi di me. Mio fratello dice che quello che ti insegnano a scuola è sicuramente importante ma non basta nella vita. Non basta conoscere l’economia, le leggi e quant’altro. Spesso sento dire che serve

ungere certi meccanismi. Ottenere certi permessi. Sono cose che non conosco, cose più grandi di me, ma non guardo in faccia nessuno. Ho detto che voglio vincere e vincerò. In fin dei conti gli unti mica si fanno ungere per niente, hanno anche loro un tornaconto, unto ma ce l’hanno. Già li vedo, gli operai che estraggono la pietra, le dolci esplosioni delle mine con le loro vibrazioni che si propagano attraverso la vena della roccia a chilometri di distanza e il soffice, candido sollevarsi della polvere. I “cambios” che trasportano incessantemente il materiale cavato. Lo vedo scorrere su un nastro trasportatore e finire in una enorme tramoggia. Cosa succede poi non riesco ad immaginarlo bene ma c’è un gran rumore, un cigolare di lamiere che si contorcono contro la roccia e un benefico e salutare fumo misto di polvere e vapore che raggiunge la parte più alta dell’atmosfera. Mio zio l’economista, una volta mi ha parlato di una certa teoria, di un certo Coase, di inquinamento, di esternalità del mercato e di indice di sostenibilità dell’inquinamento: non che io ci abbia capito molto ma mi ricordo una parola strana che pronunciava, entropia o entropicamente o qualcosa del genere. Ma io sono un Free Rider, sono un Cavaliere Solitario.

Devis Guietti

6commentiESTRAZIONI NEL LOTTO

Racconti ultraterreni di cava, scava, vendi , ricopri e... rivendi

Paitone - Serle, sotterranei miraggi

Alla scoperta della Valvestino. Tra Cima Rest e Tombea, passeggiando con ritmi d’altri tempi nell’incontaminato scenario della montagna nascosta dietro il prorompente impeto turistico dei due laghi. I ragazzi della Quinta Elementare di Padenghe sul Garda hanno così rivolto il loro stupefatto sguardo senza remora inquinata a questo angolo di Paradiso, scoperto in due indimenticabili giornate da ricordare a bocca aperta. Levata di tende la mattina presto. Venticinque boy con tre accompagnatori. Le maestre Angela Persavalli e Francesca De Ponti con una guida del CAI di Desenzano del Garda, Renato Bonetti. Pullman lungo la direttrice del primo mattino che guarda il sorgere del sole sull’orizzonte gardesano orientale. La Gardesana è invece quella Occidentale, nel suo contorno bresciano fatto di ulivi, agavi e buganvillea piazzati verosimilmente come originali scherzi mediterranei. Il brusio di corriera rilancia il gioco della compagnia che ora si dirige in curve e controcurve su, su fino a Navazzo. E’ in programma il primo incontro magico con la grande diga, non prima di avere intravisto per l’ultima volta il Garda in uno spicchio di immagine ritagliata fra il contorno della montagna. Maestosa e piena d’acqua la muraglia impressiona e sbigottisce chicchessia. Figuriamoci l’allegra brigata gardesana che guarda adesso il cemento solenne, frutto di fatiche lontane ed ancora capace di spedire qualche energia pulita al movimentato bisogno di sprint del nostro mondo senza freni. Aldilà di tutto questo c’è però dell’altro. C’è questo lago, creativamente

attraente nella sua artificialità del tutto impercettibile. Ci sono le anse nascoste, che riportano a fiordi in miniatura e che l’occhio infantile vede percorse da uccelli

stanziali o di passo e rapaci reali dal contegno solenne. E , in fondo, c’è il vecchio confine con l’Austria -Ungheria. Un posto di frontiera, che alla luce di un sole nostrano, fa crescere in mente al

gruppo armato di zaini e sacchi a pelo, il brusio sintomatico dell’imitazione eroica di condottieri specializzati in difesa e conquista. Storie sempre all’erta, ai confini del sogno. Con draghi da cercare e cavalieri oggi virtualmente telematici sempre pronti a battere la sella. Il colore

dell’acqua si spegne quando l’altopiano di Rest coccola e sprigiona forza nel segno della paglia che protegge la pietra di fienile. Tra le montagna senza skilift i bambini corrono nel loro elementare e

travolgente gioco di emozioni. Colazioni, cene e pranzi al sacco, in Valvestino assumono sembianze piacevolmente colorate nell’essenza esistenziale. La preparazione sembra curata da maghi e fate super specializzati. Ma è ancora la notte a raccontare le storie più intriganti. Una notte fatta di stelle e di nasi all’insù

7scoperte

attraverso l’obiettivo dell’Osservatorio Astronomico. Sofisticato armamentario piazzato nella radura lontana dall’occhio indiscreto della luce artificiale. Maestro di mappa delle stelle il signor Tonincelli del gruppo astronomico di Salò. Il buio e la luce parlano intensamente, in quel silenzio surreale che supera la materia. E l’emozione cresce. Un sentimento che s’innalza verso l’universo misterioso. Quale sarà il grimaldello che tiene assieme tanta magnificenza? Discorso complesso. Meglio cambiare strada. Ragazzi e maestri, tornano sui loro passi centellinando la camminata secondo le indicazioni del piccolo lume di una pila. I folletti di Rest lasciano il passo volentieri a questi

intraprendenti esploratori arrivati da un lago non troppo lontano. Dopo la notte tutti assieme, vissuta nella più classica esaltazione di matrice furbescamente goliardica, altre passeggiate in coppa alle creste della Valvestino. Mirabili incontri con gli alberi del bosco. Con quei grandi faggi, che sembrano animarsi al cospetto degli

ammirati sguardi dei ragazzi. L’arrivederci finale lo concede Magasa l’immacolata, agglomerato urbano aggrappato ad un monte circondato da orti complicatamente coltivati sullo scoscendere del pendio. Il ritorno dai sogni riconduce ad un buon sapore di verde nostrano in queste bocche giovanissime e pronte a spiccar voli liberi in mille dimensioni. Restano ricordi e riflessioni. Tramutati su carta nei temi e nei pensieri di scuola o di vacanza meditata. Li leggeremo anche noi. Cercando quei profumi e quei sapori intermediati dal sentimento ingenuo di una banda giovane, efficacemente organizzata sulle tracce dell’essenza e del vigore ancestrale di montagna.

PANE, GIOCHI E SACCHI A PELOValvestino tour per la quinta elementare di Padenghe

Due giorni all’insegna della natura,negli spazi incontaminati di montagna

In attuazione di una direttiva comunitaria, è stato finalmente riconosciuto che l’attività delle banche, qualunque sia la forma nella quale esse siano costituite, è a carattere di impresa. La Banca nazionale del lavoro e la più piccola delle Casse Rurali ed Artigiane esercitano entrambe attività d’impresa, e ad entrambe dovrebbero essere applicati gli stessi principi. Una volta affermato ciò, coerentemente la Banca d’Italia ha preso la decisione di introdurre gradualmente coefficienti patrimoniali obbligatori cui correlare l’ammontare massimo dei fidi concedibili. Questa norma si andrà progressivamente attuando nel corso del tempo. Ciò significa che i mezzi propri divengono la variabile strategica nello sviluppo dell’attività delle aziende di credito. Da dove possono derivare i mezzi patrimoniali ed il loro incremento, al fine di poter espandere i fidi? Essenzialmente dal bilancio pubblico, come sta accadendo per gli istituti di credito meridionali, o dal collocamento di titoli nel mercato, cioè presso le famiglie o le imprese. Al bilancio pubblico possono attingere istituzionalmente solo gli istituti di credito di diritto pubblico, però anch’essi si accingono ad emettere titoli di risparmio o titoli che hanno caratteristiche simili, ma che comunque non possono condurre alla formazione di maggioranze;gli istituti restano sempre incardinati nel potere pubblico.Le casse di risparmio possono attingere o all’autofinanziamento o al collocamento di quote. Le banche di credito ordinario, le banche popolari e le Casse Rurali ed Artigiane si possono procurare i mezzi attingendoli al risparmio (o delle imprese o delle famiglie). Le banche di interesse nazionale, per una parte almeno, attingono collocando azioni presso gli enti di gestione che a loro volta attingono al potere pubblico. Le banche di credito ordinario possedute da istituti di diritto pubblico anch’esse, indirettamente, attingono al settore pubblico. Restano le banche di credito ordinario possedute da privati, le banche popolari, le Casse Rurali ed Artigiane. Esse devono fare i conti con chi porta loro il risparmio. Per ciò che riguarda le banche di credito ordinario, soprattutto quelle di una certa dimensione, si pone la scelta tra risparmio

dei privati o delle imprese industriali, commerciali, finanziarie. Di qui il timore delle autorità: grandi gruppi industriali potrebbero impadronirsi di queste banche

per perseguire proprie finalità e quindi deformare l’attività di queste istituzioni.Alla luce di questa considerazione, le aziende creditizie che

istituzionalmente sono immuni da questo pericolo sono o le banche popolari o le Casse Rurali ed Artigiane, perché sono istituzioni nelle quali non può essere conquistato il potere finanziario. Per loro natura, essendo basate sul principio della cooperazione, sono istituzioni nelle quali non è possibile accaparrarsi il potere. A mio avviso, queste istituzioni possono costituire nel corso del tempo delle isole di autonomia. Il fatto poi che la finanza internazionale, o anche quella interna, faccia leva sempre di più su collocamenti di titoli, non esclude che persista pur sempre la funzione dei prestiti bancari concessi nelle forme tradizionali, perché le imprese piccole e medie a chi si rivolgono? Certamente per esse non è rilevante il problema delle riforme dello stock exchange di Londra o del big bang. Non le concerne. Quindi resta per loro pur sempre essenziale la funzione della banca di tipo tradizionale, istituzioni che raccolgono il risparmio dalle famiglie.E qui, a mio giudizio, valgono queste riflessioni: i grandi istituti di credito di diritto pubblico, le casse di risparmio sono pur sempre fortemente influenzati dal potere politico. Le due isole che ancora sono immuni dal potere politico sono le banche popolari

e le Casse Rurali. E’ indubitabile che esse sono meno esposte. Sono isole di indipendenza, perché protette dal pericolo di conquista da parte di grandi gruppi della finanza interna ed internazionale.

D’altra parte non è un caso che questo tipo di istituzioni si sia sviluppato nei Paesi dove era più sentita l’esigenza di rafforzare istituzioni circoscritte territorialmente, e non è senza significato se queste istituzioni si sono sviluppate fortissimamente nei due versanti delle Alpi, perché la vallata rappresenta un ambiente. E non è senza significato che

in alcune di queste istituzioni si sia vista la partecipazione della Chiesa cattolica, perché in essa si è vista la manifestazione della solidarietà, manifestata però da tutti coloro che vi partecipano, perché è facile la solidarietà coi denari degli altri.Per concludere, nonostante i grossi cambiamenti intervenuti nel mercato finanziario sia internazionale sia nazionale, sono rimaste intatte alcune esigenze, quella di mantenere in essere un’organizzazione articolata, differenziata, nella quale evidentemente ci sia posto per le grandi organizzazioni, per la presenza del potere pubblico, con l’auspicio che esso si mostri in modi sempre più sganciati dagli interessi delle fazioni. Un sistema equilibrato, nel quale deve rimanere e allargarsi il posto per i piccoli organismi che, non fosse altro, svolgono la funzione di essere centri di indipendenza.Non esiste

indipendenza politica quando non esistono tanti centri di indipendenza economica. Occorre che noi non dimentichiamo che queste organizzazioni hanno una funzione sul piano sociale e sul piano politico, quella di contribuire a mantenere un sistema nel quale sono garantite le condizioni dell’esercizio delle libertà individuali

Guido Carli

8lettureCRA, ISOLE DI INDIPENDENZA

Uno scritto del 1987 di Guido Carli tratta dalla raccolta “Banche con l’Anima”

Istituzioni nelle quali non può essere conquistato il potere finanziario

Il tempo passa, ma questa regola non sembra essere vera per il Blasco. Unico cantante italiano capace di smuovere le folle da tutta la penisola pur di sentirlo cantare. Punto di riferimento delle masse popolari, canta più con slogan immediati che con vere e proprie poesie, il mal di vivere e la precarietà di una generazione con futuro sempre più incerto. Ma chi è il Blasco se non uno di noi? Le sue canzoni raccontano la nostra storia ed il senso di inadeguatezza che ogni persona prova di fronte a ciò che ama. Il rocker di Zocca parla poco, le sue canzoni lo fanno per lui, è politico certo ma chi non lo è di questi tempi? Seducenti sono le canzoni dell’ultimo cd Buoni o Cattivi pezzi come Un Senso, Come Stai, Any More e Cosa Vuoi Da Me sono stelle di grandezza non minore rispetto ai classici Sally, C’è Chi Dice No, Portatemi Dio, Siamo Solo Noi, Bollicine, Vivere, Stupendo, Fegato

Spappolato e ovviamente Alba Chiara. Il Blasco regala il proprio copricapo al pubblico con un lancio diretto verso la folla. Il berretto catturato è baciato da una fan e prontamente restituito al mittente, quasi a volerlo baciare di persona. Seguirà anche il lancio degli occhiali, questa volta senza ritorno. Poi l’annuncio: ”Ragazzi questa sera devo farvi un discorso serio” e

l’orchestra intona Vivere. Nessun discorso i più affezionati hanno già capito…non poteva mancare nemmeno l’omaggio a Massimo Riva con tre minuti

abbondanti di scroscianti applausi. Le bottiglie di birra consumate non si contano più, ma si vedono e bene anche

le montagne di vetro ammassate qua e la onde permettere il passaggio della gente. Le ragazzine con i seni prorompenti in bella mostra e i maschietti con il look da motociclista animano lo stadio invocando il loro idolo. Le avanguardie, ormai over trenta più pacate e composte esplodono sulle note di Fegato Spappolato stupendo i più giovani che mal si destreggiano tra quelle strofe ormai più vecchie di loro. L’atmosfera è serena, ben lontano da quella solita che si respira negli stadi ogni domenica. Dal nonno al nipote tre generazioni di fans che si divertono a cantare, ballare ed urlare contro il cielo.I telefonini non funzionano, ce ne sono almeno 40.000 ad intasare le linee, ragazzi che si cercano, si chiamano ma non si trovano, tutto inutile una volta tanto bisogna rinunciare alla tecnologia. Il Blasco è anche questo.

Devis Guietti

Bedizzole parata a festa fra vicoli e viuzze ed i colori bianco rosso e verde fanno bella mostra di loro con le scritte “w gli alpini”.Proprio così inizia il 5 giugno 2004 l’adunata sezionale degli alpini; un programma intenso scandisce le due giornate della memoria, che a dire il vero iniziano ancora venerdì 3 giugno con una mostra di diapositive presso la sala del centro “Don Gorini”. Sabato 5 giugno piazza Vittorio Emanuele II è gremita di “penne nere” che innanzi al monumento ai caduti celebrano l’alzabandiera, ricordando pagine storiche di gloria ed eroismo.Lo spirito che anima gli alpini è di amicizia, solidarietà ed amor patrio tanto che i gruppi alpini da sempre

sono impegnati in interventi di carattere sociale ed assistenziale.Domenica mattina,

6 giugno, con gli occhi rivolti al cielo una serie di lanci di paracadutisti lascia tutti a bocca aperta. L’emozione diventa sempre più forte e visibile sulle facce dei presenti che con la mano sul cuore, a voce bassa, ripetono le parole dei più famosi

canti alpini suonati da ben 5 bande che sfilano in corteo. Nella migliore delle tradizioni la giornata continua al ristorante Due cigni di San Vito e chissà ancora quanti ricordi affiorano nelle menti anche dopo aver bevuto un buon bicchiere di vino.La giornata si conclude con l’ammaina-bandiera che

non significa che ora è tutto finito, anzi! Che altro dire...gli alpini sono il passato, il presente ed il futuro della storia, rappresentano la continuità dei valori che nel tempo non cambiano, perciò un grazie all’impegno e ad un progetto di vita visibile ogni giorno, guardandoci attorno, gridiamo quindi: “W GLI ALPINI

Katy Rebaicini

9eventiLA COMPAGNIA DELLA PENNA

A Bedizzole una storica Adunata Sezionale degli Alpini

Due giorni di manifestazioni ed una pubblicazione hanno dato lustro all’evento

A TUTTO VASCO I perché di un successo senza tempo

Feeling, passione, seduzione di massa.Vasco Rossi, sogno romantico di chi non molla

Sono ormai trascorsi quindici anni da quando, nel 1989, l’ex Cinema Italia di Bedizzole, divenuto nel frattempo un magazzino, veniva acquisito dalla Banca di Bedizzole Turano Valvestino. Dieci anni fa, in occasione dei festeggiament i per il primo centenario di costituzione della Banca di Bedizzole Turano Valvestino, con un concerto veniva aperto al pubblico e inaugurato ufficialmente il Teatro don Gorini, a futura e grata memoria del sacerdote che nel 1895 aveva aperto la strada alla cooperazione di credito a Bedizzole. Oggi più di allora il Teatro don Gorini, sala che oggi può accogliere oltre 500 spettatori, si caratterizza sempre di più, lo abbiamo giustamente riportato nell’ultimo bilancio sociale della BCC, come “spazio per la Comunità”. Oltre ad accogliere gli eventi sociali che tradizionalmente segnano e scandiscono la vita della Banca e che già coinvolgono la significativa e vivace presenza della Compagine Sociale, dalle riunioni Soci di Bedizzole all’Assemblea Generale di maggio, dalla serata di premiazione della Borsa di Studio alle iniziative di formazione del Personale della Banca, la sala don Gorini continua ad essere

concessa gratuitamente svolgendo il proprio servizio a favore di enti e associazioni del territorio

che ne facciano richiesta. Nel corso dei primi sei mesi dell’anno in corso la

sala ha già accolto trentadue iniziative esterne all’attività della Banca sostenendo le finalità espresse nel primo articolo

del regolamento che consente di richiedere l’uso del teatro “onde favorire e promuovere attività culturali, sociali, ricreative, educative, associazionistiche ecc. a beneficio delle comunità locali per lo sviluppo dei rapporti sociali”. Le oltre trenta occasioni accolte hanno in effetti riguardato iniziative che toccano la comunità e le sue espressioni con appuntamenti che hanno coinvolto le scuole, associazioni di volontariato e il Comune.

Pomeriggi e serate di grande richiamo che unitamente al valore delle proposte presentate hanno trovato una adeguata e accogliente cornice nel Teatro don Gorini. Proprio per proseguire su questa strada la BCC continua a dedicare attenzione e risorse al proprio immobile. La sala è stata oggetto di una recente operazione di lifting esterno con l’apposizione di una insegna e di cartelli indicatori e la sistemazione delle aree prospicienti l’immobile. Ciò per riconfermare, anche mediante questa modalità di accoglienza, il patto di cooperazione tra la Banca e il territorio; per rimarcare quel differenziale espresso da una Banca veramente locale e cooperativa che in diversi modi e con diversi strumenti, e noi pensiamo anche attraverso questa modalità di servizio, intende continuare a relazionarsi proficuamente con la Comunità.

A.C.

10comunita’Sala Don Gorini, uno spazio per la Comunità

IL TEATRO DI CASA NOSTRANel 1989 l'acquisto dell'ex Cinema Italia da parte della BCC

Primo Trofeo Banca di Bedizzole Turano Valvestino di Mountain Bike per bambini. Si è realizzato a Calvagese della Riviera , dove numerosissimi piccoli atleti, radunati dal Gruppo Valverde, si sono sfidati lungo le strade di campagna che circondano il paese. Grande partecipazione di pubblico, con famigli e, parenti ed amici a fare da contorno appassionato a questi

giovanissimi ciclisti in erba. Perché questi novelli Coppi e Bartali di

provincia hanno l’invidiabile età che va da un minimo di sei ad un massimo di

dodici anni. Ed è stato bello vedere questi mini ciclisti affrontare la fatica di uno

Provate ad immaginare la gioiosa confusione dei bambini, soprattutto dei più piccoli, il fragore delle loro risate, e poi il brusio più contenuto delle chiacchiere dei grandi e degli adulti, e poi un maestro che richiama tutti all’ordine. In un istante gli atleti si dispongono lungo una linea ideale ordinata dal grado di anzianità acquisito in palestra e danno vita all’importante rito con cui si inizia e si conclude ogni allenamento: il saluto. Ecco un assaggio dell’aria, alle volte rigida alle volte fiabesca, che si respira nella palestra delle scuole medie di Bedizzole dove da anni un maestro dall’aspetto severo e dalla pazienza proverbiale insegna il karate tradizionale. Se questa descrizione soddisfa l’immaginario collettivo che, pensando al karate, individua da un lato la sagoma del karateka, vestito con un kimono bianco e il cui livello è riconoscibile dal colore della cintura, e dall’altro la forma molto organizzata degli allenamenti collettivi,

non completa i retroscena. Negli ultimi anni il termine karate si è pesantemente

inflazionato per il proliferare di numerose arti marziali che da esso hanno tratto

ispirazione ma che hanno finito col mascherarne gli insegnamenti originari trasmessi dai grandi maestri dei tempi antichi. E’ proprio per mantenere la continuità con il passato e preservarne le origini che si è affiancato al termine karate anche l’aggettivo tradizionale che lo distingue così dal moderno, dallo sportivo, dal full kontact e da tutte le sue derivazioni recenti. Le fondamenta del karate tradizionale poggiano su alcuni solidissimi pilastri. Innanzitutto, esso non è basato sull’esaltazione della forza materiale ma sulla valorizzazione

delle potenzialità sì fisiche ma anche mentali e psicologiche di ognuno. È una

disciplina che insegna il rispetto e la fiducia in sé stessi e nelle proprie capacità accompagnata da una forte abilità all’autocontrollo. Esistono forme codificate di combattimento orientate alla perfezione e alla pulizia della tecnica e non all’annientamento dell’avversario sebbene il karate tradizionale si fondi sul concetto di “tecnica definitiva” ovvero una singola tecnica che deve essere in grado di distruggere la capacità offensiva del rivale. L’obiettivo del karate non è vincere ma non perdere. In sintesi ecco le parole di un maestro “Sii diligente

e perseverante. L’arte marziale richiede un duro allenamento. La roccia è più dura dell’acqua, ma l’acqua consuma e porta via lentamente la roccia dura. È soltanto attraverso un allenamento paziente che possiamo raggiungere le nostre mete e possiamo vedere buoni risultati per i nostri sforzi. Un allenamento regolare è essenziale. È l’unico modo per progredire, e mai, mai smettere di praticare”.

Anna Leali

11sportAnche a Bedizzole l’antica disciplina orientale che aiuta la mente e il corpo

MEDITAZIONE MARZIALEE’ quella che regola le movenze del karate

sport tanto faticoso quanto avvincente. Alla fine premi per tutti consegnato fra gli altri dal Sindaco di Calvagese della Riviera Ivana Palestri e dal Presidente

della Banca di Bedizzole Turano Valvestino Vanni Zecchi. L’appuntamento è naturalmente per il prossimo anno, con nuovi talenti bonsai da ammirare e stimolare sulla via del successo.

MINIPEDALE, FATICA ADULTAA Calvagese una gara per i giovanissimi della Mountain Bike

Grande successo per il I°trofeo Banca di Bedizzole Turano Valvestino

Anche quest’anno sono numerose le manifestazioni che, nell’ambito delle politiche giovanili e di animazione territoriale, caratterizzeranno l’estate gavardese. Esse sono il frutto di una proficua collaborazione tra l’Assessorato ai Servizi Sociali e alla Cultura del Comune di Gavardo, la Biblioteca Civica “E. Bertuetti”, il Centro Sociale, il Circolo Cinematografico “Charlie Chaplin, i quali, anche con il sostegno di Banca di Bedizzole-Turano Valvestino, hanno proseguito quel percorso di lavoro in sinergia che in questi anni è riuscito a valorizzare risorse diverse e ugualmente importanti della comunità gavardese. Il programma delle manifestazioni prevede numerose iniziative culturali e di intrattenimento che spaziano dalle serate musicali alle rassegne cinematografiche e teatrali all’aperto. Si è iniziato sabato 05 giugno con la Festa del Bambino organizzata presso il Brolo del Centro Sociale per continuare con le Feste dedicate ai giovani nelle quali a farla da padrone è stata la musica dal vivo e che si è tenuta mercoledì 16 giugno presso il Circolo Ippico “El Corral” di Limone di Gavardo e venerdì 16 luglio presso il Brolo del Centro Sociale. Di particolare interesse anche le serate musicali di “Jazz sotto le stelle” che intratterranno i gavardesi tutti i martedì di luglio nella sede del coro La Faita in località Monticello. Un’altra iniziativa che ha caratterizzato l’estate all’aperto gavardese è la “Quarta Scaretada zo da Pra’ da Bogn”, gara valevole per il Campionato Zonale di Corse con i “Caratì”. Sulle insidiose curve della strada che da Gavardo raggiunge Serle passando per il Monte Tesio, si sono dati infatti battaglia nelle prove libere di sabato 19 giugno e nella gara vera e propria di domenica 20 i piloti iscritti al Campionato Italiano dedicato a questi singolari mezzi da competizione. Tra le proposte culturali invece sono da segnalare gli spettacoli teatrali

“SIGNORE E SIGNORI” del Teatro Poetico di Gavardo e “ON PROFUMO…

.CHE SPÖSA” dell’Associazione Solidarietà Viva di Brescia previsti in scena per i primi due venerdì di luglio presso il Brolo del Centro Sociale.

Di sicuro interesse sonole due rassegne cinematografiche proposte dal circolo “Charlie Chaplin”. La prima rassegna di Cinema all’aperto proporrà tre pellicole di recente produzione e sarà itinerante per gli oratori gavardesi. Si è iniziato mercoledì 09 giugno all’oratorio di Sopraponte con il film diretto da Carlo Verdone “L’AMORE E’ ETERNO FINCHE’ DURA”, interpretato dallo stesso Verdone, da Claudio Amendola e da Laura Morante, per proseguire mercoledì 23 giugno all’Oratorio

di Soprazzocco con la commedia diretta da Nancy Meyers “TUTTO PUÓ SUCCEDERE” interpretata da Jack Nicholson, Diane Keaton e Keanu Reeves, con la conclusione di mercoledì 29 giugno all’Oratorio di Gavardo con il film di animazione diretto da Joe Dante “LOONEY TUNES: BACK IN ACTION”, che vede in azione i personaggi a cartoni animati Bugs Bunny e Daffy Duck. Più impegnata invece la seconda proposta di cinema dedicata a Federico Fellini. Cullati

dalle celebri note del maestro Nino Rota, compositore delle colonne sonore, si potrà

assistere alla proiezione in località Monticello di tre delle più importanti pellicole del famoso regista romagnolo. Il primo film in programma sarà infatti la celebre commedia del 1960 “LA DOLCE VITA” interpretata da Marcello Mastroianni, Anouk Aimee e da

Anita Ekberg, la cui trama racconta le vicissitudini di Marcello, giornalista di un rotocalco scandalistico, che per sette giorni si lancia alla scoperta della mondanità romana, frequentando famosi night clubs e partecipando a feste organizzate dai nobili della capitale. La Rassegna di Cinema d’autore dedicata a Fellini proseguirà poi giovedì 15 luglio con il film del 1953 “I VITELLONI” interpretato da Alberto Sordi, Franco Fabrizi e Leopoldo Trieste, in cui vengono raccontate le peripezie di un gruppo di giovani di buona famiglia che trascorre la propria giornata nell’ozio più completo, tra il caffè, il biliardo, la passeggiata, gli inutili amori ed i progetti più vani. Le

proiezioni si concluderanno poi giovedì 22 luglio con la commedia del 1952 “LO SCEICCO BIANCO” interpretata da Alberto Sordi, Leopoldo Trieste, Brunella Bovo e Giulietta Masina, che descrive il tormentato viaggio di nozze a Roma di due sposini meridionali.

Pierangelo Festa

12tempo liberoPALCOSCENA GAVARDO ESTATE

Teatro e musica in piazza nelle serate di giugno e di luglio

Cinema d’autore sotto le stelle con le pellicole di Federico Fellini

San Felice del Benaco, Portese, Cisano Colori, Sapori e Tradizioni da scoprireIl Comune di San Felice del Benaco, con il Patrocinio della Provincia di Brescia, presenta il documentario San Felice del Benaco, Portese, Cisano – Colori, Sapori e Tradizioni da scoprire, realizzato da Cheleo S.r.l. per la regia di Franco Roma.Il documentario ha la durata di 24’ e si propone di valorizzare un territorio che racchiude molteplici attrattive, dal fascino paesaggistico alle iniziative culturali, dalla gustosa gastronomia tradizionale all’attenzione alla qualità della

vita che è un elemento distintivo della cultura di quest’antico paese, la cui storia affiora in maniera diffusa attraverso le svariate testimonianze del passato ancora oggi visibili e la struttura stessa degli insediamenti abitativi. La splendida posizione geografica, collocata all’interno

dell’anfiteatro naturale delle colline moreniche del Basso Garda e il clima favorevole hanno probabilmente dato

origine all’antica denominazione di Sinus Felix (“Golfo felice”) che attesta come sin da epoche remote questi luoghi venissero tenuti in grande considerazione come oasi di benessere dalle caratteristiche uniche. Le strutture alberghiere presenti sono in grado di garantire una ricettività diversificata in

grado di adattarsi al gusto e alle possibilità di tutti i visitatori; l’offerta di prodotti tipici tradizionali, come ad esempio l’olio di oliva di altissima qualità, consente di gustare anche a distanza di tempo sapori appaganti

e peculiari allo stesso tempo. L’opera è stata realizzata lungo l’arco di un intero anno, consentendo così di immortalare i diversi aspetti paesaggistici, naturali e di cultura materiale di questo affascinante territorio, ed è frutto della collaborazione di moltissime persone che hanno gentilmente collaborato con lo staff della Cheleo, rendendo possibile la creazione di una sintesi efficace e rappresentativa di una realtà che merita di essere scoperta e, soprattutto, vissuta.

multimediaSAN FELICE MOVIEUn documentario su San Felice del Benaco

24 minuti di immagini per valorizzare i vari aspetti del territorio

13

Un bel pezzo di strada. La Caminàa di Navazzo compie trent’anni e li festeggia con un libro. Un bel libro. Raccolto in un’originale forma rettangolare, schiettamente e appassionatamente concepita con i testi di Ottavio Castellini, Bruno Festa, gli appunti di Elio Forti e l’immagine di copertina tratta da un lavoro di Martino Gerevini. Anche la Banca di Bedizzole Turano Valvestino da sempre partecipa, nel suo risvolto promozionale e solidale sul territorio, a questa Caminàa che oggi si chiama Dieci Miglia del Garda. Una partecipazione che sconfina però da progetti di convenzione e pubblicità. Perché, come buona regola di BCC vuole, c’è l’interessamento reale per quello che succede attorno allo spazio operativo che la riguarda. E quel che succede a Navazzo per la Caminàa meritava grande attenzione. Un’attenzione riportata in questo libro dal sottotitolo esplicativo che parla di storie, storielle, personaggi in trent’anni di podismo a Navazzo. Fotografie e racconti che si insinuano tra la fatica del correre a piedi e il credo e la fede disinteressati degli organizzatori. Spiega Stefano Bertanza nelle note di presentazione “Il libro che mi accingo ad introdurre - che dobbiamo alla penna e alla passione di due grandi della “Diecimiglia”, Ottavio Castellini e Bruno Festa - è una meravigliosa passeggiata fra trent’anni di passione sportiva, di impegno e sacrifici ma anche di quell’entusiasmo che ha permesso di superare tutte le

difficoltà incontrate sul cammino.” E qui il cammino è stato proprio lungo, ben delineato da Gianni Gianluppi, capo dei servizi sportivi del Giornale di Brescia

che nel corso di una simpatica conferenza stampa ha tracciato le linee portanti di questo libro. Ad Ottavio Castellini, oggi capo ufficio stampa della Federazione Nazionale Atletica Leggera e un tempo redattore del Giornale di Brescia, il compito di spiegare questo mito di fatica e solidarietà consolidato in dieci

miglia. Per i profani è difficile capire quanti risvolti originali si nascondono dietro l’evento Caminàa. Come quello del maturo signore francese venuto nel 1987 appositamente a Navazzo per partecipare alla corsa semplicemente per il fatto che il suo nome “Arthur Caminada”, richiamava il nome della corsa. Tra l’altro il Caminada, anche lui guarda caso organizzatore di gare podistiche, si distinse per un atto di sportività soccorrendo un concorrente portoghese dopo la caduta. Esemplare il commento dopo l’accaduto “Per forza mi sono fermato, ero l’ultimo!” In questo episodio il riassunto sintomatico della gara che dal 1974 impegna la frazione di Gargnano. Tanti i nomi, i personaggi e le vicende agonistiche ed umane che il libro ha raccolto con puntigliosa applicazione. Tanti i campioni di ogni nazione che si sono avvicendati per i sentieri di Navazzo e dintorni. Viene in mente il volto ingenuamente disponibile di Tegla Loroupe, eccezionale campionessa keniana vincitrice dell’edizione 2003. In quel sorriso aperto al vento dell’amicizia, lo stesso spirito che ha animato Elio Forti e compagnia ad andare avanti sulla strada della Caminàa. Uno spirito solidaristico nel quale Tegla è impegnata a livello internazionale con innumerevoli iniziative personali. In lei, che aveva scoperto di esser brava a correre perché arrivava sempre in anticipo, la fiamma simbolicamente emozionale di queste pagine da leggere tutte d’un fiato. Per un lungo coinvolgente sospiro di nobile fatica che corre senza confini in questa stupende terre alte di Navazzo.

14nonsolosportPAROLE DI CORSA

Un libro racconta la Caminaà di Navazzo

Trent’anni di storia per l’ormai internazionale 10 miglia del Garda

Ritmi spagnoli per Soci e compagnia della Banca di Bedizzole Turano Valvestino. Suoni di flamenco ascoltati a Palma di Maiorca dove il mare ha raccolto il grande gruppo di famiglia BCC in un indimenticabile abbraccio di sale e sabbia. E che gruppo quello della gita sociale 2004. In prima fila i molti nuovi soci. Sullo stesso piano il numero dei bambini, quest’anno veramente tanti, al seguito delle famiglie. Totale generale circa 140 gitanti accompagnati dalla fresca disponibilità di Beatrice tour manager di Bignami Viaggi. Ed è stata accolta a dovere la compagine sociale allargata a mogli e discendenti. Per una Spagna insulare carica di essenze mediterranee corposamente catturate in una settimana di relax creativo. In bella evidenza il villaggio, significamente realizzato secondo canoni di completa efficenza abbinata alla qualità dei servizi. I soci confermano, ragguagliano sul bel posto, la bella gente e il bel vivere apprezzato da vacanza. Direzioni di svago per tutte le esigenze. Qualcuno ha cadenzato il motivo del riposo mollemente sdraiato sul versante di spiaggia e di mare carico di un salubre contributo allo iodio. Altri, pervicaci assertori della regola dolce e contenuta nel riverbero di una piscina, hanno mollato lo stress affidando alla sdraio sul bordo della grande vasca il disincantato rilassamento del corpo. Per tutti la magia del sole, che in laitudine Maiorca batte consistentemente per un brivido rosolato per pelli in agonia di colore. Facile e veloce il piacevole ambientamento

iniziale, tradotto in una due giorni di studio degli spazi curiosamente attraenti. Alla sera di Spagna, dopo il tramonto superando le famose cinque de la tarde, i contenuti vivaci di un colore

tradizionale che accompagna con verve la proposta turistica. Locali multiformi, con luci e movimenti combinati in un mix di vitalità e di poesia del saper vivere. Travolgente e passionale a questo

punto s’impone il flamenco. E’ il ballo della tradizione. Quello che stimola i pensieri più nitidi nel ricordo classico di Spagna. L’ esperienza per i nostri

di casa BCC non poteva mancare. In un dado subito tratto su una scena naccherata e battuta nell’indiavolato movimento dei corpi. Ventidue ballerini nella movenza genialmente costruita su coreografie fatte di sguardi, atteggiamenti e intensità di gesti. Questo è il flamenco. Seriosa clip che investe la ritualità sensuale di carica esaltante liberata in un danza tra scatto e dolcezza senza compromessi. Il pubblico apprezza. S’infiamma nell’applauso che scolpisce nella memoria questa grandezza di Spagna. Ritorno in albergo

con ipotesi e realtà di sangria. Buon sangue, per fortuna, non mente. Alla notte, sempre più corta in Palma e dintorni, l’ultima sommessa fatica affidata

al riposo. Qualche spirito atletico ha poi previsto la voglia di calcio nel parterre di villaggio. Detto fatto. Chissà come mai in vacanza ringalluzzisce anche la voglia di

menare il torrone con una palla di cuoio. La partita comincia. Viene in mente certa cinematografia condita dal “Nino non aver paura di tirare un calcio di rigore. Non

è da questi particolari che si giudica un giocatore.” Qui nessuna paura, semmai il pensiero particolare verrà dopo. E lo

sberleffo del campo riconduce ad un 3 a 3 finale che assapora la combine anti-Italia perpetrata in quell’ignobile Danimarca - Svezia. Niente paura, siamo

inglesi. Anzi scusate Italiani in vacanza. Ops, perdonate ancora, bedizzolesi senza voglia di regole, ma solo di piacevolezze sentimental - balneari. Finale con mal di gambe d’ordinaza. Altre perle di vacanze speciali, quelle musicali in concerto,

raccolte nel semisottomarino mondo della Grotta del Drago: Ritorno a casa con qualche nostalgia. Effetto benefico quello della malinconia da rientro. Servizio completo per una voglia di tornare altrimenti perduta. Tornare a Maiorca naturalmente. Con in tasca il pezzo di carta felice, inventato con passione dalle rogge propositive del super gruppo Bedizzole - Turano BCC & CO.

15viaggiAPPUNTI DI FLAMENCO E SANGRIASette giorni infiammati dal sole e dal caldo sentimento spagnolo

I soci della Bcc a Palma di Maiorca

Grande anniversario per il Gruppo Pesca Sportiva di Bedizzole. Con un Pierino di tredici anni, Stefano Zucchelli, primo assoluto nel campionato provinciale Trota di Torrente e secondo a quello nazionale di categoria. Traguardi importanti quelli raggiunti dal gruppo bedizzolese, che nel variegato novero delle proprie attività ha proprio quello importantissimo della divulgazione della pesca sportiva nei ragazzi più giovani attuata con vari interventi tematici all’interno della scuola. Spazio delegato alla manifestazione che ha festeggiato l’anniversario, la località Bettoletto – Barbelli in riva al Fiume Chiese, sulla pista ciclabile. Da lì è partita la rassegna campestre dove i ragazzi

del Gruppo Pesca hanno azionato le macchine girarrosto invadendo la scena con una mitica grigliata. Mentre le lenze specializzate provvedevano a catturare il materiale ittico supportato da una piccola piscina artificiale, allestita per far fronte alla carenza d’acqua. “La nostra società – spiega Ferracina – è stata fondata da un gruppo di ragazzi che nel 1974 passavano lungo le rive del Chiese o nei bar a reclutare pescatori per dare corpo all’associazione. Questi pionieri si chiamano Panighetti, Antonelli, Ottolini, Cherubini, Cocchi, Gasparini e molti altri. E l’avvio fu travolgente – conferma con soddisfazione il Presidente – In poco tempo si superarono le 120 unità e fu possibile iniziare a pescare anche

fuori provincia effettuando gare di ogni genere – trota lago e fiume, pesce bianco, riuscendo ad ottenere ottimi risultati. Negli anni si è poi passati ad una pesca più tecnica disputando gare a livello provinciale, regionale ed anche nazionale.”

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SottoTraccia

EditoreBanca di Bedizzole Turano Valvestino

Piazza 25 aprile 13 25081 BEDIZZOLE (BS)Direttore Responsabile

Giuseppe RoccaTipografia

FDA EUROSTAMPA SRL Via Molino Vecchio 185 25010 BORGOSATOLLO (BS) tel. 030/2701606

Registrazione Tribunale di Brescia n. 3/03 del 21/01/03Cellofanatura e Spedizione

COOP SERVICE s.c.r.l.Via Napoleonica 7 25080 REZZATO (BS) Tel. 030/2594360

hanno collaboratoFranco Bertoloni, Francesca Bodei, Vittorio Capuzzi, Mauro Chiappini, Fabio Chiarini, Alberto Comini, Pierangelo

Festa, Michela Frera, Luca Galvani, Paolo Caldera, Giordano Guerra, Devis Guietti,Anna Leali, Ilaria Mirandola, Giordano Monari, Oscar Piccinelli, Mario Pizzatti,Katy Rebaicini, Giorgio Venturini, Diego Treccani, Barbara Violini,

Giovanni Zatti, Giuliano Zecchi,Vanni Zecchi.

ultimeore

Scade il 31 luglio 2004 il termine ultimo per la presentazione delle domande per la partecipazione

al concorso Borsa di Studio 2004

MULINELLI INN-AMO-RATI Il Gruppo Pesca Sportiva di Bedizzole festeggia il trentennale

Stefano Zucchelli, 13 anni,secondo assoluto ai campionati nazionali

CALENDARIO SPETTACOLIPiazza Duomo Salò

ore 21.00

LA BANCA DI BEDIZZOLE TURANO VALVESTINO SPONSORIZZA L’ESTATE MUSICALE DEL GARDA “GASPARO DA SALO’” IMPORTANTE RASSEGNA MUSICALE ALLESTITA IN PIAZZA DUOMO A SALO. I CONCERTI SONO STATI REALIZZATI DALLA PRO - LOCO DI SALO’ IN COLLABORAZIONE CON L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE ASSESSORATO AL TURISMO.

16 luglioCardiff County and Vale

of Glamorgan County Youth Orchestra30 luglio

Magnifica ed excellente Orchestra Salodiana

6 agostoOrchestra Internazionale d’Italia

20 agosto Philharmonische Camerata Berlin

4 settembreUto Ughi e i Filarmonici di Roma

DA SOTTOSCRIVERE PRESSO TUTTI I

NOSTRI SPORTELLIPER OTTENERE UN

INTERESSE REALMENTE

COMUNE